m arche - Turismo Pesaro Urbino

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m arche - Turismo Pesaro Urbino
MARCHE
Pesaro
Un territorio con una varietà
cromatica entusiasmante, quanto
di meglio è possibile trovare per
viaggiare con la nostra moto.
A cura di Claudio Vismara e Paola Colombi
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Urbino
e
La provincia bella e saporita
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Marche
P
esaro e Urbino sono
le due città che insieme danno il
nome alla più settentrionale
delle
provincie marchigiane, meta
di questa nuova proposta di
itinerario. Definita a ragione
come la “provincia bella”, offre
un territorio decisamente variegato e caratterizzato da
un’invidiabile molteplicità cromatica: si passa dall’azzurro
del mare al verde delle colline
e della natura più selvaggia. A
questo si aggiungono gli incantevoli borghi sopra i quali
spicca Urbino, la perla del Rinascimento.
A questa provincia calzerebbe
però a pennello anche la definizione di “saporita”, grazie ad
un’offerta enogastronomica
davvero di prim’ordine: dal
prelibato tartufo ai formaggi,
dai vini alla birra, senza dimenticare la pregiata carne dei
bovini marchigiani, i salumi e
le ricche varietà di pesce disponibili nelle acque dell’Adriatico.
Partiremo da Pesaro, città natale della Benelli e della TM
Racing, e punteremo nell’entroterra lungo la SP26, chiamata non a caso “strada del
gusto”. Da Sant’Angelo in Lizzola a Saltara vivremo un susseguirsi di emozioni, mentre la
Via Flaminia ci accompagnerà
nelle spettacolari Gole del
Furlo. Acqualagna sarà pronta
ad accoglierci con i profumi
dei suoi tartufi, mentre Cagli
sarà la nostra base di partenza
per spettacolari strade lungo
l’Appennino
Marchigiano.
Giungeremo in seguito ad
Apecchio, borgo imperdibile
per gli appassionati di birra.
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Attraverso belle strade immerse nelle verdi colline, giungeremo ad Urbania e quindi
alla splendida Urbino. Proseguendo, dal piccolo borgo di
Montefabbri, passando da Tavullia, paese del mitico 46,
raggiungeremo il borgo fortificato di Gradara. Da Gabicce
sarà il mare ad accompagnarci
lungo quel gioiello di strada
costiera che conduce al promontorio del Monte Bartolo.
Pesaro, la “Pisaurum” fondata dai romani, porta ancora
oggi le tracce della sua storia
nell’impianto quadrato che la
contraddistingue. È durante il
periodo delle signorie che il
borgo attraversa il momento di
maggior fervore: alla famiglia
Sforza, susseguiti ai Malatesta,
si deve la costruzione della
possente Rocca e il Palazzo
Ducale, mentre ai Della Rovere
si deve il merito della costruzione di una rinnovata cinta
muraria e del porto-canale. Pesaro è ricordata anche per essere la città natale del grande
compositore Gioacchino Rossini; da anni qui si svolge il
prestigioso “Rossini Opera Festival”, evento promosso dalla
Fondazione Rossini, che che
non si limita alle rappresentazioni delle opere di Gioacchino Rossini ma permette di
partecipare ad attività didattiche e laboratori di musicologia
applicata.
La visita della città si svolge
prevalentemente nella zona
centrale di Piazza del Popolo,
con la vista delle belle linee rinascimentali della facciata del
Palazzo Ducale; poco distante
il Conservatorio, nato per volere dell’illustre pesarese.
Sopra: il Parco Ducale di Urbania è composto da una villa e dalla chiesa.
Sotto: l’ingresso di Mombaroccio è costituito da due possenti torri cilindriche.
La strada per Monte Petrano inizia a salire regalando, curva dopo curva, stupefacenti viste
panoramiche.
Oltre agli interessanti Musei
Civici, Pinacoteca e Museo
delle Ceramiche, in Piazza
della Libertà si trova un bel
esempio di villino Liberty,
mentre al centro dello spazio
verde spicca la Sfera Grande,
opera realizzata da Arnaldo
Pomodoro. Imperdibili i due
musei dedicati ad altrettanti,
grandi nomi del motociclismo
italiano: Benelli-MotoBi presso
le “Officine Benelli” e Morbidelli, moto sportive che hanno
collezionato ben quattro titoli
mondiali.
Lasciamo Pesaro e il suo mare
per raggiungere la SP26, la
“strada del gusto”: un serpentone d’asfalto immerso nella
generosa campagna ricca di
uliveti, vigneti e frutteti, contornato da antichi borghi e
conventi. La strada è un regalo
al viaggiare del mototurista:
l’incanto dell’ambiente circostante quasi ci obbliga ad
un’andatura slow, che ci porterà alla scoperta delle bellezze
e dei sapori altrimenti introvabili. In questa campagna si
producono infatti un olio
D.O.P. dalla pregiata qualità,
formaggi pecorini deliziosi e
prelibati salumi.
Iniziamo da Sant’Angelo in
Lizzola, adagiato sulle colline
pesaresi a cavallo tra il Montefeltro e la Romagna. Chiuso fra
le sue mura, il borgo offre
un’interessante passeggiata e la
prima di una lunga serie di
scoperte enogastronomiche:
salumi e insaccati di qualità tra
cui lonzino, coppa, salame,
nostrano, salsiccia secca, ciccioli di maiale, li troviamo al
Salumificio “Geminiani Sauro
& Figli”. Proseguiamo poi
verso Monteciccardo, terra
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Marche
di antichi mulini, di belle viste
panoramiche e ottimi vini.
