Relazione Infermiere..

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Relazione Infermiere..
IL PAZIENTE
DIABETICO
RICOVERATO
Informazioni necessarie ad un infermiere
per poter gestire al meglio il paziente
diabetico ricoverato
Infermiere: Bravin, De Noni, Scarpel
Il diabete è condizione
frequente nelle
corsie ospedaliere.
A livello internazionale la prevalenza
del diabete negli adulti ospedalizzati
è stimata tra il 12 e il 25%.
Che cosa fare quando giunge
un paziente diabetico in
ospedale?
Quali strategie attuare per
migliorare la qualità di
assistenza erogata?
Ruolo dell’infermiere
1. L’ accettazione.
2. Gestione adeguata dell’esecuzione delle
procedure diagnostiche – terapeutiche.
3. La sorveglianza (terapia in atto, timing
terapia-pasto,accessibilità a cibi incongrui) ..
4. Fornire al paziente l’educazione necessaria e il
sostegno psicologico nel gestire la propria
condizione,almeno per quanto attiene agli aspetti
fondamentali.
5. La presa in carico pre-dimissione
(Educazione, addestramento)
D.M. 739/1994
L’assistenza infermieristica
preventiva, curativa, palliativa e
riabilitativa è di natura tecnica
relazionale educativa……
L’EDUCAZIONE TERAPEUTICA
Il ricovero non è il momento più idoneo
all’impostazione di un progamma
educativo sulla malattia diabetica.
Tuttavia, un intervento educativo su
alcuni aspetti essenziali, quali le
modalità di iniezione dell’insulina,
i principi dell’autocontrollo deve essere
fornito al diabetico prima della
dimissione.
LA TERAPIA INSULINICA
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…
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L'insulina ieri...
oggi.....
RACCOMANDAZIONI
CONTROLLARE SEMPRE L'ASPETTO DELL'INSULINA
-
l'insulina rapida (umana regolare o analogo rapido) e gli
analoghi lenti sono una soluzione che deve essere limpida ,
incolore, simile all'acqua
- le insuline ritardo umane (intermedia, premiscelate) e le
premiscelate con analogo e l'analogo protaminato, sono
sospensioni con un aspetto torbido e vanno ruotate tra i
palmi delle mani (flaconi o vanno ruoptate di 180°
(cartucce)
Regole generali
Ispezionare frequentemente i
flaconi e le cartucce di insulina.
Non usarle se questi:
- presentano residui galeggianti
- presentano particelle bianche
aderenti al fondo o ai lati che le
conferiscono un aspetto
“ghiacciato”
CONSERVAZIONE
DELL'INSULINA
CONFEZIONI NON INIZIATE: in frigo fino alla
data di scadenza
CONFEZIONI IN USO: 28- 30 giorni a temperatura
ambiente
- non esporre alla luce
- non congelare e non riscaldare
- mai a temperature di 30-40 gradi per più di 24 ore
- fredda: dolore, lento assorbimento, difficoltà a
miscelare le sospensioni
- calda:alterazioni della struutura, rapido assorbimento
Sedi di iniezione
Le principali zone di iniezione sono:
Addome
Coscia
Braccia
Glutei
La velocità di assorbimento varia a seconda della zona.
Addome > Braccia > Glutei/cosce
Perché viene preferito
l’addome?
•
Per la presenza abbondante di tessuto
sottocutaneo e minor rischio di andare nel
muscolo.
•
Facile tecnica del pizzico (quando è necessario).
•
Assorbimento rapido.
•
Somministrare l’insulina 2 – 3 dita lontano
dall’ombellico, ruotando le sedi di iniezione
LA PLICA
•
•
E’ un sistema facile ed efficace per assicurare una
iniezione S.C.
E’ importante insegnare al paziente la giusta
tecnica (2/3 dita)
•
E’ impossibile fare la plica nelle braccia
nell’autosomministrazione
•
E’ essenziale eseguirla quando la distanza tra cute
e muscolo è inferiore alla lunghezza dell’ago.
