Sunto - Ordine Avvocati Lucca

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Sunto - Ordine Avvocati Lucca
ORDINE DEGLI AVVOCATI DI LUCCA
FBE Intermediate meeting
2015
White collar crime
No money laundry
Crakovia, 9 ottobre 2015.
Resoconto e commento a cura dell’Ordine degli Avvocati di Lucca
Programma scientifico
Oggetto.
White Collar Crime - No money laundry -. Frodi Carosello.
Il programma scientifico ha avuto ad oggetto i cd. White collar crime, cioè i delitti commessi dai colletti
bianchi.
Si tratta dei reati riguardanti in generale i fenomeni corruttivi , il riciclaggio delle dallo sporco e
l'atteggiamento e la relazione che gli avvocati debbono tenere in queste circostanze.
Si è parlato della normativa relativa al contrasto del riciclaggio e alle prospettive politiche di tali normative
e soprattutto del fenomeno sociale ed economico che ha condotto alla emanazione di tali normative.
I relatori hanno affrontato gli argomenti esponendo le problematiche nazionali, la disciplina interna ed i
riflessi delle normative comunitarie o internazionale
White Collar Crime.
L'espressione viene utilizzata, sempre più di frequente, anche in ambito sociologico e criminologico, per
indicare una particolare categoria di reati, prendendo spunto dal termine White-collar crime ("reati o
crimini dei colletti bianchi"), introdotta dal criminologo Edwin Sutherland nel 1939.
Con tale espressione, si suole indicare quel particolare genere di reati, quasi sempre sottovalutati e
impuniti, commessi da esponenti della borghesia delle professioni, da leader della politica e
dell'economia. Il riferimento a tali tipologie di reato è sempre più attuale, poiché l’ingresso nel più ampio
sistema delle reti criminali – per le organizzazioni criminali che sono riuscite a realizzarlo – non ne ha
lasciato inalterato l’assetto organizzativo e ha contribuito a diversificare le loro attività, incidendo sulla loro
immagine pubblica.
Nel tempo, le mafie e le organizzazioni criminali hanno riversato nell'economia e nella finanza grandi
patrimoni illecitamente percepiti, rendendo sempre più difficile la loro separazione da quelli leciti,
spostando così l’utilizzo di mezzi illeciti nel mercato delle normali transazioni, esternalizzando e dando in
appalto l’uso della violenza: non più esplicita, diretta e visibile, ma sempre più invisibile e indiretta,
tendendo ad agire a monte, sul processo di normazione.
Oltre alla difficoltà di separare i mercati leciti da quelli illeciti, il nuovo assetto reticolare delle mafie ha
prodotto un’altra pericolosa conseguenza: il trasferimento sulle attività delle organizzazioni criminali
tradizionali di quella stessa impunità di cui hanno sempre, storicamente potuto beneficiare i cosiddetti
Michele Lucherini
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colletti bianchi, sia per quel che riguarda gli assetti dell’amministrazione della giustizia, sia per quanto
attiene al giudizio formulato dalla pubblica opinione.
Parlare di colletti bianchi nel contesto contemporaneo, significa affrontare il tema della commistione tra
economia legale ed economia criminale, che trovano sempre più spesso forme e luoghi di pacifica
convivenza, magari agevolate dall’esistenza di “camere di compensazione” istituzionali o paraistituzionali,
interessate all’accumulazione o alla speculazione finanziaria.
Uno tra i più recenti esempi in tal senso è certamente quello vissuto in Italia negli anni novanta del XX
secolo, con Tangentopoli.
Money Laundry.
Il riciclaggio costituisce un "ponte" tra la criminalità e la società civile; i flussi di denaro illecito, stimati nel
nostro Paese in misura mediamente superiore al 10 per cento del prodotto interno lordo (P.I.L.), sono
suscettibili di generare gravi distorsioni all'economia legale, alterando le condizioni di concorrenza ed i
meccanismi di allocazione delle risorse.
Tutelare il sistema economico significa, in primo luogo, impedire il reinvestimento nel processo produttivo
delle ingenti somme di capitali "sporchi" prodotti dalla criminalità organizzata, intercettandoli nel momento
del loro contatto con il sistema bancario e finanziario. Di qui, l'importanza strategica della lotta al
riciclaggio dei proventi criminali, specialmente nell'attuale momento storico in cui la crisi finanziaria
internazionale ha portato la criminalità ad affinare la propria attitudine ad infiltrarsi nel tessuto economico
legale, per acquisire a basso prezzo imprese in difficoltà economica e rendere sempre più pervasiva la
sua presenza sul territorio.
