Scarica la newsletter n. 86, giugno 2014

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n. 86 – giugno 2014
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In questo numero:
1. Sudan: donna rischia la fustigazione e di essere messa a morte. Firma l’appello!
2. Bielorussia: Rygor Yuzepchuk messo a morte, seconda esecuzione nel 2014
3. Usa: sentenza Corte suprema a tutela dei condannati affetti da disabilità mentale
4. Cina: nuove tensioni nello Xinjiang, fioccano le condanne a morte
5. Sierra Leone: vicina all’abolizione della pena di morte
6. Suriname: in arrivo riforma codice penale con abolizione pena di morte
7. Usa: troppo tardi per scusarsi. Le riabilitazioni post mortem
8. Usa: sedia elettrica in Tennessee se mancano i farmaci per l’iniezione letale
9. Usa: rapporto denuncia, farmaci usati per esecuzioni vietati per eutanasia di animali
10. Campagne contro la pena di morte: 90 million strong
11. Brevi dal mondo
12. I dati sulla pena di morte (aggiornamento al 7 maggio 2014)
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1. Sudan: donna rischia la fustigazione e di essere messa a morte. Firma l’appello!
L’11 maggio scorso un tribunale di Khartoum ha condannato a morte
Meriam Yehya Ibrahim, 27 anni, per apostasia e alle frustrate per
adulterio (nella foto insieme al marito). La donna, di fede cristiana, era
all’ottavo mese di gravidanza ed è stata portata in carcere con il suo
primo figlio di 20 mesi. Alla fine di maggio ha partorito una bambina
nella clinica della prigione.
Dopo la condanna, il tribunale le aveva dato tre giorni per rinunciare
alla sua fede, ma la donna si è rifiutata. Meriam Yehya Ibrahim era
stata arrestata e accusata di adulterio nell’agosto del 2013 dopo che un
suo familiare avrebbe riferito che la donna stava commettendo adulterio poiché aveva sposato un
uomo di fede cristiana del Sudan del Sud. Secondo la legge della shari’a, così come applicata in
Sudan, a una donna musulmana non è permesso sposare un uomo non musulmano e il
matrimonio è considerato adulterio. Il tribunale, inoltre, l’ha accusata di apostasia a febbraio 2014,
quando la donna ha affermato di essere cristiana e non musulmana. Il codice penale sudanese
prevede un massimo di 100 frustate per adulterio e la pena di morte qualora vi fosse il rifiuto di
rinunciare alla fede cristiana.
Ritenere l’adulterio un reato viola i diritti alla libertà di espressione e di associazione e discrimina
sempre le donne nella sua applicazione. La criminalizzazione dell’apostasia è incompatibile con il
diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Le autorità sudanesi devono rilasciare
immediatamente e senza condizioni Meriam Yehya Ibrahim poiché è stata accusata e condannata
solo per la religione che ha scelto di professare e per la sua identità. Amnesty International la
considera una prigioniera di coscienza e ne chiede il rilascio immediato, oltre 1 milione di persone
ha firmato l’appello in suo favore.
Firma l’appello!
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7023/P/9995
Per saperne di più:
- Leggi il comunicato stampa di Amnesty International Sudan: More than half a million call to free
pregnant woman sentenced to death for her religious choice as lawyers lodge appeal (in inglese)
http://www.amnesty.org/en/for-media/press-releases/sudan-more-half-million-call-free-pregnantwoman-sentenced-death-her-religi
- Leggi l’articolo sul sito del Telegraph
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/africaandindianocean/sudan/10857502/Sudanesewoman-sentenced-to-death-for-apostasy-gives-birth.html
----------------------------------------------------------2. Bielorussia: Rygor Yuzepchuk messo a morte, seconda esecuzione nel 2014
A pochi giorni dall’uccisione di Pavel Selyun, il
tribunale regionale di Mogilev, nell’ovest della
Bielorussia, ha confermato l’avvenuta esecuzione
di un altro detenuto, Rygor Yuzepchuk. La notizia è
stata diffusa l’8 maggio, ma la sentenza potrebbe
essere stata eseguita nel mese di aprile.
