m arche - Turismo Pesaro Urbino
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MARCHE Pesaro Un territorio con una varietà cromatica entusiasmante, quanto di meglio è possibile trovare per viaggiare con la nostra moto. A cura di Claudio Vismara e Paola Colombi |34 Urbino e La provincia bella e saporita |35 Marche P esaro e Urbino sono le due città che insieme danno il nome alla più settentrionale delle provincie marchigiane, meta di questa nuova proposta di itinerario. Definita a ragione come la “provincia bella”, offre un territorio decisamente variegato e caratterizzato da un’invidiabile molteplicità cromatica: si passa dall’azzurro del mare al verde delle colline e della natura più selvaggia. A questo si aggiungono gli incantevoli borghi sopra i quali spicca Urbino, la perla del Rinascimento. A questa provincia calzerebbe però a pennello anche la definizione di “saporita”, grazie ad un’offerta enogastronomica davvero di prim’ordine: dal prelibato tartufo ai formaggi, dai vini alla birra, senza dimenticare la pregiata carne dei bovini marchigiani, i salumi e le ricche varietà di pesce disponibili nelle acque dell’Adriatico. Partiremo da Pesaro, città natale della Benelli e della TM Racing, e punteremo nell’entroterra lungo la SP26, chiamata non a caso “strada del gusto”. Da Sant’Angelo in Lizzola a Saltara vivremo un susseguirsi di emozioni, mentre la Via Flaminia ci accompagnerà nelle spettacolari Gole del Furlo. Acqualagna sarà pronta ad accoglierci con i profumi dei suoi tartufi, mentre Cagli sarà la nostra base di partenza per spettacolari strade lungo l’Appennino Marchigiano. Giungeremo in seguito ad Apecchio, borgo imperdibile per gli appassionati di birra. |36 Attraverso belle strade immerse nelle verdi colline, giungeremo ad Urbania e quindi alla splendida Urbino. Proseguendo, dal piccolo borgo di Montefabbri, passando da Tavullia, paese del mitico 46, raggiungeremo il borgo fortificato di Gradara. Da Gabicce sarà il mare ad accompagnarci lungo quel gioiello di strada costiera che conduce al promontorio del Monte Bartolo. Pesaro, la “Pisaurum” fondata dai romani, porta ancora oggi le tracce della sua storia nell’impianto quadrato che la contraddistingue. È durante il periodo delle signorie che il borgo attraversa il momento di maggior fervore: alla famiglia Sforza, susseguiti ai Malatesta, si deve la costruzione della possente Rocca e il Palazzo Ducale, mentre ai Della Rovere si deve il merito della costruzione di una rinnovata cinta muraria e del porto-canale. Pesaro è ricordata anche per essere la città natale del grande compositore Gioacchino Rossini; da anni qui si svolge il prestigioso “Rossini Opera Festival”, evento promosso dalla Fondazione Rossini, che che non si limita alle rappresentazioni delle opere di Gioacchino Rossini ma permette di partecipare ad attività didattiche e laboratori di musicologia applicata. La visita della città si svolge prevalentemente nella zona centrale di Piazza del Popolo, con la vista delle belle linee rinascimentali della facciata del Palazzo Ducale; poco distante il Conservatorio, nato per volere dell’illustre pesarese. Sopra: il Parco Ducale di Urbania è composto da una villa e dalla chiesa. Sotto: l’ingresso di Mombaroccio è costituito da due possenti torri cilindriche. La strada per Monte Petrano inizia a salire regalando, curva dopo curva, stupefacenti viste panoramiche. Oltre agli interessanti Musei Civici, Pinacoteca e Museo delle Ceramiche, in Piazza della Libertà si trova un bel esempio di villino Liberty, mentre al centro dello spazio verde spicca la Sfera Grande, opera realizzata da Arnaldo Pomodoro. Imperdibili i due musei dedicati ad altrettanti, grandi nomi del motociclismo italiano: Benelli-MotoBi presso le “Officine Benelli” e Morbidelli, moto sportive che hanno collezionato ben quattro titoli mondiali. Lasciamo Pesaro e il suo mare per raggiungere la SP26, la “strada del gusto”: un serpentone d’asfalto immerso nella generosa campagna ricca di uliveti, vigneti e frutteti, contornato da antichi borghi e conventi. La strada è un regalo al viaggiare del mototurista: l’incanto dell’ambiente circostante quasi ci obbliga ad un’andatura slow, che ci porterà alla scoperta delle bellezze e dei sapori altrimenti introvabili. In questa campagna si producono infatti un olio D.O.P. dalla pregiata qualità, formaggi pecorini deliziosi e prelibati salumi. Iniziamo da Sant’Angelo in Lizzola, adagiato sulle colline pesaresi a cavallo tra il Montefeltro e la Romagna. Chiuso fra le sue mura, il borgo offre un’interessante passeggiata e la prima di una lunga serie di scoperte enogastronomiche: salumi e insaccati di qualità tra cui lonzino, coppa, salame, nostrano, salsiccia secca, ciccioli di