lavous 2 15.icdk - La Vous de Chastelmanh
Transcript
lavous 2 15.icdk - La Vous de Chastelmanh
BUON ANNO A TUTTI I LETTORI DE LA VOUS Lupi, gestione dei pascoli, nuove forme di turismo ambientale, recupero delle borgate alpine, immigrazione, ampliamento dei Parchi, utilizzo della risorsa acqua “Bene comune” e delle centraline di produzione elettrica. Oggi - come mai da molti anni - la montagna è al centro del dibattito politico, economico, ambientale. Ma chi abita, vive, gestisce la montagna ha “voce”? Viene ascoltata, consultata, accolta come elemento fondamentale al dibattito? Ma ancor prima: la montagna, la sua gente, chi la amministra ha idee, progetti veri, capaci di uscire dalla conservazione dell’esistente nel timore che il cambiamento sia peggiorativo? Parto dalla citazione di un saggio orientale: Osho. Raccontava di una sedia. Nella vita lavorativa, famigliare, affettiva, sociale siamo tutti abituati a considerare gli altri come “sedie”. Usciamo di casa al mattino e sistemiamo una sedia. Al nostro rientro la sedia è sempre lì, al suo posto. Questo ci tranquillizza, ci rassicura. Peccato che le persone non siano delle sedie, che si spostino, vadano avanti, mutino, scelgano. Questo dovrebbe farci piacere invece se cambiano le condizioni di lavoro, se il nostro compagno fa una scelta diversa, cammina, “si sposta” restiamo sconvolti. Avremmo voluto al mattino ritrovare tutto come avevamo lasciato la sera. Osho concludeva con un “Ma vi piacerebbe far l’amore con una sedia?”. La risposta è scontata. Eppure il cambiamento spaventa, ci irrigidisce. Questa premessa per raccontare che ho partecipato da moderatore ad un dibattito sull’ampliamento dei Parchi. Apriti cielo: duecento in una sala a difendere le cose di oggi, spaventati dal futuro. Cacciatori, residenti, villeggianti. Tutti, all’unisono, vogliono che tutto rimanga come è. Ma il prima, l’oggi, è davvero così positivo? Arrivano i lupi? Uccidiamo i lupi. Arrivano migranti in fuga dalle guerre, dalla povertà? Aiuto: sbarriamo le porte. Non è rimanendo ancorati all’oggi o rimpiangendo il passato che la montagna e la sua gente può vincere la scommessa sul futuro. Non è forse meglio essere protagonisti del cambiamento invece di subirlo con rabbia e impotenza? Ecco la scommessa, la provocazione: arrivano i lupi? Sfruttiamone l’immagine, il richiamo che possono avere. Otteniamo tutele per il lavoro sui pascoli, ma affrontiamo il tema con mente libera per decidere che tipo di “convivenza” possiamo immaginare, utilizzare, gestire. Trasformiamo un problema in opportunità. Ampliano i Parchi? Non difendiamo la desertificazione ma sfruttiamo l’opportunità per ottenere risorse fresche da usare sul territorio, progettiamo, proponiamo prima che altri arrivino con soldi e idee a colonizzare le terre alte per arricchire chi vive dabbasso. Immigrazione. Non siamo forse terra di emigranti? Quanti castelmagnesi. Montanari cuneesi hanno portato ricchezza e benessere in terre lontane con il loro lavoro, con le loro intelligenze, fatiche, genialità? E allora perché non aprire le porte, accogliere e ringraziare queste persone per quanto porteranno alle terre alte? Il dibattito è aperto. Sapendo che vivere con le sedie ferme, sempre al loro posto, non è possibile. E comunque noioso. Tutti sappiamo che l’oggi non ci soddisfa. Credo valga la pena “sognare un altro sogno”. Gianni Martini An dounà - Offerte Famiglia Mandrile Pierino, 20; Roberto Arneodo, 5; Margherita Donadio, 20; Corrado Nyffenegger, 40; Giovanni Persico, 10; Candido Baldizzone, 50; Jolanda Demino e Figlia, 20 Ricordando la Famiglia Demaria Valliera; Cattanei Raimondo, 30; Ornella Demaria, 10; Irolano Gaetano,30; Maria Grazia Martino, 20; Giorgio Martino, 20; Roberto e Paola Dadone, 30; Pia Velato, 20; Renato Miglior, 30; Anna Viano, 15; Ferdinanda Demino Tron, 50 In ricordo dei miei genitori; Antonio Martino, 30; Aldo Vietto, 15; Massimo Sangalli, 50; Giovanni Isoardi, 50; Rita Viano, 50 In memoria della cara sorella Anna; Antonietta Martino, 30 In ricordo del marito Lorenzo; Audano Claudia, 25 In ricordo di Mimmo Chitarra; Isabella e Aldo Razzino, 25; Martino Toya, 30; Celestina Arneodo, 20; Severino Arneodo, 20; Alvaro Bazzano, 20; Annamaria Arneodo, 10 Narbona Demonte; Celestina Martino, 20 In memoria dei suoi cari; Manent Francis, 50; Lorenzo Pessione, 20; Elsa Isoardi, 20; Elia Rustignoli, 20; Laura Massa, 30; Ilario Demichelis, 25; Angelo Rolando, 10; Giovanni Fossati, 25; Ruzza Donadio, 20; Mirella Cassone, 10; Renata e Caterina Dematteis, 50; Isoardi Caterina, 10. La sottoscrizione è stata chiusa il 31 dicembre 2015 Invitiamo i lettori a segnalarci eventuali errori di trascrizione. Vi chiediamo di scrivere sui bollettini Nome Cognome e indirizzo il più chiaro possibile, per evitare errori di registrazione, di cui ci scusiamo in anticipo. Il CentroOccitano di Cultura - Centre Ousuitan de Culturo "DETTO DALMASTRO” sostiene le sue attività e pubblica "la Vous de Chastelmanh" grazie al contributo volontario dei castelmagnesi e di tutti coloro che credono che la cultura alpina e quella Occitana si difendono solo con una partecipazione diretta. Libro su “Manhet” (Magnet) È in preparazione, da parte del Centro di Cultura di Castelmagno, un libro/quaderno su “Manhet” (Magnet), personaggio veramente unico e caratteristico della nostra Valle. Molti l’hanno conosciuto ed apprezzato per la sua simpatia e arguzia e sovente... fotografato. (E’ stato guida del piccolo museo del Colletto per 10 anni). Rivolgiamo pertanto un invito a tutti coloro che sono in possesso di qualche sua foto o aneddoto da lui raccontato, affinché gentilmente prendano contatti con Olga (della redazione) tel. 011 817 22 12 oppure trasmettano foto e/o notizie via mail a: [email protected]. Il materiale verrà scannerizzato e poi restituito al mittente. Grazie di cuore per la collaborazione LA VOUS DE CHASTELMANH - periodico di notizie comunali e culturali a distribuzione gratuita Edito dal Centro Occitano di Cultura - Centre Ousuitan de Culturo "DETTO DALMASTRO” Presidente onorario: Anna Bocca Dalmastro; Presidente: Giorgetto Amedeo; Direttore Responsabile: Gianni (Gianluigi) Martini Redazione: Angelo Artuffo, Ezio Donadio, Enzo Fina, Angelo Garnerone, Maurizio Giaminardi, Gabriella Fichera, Olga Martino, Laura Massa; Stampato dalla Tipolitoeuropa - Cuneo - Autorizzazione del Tribunale di Cuneo n. 261-6/5/1971; Direzione e redazione: Piazza dei Caduti 1-12020 Castelmagno (Cuneo) Italy. Tel. 0171-986110, fax 0171-986600: Email: [email protected] - http://www.lavousdechastelmanh.it Telefoni di interesse pubblico: Municipio 0171-986110, fax 0171- 986600; Ufficio Postale 0171.986136; Carabinieri Pradleves 0171.986117; Farmacia di Pradleves 0171.986222; Santuario S. Magno 0171. 