GLI INIETTORI
CARATTERISTICHE
Facilità d'uso
Resistenza e leggerezza
Facilità di lettura del dosaggio
Maggior precisione della dose iniettata
Ideali per chi viaggia
GLI INIETTORI MONOUSO
ANCHE IN OSPEDALE
ATTENZIONE!
L'USO DELLA PENNA è
STRETTAMENTE INDIVIDUALE
La tecnologia degli aghi
La geometria della punta e’ progettata per minimizzare
i traumi del tessuto.
Con la riduzione del diametro esterno
non si
è avuta una riduzione proporzionale
del diametro interno per:
- mantenere un accettabile flusso
medio iniettabile
-mantenere una accettabile forza
di iniezione
=
spessore ridotto delle pareti
dell’ago.
Gli aghi vengono lubrificati in modo da penetrare nella
pelle riducendo al minimo il dolore.
Cosa accade quando gli aghi per
insulina vengono riutilizzati?
Ago Nuovo
Ago usato 1 volta
Ago usato 2 volte Ago usato 3 volte
Perdita di sterilità
Ostruzione da cristalli
Effetto uncino
Perdita di siliconatura
Passaggio d’aria (penna)
Ago usato 4 volte
GLI AGHI PIU' USATI A
DOMICILIO
4 mm
5 mm
8 mm
Lo spessore medio della cute è di
mm 2.02, qualunque sia l’età, il BMI e
l’origine etnica
L’iniezione deve attraversare questo
spessore per raggiungere il tessuto SC
L’obbiettivo è di attraversare la cute
senza andare troppo in profondità e
rischiare l’iniezione nel muscolo
L’assorbimento dell’insulina nel SC è
indipendente dalla profondità dell’iniezione*
Pelle
(cute)
Ago corto
Ago standard
SC
(sottocute)
Ago lungo
Muscolo
L'ago per uso ospedaliero
Dispositivi di prossimo utilizzo
La nuova normativa Europea 2012/32/UE è
solo perentoria nell'uso dei presidi
protetti,
ma ATTENZIONE : è dal 1994 (legge 626)
che
E' VIETATA LA MANOVRA DEL
REINCAPPUCCIAMENTO
ATTENZIONE !
L'AGO VA SOSTITUITO AD OGNI
INIEZIONE !
COS’È LA LIPODISTROFIA DA INSULINA?
Una particolare distruzione del grasso
sottocutaneo che si caratterizza in
avallamenti della cute e può interessare
la stessa muscolatura, atrofizzandola.
LIPODISTROFIE
Presenti nel 50% degli insulino trattati (70%
pediatrici)
Iniettare nelle lipodistrofie provoca un assorbimento
imprevedibile con controllo glicemico variabile
Cambiare sito, da uno ipertrofico ad uno normale porta
ad un netto miglioramento del controllo metabolico
( riduzione della dose di insulina)
Fattori determinanti:
Durata della terapia insulinica
Riutilizzo degli aghi
No corretta rotazione
Uso di una ridotta area di iniezione
Il gauge degli aghi non è determinante
lipoipertrofia
lipoipertrofia
RISCHI DELLA “LIPO”
I noduli sono sfiguranti, riducono l’autostima ed hanno
altri impatti psicologici negativi.
L’insulina iniettata nei noduli ha tempi di assorbimento
lenti, erratici e parte della dose non viene utilizzata.
Il paziente tende ad iniettare nel nodulo in quanto
meno sensibile al dolore.
Quando i pazienti con noduli iniettano in siti senza
noduli, la dose deve essere ridotta, a volte anche del
50%.