maiale, li troviamo al Salumificio “Geminiani Sauro & Figli”. Proseguiamo poi verso Monteciccardo, terra |39 Marche di antichi mulini, di belle viste panoramiche e ottimi vini. Presso la Società Agricola “Il Conventino di Monteciccardo” ci concediamo una piacevole degustazione di Bianchello, vino bianco tipico del territorio. Rimontiamo in sella e godiamoci un bel tratto di strada tutta curve e panorami che giungono fino alla vista del mare. La nostra BMW qui sfoggia il suo piacevole lato nascosto: la K1600 GTL, nonostante il suo poderoso motore e l’imponente stazza, sfoggia una maneggevolezza inaspettata nel susseguirsi di curve e saliscendi, con il sei cilindri che sibila dolcemente accompagnandoci con natura- lezza in questo fantastico ambiente dell’entroterra marchigiano. Il nostro percorso fa tappa ora a Mombaroccio, dove ci accoglie uno splendido ingresso nel borgo antico con due possenti torri cilindriche. Attraversate le strette vie dalla Porta Maggiore, si giunge nella piazza con la quattrocentesca chiesa di San Marco con annesso convento e Museo di Arte Sacra. Interessanti anche il Museo della Civiltà Contadina e la Mostra del Ricamo, una tradizione ancora viva e praticata dalle donne di Mombaroccio all’ombra dei vicoli e dei palazzi del centro storico. Una gradevole sosta alla “Bottega del Borgo” è quello che ci vuole dopo la passeggiata nel centro; con entusiasmo e competenza, i giovani Filippo e Daniela vi accoglieranno con l’ampia offerta di prodotti tipici locali per una piacevole merenda con pane fresco, formaggi, salumi nostrani e un buon bicchiere di vino. Poco distante dal paese troviamo il Santuario del Beato Sante, maestoso complesso architettonico risalente al XIII secolo circondato da un grazioso parco. Se siete in zona per cena, vi consigliamo di non perdere la Pizza Terre di Rossini e Raffaello, vera eccellenza del gusto, proposta dal Ristorante “Piccolo Mondo”. Otto pizze con otto diverse farciture a base di prodotti del territorio e dell’azienda di famiglia, asso- La Via Flaminia ci accompagna nelle Gole del Furlo. |40 lutamente da provare. Procediamo nuovamente lungo la SP26 e prima di giungere a Cartoceto, deviamo per Serrungarina. Delizioso il piccolo borgo di Bargni, uno di quei luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato. Le poche auto presenti nelle stradine con i ciottoli sono veramente fuori luogo. Per un momento anche la nostra moderna BMW ci sembra poco inserita nell’ambiente; una volta scesi però, vederla parcheggiata nella piazzetta fuori dall’Osteria “Da Gustin”, richiama subito alla mente le soste nelle stazioni di posta dei cavalieri. Sentenziamo che la due ruote che ci accompagna in questo tour, con il suo pacato sound, è più che degna di riposare nel borgo e godere delle splendide viste panoramiche sui colli circostanti. “Da Gustin” è una tipica osteria gestita abilmente, in ricordo del nonno, da Virgilio e dalla moglie Catia: un ambiente intimo e particolare dal sapore di una volta, dove poter anche acquistare le eccellenze marchigiane. A settembre è possibile gustarsi le gustose Pere Angeliche durante la Sagra che si tiene il primo week end del mese, una pera particolare con il riconoscimento di prodotto agro-alimentare tradizionale P.A.T. Se siete amanti delle rarità gastronomiche, imperdibile è una sosta da Lucio Pompili, nel suo Albergo-Ristorante “Symposium”. Lucio è uno chef ricercatore che propone menù pregiati, utilizzando in parte anche i suoi prodotti e sempre nel rispetto delle stagioni. La struttura dispone anche di graziose camere suite ed è dotata di piscina; inoltre qui si svolgono lezioni di cucina e laboratorio dei sapori. Rientrati sulla provinciale, immerso fra uliveti e campi coltivati, giungiamo a Cartoceto, antichissimo borgo fondato dai Cartaginesi, caratterizzato da un piacevole centro storico con strette viuzze di piccole case con scorci pittoreschi sui colli circostanti. Di impianto medievale, la piazza è dominata dall’antico palazzo comunale con la settecentesca Torretta dell’Orologio. A Cartoceto non mancate un pitstop alla Gastronomia “Beltrami”, il “covo dei formaggi” e dell’olio buono: Pecorini stagionati in fossa, conciati con foglie di noce o stagionati nelle vinacce, ma anche confetture e marmellate e uno spettacolare olio extravergine di oliva. Siamo nel territorio della D.O.P. Olio Cartoceto, una zona vocata alla olivicoltura da cui si ricava un prodotto superiore. Alcune belle curve ed eccoci all’ultima tappa della SP26: siamo a Saltara, poco distanti dall’antica Via Flaminia. Oltre alla vista dei caratteristici mercati coperti, Saltara merita una sosta per il suo particolare Museo del Balì. In una villa settecentesca di notevole suggestione è collocata