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Rassegna stampa 09/02/2012 : Notizie di oggi AltaLex Convenzione INPS-COPAGRI Marche per riscossione contributi sindacali Avvenire In convento si fanno i «conti» Bresciaoggi(Abbonati) La partita non è chiusa Corriere della Sera Lite sulle pensioni, Atene tratta ancora Ma Fornero apre a Camusso La tentazione dello scambio Daily Yomiuri, The DPJ should shelve new pension system plan Govt needs to rethink long-term social security / Latest population estimate shows integrated reforms needed to support 'super-gray' society Fatto Quotidiano, Il PREVIDENZA PRIVATA, GLI AFFARISTI A CACCIA DEL TESORO DA 40 MILIARDI Gazzetta del Sud Emendamento bipartisan a favore degli "esodati" Italia Oggi Commercialisti, contributi più cari Pensioni, si cambia registro Quotidiano del Nord.com Decreto Milleproroghe, domani presidio unitario Cgil, Cisl e Uil, a Piazza del Pantheon Reuters UK Fees, poor choices corroding pension pots - study Riformista.it, Il Grecia/ Non c'è accordo su riforme, nodo resta taglio pensioni Sole 24 Ore, Il Alla ricerca di un salvagente con termini meno rigidi Atene tratta, oggi l'Eurogruppo Detrazioni maggiori per chi ha più spese Inarcassa studia il contributivo NOTIZIE In breve Pensioni, trattativa aperta Tutti i chiarimenti sulla riforma Monti Times, The Pension fund gamble Trustees emptied pension fund to gamble on property Do you want your PRESSToday ? La soluzione per le tue rassegne stampa on-line: www.presstoday.com Rassegna stampa AltaLex Data: 09/02/2012 "Convenzione INPS-COPAGRI Marche per riscossione contributi sindacali" Stampa Indietro Convenzione INPS-COPAGRI Marche per riscossione contributi sindacali INPS , circolare 07.02.2012 n° 18 Commenta | Stampa | Segnala Tweet | inps | copagri | contributi sindacali | prestazioni pensionistiche | pensioni | INPS, Circolare 7 febbraio 2012, n. 18 Direzione Direzione Direzione Direzione Centrale Organizzazione Centrale Pensioni Centrale Bilanci e Servizi Fiscali Centrale Sistemi Informativi e Tecnologici Ai Dirigenti centrali e periferici Ai Responsabili delle Agenzie Ai Coordinatori generali, centrali e periferici dei Rami professionali Al Coordinatore generale Medico legale e Dirigenti Medici e, per conoscenza, Al Presidente Al Presidente e ai Componenti del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Al Presidente e ai Componenti del Collegio dei Sindaci Al Magistrato della Corte dei Conti delegato all'esercizio del controllo Ai Presidenti dei Comitati amministratori di fondi, gestioni e casse Al Presidente della Commissione centrale per l'accertamento e la riscossione dei contributi agricoli unificati Ai Presidenti dei Comitati regionali Ai Presidenti dei Comitati provinciali OGGETTO: Convenzione fra l’INPS e la Confederazione Produttori Agricoli delle Marche (COPAGRI MARCHE) per la riscossione dei contributi sindacali sulle prestazioni pensionistiche ai sensi della legge 11 agosto 1972, n. 485. Istruzioni contabili. Variazioni al piano dei conti. SOMMARIO: Si forniscono le istruzioni operative all’applicazione della convenzione stipulata tra l’INPS e la COPAGRI MARCHE per la riscossione dei contributi sindacali su pensioni. In data 2 dicembre 2011 è stata sottoscritta una convenzione con la Confederazione Produttori Agricoli delle Marche (COPAGRI MARCHE), approvata con determinazione n. 400 del 21 settembre 2011, per la riscossione dei contributi sindacali su pensioni dovuti dagli iscritti. Si allega il testo della convenzione (all.1), di cui si illustrano di seguito i punti salienti. SOGGETTI CHE POSSONO RILASCIARELA DELEGA. L’articolo 1 individua i pensionati aventi diritto ad avvalersi del servizio. Per rispondere ad una esigenza di trasparenza riprende letteralmente il contenuto dell’articolo 23 octies della legge 11/8/72, n. 485: hanno diritto, infatti, di versare i contributi sindacali mediante trattenuta sulla pensione i titolari di pensione diretta, indiretta o di reversibilità a carico dell’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e di ogni altro fondo obbligatorio di previdenza, sostitutivo o integrativo di detta assicurazione, gestito dall’INPS. Resta quindi confermato che l’articolo 23 octies non può trovare applicazione nei confronti dei titolari di pensione o assegno sociale, in quanto la norma fa specifico riferimento alle pensioni derivanti da assicurazione obbligatoria. MODALITA’ DI RILASCIO DELLA DELEGA. La delega deve essere rilasciata secondo il testo predisposto dall’Istituto nel quale sono indicate la misura del contributo e le autorizzazioni necessarie per la trattazione dei dati ai sensi del D.Lgs. 196/03. La delega dovrà essere debitamente sottoscritta dal titolare della pensione e controfirmata dal responsabile locale dellaCOPAGRI MARCHE. A tal fine, è previsto che i nominativi dei rappresentanti e degli incaricati della Confederazione abilitati alla firma e alla presentazione delle deleghe all’INPS, siano comunicati in forma scritta alle Strutture periferiche dell'Istituto, a cura della sede locale, ovvero degli uffici centrali della COPAGRI MARCHE. DECORRENZA DELLA DELEGA. L’articolo 3 prevede che le deleghe, rilasciate da persone già titolari di pensione, presentate alla Struttura territoriale dell’INPS che ha in carico la pensione, e le revoche produrranno effetti dal primo giorno del terzo mese successivo a quello della acquisizione. Le deleghe, controfirmate dal responsabile o dall’incaricato, abilitato mediante comunicazione all’INPS, devono essere accompagnate da un elenco in duplice copia, una delle quali viene restituita dalla Sede dell’INPS alla COPAGRI MARCHE, con timbro e firma per ricevuta. Il suddetto elenco, unitamente a copia della delega, fa fede, in caso di contestazione, dell’avvenuta presentazione. DECORRENZA E VALIDITA’ DELLA REVOCA. Resta confermato che, qualora il titolare della pensione abbia rilasciato delega in favore di due o più Organizzazioni sindacali diverse, sarà considerata produttiva di effetti, ai fini dell’effettuazione della trattenuta, la prima delega pervenuta agli uffici dell’INPS, a meno che la delega successiva sia accompagnata dalla revoca di quella precedente: in questa ipotesi sarà considerata produttiva di effetti la delega presentata successivamente. E’ comunque escluso che il rilascio di una nuova delega costituisca revoca implicita della precedente. Nel caso in cui l'INPS riceva comunicazione direttamente dal pensionato della sua volontà di revocare la delega per la trattenuta sindacale sulla pensione,la Strutturaperiferica procederà all'acquisizione della revoca, che avrà efficacia dal primo giorno del terzo mese successivo a quello in cui è pervenuta alla Struttura stessa. MISURA DEL CONTRIBUTO SINDACALE. L’ammontare del contributo sindacale riportato nel testo di delega, è stabilito nelle seguenti percentuali dell’importo lordo delle singole rate di pensione compresa la tredicesima esclusi i trattamenti di famiglia comunque denominati: 1) 0,50 % sugli importi compresi entro la misura del trattamento minimo del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti; 2) 0,40 % sugli importi eccedenti quelli di cui al precedente punto1) e non eccedenti il doppio della misura del trattamento minimo del FPLD; 3) 0,35 % sugli importi eccedenti il doppio della misura del trattamento minimo del FPLD. RAPPORTI FINANZIARI, SPESE E RIMESSE. Sono regolati dagli articoli 5, 6, 7, 8 e 9 della convenzione ed i relativi adempimenti sono previsti a livello centrale tra questa Direzione Generale ela COPAGRI MARCHE. In particolare, per quanto riguarda i costi individuati dall’Istituto per il servizio di riscossione dei contributi sindacali si precisa che gli stessi sono stati determinati sulla base delle risultanze della contabilità analitica per l’esercizio 2009, ovverossia, per la convenzione di cui trattasi e in relazione alle attività sotto indicate: Nuova delega contestuale alla domanda di pensione telematica € 0,03 Nuova delega contestuale alla domanda di pensione cartacea € 0,36 Nuova delega su pensione esistente € 1,91 Revoca delega € 1,90 Variazione delega € 2,11 Gestione delega € 0,02 ESONERO DA RESPONSABILITA'. Con l'articolo 10 della convenzione, la COPAGRI MARCHE, esonera l'INPS da ogni e qualsiasi responsabilità derivante dai rapporti intercorrenti tra il titolare della pensione assoggettata alla ritenuta sindacale e la Organizzazione sindacale stessa: pertanto, nelle controversie conseguenti alla contestazione sull'effettiva validità e regolarità nel rilascio della delega, la COPAGRI MARCHE, si obbliga a ristorare l'INPS stesso di ogni eventuale effetto negativo comunque derivante da dette controversie. CODICE INPS Il codice INPS assegnato è H9. ISTRUZIONI CONTABILI Ai fini della rilevazione contabile delle trattenute per contributi sindacali effettuate sulle pensioni per conto della COPAGRI MARCHE sono istituiti i seguenti conti: GPA 25/285 - per l’imputazione dei contributi sindacali trattenuti sulle pensioni pagate nell’anno in corso; GPA 27/285 - per l’imputazione dei contributi sindacali trattenuti sulle pensioni pagate negli anni precedenti. I rapporti finanziari con la suddetta Organizzazione Sindacale saranno definiti, come già precisato, direttamente dalla Direzione generale. Nell’allegato n.2 vengono riportati i conti sopra citati. Il Direttore Generale Nori Allegati (fonte: Inps.it - formator pdf) Allegato N. 1 Allegato N. 2 Commenta | Stampa | Tweet | Segnala Rassegna stampa Avvenire "In convento si fanno i «conti»" Indietro ECONOMIA Data: 09/02/2012 Stampa 09-02-2012 In convento si fanno i «conti» Previdenza & clero di Vittorio Spinelli L’ economato degli ordini e delle congregazioni religiose deve risolvere nel giro di pochi giorni il problema della suora pensionata. Una questione tutta interna all’amministrazione delle strutture religiose, suscitata però dall’Inps. L’Istituto – in omaggio alle disposizioni della manovra Monti – ha invitato 450mila pensionati, che ricevono in contanti la rata mensile, a riscuoterla con accredito automatico, scegliendo tra il conto corrente postale o bancario, oppure il libretto postale o la carta ricaricabile. Al pagamento elettronico sono interessati non poche religiose (e religiosi) che ricevono un trattamento pensionistico complessivamente superiore a mille euro. I locali uffici dell’Inps hanno indicato agli interessati tempi di adeguamento molto ristretti, in modo da concludere questa operazione entro il prossimo 6 marzo. Dal giorno seguente, e quindi già dalla rata di aprile 2012, non sono più consentiti i pagamenti delle pensioni in contanti. Tutti i membri degli ordini religiosi sono però vincolati da uno stretto voto di povertà (oltre alla obbedienza e alla castità), così che qualsiasi somma che ad essi perviene a titolo personale, come è la pensione, deve essere trasferita all’ordine di appartenenza secondo il diritto. Nella logica del buon economato, una risposta efficace all’invito dell’Inps è quella di scegliere lo stesso conto corrente intestato alla struttura religiosa, sul quale far confluire direttamente le pensioni mensili delle suore. La previdenza però non lo consente. La pensione è una prestazione personale e deve essere liquidata solo al titolare, direttamente o per delega. Di fatto però l’accredito automatico obbligatorio degli importi superiori a mille euro ha reso inutile il sistema delle deleghe alla riscossione. Per conciliare quindi tutti i vincoli di questa operazione (conto corrente esclusivamente personale, voto di povertà, normativa della congregazione di appartenenza) appare inevitabile intestare, come dovuto, un nuovo conto corrente alla suora pensionata, preferibilmente presso la stessa banca fiduciaria della congregazione quale persona giuridica. La continuità già in essere del rapporto di clientela consente alla congregazione di concordare con la banca che gli importi di pensione che perverranno mensilmente