Presso la Società Agricola “Il
Conventino di Monteciccardo” ci concediamo una
piacevole degustazione di
Bianchello, vino bianco tipico
del territorio.
Rimontiamo in sella e godiamoci un bel tratto di strada
tutta curve e panorami che
giungono fino alla vista del
mare. La nostra BMW qui
sfoggia il suo piacevole lato
nascosto: la K1600 GTL, nonostante il suo poderoso motore e l’imponente stazza,
sfoggia una maneggevolezza
inaspettata nel susseguirsi di
curve e saliscendi, con il sei cilindri che sibila dolcemente
accompagnandoci con natura-
lezza in questo fantastico ambiente dell’entroterra marchigiano. Il nostro percorso fa
tappa ora a Mombaroccio,
dove ci accoglie uno splendido
ingresso nel borgo antico con
due possenti torri cilindriche.
Attraversate le strette vie dalla
Porta Maggiore, si giunge nella
piazza con la quattrocentesca
chiesa di San Marco con annesso convento e Museo di
Arte Sacra. Interessanti anche
il Museo della Civiltà Contadina e la Mostra del Ricamo,
una tradizione ancora viva e
praticata dalle donne di Mombaroccio all’ombra dei vicoli e
dei palazzi del centro storico.
Una gradevole sosta alla “Bottega del Borgo” è quello che ci
vuole dopo la passeggiata nel
centro; con entusiasmo e competenza, i giovani Filippo e
Daniela vi accoglieranno con
l’ampia offerta di prodotti tipici locali per una piacevole
merenda con pane fresco, formaggi, salumi nostrani e un
buon bicchiere di vino. Poco
distante dal paese troviamo il
Santuario del Beato Sante,
maestoso complesso architettonico risalente al XIII secolo
circondato da un grazioso
parco. Se siete in zona per
cena, vi consigliamo di non
perdere la Pizza Terre di Rossini e Raffaello, vera eccellenza
del gusto, proposta dal Ristorante “Piccolo Mondo”. Otto
pizze con otto diverse farciture
a base di prodotti del territorio
e dell’azienda di famiglia, asso-
La Via Flaminia ci accompagna nelle Gole del Furlo.
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lutamente da provare. Procediamo nuovamente lungo la
SP26 e prima di giungere a
Cartoceto, deviamo per Serrungarina. Delizioso il piccolo
borgo di Bargni, uno di quei
luoghi in cui il tempo sembra
essersi fermato. Le poche auto
presenti nelle stradine con i
ciottoli sono veramente fuori
luogo. Per un momento anche
la nostra moderna BMW ci
sembra poco inserita nell’ambiente; una volta scesi però,
vederla parcheggiata nella
piazzetta fuori dall’Osteria “Da
Gustin”, richiama subito alla
mente le soste nelle stazioni di
posta dei cavalieri. Sentenziamo che la due ruote che ci
accompagna in questo tour,
con il suo pacato sound, è più
che degna di riposare nel
borgo e godere delle splendide
viste panoramiche sui colli circostanti. “Da Gustin” è una tipica osteria gestita abilmente,
in ricordo del nonno, da Virgilio e dalla moglie Catia: un
ambiente intimo e particolare
dal sapore di una volta, dove
poter anche acquistare le eccellenze marchigiane. A settembre è possibile gustarsi le
gustose Pere Angeliche durante la Sagra che si tiene il
primo week end del mese, una
pera particolare con il riconoscimento di prodotto agro-alimentare tradizionale P.A.T.
Se siete amanti delle rarità gastronomiche, imperdibile è
una sosta da Lucio Pompili,
nel suo Albergo-Ristorante
“Symposium”. Lucio è uno
chef ricercatore che propone
menù pregiati, utilizzando in
parte anche i suoi prodotti e
sempre nel rispetto delle stagioni. La struttura dispone
anche di graziose camere suite
ed è dotata di piscina; inoltre
qui si svolgono lezioni di cucina e laboratorio dei sapori.
Rientrati sulla provinciale, immerso fra uliveti e campi coltivati, giungiamo a Cartoceto,
antichissimo borgo fondato
dai Cartaginesi, caratterizzato
da un piacevole centro storico
con strette viuzze di piccole
case con scorci pittoreschi sui
colli circostanti. Di impianto
medievale, la piazza è dominata dall’antico palazzo comunale con la settecentesca
Torretta dell’Orologio. A Cartoceto non mancate un pitstop
alla
Gastronomia
“Beltrami”, il “covo dei formaggi” e dell’olio buono: Pecorini stagionati in fossa,
conciati con foglie di noce o
stagionati nelle vinacce, ma
anche confetture e marmellate
e uno spettacolare olio extravergine di oliva. Siamo nel territorio della D.O.P. Olio
Cartoceto, una zona vocata
alla olivicoltura da cui si ricava un prodotto superiore.
Alcune belle curve ed eccoci
all’ultima tappa della SP26:
siamo a Saltara, poco distanti dall’antica Via Flaminia.
