G IUG NO 2013 - Contrada Priora della Civetta

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G IUG NO 2013 - Contrada Priora della Civetta
ilCIVETTINO
periodico della contrada priora della civetta
GIUGNO 2013
ilCIVETTINO
periodico della contrada priora della civetta
GIUGNO 2013
Progetto grafico e impaginazione
Irene Bimbi
Stampa
Industria Grafica Pistolesi
Spedizione in abbonamento postale
Art. 2 comma 20/C legge 662/96 - Filiale di Siena
Iscrizione al Tribunale di Siena n° 589 del 20/12/1993
Direttore
Riccardo Cerpi
Direttore Responsabile
Giuseppe Stefanachi
Capo Redazione
Salvatore Granata
Collaboratori
Valentina Faleri, Alberto Fiorini, Don Enrico
Grassini, Alessandro Maccari, Camilla
Marzucchi, Federico Morichelli
SOMMARIO
LA PASSIONE CI AIUTA
3
ANTONIO E BERNARDO
5
IL MUSEO MULTIMEDIALE DELLA CIVETTA
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I ROSSI E I BICHI RUSPOLI FORTEGUERRI
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DISEGNANDO SI IMPARA
20
NON RAGIONIAM DI LOR
21
UN SOGNO POSSIBILE….
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CIAO GUFO
25
N
umero “da giro” del Civettino, che
si apre con un pensiero del Priore, il quale ricorda ai contradaioli,
soprattutto ai più anziani, i loro sacri doveri,
anche quale esempio per le nuove generazioni.
Si prosegue con un intervento del Correttore, per nostro sommo piacere sempre più
presente anche su queste pagine, che ci
parla dei nostri Patroni, chiudendo, com’è
nel suo stile, con un pensiero di grande
speranza.
Ospitiamo poi un intervento di Alessandro
Maccari sul museo interattivo del quale è
stato l’artefice, mentre prosegue la pubblicazione dell’opera di Alberto Fiorini sulle
famiglie civettine.
Camilla ci racconta, col suo solito cuore,
la nascita della controcopertina di questo
numero, avvenuta in Giraffa per opera di
due nostre cittine.
Salvatore Granata stigmatizza poi, con piglio deciso, l’atteggiamento buonista della
città verso le continue intromissioni esterne
nella nostra Festa, mentre Ghigo smorza i
toni narrandoci le gesta del grande Cecco
nel Dudo Casini, sperando che possa ripetersi, anche per ciò che ne seguì, il trionfo
del 2009.
Per chiudere un toccante ricordo di Valentina Faleri sul Gufo, il cui sorriso, a volte burbero ma comunque dolce, sapremo conservaresempre fra i ricordi di chi ha fatto la
nostra amata Contrada.
Buona Festa Titolare a tutti e sempre W la
Civetta.
U
n altro inverno – perlomeno quello del
la speranza di mangiare all’aperto e dopo il
calendario, non certo quello climati-
letargo (non per tutti) dell’inverno, improvvisa-
co - è passato e siamo di nuovo qui,
mente la voglia di stare in Contrada riaffiora
a calpestare le amate pietre del Castellare
nell’intimità di ognuno di noi.
anche quelle delle zone più ombreggiate, che
Questo non significa che i mesi dopo la stagio-
l’umidità e il non-sole dei mesi tristi hanno reso
ne estiva siano stati all’insegna dell’inoperosi-
verdastre e opache, privandole della natura-
tà, tutt’altro, la Contrada vive anche d’inverno,
le cromia. Con la bella stagione (ma quando
ci siamo attivati su più fronti districandoci fra
mai…) la vita contradaiola riprende con un vi-
le quotidiane difficoltà che il Seggio e la Diri-
gore rinnovato, si esce più volentieri la sera,
genza di una Contrada incontra nel proprio
si partecipa con più stimoli ad un cenino, con
percorso di governo. Ma come ebbe a scrive-
di Riccardo Cerpi
LA PASSIONE
CI AIUTA
3
re il filosofo olandese Erasmo da Rotterdam “in
terizza l’era del terzo millennio è nemico della
ogni attività la passione toglie gran parte delle
socialità, tuttavia credo che il nostro dovere
difficoltà”, i percorsi irti e costellati da proble-
primario (nostro inteso come classe dirigente)
matiche diventano sistematicamente più agili
è quello di stimolare maggiormente l’interes-
se quello che facciamo riusciamo a condirlo
se dei contradaioli agli affari di contrada, alle
con passione, amore, trasporto emotivo ed en-
problematiche che riguardano la sfera delle
fasi. E quando si parla di passione si parla di
attività di gestione. Da una parte ci deve es-
Civetta e quando si parla di Civetta penso ad
sere il massimo sforzo per catalizzare atten-
una piccola comunità di persone che vive ab-
zione, ma dall’altro ci si aspetta una maggior
barbicata alle proprie tradizioni, alle proprie
autocritica per rinverdire quella consapevolez-
emozioni, ai propri sentimenti e che con la loro
za che la Civetta non è fatta solo di Palio, di
passione, appunto, riescono a trasmettere va-
cori, di cene, di divertimento e spensieratezza,
lori unici che solo in Contrada possono essere
la Contrada è fatta anche di responsabilità,
condivisi, apprezzati e tramandati.
di scelte che tracciano il futuro, di bilanci, di
Per ognuno di noi, vivere nella quotidianità la
impegni e di obblighi.
Contrada è sempre più difficile, è vero, lo stile
Il nostro obbligo principale è quello di riuscire
di vita troppo caotico e stressante che carat-
a trasmettere alle nuove generazioni gli stessi
insegnamenti e il rispetto dei valori e dei principi che abbiamo ricevuto in eredità da chi è
passato prima di noi affinché la storia, nella
sua unicità, si perpetui nel suo naturale corso.
Il lavoro continua, in perfetto equilibrio fra le
problematiche di oggi e la progettualità, senza
mai perdere di vista che la Contrada è fatta
di persone, ognuna con peculiarità diverse ma
tutte accomunate dall’amore incondizionato
per i nostri colori.
Quegli stessi colori che ci apprestiamo, con
l’approssimarsi della Festa Titolare prima e
della Carriera di Luglio dopo, a far risplendere nei cieli di Siena, ancora con maggior
entusiasmo, se possibile, consapevoli che la Civetta, seppur con l’animo ancora mesto per la
prematura uscita di scena del “Gufo” – al secolo Emilio Betti - mangino vittorioso, riuscirà,
ancora una volta a dare dimostrazione della
propria unità, della propria compattezza e del
proprio modo di essere Contrada.
W la Civetta! (…e che la gioia ci appartenga!)