sul nuovo conto corrente siano automaticamente e direttamente bonificati al conto della congregazione. Infatti, una volta accreditata la pensione, l’Inps è indifferente a tutte le operazioni che possono movimentare il conto corrente della suora, non avendo peraltro alcun titolo né ad averne conoscenza né ad operare interventi d’ufficio. L’Istituto di credito, dal suo canto, ha motivi di convenienza sia ad ampliare la sua clientela con nuovi conti correnti, particolarmente se non si tratta di una sola suora, sia a consolidare il rapporto clientelare con la congregazione. E’ per questo che il mercato offre in questi giorni rapporti di conto corrente a costo zero. © RIPRODUZIONE RISERVATA Rassegna stampa Bresciaoggi(Abbonati) "La partita non è chiusa" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa class="body-bso"> PENSIONI E RIFORMA La partita non è chiusa giovedì 09 febbraio 2012 LETTERE, pagina 45 Ha ragione l´on. Cesare Damiano, già ministro del lavoro, a sostenere che la partita sulle pensioni non è chiusa. Ha ragione Bersani a dire che la riforma conteneva, e contiene tuttora, inutili asprezze, che nulla avevano e hanno a che vedere con l´equità. Alcune asprezze, grazie ad emendamenti tenacemente voluti da parlamentari del PD, sono state in parte superate: l´attenuazione parziale dello scalone per i lavoratori precoci; l´eliminazione della penalizzazione prevista per coloro che avendo i requisiti per il pensionamento anticipato (si chiama così ora la pensione di anzianità) non raggiungono i 62 anni; maggiori garanzie per i cosiddetti "esodati", cioè quei lavoratori che, a seguito di accordi sindacali e/o individuali, attraverso l´utilizzo degli ammortizzatori sociali o l´autorizzazione al versamento di contributi volontari, sarebbero approdati alla pensione. Non è ancora sufficiente, perché sfugge a quale concetto di equità sia riconducibile il fatto che i lavoratori precoci della scuola non debbano rimanere nel vecchio regime almeno fino ad agosto 2012 e che ancora oltre 70.000 lavoratori esodati, in gran parte con un´età superiore ai 55 anni, rischino di restare senza pensione e senza lavoro. Bene sta facendo il PD a battersi in Parlamento perché questi due aspetti, in particolare, siano superati, espungendo dal nuovo sistema palesi elementi di ingiustizia. Sono convinto che queste contraddizioni si sarebbero potute evitare se alla riforma si fosse giunti con un percorso di concertazione con le parti sociali, che non è un ferro vecchio. Sarà fondamentale per dare alla riforma la seconda gamba: quella delle tutele e garanzie per coloro che hanno da poco iniziato o inizieranno il percorso lavorativo e le cui pensioni, in assenza di nuove normative, saranno irrisorie. E sarà fondamentale, la concertazione, affinché la riforma del lavoro, su cui il confronto governo-parti sociali è nella fase iniziale, segni davvero il superamento del dualismo del mercato del lavoro (e del suo enorme carico di precarietà), che è una delle principali cause della bassa competitività italiana. Altro che art. 18, la cui eliminazione reintrodurrebbe, sotto altre forme, quel dualismo che tutti, ormai, reputano l´ostacolo da rimuovere. La volontà, da entrambe le parti, di giungere ad un accordo è decisiva perché si imbocchi la strada giusta. Una questione così enorme non può essere aggredita se è la fretta a fare da consigliera. Paolo Pagani DELLA SEGRETERIA PROVINCIALE PD Rassegna stampa Corriere della Sera "Lite sulle pensioni, Atene tratta ancora" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa CORRIERE DELLA SERA - CORRIERE DELLA SERA sezione: Primo Piano data: 09/02/2012 - pag: 6 Lite sulle pensioni, Atene tratta ancora Piano per il salvataggio: tagli del 20% ai salari minimi, via 15 mila statali DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES Tagli del 20 per cento ai salari minimi, nuove privatizzazioni, possibili riduzioni delle pensioni sociali, 15 mila licenziamenti nel settore pubblico e tagli salariali anche nel settore privato. Tutto questo, ciò che era stato richiesto o imposto dalla Ue e dal Fondo monetario internazionale, sarebbero ormai pronti ad accettare il governo greco e i partiti della sua maggioranza. Le trattative sono finite ieri all'una di notte con questa dichiarazione del premier Lucas Papademos: «Siamo d'accordo su tutti i punti tranne uno». Quell'unico punto in bianco è la questione delle pensioni. Stamani si riprende a discutere. Una prima bozza incompleta di accordo fra i leader politici sarebbe stata comunque siglata ieri e una lettera d'intenti sarebbe stata spedita da Atene a Christine Lagarde, direttrice generale dell'Fmi, per confermare l'impegno a completare il piano di austerità. Mentre Angela Merkel intimava da Berlino: «Ormai è tempo di concludere». Il condizionale è d'obbligo ma intanto la Ue decide di andare avanti a ogni costo: i ministri finanziari dell'Eurozona sono stati convocati per questa sera alle 18 a Bruxelles per una riunione straordinaria del loro vertice, l'Eurogruppo, che avrà come unico tema proprio la situazione greca. All'incontro parteciperà anche Christine Lagarde. Una volta di più: ogni sviluppo è ancora possibile. Ma l'Eurogruppo, sempre che arrivi la buona notizia da Atene, potrebbe dare il via libera al nuovo piano di aiuti internazionali da 130 miliardi. In questo momento in Grecia i tagli in discussione ammontano a circa 3 miliardi, con i salari minimi che potrebbero calare fino a circa 586 euro mensili. Se ora partissero i 130 miliardi di aiuti, sarebbe evitata una bancarotta ormai imminente: il 20 marzo scadono 14,5 miliardi di titoli pubblici greci, che oggi Atene non è in grado di rimborsare agli investitori, e il 15 febbraio una volta ricevuta la conferma dei prestiti sarebbe l'ultimo termine tecnico-giuridico per accordarsi con le banche e scongiurare il default, l'insolvenza. Nelle ultime ore la situazione si è talmente aggravata che Berlino, davanti al trascinarsi dei negoziati di Atene, ha ventilato uno sdoppiamento in due tronconi dei 130 miliardi, così da esercitare una maggior pressione sui partiti greci. Ieri mattina, i portavoce di Bruxelles avevano chiarito che l'Eurogruppo non sarebbe stato convocato senza qualcosa di concreto sul tavolo. E se il suo presidente JeanClaude Juncker ha infine deciso di richiamare i ministri dalle 17 capitali dell'euro (non ci saranno Mario Monti e Vittorio Grilli, impegnati nel viaggio ufficiale a Washington, li sostituirà Carlo Monticelli della Direzione generale del Tesoro), è appunto perché sul tavolo qualcosa di concreto c'è. La bozza di accordo discussa con il primo ministro Lucas Papademos da George Papandreou (partito socialista), George Karatzaferis (estrema destra di Laos) e Antonis Samaras (centro-destra di Nuova democrazia) è composta da 43 pagine in inglese. La trattativa si è arenata per ore anche perché Karatzaferis ha preteso di leggere il documento in greco. In quelle pagine, vengono richieste misure definite dai partiti «molto più dure del previsto», misure che altri governi in situazioni meno drammatiche, probabilmente, non avrebbero mai accettato. Luigi Offeddu [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA Rassegna stampa Corriere della Sera "Ma Fornero apre a Camusso La tentazione dello scambio" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa CORRIERE DELLA SERA - CORRIERE DELLA SERA sezione: Primo Piano data: 09/02/2012 - pag: 9 Ma Fornero apre a Camusso La tentazione dello scambio Alleggerimento sulle pensioni contro concessioni sui licenziamenti ROMA Elsa Fornero e Susanna Camusso ancora non si intendono. Certo va un po' meglio dopo il duro scontro all'indomani della riforma delle pensioni. E il lungo incontro di ieri mattina tra il ministro del Lavoro e il segretario della Cgil testimonia della volontà di discutere. Ma, detto questo, le posizioni restano molto distanti. Ancora sulle pensioni, perché Camusso non si rassegna a considerare chiusa la partita. E poi sulla riforma del mercato del lavoro, perché, ancor prima di arrivare all'articolo 18, materia esplosiva, resta il problema degli ammortizzatori sociali: cassa integrazione straordinaria e indennità di mobilità, sulle quali Fornero vorrebbe intervenire in un modo che a Camusso non piace affatto. Ma, a dire il vero, su pensioni e ammortizzatori le posizioni della leader della Cgil sono sostanzialmente le stesse dei segretari della Cisl e della Uil. Sui licenziamenti poi, al di là delle aperture di Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil) sulle modifiche all'articolo 18 aperture non condivise da Camusso sta emergendo un contrasto di non poco conto fra le stesse Cisl e Uil con la Confindustria. E così, anche se ieri sindacati e associazioni imprenditoriali (esclusi artigiani e commercianti) si sono incontrati e hanno avviato un tavolo permanente per cercare convergenze sui diversi temi, si può già escludere che queste saranno trovate sull'articolo 18. Del resto, anche da un punto di vista tattico, la Confindustria non ha alcuna convenienza a proporre insieme col sindacato modifiche alla normativa sui licenziamenti che oltretutto giudica insufficienti, sapendo che il governo è pronto a cambiamenti più radicali, sui quali potrebbe mettere anche il voto di fiducia. Pensioni e articolo 18 restano dunque i due macigni sul «sentiero largo» verso l'accordo del quale ha parlato ieri Fornero. E forse sono intrecciati fra loro, nel senso che potrebbero essere oggetto dello scambio finale: un ammorbidimento della riforma (ma il ministro per ora è indisponibile) in cambio di una secca riduzione dell'ambito di applicazione del diritto al reintegro sui licenziamenti. Ma andiamo con ordine. Oggi Camusso, Bonanni, Angeletti e il segretario dell'Ugl, Giovanni Centrella, saranno insieme in piazza del Pantheon per il presidio col quale i sindacati chiedono da settimane al Parlamento di modificare la riforma delle pensioni per non lasciare decine di migliaia di lavoratori, almeno 60mila secondo le confederazioni, senza stipendio e senza pensione in seguito alle ristrutturazioni industriali in corso. Questi lavoratori, chiedono i sindacati, dovrebbero andare in pensione con le vecchie regole. E veniamo all'articolo 18. Cisl e Uil propongono di togliere il diritto al reintegro per i soli licenziamenti per motivi economici, da definire nel dettaglio. La reintegra dovrebbe restare oltre che per i licenziamenti discriminatori anche per quelli disciplinari (giusta causa e giustificato motivo), che sono il vero punto delicato. La Confindustria invece vuole lasciarla esclusivamente per quelli discriminatori (razza, religione, maternità, eccetera) mentre in tutti gli altri casi, compresi quelli disciplinari, si potrebbe licenziare indennizzando il lavoratore. Per capire la differenza, che è enorme, un tecnico della trattativa spiega: «Se in un palazzo la portineria viene soppressa, sono tutti d'accordo che si può licenziare il portiere senza articolo 18. Se invece il portiere dorme e non sorveglia chi entra, secondo le imprese si licenzia, si indennizza e via. Secondo i sindacati, invece, il portiere deve poter ricorrere al giudice, il quale se ritiene che il licenziamento sia ingiusto, lo reintegra». Ora, i sindacati pensano che a togliere di mezzo l'articolo 18 non si potrà arrivare e quindi che alle imprese converrebbe trovare intanto un compromesso. La Confindustria è di altro avviso. Enrico Marro RIPRODUZIONE RISERVATA Rassegna stampa Daily Yomiuri, The "DPJ should shelve new pension system plan" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa This is not the time for the government and the Democratic Party of Japan to charge ahead with the adoption of the new pension system touted in the DPJ's 2009 House of Representatives election manifesto. If the DPJ intends to proceed with talks on integrated reform of the social security and tax systems with opposition parties, the party should declare