More - Contrada della Selva

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More - Contrada della Selva
S E LVA L T A
PERIODICO DELLA CONTRADA DELLA SELVA
n. 01/2015
SELVALTA
• SOMMARIO
Due parole con il nuovo Onorando..................2
Uniti verso il bandierino.....................................4
Società: novità e nuove idee...............................7
Life...in Flat Valley...............................................9
Un cantiere sempre aperto...............................15
ONORANZE
MARIA S.S. ASSUNTA IN CIELO
PATRONA DELLA CONTRADA
VENERDÌ 15 AGOSTO 2015
ore 11.30 - Santa Messa in Onore di Maria
S.S. Assunta in Cielo
e in suffragio dei Selvaioli defunti
ore 16.00 - Offerta del cero votivo
alla Madonna Assunta in Duomo
ore 16.45 - Battesimo Contradaiolo
VENERDI 21 AGOSTO 2015
ore 17.30 - Serata per i Piccoli Selvaioli
ore 20,00 - Iniziazione Selvaiola
La prima volta.....................................................17
DonVi ultimo atto...o quasi!.............................19
Per i nostri giovani.............................................20
Tradizioni e valori.............................................22
Heros.....................................................................24
In ricordo di Maurizio, Ilda, Andrea.............29
La vita è bella......................................................32
In copertina
Stemma cucito su una gualdrappa da cavallo
dei primi dell'800
SABATO 22 AGOSTO 2015
ore 10.00 - Deposizione dei fiori ai cimiteri
ore 16.00 - Partenza della Comparsa
dei Piccoli Selvaioli per il giro nel territorio
ore 20.15 - Ricevimento della Signoria
alla Costarella dei Barbieri
ore 20.30 - Solenne Mattutino
nella Chiesa di San Sebastiano Martire
ore 21.30 - Cena e intrattenimenti
nelle strade del Rione
DOMENICA 23 AGOSTO 2015
ore 08.00 - Partenza della Comparsa
per le onoranze alle Consorelle ed Enti
ore 18.45 - Ritrovo con la Comparsa
alla Lizza per il rientro in Contrada
ore 20.30 - Cena di chiusura del Giro
GIOVEDÌ 27 AGOSTO 2015
ore 20.30 - Inaugurazione
XLII Sagra del Braciere
1
REDAZIONALE
INSIEME E VINCENTI
di Leonardo Terzani Scala
L
a Dea Bendata
forza che spesso riesce in imprese inenar-
ci ha regalato
rabili ed impossibili.
la
possibilità
Allora cosa aspettiamo? Congiungiamoci
di correre il quarto
idealmente con gli altri e creiamo questa
palio consecutivo e
unità che ci assicuri un futuro pieno di fe-
soprattutto senza farci soffrire un granché.
licità e successi.
Alla prima delle chiarine in molti non ci
Qualcuno potrebbe comunque obbiettare
credevamo ma quando il suono si è udito
che i simpatici invecchiano ma gli antipa-
per la seconda volta dentro ad ognuno di
tici non muoiono mai e che è difficile con-
noi è venuto spontaneo dire… Selva!
vivere con chi non ti trovi a tuo agio.
E così è stato.
Dire le cose non è come farle e… "perché
Grande la felicità di tutti noi, del nostro
proprio io dovrei fare il primo passo? Per-
Capitano e dei suoi collaboratori mentre
ché proprio io dovrei fraternizzare?"
nell’euforia generale è stato avvistato an-
La risposta non è né ovvia né banale ma
che l’Onorando urlante e con le braccia al
esiste e deve essere ben presente den-
cielo. Ma scusate… ma a noi non ci viene
tro ognuno di noi. Tutti insieme bisogna
mai a noia? A nessuno piacerebbe uno sfi-
guardare al "bene comune". Il bene per la
latino di palii visti da turisti? In ferie?
nostra contrada deve poter superare sim-
Evidentemente no. A nessuno!
patie, antipatie e incomprensioni.
Siamo una contrada che abbiamo nel no-
Se ci concentriamo su questo passag-
stro dna questo… il palio… correre il più
gio sicuramente la contrada ne trarrà un
possibile e possibilmente vincerlo.
grande vantaggio e magari ne potremmo
Infatti in questo numero troverete un Pri-
godere i frutti in tempi brevi.
ore ed un Capitano assetati di carriere,
Meditiamo gente… meditiamo.
storie antiche di palii e riflessioni varie
sempre su questo argomento allietanti
e molto istruttive. A tal proposito sorge
spontaneo un dato: quando siamo stati
uniti siamo stati “sempre” vincenti.
L’unione fa la forza e questo non solo a
chiacchiere. La nostra storia ci insegna
che, per pochi che siamo, quando remiamo tutti insieme siamo una sola grande
2
PRIORE
DUE PAROLE CON IL NUOVO ONORANDO
La Redazione
D
urante una magnifica serata di
metà maggio e in un contesto
spettacolare, com’è il nostro Vi-
colo delle Carrozze, la redazione è andata a
scovare il nuovo Onorando Stefano Marini.
Intento a gustare un bel pezzo di costoleccio alla brace deliziosamente preparato alla prima “Cena dell’Orto” outdoor
dell’annata, il nostro Priore ci ha accolti offrendoci un bicchiere di rosso con il
quale abbiamo cominciato a parlare e a
È vero che sei già stato Vicario genera-
ricordare: “Ti ricordi quando…?!”. In ef-
le, ma essere in cima alla scala delle re-
fetti Stefano, seppur ancora giovanissimo,
sponsabilità che stato d’animo ti dà?
di storie di contrada da raccontare ne ha
Orgoglio e soddisfazione innanzitutto, ol-
molte, attento come è sempre stato all’an-
tre che un forte impegno e dedizione di
damento socio-politico-educativo e stori-
tempo.
co del nostro rione. E il Palio? Con il co-
In effetti oggi fare il Priore di una con-
gnome che porta verrebbe subito da col-
trada richiede un grande dispendio di
legarlo con il babbo Roberto, eroe di mille
tempo: te come ti sei organizzato?
battaglie, trionfatore, da capitano, di ben
Inizialmente sono rimasto un po’ frastor-
quattro palii e vanto di tutti noi. Invece
nato da tutti gli impegni che immediata-
no… Stefano non si è mai voluto dedicare
mente ti arrivano addosso quasi a intimo-
all’”aspetto” Palio preferendo da sempre il
rirti, poi ho preso le misure e, anche se a
lato più dirigenziale, istituzionale e storico
me non piace troppo delegare, ho iniziato
della Contrada. Ha rivestito mille incari-
a utilizzare il lavoro dei miei vicari, con i
chi, dai piccoli alla solidarietà, ufficiali e
quali abbiamo creato un gruppo di forte
non, ed è da sempre stato un punto di rife-
intesa, coeso e ben assortito… anche se a
rimento per tutti per la sua capacità, one-
me piace sempre essere presente.
stà e obbiettività. Per questo la contrada
Qual è il tuo motto?
lo ha voluto al timone, quasi all’unanimità,
Tutti insieme.
vedendo in lui un contradaiolo giovane ma
A me piace che la contrada conosca tutto
con radici che affondano nella conoscenza
ciò che facciamo, ovviamente dapprima
di contrada e nelle sue tradizioni.
nel consiglio di seggio, poi nel seggio e
3
PRIORE
nell’assemblea. Questi sono gli organismi
Memoria.
chiamati a decidere sulle nostre proble-
Non dobbiamo mai scordarci che senza
matiche. Tutto mi potranno dire ma non
questa consapevolezza nulla ha senso di
che non ho informato la contrada su come
ciò che facciamo in contrada.
stanno realmente le cose.
Mi preme ricordare l’iniziativa che, nata
Dai molta importanza al Seggio come
spontaneamente dal basso, dà l’idea di ciò
aiuto e consiglio?
che a me piace vedere e fare.