Rygor Yuzepchuk era stato condannato a morte il
25 aprile 2013 per l’assassinio del suo compagno
di cella in una prigione di Mogilev, dove stava
scontando 25 anni di reclusione per duplice
omicidio. La sentenza era stata ratificata dalla
Corte suprema nel luglio del 2013.
Almeno altri due uomini rimangono nel braccio della morte in Bielorussia, Eduard Lykau
e Alyaksandr Haryunou. Lykau è stato condannato a morte il 26 novembre 2013 per cinque omicidi
commessi tra il 2002 e il 2011. Il suo appello è stato respinto dalla Corte suprema il 15 aprile 2014.
Alyaksandr Haryunou è stato condannato a morte il 14 giugno 2013 per l’omicidio di uno studente
commesso nel 2012. La Corte suprema ha annullato la condanna a morte il successivo 22 ottobre
e ha chiesto un nuovo processo, ma il 24 dicembre il tribunale regionale ha emesso una nuova
sentenza capitale.
Harynou ha presentato un appello al presidente Lukashenko e il suo caso è in esame presso il
Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite. Non è noto se anche Lykau abbia fatto richiesta di
clemenza, ma il suo caso sarà comunque preso in esame dall’autorità competente.
In Bielorussia solitamente i detenuti sono messi a morte subito dopo essere stati informati che la
richiesta di clemenza è stata respinta. Famiglie e avvocati non conoscono in anticipo la data di
esecuzione né è concesso loro un ultimo incontro.
Per saperne di più:
- Leggi il documento di Amnesty International Belarus executes second prisoner this year (in
inglese)
http://amnesty.org/en/library/asset/EUR49/005/2014/en/227552c0-b36c-40e0-8170380e02f6d762/eur490052014en.html
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3. Usa: sentenza Corte suprema a tutela dei condannati affetti da disabilità mentale
Nuovi limiti a tutela dei condannati a morte affetti da disabilità mentale: lo ha stabilito la Corte
suprema con una sentenza approvata a stretta maggioranza, cinque contro quattro, che abroga
una legge in vigore in Florida in base alla quale un detenuto che avesse ottenuto un quoziente
d’intelligenza (QI) superiore a 70 punti, automaticamente non poteva dimostrare di essere affetto
da disabilità mentale e quindi esente dall’esecuzione.
Il QI di 70 punti, spiega la Corte, non può rappresentare uno spartiacque nella decisione, dato il
margine di errore di questo tipo di test e che molti detenuti con risultati superiori presentano
comunque segni evidenti di disabilità mentale.
La sentenza è importante e integra, per certi versi, la storica decisione del 20 giugno 2002, quando
la Corte suprema federale escluse per legge l’esecuzione di persone con disabilità intellettiva. Con
tale decisione nota come Atkins v. Virginia, i supremi giudici stabilivano che mettere a morte una
persona con ritardo mentale costituiva una violazione dell’Ottavo emendamento della Costituzione
che esclude “pene crudeli e inusuali”.
La sentenza Atkins v. Virginia fissò un limite di 70 punti come QI (la
maggior parte delle persone hanno 100 punti) per stabilire la soglia di
disabilità mentale. In realtà, secondo molti medici, persone con
punteggio intorno a 75 punti possono spesso avere forme di ritardo
mentale, come nel caso che ha dato origine a questo pronunciamento
della Corte. Freddie Lee Hall (nella foto) era stato condannato a morte
per il rapimento, stupro e uccisione di Karol Hurst, una 21enne incinta,
e per l’omicidio di un vicesceriffo. La Corte suprema della Florida
aveva deciso di metterlo a morte perché il suo quoziente intellettivo
era intorno ai 70 punti.