it will shelve this pension plan. The DPJ wants to establish a new premium-based earnings-related pension scheme, which integrates the existing corporate employees pension, mutual aid pension and national pension plans. The envisaged system would draw on taxpayers' money to provide a minimum guaranteed pension of 70,000 yen a month to elderly people eligible for only a small pension benefit. During an interpellation session in the lower house on Friday, New Komeito Secretary General Yoshihisa Inoue ripped into Prime Minister Yoshihiko Noda over the planned pension system. "The fundamentals of the system have yet to be presented in detail," Inoue said. Noda reiterated that the government plans to submit bills to introduce the new pension system to the Diet next year, saying, "The government will promote discussions to reach a national consensus." === Where will money come from? The problem lies in where the money to finance this system would come from. According to an unofficial DPJ estimate, introducing a minimum guaranteed pension would require an additional 25.6 trillion yen for fiscal 2075, when Japan's graying population is expected to peak, compared to a situation in which the current basic pension system is maintained. The Noda administration plans to raise the consumption tax rate to 10 percent as part of integrated reform of the social security and tax systems. But the estimate showed bankrolling a minimum guaranteed pension would require the consumption tax to be jacked up by another 7.1 percentage points. Increasing the consumption tax rate to 10 percent has been anything but easy. Forging ahead with this new pension system will only whip up more confusion. Allowing the new pension system to hamper integrated reform of the social security and tax systems is like putting the cart before the horse. Given the expected rapid increase in health and nursing care costs in the future, the likelihood that the new pension system will become a reality is very low. Liberal Democratic Party President Sadakazu Tanigaki was quite right to lash out at the DPJ for "insisting it can do something that's impossible to do." === Have courage to back down Last summer, the government and the ruling parties effectively iced a plan to establish the DPJ's new pension system, when they finalized an outline for integrated reform of the social security and tax systems under Kaoru Yosano, then state minister in charge of economic and fiscal policy. Instead, they said they would reform the existing pension system. However, now Noda and DPJ executives have started clearly saying they will have bills on the new pension system submitted to the Diet next year. Apparently with an eye on the next general election, the DPJ decided it would be a bad idea to withdraw the new pension system, which was an eye-catching key policy in its manifesto. However, now is precisely the time for the DPJ to find the courage to wave goodbye to its manifesto. Carrying out integrated reform of the social security and tax systems is an important and urgent task. Drastic reform of the pension system include integrating corporate employees pension and mutual aid pension plans; shortening the minimum period of enrollment required to receive pension payments; and providing help to people eligible for only very small benefits. These items mostly overlap with a pension reform plan put forward by the LDP and Komeito when they were the ruling coalition. As such, we expect all parties to hold constructive discussions on these issues. In the 1990s, Sweden organized a task force comprising members of ruling and opposition parties and completely overhauled its pension system despite a change of government during the process. Japan also has reached the point where it must apply such wisdom and efforts to build consensus. (From The Yomiuri Shimbun, Jan. 28, 2012) (Jan. 29, 2012) Rassegna stampa Daily Yomiuri, The "Govt needs to rethink long-term social security / Latest population estimate shows integrated reforms needed to support 'super-gray' society" Indietro As people aged 65 or older are expected to account for about 40 percent of the population in 2060, the government and both the ruling and opposition parties are now under pressure to rethink their long-term social security policies. Japan will become a "super-gray" society in 2060, according to an estimate released Monday by the National Institute of Population and Social Security Research, an organization operated by the Health, Labor and Welfare Ministry. At the same time, the population is also expected to dramatically decline. "The aging of the population will continue, and it is unlikely that the birthrate will rapidly increase," Chief Cabinet Secretary Osamu Fujimura said at a press conference held Monday. "This means that the proportion of people bearing the cost of the social security system will decrease, making it necessary to carry out integrated reform of the social security and tax systems." Azuma Koshiishi, secretary general of the Democratic Party of Japan, suggested the government needs to take the estimate seriously and take further steps to deal with the graying society and declining population. "The integrated reform of the social security and tax systems could be one of the measures to tackle the problem, but we don't think it will solve everything," he said at a press conference Monday. Data: 09/02/2012 Stampa The estimated future population, based on the 2010 census, showed the composition of Japan's population will be top-heavy in 2060 due to the declining birthrate and aging population, thereby distorting the nation's social structure. One example is the balance between the elderly, those aged 65 and older, and working-age citizens between the ages of 15 and 64. Under the current social security system, the latter supports the former. In 2010, one retiree was supported by 2.8 workers. However, in 2060, it is presumed there will be just 1.3 workers per retiree. By contrast, in 1960, one retiree was supported by 11.2 workers. This means in the span of 100 years, the number of supporting workers per one retiree is expected to decrease by 10. The decrease in the working-age population will have a big impact on the nation's social security system as Japan's health care, pension and elderly care systems are all dependent on insurance premiums paid by working-age citizens. The institute makes three types of estimates for Members of the Social Security Council's population subcommittee fertility and mortality rates: moderate, optimistic speak at a meeting held Monday at the Health, Labor and Welfare and pessimistic. According to the institute, in the Ministry. moderate estimate, the total fertility rate--the average number of children a woman will have during her lifetime--will be 1.35 in 2060, a slight increase of 0.09 point from the previous estimate released in 2006. Due to the increase, a senior health ministry official said the government has no need to review its short-term social security policies. However, this modest increase in the total fertility rate is unlikely to affect current difficulties in pension financing. Under the current system, pension benefits received by the elderly are paid for by premiums from younger generations. As younger generations continue to shrink, so will pension premiums--meaning the government will eventually be forced to reduce pension benefits. Should the government be unable to curb the growing population imbalance between older and younger generations, it will be difficult to provide stable pension benefits for the elderly. Last month, the government and ruling parties compiled a draft for the integrated reform of the social security and tax systems. The draft stipulates the consumption tax rate should be increased to 10 percent in October 2015, and includes an outline for the social security system until 2025. However, the draft does not take into consideration the estimated population composition until 2060. Under the integrated reform, the government plans to increase the budget for improving the environment for having and raising children, as well as promoting women's participation in society, by more than 1 trillion yen in 2015, about 700 billion yen of which will be covered by consumption tax. The measures include integrating kindergartens and child day care centers. The DPJ's estimate on drastic pension reform suggests the government needs to raise the consumption tax rate by a maximum of 7.1 percentage points based on the premise that it would fully introduce a minimum guaranteed pension system for elderly people in 2055. However, this estimate should be revised as it does not reflect the institute's latest population estimate. (Feb. 1, 2012) Rassegna stampa Fatto Quotidiano, Il "PREVIDENZA PRIVATA, GLI AFFARISTI A CACCIA DEL TESORO DA 40 MILIARDI" Indietro PREVIDENZA PRIVATA, GLI AFFARISTI A CACCIA DEL TESORO DA 40 MILIARDI Dura la vita dei gestori delle casse pensioni. Tra palazzi che passano di mano a prezzi stellari e consulenze milionarie per i soliti noti, il mondo della previdenza privata torna al centro di polemiche e sospetti. Sarà un’inchiesta della magistratura a valutare la correttezza dell’incredibile affare di via della Stamperia a Roma, con la cassa degli psicologi (Enpap) che ha pagato 44 milioni un palazzo passato di mano per 26 milioni giusto il giorno prima. Da mesi però i vertici degli enti previdenziali privati sono occupati ad arginare l’onda lunga di sospetti forse ancora più insidiosi. IL FATTO è che attorno a queste istituzioni, sottoposte formalmente alla vigilanza del governo, negli ultimi anni è proliferato un mondo di consulenti e intermediari. Una pletora di professionisti a caccia di incarichi milionari. I conflitti di interesse sono all’ordine del giorno e spesso la pista dei soldi porta dritto nei soliti paradisi fiscali, dal Lussemburgo alle isole del Canale. La posta in palio è enorme. Le casse manovrano qualcosa come 40 miliardi di euro (tra immobili e titoli) nell’interesse di quasi 2 milioni di medici, avvocati, ingegneri, architetti e molte altre categorie ancora. Una simile torta moltiplica gli appetiti. Per vincere una lotteria milionaria basta riuscire a deviare una piccola parte di quel gran fiume di soldi. Non è un caso allora che all’Enpam, la cassa dei medici, sia in corso da mesi una battaglia a suon di carte bollate che coinvolge Mangusta risk e Sri, due società di consulenza tra le più attive a fianco degli enti previdenziali. Sarebbe troppo lungo anche solo accennare in questa sede alle questioni al centro della disputa. Per capire come vanno le cose nel mondo fatato delle casse pensioni può però essere illuminante un’altra vicenda che il Fatto Quotidiano ha potuto ricostruire. Si parte da Lussemburgo. Ha sede qui la Ncp sicar, che sarebbe un fondo di fondi, cioè un veicolo che raccoglie capitali per poi dirottarli in altri fondi d’investimento che a loro volta partecipano al capitale di piccole aziende. Ncp è una realtà minuscola nel mare magnum della finanza globale. Dispone di poco più di 100 milioni di euro e ha arruolato una mezza dozzina di clienti in Italia. Tra questi troviamo fondazioni bancarie come quella di Alessandria e anche due casse: l’Enpam e l’Inpgi, l’ente previdenziale dei giornalisti che ha puntato 22 milioni sul fondo lussemburghese. LA SORPRESA, la prima, è che la società che gestisce Ncp risulta costituita (marzo 2007) da tre finanziarie con base nel paradiso fiscale dell’Isola di Man e da un’altra di Madeira, rifugio off shore in mezzo all’Atlantico. Il 25 per cento di Ncp è invece di proprietà del finanziere Romain Zaleski, finito sull’orlo del crac un paio di anni fa. In sostanza non è dato sapere chi controlla davvero Ncp, cioè l’ente che gestisce, tra l’altro, denaro versato da medici e giornalisti. Il particolare non è di poco conto, se si pensa che sui conti