Y:\Cantieri\Rassegna stampa\Rassegna\2012\02-feb

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Y:\Cantieri\Rassegna stampa\Rassegna\2012\02-feb
Rassegna stampa
09/02/2012 : Notizie di oggi
AltaLex
Convenzione INPS-COPAGRI Marche per riscossione contributi
sindacali
Avvenire
In convento si fanno i «conti»
Bresciaoggi(Abbonati)
La partita non è chiusa
Corriere della Sera
Lite sulle pensioni, Atene tratta ancora
Ma Fornero apre a Camusso La tentazione dello scambio
Daily Yomiuri, The
DPJ should shelve new pension system plan
Govt needs to rethink long-term social security / Latest population
estimate shows integrated reforms needed to support 'super-gray'
society
Fatto Quotidiano, Il
PREVIDENZA PRIVATA, GLI AFFARISTI A CACCIA DEL TESORO DA
40 MILIARDI
Gazzetta del Sud
Emendamento bipartisan a favore degli "esodati"
Italia Oggi
Commercialisti, contributi più cari
Pensioni, si cambia registro
Quotidiano del
Nord.com
Decreto Milleproroghe, domani presidio unitario Cgil, Cisl e Uil, a
Piazza del Pantheon
Reuters UK
Fees, poor choices corroding pension pots - study
Riformista.it, Il
Grecia/ Non c'è accordo su riforme, nodo resta taglio pensioni
Sole 24 Ore, Il
Alla ricerca di un salvagente con termini meno rigidi
Atene tratta, oggi l'Eurogruppo
Detrazioni maggiori per chi ha più spese
Inarcassa studia il contributivo
NOTIZIE In breve
Pensioni, trattativa aperta
Tutti i chiarimenti sulla riforma Monti
Times, The
Pension fund gamble
Trustees emptied pension fund to gamble on property
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Rassegna stampa
AltaLex
Data: 09/02/2012
"Convenzione INPS-COPAGRI Marche per riscossione contributi sindacali"
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Convenzione INPS-COPAGRI Marche per riscossione contributi sindacali
INPS , circolare 07.02.2012 n° 18
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| inps | copagri | contributi sindacali | prestazioni pensionistiche |
pensioni |
INPS, Circolare 7 febbraio 2012, n. 18
Direzione
Direzione
Direzione
Direzione
Centrale Organizzazione
Centrale Pensioni
Centrale Bilanci e Servizi Fiscali
Centrale Sistemi Informativi e Tecnologici
Ai Dirigenti centrali e periferici
Ai Responsabili delle Agenzie
Ai Coordinatori generali, centrali e periferici dei Rami professionali
Al Coordinatore generale Medico legale e Dirigenti Medici
e, per conoscenza,
Al Presidente
Al Presidente e ai Componenti del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza
Al Presidente e ai Componenti del Collegio dei Sindaci
Al Magistrato della Corte dei Conti delegato all'esercizio del controllo
Ai Presidenti dei Comitati amministratori di fondi, gestioni e casse
Al Presidente della Commissione centrale per l'accertamento e la
riscossione dei contributi agricoli unificati
Ai Presidenti dei Comitati regionali
Ai Presidenti dei Comitati provinciali
OGGETTO: Convenzione fra l’INPS e la Confederazione
Produttori Agricoli delle Marche (COPAGRI MARCHE) per la
riscossione dei contributi sindacali sulle prestazioni pensionistiche
ai sensi della legge 11 agosto 1972, n. 485. Istruzioni contabili.
Variazioni al piano dei conti.
SOMMARIO: Si forniscono le istruzioni operative all’applicazione della
convenzione stipulata tra l’INPS e la COPAGRI MARCHE per la
riscossione dei contributi sindacali su pensioni.
In data 2 dicembre 2011 è stata sottoscritta una convenzione con la
Confederazione Produttori Agricoli delle Marche (COPAGRI
MARCHE), approvata con determinazione n. 400 del 21 settembre
2011, per la riscossione dei contributi sindacali su pensioni dovuti dagli
iscritti.
Si allega il testo della convenzione (all.1), di cui si illustrano di seguito
i punti salienti.
SOGGETTI CHE POSSONO RILASCIARELA DELEGA.
L’articolo 1 individua i pensionati aventi diritto ad avvalersi del
servizio. Per rispondere ad una esigenza di trasparenza riprende
letteralmente il contenuto dell’articolo 23 octies della legge 11/8/72, n.
485: hanno diritto, infatti, di versare i contributi sindacali mediante
trattenuta sulla pensione i titolari di pensione diretta, indiretta o di
reversibilità a carico dell’assicurazione generale obbligatoria dei
lavoratori dipendenti, delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e di
ogni altro fondo obbligatorio di previdenza, sostitutivo o integrativo di
detta assicurazione, gestito dall’INPS.
Resta quindi confermato che l’articolo 23 octies non può trovare
applicazione nei confronti dei titolari di pensione o assegno sociale, in
quanto la norma fa specifico riferimento alle pensioni derivanti da
assicurazione obbligatoria.
MODALITA’ DI RILASCIO DELLA DELEGA.
La delega deve essere rilasciata secondo il testo predisposto dall’Istituto
nel quale sono indicate la misura del contributo e le autorizzazioni
necessarie per la trattazione dei dati ai sensi del D.Lgs. 196/03. La
delega dovrà essere debitamente sottoscritta dal titolare della pensione e
controfirmata dal responsabile locale dellaCOPAGRI MARCHE.
A tal fine, è previsto che i nominativi dei rappresentanti e degli
incaricati della Confederazione abilitati alla firma e alla presentazione
delle deleghe all’INPS, siano comunicati in forma scritta alle Strutture
periferiche dell'Istituto, a cura della sede locale, ovvero degli uffici
centrali della COPAGRI MARCHE.
DECORRENZA DELLA DELEGA.
L’articolo 3 prevede che le deleghe, rilasciate da persone già titolari di
pensione, presentate alla Struttura territoriale dell’INPS che ha in carico
la pensione, e le revoche produrranno effetti dal primo giorno del terzo
mese successivo a quello della acquisizione.
Le deleghe, controfirmate dal responsabile o dall’incaricato, abilitato
mediante comunicazione all’INPS, devono essere accompagnate da un
elenco in duplice copia, una delle quali viene restituita dalla Sede
dell’INPS alla COPAGRI MARCHE, con timbro e firma per ricevuta.
Il suddetto elenco, unitamente a copia della delega, fa fede, in caso di
contestazione, dell’avvenuta presentazione.
DECORRENZA E VALIDITA’ DELLA REVOCA.
Resta confermato che, qualora il titolare della pensione abbia rilasciato
delega in favore di due o più Organizzazioni sindacali diverse, sarà
considerata produttiva di effetti, ai fini dell’effettuazione della
trattenuta, la prima delega pervenuta agli uffici dell’INPS, a meno che
la delega successiva sia accompagnata dalla revoca di quella
precedente: in questa ipotesi sarà considerata produttiva di effetti la
delega presentata successivamente.
E’ comunque escluso che il rilascio di una nuova delega costituisca
revoca implicita della precedente. Nel caso in cui l'INPS riceva
comunicazione direttamente dal pensionato della sua volontà di
revocare la delega per la trattenuta sindacale sulla pensione,la
Strutturaperiferica procederà all'acquisizione della revoca, che avrà
efficacia dal primo giorno del terzo mese successivo a quello in cui è
pervenuta alla Struttura stessa.
MISURA DEL CONTRIBUTO SINDACALE.
L’ammontare del contributo sindacale riportato nel testo di delega, è
stabilito nelle seguenti percentuali dell’importo lordo delle singole rate
di pensione compresa la tredicesima esclusi i trattamenti di famiglia
comunque denominati:
1) 0,50 % sugli importi compresi entro la misura del trattamento
minimo del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti;
2) 0,40 % sugli importi eccedenti quelli di cui al precedente punto1) e
non eccedenti il doppio della misura del trattamento minimo del FPLD;
3) 0,35 % sugli importi eccedenti il doppio della misura del trattamento
minimo del FPLD.
RAPPORTI FINANZIARI, SPESE E RIMESSE.
Sono regolati dagli articoli 5, 6, 7, 8 e 9 della convenzione ed i relativi
adempimenti sono previsti a livello centrale tra questa Direzione
Generale ela COPAGRI MARCHE.
In particolare, per quanto riguarda i costi individuati dall’Istituto per il
servizio di riscossione dei contributi sindacali si precisa che gli stessi
sono stati determinati sulla base delle risultanze della contabilità
analitica per l’esercizio 2009, ovverossia, per la convenzione di cui
trattasi e in relazione alle attività sotto indicate:
Nuova delega contestuale alla domanda di pensione telematica € 0,03
Nuova delega contestuale alla domanda di pensione cartacea
€ 0,36
Nuova delega su pensione esistente
€ 1,91
Revoca delega
€ 1,90
Variazione delega
€ 2,11
Gestione delega
€ 0,02
ESONERO DA RESPONSABILITA'.
Con l'articolo 10 della convenzione, la COPAGRI MARCHE, esonera
l'INPS da ogni e qualsiasi responsabilità derivante dai rapporti
intercorrenti tra il titolare della pensione assoggettata alla ritenuta
sindacale e la Organizzazione sindacale stessa: pertanto, nelle
controversie conseguenti alla contestazione sull'effettiva validità e
regolarità nel rilascio della delega, la COPAGRI MARCHE, si obbliga
a ristorare l'INPS stesso di ogni eventuale effetto negativo comunque
derivante da dette controversie.
CODICE INPS
Il codice INPS assegnato è H9.
ISTRUZIONI CONTABILI
Ai fini della rilevazione contabile delle trattenute per contributi
sindacali effettuate sulle pensioni per conto della COPAGRI MARCHE
sono istituiti i seguenti conti:
GPA 25/285 - per l’imputazione dei contributi sindacali trattenuti sulle
pensioni pagate nell’anno in corso;
GPA 27/285 - per l’imputazione dei contributi sindacali trattenuti sulle
pensioni pagate negli anni precedenti.
I rapporti finanziari con la suddetta Organizzazione Sindacale saranno
definiti, come già precisato, direttamente dalla Direzione generale.
Nell’allegato n.2 vengono riportati i conti sopra citati.
Il Direttore Generale
Nori
Allegati
(fonte: Inps.it - formator pdf)
Allegato N. 1
Allegato N. 2
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Avvenire
"In convento si fanno i «conti»"
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ECONOMIA
Data:
09/02/2012
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09-02-2012
In convento si fanno i «conti»
Previdenza & clero
di Vittorio Spinelli
L’ economato degli ordini e delle congregazioni religiose deve risolvere nel giro di pochi giorni il problema
della suora pensionata. Una questione tutta interna all’amministrazione delle strutture religiose, suscitata
però dall’Inps. L’Istituto – in omaggio alle disposizioni della manovra Monti – ha invitato 450mila
pensionati, che ricevono in contanti la rata mensile, a riscuoterla con accredito automatico, scegliendo tra
il conto corrente postale o bancario, oppure il libretto postale o la carta ricaricabile.
Al pagamento elettronico sono interessati non poche religiose (e religiosi) che ricevono un trattamento
pensionistico complessivamente superiore a mille euro. I locali uffici dell’Inps hanno indicato agli
interessati tempi di adeguamento molto ristretti, in modo da concludere questa operazione entro il
prossimo 6 marzo. Dal giorno seguente, e quindi già dalla rata di aprile 2012, non sono più consentiti i
pagamenti delle pensioni in contanti.
