lavous 2 15.icdk - La Vous de Chastelmanh

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lavous 2 15.icdk - La Vous de Chastelmanh
BUON ANNO A TUTTI I
LETTORI DE LA VOUS
Lupi, gestione dei pascoli, nuove forme di turismo ambientale, recupero delle borgate alpine, immigrazione,
ampliamento dei Parchi, utilizzo della risorsa acqua “Bene comune” e delle centraline di produzione elettrica.
Oggi - come mai da molti anni - la montagna è al centro del dibattito politico, economico, ambientale. Ma chi
abita, vive, gestisce la montagna ha “voce”?
Viene ascoltata, consultata, accolta come elemento fondamentale al dibattito? Ma ancor prima: la montagna, la
sua gente, chi la amministra ha idee, progetti veri, capaci di uscire dalla conservazione dell’esistente nel timore
che il cambiamento sia peggiorativo? Parto dalla citazione di un saggio orientale: Osho. Raccontava di una
sedia. Nella vita lavorativa, famigliare, affettiva, sociale siamo tutti abituati a considerare gli altri come “sedie”.
Usciamo di casa al mattino e sistemiamo una sedia. Al nostro rientro la sedia è sempre lì, al suo posto. Questo
ci tranquillizza, ci rassicura.
Peccato che le persone non siano delle sedie, che si spostino, vadano avanti, mutino, scelgano.
Questo dovrebbe farci piacere invece se cambiano le condizioni di lavoro, se il nostro compagno fa una scelta
diversa, cammina, “si sposta” restiamo sconvolti. Avremmo voluto al mattino ritrovare tutto come avevamo
lasciato la sera. Osho concludeva con un “Ma vi piacerebbe far l’amore con una sedia?”. La risposta è scontata.
Eppure il cambiamento spaventa, ci irrigidisce. Questa premessa per raccontare che ho partecipato da
moderatore ad un dibattito sull’ampliamento dei Parchi. Apriti cielo: duecento in una sala a difendere le cose di
oggi, spaventati dal futuro. Cacciatori, residenti, villeggianti. Tutti, all’unisono, vogliono che tutto rimanga
come è. Ma il prima, l’oggi, è davvero così positivo? Arrivano i lupi? Uccidiamo i lupi. Arrivano migranti in
fuga dalle guerre, dalla povertà? Aiuto: sbarriamo le porte. Non è rimanendo ancorati all’oggi o rimpiangendo
il passato che la montagna e la sua gente può vincere la scommessa sul futuro. Non è forse meglio essere
protagonisti del cambiamento invece di subirlo con rabbia e impotenza? Ecco la scommessa, la provocazione:
arrivano i lupi? Sfruttiamone l’immagine, il richiamo che possono avere. Otteniamo tutele per il lavoro sui
pascoli, ma affrontiamo il tema con mente libera per decidere che tipo di “convivenza” possiamo immaginare,
utilizzare, gestire. Trasformiamo un problema in opportunità.
Ampliano i Parchi? Non difendiamo la desertificazione ma sfruttiamo l’opportunità per ottenere risorse fresche
da usare sul territorio, progettiamo, proponiamo prima che altri arrivino con soldi e idee a colonizzare le terre
alte per arricchire chi vive dabbasso. Immigrazione. Non siamo forse terra di emigranti? Quanti castelmagnesi.
Montanari cuneesi hanno portato ricchezza e benessere in terre lontane con il loro lavoro, con le loro
intelligenze, fatiche, genialità? E allora perché non aprire le porte, accogliere e ringraziare queste persone per
quanto porteranno alle terre alte?
Il dibattito è aperto. Sapendo che vivere con le sedie ferme, sempre al loro posto, non è possibile. E comunque
noioso. Tutti sappiamo che l’oggi non ci soddisfa. Credo valga la pena “sognare un altro sogno”.
Gianni Martini
An dounà - Offerte
Famiglia Mandrile Pierino, 20; Roberto Arneodo, 5; Margherita Donadio, 20; Corrado Nyffenegger, 40;
Giovanni Persico, 10; Candido Baldizzone, 50; Jolanda Demino e Figlia, 20 Ricordando la Famiglia Demaria
Valliera; Cattanei Raimondo, 30; Ornella Demaria, 10; Irolano Gaetano,30; Maria Grazia Martino, 20; Giorgio
Martino, 20; Roberto e Paola Dadone, 30; Pia Velato, 20; Renato Miglior, 30; Anna Viano, 15; Ferdinanda
Demino Tron, 50 In ricordo dei miei genitori; Antonio Martino, 30; Aldo Vietto, 15; Massimo Sangalli, 50;
Giovanni Isoardi, 50; Rita Viano, 50 In memoria della cara sorella Anna; Antonietta Martino, 30 In ricordo del
marito Lorenzo; Audano Claudia, 25 In ricordo di Mimmo Chitarra; Isabella e Aldo Razzino, 25; Martino Toya,
30; Celestina Arneodo, 20; Severino Arneodo, 20; Alvaro Bazzano, 20; Annamaria Arneodo, 10 Narbona
Demonte; Celestina Martino, 20 In memoria dei suoi cari; Manent Francis, 50; Lorenzo Pessione, 20; Elsa
Isoardi, 20; Elia Rustignoli, 20; Laura Massa, 30; Ilario Demichelis, 25; Angelo Rolando, 10; Giovanni Fossati,
25; Ruzza Donadio, 20; Mirella Cassone, 10; Renata e Caterina Dematteis, 50; Isoardi Caterina, 10.
La sottoscrizione è stata chiusa il 31 dicembre 2015
Invitiamo i lettori a segnalarci eventuali errori di trascrizione.
Vi chiediamo di scrivere sui bollettini Nome Cognome e indirizzo il più chiaro possibile,
per evitare errori di registrazione, di cui ci scusiamo in anticipo.
Il CentroOccitano di Cultura - Centre Ousuitan de Culturo "DETTO DALMASTRO” sostiene le sue attività e
pubblica "la Vous de Chastelmanh" grazie al contributo volontario dei castelmagnesi e di tutti coloro che
credono che la cultura alpina e quella Occitana si difendono solo con una partecipazione diretta.
Libro su “Manhet” (Magnet)
È in preparazione, da parte del Centro di Cultura di Castelmagno, un libro/quaderno su “Manhet” (Magnet),
personaggio veramente unico e caratteristico della nostra Valle. Molti l’hanno conosciuto ed apprezzato per la
sua simpatia e arguzia e sovente... fotografato. (E’ stato guida del piccolo museo del Colletto per 10 anni).
Rivolgiamo pertanto un invito a tutti coloro che sono in possesso di qualche sua foto o aneddoto da lui
raccontato, affinché gentilmente prendano contatti con Olga (della redazione) tel. 011 817 22 12 oppure
trasmettano foto e/o notizie via mail a: [email protected]. Il materiale verrà scannerizzato e poi restituito al
mittente.