4
N
ella mia esperienza di studi e di co-
Paduense (che poi era di Lisbona).
noscenza del panorama devoziona-
Sono due Santi vissuti in epoche e in contesti
le non risulta di aver mai incontrato
tanto diversi. Antonio a cavallo tra il XII e il XIII
un’audacia simile a quella della Civetta: acco-
secolo, francescano della prima ora, insigne pre-
stare cioè in un unico patronato e festeggiare in
dicatore e fine teologo, tanto da guadagnarsi il
un unico rito due Santi come Antonio di Padova
titolo di Dottore della Chiesa; ma più ancora
e Bernardo Tolomei.
Santo popolarissimo nell’affetto delle persone,
Non mi dilungherò sui tratti biografici di questi
di ogni cultura e di ogni continente. Bernardo
nostri intercessori, penso che il nostro indefesso
invece “scavalla” il secolo successivo: nasce una
Carlino Agricoli ne avrà già avuto occasione, o
decina d’anni dopo la battaglia di Montaper-
comunque ne avrà, statene pur certi.
ti e muore nel grande flagello del morbo del
Tante volte mi sono chiesto, preparando un mini-
1348. Prima eremita, poi monaco benedettino e
mo di discorso “ufficiale” da proferire durante il
abate, dona la vita a Cristo nell’estremo sacri-
Mattutino, cosa può accomunare due Santi del
ficio di soccorrere i cittadini appestati e questa
genere, come poterli amalgamare in un’unica
sua morte ne fa quasi un martire della carità, ol-
festa tanto da indicare ai Civettini delle linee di
tre che uomo di preghiera e di contemplazione
autentica devozione cristiana nei loro confronti,
del mistero dell’assoluto. Non è conosciuto come
facendo progressivamente maturare il subitaneo
grande oratore, ci rimangono di lui solo poche
affetto nei confronti del Tolomei. “esordiente vit-
e frammentarie lettere, pochissimo conosciuto e
torioso” e accostarlo al classico e tradizionale
invocato dai suoi stessi concittadini (ma in questo
di Don Enrico Grassini
ANTONIO E
BERNARDO, DUE SANTI
DA INVOCARE, DUE
ESEMPI DA SEGUIRE
5
6
è in buona compagnia con tutti gli altri Santi
ne delle principali feste liturgiche mariane: toni
senesi!) tanto da essere rilegato per oltre sei
intensi ed elevati, immagini chiare e similitudini
secoli e mezzo in “serie B(eati)”.
struggenti, un vero capolavoro d’oratoria. Ber-
Ma se prima o dopo hanno trovato tutti e due
nardo, coerentemente alla sua maggiore prag-
fortuna nel cuore dei senesi un motivo ci sarà.
maticità, non si profonde in espressioni poetiche,
Per ora ne sottolineo due; se qualcos’altro mi
ma pone tutta la sua opera, che sarà poi la
verrà in mente sarà materiale per qualche
Congregazione benedettina olivetana, sotto il
prossimo numero de Il Civettino.
patrocinio di Maria. I suoi monaci adottarono
Il primo motivo è la singolare devozione che tut-
l’abito bianco proprio per esprimere questo le-
ti e due hanno avuto alla Madonna. Quando
game filiale con la Madonna. L’abbazia da lui
disquisiamo di Santi senesi di nascita o d’ado-
fondata si chiamò S. Maria di Monte Oliveto e
zione non dimentichiamo mai questo particola-
ancora oggi la festa patronale dell’Ordine è l’8
re non indifferente: la comune e singolare tene-
settembre, Natività di Maria.
rezza del loro rivolgersi a Maria come modello
L’altro tratto spirituale che accomuna i nostri
di santità di vita, come modello della Chiesa e
Due e che mi preme sottolineare è la loro in-
come potente intercessione presso Dio. La Ci-
quietudine, il loro continuo moto di ricerca che
vitas Virginis non poteva certo ignorare questi
non ha mai permesso loro di acquietarsi in un
meriti, tanto da farne requisito necessario per
presunto traguardo raggiunto, ma è stato sem-
essere ammessi nel suo “pantheon”. Di Antonio
pre motivo per rimettersi in discussione, alla luce
ci rimangono quattro intensi sermoni sulla Beata
del Vangelo e della volontà di Dio, in comunio-
Vergine, prediche da lui pronunciate in occasio-
ne con la Chiesa e sensibili alle sfide del loro
tempo. Questo tratto del loro essere uomini in
ricerca secondo me è davvero l’aspetto più affascinante da contemplare, da ammirare e da
seguire nei nostri Santi Patroni.
Il mondo intero, la nostra Città, il Palio e le Contrade oggi stanno vivendo il passaggio di un
radicale cambiamento e questo credo sia evidente agli occhi di tutti; anzi, forse fin troppo
se ne parla e poco si fa. Il rimettere sempre in
discussione e valutare le nostre posizioni alla
luce delle urgenze del momento non è un segno di incoerenza, ma di profonda intelligenza
delle cose. Anche in Contrada c’è una “Tradi-
richiedano, ma dev’essere una linea, infinita cioè
zione”, che deve rimanere immutabile nei suoi
nella sua origine e nelle sue finalità, protesa ver-
valori di fondo, e “tradizioni” che possono esse-
so il futuro nel creare una continuità col passato.
re adattate alle necessità dei tempi proprio per
Non segmenti, ma linee.
meglio comprendere, con linguaggi a noi più
Anche questa è stata l’intelligenza di Antonio
comprensibili, i contenuti vitali della Tradizione.
e Bernardo, tanto da farne non solo due inter-
Mantenere una linea non significa pretendere
cessori da pregare e venerare per ottenere le
che questa sia retta: una linea può essere anche
sperate “grazie”, ma anche e soprattutto due
curva, qualora le circostanze a cui adattarsi lo
esempi da seguire, per innamorarci come loro
del mondo nel quale viviamo, anche se ci fa
soffrire, anche se rimane incomprensibile nella
maggior parte dei suoi tratti: amare e servire,
questa è la gioia, questo è quel che ha alimentato la loro vita tanto da farne persone capaci
di portare un sorriso anche nelle periferie esistenziali dell’odio e del dolore umano.
Se dovessi esprimere un’immagine davanti alla
quale pregare i nostri Patroni mi piacerebbe
pensarli così: tutti e due in cammino, coi piedi piantati ben per terra, ma con lo sguardo
rivolto verso l’alto ad una stella che li guida,
Maria, Patrona e Regina di Siena. Dietro a loro
una moltitudine immensa di volti più o meno conosciuti; hanno tutti un’evidente nota cromatica
che li accomuna: il rosso dell’affetto che li unisce,
il bianco della ricerca dei valori più alti, il nero
della notte che ormai è vinta.
7
I
n tutto il mondo i musei, un tempo semplici luoghi di esposizione di opere d’arte e
reperti, stanno diventando interattivi. Il con-
cetto è semplice: invece di lasciare che il visitatore semplicemente osservi le varie sale e i
vari reperti, lo si coinvolge nella visita attraverso supporti multimediali (cioè, che sfruttano molteplici mezzi di comunicazione). Questo
aumenta la fruibilità del museo, e permette a
chi lo visita di vivere in prima persona le opere
d’arte che vi sono esposte. A Siena, il migliore
esempio di museo interattivo è dato dal Museo dell’Acqua, situato nel palazzo che ospita
le fonti di Pescaia, dove il il percorso del visitatore si snoda letteralmente dentro l’acqua.
