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Associazione culturale
Centro Studi Leone XIII
Via Brindisi, 65 – 85028 Rionero in Vulture (Pz)
C.F.: 93019410765
Tel. cell. 338 8970471
“Quaderni” di incontri e dialoghi, rivista-laboratorio
Direttore responsabile Pasquale Tucciariello
e-mail: [email protected] – www.tucciariello.it
Ai Sindaci della zona del Vulture
Il Vulture come brand e come progetto?
Programmazione socioeconomica.
Il territorio del Vulture rappresenta attualmente il primo motore di crescita
dell’economia in Basilicata. Il comparto delle produzioni agroalimentari, rappresenta il
27 % del totale delle produzioni lucane, per un valore di 159 milioni di euro. Aggiunto
a questo comparto agroalimentare, esiste un comparto industriale formidabile (SATA e
indotto) che produce un fatturato valutabile in 7 miliardi di euro annui e che porta
quindi, di gran lunga al primo posto, in Basilicata, il fatturato totale delle produzioni in
questa area.
Il reddito pro capite netto nella zona del Vulture nel 2015 è pari a 20.450 euro,
risultato che pone al primo posto in Basilicata le popolazioni residenti.
Con questi dati positivissimi LA PROGRAMMAZIONE del legame tra Turismo,
Agricoltura, Servizi e Industria rappresenta il punto centrale per la creazione del valore
economico delle imprese, dei commerci e dello sviluppo programmato del territorio. Il
Vulture deve diventare un territorio, dove attuare, un modello di sviluppo sostenibile
fondato sul rafforzamento programmato dei legami tra agricoltura, attività
economiche, territorio e ambiente.
Tale modello di sviluppo si deve fondare sulle produzioni tipiche (DOC e DOOP), sui servizi
di qualità, sulla rinnovata cultura industriale mutuata dagli insediamenti industriali, sul
rispetto del paesaggio e delle risorse naturali, sul capitale storico e quindi turistico, sulle
risorse idriche e sulle bellezze naturali come i laghi di Monticchio.
Il settore agro-industriale del Vulture rappresenta quindi, una opportunità di crescita,
in una logica di “sistema” che punti a superare le attuali debolezze legate alla piccola
dimensione delle imprese agricole, commerciali, artigianali. Settore che vede aziende
con una scarsa propensione agli investimenti in ricerca e sviluppo, con una inadeguata
ricerca del marchio e inadeguata distribuzione, senza tralasciare il ritardo del necessario
cambiamento culturale che tenda a favorire l’integrazione e l’internazionale delle
aziende locali.
Naturalmente, in una ottica programmatoria che segue il principio dello
spostamento degli investimenti dalle persone alle cose, diventa sempre più
necessario agire secondo un piano socioeconomico strutturato che possiamo così
definire: “ ottenimento del risultato, raggiungendo una meta prefissata,
in un tempo certo”.
Con questo vogliamo dire che la socioeconomia di un progetto di sviluppo può
solo essere costruito da un piano economico che abbia nell’obbiettivo prefissato
il suo successo o il suo fallimento.
Facciamo due esempi concreti:
1) PROGETTO PARCO DI MONTICCHIO E SUO UTILIZZO TURISTICO. La giunta
regionale della Basilicata ha approvato, con decenni di ritardo, il disegno di legge per
l’istituzione del Parco naturale regionale del Vulture. L’area protetta, dovrebbe
comprendere i comuni di Melfi, Rionero in Vulture, Rapolla, Barile, Ripacandida,
Ginestra, San Fele, Atella e Ruvo del Monte, in provincia di Potenza, e sarebbe costituito
da un’area centrale, che corrisponderebbe con la Zona di conservazione speciale e
Zona di protezione speciale del Monte Vulture.
CONSIDERAZIONI:
A) Ritardo mostruoso nella istituzione del Parco.