Grazie di cuore per la collaborazione
LA VOUS DE CHASTELMANH - periodico di notizie comunali e culturali a distribuzione gratuita
Edito dal Centro Occitano di Cultura - Centre Ousuitan de Culturo "DETTO DALMASTRO”
Presidente onorario: Anna Bocca Dalmastro; Presidente: Giorgetto Amedeo;
Direttore Responsabile: Gianni (Gianluigi) Martini
Redazione: Angelo Artuffo, Ezio Donadio, Enzo Fina, Angelo Garnerone, Maurizio Giaminardi,
Gabriella Fichera, Olga Martino, Laura Massa;
Stampato dalla Tipolitoeuropa - Cuneo - Autorizzazione del Tribunale di Cuneo n. 261-6/5/1971;
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Magno 0171. 986178; Museo della vita di quassù 011-8172212 0171-986164; Museo del lavoro
0171-986370. Locali pubblici: Trattoria La Susta 0171.986242; Bar trattoria dei Cacciatori
0171.986112; Hotel ristorante "La Font" 0171.986370-3332552679; Osteria da Mary 0171.300407;
Regina delle Alpi 0171.986366; La Boutego Ousitano di Donadio 0171.986162.
Sottoscrizioni:
Conto Corrente Postale n. 14693121 intestato a Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro Castelmagno
Dal Comune
Cari Castelmagnesi,
l’anno volge al termine ed è giunto il momento di fare un consuntivo dell’attività dell’Amministrazione. È stata
un’annata complicata, con il susseguirsi di ben quattro segretari e un numero ancor maggiore di ragionieri: il
solo Fausto è sopravvissuto a questo turbillon con la consueta efficienza. Siamo comunque giunti in porto:
alcune opere sono state terminate, altre sono state avviate, molte sono ancora in attesa di definizione. Il
Bilancio, sia pure tardivamente, è stato approvato con un piccolo accantonamento attivo, segno di una sana
gestione dell’esercizio precedente. L’applicazione degli impegni elettorali prevedeva alcuni punti e vediamo in
quali modi sono stati affrontati: per il trasporto alunni è stato confermato l’aiuto degli anni precedenti, per
l’assistenza medica abbiamo rivolto un appello a tutti i Medici del Distretto senza ricevere neppure una
risposta, la strada di Colletto non è ancora stata sistemata in quanto il traffico pesante è destinato ad andare
avanti ancora per parecchio tempo e si dovrà provvedere ad un progetto di ampliamento delle curve prima di
provvedere al ripristino delle protezioni a valle. Il parcheggio di Chiappi è momentaneamente rinviato al
bilancio di previsione 2016, mentre l’ampliamento della pista di fondo ed il ripristino della ex militare del Colle
del mulo sono in fase di appaltatura. Siamo moderatamente soddisfatti dell’andamento delle cose, mentre siamo
entusiasti delle realizzazioni turistico culturali: non c’è stato evento, che sia concerto, mostra, proiezione o
commemorazione, che non abbia sortito una partecipazione entusiastica, segno che il Paese è maturo per un
turismo culturale di alto livello che andrà coltivato nel tempo. Attendiamo le vostre osservazioni ed i vostri
suggerimenti e, in questo frangente cogliamo l’occasione per formulare i migliori auguri di Buone Feste.
Piergiorgio Donadio Sindaco di Castelmagno
NOUS ESCRIVEN lettere a La Vous
Un saluto a due persone “Quasi Normali”
Mi riferisco al nuovo Sindaco Piergiorgio Donadio e al nuovo Direttore Gianni Martini, non vi posso
considerare eroici perché l'eroe è colui che per coraggio o follia, compie un unico atto memorabile, mentre le
persone “Quasi Normali” sono quelle che oltre ai propri problemi si fanno carico anche di quelli altrui e non per
un giorno ma per anni. Sapevo già dei risultati elettorali perché sono amico di un vostro Consigliere Comunale
e conosco anche le storture del sistema politico italiano che da una parte cerca di eliminare le piccole realtà
locali, dando poi la facoltà ai boiardi di una nota provincia autonoma (quella non si cancella) di riscrivere tutta
la toponomastica e i cartelli stradali mettendo al primo posto il nome tedesco e poi sotto (in piccolo) il nome
italiano, peccato che questa Provincia dove vi sono servizi inimmaginabili, come ha costatato anche il Vs.
Sindaco, per ogni 100 euro che paga di tasse ne riceve dallo Stato Italiano, circa 180 e non si parla di tagli come
per le Regioni e le Provincie “normali”.
Sapevo dell'esperienza di Valiera, di quella di Ostana, di Paraloup, ma resto abbastanza scettico, non conosco i
personaggi che hanno dato vita a questa realtà e alla scommessa di Campofei e quindi non mi permetto di
criticarli e anzi ammiro la loro lungimiranza, però vivo ai confini con Asti e con la Langa e conosco perfettamente la loro tenacia e il loro fiuto per gli affari, dove trovate altre persone che riescono a far vivere in un paese
come Barolo, grande di fama ma piccolo di dimensioni, un festival cui partecipano star di fama mondiale che
snobbano le più grandi città italiane.
Detto questo i soldi li hanno messi, trovati e rischiati loro e giustamente il profitto va a loro, quello che non
capisco è l'apparente assenza, in questo progetto, di Amministratori e Autorità locali, nonché degli abitanti,
visto che i due “pastorelli” sono andati a prenderli sino ad Asti, possibile che in tutta la vallata e in quelle vicine
non vi fosse nessuno disposto a tentare questa esperienza e se non vengono o non si sentono coinvolti gli
abitanti della valle l'esperienza di Valliera non è poi tanto dissimile dalle tante attività che vengono delocalizzate in cerca di materie prime, mercati e manodopera più appetibile.
Comunque voi due dovete tenere duro e fare squadra, ognuno nel proprio settore, ma entrambi per il bene di
Castelmagno e come diceva Nuto Revelli a proposito del Sindaco De Matteis, “cento ne pensa, due le sbaglia e
dieci le realizza”.
Giorgio Robutti
In Alta Valle Grana una serie di
progetti per la montagna di domani
Un fine settimana veramente interessante quello tra il
23 e il 25 ottobre, per coloro che guardano al futuro
della Valle Grana e a quello di Castelmagno in particolare. Sembra singolare che dal (e attorno al) comune
più alto della valle, quello che maggiormente ha subito gli effetti drammatici dello spopolamento, giungano
e si raccolgano una serie di proposte, innovative e
audaci, in direzione se non ancora di un “ritorno” vero
e proprio alla montagna, almeno di una decisa inversione di tendenza rispetto alla dispersione e allo svuotamento evocati icasticamente anche solo dal titolo di
un libro, “Il mondo dei vinti” di Nuto Revelli. Sembra
singolare ma non lo è. Come ha ricordato il sindaco
Piergiorgio Donadio è proprio Castelmagno a “essere
seduto su un tesoro, fatto di cultura, storia, tradizioni,
gastronomia” e, proprio a Castelmagno, prossimo al
collasso demografico (i residenti nel comune sono
passati dagli oltre 1.500 dell'inizio del Novecento alle
poche decine attuali), grazie a quelli che ha egli ha
definito “aiuti esterni” e che si potrebbero anche
chiamare “innesti”, le prospettive di una ripresa - che
nei dettagli non possiamo ancora immaginare - sembrano farsi concrete. Di più: la constatazione principale è che attorno a questo “malato” non immaginario si
raccolgano per rianimarlo molte forze vive della valle
(e da oltre la valle) nonché di alcune persone che, se
nella valle non vivono stabilmente, la frequentano da
molto tempo, offrendo idee ed energie in una sinergia
davvero virtuosa. Per questo si potrebbe dire che la
Valle Grana e Castelmagno vivono ben al di là dei
loro confini come è giusto che sia per un territorio che
nonostante mille difficoltà ha veramente molto da
“offrire”: il “tesoro” di cui sopra.