Le tecniche utilizzate per rendere il museo interattivo sono molte. La visita guidata è il classico
metodo: per mezzo di una persona esperta ed
abile nella comunicazione, si forniscono maggiori informazioni e si sottolineano certi aspetti
8
di Alessandro Maccari
IL MUSEO
MULTIMEDIALE
DELLA CIVETTA
che potrebbero essere trascurati dall’occhio
telefono, i codici vengono letti ed interpretati
inesperto. Il difetto delle guide è che la loro
dallo smartphone, che si comporta di conse-
efficacia è proporzionale alla loro abilità nel
guenza. Solitamente, i codici QR contengono
coinvolgere i visitatori: se non si riesce bene in
un indirizzo web (URL). Ad esempio, il codice
questo, la visita guidata può risultare un’espe-
qui accanto contiene il link al sito della nostra
rienza noiosa e scarna.
Contrada.
Un altro metodo consiste nell’installare nel mu-
I codici QR costituiscono un metodo semplice
seo delle opere interattive, con cui i visitato-
per rendere un museo interattivo: infatti con-
ri possono giocare o interagire in vari modi;
sentono a chiunque abbia l’applicazione instal-
questo permette a chi visita di sperimentare il
lata nel proprio smartphone (e una connessio-
museo sulla propria pelle, rimanendo coinvolti
ne internet) di aprire facilmente una specifica
in prima persona. La maggior parte dei musei
pagina web senza doverne digitare l’indirizzo
della scienza di ultima generazione (come lo
a mano. Tuttavia, hanno anche degli svantag-
Science Museum di Londra, o il Tietomaa di
gi: senza l’applicazione installata nello smart-
Oulu in Finlandia), sono progettati con questo
phone sono illeggibili, se il supporto cartaceo
criterio.
dove sono stampati si usura vanno ristampati,
Più difficile è rendere interattivo un museo
così come se l’indirizzo della pagina web a cui
dove sono semplicemente esposte delle opere
devono puntare cambia. Inoltre, le applicazio-
d’arte, che, per evidenti motivi di usura, non
ni che utilizzano la macchina fotografica non
possono essere toccate o manipolate dai visi-
sempre funzionano in ambienti con scarsa illu-
tatori. In questi casi, ci vengono in aiuto le nuo-
minazione, come sono tipicamente i musei.
ve tecnologie, che grazie agli smartphone (i
Ci vengono in soccorso i tag NFC. Questi sem-
telefoni intelligenti di ultima generazione) sono
plici dispositivi elettronici costano da € 0,50 a
ormai nelle tasche di quasi tutti noi.
€ 2, e sono facilmente reperibili presso negozi
In particolare, gli smartphone di ultima gene-
specializzati e su internet. I tag sono riscrivibili
razione sono solitamente equipaggiati con ap-
un numero infinito di volte, e possono essere
plicazioni software e dispositivi hardware che
installati in maniera non intrusiva a lato di qual-
permettono la lettura di codici QR (i codici a
siasi opera. Il funzionamento è semplicissimo:
barre di ultima generazione) e di tag NFC.
I codici QR (Quick Response, cioè a risposta rapida)
sono codici a barre bidimensionali, che hanno la
forma di una matrice, di
solito quadrata. I codici QR si possono creare facilmente e gratuitamente tramite appositi
siti web, come ad esempio http://it.qr-codegenerator.com/. Per mezzo di applicazioni che
utilizzano la normale macchina fotografica del
Tag NFG
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basta avvicinare lo smartphone al tag, e automaticamente il sito web che vi è stato memorizzato verrà aperto nel browser web – senza
fare null’altro che avvicinare il dispositivo al
tag!
Questo tipo di tecnologia, sebbene leggermente più costosa dei codici QR (che hanno
praticamente costo zero), ci permette di ovviare agli svantaggi elencati sopra – basta avere
uno smartphone compatibile e il gioco è fatto!
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In Italia alcuni musei hanno già implementato
stampe relative a una certa opera, pagabili
la tecnologia NFC per rendere le loro opere
con un POS interfacciato anch’esso con NFC:
più fruibili al visitatore, come i Musei Capitolini,
http://bit.ly/156unWU
dove avvicinando il proprio smartphone al tag
La Civetta è la prima Contrada di Siena che
NFC si può scaricare la descrizione testuale
ha realizzato un museo multimediale. La deci-
dell’opera: http://bit.ly/13Vq7af
sione è stata presa dal Consiglio Generale,
È andata oltre la Pinacoteca Ambrosiana,
che ha approvato il progetto del nuovo museo:
che ha implementato anche un negozio onli-
un passaggio che va sicuramente nella dire-
ne: cliccando sul carrello si possono acquistare
zione di valorizzare e rendere maggiormen-
te fruibili i nostri spazi e la nostra storia. Nel
internet: gli spessi muri del Palazzo, infatti, non
mese di aprile, su richiesta del Priore e del Vi-
permettono al segnale internet mobile fornito
cario Generale, abbiamo avviato un progetto
dagli operatori di telefonia di penetrare all’in-
che ci porterà ad inaugurare il primo museo
terno delle sale, e l’assenza di un collegamento
multimediale tra le Contrade di Siena. La sua
telefonico non ci ha consentito di installare un
realizzazione, effettuata in contemporanea
collegamento ADSL. Si è ovviato al problema
con il nuovo sito web, porterà i nostri visitatori
mediante una chiavetta che abbiamo posto nei
ad apprezzare le opere contenute nel nostro
pressi di una delle finestre, dove la copertura
museo per mezzo di supporti in formato testo,
internet è presente. Il segnale viene poi propa-
audio e video, che verranno attivati tramite
codici QR e tag NFC. È bene ricordare che il
nostro museo contiene molto di più dei Palii e
dei costumi, in quanto vi si trovano anche, tra le
altre cose, i reperti rinvenuti nel Pozzo di Butto del palazzo degli Ugurgieri. La storia unica
del Palazzo e l’intreccio di storia contradaiola,
nobiliare e militare di Siena che caratterizza il
nostro museo (e, più in generale, il nostro territorio) lo rendono perfetto per un’enfasi multimediale del suo contenuto.