986178; Museo della vita di quassù 011-8172212 0171-986164; Museo del lavoro 0171-986370. Locali pubblici: Trattoria La Susta 0171.986242; Bar trattoria dei Cacciatori 0171.986112; Hotel ristorante "La Font" 0171.986370-3332552679; Osteria da Mary 0171.300407; Regina delle Alpi 0171.986366; La Boutego Ousitano di Donadio 0171.986162. Sottoscrizioni: Conto Corrente Postale n. 14693121 intestato a Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro Castelmagno Dal Comune Cari Castelmagnesi, l’anno volge al termine ed è giunto il momento di fare un consuntivo dell’attività dell’Amministrazione. È stata un’annata complicata, con il susseguirsi di ben quattro segretari e un numero ancor maggiore di ragionieri: il solo Fausto è sopravvissuto a questo turbillon con la consueta efficienza. Siamo comunque giunti in porto: alcune opere sono state terminate, altre sono state avviate, molte sono ancora in attesa di definizione. Il Bilancio, sia pure tardivamente, è stato approvato con un piccolo accantonamento attivo, segno di una sana gestione dell’esercizio precedente. L’applicazione degli impegni elettorali prevedeva alcuni punti e vediamo in quali modi sono stati affrontati: per il trasporto alunni è stato confermato l’aiuto degli anni precedenti, per l’assistenza medica abbiamo rivolto un appello a tutti i Medici del Distretto senza ricevere neppure una risposta, la strada di Colletto non è ancora stata sistemata in quanto il traffico pesante è destinato ad andare avanti ancora per parecchio tempo e si dovrà provvedere ad un progetto di ampliamento delle curve prima di provvedere al ripristino delle protezioni a valle. Il parcheggio di Chiappi è momentaneamente rinviato al bilancio di previsione 2016, mentre l’ampliamento della pista di fondo ed il ripristino della ex militare del Colle del mulo sono in fase di appaltatura. Siamo moderatamente soddisfatti dell’andamento delle cose, mentre siamo entusiasti delle realizzazioni turistico culturali: non c’è stato evento, che sia concerto, mostra, proiezione o commemorazione, che non abbia sortito una partecipazione entusiastica, segno che il Paese è maturo per un turismo culturale di alto livello che andrà coltivato nel tempo. Attendiamo le vostre osservazioni ed i vostri suggerimenti e, in questo frangente cogliamo l’occasione per formulare i migliori auguri di Buone Feste. Piergiorgio Donadio Sindaco di Castelmagno NOUS ESCRIVEN lettere a La Vous Un saluto a due persone “Quasi Normali” Mi riferisco al nuovo Sindaco Piergiorgio Donadio e al nuovo Direttore Gianni Martini, non vi posso considerare eroici perché l'eroe è colui che per coraggio o follia, compie un unico atto memorabile, mentre le persone “Quasi Normali” sono quelle che oltre ai propri problemi si fanno carico anche di quelli altrui e non per un giorno ma per anni. Sapevo già dei risultati elettorali perché sono amico di un vostro Consigliere Comunale e conosco anche le storture del sistema politico italiano che da una parte cerca di eliminare le piccole realtà locali, dando poi la facoltà ai boiardi di una nota provincia autonoma (quella non si cancella) di riscrivere tutta la toponomastica e i cartelli stradali mettendo al primo posto il nome tedesco e poi sotto (in piccolo) il nome italiano, peccato che questa Provincia dove vi sono servizi inimmaginabili, come ha costatato anche il Vs. Sindaco, per ogni 100 euro che paga di tasse ne riceve dallo Stato Italiano, circa 180 e non si parla di tagli come per le Regioni e le Provincie “normali”. Sapevo dell'esperienza di Valiera, di quella di Ostana, di Paraloup, ma resto abbastanza scettico, non conosco i personaggi che hanno dato vita a questa realtà e alla scommessa di Campofei e quindi non mi permetto di criticarli e anzi ammiro la loro lungimiranza, però vivo ai confini con Asti e con la Langa e conosco perfettamente la loro tenacia e il loro fiuto per gli affari, dove trovate altre persone che riescono a far vivere in un paese come Barolo, grande di fama ma piccolo di dimensioni, un festival cui partecipano star di fama mondiale che snobbano le più grandi città italiane. Detto questo i soldi li hanno messi, trovati e rischiati loro e giustamente il profitto va a loro, quello che non capisco è l'apparente assenza, in questo progetto, di Amministratori e Autorità locali, nonché degli abitanti, visto che i due “pastorelli” sono andati a prenderli sino ad Asti, possibile che in tutta la vallata e in quelle vicine non vi fosse nessuno disposto a tentare questa esperienza e se non vengono o non si sentono coinvolti gli abitanti della valle l'esperienza di Valliera non è poi tanto dissimile dalle tante attività che vengono delocalizzate in cerca di materie prime, mercati e manodopera più appetibile. Comunque voi due dovete tenere duro e fare squadra, ognuno nel proprio settore, ma entrambi per il bene di Castelmagno e come diceva Nuto Revelli a proposito del Sindaco De Matteis, “cento ne pensa, due le sbaglia e dieci le realizza”. Giorgio Robutti In Alta Valle Grana una serie di progetti per la montagna di domani Un fine settimana veramente interessante quello tra il 23 e il 25 ottobre, per coloro che guardano al futuro della Valle Grana e a quello di Castelmagno in particolare. Sembra singolare che dal (e attorno al) comune più alto della valle, quello che maggiormente ha subito gli effetti drammatici dello spopolamento, giungano e si raccolgano una serie di proposte, innovative e audaci, in direzione se non ancora di un “ritorno” vero e proprio alla montagna, almeno di una decisa inversione di tendenza rispetto alla dispersione e allo svuotamento evocati icasticamente anche solo dal titolo di un libro, “Il mondo dei vinti” di Nuto Revelli. Sembra singolare ma non lo è. Come ha ricordato il sindaco Piergiorgio Donadio è proprio Castelmagno a “essere seduto su un tesoro, fatto di cultura, storia, tradizioni, gastronomia” e, proprio a Castelmagno, prossimo al collasso demografico (i residenti nel comune sono passati dagli oltre 1.500 dell'inizio del Novecento alle poche decine attuali), grazie a quelli che ha egli ha definito “aiuti esterni” e che si potrebbero anche chiamare “innesti”, le prospettive di una ripresa - che nei dettagli non possiamo ancora immaginare - sembrano farsi concrete. Di più: la constatazione principale è che attorno a questo “malato” non immaginario si raccolgano per rianimarlo molte forze vive della valle (e da oltre la valle) nonché di alcune persone