Credo che tutto ciò sia stato chiaro a chi ha partecipa-
to agli appuntamenti della manifestazione “Valle Grana: progetti in corso, didattica e ricerca” promossa
dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (che
sostiene il progetto vincitore del bando valorizzazione) e dal Comune di Castelmagno, nonché da alcuni
partner come la Società Niniqa, il Politecnico di Torino, la società Chan dar Fei, il Centro Occitano di
Cultura Detto Dalmastro.
Venerdì 23 presso lo Spazio incontri della Fondazione, dopo l'intervento del Sindaco di Castelmagno cui
abbiamo accennato e quello di Raffaella Simonetti di
Niniqa e Marinella Bianco di Acta Progetti, si sono
seguiti una serie di interventi e relazioni che avrebbero meritato la presenza di massa di politici e amministratori della Valle. Nella prima parte sono stati illustrati:
il progetto “Una casa per Narbona” (Flavio Menardi
Noguera e Angelo Artuffo): il polo museale di Campomolino con la ricostruzione fedele di una “casa”
della famosa frazione, il cui allestimento è in fase di
completamento, ha visto l'afflusso durante l'estate di
numerosissimi turisti e interessati;
l'iniziativa Expa dell'Ecomuseo Terra del Castelmagno
(Roberto Ribero): con una serie di eventi che hanno
preso il via a maggio e si concluderanno a dicembre è
stata valorizzata la cultura agricola e gastronomica
della valle con straordinario successo;
il progetto di recupero della borgata Campofei (Corrado Nyffenegger): la frazione abbandonata di Castelmagno è al centro di un “patto” tra produttori di due
eccellenze gastronomiche: il Barolo e il Castelmagno,
e grazie al grande entusiasmo dei promotori ha trovato
una sponda culturale fenomenale nell'Università di
Torino.
Quest'ultimo progetto è stato ampiamente illustrato
nella seconda parte del convegno dal prof. Daniele
Regis (coordinatore e docente di “Composizione architettonica e urbana) e da diversi suoi colleghi del Politecnico esperti in: Storia del territorio, Sociologia
ambientale, Valutazione economica dei progetti. Tecnologie dell’architettura). L'esperienza dell'Atelier di
Progettazione multidisciplinare per il territorio di
Castelmagno “Riabitare le Alpi” e “Costruire nel
costruito”, nel tempo ha coinvolto centinaia di studenti (oltre 800) portandoli a “lavorare” sul campo ed a
analizzare e studiare a fondo l'esistente (il “costruito”)
per poi lanciarsi, sotto la guida dei docenti, in una
serie di proposte (153 progettazioni e 13 tesi di laurea)
che - a quanto si è visto dalle slides proiettate durante
le relazioni e, soprattutto, dalle tavole esposte nei
giorni seguenti presso il Municipio di Campomolino fanno intravedere una rinascita della frazione che
coniugherebbe in modo esemplare il rispetto per la
cultura tradizionale con l'ideazione di nuove funzionalità e la sostenibilità ambientale. Come ha scritto il
prof. Regis: “Campofei è ormai una realtà con i suoi
workshops, i primi fabbricati recuperati, il prossimo
museo delle erbe officinali, la scuola del legno, i
campi catalogo, la produzione del Castelmagno d’alpeggio (nei pascoli storicamente vocati), i progetti per
la riattivazione delle piccola cava per le lose e per
una cremagliera per il trasporto di residenti, turisti e
prodotti al servizio di tutte le borgate: un altro segno
della possibile “resurrezione” dei luoghi dell’abbandono
nelle nostre magnifiche Alpi”.
Al termine la Società Chan dar Fei ha offerto ai partecipanti un simpatico aperitivo dove, ovviamente, non
è mancato il “Re dei formaggi”, il Castelmagno.
Il giorno dopo, sabato 24, ricollegandosi alla seconda
parte del convegno venerdì, si è inaugurata a Campomolino la mostra “Un'università per il territorio:
Ricerche Atelier e tesi di Laurea per l'Alta Valle Grana”. Contemporaneamente, nella sala consigliare, si
riunivano, presente il Sindaco Piergiorgio Donadio,
organizzatori e relatori del convegno e rappresentanti
di alcune associazioni, organizzazioni e gruppi di
ricerca della Valle Grana (Raffaella Simonetti, Marinella Bianco, Daniele Regis, Diego Deidda, Gian
Piero Dadone, Claudio Luciano, Roberto Ribero,
Angelo Artuffo, Elena Buonfrate, Elia Rustignoli e il
sottoscritto) per discutere un punto fondamentale del
progetto vincitore del bando valorizzazione: la realizzazione di un portale sul WEB, con un motore di
ricerca in grado di gestire elenchi, documenti, immagini e video. Raffaella Simonetti ha illustrato gli
obiettivi del portale che dovrebbe diventare uno strumento a disposizione di tutti i soggetti che lavorano
culturalmente (in senso allargato) sul territorio; mentre Marinella Bianco ha spiegato come risorsa centrale
e preziosa di questo portale sarà rappresentata dalla
digitalizzazione di parte dei materiali conservati negli
Archivi Storici dei Comuni di Castelmagno, Monterosso e Valgrana. E' seguito un intenso scambio di
idee e suggerimenti organizzativi.
Nella giornata - e nella domenica successiva - si sono
svolte alcune visite guidate al Museo “Una casa per
Narbona” e, al termine, il Centro di cultura Detto
Dalmastro ha offerto un aperitivo allietato dalla musica di un trio molto affiatato composto da Isabella
Puppo all'arpa, Alice Schellino all'organetto, Floriano
Brignone ai flauti e alle cornamuse.
In conclusione una tre giorni culturale davvero importante che si è trasformata in una buona occasione per
creare sinergie tra soggetti che lavorano con grande
entusiasmo e ottengono spesso risultati sorprendenti
su di un territorio speciale sotto ogni punto di vista,
storico, ambientale, culturale, ma all'interno del quale,
a volte non sono frequenti i momenti di collegamento,
di confronto e di collaborazione. A dispetto di tanti
problemi si può dire con una certa sicurezza che l'Alta
Valle si sta trasformando in una specie di grande “laboratorio” in cui cui prendono vita numerosi progetti
che, anche se non sempre supportati come quello
illustrato, vanno colmando la “tradizionale” lontananza delle istituzioni e l'assenza di una politica per la
montagna all'altezza dei tempi.
Flavio Menardi Noguera
ATTENTI AL LUPO o LUPO ALBERTO
“Attenti al lupo” non solo è il titolo di una bella canzone
di Lucio Dalla ma esprime anche un sentimento che attraversa le nostre Alpi. Lupo Alberto è un personaggio dei
fumetti simpatico e a volte sfortunato, che ci ha divertito e
fatto sognare da bambini. Da che parte stare? Esiste una
mediazione o soluzione? Proponiamo due interventi che
affrontano il "problema lupo" da punti di vista differenti.