di Ncp sono affluiti nel corso del 2010 oltre 2 milioni di euro a titolo di management fee, cioè le commissioni versate come compenso per la gestione. A sua volta, come risulta dal bilancio, la Ncp lussemburghese ha dirottato quei soldi verso non meglio precisati beneficiari. Nebbia fitta, insomma, anche se, a ben guardare, in Italia si scopre una traccia interessante. A Milano infatti c’è una Ncp srl, che sta per Network capital partners. Tra i soci troviamo ancora Zaleski e tre manager. Sono Carlo Baravalle, Marco Lippi e Marco Taricco. Proprio Baravalle sarebbe il gestore del fondo. E ’ lui che tiene i rapporti con fondazioni e casse Data: 09/02/2012 Stampa previdenziali. Almeno uno dei suoi soci però gioca almeno due ruoli in commedia. Taricco infatti è uno dei principali dirigenti in Italia della banca d’affari americana Jp Morgan Chase, uno dei colossi che dominano la finanza internazionale. Si può dire che Jp Morgan fa affari praticamente con tutte le istituzioni finanziarie del nostro Paese. Taricco, in qualità di manager della banca Usa, negli anni scorsi ha avuto rapporti con la Fondazione Cassa di Alessandria. Allo stesso tempo, però, il medesimo Taricco ha personalmente promosso un fondo finanziato dalla fondazione piemontese. Per finire va segnalato che fino al 2009 tra i soci della Ncp italiana compariva anche il commercialista Daniele Pittatore, il quale sostiene di non aver mai avuto niente a che fare con il fondo. Suo padre Gianfranco, però, scomparso ad agosto del 2009, era il presidente della Fondazione Cassa di Alessandria che ha investito in Ncp sicar. Quella di Lussemburgo. Con i soci off shore. Rassegna stampa Gazzetta del Sud "Emendamento bipartisan a favore degli "esodati"" Indietro > Attualità (09/02/2012) Emendamento bipartisan a favore degli "esodati" Giovanna Mandelli ROMA Salvare i lavoratori «esodati», quelli cioè che hanno accettato di uscire dalle proprie aziende pensando di poter andare in pensione nel giro di qualche mese e che dopo la riforma si ritrovano senza lavoro e senza pensione. È quello che chiedono Pd e Pdl che hanno presentato un emendamento comune al decreto «milleproroghe», al voto nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato. Si sta cercando una copertura per salvare gli esodati. Già alla Camera era stato approvato in modo bipartisan un articolo che prevedeva che le nuove regole previdenziali non valessero per gli «esodati» usciti dalle proprie aziende entro lo scorso dicembre. L'emendamento presentato da Maurizio Castro e Giorgio Roilo, capigruppo del Pdl e del Pd in commissione Lavoro, amplia la platea, a tutti quei lavoratori che hanno pattuito l'uscita dall'azienda entro dicembre, anche se poi lasceranno il lavoro nei prossimi mesi. Si tratta, hanno detto Castro e Roilo, di lavoratori di fatto «costretti ad accettare i cosiddetti "scivoli"» e che ora «potrebbero ritrovarsi in una situazione drammatica, senza più lavoro e ancora senza pensione, esposti a grave precarietà». La platea è ampia, e va dai lavoratori Fiat di Termini Imerese a quelli delle Poste, parlando per una miriade di piccole imprese: decine di migliaia di persone. Ma non si sa esattamente quanti sono il che rende difficile identificare la copertura finanziaria su cui sta lavorando la Ragioneria generale dello Stato. Stamani un presidio di Cgil, Cisl e Uil al Pantheon ricorderà a senatori e governo il problema. Si è poi aperta una vecchia «querelle» tra mobilifici della Brianza e quelli della Toscana. Montecitorio ha approvato all'unanimità lo spostamento dal 2006 al 2016 dell'applicazione della proprietà intellettuale sul design storico divenuto di pubblico dominio, come chiedono i produttori di mobili della Val d'Elsa e della Valdarno che chiedono alcuni anni per riconvertire le loro produzioni industriali. Contro la proroga i mobilifici della Brianza e anche Confindustria. Domani le commissioni voteranno il decreto che è atteso in aula martedì. Data: 09/02/2012 Stampa Torna Indietro Rassegna stampa Italia Oggi "Commercialisti, contributi più cari" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa ItaliaOggi sezione: Diritto e Fisco data: 09/02/2012 - pag: 23 autore: Pagina a cura di Ignazio Marino Dai ministeri l'ok definitivo alle delibere dell'ente di previdenza. Anedda: una riforma per i giovani Commercialisti, contributi più cari Sui redditi si pagherà fino al 12%. Ne guadagnerà la pensione Contributi previdenziali più cari per i commercialisti ma destinati a fruttare di più ai fini pensionistici. I ministeri vigilanti (lavoro ed economia) hanno dato ieri il via libera definitivo alla mini riforma proposta dalla Cassa di previdenza di categoria che prevede l'innalzamento dal primo gennaio 2012 dell'aliquota soggettiva sui redditi dal 10 al 12% in tre anni. Tale incremento garantirà agli iscritti importi percentualmente superiori alla contribuzione effettivamente versata: si paga il 12% ma sul montante individuale viene accredito l'equivalente del 15% (si veda tabella in pagina). Tale premialità, nel rispetto del principio di equità intergenerazionale, sarà collegata e crescente al crescere del numero di anni che l'iscritto vanta nel sistema contributivo. Si completa così un faticoso percorso di autoriforma iniziato con l'approvazione da parte dell'assemblea dei delegati dell'apposita delibera il 24 maggio 2011. Dopo un lungo silenzio da parte dei ministeri vigilanti, infatti, il 10 gennaio 2012 è arrivata la conferma al contributo integrativo al 4% (a carico del cliente) sine die. Mentre ieri è arrivato l'ok anche al meccanismo che premia chi verserà di più. E che apre le porte ad un meccanismo virtuoso per il quale più si versa e più migliorerà in fondo alla carriera il trattamento pensionistico. Le misure. Quattro i principali punti delle delibere approvate dai ministeri vigilanti. Il primo: il riconoscimento sine die del contributo integrativo al 4% (già confermato il 10 gennaio scorso «nelle more della emanazione del Decreto Interministeriale di approvazione»). Il secondo: l'aumento dell'aliquota di contributo soggettivo: l'11% per gli anni 2012 e 2013 e 12% dal 2014; scompare di conseguenza il tetto massimo dell'aliquota al 17%. Il terzo: il riconoscimento di un trattamento proporzionalmente superiore a quello calcolato sulla base del solo contributo soggettivo versato, in misura crescente al crescere della aliquota di versamento prescelta e in funzione dell'anzianità maturata con il metodo di calcolo contributivo, attraverso l'utilizzo di una aliquota «di computo» superiore a quella «di finanziamento». Il quarto: la rateizzazione delle eccedenze contributive per chi non ha versato quanto dovuto. Il pacchetto di misure, sottolinea una nota della Cnpadc, è concepito per generare maggiori entrate che, nel sistema contributivo di riferimento della Cassa, andranno a finanziare migliori trattamenti pensionistici A specifica salvaguardia delle fasce categoriali più deboli, la premialità viene riconosciuta anche nel caso di versamento del solo contributo fisso minimo, il cui importo non è stato aumentatoIl commento. «È giunto a conclusione un impegnativo percorso che permette alla Cassa di vedere garantita, con sempre maggior fiducia, oltre alla sostenibilità del sistema, anche la maggior adeguatezza delle prestazioni previdenziali che andrà ad erogare», dichiara a caldo il presidende dell'ente Walter Anedda. Che aggiunge: «Gli interventi approvati concorreranno a migliorare i trattamenti previdenziali per le generazioni più giovani che, oltretutto, potranno anche contare su ulteriori misure quali quelle legate alla c.d. Legge Lo Presti. La manovra garantisce le fasce categoriali più deboli e tende a promuove una maggiore coscienza previdenziale del professionista poiché il meccanismo di premialità è proporzionale al crescere dell'aliquota di contribuzione soggettiva utilizzata». Rassegna stampa Italia Oggi "Pensioni, si cambia registro" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa ItaliaOggi sezione: Tributaristi - Ancot data: 09/02/2012 - pag: 38 autore: Primo grande successo dell'Ancot sulla tutela previdenziale dei tributaristi Pensioni, si cambia registro Tutti i contributi versati utili per la totalizzazione Un primo importante passo in avanti per la tutela previdenziale di coloro che versano i contributi alla gestione separata dell'Inps. Un risultato che è stato ottenuto grazie alla tenacia dell'Ancot Associazione nazionale consulenti tributari che insieme al Colap e ai Radicali Italiani, da tempo, porta avanti la battaglia per i cosiddetti «Contributi Silenti». Con la Manovra di Monti è cambiata la pensione dei professionisti senza Albo nella Gestione Separata Inps anche se resta sempre il problema dei Contributi Silenti. «Con la “Legge di Natale” la n. 214 del 22/12/2011, con decorrenza 1/1/2012», spiega il presidente dell'Ancot Associazione nazionale consulenti tributari Arvedo Marinelli, «tutti i periodi assicurativi, quindi anche quelli inferiori i tre anni, saranno validi per la totalizzazione dei periodi assicurativi «ai fini delle pensione di vecchiaia e di anzianità di cui all'art. 1 comma 1 della Legge 02/02/2006 n. 42». Ma cosa comporta questa novità?«Gli iscritti a due o più forme di assicurazione obbligatoria per invalidità, vecchiaia e superstiti, nonché alle forme pensionistiche obbligatorie, tra cui anche la Gestione Separate Inps, possono cumulare tutti i periodi assicurativi non coincidenti, al fine del conseguimento di un'unica pensione, senza nessuna perdita. In altre parole la «totalizzazione» consente di riunire «gratuitamente» i contributi versati presso gestioni previdenziali diverse che, da soli, non darebbero diritto alla pensione. «Una volta totalizzati» i vari periodi, ciascuna gestione paga la pensione a sua carico. È quindi una buona notizia nella batosta pensionistica della «Manovra di Natale». Un'ingiustizia eliminata dal Governo Monti grazie anche all'innalzamento dell'età pensionabile e quindi non certo un regalo!». La Riforma invece non ha toccato l'Istituto della «Ricongiunzione» che come la totalizzazione risulta utile a coloro che sempre più frequentemente hanno carriere lavorative discontinue e con versamenti contributivi in più gestioni. La ricongiunzione è divenuta più interessante per la sempre più frequente mobilità dei lavoratori dal settore privato a quello pubblico e viceversa e per la coesistenza di periodi di lavoro dipendente con attività di lavoro autonomo o professionale». È auspicabile quindi che il legislatore ponga rimedio a questa situazione che potrebbe permettere a tanti lavoratori autonomi, molti dei quali in questa delicata fase congiunturale sono socialmente deboli, a veder tutelati i propri diritti e per certi versi anche la propria dignità. Infatti anche con la «Manovra di Natale» «non si è eliminato», ha aggiunto Marinelli, «ancora il problema dei ContributiSilenti ovvero di quei contributi versati dagli obbligati alla Gestione Separata Inps che non maturano un pensione e che, pure essendo ora totalizzabili, restano non ricongiungibili. I più giovani e più deboli sul mercato del lavoro, costretti a contratti co.co.co o ad aprire la partita Iva per lavori stagionali o a intermittenza, non possono essere puniti anche in vecchiaia non riconoscendo loro contributi molto elevati versati a spezzoni». «Per questi contributi bisogna trovare una soluzione che metta fine a questa grande ingiustizia! Essendo il metodo di calcolo della pensione contributivo, bisogna considerare validi tutti i contributi versati senza nessuna perdita, sia ai fini della totalizzazione come già fatto, sia ai fini della ricongiunzione». Rassegna stampa Quotidiano del Nord.com "Decreto Milleproroghe, domani presidio unitario Cgil, Cisl e Uil, a Piazza del Pantheon" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa Decreto Milleproroghe, domani presidio unitario Cgil, Cisl e Uil, a Piazza del Pantheon MERCOLEDÌ 