Oltre alla vista dei caratteristici mercati coperti, Saltara
merita una sosta per il suo particolare Museo del Balì. In una
villa settecentesca di notevole
suggestione è collocata la sede
di questo particolare centro interattivo dedicato alla scienza,
arricchito anche da un osservatorio, un planetario, sala
conferenze e foresteria con annesso ristorante.
Lasciamo alle nostre spalle la
piacevolissima provinciale per
andare a percorrere la Via Fla-
minia nella Val Metauro e raggiungere Fossombrone. La
cittadina è il maggior centro
della media Val Metauro ed è
caratterizzato da un centro
d’impronta medievale disteso
sul pendio di un colle e dominato dalla Cittadella e dai ruderi della Rocca malatestiana.
L’arteria principale è Corso
Garibaldi, graziosamente porticata sui due lati, cui si affacciano interessanti palazzi di
vari periodi, dal Quattrocento
al Settecento. Proseguiamo
stando attenti a non prendere
la superstrada e rimaniamo sul
vecchio tracciato che attraversa quel gioiello della natura
che sono le Gole del Furlo. Un
ardito passaggio, in cui le pareti delle montagne quasi si
toccano, mentre in basso
scorre il fiume Candigliano:
un passaggio emozionante ai
giorni nostri, di vitale importanza per il commercio ai
tempi dei romani. Fu l’imperatore Vespasiano ad ordinare la
realizzazione della galleria del
Furlo, una grande opera che
agevolò il passaggio di persone
e mezzi attraverso le gole. L’accesso alla galleria, lunga trentotto metri, larga mediamente
poco più di cinque e alta sei, è
a senso alternato, regolato da
un semaforo. Durante la lunga
attesa in sella alla moto abbiamo potuto godere della
magia di questo luogo: il fascino dell’ambiente circostante
ci porta a viaggiare con la fantasia, a pensare come doveva
essere qui nel 77 d. C., anno di
inaugurazione di questo passaggio, ancora oggi utilizzato.
Oggi tutta la zona è Riserva
Naturale Statale, il che garantisce la giusta preservazione
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Marche
del patrimonio naturale dell’area. Poco oltre le gole, un interessante centro visite merita
una sosta per approfondire le
conoscenze e gli aspetti storico-naturalistici del territorio.
Se poi è anche l’ora di uno
spuntino, siamo nel posto giusto: quando di fronte ti trovi il
Ristorante “Antico Furlo”, i
panini diventano d’autore, dei
fantastici sfizi con i prodotti
del territorio. Giusto per capire di cosa stiamo parlando,
citiamo ad esempio il panino
“Bel e Bon” con frittata al tartufo, pancetta di Beltrami,
pane casereccio, oppure la baguette calda con verdure alla
griglia e casciotta d’Urbino,
delizioso formaggio marchigiano. Meglio fermarsi qui altrimenti dubito che finirete di
leggere l’articolo!
Un primo contatto con il prezioso tubero lo abbiamo avuto,
ma serviranno ancora alcuni
chilometri per scoprire tutto
sul tartufo di Acqualagna.
Prima infatti sostiamo alla
chiesa di San Vincenzo al
Furlo, un’abbazia risalente
all’VIII secolo e di aspetto romanico.
Acqualagna è una località
che può vantare il pregio di essere capitale del tartufo per
tutto l’anno: da ottobre a dicembre c’è il pregiato tartufo
bianco, con la sua polpa biancastra, fine e superiore; da dicembre a marzo troviamo il
pregevole tartufo nero; da
aprile a giugno il tartufo nero
estivo o “scorzone”, mentre il
tartufo bianchetto o “marzuolo” da gennaio ad aprile.
Ad Acqualagna vi sono ben tre
fiere all’anno dedicate al prezioso tubero, di cui la più im|42
portante è la Fiera Nazionale
del Tartufo Bianco, che si
svolge tra la fine di ottobre e le
prime tre domeniche di novembre. Oltre che come prodotto fresco, il tartufo viene
utilizzato in numerose ricette.
Nella piazza centrale del
paese, la bottega “Acqualagna
Tartufi” è in grado di soddisfare anche la più remota voglia di gusti sfiziosi
Una decina di chilometri ci separano da Cagli e dall’inizio
della parte più entusiasmante
del percorso, con una serie di
belle strade che ci regaleranno
forti emozioni in sella alla nostra moto. Un borgo dalla storia intensa e dal forte spirito
indipendente, tanto riuscire ad
opporsi a Gubbio e alla signoria dei Montefeltro. Lo splendido Torrione ellissoidale è ciò
che rimane della possente
rocca del ‘300; oggi è sede del
Centro di Scultura Contemporanea, un nucleo permanente
di studio e di documentazione
dell’esperienze plastiche dei
giorni nostri. All’uscita del
paese seguiamo le indicazioni
per il Monte Petrano: la strada
inizia a salire come uno splendido volteggio, curve dopo
curva, regalando viste panoramiche stupefacenti su di un
territorio in cui la natura domina incontrastata. In questo
splendido “piroettare”, la nostra K sei cilindri rivela un’agilità inaspettata, una perfetta
distribuzione dei pesi uniti ad
un’eccellente ciclistica, rendono la moto maneggevole
permettendoci di gustare la
splendida salita senza metterci
troppo impegno nella guida.
