G IUG NO 2013 - Contrada Priora della Civetta
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G IUG NO 2013 - Contrada Priora della Civetta
ilCIVETTINO periodico della contrada priora della civetta GIUGNO 2013 ilCIVETTINO periodico della contrada priora della civetta GIUGNO 2013 Progetto grafico e impaginazione Irene Bimbi Stampa Industria Grafica Pistolesi Spedizione in abbonamento postale Art. 2 comma 20/C legge 662/96 - Filiale di Siena Iscrizione al Tribunale di Siena n° 589 del 20/12/1993 Direttore Riccardo Cerpi Direttore Responsabile Giuseppe Stefanachi Capo Redazione Salvatore Granata Collaboratori Valentina Faleri, Alberto Fiorini, Don Enrico Grassini, Alessandro Maccari, Camilla Marzucchi, Federico Morichelli SOMMARIO LA PASSIONE CI AIUTA 3 ANTONIO E BERNARDO 5 IL MUSEO MULTIMEDIALE DELLA CIVETTA 8 I ROSSI E I BICHI RUSPOLI FORTEGUERRI 13 DISEGNANDO SI IMPARA 20 NON RAGIONIAM DI LOR 21 UN SOGNO POSSIBILE…. 23 CIAO GUFO 25 N umero “da giro” del Civettino, che si apre con un pensiero del Priore, il quale ricorda ai contradaioli, soprattutto ai più anziani, i loro sacri doveri, anche quale esempio per le nuove generazioni. Si prosegue con un intervento del Correttore, per nostro sommo piacere sempre più presente anche su queste pagine, che ci parla dei nostri Patroni, chiudendo, com’è nel suo stile, con un pensiero di grande speranza. Ospitiamo poi un intervento di Alessandro Maccari sul museo interattivo del quale è stato l’artefice, mentre prosegue la pubblicazione dell’opera di Alberto Fiorini sulle famiglie civettine. Camilla ci racconta, col suo solito cuore, la nascita della controcopertina di questo numero, avvenuta in Giraffa per opera di due nostre cittine. Salvatore Granata stigmatizza poi, con piglio deciso, l’atteggiamento buonista della città verso le continue intromissioni esterne nella nostra Festa, mentre Ghigo smorza i toni narrandoci le gesta del grande Cecco nel Dudo Casini, sperando che possa ripetersi, anche per ciò che ne seguì, il trionfo del 2009. Per chiudere un toccante ricordo di Valentina Faleri sul Gufo, il cui sorriso, a volte burbero ma comunque dolce, sapremo conservaresempre fra i ricordi di chi ha fatto la nostra amata Contrada. Buona Festa Titolare a tutti e sempre W la Civetta. U n altro inverno – perlomeno quello del la speranza di mangiare all’aperto e dopo il calendario, non certo quello climati- letargo (non per tutti) dell’inverno, improvvisa- co - è passato e siamo di nuovo qui, mente la voglia di stare in Contrada riaffiora a calpestare le amate pietre del Castellare nell’intimità di ognuno di noi. anche quelle delle zone più ombreggiate, che Questo non significa che i mesi dopo la stagio- l’umidità e il non-sole dei mesi tristi hanno reso ne estiva siano stati all’insegna dell’inoperosi- verdastre e opache, privandole della natura- tà, tutt’altro, la Contrada vive anche d’inverno, le cromia. Con la bella stagione (ma quando ci siamo attivati su più fronti districandoci fra mai…) la vita contradaiola riprende con un vi- le quotidiane difficoltà che il Seggio e la Diri- gore rinnovato, si esce più volentieri la sera, genza di una Contrada incontra nel proprio si partecipa con più stimoli ad un cenino, con percorso di governo. Ma come ebbe a scrive- di Riccardo Cerpi LA PASSIONE CI AIUTA 3 re il filosofo olandese Erasmo da Rotterdam “in terizza l’era del terzo millennio è nemico della ogni attività la passione toglie gran parte delle socialità, tuttavia credo che il nostro dovere difficoltà”, i percorsi irti e costellati da proble- primario (nostro inteso come classe dirigente) matiche diventano sistematicamente più agili è quello di stimolare maggiormente l’interes- se quello che facciamo riusciamo a condirlo se dei contradaioli agli affari di contrada, alle con passione, amore, trasporto emotivo ed en- problematiche che riguardano la sfera delle fasi. E quando si parla di passione si parla di attività di gestione. Da una parte ci deve es- Civetta e quando si parla di Civetta penso ad sere il massimo sforzo per catalizzare atten- una piccola comunità di persone che vive ab- zione, ma dall’altro ci si aspetta una maggior barbicata alle proprie tradizioni, alle proprie autocritica per rinverdire quella consapevolez- emozioni, ai propri sentimenti e che con la loro za che la Civetta non è fatta solo di Palio, di passione, appunto, riescono a trasmettere va- cori, di cene, di divertimento e spensieratezza, lori unici che solo in Contrada possono essere la Contrada è fatta anche di responsabilità, condivisi, apprezzati e tramandati. di scelte che tracciano il futuro, di bilanci, di Per ognuno di noi, vivere nella quotidianità la impegni e di obblighi. Contrada è sempre più difficile, è vero, lo stile Il nostro obbligo principale è quello di riuscire di vita troppo caotico e stressante che carat- a trasmettere alle nuove generazioni gli stessi insegnamenti e il rispetto dei valori e dei principi che abbiamo ricevuto in eredità da chi è passato prima di noi affinché la storia, nella sua unicità, si perpetui nel suo naturale corso. Il lavoro continua, in perfetto equilibrio fra le problematiche di oggi e la progettualità, senza mai perdere di vista che la Contrada è fatta di persone, ognuna con peculiarità diverse ma tutte accomunate dall’amore incondizionato per i nostri colori. Quegli stessi colori che ci apprestiamo, con l’approssimarsi della Festa Titolare prima e della Carriera di Luglio dopo, a far risplendere nei cieli di Siena, ancora con maggior entusiasmo, se possibile, consapevoli che la Civetta, seppur con l’animo ancora mesto per la prematura uscita di scena del “Gufo” – al secolo Emilio Betti - mangino vittorioso, riuscirà, ancora una volta a dare dimostrazione della propria unità, della propria compattezza e del proprio modo di essere Contrada. W la Civetta! (…e che la gioia ci appartenga!) 