A tunica bianca o rossa, le categorie di più frequente uso sono l
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A tunica bianca o rossa, le categorie di più frequente uso sono l
AGLIO TRA TRADIZIONE LEGGENDA E CULTURA A tunica bianca o rossa, le categorie di più frequente uso sono l’aglio ferrarese e quello campano. Noto come alimento e pianta medicinale sin dall’antichità, se ne conoscono circa 300 specie, di cui una trentina in Italia. Indicato come rimedio efficace contro le punture di insetti e il mal di testa, combatte anche il dolore. Luciano Trentini AGRICOLTURA OGGI LUCIANO TRENTINI AGRICOLTURA OGGI 59 É una pianta erbacea perenne, che appartiene alla famiglia delle Liliacee, denominata botanicamente con il nome di Allium sativum L. È un pianta bulbosa dal sapore forte, piccante e penetrante in tutte le sue parti, in particolare nel bulbo. Ha un ciclo di coltivazione annuale. Presenta un fusto alto 40-60 centimetri e dei bulbi, che sono composti di bulbilli (comunemente chiamati spicchi), di colore bianco, rosso o rosati, in numero pari variabili da 8 a 18, quasi sempre 10 o 12 avvolti da una sottile tunica. Le foglie avvolgenti il fusto sono di colore verde chiaro, i fiori sono biancastri o tendenti al rosa, di piccole dimensioni; le radici sono affastellate in numero di 4060 e possono raggiungere una profondità massima di 25-30 centimetri. Questo tipo di apparato radicale, poco profondo, impone al produttore la necessità di disporre di un impianto irriguo di soccorso, per evitare stress idrici dannosi alla coltivazione ed alla qualità del prodotto stesso alla raccolta. sulle sue proprietà sono state rilevate anche nelle iscrizioni nella piramide di Giza. Era ritenuto alimento indispensabile nella dieta degli schiavi impiegati nella costruzione delle piramidi stesse (Erodoto 480-424 a.C.), che si nutrivano con pane, aglio e cipolla per ridurre la sensibilità alle malattie, in particolare quelle intestinali, e aumentare la resistenza alle fatiche. L’aglio viene citato nel anche da Omero. Nel canto X dell’Odissea, infatti Ulisse enfatizza le virtù protettive dell’aglio, contro i filtri magici della maga Circe. Molte delle informazioni provenienti dall’Egitto, sono state poi elaborate dai Greci, che lo utilizzavano prima di ogni competizione anche sportiva. Nella Roma imperiale contadini e soldati ne facevano largo uso; i primi lo consideravano la “farmacia dei poveri”, mentre ai soldati dalle legioni straniere veniva somministrato per prevenire le infezioni, come vermifugo oppure, come si legge da più parti, per esaltarne l’ardore nel combattimento. Furono i romani a diffonderlo fra le popolazioni dell’Europa ed è Plinio il Vecchio che cita l’Allium sativum nella sua Historia Naturalis. Se ne trova traccia anche nelle opere di Terrenzio Vallone. In un manoscritto del XVI secolo, l’Erbario di Urbino, dove si menzionano ricette con l’aglio, ma soprattutto le proprietà terapeutiche dell’aglio. Quando la peste comparve per la prima volta in Europa, l’aglio divenne un prodotto molto ricercato, in quanto considerato l’unico rimedio contro questa patologia. Nel 1858 fu lo scienziato Luigi Pasteur a dimostrare scientificamente le proprietà antibiotiche dell’aglio, che furono confermate anche successivamente, nel 1918, durante l’epidemia della “spagnola”, quando l’aglio fu ampiamente utilizzato in molti paesi Europei per arginare l’epidemia. LA STORIA Le prime segnalazioni relative alla presenza di questa specie, si hanno in Asia, e più precisamente nell’antica Cina. Un ricercatore svedese vissuto nel XII secolo, invece vuole individuare nelle terre della Sicilia la sua origine. Altri studiosi indicano la presenza di agli spontanei in India e in Asia centrale, altri ancora nel deserto del Kirghisi. La prima vera notizia sull’aglio è una citazione medica che si identifica nel 1550 a.C., nel primo testo medico conservato, il Codex Ebers, un