Tra una bella curva e l’altra,
passano per la mente le incre-
dibile evoluzione delle mitiche
“farfalle azzurre” della squadra
femminile nazionale di ginnastica acrobatica – nostri ospiti
sul palco di “Days on the
road”, al Motodays 2013 di
Roma - Sarà che ad ispirarci in
questi pensieri sia l’incredibile
danza che stiamo eseguendo
in sella alla nostra BMW?
Dopo oltre dieci chilometri e
quasi mille metri di dislivello,
conquistiamo la vetta. La vista,
complice anche la bella giornata, è notevole, e il silenzio
interrotto solo dal sibilo del
vento, partecipe di uno spettacolare balletto dei fili d’erba in
fiore, delle infinite distese
delle praterie che coprono il
monte. La discesa richiede
precauzione, la strada si fa
stretta e le condizioni del
fondo stradale non sono ottimali.
Giunti a Pianello si può fare
una deviazione sul Monte Nerone; piacevoli strade portano
alla sommità di questa montagna regno dell’aquila reale. Restando nella parte bassa,
transitando da Serravalle di
Carda, raggiungiamo la
SR257 che in pochi chilometri
ci porta ad Apecchio, da alcuni anni divenuta un importante centro di produzione di
birra tanto da fregiarsi dell’appellativo di “Città della Birra”.
Con l’utilizzo di prodotti a filiera corta, in primis l’orzo e
l’acqua pura delle numerose
sorgenti dell’Appennino, le
due aziende presenti, “Amarcord” e le “Tenute Collesi”,
producono diversi tipi di birra
molto apprezzati ed esportati
in tutto il mondo. Durante la
prima settimana di luglio, il
borgo si trasforma in un
Marche
laboratorio sensoriale per il
“Festival dell’Alogastronomia”, dove produttori provenienti da tutto il mondo
insieme a numerosi esperti abbinano la birra al cibo con degustazioni. Il centro storico di
Apecchio è davvero carino,
con la sua impronta urbanistica rinascimentale: nella
Piazza di San Martino si affac-
ciano la pieve romanica e Palazzo Ubaldini con il grazioso
cortile d’onore, poco distante
la torre dell’orologio, mentre
sul torrente Biscubio si può
ammirare un singolare ponte
romanico a schiena d’asino.
Torniamo sui nostri passi per
raggiungere la prossima tappa,
il centro di Piobbico. Lungo la
strada, in località Pian di
Molino, troviamo un ottimo
agriturismo con cucina dedicata al territorio, ideale da abbinare alla birra locale
prodotta a poca distanza. A
dominare l’abitato di Piobbico è il Castello Brancaleoni,
nato da un fortilizio nel XII secolo e poi rimaneggiato nel
XIV e XVI secolo. Quindici
chilometri di intrigante strada
Aperitivo a Gabicce Mare. Nella pagina
precedente: il borgo fortificato di Gradara.
Nella pagina successiva: panorama
lungo la strada che da Gabicce Mare ci
porta a Pesaro.
immersa nella natura ci separano da Urbania, il terzo
nome attribuito nella storia a
questa località dalla lunga tradizione manifatturiera, legata
al mondo delle maioliche.
Prima di entrare nel cuore
dell’abitato, ci dirigiamo al
Parco Ducale o Barco, il luogo
in cui i duchi di Urbino risiedevano piacevolmente e prati-
cavano la caccia. Il complesso
è composto da una villa e dalla
chiesa, creando un insieme di
ispirazione vanvitelliana. Nel
centro storico di Urbania interessante è il Palazzo Ducale,
costruito interamente in cotto,
con una loggia pensile, due
torrioni cilindrici e un cortile
interno ornato di colonne e
graziosi capitelli.
Le strade dedicate alla moto
non sono certo una rarità in
questo territorio della provincia di Pesaro e Urbino, e per
andare alla scoperta di quel
gioiello della città di Urbino,
percorriamo un itinerario veramente piacevole passando
dal borgo di Montesoffio.
La città ideale voluta da Federico da Montefeltro non ha bisogno di presentazioni: ben
nota è la sua grandezza artistica per monumenti e capolavori, oltre che culturale grazie
anche alla storica e rinomata
università. La tipicità di questo
centro sta anche nel fatto che
nel tempo non ha subito profonde influenze architettoniche e pertanto il suo aspetto
rinascimentale impresso da
Federico è rimasto fino ai
giorni nostri. Per la visita conviene lasciare la moto nel parcheggio di Piazza del
Mercatale e muoversi a piedi
all’interno del centro storico.
Non ci dilungheremo sugli
aspetti della visita ad Urbino un articolo dedicato probabilmente non sarebbe sufficiente
- ma ricorderemo solo alcuni
dei punti di interesse da vedere: Palazzo Ducale, con il
suo stile architettonico inconfondibile, al cui interno trovano
posto
spettacolari
capolavori
dell’arte
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Marche
rinascimentale; il Duomo, la
casa di Raffaello e l’Oratorio di
San Giovanni Battista, con lo
splendido complesso di affreschi in stile gotico.
La strada scorre sotto le nostre
ruote allegramente, l’andatura
si fa più vivace e l’altra faccia
del sei cilindri viene fuori, permettendo di viaggiare in sesta
praticamente al minimo, ma
tirando fuori le unghie quando
si necessita di tutta la sua cavalleria.
Dopo una dozzina di chilometri abbandoniamo la regionale
per avventurarci in un altro
angolo straordinario del paesaggio dei Colli Pesaresi.