BASTA LUPI, BASTA PARCHI
Una petizione “basta lupi, basta parchi” sta raccogliendo
centinaia di firme di montanari nelle valli, l’ha scritta Toni
Leinardi di Stroppo, dopo l’ennesimo attacco dei lupi per
lui fare l’allevatore “Non è più un lavoro è un terno al
lotto, quella che mi pareva essere una delle più belle professioni da poter svolgere nella vita si sta rivelando sempre
più un vero schifo e non la consiglierei più ad alcun giovane”. L’introduzione del lupo e il modo affaristico con cui
viene gestito è il paradigma della frattura epocale che si è
creata tra città e contado.
Vista dalla città, la politica montana vede la natura al
centro di ogni azione, per noi quassù al centro va collocato
l’uomo che la natura vive, sbrogliare questa matassa compete alla Politica e non ad altri.
Un esempio di approccio affaristico? E’ il progetto Wolfalps, dove parchi di tutto l’arco alpino per 6.1 milioni di €
si sono dati l’obiettivo di “…favorire e supportare il naturale processo di colonizzazione del lupo… in tutto l’ecosistema alpino, da Ovest ad Est”.
Singolare che Parchi, enti strumentali delle Regioni, occupino indisturbati spazi e ambiti che la democrazia fino a
ora aveva delegato alle istituzioni locali.
Ben inteso il mio plauso va alla loro bravura (primum
vivere) nell’arpionare fondi strutturali approfittando di
evidenti limiti e lacune della politica nella gestione del
bene comune.
Se enti strumentali come i Parchi prendono il sopravvento
nella pianificazione e gestione del territorio, esondando in
ambiti che non li riguardano affatto, è un evidente segnale
di come sia in atto lo sgretolamento dell’impianto istituzionale nelle Alte Terre.
Questo non avviene per caso, vuoi vedere che il montanaro
con la sua storica predisposizione alla eterodossia è d’intoppo a interessi esterni alle valli?
Che sul lupo la cosa stia scappando di mano qualcuno però
al Ministero dell’Ambiente se ne sta accorgendo e a Roma
si sta parlando per la prima volta di abbattimenti, stiamo a
vedere.
Alle istituzioni, cominciando da quelle locali, chiedo di
riprendere al più presto le redini di una questione che non
possono delegare ulteriormente ad altri, anche perché
storicamente i problemi non riguardano il solo allevamento
(leggetevi questo
http://www.nina.no/archive/nina/PppBasePdf/oppdragsmelding/731.pdf ).
Chiudo riportando l’ultima frase della petizione che ho
citata all’inizio “Montanari Riprendiamo in mano le redini!! Diciamo basta alla montagna vetrina ad uso cittadino
e turistico per promuovere una montagna realmente vissuta da gente che ci lavora. Riprendiamo in mano il nostro
presente, decida la comunità alpina il proprio avvenire
possibile!”
Mariano Allocco
segretario associazione Alte Terre
IL LUPO E NOI
Negli anni Settanta del secolo scorso la popolazione di
lupo in Italia era ridotta a 150-200 esemplari confinati
nelle aree più selvagge dell’Appennino centro-meridionale.
Per evitarne l’estinzione, la specie venne protetta e progressivamente iniziò a ricolonizzare territori da cui era
scomparsa da molto tempo.
Questo processo è stato fortemente favorito dalla profonda
trasformazione che nel frattempo ha investito la montagna
italiana. Le valli si sono spopolate, il bosco ha invaso
terreni un tempo occupati da pascoli e coltivi, politiche
venatorie dissennate, con immissioni continue di cinghiali,
caprioli, cervi, hanno fatto crescere a dismisura la presenza
di ungulati. Abbandono, rinselvatichimento, molte prede a
disposizione: la tavola per il lupo è stata apparecchiata.
Agli inizi degli anni Novanta il predatore ha fatto la sua
ricomparsa nelle Alpi. Non esiste una sola testimonianza
che – come qualcuno vorrebbe far intendere – l’animale sia
stato volutamente reintrodotto. Per contro sono innumerevoli le prove – basti pensare agli esemplari dotati di radiocollare seguiti nei loro spostamenti – a dimostrazione dei
continui passaggi tra Appennini e Alpi e dunque di un
ritorno assolutamente spontaneo.
L’arrivo del lupo nelle valli cuneesi e torinesi ha un impatto fortemente negativo sulla pastorizia. Non solo si è dovuto fare i conti con le predazioni, ma anche con una presenza che ha imposto al pastore di essere sempre al seguito dei
suoi animali e di dotarsi di mezzi di prevenzione.
C’è chi sostiene che la convivenza tra lupo e pastorizia sia
impossibile. Ciò non è vero, come dimostra il fatto che
negli Appennini, dove il lupo c’è sempre stato, la pastorizia
non è mai venuta meno. O come emerge dai dati sulla
consistenza dell’allevamento nelle nostre valli: dopo
vent’anni dal ritorno del lupo, i numeri grosso modo sono
sempre quelli. Oggi ci sono giovani pastori, nati all’epoca
in cui il lupo ha fatto la sua ricomparsa, che considerano la
sua presenza come una delle tante variabili, dalle condizioni climatiche alla difficoltà di procurarsi un alpeggio a
prezzi equi, che vanno a incidere sulla loro attività lavorativa.
Vero è che fatica e costi sono fortemente cresciuti, e che
questo aggravio è stato scaricato per lo più sugli allevatori
senza programmare sufficienti interventi di compensazione.
In definitiva: il lupo è tornato, con le sue gambe, e ha
creato un bel po’ di problemi, gravi ma non irrisolvibili. La
sua ricomparsa ha un ruolo determinante nel contenimento
delle popolazioni di ungulati selvatici ed è elemento emblematico della buona salute di un ambiente naturale, con
ricadute importanti sull’immagine di un territorio. C’è poi
un ulteriore aspetto da considerare, per nulla secondario: il
suo ritorno ci impone di riconsiderare il rapporto tra uomo
e ambiente, tra l’uomo e le altre specie presenti sul pianeta.
E a questo proposito il nodo centrale è quello del rispetto,
ce lo ricorda anche Papa Francesco nella sua recente enciclica.
Nanni Villani
responsabile gestione Parco Naturale Alpi Marittime
I lettori, che vogliono partecipare al dibattito,
segnalare avvistamenti o raccontare la propria esperienza,
possono farlo scrivendo o inviando un email alla redazione.