08 FEBBRAIO 2012 18:10 Notizie - Economia (Sesto Potere) - Roma - 8 febbraio 2012 - Cgil, Cisl e Uil promuovono per il 9 febbraio dalle ore 15:00 a Piazza del Pantheon un presidio unitario, al quale parteciperanno i Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, per chiedere modifiche al decreto Milleproroghe sulle misure di carattere previdenziale. Il testo di tale decreto approvato alla Camera, infatti, non risolve i problemi che, tutti i lavoratori e le lavoratrici che hanno perso il lavoro (o perchè coinvolti da crisi aziendali o per altre fattispecie), si trovano ad affrontare a seguito dell'innalzamento repentino dei requisiti di accesso al pensionamento. Questi lavoratori e lavoratrici non possono essere costretti ad affrontare periodi senza lavoro, senza più ammortizzatori sociali e senza pensione. Per questo vanno garantite le risorse necessarie alla copertura di questa irrinunciabile esigenza. Inoltre vanno esclusi dalle penalizzazioni in caso di pensione anticipata ad età inferiori ai 62 anni anche i periodi di maternità facoltativa, di congedi per assistenza ai disabili, di cassa integrazione straordinaria, di mobilità e quelli relativi al riscatto della laurea e al riscatto della contribuzione omessa. Cgil, Cisl e Uil chiedono anche di eliminare l'aggancio all'aumento dell'aspettativa di vita del requisito contributivo ai fini dell'accesso al pensionamento anticipato. Per quanto concerne il problema delle pensioni del comparto scuola e AFAM, dove vige una specifica normativa, deve essere prevista l'opportunità di far slittare al 31 agosto del 2012 il termine per acquisire i requisiti per l'accesso alle pensioni con le norme previgenti la nuova normativa. Cgil, Cisl e Uil, infine, continueranno a porre al Governo e al Parlamento la necessità di restituire un carattere di gradualità nell'accesso al pensionamento senza il quale l'impatto sulle condizioni di vita e di lavoro delle persone, nonché sull'occupazione dei giovani, risulta particolarmente pesante Rassegna stampa Reuters UK "Fees, poor choices corroding pension pots - study" Data: 09/02/2012 Indietro Stampa Fees, poor choices corroding pension pots - study 12:03am GMT By Anjuli Davies LONDON (Reuters) - Failure to shop around for pension and annuity deals will deprive some Britons of up to a quarter of the income they could have secured in retirement, forcing them to work longer, a report released on Thursday shows. With some major pension providers offering fees of just 0.3 percent, employers who capitalise on those rates instead of typical fees of 1.5 percent could boost a saver's retirement income by 17 percent, a report for the National Association of Pension Funds (NAPF) by the Pensions Policy Institute (PPI) finds. Added to this, the failure of around a third of people to "shop around" for the best annuity, could be reducing income from a pension by 12 percent, resulting in a two-year extension to working life. "Getting a good deal on charges and annuities can mean the difference between enjoying retirement and spending years more at the desk," said Joanne Segars, NAPF Chief Executive. The report looked at how decisions made by savers could affect the pension of a median earning male who has a salary of 20,000 pounds per year at the age of 25 and is due to retire in 2055 at the age of 68. There are seven factors altogether that could triple an average earner's annual retirement income to 7,710 pounds (in 2011 earnings terms) from 2,200 pounds, the report said. Opting into a pension from the age of 30 instead of 40 could add 990 pounds a year extra, while paying 1 percent more in employee pension contributions would add 780 pounds when coupled with a 1 percent increase in employer contributions. The full report can be downloaded from the PPI's website at www.pensionspolicyinstitute.org.uk from 0800 GMT on Thursday February 9. TOXIC SYSTEM The NAPF recently warned that the "toxic" UK annuity market is costing half a million retirees each year as much as 1 billion pounds in future pension income. Savers are not able to shop around for the best deal because one in four had a pension pot of less than 50,000 pounds, and most annuity advisers would not find it profitable to advise on pots of this size. This effectively shuts savers out of the "Open Market Option" (OMO) where they can find the best products and rates, the organisation warned. The Association of British Insurers is currently undertaking work on encouraging shopping around through the OMO. The NAPF represents 1,200 pension schemes in the UK, with 15 million members and assets of around 800 billion pounds. (Reporting By Anjuli Davies; Editing by Will Waterman) Rassegna stampa Riformista.it, Il "Grecia/ Non c'è accordo su riforme, nodo resta taglio pensioni" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa TMnews Grecia/ Non c'è accordo su riforme, nodo resta taglio pensioni E OGGI CONVOCATO L'EUROGRUPPO A BRUXELLES Atene, 9 feb. (TMNews) - Non c'è accordo in Grecia sul processo di riforma richiesto dall'Europa. La riunione tra il primo ministro Lucas Papademos e i leader dei tre principali partiti greci sul piano di salvataggio del paese, si è conclusa senza un'intesa globale. A dividere le parti è soprattutto il programma di tagli alle pensioni, in particolare quelle integrative. "C'è un'accordo su tutti i punti del programma, salvo uno. E questo richiede ulteriori discussioni con la troika", ha sottolineato Papademos. Il primo ministro ha così deciso di sedersi, nuovamente, al tavolo dei negoziati con Unione Europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale al fine di "concludere un accordo in vista della riunione dell'eurogruppo", convocata per oggi alle 18 a Bruxelles. Tra le misure prese in considerazione, figurano la riduzione del salario minimo, il licenziamento di 15.000 dipendenti del settore pubblico e il taglio E oggi convocato l'Eurogruppo a Bruxelles del 15% delle pensioni complementari. Scelte difficili, di cui nessuno ha voluto assumersi la responsabilità. "Abbiamo passato sette ore a discutere di questo", ha detto il leader dell'estrema destra Georges Karatzaféris. Da parte sua, Antonis Samaras (destra) ha spiegato che "i negoziati continueranno sulla questione delle pensioni. "In questo momento difficile, bisogna avere cura dei pensionati. Questa è una posizione nazionale e di coscienza", ha commentato. (fonte afp) giovedì, 9 febbraio 2012 Rassegna stampa Sole 24 Ore, Il "Alla ricerca di un salvagente con termini meno rigidi" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: NORME E TRIBUTI data: 2012- 02- 09 - pag: 29 Il problema aperto. La decorrenza dei benefici Alla ricerca di un salvagente con termini meno rigidi Angelo Zambelli Con il termine "esodati" si intendono quei lavoratori che, anche in virtù di un incentivo economico da parte dell'azienda in crisi, hanno acconsentito alla cessazione del rapporto di lavoro a fronte della prospettiva di poter usufruire del trattamento pensionistico entro i successivi due o tre anni. Il decreto milleproroghe concede la possibilità di accedere al trattamento pensionistico sulla base dei requisiti della normativa previdenziale previgente all'entrata in vigore del cosiddetto «decreto Salva Italia» (Dl 201/2011, in legge 214) solo a coloro (gli "esodati" appunto) il cui rapporto di lavoro è definitivamente cessato alla data del 31 dicembre 2011 (tale termine, peraltro, inizialmente coincidente con il 31 ottobre 2011, è poi slittato al 4 e infine al 31 dicembre 2011). In altre parole, se il Senato non dovesse apportare ulteriori modifiche alla norma, i lavoratori che alla data del 31 dicembre 2011 si trovavano, e presumibilmente tuttora si trovano, in cassa integrazione (per esempio sospesi a zero ore), non avendo ancora formalmente cessato il proprio rapporto di lavoro non potranno usufruire del "salvagente previdenziale" e dovranno affrontare le conseguenze legate all'innalzamento dei requisiti di accesso alla pensione previsti dal decreto Salva Italia. Per questi lavoratori, che dunque si sono visti improvvisamente privati della possibilità di accedere al trattamento pensionistico al raggiungimento dei "vecchi" requisiti, si potrebbero, quindi, prospettare periodi più o meno lunghi senza retribuzione e senza il sostegno di alcun ammortizzatore sociale. Il problema degli "esodati" riguarda una nutrita popolazione di lavoratori: si pensi, ad esempio, a quei lavoratori collocati in cassa integrazione (straordinaria o in deroga) sulla base di accordi sindacali stipulati nei corso degli ultimi due anni o ai dipendenti di aziende che hanno fatto ricorso ai contratti di solidarietà, con il fine ultimo di essere collocati in mobilità al termine dell'ammortizzatore sociale prescelto. Ciò che certamente colpisce è il carattere straordinariamente tranchant della norma: è stato, infatti, cancellato l'affidamento che gruppi consistenti di lavoratori riponevano sul l'imminente collocamento «in pensione», oltre che sugli accordi sindacali raggiunti dalle parti sociali in occasione delle crisi aziendali che quegli stessi accordi hanno gestito e risolto. A questo punto è in discussione l'eliminazione del termine del 31 dicembre 2011 (proprio oggi ci sarà anche una mobilitazione sindacale) per l'accesso al trattamento pensionistico sulla base dei "vecchi" requisiti e l'estensione di questa tutela anche agli accordi sindacali stipulati dopo il 2011. Ipotizzare una deroga relativa al 2012 è probabilmente eccessivo, viste le necessità economiche del momento, ma sarebbe opportuno che accordi sindacali già sanciti avanti le istituzioni preposte, non ultimo lo stesso ministero del Lavoro, non vengano disattesi. RIPRODUZIONE RISERVATA Rassegna stampa Sole 24 Ore, Il "Atene tratta, oggi l'Eurogruppo" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: PRIMO PIANO data: 2012- 02- 09 - pag: 3 MERCATI E MANOVRA La crisi ellenica Atene tratta, oggi l'Eurogruppo Al tavolo del default. George Karatzaferis (primo da sinistra) leader dell'estrema destra; Antonis Samaras capo dei conservatori; il primo ministro Lucas Papademos; e il leader socialista George Papandreou Convocata la riunione dei ministri finanziari mentre si profila un accordo con la troika AUSTERITY RAFFORZATA Nella bozza di intesa con Ue, Fmi e Bce taglio alle pensioni, riduzione del 20% sui salari minimi e privatizzazioni per 50 miliardi Vittorio Da Rold Dopo la riunione tra governo epartiti c'è accordo su tutti i punti chiesti dalla troika Ue- Bce- Fmi, tranne che sui tagli alle pensioni integrative: è quanto fa sapere l'ufficio del premier Lucas Papademos. I leader dei partiti politici greci si rivedranno di nuovo in mattinata ma ormai é questione di poco. L'annuncio che i ministri finanziari dell'Eurozona si riuniranno oggi alle 18 a Bruxelles è sembrato un implicito riconoscimento che gli accordi per la Grecia sono ormai in dirittura d'arrivo. Salvo che si tratti dell'ennesima forma di pressione sulla Grecia dell'Unione europea. D'altra parte, in mattinata si riunirà a Parigi anche l'agguerrito fronte dei creditori privati. Nella notte era ancora in corso la riunione ad Atene fra il premier tecnico Lucas Papademos e i segretari dei tre partiti che sostengono l'Esecutivo tecnico del premier, ossia George Papandreou del Pasok (socialista), Antonis Samaras di Nea Dimokratia (centro destra) e Giorgos Karatzaferis di Laos (estrema destra) sulle misure di austerità chieste dalla troika composta da funzionari Bce- Ue- Fmi per ottenere in cambio gli aiuti internazionali da 130 miliardi di euro senza i quali Atene non potrà rimborsare i 14,5 miliardi di obbligazioni in scadenza il 20 marzo prossimo. I rappresentanti della troika vogliono la firma dell'intesa quanto prima, in modo che al massimo entro lunedì 13 febbraio l'accordo possa essere ratificato dal Parlamento greco senza esitazioni. Inoltre la troika avrebbe chiesto ai tre leader politici