Il progetto si è articolato su più passi: dopo
aver approntato il piano di gestione, completo
di stima dei costi e di modello dei rischi, si è
dovuto affrontare il problema della copertura
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gato all’interno dei locali in forma di una serie
santi. Avvicinando uno smartphone compati-
di ripetitori wi-fi, collegati alla chiavetta stessa,
bile ai tag si può scaricare, usufruendo della
che assicurano un certo livello di copertura in
connessione internet creata in precedenza, la
quasi tutto il museo.
descrizione testuale dell’opera, che può esse-
Nel contempo sono stati acquistati quattro
re salvata o consultata utilizzando le normali
personal computer con touchscreen, che per-
funzionalità del browser.
mettono a un gruppo anche grande di fruire di
Due telefoni Nokia Lumia 610 sono stati acqui-
brevi presentazioni in formato video o audio.
stati dalla Contrada, al fine di essere utilizzati
I computer, collocati uno per sala, servono a
dalle nostre guide durante le visite. Questi te-
dare un’introduzione ai visitatori sulla sala, e
lefoni, dotati del sistema operativo Windows
coadiuvano le guide nel loro lavoro di spie-
Phone 7.5, sono compatibili con NFC, e per-
gazione.
mettono di fruire del museo interattivo in ma-
Una serie di tag NFC sono poi stati sistemati
niera ottimale.
nel museo, nei pressi delle opere più interes-
Le visite al museo saranno effettuate con l’ausilio di supporti multimediali già a partire dalla
Festa Titolare del 2013.
Il progetto è stato finanziato dal Monte dei Paschi di Siena.
Il museo della Contrada Priora della Civetta è visitabile su prenotazione, scrivendo
alla Cancelleria o contattando direttamente Alessandro Maccari all’indirizzo email
[email protected]
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A chi percorre Banchi di Sopra, domina il tratto
dall’alto di entrambe le torri vigilavano i berro-
leggermente arcutato tra Piazza Tolomei e l’Ar-
vieri del Comune per tramezzare i Salimbeni e i
co de’ Rossi il Palazzo Bichi Ruspoli Forteguerri,
Tolomei, quando facevano quistione o romore. Di
formato dall’accorpamento di tre diversi edifici.
fianco alla torre nord si apre l’ogivale Arco dei
Visto dal corso, consiste in due torri ed un gran-
Rossi, sorto in un’area che in passato era ritenuta
dioso palazzo. I tre edifici in origine apparten-
sacra, essendo legata ad una leggenda, nata in
nero alla famiglia dei Rossi, il cui capostipite fu
pieno medioevo e ripresa nel corso del ‘300 da
il cavaliere Rosso, giunto a Siena nel 796 con
numerosi codici, relativa al martirio di Sant’An-
Carlo Magno.
sano. Si narrava che in traslatione Sancti Ansani
La prima, a destra, più che una torre è una casa-
Martyri al supplizio, il giovane Battista dei Se-
torre. Pare sia appartenuta anche ai Palmieri (nn.
nesi sarebbe stato fustigato con grosse verghe
cc. 50-52), ma sopra al portone principale - quel-
d’olivo, una delle quali, gettata a terra nel luogo
lo con l’occhio - è murato uno stemma quattro-
dove sorse poi l’Arco dei Rossi, sarebbe germo-
centesco del pontefice Pio II Piccolomini sorretto
gliata, dando vita ad una pianta, che quasi era
da due angeli. A questa casa-torre segue il pa-
maggiore che nessun altro arboro d’olivo, e fece
lazzo dei Rossi, che reca ancora nel timpano di
gran frutto in segno di santità, e bastò più di cen-
uno dei portali lo stemma della casata (nn. cc.
to anni. Presso il luogo del miracolo i discendenti
54-60). Fece parte del casamento anche la due-
di Rosso, dei quali non si hanno particolari noti-
centesca torre nord (n. c. 62), che domina ancora
zie se non che furono de’ Conti di Rosìa e che
altissima la strada maestra e la via per S. Fran-
appartennero ai Grandi di Siena, edificarono il
cesco. Agnolo di Tura racconta che nel secolo XIV
segue a pag. 16
di Alberto Fiorini
CIVETTINI NOBILI ED ILLUSTRI
SINORA DIMENTICATI:
I ROSSI E I BICHI RUSPOLI
FORTEGUERRI
13
AL CENTRO S
“
ho un'immagine di te
opaca senza tempo come
una fotografia,
da qui cominciano
i ricordi
“
Biagio Antonacci
O SIAMO NOI
loro turrito castellare, attestandolo tra le proprietà dei Salimbeni e dei Montanini, dei Bandinelli
e dei Tolomei. Il castellare aveva due ingressi:
quello principale (Arco primo dei Rossi) era rappresentato dall’Arco dei Pontani o Del Testa, che
si apriva sulla Francigena (il cui tracciato nell’alto
medioevo coincideva con l’attuale Via dei Termini); l’ingresso secondario, rivolto verso Ovile, era
l’attuale Arco dei Rossi (Arco secondo dei Rossi).
Il castellare scomparve con il riassetto urbanistico
della metà del ‘200 e con l’apertura della via
noviter (oggi Banchi di Sopra), quando anche i
Tolomei - secondo una notizia del 1254 - furono
spinti a considerare secondario il prospetto del
loro palazzo su Via dei Termini ed a rivolgere le
loro cure al fronte rivolto verso la nuova arteria
e verso la piazza di S. Cristoforo.
Il palazzo dei Rossi era alto (ancora oggi emerBiccherna 1339 lug.-dic. (Parigi, Bibliotèque Nationale, Mss italien
1619). Nella tavoletta sono riprodotti gli stemmi dei 4 Provveditori di
Biccherna. Il terzo è di Magischuolo di Stimolo de’ Rossi è il terzo.
ge con la sua copertura e con le due torri sui
tetti di Siena) e assai vasto, raggiungendo con il
retro Via del Refe Nero. Il prospetto originario in
bugnato tufaceo dovrebbe risalire a prima della
peste del 1348, dato che fu fatto fare da Bindoccio di Latino de’ Rossi, ricco banchiere, il cui
nome, insieme ad altri componenti della famiglia
Rossi compare nella descrizione di una festa fatta in Siena nel dicembre 1326. Ser Bindoccio fu
tra gli esecutori di Gabella nel secondo semestre del 1334; fu inoltre componente dell’Opera
della Metropolitana di Siena al tempo in cui si
ideò l’irrealizzabile progetto del Duomo Nuovo.
Lo stesso Bindoccio di Latino ebbe, tra l’altro, una
funzione di mediatore nella costruzione del palazzo Sansedoni, comparendo infatti come uno
dei firmatari del contratto stipulato nel 1340. Tra
Gabella 1334, lug.-dic. (ASS, n. 14). Il terzo stemma della tavoletta è dell’esecutore di Gabella Bindoccio di Latino Rossi che nel 1348 fece fare la facciata
in arenaria del palazzo che in seguito appartenne ai Bichi Ruspoli Forteguerri.