4 N ella mia esperienza di studi e di co- Paduense (che poi era di Lisbona). noscenza del panorama devoziona- Sono due Santi vissuti in epoche e in contesti le non risulta di aver mai incontrato tanto diversi. Antonio a cavallo tra il XII e il XIII un’audacia simile a quella della Civetta: acco- secolo, francescano della prima ora, insigne pre- stare cioè in un unico patronato e festeggiare in dicatore e fine teologo, tanto da guadagnarsi il un unico rito due Santi come Antonio di Padova titolo di Dottore della Chiesa; ma più ancora e Bernardo Tolomei. Santo popolarissimo nell’affetto delle persone, Non mi dilungherò sui tratti biografici di questi di ogni cultura e di ogni continente. Bernardo nostri intercessori, penso che il nostro indefesso invece “scavalla” il secolo successivo: nasce una Carlino Agricoli ne avrà già avuto occasione, o decina d’anni dopo la battaglia di Montaper- comunque ne avrà, statene pur certi. ti e muore nel grande flagello del morbo del Tante volte mi sono chiesto, preparando un mini- 1348. Prima eremita, poi monaco benedettino e mo di discorso “ufficiale” da proferire durante il abate, dona la vita a Cristo nell’estremo sacri- Mattutino, cosa può accomunare due Santi del ficio di soccorrere i cittadini appestati e questa genere, come poterli amalgamare in un’unica sua morte ne fa quasi un martire della carità, ol- festa tanto da indicare ai Civettini delle linee di tre che uomo di preghiera e di contemplazione autentica devozione cristiana nei loro confronti, del mistero dell’assoluto. Non è conosciuto come facendo progressivamente maturare il subitaneo grande oratore, ci rimangono di lui solo poche affetto nei confronti del Tolomei. “esordiente vit- e frammentarie lettere, pochissimo conosciuto e torioso” e accostarlo al classico e tradizionale invocato dai suoi stessi concittadini (ma in questo di Don Enrico Grassini ANTONIO E BERNARDO, DUE SANTI DA INVOCARE, DUE ESEMPI DA SEGUIRE 5 6 è in buona compagnia con tutti gli altri Santi ne delle principali feste liturgiche mariane: toni senesi!) tanto da essere rilegato per oltre sei intensi ed elevati, immagini chiare e similitudini secoli e mezzo in “serie B(eati)”. struggenti, un vero capolavoro d’oratoria. Ber- Ma se prima o dopo hanno trovato tutti e due nardo, coerentemente alla sua maggiore prag- fortuna nel cuore dei senesi un motivo ci sarà. maticità, non si profonde in espressioni poetiche, Per ora ne sottolineo due; se qualcos’altro mi ma pone tutta la sua opera, che sarà poi la verrà in mente sarà materiale per qualche Congregazione benedettina olivetana, sotto il prossimo numero de Il Civettino. patrocinio di Maria. I suoi monaci adottarono Il primo motivo è la singolare devozione che tut- l’abito bianco proprio per esprimere questo le- ti e due hanno avuto alla Madonna. Quando game filiale con la Madonna. L’abbazia da lui disquisiamo di Santi senesi di nascita o d’ado- fondata si chiamò S. Maria di Monte Oliveto e zione non dimentichiamo mai questo particola- ancora oggi la festa patronale dell’Ordine è l’8 re non indifferente: la comune e singolare tene- settembre, Natività di Maria. rezza del loro rivolgersi a Maria come modello L’altro tratto spirituale che accomuna i nostri di santità di vita, come modello della Chiesa e Due e che mi preme sottolineare è la loro in- come potente intercessione presso Dio. La Ci- quietudine, il loro continuo moto di ricerca che vitas Virginis non poteva certo ignorare questi non ha mai permesso loro di acquietarsi in un meriti, tanto da farne requisito necessario per presunto traguardo raggiunto, ma è stato sem- essere ammessi nel suo “pantheon”. Di Antonio pre motivo per rimettersi in discussione, alla luce ci rimangono quattro intensi sermoni sulla Beata del Vangelo e della volontà di Dio, in comunio- Vergine, prediche da lui pronunciate in occasio- ne con la Chiesa e sensibili alle sfide del loro tempo. Questo tratto del loro essere uomini in ricerca secondo me è davvero l’aspetto più affascinante da contemplare, da ammirare e da seguire nei nostri Santi Patroni. Il mondo intero, la nostra Città, il Palio e le Contrade oggi stanno vivendo il passaggio di un radicale cambiamento e questo credo sia evidente agli occhi di tutti; anzi, forse fin troppo se ne parla e poco si fa. Il rimettere sempre in discussione e valutare le nostre posizioni alla luce delle urgenze del momento non è un segno di incoerenza, ma di profonda intelligenza delle cose. Anche in Contrada c’è una “Tradi- richiedano, ma dev’essere una linea, infinita cioè zione”, che deve rimanere immutabile nei suoi nella sua origine e nelle sue finalità, protesa ver- valori di fondo, e “tradizioni” che possono esse- so il futuro nel creare una continuità col passato. re adattate alle necessità dei tempi proprio per Non segmenti, ma linee. meglio comprendere, con linguaggi a noi più Anche questa è stata l’intelligenza di Antonio comprensibili, i contenuti vitali della Tradizione. e Bernardo, tanto da farne non solo due inter- Mantenere una linea non significa pretendere cessori da pregare e venerare per ottenere le che questa sia retta: una linea può essere anche sperate “grazie”, ma anche e soprattutto due curva, qualora le circostanze a cui adattarsi lo esempi da seguire, per innamorarci come loro del mondo nel quale viviamo, anche se ci fa soffrire, anche se rimane incomprensibile nella maggior parte dei suoi tratti: amare e servire, questa è la gioia, questo è quel che ha alimentato la loro vita tanto da farne persone capaci di portare un sorriso anche nelle periferie esistenziali dell’odio e del dolore umano. Se dovessi esprimere un’immagine davanti alla quale pregare i nostri Patroni mi piacerebbe pensarli così: tutti e due in cammino, coi piedi piantati ben per terra, ma con lo sguardo rivolto verso l’alto ad una stella che li guida, Maria, Patrona e Regina di Siena. Dietro a loro una moltitudine immensa di volti più o meno conosciuti; hanno tutti un’evidente nota cromatica che li accomuna: il rosso dell’affetto che li unisce, il bianco della ricerca dei valori più alti, il nero della notte che ormai è vinta. 