Non esiste il rischio che prima o poi possano evolvere
in tumori
IPOGLICEMIA
Valore di glicemia < 70
mg/dl
50 mg/dl
20 : 01
M
9.10
SINTOMI:
SINTOMI ADRENERGICI
più precoci
(per attivazione della controregolazione)
SINTOMI NEUROGLICOPENICI
più tardivi
(per carenza di glucosio al SNC)
SINTOMI ADRENERGICI
SINTOMI
Sudorazione
Nausea
Tremore
Fame
Tachicardia
Irritabilità
SINTOMI NEUROGLICOPENICI
SINTOMI
Stanchezza
Visione offuscata
Difficoltà di
concentrazione
NEI CASI PIU’ GRAVI
COMA IPOGLICEMICO
Cefalea
Formicolii
CAUSE DI IPOGLICEMIA
ASSUNZIONE DI ALCOOL
A STOMACO VUOTO
ASSENZA DI CARBOIDRATI
NEI PASTI
CAUSE DI IPOGLICEMIA
ECCESSIVA DOSE DI
INSULINA
O DI ANTIDIABETICI ORALI
ATTIVITA’ FISICA
(senza aver ridotto l’insulina
o aver aumentato
l’assunzione di carboidrati)
TERAPIA DELL’IPOGLICEMIA
CON ZUCCHERI SEMPLICI
QU AN TO Z U C C H E R O?
- 3 bustine/zollette di zucchero
- ½ lattina di coca-cola/aranciata
15 grammi
- 1 brick di succo di frutta
- the zuccherato con 3 cucchiaini
- 3 caramelle di zucchero
Perché non è corretto trattare
le ipoglicemie mangiando un
dolce?
Perché i dolci/gelati/biscotti/cioccolata
contengono, oltre agli zuccheri,
anche molti grassi che rallentano
l’assorbimento degli zuccheri
e quindi rallentano la risoluzione
dell’ipoglicemia
Paziente non collaborante ospedalizzato
(non in grado di assumere alimenti/bevande)
Somministrare glucosio 25 gr e.v.
ovvero
75 cc glucosata 33% in bolo
Proseguire con infusione di glucosata al 10%
finche' il paziente non e' cosciente e
collaborante.
Paziente non collaborante a domicilio
Iniezione di GLUCAGONE intramuscolo
DOPO 20-30 MINUTI DALLA CORREZIONE
DELL’IPOGLICEMIA RICONTROLLARE LA GLICEMIA
SE PERSISTE
L’IPOGLICEMIA
RIPETERE LO
120 mg/dl
20 : 01
M
9.10
SCHEMA
DI CORREZIONE
È FONDAMENTALE DIRE
AL PAZIENTE
i sintomi dell'ipoglicemia (affinché egli
possa facilmente riconoscerla)
•
i metodi a disposizione per risolvere tale
crisi ipoglicemica (zucchero)
•
50
CRITICITA’
L’educazione/addestramento del paziente:
richiede tempo e fatica sottraendo tempo
ad altre attività e non sempre e'
riconosciuta.
Non tutti gli infermieri possono eseguire
l’addestramento perchè richiede una
specifica preparazione per
educare/addestrare il paziente durante il
ricovero ad essere autonomo al momento
della dimissione.
Dimissioni non programmate
•
•
TRAINING EDUCATIVO:
•
Integrazioni dei vari elementi della cura:
terapia, dieta, attività fisica
Tecnica di iniezione insulina, sua
conservazione e siti iniezione
•
•
Autocontrollo glicemico
Ipoglicemia:cura e prevenzione (uso del
Glucagone)
•
L'approccio con il paziente deve essere
finalizzato a:
•
fornire informazioni essenziali
•
motivare la somministrazione di insulina
•
fornire rassicurazione e sostegno
•
far superare la paura dell'iniezione
•
far comprendere gli effetti indesiderati
della somministrazione
Obiettivo Infermieristico
54
PROPOSTA
Attivazione di consulenza
infermieristica per
l’educazione/addestramento del
paziente diabetico e dei suoi
famigliari al momento della
dimissione
Il materiale didattico sara' disponibile dal
5/11/2012
a questo indirizzo elettronico:
http://files.ulss7.it/formazione/corso_diabeticoricoverato
Grazie a tutti !!