1 Bimestrale di Settembre/Ottobre 2015

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1 Bimestrale di Settembre/Ottobre 2015
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Bimestrale di Settembre/Ottobre 2015
B
XE
Direttore: Federico Falzone;
Caporedattore: Simo Calice;
Progettazione grafica: Carmen Grace Alaimo;
Redattori: Federica Carace, Serena Cecilia Labella, Giovanni, Bongiorno,
Gioele Sicali;
Traduttrice: Clara Illuminato;
Informatico: Francesco Pira;
Fotografa: Alessandra Tognarini
Ringraziamo la lega, gli atleti e i protagonisti di questo numero per averci aiutato nella realizzazione di questo progetto. Inoltre un merito speciale va alla
Menford e Losport24 per il supporto tecnico.
Bimestrale di Settembre/Ottobre 2015
indice
1. Introduzione: Intervista a Carlo Nori
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2. Titolo WBC Silver: Marsili vs Diaz
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3. Semifinale IBF: Boschiero vs Smith
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4. Titolo Unione Europea Tommasone vs Slowey 20
5. Road to Rio: Cammarelle e Vianello
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6. Cinema: Quando eravamo re... Parte 1
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7. Dietro il ring: Valerio Lamanna
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8. Femme Fatale: Simona Galassi
40
1.
introduzione
a cura di
Simone Calice
INTERVISTA A CARLO NORI
CARLO NORI: “MANCANO SPONSOR tale differenza con altri Paesi è proprio
E TELEVISIONI. PECCATO, PERCHE’ A questo: giornali e televisioni
LIVELLO DI MAESTRI E PUGILI SIAMO AL TOP”
2) Negli ultimi tempi diverse società organizzatrici stanno cercando di rendere
Dopo l’intervista di apertura ad Alberto questo sport ancora più coinvolgente,
Brasca (presidente FPI, ndr) del primo nu- aggiungendo una parte extra boxe (guest
mero, tocca ad un altro grande esponente star e show all’interno dell’evento) per
della pugilato italiana: Carlo Nori, presi- avvicinare anche i meno appassionati al
dente della Lega Pro. Tanti gli argomenti ring. Cosa ne pensa di questa commertoccati, soprattutto lo sviluppo del mondo cializzazione (parola solitamente interPro azzurro e la ricetta per tornare ai vertici pretata negativamente, ma che in questo
continentali e mondiali. Le sue parole..
caso non lo è affatto) della Nobile Arte?
Secondo lei, la parte dello show fuori
1) La boxe italiana, nell’ultimo periodo, dal ring dovrebbe essere ancor più apsi sta rialzando dopo anni difficili. Un profondita? Quanto siamo lontani dagli
grande apporto lo stanno dando anche i USA e dal resto dell’Europa sotto questo
media, maggiormente coinvolti rispetto punto di vista?
agli ultimi tempi. Quanto sono importanti i mezzi d’informazione (soprattutto la Bisogna tenere conto che i grandi match di
tv) nella crescita dell’attenzione rispetto boxe nel mondo sono considerati uno show
alla nobile arte? Cosa dovrebbe ancor es- di grandissimo livello. È normale che,
sere migliorato?
all’interno di queste manifestazioni, ci sia
la possibilità di legare delle attività diverse
La boxe non si sta rialzando grazie alle o di far subentrare dei personaggi che postv, ma per uno sforzo degli organizzatori e sano portare beneficio in termini di visibidei pugili. Il settore tecnico si sta evolven- lità alla manifestazione stessa. In America,
do in modo tale da portarci già da tempo a ad esempio, personaggi del mondo dello
competere ad un livello internazionale. Al spettacolo sono sempre all’interno di seramomento non siamo assistiti né dalla te- te di boxe. Abbinare il pugilato con una
levisione, né dai giornali come dovremmo parte di spettacolo, o con altre discipline
essere. Il vero punto che ci porta ad una sportive, fa senz’altro bene alla promozio6
ne del nostro sport. In Italia gli esperimenti
fatti li giudico molto positivi, perché hanno
avvicinato l’interesse di altre persone. Mi
auguro che vengano fatte anche in futuro,
con magari un raggio più ampio, perché
sono serate all’avanguardia. Sono molto
contento sia del lavoro fatto da Alessandro Cherchi, sia di quello fatto da Federico
Zampaglione
gili pro italiani, si divide tra palestra e lavoro pur di portare avanti questa passione. Quando potremo tornare a vedere in
Italia atleti che possano vivere soltanto
del lavoro sul ring? Cosa ci vuole perchè
questo succeda?
Non so quanto tempo ci vorrà, ma so cosa
è necessario perché ciò avvenga. Come le
dicevo prima, oggi abbiamo bisogno delle
televisioni. Il 70% dell’indotto oggi parte
dalle tv. Quindi, se queste non investono,
non si può vivere di solo pugilato. Televisioni (e sponsor) dovrebbero investire di
più per riportare un ciclo economico che
porti una boxe di alto livello e che permetta
ai pugili di vivere solo di Nobile arte.
Spezzo una lancia a favore del pugilato italiano: ci vorrebbe solo un maggior apporto
economico, perché per quanto riguarda le
competenze (a livello di organismi, pugili
e maestri di pugilato) noi siamo all’avanguardia. Qui in Italia un pugile ha tutto;
per esempio, non deve andare a trovarsi un
maestro straniero. Purtroppo, però, mancano gli investitori. Quando anch’essi torneranno, i boxeur italiani potranno tornare
a godere di un ottimo ritorno a livello economico e di visibilità.