7 I n tutto il mondo i musei, un tempo semplici luoghi di esposizione di opere d’arte e reperti, stanno diventando interattivi. Il con- cetto è semplice: invece di lasciare che il visitatore semplicemente osservi le varie sale e i vari reperti, lo si coinvolge nella visita attraverso supporti multimediali (cioè, che sfruttano molteplici mezzi di comunicazione). Questo aumenta la fruibilità del museo, e permette a chi lo visita di vivere in prima persona le opere d’arte che vi sono esposte. A Siena, il migliore esempio di museo interattivo è dato dal Museo dell’Acqua, situato nel palazzo che ospita le fonti di Pescaia, dove il il percorso del visitatore si snoda letteralmente dentro l’acqua. Le tecniche utilizzate per rendere il museo interattivo sono molte. La visita guidata è il classico metodo: per mezzo di una persona esperta ed abile nella comunicazione, si forniscono maggiori informazioni e si sottolineano certi aspetti 8 di Alessandro Maccari IL MUSEO MULTIMEDIALE DELLA CIVETTA che potrebbero essere trascurati dall’occhio telefono, i codici vengono letti ed interpretati inesperto. Il difetto delle guide è che la loro dallo smartphone, che si comporta di conse- efficacia è proporzionale alla loro abilità nel guenza. Solitamente, i codici QR contengono coinvolgere i visitatori: se non si riesce bene in un indirizzo web (URL). Ad esempio, il codice questo, la visita guidata può risultare un’espe- qui accanto contiene il link al sito della nostra rienza noiosa e scarna. Contrada. Un altro metodo consiste nell’installare nel mu- I codici QR costituiscono un metodo semplice seo delle opere interattive, con cui i visitato- per rendere un museo interattivo: infatti con- ri possono giocare o interagire in vari modi; sentono a chiunque abbia l’applicazione instal- questo permette a chi visita di sperimentare il lata nel proprio smartphone (e una connessio- museo sulla propria pelle, rimanendo coinvolti ne internet) di aprire facilmente una specifica in prima persona. La maggior parte dei musei pagina web senza doverne digitare l’indirizzo della scienza di ultima generazione (come lo a mano. Tuttavia, hanno anche degli svantag- Science Museum di Londra, o il Tietomaa di gi: senza l’applicazione installata nello smart- Oulu in Finlandia), sono progettati con questo phone sono illeggibili, se il supporto cartaceo criterio. dove sono stampati si usura vanno ristampati, Più difficile è rendere interattivo un museo così come se l’indirizzo della pagina web a cui dove sono semplicemente esposte delle opere devono puntare cambia. Inoltre, le applicazio- d’arte, che, per evidenti motivi di usura, non ni che utilizzano la macchina fotografica non possono essere toccate o manipolate dai visi- sempre funzionano in ambienti con scarsa illu- tatori. In questi casi, ci vengono in aiuto le nuo- minazione, come sono tipicamente i musei. ve tecnologie, che grazie agli smartphone (i Ci vengono in soccorso i tag NFC. Questi sem- telefoni intelligenti di ultima generazione) sono plici dispositivi elettronici costano da € 0,50 a ormai nelle tasche di quasi tutti noi. € 2, e sono facilmente reperibili presso negozi In particolare, gli smartphone di ultima gene- specializzati e su internet. I tag sono riscrivibili razione sono solitamente equipaggiati con ap- un numero infinito di volte, e possono essere plicazioni software e dispositivi hardware che installati in maniera non intrusiva a lato di qual- permettono la lettura di codici QR (i codici a siasi opera. Il funzionamento è semplicissimo: barre di ultima generazione) e di tag NFC. I codici QR (Quick Response, cioè a risposta rapida) sono codici a barre bidimensionali, che hanno la forma di una matrice, di solito quadrata. I codici QR si possono creare facilmente e gratuitamente tramite appositi siti web, come ad esempio http://it.qr-codegenerator.com/. Per mezzo di applicazioni che utilizzano la normale macchina fotografica del Tag NFG 9 basta avvicinare lo smartphone al tag, e automaticamente il sito web che vi è stato memorizzato verrà aperto nel browser web – senza fare null’altro che avvicinare il dispositivo al tag! Questo tipo di tecnologia, sebbene leggermente più costosa dei codici QR (che hanno praticamente costo zero), ci permette di ovviare agli svantaggi elencati sopra – basta avere uno smartphone compatibile e il gioco è fatto! 10 In Italia alcuni musei hanno già implementato stampe relative a una certa opera, pagabili la tecnologia NFC per rendere le loro opere con un POS interfacciato anch’esso con NFC: più fruibili al visitatore, come i Musei Capitolini, http://bit.ly/156unWU dove avvicinando il proprio smartphone al tag La Civetta è la prima Contrada di Siena che NFC si può scaricare la descrizione testuale ha realizzato un museo multimediale. La deci- dell’opera: http://bit.ly/13Vq7af sione è stata presa dal Consiglio Generale, È andata oltre la Pinacoteca Ambrosiana, che ha approvato il progetto del nuovo museo: che ha implementato anche un negozio onli- un passaggio che va sicuramente nella dire- ne: cliccando sul carrello si possono acquistare zione di valorizzare e rendere maggiormen- te fruibili i nostri spazi e la nostra storia. Nel internet: gli spessi muri del Palazzo, infatti, non mese di aprile, su richiesta del Priore e del Vi- permettono al segnale internet mobile fornito cario Generale, abbiamo avviato un progetto dagli operatori di telefonia di penetrare all’in- che ci porterà ad inaugurare il primo museo terno delle sale, e l’assenza di un collegamento multimediale tra le Contrade di Siena. La sua telefonico non ci ha consentito di installare un realizzazione, effettuata in contemporanea collegamento ADSL. Si è ovviato al problema con il nuovo sito web, porterà i nostri visitatori mediante una chiavetta che abbiamo posto nei ad apprezzare le opere contenute nel nostro pressi di una delle finestre, dove la copertura museo per mezzo di supporti in formato testo, internet è presente. Il segnale viene poi propa- audio e video, che verranno attivati tramite codici QR e tag NFC. È bene ricordare che il nostro museo contiene molto di più dei Palii e dei costumi, in quanto vi si trovano anche, tra le altre cose, i reperti rinvenuti nel Pozzo di Butto del palazzo degli Ugurgieri. La storia unica del Palazzo e l’intreccio di storia contradaiola, nobiliare e militare di Siena che caratterizza il nostro museo (e, più in generale, il nostro territorio) lo rendono perfetto per un’enfasi multimediale del suo