B) Nessun progetto concreto di uso turistico e quindi economico del Parco e relativi
tempi di realizzazione. Nessun progetto di marketing e di attrazione
turistica. C) Nessuna programmazione e progetti sul miglioramento della fauna,
flora, acque, aree turistiche per infrastrutture, aree edificabili per ricettività
ecocompatibili, aree per attività ludiche (golf e sport ecocompatibili, ciclismo, tiro
con l’arco, sport equestri, nuoto), aree di divertimento e tempo libero, creazione
di spiagge artificiali protette nel lago grande (piscine lacustri), piste ciclabili,
sentieri montani, attivazione rifugi di vetta, funivia, depurazione e smaltimento
delle acque, sistema viario moderno ed ecocompatibile, ecc.
CONCLUSIONI: è venuto meno il principio dell’ “ottenimento del risultato,
raggiungendo una meta prefissata, in un tempo certo”.
Quindi ?? Nessuna realizzazione così come descritto sarà realizzata nei
prossimi 10 anni, quindi, …………….. NESSUN RISULTATO.
2) PROGETTO VALORIZZAZIONE PARCO INDUSTRIALE DI SAN NICOLA DI
MELFI CON RELATIVA INTEGRAZIONE, TRA INDUSTRIA, RICERCA,
SCUOLA E TERRITORIO.
E’ passato più di un ventennio da quando esiste il più avanzato complesso
industriale produttivo d’Europa nel Vulture che ha portato modifiche nella struttura
sociale ed economica della zona intera. Straordinario evento che solo è stato usato
come luogo di lavoro, ma che non è stato inserito in un contesto socioeconomico di
integrazione culturale e sociale di sviluppo.
Bisogna domandarsi se occorreva prestare una maggiore attenzione a questo
investimento ?? Bisognava pensare in termini di turismo industriale ??
Bisognava migliorare “l’effetto calamita” SATA per l’aumento demografico ??
Bisognava istituire a cura delle amministrazioni pubbliche di concerto con FIAT un
museo delle prime serie di ogni auto o modello costruito in SATA, aperto al pubblico?
Bisognava integrare sempre di più e sin dai primi anni le scuole con il
Parco Industriale ?? Bisognava rendere sempre più “bello”, dal punto di vista
strutturale e viario, il Parco Industriale e non lasciarlo per anni con strade piene di
buche, senza alberi ornamentali e giardini, al fine di umanizzare e europeizzare
l’ambiente ?? Bisognava creare aree di parcheggio meglio servite
?? Bisognava realizzare dibattiti e simposi culturali motivazionali sulla presenza della
SATA e del suo indotto ?? Da parte delle istituzioni, bisognava conoscere e far
conoscere di più alla popolazione del Vulture le potenzialità enormi di questa grande
presenza sul territorio ??? Bisognava concludere 15 anni fa il raddoppio della strada
POTENZA – MELFI – OFANTO? Bisognava concludere 20 anni fa la costruzione della
strada detta “Oraziana” (Rionero – Venosa – Bradanica) e bisognava concludere
almeno 25 anni fa, la famosa strada Bradanica, che avrebbe messo in comunicazione
il materano con il Vulture, progettata nel 1969 e ancora oggi non ultimata ??? NON
ULTIMATA IN BEN 47 ANNI.
CONCLUSIONI: è venuto meno, anche qui, il principio del “ottenimento del
risultato, raggiungendo una meta prefissata, in un tempo certo”,
quindi, nessuna realizzazione conclusiva e come da progetto nei prossimi
anni a venire.
Diventa inutile parlare di progetti, di pianificazione territoriale, di brand territoriale, di
marketing territorio/prodotti, di sviluppo del turismo, di aumento del PIL territoriale
con ricadute sul reddito pro capite, su una maggiore integrazione culturale
socioeconomica espressa dal concetto:
“TERRITORIO, PRODUZIONI, BRAND, OBBIETTIVI DI BREVE E MEDIO PERIODO.
La stessa incapacità programmatoria territoriale, porta a un sentiment di abbandono,
a un sentiment di insicurezza degli investimenti personali, a un sentiment del “meglio
andare via che rimanere”, a un sentiment “che è meglio vivere straniero fuori che
residente in patria, che residente nel territorio di nascita”.