3) Cosa ci può dire di Emiliano Marsili,
vincitore del titolo mondiale WBC silver?
E del debutto, seppur sotto le aspettative,
di un personaggio di caratura planetaria
come Malignaggi? Personaggi del genere possono dare nuovo slancio e visibilità
alla boxe azzurra, anche agli occhi del
resto del mondo?
Sono due campioni, e quindi richiamano
l’attenzione di giornalisti ed appassionati. Malignaggi ha il vantaggio di aver fatto
pugilato in un Paese amante della Nobile
arte; E’ stato anche campione mondiale di
due sigle, quindi è conosciuto. Detto ciò,
Marsili è oggi uno dei nostri pugili più rappresentativi.
Mi permetto di aggiungere anche che, dal
punto di vista promozionale, entrambi
sono degli ottimi profili (cosa comune, tra
l’altro, a tutto il pugilato italiano). Sono
dei campioni, ma anche delle persone per
bene. Far sapere ai non appassionati che
questo sport ha personaggi del genere e
anche da persone con uno spiccato senso
imprenditoriale è una bellissima cosa, che
mi fa molto contento. Il pugilato non è uno
sport che appartiene ad un ceto sociale
molto basso, o che ha avuto problemi. Questi campioni lo dimostrano. E’ come avviene in altri sport.
5)Per un ulteriore sviluppo della pugilato
italiana, quanto può essere importante il
nuovo campionato Neo Pro? Quali sono i
primi riscontri? La Lega Pro è soddisfatta di come si sta sviluppando il progetto?
Essendo quest’anno un test, utile per poi
migliorarci già a partire dal 2016, sono
molto soddisfatto. Dalla conferenza stampa d’inaugurazione a Marzo abbiamo fatto
quasi 110 match, e stiamo perfezionando le
date delle finali dei campionati italiani a
Dicembre. Abbiamo mantenuto l’impegno
4) Marsili, come la maggior parte dei pu7
che avevamo preso. Certo, non è stato facile! Forse ci sono stati dei messaggi poco
chiari da parte nostra, ed io me ne assumo
la responsabilità. Sicuramente ci saranno
delle cose da migliorare, anche nel regolamento del campionato stesso. In modo
lungimirante, però, abbiamo detto che è
un test: in quest’ottica, sono molto soddisfatto.
perle: Bundu vs Moscatiello, ad esempio
(23 Marzo 2012, ndr). Noi le sfide tra italiani le incrementiamo e le ‘vediamo’. A
certi livelli, però, devono convergere molte
cose… Noi incentiveremo queste sfide anche tra i big, ma la mia trentennale esperienza nel pugilato mi dice che non sempre
potranno avvenire.
7) Infine, una domanda che ci coinvolge direttamente. Qual è il suo
giudizio su internet (siti web e
social network) legato al movimento boxe e come valuta lei
l’idea di una rivista tematica
online?
Rispondo “bene”, ad entrambe
le domande! Tant’è vero che,
nel nostro consiglio di Giovedì
8 Ottobre, abbiamo approvato la
nostra web TV. Faremo sia manifestazioni che rubriche, con il
Channel della Lega Pro.
In secondo luogo, abbiamo un
progetto che consiste proprio
nel creare una rivista online che
parli di professionismo: sarebbe
sulla falsariga della vecchia rubrica degli
anni ’80 Pugni dal mondo, di Boxering.
6) Cambiando discorso, c’è mai stata
un’idea di una serata (con l’appoggio di
eventuali sponsor) nel quale si vedano
combattere i migliori pugili della scena Si ringrazia Carlo Nori per la disponibilità
italiana? In varie nazioni europee uno e la Lega Pro Boxe per la concessione delle
spettacolo del genere ha riscosso succes- foto.
so sia tra i tifosi, felici di vedere tutti i
propri idoli in una serata; sia tra gli addetti ai lavori
Foto di Carlo Nori concesse dalla Lega pro. A
sinistra Carlo Nori con Leonard Bundu. Sopra
Carlo Nori in conferenza. A fianco Carlo Nori
durante un allenamento.
In Italia abbiamo una cultura di procuratori ed organizzatori che non è affatto male.
Su questa lunghezza d’onda noi ci siamo
già da un po’ di anni. Abbiamo fatto match
tra campioni italiani che sono state delle
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2.
TITOLO BWC
SILVER
2. TITOLO BWC SILVER
a cura di
Federico Falzone e
Daniele Ercolani
MARSILI vs DIAZ
.
GAMALIEL DIAZ
Ai nostri microfoni ci ha raccontato del suo
match più importante:
Sicuramente l’incontro per il titolo MonBIO - Gamaliel el Platano Diaz è nato a diale. Era il mio sogno ed è il sogno per
Tacambaro (Messico) il 14 febbraio 1981. ogni pugile. Oltre ad essere stato un evento
Ha esordito con una sconfitta (per split de- chiave per la mia carriera è assolutamente
cision) il 19 maggio del 1998 contro Luis il ricordo più bello.