In pratica, riciclare denaro sporco è l'azione dell'investire i capitali illeciti in attività lecite.
Questa operazione di "lavaggio" è un servizio offerto ad esempio da quegli istituti finanziari che
beneficiano del cosiddetto segreto bancario, cioè quelli che non devono rendere conto della provenienza
del denaro che viene in essi depositato. In sostanza al denaro sporco viene fatta percorrere una serie di
passaggi tra vari istituti, a volte passando attraverso paradisi fiscali o tramite società offshore per tornare
poi pulito su un qualche conto corrente, pronto per essere usato.
Altre forme comuni di riciclaggio sono investire in beni immobili, scommettere su eventi sportivi tramite
elaborati sistemi che permettono al più di perdere solo una piccolissima percentuale sulle scommesse,
oppure investire in società offshore sparse nel mondo.
Le norme sul funzionamento della federazione sono state semplificate e rese maggiormente
comprensibile, eliminando, per quanto possibile, l’esistenza di termini per la proposizione di candidature,
proposte e mozioni.
Michele Lucherini
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Ruolo UE.
Un'importante azione contro il riciclaggio è stata svolta dall'Unione europea, da ultimo con la direttiva
2005/60/CE tradotta nel decreto legislativo 231/2007[1] del 16 novembre 2007. Tale norma, oltre ad
importanti aspetti definitori, conferma la tendenza a limitare l'uso del contante come strumento essenziale
nella lotta al riciclaggio, aumentando il numero dei soggetti obbligati ad adempimenti e comunicazioni alle
autorità in caso di operazioni sospette.
Frodi Carosello.
Con la locuzione “frodi carosello” identifichiamo tutta una serie di espedienti volti a raggirare l’imposizione
indiretta.
Il carosello fiscale consiste in un circuito commerciale al cui interno si realizzano movimenti a catena
solo a livello formale (di solito la merce non si sposta), grazie all’azione di società cartiere (società che
producono solo carte) e di società filtro (che mirano a complicare l’individuazione del meccanismo
fraudolento), le quali non presentano dichiarazioni sui redditi conseguiti, magari non hanno neanche i
dipendenti oppure i mezzi che avrebbero dovuto permettere il trasporto delle merci oggetto di
compravendita.
Le frodi carosello possono essere inquadrate in due macrocategorie:
Mera interposizione fittizia: non si tratta di un vero carosello fiscale perché la merce non rientra nello
Stato di partenza. In questo caso, il soggetto UE vende beni/servizi ad una società cartiera italiana ed
emette fattura senza applicare l’IVA, quindi addebitando solo il costo della merce. La società cartiera
italiana, interposta tra soggetto UE e soggetto italiano, acquista emettendo un’autofattura con cui
segnala IVA a credito e IVA a debito per neutralizzare l’IVA relativa all’operazione. La società cartiera, che
opera 2-3 anni e poi scompare, è il soggetto che si assume l’onere del mancato versamento dell’IVA che
incassa dalla successiva vendita in Italia al soggetto italiano destinatario dei benefici della frode. Dunque,
in questo modello, la merce non ritorna nello Stato di partenza, la società cartiera vende spesso
sottocosto al soggetto destinatario finale dei benefici e le fatture fittizie prodotte provocano per
quest’ultimo soggetto un forte accumulo di IVA a credito.
Frodi carosello in senso proprio: una società italiana vende ad una società UE e la merce ritorna nello
Stato di partenza. Una società italiana “A” vende beni/servizi ad una società – con sede in un altro Stato
membro, ad esempio,- francese “B”.