La Corte ha invalidato la legge della Florida e affermato che “la
disabilità intellettiva è una condizione, non un numero”, sottolineando
come la regola in vigore crea “un rischio inaccettabile” e per questo motivo “i tribunali devono
riconoscere, come già ha fatto la comunità medica, che i test di misura del QI sono imprecisi”. E
per questo motivo, devono essere fatte verifiche più rigorose.
Il giudice Anthony Kennedy, che si è unito al voto dei quattro giudici progressisti, ha definito il test
QI “incostituzionale” in quanto “crudele”. E ha aggiunto: “La pena di morte è la sanzione più grave
che la nostra società può imporre. Le persone che affrontano la pena capitale devono avere
l’opportunità di dimostrare che la Costituzione proibisce la loro esecuzione. Leggi come quella
della Florida sono in contrasto con l’impegno della nostra nazione a favore della dignità e il dovere
di insegnare la moralità umana come segno di un mondo civile”.
Per saperne di più:
- Leggi sul sito di Amnesty il documento ‘The Nation we aspire to be’: Revisiting intellectual
disability and the death penalty, Supreme Court strikes down Florida law (in inglese)
http://www.amnesty.org/en/library/asset/AMR51/034/2014/en/e524a994-ece9-40f6-998ce343ed6ae348/amr510342014en.html
----------------------------------------------------------4. Cina: nuove tensioni nello Xinjiang, fioccano le condanne a morte
Ben 55 sentenze emesse all’interno di uno stadio, di fronte a oltre 7000 persone. In tre casi, si
tratta di condanne a morte. È lo sconcertante spettacolo andato in onda nella Regione autonoma
uigura dello Xinjiang, nel nord est della Cina, il 29 maggio scorso.
Le autorità cinesi hanno voluto dare subito una dimostrazione di forza dopo le crescenti tensioni
che hanno portato, il 22 maggio scorso, a un attentato avvenuto nella zona del più grande mercato
della città di Urumqui, capoluogo della regione, quando da due auto sono state lanciate alcune
bombe a mano tra la folla, il bilancio parla di 31 morti e oltre 90 feriti.
La risposta è stata la campagna “Colpire duro” e la discesa in campo delle forze antiterrorismo.
“Le autorità hanno il dovere di garantire la sicurezza pubblica ma è probabile che la risposta non
farà altro che alzare la tensione”, ha spiegato William Nee, ricercatore sulla Cina di Amnesty
International.
Le 55 condanne di massa, per lo più di
musulmani uiguri, che hanno avuto come
teatro uno stadio (nella foto), sono state
emesse al termine di processi molto rapidi e
presumibilmente iniqui. Tutto ciò, ha
precisato Nee, “non porterà giustizia alle
vittime”.
Altre nove persone sarebbero state
condannate a morte il 5 giugno. Secondo
quanto riferito dalla tv di stato, i nove farebbero parte di un gruppo di 81 persone ritenute colpevoli
di vari reati. Le sentenze sono state emesse da sei diversi tribunali e le accuse andavano
dall’omicidio all’incendio doloso.
Per saperne di più:
- Leggi Shameful stadium ‘show trial’ is not justice sul sito di Amnesty International (in inglese)
http://www.amnesty.org/en/news/china-shameful-stadium-show-trial-not-justice-2014-05-29
- Leggi Cina, attentato nello Xinjiang. Bombe a mano tra la folla: 31 morti sul sito del Corriere della
Sera
http://www.corriere.it/esteri/14_maggio_22/cina-attentato-xinjiang-bombe-mano-la-folla-31-morti09d9c2d0-e172-11e3-8be9-3eb4fd26c19b.shtml
- Leggi China sentences nine people to death in Xinjiang sul sito della Bbc
http://www.bbc.com/news/world-asia-china-27714794
----------------------------------------------------------5. Sierra Leone: vicina all’abolizione della pena di morte
Le autorità della Sierra Leone hanno annunciato un disegno
di legge per abolire la pena di morte. Il presidente Ernest Bai
Koroma ne ha sollecitato la redazione e il ministro della
Giustizia ha dichiarato che il disegno di legge potrebbe
essere pronto “in poche settimane”. Il ministro, inoltre, ha
annunciato che tutte le sentenze capitali saranno commutate
in ergastolo.