contenuto. Il progetto si è articolato su più passi: dopo aver approntato il piano di gestione, completo di stima dei costi e di modello dei rischi, si è dovuto affrontare il problema della copertura 11 gato all’interno dei locali in forma di una serie santi. Avvicinando uno smartphone compati- di ripetitori wi-fi, collegati alla chiavetta stessa, bile ai tag si può scaricare, usufruendo della che assicurano un certo livello di copertura in connessione internet creata in precedenza, la quasi tutto il museo. descrizione testuale dell’opera, che può esse- Nel contempo sono stati acquistati quattro re salvata o consultata utilizzando le normali personal computer con touchscreen, che per- funzionalità del browser. mettono a un gruppo anche grande di fruire di Due telefoni Nokia Lumia 610 sono stati acqui- brevi presentazioni in formato video o audio. stati dalla Contrada, al fine di essere utilizzati I computer, collocati uno per sala, servono a dalle nostre guide durante le visite. Questi te- dare un’introduzione ai visitatori sulla sala, e lefoni, dotati del sistema operativo Windows coadiuvano le guide nel loro lavoro di spie- Phone 7.5, sono compatibili con NFC, e per- gazione. mettono di fruire del museo interattivo in ma- Una serie di tag NFC sono poi stati sistemati niera ottimale. nel museo, nei pressi delle opere più interes- Le visite al museo saranno effettuate con l’ausilio di supporti multimediali già a partire dalla Festa Titolare del 2013. Il progetto è stato finanziato dal Monte dei Paschi di Siena. Il museo della Contrada Priora della Civetta è visitabile su prenotazione, scrivendo alla Cancelleria o contattando direttamente Alessandro Maccari all’indirizzo email [email protected] 12 A chi percorre Banchi di Sopra, domina il tratto dall’alto di entrambe le torri vigilavano i berro- leggermente arcutato tra Piazza Tolomei e l’Ar- vieri del Comune per tramezzare i Salimbeni e i co de’ Rossi il Palazzo Bichi Ruspoli Forteguerri, Tolomei, quando facevano quistione o romore. Di formato dall’accorpamento di tre diversi edifici. fianco alla torre nord si apre l’ogivale Arco dei Visto dal corso, consiste in due torri ed un gran- Rossi, sorto in un’area che in passato era ritenuta dioso palazzo. I tre edifici in origine apparten- sacra, essendo legata ad una leggenda, nata in nero alla famiglia dei Rossi, il cui capostipite fu pieno medioevo e ripresa nel corso del ‘300 da il cavaliere Rosso, giunto a Siena nel 796 con numerosi codici, relativa al martirio di Sant’An- Carlo Magno. sano. Si narrava che in traslatione Sancti Ansani La prima, a destra, più che una torre è una casa- Martyri al supplizio, il giovane Battista dei Se- torre. Pare sia appartenuta anche ai Palmieri (nn. nesi sarebbe stato fustigato con grosse verghe cc. 50-52), ma sopra al portone principale - quel- d’olivo, una delle quali, gettata a terra nel luogo lo con l’occhio - è murato uno stemma quattro- dove sorse poi l’Arco dei Rossi, sarebbe germo- centesco del pontefice Pio II Piccolomini sorretto gliata, dando vita ad una pianta, che quasi era da due angeli. A questa casa-torre segue il pa- maggiore che nessun altro arboro d’olivo, e fece lazzo dei Rossi, che reca ancora nel timpano di gran frutto in segno di santità, e bastò più di cen- uno dei portali lo stemma della casata (nn. cc. to anni. Presso il luogo del miracolo i discendenti 54-60). Fece parte del casamento anche la due- di Rosso, dei quali non si hanno particolari noti- centesca torre nord (n. c. 62), che domina ancora zie se non che furono de’ Conti di Rosìa e che altissima la strada maestra e la via per S. Fran- appartennero ai Grandi di Siena, edificarono il cesco. Agnolo di Tura racconta che nel secolo XIV segue a pag. 16 di Alberto Fiorini CIVETTINI NOBILI ED ILLUSTRI SINORA DIMENTICATI: I ROSSI E I BICHI RUSPOLI FORTEGUERRI 13 AL CENTRO S “ ho un'immagine di te opaca senza tempo come una fotografia, da qui cominciano i ricordi “ Biagio Antonacci O SIAMO NOI loro turrito castellare, attestandolo tra le proprietà dei Salimbeni e dei Montanini, dei Bandinelli e dei Tolomei. Il castellare aveva due ingressi: quello principale (Arco primo dei Rossi) era rappresentato dall’Arco dei Pontani o Del Testa, che si apriva sulla Francigena (il cui tracciato nell’alto medioevo coincideva con l’attuale Via dei Termini); l’ingresso secondario, rivolto verso Ovile, era l’attuale Arco dei Rossi (Arco secondo dei Rossi). Il castellare scomparve con il riassetto urbanistico della metà del ‘200 e con l’apertura della via noviter (oggi Banchi di Sopra), quando anche i Tolomei - secondo una notizia del 1254 - furono spinti a considerare secondario il prospetto del loro palazzo su Via dei Termini ed a rivolgere le loro cure al fronte rivolto verso la nuova arteria e verso la piazza di S. Cristoforo. Il palazzo dei Rossi era alto (ancora oggi emerBiccherna 1339 lug.-dic. (Parigi, Bibliotèque Nationale, Mss italien 1619). Nella tavoletta sono riprodotti gli stemmi dei 4 Provveditori di Biccherna. Il terzo è di Magischuolo di Stimolo de’ Rossi è il terzo. ge con la sua copertura e con le due torri sui tetti di Siena) e assai vasto, raggiungendo con il retro Via del Refe Nero. Il prospetto originario in bugnato tufaceo dovrebbe risalire a prima della peste del 1348, dato che fu fatto fare da Bindoccio di Latino de’ Rossi, ricco banchiere, il cui nome, insieme ad altri componenti della famiglia Rossi compare nella descrizione di una festa fatta in Siena nel dicembre 1326. Ser Bindoccio fu tra gli esecutori di Gabella nel secondo semestre del 1334; fu inoltre componente dell’Opera della Metropolitana di Siena al tempo in cui si ideò l’irrealizzabile progetto del Duomo Nuovo. Lo stesso Bindoccio di Latino ebbe, tra l’altro, una funzione di mediatore nella costruzione del palazzo Sansedoni, comparendo infatti come uno dei firmatari del contratto stipulato nel 1340. Tra Gabella 1334, lug.-dic. (ASS, n. 14). Il terzo stemma della tavoletta è dell’esecutore di Gabella Bindoccio di Latino Rossi che nel 1348 fece fare la facciata in arenaria del palazzo che in seguito appartenne ai Bichi Ruspoli Forteguerri. 