la sede di questo particolare centro interattivo dedicato alla scienza, arricchito anche da un osservatorio, un planetario, sala conferenze e foresteria con annesso ristorante. Lasciamo alle nostre spalle la piacevolissima provinciale per andare a percorrere la Via Fla- minia nella Val Metauro e raggiungere Fossombrone. La cittadina è il maggior centro della media Val Metauro ed è caratterizzato da un centro d’impronta medievale disteso sul pendio di un colle e dominato dalla Cittadella e dai ruderi della Rocca malatestiana. L’arteria principale è Corso Garibaldi, graziosamente porticata sui due lati, cui si affacciano interessanti palazzi di vari periodi, dal Quattrocento al Settecento. Proseguiamo stando attenti a non prendere la superstrada e rimaniamo sul vecchio tracciato che attraversa quel gioiello della natura che sono le Gole del Furlo. Un ardito passaggio, in cui le pareti delle montagne quasi si toccano, mentre in basso scorre il fiume Candigliano: un passaggio emozionante ai giorni nostri, di vitale importanza per il commercio ai tempi dei romani. Fu l’imperatore Vespasiano ad ordinare la realizzazione della galleria del Furlo, una grande opera che agevolò il passaggio di persone e mezzi attraverso le gole. L’accesso alla galleria, lunga trentotto metri, larga mediamente poco più di cinque e alta sei, è a senso alternato, regolato da un semaforo. Durante la lunga attesa in sella alla moto abbiamo potuto godere della magia di questo luogo: il fascino dell’ambiente circostante ci porta a viaggiare con la fantasia, a pensare come doveva essere qui nel 77 d. C., anno di inaugurazione di questo passaggio, ancora oggi utilizzato. Oggi tutta la zona è Riserva Naturale Statale, il che garantisce la giusta preservazione |41 Marche del patrimonio naturale dell’area. Poco oltre le gole, un interessante centro visite merita una sosta per approfondire le conoscenze e gli aspetti storico-naturalistici del territorio. Se poi è anche l’ora di uno spuntino, siamo nel posto giusto: quando di fronte ti trovi il Ristorante “Antico Furlo”, i panini diventano d’autore, dei fantastici sfizi con i prodotti del territorio. Giusto per capire di cosa stiamo parlando, citiamo ad esempio il panino “Bel e Bon” con frittata al tartufo, pancetta di Beltrami, pane casereccio, oppure la baguette calda con verdure alla griglia e casciotta d’Urbino, delizioso formaggio marchigiano. Meglio fermarsi qui altrimenti dubito che finirete di leggere l’articolo! Un primo contatto con il prezioso tubero lo abbiamo avuto, ma serviranno ancora alcuni chilometri per scoprire tutto sul tartufo di Acqualagna. Prima infatti sostiamo alla chiesa di San Vincenzo al Furlo, un’abbazia risalente all’VIII secolo e di aspetto romanico. Acqualagna è una località che può vantare il pregio di essere capitale del tartufo per tutto l’anno: da ottobre a dicembre c’è il pregiato tartufo bianco, con la sua polpa biancastra, fine e superiore; da dicembre a marzo troviamo il pregevole tartufo nero; da aprile a giugno il tartufo nero estivo o “scorzone”, mentre il tartufo bianchetto o “marzuolo” da gennaio ad aprile. Ad Acqualagna vi sono ben tre fiere all’anno dedicate al prezioso tubero, di cui la più im|42 portante è la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco, che si svolge tra la fine di ottobre e le prime tre domeniche di novembre. Oltre che come prodotto fresco, il tartufo viene utilizzato in numerose ricette. Nella piazza centrale del paese, la bottega “Acqualagna Tartufi” è in grado di soddisfare anche la più remota voglia di gusti sfiziosi Una decina di chilometri ci separano da Cagli e dall’inizio della parte più entusiasmante del percorso, con una serie di belle strade che ci regaleranno forti emozioni in sella alla nostra moto. Un borgo dalla storia intensa e dal forte spirito indipendente, tanto riuscire ad opporsi a Gubbio e alla signoria dei Montefeltro. Lo splendido Torrione ellissoidale è ciò che rimane della possente rocca del ‘300; oggi è sede del Centro di Scultura Contemporanea, un nucleo permanente di studio e di documentazione dell’esperienze plastiche dei giorni nostri. All’uscita del paese seguiamo le indicazioni per il Monte Petrano: la strada inizia a salire come uno splendido volteggio, curve dopo curva, regalando viste panoramiche stupefacenti su di un territorio in cui la natura domina incontrastata. In questo splendido “piroettare”, la nostra K sei cilindri rivela un’agilità inaspettata, una perfetta distribuzione dei pesi uniti ad un’eccellente ciclistica, rendono la moto maneggevole permettendoci di gustare la splendida salita senza metterci troppo impegno nella guida. Tra una bella curva e l’altra, passano per la mente le incre- dibile evoluzione delle