Sebbene l’ultima esecuzione sia avvenuta nel 1998, nel
paese continuano a essere emesse sentenze capitali per i
reati di tradimento, rapina aggravata e omicidio. Per
quest’ultimo reato, la pena di morte è imposta con mandato obbligatorio.
L’abolizione della pena di morte nel paese è stata discussa per parecchi anni e diversi sono stati
gli annunci delle autorità in merito. Amnesty International sollecita ora il governo a mettere in atto
tali dichiarazioni e chiede di intraprendere il percorso legislativo per la ratifica del Secondo
protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici. Se la Sierra Leone manterrà
l’impegno dichiarato, diventerebbe il sesto paese del continente africano ad aver abolito la pena
capitale per tutti i reati negli ultimi 10 anni. In particolare, la regione dell’Africa occidentale ha
compiuto notevoli progressi negli ultimi anni per porre fine a tale pratica, un trend regionale che
conferma il trend internazionale verso l’abolizione.
Per saperne di più:
- Leggi il comunicato stampa di Amnesty International Sierra Leone to speed up death penalty
abolition (in inglese)
http://amnesty.org/en/library/asset/AFR51/001/2014/en/e4a1b454-c891-407a-b575c2d47db1a645/afr510012014en.html
----------------------------------------------------------6. Suriname: in arrivo riforma codice penale con abolizione pena di morte
Il Suriname si avvia a diventare un paese abolizionista. L’annuncio, nei
giorni scorsi, è stato dato dal ministro della Giustizia e della Polizia
Edward Belfort (nella foto) che ha reso nota l’intenzione del governo di
presentare al più presto una riforma del codice penale.
La riforma prevederà, ha spiegato Belfort alla stampa, l’aumento della
pena massima da 20 a 30 anni nel caso di crimini efferati e
l’eliminazione della pena di morte descritta dal ministro come “una
parte obsoleta di una legislazione irreversibile una volta che viene
stabilita”. “Non è una prerogativa del governo decidere chi deve vivere
e chi deve morire” - ha sottolineato.
Il percorso verso l’abolizione della pena di morte in Suriname è
comunque tracciato già da tempo. Nel 2013, in una dichiarazione
all’Unione interparlamentare in occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, il vice
presidente dell’Assemblea nazionale del Suriname, Ruth Wijdenbosch, aveva annunciato una
nuova versione del codice penale in cui venivano aboliti gli articoli relativi alla pena di morte,
ricordando come vi fosse consenso tra i principali partiti politici dell’Assemblea nazionale e anche
all’interno del governo su questo importante emendamento.
D’altra parte, nel 2013 nessuna sentenza capitale è stata comminata, il braccio della morte alla
fine dell’anno è rimasto vuoto e l’ultima esecuzione risale al 1982. Ora serve un ultimo passo:
rimuovere la pena capitale dalla legislazione. Un passo che sembra ormai molto vicino.
Per saperne di più:
- Leggi Death penalty to be revoked sul sito di Jamaica Gleaner (in inglese)
http://jamaica-gleaner.com/gleaner/20140521/int/int3.html
- Leggi la dichiarazione del vicepresidente dell’Assemblea nazionale del Suriname, Ruth
Wijdenbosch (in inglese)
http://www.pgaction.org/news/press-releases/statement-by-pga-board-member-ruth-wijdenboschfor-the-abolition-of-the-death-penalty.html
----------------------------------------------------------7. Usa: troppo tardi per scusarsi. Le riabilitazioni post mortem
Un recente studio dell’Accademia nazionale delle scienze statunitense ha redatto una statistica sui
casi di pena di morte comminati in un periodo di 30 anni, denunciando che almeno 300 persone
sarebbero state condannate a morte nonostante si fossero poi dimostrate innocenti.