che, se nella valle non vivono stabilmente, la frequentano da molto tempo, offrendo idee ed energie in una sinergia davvero virtuosa. Per questo si potrebbe dire che la Valle Grana e Castelmagno vivono ben al di là dei loro confini come è giusto che sia per un territorio che nonostante mille difficoltà ha veramente molto da “offrire”: il “tesoro” di cui sopra. Credo che tutto ciò sia stato chiaro a chi ha partecipa- to agli appuntamenti della manifestazione “Valle Grana: progetti in corso, didattica e ricerca” promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (che sostiene il progetto vincitore del bando valorizzazione) e dal Comune di Castelmagno, nonché da alcuni partner come la Società Niniqa, il Politecnico di Torino, la società Chan dar Fei, il Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro. Venerdì 23 presso lo Spazio incontri della Fondazione, dopo l'intervento del Sindaco di Castelmagno cui abbiamo accennato e quello di Raffaella Simonetti di Niniqa e Marinella Bianco di Acta Progetti, si sono seguiti una serie di interventi e relazioni che avrebbero meritato la presenza di massa di politici e amministratori della Valle. Nella prima parte sono stati illustrati: il progetto “Una casa per Narbona” (Flavio Menardi Noguera e Angelo Artuffo): il polo museale di Campomolino con la ricostruzione fedele di una “casa” della famosa frazione, il cui allestimento è in fase di completamento, ha visto l'afflusso durante l'estate di numerosissimi turisti e interessati; l'iniziativa Expa dell'Ecomuseo Terra del Castelmagno (Roberto Ribero): con una serie di eventi che hanno preso il via a maggio e si concluderanno a dicembre è stata valorizzata la cultura agricola e gastronomica della valle con straordinario successo; il progetto di recupero della borgata Campofei (Corrado Nyffenegger): la frazione abbandonata di Castelmagno è al centro di un “patto” tra produttori di due eccellenze gastronomiche: il Barolo e il Castelmagno, e grazie al grande entusiasmo dei promotori ha trovato una sponda culturale fenomenale nell'Università di Torino. Quest'ultimo progetto è stato ampiamente illustrato nella seconda parte del convegno dal prof. Daniele Regis (coordinatore e docente di “Composizione architettonica e urbana) e da diversi suoi colleghi del Politecnico esperti in: Storia del territorio, Sociologia ambientale, Valutazione economica dei progetti. Tecnologie dell’architettura). L'esperienza dell'Atelier di Progettazione multidisciplinare per il territorio di Castelmagno “Riabitare le Alpi” e “Costruire nel costruito”, nel tempo ha coinvolto centinaia di studenti (oltre 800) portandoli a “lavorare” sul campo ed a analizzare e studiare a fondo l'esistente (il “costruito”) per poi lanciarsi, sotto la guida dei docenti, in una serie di proposte (153 progettazioni e 13 tesi di laurea) che - a quanto si è visto dalle slides proiettate durante le relazioni e, soprattutto, dalle tavole esposte nei giorni seguenti presso il Municipio di Campomolino fanno intravedere una rinascita della frazione che coniugherebbe in modo esemplare il rispetto per la cultura tradizionale con l'ideazione di nuove funzionalità e la sostenibilità ambientale. Come ha scritto il prof. Regis: “Campofei è ormai una realtà con i suoi workshops, i primi fabbricati recuperati, il prossimo museo delle erbe officinali, la scuola del legno, i campi catalogo, la produzione del Castelmagno d’alpeggio (nei pascoli storicamente vocati), i progetti per la riattivazione delle piccola cava per le lose e per una cremagliera per il trasporto di residenti, turisti e prodotti al servizio di tutte le borgate: un altro segno della possibile “resurrezione” dei luoghi dell’abbandono nelle nostre magnifiche Alpi”. Al termine la Società Chan dar Fei ha offerto ai partecipanti un simpatico aperitivo dove, ovviamente, non è mancato il “Re dei formaggi”, il Castelmagno. Il giorno dopo, sabato 24, ricollegandosi alla seconda parte del convegno venerdì, si è inaugurata a Campomolino la mostra “Un'università per il territorio: Ricerche Atelier e tesi di Laurea per l'Alta Valle Grana”. Contemporaneamente, nella sala consigliare, si riunivano, presente il Sindaco Piergiorgio Donadio, organizzatori e relatori del convegno e rappresentanti di alcune associazioni, organizzazioni e gruppi di ricerca della Valle Grana (Raffaella Simonetti, Marinella Bianco, Daniele Regis, Diego Deidda, Gian Piero Dadone, Claudio Luciano, Roberto Ribero, Angelo Artuffo, Elena Buonfrate, Elia Rustignoli e il sottoscritto) per discutere un punto fondamentale del progetto vincitore del bando valorizzazione: la realizzazione di un portale sul WEB, con un motore di ricerca in grado di gestire elenchi, documenti, immagini e video. Raffaella Simonetti ha illustrato gli obiettivi del portale che dovrebbe diventare uno strumento a disposizione di tutti i soggetti che lavorano culturalmente (in senso allargato) sul territorio; mentre Marinella Bianco ha spiegato come risorsa centrale e preziosa di questo portale sarà rappresentata dalla digitalizzazione di parte dei materiali conservati negli Archivi Storici dei Comuni di Castelmagno, Monterosso e Valgrana. E' seguito un intenso scambio di idee e suggerimenti organizzativi. Nella giornata - e nella domenica successiva - si sono svolte alcune visite guidate al Museo “Una casa per Narbona” e, al termine, il Centro di cultura Detto Dalmastro ha offerto un aperitivo allietato dalla musica di un trio molto affiatato composto da Isabella Puppo all'arpa, Alice Schellino all'organetto, Floriano Brignone ai flauti e alle cornamuse. In conclusione una tre giorni culturale davvero importante che si è trasformata in una buona occasione per creare sinergie tra soggetti che lavorano con grande entusiasmo e ottengono spesso risultati sorprendenti su di un territorio speciale sotto ogni punto di vista, storico, ambientale, culturale, ma all'interno del quale, a volte non sono frequenti i momenti di collegamento, di confronto e di collaborazione. A dispetto di tanti problemi si può dire con una certa sicurezza che l'Alta Valle si sta trasformando in una specie di grande “laboratorio” in cui cui prendono vita numerosi progetti che, anche se non sempre supportati come quello illustrato, vanno colmando la “tradizionale” lontananza delle istituzioni e l'assenza di una politica per la montagna all'altezza dei tempi. Flavio Menardi Noguera ATTENTI AL LUPO o LUPO ALBERTO “Attenti al lupo” non solo è il titolo di una bella canzone di Lucio Dalla ma esprime anche un sentimento che attraversa le nostre Alpi. Lupo Alberto è un personaggio dei fumetti