La Vous de Chastelmanh
Piazza dei Caduti 1 - Castelmagno (Cn)
email: [email protected]
NUOVA CENTRALINA
VALORE AGGIUNTO PER CASTELMAGNO
Oltre 5 milioni di investimento per un impianto che coniuga
tecnologia e rispetto ambientale, realizzato al tempo record di
un anno di lavoro, impiegando 40 operai ad una media di 15 e
“punte” anche di 24 ore al giorno. È la nuova centralina
idroelettrica, attivata la mattina di sabato 5 dicembre, dalla
società “Fies” di Dronero, nella struttura che ospita la turbina
in borgata Einaudi, a fianco del torrente Grana. Qui finisce
una condotta forzata che, dalla presa del pianoro di Chiappi,
scende per 4,6 km sotto la strada provinciale, tagliando i tornanti più tortuosi e alcuni terreni. Dopo un “salto” di 471
metri, l’acqua viene convogliata alla centrale: un megawatt di
potenza, per produrre fino a 7.500 megawatt/ora all’anno di
energia idroelettrica, pari al fabbisogno di 340 famiglie. “E
con un risparmio, in termini di riduzione delle emissioni, di
5.250 tonnellate di anidride carbonica rispetto a una centrale a
carbone - ha sottolineato l’ingegnere dronerese Alberto Bianco, amministratore delegato della Fies. Sarà garantito il flusso
minimo vitale al torrente Grana, da cui preleveremo 600 litri
di acqua al secondo ai massimi regimi (attualmente sono soltanto 50 litri). Ogni anno, inoltre, sarà ripopolato il fiume con
l’immissione di 400 kg di trote autoctone”. Sulle abitazioni di
borgata Einaudi acquistate dalla società, che le sta rimettendo
a nuovo, ha aggiunto: “Siamo in trattative con alcune aziende
produttrici di Castelmagno, interessate ad utilizzare le cantine
per trasformarle in celle di stagionatura”.
Assente il sindaco Piergiorgio Donadio, impegnato a Torino
per lavoro, gli onori di casa li ha fatti il vice Claudio Donadio,
ricordando i benefici per il Comune, firmatario con la ditta di
una convenzione che per vent’anni garantirà 70 mila euro
l’anno: 20 mila di introiti fissi, 50 mila per lavori a scelta che
saranno pagati dalla “Fies”, anche accumulabili per cantieri di
maggiore entità. “Entrate importanti per un piccolo paese che
ha un bilancio di 400 mila euro - ha detto il vicesindaco -.
Ottime le soluzioni applicate dall’impresa per mascherare la
centrale e le tubature: zero impatto ambientale”. Al taglio del
nastro anche l’ex sindaco, Maurizio Giaminardi, con cui si è
concretizzato il progetto 23 anni dopo le prime richieste
avanzate dalla Fies alla Provincia. “Oltre il 70% di energia in
Italia deriva dal carbon fossile - ha detto l’ex primo cittadino
-. O ci mettiamo in testa che le centrali idroelettriche sono
l’unico modo per ottenere energia pulita, o continueremo a
contribuire alla distruzione del pianeta”. Plausi al progetto
anche da parte del deputato Mino Taricco (“Queste iniziative
rimettono in moto l’economia locale e offrono un’importante
prospettiva per l’ente pubblico” e dal presidente dell’Unione
montana Valle Grana, Marco Marino: “Castelmagno ospita
una struttura che è un valore aggiunto per il Comune, ma
rappresenta anche esempio di integrazione pubblico-privato,
applicabile a tutto il territorio”.
Matteo Borgetto
“Il prezzo delle guerre”
Sabato 12 dicembre 2015, nel
salone del Municipio di Castelmagno, è stato presentato
il libro "Michelino Isoardi Il
prezzo delle guerre", secondo
volume di una serie di piccole monografie tratte da più di
quarant'anni di articoli pubblicati su la "La vous de Chastelmanh".
Il libro raccoglie un grande
lavoro ricerca che il castelmagnese Michele Isoardi (per tutti Michelino) aveva
fatto con una serie di articoli per “La Vous ”, più di
vent'anni or sono dal titolo “Il prezzo delle guerre, i
lutti e le sofferenze che le guerre avevano procurato
alla nostra gente”. Partendo dalle lettere, dalle memorie e dalle fotografie custodite in famiglia, la sua
“rievocazione” si era fatta corale, allargandosi alla
frazione di Chiappi e a tutta Castelmagno. Michelino
dunque ci regala la possibilità di capire, ripercorrendo
in modo non commemorativo ma con empatia ed
emozione vicende lontanissime, quale sia stato per
Castelmagno “il prezzo delle guerre”.
Alla presentazione de libro, curato da Flavio Menardi
Noguera e angelo Artuffo, erano presenti: la Moglie e
i figli di Michelino, numerosi amici e Castelmagnesi.
Castelmagno, il ritorno alle origini
Presentato a Cuneo il 28 novembre 2015, il libro “Castelmagno, il ritorno alle origini”, pubblicato dalle Edizioni
Zerotre, scritto da Alberto
Marcomini giornalista scrittore e reporter del gusto, illustrato dalle fotografie di Paolo Castigliani che dedica nel
suo lavoro di fotografo una
particolare attenzione al cibo
e a quello che lo circonda.
Il volume oltre raccontare alla storia e di come oggi si
produce il Castelmagno, presenta la Valle Grana e gli
alpeggi di Castelmagno. Il cuore del volume sono una
serie di ricette naturalmente a base di Castelmagno, in
gran parte proposte e realizzate da Giorgetto Amedeo
de "La Meiro Terre del Castelmagno". Un bel libro
fresco e moderno, per chi vuole avvicinarsi al nostro
territorio e alle sue offerte gastronomiche.
Il “Cammino di San Magno” esempio di impegno civico e testimone di inciviltà
7 dicembre 2015.
È una splendida giornata autunnale, il sole
rende ancora la temperatura gradevole e vista
la assenza di neve insieme a Chiara decidiamo di concederci una breve passeggiata lungo il percorso del “Cammino di San Magno”
che collega Campomolino al Santuario di
San Magno.
Il cielo è così limpido, come solo le più terse
giornate di autunno sanno esserlo, i colori
autunnali si sono ormai fusi nel caratteristico
colore bruno uniforme, tipico della montagna
che attende la neve per riposare, protetta dal
gelo invernale, fino alla rinascita primaverile.
La situazione è di quelle ideali per lasciar
correre i pensieri, che questo percorso rimanda al passato remoto e, per la mia recente
esperienza alla guida dell’amministrazione comunale, al passato più prossimo.
L’itinerario infatti si snoda in gran parte ripercorrendo la antica strada comunale che collegava Campomolino al santuario di
San Magno prima che fosse costruita, a ridosso della seconda guerra mondiale, la strada carrozzabile che oggi percorriamo con
le automobili. Inevitabile che il percorso ci rimandi ad un periodo non poi così lontano nel tempo ma separato da noi da un
abisso se si considera la distanza in termini di stile di vita. Suscita infatti stupore ed a volte incredulità in molti sapere che prima
del 1940 quello che oggi è il “Cammino di San Magno” era l’unico collegamento viario a disposizione dei tanti abitanti delle
nostre borgate. Fa riflettere, come fa riflettere che questa iniziativa sia frutto della passione, del senso della comunità e della
disponibilità ad impegnarsi per un bene comune di tanti volontari che hanno avuto l’idea e con le loro risorse l’hanno realizzata.
Il “Cammino di San Magno” consente, con una piacevole passeggiata, di raggiungere il Santuario senza percorrere la strada
provinciale, asfaltata e trafficata. Si attraversano le borgate di Nerone, Chiotti e Chiappi, costeggiando la Cappella di San
Bernardo da Mentone, la chiesa di Sant’Anna e quella di San Sebastiano. Per me è una di quelle tante piccole cose che possono
rendere il nostro territorio più apprezzato da visitatori e turisti e penso che su cose come queste si dovrebbe investire per non
dover sempre invidiare il fatidico Trentino.