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gli esecutori di Gabella fu anche Meo di Beringhieri Rossi, in servizio nel primo semestre del
1321, mentre Magischuolo di Stimolo de’ Rossi fu
1698 il cavaliere Fra’ Alessandro Bichi comperò
tra i quattro Provveditori di Biccherna del secon-
dai Cinughi anche l’immobile al di là dell’Arco
do semestre 1339. Un altro Rossi fu tra gli ufficiali
dei Rossi e per accedervi fece fare al primo dei
della medesima amministrazione nel secondo se-
tre piani della parte posteriore dell’arco un ele-
mestre 1389.
gante sovrapassaggio finestrato con colonnette,
Nelle Tabelle di Biccherna lo stemma dei Rossi
che contrasta non poco con la severità della
risulta partito: il primo d’azzurro era seminato di
fiancata laterale del Palazzo Bichi Ruspoli, alta
gigli d’oro e il secondo d’oro aveva due barre
ben sei piani.
orizzontali alla gemella di rosso. Sembra che nel
Tutto il fronte del complesso appartenuto ai Ros-
1409 sia stato aggiunto al blasone il lambello
si fu ristrutturato nel 1717 dall’architetto Jacomo
come distinzione per avere Ugo di Giovanni de’
Franchini (1665-1736). Nell’occasione fu realizza-
Rossi ricevuto nel suo palazzo Luigi d’Angiò, re
ta anche l’entrata del palazzo da Via dei Rossi per
di Napoli e capo della fazione guelfa; tuttavia,
accedere ai piani superiori. Come documentano
nell’unico stemma degli antichi proprietari rimasto
alcuni disegni conservati presso la Biblioteca Co-
nel timpano di uno dei portali sul corso il capo
munale degli Intronati, l’intervento non comportò
d’Angiò è già presente; lo scudo non è partito
la distruzione della struttura preesistente, che fu
ed è caricato a tutto campo delle barre gemelle
sostanzialmente conservata e che è tutt’ora ben
a bassorilievo. La famiglia si estinse alla fine del
leggibile, ma a livello del sotto-tetto i diversi corpi
secolo XV. Il palazzo passò ai Capacci, che il 6
furono uniti con un lungo cornicione. Negli ampi
dicembre 1518 lo vendettero al banchiere Ales-
finestroni ad arco senese furono inserite nuove
sandro di Galgano Bichi. Questi fece restaura-
aperture a edicola semplificata; al piano terra
re l’intero complesso in stile rinascimentale. Nel
furono mantenuti sulla strada maestra i quattro
portoni e un doppio ampio porticato dalle coperture a vela (una fu affrescata con soggetti mitologici) con funzione di atrio della corte interna
del palazzo, tutta aperta, che in epoca medievale era stata il cuore del castellare dei Rossi.
Nella corte vi è l’entrata nobile del palazzo; ma
un nuovo accesso ai piani superiori fu fatto in occasione della ristrutturazione settecentesca dalla
strada di S. Francesco, appena dopo l’Arco dei
Rossi. Verso la fine del ‘700 Tommaso Paccagnini
e Pietro Marchetti rinnovarono la decorazione in
stile neoclassico degli ambienti nobili del palazzo. Altri interventi pittorici si ebbero nella prima
metà dell’Ottocento ad opera di Cesare Maffei,
mentre Pietro Marchetti, Alessandro Franchi e
Gabella 1445, genn.-giu. Roma, Pinacoteca Vaticana, inv. n. 131
Lo stemma appartenente alla famiglia Bichi è il primo a sinistra.
Giorgio Bandini lavorarono alle volte dell’atrio.
All’interno è rimasta una cappella gentilizia in stile
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eletto al soglio pontificio nel 1605 col nome di
Paolo V, fu vescovo di Sovana dal 1611 al 1612 e
quindi cardinale.
Altri celebri prelati della casa furono Antonio
(1596-1657), cardinale nel 1633, e Alessandro
(1614-1622), vescovo di Montalcino nel 1652 e
cardinale nel 1659. Madre del citato Antonio
fu Giovanna Mignanelli, sorella uterina di Fabio
Chigi, futuro papa Alessandro VII (1655-1667).
Le aderenze politiche dalla casata si tradussero
in un arricchimento formidabile, superato soltanto
dai Chigi.
Il marchese Alessandro Bichi Ruspoli Forteguerri, priore della Contrada della Civetta dal 1922 al 1930.
Sul finire del sec. XVII da Girolama Bichi (1643-1704),
che aveva sposato Francesco Ruspoli Marescotti,
barocco con decorazioni a stucco (XVII sec.).
i Bichi aggiunsero al proprio, il cognome Ruspoli.
I marchesi Bichi Ruspoli Forteguerri sono stati gli
L’ultimo rappresentante in linea diretta della fami-
ultimi proprietari del palazzo nobiliare, che oggi
glia fu Alessandro Bichi Ruspoli (1807-1882), che
è adibito ad uso privato e commerciale. In esso
aveva sposato Elena Chigi. Non avendo avuto
ha la sede l’Associazione Industriali di Siena.
figli, lasciò erede delle sue sostanze e del nome
L’inizio del ramo senese della famiglia Bichi si può
Tommaso Forteguerri Pannilini, che antepose i co-
datare con esattezza dal 1239 da Bonico, detto
gnomi Bichi Ruspoli agli altri due già posseduti. Nel-
Bico, di Mainardo, che fu provveditore di Bic-
la prima metà del Novecento furono priori della
cherna nel 1252 e priore nel 1256. Nel ‘400 la
Contrada Priora della Civetta Ridolfo Bichi Ruspoli
casata si divise in due rami. Gli appartenenti al
Forteguerri (1911-’21) e Alessandro (1922-1930).
primo ramo ricevettero nel 1646 da Ferdinando
Questi in precedenza era stato governatore della
II, granduca di Toscana, il titolo di marchesi di
Nobile Contrada dell’Oca dal 1909 al 1913, cari-
Roccalbegna; gli appartenenti al secondo furo-
ca che inaugurò vincendo la Carriera a sorpresa
no, invece, conti di Scorgiano. Fra i personaggi di
del 17 agosto 1909.
maggior spicco del primo ramo della famiglia va
ricordato Alessandro di Galgano (1468-1525)
che ricoprì eminenti cariche pubbliche e fu tra le
figure più influenti della vita politica senese. Molti
Bichi furono cardinali e svolsero funzioni di ambasciatori per la corte pontificia. I Bichi riuscirono
a raggiungere un alto grado di ricchezza e di
potere proprio in stretta connessione con la carriera ecclesiastica di alcuni membri della famiglia
nella curia romana. Ad esempio, Metello Bichi,
compagno di studi e di vita di Camillo Borghesi,
18
Bandiera
appartenuta
alla
famiglia
li Forteguerri, recentemente recuperata
Bichi
Ruspodalla Contrada.
Notevole fortuna raggiunsero anche i membri
del secondo ramo del casato, quello comitale
di Scorgiano. In particolare va ricordato l’abate
Galgano di Rutilio Bichi (1663-1727), noto erudito e accademico intronato col nome di “Dilatato”.
Arricchì l’archivio di famiglia con una raccolta di
3404 antiche pergamene, acquistandone molte
- come egli stesso dice - da ligrittieri, librari, pizicaioli, speziali e divers’altre persone particolari,
per sottrarle al pericolo d’andar male e ottenendone altre in dono dai nobili senesi. La collezione
raggiunse ben presto una notevole entità e la
sua importanza è dimostrata dal fatto che oggi
costituisce, quasi da sola, il consultatissimo fondo
dei manoscritti dell’Archivio di Stato di Siena.