simpatico e a volte sfortunato, che ci ha divertito e fatto sognare da bambini. Da che parte stare? Esiste una mediazione o soluzione? Proponiamo due interventi che affrontano il "problema lupo" da punti di vista differenti. BASTA LUPI, BASTA PARCHI Una petizione “basta lupi, basta parchi” sta raccogliendo centinaia di firme di montanari nelle valli, l’ha scritta Toni Leinardi di Stroppo, dopo l’ennesimo attacco dei lupi per lui fare l’allevatore “Non è più un lavoro è un terno al lotto, quella che mi pareva essere una delle più belle professioni da poter svolgere nella vita si sta rivelando sempre più un vero schifo e non la consiglierei più ad alcun giovane”. L’introduzione del lupo e il modo affaristico con cui viene gestito è il paradigma della frattura epocale che si è creata tra città e contado. Vista dalla città, la politica montana vede la natura al centro di ogni azione, per noi quassù al centro va collocato l’uomo che la natura vive, sbrogliare questa matassa compete alla Politica e non ad altri. Un esempio di approccio affaristico? E’ il progetto Wolfalps, dove parchi di tutto l’arco alpino per 6.1 milioni di € si sono dati l’obiettivo di “…favorire e supportare il naturale processo di colonizzazione del lupo… in tutto l’ecosistema alpino, da Ovest ad Est”. Singolare che Parchi, enti strumentali delle Regioni, occupino indisturbati spazi e ambiti che la democrazia fino a ora aveva delegato alle istituzioni locali. Ben inteso il mio plauso va alla loro bravura (primum vivere) nell’arpionare fondi strutturali approfittando di evidenti limiti e lacune della politica nella gestione del bene comune. Se enti strumentali come i Parchi prendono il sopravvento nella pianificazione e gestione del territorio, esondando in ambiti che non li riguardano affatto, è un evidente segnale di come sia in atto lo sgretolamento dell’impianto istituzionale nelle Alte Terre. Questo non avviene per caso, vuoi vedere che il montanaro con la sua storica predisposizione alla eterodossia è d’intoppo a interessi esterni alle valli? Che sul lupo la cosa stia scappando di mano qualcuno però al Ministero dell’Ambiente se ne sta accorgendo e a Roma si sta parlando per la prima volta di abbattimenti, stiamo a vedere. Alle istituzioni, cominciando da quelle locali, chiedo di riprendere al più presto le redini di una questione che non possono delegare ulteriormente ad altri, anche perché storicamente i problemi non riguardano il solo allevamento (leggetevi questo http://www.nina.no/archive/nina/PppBasePdf/oppdragsmelding/731.pdf ). Chiudo riportando l’ultima frase della petizione che ho citata all’inizio “Montanari Riprendiamo in mano le redini!! Diciamo basta alla montagna vetrina ad uso cittadino e turistico per promuovere una montagna realmente vissuta da gente che ci lavora. Riprendiamo in mano il nostro presente, decida la comunità alpina il proprio avvenire possibile!” Mariano Allocco segretario associazione Alte Terre IL LUPO E NOI Negli anni Settanta del secolo scorso la popolazione di lupo in Italia era ridotta a 150-200 esemplari confinati nelle aree più selvagge dell’Appennino centro-meridionale. Per evitarne l’estinzione, la specie venne protetta e progressivamente iniziò a ricolonizzare territori da cui era scomparsa da molto tempo. Questo processo è stato fortemente favorito dalla profonda trasformazione che nel frattempo ha investito la montagna italiana. Le valli si sono spopolate, il bosco ha invaso terreni un tempo occupati da pascoli e coltivi, politiche venatorie dissennate, con immissioni continue di cinghiali, caprioli, cervi, hanno fatto crescere a dismisura la presenza di ungulati. Abbandono, rinselvatichimento, molte prede a disposizione: la tavola per il lupo è stata apparecchiata. Agli inizi degli anni Novanta il predatore ha fatto la sua ricomparsa nelle Alpi. Non esiste una sola testimonianza che – come qualcuno vorrebbe far intendere – l’animale sia stato volutamente reintrodotto. Per contro sono innumerevoli le prove – basti pensare agli esemplari dotati di radiocollare seguiti nei loro spostamenti – a dimostrazione dei continui passaggi tra Appennini e Alpi e dunque di un ritorno assolutamente spontaneo. L’arrivo del lupo nelle valli cuneesi e torinesi ha un impatto fortemente negativo sulla pastorizia. Non solo si è dovuto fare i conti con le predazioni, ma anche con una presenza che ha imposto al pastore di essere sempre al seguito dei suoi animali e di dotarsi di mezzi di prevenzione. C’è chi sostiene che la convivenza tra lupo e pastorizia sia impossibile. Ciò non è vero, come dimostra il fatto che negli Appennini, dove il lupo c’è sempre stato, la pastorizia non è mai venuta meno. O come emerge dai dati sulla consistenza dell’allevamento nelle nostre valli: dopo vent’anni dal ritorno del lupo, i numeri grosso modo sono sempre quelli. Oggi ci sono giovani pastori, nati all’epoca in cui il lupo ha fatto la sua ricomparsa, che considerano la sua presenza come una delle tante variabili, dalle condizioni climatiche alla difficoltà di procurarsi un alpeggio a prezzi equi, che vanno a incidere sulla loro attività lavorativa. Vero è che fatica e costi sono fortemente cresciuti, e che questo aggravio è stato scaricato per lo più sugli allevatori senza programmare sufficienti interventi di compensazione. In definitiva: il lupo è tornato, con le sue gambe, e ha creato un bel po’ di problemi, gravi ma non irrisolvibili. La sua ricomparsa ha un ruolo determinante nel contenimento delle popolazioni di ungulati selvatici ed è elemento emblematico della buona salute di un ambiente naturale, con ricadute importanti sull’immagine di un territorio. C’è poi un ulteriore aspetto da considerare, per nulla secondario: il suo ritorno ci impone di riconsiderare il rapporto tra uomo e ambiente, tra l’uomo e le altre specie presenti sul pianeta. E a questo proposito il nodo centrale è quello del rispetto, ce lo ricorda anche Papa Francesco nella sua recente enciclica. Nanni Villani responsabile gestione Parco Naturale Alpi Marittime I lettori, che vogliono partecipare al dibattito, segnalare avvistamenti o raccontare la propria esperienza, possono farlo scrivendo o inviando un email alla redazione. La Vous de Chastelmanh Piazza dei Caduti 1 - Castelmagno (Cn) email: [email protected] NUOVA CENTRALINA VALORE AGGIUNTO PER CASTELMAGNO Oltre 5 milioni di investimento per un impianto che coniuga tecnologia e rispetto ambientale, realizzato al tempo record di un anno di lavoro, impiegando 40 operai ad una media di 15 e “punte” anche di 24 ore al giorno. È la nuova centralina idroelettrica, attivata la mattina