mitiche “farfalle azzurre” della squadra femminile nazionale di ginnastica acrobatica – nostri ospiti sul palco di “Days on the road”, al Motodays 2013 di Roma - Sarà che ad ispirarci in questi pensieri sia l’incredibile danza che stiamo eseguendo in sella alla nostra BMW? Dopo oltre dieci chilometri e quasi mille metri di dislivello, conquistiamo la vetta. La vista, complice anche la bella giornata, è notevole, e il silenzio interrotto solo dal sibilo del vento, partecipe di uno spettacolare balletto dei fili d’erba in fiore, delle infinite distese delle praterie che coprono il monte. La discesa richiede precauzione, la strada si fa stretta e le condizioni del fondo stradale non sono ottimali. Giunti a Pianello si può fare una deviazione sul Monte Nerone; piacevoli strade portano alla sommità di questa montagna regno dell’aquila reale. Restando nella parte bassa, transitando da Serravalle di Carda, raggiungiamo la SR257 che in pochi chilometri ci porta ad Apecchio, da alcuni anni divenuta un importante centro di produzione di birra tanto da fregiarsi dell’appellativo di “Città della Birra”. Con l’utilizzo di prodotti a filiera corta, in primis l’orzo e l’acqua pura delle numerose sorgenti dell’Appennino, le due aziende presenti, “Amarcord” e le “Tenute Collesi”, producono diversi tipi di birra molto apprezzati ed esportati in tutto il mondo. Durante la prima settimana di luglio, il borgo si trasforma in un Marche laboratorio sensoriale per il “Festival dell’Alogastronomia”, dove produttori provenienti da tutto il mondo insieme a numerosi esperti abbinano la birra al cibo con degustazioni. Il centro storico di Apecchio è davvero carino, con la sua impronta urbanistica rinascimentale: nella Piazza di San Martino si affac- ciano la pieve romanica e Palazzo Ubaldini con il grazioso cortile d’onore, poco distante la torre dell’orologio, mentre sul torrente Biscubio si può ammirare un singolare ponte romanico a schiena d’asino. Torniamo sui nostri passi per raggiungere la prossima tappa, il centro di Piobbico. Lungo la strada, in località Pian di Molino, troviamo un ottimo agriturismo con cucina dedicata al territorio, ideale da abbinare alla birra locale prodotta a poca distanza. A dominare l’abitato di Piobbico è il Castello Brancaleoni, nato da un fortilizio nel XII secolo e poi rimaneggiato nel XIV e XVI secolo. Quindici chilometri di intrigante strada Aperitivo a Gabicce Mare. Nella pagina precedente: il borgo fortificato di Gradara. Nella pagina successiva: panorama lungo la strada che da Gabicce Mare ci porta a Pesaro. immersa nella natura ci separano da Urbania, il terzo nome attribuito nella storia a questa località dalla lunga tradizione manifatturiera, legata al mondo delle maioliche. Prima di entrare nel cuore dell’abitato, ci dirigiamo al Parco Ducale o Barco, il luogo in cui i duchi di Urbino risiedevano piacevolmente e prati- cavano la caccia. Il complesso è composto da una villa e dalla chiesa, creando un insieme di ispirazione vanvitelliana. Nel centro storico di Urbania interessante è il Palazzo Ducale, costruito interamente in cotto, con una loggia pensile, due torrioni cilindrici e un cortile interno ornato di colonne e graziosi capitelli. Le strade dedicate alla moto non sono certo una rarità in questo territorio della provincia di Pesaro e Urbino, e per andare alla scoperta di quel gioiello della città di Urbino, percorriamo un itinerario veramente piacevole passando dal borgo di Montesoffio. La città ideale voluta da Federico da Montefeltro non ha bisogno di presentazioni: ben nota è la sua grandezza artistica per monumenti e capolavori, oltre che culturale grazie anche alla storica e rinomata università. La tipicità di questo centro sta anche nel fatto che nel tempo non ha subito profonde influenze architettoniche e pertanto il suo aspetto rinascimentale impresso da Federico è rimasto fino ai giorni nostri. Per la visita conviene lasciare la moto nel parcheggio di Piazza del Mercatale e muoversi a piedi all’interno del centro storico. Non ci dilungheremo sugli aspetti della visita ad Urbino un articolo dedicato probabilmente non sarebbe sufficiente - ma ricorderemo solo alcuni dei punti di interesse da vedere: Palazzo Ducale, con il suo stile architettonico inconfondibile, al cui interno trovano posto spettacolari capolavori dell’arte |45 Marche rinascimentale; il Duomo, la casa di Raffaello e l’Oratorio di San Giovanni Battista, con lo splendido complesso di affreschi in stile gotico. La strada scorre sotto le nostre ruote allegramente, l’andatura si fa più vivace e l’altra faccia del sei cilindri viene fuori, permettendo di viaggiare in sesta praticamente al minimo, ma tirando fuori le unghie quando si necessita di tutta la