n. 14/2013 - Ricerche in corso

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n. 14/2013 - Ricerche in corso
I.C.A.R.U.S.
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Newsletter Internazionale
12 aprile 2013
Anno II/Numero 14
Margaret Thatcher e il processo di emancipazione femminile
Has recently died Margaret Thatcher, first English female prime minister in history. Although she has been seen as a symbol for many
woman, due to her career, she hasn't been exactly supporter of feminism nor women's right.
E' dell'8 aprile la notizia del decesso di Margaret Thatcer, l'unica donna ad aver
ricoperto la carica di Primo Ministro del Regno Unito rimanendo in carica dal 1975 al
1990. Soprannominata la lady di ferro, è stata colei che per prima ha dato avvio al quel
ciclo di controriforme, che Serge Halimì ha definito il “grande balzo all’indietro”, con il
quale, a partire dagli anni ottanta, si è progressivamente smantellato lo stato sociale in
diversi paesi occidentali. Proprio per questo, al nome di Margaret Thatcher è legata
tutta quella tradizione politica, il thatcherismo, che fondendo il conservatorismo con il
liberismo più accanito, punta ad una ridefinizione dei sistemi di welfare in chiave
privatistica e un mercato sempre meno regolato da parte dell’attore statale.
La storia politica della Thatcher è nota. Durante il suo primo mandato la lady di ferro incrementò il tasso d'interesse per ridurre
l'inflazione e aumentò l'IVA, preferendo la tassazione indiretta a quella diretta. Una scelta che mise in ginocchio una parte del paese
raddoppiando il tasso di disoccupazione nell'arco di un anno. Dopo anni di governo laburista, l’elezione della Thatcher segnò un
nuovo corso per la storia britannica, caratterizzato dalla presa del potere di un nuovo gruppo di interesse, la piccola borghesia, in
passato relegato nella marginalità.
Durante i tre mandati di governo della Thatcher fu messa in campo una lotta sistematica contro i sindacati. Una battaglia che
assunse i connotati di una vera e propria guerra, condotta sia attraverso un attacco mediatico e ideologico, sia attraverso interventi
legislativi volti a togliere potere alle organizzazioni sindacali e a comprimere i diritti dei lavoratori. Inoltre, vennero portate avanti
selvagge privatizzazione della maggior parte dei servizi tra cui gas, elettricità, telefonia e compagnie ferroviarie. Ma fu soprattutto
nel settore minerario dove si consumò il braccio di ferro più duro tra governo e lavoratori.
Anche per quanto riguarda il pubblico impiego e il welfare ci fu una improvviso ritiro dello stato a vantaggio del settore privato.
Tutto questo risponde all’idea neoliberista di una stato minimo che non può provvedere universalmente a tutti i bisogni dei suoi
consociati, ma che deve lasciare il mercato sempre più libero di offrire i servizi essenziali alle persone in un’ottica competitiva e
autoregolata.
Per quanto riguarda la questione dei diritti delle donne e delle pari opportunità tra i generi, la Thatcher, ha ricoperto un ruolo
estremamente contraddittorio. Da una parte, infatti, i suoi successi personali, sono stati eretti da alcuni come baluardo per le
battaglie delle donne per la conquista dei loro diritti. Rispetto a questo punto va ricordato che la lady di ferro oltre ad aver ricoperto
la carica di primo ministro britannico è stata anche la prima ad essere ammessa, già nel 1957, come membro nell'esclusivo Carlton
Club dei conservatori britannici (dove le altre donne vennero accettate solo 33 anni dopo). D’altra parte, però, le sue scelte politiche
e le sue uscite sul movimento femminista riducono di molto la sua portata innovatrice rispetto al terreno dell’emancipazione
femminile. La Thatcher, infatti, è notoriamente stata una donna anti-femminista, che spesso ha sottolineato come i suoi successi
non hanno nulla a che vedere con tale movimento. Inoltre, le sue politiche hanno colpito le classi più povere peggiorando
drasticamente le condizioni di vita di molte famiglie britanniche. Infatti, in piazza il giorno della sua morte, la gran parte delle donne
intervistate hanno accusato la Thatcher di aver completamente distrutto le loro vite. Si tratta di tutte quelle donne operaie
appartenenti a quella working class che ha subito in maniera drammatica gli effetti più duri delle scelte politiche della lady di ferro.