16 gli esecutori di Gabella fu anche Meo di Beringhieri Rossi, in servizio nel primo semestre del 1321, mentre Magischuolo di Stimolo de’ Rossi fu 1698 il cavaliere Fra’ Alessandro Bichi comperò tra i quattro Provveditori di Biccherna del secon- dai Cinughi anche l’immobile al di là dell’Arco do semestre 1339. Un altro Rossi fu tra gli ufficiali dei Rossi e per accedervi fece fare al primo dei della medesima amministrazione nel secondo se- tre piani della parte posteriore dell’arco un ele- mestre 1389. gante sovrapassaggio finestrato con colonnette, Nelle Tabelle di Biccherna lo stemma dei Rossi che contrasta non poco con la severità della risulta partito: il primo d’azzurro era seminato di fiancata laterale del Palazzo Bichi Ruspoli, alta gigli d’oro e il secondo d’oro aveva due barre ben sei piani. orizzontali alla gemella di rosso. Sembra che nel Tutto il fronte del complesso appartenuto ai Ros- 1409 sia stato aggiunto al blasone il lambello si fu ristrutturato nel 1717 dall’architetto Jacomo come distinzione per avere Ugo di Giovanni de’ Franchini (1665-1736). Nell’occasione fu realizza- Rossi ricevuto nel suo palazzo Luigi d’Angiò, re ta anche l’entrata del palazzo da Via dei Rossi per di Napoli e capo della fazione guelfa; tuttavia, accedere ai piani superiori. Come documentano nell’unico stemma degli antichi proprietari rimasto alcuni disegni conservati presso la Biblioteca Co- nel timpano di uno dei portali sul corso il capo munale degli Intronati, l’intervento non comportò d’Angiò è già presente; lo scudo non è partito la distruzione della struttura preesistente, che fu ed è caricato a tutto campo delle barre gemelle sostanzialmente conservata e che è tutt’ora ben a bassorilievo. La famiglia si estinse alla fine del leggibile, ma a livello del sotto-tetto i diversi corpi secolo XV. Il palazzo passò ai Capacci, che il 6 furono uniti con un lungo cornicione. Negli ampi dicembre 1518 lo vendettero al banchiere Ales- finestroni ad arco senese furono inserite nuove sandro di Galgano Bichi. Questi fece restaura- aperture a edicola semplificata; al piano terra re l’intero complesso in stile rinascimentale. Nel furono mantenuti sulla strada maestra i quattro portoni e un doppio ampio porticato dalle coperture a vela (una fu affrescata con soggetti mitologici) con funzione di atrio della corte interna del palazzo, tutta aperta, che in epoca medievale era stata il cuore del castellare dei Rossi. Nella corte vi è l’entrata nobile del palazzo; ma un nuovo accesso ai piani superiori fu fatto in occasione della ristrutturazione settecentesca dalla strada di S. Francesco, appena dopo l’Arco dei Rossi. Verso la fine del ‘700 Tommaso Paccagnini e Pietro Marchetti rinnovarono la decorazione in stile neoclassico degli ambienti nobili del palazzo. Altri interventi pittorici si ebbero nella prima metà dell’Ottocento ad opera di Cesare Maffei, mentre Pietro Marchetti, Alessandro Franchi e Gabella 1445, genn.-giu. Roma, Pinacoteca Vaticana, inv. n. 131 Lo stemma appartenente alla famiglia Bichi è il primo a sinistra. Giorgio Bandini lavorarono alle volte dell’atrio. All’interno è rimasta una cappella gentilizia in stile 17 eletto al soglio pontificio nel 1605 col nome di Paolo V, fu vescovo di Sovana dal 1611 al 1612 e quindi cardinale. Altri celebri prelati della casa furono Antonio (1596-1657), cardinale nel 1633, e Alessandro (1614-1622), vescovo di Montalcino nel 1652 e cardinale nel 1659. Madre del citato Antonio fu Giovanna Mignanelli, sorella uterina di Fabio Chigi, futuro papa Alessandro VII (1655-1667). Le aderenze politiche dalla casata si tradussero in un arricchimento formidabile, superato soltanto dai Chigi. Il marchese Alessandro Bichi Ruspoli Forteguerri, priore della Contrada della Civetta dal 1922 al 1930. Sul finire del sec. XVII da Girolama Bichi (1643-1704), che aveva sposato Francesco Ruspoli Marescotti, barocco con decorazioni a stucco (XVII sec.). i Bichi aggiunsero al proprio, il cognome Ruspoli. I marchesi Bichi Ruspoli Forteguerri sono stati gli L’ultimo rappresentante in linea diretta della fami- ultimi proprietari del palazzo nobiliare, che oggi glia fu Alessandro Bichi Ruspoli (1807-1882), che è adibito ad uso privato e commerciale. In esso aveva sposato Elena Chigi. Non avendo avuto ha la sede l’Associazione Industriali di Siena. figli, lasciò erede delle sue sostanze e del nome L’inizio del ramo senese della famiglia Bichi si può Tommaso Forteguerri Pannilini, che antepose i co- datare con esattezza dal 1239 da Bonico, detto gnomi Bichi Ruspoli agli altri due già posseduti. Nel- Bico, di Mainardo, che fu provveditore di Bic- la prima metà del Novecento furono priori della cherna nel 1252 e priore nel 1256. Nel ‘400 la Contrada Priora della Civetta Ridolfo Bichi Ruspoli casata si divise in due rami. Gli appartenenti al Forteguerri (1911-’21) e Alessandro (1922-1930). primo ramo ricevettero nel 1646 da Ferdinando Questi in precedenza era stato governatore della II, granduca di Toscana, il titolo di marchesi di Nobile Contrada dell’Oca dal 1909 al 1913, cari- Roccalbegna; gli appartenenti al secondo furo- ca che inaugurò vincendo la Carriera a sorpresa no, invece, conti di Scorgiano. Fra i personaggi di del 17 agosto 1909. maggior spicco del primo ramo della famiglia va ricordato Alessandro di Galgano (1468-1525) che ricoprì eminenti cariche pubbliche e fu tra le figure più influenti della vita politica senese. Molti Bichi furono cardinali e svolsero funzioni di ambasciatori per la corte pontificia. I Bichi riuscirono a raggiungere un alto grado di ricchezza e di potere proprio in stretta connessione con la carriera ecclesiastica di alcuni membri della famiglia nella curia romana. Ad esempio, Metello Bichi, compagno di studi e di vita di Camillo Borghesi, 18 Bandiera appartenuta alla famiglia li Forteguerri, recentemente recuperata Bichi Ruspodalla Contrada. Notevole fortuna raggiunsero anche i membri del secondo ramo del casato, quello comitale di Scorgiano. In particolare va ricordato l’abate Galgano di Rutilio Bichi (1663-1727), noto erudito e accademico intronato col nome di “Dilatato”. Arricchì l’archivio di famiglia con una raccolta di 3404 antiche