sua cavalleria. Dopo una dozzina di chilometri abbandoniamo la regionale per avventurarci in un altro angolo straordinario del paesaggio dei Colli Pesaresi. Raggiungiamo così Montefabbri, uno dei “Borghi più belli d’Italia”. Arrivando si vede subito la suggestiva architettura medievale del borgo, con le mura e le case che accerchiano la torre, oggi trasformata nel campanile della chiesa parrocchiale sorta al posto della fortezza. Un’unica, classica porta medievale garantisce l’ingresso ad un altro mondo. Ancora alcuni chilometri sui colli e poi ci “buttiamo” sul mare: arrivati a Borgo Santa Maria deviamo per Tavullia, località ben nota agli appassionati del numero 46, per il suo celebre cittadino Valentino Rossi. Gradara ospita uno dei castelli più importanti d’Italia: la Rocca di Gradara e il suo borgo fortificato rappresentano una delle strutture medievali meglio conservate nel territorio nazionale e le due cinte murarie che proteggono la fortezza, la più esterna delle quali si estende per quasi ottocento metri, la rendono anche |46 una delle più imponenti. Il castello sorge su una collina, in posizione strategica, a centoquarantadue metri sul livello del mare, mentre il mastio si innalza per trenta metri dominando l’intera vallata. L’ingresso al compatto nucleo storico avviene attraverso la Porta dell’Orologio; purtroppo i numerosi negozi di souvenir hanno snaturato e rotto quell’incantesimo che altrimenti aleggerebbe nei suoi vicoli. Rimane comunque un borgo affascinante, con numerose opere e arredi interessanti all’interno della Rocca. Finalmente il mare! L’abbiamo lasciato alla partenza del nostro tour a Pesaro e ora eccoci nuovamente sul litorale adriatico nella prima località marchigiana, Gabicce Mare. Una sosta sul porto canale con una bella piadina ci sta tutta. Qui a Gabicce termina l’infinita spiaggia romagnola iniziata molto chilometri prima e davanti a noi si prospetta uno dei tratti di strada costiera più belli dell’Adriatico: la panoramica “Gabicce- Pesaro”, un tratto tortuoso, ricco di ampi scorci con viste dall’alto di notevole bellezza e numerose variazioni altimetriche, che rendono ancor più divertente percorrere in moto questo ultimo tratto del nostro itinerario. Le soste sono obbligatoriamente frequenti e le vedute che si aprono davanti alla visiera sono da immortalare con uno bello scatto fotografico. Fortunatamente le previsioni meteorologiche, ascoltate appena partiti la mattina dalla radio della nostra BMW, erano cor- rette. Il sole brilla nel cielo, la luce è fantastica, i colori sgargianti, in questo grazioso contesto ci sentiamo veramente bene. Il territorio che stiamo attraversando rientra nel Parco Naturale di San Bartolo e si affaccia con una spettacolare falesia sul mare Adriatico, raggiungendo le sue massime quote sulle colline del San Bartolo. Zona di notevole importanza per la migrazione dell’avifauna e sito per lo svernamento di diverse specie di uccelli, dal punto di vista archeologico e storico presenta una notevole ricchezza di elementi: dai ritrovamenti del neolitico al sito archeologico di Colombarone, ai porti scomparsi di origine greca, alle incantevoli ville e giardini rinascimentali. Una sosta obbligata lungo la panoramica la si deve fare alla splendida vista dei vigneti a picco sul mare della Fattoria “Mancini”, sicuramente tra i più scenografici nel panorama viticolo italiano. Gli ultimi tornanti con la veduta di Pesaro ci indicano che l’itinerario è al termine; raccomandiamo di percorrere questa strada nel rispetto del codice e di godersi lo splendido scenario che offre, lasciando da parte velleità sportive, una raccomandazione sicuramente superflua per i nostri lettori che amano il mototurismo e il piacere di andare in moto. La “provincia bella e saporita” ha superato dunque ogni aspettativa, offrendo un’incredibile varietà di paesaggi, storia e arte di pregevole livello, sapori unici e strade eccezionalmente adatte alle due ruote. Marche Percorsodelgusto Tartufo S ono comunemente chiamati tartufi diverse specie di funghi appartenenti al genere Tuber. I tartufi hanno corpo fruttifero ipogeo, sotterraneo, e crescono spontaneamente nel terreno accanto alle radici di alcuni alberi o arbusti, in particolare querce e lecci, con un rapporto simbiotico. Il tartufo viene individuato con l’aiuto di cani e raccolto a mano. È un alimento enormemente pregiato e ricercato, molto costoso. Il tipico profumo penetrante e persistente si sviluppa solo a maturazione avvenuta, e il suo scopo è quello di attirare gli animali selvatici come maiali, cinghiali, tassi, ghiri, volpi, nonostante sia interrato, per spargere le proprie spore contenute e perpetuare la specie. Conosciuto già in epoca romana e greca, è sempre