È sicuro, peraltro, che molti siano i casi di persone
le cui sentenze sono state commutate in ergastolo
laddove il sistema non era riuscito a garantirne la
colpevolezza.
In particolare, sette persone, in quello stesso
periodo, sono state riabilitate dopo la morte. Tra le
storie più peculiari c’è quella di Joe Arridy (nella
foto), ucciso con il gas a 23 anni, nel 1939, per
l’assassinio di una bambina di 12, accusa di cui è
stato scagionato successivamente.
Con un QI di 46, Joe non poteva comprendeva il
significato di morte: prima dell’esecuzione, ha
voluto mangiare il gelato e giocare con il suo trenino. Oggi la sua condanna sarebbe
incostituzionale e il Colorado lo ha riabilitato nel 2011 “nell’interesse della giustizia”.
Spesso i processi, a carico di persone di colore o povere, sono stati macchiati dal pregiudizio
razziale o inficiati da superficialità nell’esame delle prove. I giurati della corte erano condizionati
dall’opinione pubblica e nemmeno nel caso di una donna, uccisa in Georgia nel 1944 con la sedia
elettrica, hanno saputo vedere più in là di una facile condanna.
Le parole con cui i governatori degli stati coinvolti si sono scusati con coloro che è impossibile
confortare sono emblematiche dell’iniquità con cui sia stata applicata la giustizia. Come ha
dichiarato l’allora governatore del Maryland, Parris Glendening per il caso di John Snowden,
29enne di colore giudicatosi innocente fino all’ultimo minuto prima di morire e riabilitato post
mortem “più vi guardo dentro, più mi rendo conto che c’è qualcosa che non va in questo sistema”.
Per saperne di più:
- Leggi These are the only 7 people in the US pardoned after they were executed su Business
Insider (in inglese)
http://www.businessinsider.com/people-pardoned-after-their-executions-2014-5#ixzz3336u5kt9
----------------------------------------------------------8. Usa: sedia elettrica in Tennessee se mancano i farmaci per l’iniezione letale
Dopo l’approvazione del senato, con 23 voti a
favore e 3 contrari, e quella della camera, con 68 sì
e 13 no, lo scorso 22 maggio, Bill Haslam (nella
foto), governatore del Tennessee ha firmato una
legge che ha messo fine al problema della carenza
di farmaci necessari per poter eseguire condanne a
morte con iniezione letale.
Dal 1° luglio 2014, infatti, i detenuti potranno essere
messi a morte con la sedia elettrica per far fronte
alla mancanza di sostanze che compongono
l’iniezione letale, ormai sempre meno reperibili a
causa del boicottaggio dei paesi europei che si rifiutano di vendere prodotti utilizzati per uccidere
condannati a morte. L’introduzione di questa legge obbliga, quindi, i detenuti a essere messi a
morte con l’elettrocuzione qualora non sia possibile procedere con l’iniezione letale.
Contro il provvedimento sono attesi numerosi ricorsi basati su più motivazioni: l’incostituzionalità
delle esecuzioni tramite sedia elettrica di detenuti condannati a morte prima dell’entrata in vigore
della legge, la dimostrazione dell’effettiva impossibilità da parte dello stato di reperire i farmaci per
l’iniezione letale e il divieto previsto dall’ottavo emendamento della Costituzione di sottoporre a
punizioni crudeli e inusuali. Non sono rari i casi in cui durante l’elettrocuzione i detenuti hanno
sanguinato copiosamente o hanno preso fuoco.
A oggi sono 74 i condannati rinchiusi nel braccio della morte del Tennessee. L’ultima condanna a
morte con la sedia elettrica risale al 2007. La prossima esecuzione, prevista il 7 ottobre, è quella
di Billy Ray Irick, accusato di aver ucciso una bambina di sette anni. Usata per la prima volta nello
stato di New York nel 1890, la sedia elettrica è prevista attualmente come metodo per mettere a
morte in otto stati. Dal 1976, sono 158 le esecuzioni avvenute per elettrocuzione.
