Putin, trionfo tra i sospetti

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Putin, trionfo tra i sospetti
RASSEGNA 2007
ELEZIONI CONTESTATE IN RUSSIA
ATTENTATO IN PAKISTAN
Putin, trionfo tra i sospetti
Partito Democratico,
le primarie incoronano Veltroni
Dicembre
Il mese di dicembre
vede la riconferma al
potere del presidente
russo Vladimir Putin.
Non è stato un "voto
farsa" quello scorso 2
dicembre per il rinnovo
della Duma, parola del
suo stesso presidente
che, dopo le elezoni, ha
commentato il risultato
elettorale di da Khimki,
un sobborgo moscovita
dove è collocato il centro
tecnologico
spaziale
Labockin. Il capo del
Cremlino ha ribadito che
"le elezioni hanno accresciuto la legittimità del
parlamento russo che
può contare ora sul 90%
dei consensi degli elettori". Putin, che ha festeggiato il suo successo personale e politico invitando la moglie a cenare in
un ristorante di Mosca,
ha aggiunto: "Spero che
il mio partito - di cui il
presidente era capolista non deluda i cittadini
russi, dai quali è giunta
l'ennesima dimostrazione di fiducia". Ma successivamente piovono
accuse sul Cremlino: dall'opposizione
interna
fino agli osservatori dell'Osce, l'Organizzazione
per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa,
sono tutti convinti che
sia state commesse delle
irregolarità nelle legislative. I dubbi sollevati
dalla Casa Bianca subito
dopo la chiusura dei
seggi, si sono trasformati
Vladimir Putin
in pesanti critiche da
parte di tutte le istituzioni europee. La lista è
piuttosto lunga: dal presidente dell'Osce, che ha
definito le elezioni "non
corrispondenti agli standard internazionali", al
vice capo dell'assemblea
parlamentare dell'organizzazione, il finlandese
Kimmo Kiljunen, che è
stato ancora più esplicito
affermando che "i risultati elettorali sono stati
pilotati dal Cremlino". A
rincarare la dose il commissario agli Esteri Benita Ferrero-Waldner che
ha denunciato "alcune
violazioni dei diritti fondamentali", tra cui il
diritto d'assemblea e
quello della libertà d'espressione. Ma è tutta
l'Europa a insorgere:
secondo il portavoce del
governo tedesco Thomas
Steg "le elezioni non
sono state né libere né
tanto meno democratiche". Il Foreign Office ha
chiesto alla Commissione elettorale russa di
indagare sulle accuse di
irregolarità, dichiarandosi
"profondamente
deluso" per il fatto che la
Russia abbia impedito
all'Osce il monitoraggio
delle elezioni. Più prudente invece il giudizio
del primo ministro italiano Romano Prodi: "Al
momento non abbiamo
nessun dato preciso a cui
fare appello, il risultato
elettorale è estremamente chiaro". Il capo dell'esecutivo aggiunge però
che "è interesse di tutti,
anche delle autorità
russe, chiarire e tranquillizzare l'opinione pubblica internazionale e porre
termine ai problemi e
agli interrogativi sollevati". Per il capo della commissione elettorale russa
sono accuse infondate
quelle che giungono
dalle istituzioni europee:
"non abbiamo registrato
alcuna irregolarità di
rilievo". Sulla base dei
primi risultati sembra
che il partito "Russia
Unita" del presidente
Putin abbia ottenuto il
64,1 per cento dei consensi, stando a quanto
emerge dopo lo spoglio
del 98% delle schede. In
base a questo dato,"Russia Unita" si assicura la
maggioranza parlamentare ottenendo 315 seggi
su un totale di 450, ovvero i due terzi dei seggi. Il
partito comunista, principale rivale dello schieramento di Putin, ottiene
solo l'11 per cento dei
consensi e per questo già
ha annunciato un ricorso
alla corte suprema e una
forte
mobilitazione
popolare contro i risultati elettorali. Il partito
liberale democratico ha
ottenuto il 9,1 per cento e
infine "la Russia Giusta"
il 7,8 per cento. Il resto
dei partiti d'opposizione,
inclusi quelli filo-occidentali, non avrebbero
raggiunto il 7 per cento,
il limite imposto per aver
diritto a entrare nella
camera legislativa.