Tutti i membri degli ordini religiosi sono però vincolati da uno stretto voto di povertà (oltre alla obbedienza
e alla castità), così che qualsiasi somma che ad essi perviene a titolo personale, come è la pensione,
deve essere trasferita all’ordine di appartenenza secondo il diritto. Nella logica del buon economato, una
risposta efficace all’invito dell’Inps è quella di scegliere lo stesso conto corrente intestato alla struttura
religiosa, sul quale far confluire direttamente le pensioni mensili delle suore. La previdenza però non lo
consente. La pensione è una prestazione personale e deve essere liquidata solo al titolare, direttamente o
per delega. Di fatto però l’accredito automatico obbligatorio degli importi superiori a mille euro ha reso
inutile il sistema delle deleghe alla riscossione. Per conciliare quindi tutti i vincoli di questa operazione
(conto corrente esclusivamente personale, voto di povertà, normativa della congregazione di
appartenenza) appare inevitabile intestare, come dovuto, un nuovo conto corrente alla suora pensionata,
preferibilmente presso la stessa banca fiduciaria della congregazione quale persona giuridica. La
continuità già in essere del rapporto di clientela consente alla congregazione di concordare con la banca
che gli importi di pensione che perverranno mensilmente sul nuovo conto corrente siano
automaticamente e direttamente bonificati al conto della congregazione. Infatti, una volta accreditata la
pensione, l’Inps è indifferente a tutte le operazioni che possono movimentare il conto corrente della
suora, non avendo peraltro alcun titolo né ad averne conoscenza né ad operare interventi d’ufficio.
L’Istituto di credito, dal suo canto, ha motivi di convenienza sia ad ampliare la sua clientela con nuovi
conti correnti, particolarmente se non si tratta di una sola suora, sia a consolidare il rapporto clientelare
con la congregazione. E’ per questo che il mercato offre in questi giorni rapporti di conto corrente a costo
zero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Rassegna stampa
Bresciaoggi(Abbonati)
"La partita non è chiusa"
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Data: 09/02/2012
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PENSIONI E RIFORMA
La partita
non è chiusa
giovedì 09 febbraio 2012 LETTERE, pagina 45
Ha ragione l´on. Cesare Damiano, già ministro del lavoro, a sostenere che la partita sulle pensioni non è chiusa. Ha ragione Bersani a dire che la
riforma conteneva, e contiene tuttora, inutili asprezze, che nulla avevano e hanno a che vedere con l´equità.
Alcune asprezze, grazie ad emendamenti tenacemente voluti da parlamentari del PD, sono state in parte superate: l´attenuazione parziale dello
scalone per i lavoratori precoci; l´eliminazione della penalizzazione prevista per coloro che avendo i requisiti per il pensionamento anticipato (si
chiama così ora la pensione di anzianità) non raggiungono i 62 anni; maggiori garanzie per i cosiddetti "esodati", cioè quei lavoratori che, a seguito di
accordi sindacali e/o individuali, attraverso l´utilizzo degli ammortizzatori sociali o l´autorizzazione al versamento di contributi volontari, sarebbero
approdati alla pensione.
Non è ancora sufficiente, perché sfugge a quale concetto di equità sia riconducibile il fatto che i lavoratori precoci della scuola non debbano
rimanere nel vecchio regime almeno fino ad agosto 2012 e che ancora oltre 70.000 lavoratori esodati, in gran parte con un´età superiore ai 55 anni,
rischino di restare senza pensione e senza lavoro.
Bene sta facendo il PD a battersi in Parlamento perché questi due aspetti, in particolare, siano superati, espungendo dal nuovo sistema palesi
elementi di ingiustizia.
Sono convinto che queste contraddizioni si sarebbero potute evitare se alla riforma si fosse giunti con un percorso di concertazione con le parti
sociali, che non è un ferro vecchio. Sarà fondamentale per dare alla riforma la seconda gamba: quella delle tutele e garanzie per coloro che hanno da
poco iniziato o inizieranno il percorso lavorativo e le cui pensioni, in assenza di nuove normative, saranno irrisorie.
E sarà fondamentale, la concertazione, affinché la riforma del lavoro, su cui il confronto governo-parti sociali è nella fase iniziale, segni davvero il
superamento del dualismo del mercato del lavoro (e del suo enorme carico di precarietà), che è una delle principali cause della bassa competitività
italiana. Altro che art. 18, la cui eliminazione reintrodurrebbe, sotto altre forme, quel dualismo che tutti, ormai, reputano l´ostacolo da rimuovere.
La volontà, da entrambe le parti, di giungere ad un accordo è decisiva perché si imbocchi la strada giusta. Una questione così enorme non può
essere aggredita se è la fretta a fare da consigliera.
Paolo Pagani
DELLA SEGRETERIA PROVINCIALE PD
Rassegna stampa
Corriere della Sera
"Lite sulle pensioni, Atene tratta ancora"
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Data:
09/02/2012
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CORRIERE DELLA SERA - CORRIERE DELLA SERA
sezione: Primo Piano data: 09/02/2012 - pag: 6
Lite sulle pensioni, Atene tratta ancora
Piano per il salvataggio: tagli del 20% ai salari minimi, via 15 mila statali
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES Tagli del 20 per cento ai salari minimi, nuove privatizzazioni,
possibili riduzioni delle pensioni sociali, 15 mila licenziamenti nel settore pubblico e tagli salariali anche nel
settore privato. Tutto questo, ciò che era stato richiesto o imposto dalla Ue e dal Fondo monetario
internazionale, sarebbero ormai pronti ad accettare il governo greco e i partiti della sua maggioranza. Le
trattative sono finite ieri all'una di notte con questa dichiarazione del premier Lucas Papademos: «Siamo
d'accordo su tutti i punti tranne uno». Quell'unico punto in bianco è la questione delle pensioni. Stamani si
riprende a discutere. Una prima bozza incompleta di accordo fra i leader politici sarebbe stata comunque
siglata ieri e una lettera d'intenti sarebbe stata spedita da Atene a Christine Lagarde, direttrice generale
dell'Fmi, per confermare l'impegno a completare il piano di austerità. Mentre Angela Merkel intimava da
Berlino: «Ormai è tempo di concludere». Il condizionale è d'obbligo ma intanto la Ue decide di andare avanti
a ogni costo: i ministri finanziari dell'Eurozona sono stati convocati per questa sera alle 18 a Bruxelles per
una riunione straordinaria del loro vertice, l'Eurogruppo, che avrà come unico tema proprio la situazione
greca. All'incontro parteciperà anche Christine Lagarde. Una volta di più: ogni sviluppo è ancora possibile. Ma
l'Eurogruppo, sempre che arrivi la buona notizia da Atene, potrebbe dare il via libera al nuovo piano di aiuti
internazionali da 130 miliardi. In questo momento in Grecia i tagli in discussione ammontano a circa 3
miliardi, con i salari minimi che potrebbero calare fino a circa 586 euro mensili. Se ora partissero i 130
miliardi di aiuti, sarebbe evitata una bancarotta ormai imminente: il 20 marzo scadono 14,5 miliardi di titoli
pubblici greci, che oggi Atene non è in grado di rimborsare agli investitori, e il 15 febbraio una volta ricevuta
la conferma dei prestiti sarebbe l'ultimo termine tecnico-giuridico per accordarsi con le banche e scongiurare
il default, l'insolvenza. Nelle ultime ore la situazione si è talmente aggravata che Berlino, davanti al
trascinarsi dei negoziati di Atene, ha ventilato uno sdoppiamento in due tronconi dei 130 miliardi, così da
esercitare una maggior pressione sui partiti greci. Ieri mattina, i portavoce di Bruxelles avevano chiarito che
l'Eurogruppo non sarebbe stato convocato senza qualcosa di concreto sul tavolo. E se il suo presidente JeanClaude Juncker ha infine deciso di richiamare i ministri dalle 17 capitali dell'euro (non ci saranno Mario Monti
e Vittorio Grilli, impegnati nel viaggio ufficiale a Washington, li sostituirà Carlo Monticelli della Direzione
generale del Tesoro), è appunto perché sul tavolo qualcosa di concreto c'è. La bozza di accordo discussa con
il primo ministro Lucas Papademos da George Papandreou (partito socialista), George Karatzaferis (estrema
destra di Laos) e Antonis Samaras (centro-destra di Nuova democrazia) è composta da 43 pagine in inglese.
La trattativa si è arenata per ore anche perché Karatzaferis ha preteso di leggere il documento in greco. In
quelle pagine, vengono richieste misure definite dai partiti «molto più dure del previsto», misure che altri
governi in situazioni meno drammatiche, probabilmente, non avrebbero mai accettato. Luigi Offeddu
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Rassegna stampa
Corriere della Sera
"Ma Fornero apre a Camusso La tentazione dello scambio"
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Data:
09/02/2012
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CORRIERE DELLA SERA - CORRIERE DELLA SERA
sezione: Primo Piano data: 09/02/2012 - pag: 9
Ma Fornero apre a Camusso La tentazione dello
scambio
Alleggerimento sulle pensioni contro concessioni sui licenziamenti
ROMA Elsa Fornero e Susanna Camusso ancora non si intendono. Certo va un po' meglio dopo il duro scontro
all'indomani della riforma delle pensioni. E il lungo incontro di ieri mattina tra il ministro del Lavoro e il
segretario della Cgil testimonia della volontà di discutere. Ma, detto questo, le posizioni restano molto
distanti. Ancora sulle pensioni, perché Camusso non si rassegna a considerare chiusa la partita. E poi sulla
riforma del mercato del lavoro, perché, ancor prima di arrivare all'articolo 18, materia esplosiva, resta il
problema degli ammortizzatori sociali: cassa integrazione straordinaria e indennità di mobilità, sulle quali
Fornero vorrebbe intervenire in un modo che a Camusso non piace affatto. Ma, a dire il vero, su pensioni e
ammortizzatori le posizioni della leader della Cgil sono sostanzialmente le stesse dei segretari della Cisl e
della Uil. Sui licenziamenti poi, al di là delle aperture di Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil) sulle
modifiche all'articolo 18 aperture non condivise da Camusso sta emergendo un contrasto di non poco conto
fra le stesse Cisl e Uil con la Confindustria. E così, anche se ieri sindacati e associazioni imprenditoriali
(esclusi artigiani e commercianti) si sono incontrati e hanno avviato un tavolo permanente per cercare
convergenze sui diversi temi, si può già escludere che queste saranno trovate sull'articolo 18. Del resto,
anche da un punto di vista tattico, la Confindustria non ha alcuna convenienza a proporre insieme col
sindacato modifiche alla normativa sui licenziamenti che oltretutto giudica insufficienti, sapendo che il
governo è pronto a cambiamenti più radicali, sui quali potrebbe mettere anche il voto di fiducia. Pensioni e
articolo 18 restano dunque i due macigni sul «sentiero largo» verso l'accordo del quale ha parlato ieri
Fornero. E forse sono intrecciati fra loro, nel senso che potrebbero essere oggetto dello scambio finale: un
ammorbidimento della riforma (ma il ministro per ora è indisponibile) in cambio di una secca riduzione
dell'ambito di applicazione del diritto al reintegro sui licenziamenti. Ma andiamo con ordine. Oggi Camusso,
Bonanni, Angeletti e il segretario dell'Ugl, Giovanni Centrella, saranno insieme in piazza del Pantheon per il
presidio col quale i sindacati chiedono da settimane al Parlamento di modificare la riforma delle pensioni per
non lasciare decine di migliaia di lavoratori, almeno 60mila secondo le confederazioni, senza stipendio e
senza pensione in seguito alle ristrutturazioni industriali in corso. Questi lavoratori, chiedono i sindacati,
dovrebbero andare in pensione con le vecchie regole. E veniamo all'articolo 18. Cisl e Uil propongono di
togliere il diritto al reintegro per i soli licenziamenti per motivi economici, da definire nel dettaglio. La
reintegra dovrebbe restare oltre che per i licenziamenti discriminatori anche per quelli disciplinari (giusta
causa e giustificato motivo), che sono il vero punto delicato. La Confindustria invece vuole lasciarla
esclusivamente per quelli discriminatori (razza, religione, maternità, eccetera) mentre in tutti gli altri casi,
compresi quelli disciplinari, si potrebbe licenziare indennizzando il lavoratore. Per capire la differenza, che è
enorme, un tecnico della trattativa spiega: «Se in un palazzo la portineria viene soppressa, sono tutti
d'accordo che si può licenziare il portiere senza articolo 18. Se invece il portiere dorme e non sorveglia chi
entra, secondo le imprese si licenzia, si indennizza e via. Secondo i sindacati, invece, il portiere deve poter
ricorrere al giudice, il quale se ritiene che il licenziamento sia ingiusto, lo reintegra». Ora, i sindacati pensano
che a togliere di mezzo l'articolo 18 non si potrà arrivare e quindi che alle imprese converrebbe trovare
intanto un compromesso. La Confindustria è di altro avviso. Enrico Marro RIPRODUZIONE RISERVATA
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Daily Yomiuri, The
"DPJ should shelve new pension system plan"
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Data:
09/02/2012
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This is not the time for the government and the Democratic Party of Japan to charge ahead with the adoption of
the new pension system touted in the DPJ's 2009 House of Representatives election manifesto.
