Cambiare la Rai ora si può, parte della ex Cdl ci pensa
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Cambiare la Rai ora si può, parte della ex Cdl ci pensa
4 STAMPA PARTITO DEMOCRATICO www.europaquotidiano.it INFORMAZION1 La cas di vetro o al temp ube di Yout Scoop spirituali e miserie temporali Congresso o non congresso? Si discute. E a destra e a sinistra molti sono attratti dalla calamita Walter SABATO 24 NOVEMBRE 2007 BLOGa E TV Il nuovo cinema arriva dalla tv (via satellite) POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N.46) ART.1, COMMA 1, DCB ROMA ANALISI D.L. seven ANNO V • N°235 • € 1,00 Fuori la politica da viale Mazzini? An e Udc tentati, Forza Italia fa ostruzione Annapolis oltre la road map JANIKI CINGOLI A d Annapolis sarà dunque presente anche l’Arabia Saudita, con il suo ministro degli esteri, principe Saud al-Faisal. È un annuncio importante che assicura un nuovo rilievo a questo vertice. Ma Abu Mazen ha sottolineato che durante i lavori non sarà approvata alcuna dichiarazione congiunta, malgrado tutto il lavoro preparatorio fatto in questi mesi. Le due notizie contrastanti danno il quadro del clima di incertezza che si è venuto a creare. Il vertice era stato convocato da Bush come reazione al colpo di Hamas a Gaza e per rafforzare Abu Mazen. La dissoluzione del governo di unità nazionale e la formazione di un governo di emergenza senza Hamas venivano vissute dagli Usa e da Israele come una opportunità da non manNella care. Il verticonferenza ce quindi era di pace stato concepito come nessuna una chiamadichiarazione ta dei buoni contro i catcongiunta tivi: Hamas, Hezbollah, i siriani e naturalmente gli iraniani e al Qaeda. Ma questo schema ha fatto presto naufragio. Innanzi tutto, era impensabile che l’Arabia saudita e gli altri stati arabi moderati potessero accettare l’esclusione pregiudiziale della Siria, in contrasto con il piano arabo di pace, che prevede la pace tra Israele e tutti gli stati arabi. Ma l’elemento essenziale è che le speranze iniziali di un rapido decollo dei negoziati israelo-palestinesi si sono presto arenate: malgrado i positivi incontri periodici tra Olmert e Abu Mazen e le aperture iniziali del vicepremier israeliano Haim Ramon, su Gerusalemme, sui confini, e anche sui rifugiati è stato ben presto chiaro che il governo israeliano non era in grado di reggere quelle sue avances di fronte alle minacce di crisi della destra di Yisrael Beitenu e dei religiosi dello Shas e alle riserve dello stesso Barak. Per evitare il naufragio si è scelto di puntare non sulla dichiarazione congiunta, ma sull’apertura stessa dei negoziati sul Final Status, che dovrebbero concludersi prima della la scadenza del mandato presidenziale di Bush. SEGUE A PAGINA 6 Cambiare la Rai ora si può, parte della ex Cdl ci pensa Il governo accelera sulle riforme, sulla tv pubblica il primo test al senato M entre il consiglio dei ministri indica la riforma della Gasparri come una priorità della maggioranza, sembrano esserci le condizioni per un’accelerazione anche della Gentiloni 2, il disegno di legge che dovrebbe rivoluzionare la governance Rai e che potrebbe incontrare sponde inedite anche in An e Udc. L’esame in commissione lavori pubblici al senato potrebbe iniziare entro dieci giorni, mentre a gennaio partirà l’esame alla camera della legge che ridefinirà il sistema televisivo. Fini e Casini, intanto, firmano un documento comune per prendere le distanze dalla “svolta populista” del Cavaliere, mentre Veltroni è deciso a tenere separato il tavolo della riforma elettorale dalla partita delle tv. A PAGINA 3 Fini-Casini, asse anti Silvio FRANCESCO LO SARDO Riforma tv: chi voterà cosa A PAGINA 3 Chiusa la Sorbona C hiuse le aule della Sorbona, la famosa università di Parigi, fino a lunedì prossimo dopo i violenti tafferugli scoppiati ieri tra gli studenti. Da una parte quelli che protestavano contro il progetto di riforma dell’università, voluto da Nicolas Sarkozy, e dall’altra quelli che volevano raggiungere le aule. «La libertà di studio non è garantita e la sicurezza delle persone nemmeno», ha sottolineato il rettore parigino. (Ap) Welfare, sì alla fiducia. Ma Stop violenza sulle donne l’Unione torna a ballare ALBERTINA SOLIANI D onne uccise. Donne violentate. Donne maltrattate, picchiate, ripetutamente. Dagli uomini, spesso dal partner. Violenze fisiche e psicologiche, dice l’Istat, per almeno 6 milioni e 800 mila donne fra i 16 e i 70 anni, il 32%. In Italia. SEGUE A PAGINA La pagina della cultura I A PAGINA 10 a proposta del nuovo partito di centrodestra avanzata da Berlusconi può davvero contribuire a chiudere la lunga transizione politica italiana iniziata quindici anni fa? Il nuovo partito è qualche cosa di più di un restyling di Forza Italia. Provocata dalla nascita del Partito democratico e in preparazione da mesi, la decisione di Berlusconi prende atto della tenuta del governo Prodi e dell’approssimarsi del referendum elettorale