pergamene, acquistandone molte - come egli stesso dice - da ligrittieri, librari, pizicaioli, speziali e divers’altre persone particolari, per sottrarle al pericolo d’andar male e ottenendone altre in dono dai nobili senesi. La collezione raggiunse ben presto una notevole entità e la sua importanza è dimostrata dal fatto che oggi costituisce, quasi da sola, il consultatissimo fondo dei manoscritti dell’Archivio di Stato di Siena. Banchi di Sopra. Sulla destra il palazzo Bichi Ruspoli Forteguerri, già dei Rossi. Questo ramo della famiglia Bichi si estinse alla parte della storia della Contrada Priora della fine del sec. XVIII con Carlo di Firmano, che istituì Civetta. Nel 1922, in un locale concesso ai Ci- erede del proprio nome e titolo Luigi Borghesi, vettini dal marchese Alessandro Bichi Ruspoli dando inizio al ramo dei Bichi Borghesi. Forteguerri, che all’epoca era anche priore, fu Al Palazzo Bichi Ruspoli Forteguerri è legata una posta la prima vera sede museale della Contrada. Quando ebbe luogo l’inaugurazione, l’atrio del severo palazzo, dalla parte di via Banchi di Sopra, accolse il monumento in bronzo a ricordo dei contradaioli della Civetta caduti nella Guerra del 1915-’18, realizzato dallo scultore senese Luigi Sguazzini, oggi esposto nell’oratorio. Nel grande cortile, dove all’occorrenza la Contrada potè disporre per un certo periodo di un fondo come stalla per il cavallo e dove venivano vestite le comparse, ebbe luogo nell’estate del 1945 l’esaltante esperienza della “Corte di Cecco”, che portò alla costituzione della Società del Palio «Cecco Angiolieri». Chi volesse saperne di più di questa storia può leggere il volume che ho scritto insieme a Bruna, «La Contrada del Castellare. Un secolo di vita della Contrada Priora della Civetta e della sua Società», edito da Il Leccio nel 2012. Basta richie- Arco dei Rossi. derlo alla Contrada. 19 L o scorso Venerd ì 31 Maggio, due nostre spiegandone al microfono le scelte artistiche. piccole civettine sono state invitate a Dato l’impegno mostrato ed il talento, non partecipare all’Estemporanea di pittura potevamo che rendervi partecipi di questa in Giraffa, un evento che dalla fine degli anni giornata, mostrandovi nel retro copertina il novanta coinvolge i piccoli delle diciassette risultato finale. contrade. Dedicato alla memoria di Luciano Trovo sia magico - reale quanto romantico - Cafarelli, l’ Estemporanea nasce come attività pensare che piccole e numerose mani che oggi ludica educativa, volta ad unire due delle disegnano la Contrada, domani saranno grandi grandi passioni di questo giraffino autentico, e ne disegneranno il futuro. Forse è proprio su prematuramente scomparso: i giovani, immenso questo pensiero che prende vita l’Estemporanea. tesoro e futuro della Contrada, e la pittura. Che i giovani mettano impegno, cuore e fantasia La Civetta ha partecipato con Angelica e nel dipingerla! A noi resti il bellissimo e collettivo Ludovica, insieme alle quali abbiamo passato un dovere di insegnar loro ad usare il pennello. pomeriggio divertente e che le ha rese autrici di un bellissimo disegno. Lasciando ampio spazio alla creatività e alla fantasia, è stato infatti richiesto dagli organizzatori di ideare e realizzare la copertina del proprio giornalino di Contrada. Tra fogli, matite colorate e una sostanziosa merenda molto apprezzata dalla scrivente, le nostre due rappresentanti hanno dato libero sfogo all’immaginazione, producendo a quattro mani quella che a loro gusto sarebbe potuta essere una copertina de Il Civettino. Al termine del lavoro, Angelica e Ludovica hanno condiviso con gli altri bambini il proprio elaborato, 20 di Camilla Marzucchi DISEGNANDO SI IMPARA I n occasione della penultima assemblea ebbi Mi iscrissi ragazzino al WWF con cui ho parte- modo di intervenire a seguito di quanto segna- cipato a numerosissimi viaggi, tesi per lo più alla lato dal nostro Capitano relativamente al di- ricerca di ambienti ed animali, la cui semplice visio- battito in corso nell’ambito cittadino circa l’oppor- ne, avvenuta sempre dopo notevoli sacrifici ed at- tunità di un intervento delle Contrade nelle spese tese, mi ha provocato emozioni di assoluta intensità inerenti l’addestramento dei cavalli per il Palio. il cui ricordo è indelebile. Ricordo che mi fece specie il tono di Francesco, il Esposto quindi brevemente il mio curriculum di na- quale, pur dichiarandosi contrario a tale eventua- turalista, proprio per la purezza dei miei sentimenti lità, tradì una qualche preoccupazione, poco in verso la natura stessa, detesto con ogni forza una sintonia col suo carattere sanguigno e battagliero, certa categoria di animalisti, i quali peraltro nella riguardo ai reali pericoli cui è esposta la nostra loro triste storia si sono spesso macchiati di veri e Festa e la sua organizzazione. propri scempi, frutto di azioni esibizionistiche a dir Ebbene, tralasciando qualsiasi considerazione poco deleterie, che non sto qui a ricordare perché sull’effettiva utilità dei lavori di addestramento – noti a tutti. non me ne voglia il mio amico Gianni Baglioni – e Venendo ora al nocciolo di queste mie rabbiose sulle procedure di selezione di cui nel luglio 2009 riflessioni, solo noi sappiamo quanto siamo nel giu- abbiamo apprezzato la “bontà”, ciò a mio avviso sto, quanto veramente amiamo i cavalli e quante deve fare riflettere perché dimostra inconfutabil- lacrime ci hanno fatto versare. E non solo per l’im- mente il vicolo cieco nel quale ci siamo cacciati possibilità di essere competitivi nelle carriere, ma per dare troppo spazio e credito a un branco di proprio per il sincero amore che nutriamo nei loro ignoranti fanatici provocatori, alla ricerca solo di confronti; diversamente, scoppiato il mortaretto, facile pubblicità e visione. nessuno si dispererebbe per un infortunio, ciò che Ho avuto la fortuna di nascere su un’isola di rara invece puntualmente accade, coinvolgendo tutti, bellezza, all’epoca incontaminata, sicché penso senza distinzione di sesso ed età. che pochi come me possano apprezzare i doni in- Farei appunto vedere a certi personaggi che han- comparabili della natura, nei confronti della