If the DPJ intends to proceed with talks on integrated reform of the social security and tax systems with opposition
parties, the party should declare it will shelve this pension plan.
The DPJ wants to establish a new premium-based earnings-related pension scheme, which integrates the existing
corporate employees pension, mutual aid pension and national pension plans. The envisaged system would draw on
taxpayers' money to provide a minimum guaranteed pension of 70,000 yen a month to elderly people eligible for
only a small pension benefit.
During an interpellation session in the lower house on Friday, New Komeito Secretary General Yoshihisa Inoue
ripped into Prime Minister Yoshihiko Noda over the planned pension system. "The fundamentals of the system
have yet to be presented in detail," Inoue said. Noda reiterated that the government plans to submit bills to
introduce the new pension system to the Diet next year, saying, "The government will promote discussions to
reach a national consensus."
===
Where will money come from?
The problem lies in where the money to finance this system would come from.
According to an unofficial DPJ estimate, introducing a minimum guaranteed pension would require an additional
25.6 trillion yen for fiscal 2075, when Japan's graying population is expected to peak, compared to a situation in
which the current basic pension system is maintained.
The Noda administration plans to raise the consumption tax rate to 10 percent as part of integrated reform of the
social security and tax systems. But the estimate showed bankrolling a minimum guaranteed pension would
require the consumption tax to be jacked up by another 7.1 percentage points.
Increasing the consumption tax rate to 10 percent has been anything but easy. Forging ahead with this new pension
system will only whip up more confusion. Allowing the new pension system to hamper integrated reform of the
social security and tax systems is like putting the cart before the horse.
Given the expected rapid increase in health and nursing care costs in the future, the likelihood that the new pension
system will become a reality is very low. Liberal Democratic Party President Sadakazu Tanigaki was quite right to
lash out at the DPJ for "insisting it can do something that's impossible to do."
===
Have courage to back down
Last summer, the government and the ruling parties effectively iced a plan to establish the DPJ's new pension
system, when they finalized an outline for integrated reform of the social security and tax systems under Kaoru
Yosano, then state minister in charge of economic and fiscal policy. Instead, they said they would reform the
existing pension system.
However, now Noda and DPJ executives have started clearly saying they will have bills on the new pension
system submitted to the Diet next year. Apparently with an eye on the next general election, the DPJ decided it
would be a bad idea to withdraw the new pension system, which was an eye-catching key policy in its manifesto.
However, now is precisely the time for the DPJ to find the courage to wave goodbye to its manifesto.
Carrying out integrated reform of the social security and tax systems is an important and urgent task. Drastic
reform of the pension system include integrating corporate employees pension and mutual aid pension plans;
shortening the minimum period of enrollment required to receive pension payments; and providing help to people
eligible for only very small benefits. These items mostly overlap with a pension reform plan put forward by the
LDP and Komeito when they were the ruling coalition. As such, we expect all parties to hold constructive
discussions on these issues.
In the 1990s, Sweden organized a task force comprising members of ruling and opposition parties and completely
overhauled its pension system despite a change of government during the process. Japan also has reached the point
where it must apply such wisdom and efforts to build consensus.
(From The Yomiuri Shimbun, Jan. 28, 2012)
(Jan. 29, 2012)
Rassegna stampa
Daily Yomiuri, The
"Govt needs to rethink long-term social security / Latest population estimate shows
integrated reforms needed to support 'super-gray' society"
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As people aged 65 or older are expected to
account for about 40 percent of the population in
2060, the government and both the ruling and
opposition parties are now under pressure to
rethink their long-term social security policies.
Japan will become a "super-gray" society in 2060,
according to an estimate released Monday by the
National Institute of Population and Social
Security Research, an organization operated by
the Health, Labor and Welfare Ministry. At the
same time, the population is also expected to
dramatically decline.
"The aging of the population will continue, and it
is unlikely that the birthrate will rapidly increase,"
Chief Cabinet Secretary Osamu Fujimura said at a
press conference held Monday.
"This means that the proportion of people bearing
the cost of the social security system will
decrease, making it necessary to carry out
integrated reform of the social security and tax
systems."
Azuma Koshiishi, secretary general of the
Democratic Party of Japan, suggested the
government needs to take the estimate seriously
and take further steps to deal with the graying
society and declining population. "The integrated
reform of the social security and tax systems
could be one of the measures to tackle the
problem, but we don't think it will solve
everything," he said at a press conference
Monday.
Data:
09/02/2012
Stampa
The estimated future population, based on the
2010 census, showed the composition of Japan's
population will be top-heavy in 2060 due to the
declining birthrate and aging population, thereby
distorting the nation's social structure.
One example is the balance between the elderly,
those aged 65 and older, and working-age citizens
between the ages of 15 and 64. Under the current
social security system, the latter supports the
former.
In 2010, one retiree was supported by 2.8
workers. However, in 2060, it is presumed there
will be just 1.3 workers per retiree. By contrast, in
1960, one retiree was supported by 11.2 workers.
This means in the span of 100 years, the number
of supporting workers per one retiree is expected
to decrease by 10.
The decrease in the working-age population will
have a big impact on the nation's social security
system as Japan's health care, pension and elderly
care systems are all dependent on insurance
premiums paid by working-age citizens.
The institute makes three types of estimates for
Members of the Social Security Council's population subcommittee
fertility and mortality rates: moderate, optimistic
speak at a meeting held Monday at the Health, Labor and Welfare
and pessimistic. According to the institute, in the
Ministry.
moderate estimate, the total fertility rate--the
average number of children a woman will have during her lifetime--will be 1.35 in 2060, a slight increase of 0.09
point from the previous estimate released in 2006. Due to the increase, a senior health ministry official said the
government has no need to review its short-term social security policies.
However, this modest increase in the total fertility rate is unlikely to affect current difficulties in pension
financing. Under the current system, pension benefits received by the elderly are paid for by premiums from
younger generations. As younger generations continue to shrink, so will pension premiums--meaning the
government will eventually be forced to reduce pension benefits. Should the government be unable to curb the
growing population imbalance between older and younger generations, it will be difficult to provide stable pension
benefits for the elderly.
Last month, the government and ruling parties compiled a draft for the integrated reform of the social security and
tax systems. The draft stipulates the consumption tax rate should be increased to 10 percent in October 2015, and
includes an outline for the social security system until 2025. However, the draft does not take into consideration
the estimated population composition until 2060.
Under the integrated reform, the government plans to increase the budget for improving the environment for
having and raising children, as well as promoting women's participation in society, by more than 1 trillion yen in
2015, about 700 billion yen of which will be covered by consumption tax. The measures include integrating
kindergartens and child day care centers.
The DPJ's estimate on drastic pension reform suggests the government needs to raise the consumption tax rate by a
maximum of 7.1 percentage points based on the premise that it would fully introduce a minimum guaranteed
pension system for elderly people in 2055.
However, this estimate should be revised as it does not reflect the institute's latest population estimate.
(Feb. 1, 2012)
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Fatto Quotidiano, Il
"PREVIDENZA PRIVATA, GLI AFFARISTI A CACCIA DEL TESORO DA 40 MILIARDI"
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PREVIDENZA PRIVATA, GLI AFFARISTI A CACCIA DEL TESORO DA 40 MILIARDI
Dura la vita dei gestori delle casse pensioni. Tra palazzi che passano di mano a prezzi stellari e
consulenze milionarie per i soliti noti, il mondo della previdenza privata torna al centro di
polemiche e sospetti. Sarà un’inchiesta della magistratura a valutare la correttezza dell’incredibile
affare di via della Stamperia a Roma, con la cassa degli psicologi (Enpap) che ha pagato 44
milioni un palazzo passato di mano per 26 milioni giusto il giorno prima. Da mesi però i vertici
degli enti previdenziali privati sono occupati ad arginare l’onda lunga di sospetti forse ancora più
insidiosi. IL FATTO è che attorno a queste istituzioni, sottoposte formalmente alla vigilanza del
governo, negli ultimi anni è proliferato un mondo di consulenti e intermediari. Una pletora di
professionisti a caccia di incarichi milionari. I conflitti di interesse sono all’ordine del giorno e
spesso la pista dei soldi porta dritto nei soliti paradisi fiscali, dal Lussemburgo alle isole del
Canale. La posta in palio è enorme. Le casse manovrano qualcosa come 40 miliardi di euro (tra
immobili e titoli) nell’interesse di quasi 2 milioni di medici, avvocati, ingegneri, architetti e molte
altre categorie ancora. Una simile torta moltiplica gli appetiti. Per vincere una lotteria milionaria
basta riuscire a deviare una piccola parte di quel gran fiume di soldi. Non è un caso allora che
all’Enpam, la cassa dei medici, sia in corso da mesi una battaglia a suon di carte bollate che
coinvolge Mangusta risk e Sri, due società di consulenza tra le più attive a fianco degli enti
previdenziali. Sarebbe troppo lungo anche solo accennare in questa sede alle questioni al centro
della disputa. Per capire come vanno le cose nel mondo fatato delle casse pensioni può però
essere illuminante un’altra vicenda che il Fatto Quotidiano ha potuto ricostruire. Si parte da
Lussemburgo. Ha sede qui la Ncp sicar, che sarebbe un fondo di fondi, cioè un veicolo che
raccoglie capitali per poi dirottarli in altri fondi d’investimento che a loro volta partecipano al
capitale di piccole aziende. Ncp è una realtà minuscola nel mare magnum della finanza globale.
Dispone di poco più di 100 milioni di euro e ha arruolato una mezza dozzina di clienti in Italia. Tra
questi troviamo fondazioni bancarie come quella di Alessandria e anche due casse: l’Enpam e
l’Inpgi, l’ente previdenziale dei giornalisti che ha puntato 22 milioni sul fondo lussemburghese. LA
SORPRESA, la prima, è che la società che gestisce Ncp risulta costituita (marzo 2007) da tre
finanziarie con base nel paradiso fiscale dell’Isola di Man e da un’altra di Madeira, rifugio off shore
in mezzo all’Atlantico. Il 25 per cento di Ncp è invece di proprietà del finanziere Romain Zaleski,
finito sull’orlo del crac un paio di anni fa. In sostanza non è dato sapere chi controlla davvero Ncp,
cioè l’ente che gestisce, tra l’altro, denaro versato da medici e giornalisti. Il particolare non è di
poco conto, se si pensa che sui conti di Ncp sono affluiti nel corso del 2010 oltre 2 milioni di euro
a titolo di management fee, cioè le commissioni versate come compenso per la gestione. A sua
volta, come risulta dal bilancio, la Ncp lussemburghese ha dirottato quei soldi verso non meglio
precisati beneficiari. Nebbia fitta, insomma, anche se, a ben guardare, in Italia si scopre una
traccia interessante. A Milano infatti c’è una Ncp srl, che sta per Network capital partners. Tra i
soci troviamo ancora Zaleski e tre manager. Sono Carlo Baravalle, Marco Lippi e Marco Taricco.