di sabato 5 dicembre, dalla società “Fies” di Dronero, nella struttura che ospita la turbina in borgata Einaudi, a fianco del torrente Grana. Qui finisce una condotta forzata che, dalla presa del pianoro di Chiappi, scende per 4,6 km sotto la strada provinciale, tagliando i tornanti più tortuosi e alcuni terreni. Dopo un “salto” di 471 metri, l’acqua viene convogliata alla centrale: un megawatt di potenza, per produrre fino a 7.500 megawatt/ora all’anno di energia idroelettrica, pari al fabbisogno di 340 famiglie. “E con un risparmio, in termini di riduzione delle emissioni, di 5.250 tonnellate di anidride carbonica rispetto a una centrale a carbone - ha sottolineato l’ingegnere dronerese Alberto Bianco, amministratore delegato della Fies. Sarà garantito il flusso minimo vitale al torrente Grana, da cui preleveremo 600 litri di acqua al secondo ai massimi regimi (attualmente sono soltanto 50 litri). Ogni anno, inoltre, sarà ripopolato il fiume con l’immissione di 400 kg di trote autoctone”. Sulle abitazioni di borgata Einaudi acquistate dalla società, che le sta rimettendo a nuovo, ha aggiunto: “Siamo in trattative con alcune aziende produttrici di Castelmagno, interessate ad utilizzare le cantine per trasformarle in celle di stagionatura”. Assente il sindaco Piergiorgio Donadio, impegnato a Torino per lavoro, gli onori di casa li ha fatti il vice Claudio Donadio, ricordando i benefici per il Comune, firmatario con la ditta di una convenzione che per vent’anni garantirà 70 mila euro l’anno: 20 mila di introiti fissi, 50 mila per lavori a scelta che saranno pagati dalla “Fies”, anche accumulabili per cantieri di maggiore entità. “Entrate importanti per un piccolo paese che ha un bilancio di 400 mila euro - ha detto il vicesindaco -. Ottime le soluzioni applicate dall’impresa per mascherare la centrale e le tubature: zero impatto ambientale”. Al taglio del nastro anche l’ex sindaco, Maurizio Giaminardi, con cui si è concretizzato il progetto 23 anni dopo le prime richieste avanzate dalla Fies alla Provincia. “Oltre il 70% di energia in Italia deriva dal carbon fossile - ha detto l’ex primo cittadino -. O ci mettiamo in testa che le centrali idroelettriche sono l’unico modo per ottenere energia pulita, o continueremo a contribuire alla distruzione del pianeta”. Plausi al progetto anche da parte del deputato Mino Taricco (“Queste iniziative rimettono in moto l’economia locale e offrono un’importante prospettiva per l’ente pubblico” e dal presidente dell’Unione montana Valle Grana, Marco Marino: “Castelmagno ospita una struttura che è un valore aggiunto per il Comune, ma rappresenta anche esempio di integrazione pubblico-privato, applicabile a tutto il territorio”. Matteo Borgetto “Il prezzo delle guerre” Sabato 12 dicembre 2015, nel salone del Municipio di Castelmagno, è stato presentato il libro "Michelino Isoardi Il prezzo delle guerre", secondo volume di una serie di piccole monografie tratte da più di quarant'anni di articoli pubblicati su la "La vous de Chastelmanh". Il libro raccoglie un grande lavoro ricerca che il castelmagnese Michele Isoardi (per tutti Michelino) aveva fatto con una serie di articoli per “La Vous ”, più di vent'anni or sono dal titolo “Il prezzo delle guerre, i lutti e le sofferenze che le guerre avevano procurato alla nostra gente”. Partendo dalle lettere, dalle memorie e dalle fotografie custodite in famiglia, la sua “rievocazione” si era fatta corale, allargandosi alla frazione di Chiappi e a tutta Castelmagno. Michelino dunque ci regala la possibilità di capire, ripercorrendo in modo non commemorativo ma con empatia ed emozione vicende lontanissime, quale sia stato per Castelmagno “il prezzo delle guerre”. Alla presentazione de libro, curato da Flavio Menardi Noguera e angelo Artuffo, erano presenti: la Moglie e i figli di Michelino, numerosi amici e Castelmagnesi. Castelmagno, il ritorno alle origini Presentato a Cuneo il 28 novembre 2015, il libro “Castelmagno, il ritorno alle origini”, pubblicato dalle Edizioni Zerotre, scritto da Alberto Marcomini giornalista scrittore e reporter del gusto, illustrato dalle fotografie di Paolo Castigliani che dedica nel suo lavoro di fotografo una particolare attenzione al cibo e a quello che lo circonda. Il volume oltre raccontare alla storia e di come oggi si produce il Castelmagno, presenta la Valle Grana e gli alpeggi di Castelmagno. Il cuore del volume sono una serie di ricette naturalmente a base di Castelmagno, in gran parte proposte e realizzate da Giorgetto Amedeo de "La Meiro Terre del Castelmagno". Un bel libro fresco e moderno, per chi vuole avvicinarsi al nostro territorio e alle sue offerte gastronomiche. Il “Cammino di San Magno” esempio di impegno civico e testimone di inciviltà 7 dicembre 2015. È una splendida giornata autunnale, il sole rende ancora la temperatura gradevole e vista la assenza di neve insieme a Chiara decidiamo di concederci una breve passeggiata lungo il percorso del “Cammino di San Magno” che collega Campomolino al Santuario di San Magno. Il cielo è così limpido, come solo le più terse giornate di autunno sanno esserlo, i colori autunnali si sono ormai fusi nel caratteristico colore bruno uniforme, tipico della montagna che attende la neve per riposare, protetta dal gelo invernale, fino alla rinascita primaverile. La situazione è di quelle ideali per lasciar correre i pensieri, che questo percorso rimanda al passato remoto e, per la mia recente esperienza alla guida dell’amministrazione comunale, al passato più prossimo. L’itinerario infatti si snoda in gran parte ripercorrendo la antica strada comunale che collegava Campomolino al santuario di San Magno prima che fosse costruita, a ridosso della seconda guerra mondiale, la strada carrozzabile che oggi percorriamo con le automobili. Inevitabile che il percorso ci rimandi ad un periodo non poi così lontano nel tempo ma separato da noi da un abisso se si considera la distanza in termini di stile di vita. Suscita infatti stupore ed a volte incredulità in molti sapere che prima del 1940 quello che oggi è il “Cammino di San Magno” era l’unico collegamento viario a disposizione dei tanti abitanti delle nostre borgate. Fa riflettere, come fa riflettere che questa iniziativa sia frutto della passione, del senso della comunità e della disponibilità ad impegnarsi per un bene comune di tanti volontari che hanno avuto l’idea e con le loro risorse l’hanno realizzata. Il “Cammino di San Magno” consente, con una piacevole passeggiata, di raggiungere il Santuario senza percorrere la strada provinciale, asfaltata e trafficata. Si attraversano le