e al premier di firmare un documento che impegnerà (come avvenuto in Portogallo) non soltanto i partiti e il Governo attuale ma anche quello successivo (dato che Atene andrà alle urne ad aprile in uno stato di crescente tensione sociale) sulle misure di austerità, fra le quali la riduzione degli stipendi minimi nel settore privato del 20%, pari a 751 euro al mese, il taglio dei sussidi pensionistici e le privatizzazioni di sei società (la Hellenic Petroleum, Athens Water & Sewage, Thessaloniki Water & Sewage; le due società del gas Depa e Desfa e la società autostradalè Egnatia Odos (nel secondo semestre dell'anno) per 50 miliardi di euro. Atene sta negoziando un taglio alla spesa pari all'1,5% del Pil (circa 3,3 miliardi di euro). Il 30% (1,1 miliardi di euro) dei tagli riguarderebbe la spesa sanitaria, mentre il programma di investimenti pubblici verrebbe ridotto di 300 milioni di euro, così come le spese della difesa. Un documento che darebbe così il disco verde allo scambio dei titoli di Stato in mano ai privati (Psi) che dovrebbe a sua volta permettere alla Grecia di ottenere una sforbiciata di 100 miliardi di dollari sui propri debiti e al tempo stesso di poter emettere nuovi titoli trentennali a un tasso molto basso, pari al 3,6% e un perdita complessiva pari al 70% dell'investimento. A quel punto la Banca centrale europea, sotto la guida pragmatica di Mario Draghi, concederà uno "sconto" sul debito greco del valore di 11 miliardi di euro. Secondo indiscrezioni rilanciate l'altro ieri dal Wall Street Journal, infatti, la Bce ha convenuto di scambiare i bond greci acquistati sul mercato secondario nel corso del 2011 con i bond emessi dall'European Financial Stability Facility a un prezzo inferiore al loro valore nominale. L'operazione ridurrà il debito greco di una cifra che, secondo gli analisti, dovrebbe arrivare appunto a 11 miliardi di euro. Un altro prezioso tassello per ridurre il rischio contagio dell'Eurozona che dopo il varo del fiscal compact che obbliga i partner al pareggio di bilancio dovrebbe poter finalmente chiudere la partita greca e tornare a occuparsi della crescita dell'economia europea. RIPRODUZIONE RISERVATATRE ANNI DI AUSTERITY2010 8% del Pil Il totale delle misure Tagli a Sanità e Difesa ma si inizia dalla pubblica amministrazioneSi inizia dalle pensioni Il risanamento greco parte dalla pubblica amministrazione con un primo taglio degli stipendi del 20% e la riduzione del 20% delle pensioni dei dipendenti Sul fronte delle entrate vengono ridotte le agevolazioni: la soglia di esenzione sui redditi scende da 12mila a 5mila euro l'anno Aumentano le accise sulla benzina e l'aliquota Iva sui beni alimentari I tagli alla spesa colpiscono anche la Sanità e la Difesa Viene avviata la riforma delle amministrazioni locali: eliminate 57 Province (sostituite da 13 macroregioni), ridotti i Comuni da 1.034 a 325 Novità anche per gli enti pubblici: fusione tra scuole, università, agenzie delle entrate, prefetture, ambasciate, consolati2011 9% del Pil Il peso della manovra Ma le annunciate privatizzazioni restano sulla carta2012 5,6% del Pil La nuova stretta Si avvicina il default, la troika chiede ulteriori sforziGli ultimi annunci Tassa di solidarietà: prelievo tra l'1% e il 5% sui redditi del 2011 Privatizzazioni: previste per un totale di 50 miliardi di euro entro il 2015 La troika ha chiesto la riduzione degli stipendi minimi nel settore privato del 20% La Grecia inoltre dovrebbe tagliare i sussidi pensionistici e i licenziamenti di 15mila dipendenti in esubero nella pubblica amministrazione entro il 2012 Inoltre il Governo di Atene dovrà, secondo le richieste di Fmi, Ue e Bce, tagliare la spesa pubblica dell'1,5% del Pil (circa 3,3 miliardi di euro): il 30% dei tagli riguarderebbero la spesa sanitaria, mentre il programma di investimenti pubblici verrebbe ridotto di 300 milioni di euro, così come le spese della DifesaDai bonus all'Ici Retribuzioni nel pubblico: tetto di 1.900 euro e riduzione dei bonus con un taglio ulteriore del 20% agli stipendi Pensioni: prelievo del 20% sulla quota che supera i 1.000 euro al mese; del 40% per i pensionati con meno di 55 anni; tagli del 15% agli ex dipendenti di banche e aziende di Stato Imposte: la soglia di esenzione sui redditi scende da 8mila a 5mila euro l'anno Dipendenti pubblici: 15mila prepensionati e mille licenziati Privatizzazioni: nonostante gli annunci venduto solo il 10% di Hellenic Telekom Ote a Deutsche Telekom (400 milioni di euro) Aumento dell'Iva dal 13 al 23% per bar, ristoranti e beni di lusso Viene introdotta una nuova Ici sulla casa Rassegna stampa Sole 24 Ore, Il "Detrazioni maggiori per chi ha più spese" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: PRIMO PIANO data: 2012- 02- 09 - pag: 12 Detrazioni maggiori per chi ha più spese DICHIARAZIONE Eliminiamo il contante Eliminare completamente il contante, sia esso in carta o in moneta. Questo permetterebbe al cittadino italiano di pagare solo l'Iva, magari aumentandola al 25%. Basta tasse, basta imposte, solo e semplicemente l'Iva su ogni acquisto o pagamento. Senza contanti sparirebbero completamente l'evasione fiscale, le rapine, il lavoro nero. Con un Pil che sfiorerebbe i 2.000 miliardi all'anno, sono convinto che razionalizzando le spese ed evitando gli sprechi, un gettito da Iva di 500 miliardi all'anno basterebbe per il bilancio dello stato, e questo permetterebbe di abolire tante stupide tasse come ticket sanitari, bollo auto, canone rai etc..... oltre a poter portare il prezzo della benzina ad un più equo euro al litro. Infine si potrebbe innalzare le pensioni, visto che trovo anticostituzionale far pagare le tasse (Irpef) a un pensionato, in quanto si sa che il pensionato non produce reddito, ma lo consuma, e l'Irpef è un'imposta sul reddito. Gabrielli Marco Tassare i prelievi dei soci Da diversi anni seguo i bilanci di aziende medio grandi, e vedo sempre da parte dei soci un massiccio ricorso alla voce «prelevamento soci» dove finiscono tutti i prelievi da parte dei titolari. Tengo a fare presente che spesse volte le aziende chiudono in pari, per cui non pagano tasse, né come azienda né come persone fisiche perché non ci sono utili. Però questi soci fanno vita da gran signori con i prelievi dai conti correnti aziendali e pagono poco o nulla di tasse e spolpano le finanze aziendali. Inoltre, sotto la voce «prelevamento soci» finisce anche quanto usato per fare pagamenti in nero, per questo propongo di tassare in capo ai soci questi fantomatici prelevamenti. A.M. Carico fiscale sui consumi Trasferendo integralmente il carico fiscale dal lavoro ai consumi si otterrebbe l'eliminazione dell'obbligo della dichiarazione dei redditi e delle dichiarazioni contributive. Infatti resterebbero da tassare soltanto i redditi immobiliari e finanziari, attribuendo allo Stato l'onere della dichiarazione avendo esso già la possibilità di acquisire autonomamente tutti gli elementi necessari allo scopo. Al contribuente non resterebbe che controllare che non gli siano stati attribuiti redditi per errore. La si potrebbe chiamare D.A.I. Dichiarazione di Attribuzione d'Imposta. Ma allargando la visuale oltre l'aspetto della dichiarazione, i vantaggi di una riforma che elimini totalmente il cuneo fiscale sarebbero innumerevoli. Si invita a consultare il sito www.il53.it dove è dato ampio risalto alla proposta di legge di iniziativa popolare pubblicata sulla G.U. del 28 settembre 2011 che prevede l'interpretazione autentica dell'art. 53 della Costituzione con l'introduzione di un terzo comma: «Non costituisce ragione di capacità contributiva il reddito derivante dal lavoro in tutte le sue forme e applicazioni: organizzative, esecutive, intellettuali, tecniche e manuali». Prof. Ignazio Conte DEDUZIONI E DETRAZIONI Scaricare i beni necessari Consentire la deduzione di tutte le spese certificate da ricevute o scontrini, sostenute per l'acquisto dei beni e dei servizi necessari allo svolgimento della vita quotidiana. Per le spese di lusso va prevista un'aliquota fiscale maggiore rispetto a quelle sui consumi primari. Questa strutturale riforma fiscale permette di debellare l'evasione fiscale, di recuperare annualmente 160 miliardi di evasione fra Irpef e Iva ed altri 50 di evasione contributiva; ci permette di ribaltare una colossale ingiustizia quale appare nella sua realtà dai dati resi noti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze nel marzo 2011: il 93% dell'intero gettito Irpef è prelevato direttamente con ritenuta alla fonte ai lavoratori dipendenti e pensionati possedendo, essi, mediamente il 27% della ricchezza nazionale, mentre solo il 7% è versato dagli altri contribuenti, imprenditori, liberi professionisti ed autonomi possedendo, essi, mediamente il 73% della ricchezza nazionale. Torelli Roberto Detrazioni progressive Per superare il fenomeno dello "sconto" che rende vano il meccanismo di detraibilità delle spese (viene fatto uno sconto pari alla detrazione e si continua a pagare in nero) e per incentivare l'uso dei pagamenti elettronici, propongo detrazioni progressive con una percentuale che varia a scaglioni e aumenta all'aumentare del reddito speso con pagamenti elettronici. In questo modo, lo "sconto" non funziona più perché il cittadino è incentivato ad accumulare pagamenti elettronici per aumentare la detrazione sul totale del reddito speso e non solo sul singolo acquisto. L'ammontare dei pagamenti elettronici può essere certificata annualmente dalla banca con un unico documento da allegare alla dichiarazione. Una spiegazione più dettagliata, con esempi, si può trovare all'indirizzo http://paolocoppola.wordpress.com/2011/10/26/detrazioni- progressive- o- progressiste. Paolo Coppola La card come in Brasile Per portare più efficacemente avanti la lotta all'evasione fiscale sarebbe necessario introdurre la detraibilità dal reddito di tutte le spese individuali, al fine di creare un'alleanza tra Stato e Società Civile, onorando l'articolo 53 della Costituzione che afferma che ciascun cittadino deve concorrere al fisco in ragione della propria capacità contributiva. È una soluzione che sta funzionando nello Stato di San Paolo del Brasile (in un anno l'evasione si è ridotta del 25%), tanto che altri Stati del Brasile stanno adottando tale modello, attraverso la fornitura di una card elettronica, tipo la nostra tessera sanitaria, su cui vengono registrati immediatamente all'atto di ogni acquisto i dati dell'acquirente/fruitore e del venditore/erogante, favorendo l'emersione del sommerso, colpendo l'evasione e superando il problema delle ricevute cartacee perché i dati vengono acquisiti elettronicamente dal sistema fiscale. Prof. Pasquale Moliterni, Roma Spese da dedurre totalmente Basterebbero solo tre spese integralmente deducibili dal reddito per sanare il buco dell'evasione fiscale: 1) le spese mediche, 2) le spese funebri, 3) le spese di manutenzione degli immobili. Ora se il medico o il dentista mi fa il 20% di sconto senza fattura, io risparmio subito e lui non paga le tasse; non parliamo poi del limite delle spese funebri o del 36% in 10 anni. Carla Viale c/o Studio Garattini- Picozzi- Milano Sconti da decidere a fine anno Consentire la deduzione di tutte le spese sostenute, desiderato da tutti, ma impossibile per gli enormi costi che graverebbero sul fisco, sarebbe possibile semplicemente permettendo anno per anno la deduzione di sole alcune spese, individuate in un paniere nel quale sceglierne il 10% anno per anno. Questo permetterebbe di definire precisamente i ricavi di tutti i contribuenti in soli 10 anni ma darebbe enormi risultati già dal primo anno in quanto anche il 90% dei contribuenti le cui prestazioni non sarebbero deducibili dovrebbero allinearsi a quello che percepiranno nell'anno in cui saranno i loro clienti a poter detrarre. Tale normativa fiscale sarebbe auspicabile se presentata almeno tre anni prima. La deduzione delle spese