Alberto Reyes, incontro sulla lunghezza dei
4 round. In carriera ha un record di 38 vitto- In caso di vittoria contro Emiliano e sulla
rie (17 KO), 12 sconfitte e 3 pareggi. Negli possiblità di un match per il titolo nel suo
ultimi quattro match il pugile ha affrontato: paese ha dichiarato:
Petr Petrov (L, UD), Anthony Crolla (D), Sarei pronto ad allenarmi e prepararmi per
Eduardo Canales (W) e Dante Jardon (L).
riprendermi la cintura. Sarebbe fantastico
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per me combattere di nuovo per un titolo
mondiale e mi allenerei con forza come
faccio per ogni evento.Combattere davanti
la mia gente è sempre molto bello, ma sarei disposto anche ad una lotta lontano da
casa. Sarebbe un evento troppo importante,
lo giocherei ovunque. Nella mia carriera
ho combattuto in continenti diversi, con il
tifo contro. Sul ring, però, saremo solo io
ed il mio avversario. Nel quadrato non c’è
spazio per nient’altro oltre ai due pugili.
Nella pagina a sinistra Marsili durante il suo ingresso. Foto di Alessandra Tognarini.
EMILIANO MARSILI
Dopo il match abbiamo ascoltato Emiliano
Marsili. Il pugile italiano ci ha raccontato
come è nato l’amore per questo sport:
“L’amore per questo sport è iniziato quando avevo 15 anni e grazie al mio primo
maestro che ha allenato i fratelli Branco, il
Maestro Mario Massai, che poi ha preso le
redini. Grazie all’aiuto di tutto il mio ambiente lavorativo riesco ad associare sport
e lavoro, mi vengono incontro agevolandomi sui turni, con permessi, sono una bella
squadra una bella famiglia che mi danno la
possibilità di allenarmi”.
NOTA TECNICA
Di solito il pugile messicano parte sempre in maniera offensiva, attaccando
spesso con colpi larghi. Usa il Jab sinistro per poi liberare il gancio destro. La
sua difesa consiste nell’eseguire movimenti continui con il tronco per facilitare la schivata; Tuttavia, è vulnerabile ai
colpi dritti. Inoltre, può essere prevedibile dato che i suoi colpi partono dopo
che si china leggermente in avanti con
il busto. Mantiene la distanza per annullare l’allungo dell’avversario, per poi
proporre attacchi brucianti in velocità,
alternando il lavoro al corpo e al volto.
Diaz soffre se il ritmo dell’avversario è
incessante, specie se lo costringe ad
un match alla corta distanza. Se costretto ad un duello corpo a corpo non
riesce ad attaccare in maniera ordinata.
Nella tua carriera hai sfidato numerosi
pugili. Quale è stato il piu ostico o più
difficile da affrontare per il tipo di boxe?
“Il match più difficile, piu bello ed emozionante contro l’inglese a Liverpool, Derry
Mathews, che adesso è il campione mondiale WBA, dove ho dominato 4 riprese, poi
c’è stato un round in cui ero quasi KO per
poi è bastato un minuto per stravolgere la
situazione buttandolo al tappeto, che finì
alla settima ripresa”
Abbiamo visto l’importanza nell’organizzazione della OPI 2000 e della TM
Promotions. Quanto è importante la na11
2.
MARSILI vs DIAZ
scita della TM per la Boxe italiana? Da
pugile, credi che la maggior spettacolarità che è nelle intenzioni della TM possa
far crescere il movimento pugilistico italiano?
oggi il pugilato in Italia, non ci sono tanti soldi. Ma tra pero tra poco compierò 39
anni e non sono piu un ragazzino, non sono
più uno che può aspettare ancora. Preferisco fare un match vero dove prendere una
bella borsa e dare tutto. Se poi andrà bene
“E’ quelllo che manca , manca la trasmis- sarà bene, purtroppo l’italia è bruttissima
sione la comunicazione. Federico Zampa- al livello economico. Non cambia nulla
glione riesce a comunicare a pubblicizzare, per me combattere all’estero, combattere
avendo gli agganci giusti per far conoscere a casa è meglio , ma se dobbiamo andail pugilato che è sparito dalle radio, dalle re all’estero deve essere per un match che
TV e dai giornali. Serviva un personaggio vale la candela”
del genere che è innamorato pazzamente
della boxe, oltre che lo pratico, per rilan- Ti abbiamo visto spesso assistere a nuciare il pugilato italiana, visto che ci sono merosi match, come reputi le nuove leve
personaggi che possono dare ancora tanto del pugilato italiano? Ci aspettano anni
arrivando ad alti livelli”
di vittorie?
“Ci sono, sono talentuosi dobbiamo soltanto
pubblicizzarli
portarli dentro nelle
case italiane. Putroppo manca questo”
Qual è stata la tua
emozione dopo la
conquista del WBC
Silver? Hai notato
qualche differenza
rispetto al passato,
Domanda quasi banale su quale è il tuo quando hai conquistato le tue altre cinprossimo obiettivo? Ma il mondiale vor- ture?
resti combatterlo nella tua bella Civatevecchia o sei tentato più dal palcoscenico “Le emozioni sono tutte belle, anche quelle
americano? Soprattutto tu che lo hai fat- che vengono dalle sei riprese, l’importante
to bene qual è la differenza di combattere è metterci passione, metterci volontà e non
all’estero.
sbagliare. Le emozioni sono tutte uguali
“Civitavecchia sarebbe bellissimo! Sarebbe magnifico farlo a casa però oggi come
2. TITOLO BWC SILVER
Nel pre match con Diaz, le sue parole di
sfida, quasi irrispettose, ti hanno dato
una carica in più? Il pre match e il suo
atteggiamento, ai limiti della regolarità,
hanno dato un sapore più dolce alla tua
vittoria finale?