borgate di Nerone, Chiotti e Chiappi, costeggiando la Cappella di San Bernardo da Mentone, la chiesa di Sant’Anna e quella di San Sebastiano. Per me è una di quelle tante piccole cose che possono rendere il nostro territorio più apprezzato da visitatori e turisti e penso che su cose come queste si dovrebbe investire per non dover sempre invidiare il fatidico Trentino. E proprio mentre con la mia compagna Chiara stavamo plaudendo allo spirito di iniziativa dei tanti altri volontari che hanno realizzato il Cammino, percorrendo il tratto di sentiero che sbuca sul pianoro detto delle “Bastie” ecco la sorpresa: un bel mucchio di piastrelle rotte riversate dal margine della scarpata ad invadere il sentiero. In quel tratto, grazie anche all’ottima collaborazione della FIES, società che ha realizzato la condotta della centrale idroelettrica Einaudi, la scarpata era da poco stata ripulita e inerbita, si presentava ordinata e per disincentivare lo scarico di rifiuti sono anche stati posizionati grossi massi ai margini del piazzale sovrastante. Tutto inutile. Scaricare piastrelle rotte in giro, dopo aver rinnovato il bagno o la cucina, è già di per se un atto da cafoni, ignoranti e poveri di spirito, ma farlo in modo così plateale, proprio nel bel mezzo di un sentiero che ha lo scopo di far conoscere il nostro Paese a chi viene a passeggiare è ancora peggio. Quel gesto infatti è un segno di disprezzo verso tutti coloro che si dedicano a cercare di rendere migliore il nostro mondo. Sembra impossibile che gli uni e gli altri appartengano alla stessa razza umana eppure è così e anche se questa è una piccola cosa in confronto ai tanti problemi e alle tante barbarie che affliggono il mondo, sono convinto che in queste piccole cose si possono vedere le radici del male che affligge la nostra società, ossia l’incapacità di guardare al pianeta come alla nostra casa. I vandali che hanno scaricato le piastrelle infatti non le avrebbero mai lasciate ammucchiate nel loro giardino, o nel loro salotto. E allora, da orgoglioso cittadino Castelmagnese e da ex Sindaco, ai volontari che hanno realizzato il “Cammino di San Magno” va tutta la mia stima e ammirazione mentre ai vandali delle piastrelle auguro di riconoscersi nel loro gesto e di ritrovare un barlume di coscienza che gli faccia capire di aver sbagliato rendendoli esseri umani un pò migliori. Maurizio Giaminardi DA CIAPUI A CIABAL - DA CIABAL A CIAPUI 15 AGOSTO: UNA FESTA MUSICALE INSIEME FESTA PATRONALE DI S. AMBROGIO 2015 Il giorno di ferragosto si è svolto dalle ore16 il consueto ritrovo dei giovani, e non, con il famoso gruppo musicale dei LOU DALFIN. È stato il quindicesimo appuntamento con i loro funs: migliaia di persone che hanno ballato, perché la loro musica rock folk è irresistibile, a 1700 m. sul sagrato del santuario dedicato a S. Magno, protettore degli allevatori e dei contadini delle valli cunesi. Molti i brani suonati, tra cui alcuni inediti che faranno parte di un prossimo cd che uscirà in primavera. Grazie Sergio! Gabriella Fichera Anche quest'anno abbiamo reso onore al nostro Santo Patrono. Per la Messa una graditissima sorpresa dell'ultima ora: una nutrita rappresentanza del coro della Cevitou accompagnati dagli strumenti musicali, ha dato un tono di solennità alla funzione ed accompagnato le nostre preghiere. Li ringraziamo di cuore per essersi uniti a noi facendo i salti mortali (si sono affrettati a salire appena terminato di animare la messa a San Pietro Monterosso). Il pranzo comunitario, cucinato e servito dall'Osteria da Marì, È stato ottimo ed abbondante ed ha riunito in piazza molte persone e personalità. Tutto sommato il tempo è stato ancora benevolo… Qualche fontanella qua e là ha annacquato un pò il buon vino dei commensali (nonostante ombrelloni e nylon). Ma è stato un piccolo breve disagio. Poi, a rallegrarci con la musica ci ha pensato un nutrito gruppo di 7 musicisti contattati da Sergio Berardo, molto bravi ed instancabili. La loro presenza è stata possibile grazie all'offerta dell'Osteria da Marì che poi loro stessi hanno detto di voler devolvere a scopi benefici. Per la prima volta non c'erano Debora e Matteo col loro ormai tradizionale gioco dei tappi, "lo stappa e vinci" che è comunque stato fatto ugualmente grazie all'opera preparatoria della mitica Irene e alla collaborazione della Fernanda. Il ricavato è andato, come sempre, a favore della luce della Madonnina. Non è mancato il generoso Bepou a fare da guida al Museo. Il torneo al ping-pong "Memorial Graziano", si è svolto il martedì successivo richiamando a competere bambini, ragazzi, giovani e non più giovani. E' stato molto impegnativo poiché il "tutti contro tutti" adottato da Paolo l'organizzatore, ha tenuto impegnati i partecipanti fino alle otto di sera, ma si sono divertiti! Continuiamo a mantenere vive queste tradizioni, che hanno anche il merito di creare occasioni di aggregazione, di amicizia e di comunione. Olga Cardellino 19 AGOSTO: LA BAIA AL SANTUARIO In occasione della famosa festa patronale, devoti come sempre, alcuni volenterosi castelmagnesi e non hanno indossato i costumi delle guardie e delle dame di S. Magno. Il sagrato ed il Santuario in questa occasione ritornano ai loro antichi splendori con la solenne processione delle 10,30 a cui hanno partecipato tutti i gonfaloni comunali da Cuneo a Castelmagno con tutte le autorità che li rappresentano, i corpi militari e le guardie forestali. Il tutto accompagnato dalla banda musicale di Castelletto di Busca. A precedere la processione il vescovo di Cuneo monsignor Giuseppe Cavallotto che per la prima volta dal 1957 ha rinnovato la consacrazione della Provincia (rappresentata dal presidente Federico Borgna) di fronte al quadro votivo dell’Assunzione di Maria. Pur cadendo di mercoledì un buon numero di fedeli e turisti era presente per l occasione e non ha rinunciato alla tradizione di pranzare sui prati e di bere del buon vino che a quell’altezza diventa ottimo. Gabriella Fichera 23 AGOSTO: FESTA DI VALLIERA La borgata di Valliera con la collaborazione del Rifugio “La Valliera“ ogni anno, all’incirca alla fine di agosto, ricorda il restauro del tetto della bellissima e antica cappella di Santa Margherita con una messa che quest’anno si è svolta alle ore 11. Molti fedeli hanno gremito la cappella tanto che numerose persone assistevano alla S. Messa dal sagrato, nonostante il tempo molto uggioso. La celebrazione è stata molto sentita dai presenti grazie anche alla bravura del coro di Coumboscuro che ha creato una magica atmosfera insieme alle candele accese come un tempo. E’ seguita polenta e