Per saperne di più:
- Leggi l’approfondimento su Death Penalty Information Center (in inglese)
http://www.deathpenaltyinfo.org/node/5778
- Leggi su Washington Post Tennessee is going to start using the electric chair more. That’s not as
abnormal as you might think (in inglese)
http://tinyurl.com/laubmpr
----------------------------------------------------------9. Usa: rapporto denuncia, farmaci usati per esecuzioni vietati per eutanasia di animali
L’esecuzione in Oklahoma di Clayton Lockett (nella foto) resterà agli
annali non solo perché per la prima volta veniva utilizzato il midazolam,
un sedativo, come primo elemento di una combinazione di farmaci. Ma,
soprattutto, perché Lockett è deceduto dopo 43 minuti per un attacco di
cuore dopo indicibili sofferenze, contorsioni sulla barella e lamenti. Una
morte orribile che ha riaperto il dibattito sulla pena di morte e che ha
indotto persino il presidente Barack Obama a parlare di “significativi
problemi” nell’applicazione della pena di morte (Leggi Newsletter n. 85).
Un gruppo bipartisan di esperti di giustizia penale, Constitutional Project,
ha pubblicato un rapporto di oltre 200 pagine dove si invitano gli stati a
usare il metodo scientificamente più affidabile, quindi ricorrendo solo a
farmaci approvati dagli enti federali. In particolare, sostiene il rapporto,
per l’iniezione letale si dovrebbe usare una dose letale di un unico
anestetico o barbiturico approvato dalla Food and Drug Administration statunitense, piuttosto che
una miscela complessa di farmaci, il cui dosaggio e somministrazione possono essere facilmente
calcolati in modo errato.
In alcuni casi, infatti, i farmaci utilizzati per le esecuzioni causerebbero un dolore così acuto che ai
veterinari americani è stato vietato usarli per l’eutanasia di animali.
“Il metodo con un solo farmaco è anche preferito rispetto a quello con tre farmaci dai veterinari per
l’eutanasia degli animali, perché è più umano e meno soggetto a errori”, si legge nel rapporto, che
cita il seguente esempio: “A causa del rischio che il bromuro di pancuronio possa causare la morte
di un animale per soffocamento mentre è paralizzato ma completamente sveglio, l’uso del farmaco
sugli animali a fini di eutanasia è proibito in Tennessee dal Nonlivestock Humane Death Act”.
Conferma Sarah Turberville, consulente del Constitutional Project, interpellata dal Guardian: “È
sufficientemente vero il fatto che abbiamo messo a morte persone negli Usa con farmaci che sono
stati vietati nell’eutanasia degli animali, non solo in Tennessee, ma in anche in altri stati.”
Per saperne di più:
- Leggi il rapporto di Constitutional Project (in inglese)
http://www.constitutionproject.org/documents/irreversible-error/
- Leggi Report urges one-drug lethal injection to avoid botched US executions sul Guardian (in
inglese)
http://www.theguardian.com/world/2014/may/07/oklahoma-lethal-injection-execution-drugsconstitution-animals
----------------------------------------------------------10. Campagne contro la pena di morte: 90 million strong
“È possibile rilasciare un uomo innocente dal carcere,
ma non lo puoi liberare dalla tomba”, parole di Freddie
Lee Pitts, uno dei 24 esonerati della Florida. Pitts fa
parte dei 143 rilasciati negli Usa una volta provata la
loro innocenza. Basterebbero queste parole a
convincere anche i più riottosi sul perché questo
sistema non funziona.
National Coalition to Abolish the Death Penalty
(Ncadp) ha lanciato la campagna 90 million strong per
unire in un coro le voci di tutte le persone che credono
che la pena di morte sia sbagliata.