L’IVA comunitaria va corrisposta nello Stato in cui il bene viene effettivamente consumato. La società
francese B, tuttavia, non vende in Francia i beni acquistati da A, vendendoli invece ad una società C,
anche questa italiana. L’IVA dovrebbe essere pagata in Francia ma la società B, essendo fittizia, non
procederà al pagamento dell’IVA. In definitiva, i beni oggetto di commercio non si sono mai mossi
dall’Italia e la società italiana C è la società che trae i benefici di tale meccanismo, perché, acquistando da
società francese B, conseguirà un forte accumulo di IVA a credito. Questo modello di carosello è più
complicato da scoprire perché spesso, oltre alle società cartiere, comprende anche ulteriori società filtro,
la cui esistenza è volta solo a rendere più complicata l’individuazione del meccanismo fraudolento.
Michele Lucherini
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Austria
Relatore
Georg KRAKOW
Sunto
Il relatore austriaco è stato nel passato dipendente del ministero delle finanze ed oggi è avvocato. Nella
sua precedente esperienza, durata 35 anni, si è preoccupato di combattere il fenomeno del cosiddetto
lavaggio del denaro sporco e contrasto al riciclaggio.
Egli ha riferito che in Austria, nel 2014, ci sono state 1507 comunicazione di operazioni sospette da parte
delle banche; viceversa sono state molto poche le comunicazioni provenienti dagli avvocati.
Le transazioni relative relative al riciclaggio del denaro sporco, quindi, non avvengono tramite gli avvocati
ma direttamente fra gli operatori commerciali o anche attraverso l'opera degli istituti bancari.
Dal punto di vista spaziale, gli aeroporti sono i luoghi più esposti al rischio delle transazioni fraudolente.
Riciclaggio e reati fiscali sono spesso strettamente connessi. Per quanto concerne la repressione dei reati
fiscali, nascondere reddito non sempre è un presupposto del reato fiscale in quanto la rilevanza penale
sorge al di sopra della soglia dei € 100.000.
Questa situazione però sta oggi cambiando. Nella maggior parte delle controversie relative alla evasione
fiscale o alla elusione fiscale, vi è un'auto denuncia da parte del reo, giacché è prevista una causa di
non punibilità in presenza di autodenuncia.
Anche nella normativa di contrasto al riciclaggio vi è la possibilità di presentare un’autodenuncia, al fine
della non punibilità. A differenza di quanto avviene per i reati fiscali, la non punibilità in caso di riciclaggio
non è automatica poiché è la Procura a valutare se sussistano o meno in concreto i presupposti della non
punibilità, i quali non sono identici alle ipotesi di reato fiscale.
Il relatore austriaco si sofferma sulle differenze fra la normativa austriaca e quella degli altri Stati europei e
le direttive stesse europei ed afferma la necessità di giungere ad una armonizzazione della disciplina a
livello europeo. Michele Lucherini
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Cipro
Relatore
Antonio KARAOLIS
Sunto
Cipro conosce e vice il problema del riciclaggio del denaro sporco.
Ultimamente si sono accentuati gli interventi volti a contrastare il fenomeno.
Le autorità statali hanno costituito un centro di spionaggio preposto alla raccolta e all'analisi delle
transazioni ambigue.
Gli ambienti maggiormente a rischio sono quelli legati al traffico degli stupefacenti o al terrorismo.
Per quanto concerne il ruolo degli avvocati, essi devono dichiarare gli indizi delle operazioni di riciclaggio,
se essi ne sono a conoscenza.
Vi è una sanzione di € 5.000 in caso di omissione della comunicazione.
Vi sono casi in cui è possibile evitare la comunicazione delle informazioni relative alla operazione di
riciclaggio del denaro sporco.
La relazione sul punto è stata troppo sintetica e, in dettaglio, non si è compreso esattamente quali sono
le possibilità per l'avvocato per omettere la comunicazione alle autorità statali.
Michele Lucherini
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Svizzera
Relatore
Pierre Dominique SCHUPP
Sunto
Il fenomeno del contrato al riciclaggio è stato regolato in modo molto severo dalla normativa svizzera negli
ultimi anni.
Si è compreso che la strada della segretazione poneva le banche svizzere in una luce negativa sul
mercato finanziario.
E’ accaduto, sopratutto in passato, che le società che operano nell'ambito del riciclaggio del denaro
pongano a riserva denari sufficienti per pagare le sanzioni pecuniarie, qualora siano scoperte.
La dirigenza di queste società ritiene che le sanzioni pecuniarie costituiscono costi dell'organizzazione
dell'attività svolta di tipo bancario e, quindi, pongono a bilancio tale posta passiva.