salsiccia al rifugio affollato da molte persone che sono state allietate dalle musiche e dai canti dei musicisti di Coumboscuro. Gabriella Fichera UN SALUTO A RITA Rita Viano, a novembre si è trasferita nel pensionato di San Pietro di Monterosso, non è un abbandono definitivo ritornerà in primavera. Senza di lei la Chiesa dell'Assunta di Campomolino quest'anno non ha il presepe, Rita oltre a preparare il presepe e curare fiori e addobbi ogni Natale, provvedeva anche di aprirla ogni domenica e nei giorni festivi. La Redazione augura buon anno a Rita, sicuri di rivederla nella buona stagione. CONCORSO PRIMALPE Il 22 novembre alle ore 10 si è svolta a Cuneo al Centro Incontri Provincia in C.so Dante la presentazione del nuovo L’To Almanach 2016 e la premiazione dei vincitori nei diversi settori. Il Centro Occitano di Cultura come sempre è stato invitato per la premiazione speciale nel settore cultura occitana. Poichè non sono risultati scrittori occitani che non siano già stati premiati, la scelta è caduta sul gruppo musicale Arbourasqui perché quest’anno l’associazione si è anche rivolta alla musica. Il gruppo composto da Mauro Giuletti e Roberto de Siena, polistrumentisti, ha vinto in passato il concorso nazionale FOLKONTEST ed ha partecipato al festival interceltico di Lorient (Bretagna) ed altre importanti manifestazioni contando su un’esperienza venticinquennale. Inoltre da anni collabora alla colonna sonora della festa Primalpe. Gabriella Fichera che per l’occasione ha rappresentato il Centro ha consegnato ai due professionisti due cestini contenenti ciascuno prodotti di Castelmagno e della valle Grana. Ai due musicisti i nostri complimenti ed auguri! Gabriella Fichera Ricordiamo ai lettori, che possono inviarci notizie su Castelmagno, scrivendo o inviando un email alla redazione. Saremo lieti di pubblicarle. La Vous de Chastelmanh Piazza dei Caduti 1 - Castelmagno (Cn) email: [email protected] Soun neisù - Sono nati Anno fortunato il 2015 a Castelmagno chiude con due lieti eventi Il 17 ottobre, per la gioia immensa della neo mamma Elena Garnerone e del neo papà Silvio Tinaglia, è nata a Cuneo, una bellissima bimba a cui è stato dato il nome di Alissa. Chiappi di Castelmagno vede così crescere la sua popolazione residente, in quanto Elena e Silvio vivono in paese e gestiscono il ristorante La Font. Ai neo genitori e ai felicissimi nonni materni Carmen e Beppe gli auguri più sinceri perchè Alissa cresca in salute, forte e robusta come una roccia. Si chiama Adelaide ed è nata l’11 Agosto 2015. La nascita è avvenuta a Cuneo, ma già la sera successiva (cioè il 12 Agosto) i coraggiosi genitori sono tornati al Colletto col prezioso fagottino! I collettesi, non più abituati a questi avvenimenti quassù, hanno provato stupore e tanta tenerezza! I giovani genitori hanno scelto di regalare alla loro piccola, l’aria buona e la tranquillità di questa splendida frazione, nella quale sperano di restare ancora... Siamo molto lieti di ospitare su questo giornale della comunità castelmagnese, una delle prime foto della piccola e i sentimenti espressi dai suoi genitori che trascriviamo qui di seguito: "Condividiamo la gioia della nascita di nostra figlia Adelaide con Gratitudine al C o lletto , n id o d'aquila, che ci ha accolto e protetto, come un grande "utero" durante l'ultima fase della gravidanza ed ora, nei suoi primi mesi di vita". Maria Iole e Matteo Nous an laisà - Ci hanno lasciato Ultimo saluto a “Netina D’Lice” di Colletto Ciao Mamma! Il 25 settembre a Torino è mancata la nostra cara mamma Anna Viano conosciuta come "Netina dei Lice". Persona meravigliosa, piena di umanità e simpatia, sempre disponibile ad ascoltare e aiutare tutti. Negli ultimi tempi a causa dei problemi di salute, anche se non poteva più scendere nella piazzetta del Colletto (abituale luogo d’incontri) era contenta di ricevere visite di amici e parenti. Netina è tornata a riposare nelle sue montagne che tanto amava accanto al suo adorato papà Felice, alla mamma Antonina e agli zii che ha sempre aiutato. Cara mamma ti ringraziamo per tutto ciò che hai fatto e per l'amore che ci hai donato. Siamo sicure che continuerai ad amarci dal cielo così come sarà per noi. Le tue figlie Antonella, Loredana, i tuoi adorati nipoti Ilaria e Alessandro, tuo genero Lino e il nostro caro amico Beppe. Un altro grave lutto ha colpito la nostra comunità. Lunedì 23 novembre è mancata a Torino Giuseppina Marello in Martino, moglie del caro Bepou di Campofei. Giuseppina, appena sessantacinquenne, benché non fosse nativa di Castelmagno, era considerata da tutti “una di noi” avendo frequentato la nostra valle per circa 40 anni. Persona molto discreta, semplice, attenta alla vita della gente di quassù. Dotata di una particolare memoria, serbava il ricordo di ogni persona conosciuta, con la loro personalità, caratteristiche, parentele e storie di vita, meglio di noi che quassù siamo nati. La ringraziamo per l’affetto che ha nutrito per la nostra gente e per il suo esempio di mamma generosa e cara compagna di viaggio del marito Bepou, nostro compaesano a cui tutti vogliamo bene! La Vous, il Centro di Cultura, i Castelmagnesi tutti si stringono attorno alle sua famiglie di Anna e Giuseppina e porgono loro le più sentite condoglianze. Ricordiamo ai lettori, che possono inviarci le notizie di nascite, il ricordo dei propri cari o altri eventi familiari, scrivendo o inviando un email alla redazione. Saremo lieti di pubblicarle. La Vous de Chastelmanh Piazza dei Caduti 1 - Castelmagno (Cn) email: [email protected] FALCO CHIAFFREDO, COMUNISTA Seconda e ultima puntata della storia, ricostruita da Gianpaolo Giordana, di Falco Chiaffredo un Castelmgnese che partecipo alla guerra di Spagna nel 1936. Nel corso della convalescenza viene adibito a servizi ausiliari nella base di Albacete e, più tardi, anche in quella di Quintanar de la Repubblica. Ad Albacete fa domanda di adesione al PCE (Partido Comunista de España). La lunga convalescenza ed una laboriosa riabilitazione gli evitano altre dure battaglie in Aragon tra estate e autunno del 1937, la sanguinosa ed inutile offensiva in Extremadura del febbraio 1938 e infine la durissima esperienza dell’offensiva, dello sfondamento fascista in Aragon e delle Brigate Internazionali quasi circondate nel settore di Caspe, tra marzo e aprile dello stesso anno. Torna a combattere nella battaglia dell’Ebro (luglio - ottobre del 1938): il 30 settembre, mentre inizia la rabbiosa controffensiva fascista, Falco viene ferito per la seconda volta in combattimento pro-babilmente lungo i bassi ma scoscesi pendii della Serre Cavalls/Sierra