papiro egiziano di circa 20 metri di lunghezza, nel quale sono contenute molte formule terapeutiche di cui in una ventina di queste danno informazioni sull’impiego dell’aglio come rimedio contro il mal di testa o per lenire i dolori provocati da punture di insetti. Resti di aglio, sono stati ritrovati nella tomba di Tutankhamon (faraone nell’Egitto della XVIII dinastia), mentre citazioni LA DIFFUSIONE Trova ampia diffusione in molte parti del mondo, in particolare dove si ritiene essere 61 AGRICOLTURA OGGI LUCIANO TRENTINI USI IN FITOTERAPIA • Raccomandato in caso di raffreddore, sindrome influenzale, otite, pertosse, faringite e bronchite; • è ritenuto un ottimo immunostimolante e vari esperti ipotizzano che possa ridurre i tempi di recupero dopo le infezioni gastrointestinali; • è utilizzato come rimedio contro i parassiti intestinali (gli elminti), nonché contro la candida vaginale; • gli sono attribuite proprietà antisettiche, tanto da essere consigliato per il trattamento delle ferite: non è un caso che i soldati russi durante la seconda guerra mondiale portassero degli spicchi da aglio da schiacciare sulle ferite onde evitare che s’infettassero; • viene ritenuto adatto altresì per la cura dei calli, dei porri e delle infezioni virali cutanee; • viene consigliato, in un uso quotidiano a lungo termine, anche come trattamento preventivo per i disturbi di ordine cardiocircolatorio: diluisce il sangue e previene anche la formazione dei trombi; • agisce altresì sugli ormoni sessuali e grazie al miglioramento della circolazione, al potere diluente del sangue e alla sua azione mirata sugli ormoni sessuali, risulta essere anche un buon “compagno di letto”. Anche se è bene chiarire che, quando è cucinato, l’aglio perde la gran parte delle sue proprietà nutritive e microbicidiche; • viene indicato anche come chelante in casi di intossicazioni da piombo. COMPOSIZIONE PER 100 GRAMMI DI PARTE EDIBILE Parte edibile (%) 75 Sodio (mg) 3 Acqua (g) 80,0 Potassio (mg) 600 Proteine (g) 0,9 Ferro (mg) 1,5 Lipidi (g) 0,6 Calcio (mg) 14 Clesterolo (g) 0 Fosforo (mg) 63 Carboidrati disponibili (g) 8,4 Magnesio (mg) - Amido (g) 0 Zinco (mg) - Zuccheri solubili (g) 8,4 Rame (mg) - Fibra totale (g) 3,1 Selenio (µg) - Fibra insolubile (g) - Tiamina (mg) 0,14 Fibra solubile (g) - Riboflavina (mg) 0,02 Alcol (g) 0 Niacina (mg) 1,30 Vitamina A retinolo eq. (µg) 5 Energia (kcal) 41 Vitamina C (mg) 5 Energia (kJ) 171 Vitamina E (mg) - Fonte INRAN - Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione Statisticamente, alla superficie coltivata ad aglio viene sommata anche quella relativa allo scalogno, la cui superficie coltivata risulta essere modestissima, circa un centinaio di ettari. La diffusione della coltivazione a livello mondiale, europeo e nazionale, ci fa pensare ad una specie a basse esigenze in fatto di clima e di terreno. È una coltivazione che cresce bene nei climi temperati, temperato caldi, meglio se in aree soleggiate. I migliori suoli per la coltivazione dell’aglio, sono quelli sciolti e sabbiosi, provvisti di un buon drenaggio, ricchi di sostanza organica, ben drenati e di buona fertilità. Considerata una coltura da rinnovo (come accade con mais, patata, barbabietola e varie aromatiche come salvia, origano, menta e timo, sono piante che lasciano il terreno in buone condizioni, originario dell’Asia centrale. Oggi è la Cina il primo paese produttore al mondo in grado di immettere sul mercato oltre 12,5 milioni di tonnellate di agli coltivati su di una superficie di oltre 700.000 ettari, circa il 75% della produzione totale mondiale, stimata in 16,5 milioni di tonnellate. A lunga distanza segue l’India, con 150.000 ettari coltivati. La tallona la repubblica del Bangladesh, dove la superficie investita ad aglio è di soli 33 mila ettari. Seguono la Korea con 29.000 ettari, la Federazione russa con 25.500 ettari e ancora. L’Italia è uno dei fanalini