La disciplina interna Svizzera è volta a contrastare l’attività di porre a bilancio e scaricare citate riserve,
finalizzate a pagare le sanzioni, in caso di si venga scoperto il fenomeno del lavaggio del denaro.
Il contrasto a riciclaggio deve essere affrontato da tutte le nazioni che, in passato od oggi, hanno rivestito
il ruolo di paesi paradisi fiscali. Si cita espressamente il caso delle Cayman.
Nel descrivere gli strumenti per prevenire il riciclaggio si fa presente la distinzione fra riciclaggio semplice e
riciclaggio qualificato, questo ultimo assai più penetrante e pericoloso, in quanto svolto da oppure
nell'interesse di gruppi criminali e mafiosi.
Gli ostacoli incontrati dalla giurisprudenza la Svizzera riguardano principalmente la verifica
dell'accertamento dello Stato nel quale si è commesso il reato di riciclaggio. Difatti, le autorità svizzere
procedono solo per i fatti che si sono verificati in territorio Helvetico.
Michele Lucherini
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Malta
Relatore
Silvio CILIA
Sunto
Il relatore proveniente da Malta svolge un ragionamento allineato a quello svizzero, cioè si riferisce che la
politica delle banche degli Stati offshore non può funzionare per quegli Stati che vogliono far parte della
Unione Europea o comunque vogliono lavorare con gli Stati europei.
A Malta sono stati introdotti molti cambiamenti nella disciplina al fine di prevenire e combattere il
riciclaggio del denaro sporco.
Gli istituti bancari svolgono istruttorie approfondite, quasi due diligenze, prima di accettare denari in
deposito.
Queste due diligenza sono svolte secondo le istruzioni delle istituzioni finanziarie o anche presso di esse.
La normativa di Malta è stata finalizzata ad incrementare la trasparenza nelle transazioni finanziarie.
Si considera strategica questa attività e si vuole proteggerla dai fenomeni mafiosi e criminali. Questo
cambiamento di politica da parte delle istituzioni bancarie ha reso possibile che Malta aderisse al
commercio dell'unione europea; è stata anche stipulata una speciale intesa con gli Stati Uniti di America.
Ciò è stato molto importante in quanto si è interrotta o perlomeno si vuole contrastare l'opinione che a
Malta si possa riciclare il denaro legittimamente.
Le operazioni di riciclaggio che ancora vengono compiute sono molto limitate sia nel numero che nella
rilevanza, giacché vi è la certezza di essere scoperti o comunque segnalati alle autorità degli stati di
origine.
L'aspetto importante della legislazione maltese è la armonizzazione con le restanti legislazioni europee.
Michele Lucherini
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Luxembourg
Relatore
Ronnen GAITO
Sunto
Assai complessa è stata la relazione del relatore proveniente da Lussemburgo.
La premessa ha riguardato le motivazione per le quali denari fanno ingresso in Lussemburgo e in quelli
che sono stati considerati nel passato paradisi fiscali.
I denari provengono dall'estero perché la tassazione è troppo lì alta.
Se la tassazione per ciascuna transazione è troppo alta, i denari andranno altrove.
Come arrivano allora i denari?
Le modalità di ingresso dei denari all’interno dei diversi Stati che hanno regimi fiscali non oppressivi
esempio sono diverse.
Per esempio, i denari provenienti dalle transazioni eseguite nello stato di Israele transitano da e verso
conti correnti con sede in Germania. La ragione è sempre la solita: la tassazione eccessiva.
Lussemburgo è un centro finanziario ove, attualmente, si vuol garantire il massimo della qualità dei servizi
a favore dei clienti, i quali, solitamente molto danarosi, pongono la loro disponibilità in Lussemburgo
perché qui otterranno la gestione delle immobilizzazioni, delle mobilizzazione, degli investimenti, la
gestione delle spese e degli introiti.
Oggi in Lussemburgo è chiaro che non si deve permettere il lavaggio del denaro sporco. Investire in
Lussemburgo è, secondo il relatore, una scelta per ottenere una qualità superiore dei servizi. Persiste il
segreto bancario ma non finalizzato al riciclaggio e non tutti possono portare la loro ricchezza in
Lussemburgo. Infatti viene eseguita una due diligence accurata relativa alla provenienza dei denari in
favore di colui che li vuole investire in Lussemburgo. In conclusione, appare che il Lussemburgo sia
impegnato in un'attività promozionale della propria realtà finanziaria e che persegua la qualità del servizio
e non la opacità delle transazioni.