Ritengo da sempre che ci debba essere
Poco tempo fa, un bel gruppo di contrada-
uno sforzo da parte di tutti, da parte mia
ioli ha dedicato una domenica mattina a ri-
nel cercare di essere imparziale e di sin-
pulire il Vicolo delle Carrozze dalle scritte
tetizzare il pensiero generale, da parte del
sui muri, sulle porte e sulle targhe: l’inizia-
seggio per partecipare attivamente e cer-
tiva, oltre a essere stata un bel momento di
care di dare sempre il proprio contributo,
aggregazione, ha chiarito quale sia il vero
anche fuori dalle argomentazioni di setto-
senso dell’autogestione; all’insegna dei va-
re. Credo nel confronto e lo vorrei a tutti i
lori autentici, quelli terra terra, quelli legati
livelli. A tal proposito invito tutti i selvaioli
alla memoria e al territorio.
che lo desiderino ad esporre i propri dubbi
Vorrei più intraprendenza da alcuni settori
e problemi in assemblea o direttamente al
della contrada e come già detto sono a di-
sottoscritto.
sposizione di tutti.
Quali sono le priorità nel tuo mandato?
Solidarietà è una parola che mi investe
Voglio proseguire la strada tracciata dal
ormai da alcuni anni: credo che il grande
mio predecessore Francesco Rinaldi e cioè
rapporto che si è creato tra contrade stia
riscoprire i valori fondamentali della Con-
portando grandi frutti e credo che in futu-
trada. Essenzialmente significa stare insie-
ro si possa fare ancora di meglio.
me in letizia quando le cose vanno bene e
Su questo tema prendo ad esempio il
darsi una mano quando ce n’è la necessità.
“pranzo co’ nonni” sotto il tartarugone,
Per fare un esempio, partecipare alla cena
organizzato ogni anno dal Bruco d’intesa
di stasera (la cena dell’orto ogni giovedì,
con quasi tutte le consorelle. Invito tutti a
ndr) per parlare e socializzare in piena
parteciparvi o a dare una mano per vede-
tranquillità, come invece dare o chiedere
re quanto sia atteso questo appuntamento
aiuto alla commissione solidarietà.
dagli anziani della città e quanto possa es-
Dicci la parola che è più importante per
sere potente la collaborazione tra contra-
te in contrada.
daioli senza distinzione di fazzoletto.
4
CAPITANO
UNITI VERSO IL BANDIERINO
di Gianluca Targetti
L'
inverno, l'autunno e la primavera ormai sono passati e con
loro tutta una serie di avveni-
menti che hanno caratterizzato la nostra Contrada.
Partiamo dalle elezioni per il rinnovo
del Seggio Direttivo e del Consiglio di
Società per i prossimi due anni.
Mi sento di ringraziare sentitamente il
Priore uscente Francesco Rinaldi per
il rapporto sincero e trasparente che
abbiamo avuto e tutti i componenti del
consesso per la vicinanza, collaborazione e la fiducia dimostrata.
La stessa cosa vale per il cuore pulsante di ogni Contrada, cioè la Società: a
Giulio Valenti e ai suoi preziosi collaboratori un sincero ringraziamento.
Un doveroso grazie anche ai membri
della Commissione Elettorale per il lavoro svolto con serietà, dedizione e alto
cio al nuovo Priore Stefano Marini e a
tutto il Seggio, a Lorenzo Lorè, al suo
gruppo di lavoro e al Collegio dei Maggiorenti.
La Contrada ha dimostrato di essere
senso di responsabilità.
matura per un cambio generazionale, i
Mese dopo mese, siamo così arrivati
giovani devono essere il futuro di tutti
alle porte di una nuova estate.
noi, confrontandosi costantemente con
I ricordi saranno conservati gelosa-
le persone più anziane e di esperien-
mente in un cassetto perché adesso
za in modo che la memoria e la storia
dobbiamo necessariamente concentra-
restino sempre vivi e presenti dentro
re le nostre energie al presente ma so-
ognuno di noi.
prattutto al futuro.
Ma veniamo al Palio: lo Staff, come tut-
Inizio con un forte e intenso abbrac-
ti sappiamo, si è rinnovato, i Tenenti
5
CAPITANO
Stefano Bernini e Alessandro Bartali
l'obiettivo ci vuole, come si dice sem-
hanno lasciato il posto ad Alessandro
pre, la fortuna, ma talvolta da sola non
Giorgi e Mattia Ciani (oltre al confer-
basta.
mato Simone Bartoli); il Barbaresco
La serietà, le parole mantenute, la co-
Niccolò Rovai, non potendo proseguire
stanza, l'impegno, il rispetto, la credi-
per motivi personali l'avventura nella
bilità e la determinazione sono ingre-
stalla, ha fatto sì che Alessandro Bar-
dienti fondamentali per lavorare sere-
tali potesse entrare nuovamente nel
namente e quotidianamente, per tes-
ruolo già ricoperto in passato. Paolo
Fontana e Luca Guerrini sono di nuovo
nel Vicolo delle Carrozze con l'entusiasmo e la voglia di sempre (oltre a Niccolò Brocchi e Tommaso Furielli).
Guido Cini, uno degli angeli custodi
del fantino, è stato sostituito da Giacomo Brogi così come Michele Anatrini è
subentrato a Mattia Ciani, loro vanno
ad aggiungersi a Fabrizio Macucci.
A tutti quanti un ringraziamento di
cuore: a coloro che non sono più nello Staff, per il fattivo e prezioso lavoro
svolto sempre nella massima sintonia e
condivisione, a coloro che continuano
il viaggio al mio fianco, per l'impegno,
la dedizione e tutto quello che faremo
per riportare il Cencio in Vallepiatta.
In due anni, correndo tre Palii consecutivamente, mi sento di aver acquisito sicurezza, tranquillità e soprattutto
la consapevolezza che per raggiungere
sere una tela di rapporti che alla fine
sono sicuro ci ripagheranno con una
splendida vittoria.
Non a caso le fondamenta del Palio
della Selva costruite negli anni scorsi sono sempre più rinforzate grazie
6
CAPITANO
all'intensificarsi dei legami già in essere e all'apertura di nuove strade che,
percorrendole, abbiamo percepito essere importanti tasselli aggiunti alla
costruzione di un "puzzle" chiamato
vittoria.
Non mi riferisco solo ai fantini, sarebbe banale, ma a tutto ciò che ruota in-
trifora del Palazzo Pubblico al primo
torno alla nostra Festa: situazioni, per-
piano, quello che conta, quindi a luglio
sone, dettagli, talvolta anche sfumatu-
si corre! È il momento di essere uniti,
re, che in un primo momento poteva-
la sorte ci ha voluto bene e noi dobbia-
no sembrare irrilevanti ma che con il
mo sfruttare quest’occasione coesi e
passare del tempo si sono dimostrate
determinati più che mai.
di notevole importanza per capire e,
In fondo due sono meglio di uno, invito
successivamente aprire delle porte a
quindi il Popolo di Vallepiatta a strin-
noi chiuse fino a ora, dove all'interno
gersi con fiducia ed entusiasmo intorno
abbiamo trovato "giochi" interessanti e
alla dirigenza per iniziare una nuova
circostanze favorevoli.
appassionante avventura che termine-
In fondo il Palio è una giostra, con re-
rà il 2 luglio sera primi al bandierino.
gole scritte (poche) e non (molte), dove
Questo è l’augurio di cuore che voglio
quasi tutto è ammesso per arrivare
fare a tutti noi perché sono convinto
alla vittoria, quindi cervello sempre
che la contrada si meriti una nuova vit-
acceso, orecchie alzate e occhi da ogni
toria. Attendiamo l’assegnazione del
parte per essere concentrati a capire
cavallo con tranquillità ma consape-
qualsiasi minimo movimento in ogni
voli del lavoro che abbiamo fatto e che
settore.
faremo nei giorni a venire.
Per il momento nel “settore fortuna”
Abbiamo in testa solo una frase, il no-
qualcosa di fondamentale si è mosso:
stro motto: Prima Selvalta in Campo.
domenica 31 maggio la bandiera del
Oggi e per sempre.
Selvone sventolava nuovamente alla
Un abbraccio.