Raggiungiamo così Montefabbri, uno dei “Borghi più
belli d’Italia”. Arrivando si
vede subito la suggestiva architettura medievale del
borgo, con le mura e le case
che accerchiano la torre, oggi
trasformata nel campanile
della chiesa parrocchiale sorta
al posto della fortezza.
Un’unica, classica porta medievale garantisce l’ingresso ad
un altro mondo. Ancora alcuni
chilometri sui colli e poi ci
“buttiamo” sul mare: arrivati a
Borgo Santa Maria deviamo per Tavullia, località
ben nota agli appassionati del
numero 46, per il suo celebre
cittadino Valentino Rossi.
Gradara ospita uno dei castelli più importanti d’Italia: la
Rocca di Gradara e il suo
borgo fortificato rappresentano una delle strutture medievali meglio conservate nel
territorio nazionale e le due
cinte murarie che proteggono
la fortezza, la più esterna delle
quali si estende per quasi ottocento metri, la rendono anche
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una delle più imponenti. Il castello sorge su una collina, in
posizione strategica, a centoquarantadue metri sul livello
del mare, mentre il mastio si
innalza per trenta metri dominando l’intera vallata. L’ingresso al compatto nucleo
storico avviene attraverso la
Porta dell’Orologio; purtroppo
i numerosi negozi di souvenir
hanno snaturato e rotto quell’incantesimo che altrimenti
aleggerebbe nei suoi vicoli. Rimane comunque un borgo affascinante, con numerose
opere e arredi interessanti all’interno della Rocca. Finalmente il mare!
L’abbiamo lasciato alla partenza del nostro tour a Pesaro
e ora eccoci nuovamente sul
litorale adriatico nella prima
località marchigiana, Gabicce
Mare. Una sosta sul porto canale con una bella piadina ci
sta tutta. Qui a Gabicce termina l’infinita spiaggia romagnola
iniziata
molto
chilometri prima e davanti a
noi si prospetta uno dei tratti
di strada costiera più belli
dell’Adriatico: la panoramica
“Gabicce- Pesaro”, un tratto
tortuoso, ricco di ampi scorci
con viste dall’alto di notevole
bellezza e numerose variazioni
altimetriche, che rendono
ancor più divertente percorrere in moto questo ultimo
tratto del nostro itinerario. Le
soste sono obbligatoriamente
frequenti e le vedute che si
aprono davanti alla visiera
sono da immortalare con uno
bello scatto fotografico. Fortunatamente le previsioni meteorologiche, ascoltate appena
partiti la mattina dalla radio
della nostra BMW, erano cor-
rette. Il sole brilla nel cielo, la
luce è fantastica, i colori sgargianti, in questo grazioso contesto ci sentiamo veramente
bene. Il territorio che stiamo
attraversando rientra nel Parco
Naturale di San Bartolo e si affaccia con una spettacolare falesia sul mare Adriatico,
raggiungendo le sue massime
quote sulle colline del San Bartolo. Zona di notevole importanza per la migrazione
dell’avifauna e sito per lo svernamento di diverse specie di
uccelli, dal punto di vista archeologico e storico presenta
una notevole ricchezza di elementi: dai ritrovamenti del
neolitico al sito archeologico
di Colombarone, ai porti
scomparsi di origine greca, alle
incantevoli ville e giardini rinascimentali. Una sosta obbligata lungo la panoramica la si
deve fare alla splendida vista
dei vigneti a picco sul mare
della Fattoria “Mancini”, sicuramente tra i più scenografici
nel panorama viticolo italiano.
Gli ultimi tornanti con la veduta di Pesaro ci indicano
che l’itinerario è al termine;
raccomandiamo di percorrere
questa strada nel rispetto del
codice e di godersi lo splendido scenario che offre,
lasciando da parte velleità
sportive, una raccomandazione sicuramente superflua
per i nostri lettori che amano
il mototurismo e il piacere di
andare in moto.
La “provincia bella e saporita”
ha superato dunque ogni
aspettativa, offrendo un’incredibile varietà di paesaggi, storia e arte di pregevole livello,
sapori unici e strade eccezionalmente adatte alle due ruote.
Marche
Percorsodelgusto
Tartufo
S
ono comunemente chiamati tartufi diverse specie di funghi
appartenenti al genere Tuber. I tartufi hanno corpo fruttifero
ipogeo, sotterraneo, e crescono spontaneamente nel terreno
accanto alle radici di alcuni alberi o arbusti, in particolare querce
e lecci, con un rapporto simbiotico.
Il tartufo viene individuato con l’aiuto di cani e raccolto a mano.
È un alimento enormemente pregiato e ricercato, molto costoso.
Il tipico profumo penetrante e persistente si sviluppa solo a maturazione avvenuta, e il suo scopo è quello di attirare gli animali
selvatici come maiali, cinghiali, tassi, ghiri, volpi, nonostante sia
interrato, per spargere le proprie spore contenute e perpetuare
la specie. Conosciuto già in epoca romana e greca, è sempre rientrato tra i prodotti più buoni che la terra potesse offrire e viene
utilizzato in numerose ricette e preparazioni alimentari. Negli
antipasti viene abbinato a deliziosi crostini o alle acciughe e ai
tomini; nei primi è fantastico con il risotto ma anche con fettuccine o con ravioli di ricotta. Nei secondi si accompagna a frittate,
arrosto, tacchino, fagiano e anche con le trote.
l tartufo vede la sua massima espressione nella città di Acqualagna, insieme ai comuni limitrofi di Sant’Angelo in Vado e Apecchio. Ecco una breve sintesi delle varie specie che si possono
assaporare nel territorio.
