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Rassegna Stampa
La Repubblica Palermo
Venerdì 15 Febbraio 2013 pagina 1
NEL QUARTIERE SENZA REGOLE "QUI CI RESTA L'AUTOGESTIONE" "QUI PAGANO TUTTI, LO ZEN È COSÌ DA SEMPRE
NEGLI uffici dell'Istituto autonomo case popolari ci sono un mucchio di carte che
raccontano la landa senza legge dello Zen 2, dove ieri sono finite in manette tredici
persone che gestivano il racket degli alloggi abusivi. E SULLA scrivania di chi per tre
anni ha gestito una task force di vigili urbani per portare avanti il censimento del
quartiere, casa per casa, negozio per negozio, magazzino per magazzino, rimangono
numeri che parlano chiaro. Su tremila appartamenti soltanto 600 hanno un regolare
contratto con l'Iacp.
Altri duemila residenti si sono presentati agli uffici, ma è stato impossibile
regolarizzarli perché non hanno i contratti della luce e dell'acqua. «Abbiamole mani
legate — dice chi ha coordinato con l'ex commissario Marcello Gualdani la task force
dei vigili — Chi non paga luce e acqua all'Enel e all'Amap non pub essere
contrattualizzato». Di queste duemila persone, alcune hanno i requisiti per ottenere la
casa popolare e altri no, ma non si pub andare fino in fondo. «Non possiamo saperlo
— continuano dall'ente — se non le contrattualizziamo non possiamo conoscere il
loro reddito e di conseguenza attribuirei' canone mensile. Questo è un danno anche
per le nostre casse». In tanti si sono presentati negli uffici, nel corso del censimento,
sventolando ricevute di pagamenti di luce e acqua e credendo di poter contare su
quelle per ottenere i contratti. Peccato che L'Iacp ha avviato il censimento ma sono
200 gli alloggi di cui non sa nulla non fossero regolari bollettini con l'intestazione
dell'Enel o dell'Amap. «È sconfortante — dicono dagli uffici — ma questa 61a legge
dello Zen che da sempre non si riesce a estirpare. La gente è convinta di essere in
regola, questo è il vero dramma».
Ci sono almeno duemila famiglie che la luce e l'acqua se la procacciano in altro modo,
scavalcando le aziende competenti. E sul fronte degli appartamenti, sono circa
duecento quelli di cui l'ente non sa nulla.
Perché non sono regolarmente assegnati, perché non rientrano fra quelli occupati
dagli abusivi sanabili e che per questo finiscono nelle giro del racket delle
compravendite illegali. «Bisognerebbe — dicono i responsabili del censimento —
scovare questi duecento appartamenti. Ma come si fa a individuarli se prima non si
stipulano i contratti a quei duemila sanabili? E poi, una volta individuati, chi prende in
mano le redini di duecento sgomberi?» Così la matassa intricatissima dello Zen 2
rimane lì, sulla scrivania degli uffici del primo piano dell'Iacp. Ma come si vive nella
terra di nessuno dello Zen 2? «I poveri aiutano i poveri», sentenzia una signora mentre
sale le scale distrutte di una palazzina in via Fausto Coppi: «Chi ci dovrebbe aiutare? —
continua — Ci organizziamo da soli. E una forma di autogestione, non è certo la mafia.
E poi basta con questa storia che non paghiamo. Paghiamo eccome. Sono qui da dieci
anni e ho tutte le ricevute nel cassetto. Trenta euro al mese per l'acqua e perla pulizia
della scala». "I soldi servono anche per le luminarie di Natale A noi il Comune non
pensa" Allo Len 2, a sentire la gente, pagano tutti. Ma non si sa a chi vadano i soldi.
C'è il capo condominio che li raccoglie casa per casa e fa arrivare l'acqua con le
autobotti nelle vasche dei padiglioni che non hanno, appunto, regolari contatori. «I
soldi — dice Rosario con i suoi bambini al seguito — servono anche per le luminarie di
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Natale. A noi il Comune non ci pensa, mettiamo cinque euro pure perla pulizia delle
scale. E non capisco come possano chiamarlo pizzo. Allo Zen è così da sempre non
funziona in altro modo». C'è chi paga dieci euro fissi per luce e acqua e non vuole
sapere altro. Come Giusy, che nel suo appartamento in via Girardengo abita
abusivamente da cinque anni. E ha cresciuto tre figli. Si sente tranquilla perché non ha
arretrati, perché anche se suo marito lavora saltuariamente dieci euro al mese per il
"condominio" si recuperano sempre. «Non capisco — dice — qual è il problema. Siamo
organizzati bene, anzi mi occupo pure di raccogliere i soldi per gli altri. Che fatica,
alcuni li devi pregare per giorni, noi invece siamo sempre puntuali». Due mamme
davanti alla scuola Sciascia in attesa delle loro figlie commentano gli arresti. «E
normale — dicono — non è reato se uno aiuta gli altri ad avere acqua e luce a casa.
Qui è tutto abusivo, ma tutti lo sanno e non fanno nulla. Domani ci sarà qualcun altro
a fare arrivare la luce e l'acqua nelle case, per noi non cambia nulla.
Gli unici residenti in regola con le utenze sono, da appena qualche mese, quelli
dell'Insula 3 e soltanto una trentina su 180 abitanti del l'insu la di via Costante
Girardengo, dove l'Iacp nel 2011 lanciò un progetto pilota installando i contatori
dell'Amap. E per incentivarlo aprì anche un ufficio nella vicina insula 3, colpito poi da
una bomba carta nella notte di capodanno del 2011. E capita anche che le famiglie
crescono e vogliono restare tutte insieme nello stesso quartiere. Ci sono i figli che
fanno la "fuitina" e poi hanno bisogno di una casa nuova. Così si comincia a chiedere
in giro. E prima o poi la segnalazione di qualche casa libera, anche temporaneamente
perché l'inquilino è fuori Palermo o è ricoverato in ospedale, arriva. «La mia vicina —
racconta un residente dello Zen 2 — è stata fuori per alcune settimane e le hanno
occupato la casa. Chi è entrato diceva che la casa l'aveva comprata e che per questo
voleva rimanere lì. Qui è così. Delle case 3000 Gli appartamenti dello Zen2 di proprietà
dello lacp distribuiti nelle insule progettate da Vittorio Gregotti 600 Gli alloggi abitati
da legittimi assegnatari che hanno un contratto regolare con l'Istituto case popolari
2000 Gli occupanti abusivi che hanno chiesto all'Istituto case popolari di regolarizzare
la loro posizione 200 Gli appartamenti dello Zen 2 dei quali l'lacp non ha alcuna
informazione sugli occupanti Le "tariffe" versate mensilmente dagli occupanti per
ricevere acqua, luce e il servizio di pulizia delle scale fanno quello che vogliono.
L'ultimo episodio è accaduto appena un mese fa in via Fausto Coppi. Gli occupanti
abusivi pretendevano di non essere sgomberati perché avevano acquistato
l'appartamento pagando 20mila euro. Ma nessuno al momento di denunciare vuole
parlare. «Non so nulla — dice una ragazza dello Zen che abita vicino al Giardino della
Civiltà, ricoperto dai rifiuti — sono cose che si dicono da anni. Qui ci chiudiamola
porta dietro le spalle e andiamo avanti. Basta che con questa storia della legalità non
ci tocchino luce e acqua perché siamo pronti a fare un casino.
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