Michele Lucherini
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Germania
Relatore
Eckart C. HILD
Premessa
Il relatore proviene da Francoforte sul meno, capitale finanziaria della Germania e sede della Banca
Centrale Europea.
In Germania la normativa anticorruzione non esisteva in precedenza.
Per questo motivo, “Il riciclaggio in Germania è diventato un problema serio”, denuncia l’ultimo rapporto
dell’Ufficio federale di polizia criminale (BKA), “e questo perché Berlino non ha istituti giuridici adeguati per
contrastarlo”, ha spiegato il Procuratore generale di Caltanissetta Roberto Scarpinato in un’audizione
presso la Commissione finanze del Bundestag tedesco, la camera bassa del parlamento, nel corso dei
lavori per rafforzare la normativa anti-riciclaggio.
Ristoranti che aprono e chiudono nel giro di poche settimane; agenzie immobiliari che effettuano
compravendite fittizie; sale giochi che spuntano come funghi; conti correnti bancari alimentati con piccole
donazioni compiute da persone diverse secondo la tecnica dello “smurfing”, in modo da eludere i controlli
sulla tracciabilità. Queste sono solo alcune delle principali attività della criminalità organizzata in Germania,
dove le mafie, complice una legislazione inefficace, lavano il denaro sporco “guadagnato” altrove. E a
destare sospetto sono principalmente le transazioni provenienti da Italia, Ucraina, Russia e Bielorussia.
Nel 2011 sono stati segnalati nel paese 13.000 casi di riciclaggio di denaro e la metà delle volte è stato
confermato il sospetto iniziale: un record da quando nel 1993 fu promulgata la legislazione. Da allora le
banche hanno dovuto segnalare le grosse operazioni finanziarie alla Federal Financial Supervisory
Authority, ma intanto i criminali si sono evoluti e oggi eludere quelle norme, mai aggiornate, è diventato un
gioco da ragazzi.
Michele Lucherini
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Sunto della relazione
Oggi le cose stanno cambiando. Vi è una normativa che prevede il carcere fino a 10 anni per fenomeni
corruttivi e la fattispecie è interpretata in modo estensivo da comprendere anche le utilità indiretta ed è
prevista l'ingiunzione di arresto internazionale.
Lo Stato deve poter ottenere il rimborso per le operazioni sospette in materia di riciclaggio anche quando
queste sono in odore di riciclaggio.
Si auspica da parte dell'arredatore una disciplina comunitaria maggiormente incisiva si sottolinea un
prudente ottimismo relativamente all’impegno delle istituzioni europee per regolare il fenomeno per
limitare la permeabilità di alcuni Stati rispetto all’ingresso di denaro sporco.
Rimane il fatto - secondo il pensiero di chi scrive - che le tecniche di riciclaggio si sono evolute, infatti, e
se risulta più difficile aggirare le norme bancarie, facilmente controllabili, il mondo digitale ha offerto nuovi
orizzonti di evasione.
Tra i trucchi maggiormente utilizzati c’è la manipolazione delle slot machine: si manomettono in modo da
far risultare profitti inferiori a quelli reali.
E poi c’è il gioco d’azzardo on-line, che rende circa 120 milioni di euro all’anno. Ma se una volta l’oggetto
principale del riciclaggio erano i beni: droga o armi, per esempio, oggi si punta anche ai servizi.
E così, con la complicità delle grandi imprese, si può ottenere un certificato falso di emissione di CO2
senza grosse difficoltà.
Michele Lucherini
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Spagna
Relatore
Jani Trias ARRAUT
Premessa
Il relatore proviene da Barcellona ed è il direttore del dipartimento delle relazioni internazionali di tale
importante Collegio di Avvocati.
Pure con riguardo alla Spagna, sono state evidenziate problematiche analoghe a quella delle altre nazioni
europee ed occidentali.
Con la globalizzazione, le economie nazionali sono sempre più interconnesse le une alle altre.
L’apertura dei mercati e lo sviluppo del commercio mondiale hanno consentito alle organizzazioni criminali
di fare massivi investimenti nell’economia legale, laddove le condizioni (legali ed economiche) risultano più
favorevoli.