rientrato tra i prodotti più buoni che la terra potesse offrire e viene utilizzato in numerose ricette e preparazioni alimentari. Negli antipasti viene abbinato a deliziosi crostini o alle acciughe e ai tomini; nei primi è fantastico con il risotto ma anche con fettuccine o con ravioli di ricotta. Nei secondi si accompagna a frittate, arrosto, tacchino, fagiano e anche con le trote. l tartufo vede la sua massima espressione nella città di Acqualagna, insieme ai comuni limitrofi di Sant’Angelo in Vado e Apecchio. Ecco una breve sintesi delle varie specie che si possono assaporare nel territorio. Tuber Magnatum Pico (tartufo bianco) È il più famoso e il più costoso, di odore forte e molto aromatico. Molto digeribile, solitamente viene consumato crudo, da ottobre a dicembre. Tuber Melanosporum Vitt (tartufo nero) Appetitoso e ben digeribile, con un gradevole odore aromatico che manifesta con la cottura, matura da metà novembre a metà marzo. Tuber Borchii Vitt o Tuber Albidum Pico (tartufo bianchetto o marzuolo) Commestibile ma poco pregiato e poco digeribile, con la cottura perde odore e sapore e diventa spugnoso. Si raccoglie da gennaio ad aprile. Tuber Aestivum Vitt (tartufo nero estivo o scorzone) Emana un debole profumo, matura da maggio all’autunno. Pecorino L a produzione del pecorino vanta una lunga tradizione in questa regione. La materia prima utilizzata è latte ovino crudo, a cui si aggiunge caglio naturale. Il procedimento di produzione inizia con la rottura della cagliata, effettuata delicatamente con le mani o con attrezzi appositi, in particelle della dimensione di una nocciola per il prodotto fresco o di un chicco di riso per lo stagionato. Dopo queste operazioni il prodotto viene messo nelle fascere e pressato con il palmo delle mani per favorire lo spurgo del siero. La salatura si effettua a secco, mettendo le forme sotto sale fino ad un massimo di due giorni. La maturazione avviene in ambiente fresco e umidità media, dove le forme vengono rigirate giornalmente e lavate a giorni alterni con acqua e siero tiepido. Frequente la stagionatura del prodotto fino a oltre un anno. Particolare è la stagionatura in fossa, una pratica di tradizione storica: dopo aver ripulito le fosse e asciugate con fuoco di paglia e sterpi, si ricoprono le pareti con una intelaiatura di legno e canne foderata di paglia. Le forme, dopo due mesi di maturazione, vengono riposte (solitamente in agosto) in sacche di cotone e la fossa viene chiusa. A novembre avviene la riapertura, con il formaggio che si presenta con una crosta tenera, pasta soffice che si frantuma in scaglie, gusto intenso e persistente. Il prodotto finito si presenta in forme di altezza 6-10 cm, diametro 14-20 cm e peso da 1 a 2,5 kg. Il pecorino tradizionale ha forma cilindrica, crosta giallastra, pasta bianca scarsamente occhiata, di sapore sapido e pastoso delicatamente aromatico; quello stagionato invece ha la crosta unta di olio di oliva di colore tendente al rossastro, pasta compatta di colore giallo paglierino, gusto e aroma intensi. Notizie utili w ASSESSORATO PROVINCIALE AL TURISMO PESARO E URBINO Via Mazzolari 4 61121 Pesaro Tel. 0721359501 www.turismo.pesarourbino.it L’ente coordina le attività turistiche del territorio e in particolar modo si occupa di armonizzare gli interventi propri e degli enti locali per promuovere e realizzare un’offerta turistica completa e di qualità. w OSTERIA PIADINERIA “DA PEPPE” Via Ninchi 3 61121 Pesaro Tel. 07215830023 I l progetto “Apecchio Città della Birra” nasce grazie alla presenza di due importanti produttori di birra artigianale, con lo scopo di rappresentare un’identità territoriale che raccoglie e stimola le diverse attività imprenditoriali legate a questo mondo. Una risposta concreta alla crescente domanda di conoscenza e di qualità che coinvolge il mondo della birra, dell’alimentazione, del turismo e dell’agricoltura. Espressione di tutto ciò è l’omonima associazione culturale, dove la presenza al suo interno di aziende, enti pubblici, amministrazioni locali e privati ne fa un qualificato organismo di azione per la valorizzazione e la promozione dell’alogastronomia quale connubio fra birra e prodotti alimentari non solo locali. “Alogastronomia” è il neologismo che l’Associazione ha coniato con l’intento di esprimere, comunicare e promuovere la birra come un prodotto agricolo eccellente, in grado di stabilire forti legami sia con gli altri prodotti che con il territorio stesso. Si promuovono le sinergie e la competenza nel trovare combinazioni che permettano di abbinare ad un cibo gustoso, che soddisfa lo stomaco, un ottimo bicchiere di birra che il palato apprezzerà. Olio extravergine di oliva D.O.P. Cartoceto L a Denominazione di Origine