di coda del sistema produttivo mondiale infatti, nel 2011, la superficie impegnata per la coltivazione dell’aglio è stata di soli 3.150 ettari, in grado di produrre 30.500 tonnellate di agli, delle differenti tipologie presenti sul territorio nazionale. PRODUZIONE DI AGLIO IN ITALIA Tonnellate Campania 9.122 Emilia-Romagna 6.297 Veneto 4.135 Abruzzo 2.917 Puglia 2.386 Sicilia 1.928 Lazio 955 Sardegna 946 Piemonte 890 seconda delle attrezzature disponibili, in particolare le sarchiatrici. Per seminare un ettaro di aglio sono necessari dai 600 a 1200 chili circa di “spicchi da seme”, la quantità è variabile in funzione delle dimensioni dei singoli spicchi. La raccolta avviene da metà giugno fino alla fine di luglio e varia a seconda del tipo di commercializzazione: agli verdi/freschi, semisecchi, secchi. La raccolta di piccole partite avviene manualmente, mentre a livello industriale si opera meccanicamente. Se non commercializzato subito come prodotto fresco (massimo 5 giorni dopo la raccolta), l’aglio deve subire una essiccazione naturale che può avvenire: - in pieno campo per un periodo variabile da cinque a dieci giorni; - oppure in azienda per un periodo variabile da 10 a 30/40 giorni, su bancali in legno al riparo dall’umidità; - l’impresa può optare anche per sistemi di poiché richiedono molte concimazioni e lavorazioni), è bene che l’aglio sia coltivato in successione ad una coltura cerealicola o una coltivazione di proteoleaginose (come soia e colza). Nelle coltivazioni industriali si consiglia una rotazione quadriennale che, se possibile, deve essere rispettata anche dagli appassionati che coltivano l’orto famigliare se non si vogliono correre rischi derivanti da attacchi di parassiti o malattie fungine. La semina dell’aglio può avvenire in momenti differenti a seconda delle varietà e delle condizioni climatiche. In Emilia-Romagna, dove si coltiva prevalentemente aglio bianco, la semina avviene dal 15 di settembre al 30 di novembre. I bulbilli per la semina dopo essere stati selezionati accuratamente, sono posti a dimora con macchine seminatrici pneumatiche alla profondità di 6 centimetri, distanti fra loro sulla fila minimo 8 centimetri. Le file sono posizionate a distanze che possono variare da 20 a 50 centimetri, a 64 65 AGRICOLTURA OGGI LUCIANO TRENTINI AGRICOLTURA OGGI LUCIANO TRENTINI CONSORZIO DI PRODUTTORI AGLIO DI VOGHIERA DOP trasformato ad esempio in paté, da solo o abbinato alla cipolla o con altri ingredienti, ma anche messo sott’olio. La qualità extra o prima è indicata dal calibro del bulbo, determinato dal diametro massimo della sezione equatoriale. Si definisce “extra” un aglio che ha un calibro di almeno 45 millimetri, e di “prima” quelli che hanno un calibro di 40 millimetri. CONSIGLI • Come togliere l’odore d’aglio dalle mani? È sufficiente lavarle con sapone di Marsiglia, aggiungendo un cucchiaino di caffè in polvere prima di sciacquare con acqua. • Volete neutralizzare o ridurre l’effetto che ha l’aglio sull’alito? Masticate un po’ di prezzemolo o qualche chicco di caffè. • Se l’aglio risulta difficilmente digeribile, abbiate cura di rimuovere il piccolo germoglio centrale (cosiddetto “anima”) di colore verde, prima di utilizzarlo in cucina o ingerirlo. conservazione più moderni, come l’atmosfera controllata in cella climatizzata a 25/35° C. LE CARATTERISTICHE NUTRITIVE All’aglio ormai da tempo è stata attribuita una doppia valenza, alimentare e terapeutica. Quest’ultima funzione è stata riconosciuta anche dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che, attraverso numerosi studi scientifici, ha dimostrato le virtù curative dell’aglio prima attribuite solo dalle credenze popolari. Relativamente alla composizione chimica, il principale componente dell’aglio fresco è l’allilina sostanza che è anche la causa del suo particolare odore. LA COMMERCIALIZZAZIONE L’aglio può essere immesso sul mercato con