Sebbene dunque la Thatcher abbia da un lato il merito di aver sfondato il soffitto di cristallo essendo stata donna pioniera di una
carriera in politica, dall'altro ha peggiorato la vita delle famiglie britanniche e non ha mai favorito la crescita né l'elezione di altre
donne parlamentari. Non ha creato una coscienza collettiva né si è mai prodigata per sensibilizzare la comunità alla tematica
dell'apertura della politica alle donne. Di fatto, dopo i mandati della Thatcher, il Regno Unito non ha certo visto una generazione di
donne impegnate nella politica, ma al contrario passeranno diversi anni, una trentina circa dalla fine del suo ultimo mandato, prima
che le donne abbiano finalmente ingresso anche nel mondo della politica .
Selezione dei testi a cura di Fabio Ghelfi, Umberto Bettarini, Angelo Motola e
Laura Zunica
Pubblicazione del Dipartimento Internazionale CGIL Lombardia
[email protected]
viale Marelli 497, Sesto San Giovanni – Milano
Il progetto I.C.A.R.U.S. ha ricevuto il sostegno
della Comunità Europea – la responsabilità dei
contenuti è esclusivamente dei realizzatori e la
Comunità
Europea
non
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Portogallo: la Corte Costituzionale boccia le misure di austerità, il governo annuncia nuovi tagli
Portugal's constitutional court on Friday rejected four out of nine contested austerity measures in this year's budget in a ruling that
deals a blow to government finances. prime minister Pedro Passos Coelho said his government would have to introduce “important
cuts” in expenditure on social security, health and education.
Il Portogallo si prepara a nuovi drastici tagli della spesa pubblica. A dichiararlo è
stato il premier Pedro Passos Coelho in un discorso televisivo alla nazione. In
seguito al verdetto di illegalità sancito dal Tribunal Constitucional, per quattro dei
novi provvedimenti inseriti nella legge finanziaria per il 2013 e votati dal
Parlamento lo scorso anno, il primo ministro ha annunciato ai portoghesi la
necessità di “contenere la spesa pubblica nei settori della sicurezza sociale, della
sanità e dell'educazione" per poter far fronte agli effetti di una crisi economica che
sembra infinita.
La bocciatura della Corte costituzionale, avvenuta in seguito alla decisione del
Presidente della Repubblica, Anibal Cavaco Silva, di sottoporre il testo a valutazione
di legittimità delle misure di austerity disposte, non solo mette a rischio ben 1,3
miliardi di euro dei 5 miliardi di euro previsti per la manovra di bilancio 2013, ma anche il piano di aiuti autorizzati dalla Troika, circa 78
miliardi di euro di aiuti internazionali, di cui 61 già elargiti. È chiaro che un intoppo del genere non farà certo piacere alla triade di
creditori composta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale. Il leader del governo di
centro destra, Coelho, ha assicurato che nonostante il perdurare del momento di difficoltà, non ci saranno nuovi aumenti delle tasse.
Anche se il monito ha più l’aria di una dichiarazione tesa a tamponare la morsa del malcontento che lo attanaglia. Per il momento, ogni
decisione è rimandata al Consiglio dei ministri indetto per la giornata di sabato 13 Aprile, dove sarà deciso se e quali voci della spesa
sarà possibile tagliare evitando il tanto temuto aumento delle imposte, se non addirittura il tracollo.
Se il governo non sarà in grado di abbassare il deficit al 5,5% per il 2013, dal 6,4% del 2012, e rispettare così i parametri negoziati con
l’Europa, correrà il rischio più che reale di vedersi sospesi i prestiti concordati con i creditori internazionali. A quel punto sarà
impossibile anche solo pensare di rinegoziare un nuovo piano di aiuti con la Troika. L’unica speranza è che UE, BCE e FMI accettino per
il 2013 un deficit superiore rispetto a quello pattuito, come già successo per quello 2012. Possibilità, a questo punto, tutt’altro che
scontata vista la posizione di debito in cui si trova il Portogallo, già salvato nella primavera del 2011.
A questo si aggiunge una situazione interna sconfortante. La crisi di governo, accompagnata dallo spettro di nuove tasse e di ulteriori
tagli ai servizi ha portato a nuove manifestazioni di piazza da parte di migliaia di portoghesi che si battono per dire no all’austerity e
invocare le dimissioni del governo. Posizione condivisa anche dall’opposizione. Sono circa 940.000 le persone senza lavoro in
Portogallo, secondo dati Eurostat, nel secondo mese del 2013 il tasso di disoccupazione si attesta al 17,5%, in costante crescita dal
14,8% di Febbraio 2012, con un dato di disoccupazione giovanile pari al 38,2%, il terzo peggior dato nell’area euro (EA17) dopo Grecia
(58,4% - ultimo dato rilevato a Dicembre 2012) e Spagna (55,7%). Il Portogallo è al suo terzo anno di recessione e secondo rilevazione
ufficiali la situazione economica non migliorerà. Nel 2013, il prodotto interno lordo dovrebbe ridursi del 2,3%, dopo il calo del 3,2%
dello scorso anno e del 1,6% nel 2011.