“Dobbiamo dimostrare - si legge sul sito di Ncadp che l’ampio sostegno pubblico per porre fine a questa
pratica è già qui in America e 90 milioni di persone che
si schierano apertamente possono fare la differenza!”
Perché lanciarla ora? Negli ultimi anni, sostiene Ncadp, sei stati hanno messo fine alla pena di
morte e altri stati sono sul punto di fare lo stesso. Avvocati in Colorado, New Hampshire, Delaware
e Kansas stanno guadagnando il sostegno bipartisan per abrogare la pena capitale “e con il vostro
sostegno altri stati potrebbero finalmente muoversi in questa direzione”.
Paradossalmente, a fronte di questi fatti positivi, si registra invece il ricorso a misure più estreme
da parte degli stati mantenitori: esecuzioni di persone affette da disabilità mentale o metodi illegali
adottati per procurarsi nuovi farmaci non testati da usare per le iniezioni letali.
Ncadp esorta tutti coloro che hanno a cuore la battaglia contro la pena di morte a non perdere
tempo: firmare una petizione, unirsi al movimento, diffondere ad amici l’iniziativa, condividere le
storie. E diventare un membro di 90 million strong.
Per saperne di più:
- Vai al sito della campagna 90 million strong (in inglese)
http://ncadp.tumblr.com/
----------------------------------------------------------11. Brevi dal mondo
Questa rubrica raccoglie notizie sulla pena di morte pubblicate dalle principali agenzie di stampa
nel mese di maggio, a eccezione di quelle riportate negli altri articoli della newsletter. Il numero
indica il giorno del mese.
Cina
Il miliardario cinese Liu Han, che si ritiene fosse
legato all’ex-capo dei servizi di sicurezza di Pechino,
è stato condannato a morte per omicidio plurimo. Lo
annunciano oggi gli organi di stampa cinesi. Con Liu
sono stati condannati alla pena capitale suo fratello e
tre dei suoi collaboratori. Secondo i giudici di
Xianning (Cina centrale) queste persone erano a
capo di un’organizzazione mafiosa colpevole di una
serie di omicidi e di altri reati. Zhou, 71 anni, è stato
membro del Comitato permanente dell’ufficio politico
(Cpup), il massimo organo politico della Cina. Fino ad
oggi, nessuno membro del Cpup è stato mai
incriminato in Cina. (23)
Iran
Jannat Mir, un ragazzo afghano di 15 anni, sarebbe
stato messo a morte, secondo quanto riferito da fonti
in Afghanistan. Lo rivela la versione in Dari di Radio
Liberty (Radio Azadi). L’esecuzione del giovane
sarebbe avvenuta insieme ad altri cinque cittadini
afghani messi a morte nel carcere Dastgerd di
Isfahan ad aprile, di cui aveva già dato notizia Iran
Human Rights. (6)
Cinque persone sono state impiccate nel carcere
Rajaishahr di Karaj, in Iran, dopo essere state
riconosciute colpevoli di omicidio. Lo hanno reso noto
fonti in contatto con Iran Human Rights. (19)
Una donna identificata come Behjat, condannata a
morte per l’omicidio del marito, sarebbe stata
impiccata nel carcere Rajai Shahr di Karaj. Lo rende
noto Human Rights Activists News Agency. (10)
Mah Afarid Amir Khosravi, finanziere iraniano,
condannato a morte per una maxi truffa bancaria da
2,6 miliardi di dollari, è stato messo a morte tramite
impiccagione a Teheran. Lo riferiscono gli organi di
stampa locali. Il finanziere era stato condannato alla
pena capitale per “corruzione”, insieme ad altre tre
persone, per aver fatto tremare il sistema economico
nazionale, spiegano. (24)
Marocco
Il ministro della Giustizia Mustafa al Ramid si è detto
contrario a nome del suo governo alla proposta di
abolire la pena di morte in Marocco, in particolare dal
codice penale militare. Nel corso di una discussione
che si è tenuta in parlamento a Rabat sulla proposta