Banchi di Sopra. Sulla destra il palazzo Bichi Ruspoli Forteguerri, già dei Rossi.
Questo ramo della famiglia Bichi si estinse alla
parte della storia della Contrada Priora della
fine del sec. XVIII con Carlo di Firmano, che istituì
Civetta. Nel 1922, in un locale concesso ai Ci-
erede del proprio nome e titolo Luigi Borghesi,
vettini dal marchese Alessandro Bichi Ruspoli
dando inizio al ramo dei Bichi Borghesi.
Forteguerri, che all’epoca era anche priore, fu
Al Palazzo Bichi Ruspoli Forteguerri è legata una
posta la prima vera sede museale della Contrada. Quando ebbe luogo l’inaugurazione, l’atrio
del severo palazzo, dalla parte di via Banchi di
Sopra, accolse il monumento in bronzo a ricordo
dei contradaioli della Civetta caduti nella Guerra del 1915-’18, realizzato dallo scultore senese
Luigi Sguazzini, oggi esposto nell’oratorio. Nel
grande cortile, dove all’occorrenza la Contrada
potè disporre per un certo periodo di un fondo
come stalla per il cavallo e dove venivano vestite le comparse, ebbe luogo nell’estate del 1945
l’esaltante esperienza della “Corte di Cecco”,
che portò alla costituzione della Società del Palio
«Cecco Angiolieri».
Chi volesse saperne di più di questa storia può
leggere il volume che ho scritto insieme a Bruna,
«La Contrada del Castellare. Un secolo di vita
della Contrada Priora della Civetta e della sua
Società», edito da Il Leccio nel 2012. Basta richie-
Arco dei Rossi.
derlo alla Contrada.
19
L
o scorso Venerd ì 31 Maggio, due nostre
spiegandone al microfono le scelte artistiche.
piccole civettine sono state invitate a
Dato l’impegno mostrato ed il talento, non
partecipare all’Estemporanea di pittura
potevamo che rendervi partecipi di questa
in Giraffa, un evento che dalla fine degli anni
giornata, mostrandovi nel retro copertina il
novanta coinvolge i piccoli delle diciassette
risultato finale.
contrade. Dedicato alla memoria di Luciano
Trovo sia magico - reale quanto romantico -
Cafarelli, l’ Estemporanea nasce come attività
pensare che piccole e numerose mani che oggi
ludica educativa, volta ad unire due delle
disegnano la Contrada, domani saranno grandi
grandi passioni di questo giraffino autentico,
e ne disegneranno il futuro. Forse è proprio su
prematuramente scomparso: i giovani, immenso
questo pensiero che prende vita l’Estemporanea.
tesoro e futuro della Contrada, e la pittura.
Che i giovani mettano impegno, cuore e fantasia
La Civetta ha partecipato con Angelica e
nel dipingerla! A noi resti il bellissimo e collettivo
Ludovica, insieme alle quali abbiamo passato un
dovere di insegnar loro ad usare il pennello.
pomeriggio divertente e che le ha rese autrici
di un bellissimo disegno. Lasciando ampio
spazio alla creatività e alla fantasia, è stato
infatti richiesto dagli organizzatori di ideare e
realizzare la copertina del proprio giornalino di
Contrada.
Tra fogli, matite colorate e una sostanziosa
merenda molto apprezzata dalla scrivente, le
nostre due rappresentanti hanno dato libero
sfogo all’immaginazione, producendo a quattro
mani quella che a loro gusto sarebbe potuta
essere una copertina de Il Civettino. Al termine
del lavoro, Angelica e Ludovica hanno condiviso
con gli altri bambini il proprio elaborato,
20
di Camilla Marzucchi
DISEGNANDO
SI IMPARA
I
n occasione della penultima assemblea ebbi
Mi iscrissi ragazzino al WWF con cui ho parte-
modo di intervenire a seguito di quanto segna-
cipato a numerosissimi viaggi, tesi per lo più alla
lato dal nostro Capitano relativamente al di-
ricerca di ambienti ed animali, la cui semplice visio-
battito in corso nell’ambito cittadino circa l’oppor-
ne, avvenuta sempre dopo notevoli sacrifici ed at-
tunità di un intervento delle Contrade nelle spese
tese, mi ha provocato emozioni di assoluta intensità
inerenti l’addestramento dei cavalli per il Palio.
il cui ricordo è indelebile.
Ricordo che mi fece specie il tono di Francesco, il
Esposto quindi brevemente il mio curriculum di na-
quale, pur dichiarandosi contrario a tale eventua-
turalista, proprio per la purezza dei miei sentimenti
lità, tradì una qualche preoccupazione, poco in
verso la natura stessa, detesto con ogni forza una
sintonia col suo carattere sanguigno e battagliero,
certa categoria di animalisti, i quali peraltro nella
riguardo ai reali pericoli cui è esposta la nostra
loro triste storia si sono spesso macchiati di veri e
Festa e la sua organizzazione.
propri scempi, frutto di azioni esibizionistiche a dir
Ebbene, tralasciando qualsiasi considerazione
poco deleterie, che non sto qui a ricordare perché
sull’effettiva utilità dei lavori di addestramento –
noti a tutti.
non me ne voglia il mio amico Gianni Baglioni – e
Venendo ora al nocciolo di queste mie rabbiose
sulle procedure di selezione di cui nel luglio 2009
riflessioni, solo noi sappiamo quanto siamo nel giu-
abbiamo apprezzato la “bontà”, ciò a mio avviso
sto, quanto veramente amiamo i cavalli e quante
deve fare riflettere perché dimostra inconfutabil-
lacrime ci hanno fatto versare. E non solo per l’im-
mente il vicolo cieco nel quale ci siamo cacciati
possibilità di essere competitivi nelle carriere, ma
per dare troppo spazio e credito a un branco di
proprio per il sincero amore che nutriamo nei loro
ignoranti fanatici provocatori, alla ricerca solo di
confronti; diversamente, scoppiato il mortaretto,
facile pubblicità e visione.
nessuno si dispererebbe per un infortunio, ciò che
Ho avuto la fortuna di nascere su un’isola di rara
invece puntualmente accade, coinvolgendo tutti,
bellezza, all’epoca incontaminata, sicché penso
senza distinzione di sesso ed età.
che pochi come me possano apprezzare i doni in-
Farei appunto vedere a certi personaggi che han-
comparabili della natura, nei confronti della quale
no l’impudenza di pontificare contro i contradaioli,
nutro il più sacro rispetto.
quanto e come, finito il Palio, un popolo possa av-
di Salvatore Granata
NON
RAGIONIAM
DI LOR
21
22
vilirsi per l’infortunio di un cavallo che ormai non è
mente vengono macellati, quando va bene, per
più strumentale alla vittoria e che peraltro non gli
fini alimentari.
appartiene.