Fare sindacato nell’epoca dei social network
An important survey has been completed recently on how trade unionist use the net in 2013. This survey is done once a year to monitor
the changes and the results on how the net can affect the work.
L'avvento della tecnologia che ha influenzato la quotidianità di ogni cittadino del mondo, ha
avuto importanti risvolti soprattutto nel mondo del lavoro e anche in quello
dell'organizzazione sindacale. E' stato recentemente svolto il terzo sondaggio annuale
LabourStart's che riguarda l'utilizzo della rete nel settore dell'organizzazione sindacale.
Coloro che hanno partecipato al sondaggio sono stati più di 3000 quest'anno, e a seguire
sono riportati i risultati di questa ricerca. Tra i punti focali che sono emersi troviamo
innanzitutto che vi è stato un netto incremento di strumenti come smartphones e tablet, per
cui, sempre più spesso, vengono create applicazioni appositamente finalizzate allo
svolgimento di determinate tipologie di lavoro.
Sempre più frequente si fa inoltre l'utilizzo di vari social network, all'infuori di Facebook ( come ad esempio Google +, Linkedin) nel
settore del lavoro. Per quanto riguarda l'area sindacale invece pare che i più utilizzati per la diffusione di notizie e iniziative siano rimasti
Facebook e Twitter. L'utilizzo di questi strumenti non è da sottovalutare poiché è noto che sono stati, per esempio nei moti della
primavera araba, ma non solo, uno strumento di larghissima diffusione per quanto riguarda iniziative popolari, al fine di sensibilizzare e
aggregare individui che altrimenti sarebbe stato difficoltoso raggiungere in così ampio numero, in un tempo decisamente breve.
Selezione dei testi a cura di Fabio Ghelfi, Umberto Bettarini, Angelo Motola e
Laura Zunica
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D'altro canto, anche se la maggior parte delle persone che lavorano all'interno delle organizzazioni sindacali si ritengono soddisfatte di
come le organizzazioni stesse sfruttino il potenziale della rete, un gran numero di individui non è a conoscenza delle modalità con cui la
rete venga sfruttata al fine di portare avanti progetti sindacali di sensibilizzazione o di aggregazione delle persone. Questo è un punto su
cui varrebbe decisamente la pena di soffermarsi, poiché da un appropriato utilizzo della rete si potrebbe indubbiamente trarre un grosso
vantaggio al fine di diffondere rapidamente il lavoro che viene portato avanti dai sindacati stessi.
Tra i punti di maggior interesse che sono emersi nel sondaggio per quanto riguarda il rapporto tra i sindacati e la rete, numerose sono
state le persone che hanno fatto presente che un aiuto non indifferente potrebbe scaturire dal pubblicare, anche sommariamente,
consigli e informazioni per quanto riguarda i diritti dei lavoratori, i quali spesso sono allo scuro di quali sono i loro diritti e di conseguenza
anche di quali siano le modalità per potersi tutelare in caso di bisogno o in caso di abusi. E' stato portato alla luce anche il tema dei
training per gli attivisti, il creare piattaforme tramite cui le persone con un ruolo più attivo, o anche semplicemente con la volontà di
impegnarsi attivamente sul campo, possano entrare in contatto e porsi a confronto per creare iniziative tramite cui portare avanti
progetti sindacali sul territorio. Infine, un importante suggerimento proveniente da più parti è quello di riservare uno spazio, sui siti dei
vari sindacati, in cui i lavoratori o i loro rappresentanti possano descrivere quali sono le condizioni lavorative all'interno delle diverse
aziende.
Sicuramente l'avvento della tecnologia ha apportato moltissimi cambiamenti al nostro modo di vivere, sia in positivo che in negativo.
Importante sarebbe dunque cercare di valorizzare i lati positivi e riuscire a trarne il maggior vantaggio, soprattutto in ambito lavorativo.
Per quanto riguarda l'operato delle organizzazioni sindacali, infatti, utilizzando al meglio la rete si riuscirebbero a raggiungere e mettere
in contatto un vasto numero di persone in tempistiche decisamente brevi.
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