“Io non parlo non giudico la gente, non mi
interessa parla il ring. Se sei forte lo dimostri e poi dici che sei forte”
NOTA TECNICA
Emiliano Marsili è un pugile di movimento, con un ottimo gioco di gambe.
Gira attorno all’avversario e scandisce
il ritmo del match con il suo ottimo destro, usato per saggiare la distanza
e per punire le disattenzioni difensive.
Si mantiene spesso fuori dalla portata
dell’allungo dell’avversario, per poi bruciarlo con la sua straordinaria rapidità
con combinazioni devastanti. La sua
manovra offensiva inizia con dei colpi
dritti per poi sfociare in un gancio o un
montante potentissimi.
TM PROMOTIONS: Questa è una novità per il pugilato italiano. Nasce dall’idea di Federico Zampaglione e Giorgio
Chimenti, che hanno aperto questa società
organizzatrice per contribuire al lato mediatico del pugilato, facendo conoscere le
vicende personali dei pugili e avvicinando
la gente a questo bellissimo sport. E’ una
inziativa lodevole e importante, vista la
difficoltà economica in cui versa il settore
professionistico di questa disciplina. Ampliando lo spettacolo e creando l’interesse
attorno allo sportivo, però, la gente riempirà i palazzetti. Il loro lavoro in
questo evento è stato impeccabile e fondamentale per la riuscita
dell’evento.
Nella pagina a sinistra una foto durante il match. In questa pagina, in alto
Emiliano Marsili e Federico Zampaglione. A fianco un’altra foto del
match. Foto di Alessandra Tognarini.
titolo italiano, europeo e wbc, sono tutte
belle”
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2.
MARSILI vs DIAZ
CRONACA: L’italiano parte concentratissimo ed è un moto continuo: tocca col destro e gira, mentre Diaz tiene il centro del
ring ma non riesce ad inquadrarlo. Suona la
seconda campana e Marsili continua a muoversi. Segue le preziose indicazioni di Massai: Doppia il destro, metti il sinistro e vattene alla tua destra. Tattica perfetta: Tizzo è
più veloce e, uscendo alla sinistra di Diaz,
non gli permette mai un colpo pericoloso
con la mano destra. Platano cerca di centrare il bersaglio, ma ottiene solo qualche
richiamo per la testa bassa e qualche punto
relativamente leggero. I round passano ed
Emiliano sembra 10 anni più giovane: gira
intorno a Diaz che, cercando di recuperare,
si becca 2 richiami ufficiali: il primo alla
settima ed il secondo all’ottava. Il match è
nelle mani di Marsili. Arrivati alla penultima, Diaz capisce che le cartucce da sparare
sono poche e riesce ad ingaggiare qualche
corpo a corpo di troppo col nostro Emiliano. I colpi sferrati sono potenti, per lo più
ganci sinistri, e Marsili, che ha rifiata diventando un po’ più statico, accetta il corpo
a corpo e qualche volta abbassa la guardia.
Nell’ultimo round Diaz ci prova, corre verso Marsili, prova a colpirlo; ma non ce n’è.
Tizzo usa il jab destro come una spada e le
gambe sono ancora fresche quanto al primo
round.
2. TITOLO BWC SILVER
In queste due pagine vi sono delle foto
scattate durante il match, dalla fotografa Alessandra Tognarini.
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3.
SEMIFINALE IBF
a cura di
Federico Falzone
e Daniele Ercolani
DEVIS BOSCHIERO vs STEPHAN SMITH:
SEMIFINALE IBF
della NewBoxe2010, e un bel team dietro
DEVIS BOSCHIERO
abbiamo un ottima base e siamo quasi alla
fine della preparazione: mancano 15 giorni
Devis Boschiero, nato a Conche il 19 lu(il match è il 19 settembre, ndr). Ora iniglio 1981, ha raccontato ai nostri microfoni
zierò lo scarico. Sinceramente non mi piace
come ha iniziato:
“Ho giocato parecchio anni a calcio, con
mio fratello Gianluca, fino alla categoria
Eordienti. Abbiamo disputato diversi tornei, togliendoci soddisfazioni. Poi ho iniziato a boxare, all’età di 15 anni con mio
cugino ed altri sei amici , tra di loro, anche Alessandro Giraldo, ex pugile. Fu un
ottimo dilettante, battutosi contro Zamora
e Di Rocco, ma non continuò per problemi di lavoro. All’inizio era un divertimento
tra amici, capitava di prendere una piccola
mancia, sui 50 euro, da dilettanti. Era un
bel periodo per i pugili: c’era la voglia di
crescere ed io, personalmente, crescevo di
anno in anno. Sono stato campione italiano
ed uno dei ricordi più belli fu un torneo,
a Ferrara, tra Italia ed Ungheria. Fatalità
vollero che non ci fossero i titolari nè dei
pesi piuma nè dei pesi leggeri: così sconfissi Gaetano Valentino. Nel 2004, ricordo
con piacere i tornei con Zamora e Bundu:
esperienze magnifiche. È così che ho deciso
di passare al professionismo”.
guardare e dunque non l’ho fatto: secondo
me ha paura e non ha una grande preparaSuccessivamente ci ha spiegato come sta
zione. Io ho molta fiducia nel mio maestro,
preparando questo match:
nella nostra preparazione e nello sparring.