e sembra fondata su una analisi condivisa da Veltroni e dal Partito democratico. SEGUE A PAGINA 3 R O B I N Saudita Gli antipatizzanti del segretario definiscono la governance del Pd «modello saudita». Sarà per questo che si intravedono tribù ostili muoversi nel deserto. Comunque il paragone è davvero fuori luogo: non s’è mai visto uno sceicco con le casse vuote. Rudd il buono contro il Cavaliere australiano PAOLO CAMPO DI DE GAULLE RICCARDO BRIZZI Chigi i vertici di Confindustria secondo cui è stato stravolto l’accordo sul welfare e occorre tornare al protocollo. Anche i sindacati chiedono di essere riconvocati, mentre Diliberto e Pecoraro Scanio chiedono che si rispetti il lavoro in commissione. E Lamberto Dini minaccia: «Con questo aumento di spesa al senato quel testo non lo votiamo». A PAGINA 2 L Oggi il leader del Labor potrebbe mettere fine al regno di John Howard SULLE ORME Un volume a cura di Baldini e Lazar analizza in profondità la politica di Sarkozy ALBERTO MARTINELLI GIANNI DEL VECCHIO SCONTRI TRA STUDENTI SULLA RIFORMA UNIVERSITARIA DI SARKOZY l governo autorizza la fiducia sul ddl welfare che sarà all’esame dell’aula lunedì prossimo. L’unica riserva in consiglio dei ministri è stata espressa dal ministro Ferrero perché non si è deciso su quale testo sarà posta la fiducia, se quello del governo o quello uscito dalla commissione. Sempre ieri il premier Prodi e il sottosegretario Letta hanno ricevuto a palazzo Riforme e sospetti S tavolta pare davvero che ci siamo, toccherà al leader laburista Kevin Rudd porre fine all’interminabile regno sull’Australia di un duro come John Howard. Aria da fine di un ciclo, recitano come un salmo sondaggisti e opinion-maker. Attenzione, tuttavia, a dare per spacciato Howard che in undici lunghi anni ha fatto polpette di un cospicuo numero di avversari, Oggi su www.europaquotidiano.it Oggi la Giornata nazionale della colletta alimentare dall’eterno Kim Beazley al blairiano Mark Latham, ed ha dalla sua i fondamentali di una economia in salute. Nonostante la cabala dei numeri (soltanto un paio di volte dal dopoguerra a oggi il Labor è riuscito a vincere le elezioni dall’opposizione) L’economia va. Il premier se ne va? JOSEPH HALEVI A PAGINA 5 e la tempra battagliera del leader liberale, oggi è Rudd l’uomo da battere. Laburista atipico – ai tempi della sua ascesa alla guida del partito scandalizzò i benpensanti definendo il socialismo una «arcana dottrina del XIX secolo» – questo 50enne dall’aspetto cerebrale e il sangue freddo di un taipan, il velenoso serpente australiano, è ancora un oggetto misterioso per la distratta opinione pubblica internazionale e, per molti versi, anche per il suo paese. SEGUE A PAGINA 5 Ora litigano perfino un po’ troppo N on sarà facile per Walter Veltroni gestire questo tavolo di riforme istituzionali. E non per colpa di chissà quale disegno di De Benedetti, o dei girotondini di ritorno, dell’antiberlusconismo irriducibile, degli eterni Flores d’Arcais, cioè dei soliti impicci che causano gli sbuffi e i roteamenti oculari di Giuliano Ferrara (il migliore di tutti noi, ma non uno che sceglieremmo come intermediario per operazioni ardite: chiedere a D’Alema). Insomma, gli ostacoli da questa parte ci saranno pure, ma tutt’altro che insuperabili. Il problema vero è il centrodestra. Nel senso che, contrariamente a quanto si può pensare, è peggio trattare con interlocutori che fra di loro vorrebbero uccidersi, piuttosto che con una coalizione coesa e allineata. La rottura fra Berlusconi e FiniCasini è ormai una voragine. Vengono le vertigini al solo contemplarla. Dopo aver goduto nei I partiti del giorcentrodestra si primi ni, ora gli muovono già stessi giorsecondo logica nali della destra semproporzionale. brano spaPure sulle tv? ventati dalla guerra civile che loro stessi hanno contribuito a scatenare con il linciaggio dei leader non proni al Cavaliere. Per certi aspetti, l’esplosione del centrodestra è la più fedele prefigurazione del “nuovo” sistema proporzionale. Di fronte a litigi e rotture, è sbagliato riproporsi la tipica domanda di questi ultimi anni: «Ma dove va Tizio senza Caio?», perché questa logica è appunto propria del maggioritario. Invece è come se i partiti della ex Cdl, privi del vincolo dato dall’essere maggioranza di governo, si stiano muovendo già dentro il prossimo eventuale sistema elettorale. La prima conseguenza investe proprio il tema televisivo, perché riforme fatte dalla maggioranza e da pezzi di opposizione, che erano impossibili nel bipolarismo coatto, diventano ora improvvisamente plausibili (non per questo a portata di mano): come in effetti era ai tempi della Prima repubblica. L’importante è che rimangano ben distinte dalla materia più scottante. Walter Veltroni questa esigenza l’ha chiara in testa, chissà agli altri lati del tavolo. Chiuso in redazione alle 20,30 @ Violenza sulle donne/1, manifestazione a Roma @ Violenza sulle donne/2, il piano d’azione del governo