7
SOCIETÀ
SOCIETÀ: NOVITÀ E NUOVE IDEE
di Giulia Nardi
C
on l’arrivo del 2015 è iniziato un
con Monica, Martina, Fiorella e Gabriele.
nuovo biennio anche per la So-
La Società della Contrada della Selva,
cietà “Rinoceronte” con Loren-
quindi, si rinnova nella continuità. Facen-
zo Loré come Presidente che, insieme ai
do tesoro dell’esperienza accumulata negli
Vice, Stefania, Beatrice e Guido, ha subi-
anni da Giulio e dai suoi collaboratori, il
to cercato di formare un buona squadra
nuovo Consiglio intende portare una ven-
di lavoro e un nutrito gruppo esterno per
tata di freschezza e di cambiamento.
dar vita - con spirito di condivisione e con
Sin dai primi incontri è emersa, infatti, la
grande passione - a tutte le idee, ai proget-
volontà di sistemare - dove possibile - i lo-
ti e alle novità che via via si presenteranno
cali e di organizzare eventi per tutti i sel-
nel corso dei due anni: tante le conferme,
vaioli, dai giovanissimi agli over, sempre
da Simone a Cinzia, e poi Beppe, Peo, Bizio
tenendo ben presente lo spirito di convi-
e Mariolo, ma parecchi anche i nuovi in-
vialità, divertimento e appartenenza utile
gressi Giacomo, Giulia, Mario e Pomella,
a mantenere saldi quei rapporti di amici-
8
SOCIETÀ
zia, rispetto e collaborazione che costituiscono l’essenza stessa della Contrada.
E allora, tra una chiacchiera e l’altra, con
l’entusiasmo del nuovo consiglio, con tanta voglia di fare e con l’aiuto economico
della Contrada e il benestare del Vicario
all’amministrazione sono state pulite le
cucine, è stata posizionata una splendida
cella frigo, due frigoriferi e un congelatore, un abbattitore, una cappa e un sistema
per il sottovuoto.
Nel bel mezzo di tutti questi lavori sono
state organizzate la cena sociale, la cena
degli uomini e la cena delle donne. Tutte
con sorpresa e divertimento per tutti.
con enorme partecipazione e - diremmo
Sulla scia di questi risultati e sempre in-
anche - con gradito successo, visti i sorrisi
tenzionati a far partecipare i selvaioli alla
e gli apprezzamenti ricevuti da coloro che
vita della Società è stata proposta una rin-
sono intervenuti; si sono visti balli scate-
novata festa della birra.
nati e lenti romantici, scoppi di palloncini
Grande successo delle due serate in Vallepiatta, una dedicata ai selvaioli più grandicelli e una ai giovani, in entrambi i casi
è stato difficile far terminare i balli e staccare gli interruttori per la musica nei tempi richiesti.
Ma siamo solo all’inizio! In programma ci
sono già tante altre attività: ancora pulizie
e sgomberi, oltre a iniziative e nuovi appuntamenti per accompagnare tutti i selvaioli alla prossima stagione paliesca che
- siamo certi - ci vedrà ancora una volta
protagonisti.
Vi aspettiamo numerosi!
Viva la Selva!
RUBRICA
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LIFE... IN FLAT VALLEY
MI RITORNI IN MENTE - DODICESIMA PUNTATA
di Alessandro Ferrini
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Q
uando, due anni or sono, avevo accennato, nell’ambito della
decima puntata della consueta
rubrica “Mi ritorni in mente”, all’immagine di Nevio Bardelli immortalato,
in posa statuaria, sulla copertina della
storica rivista americana LIFE, ignoravo
del tutto cosa si celasse nel retroscena di
quella singola immagine. Devo alla cortese e puntuale segnalazione del chiocciolino Nicola, della grande stirpe dei
Peccianti, la piacevole scoperta di uno
splendido servizio fotografico avente
come ambientazione il set di una luminosa Piazzetta della Selva, in preparazione della carriera del 16 agosto 1946.
RUBRICA
L’autore di queste radiose istantanee è
uno fra i più prestigiosi e storici fotografi di Life: Walter Sanders. Nato in
Germania, l’abbandonò nel 1933 quando Hitler salì al potere (e dopo che le SS
lo avevano indagato per attività “non
ariane”). Nel 1937 approdò negli States
e l’anno seguente iniziò la sua collaborazione (fino al 1961) con il “magazine”
americano. Dopo la fine della guerra fa
ritorno in Europa per una serie di reportage, uno dei quali è proprio quello che
lo fa approdare nella nostra contrada
(il titolo del lungo servizio era “The Renaissance Man”, pubblicato nell’edizione
del 3 marzo 1947). Morirà nella sua casa
di Monaco, in Baviera. Quello che Sanders immortala è un rione che sta lentamente risanando le profonde ferite di
una guerra dolorosa. Emblematica, in
questo senso, l’immagine di un militare
francese, evidentemente ancora di stanza nella nostra città, che prova a rullare
il tamburo sotto lo sguardo, fra il divertito e il sardonico, di Ademo Ceccarelli,
babbo di Paolino. Meno fortunato di lui,
narrano le cronache orali tramandateci, fu un turista americano che assaggiò
le mazze del nostro, però direttamente
sulla propria testa. Molto più tenera, invece, è la testimonianza visiva di come
il padre trasmetta al figlio l’arte del tamburino (Ademo e Paolo, per l’appunto),
mentre, accanto a loro, s’intravede, figurante del “popolaccio”, Franco Vannucci,
RUBRICA
in arte Dumbo. Imponenti e marziali, ai
piedi del Vicolo di San Girolamo (sgombro dai consueti ponteggi che normalmente lo nascondono), appaiono Piero
Memmi e Giorgio Sani, coppia di alfieri
11
allora appena formatasi e che ritroviamo, poi, esibirsi nella classica sbandierata in Piazza del Duomo.
Curiosa, altresì, la posa di Aldo Bandini, che, cicca in bocca, sta provando un
12
apparecchio fotografico (sicuramente
uno degli strumenti di lavoro di Sanders): dalla sua espressione sembra proprio che non abbia mai visto niente di
RUBRICA
simile. Che dire poi della posa altera di
Mario Cavion, che indossa, orgoglioso,
la bellissima montura da figurin maggiore, quella primigenia del 1928? Sia il
Bandini che Mario li rivediamo, successivamente, al centro di Piazzetta della
Selva, in un gruppo variopinto: gli altri
figuranti sono Osvaldo Belli (dalle belle
idee) e Sergio Cavion.
Per l’ultimo personaggio azzardiamo, con
beneficio d’inventario, Aldo Zazzeroni.
Sono affascinanti le due immagini della vestizione della comparsa (si riconosce fra gli altri, Fernando Radicchi) nelle
vecchie stanze del museo (nel luogo in
cui oggi si conservano gli arredi sacri).
In un armadio s’intravedono le (allora
esistenti, ahimè…) monture del 1904.
Dalla tribunetta dell’organo possiamo
ammirare un’ampia panoramica della
benedizione del cavallo (termine, evidentemente, un po’ generoso nei confronti del baio scuro Timo, uno dei tanti
quadrupedi usi a frequentare, in quegli
anni, la nostra stalla: nomi da dimenti-
RUBRICA
13
14
care come Gioioso, Fato, Topo, Farfalla e
“brenneria” cantante) e di Tripoli Torrini detto Tripolino (recentemente scomparso in età centenaria), alla sua seconda presenza con i nostri colori dopo la
dolorosa (in tutti i sensi) esperienza della carriera dell’agosto 1939 (passato alla
storia come il Palio di Mendia), dove, in
una grande accoppiata con Folco, sbattè
in un muro. Di gomma? No, di nerbate.
L’ultima immagine che vi proponiamo
lo vede, appunto, in sella al soprallasso
durante il corteo storico, accanto ad una
svettante torre del Mangia.
E qui, per il momento, si termina, ma ripartendo immediatamente alla ricerca
di nuove/vecchie immagini che, come
queste di settanta anni fa, sappiano ancora emozionarci.
Alla prossima!