Caballs. Ricoverato nella Clinica delle Brigate Internazionali di Mataró (Catalunya) é ancora degente il successivo 11 novembre, quand’erano già iniziati il ritiro e la smobilitazione dei volontari delle Brigate Internazionali. Il successivo 7 dicembre, dimesso dalla clinica, viene segnalato a Barcelona: il SIM (Servizio Informazioni delle Brigate Internazionali), in considerazione delle incerte condizioni di salute (è debilitato anche per un’incipiente brutta forma di TBC), gli restituisce i documenti e consente il suo ritorno in Francia perché possa farsi adeguatamente curare. Lasciata la Spagna nel momento della retirada repubblicana, all’inizio del febbraio 1939, addio cure! Falco viene internato a San Cebriá de Rosselló/St.Cyprièn (Pyrénées Orientales); poi iniziano a soffiare venti di guerra e nel 1940, ritenuto uno straniero indesiderabile, viene rinchiuso nel Campo di Gurs (Basses Pyrénées), dove sosta a lungo nella Baracca-ospedale prima d’essere destinato a un duro Campo di punizione come quello del Vernet d’Ariège. É in lista d’attesa per essere rimpatriato dalla Commissione d’Armistizio ma a sorpresa sceglie d’essere trasferito al Nord, precettato dai tedeschi come muratore. Il 18 dicembre del 1942 arriva però in condizioni di salute assolutamente precarie al Regio Consolato d’Italia a Paris: proviene da Le Havre (Seine-Maritime), é privo di documenti e chiede solo di es- sere rimpatriato. Il 30 dicembre è al valico ferroviario di Bardonecchia, dov’é tratto in arresto e tradotto a Cuneo; nel gennaio del 1943 la commissione provinciale per il Confino di polizia decide di risparmiargli il con- fino a Ventotene e ne autorizza il ricovero all’Ospedale Militare di Savigliano. Poco tempo tempo dopo ne viene autorizzato il ritorno in famiglia, a Castelmagno, benché sotto una stretta sorveglianza. A dispetto della gravità delle condizioni di salute, la burocrazia militare e fascista non s’arresta: il 9 febbraio e poi il 22 marzo lo raggiungono ben due richiami alle armi cui in tutta evidenza non può ottemperare. Nuovamente ricoverato all’Ospedale sanatoriale “Costanzo Carle” di Confreria (Cuneo), Chiaffredo Falco cessa di vivere il 29 aprile del 1943. Il congedo per gli obblighi militari mai assolti lo raggiungerà più avanti, quando il congedo definitivo lo aveva già portato nel piccolo cimitero della frazione Coulet/Colletto della natia Castelmagno. Fonti: Archivio INSMLI - Milano (Fondo Archivio Aicvas) Archivio Centrale dello Stato - Roma (Casellario Politico Centrale, busta 1935) Archivio Centrale dello Stato - Roma (Confinati Politici, busta 390) Archivio di Stato - Cuneo (Ruoli matricolari) Archivo Nacional Militar de Avila (E), Armario núm. 005 - Legajo núm. 276 - Carpeta núm. 007 Archivio dello Stato Civile del Comune di Castelmagno Archivo del PCE (Partido Comunista de España - Madrid): elenco di combattenti comunisti, redatto nell’ottobre del 1938 dalla Sezione Quadri del PCE Archives BDIC - Nanterre (MFM 880/37 3 880/44, Brigades Internationales. Fonds 545/ 3 e 545/ 3, 723) Gianpaolo Giordana - maggio 2014 CONCLUSIONE EXPA 2015 AL FILATOIO DI CARAGLIO La rassegna Expa 2015 si è conclusa l’8 dicembre al bellissimo Filatoio di Caraglio con una festa musicale pomeridiana a cui hanno partecipato il gruppo Lou Dalfin, nato proprio a Caraglio, e il Coro della Cevitou. La partecipazione del gruppo di Sergio Berardo è stata un vero evento perché è la prima volta che si esibisce nel comune dove si è costituito. Ha aperto la manifestazione nel salone delle feste il presidente del Cda del Filatoio Aurelio Blesio che dopo aver parlato degli eventi Expa 2015 ha presentato l’Associazione Amici del Filatoio che vuole diventare promotrice del patrimonio naturale paesaggistico, culturale, agroalimentare e turistico di tutto il territorio. La stessa fondazione insieme all’Ecomuseo ha realizzato il Calendario 2016 intitolato “LE MANI NEL TEMPO“ in cui sono raccolte le fotografie scattate durante gli eventi Expa con visibilità non solo alla struttura del Filatoio ma anche al territorio in cui è inserita e ai prodotti tipici coltivati e prodotti in valle con un riguardo verso le persone che lavorano a tale scopo. A metà del concerto si è effettuata la premiazione del personaggio di valle che si è contraddistinto per la sua passione nel territorio. La scelta è caduta su un giovane che da tempo si impegna a Pradleves nella gestione della pista di pattinaggio e di squadre di calcio in alcuni comuni della vallata, Samuele Magarò. Il premio, il calendario e due libri della fondazione Filatoio, è stato consegnato dal Centro Occitano di Cultura“Detto Dalmastro“ alla presenza del presidente della Cevitou e della Associazione Cuma. Ma il premio è stato cura anche della redazione de “Il Caragliese“ e dell’Ecomuseo Terre di Castelmagno. A seguire una folla di presenti intenti a ballare le danze occitane sulle note strumentali e vocali delle ballate dei ”trouvadur”. Non è mancato il laboratorio chiamato SPAZIO CREATIVO per i bambini i quali hanno avuto la collaborazione della disegnatrice naturalistica Aimar Monica per disegnare e colorare tanti soggetti. Dopo l’esibizione di Sergio e il suo gruppo ecco il coro Cevitou che con la sua polifonia ha conquistato l’attenzione e l’ammirazione dei presenti. Nella serata l’apericena per tutti realizzata dal ristorante “Il Portichetto“. La mostra mercato degli allevatori, dei contadini e degli albergatori In seno alla stessa struttura erano presenti pure sin dal mattino una mostra mercato delle aziende agricole con possibilità di acquisto dei prodotti tipici, stands degli albergatori della valle e dei collaboratori, una mostra del progetto TRANSALP: un contest che ha coinvolto la valle Grana e la valle Stura in un’esperienza di trasformazione della secolare transumanza in forma d’arte contemporanea. Molte persone hanno affollato il primo piano dove erano collocate queste mostre. Mostra fotografica di Renato Lombardo al Filatoio Chi è interessato agli scatti fotografici rivolti alle particolari orchidee presenti nel nostro territorio non poteva non emozionarsi di fronte a tanta bellezza di colori e forme: Il Fiore degli Dei è stato il titolo di tale mostra perché in Nuova Zelanda dove le orchidee abbondano sono considerate dalla popolazione fiori degli dei che donano felicità. 44 Sono le specie di orchidee presenti in Valle Grana: ne sono state fotografate con maestria di colore nel vallone di Narbona, in quello di Fauniera, nel vallone del Tiie (Pradleves), al pendio della Cialancia, alle alture di Montemale. Complimenti ai fotografi! Gabriella Fichera