Protetta Cartoceto è prodotta con olive provenienti prevalentemente dalle cultivar Raggiola, Frantoio e Leccino, presenti in misura non inferiore al 70% congiuntamente o singolarmente. È ammessa la presenza, fino a un massimo complessivo del 30%, di varietà diverse sempre del territorio. L’olio si presenta di colore verde, verde con riflessi giallo oro per gli oli ancora freschi o giallo oro, con lievi riflessi verdognoli, per gli oli più maturi. L’odore è fruttato di oliva verde, da leggero a medio, con lieve sentore di erbaceo. Possono essere presenti i caratteristici profumi di mandorla verde e mela acerba. Il gusto è armonico, fra le sensazioni di fruttato verde, dolce, amaro e piccante fusi. Può essere presente un gradevole e caratteristico retrogusto di mandorla verde. La vocazione del territorio per gli ulivi è un fatto storico: nel catasto del 1540, centosedici proprietari su centonovantacinque avevano ulivi nei loro fondi. Alcuni catasti ne fanno fede: tra il 1590 e il 1681 si è quadruplicato il numero di piante. L’olio ha rappresentato da sempre uno tra i beni più apprezzati. San Anselmi scrisse: “Nel 1390, ad esempio, un somaro bianco con sella vale sette quartaroli d’olio (sessantuno litri), ciò intorno a quattro ducati con i quali si comprano altrettanti quintali di grano”. Situato a due passi dal mare, il locale è specializzato in piadine e piatti di pesce. w MUSEO OFFICINE BENELLI Via Mameli 22 61121 Pesaro Tel. 072131508 www.officinebenelli.it L’unico edificio rimasto della sede storica della fabbrica motociclistica Benelli, celebre azienda pesarese, ospita questo ambizioso progetto culturale. I locali della vecchia azienda accolgono oggi il Registro Storico Benelli e il Moto Club Pesaro “T. Benelli”. Si possono inoltre ammirare in esposizione permanente più di centotrenta motociclette Benelli e MotoBi. w MUSEO MORBIDELLI Via Fermo 39 61122 Pesaro Tel. 072124307 www.museomorbidelli.it Il museo è stato fondato da Giancarlo Morbidelli, titolare dell’omonima celebre azienda pesarese. L’allestimento si estende su tremila metri quadri di superficie e documenta la storia della moto attraverso più di trecento modelli costruiti dall’inizio del secolo scorso. w SALUMIFICIO “GEMINIANI SAURO & FIGLI” Via Serra 36/a |49 |50 61020 Sant’Angelo in Lizzola (PU) www.salumificiogeminiani.it Produzione salumi tipici: lonzino, coppa, salame, nostrano, salsiccia secca, ciccioli di maiale. w SOCIETÀ AGRICOLA “IL CONVENTINO DI MONTECICCARDO” Via G. Turcato 4 61024 Monteciccardo (PU) Tel. 0721910574 www.il-conventino.it La tenuta si estende per un’area di sessanta ettari, in zona collinare ad un’altitudine di trecento metri sul livello del mare. Sia la composizione che l’esposizione del terreno assieme al microclima contribuiscono a formare l’habitat ideale per la coltivazione della vite e dell’olivo. Produzione vino, olio e distillati. w BOTTEGA DEL BORGO Via Guidobaldo del Monte 5 61024 Mombaroccio (PU) Tel. 0721470250 Prodotti e specialità gastronomiche del territorio, possibilità di degustazione e merende. w RISTORANTE “PICCOLO MONDO” Via Villagrande 175 61024 Mombaroccio (PU) Tel. 0721470170 www.piccolomondonline.it Incantevole ristorante e pizzeria con annessa fattoria a fornire materie per la cucina tipica e creativa. Fiore all’occhiello sono i salumi e l’olio proveniente dagli ulivi secolari di famiglia. Spettacolari le pizze, preparate con le migliori farine, con lunghissina lievitazione naturale e cotte nel forno a legna. Qui si possono degustare in esclusiva le pizze con i sapori tipici dei Colli Pesaresi grazie alla iniziativa “Terre di Rossini e Raffaello”. w OSTERIA “DA GUSTIN” Via Castello 27 61030 Serrungarina Tel. 0721891517 www.dagustin.it |51 Marche Virginio Baldelli e sua moglie Catia gestiscono quella che è stata in passato la prima bottega del circondario, voluta negli anni Quaranta da nonno Augusto, conosciuto da tutti come “Gustin”. Il locale vive ancora nelle stesse mura di allora; la struttura è composta da un’osteria tradizionale e un accogliente B&B. Si possono degustare prelibatezze gastronomiche locali in un ambiente intimo, con poco più di dieci coperti all’interno e quattro tavoli all’esterno sotto una pergola di viti di bianchello, ammirando l’impareggiabile vista. w RISTORANTE “SYMPOSIUM” Via Mombaroccese 61030 Cartoceto (PU) Tel. 0721898320 www.symposium4stagioni.it La struttura, immersa nelle colline, offre oltre al ristorante sette camere che si affacciano sul giardino con piscina. Il padrone di casa è lo chef stellato Lucio Pompili, vero amante del territorio, il quale propone una cucina raffinata ma senza dimenticare le origini. L’ambiente è raffinato, con ampi spazi fra i tavoli, e l’accogliente salottino per l’appetizer