modalità diverse: - in treccia con bulbi di categoria prima o extra, con numero di bulbi variabili a seconda della calibro e delle caratteristiche qualitative; - in rete. Si utilizzano particolari sacchetti in rete, generalmente di colore bianco di peso variabile da 100 a 500 grammi. Oppure in sacchi che possono raggiungere i 30 chilogrammi; - si possono confezionare poi trecce più piccole o confezionare l’aglio in bulbi singoli. L’aglio non viene usato solo con la destinazione descritta ma può essere Luciano Trentini Vicepresidente AREFLH (Associazione delle Regioni Europee Ortofrutticole) 66 AGRICOLTURA OGGI LUCIANO TRENTINI La presenza dell’aglio come prodotto rilevante per Voghiera è comprovata sin dal 1928 da documenti contabili legati al commercio di “agli e cipolle” con alcuni paesi europei. Grazie a studi e ricerche sulle caratteristiche biomolecolari, realizzati in collaborazione con il dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Ferrara, si è riusciti a “differenziare l’aglio di Voghiera dalle altre varietà riconosciute in Italia, che nel 2010 ha portato all’ottenimento del prestigioso riconoscimento europeo della Denominazione di Origine Protetta (DOP). La coltivazione di cerca 80 ettari, si estende nei 5 comuni della provincia ferrarese di Voghiera, Masi Torello, Portomaggiore, Argenta e Ferrara e vede coinvolti circa 40 produttori. Area caratterizzata dal tipico clima della pianura ferrarese e dal suolo argilloso e limoso che conferiscono all’Aglio di Voghiera DOP proprietà organolettiche uniche. Si presenta di color bianco brillante, con un bulbo rotondeggiante, costituito da una corona di pochi bulbilli estremamente grossi e regolari il cui inconfondibile aroma è caratterizzato dalla considerevole presenza di allicina, potente battericida che nasce dalla reazione chimica dello schiacciamento o taglio dello spicchio. La composizione chimica è un perfetto equilibrio tra enzimi, vitamine, sali minerali e flavonoidi che conferiscono una specifica identità genetica all’Aglio di Voghiera. Il prodotto si riconosce per l’inconfondibile profumo ed è apprezzato dal consumatore per la freschezza e il sapore delicato che conferisce ai piatti un gusto deciso ma non pungente. Il ciclo produttivo comincia a settembre con la scelta dei bulbilli migliori prodotti nell’ultima campagna di raccolta e segue con la semina e con la crescita dell’aglio. Una volta giunta la maturazione, il prodotto viene raccolto tra fine giugno e luglio, dopodiché viene essiccato e confezionato, pronto per essere destinato al mercato. Le aziende ferraresi consorziate, che gestiscono la commercializzazione sono le aziende agricole: Aglio del Nonno, Le Aie e Mazzoni. Nel 2000, è nato Il Consorzio di Tutela dell’Aglio di Voghiera, organismo riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per la tutela, la vigilanza, la valorizzazione e la promozione di questo aglio le cui caratteristiche organolettiche e merceologiche distintive sono legate alle condizioni ambientali e ai metodi tradizionali di lavorazione. Il Consorzio si prefigge lo scopo di garantire e contraddistinguere il prodotto “Aglio di Voghiera DOP”, le sue caratteristiche, la sua provenienza, anche attraverso iniziative promozionali finalizzate ad incentivare la commercializzazione ed il consumo, nonché la promozione di forme associative che assicurino un reddito garantito ai produttori ed una efficiente gestione della commercializzazione. Nel rispetto del disciplinare di produzione DOP, tutte le fasi della produzione realizzate all’interno del distretto produttivo, dalla semina al confezionamento nei magazzini di lavorazione sono accuratamente monitorate e garantite dal Consorzio grazie all’implementazione di un sistema di controllo qualità. Il Consorzio dei Produttori Aglio di Voghiera DOP Viale Bruno Buozzi 12 - Voghiera (FE) T./F. 0532 328046 - [email protected] CALEIDOSCOPIO CALEIDOSCOPIO 67