Confindustria Gay: bonus del 50% per chi riporta le fabbriche in
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Confindustria Gay: bonus del 50% per chi riporta le fabbriche in
Estratto da pag. Sabato 07/06/2014 43 Direttore Responsabile Diffusione Testata Ferruccio de Bortoli 411.400 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Confindustria Gay: bonus del 50% per chi riporta le fabbriche in Italia DALLA NOSTRA INVIATA S.MARGHERTTA LIGURE - C'è un filo rosso che unisce senior e giovani di Confindustria. La ripresa passa da «un alleggerimento delle politiche di rigore e dal destinare risorse su infrastrutture e ricerca» dice da Padova il presidente Giorgio Squinzi. Oggi chiuderà il tradizionale convegno dei Giovani. Da Santa Margherita intanto il neo presidente Marco Gay segue a ruota: «Dopo anni di dibattito sterile su Maastricht vorremmo che l'Italia e l'Europa si impegnassero al raggiungimento di un altro 3%, quello degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo». Continuità anche sulle riforme. «In Italia sono necessarie e urgenti», attacca Squinzi. Gay le elenca: «La politica industriale, le riforme sul lavoro, i grandi cambiamenti sono possibili solo se il sistema istituzionale garantisce stabilità all'esecutivo e rapidità decisionale al Parlamento». In prima fila ascolta il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Quando è il suo turno assicura: «Per l'estate riforma del Senato. Poi la riforma elettorale». Con Squinzi, sulla corruzione, Gay insiste: «Chi corrompe esca dalla nostra associazione. Esca anche chi non accetta che il legittimo profitto sia indissolubilmente legato al territorio che lo genera». L'attacco è alla «delocalizzazione di quelle imprese che producono utili ma che vanno alla ricerca di manodopera sempre più sottopagata». Per incentivare il rientro propone «un vantaggio fiscale non inferiore al 50% totale del costo del lavoro per tre anni, per le assunzioni a tempo indeterminato figlie del rimpatrio di insediamenti produttivi. E una riduzione temporanea delle tasse sui profitti rimpatriati fino al 5%, se le aziende beneficiarie riportano in Italia la sede legale assumendo nuovi dipendenti», n messaggio è chiaro: «Non ci serve uno scudo fiscale, vogliamo uno scudo industriale». Francesca Basso S.Margherita Marco Gay © RIPRODUZIONE RISERVATA Confindustria Pag. 1