RUBRICA
15
FESTE E BANCHETTI
UN CANTIERE SEMPRE APERTO
di Giulio Valenti
oglio iniziare con un bentorna-
V
Castagne e il Banchetto il discorso è ben
to al Selvalta da parte di tutta la
diverso.
commissione “Feste e Banchetti”,
I nostri incontri si sono concentrati so-
la cui gestione per i prossimi due anni è
prattutto in chiave Sagra del Braciere, de-
affidata a Michela Rossi, Selvaiola tuttofa-
cisi e convinti a dare un’ aggiustatina alla
re a 360°, Francesca Bartali, il cognome vi
formula usata gli scorsi anni.
dice già tutto, Antonio del Bravo e Giulio
Iniziamo con il periodo: l'inizio è fissato
Valenti entrati di diritto, dopo i quattro
per giovedì 27 agosto per terminare il sa-
anni di società spalla a spalla, a far parte
bato successivo ovvero il 5 settembre.
delle coppie famose: un gruppo eteroge-
Un giorno in più perché l’esperienza e la
neo, preparato e ben determinato già dal-
convinzione nei nostri mezzi non ci man-
le prime riunioni fatte.
ca, siamo affiancati da un gruppo coeso,
Anche se il tempo è dalla nostra parte,
ma soprattutto perché ci siamo posti l’o-
abbiamo voluto fin da subito stabilire dei
biettivo di dare ancora più qualità alla ma-
punti fermi a livello organizzativo.
nifestazione, accontentando sia i giovani
Infatti, se per le cene “propiziatrici” è tutto
che i meno giovani.
in mano alla Dea Bendata, per la Sagra, le
Sarà una Sagra alla vecchia maniera dove
16
FESTE E BANCHETTI
la BRACE (rigorosamente in maiuscolo)
sione vi anticipo le date della “Castagna in
si potrà gustare al ristorante in terrazza,
Carrozza”: 13, 14 e 15 novembre, piccola
mentre l’osteria - almeno per i primi 3/4
ridimensionata rispetto allo scorso anno.
giorni - verrà divisa tra il giardino nord
L’idea è quella di articolare questi tre gior-
(allestito per i "bordelli" con una sorta di
ni con la stessa semplicità con cui qualche
disco-osteria) e Vallepiatta proprio per
anno fa nacque la "Castagna in Carrozza"
dare spazio anche a chi vuole un po’ di
grazie alle nostre donne.
tranquillità sorseggiando un rum “bono”
Dulcis in fundo il banchetto annuale.
e godendosi il rione.
Per ora ce la prendiamo comoda, l’unica
Comunque siamo ancora un cantiere aper-
cosa certa è che i locali della società per
to, ci sono tante, tantissime idee… dobbia-
quest’anno sono banditi (per la felicità del
mo solo riorganizzarle… fidatevi!
presidente!).
Anche dal punto di vista estetico la Sagra
Sperando nei mesi estivi di poter entrare
subirà qualche ritocchino, i nostri artisti
in qualche altra commissione tipo "addob-
sono già a lavoro, di più non vi dico…
bo" o "cena della vittoria", mi congedo al
Continuando con le notizie dalla commis-
grido di W il SELVONE.
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DONATORI DI SANGUE
LA PRIMA VOLTA
di Duccio Mocenni
C
ome dicono le persone anziane,
sicuro che abbia capito bene.
c'è sempre una prima volta, o an-
Inizi a riempire il questionario e, oltre al
cora la prima volta non si scorda
sonno per l'alzataccia, anche lo stomaco fa
mai e voi, maliziosi come siete, avete subi-
strani suoni, (e qui ripensi "ma chi me l'ha
to pensato a...!
fatto fare...!")
No, niente di tutto questo, niente sesso, qui
All'improvviso senti una voce femminile
si parla della prima Donazione di Sangue.
che chiama il tuo nome, ti guarda, ti sor-
L'idea di andare all'ospedale, il fatto di far-
ride e subito pensi "O che cavolo avrà da
si "bucare", la paura, l'ansia, e uno che tra
ride' questa? E c'è da ride sì ora...".
sè dice... "ma chi me lo fa fare?"
Ti fa accomodare nel lettino e scopri che
Questi sono i pensieri che regolarmente
il sorriso e la gentilezza non hanno un se-
passano per la testa dei nuovi donatori e
condo fine, qui sono gentili e professiona-
rallentano non di poco la fatidica "prima
li, tutti, cosa strana al giorno d'oggi, ma è
volta".
così.
Quando deicidi di andare a donare, pre-
Ti coccolano, ti chiedono in continuazione
so dall'emozione e anche da un po' di fifa,
se hai bisogno di qualcosa e dentro di te
ti rechi di buon'ora al centro emotrasfu-
pensi "Sono all'ospedale o in una clinica
sionale (guarda a che ore mi hanno fatto
extra lusso americana?"
alzare...).
Sdraiato e comodo, assorto nei tuoi pen-
Primo passo è prendere il numerino (o che
sieri vieni invitato ad alzarti.
siamo alla coop?!), poi ti siedi e aspetti che
"Come?" ti domandi "Già fatto?".
tocchi a te.
Eh sì, sono bravi, veramente bravi, non ti
Scorre la numerazione e finalmente arriva
accorgi nemmeno che il primo prelievo è
il tuo turno, entri e un'impiegata si accer-
già fatto. Cerottino messo con tale cura
ta della tua identità e ti consegna un lun-
che pensi di essere il direttore generale
go questionario, ti guarda negli occhi e ti
delle Scotte.
rivolge la fatidica domanda: "Scusi lei per
Torni nella sala d'aspetto e
chi dona?".
tuo turno per il colloquio con il dottore.
È con questa domanda che ti sale a mille
Quando vieni fatto entrare, mentre ti mi-
l'orgoglio, il tuo essere senese e contrada-
sura la pressione, iniziano le domande di
iolo viene fuori prepotentemente e con un
rito: "Come si sente? Ha avuto problemi
sorriso gli dici: "Per la Selva, signora, io
di salute nell'ultimo periodo? Ha avuto
dono per la Selva!". Lo ripeti per essere
rapporti sessuali con più partner?".
attendi il
18
E qui la voglia di dire "Magari...!" ti prenderebbe ma purtroppo non è cosi!
Finito il colloquio con il Dottore si entra
nella stanza delle donazioni, dove sempre
con la solita gentilezza ti invitano a sdraiarti sulla poltrona.
"Destro o Sinistro?"
"Ecco" pensi tra te "o questa ora che vuole
da me?". Poi capisci che vuole sapere da
quale braccio puoi donare.
Passano 5/6 minuti e un bip avverte che la
donazione è finita.
Subito l'infermiera si presenta con un altro cerottino e con la solita gentilezza ti
chiede: "Vuole dell'acqua? Ha bisogno di
niente?"
"Mah" pensi "o che siamo al Continental?!"
E ancora non è niente!
Arriva un'altra infermiera che ti invita nel
barrino (piccolo bar, ma qui lo chiamano
così) del centro emotrasfusionale, ti fa accomodare e ti dice "Preferisce il dolce o
il salato? Caffè, cappuccino, cioccolata?"
"Oh dove s'ho capitato dal Nannini?"
Fa piacere, tanto, vedere ed essere trattati
in maniera così professionale e gentile.
Mentre esci e te ne torni alla macchina, realizzi cosa è stata per te la prima donazione, ti senti ganzo, ti senti un'altra persona,
sicuramente consapevole di aver, con così
poco, fatto un Grande Gesto.
Poi ti viene in mente un'altra cosa, quella
di chiamare la nostra Presidente, Cinzia
DONATORI DI SANGUE
Ceccarelli, e dirle con orgoglio che sei stato a donare e che quindi vorresti la tessera
del Gruppo Donatori di Sangue "Lorenzo
Guasparri".
Inoltre pensi che sopratutto lei, e quelli
che come lei pensano al Gruppo Donatori, la smetterano di assillarmi per almeno
i prossimi tre mesi!
19
ARCHIVIO
DONVI ULTIMO ATTO… O QUASI!
di Alessandra Antonini
R
agazzi rieccomi!
il lavoro (non neghiamo che certe lunghe
Credetemi se vi dico che mi sono
pause – tipo, diciamo, quelle che eravamo
“auto venuta a noia”, tanto che
abituati a fare ogni tre/quattro anni – non
prometto ufficialmente a tutti quanti i sel-
ci dispiacciono affatto), comunque sia, se
vaioli, che questa sarà l’ultima volta che
qualcuno si chiedesse a che punto siamo,
leggerete due righe di mio pugno sul Don-
diciamo senza troppe modestie che stiamo
vi, o per meglio dire sulla sua biblioteca.
veleggiando agilmente verso gli 8000 vo-
A dire il vero, le soddisfazioni non man-
lumi catalogati e ne dovrebbero mancare
cano perché - incredibile ma vero! - final-
all’appello non più di 2000.
mente vediamo la fine.