“Ho un nuovo maestro, Leonardo Bizzo
16
3. SEMIFINALE IBF
Ho un team grandioso ora e ho fatto la
scelta giusta andandomene, nonostante ci
sia stato uno sbaglio – in riferimento al match per il titolo europeo- Avevamo vinto la
prima mentre nella seconda abbiamo sbagliato noi; loro sono un bene per la mia vita
e per il mio benessere.”
tà; siamo stati ospiti della struttura che ci
ha trattati benissimo e abbiamo riso tanto.
E’ stata una bellissima esperienza ed ora
spero di tornare a casa da campione”.
Nel periodo precedente a questo match Boschiero ha avuto problemi legati alla sua
palestra, che è rimasta chiusa per decisione
comunale. Lui ci racconta la situzione:
“Siamo molto dispiaciuti per quanto avvenuto. Esiste una palestra comunale gestita
da un privato: noi paghiamo l’affitto mensile ed abbiamo chiesto, sempre pagando la
quota, di poterci allenare anche al mattino
oltre che la sera. Così abbiamo chiesto le
chiavi per poterla utilizzare, ma il sindaco
ha risposto picche, dicendo di arrangiarci
e trovare un’altra palestra. Abbiamo mobilitato la stampa e intanto ci siamo organizzati con viaggi continui alla Plebiscito
Padova ed ad un locale gestito da Carlo
Negrone.”
NOTA TECNICA
Boschiero è un pugile rapido ed agile,
capace di usare un rapido sinistro per
pungolare il suo avversario constantemente. Molto reattivo sul tronco lo usa
per schivare le azioni offensive avversarie, aiutato da un movimento continuo
attorno all’avversario. Le sue manovre
d’attacco sono molto variegate, spesso iniziano con l’uso dei colpi dritti, che
preparano a potenti ganci e montanti.
Ma oltre la vita da atleta, Devis si è mosso
per un iniziativa che coinvolgeva dei disabili, che si sono allenati con lui. Ci spiega
come è iniziato tutto:
“Tutto però nacque per fatalità. Un amico
di Chioggia ebbe un incidente e divenne
disabile, così durante una visita pensai:”
Perchè non stiamo un po’ con questi ragazzi? Magari potrebbero fare dell’attività.”
Sono molto felice del progetto, anche se ora
sono molto impegnato dalla preparazione.
Il mio desiderio, quando avrò più tempo, è
quello di andarli a trovare due o tre volte a
settimana per farli giocare. I ragazzi sono
contentissimi, hanno giocato e svolto attivi-
Nella pagina a sinistra Devis Boschiero.
Foto concessa dal pugile.
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DEVID BOSCHIERO vs STEPHAN SMITH
3.
3. SEMIFINALE IBF
STEPHEN SMITH
CARRIERA: Stephen Smith, nato a Liverpool il 22 Luglio 1985, ha piu di 150
incontri da dilettante, dove ha vinto una
medaglia di bronzo agli europei in Bulgaria del 2006 e nel 2007 si laurea campione
del mondo a Chicago. Il 21 giugno 2008
debutta tra i professinisti contro Shaun
Walton a Birmingham, nel quale trionfa
alla terza ripresa con un impressionante
KO. Nel novembre 2013 affronta Sergio
Medina per il titolo vacante WBC Silver a
Manchester vincendo all’ottava ripresa per
KO. Il suo record è di 22 vittorie, di cui 13
per KO, ed una sconfitta. Questa è avvenuta il 17 luglio 2011 contro Lee Shelby, che
si impose prima del limite aggiudicandosi
il Commonwealth featherweight title.
CRONACA
NOTA TECNICA
Smith è un picchiatore che predilige accorciare la distanza, braccare l’avversario alle corde e scaricare una potente
combinazione al corpo. Mantiene la distanza usando il sinistro fino a quando
non trova lo spazio per attaccare con
velocità e potenza. E’ un demolitore,
fiacca l’avversario al corpo per poi liberare il colpo del KO. La sua manovra offensiva parte sempre da uno due
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colpi dritti che a gli permettono di accorciare la distanza e poi iniziare una
combinazione di montanti e ganci. Si
muove molto attorno all’avversario e
scandisce il ritmo con l’uso del sinistro, finche non trova il varco per entrare nella guardia avversaria.
La prima ripresa scorre sulla parità, con
Boschiero atto a colpire col gancio sinistro e Smith orientato a destabilizzare con
potenti montanti al corpo le aggressioni
dell’italiano. Alla seconda campana, Devis
riparte bene ma è proprio sull’incrocio di
un suo colpo largo che “wifty” Smith cambia il match, segnando un tremendo destro
ravvicinato d’incontro. Boom Boom si rialza, dimostrando integrità fisica e carattere.
Il resto del secondo round viene utilizzato
dall’anglosassone per cercar di chiudere il
combattimento ma Devis non ci sta. Ricade
al tappetto ma si rialza di nuovo. La terza
ripresa, vede un combattimento ancora acceso, dove i colpi di Smith sono esplosivi
mentre Boschiero prova a riaprire il match,
facendo un ottimo lavoro col gancio destro.