Proprio Baravalle sarebbe il gestore del fondo. E ’ lui che tiene i rapporti con fondazioni e casse
Data: 09/02/2012
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previdenziali. Almeno uno dei suoi soci però gioca almeno due ruoli in commedia. Taricco infatti è
uno dei principali dirigenti in Italia della banca d’affari americana Jp Morgan Chase, uno dei
colossi che dominano la finanza internazionale. Si può dire che Jp Morgan fa affari praticamente
con tutte le istituzioni finanziarie del nostro Paese. Taricco, in qualità di manager della banca Usa,
negli anni scorsi ha avuto rapporti con la Fondazione Cassa di Alessandria. Allo stesso tempo,
però, il medesimo Taricco ha personalmente promosso un fondo finanziato dalla fondazione
piemontese. Per finire va segnalato che fino al 2009 tra i soci della Ncp italiana compariva anche il
commercialista Daniele Pittatore, il quale sostiene di non aver mai avuto niente a che fare con il
fondo. Suo padre Gianfranco, però, scomparso ad agosto del 2009, era il presidente della
Fondazione Cassa di Alessandria che ha investito in Ncp sicar. Quella di Lussemburgo. Con i soci
off shore.
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Gazzetta del Sud
"Emendamento bipartisan a favore degli "esodati""
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> Attualità (09/02/2012)
Emendamento bipartisan a favore degli "esodati"
Giovanna Mandelli
ROMA
Salvare i lavoratori «esodati», quelli cioè che hanno accettato di uscire dalle proprie aziende pensando di poter andare
in pensione nel giro di qualche mese e che dopo la riforma si ritrovano senza lavoro e senza pensione. È quello che
chiedono Pd e Pdl che hanno presentato un emendamento comune al decreto «milleproroghe», al voto nelle
commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato. Si sta cercando una copertura per salvare gli esodati. Già alla
Camera era stato approvato in modo bipartisan un articolo che prevedeva che le nuove regole previdenziali non
valessero per gli «esodati» usciti dalle proprie aziende entro lo scorso dicembre. L'emendamento presentato da
Maurizio Castro e Giorgio Roilo, capigruppo del Pdl e del Pd in commissione Lavoro, amplia la platea, a tutti quei
lavoratori che hanno pattuito l'uscita dall'azienda entro dicembre, anche se poi lasceranno il lavoro nei prossimi mesi.
Si tratta, hanno detto Castro e Roilo, di lavoratori di fatto «costretti ad accettare i cosiddetti "scivoli"» e che ora
«potrebbero ritrovarsi in una situazione drammatica, senza più lavoro e ancora senza pensione, esposti a grave
precarietà».
La platea è ampia, e va dai lavoratori Fiat di Termini Imerese a quelli delle Poste, parlando per una miriade di piccole
imprese: decine di migliaia di persone. Ma non si sa esattamente quanti sono il che rende difficile identificare la
copertura finanziaria su cui sta lavorando la Ragioneria generale dello Stato. Stamani un presidio di Cgil, Cisl e Uil al
Pantheon ricorderà a senatori e governo il problema.
Si è poi aperta una vecchia «querelle» tra mobilifici della Brianza e quelli della Toscana.
Montecitorio ha approvato all'unanimità lo spostamento dal 2006 al 2016 dell'applicazione della proprietà intellettuale
sul design storico divenuto di pubblico dominio, come chiedono i produttori di mobili della Val d'Elsa e della Valdarno
che chiedono alcuni anni per riconvertire le loro produzioni industriali. Contro la proroga i mobilifici della Brianza e
anche Confindustria. Domani le commissioni voteranno il decreto che è atteso in aula martedì.
Data: 09/02/2012
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Italia Oggi
"Commercialisti, contributi più cari"
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Data:
09/02/2012
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ItaliaOggi
sezione: Diritto e Fisco data: 09/02/2012 - pag: 23
autore: Pagina a cura di Ignazio Marino
Dai ministeri l'ok definitivo alle delibere dell'ente di previdenza. Anedda: una riforma per i
giovani
Commercialisti, contributi più cari
Sui redditi si pagherà fino al 12%. Ne guadagnerà la pensione
Contributi previdenziali più cari per i commercialisti ma destinati a fruttare di più ai fini pensionistici. I
ministeri vigilanti (lavoro ed economia) hanno dato ieri il via libera definitivo alla mini riforma proposta dalla
Cassa di previdenza di categoria che prevede l'innalzamento dal primo gennaio 2012 dell'aliquota soggettiva
sui redditi dal 10 al 12% in tre anni. Tale incremento garantirà agli iscritti importi percentualmente superiori
alla contribuzione effettivamente versata: si paga il 12% ma sul montante individuale viene accredito
l'equivalente del 15% (si veda tabella in pagina). Tale premialità, nel rispetto del principio di equità
intergenerazionale, sarà collegata e crescente al crescere del numero di anni che l'iscritto vanta nel sistema
contributivo. Si completa così un faticoso percorso di autoriforma iniziato con l'approvazione da parte
dell'assemblea dei delegati dell'apposita delibera il 24 maggio 2011. Dopo un lungo silenzio da parte dei
ministeri vigilanti, infatti, il 10 gennaio 2012 è arrivata la conferma al contributo integrativo al 4% (a carico
del cliente) sine die. Mentre ieri è arrivato l'ok anche al meccanismo che premia chi verserà di più. E che apre
le porte ad un meccanismo virtuoso per il quale più si versa e più migliorerà in fondo alla carriera il
trattamento pensionistico. Le misure. Quattro i principali punti delle delibere approvate dai ministeri vigilanti.
Il primo: il riconoscimento sine die del contributo integrativo al 4% (già confermato il 10 gennaio scorso
«nelle more della emanazione del Decreto Interministeriale di approvazione»). Il secondo: l'aumento
dell'aliquota di contributo soggettivo: l'11% per gli anni 2012 e 2013 e 12% dal 2014; scompare di
conseguenza il tetto massimo dell'aliquota al 17%. Il terzo: il riconoscimento di un trattamento
proporzionalmente superiore a quello calcolato sulla base del solo contributo soggettivo versato, in misura
crescente al crescere della aliquota di versamento prescelta e in funzione dell'anzianità maturata con il
metodo di calcolo contributivo, attraverso l'utilizzo di una aliquota «di computo» superiore a quella «di
finanziamento». Il quarto: la rateizzazione delle eccedenze contributive per chi non ha versato quanto
dovuto. Il pacchetto di misure, sottolinea una nota della Cnpadc, è concepito per generare maggiori entrate
che, nel sistema contributivo di riferimento della Cassa, andranno a finanziare migliori trattamenti
pensionistici A specifica salvaguardia delle fasce categoriali più deboli, la premialità viene riconosciuta anche
nel caso di versamento del solo contributo fisso minimo, il cui importo non è stato aumentatoIl commento.
«È giunto a conclusione un impegnativo percorso che permette alla Cassa di vedere garantita, con sempre
maggior fiducia, oltre alla sostenibilità del sistema, anche la maggior adeguatezza delle prestazioni
previdenziali che andrà ad erogare», dichiara a caldo il presidende dell'ente Walter Anedda. Che aggiunge:
«Gli interventi approvati concorreranno a migliorare i trattamenti previdenziali per le generazioni più giovani
che, oltretutto, potranno anche contare su ulteriori misure quali quelle legate alla c.d. Legge Lo Presti. La
manovra garantisce le fasce categoriali più deboli e tende a promuove una maggiore coscienza previdenziale
del professionista poiché il meccanismo di premialità è proporzionale al crescere dell'aliquota di contribuzione
soggettiva utilizzata».
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Italia Oggi
"Pensioni, si cambia registro"
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Data:
09/02/2012
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ItaliaOggi
sezione: Tributaristi - Ancot data: 09/02/2012 - pag: 38
autore:
Primo grande successo dell'Ancot sulla tutela previdenziale dei tributaristi
Pensioni, si cambia registro
Tutti i contributi versati utili per la totalizzazione
Un primo importante passo in avanti per la tutela previdenziale di coloro che versano i contributi alla gestione
separata dell'Inps. Un risultato che è stato ottenuto grazie alla tenacia dell'Ancot Associazione nazionale
consulenti tributari che insieme al Colap e ai Radicali Italiani, da tempo, porta avanti la battaglia per i
cosiddetti «Contributi Silenti». Con la Manovra di Monti è cambiata la pensione dei professionisti senza Albo
nella Gestione Separata Inps anche se resta sempre il problema dei Contributi Silenti. «Con la “Legge di
Natale” la n. 214 del 22/12/2011, con decorrenza 1/1/2012», spiega il presidente dell'Ancot Associazione
nazionale consulenti tributari Arvedo Marinelli, «tutti i periodi assicurativi, quindi anche quelli inferiori i tre
anni, saranno validi per la totalizzazione dei periodi assicurativi «ai fini delle pensione di vecchiaia e di
anzianità di cui all'art. 1 comma 1 della Legge 02/02/2006 n. 42». Ma cosa comporta questa novità?«Gli
iscritti a due o più forme di assicurazione obbligatoria per invalidità, vecchiaia e superstiti, nonché alle forme
pensionistiche obbligatorie, tra cui anche la Gestione Separate Inps, possono cumulare tutti i periodi
assicurativi non coincidenti, al fine del conseguimento di un'unica pensione, senza nessuna perdita. In altre
parole la «totalizzazione» consente di riunire «gratuitamente» i contributi versati presso gestioni previdenziali
diverse che, da soli, non darebbero diritto alla pensione. «Una volta totalizzati» i vari periodi, ciascuna
gestione paga la pensione a sua carico. È quindi una buona notizia nella batosta pensionistica della «Manovra
di Natale». Un'ingiustizia eliminata dal Governo Monti grazie anche all'innalzamento dell'età pensionabile e
quindi non certo un regalo!». La Riforma invece non ha toccato l'Istituto della «Ricongiunzione» che come la
totalizzazione risulta utile a coloro che sempre più frequentemente hanno carriere lavorative discontinue e
con versamenti contributivi in più gestioni. La ricongiunzione è divenuta più interessante per la sempre più
frequente mobilità dei lavoratori dal settore privato a quello pubblico e viceversa e per la coesistenza di
periodi di lavoro dipendente con attività di lavoro autonomo o professionale». È auspicabile quindi che il
legislatore ponga rimedio a questa situazione che potrebbe permettere a tanti lavoratori autonomi, molti dei
quali in questa delicata fase congiunturale sono socialmente deboli, a veder tutelati i propri diritti e per certi
versi anche la propria dignità. Infatti anche con la «Manovra di Natale» «non si è eliminato», ha aggiunto
Marinelli, «ancora il problema dei ContributiSilenti ovvero di quei contributi versati dagli obbligati alla
Gestione Separata Inps che non maturano un pensione e che, pure essendo ora totalizzabili, restano non
ricongiungibili. I più giovani e più deboli sul mercato del lavoro, costretti a contratti co.co.co o ad aprire la
partita Iva per lavori stagionali o a intermittenza, non possono essere puniti anche in vecchiaia non
riconoscendo loro contributi molto elevati versati a spezzoni». «Per questi contributi bisogna trovare una
soluzione che metta fine a questa grande ingiustizia! Essendo il metodo di calcolo della pensione
contributivo, bisogna considerare validi tutti i contributi versati senza nessuna perdita, sia ai fini della
totalizzazione come già fatto, sia ai fini della ricongiunzione».
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Quotidiano del Nord.com
"Decreto Milleproroghe, domani presidio unitario Cgil, Cisl e Uil, a Piazza del Pantheon"
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Data: 09/02/2012
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Decreto Milleproroghe, domani presidio unitario Cgil, Cisl e Uil, a Piazza del Pantheon
MERCOLEDÌ 08 FEBBRAIO 2012 18:10 Notizie - Economia
(Sesto Potere) - Roma - 8 febbraio 2012 - Cgil, Cisl e Uil promuovono per il 9
febbraio dalle ore 15:00 a Piazza del Pantheon un presidio unitario, al quale parteciperanno i
Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti,
per chiedere modifiche al decreto Milleproroghe sulle misure di carattere previdenziale.