quale no l’impudenza di pontificare contro i contradaioli, nutro il più sacro rispetto. quanto e come, finito il Palio, un popolo possa av- di Salvatore Granata NON RAGIONIAM DI LOR 21 22 vilirsi per l’infortunio di un cavallo che ormai non è mente vengono macellati, quando va bene, per più strumentale alla vittoria e che peraltro non gli fini alimentari. appartiene. È come se, rapportando il pensiero al genere uma- Questa semplice considerazione dimostra l’inten- no, tornassimo ai tempi degli schiavi, la cui vita non sità e la limpidezza del nostro sentimento e potrei aveva valore alcuno ed era appunto considerata citare altri mille esempi che per brevità risparmio. carne da macello da chi ne disponeva. Detto ciò ritengo che sia doveroso adottare tutte Finiamola quindi di correre dietro a questi calun- quelle ragionevoli misure che servono a tutelare i niatori, che fra un po’ ci intimeranno di tagliare S. cavalli, senza però esasperare il concetto e soprat- Martino o di appianare il Casato, piuttosto che di tutto senza snaturare le peculiarità del Palio, che, far correre le Contrade singolarmente premiando in quanto tale, ha degli intrinseci margini di rischio, alla fine il miglior tempo. eliminati i quali non sarebbe più il Palio. Noi siamo nel giusto e nulla dobbiamo dimostra- Con questo voglio riaffermare il concetto secondo re. il quale può starci che un cavallo si infortuni o muo- Per chiudere, un’ultima riflessione tesa a ridimen- ia nell’ambito di una carriera, ma ciò rappresenta sionare i paventati, anzi esaltati, rischi di consuma- da sempre un inevitabile prezzo da pagare all’uni- zione di reati contro gli animali in ambito paliesco, cità della nostra corsa, dietro alla quale, superfluo invitandovi, da penalista, a non lasciarvi suggestio- ricordarlo in questa sede, c’è un patrimonio, unico nare dal sensazionalismo mediatico a riguardo, e secolare, di cuore, storia, tradizioni, solidarietà, A prescindere infatti dall’obbligata apertura di senso di appartenenza ed altri valori ormai estra- procedimenti da parte della Procura su impulso di nei alla nostra società appiattita, incapace di pro- qualche “organizzazione”, vorrei proprio vedere vare emozioni forti. quale giudice possa effettivamente affermare la Peraltro questi demagoghi – stupidi o in mala fede, configurazione di qualche reato quale diretta con- tertium non datur – dovrebbero spiegarci perché il seguenza del Palio. cavallo che muore in piazza ha più dignità e meri- Riappropriamoci allora della nostra Festa. Con or- ta maggior tutela rispetto a quelli che quotidiana- goglio e senza paura. ntanto noi ci siamo!!... alla rete realizzata da Leonardo Papei. Anche quest’anno, come ormai accade dal A questo inaspettato risultato, pochi giorni dopo 2008, il Cecco, si è meritatamente qualifica- ha fatto seguito, la vittoria più importante e più to ai quarti di finale del Dudo Casini e per giun- esaltante del Cecco al Dudo Casini, ossia la ta, nonostante gli sfavori del pronostico, come conquista del derby contro il Cavallino, con il prima classificata ed unica squadra imbattuta risultato di 2-1. del girone. Dopo i due pareggi nei tornei passati, siamo La sorprendente cavalcata che ci ha portati a finalmente riusciti a sormontare l’ostacolo aran- questo ennesimo grande risultato, ha avuto ini- cio blù, regalando a tutta la Civetta una grande zio con la vittoria per 1 a 0 contro il Barbico- soddisfazione. ne, grande favorita per la vittoria finale, grazie La partita non è stata né spettacolare, né piena di Federico Morichelli DUDO CASINI 2013, UN SOGNO POSSIBILE… I 23 di grandi spunti tecnici, ma, come ogni derby che quinta partita contro il Castel Montorio, in caso si rispetti, è stata combattuta con grande enfasi e di vittoria, ci avrebbe consentito di chiudere il determinazione da entrambe le squadre. girone al primo posto con una giornata di an- Dopo essere passati in vantaggio su rigore, tra- ticipo. sformato da Mirko Donati, ed aver raddoppiato Purtroppo, l’ansia di dover fare risultato e la con Andrea Pagliantini, nel secondo tempo, ab- qualità del gioco avversario, ci hanno impedito biamo subito il veemente contrattacco lecaiolo di trovare la via della rete e il match è terminato che è stato respinto grazie ad una grande pro- con il risultato di 0-0. va difensiva e tattica che ha visto grandi prota- L’ultima partita, quindi, si è rivelata determinan- gonisti il nostro portierone Francesco Papei ed te in quanto la vittoria per 2-0 contro il Leone il nostro super pacchetto arretrato formato da ci ha permesso di superare il girone in prima Antonio Zullino, Matteo Mastrandrea, Giacomo posizione, risultato molto importante in quanto Pazzaglia, Lapo Pianigiani e Lorenzo Bechi. ai quarti di finale incontreremo l’ultima classifi- A questo punto, dopo aver battuto la squadra cata dell’altro girone e quindi, in teoria, la meno più forte ed i nostri acerrimi rivali, l’entusiasmo competitiva. che avvolgeva lo spogliatoio, non poteva che La sfida è stata decisa dall’ennesimo Gol di An- portarci a due comode vittorie consecutive, una drea Pagliantini, assistito meravigliosamente da contro il Rostro, sconfitto con il risultato di 2 a Andrea Batignani , e dallo splendido gol in pal- 0 ,maturato grazie alle reti dei fratelli del Gol lonetto di Federico (Ghigo) Morichelli su lancio Andrea e Duccio Pagliantini, e l’altra, contro il millimetrico di Francesco Joosten. CastelSenio per 4-0 con mattatore della serata Un plauso particolare va fatto ai nostri allenato- il nostro bomber Andrea (Mario) Bardini, autore ri, Lorenzo De Pau, Tommaso Berardinelli, Guido della mirabolante tripletta che ha fatto seguito Pescatori, Emanuele Bimbi, Andrea Fiorini e Gui- all’autogol del CastelSenio. do Bianciardi, che con grande passione, stanno Con questo risultato e con 12 punti in quattro guidando questo grande gruppo verso risultati partite, la qualificazione ai quarti era già stata inaspettati. anticipatamente e meritatamente acquisita e, la E non dobbiamo assolutamente dimenticare il nostro sempre numeroso pubblico che ci sostiene in tutte le partite e soprattutto, le nostre ultras, che sono sempre