E proprio mentre con la mia compagna Chiara stavamo plaudendo allo spirito di iniziativa dei tanti altri volontari che hanno
realizzato il Cammino, percorrendo il tratto di sentiero che sbuca sul pianoro detto delle “Bastie” ecco la sorpresa: un bel
mucchio di piastrelle rotte riversate dal margine della scarpata ad invadere il sentiero. In quel tratto, grazie anche all’ottima
collaborazione della FIES, società che ha realizzato la condotta della centrale idroelettrica Einaudi, la scarpata era da poco stata
ripulita e inerbita, si presentava ordinata e per disincentivare lo scarico di rifiuti sono anche stati posizionati grossi massi ai
margini del piazzale sovrastante. Tutto inutile.
Scaricare piastrelle rotte in giro, dopo aver rinnovato il bagno o la cucina, è già di per se un atto da cafoni, ignoranti e poveri di
spirito, ma farlo in modo così plateale, proprio nel bel mezzo di un sentiero che ha lo scopo di far conoscere il nostro Paese a
chi viene a passeggiare è ancora peggio. Quel gesto infatti è un segno di disprezzo verso tutti coloro che si dedicano a cercare di
rendere migliore il nostro mondo.
Sembra impossibile che gli uni e gli altri appartengano alla stessa razza umana eppure è così e anche se questa è una piccola
cosa in confronto ai tanti problemi e alle tante barbarie che affliggono il mondo, sono convinto che in queste piccole cose si
possono vedere le radici del male che affligge la nostra società, ossia l’incapacità di guardare al pianeta come alla nostra casa. I
vandali che hanno scaricato le piastrelle infatti non le avrebbero mai lasciate ammucchiate nel loro giardino, o nel loro salotto.
E allora, da orgoglioso cittadino Castelmagnese e da ex Sindaco, ai volontari che hanno realizzato il “Cammino di San Magno”
va tutta la mia stima e ammirazione mentre ai vandali delle piastrelle auguro di riconoscersi nel loro gesto e di ritrovare un
barlume di coscienza che gli faccia capire di aver sbagliato rendendoli esseri umani un pò migliori.
Maurizio Giaminardi
DA CIAPUI A CIABAL - DA CIABAL A CIAPUI
15 AGOSTO: UNA FESTA MUSICALE INSIEME
FESTA PATRONALE DI S. AMBROGIO 2015
Il giorno di ferragosto si è svolto dalle ore16 il consueto ritrovo
dei giovani, e non, con il famoso gruppo musicale dei LOU
DALFIN. È stato il quindicesimo appuntamento con i loro funs:
migliaia di persone che hanno ballato, perché la loro musica rock
folk è irresistibile, a 1700 m. sul sagrato del santuario dedicato a
S. Magno, protettore degli allevatori e dei contadini delle valli
cunesi. Molti i brani suonati, tra cui alcuni inediti che faranno
parte di un prossimo cd che uscirà in primavera. Grazie Sergio!
Gabriella Fichera
Anche quest'anno abbiamo reso onore al nostro Santo Patrono.
Per la Messa una graditissima sorpresa dell'ultima ora: una
nutrita rappresentanza del coro della Cevitou accompagnati dagli
strumenti musicali, ha dato un tono di solennità alla funzione ed
accompagnato le nostre preghiere. Li ringraziamo di cuore per
essersi uniti a noi facendo i salti mortali (si sono affrettati a salire
appena terminato di animare la messa a San Pietro Monterosso).
Il pranzo comunitario, cucinato e servito dall'Osteria da Marì, È
stato ottimo ed abbondante ed ha riunito in piazza molte persone
e personalità. Tutto sommato il tempo è stato ancora benevolo…
Qualche fontanella qua e là ha annacquato un pò il buon vino dei
commensali (nonostante ombrelloni e nylon). Ma è stato un
piccolo breve disagio.
Poi, a rallegrarci con la musica ci ha pensato un nutrito gruppo di
7 musicisti contattati da Sergio Berardo, molto bravi ed instancabili. La loro presenza è stata possibile grazie all'offerta dell'Osteria da Marì che poi loro stessi hanno detto di voler devolvere a
scopi benefici.
Per la prima volta non c'erano Debora e Matteo col loro ormai
tradizionale gioco dei tappi, "lo stappa e vinci" che è comunque
stato fatto ugualmente grazie all'opera preparatoria della mitica
Irene e alla collaborazione della Fernanda. Il ricavato è andato,
come sempre, a favore della luce della Madonnina. Non è mancato il generoso Bepou a fare da guida al Museo.
Il torneo al ping-pong "Memorial Graziano", si è svolto il martedì successivo richiamando a competere bambini, ragazzi, giovani
e non più giovani. E' stato molto impegnativo poiché il "tutti
contro tutti" adottato da Paolo l'organizzatore, ha tenuto impegnati i partecipanti fino alle otto di sera, ma si sono divertiti!
Continuiamo a mantenere vive queste tradizioni, che hanno
anche il merito di creare occasioni di aggregazione, di amicizia e
di comunione.
Olga Cardellino
19 AGOSTO: LA BAIA AL SANTUARIO
In occasione della famosa festa patronale, devoti come sempre,
alcuni volenterosi castelmagnesi e non hanno indossato i costumi
delle guardie e delle dame di S. Magno. Il sagrato ed il Santuario
in questa occasione ritornano ai loro antichi splendori con la
solenne processione delle 10,30 a cui hanno partecipato tutti i
gonfaloni comunali da Cuneo a Castelmagno con tutte le autorità
che li rappresentano, i corpi militari e le guardie forestali. Il tutto
accompagnato dalla banda musicale di Castelletto di Busca. A
precedere la processione il vescovo di Cuneo monsignor Giuseppe Cavallotto che per la prima volta dal 1957 ha rinnovato la
consacrazione della Provincia (rappresentata dal presidente
Federico Borgna) di fronte al quadro votivo dell’Assunzione di
Maria.
Pur cadendo di mercoledì un buon numero di fedeli e turisti era
presente per l occasione e non ha rinunciato alla tradizione di
pranzare sui prati e di bere del buon vino che a quell’altezza
diventa ottimo.
Gabriella Fichera
23 AGOSTO: FESTA DI VALLIERA
La borgata di Valliera con la collaborazione del Rifugio “La
Valliera“ ogni anno, all’incirca alla fine di agosto, ricorda il
restauro del tetto della bellissima e antica cappella di Santa
Margherita con una messa che quest’anno si è svolta alle ore 11.
Molti fedeli hanno gremito la cappella tanto che numerose persone assistevano alla S. Messa dal sagrato, nonostante il tempo
molto uggioso. La celebrazione è stata molto sentita dai presenti
grazie anche alla bravura del coro di Coumboscuro che ha creato
una magica atmosfera insieme alle candele accese come un
tempo.
E’ seguita polenta e salsiccia al rifugio affollato da molte persone
che sono state allietate dalle musiche e dai canti dei musicisti di
Coumboscuro.