Il testo di tale decreto approvato alla Camera, infatti, non risolve i problemi che, tutti i
lavoratori e le lavoratrici che hanno perso il lavoro (o perchè coinvolti da crisi aziendali o per
altre fattispecie), si trovano ad affrontare a seguito dell'innalzamento repentino dei requisiti
di accesso al pensionamento.
Questi lavoratori e lavoratrici non possono essere costretti ad affrontare periodi senza lavoro,
senza più ammortizzatori sociali e senza pensione. Per questo vanno garantite le risorse
necessarie alla copertura di questa irrinunciabile esigenza.
Inoltre vanno esclusi dalle penalizzazioni in caso di pensione anticipata ad età inferiori ai 62
anni anche i periodi di maternità facoltativa, di congedi per assistenza ai disabili, di cassa
integrazione straordinaria, di mobilità e quelli relativi al riscatto della laurea e al riscatto della
contribuzione omessa. Cgil, Cisl e Uil chiedono anche di eliminare l'aggancio all'aumento
dell'aspettativa di vita del requisito contributivo ai fini dell'accesso al pensionamento
anticipato.
Per quanto concerne il problema delle pensioni del comparto scuola e AFAM, dove vige una
specifica normativa, deve essere prevista l'opportunità di far slittare al 31 agosto del 2012 il
termine per acquisire i requisiti per l'accesso alle pensioni con le norme previgenti la nuova
normativa.
Cgil, Cisl e Uil, infine, continueranno a porre al Governo e al Parlamento la necessità di
restituire un carattere di gradualità nell'accesso al pensionamento senza il quale l'impatto
sulle condizioni di vita e di lavoro delle persone, nonché sull'occupazione dei giovani, risulta
particolarmente pesante
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Reuters UK
"Fees, poor choices corroding pension pots - study"
Data: 09/02/2012
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Fees, poor choices corroding pension pots - study
12:03am GMT
By Anjuli Davies
LONDON (Reuters) - Failure to shop around for pension and annuity deals will deprive some Britons of up to a quarter of the income they
could have secured in retirement, forcing them to work longer, a report released on Thursday shows.
With some major pension providers offering fees of just 0.3 percent, employers who capitalise on those rates instead of typical fees of 1.5
percent could boost a saver's retirement income by 17 percent, a report for the National Association of Pension Funds (NAPF) by the Pensions
Policy Institute (PPI) finds.
Added to this, the failure of around a third of people to "shop around" for the best annuity, could be reducing income from a pension by 12
percent, resulting in a two-year extension to working life.
"Getting a good deal on charges and annuities can mean the difference between enjoying retirement and spending years more at the desk,"
said Joanne Segars, NAPF Chief Executive.
The report looked at how decisions made by savers could affect the pension of a median earning male who has a salary of 20,000 pounds per
year at the age of 25 and is due to retire in 2055 at the age of 68.
There are seven factors altogether that could triple an average earner's annual retirement income to 7,710 pounds (in 2011 earnings terms)
from 2,200 pounds, the report said.
Opting into a pension from the age of 30 instead of 40 could add 990 pounds a year extra, while paying 1 percent more in employee pension
contributions would add 780 pounds when coupled with a 1 percent increase in employer contributions.
The full report can be downloaded from the PPI's website at www.pensionspolicyinstitute.org.uk from 0800 GMT on Thursday February 9.
TOXIC SYSTEM
The NAPF recently warned that the "toxic" UK annuity market is costing half a million retirees each year as much as 1 billion pounds in future
pension income.
Savers are not able to shop around for the best deal because one in four had a pension pot of less than 50,000 pounds, and most annuity
advisers would not find it profitable to advise on pots of this size.
This effectively shuts savers out of the "Open Market Option" (OMO) where they can find the best products and rates, the organisation warned.
The Association of British Insurers is currently undertaking work on encouraging shopping around through the OMO.
The NAPF represents 1,200 pension schemes in the UK, with 15 million members and assets of around 800 billion pounds.
(Reporting By Anjuli Davies; Editing by Will Waterman)
Rassegna stampa
Riformista.it, Il
"Grecia/ Non c'è accordo su riforme, nodo resta taglio pensioni"
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Data: 09/02/2012
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TMnews
Grecia/ Non c'è accordo su riforme, nodo resta taglio pensioni
E OGGI CONVOCATO L'EUROGRUPPO A BRUXELLES
Atene, 9 feb. (TMNews) - Non c'è accordo in Grecia sul processo di riforma richiesto
dall'Europa. La riunione tra il primo ministro Lucas Papademos e i leader dei tre
principali partiti greci sul piano di salvataggio del paese, si è conclusa senza un'intesa
globale. A dividere le parti è soprattutto il programma di tagli alle pensioni, in
particolare quelle integrative. "C'è un'accordo su tutti i punti del programma, salvo
uno. E questo richiede ulteriori discussioni con la troika", ha sottolineato Papademos.
Il primo ministro ha così deciso di sedersi, nuovamente, al tavolo dei negoziati con
Unione Europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale al fine di
"concludere un accordo in vista della riunione dell'eurogruppo", convocata per oggi
alle 18 a Bruxelles. Tra le misure prese in considerazione, figurano la riduzione del
salario minimo, il licenziamento di 15.000 dipendenti del settore pubblico e il taglio
E oggi convocato l'Eurogruppo a Bruxelles
del 15% delle pensioni complementari. Scelte difficili, di cui nessuno ha voluto
assumersi la responsabilità. "Abbiamo passato sette ore a discutere di questo", ha detto il leader dell'estrema destra Georges
Karatzaféris. Da parte sua, Antonis Samaras (destra) ha spiegato che "i negoziati continueranno sulla questione delle pensioni. "In
questo momento difficile, bisogna avere cura dei pensionati. Questa è una posizione nazionale e di coscienza", ha commentato.
(fonte afp)
giovedì, 9 febbraio 2012
Rassegna stampa
Sole 24 Ore, Il
"Alla ricerca di un salvagente con termini meno rigidi"
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Data:
09/02/2012
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Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2012- 02- 09 - pag: 29
Il problema aperto. La decorrenza dei benefici
Alla ricerca di un salvagente con termini meno rigidi
Angelo Zambelli Con il termine "esodati" si intendono quei lavoratori che, anche in virtù di un incentivo economico da parte dell'azienda in crisi,
hanno acconsentito alla cessazione del rapporto di lavoro a fronte della prospettiva di poter usufruire del trattamento pensionistico entro i
successivi due o tre anni. Il decreto milleproroghe concede la possibilità di accedere al trattamento pensionistico sulla base dei requisiti della
normativa previdenziale previgente all'entrata in vigore del cosiddetto «decreto Salva Italia» (Dl 201/2011, in legge 214) solo a coloro (gli
"esodati" appunto) il cui rapporto di lavoro è definitivamente cessato alla data del 31 dicembre 2011 (tale termine, peraltro, inizialmente
coincidente con il 31 ottobre 2011, è poi slittato al 4 e infine al 31 dicembre 2011). In altre parole, se il Senato non dovesse apportare ulteriori
modifiche alla norma, i lavoratori che alla data del 31 dicembre 2011 si trovavano, e presumibilmente tuttora si trovano, in cassa integrazione
(per esempio sospesi a zero ore), non avendo ancora formalmente cessato il proprio rapporto di lavoro non potranno usufruire del "salvagente
previdenziale" e dovranno affrontare le conseguenze legate all'innalzamento dei requisiti di accesso alla pensione previsti dal decreto Salva Italia.
Per questi lavoratori, che dunque si sono visti improvvisamente privati della possibilità di accedere al trattamento pensionistico al
raggiungimento dei "vecchi" requisiti, si potrebbero, quindi, prospettare periodi più o meno lunghi senza retribuzione e senza il sostegno di alcun
ammortizzatore sociale. Il problema degli "esodati" riguarda una nutrita popolazione di lavoratori: si pensi, ad esempio, a quei lavoratori collocati
in cassa integrazione (straordinaria o in deroga) sulla base di accordi sindacali stipulati nei corso degli ultimi due anni o ai dipendenti di aziende
che hanno fatto ricorso ai contratti di solidarietà, con il fine ultimo di essere collocati in mobilità al termine dell'ammortizzatore sociale prescelto.
Ciò che certamente colpisce è il carattere straordinariamente tranchant della norma: è stato, infatti, cancellato l'affidamento che gruppi
consistenti di lavoratori riponevano sul l'imminente collocamento «in pensione», oltre che sugli accordi sindacali raggiunti dalle parti sociali in
occasione delle crisi aziendali che quegli stessi accordi hanno gestito e risolto. A questo punto è in discussione l'eliminazione del termine del 31
dicembre 2011 (proprio oggi ci sarà anche una mobilitazione sindacale) per l'accesso al trattamento pensionistico sulla base dei "vecchi" requisiti
e l'estensione di questa tutela anche agli accordi sindacali stipulati dopo il 2011. Ipotizzare una deroga relativa al 2012 è probabilmente
eccessivo, viste le necessità economiche del momento, ma sarebbe opportuno che accordi sindacali già sanciti avanti le istituzioni preposte, non
ultimo lo stesso ministero del Lavoro, non vengano disattesi. RIPRODUZIONE RISERVATA
Rassegna stampa
Sole 24 Ore, Il
"Atene tratta, oggi l'Eurogruppo"
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Data:
09/02/2012
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Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: PRIMO PIANO data: 2012- 02- 09 - pag: 3
MERCATI E MANOVRA La crisi ellenica
Atene tratta, oggi l'Eurogruppo
Al tavolo del default. George Karatzaferis (primo da sinistra) leader dell'estrema
destra; Antonis Samaras capo dei conservatori; il primo ministro Lucas Papademos;
e il leader socialista George Papandreou
Convocata la riunione dei ministri finanziari mentre si profila un accordo con la
troika AUSTERITY RAFFORZATA Nella bozza di intesa con Ue, Fmi e Bce taglio alle
pensioni, riduzione del 20% sui salari minimi e privatizzazioni per 50 miliardi
Vittorio Da Rold Dopo la riunione tra governo epartiti c'è accordo su tutti i punti chiesti dalla troika Ue- Bce- Fmi, tranne che sui tagli alle pensioni
integrative: è quanto fa sapere l'ufficio del premier Lucas Papademos. I leader dei partiti politici greci si rivedranno di nuovo in mattinata ma
ormai é questione di poco. L'annuncio che i ministri finanziari dell'Eurozona si riuniranno oggi alle 18 a Bruxelles è sembrato un implicito
riconoscimento che gli accordi per la Grecia sono ormai in dirittura d'arrivo. Salvo che si tratti dell'ennesima forma di pressione sulla Grecia
dell'Unione europea. D'altra parte, in mattinata si riunirà a Parigi anche l'agguerrito fronte dei creditori privati. Nella notte era ancora in corso la
riunione ad Atene fra il premier tecnico Lucas Papademos e i segretari dei tre partiti che sostengono l'Esecutivo tecnico del premier, ossia George
Papandreou del Pasok (socialista), Antonis Samaras di Nea Dimokratia (centro destra) e Giorgos Karatzaferis di Laos (estrema destra) sulle
misure di austerità chieste dalla troika composta da funzionari Bce- Ue- Fmi per ottenere in cambio gli aiuti internazionali da 130 miliardi di euro
senza i quali Atene non potrà rimborsare i 14,5 miliardi di obbligazioni in scadenza il 20 marzo prossimo. I rappresentanti della troika vogliono la
firma dell'intesa quanto prima, in modo che al massimo entro lunedì 13 febbraio l'accordo possa essere ratificato dal Parlamento greco senza
esitazioni. Inoltre la troika avrebbe chiesto ai tre leader politici e al premier di firmare un documento che impegnerà (come avvenuto in
Portogallo) non soltanto i partiti e il Governo attuale ma anche quello successivo (dato che Atene andrà alle urne ad aprile in uno stato di
crescente tensione sociale) sulle misure di austerità, fra le quali la riduzione degli stipendi minimi nel settore privato del 20%, pari a 751 euro al
mese, il taglio dei sussidi pensionistici e le privatizzazioni di sei società (la Hellenic Petroleum, Athens Water & Sewage, Thessaloniki Water &
Sewage; le due società del gas Depa e Desfa e la società autostradalè Egnatia Odos (nel secondo semestre dell'anno) per 50 miliardi di euro.