Uno dei paesi in cui le organizzazioni di stampo mafioso hanno trovato una seconda casa è la Spagna.
Perché la Spagna?
Anzitutto va ricordato che per quasi quarant’anni la Spagna ha vissuto sotto la dura repressione della
dittatura franchista, la quale ha impedito lo sviluppo di una criminalità locale, a eccezione dei Gallegos
Lancheros in Galizia. La controversa transizione spagnola, avvenuta con la morte di Franco dal 1975, ha
aperto spazi vuoti in cui si sono inserite le organizzazioni criminali di diversa nazionalità: russe, cinesi,
albanesi e italiane.
In secondo luogo bisogna considerare la posizione geografica della penisola iberica: snodo nevralgico per
il transito di droga proveniente dall’America Latina e dal nord dell’Africa. E qui, dunque, le organizzazioni
criminali, con i propri affiliati, cercano di controllare territori strategici per il traffico di droga, di cocaina e
hashish.
la Spagna può essere considerata un vero e proprio hub delle rotte della cocaina e rifugio ospitale per
molti latitanti, è altrettanto vero che essa costituisce un mercato inesplorato e di facile penetrazione, vista
L’assenza nell’ordinamento penale spagnolo del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso
(esiste solo il reato di “Organizaciòn Criminal”, introdotto dalla Ley Organica 5/2010) e di un regime
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penitenziario speciale in riferimento ai detenuti per reato mafioso, ha permesso loro il mantenimento di
relazioni con gli affiliati e la gestione degli affari dietro le mura del carcere.
Inoltre esiste una legislazione in materia di perquisizioni particolarmente garantista poiché le forze di
polizia non possono svolgere perquisizioni durante le ore notturne. Queste condizioni giuridiche ottimali,
unite all’assenza di una severa legge sul riciclaggio del denaro (la “Legge di prevenzione del riciclaggio dei
capitali e del finanziamento del terrorismo” è stata introdotta solo nel 2010) hanno permesso alle
organizzazioni criminali di compiere massicci investimenti nella penisola iberica, tanto è vero che nel
2006, in Spagna vi era la più alta concentrazione europea di banconote da 500 euro, usate dai criminali
per la loro comodità.
Sunto della relazione
Il relatore spagnolo ha affrontato il problema del ruolo che deve assumere l'avvocato a fronte di
transazioni che poi si rivelino riciclaggio di denaro sporco.
Secondo la giurisprudenza e l'interpretazione deontologica spagnola, l'avvocato deve preoccuparsi che
non avvengano a sua insaputa - o all’insaputa dell'azienda da lui rappresentata - fenomeni di riciclaggio
del denaro sporco e quindi si pone un'esigenza di grande prudenza da parte degli avvocati, i quali offrono
la loro migliore attenzione e collaborazione ad evitare che si verifichino fenomeni del genere.
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Regno Unito
Relatore
David GREENE - Bar of Westminster
Premessa
In Gran Bretagna la corruzione è in costante crescita, soprattutto nella politica, nello sport e nelle prigioni.
Il traffico di droga nei penitenziari costituisce un giro d’affari di circa 100 milioni di sterline l’anno (oltre 114
milioni di euro) e il Governo non pare intenzionato a fare qualcosa, anzi rischia di indebolire i controlli
interni.
La corruzione in Gran Bretagna, “è ben più diffusa e radicata di quanto si pensi”, e gli organi che
dovrebbero contrastarla “sono stati indeboliti o sono sul punto di essere smantellati”.
A destare più preoccupazione è la corruzione a livello politico.
Si denuncia che “i meccanismi che controllano la condotta dei politici sono stati messi da parte dalla
politica dei tempi moderni e dei tagli forsennati”, nonostante gli scandali degli ultimi anni. Ma la politica
sembra essere cieca di fronte a questi casi e sorda alle preoccupazioni dei cittadini.
Sunto della relazione
Secondo il relatore, invece, la corruzione nel parlamento Britannico non è molto rilevante. Egli comunque
riferisce che oggi si sono avuti casi concreti.
Quindi in Gran Bretagna nel 2010 è stata emanata una nuova legge volta punire fenomeni corruttivi e a
prevenirli.