Detto questo se qualcuno volesse aiutarci
Sembrava un traguardo del tutto irrag-
a velocizzare la cosa, sarebbe il benvenuto,
giungibile e invece, adesso, scendendo
ma in ogni caso: “preparatevi perché stia-
dal mezzanino all’ex stanza del biliardo,
mo arrivando”!
si scorgono scaffalature vuote e pensieri
irrazionali sgorgano tumultuosi in noi addetti al settore: immagini di mega inaugurazioni in pompa magna, fantasmi in
lacrime per l’emozione, turni di apertura,
decine e decine di selvaioli entusiasti e dediti alla lettura, scaffali e mobili in ordine
e un bel busto per tutti noi che ci abbiamo lavorato anni e anni e ancora anni…vi
sembra troppo?! Forse sì, ma del resto se a
Bettino Craxi per un giratina nel museo è
stata fatta una targa, noi minimo un qual
cosina, magari in “vetrofuso”, a perenne
memoria ce lo meritiamo o no?! Scherzi a
parte, sui tempi di consegna non siamo in
grado di fare promesse, perché se è vero
che d’inverno si procede spediti, si sa che
in estate i ritmi si fanno blandi e, compatibilmente con gli impegni contradaioli,
è inevitabile sospendere di tanto in tanto
20
GRUPPO GIOVANI
PER I NOSTRI GIOVANI
di Elisa Bennati e Stefano Marini
(in rappresentanza dei gruppi giovani e delle commissioni solidarietà delle Contrade)
L'articolo che trovate in questa pagina,
mente? Eppure siamo stati ragazzi anche
scritto a quattro mani dal nostro Priore e
noi: non è mica passato un secolo!
da un'addetta ai giovani della Nobile Con-
Qualche volta ci preoccupa il loro stile di
trada dell'Oca, si riferisce a un incontro sul
vita. Siamo diventati bacchettoni? Forse
tema delle dipendenze che si è tenuto nella
in passato abbiamo fatto gli stessi sbagli
Contrada del Leocorno il 5 marzo scorso,
e vorremmo semplicemente parlare con
rivolto ai giovani di tutte le Contrade e or-
loro, per metterli in guardia. Ma quant’è
ganizzato dalle commissioni solidarietà. La
difficile parlare con loro!
nostra commissione solidarietà, presieduta
Allora abbiamo scritto un questionario.
da quest'anno da Andrea Ciani, non eser-
Anonimo. Ci siamo fatti raccontare del loro
cita la propria attività soltanto all'interno
rapporto con l’alcol e con i genitori, con le
della Contrada, ma collabora con quelle
“canne” e con l’amore, con i “social” e con
delle Consorelle, ad esempio nell'iniziati-
lo studio. Poi una sera li abbiamo portati
va "Salute in Contrada", proprio nell'ambi-
nel Leocorno. Non avevano tanta voglia di
to di questa rassegna di incontri sul tema
venire. Li abbiamo dovuti attirare con la
della salute, l'argomento delle dipendenze
promessa (mantenuta) di grandi quantità
giovanili è stato affrontato prima nel Leo-
di pizza e di ciaccino con la nutella.
corno insieme ai giovani e poi nella Selva,
Ad attenderli, oltre a un salone che non
il 19 maggio, con un incontro rivolto ai Di-
avremmo mai sperato di riempire come
rigenti delle Contrade e delle Società.
invece è successo, c’era uno psicologo di
L'articolo è stato già pubblicato dal Corrie-
Arezzo: si chiama Luca Deganutti e ha fon-
re di Siena e da alcuni periodici di Contra-
dato un centro di solidarietà; lavora con i
da, mentre altre Consorelle lo stanno per
ragazzi che hanno provato di tutto fuorché
proporre sui rispettivi "giornalini".
una vita facile. Alcuni di questi ragazzi era-
S
no con lui e hanno raccontato le loro storie.
ono il futuro delle Contrade.
A quel punto, però, gli adulti si erano allon-
Li guardiamo con orgoglio quan-
tanati, per non alimentare imbarazzi con la
do indossano le monture con i co-
loro presenza. Lasciamo dunque la parola a
lori amati o quando svolgono il servizio
chi è rimasto ad ascoltare:
in Società. Li guardiamo con apprensione
“A prima vista il salone dove si sarebbe
quando esagerano nell’esprimere la loro
svolto l’incontro poteva apparire immen-
esuberante vitalità. Sono i giovani contra-
so, dispersivo. Le sedie accuratamente di-
daioli: possiamo dire di conoscerli vera-
sposte in cerchio avrebbero però favorito
21
GRUPPO GIOVANI
la socializzazione e la complicità tra ragaz-
lore. Le loro testimonianze dirette hanno
zi… e così è stato. Man mano che i grup-
colpito nel segno. Nel salone è calato un
petti dei giovani delle consorelle si sono
silenzio assoluto.
seduti si è venuto a creare un unico grande
I quattro ragazzi testimoni viventi di vite
gruppo, non più piccole realtà frammenta-
allo sbando erano come illuminati da un
te. Dopo una breve introduzione da parte
grande occhio di bue.
dello psicologo, a cui in pochi sembrava-
I discorsi futili fatti fino a quel momen-
no dare ascolto, sono stati proiettati dei
to potevano essere rimandati: era ora di
video. Anche questi non hanno colpito più
ascoltare, con le orecchie ma soprattut-
di tanto l’attenzione dei ragazzi che hanno
to con il cuore. Alcuni dei nostri ragaz-
continuato indisturbati a parlare dei fatti
zi sono intervenuti nella fase di dibattito
propri con gli amici seduti accanto oppure
conclusiva con piccole confessioni e con-
a ‘spippolare’ con il cellulare.
siderazioni personali. Forse, nonostante
Poi, all’improvviso, tutto è cambiato… l’at-
l’era dei mass-media, della comunicazione
tenzione si è proiettata tutta in un’unica
istantanea, degli smart-phone e dei social
direzione, i volti si sono fatti più seri… sì,
network, il valore umano della comunica-
tutto è cambiato quando i ragazzi della co-
zione diretta e non virtuale, il guardarsi
munità di recupero per tossicodipendenti
dritti negli occhi e l’ascoltare le modula-
di Arezzo hanno raccontato con il cuore
zioni delle voci che trasmettono sentimen-
in mano le loro storie: storie di droga, di
ti ed esperienze hanno ancora un grande
criminalità, di dipendenza… storie di do-
significato.”
22
GRUPPO PICCOLI
TRADIZIONI E VALORI
di Andrea Brogi, Eleonora Stefanelli, Leonardo Del Porro e Filippo Orsini
E
ccoci qui, un nuovo biennio è iniziato e noi siamo pronti per partire per questa nuova avventura.
Con il nuovo biennio, anche il Gruppo
Piccoli si presenta un po’ diverso: le veterane (Stefania, Beatrice e Giulia) "si sono
trasferite" in Società e nel Gruppo Piccoli
sono rimasti Eleonora, Andrea e Leonardo. La new entry di quest’anno "Pippo"
Orsini, ma anche all'interno del gruppo
esterno sono arrivai dei validi ingressi,
che in primo luogo ringraziamo per l'impegno preso e per l'entusiasmo che stanno dimostrando.