Atene sta negoziando un taglio alla spesa pari all'1,5% del Pil (circa 3,3 miliardi di euro). Il 30% (1,1 miliardi di euro) dei tagli riguarderebbe la
spesa sanitaria, mentre il programma di investimenti pubblici verrebbe ridotto di 300 milioni di euro, così come le spese della difesa. Un
documento che darebbe così il disco verde allo scambio dei titoli di Stato in mano ai privati (Psi) che dovrebbe a sua volta permettere alla Grecia
di ottenere una sforbiciata di 100 miliardi di dollari sui propri debiti e al tempo stesso di poter emettere nuovi titoli trentennali a un tasso molto
basso, pari al 3,6% e un perdita complessiva pari al 70% dell'investimento. A quel punto la Banca centrale europea, sotto la guida pragmatica di
Mario Draghi, concederà uno "sconto" sul debito greco del valore di 11 miliardi di euro. Secondo indiscrezioni rilanciate l'altro ieri dal Wall Street
Journal, infatti, la Bce ha convenuto di scambiare i bond greci acquistati sul mercato secondario nel corso del 2011 con i bond emessi
dall'European Financial Stability Facility a un prezzo inferiore al loro valore nominale. L'operazione ridurrà il debito greco di una cifra che, secondo
gli analisti, dovrebbe arrivare appunto a 11 miliardi di euro. Un altro prezioso tassello per ridurre il rischio contagio dell'Eurozona che dopo il
varo del fiscal compact che obbliga i partner al pareggio di bilancio dovrebbe poter finalmente chiudere la partita greca e tornare a occuparsi
della crescita dell'economia europea. RIPRODUZIONE RISERVATATRE ANNI DI AUSTERITY2010 8% del Pil Il totale delle misure Tagli a Sanità e
Difesa ma si inizia dalla pubblica amministrazioneSi inizia dalle pensioni Il risanamento greco parte dalla pubblica amministrazione con un primo
taglio degli stipendi del 20% e la riduzione del 20% delle pensioni dei dipendenti Sul fronte delle entrate vengono ridotte le agevolazioni: la
soglia di esenzione sui redditi scende da 12mila a 5mila euro l'anno Aumentano le accise sulla benzina e l'aliquota Iva sui beni alimentari I tagli
alla spesa colpiscono anche la Sanità e la Difesa Viene avviata la riforma delle amministrazioni locali: eliminate 57 Province (sostituite da 13
macroregioni), ridotti i Comuni da 1.034 a 325 Novità anche per gli enti pubblici: fusione tra scuole, università, agenzie delle entrate, prefetture,
ambasciate, consolati2011 9% del Pil Il peso della manovra Ma le annunciate privatizzazioni restano sulla carta2012 5,6% del Pil La nuova
stretta Si avvicina il default, la troika chiede ulteriori sforziGli ultimi annunci Tassa di solidarietà: prelievo tra l'1% e il 5% sui redditi del 2011
Privatizzazioni: previste per un totale di 50 miliardi di euro entro il 2015 La troika ha chiesto la riduzione degli stipendi minimi nel settore privato
del 20% La Grecia inoltre dovrebbe tagliare i sussidi pensionistici e i licenziamenti di 15mila dipendenti in esubero nella pubblica
amministrazione entro il 2012 Inoltre il Governo di Atene dovrà, secondo le richieste di Fmi, Ue e Bce, tagliare la spesa pubblica dell'1,5% del Pil
(circa 3,3 miliardi di euro): il 30% dei tagli riguarderebbero la spesa sanitaria, mentre il programma di investimenti pubblici verrebbe ridotto di
300 milioni di euro, così come le spese della DifesaDai bonus all'Ici Retribuzioni nel pubblico: tetto di 1.900 euro e riduzione dei bonus con un
taglio ulteriore del 20% agli stipendi Pensioni: prelievo del 20% sulla quota che supera i 1.000 euro al mese; del 40% per i pensionati con meno
di 55 anni; tagli del 15% agli ex dipendenti di banche e aziende di Stato Imposte: la soglia di esenzione sui redditi scende da 8mila a 5mila euro
l'anno Dipendenti pubblici: 15mila prepensionati e mille licenziati Privatizzazioni: nonostante gli annunci venduto solo il 10% di Hellenic Telekom
Ote a Deutsche Telekom (400 milioni di euro) Aumento dell'Iva dal 13 al 23% per bar, ristoranti e beni di lusso Viene introdotta una nuova Ici
sulla casa
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Sole 24 Ore, Il
"Detrazioni maggiori per chi ha più spese"
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09/02/2012
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Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: PRIMO PIANO data: 2012- 02- 09 - pag: 12
Detrazioni maggiori per chi ha più spese
DICHIARAZIONE Eliminiamo il contante Eliminare completamente il contante, sia esso in carta o in moneta. Questo permetterebbe al cittadino
italiano di pagare solo l'Iva, magari aumentandola al 25%. Basta tasse, basta imposte, solo e semplicemente l'Iva su ogni acquisto o
pagamento. Senza contanti sparirebbero completamente l'evasione fiscale, le rapine, il lavoro nero. Con un Pil che sfiorerebbe i 2.000 miliardi
all'anno, sono convinto che razionalizzando le spese ed evitando gli sprechi, un gettito da Iva di 500 miliardi all'anno basterebbe per il bilancio
dello stato, e questo permetterebbe di abolire tante stupide tasse come ticket sanitari, bollo auto, canone rai etc..... oltre a poter portare il
prezzo della benzina ad un più equo euro al litro. Infine si potrebbe innalzare le pensioni, visto che trovo anticostituzionale far pagare le tasse
(Irpef) a un pensionato, in quanto si sa che il pensionato non produce reddito, ma lo consuma, e l'Irpef è un'imposta sul reddito. Gabrielli Marco
Tassare i prelievi dei soci Da diversi anni seguo i bilanci di aziende medio grandi, e vedo sempre da parte dei soci un massiccio ricorso alla voce
«prelevamento soci» dove finiscono tutti i prelievi da parte dei titolari. Tengo a fare presente che spesse volte le aziende chiudono in pari, per cui
non pagano tasse, né come azienda né come persone fisiche perché non ci sono utili. Però questi soci fanno vita da gran signori con i prelievi dai
conti correnti aziendali e pagono poco o nulla di tasse e spolpano le finanze aziendali. Inoltre, sotto la voce «prelevamento soci» finisce anche
quanto usato per fare pagamenti in nero, per questo propongo di tassare in capo ai soci questi fantomatici prelevamenti. A.M. Carico fiscale sui
consumi Trasferendo integralmente il carico fiscale dal lavoro ai consumi si otterrebbe l'eliminazione dell'obbligo della dichiarazione dei redditi e
delle dichiarazioni contributive. Infatti resterebbero da tassare soltanto i redditi immobiliari e finanziari, attribuendo allo Stato l'onere della
dichiarazione avendo esso già la possibilità di acquisire autonomamente tutti gli elementi necessari allo scopo. Al contribuente non resterebbe
che controllare che non gli siano stati attribuiti redditi per errore. La si potrebbe chiamare D.A.I. Dichiarazione di Attribuzione d'Imposta. Ma
allargando la visuale oltre l'aspetto della dichiarazione, i vantaggi di una riforma che elimini totalmente il cuneo fiscale sarebbero innumerevoli. Si
invita a consultare il sito www.il53.it dove è dato ampio risalto alla proposta di legge di iniziativa popolare pubblicata sulla G.U. del 28 settembre
2011 che prevede l'interpretazione autentica dell'art. 53 della Costituzione con l'introduzione di un terzo comma: «Non costituisce ragione di
capacità contributiva il reddito derivante dal lavoro in tutte le sue forme e applicazioni: organizzative, esecutive, intellettuali, tecniche e manuali».
Prof. Ignazio Conte DEDUZIONI E DETRAZIONI Scaricare i beni necessari Consentire la deduzione di tutte le spese certificate da ricevute o
scontrini, sostenute per l'acquisto dei beni e dei servizi necessari allo svolgimento della vita quotidiana. Per le spese di lusso va prevista
un'aliquota fiscale maggiore rispetto a quelle sui consumi primari. Questa strutturale riforma fiscale permette di debellare l'evasione fiscale, di
recuperare annualmente 160 miliardi di evasione fra Irpef e Iva ed altri 50 di evasione contributiva; ci permette di ribaltare una colossale
ingiustizia quale appare nella sua realtà dai dati resi noti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze nel marzo 2011: il 93% dell'intero gettito
Irpef è prelevato direttamente con ritenuta alla fonte ai lavoratori dipendenti e pensionati possedendo, essi, mediamente il 27% della ricchezza
nazionale, mentre solo il 7% è versato dagli altri contribuenti, imprenditori, liberi professionisti ed autonomi possedendo, essi, mediamente il
73% della ricchezza nazionale. Torelli Roberto Detrazioni progressive Per superare il fenomeno dello "sconto" che rende vano il meccanismo di
detraibilità delle spese (viene fatto uno sconto pari alla detrazione e si continua a pagare in nero) e per incentivare l'uso dei pagamenti
elettronici, propongo detrazioni progressive con una percentuale che varia a scaglioni e aumenta all'aumentare del reddito speso con pagamenti
elettronici. In questo modo, lo "sconto" non funziona più perché il cittadino è incentivato ad accumulare pagamenti elettronici per aumentare la
detrazione sul totale del reddito speso e non solo sul singolo acquisto. L'ammontare dei pagamenti elettronici può essere certificata annualmente
dalla banca con un unico documento da allegare alla dichiarazione. Una spiegazione più dettagliata, con esempi, si può trovare all'indirizzo
http://paolocoppola.wordpress.com/2011/10/26/detrazioni- progressive- o- progressiste. Paolo Coppola La card come in Brasile Per portare più
efficacemente avanti la lotta all'evasione fiscale sarebbe necessario introdurre la detraibilità dal reddito di tutte le spese individuali, al fine di
creare un'alleanza tra Stato e Società Civile, onorando l'articolo 53 della Costituzione che afferma che ciascun cittadino deve concorrere al fisco
in ragione della propria capacità contributiva. È una soluzione che sta funzionando nello Stato di San Paolo del Brasile (in un anno l'evasione si è
ridotta del 25%), tanto che altri Stati del Brasile stanno adottando tale modello, attraverso la fornitura di una card elettronica, tipo la nostra
tessera sanitaria, su cui vengono registrati immediatamente all'atto di ogni acquisto i dati dell'acquirente/fruitore e del venditore/erogante,
favorendo l'emersione del sommerso, colpendo l'evasione e superando il problema delle ricevute cartacee perché i dati vengono acquisiti
elettronicamente dal sistema fiscale. Prof. Pasquale Moliterni, Roma Spese da dedurre totalmente Basterebbero solo tre spese integralmente
deducibili dal reddito per sanare il buco dell'evasione fiscale: 1) le spese mediche, 2) le spese funebri, 3) le spese di manutenzione degli
immobili. Ora se il medico o il dentista mi fa il 20% di sconto senza fattura, io risparmio subito e lui non paga le tasse; non parliamo poi del
limite delle spese funebri o del 36% in 10 anni. Carla Viale c/o Studio Garattini- Picozzi- Milano Sconti da decidere a fine anno Consentire la
deduzione di tutte le spese sostenute, desiderato da tutti, ma impossibile per gli enormi costi che graverebbero sul fisco, sarebbe possibile
semplicemente permettendo anno per anno la deduzione di sole alcune spese, individuate in un paniere nel quale sceglierne il 10% anno per
anno. Questo permetterebbe di definire precisamente i ricavi di tutti i contribuenti in soli 10 anni ma darebbe enormi risultati già dal primo anno
in quanto anche il 90% dei contribuenti le cui prestazioni non sarebbero deducibili dovrebbero allinearsi a quello che percepiranno nell'anno in
cui saranno i loro clienti a poter detrarre. Tale normativa fiscale sarebbe auspicabile se presentata almeno tre anni prima. La deduzione delle
spese sarebbero tra l'altro di premio alle realtà imprenditoriali che hanno sempre dichiarato il corretto. Roberto, Chiavari, Ge Bonifico obbligatorio
Ritengo che uno dei punti chiave sia di evitare l'utilizzo del nero anche in caso di emissione di fatture o di pagamenti che non prevedono fattura
(es.acquisto carburante). Proporrei quindi l'obbligo di bonifico, assegno o carta di credito per pagamento di: professionisti, spese condominiali,
iscrizioni a palestre o altri servizi, acquisto carburante. Paolo Amadi Home- banking fiscale Se il fisco è un amico, come giustamente dice il
professor Monti, dia allora all'amico cittadino e alle piccole e medie imprese l'azzeramento degli interessi o quantomeno porti gli interessi al
minimo al1%. Dia all'amico contribuente la possibilità di seguire la propria posizione on- line in modo semplice, tipo on- banking come si pagano
le ri- ba. Dove il contribuente, in tempo reale, possa poter azzerare l'eventuale tributo non pagato, per distrazione, dimenticanza errore.