Per quanto riguarda invece la normativa antiriciclaggio egli si richiama alla relazione già svolta dei paesi di
Lussemburgo, Germania e Cipro.
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Romania
Relatore
Diana ADRASONI - Bar of Cluj
Premessa
In Europa ogni anno c’è un divario di circa 177 miliardi tra l’Iva che gli Stati si aspettano d’incassare e
quella che effettivamente incassano. Tanto per dare un ordine di grandezza, 177 miliardi sono pari
all’1,5% del PIL europeo.
Come è possibile? Quale frode viene utilizzata?
Una delle più celebri e usate si chiama frode carosello e in Europa funziona benissimo.
Il motivo? Siccome ogni Stato europeo ha la sua imposta sul valore aggiunto, si è deciso, per non
ostacolare il mercato, di permettere alle imprese europee che operano su scala continentale di operare in
regime di sospensione d’Iva. In altre parole, non la pagano e non la versano.
Il diavolo è nei dettagli: per ogni vendita effettuata tra Paesi dell’Unione Europea, sulla fattura non è
indicato che la cifra corrisponda al prezzo più l’Iva, bensì, semplicemente, a un generico e non meglio
suddiviso prezzo.
Ecco il pertugio in cui si infilano i frodatori. Ed ecco servito il terreno più fertile possibile per una frode
come il carosello.
Si tratta di un tipo di truffa molto noto. Attraverso il carosello, le società possono evitare di pagare una
rilevante parte di tasse e, giro dopo giro, creare una montagna di fondi neri.
Un esempio tra i più noti è quello che aveva coinvolto, qualche anno fa, due compagnie telefoniche, che
attraverso un carosello di traffico telefonico a valore aggiunto (per adulti) erano riuscite a«realizzare attività
economiche fittizie del valore di alcuni miliardi di euro, al fine di ottenere crediti d’imposta con profitti per
centinaia di milioni di euro».
Michele Lucherini
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Sunto della relazione
Secondo la relatrice, l'avvocato e l'operatore coinvolto nelle operazioni e transazioni finanziarie ha
l’obbligo di:
1. agire in osservanza delle leggi;
2. rispettare gli interessi del cliente.
In considerazione del fatto che sussistono vuoti normativi che potrebbero far ottenere al cliente risultati in
modo formalmente legittimo, si pone il problema e l'interrogativo circa i limiti della opera professionale
volta a sfruttare tali lacune, al fine di conseguire lo sperato guadagno.
La fattispecie c.d. frode carosello consente di sfruttare i vuoti normativi.
Si tratta di creare più transazioni singolarmente lecite, le quali, collegate fra loro, consentono di
raggiungere risultati non pienamente leciti.
L'occasione per conseguire tali incrementi di ricchezza si basano sul fenomeno del rimborso dell'imposta
sul valore aggiunto, che alcuni meccanismi di transazioni consentono di raggiungere, quali la vendita
fittizia di beni di rilevante valore oppure transazioni sul presupposto dell'esistenza di paesi con fiscalità
non conforme agli standard europei.
Le normative nazionali ed europee devono acquisire un'alta velocità di reazione a tali fenomeni.
Nello spazio europeo Centro-Est la frequenza di frodi carosello è accentuata dalla disparità di redditività
rispetto agli altri Stati europei ed occidentali.
Si deve agire per risolvere il problema della non conformità del regime dell'imposta del valore aggiunto nei
diversi paese facenti parte di aree di scambio e commercio.
Michele Lucherini
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Francia
Relatore
Michel BENICHOU - vice presidente CCBE Consiglio degli Ordini Forensi Europei
Sunto
La relazione di maggior interesse generale è stata quella svolta da Michel BENICHOU, vicepresidente del
CCBE - Consiglio degli ordini forensi europei.
Egli si è non si è soffermato sugli aspetti di dettaglio della normativa ma ha affrontato il problema generale
della rilevanza sociale, culturale e politica della corruzione e del riciclaggio del denaro sporco.
Michel BENICHOU ha rilevato che corruzione e riciclaggio hanno rilievo, prima che giuridico, sociale e poi
anche economico e tale è il presupposto necessario per la sua comprensione.