La prestazione del nostro connazionale è
commovente ed alla quarta ripresa continua
a combattere con un occhio quasi chiuso. Il
beniamino di casa ne approfitta, rimettendolo al tappeto con un forcing che lo costringe prima all’angolo e poi in ginocchio.
Si attende solo la fine, invece no: Boschiero
sfodera la migliore ripresa della sua serata.
Smith accusa un suo uno-due, capendo che
quello che ha davanti è un vero combattete. Round 6: Smith continua a martellare
al corpo, con colpi corti e veloci che somigliano a martellate. Un montante sinistro
entra al fegato e Devis va giù, perdendo il
paradenti. Il suo orgoglio lo riporta in piedi ma l’arbitro decide di non rimettergli la
protezione, raccolta da terra ma tenuta nelle
sue mani. Smith gioca d’assalto, sfruttando
la difficoltà dell’avversario. Mette a segno
un altro colpo al fegato, Devis cade e si
rialza in pochi istanti ma per l’arbitro non
ce n’è più. Smith (22-1-0) porta a casa una
semifinale meritata, dominata a partire dal
grande colpo segnato alla seconda ripresa.
Boschiero non ha nulla da recriminarsi, ci
ha provato, ha mostrato grande cuore ed ha
resistito come pochi sarebbero riusciti.
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4.
TITOLO dell'unione a cura di
Federico Falzone
europea dei pesi
piuma
CARMINE TOMMASONE
vs JON SLOWEY
Il 26 settembre, Caivano è tutta per Carmine Tommasone! Nemmeno un super sottoclou, con Orlando Fiordigiglio che batte
ai punti contro Nikola Matic e Francesco
Acatullo che sconfigge Giuseppe Rauseo,
riesce a distogliere l’attenzione dal super
match per cui tutti sono venuti! L’arena
Mercato di Caivano si tinge di verde, colore della città natale del pugile, per l’avellinese Tommasone. Di fronte a lui, lo scozzese Jon Slowey.
NOTA TECNICA
JON SLOWEY
BIO - Jon Slowey, scozzese classe 1990,
debutta tra i professionisti il 25 febbraio
2011 a Glasgow, vincendo ai punti sulle sei
riprese contro Gareth Stemp. Dopo svariati
incontri in casa, il 27 giugno 2013 ottiene
l’opportunità di sfidare Kris Hughes per il
BBBofC Scottish Area featherweight title, ottenendo una vittoria ai punti dopo 10
round. La rivincita di un anno più tardi si
conclude sempre ai punti, ma questa volta
a favore di Hughes; Slowey incorre nella
prima sconfitta in carriera.
Slowey è un pugile mancino che usa
il diretto destro in maniera chirurgica,
adoperandolo, oltre che per mantenere
le distanza, anche come un metronomo del suo incontro. Il lottatore scozzese, come mostra il suo record privo di
vittorie prima del limite, non ha il colpo
da KO; Di contro, però, possiede ottime doti di incassatore. La sua boxe
si concentra sui colpi dritti: raramente
usa combinazioni che portano colpi larghi ma, quando scagliati, mostrano una
discreta potenza.
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4. TITOLO DELL’UNIONE EUROPEA DEI PESI PIUMA
CARMINE TOMMASONE
In occasione dell’uscita di questo numero italiano con Di Silvio. E’ venuto spesso da
Carmine Tommasone ci ha rilasciato un in- Roma a fare i guanti, e fare sparring con un
tervista.
mancino italiano come lui è stato un piacere. Cooperare tra tutti i pugili per miglio1) Come e quando ti sei avvicinato al rare a livello internazionale è la cosa più
mondo del pugilato? Cosa rappresenta importante. Fare i guanti con i dilettanti o
per te?
con i pugili che si allenano in palestra con
“Tutto è nato per caso. I miei aprirono un te non è la stessa cosa che fare dodici riprebar e, siccome ero un bambino di 10 anni e se con Panariello e Finiello, oppure De Annon volevano che la sera stessi nel locale, dre, peso piuma della nazionale. Una delle
hanno voluto che facessi un attività extra chiavi del mio successo è fare i guanti con
scolastica. Visto che il calcio non mi pia- pugili di altissimo livello.”
ceva, c’era una palestra di pugilato sotto
casa. Decisi di iniziare per cominciare a C’è stato un grande afflusso di pubblico,
fare un po’ di ginnastica, e da quel 24 ot- con pullman che da Avellino sono andatobre del 1994 non ne sono più uscito. La ti a Caivano. Quanto è stato importante
boxe mi dava tranquillità, mi faceva stare questo pubblico e questa organizzaziobene sia fisicamente che psicologicamen- ne?
te… Poi, fortunatamente ho trovato un ambiente molto socievole e molto disponibile, “Anche se là sopra sei da solo, il pubblico
iniziando dal maestro. Quando entri nel influenza tantissimo! Aiuta a dare maggiomeccanismo non ne puoi fare a meno, alla re visibilità al pugilato e sopratutto a me
fine non vedevo l’ora di tornare da scuola stesso nella mia città. Infatti, sono rimasto
per andare in palestra! Mi dava sicurezza e sorpreso per la gente che è venuta a vederresponsabilità, la palestra è un posto molto mi, raggiungendo Caivano con macchine
educativo e molto sociale”.