presenti ed indubbiamente le più “calorose”! Adesso, ci aspetta una partita importantissima che verrà disputata il 6 Giugno contro il Salicotto nel campo del Mazzola alle ore 20.15. Un'eventuale vittoria ci permetterebbe di approdare nuovamente alle semifinali allo stadio Artemio Franchi di Siena a quattro anni di distanza dall’ultima volta, che ci vide, tra l’altro , vincitori del torneo e non solo di quello… 24 C aro Riccardo, Poi ho capito che non servono, non esistono le mi hai chiesto di scrivere qualcosa parole giuste, ognuno ha le proprie e i propri sul Gufo. Dovrebbe essere semplice, sentimenti. La memoria è un aspetto personale, perchè sono molte le qualità che lo caratteriz- ognuno di noi decide cosa portarsi dentro di zano, per quanto io lo conosca da meno tempo una persona, ed è bello perchè l'esperienza di te. Da meno tempo dei suoi coetanei, con cui vissuta, mischiandosi all'immaginazione, ricrea e è cresciuto e con cui ha trascorso chissà quante trasforma quell'esperienza in un ricordo. Quanti e quali esperienze. Chissà...! Emilio possiamo dire di conoscere? Qualcuno ieri sera, per strada, m'ha chiesto che Emilio, marito innamorato, babbo incazzereccio, avessi. Gli ho risposto che non riuscivo a trova- contradaiolo appassionato, scorbutico ed ironico, re le parole giuste per scrivere questo pezzo. di una vitalità contagiosa. Uomo generoso e te- di Valentina Faleri CIAO GUFO stardo, cuoco instancabile ed immancabile che ha sfamato generazioni di cittini passati dai campus. “ “ ...la sua amicizia, che va oltre alla differenza di età, uomo o donna... oltre all'essere Emilio come una bussola, un puntino, puntone! imprescindibile di quella costellazione che è la nostra Civetta. Il Gufo dei cori e del Palio, uomo di cuore a cui Paolo dedicò quella grande gioiosa fatica della vittoria. 25 Emilio come Ulisse, nella sua sete di conoscenza e curiosità del mondo. Viaggiatore, camminatore, osservatore: non solo di terre e di città ma anche di persone e generazioni. Lui m'ha fatto un regalo senza nemmeno saperlo: la sua amicizia, che va oltre alla differenza di età, oltre all'essere uomo o donna. M'ha cresciuto, rallevato, come te e quei tanti “babbi e mamme” che ci hanno trasmesso i valori della comunità civettina, nella maniera genuina che tanto apprezzo e che mi fa pensare con gioia a questo curioso e indescrivibile modo di essere comunità. 26 Mi ha accolto nel suo mondo, m'ha voluto ac- doveva fare un clubbino, che almeno sarebbe canto grazie alla passione condivisa per il tea- stato più frequentato. Così era, così è: genuino e tro. Ci siamo tanto incazzati e tanto divertiti con spontaneo, senza cattiveria. la compagnia di Cecco, per l'ultima commedia Chiudo, prendendo in prestito le parole di Da- mi prese per mano e mi portò sul proscenio a rio Fo per la sua Franca Rame, che di certo lei presentare lo spettacolo, con lui. Con un sorri- ed Emilio hanno già fatto amicizia e chissà che setto perchè si sapeva che s'era fatto.. ci man- allegro trambusto stanno facendo. cava solo la scomunica! “C'è una regola antica nel teatro: quando hai L'altro giorno, la persona reale a cui ci erava- concluso non c'è bisogno che tu dica altra pa- mo ispirati per inventare il personaggio teatra- rola: saluta e pensa che quella gente se tu l'hai le, gli ha celebrato messa. L'avresti mai detto? accontentata nei sentimenti, nell'affetto e nel E nell'oratorio di contrada, dove ripeteva che si pensiero, ti sarà riconoscente.”. Ciao, Gufo! FESTA TITOLARE 2013 in onore di Sant'Antonio da Padova e San Bernardo Tolomei 12-16 giugno 2013 Mercoledì 12 Castellare degli Ugurgieri Castellare degli Ugurgieri Castellare degli Ugurgieri Castellare degli Ugurgieri Castellare degli Ugurgieri ore 17.00 ore 18.00 ore 19.00 ore 19.30 ore 20.30 Caccia al tesoro fra i bambini di tutte le contrade Merenda con i bambini Presentazione del nuovo sito “www.contradadellacivetta.it” Aperitivo in Società Cena “con Delitto” Giovedì 13 Castellare degli Ugurgieri ore 18.00 Oratorio di Contrada ore 19.30 Castellare degli Ugurgieri Castellare degli Ugurgieri ore 20.15 ore 20.30 Presentazione “Il sottile filo del tempo” – Restauri e nuove tecnologie nel Museo S. Messa in onore di S. Antonio da Padova e in suffragio dei contradaioli defunti Aperitivo Cena al Tegamino Venerdì 14 Castellare degli Ugurgieri Castellare degli Ugurgieri Castellare degli Ugurgieri Castellare degli Ugurgieri Via Cecco Angiolieri Castellare degli Ugurgieri ore 18.00 ore 18.30 ore 19.00 ore 19.30 ore 20.30 ore 22.30 Cerimonia “Anni d’Argento” Cerimonia dei Sedicenni “Ingresso in Contrada” Presentazione “Albo dei Priori e dei Capitani” Aperitivo Cena Caccia al Tesoro per tutti Piazza Tolomei Oratorio di Contrada Via Cecco Angiolieri Via Cecco Angiolieri Piazza Tolomei Piazza Tolomei ore 10.30 ore 11.00 ore 18.00 ore 19.30 ore 20.00 ore 20.15 ore 20.45 ore 21.00 ore 22.00 ore 22.30 Benedizione fiori per onoranze Onoranze funebri ai Cimiteri cittadini Battesimo Contradaiolo Ricognizione dei confini Ricevimento della Signoria Solenne Mattutino Aperitivo Cena Palio dei Cittini “con i Palloni” Palio dei Grandi “con i Palloni” Domenica 16 Via Cecco Angiolieri Oratorio di Contrada ore 07.00 ore 07.45 Ritrovo e vestizione della Comparsa S. Messa e benedizione della Comparsa “Maria Mater Gratiæ” Partenza della Comparsa Rientro della Comparsa Ritrovo e vestizione della Comparsa Partenza della Comparsa Ingresso della Comparsa, corteo di rientro “Maria Mater Gratiæ” Aperitivo Cena di Chiusura Festeggiamenti Sabato 15 Chiesa di S. Cristoforo Castellare degli Ugurgieri Oratorio di Contrada Via Cecco Angiolieri Via Cecco Angiolieri Il Campo, Bocca del Casato Oratorio di Contrada Castellare degli Ugurgeri Via Cecco Angiolieri ore 08.15 ore 13.00 ore 15.00 ore 16.00 ore 19.30 ore 20.15 ore 20.30 ore 21.00 E’ obbligatorio prenotarsi per le cene di Mercoledi, Venerdì, Sabato e Domenica entro le ore 12.00 di due giorni precedenti scrivendo a [email protected] o inviando un sms al numero 333 4982150 (Nicoletta) 27 disegno realizzato da Angelica Sparvoli e Ludovica Migone in occasione dell'Estemporanea di pittura nella Contrada della Giraffa