Ecco, tutto questo solo perché, anziché concentrarsi su pochi obbiettivi di natura
economica moltiplicativa, ci si concentra su una vecchia politica di gestione del
territorio vetusta e cieca, indirizzata verso le persone e non verso le cose (Piano
economico, strategie, infrastrutture, progetti, programmazione strutturale, obbiettivi
in TEMPI CERTI e quindi mete da raggiungere).
In sintesi, su un territorio dove vivono 75.000 individui, gli amministratori pubblici
dovrebbero portare a conclusione come armonica e unica opera, politiche
socioeconomiche studiate sul territorio e realizzate secondo i principi dell’economia del
tempo, con nessun spreco di risorse pubbliche a servizio delle persone, ma dell’utilizzo
di tali risorse al servizio delle cose, degli obbiettivi sociali, strutturali e di progetto.
Questo porterebbe al raggiungimento di un incremento sostanziale del PIL territoriale
e quindi, di un maggiore reddito pro-capite, di una migliore qualità della vita, di una
aumentata attrazione di talenti riducendo la fuga delle stesse, ed infine, un uso
equilibrato del territorio e delle sue ricchezze.
La classe politica e l’amministrazione dello stato, dovrebbero avere come unico
obbiettivo di lavoro, il miglioramento programmato del territorio di appartenenza.
Questo vuol dire, uscire dagli stereotipi educativi, culturali, politici e di mera attività
amministrativa ai quali siamo abituati. Cominciare a ragionare, seppur con grande
ritardo, in forma macroeconomica ed iniziare ad amministrare secondo tecniche di
socioeconomia programmate del territorio.
Ripeto il concetto: è veramente fuori luogo pensare di fare il “l’amministratore del
campanile” o l’amministratore della quotidianità o l’amministratore di una
amministrazione pubblica, capace di gestire senza brillare in nulla solo il minimo
indispensabile, in una visione di bassa efficacia e bassissima efficienza economica.
Essere capaci di spostare gli investimenti dalla persone alle cose per la creazione di
valori economici nuovi è la grande sfida culturale di una nuova classe dirigente che
pensa in forma diversa. Una classe dirigente colta e preparata, con formazione e
motivazione legata all’amore del territorio, con una forte responsabilità sui problemi
della crescita e diciamolo pure con una buona preparazione culturale di
macroeconomia territoriale e conoscenza geografica, economica e orografica della
zona e quindi conscia delle enormi potenzialità esistenti.
Le vere sfide sono: essere anzitutto un territorio omogeneo, portare il territorio ad avere
un parco Nazionale sfruttabile dal punto di vista economico e turistico, portare a una vera
definizione del territorio del Vulture (da Filiano a salire verso nord), creare infrastrutture
viarie di tipo europeo, integrazione SATA con territorio (museo dell’auto, rally del Vulture
Prima Categoria, integrazione con la scuola per la ricerca sulla trazione elettrica), servizi
infra comunali integrati (smaltimento, acque, trasporti, scuole), pianificazione delle
urbanizzazioni territoriali e quindi integrazioni comunali, valorizzazione con brand unico dei
prodotti tipici, creazione del prodotto Vulture (Acqua, Olio, Vino). Quindi programmi
economici e di studio del territorio, utilizzanti le moderne tecniche di mix marketing in un
concetto di efficienza, efficacia e di gestione e uso del tempo, per ottenere il salto di qualità
e portare la qualità della vita, i servizi e il territorio a livelli di efficienza e standard europei.
L’obbiettivo, la meta, la sfida è recuperare il tempo e il terreno perso e portare ad un
aumento del PIL le popolazioni del Vulture, con una ricaduta sul reddito pro capite dagli
attuali 20.450 euro a circa 30.000 euro pro capite che rappresenterebbe un traguardo
medio europeo di sicuro interesse per tutti e indice macroeconomico di sviluppo esogeno
ed endogeno.
Prof. Antonio ROMANO
Progetti di Socioeconomia Applicata