All’interno della Contrada, il compito degli Addetti ai piccoli e giovani non è affatto facile come potrebbe sembrare a molti;
l'obbiettivo è quello di far vivere ai cittini
per risaldare quel legame tra i piccoli con-
la Contrada in tutti i suoi aspetti, trasmet-
tradaioli e il territorio, facendoli sentire
tendone i valori, le tradizioni e i significa-
parte di una grande famiglia ed eredi di
ti. Oggi la sfida è più difficile che mai in
una storia ricca di valore e significato.
quanto, vivendo più di rado il territorio
Consci dell'impresa che abbiamo di fron-
rispetto al passato, si rischia di perdere o
te, metteremo tutte le nostre forze ed
di non riuscire a instaurare con la stessa
energie per riuscire a trasmettere i valori,
capacità del passato, il legame con il rione
le regole e i principi della Contrada ai no-
e la sua storia.
stri giovani selvaioli: una "scuola di vita",
Ormai è sempre più raro vedere bambini
ovviamente senza tralasciare mai l'aspetto
che crescono all'interno del rione e che vi-
del divertimento! A tal proposito vorrem-
vono in contatto diretto con la Contrada,
mo sottolineare l'importanza dei genitori
in quel modo genuino con il quale veniva
dei nostri piccoli, chiedendo loro l’aiuto
vissuta tempo addietro. Proprio per que-
e l'interesse nel far vivere ai bambini la
sto motivo negli anni si è palesato il biso-
Contrada nel modo migliore e soprattutto
gno di istituire il Gruppo piccoli e giovani,
con più partecipazione, rendendosi mag-
23
GRUPPO PICCOLI
giormente disponibili per le varie iniziati-
vani, alcune sono le medesime dei picco-
ve proposte.
li, mentre altre sono dedicate solo ai più
Per quanto riguarda i giovani, è molto im-
grandi: oltre a attività più divertenti come
portante investire su di loro, farli sentire
il Barbicone nel Bruco o la caccia al tesoro
più partecipi e responsabili perché è pro-
nell'Istrice, vengono organizzate anche at-
prio quella l'età (13/16) durante la quale il
tività più costruttive o istruttive per i gio-
vero amore per la Contrada "esplode" o si
vani contradaioli come agli incontri per
affievolisce. È importante farli sentire ac-
sensibilizzare sull'argomento delle dipen-
colti e compresi, apprezzandone e valoriz-
denze tenutisi negli ultimi mesi insieme
zandone le iniziative e la voglia di fare!
alle altre consorelle.
Le iniziative che vengono organizzate du-
Noi crediamo molto nella trasmissione
rante l'anno sono moltissime: il carnevale,
delle tradizioni e della storia della nostra
la lotteria di pasqua, le attività nelle con-
Contrada ai futuri contradaioli che, sep-
sorelle, i tradizionali cori in Giraffa, i tor-
pur cresciuti in una società con stimoli e
nei di palla a canestro, di calcio, tutte le
contesti diversi da quelle dei nostri avi, po-
attività inerenti ai quattro giorni di palio,
tranno sempre portare in alto i nostri colo-
al giro e alla festa della Madonna e molte
ri fieri di far parte di una grande storia che
altre. La nostra priorità è quella di privile-
ha come protagonisti ognuno di noi.
giare le attività capaci di trasmettere va-
Basandosi proprio su questi principi, ce la
lori e significati e non solo far divertire i
metteremo tutta per svolgere il nostro deli-
più piccoli.
cato impegno, pronti a far sentire tutti par-
Per quanto riguarda le attività per i gio-
tecipi e unici nella nostra grande famiglia.
24
STORIA
HEROES
di Alessandro Ferrini
We can be heroes / just for one day
legge: MORIRONO PER LA PATRIA TAN-
(David Bowie, 1977)
TO BUONI SELVAIOLI QUANTO BUONI
P
ITALIANI: Tenenti Luigi Cresti - Alessan-
otremmo chiamarli gli “sconosciu-
dro Messea - Sottotenente Ettore Canta-
ti”. I loro nomi non sono altrettan-
galli - Soldati Gustavo Mariani - Umberto
to celeberrimi
Martini - Guido Merlotti - Gino Borghi -
come quelli degli
osannati “eroi” della Piazza.
Carlo Alberto Cresti - Nello Lomi. Le note
Di norma, li potete trovare, posizionati
biografiche che vi sottoporremo sono il ri-
strategicamente, nel fondo di quasi tutte
sultato di una ricerca concatenata sui do-
le nostre chiese di contrada e vi potrebbe
cumenti d’archivio, giornali dell’epoca (“Il
capitare di leggerli distrattamente, duran-
Libero cittadino” e la “Vedetta Senese”, in
te la funzione, per poi cancellarli definiti-
primis) e pubblicazioni dedicate. Proprio
vamente dalla mente, una volta pronuncia-
da una di queste opere, “Luce di scompar-
to l’ “ite missa est”.
si” pubblicata (in due volumi) da Maria
Sono i “nostri” contradaioli caduti durante
Notari Olivotti e che illustra la vita di tutti
lo svolgersi della prima guerra mondiale,
i caduti della nostra città e della provincia,
di cui quest’anno ricorre il primo centena-
abbiamo ricavato l’effigie di due selvaioli.
rio dello scoppio, per il cui ricordo sono in
Il primo di essi è Luigi Cresti, morto ven-
programma molte iniziative (conferenze,
tottenne, come scrive l’autrice con la reto-
libri, mostre) a Siena e nel resto d’Italia,
e farlo in un paese dove la memoria è diventata, purtroppo, un optional, ci sembra
doveroso ed encomiabile.
Qui, molto più umilmente, ci dedicheremo
ai combattenti del nostro rione, con l’intento di dar loro, una volta per tutte, un
volto (in un paio di casi fortunati) e una
storia. Nella gelida lapide di marmo che li
celebra (ma una volta i loro nomi, lo scrivo
per i giovani che lo ignorano, erano incorniciati in un dipinto a tempera, che esisteva in una parete della vecchia sala delle
vittorie, attuale sede degli arredi sacri), si
STORIA
25
rica dell’epoca, “sul san Michele, mentre
degli eletti, morirà a Siena (dove si trova-
animoso e ardito guidava il suo plotone
va in licenza per il suo precario stato di
all’assalto“. Fervente cattolico, era stato
salute) il 27 dicembre 1918. L’altro gradua-
presidente della Sezione Giovani di S. Ca-
to è il conte avvocato Alessandro Messea.
terina e vice presidente della Cooperativa
Così ne dà notizia la Vedetta Senese del
San Giuseppe (che aveva la propria sede in
4 settembre 1918: “La notizia della mor-
Via dei Fusari).
te di Alessandro Messea, Tenente degli
Commoventi le sue lettere dal fronte (dove
Alpini, ci riempie di profonda tristezza…
era stato nominato Comandante dei Bom-
era un professionista di merito e un vero
bardieri) alla madre Mariella Bilenchi, ri-
gentiluomo. Nei molti anni in cui visse
masta vedova giovanissima, e alla sorella
nella nostra Siena… dette prova costante
Clementina. L’altro fratello Carlo Alberto,
di una elevatezza e serietà di pensieri e di
anche lui contemplato nella nostra lista
atti, per cui si era notevolmente affermato
26
STORIA
nella considerazione della cittadinanza…
suasione d’essere un grande schermidore.
Muore a 33 anni… dei tre fratelli Messea,
Infatti, come apprendiamo dalle colon-
tutti valorosi ufficiali, uno andò disperso
ne della “Gazzetta di Siena”: “Il giorno 2
(Ndr: era Cesare) fino dagli inizi del con-
maggio 1898, Ettore Cantagalli aprirà una
flitto; il secondo è ora caduto in campo, e il
sala di scherma, in Piazza San Giovanni 1
terzo (Ndr: era Carlo, che fu Consigliere di
bis, Palazzo Borgiotti, dove darà lezioni di
Seggio della Selva dal 1922 al 1924) dopo
spada e di sciabola”.
essere già stato ferito, si trova prigioniero.