ti fa sentire a casa di un amico. In effetti Lucio, oltre che chef di provata esperienza, è un grande intrattenitore con gli ospiti. I piatti della carta sono molti, raffinati e a volte insoliti. Troviamo ad esempio zuppetta e petto di tordo, pacchero con sugo di cinghiale, risotto con paté di beccaccia e funghi spignoli, petto di fagiano con marmellata di uva spina, spiedo in piedi con due tordi, mela e rigattino. Importante la carta dei vini, visibile su iPad, con la presenza di un vino di produzione propria “Li’cante vino rosso sconosciuto”, termine utilizzato in quanto il disciplinare non consente l’uso delle diciture Sangiovese, Alicante e il comune di provenienza. Si organizzano anche scuole di cucina e laboratori del gusto con tour gastronomici. Un’azienda che trova le sue fondamenta nella famiglia, che si fonda sul concetto di “retroinnovazione”, un neologismo coniato dai Beltrami che indica “l’essere capaci sempre di guardare indietro, alle radici, alla storia, ai punti di partenza, e essere capaci di portare l’innovazione di oggi e di domani con grande rispetto, capacità di simbiosi e di armonia”. Si producono formaggi pecorini utilizzando caglio vegetale e latte crudo, olio extravergine di oliva, marmellate e confetture. Punto ideale per acquisti di prodotti tipici e per uno spuntino. Tra i formaggi dell’azienda troviamo Ovillis Ambrosia (pecorino stagionato in fossa), Vinaiolo stagionato con Vinacce di Rosso Conero, Sangiovese, Lacrima di Morro d’Alba, Furlo Goladerbe affinato in barriques con bouquet di erbe primaverili, estive, invernali, Tre Tartufi (pecorino al tartufo). w RISTORANTE “ANTICO FURLO” Via Furlo 60 61040 Acqualagna (PU) Tel. 0721700096 www.anticofurlo.it Il ristorante propone prodotti tipici regionali che reinterpretano la tradizione. Alberto e Roberta trasmettono al cliente una grande passione, coinvolgendolo nelle scelte e mettendolo a proprio agio in un ambiente accogliente. Da non perdere l’aperitivo nelle grotte delle delizie. Tra i piatti proposti segnaliamo lo sformatino di baccala con crema di scalogno dolce e olio rosso piccante, le tagliatelline vecchia maniera al tartufo bianco di Acqualagna, il petto e coscia di piccione scaloppato con purea di patate e i mitici panini d’autore citati nell’articolo. w ACQUALAGNA TARTUFI Piazza Mattei 9/bis 61040 Acqualagna (PU) Tel.0721799310 www.acqualagnatartufi.com w AGRITURISMO “PIANDIMOLINO” Località Pian di Molino 61042 Apecchio (PU) Cell. 3292016664 www.agriturismopiandimolino.it Antico casolare in pietra, sapientemente ristrutturato nel rispetto delle sue caratteristiche originali, indipendente e confortevole, circondato da giardino con piscina. Il ristorante è aperto al pubblico, così come agli ospiti per pranzo e per cena. Sarà piacevole gustare le ricette tradizionali con carni genuine, verdure di stagione, il prelibato tartufo e i funghi dei nostri boschi, affacciati su una splendida terrazza piuttosto che nelle sale interne che, nella bella stagione, si protraggono nel cortile adiacente. w ASSOCIAZIONE “APECCHIO w GASTRONOMIA “BELTRAMI” Via Umberto I 21/23 61030 Cartoceto (PU) Tel. 0721893006 www.gastronomiabeltrami.com |52 Azienda specializzata nella commercializzazione di tartufi freschi e nella trasformazione in raffinate specialità gastronomiche. Possibilità su richiesta di visitare i laboratori e organizzare degustazioni. CITTÀ DELLA BIRRA” Piazza della Libertà 1/a 61042 Apecchio (PU) Cell. 3383394242 www.apecchiocittadellabirra.com Visite guidate ai birrifici con degustazioni “Beer Tour”, escursioni personalizzate a piedi e a cavallo, corsi di cucina e degustazioni, colazioni e pranzi a tema in casolari di campagna, pernottamenti convenzionati in strutture selezionate e di qualità. Percorsoinmoto Pesaro, Sant’Angelo in Lizzola, Monteciccardo, Mombaroccio, Bargni, Cartoceto, Saltara, Fossombrone, Acqualagna, Cagli, Pianello, Serravalle di Carda, Apecchio, Pian di Molino, Piobbico, Urbania, Montesoffio, Urbino, Montefabbri, Borgo Santa Maria, Tavullia, Gradara, Gabicce Mare, Pesaro w TENUTE COLLESI Località Pian della Serra 61042 Apecchio (PU) Tel. 075933118 www.collesi.com La birra ImperAle e i prodotti Collesi sono conosciuti nel mondo, dove ormai risultano ampiamente apprezzati e consumati, grazie ai numerosi riconoscimenti e premi ricevuti. La birra ImperAle è la birra a chilometri zero: l’acqua è quella eccezionale che sgorga naturalmente dall’acquedotto e che arriva dal Monte Nerone, l’orzo è quello dei campi delle Tenute Collesi ed è maltificato nel maltificio regionale. L’intero processo avviene poi nella Fabbrica della Birra dove nascono le bionde Alter ed Ego, l’ambrata Fiat Lux, la rossa Ubi, la nera Maior e la strepitosa Triplo Malto. |53