e pullman. Il merito è sicuramente di chi
ha organizzato, che ha lavorato bene ed
Come ti sei preparato al match con è riuscito ad attirare un gran numero di
Slowey?
persone all’evento. Pure nello scorso match, che ho fatto ad Avellino, c’erano an“A questo match mi sono preparato come
sempre: mi sono allenato tutte le mattine,
atleticamente, e le sere, svolgendo lavoro
specifico. Due tre volte a settimana facevo
Nella pagina a sinistra una foto del match.
i guanti e mi dividevo tra Torre AnnunziaFoto concessa dal pugile e scattate da
Avellino Sport.
ta e Caserta. Poi, fortunatamente, siccome
il mio avversario era mancino mi ha contattato Finiello, che doveva fare il titolo
21
CARMINE TOMMASONE vs JON SLOWEY
che migliaia di persone. Anche Duran ha
detto che non aveva mai visto cosi grande
pubblico. Questa cosa è positiva pure per
me, in termini di pubblicità”- Continua
parlandoci dell’esperienza allo stadio di
Avellino - “Sotto la curva sud dell’Avellino
sono emozioni che non si possono descrivere. Sarebbe straordinario organizzare un
match magari in quello stadio”.
Progetti per il futuro, una difesa o assalto al titolo europeo?
“La prima cosa è organizzare una difesa
entro febbraio. Questo è quello che abbiamo concordato con il manager e il procuratore. Anche perchè mi trovo a soli 15 incontri secondo la comunità europea, e se
vedi il curriculum di tutti i pugili conta 20,
25 o 30 incontri. Stiamo correndo abbastanza, ma se si presentano certe occasioni
4.
e le cogliamo ben vengano. Per ora la scaletta è organizzare la difesa della corona
europea per la scaletta. A livello mondiale? Nei primi numeri della mia categoria ci
sono dei fenomeni! Guardiamo Lomachenko, l’inglese Lee Shelby… sono tutti pugili veramente temibili! Stiamo parlando di
palcoscenici da sogno americano, quindi
se si presenta l’occasione perchè no!? Per
arrivare a certi livelli devi avere davvero
delle qualità speciali, come dimostrato da
Bundu nei suoi match negli USA.”
4. TITOLO DELL’UNIONE EUROPEA DEI PESI PIUMA
tutto il movimento. Ci vorrebbero più procuratori e televisioni che investano e sponsorizzino un po’ di più”
C’è un pugile presente o passato a cui ti
ispiri?
In questo momento ci sono molti pugili azzurri vicini ad un mondiale, questo
quanto è importante per la boxe italiana?
“Mi piace molto lo stile di Mayweather,
perchè, anche se a volte non piace, prende
pochi colpi ed è sempre efficace. Questo
è importantissimo, perche la mia cultura
pugilistica è: “meglio mettere un pugno e
prenderne zero che metterne 100 e prenderne 90”. Sembra lo stesso, ma hai preso
meno colpi e nel complesso di una carriera
è meglio. Questo è lo stile alla Mayweather, anche se a molti non piace.”
“Importantissimo! Il professionismo italiano era sprofondato, ma grazie a questi
pugili (e anche a me) stiamo resuscitando
C’è qualcuno che senti di ringraziare
per questa vittoria, per questa impresa
di 3 titoli in un anno?
“Pochi pugili sono riusciti ad avere 3 titoli
in 11 mesi! E’ veramente una bella soddisfazione, specialmente perchè un anno fa
vedevo lontano il titolo italiano. Per me
avere queste cinture in tasca è una grande soddisfazione. Per questo match, anche
se non è da me fare questi ringraziamenti,
devo molto alla mia ragazza, perchè è riusciuta a starmi vicino come nessuno: mi
ha trasmesso molta tranquillità, durante
gli allenamenti, per la dieta… è riuscita
ad essere vicino nostante magari il sabato
alle undici di sera si fosse già a letto”.
NOTA TECNICA
Carmine è veloce e reattivo sulle gambe, e usa bene i colpi dritti per pungolare l’avversario. Sfrutta bene la distanza,
restando fuori la gittata dell’allungo, e
poi attacca con una velocità bruciante.
Spesso accorcia la distanza per liberare combinazioni di 4-5 colpi, che fondono inseme dritti al volto e ganci alla
figura. La sua straordinaria condizione
atletica gli permette di tenere un ritmo
straordinario, piazzando un gran numero di colpi. Sfoggia una difesa solida e
sicura, capace di subire poco: schiva
egregiamente grazie ad un eccellente
gioco di gambe, unito ad un gran lavoro con il tronco, che non danno punti di
riferimento agli avversari.
Nella pagina a sinistra una foto del match.
Foto concessa dal pugile e scattate da
Avellino Sport.