Abitava in una casa (di 10 stanze) nel Vico-
Il padre è il Cavalier Benedetto…”.
lo del Pozzo numero 1. Fu decorato con la
Un personaggio estremamente singolare
medaglia d’argento. Muore, come volonta-
fu, sicuramente, Ettore Cantagalli (cadu-
rio, quasi cinquantenne.
to nel tentativo di riconquistare la vetta
E veniamo ai non meno eroici soldati sem-
del monte Cimone, uno dei punti strate-
plici. In rigoroso ordine alfabetico, trovia-
gici nella lotta contro l’esercito austriaco),
mo Gino Borghi. Di lui, purtroppo, sap-
come ci testimoniano le memorie scritte
piamo pochissimo, tranne che era figlio
che si conservano su di lui. Scrive il “Nuo-
di Angelo e Clementina e che abitava in
vo Giornale” del 9 luglio 1916: “…fu un tipo
Vallepiatta 20/22 (attuale numero 20). Del
originale, qualche cosa fra il romantico e
caporale Nello Lomi (perito ventenne il 15
l’idealista, e la sua morte sul campo di bat-
novembre 1915) sappiamo che abitava an-
taglia fu l’ultima magnifica pagina d’un
che lui, come il Cantagalli, nel Vicolo del
romanzo piacevole. Nacque da un profes-
Pozzo numero 1.
sore d’istituto tecnico (Ndr: di Livorno, il
Era figlio di Pacifico (parrucchiere) e di
padre era il pittore Vincenzo Cesare, spo-
Caterina Lusini. La sua scheda della leva
satosi con la selvaiola Caterina Corsi) e
militare ci informa che morì, a Monfal-
crebbe come un fiore bizzarro e anormale,
cone, per un’ampia ferita da scheggia di
che offre la sua bellezza a tutto quanto il
granata, con frattura del cranio. Della
cielo, che regala prodigalmente il suo in-
scomparsa, poi, di Gustavo Mariani de-
timo profumo al vento che passa…”. Oltre
coratore, lo apprendiamo dalla “Vedetta
che dedicarsi alla pittura (fu assunto come
Senese” nella sua edizione del 4 novem-
disegnatore presso il Monte dei Paschi) fu
bre 1916. “Soldato di fanteria, muore, a 24
un grande atleta.
anni, dopo 17 mesi di trincea, nell’avan-
Da un concorso svoltosi a Parigi, ne rica-
zata di Tinnan”. La famiglia Mariani abi-
vò in trionfo una medaglia d’oro e la per-
tava originariamente al numero 28 di Via
STORIA
27
28
STORIA
Franciosa (attuale 46), mentre, ai primi
Faustina Pagni, visse, insieme ai fratel-
del secolo scorso, si trasferì al primo pia-
li Giocondo, Rutilio ed Enrico, prevalen-
no in Via dei Fusari 10 (presumibilmente
temente al numero 50 di Via Franciosa
il moderno 18). Ai suoi funerali partecipò,
(odierno 66), svolgendo il proprio lavoro
oltre che i genitori Giovanni (infermiere)
di tappezziere. Morirà nell’Ospedale Mili-
ed Eva Bianciardi e le sorelle Giselda Li-
tare numero 17 della Croce Rossa Italiana
via e Rita, anche il cognato Icilio Federi-
il 14 settembre 1918.
co Joni, eclettico e spavaldo artista senese
Per concludere con un sorriso (stempe-
(imperdibile il suo libro: “Memorie di un
rando, se possibile, questo velo di morte
pittore di quadri antichi”). Umberto Al-
che aleggia su tutto il pezzo), vi propo-
berto Martini indossò la montura da pag-
niamo un documento esistente nel nostro
gio ininterrottamente dall’agosto 1898 al
archivio. Le 17 consorelle (come hanno
luglio 1900. Figlio di Domenico (anche lui
sempre fatto quando la città ha affrontato
infermiere allo Spedale) e di Violante Car-
i momenti duri della nostra storia) furo-
nesecchi, il nostro fu prima un sellaio per
no da subito in prima linea per sostene-
poi approdare definitivamente al mestiere
re i nostri soldati e le loro famiglie e tante
di cuoco. La famiglia visse lungamente al
iniziative fiorirono a questo scopo. Una
secondo piano della casa di Via Francio-
di queste, indetta per l’Assunta del 1915,
sa 17 (qui azzardiamo, con beneficio d’in-
promuoveva delle giornate di beneficenza
ventario, l’attuale 59), mentre, prima dello
ed era stata organizzata dal Comitato “Per
scoppio della guerra, Umberto si trasfe-
la Patria”, che aveva la propria sede in Via
rì, con la moglie Ersilia Pacciani e i tre
dei Pellegrini 4. La cosa simpatica è che la
figli, al numero 32 della stessa via (quasi
presidentessa di questo consesso altri non
con certezza l’odierno 48). La sua scheda
era che Bianca de’ Pazzi (storica famiglia
militare così recita: “morto sulle pendici
fiorentina), sposa di Giuseppe Bindi Ser-
Nord occidentali, quota 174, nel Settimo
gardi (priore della Selva per mezzo seco-
Reggimento Fanteria, il 22 maggio 1917 -
lo) che, proprio in quel momento storico,
concessa medaglia alla memoria”. Questa
era a capo della contrada. Ci fa sorridere
dolente lista si chiude, infine, con Guido
il modo in cui una moglie scrive al pro-
Merlotti, anche lui monturatosi come pag-
prio marito in questa forma così solenne,
gio nei palii del 1901/2, nonché barbare-
e ci domandiamo: ma chi avrà recapitato
sco nella carriera del luglio 1903.
quella lettera in contrada? Nei gialli, di so-
Figlio del giardiniere Bernardino e di
lito, il colpevole è il maggiordomo.
29
RICORDI
IN RICORDO DI MAURIZIO, ILDA, ANDREA
di Alberto Terzani
C
i avete lasciato, a breve distanza l’uno dall’altro, con la nostra
chiesa tristemente protagonista
di un tragico susseguirsi di eventi. Avevo
fatto i complimenti a Stefano Priore per le
belle parole che aveva avuto in ricordo di
Maurizio, augurandogli però che non gli
succedesse spesso. Così non è stato.
Ci hanno lasciato tre selvaioli, tre personaggi ognuno a modo proprio, ma per
tutti in comune l’amore per la contrada, la
positività di un comportamento mai fuori
dalle righe e sempre produttivo, la disponibilità. Ci manchereranno tutti, ognuno
per le proprie caratteristiche, per il diver-
occupava sempre di trovare un sostituto
so modo con cui stavamo insieme, per il
parimenti
diverso modo di vivere la Contrada. Non
preventivamente su tutti i dettagli.
possiamo che ricordarli con tanto affetto
Come non ricordare i tanti momenti alle-
e vicinanza ai familiari.
gri, i convivi in cui aveva sempre pronta
disponibile
ragguagliandolo
una battuta o una barzelletta, tutte iroMAURIZIO. Tanti anni in Seggio, anche
nicamente ed elegantemente calibrate su
in coppia con la moglie Giulia, tanti com-
ciascuno dei convitati presenti: ed ecco
piti svolti, con le sue capacità, i suoi modi
quella sui Carabinieri, sul Clero, sui Sin-
di fare un po’ particolari, il suo eloquio
daci e così via. Come non ricordare le tan-
forbito e aulico, la riservatezza e la com-
te volte in cui i selvaioli sono stati ospiti
petenza con cui affrontava i problemi, svi-
nella magnifica terrazza per vedere le pro-
scerandoli puntigliosamente nei più mi-
ve e il Palio, io in particolare sono andato
nuti dettagli proponendo le sue ipotesi di
per anni a fare le riprese con la telecame-
soluzioni. Perdonaci se qualche volta non
ra per capitan Fabio; come non sorridere
ti abbiamo capito. Sempre a disposizione
al ricordo di Andrea maniscalco chiara-
con la sua professione per tutti gli amici,
mente fuori posto affacciato alla finestra
non volendo agire personalmente in atti
di palazzo con i suoi braccioni e la sua ca-
della Contrada per motivi di etica, si pre-
nottiera di lana grossa. Come non rianda-
30
RICORDI
re al mistero dello zucchino che Maurizio
aveva fatto dipingere da Pollai e regalato
alla Contrada e poi sparito con sua grande
“incappellatura” e a tutte le ipotesi fatte.
Come non riraccontarci alcune delle sue
battute o aneddoti come la risposta che
diede Canapino dal letto d’ospedale a lui
latore di un messaggio di Fabio Capitano
o il suo tentativo di “spezzare una lancia”
in favore del Manzi assediato nella stalla infrantosi contro la determinazione di
“Pastina”.