sarebbero tra l'altro di premio alle realtà imprenditoriali che hanno sempre dichiarato il corretto. Roberto, Chiavari, Ge Bonifico obbligatorio Ritengo che uno dei punti chiave sia di evitare l'utilizzo del nero anche in caso di emissione di fatture o di pagamenti che non prevedono fattura (es.acquisto carburante). Proporrei quindi l'obbligo di bonifico, assegno o carta di credito per pagamento di: professionisti, spese condominiali, iscrizioni a palestre o altri servizi, acquisto carburante. Paolo Amadi Home- banking fiscale Se il fisco è un amico, come giustamente dice il professor Monti, dia allora all'amico cittadino e alle piccole e medie imprese l'azzeramento degli interessi o quantomeno porti gli interessi al minimo al1%. Dia all'amico contribuente la possibilità di seguire la propria posizione on- line in modo semplice, tipo on- banking come si pagano le ri- ba. Dove il contribuente, in tempo reale, possa poter azzerare l'eventuale tributo non pagato, per distrazione, dimenticanza errore. Insomma, dia una ulteriore possibilità, diciamo dei tempi supplementari di di 5/10 gg. per poter azzerare il proprio debito, prima naturalmente di incorrere nella cartella di Equitalia. Sicuramente, tutto questo non andrebbe a favore di Equitalia, ma se il fisco è amico, è giusto che ogni tanto tra amici ci sia una stretta di mano per rafforzare amicizia e stima. Marcello Attisano Esonero per i pensionati Ho un amico spagnolo in pensione. Lui non deve fare alcuna dichiarazione dei redditi. L'ufficio imposte conosce l'importo della sua pensione, la proprietà della casa in cui abita. Non ha altri redditi e se non invia a fine anno redditi diversi l'ufficio imposte gli invia quanto deve pagare. Non conosco però le modalità di questi pagamenti. Marcello COMUNICAZIONI Leggi da provare prima In merito ai beni in godimento ai soci o familiari propongo di far redigere la comunicazione dei finanziamenti e capitalizzazioni a chi ha pensato questo adempimento. In particolare relativamente alle imprese in contabilità semplificata. Mi piacerebbe che il Legislatore provasse, prima di approvare una qualsiasi legge, a mettere in pratica quanto richiede ai contribuenti (leggi professionisti). Dove andiamo a rilevare i dati dei finanziamenti effettuati dai soggetti in contabilità semplificata ? Giuliano Capiotto Niente banconote sopra i 50 € Eliminare le banconote di grosso taglio (50/100/200/500 euro). Sarebbe più difficile l'evasione fiscale e tutto l'insime delle attività mafiose che ovviamente sono garantite e facilitate dal contante. Flavio Monne Trasmissione unica per il 55% Eliminare la comunicazione all'agenzia delle Entrate per le spese sostenute dal 2009 in poi qualora i lavori necessari a realizzare gli interventi della riqualificazione energetica 55% proseguano in più periodi d'imposta". Detta comunicazione solo telematica è farraginosa, ed inoltre risulta quasi duplicata in quanto comunque la comunicazione telematica delle riqualificazioni energetiche 55% va inviata all'Enea a fine dei lavori. Rag. Bruna Magnani Reggio Emilia Verificare i c/c dal 2002 Comunicazioni dalle banche dei saldi annuali dei 10 anni precedenti per controllare forti prelievi in contanti e non e conseguenti acquisti di beni rivalutabili (oro, opere d'arte, gioielli, antiquariato e trasferimenti all'estero) ai fini di recuperare a tassazione di una più equa patrimoniale,anche presuntivamente, beni mobili e attività finanziarie non registrati V.M. Proroghe automatiche Imposta di bollo sullo scudo fiscale. Il versamento va fatto entro il 16 febbraio e mancano chiarimenti anche su come versare. Non sarebbe molto più sobrio- economico stabilire che i termini si prorogano automaticamente di almeno un mese dal momento della pubblicazione delle istruzioni invece di aspettare il comunicato di proroga fatto all'ultima ora dell'ultimo giorno utile? Franco Zanettin - Vicenza SANZIONI Non accanirsi sui truffati Sono un artigiano truffato da un falso commercialista che ha svariate denunce penali compresa la mia. L'agenzia delle Entrate non considera la truffa da me subita; sto pagando come posso ma non ce la faccio più, non si potrebbe togliere tutte le sanzioni e farmi pagare in comode rate compatibili con il mio reddito? Massimo da Roma Responsabilità per l'evasione Per le grandi evasioni proporrei di estendere la responsabilità anche ai commercialisti che compilano le dichiarazioni. Crescini M. La bolletta dei tributi Si propone una nuova bolletta chiamata tributi non riscossi, che ogni anno deve essere inviata dalla Agenzia del fisco all'utente il quale ne prende visione e lo stesso può richiedere una rateizzazione dell'importo effettuando un versamento scegliendo le rate di 12,24,36,60 mesi senza sanzioni in merito e con la rinuncia di una lite pendente per tale inadempienza. Dottore Roberto Masi Termini per l'accertamento La norma sul raddoppio dei termini di accertamento andrebbe aprogata. È stata, infatti, interpretata in maniera "troppo estensiva" dalla Corte Costituzionale: è ammesso il raddoppio dei termini (anche 10 anni) perfino quando il rilievo di elementi di reato avviene ben oltre l'ordinario termine quadriennale di accertamento. La formulazione normativa e l'interpretazione della Consulta hanno messo nell'incertezza tutti gli operatori economici, trovandosi di fronte all'impossibilità di stabilire con precisione l'intervento della decadenza tributaria, come anche il limite della conservazione delle scritture contabili. Per semplificare tali storture sarebbe necessario abrogare la norma del tutto o quantomeno modificarla in modo da chiarire che: a) la notizia di reato che determina il raddoppio dei termini deve intervenire entro il termine ordinario quadriennale, altrimenti il raddoppio non può operare. b) Per evitare disparità con coloro i quali hanno subito accertamenti prima del chiarimento legislativo, tale chiarimenti sia retroattivo, annullando le contestazioni già notificate in violazione di tale disposizione; c) Che decorso il termine ordinario quadriennale senza l'intervento di alcuna notizia di reato, il contribuente non ha più alcun obbligo alla conservazione della documentazione fiscale. Carlo Banfi - Commercialista Rassegna stampa Sole 24 Ore, Il "Inarcassa studia il contributivo" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: NORME E TRIBUTI data: 2012- 02- 09 - pag: 29 Il confronto. Vincolo di equilibrio a 50 anni Inarcassa studia il contributivo Maria Carla De Cesari «La riforma della previdenza (legge 212/2011) impone alle casse di garantire l'equilibrio dei conti da qui a 50 anni. L'adozione del contributivo è una possibilità, non un obbligo, per garantire la tenuta dei bilanci nel lungo periodo». Paola Muratorio, presidente di Inarcassa, l'ente di previdenza di ingegneri e architetti, introduce il workshop su "Contributivo, esperienze internazionali a confronto". Lo fa con grande pacatezza, anche se il seminario, ieri a Roma al centro congressi Angelicum, precede due giorni di confronto con i delegati della cassa su quello che sarà il futuro assetto dell'ente. La giornata di ieri è il prologo per mettere i delegati in condizione di capire le implicazioni del sistema retributivo e le caratteristiche del calcolo contributivo. L'elemento di fondo è partire dalla platea demografica. «Il 46,4% degli iscritti a Inarcassa spiega Muratorio ha meno di 40 anni. Molto elevata la quota di donne: tra i nuovi iscritti le donne sono la metà se si considerano gli architetti, mentre il rapporto è di una ogni quattro per gli ingegneri». L'altro elemento è costituito dal reddito medio della popolazione professionale, calato di oltre il 16% tra il 2007 e il 2010, ma la riduzone tocca il 20% tra gli architetti. Qualunque sia la scelta del sistema di calcolo, Muratorio chiede al governo di operare affinchè riparta il mercato del lavoro, che è tra i presupposti della previdenza. Il quadro economico (alto debito pubblico, perdita di competitività, invecchiamento della popolazione) che ha dettato la riforma previdenziale è illustrato da Daniele Franco, direttore centrale dell'area ricerca economica e relazioni internazionali di Bankitalia. Tocca però ad Alessandro Trudda (Università di Sassari) e Sergio Nisticò (Università di Cassino) illustrare il sistema contributivo. «Il patto intergenerazionale, che ha consentito la nascita dei sistemi previdenziali, è in crisi perchè si sta esaurendo il bonus demografico che consentiva di mantenere qualsiasi promessa. Il ripristino del patto intergenerazionale spiega Nisticò è ineludibile per qualsiasi progetto previdenziale. Se il contributivo vuole garantire la sostenibilità definitiva di uno schema previdenziale deve rispettare alcune condizioni: scegliere in modo appropriato il rendimento dei conti individuali, legare l'indicizzazione ai rendimenti che di anno in anno saranno accreditati sui montanti di tutti gli iscritti, infine stabilire coefficienti di trasformazione specifici per ogni coorte che si avvicina al pensionamento». Il confronto internazionale passa attraverso le esperienze svedesi (sistema contributivo con età di pensionamento flessibile da 61 anni con possibilità di percepire anche solo una quota della pensione e, contemporaneamente, di continuare a lavorare) e spagnola (riconferma del retributivo con aumento molto graduale dell'età per la pensione). Testimoni: Ole Settergren (Agenzia svedese per le pensioni) e Carlos Vidal (Università di Valencia). A conclusione, c'è l'intervento dei politici: Tiziano Treu (Pd) e Antonino Lo Presti (Terzo Polo). Treu sollecita la Cassa a un confronto sulla riforma aperto e senza pregiudiziali. Lo Presti conferma che, grazie all'intervento del parlamento, nei bilanci tecnici a 50 anni le Casse potranno tener conto anche degli interessi sugli investimenti. RIPRODUZIONE RISERVATA Rassegna stampa Sole 24 Ore, Il "NOTIZIE In breve" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: NORME E TRIBUTI data: 2012- 02- 09 - pag: 33 NOTIZIE In breve A BERGAMO Per la Dpl Ryanair ha evaso i contributi La Direzione provinciale del lavoro di Bergamo contesta a Ryanair di aver evaso contributi per quasi 12 milioni di euro in quanto ha assunto a Dublino, anziché in Italia, i suoi 650 dipendenti che lavorano in Lombardia e usufruiscono del sistema sanitario nazionale. Ne dà notizia il sito del Corriere della Sera. La compagnia si difende: i contratti di lavoro sono regolati dalla legge irlandese, gli aeromobili sono immatricolati in Irlanda. Tutti i dipendenti sono stipendiati dalla sede legale di Ryanair in Irlanda, pagano tasse e contributi previdenziali alle autorità irlandesi e hanno un conto corrente in Irlanda dove è accreditato lo stipendio. ENPAP La Commissione vuole approfondire Ieri la Commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali, presieduta da Giorgio Jannone, ha audito il presidente dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza per gli psicologi (Enpap), Angelo Arcicasa, in merito alla discussa acquisizione dell'immobile in via della Stamperia a Roma. È stato deciso di convocare una nuova audizione, non ritenendo esaustivo il primo incontro a cui era risultato assente il direttore generale dell'ente. Secondo Jannone la replica del presidente e degli organi statutari di Enpap richiede ulteriori approfondimenti. INPDAP Dati certificabili da più operatori Prosegue l'evoluzione di Passweb («Posizione assicurativa web). Si tratta della procedura che consente di interrogare o di variare la posizione previdenziale dell'iscritto. Da gennaio, più operatori abilitati (dal dipendente Inpdap a quello della Pubblica amministrazione) possono gestire la stessa posizione assicurativa di ciascun lavoratore della Pa senza dover chiudere il processo di lavorazione. Le novità sono illustrate nell'informativa Inps - Gestione ex Inpdap n. 1 di ieri (F.Ve.). Rassegna stampa Sole 24 Ore, Il "Pensioni, trattativa aperta" Data: 09/02/2012 Indietro