È come se, rapportando il pensiero al genere uma-
Questa semplice considerazione dimostra l’inten-
no, tornassimo ai tempi degli schiavi, la cui vita non
sità e la limpidezza del nostro sentimento e potrei
aveva valore alcuno ed era appunto considerata
citare altri mille esempi che per brevità risparmio.
carne da macello da chi ne disponeva.
Detto ciò ritengo che sia doveroso adottare tutte
Finiamola quindi di correre dietro a questi calun-
quelle ragionevoli misure che servono a tutelare i
niatori, che fra un po’ ci intimeranno di tagliare S.
cavalli, senza però esasperare il concetto e soprat-
Martino o di appianare il Casato, piuttosto che di
tutto senza snaturare le peculiarità del Palio, che,
far correre le Contrade singolarmente premiando
in quanto tale, ha degli intrinseci margini di rischio,
alla fine il miglior tempo.
eliminati i quali non sarebbe più il Palio.
Noi siamo nel giusto e nulla dobbiamo dimostra-
Con questo voglio riaffermare il concetto secondo
re.
il quale può starci che un cavallo si infortuni o muo-
Per chiudere, un’ultima riflessione tesa a ridimen-
ia nell’ambito di una carriera, ma ciò rappresenta
sionare i paventati, anzi esaltati, rischi di consuma-
da sempre un inevitabile prezzo da pagare all’uni-
zione di reati contro gli animali in ambito paliesco,
cità della nostra corsa, dietro alla quale, superfluo
invitandovi, da penalista, a non lasciarvi suggestio-
ricordarlo in questa sede, c’è un patrimonio, unico
nare dal sensazionalismo mediatico a riguardo,
e secolare, di cuore, storia, tradizioni, solidarietà,
A prescindere infatti dall’obbligata apertura di
senso di appartenenza ed altri valori ormai estra-
procedimenti da parte della Procura su impulso di
nei alla nostra società appiattita, incapace di pro-
qualche “organizzazione”, vorrei proprio vedere
vare emozioni forti.
quale giudice possa effettivamente affermare la
Peraltro questi demagoghi – stupidi o in mala fede,
configurazione di qualche reato quale diretta con-
tertium non datur – dovrebbero spiegarci perché il
seguenza del Palio.
cavallo che muore in piazza ha più dignità e meri-
Riappropriamoci allora della nostra Festa. Con or-
ta maggior tutela rispetto a quelli che quotidiana-
goglio e senza paura.
ntanto noi ci siamo!!...
alla rete realizzata da Leonardo Papei.
Anche quest’anno, come ormai accade dal
A questo inaspettato risultato, pochi giorni dopo
2008, il Cecco, si è meritatamente qualifica-
ha fatto seguito, la vittoria più importante e più
to ai quarti di finale del Dudo Casini e per giun-
esaltante del Cecco al Dudo Casini, ossia la
ta, nonostante gli sfavori del pronostico, come
conquista del derby contro il Cavallino, con il
prima classificata ed unica squadra imbattuta
risultato di 2-1.
del girone.
Dopo i due pareggi nei tornei passati, siamo
La sorprendente cavalcata che ci ha portati a
finalmente riusciti a sormontare l’ostacolo aran-
questo ennesimo grande risultato, ha avuto ini-
cio blù, regalando a tutta la Civetta una grande
zio con la vittoria per 1 a 0 contro il Barbico-
soddisfazione.
ne, grande favorita per la vittoria finale, grazie
La partita non è stata né spettacolare, né piena
di Federico Morichelli
DUDO CASINI 2013,
UN SOGNO
POSSIBILE…
I
23
di grandi spunti tecnici, ma, come ogni derby che
quinta partita contro il Castel Montorio, in caso
si rispetti, è stata combattuta con grande enfasi e
di vittoria, ci avrebbe consentito di chiudere il
determinazione da entrambe le squadre.
girone al primo posto con una giornata di an-
Dopo essere passati in vantaggio su rigore, tra-
ticipo.
sformato da Mirko Donati, ed aver raddoppiato
Purtroppo, l’ansia di dover fare risultato e la
con Andrea Pagliantini, nel secondo tempo, ab-
qualità del gioco avversario, ci hanno impedito
biamo subito il veemente contrattacco lecaiolo
di trovare la via della rete e il match è terminato
che è stato respinto grazie ad una grande pro-
con il risultato di 0-0.
va difensiva e tattica che ha visto grandi prota-
L’ultima partita, quindi, si è rivelata determinan-
gonisti il nostro portierone Francesco Papei ed
te in quanto la vittoria per 2-0 contro il Leone
il nostro super pacchetto arretrato formato da
ci ha permesso di superare il girone in prima
Antonio Zullino, Matteo Mastrandrea, Giacomo
posizione, risultato molto importante in quanto
Pazzaglia, Lapo Pianigiani e Lorenzo Bechi.
ai quarti di finale incontreremo l’ultima classifi-
A questo punto, dopo aver battuto la squadra
cata dell’altro girone e quindi, in teoria, la meno
più forte ed i nostri acerrimi rivali, l’entusiasmo
competitiva.
che avvolgeva lo spogliatoio, non poteva che
La sfida è stata decisa dall’ennesimo Gol di An-
portarci a due comode vittorie consecutive, una
drea Pagliantini, assistito meravigliosamente da
contro il Rostro, sconfitto con il risultato di 2 a
Andrea Batignani , e dallo splendido gol in pal-
0 ,maturato grazie alle reti dei fratelli del Gol
lonetto di Federico (Ghigo) Morichelli su lancio
Andrea e Duccio Pagliantini, e l’altra, contro il
millimetrico di Francesco Joosten.
CastelSenio per 4-0 con mattatore della serata
Un plauso particolare va fatto ai nostri allenato-
il nostro bomber Andrea (Mario) Bardini, autore
ri, Lorenzo De Pau, Tommaso Berardinelli, Guido
della mirabolante tripletta che ha fatto seguito
Pescatori, Emanuele Bimbi, Andrea Fiorini e Gui-
all’autogol del CastelSenio.
do Bianciardi, che con grande passione, stanno
Con questo risultato e con 12 punti in quattro
guidando questo grande gruppo verso risultati
partite, la qualificazione ai quarti era già stata
inaspettati.
anticipatamente e meritatamente acquisita e, la
E non dobbiamo assolutamente dimenticare il
nostro sempre numeroso pubblico che ci sostiene in tutte le partite e soprattutto, le nostre
ultras, che sono sempre presenti ed indubbiamente le più “calorose”!
Adesso, ci aspetta una partita importantissima
che verrà disputata il 6 Giugno contro il Salicotto nel campo del Mazzola alle ore 20.15.