Tuber Magnatum Pico (tartufo bianco)
È il più famoso e il più costoso, di odore forte e molto aromatico.
Molto digeribile, solitamente viene consumato crudo, da ottobre
a dicembre.
Tuber Melanosporum Vitt (tartufo nero)
Appetitoso e ben digeribile, con un gradevole odore aromatico
che manifesta con la cottura, matura da metà novembre a metà
marzo.
Tuber Borchii Vitt o Tuber Albidum Pico (tartufo bianchetto
o marzuolo)
Commestibile ma poco pregiato e poco digeribile, con la cottura
perde odore e sapore e diventa spugnoso. Si raccoglie da gennaio
ad aprile.
Tuber Aestivum Vitt (tartufo nero estivo o scorzone)
Emana un debole profumo, matura da maggio all’autunno.
Pecorino
L
a produzione del pecorino vanta una lunga tradizione in
questa regione. La materia prima utilizzata è latte ovino
crudo, a cui si aggiunge caglio naturale. Il procedimento di
produzione inizia con la rottura della cagliata, effettuata delicatamente con le mani o con attrezzi appositi, in particelle della
dimensione di una nocciola per il prodotto fresco o di un chicco
di riso per lo stagionato. Dopo queste operazioni il prodotto viene
messo nelle fascere e pressato con il palmo delle mani per favorire lo spurgo del siero. La salatura si effettua a secco, mettendo
le forme sotto sale fino ad un massimo di due giorni. La maturazione avviene in ambiente fresco e umidità media, dove le forme
vengono rigirate giornalmente e lavate a giorni alterni con acqua
e siero tiepido. Frequente la stagionatura del prodotto fino a oltre
un anno.
Particolare è la stagionatura in fossa, una pratica di tradizione
storica: dopo aver ripulito le fosse e asciugate con fuoco di paglia
e sterpi, si ricoprono le pareti con una intelaiatura di legno e
canne foderata di paglia. Le forme, dopo due mesi di maturazione, vengono riposte (solitamente in agosto) in sacche di cotone e la fossa viene chiusa. A novembre avviene la riapertura,
con il formaggio che si presenta con una crosta tenera, pasta soffice che si frantuma in scaglie, gusto intenso e persistente. Il prodotto finito si presenta in forme di altezza 6-10 cm, diametro
14-20 cm e peso da 1 a 2,5 kg.
Il pecorino tradizionale ha forma cilindrica, crosta giallastra,
pasta bianca scarsamente occhiata, di sapore sapido e pastoso
delicatamente aromatico; quello stagionato invece ha la crosta
unta di olio di oliva di colore tendente al rossastro, pasta compatta di colore giallo paglierino, gusto e aroma intensi.
Notizie utili
w ASSESSORATO PROVINCIALE
AL TURISMO PESARO E URBINO
Via Mazzolari 4
61121 Pesaro
Tel. 0721359501
www.turismo.pesarourbino.it
L’ente coordina le attività turistiche del
territorio e in particolar modo si occupa di
armonizzare gli interventi propri e degli
enti locali per promuovere e realizzare
un’offerta turistica completa e di qualità.
w OSTERIA PIADINERIA “DA PEPPE”
Via Ninchi 3
61121 Pesaro
Tel. 07215830023
I
l progetto “Apecchio Città della Birra” nasce grazie alla presenza di due importanti
produttori di birra artigianale, con lo scopo di rappresentare un’identità territoriale
che raccoglie e stimola le diverse attività imprenditoriali legate a questo mondo. Una
risposta concreta alla crescente domanda di conoscenza e di qualità che coinvolge il
mondo della birra, dell’alimentazione, del turismo e dell’agricoltura. Espressione di
tutto ciò è l’omonima associazione culturale, dove la presenza al suo interno di aziende,
enti pubblici, amministrazioni locali e privati ne fa un qualificato organismo di azione
per la valorizzazione e la promozione dell’alogastronomia quale connubio fra birra e
prodotti alimentari non solo locali. “Alogastronomia” è il neologismo che l’Associazione
ha coniato con l’intento di esprimere, comunicare e promuovere la birra come un prodotto agricolo eccellente, in grado di stabilire forti legami sia con gli altri prodotti che
con il territorio stesso. Si promuovono le sinergie e la competenza nel trovare combinazioni che permettano di abbinare ad un cibo gustoso, che soddisfa lo stomaco, un
ottimo bicchiere di birra che il palato apprezzerà.
Olio extravergine di oliva D.O.P.