Si sottolinea una paradossale contraddizione. Il sistema bancario offshore gestisce 70.000 miliardi di
dollari eppure nessuno degli Stati offshore ha un esercito per minacciare gli Stati uniti d’America o
l'Unione Europea per affermare il proprio ruolo.
Al fine di garantire la legalità,gli Stati Uniti e l’Unione Europea potrebbero chiedere agli stati off-shore di
chiudere gli istituti fraudolenti.
Ma questo non accade. Quale è il motivo?
Se andiamo a visitare gli stati off-shore vediamo filiali di banche provenienti dagli Stati Uniti e dall'Unione
Europea.
Le banche e le situazioni finanziarie europee e degli stati uniti quindi sono passate da vittime ad attori del
riciclaggio del denaro sporco. Tale società hanno impiantato sedi e filiali in questi paradisi fiscali e sono
loro stesse a compiere, in questi paradisi, le attività che in patria sono vietate.
Ugualmente avviene nelle cosiddette ottimizzazioni fiscal,i che possiamo chiaramente di definire come
elusioni fiscali.
Risulta che siano stati conclusi specifici accordi fra le società USA e UE e gli Stati off-shore per ottenere
trattamenti agevolati in punto di tassazione.
Michele Lucherini
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Italia
Relatore
Emanuele PRATI - Ordine di Forlì-Cesena
Sunto
Le relazione ha riguardato la legislazione italiana in punto di corruzione, legislazione che si presenta molto
avanzata, giacché volta non solo a contrastare il fenomeno, bensì a prevenirlo con strumenti efficaci
basati sulla trasparenza dell’attività amministrativa e la comunicazione e pubblicazioni dei dati relativi alla
gestione della cosa pubblica.
Con la legge n. 190 del 2012, la c.d. legge anti-corruzione, ed i successivi decreti legislativi, lo Stato
Italiano ha dato concreta attuazione al contrasto del fenomeno della corruzione operando non solo
nell'ambito della repressione penale ma promuovendo invece una serie di regole che intervengono in via
preventiva, regolamentando l'assetto organizzativo delle pubbliche amministrazioni in modo da poter
prevenire o comunque limitare gli abusi che possono originarsi nell'ambito di una amministrazione
corrotta.
Si tratta di una normativa che non persegue finalità solo repressive ma piuttosto cerca di promuovere la
responsabilizzazione della pubblica amministrazione per spingerla al conseguimento degli obiettivi di
efficienza, trasparenza e legalità di azione che rappresentano il fine unico che essa deve perseguire.
Il legislatore italiano ha dato concreta attuazione al principio della trasparenza con il D. legs. n. 33 del 14
Marzo 2013; l'accesso civico, inteso come libertà e potere di controllo da parte dei cittadini, è stato
reputato il mezzo più idoneo per costituire il sistema di controllo sociale delle decisioni assunte dalle
istituzioni.
Gli effetti di tale legislazione si manifestano quotidianamente, come risulta dai molti casi resi noti in questi
giorni su questioni prima non manifeste, come le spese di rappresentanza.
Risulta perciò necessario operare un bilanciamento fra il principio della trasparenza ed il diritto alla
riservatezza della persona.
Il diritto del singolo alla riservatezza non può essere sacrificato per soddisfare la curiosità sociale nel
momento in cui dalla conoscenza dei fatti di un privato non deriva alcuna utilità generale.
Michele Lucherini
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Argomento molto interessante per l’avvocatura, ha riguardato l’impatto che la legislazione di prevenzione
della corruzione ha sulla gestione ed amministrazione trasparente degli Ordini professionali.
Con la delibera n. 145/2014, del 21.10.2014, l'ANAC ha deliberato di ritenere applicabile le disposizioni di
prevenzione della corruzione di cui alla legge n. 190/2012 e decreti delegati agli Ordini e collegi
professionali.
Come diretta conseguenza di tale delibera gli Ordini Forensi dovranno quindi predisporre il Piano Triennale
di prevenzione della corruzione, il Piano Triennale della trasparenza e il Codice di comportamento del
dipendente pubblico, nominare il Responsabile della prevenzione della corruzione, adempiere agli obblighi
in materia di trasparenza di cui al D.leg. n.33/2013 e infine attenersi ai divieti in tema di inconferibilità e
incompatibilità degli incarichi di cui al d.leg. n. 39/2013.
Michele Lucherini
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