Insomma, dia una ulteriore possibilità, diciamo dei tempi supplementari di di 5/10 gg. per poter azzerare il proprio debito, prima naturalmente di
incorrere nella cartella di Equitalia. Sicuramente, tutto questo non andrebbe a favore di Equitalia, ma se il fisco è amico, è giusto che ogni tanto
tra amici ci sia una stretta di mano per rafforzare amicizia e stima. Marcello Attisano Esonero per i pensionati Ho un amico spagnolo in pensione.
Lui non deve fare alcuna dichiarazione dei redditi. L'ufficio imposte conosce l'importo della sua pensione, la proprietà della casa in cui abita. Non
ha altri redditi e se non invia a fine anno redditi diversi l'ufficio imposte gli invia quanto deve pagare. Non conosco però le modalità di questi
pagamenti. Marcello COMUNICAZIONI Leggi da provare prima In merito ai beni in godimento ai soci o familiari propongo di far redigere la
comunicazione dei finanziamenti e capitalizzazioni a chi ha pensato questo adempimento. In particolare relativamente alle imprese in contabilità
semplificata. Mi piacerebbe che il Legislatore provasse, prima di approvare una qualsiasi legge, a mettere in pratica quanto richiede ai
contribuenti (leggi professionisti). Dove andiamo a rilevare i dati dei finanziamenti effettuati dai soggetti in contabilità semplificata ? Giuliano
Capiotto Niente banconote sopra i 50 € Eliminare le banconote di grosso taglio (50/100/200/500 euro). Sarebbe più difficile l'evasione fiscale e
tutto l'insime delle attività mafiose che ovviamente sono garantite e facilitate dal contante. Flavio Monne Trasmissione unica per il 55% Eliminare
la comunicazione all'agenzia delle Entrate per le spese sostenute dal 2009 in poi qualora i lavori necessari a realizzare gli interventi della
riqualificazione energetica 55% proseguano in più periodi d'imposta". Detta comunicazione solo telematica è farraginosa, ed inoltre risulta quasi
duplicata in quanto comunque la comunicazione telematica delle riqualificazioni energetiche 55% va inviata all'Enea a fine dei lavori. Rag. Bruna
Magnani Reggio Emilia Verificare i c/c dal 2002 Comunicazioni dalle banche dei saldi annuali dei 10 anni precedenti per controllare forti prelievi in
contanti e non e conseguenti acquisti di beni rivalutabili (oro, opere d'arte, gioielli, antiquariato e trasferimenti all'estero) ai fini di recuperare a
tassazione di una più equa patrimoniale,anche presuntivamente, beni mobili e attività finanziarie non registrati V.M. Proroghe automatiche
Imposta di bollo sullo scudo fiscale. Il versamento va fatto entro il 16 febbraio e mancano chiarimenti anche su come versare. Non sarebbe
molto più sobrio- economico stabilire che i termini si prorogano automaticamente di almeno un mese dal momento della pubblicazione delle
istruzioni invece di aspettare il comunicato di proroga fatto all'ultima ora dell'ultimo giorno utile? Franco Zanettin - Vicenza SANZIONI Non
accanirsi sui truffati Sono un artigiano truffato da un falso commercialista che ha svariate denunce penali compresa la mia. L'agenzia delle
Entrate non considera la truffa da me subita; sto pagando come posso ma non ce la faccio più, non si potrebbe togliere tutte le sanzioni e farmi
pagare in comode rate compatibili con il mio reddito? Massimo da Roma Responsabilità per l'evasione Per le grandi evasioni proporrei di
estendere la responsabilità anche ai commercialisti che compilano le dichiarazioni. Crescini M. La bolletta dei tributi Si propone una nuova bolletta
chiamata tributi non riscossi, che ogni anno deve essere inviata dalla Agenzia del fisco all'utente il quale ne prende visione e lo stesso può
richiedere una rateizzazione dell'importo effettuando un versamento scegliendo le rate di 12,24,36,60 mesi senza sanzioni in merito e con la
rinuncia di una lite pendente per tale inadempienza. Dottore Roberto Masi Termini per l'accertamento La norma sul raddoppio dei termini di
accertamento andrebbe aprogata. È stata, infatti, interpretata in maniera "troppo estensiva" dalla Corte Costituzionale: è ammesso il raddoppio
dei termini (anche 10 anni) perfino quando il rilievo di elementi di reato avviene ben oltre l'ordinario termine quadriennale di accertamento. La
formulazione normativa e l'interpretazione della Consulta hanno messo nell'incertezza tutti gli operatori economici, trovandosi di fronte
all'impossibilità di stabilire con precisione l'intervento della decadenza tributaria, come anche il limite della conservazione delle scritture contabili.
Per semplificare tali storture sarebbe necessario abrogare la norma del tutto o quantomeno modificarla in modo da chiarire che: a) la notizia di
reato che determina il raddoppio dei termini deve intervenire entro il termine ordinario quadriennale, altrimenti il raddoppio non può operare. b)
Per evitare disparità con coloro i quali hanno subito accertamenti prima del chiarimento legislativo, tale chiarimenti sia retroattivo, annullando le
contestazioni già notificate in violazione di tale disposizione; c) Che decorso il termine ordinario quadriennale senza l'intervento di alcuna notizia
di reato, il contribuente non ha più alcun obbligo alla conservazione della documentazione fiscale. Carlo Banfi - Commercialista
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Sole 24 Ore, Il
"Inarcassa studia il contributivo"
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Data:
09/02/2012
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Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2012- 02- 09 - pag: 29
Il confronto. Vincolo di equilibrio a 50 anni
Inarcassa studia il contributivo
Maria Carla De Cesari «La riforma della previdenza (legge 212/2011) impone alle casse di garantire l'equilibrio dei conti da qui a 50 anni.
L'adozione del contributivo è una possibilità, non un obbligo, per garantire la tenuta dei bilanci nel lungo periodo». Paola Muratorio, presidente di
Inarcassa, l'ente di previdenza di ingegneri e architetti, introduce il workshop su "Contributivo, esperienze internazionali a confronto". Lo fa con
grande pacatezza, anche se il seminario, ieri a Roma al centro congressi Angelicum, precede due giorni di confronto con i delegati della cassa su
quello che sarà il futuro assetto dell'ente. La giornata di ieri è il prologo per mettere i delegati in condizione di capire le implicazioni del sistema
retributivo e le caratteristiche del calcolo contributivo. L'elemento di fondo è partire dalla platea demografica. «Il 46,4% degli iscritti a Inarcassa
spiega Muratorio ha meno di 40 anni. Molto elevata la quota di donne: tra i nuovi iscritti le donne sono la metà se si considerano gli architetti,
mentre il rapporto è di una ogni quattro per gli ingegneri». L'altro elemento è costituito dal reddito medio della popolazione professionale, calato
di oltre il 16% tra il 2007 e il 2010, ma la riduzone tocca il 20% tra gli architetti. Qualunque sia la scelta del sistema di calcolo, Muratorio chiede
al governo di operare affinchè riparta il mercato del lavoro, che è tra i presupposti della previdenza. Il quadro economico (alto debito pubblico,
perdita di competitività, invecchiamento della popolazione) che ha dettato la riforma previdenziale è illustrato da Daniele Franco, direttore
centrale dell'area ricerca economica e relazioni internazionali di Bankitalia. Tocca però ad Alessandro Trudda (Università di Sassari) e Sergio
Nisticò (Università di Cassino) illustrare il sistema contributivo. «Il patto intergenerazionale, che ha consentito la nascita dei sistemi previdenziali,
è in crisi perchè si sta esaurendo il bonus demografico che consentiva di mantenere qualsiasi promessa. Il ripristino del patto intergenerazionale
spiega Nisticò è ineludibile per qualsiasi progetto previdenziale. Se il contributivo vuole garantire la sostenibilità definitiva di uno schema
previdenziale deve rispettare alcune condizioni: scegliere in modo appropriato il rendimento dei conti individuali, legare l'indicizzazione ai
rendimenti che di anno in anno saranno accreditati sui montanti di tutti gli iscritti, infine stabilire coefficienti di trasformazione specifici per ogni
coorte che si avvicina al pensionamento». Il confronto internazionale passa attraverso le esperienze svedesi (sistema contributivo con età di
pensionamento flessibile da 61 anni con possibilità di percepire anche solo una quota della pensione e, contemporaneamente, di continuare a
lavorare) e spagnola (riconferma del retributivo con aumento molto graduale dell'età per la pensione). Testimoni: Ole Settergren (Agenzia
svedese per le pensioni) e Carlos Vidal (Università di Valencia). A conclusione, c'è l'intervento dei politici: Tiziano Treu (Pd) e Antonino Lo Presti
(Terzo Polo). Treu sollecita la Cassa a un confronto sulla riforma aperto e senza pregiudiziali. Lo Presti conferma che, grazie all'intervento del
parlamento, nei bilanci tecnici a 50 anni le Casse potranno tener conto anche degli interessi sugli investimenti. RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sole 24 Ore, Il
"NOTIZIE In breve"
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Data:
09/02/2012
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Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2012- 02- 09 - pag: 33
NOTIZIE In breve
A BERGAMO Per la Dpl Ryanair ha evaso i contributi La Direzione provinciale del lavoro di Bergamo contesta a Ryanair di aver evaso contributi
per quasi 12 milioni di euro in quanto ha assunto a Dublino, anziché in Italia, i suoi 650 dipendenti che lavorano in Lombardia e usufruiscono del
sistema sanitario nazionale. Ne dà notizia il sito del Corriere della Sera. La compagnia si difende: i contratti di lavoro sono regolati dalla legge
irlandese, gli aeromobili sono immatricolati in Irlanda. Tutti i dipendenti sono stipendiati dalla sede legale di Ryanair in Irlanda, pagano tasse e
contributi previdenziali alle autorità irlandesi e hanno un conto corrente in Irlanda dove è accreditato lo stipendio. ENPAP La Commissione vuole
approfondire Ieri la Commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali, presieduta da Giorgio Jannone, ha audito il presidente dell'Ente
nazionale di previdenza e assistenza per gli psicologi (Enpap), Angelo Arcicasa, in merito alla discussa acquisizione dell'immobile in via della
Stamperia a Roma. È stato deciso di convocare una nuova audizione, non ritenendo esaustivo il primo incontro a cui era risultato assente il
direttore generale dell'ente. Secondo Jannone la replica del presidente e degli organi statutari di Enpap richiede ulteriori approfondimenti.