Cartoceto
L
a Denominazione di Origine Protetta Cartoceto è prodotta con olive
provenienti prevalentemente dalle
cultivar Raggiola, Frantoio e Leccino, presenti in misura non inferiore al 70% congiuntamente o singolarmente. È ammessa la presenza, fino a un massimo complessivo del
30%, di varietà diverse sempre del territorio. L’olio si presenta di colore verde, verde con
riflessi giallo oro per gli oli ancora freschi o giallo oro, con lievi riflessi verdognoli, per
gli oli più maturi. L’odore è fruttato di oliva verde, da leggero a medio, con lieve sentore
di erbaceo. Possono essere presenti i caratteristici profumi di mandorla verde e mela
acerba. Il gusto è armonico, fra le sensazioni di fruttato verde, dolce, amaro e piccante
fusi. Può essere presente un gradevole e caratteristico retrogusto di mandorla verde. La
vocazione del territorio per gli ulivi è un fatto storico: nel catasto del 1540, centosedici
proprietari su centonovantacinque avevano ulivi nei loro fondi. Alcuni catasti ne fanno
fede: tra il 1590 e il 1681 si è quadruplicato il numero di piante. L’olio ha rappresentato
da sempre uno tra i beni più apprezzati. San Anselmi scrisse: “Nel 1390, ad esempio, un
somaro bianco con sella vale sette quartaroli d’olio (sessantuno litri), ciò intorno a quattro ducati con i quali si comprano altrettanti quintali di grano”.
Situato a due passi dal mare, il locale è
specializzato in piadine e piatti di pesce.
w MUSEO OFFICINE BENELLI
Via Mameli 22
61121 Pesaro
Tel. 072131508
www.officinebenelli.it
L’unico edificio rimasto della sede storica
della fabbrica motociclistica Benelli, celebre azienda pesarese, ospita questo ambizioso progetto culturale. I locali della
vecchia azienda accolgono oggi il Registro
Storico Benelli e il Moto Club Pesaro “T.
Benelli”. Si possono inoltre ammirare in
esposizione permanente più di centotrenta motociclette Benelli e MotoBi.
w MUSEO MORBIDELLI
Via Fermo 39
61122 Pesaro
Tel. 072124307
www.museomorbidelli.it
Il museo è stato fondato da Giancarlo
Morbidelli, titolare dell’omonima celebre
azienda pesarese. L’allestimento si
estende su tremila metri quadri di superficie e documenta la storia della moto attraverso più di trecento modelli costruiti
dall’inizio del secolo scorso.
w SALUMIFICIO “GEMINIANI SAURO
& FIGLI”
Via Serra 36/a
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61020 Sant’Angelo in Lizzola (PU)
www.salumificiogeminiani.it
Produzione salumi tipici: lonzino, coppa,
salame, nostrano, salsiccia secca, ciccioli
di maiale.
w SOCIETÀ AGRICOLA
“IL CONVENTINO DI MONTECICCARDO”
Via G. Turcato 4
61024 Monteciccardo (PU)
Tel. 0721910574
www.il-conventino.it
La tenuta si estende per un’area di sessanta ettari, in zona collinare ad un’altitudine di trecento metri sul livello del
mare. Sia la composizione che l’esposizione del terreno assieme al microclima
contribuiscono a formare l’habitat ideale
per la coltivazione della vite e dell’olivo.
Produzione vino, olio e distillati.
w BOTTEGA DEL BORGO
Via Guidobaldo del Monte 5
61024 Mombaroccio (PU)
Tel. 0721470250
Prodotti e specialità gastronomiche del
territorio, possibilità di degustazione e
merende.
w RISTORANTE “PICCOLO MONDO”
Via Villagrande 175
61024 Mombaroccio (PU)
Tel. 0721470170
www.piccolomondonline.it
Incantevole ristorante e pizzeria con annessa fattoria a fornire materie per la cucina tipica e creativa. Fiore all’occhiello
sono i salumi e l’olio proveniente dagli
ulivi secolari di famiglia. Spettacolari le
pizze, preparate con le migliori farine, con
lunghissina lievitazione naturale e cotte
nel forno a legna. Qui si possono degustare in esclusiva le pizze con i sapori tipici
dei Colli Pesaresi grazie alla iniziativa
“Terre di Rossini e Raffaello”.
w OSTERIA “DA GUSTIN”
Via Castello 27
61030 Serrungarina
Tel. 0721891517
www.dagustin.it
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Marche
Virginio Baldelli e sua moglie Catia gestiscono quella che è stata in passato la
prima bottega del circondario, voluta
negli anni Quaranta da nonno Augusto,
conosciuto da tutti come “Gustin”. Il locale
vive ancora nelle stesse mura di allora; la
struttura è composta da un’osteria tradizionale e un accogliente B&B. Si possono
degustare prelibatezze gastronomiche locali in un ambiente intimo, con poco più
di dieci coperti all’interno e quattro tavoli
all’esterno sotto una pergola di viti di
bianchello, ammirando l’impareggiabile
vista.
w RISTORANTE “SYMPOSIUM”
Via Mombaroccese
61030 Cartoceto (PU)
Tel. 0721898320
www.symposium4stagioni.it
La struttura, immersa nelle colline, offre
oltre al ristorante sette camere che si affacciano sul giardino con piscina. Il padrone di casa è lo chef stellato Lucio
Pompili, vero amante del territorio, il
quale propone una cucina raffinata ma
senza dimenticare le origini. L’ambiente è
raffinato, con ampi spazi fra i tavoli, e l’accogliente salottino per l’appetizer ti fa
sentire a casa di un amico. In effetti Lucio,
oltre che chef di provata esperienza, è un
grande intrattenitore con gli ospiti. I piatti
della carta sono molti, raffinati e a volte
insoliti. Troviamo ad esempio zuppetta e
petto di tordo, pacchero con sugo di cinghiale, risotto con paté di beccaccia e funghi spignoli, petto di fagiano con
marmellata di uva spina, spiedo in piedi
con due tordi, mela e rigattino. Importante la carta dei vini, visibile su iPad, con
la presenza di un vino di produzione propria “Li’cante vino rosso sconosciuto”, termine utilizzato in quanto il disciplinare
non consente l’uso delle diciture Sangiovese, Alicante e il comune di provenienza.