Stampa Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: NORME E TRIBUTI data: 2012- 02- 09 - pag: 29 Previdenza. Il Dl milleproroghe all'esame delle commissioni del Senato: oggi voto sugli emendamenti Pensioni, trattativa aperta Pdl e Pd in pressing: salvare gli accordi sugli esodi del 2011 IL NODO-RISORSE Resta la difficoltà del Tesoro a individuare una nuova copertura finanziaria Marco Rogari ROMA Al Senato avanza l'ampliamento della platea dei lavoratori «esodati» da esentare dalla riforma previdenziale Fornero- Monti. Anche se, come già era accaduto alla Camera, resta da superare lo scoglio di una nuova copertura finanziaria che il Tesoro fatica a individuare. Ma, mentre la discussione sul milleproroghe nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato entra nel vivo con qualche tensione tra i due relatori del provvedimento sui ritocchi riguardanti la tutela del diritto d'autore per i prodotti di alto design, i partiti intensificano il loro pressing sul Governo. Pdl e Pd, in particolare, decidono di fare fronte comune mandando un chiaro messaggio al l'Esecutivo: il salvagente pensionistico va garantito non solo a chi ha interrotto il rapporto di lavoro prima del 31 dicembre 2011, come previsto dal testo approvato dalla Camera, ma a tutti i lavoratori la cui uscita «sia stata pattuita in accordi individuali o collettivi di regolazione degli esuberi o del loro esodo anticipato» entro la fine dello scorso anno (e quindi anche con cessazioni dal lavoro nella prima parte del 2012). A mettere nero su bianco questa proposta su due senatori della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Castro (Pdl) e Giorgio Roilo (Pd), che evidenziano come in mancanza di un rafforzamento delle misure già inserite nel passaggio del milleproroghe alla Camera, sarebbero numerosi i lavoratori coinvolti nel meccanismo degli scivoli e della mobilità, a rimanere a lungo senza più lavoro e senza pensioni «e quindi esposti a grave precarietà». A spingere per un ampliamento della platea sono anche Cgil, Cisl e Uil. Anche una fetta consistente degli oltre 600 emendamenti presentati dai gruppi parlamentari nelle Commissioni riguarda il nodo «esodati», ma non mancano proposte di correttivi su altri versanti: dal fisco, liti fiscali comprese, ai fondi per il settore ippico passando per le deroghe previdenziali per il personale della scuola. Il nodo «esodati» dovrebbe essere sciolto oggi. E sempre oggi le Commissioni, che hanno lavorato anche nella serata di ieri, dovrebbero concludere l'esame, in sede referente, del testo per poi inviarlo all'Aula di Palazzo Madama dove non è escluso che il Governo possa ricorrere alla fiducia. In altro fronte caldo resta quello della tutela del diritto di autore sui prodotti di alto design. La Camera ha approvato all'unanimità una norma che sposta dal 2006 al 2016 l'applicazione della proprietà intellettuale sul design storico divenuto di pubblico dominio che una direttiva comunitaria recepita dal nostro Paese tra mille eccezioni e in ritardo vuol proteggere dalle repliche seriali. Una misura contestata dal Pdl e da diverse imprese. E uno dei due relatori al Senato, Lucio Malan, ha già presentato un emendamento che annulla di fatto la modifica introdotta a Montecitorio. Ma l'altro relatore Vidmer Mercatali (Pd) non sembra essere d'accordo: «Secondo me una cosa approvata all'unanimità da una delle Camere non deve essere toccata dall'altro ramo del Parlamento». Quasi risolta invece la questione della copertura per la proroga degli indennizzi ai rimpatriati dalla Libia a seguito del golpe di Gheddafi: verrebbe ridotta a un anno. RIPRODUZIONE RISERVATA Rassegna stampa Sole 24 Ore, Il "Tutti i chiarimenti sulla riforma Monti" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa Il Sole- 24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: NORME E TRIBUTI data: 2012- 02- 09 - pag: 29 Sabato in edicola Tutti i chiarimenti sulla riforma Monti La manovra Salva Italia (decreto legge 201/2011 in legge 214) disegna la nuova previdenza. Da quest'anno i lavoratori che pensano alla pensione devono fare i conti con un pacchetto di novità. A cominciare dal cambiamento dei requisiti per l'uscita: dall'addio alle finestre mobili per accedere al pensionamento, per passare al superamento del sistema delle quote per vedersi riconosciuta la pensione di anzianità. Rimangono due tipi di trattamenti: quello di vecchiaia e la pensione anticipata. Per tutti arriva il metodo contributivo per il calcolo della pensione. Insomma: il sistema cambia, con modifiche che sono molto di sostanza e molto poco di forma. Tutti lavoratrici e lavoratori dipendenti (del pubblico e del privato) e autonomi sono chiamati in causa. Serve uno strumento che fornisca una quadro di che cosa accade. Sabato prossimo, 11 febbraio, sarà in edicola con il quotidiano (al costo di 50 centesimi oltre al prezzo del giornale) il ventesimo volume della collana «Le guide indispensabili: Risparmio & Investimenti in tempo di crisi», dal titolo: «La riforma delle pensioni. Domande e risposte». Sono proprio i quesiti che i lettori hanno inviato a Il Sole 24 Ore a fare da filo conduttore in questo approfondimento. Quella di sabato prossimo sarà la prima di tre uscite sulla nuova previdenza: il 18 e il 25 febbraio, infatti, la collana sarà in edicola con una guida in due puntate su come costruire la pensione integrativa. Rassegna stampa Times, The "Pension fund gamble" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa 9 Feb 2012 The Times Patrick Hosking Financial Editor Pension fund gamble A company pension fund was effectively hijacked by trustees, who emptied it to gamble on property. Pension experts were appalled last night when it was disclosed that a company pension fund had been effectively hijacked by its trustees, who sold its conventional assets, geared up the proceeds with bank debt and bet almost the whole lot on speculative property developments. At the same time, they siphoned off more than 1.1 million in salaries, bonuses and fees from the fund created from contributions of former employees of Hugh Mackay's, a now defunct carpetmaking firm in Durham. At one point the fund had liabilities of 43 million and assets of 800,361. One trustee was a part-owner of a semi-derelict car park in Newcastle, which he sold to the pension fund, exposing him to a blatant conflict of interest. The Pensions Regulator banned three men for life from acting as trustees and police are investigating. No arrests or charges have been made. The remains of the fund are being absorbed by the industry lifeboat, so the 450 members will receive most but not all of their benefits. Pension experts expressed amazement that funds were still vulnerable to such abuses, since stringent regulation had been introduced since the Robert Maxwell scandal two decades ago. Alex Waite, a partner with Lane Clark & Peacock, said, "I'm staggered that, despite 20 years of legislation, such affairs are still going on." The trustees Robert Hill, Nicholas Halton and Simon Ragg were directors or employees of Chartpoint Ltd, which became the scheme's sponsor in February 2003. Mr Hill, a property developer, and his daughters were the owners of Chartpoint. Mr Ragg is described as a chartered accountant. By 2009 the trustees had liquidiated most of the scheme's conventional assets, borrowed 21.9 million and invested 87 per cent of the combined total in property assets. The scheme also paid 1.155 million to Chartpoint for services as well as salaries and bonuses to some of the trustees. Pension schemes are not allowed to place the bulk of their assets in illiquid investments such as property, nor can they borrow, except in extremely limited circumstances. While pension trustees can be paid, most are not and bonuses are unheard of. The affair also raises questions about the scheme's auditors and bankers, which the regulator named as the Newcastle accountant Leathers LLP and Allied Irish Bank. However, Michael Leather, a partner in Leathers, denied to The Times that his firm had ever been the scheme's auditor. Bill Galvin, chief executive of the regulator, said the three men, who resigned from the scheme last October, were not fit and proper to be pension trustees. Their breaches were "serious and persistent . . . This case unearthed some of the most worrying examples of mismanagement of a final-salary pension scheme that we've seen." The regulation of occupational pension schemes has been radically overhauled since Robert Maxwell stole hundreds of millions of pounds from Mirror staff pension funds. There are an estimated 100,000 pension trustees in Britain; only 13 have been banned since 2005. Rassegna stampa Times, The "Trustees emptied pension fund to gamble on property" Indietro Data: 09/02/2012 Stampa 9 Feb 2012 The Times Patrick Hosking Financial Editor Trustees emptied pension fund to gamble on property From page 1 Pension experts were appalled last night when it was disclosed that a company pension fund had been effectively hijacked by its trustees, who sold its conventional assets, geared up the proceeds with bank debt and bet almost the whole lot on speculative property developments. At the same time, they siphoned off more than 1.1 million in salaries, bonuses and fees from the fund created from contributions of former employees of Hugh Mackay's, a now defunct carpetmaking firm in Durham. At one point the fund had liabilities of 43 million and assets of 800,361. One trustee was a part-owner of a semi-derelict car park in Newcastle, which he sold to the pension fund, exposing him to a blatant conflict of interest. The Pensions Regulator banned three men for life from acting as trustees and police are investigating. No arrests or charges have been made. The remains of the fund are being absorbed by the industry lifeboat, so the 450 members will receive most but not all of their benefits. Pension experts expressed amazement that funds were still vulnerable to such abuses, since stringent regulation had been introduced since the Robert Maxwell scandal two decades ago. Alex Waite, a partner with Lane Clark & Peacock, said, "I'm staggered that, despite 20 years of legislation, such affairs are still going on." The trustees Robert Hill, Nicholas Halton and Simon Ragg were directors or employees of Chartpoint Ltd, which became the scheme's sponsor in February 2003. Mr Hill, a property developer, and his daughters were the owners of Chartpoint. Mr Ragg is described as a chartered accountant. By 2009 the trustees had liquidiated most of the scheme's conventional assets, borrowed 21.9 million and invested 87 per cent of the combined total in property assets. The scheme also paid 1.155 million to Chartpoint for services as well as salaries and bonuses to some of the trustees. Pension schemes are not allowed to place the bulk of their assets in illiquid investments such as property, nor can they borrow, except in extremely limited circumstances. While pension trustees can be paid, most are not and bonuses are unheard of. The affair also raises questions about the scheme's auditors and bankers, which the regulator named as the Newcastle accountant Leathers LLP and Allied Irish Bank. However, Michael Leather, a partner in Leathers, denied to The Times that his firm had ever been the scheme's auditor. Bill Galvin, chief executive of the regulator, said the three men, who resigned from the scheme last October, were not fit and proper to be pension trustees. Their breaches were "serious and persistent . . . This case unearthed some of the most worrying examples of mismanagement of a final-salary pension scheme that we've seen." The regulation of occupational pension schemes has been radically overhauled since Robert Maxwell stole hundreds of millions of pounds from Mirror staff pension funds. There are an estimated 100,000 pension trustees in Britain; only 13 have been banned since 2005.