INPDAP Dati certificabili da più operatori Prosegue l'evoluzione di Passweb («Posizione assicurativa web). Si tratta della procedura che consente
di interrogare o di variare la posizione previdenziale dell'iscritto. Da gennaio, più operatori abilitati (dal dipendente Inpdap a quello della Pubblica
amministrazione) possono gestire la stessa posizione assicurativa di ciascun lavoratore della Pa senza dover chiudere il processo di lavorazione.
Le novità sono illustrate nell'informativa Inps - Gestione ex Inpdap n. 1 di ieri (F.Ve.).
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Sole 24 Ore, Il
"Pensioni, trattativa aperta"
Data:
09/02/2012
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Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2012- 02- 09 - pag: 29
Previdenza. Il Dl milleproroghe all'esame delle commissioni del Senato: oggi voto sugli
emendamenti
Pensioni, trattativa aperta
Pdl e Pd in pressing: salvare gli accordi sugli esodi del 2011 IL NODO-RISORSE
Resta la difficoltà del Tesoro a individuare una nuova copertura finanziaria
Marco Rogari ROMA Al Senato avanza l'ampliamento della platea dei lavoratori «esodati» da esentare dalla riforma previdenziale Fornero- Monti.
Anche se, come già era accaduto alla Camera, resta da superare lo scoglio di una nuova copertura finanziaria che il Tesoro fatica a individuare.
Ma, mentre la discussione sul milleproroghe nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato entra nel vivo con qualche tensione tra i
due relatori del provvedimento sui ritocchi riguardanti la tutela del diritto d'autore per i prodotti di alto design, i partiti intensificano il loro
pressing sul Governo. Pdl e Pd, in particolare, decidono di fare fronte comune mandando un chiaro messaggio al l'Esecutivo: il salvagente
pensionistico va garantito non solo a chi ha interrotto il rapporto di lavoro prima del 31 dicembre 2011, come previsto dal testo approvato dalla
Camera, ma a tutti i lavoratori la cui uscita «sia stata pattuita in accordi individuali o collettivi di regolazione degli esuberi o del loro esodo
anticipato» entro la fine dello scorso anno (e quindi anche con cessazioni dal lavoro nella prima parte del 2012). A mettere nero su bianco questa
proposta su due senatori della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Castro (Pdl) e Giorgio Roilo (Pd), che evidenziano come in mancanza di
un rafforzamento delle misure già inserite nel passaggio del milleproroghe alla Camera, sarebbero numerosi i lavoratori coinvolti nel meccanismo
degli scivoli e della mobilità, a rimanere a lungo senza più lavoro e senza pensioni «e quindi esposti a grave precarietà». A spingere per un
ampliamento della platea sono anche Cgil, Cisl e Uil. Anche una fetta consistente degli oltre 600 emendamenti presentati dai gruppi parlamentari
nelle Commissioni riguarda il nodo «esodati», ma non mancano proposte di correttivi su altri versanti: dal fisco, liti fiscali comprese, ai fondi per
il settore ippico passando per le deroghe previdenziali per il personale della scuola. Il nodo «esodati» dovrebbe essere sciolto oggi. E sempre oggi
le Commissioni, che hanno lavorato anche nella serata di ieri, dovrebbero concludere l'esame, in sede referente, del testo per poi inviarlo all'Aula
di Palazzo Madama dove non è escluso che il Governo possa ricorrere alla fiducia. In altro fronte caldo resta quello della tutela del diritto di
autore sui prodotti di alto design. La Camera ha approvato all'unanimità una norma che sposta dal 2006 al 2016 l'applicazione della proprietà
intellettuale sul design storico divenuto di pubblico dominio che una direttiva comunitaria recepita dal nostro Paese tra mille eccezioni e in ritardo
vuol proteggere dalle repliche seriali. Una misura contestata dal Pdl e da diverse imprese. E uno dei due relatori al Senato, Lucio Malan, ha già
presentato un emendamento che annulla di fatto la modifica introdotta a Montecitorio. Ma l'altro relatore Vidmer Mercatali (Pd) non sembra
essere d'accordo: «Secondo me una cosa approvata all'unanimità da una delle Camere non deve essere toccata dall'altro ramo del Parlamento».
Quasi risolta invece la questione della copertura per la proroga degli indennizzi ai rimpatriati dalla Libia a seguito del golpe di Gheddafi: verrebbe
ridotta a un anno. RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sole 24 Ore, Il
"Tutti i chiarimenti sulla riforma Monti"
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Data:
09/02/2012
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Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2012- 02- 09 - pag: 29
Sabato in edicola
Tutti i chiarimenti sulla riforma Monti
La manovra Salva Italia (decreto legge 201/2011 in legge 214) disegna la nuova previdenza. Da quest'anno i lavoratori che pensano alla
pensione devono fare i conti con un pacchetto di novità. A cominciare dal cambiamento dei requisiti per l'uscita: dall'addio alle finestre mobili per
accedere al pensionamento, per passare al superamento del sistema delle quote per vedersi riconosciuta la pensione di anzianità. Rimangono due
tipi di trattamenti: quello di vecchiaia e la pensione anticipata. Per tutti arriva il metodo contributivo per il calcolo della pensione. Insomma: il
sistema cambia, con modifiche che sono molto di sostanza e molto poco di forma. Tutti lavoratrici e lavoratori dipendenti (del pubblico e del
privato) e autonomi sono chiamati in causa. Serve uno strumento che fornisca una quadro di che cosa accade. Sabato prossimo, 11 febbraio,
sarà in edicola con il quotidiano (al costo di 50 centesimi oltre al prezzo del giornale) il ventesimo volume della collana «Le guide indispensabili:
Risparmio & Investimenti in tempo di crisi», dal titolo: «La riforma delle pensioni. Domande e risposte». Sono proprio i quesiti che i lettori hanno
inviato a Il Sole 24 Ore a fare da filo conduttore in questo approfondimento. Quella di sabato prossimo sarà la prima di tre uscite sulla nuova
previdenza: il 18 e il 25 febbraio, infatti, la collana sarà in edicola con una guida in due puntate su come costruire la pensione integrativa.
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Times, The
"Pension fund gamble"
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Data: 09/02/2012
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9 Feb 2012 The Times Patrick Hosking Financial Editor
Pension fund gamble
A company pension fund was effectively hijacked by trustees, who emptied it to gamble on
property. Pension experts were appalled last night when it was disclosed that a company
pension fund had been effectively hijacked by its trustees, who sold its conventional assets,
geared up the proceeds with bank debt and bet almost the whole lot on speculative property
developments.
At the same time, they siphoned off more than 1.1 million in salaries, bonuses and fees from
the fund created from contributions of former employees of Hugh Mackay's, a now defunct
carpetmaking firm in Durham. At one point the fund had liabilities of 43 million and assets of
800,361.
One trustee was a part-owner of a semi-derelict car park in Newcastle, which he sold to the
pension fund, exposing him to a blatant conflict of interest. The Pensions Regulator banned
three men for life from acting as trustees and police are investigating. No arrests or charges
have been made.
The remains of the fund are being absorbed by the industry lifeboat, so the 450 members
will receive most but not all of their benefits.
Pension experts expressed amazement that funds were still vulnerable to such abuses, since
stringent regulation had been introduced since the Robert Maxwell scandal two decades ago.
Alex Waite, a partner with Lane Clark & Peacock, said, "I'm staggered that, despite 20 years
of legislation, such affairs are still going on."
The trustees Robert Hill, Nicholas Halton and Simon Ragg were directors or employees of
Chartpoint Ltd, which became the scheme's sponsor in February 2003. Mr Hill, a property
developer, and his daughters were the owners of Chartpoint. Mr Ragg is described as a
chartered accountant.
By 2009 the trustees had liquidiated most of the scheme's conventional assets, borrowed
21.9 million and invested 87 per cent of the combined total in property assets. The scheme
also paid 1.155 million to Chartpoint for services as well as salaries and bonuses to some of
the trustees. Pension schemes are not allowed to place the bulk of their assets in illiquid
investments such as property, nor can they borrow, except in extremely limited
circumstances. While pension trustees can be paid, most are not and bonuses are unheard
of.
The affair also raises questions about the scheme's auditors and bankers, which the
regulator named as the Newcastle accountant Leathers LLP and Allied Irish Bank. However,
Michael Leather, a partner in Leathers, denied to The Times that his firm had ever been the
scheme's auditor.
Bill Galvin, chief executive of the regulator, said the three men, who resigned from the
scheme last October, were not fit and proper to be pension trustees. Their breaches were
"serious and persistent . . . This case unearthed some of the most worrying examples of
mismanagement of a final-salary pension scheme that we've seen."
The regulation of occupational pension schemes has been radically overhauled since Robert
Maxwell stole hundreds of millions of pounds from Mirror staff pension funds.
There are an estimated 100,000 pension trustees in Britain; only 13 have been banned since
2005.
Rassegna stampa
Times, The
"Trustees emptied pension fund to gamble on property"
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Data: 09/02/2012
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9 Feb 2012 The Times Patrick Hosking Financial Editor
Trustees emptied pension fund to gamble
on property
From page 1 Pension experts were appalled last night when it was disclosed that a
company pension fund had been effectively hijacked by its trustees, who sold its
conventional assets, geared up the proceeds with bank debt and bet almost the whole lot on
speculative property developments.
At the same time, they siphoned off more than 1.1 million in salaries, bonuses and fees from
the fund created from contributions of former employees of Hugh Mackay's, a now defunct
carpetmaking firm in Durham. At one point the fund had liabilities of 43 million and assets of
800,361.
One trustee was a part-owner of a semi-derelict car park in Newcastle, which he sold to the
pension fund, exposing him to a blatant conflict of interest. The Pensions Regulator banned
three men for life from acting as trustees and police are investigating. No arrests or charges
have been made.
The remains of the fund are being absorbed by the industry lifeboat, so the 450 members
will receive most but not all of their benefits.
Pension experts expressed amazement that funds were still vulnerable to such abuses, since
stringent regulation had been introduced since the Robert Maxwell scandal two decades ago.
Alex Waite, a partner with Lane Clark & Peacock, said, "I'm staggered that, despite 20 years
of legislation, such affairs are still going on."
The trustees Robert Hill, Nicholas Halton and Simon Ragg were directors or employees of
Chartpoint Ltd, which became the scheme's sponsor in February 2003. Mr Hill, a property
developer, and his daughters were the owners of Chartpoint. Mr Ragg is described as a
chartered accountant.
By 2009 the trustees had liquidiated most of the scheme's conventional assets, borrowed
21.9 million and invested 87 per cent of the combined total in property assets. The scheme
also paid 1.155 million to Chartpoint for services as well as salaries and bonuses to some of
the trustees. Pension schemes are not allowed to place the bulk of their assets in illiquid
investments such as property, nor can they borrow, except in extremely limited
circumstances. While pension trustees can be paid, most are not and bonuses are unheard
of.
The affair also raises questions about the scheme's auditors and bankers, which the
regulator named as the Newcastle accountant Leathers LLP and Allied Irish Bank. However,
Michael Leather, a partner in Leathers, denied to The Times that his firm had ever been the
scheme's auditor.
Bill Galvin, chief executive of the regulator, said the three men, who resigned from the
scheme last October, were not fit and proper to be pension trustees. Their breaches were
"serious and persistent . . . This case unearthed some of the most worrying examples of
mismanagement of a final-salary pension scheme that we've seen."
The regulation of occupational pension schemes has been radically overhauled since Robert
Maxwell stole hundreds of millions of pounds from Mirror staff pension funds.
There are an estimated 100,000 pension trustees in Britain; only 13 have been banned since
2005.