Gabriella Fichera
UN SALUTO A RITA
Rita Viano, a novembre si è trasferita nel pensionato di San
Pietro di Monterosso, non è un abbandono definitivo ritornerà in primavera. Senza di lei la Chiesa dell'Assunta di
Campomolino quest'anno non ha il presepe, Rita oltre a
preparare il presepe e curare fiori e addobbi ogni Natale,
provvedeva anche di aprirla ogni domenica e nei giorni
festivi.
La Redazione augura buon anno a Rita, sicuri di rivederla
nella buona stagione.
CONCORSO PRIMALPE
Il 22 novembre alle ore 10 si è svolta a Cuneo al Centro Incontri
Provincia in C.so Dante la presentazione del nuovo L’To Almanach 2016 e la premiazione dei vincitori nei diversi settori. Il
Centro Occitano di Cultura come sempre è stato invitato per la
premiazione speciale nel settore cultura occitana. Poichè non
sono risultati scrittori occitani che non siano già stati premiati, la
scelta è caduta sul gruppo musicale Arbourasqui perché
quest’anno l’associazione si è anche rivolta alla musica.
Il gruppo composto da Mauro Giuletti e Roberto de Siena, polistrumentisti, ha vinto in passato il concorso nazionale FOLKONTEST ed ha partecipato al festival interceltico di
Lorient (Bretagna) ed altre importanti manifestazioni contando
su un’esperienza venticinquennale. Inoltre da anni collabora alla
colonna sonora della festa Primalpe. Gabriella Fichera che per
l’occasione ha rappresentato il Centro ha consegnato ai due
professionisti due cestini contenenti ciascuno prodotti di Castelmagno e della valle Grana. Ai due musicisti i nostri complimenti
ed auguri!
Gabriella Fichera
Ricordiamo ai lettori, che possono inviarci notizie su Castelmagno, scrivendo o inviando un email alla redazione.
Saremo lieti di pubblicarle.
La Vous de Chastelmanh
Piazza dei Caduti 1 - Castelmagno (Cn)
email: [email protected]
Soun neisù - Sono nati
Anno fortunato il 2015 a Castelmagno
chiude con due lieti eventi
Il 17 ottobre, per la gioia immensa della neo mamma
Elena Garnerone e del neo papà Silvio Tinaglia, è
nata a Cuneo, una bellissima bimba a cui è stato dato
il nome di Alissa.
Chiappi di Castelmagno vede così crescere la sua
popolazione residente, in quanto Elena e Silvio vivono
in paese e gestiscono il ristorante La Font.
Ai neo genitori e ai felicissimi nonni materni Carmen
e Beppe gli auguri più sinceri perchè Alissa cresca in
salute, forte e robusta come una roccia.
Si chiama Adelaide ed è nata l’11 Agosto 2015. La
nascita è avvenuta a Cuneo, ma già la sera successiva
(cioè il 12 Agosto) i coraggiosi genitori sono tornati al
Colletto col prezioso fagottino! I collettesi, non più
abituati a questi avvenimenti quassù, hanno provato
stupore e tanta tenerezza! I giovani genitori hanno
scelto di regalare alla loro piccola, l’aria buona e la
tranquillità di questa splendida frazione, nella quale
sperano di restare ancora...
Siamo molto lieti di ospitare su questo giornale della
comunità castelmagnese, una delle prime foto della
piccola e i sentimenti espressi dai suoi genitori che
trascriviamo qui di seguito:
"Condividiamo la
gioia della nascita di nostra figlia
Adelaide con
Gratitudine al
C o lletto , n id o
d'aquila, che ci
ha accolto e protetto, come un
grande "utero"
durante l'ultima fase della gravidanza ed ora, nei suoi
primi mesi di vita".
Maria Iole e Matteo
Nous an laisà - Ci hanno lasciato
Ultimo saluto a “Netina D’Lice” di Colletto
Ciao Mamma!
Il 25 settembre a Torino è mancata la nostra cara
mamma Anna Viano conosciuta come "Netina dei
Lice". Persona meravigliosa, piena di umanità e simpatia, sempre disponibile ad ascoltare e aiutare tutti.
Negli ultimi tempi a causa dei problemi di salute,
anche se non poteva più scendere nella piazzetta del
Colletto (abituale luogo d’incontri) era contenta di
ricevere visite di amici e parenti.
Netina è tornata a riposare nelle sue montagne che
tanto amava accanto al suo adorato papà Felice, alla
mamma Antonina e agli zii che ha sempre aiutato.
Cara mamma ti ringraziamo per tutto ciò che hai fatto
e per l'amore che ci hai donato. Siamo sicure che
continuerai ad amarci dal cielo così come sarà per noi.
Le tue figlie Antonella, Loredana, i tuoi adorati nipoti
Ilaria e Alessandro, tuo genero Lino e il nostro caro
amico Beppe.
Un altro grave lutto ha colpito la nostra comunità.
Lunedì 23 novembre è mancata a Torino Giuseppina
Marello in Martino, moglie del caro Bepou di Campofei. Giuseppina, appena sessantacinquenne, benché
non fosse nativa di Castelmagno, era considerata da
tutti “una di noi” avendo frequentato la nostra valle
per circa 40 anni. Persona molto discreta, semplice,
attenta alla vita della gente di quassù. Dotata di una
particolare memoria, serbava il ricordo di ogni persona conosciuta, con la loro personalità, caratteristiche,
parentele e storie di vita, meglio di noi che quassù
siamo nati. La ringraziamo per l’affetto che ha nutrito
per la nostra gente e per il suo esempio di mamma
generosa e cara compagna di viaggio del marito Bepou, nostro compaesano a cui tutti vogliamo bene!
La Vous, il Centro di Cultura, i Castelmagnesi tutti si
stringono attorno alle sua famiglie di Anna e Giuseppina e porgono loro le più sentite condoglianze.
Ricordiamo ai lettori, che possono inviarci le notizie
di nascite, il ricordo dei propri cari o altri eventi familiari, scrivendo o inviando un email alla redazione.
Saremo lieti di pubblicarle.
La Vous de Chastelmanh
Piazza dei Caduti 1 - Castelmagno (Cn)
email: [email protected]
FALCO CHIAFFREDO, COMUNISTA
Seconda e ultima puntata della storia, ricostruita da Gianpaolo Giordana, di Falco Chiaffredo un Castelmgnese che partecipo alla guerra di Spagna nel 1936.
Nel corso della convalescenza viene adibito a servizi ausiliari nella base di Albacete e, più tardi, anche in quella
di Quintanar de la Repubblica. Ad Albacete fa domanda di adesione al PCE (Partido Comunista de España).
La lunga convalescenza ed una laboriosa riabilitazione gli evitano altre dure battaglie in Aragon tra estate e
autunno del 1937, la sanguinosa ed inutile offensiva in Extremadura del febbraio 1938 e infine la durissima
esperienza dell’offensiva, dello sfondamento fascista in Aragon e delle Brigate Internazionali quasi circondate
nel settore di Caspe, tra marzo e aprile dello stesso anno.
Torna a combattere nella battaglia dell’Ebro (luglio - ottobre del 1938): il 30 settembre, mentre inizia la
rabbiosa controffensiva fascista, Falco viene ferito per la seconda volta in combattimento pro-babilmente lungo
i bassi ma scoscesi pendii della Serre Cavalls/Sierra Caballs. Ricoverato nella Clinica delle Brigate Internazionali di Mataró (Catalunya) é ancora degente il successivo 11 novembre, quand’erano già iniziati il ritiro e la
smobilitazione dei volontari delle Brigate Internazionali.