Un'eventuale vittoria ci permetterebbe di approdare nuovamente alle semifinali allo stadio
Artemio Franchi di Siena a quattro anni di distanza dall’ultima volta, che ci vide, tra l’altro ,
vincitori del torneo e non solo di quello…
24
C
aro Riccardo,
Poi ho capito che non servono, non esistono le
mi hai chiesto di scrivere qualcosa
parole giuste, ognuno ha le proprie e i propri
sul Gufo. Dovrebbe essere semplice,
sentimenti. La memoria è un aspetto personale,
perchè sono molte le qualità che lo caratteriz-
ognuno di noi decide cosa portarsi dentro di
zano, per quanto io lo conosca da meno tempo
una persona, ed è bello perchè l'esperienza
di te. Da meno tempo dei suoi coetanei, con cui
vissuta, mischiandosi all'immaginazione, ricrea e
è cresciuto e con cui ha trascorso chissà quante
trasforma quell'esperienza in un ricordo. Quanti
e quali esperienze. Chissà...!
Emilio possiamo dire di conoscere?
Qualcuno ieri sera, per strada, m'ha chiesto che
Emilio, marito innamorato, babbo incazzereccio,
avessi. Gli ho risposto che non riuscivo a trova-
contradaiolo appassionato, scorbutico ed ironico,
re le parole giuste per scrivere questo pezzo.
di una vitalità contagiosa. Uomo generoso e te-
di Valentina Faleri
CIAO GUFO
stardo, cuoco instancabile ed immancabile che ha
sfamato generazioni di cittini passati dai campus.
“
“
...la sua amicizia,
che va oltre alla
differenza di età,
uomo o
donna...
oltre all'essere
Emilio come una bussola, un puntino, puntone!
imprescindibile di quella costellazione che è la
nostra Civetta. Il Gufo dei cori e del Palio, uomo
di cuore a cui Paolo dedicò quella grande gioiosa fatica della vittoria.
25
Emilio come Ulisse, nella sua sete di conoscenza
e curiosità del mondo. Viaggiatore, camminatore, osservatore: non solo di terre e di città ma
anche di persone e generazioni. Lui m'ha fatto
un regalo senza nemmeno saperlo: la sua amicizia, che va oltre alla differenza di età, oltre
all'essere uomo o donna.
M'ha cresciuto, rallevato, come te e quei tanti
“babbi e mamme” che ci hanno trasmesso i valori della comunità civettina, nella maniera genuina che tanto apprezzo e che mi fa pensare
con gioia a questo curioso e indescrivibile modo
di essere comunità.
26
Mi ha accolto nel suo mondo, m'ha voluto ac-
doveva fare un clubbino, che almeno sarebbe
canto grazie alla passione condivisa per il tea-
stato più frequentato. Così era, così è: genuino e
tro. Ci siamo tanto incazzati e tanto divertiti con
spontaneo, senza cattiveria.
la compagnia di Cecco, per l'ultima commedia
Chiudo, prendendo in prestito le parole di Da-
mi prese per mano e mi portò sul proscenio a
rio Fo per la sua Franca Rame, che di certo lei
presentare lo spettacolo, con lui. Con un sorri-
ed Emilio hanno già fatto amicizia e chissà che
setto perchè si sapeva che s'era fatto.. ci man-
allegro trambusto stanno facendo.
cava solo la scomunica!
“C'è una regola antica nel teatro: quando hai
L'altro giorno, la persona reale a cui ci erava-
concluso non c'è bisogno che tu dica altra pa-
mo ispirati per inventare il personaggio teatra-
rola: saluta e pensa che quella gente se tu l'hai
le, gli ha celebrato messa. L'avresti mai detto?
accontentata nei sentimenti, nell'affetto e nel
E nell'oratorio di contrada, dove ripeteva che si
pensiero, ti sarà riconoscente.”. Ciao, Gufo!
FESTA TITOLARE 2013
in onore di Sant'Antonio da Padova e San Bernardo Tolomei
12-16 giugno 2013
Mercoledì 12
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
ore 17.00
ore 18.00
ore 19.00
ore 19.30
ore 20.30
Caccia al tesoro fra i bambini di tutte le contrade
Merenda con i bambini
Presentazione del nuovo sito “www.contradadellacivetta.it”
Aperitivo in Società
Cena “con Delitto”
Giovedì 13
Castellare degli Ugurgieri
ore 18.00
Oratorio di Contrada
ore 19.30
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
ore 20.15
ore 20.30
Presentazione “Il sottile filo del tempo” – Restauri e nuove
tecnologie nel Museo
S. Messa in onore di S. Antonio da Padova e
in suffragio dei contradaioli defunti
Aperitivo
Cena al Tegamino
Venerdì 14
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
Via Cecco Angiolieri
Castellare degli Ugurgieri
ore 18.00
ore 18.30
ore 19.00
ore 19.30
ore 20.30
ore 22.30
Cerimonia “Anni d’Argento”
Cerimonia dei Sedicenni “Ingresso in Contrada”
Presentazione “Albo dei Priori e dei Capitani”
Aperitivo
Cena
Caccia al Tesoro per tutti
Piazza Tolomei
Oratorio di Contrada
Via Cecco Angiolieri
Via Cecco Angiolieri
Piazza Tolomei
Piazza Tolomei
ore 10.30
ore 11.00
ore 18.00
ore 19.30
ore 20.00
ore 20.15
ore 20.45
ore 21.00
ore 22.00
ore 22.30
Benedizione fiori per onoranze
Onoranze funebri ai Cimiteri cittadini
Battesimo Contradaiolo
Ricognizione dei confini
Ricevimento della Signoria
Solenne Mattutino
Aperitivo
Cena
Palio dei Cittini “con i Palloni”
Palio dei Grandi “con i Palloni”
Domenica 16
Via Cecco Angiolieri
Oratorio di Contrada
ore 07.00
ore 07.45
Ritrovo e vestizione della Comparsa
S. Messa e benedizione della Comparsa
“Maria Mater Gratiæ”
Partenza della Comparsa
Rientro della Comparsa
Ritrovo e vestizione della Comparsa
Partenza della Comparsa
Ingresso della Comparsa, corteo di rientro
“Maria Mater Gratiæ”
Aperitivo
Cena di Chiusura Festeggiamenti
Sabato 15
Chiesa di S. Cristoforo
Castellare degli Ugurgieri
Oratorio di Contrada
Via Cecco Angiolieri
Via Cecco Angiolieri
Il Campo, Bocca del Casato
Oratorio di Contrada
Castellare degli Ugurgeri
Via Cecco Angiolieri
ore 08.15
ore 13.00
ore 15.00
ore 16.00
ore 19.30
ore 20.15
ore 20.30
ore 21.00
E’ obbligatorio prenotarsi per le cene di Mercoledi, Venerdì, Sabato e Domenica entro le ore 12.00 di due giorni precedenti
scrivendo a [email protected] o inviando un sms al numero 333 4982150 (Nicoletta)
27
disegno realizzato da Angelica Sparvoli e Ludovica Migone in occasione dell'Estemporanea di pittura nella Contrada della Giraffa