Si organizzano anche scuole di cucina e
laboratori del gusto con tour gastronomici.
Un’azienda che trova le sue fondamenta
nella famiglia, che si fonda sul concetto di
“retroinnovazione”, un neologismo coniato dai Beltrami che indica “l’essere capaci sempre di guardare indietro, alle
radici, alla storia, ai punti di partenza, e
essere capaci di portare l’innovazione di
oggi e di domani con grande rispetto, capacità di simbiosi e di armonia”. Si producono formaggi pecorini utilizzando caglio
vegetale e latte crudo, olio extravergine
di oliva, marmellate e confetture. Punto
ideale per acquisti di prodotti tipici e per
uno spuntino. Tra i formaggi dell’azienda
troviamo Ovillis Ambrosia (pecorino stagionato in fossa), Vinaiolo stagionato con
Vinacce di Rosso Conero, Sangiovese, Lacrima di Morro d’Alba, Furlo Goladerbe affinato in barriques con bouquet di erbe
primaverili, estive, invernali, Tre Tartufi
(pecorino al tartufo).
w RISTORANTE “ANTICO FURLO”
Via Furlo 60
61040 Acqualagna (PU)
Tel. 0721700096
www.anticofurlo.it
Il ristorante propone prodotti tipici regionali che reinterpretano la tradizione. Alberto e Roberta trasmettono al cliente
una grande passione, coinvolgendolo
nelle scelte e mettendolo a proprio agio
in un ambiente accogliente. Da non perdere l’aperitivo nelle grotte delle delizie.
Tra i piatti proposti segnaliamo lo sformatino di baccala con crema di scalogno
dolce e olio rosso piccante, le tagliatelline
vecchia maniera al tartufo bianco di Acqualagna, il petto e coscia di piccione scaloppato con purea di patate e i mitici
panini d’autore citati nell’articolo.
w ACQUALAGNA TARTUFI
Piazza Mattei 9/bis
61040 Acqualagna (PU)
Tel.0721799310
www.acqualagnatartufi.com
w AGRITURISMO “PIANDIMOLINO”
Località Pian di Molino
61042 Apecchio (PU)
Cell. 3292016664
www.agriturismopiandimolino.it
Antico casolare in pietra, sapientemente
ristrutturato nel rispetto delle sue caratteristiche originali, indipendente e confortevole, circondato da giardino con
piscina. Il ristorante è aperto al pubblico,
così come agli ospiti per pranzo e per
cena.
Sarà piacevole gustare le ricette tradizionali con carni genuine, verdure di stagione, il prelibato tartufo e i funghi dei
nostri boschi, affacciati su una splendida
terrazza piuttosto che nelle sale interne
che, nella bella stagione, si protraggono
nel cortile adiacente.
w ASSOCIAZIONE “APECCHIO
w GASTRONOMIA “BELTRAMI”
Via Umberto I 21/23
61030 Cartoceto (PU)
Tel. 0721893006
www.gastronomiabeltrami.com
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Azienda specializzata nella commercializzazione di tartufi freschi e nella
trasformazione in raffinate specialità gastronomiche. Possibilità su richiesta di
visitare i laboratori e organizzare degustazioni.
CITTÀ DELLA BIRRA”
Piazza della Libertà 1/a
61042 Apecchio (PU)
Cell. 3383394242
www.apecchiocittadellabirra.com
Visite guidate ai birrifici con degustazioni
“Beer Tour”, escursioni personalizzate a
piedi e a cavallo, corsi di cucina e degustazioni, colazioni e pranzi a tema in casolari di campagna, pernottamenti
convenzionati in strutture selezionate e di
qualità.
Percorsoinmoto
Pesaro, Sant’Angelo in Lizzola, Monteciccardo, Mombaroccio, Bargni, Cartoceto, Saltara, Fossombrone, Acqualagna, Cagli, Pianello, Serravalle di
Carda, Apecchio, Pian di Molino, Piobbico, Urbania, Montesoffio, Urbino,
Montefabbri, Borgo Santa Maria, Tavullia, Gradara, Gabicce Mare, Pesaro
w TENUTE COLLESI
Località Pian della Serra
61042 Apecchio (PU)
Tel. 075933118
www.collesi.com
La birra ImperAle e i prodotti Collesi sono
conosciuti nel mondo, dove ormai risultano ampiamente apprezzati e consumati, grazie ai numerosi riconoscimenti e
premi ricevuti. La birra ImperAle è la birra
a chilometri zero: l’acqua è quella eccezionale che sgorga naturalmente dall’acquedotto e che arriva dal Monte Nerone, l’orzo
è quello dei campi delle Tenute Collesi ed
è maltificato nel maltificio regionale. L’intero processo avviene poi nella Fabbrica
della Birra dove nascono le bionde Alter
ed Ego, l’ambrata Fiat Lux, la rossa Ubi, la
nera Maior e la strepitosa Triplo Malto.
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