Il successivo 7 dicembre, dimesso dalla clinica, viene segnalato a Barcelona: il SIM (Servizio Informazioni
delle Brigate Internazionali), in considerazione delle incerte condizioni di salute (è debilitato anche per
un’incipiente brutta forma di TBC), gli restituisce i documenti e consente il suo ritorno in Francia perché possa
farsi adeguatamente curare.
Lasciata la Spagna nel momento della retirada repubblicana, all’inizio del febbraio 1939, addio cure! Falco
viene internato a San Cebriá de Rosselló/St.Cyprièn (Pyrénées Orientales); poi iniziano a soffiare venti di
guerra e nel 1940, ritenuto uno straniero indesiderabile, viene rinchiuso nel Campo di Gurs (Basses Pyrénées),
dove sosta a lungo nella Baracca-ospedale prima d’essere destinato a un duro Campo di punizione come quello
del Vernet d’Ariège. É in lista d’attesa per essere rimpatriato dalla Commissione d’Armistizio ma a sorpresa
sceglie d’essere trasferito al Nord, precettato dai tedeschi come muratore.
Il 18 dicembre del 1942 arriva però in condizioni di salute assolutamente precarie al Regio Consolato d’Italia a
Paris: proviene da Le Havre (Seine-Maritime), é privo di documenti e chiede solo di es- sere rimpatriato. Il 30
dicembre è al valico ferroviario di Bardonecchia, dov’é tratto in arresto e tradotto a Cuneo; nel gennaio del
1943 la commissione provinciale per il Confino di polizia decide di risparmiargli il con- fino a Ventotene e ne
autorizza il ricovero all’Ospedale Militare di Savigliano. Poco tempo tempo dopo ne viene autorizzato il ritorno
in famiglia, a Castelmagno, benché sotto una stretta sorveglianza. A dispetto della gravità delle condizioni di
salute, la burocrazia militare e fascista non s’arresta: il 9 febbraio e poi il 22 marzo lo raggiungono ben due
richiami alle armi cui in tutta evidenza non può ottemperare.
Nuovamente ricoverato all’Ospedale sanatoriale “Costanzo Carle” di Confreria (Cuneo), Chiaffredo Falco cessa
di vivere il 29 aprile del 1943.
Il congedo per gli obblighi militari mai assolti lo raggiungerà più avanti, quando il congedo definitivo lo aveva
già portato nel piccolo cimitero della frazione Coulet/Colletto della natia Castelmagno.
Fonti:
Archivio INSMLI - Milano (Fondo Archivio Aicvas)
Archivio Centrale dello Stato - Roma (Casellario Politico Centrale, busta 1935)
Archivio Centrale dello Stato - Roma (Confinati Politici, busta 390)
Archivio di Stato - Cuneo (Ruoli matricolari)
Archivo Nacional Militar de Avila (E), Armario núm. 005 - Legajo núm. 276 - Carpeta núm. 007
Archivio dello Stato Civile del Comune di Castelmagno
Archivo del PCE (Partido Comunista de España - Madrid): elenco di combattenti comunisti, redatto
nell’ottobre del 1938 dalla Sezione Quadri del PCE
Archives BDIC - Nanterre (MFM 880/37 3 880/44, Brigades Internationales. Fonds 545/ 3 e 545/ 3, 723)
Gianpaolo Giordana - maggio 2014
CONCLUSIONE EXPA 2015 AL FILATOIO DI CARAGLIO
La rassegna Expa 2015 si è conclusa l’8 dicembre al bellissimo Filatoio di Caraglio con una festa musicale pomeridiana
a cui hanno partecipato il gruppo Lou Dalfin, nato proprio a
Caraglio, e il Coro della Cevitou. La partecipazione del
gruppo di Sergio Berardo è stata un vero evento perché è la
prima volta che si esibisce nel comune dove si è costituito.
Ha aperto la manifestazione nel salone delle feste il presidente del Cda del Filatoio Aurelio Blesio che dopo aver parlato
degli eventi Expa 2015 ha presentato l’Associazione Amici del Filatoio che vuole diventare promotrice del patrimonio
naturale paesaggistico, culturale, agroalimentare e turistico di tutto il territorio. La stessa fondazione insieme
all’Ecomuseo ha realizzato il Calendario 2016 intitolato “LE MANI NEL TEMPO“ in cui sono raccolte le fotografie
scattate durante gli eventi Expa con visibilità non solo alla
struttura del Filatoio ma anche al territorio in cui è inserita e
ai prodotti tipici coltivati e prodotti in valle con un riguardo
verso le persone che lavorano a tale scopo.
A metà del concerto si è effettuata la premiazione del personaggio di valle che si è contraddistinto per la sua passione
nel territorio. La scelta è caduta su un giovane che da tempo
si impegna a Pradleves nella gestione della pista di pattinaggio e di squadre di calcio in alcuni comuni della vallata,
Samuele Magarò. Il premio, il calendario e due libri della
fondazione Filatoio, è stato consegnato dal Centro Occitano
di Cultura“Detto Dalmastro“ alla presenza del presidente
della Cevitou e della Associazione Cuma. Ma il premio è
stato cura anche della redazione de “Il Caragliese“ e
dell’Ecomuseo Terre di Castelmagno. A seguire una folla di
presenti intenti a ballare le danze occitane sulle note strumentali e vocali delle ballate dei ”trouvadur”.
Non è mancato il laboratorio chiamato SPAZIO CREATIVO
per i bambini i quali hanno avuto la collaborazione della
disegnatrice naturalistica Aimar Monica per disegnare e
colorare tanti soggetti.
Dopo l’esibizione di Sergio e il suo gruppo ecco il coro
Cevitou che con la sua polifonia ha conquistato l’attenzione
e l’ammirazione dei presenti. Nella serata l’apericena per
tutti realizzata dal ristorante “Il Portichetto“.
La mostra mercato degli allevatori, dei contadini e degli albergatori
In seno alla stessa struttura erano presenti pure sin dal mattino una mostra mercato delle aziende agricole con possibilità
di acquisto dei prodotti tipici, stands degli albergatori della valle e dei collaboratori, una mostra del progetto TRANSALP: un contest che ha coinvolto la valle Grana e la valle Stura in un’esperienza di trasformazione della secolare
transumanza in forma d’arte contemporanea. Molte persone hanno affollato il primo piano dove erano collocate queste
mostre.
Mostra fotografica di Renato Lombardo al Filatoio
Chi è interessato agli scatti fotografici rivolti alle particolari
orchidee presenti nel nostro territorio non poteva non emozionarsi di fronte a tanta bellezza di colori e forme: Il Fiore
degli Dei è stato il titolo di tale mostra perché in Nuova
Zelanda dove le orchidee abbondano sono considerate dalla
popolazione fiori degli dei che donano felicità. 44 Sono le
specie di orchidee presenti in Valle Grana: ne sono state
fotografate con maestria di colore nel vallone di Narbona, in
quello di Fauniera, nel vallone del Tiie (Pradleves), al pendio della Cialancia, alle alture di Montemale. Complimenti ai
fotografi!
Gabriella Fichera