di legge 108-13, che prevede l’abolizione della pena
di morte nel paese, il ministro pur confermando che
“esiste di fatto una moratoria della sua applicazione
in Marocco”, si è detto contrario alla sua abolizione
definitiva almeno nella giustizia militare. (20)
Territori occupati
Hamas, l’autorità de facto della Striscia di Gaza ha
messo a morte due cittadini palestinesi accusati di
“collaborazionismo” nei confronti di Israele. Lo ha
annunciato il ministero degli Interni di Hamas. In
totale sono 18 le condanne a morte eseguite nella
Striscia di Gaza dal 2007, ovvero da quando Hamas
ha preso il potere. La maggior parte dei condannati a
morte è stata riconosciuta colpevole di spionaggio a
favore dell’intelligence israeliana. (7)
Usa
Il procuratore generale dello stato dell’Oklahoma,
Scott Pruitt, ha annunciato che la pena di morte sarà
sospesa per i prossimi sei mesi a causa dello
scandalo scoppiato dopo l’agonia di oltre 40 minuti di
Clayton Lockett. La decisione di Pruitt arriva dopo
che la Corte d’appello dello stato ha deciso di aprire
un’inchiesta sul contenuto del cocktail usato per
eseguire i condannati. (8)
Il senato del New Hampshire ha respinto per la
seconda volta l’abolizione della pena di morte. Il 12
marzo la camera aveva votato a grandissima
maggioranza per il provvedimento che però non è
passato al senato il 17 aprile, quando è emerso un
voto di parità, 12-12. La maggioranza democratica
della camera ha votato di nuovo il disegno di legge,
che la camera ha approvato il 14 maggio (con voto
218-117) e il senato, con un rapido voto verbale, ha
deciso di non rimettere in calendario. (22)
Un giudice federale dell’Ohio ha fermato la mano del
boia almeno fino al 15 agosto per consentire ad
autorità e tribunali di determinare se il nuovo
protocollo per l’iniezione killer soddisfi i dettami della
legge e della costituzione. Il nuovo protocollo, che
aumenta le dosi dei farmaci usati per mettere a morte
i condannati, è stato adottato ad aprile dopo che il 16
gennaio l’esecuzione di Dennis McGuire si era
trasformata in una dolorosa agonia di 25 minuti. (30)
---------------------------------------12. I dati sulla pena di morte (aggiornamento al 7 maggio 2014)
Sono 140 i paesi che hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica: 98 sono
abolizionisti per tutti i reati, 7 per reati eccezionali, in 35 non si registrano esecuzioni da almeno 10
anni oppure hanno assunto impegni a livello internazionale a non eseguire condanne a morte. I
paesi mantenitori sono 58, ma il numero dove le condanne a morte sono eseguite è molto più
basso.
Di seguito le condanne a morte eseguite nel 2013 e nel 2014 secondo i dati a disposizione di
Amnesty International (tenendo conto che in alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe
essere molto più elevato):
Anno 2014
Arabia Saudita
Autorità Naz. Palestinese
Bielorussia
Emirati Arabi Uniti
almeno 13
2 (Striscia di Gaza)
1
1
Iran
almeno 201 (di cui almeno sei minorenni al momento del reato e una
donna)
almeno 47
almeno 2
almeno 5
20
Iraq
Somalia
Taiwan
Usa
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No alla pena di morte
La newsletter del Coordinamento pena di morte
Amnesty International – Sezione Italiana
Hanno collaborato a questo numero:
Roberta Aiello, Oriana Bosso, Corrado Buttinelli, Roberto Decio, Gabriela ‘Ela’ Rotoli, Massimo
Persotti.
Per maggiori informazioni
contatta la redazione a questo indirizzo [email protected]
Per saperne di più sul nostro lavoro in difesa dei diritti umani
visita il sito www.amnesty.it
Questo numero è stato chiuso il 6 giugno 2014.
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