Svolta anche nel centrodestra
Berlusconi vara il ‘Popolo della Libertà’
Novembre
Si chiama Popolo della
libertà la creatura politica lanciata dal leader
della Cdl Silvio Berlusconi. L'iniziativa del Cavaliere
risponde
alla
domanda degli 8 milioni
di cittadini che durante
lo scorso novembre
hanno firmato, in 8
milioni, un appello per
mandare a casa il governo di centrosinistra. Si
apre una nuova stagione
della vita politica di Berlusconi che, dichiarandosi "sotto shock" per l'alta
adesione al suo appello,
lancia un nuovo partito:
il leader dell'opposizione, si dice aperto al dialogo con Walter Veltroni
sulla riforma della legge
elettorale (a condizione
che si torni a votare subito dopo il varo del nuovo
sistema) ma è duro con
gli alleati, in primis
Gianfranco Fini, che
snobbano
la
svolta
annunciata. Un lungo
Silvio Berlusconi
discorso quello del Cavaliere davanti a circa 300
militanti, ai quali, alla
fine assicura: "Siamo in
un momento storico, in
uno di quei momenti che
si presentano nella storia
e che non si possono
mancare". Non una
"spallata a Forza Italia"
ma un progetto che
nasce dalla volontà di
"tornare a capire le reali
esigenze del paese."Nei
giorni scorsi - ha ricordato l'ex presidente del
Consiglio - grazie al
generoso impegno di
migliaia e migliaia di
volontari si è svolta la
più grande mobilitazione nella storia dell'Italia
repubblicana, con quasi
8 milioni che hanno firmato per chiedere di tornare a votare". "A questi
8 milioni - ha proseguito
Berlusconi - di cui abbiamo certezza vanno ad
aggiungersi gli oltre 2
milioni raccolti dalle
associazioni come i circoli del buon governo e
delle libertà". "Quelle
firme - ha aggiunto Berlusconi - rappresentano
l'energia sulle quali l'Italia può contare per non
rassegnarsi ad un futuro
incerto e illiberale". Berlusconi chiede in primo
luogo di tornare al voto:
"Tutti uniti dobbiamo
chiedere che questo
governo vada a casa'". E
dice della nuova formazione: ''E' nostra intenzione che il nuovo partito nasca non come una
fusione a freddo, come il
Pd, ma dal basso, dalla
gente. Nei confronti del
Pd propone un attacco
ma anche un confronto:
''Ci apriamo al dialogo
con l'altra parte politica,
ci apriamo a considerare
una legge elettorale
diversa, un proporzionale non macchiavellico,
non alambiccato: un proporzionale puro con
sbarramento contro il
frazionismo della politica". Il leader dell'opposizione è convinto che il
biporalismo non possa
funzionare per il governo del paese e si dice
pronto a incontrare il
segretario del Pd: "Cambiamo la legge elettorale,
ci sarà la nostra partecipazione, ma solo se ci
sarà data l'assicurazione
di tornare al voto".
Walter Veltroni
Ottobre
La giornata del 14 ottobre è ricordata come
quella dei 3,3 milioni di
persone che hanno affollato i seggi di tutta Italia.
Come quella dei 70 mila
volontari che si sono
impegnati per la nascita
del Partito Democratico.
Il sindaco di Roma Walter Veltroni ha stravinto
alle primarie con il 75,
38 per cento dei voti,
diventando il primo
segretario del Partito
Democratico. Rosy Bindi
si attesta sul 13,99 per
cento ed Enrico Letta sul
10,41. Si ferma allo 0,07
per cento Gawronski,
mentre Adinolfi riscuote
lo 0,15 per cento dei
voti."E' stata scritta la
pagina più bella del
nostro Paese. Da oggi
inizia una nuova storia".
Con queste parole Veltroni ha accompagnato
la crescente e costante
crescita dell'affluenza, e
quella delle preferenze a
lui conferite. I commenti
degli osservatori politici
si sprecano. "Grande
prova di democrazia, ma
dubbi sulla veridicità
dei numeri", "una risposta a Grillo e compagnia,
ma una sfida al governo", "un modo nuovo di
fare cominciare una cosa
nata vecchia". A fianco
dell'entusiasmo, si sollevano sacche di resistenza critiche. "La rivoluzione d'ottobre", titola a
tutta pagina "L'Unità".
"La truffa" risponde "Il
Giornale". Forza Italia
punta su brogli e lievitazioni numeriche preparate ad arte. "Un milione
e mezzo di votanti afferma Fabrizio Cicchitto - è un dato probabile,
ma tre milioni ci sembra
molto meno reale". L'ultimo commento è quello
del presidente di Confindustria Luca di Montezemolo: "Ho sempre
stimato Veltroni. E' una
persona di qualità, e non
credo di dover aggiungere altro". Prima del 14
ottobre, la commissione
affari istituzionali della
Camera dei deputati
approva la proposta di
legge per ridurre da 630
a 512 il numero dei
deputati, con il solo voto
contrario di Forza Italia.
Muore a Roma il sottufficiale del Sismi Lorenzo
D'Auria, colpito alla
testa durante la sua liberazione dopo il rapimento in Afghanistan. Storico incontro a Pyongyang
tra le due Coree, in Pakistan elezioni indirette
confermano
Pervez
Musharraf alla presidenza del paese, ma sul
risultato pende il rischio
di annullamento da
parte dalla corte suprema: il ritorno in patria
del dell'ex premier Benazir Bhutto è segnato da
un gravissimo attentato
che fa 139 morti; in
Argentina vince le presidenziali Cristina Kirchner: per la prima volta,
una donna succede al
marito al potere.