No alla pena di morte. Comunità Sant`Egidio

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No alla pena di morte. Comunità Sant`Egidio
No alla pena di morte. Comunità di Sant’Egidio
Per la Provincia di Lucca è importante essere qui oggi per testimoniare il suo supporto a “No justice without life” Cities for
life, la giornata internazionale delle “Città per la vita – Città contro la pena di morte” promossa dalla Comunità di Sant’Egidio,
alla quale aderiscono centinaia di città in tutto il mondo, e associazioni e movimenti.
Per la nostra amministrazione si tratta di un gesto che, oltre ad avere un forte valore etico, ha anche un profondo significato
storico.
La Toscana 222 anni fa, il 30 novembre del 1786, è stato il primo stato al mondo ad abolire la pena e la tortura, e Lucca ha
avuto nel giurista Francesco Carrara uno strenuo combattente nella battaglia civile contro il boia di stato.
“Città per la vita – Città contro la pena di morte” 2008 ricorre inoltre a meno di un anno di distanza [era il 17 dicembre 2007]
dalla risoluzione con la quale l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato [con 104 voti a favore, 54 contrari e 9
astenuti] la moratoria universale della pena di morte.
Un passaggio di portata storica, fortemente sostenuto dall’Italia, che ha segnato un punto a favore delle ragioni della vita e
della speranza, su quelle della morte. Un segnale importante lanciato alle coscienze di tutti gli uomini liberi del mondo.
Ma, per quanto significativo, soltanto un passaggio.
Perché l’obiettivo vero rimane quello di arrivare all’abolizione della pena capitale in tutti i Paesi del mondo.
Qualcosa, di molto più complicato e difficile, ma che non per questo non deve essere perseguito.
Molte volte, del resto, battaglie che sembravano impossibili sono state coronate dal successo.
Faccio parte di una generazione che ha avuto la fortuna di poter vedere realizzare alcuni grandi sogni.
Ho visto cadere la cortina di ferro e le superpotenze trovare il coraggio e la forza di instaurare un dialogo.
Ho visto l’apartheid abbattuto in Sudafrica, e un uomo come Nelson Mandela, 30 anni di carcere alle spalle, diventarne
presidente e prendere il Nobel per la pace.
Ho visto, io che ragazzino a scuola tante volte ho sentito leggere il discorso fatto da Martin Luther King a Washington, al
Lincoln Memorial, nell’agosto del 1963 – il famoso: I have a dream… – ho visto l’elezione del primo presidente
afroamericano nella storia degli Stati Uniti d’America.
Perché non dovrei pensare allora di poter vedere anche l’abolizione nel mondo della pena di morte?
Io voglio credere negli uomini. E voglio credere nella vita.
Sono cresciuto quando nel nostro Paese il terrorismo ammazzava ogni giorno.
Anni bui. Sergio Zavoli, nel ripercorre quelle vicende, ha parlato di “notte della Repubblica”.
Ho ancora il ricordo dei telegiornali di quegli anni: le immagini dei corpi degli ammazzati riversi lungo le strade, nelle
macchine, sulle scale.
Ebbene, se c’è una cosa di quel periodo che anche con il passare degli anni, come persona, come cittadino, come uomo
impegnato nelle vita pubblica, ritengo degna – e lo dico consapevole della ricorrenza dei 60 anni della nostra Costituzione e
dei 30 dall’affaire Moro – è stata la capacità mostrata dallo Stato di non venire meno ai valori profondi della Costituzione e di
non cedere a pressioni e sollecitazioni che sull’onda dell’indignazione avrebbero potuto portare anche al ripristino della pena
di morte.
Se il paese, pur con grande difficoltà, e passando da una legislazione speciale da molti punti di vista discutibile, seppe
ritrovare coesione e riprendere un cammino pienamente democratico, lo si è dovuto anche a questa capacità di tenuta etica.
Ad questa scelta di civiltà. Alla volontà politica e civile di testimoniare, nei fatti, le ragioni della vita.
In Toscana da più di 200 anni è stata abolita la pena di morte.
In Italia l’ultima pena capitale è avvenuta nel 1947.
Voglio credere che in un futuro non lontano potremo vivere in un mondo libero dalla pena di morte.
Un rapporto dell’Onu dice che a partire dal 1976, circa 4 paesi ogni anno hanno rinunciato all’uso della pena capitale.
Quest’anno, ad esempio, è accaduto in Uzbekistan e in Burundi.
La Provincia di Lucca ci crede, e considera l’impegno per l’abolizione della pena capitale una battaglia di civiltà.
Per questo, e per sottolineare il suo sostegno a “No justice without life” e sensibilizzare, anche attraverso un gesto simbolico,
la cittadinanza su questo tema, come già accaduto negli anni passati, illuminerà in queste sere, proprio qui a palazzo
Ducale, il monumento a Francesco Carrara.
La luce come segno di vita e di speranza.
La luce come simbolo della volontà di non arrendersi.
Grazie a Renny Cushing e Lisa Clark per la loro testimonianza.
Grazie alla Comunità di Sant’Egidio che proprio quest’anno festeggia i suoi 40 [nella nostra città è attiva dal 2001, il gruppo
si incontra nella chiesa di S. Andrea] spesi nell’impegno per la solidarietà verso gli ultimi e il dialogo fra i popoli.
Grazie a tutti voi per essere qui oggi.
Grazie per il vostro impegno.