E poi, specie da quando aveva cessato la
professione, la sua presenza costante nelle
vie del rione, spesso con Attila al guinza-
tà di non perdere una portata. Ci piaceva
glio, e qui la sua voglia di stare insieme, di
vederti tutta bella seduta al bar Fontegaia
parlare con tutti, di chiedere dettagli sulla
con una bibita. Disse Stefano al tuo fune-
vita di Contrada, chiedere le altrui sensa-
rale che non ci sembrava possibile che un
zioni, commentare, fare qualche battuta,
giorno anche tu dovessi andartene, ed è
con il desiderio, ben mascherato, di capire
come batteva il cuore della Contrada.
Ci ha lasciato in punta di piedi, affrontando silenziosamente la sua malattia, molti
non lo sapevano neppure, ciao Maurizio.
ILDA. Ti ricordiamo come esempio di serenità, per la tua positività, la tua capaci-
proprio vero!
Il vederti per tanto tempo, pur con il tuo
carico di anni, sempre allegra, ben messa,
indaffarata su e giù per le strade del rione,
ci riempiva gli occhi di gioia, era un forte
insegnamento su come prendere la vita.
Una parola, un sorriso, un complimento
tà di saper prendere e godere i momenti
per tutti, “come va cittini?” e sempre un
belli della vita, la tua forza di vivere. Sem-
incoraggiamento “o via, forza!”.
pre disponibile per la tua Contrada, che
Passiamo da Via Franciosa e alziamo gli
si trattasse di ricamare una bandiera o di
occhi alla finestra, un comportamento
“castrare” le castagne. Sempre presente
automatico, non ci sei però più affacciata
alle cene, dove ci stupivi per la tua capaci-
a salutarci o festante nel vederci passare
31
RICORDI
con tamburi e bandiere anche se sicuramente stai continuando a guardarci sporgendoti da una nuvola.
Te ne sei andata di sorpresa, non ci hai voluto dare segnali di tristezza, serena e a
testa alta come sempre.
ANDREA. Sei stato ultimamente l’immagine dell’impavido guerriero che combatte accanitamente e a petto in fuori una
impari battaglia che alla fine, purtroppo,
hai perso. Consigliere in più Seggi, ti sei
occupato dei piccoli, cui hai dato esempio di serietà e di attaccamento, di altri
ti aveva portato via da Siena e la malattia
incarichi, in cui hai dato dimostrazione
che ti impegnava non ti avevano allonta-
di competenza, programmazione, deter-
nato dalla Contrada, continuando ad esse-
minazione, capacità di gestione di tutti i
re presente quando potevi.
particolari senza mai chiedere la luce dei
Che dire ora che non ci sei più, che ci hai
riflettori o rimanere coinvolto nelle picco-
lasciato troppo prematuramente, ci man-
le beghe di Contrada.
ca un amico, un’altra delle persone su cui
Hai organizzato e coordinato con sicurez-
si poteva sempre contare, sia a livello per-
za tanti eventi, Cena della Vittoria compre-
sonale che di Contrada e siamo più poveri.
sa, prendendo anche responsabilmente
Abbiamo lavorato e riso insieme, siamo
decisioni non facili che si sono dimostrate
corsi a prendere il Cencio, abbiamo di-
vincenti. Hai indossato spesso i costumi
scusso di problematiche di Contrada e ci
bianco-arancio-verdi.
siamo scambiati opinioni, poi infine non ci
Hai confermato nella vita l’immagine for-
è restato che seguire un po’ a distanza ma
te che Stefano ricordava aver avuto da pic-
vicini con il cuore le fasi della tua ultima
colo verso il suo cuginone.
battaglia, e quando hai finito le munizioni
Il tuo comportamento ha sempre trasu-
ci siamo rassegnati e non abbiamo potu-
dato efficienza, riservatezza e tanta grin-
to far altro che renderti l’onore delle armi,
ta, sia nelle piccole e grandi incombenze
ciao anche a te Andrea e dal cielo restaci
che nella vita di tutti i giorni; il lavoro che
vicino.
32
RICORDI
LA VITA È BELLA - PARTE SECONDA
di Paolo Fontana
N
el 1984, con immensa emozione, fui
messo al fianco di Alessandro Boccini al fine di ricreare l’accoppiata
stalla vittoriosa (Fontana-Boccini) di dieci
anni prima. Però Ascaro de Terralba (toccatoci in sorte per la terza volta!) non fu come
Panezio e la storia purtroppo si chiuse lì. In
quel palio fece la sua comparsa “ufficiosa”
nella stalla Leonardo Terzani Scala alias
Gully poi barbaresco vittorioso del 2010.
Nel 1985 arrivò Velio Cini e si formò il gruppetto ben assortito Gollo-Gimmy-Gully e
subito si capì come pagare la colazione a
questi tre fosse a dir poco un’operazione
suicida. A tal proposito si ricorda di una
volta che a Velio toccò sborsare una cifra a
“sei zeri” per qualcosa come una quindicina
di bomboloni alla crema, finemente ingurgitati dal trio, alle sei e mezzo di mattina su
per la piaggia delle campane! Anche noi ci
dovevamo in qualche modo riprendere dalle scorribande di Barbarella che era buona
solo quando “dormiva”… no? Nel Palio dopo
ci toccò in sorte nuovamente una femmina
ma stavolta era quella “bona”, era Vipera.
Tutti la volevamo sia per la simpatia che avevamo con il suo padrone sia perché, usando
la nostra stalla per le prove di notte (quelle
vere!), ci avevamo stretto confidenza ed era
cresciuta in noi la consapevolezza di poterci
vincere un Palio. Ecco, quella volta mi ricordo che andammo tutti alla tratta “convinti”
di portarla nella stalla e così fu! La convinzione nell’obiettivo da raggiungere grazie
all’unione di tutti noi ha sempre formato
nella nostra contrada una miscela esplosiva.
Quello fu un Palio “particolare” che ci segnò
e che magicamente ebbe il suo epilogo nella
vittoria. Una grande soddisfazione, un po’
distorta dagli eventi, che mi ha dato tanto e
mi ha fatto capire dei “fondamentali” molto
preziosi nel corso degli anni. In quel periodo eravamo spesso con Guidino (Guido Tomassucci detto Bonito da Silva). Una volta
ci chiese se lo accompagnavamo a Grosseto
per vedere dei cavalli. In macchina ci accorgemmo che il suo piede sull’acceleratore era
pari a una grossa pietra e dopo una prima
sfuriata a 180 km/h lo pregammo di accostare con la scusa dei “bisognini” impellenti. Una volta fuori gli rubai le chiavi e dissi
che avrei guidato io… anche perché l’altro
era il Gully e si sarebbe cascati dalla padella nella brace! I momenti più belli erano comunque le cene davanti alla stalla nella pace
e nella tranquillità che si cela prima della
tempesta. Una volta, dopo aver sporzionato un teglione di pasta al forno preparata
meravigliosamente da Giovanna (mamma
di Nicoletta e Checco), suonò il telefono (a
proposito nella Selva eravamo all’avanguardia e avevamo nella stalla un telefono rosso come Reagan!) collegato, dopo decine di
metri, alla casa di Velio… altro che cellulari/
tac/tab! Mi alzai ma avevo fame e portai con
me il bel piatto di pasta fumante. L’appoggiai sul tavolino accanto al cavallo e risposi.
Quando finii la telefonata mi girai e ci trovai
Ciriaco (agosto 1987) che si leccava i baffi
dopo che si era pappato tutto! Nell’89 il tanto agognato debutto da barbaresco e, anche
se Emy sembrava più un alano che un cavallo, l’assegnazione fu una giornata che non
dimenticherò mai: sei impegnato a badare
al cavallo con tutta la tua contrada dietro
che canta e si abbraccia, è una sensazione
veramente unica. Di quel Palio mi ricordo
come fosse adesso il mio babbo Pierugo che
per tutte le prove mi stette accanto senza
dirmi niente ma sostenendomi senza mai
prevaricarmi.
Che bell’insegnamento! Alla prossima.
SELVALTA
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Numero 1 · Giugno 2015
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Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 674 del 20 aprile 1999