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23
CARMINE TOMMASONE vs JON SLOWEY
LA CRONACA:
Nel primo round, Tommasone prova a pungere fin da subito con il jab, ma è un bel
gancio sinistro a colpire il volto dello scozzese. Al secondo gong, Slowey lega molto
e prova una timida reazione, ma il lottatore
italiano è abile nel colpire con degli ottimi destri, che puniscono l’avversario. Nella terza ripresa Tommasone avanza bene,
ma spesso l’anglosassone usa il destro per
trattenerlo, giocando ai limiti del regolamento. Ciò nosostante Carmine lo martella
con combinazioni isolate, andando molto
spesso a segno. Il quarto round si apre con
Slowey che subisce una serie di colpi al
volto. L’eroe di casa martella con dei potenti colpi dritti, sostenuto da un publico
numerosissimo. La quinta e la sesta frazione vedono uno Slowey sorpreso e inebetito
dalla furia del suo avversario, che porta a
segno numerose bordate: lo scozzese viene costantemente braccato e aggredito.
L’ottimo lavoro di Tommasone continua
anche nella ripresa successiva, dove prima
attende, e poi punisce con stoccate poten-
4.
4. TITOLO EUROPEO SUPERWELTER
ti e precise le lacune difensive del rivale.
L’ottava ripresa è scandita dai diretti destri
devastanti di Tommasone, che segnano uno
Slowey visibilmente rigido ed incapace di
reagire. Dopo un’altra ripresa a favore del
nostro pugile, nel decimo round si segnala uno bello scambio tra i due combattenti,
dove il pugile italiano prevale con un’ottima serie di diretti. L’undicesima ripresa
mostra un Tommasone sicuro di sé, bravo
nel doppiare i colpi e mostrando uno spettacolo all’altezza della serata. Nell’ultima
frazione Slowey è stremato dagli innumerevoli colpi ricevuti, ma mostra tutto il suo
coraggio resistendo fino all’ultima campana.
Con verdetto unanime (119-110 119-111
118-110) , Carmine Tommasone diventa
il nuovo campione dell’Unione Europea.
Il pugile irpino ha dominato il match con
una classe pugilistica nettamente superiore
a quella di Slowey, il quale (esclusi i primi
tre round) è sembrato statico e privo di iniziativa.
Nella pagina a
sinistra una foto del
match.
Foto concessa dal
pugile e scattate da
Avellino Sport.
24
25
5.
ROAD TO RIO
La nuova manifestazione olimpica si avvicina, quindi continuiamo il nostro viaggio all’interno del mondo dei 5 cerchi. In
questo numero conosciamo due super massimi: uno che ha fatto la storia, Roberto
Cammerelle, e un giovane talento che speriamo ci possa regalare tante soddisfazioni,
Guido Vianello.
ROBERTO CAMMARELLE
Roberto Cammarelle è stato una colonna delle spedizioni olimpiche azzurre. Il
35enne pugile di Cinesello Balsamo ai nostri microfoni confessa come è iniziata la
sua esperienza sul ring:
“La mia esperienza sul ring, in allenamento, è iniziata quasi subito: mi sono iscritto
in palestra con mio fratello e dovevamo
provare ognuno all’altro chi dei due era il
più forte! La ‘prima’ sul ring è avvenuta il
9/4/1995, la finale degli interregionali dei
campionati italiani Primi Pugni, a Varese
contro un ragazzo del Piemonte. Ero tranquillo e preparato, ho vinto nettamente ai
punti. Forse è proprio lì che è nato l’amore
e la convinzione di riuscire in questo sport”
Poi ci racconta il sogno olimpico e l’incubo
Londra 2012:
“L’ Olimpiade è la manifestazione sportiva più importante ed affascinante per pre-
5. ROAD TO RIO
a cura di
Federico Falzone
stigio e storia. Quando pensi a quella gara
ti ritrovi a rivivere il sogno condiviso da
tutti di entrare nella storia dello sport. Primeggiare non è solo vincerle, ma diventare
un pezzo di storia sportiva, come succedeva nell’antichità.
La sconfitta in finale a Londra è stata, è
e sarà sempre una ferita indelebile. E forse, rimarrà per molto tempo come la non
vittoria di Cammarelle. Quindi, pian piano,
il bruciore passerà, ma mi pesa tanto che
nella storia delle Olimpiadi di Londra 2012
il campione olimpico sia un altro.”
Lo abbiamo visto seguire gli Italia Thunder, e gli abbiamo chiesto un parere sulla
competizione e sui ragazzi che potrebbero
approdare alle olimpiadi:
“Le World Series of Boxing (WSB) sono un
progetto, nato nel 2010, che non mi convinse del tutto.Quest’anno la nuova formula
è molto più vicina alla competizione olimpica e questo fa sì che il progetto diventi interessante: è una sorta di laboratorio
dove crescere per diventare pugili olimpici
o professionisti. Insomma, una tappa obbligata per chi intende fare del pugilato la
propria vita.
Per l’Italia (in gara con l’Italia Thunder)
è una competizione interessante per la crescita del movimento, ma soprattutto è importante per accedere ai giochi olimpici,
sia direttamente (come è successo a Valentino Manfredonia, 81 kg) sia indirettamente, perché ti arricchisce di quella esperienza internazionale fondamentale per essere
competitivo.”
26
Infine, sul suo mancato passaggio al professionismo, ci rivela:
“Chi non pensa al professionismo quando
inizia a fare questo sport? I veri miti e punti di riferimento sono soprattutto i campioni del mondo del professionismo. Io come
miti avevo Alì, per la sua tecnica e il suo
carisma, e Tyson, per la sua popolarità e
i suoi guadagni. Ma il professionismo da
quando ho cominciato io è molto cambiato,
e anche la mia visione di questo sport di
conseguenza è variata. Non mi si addice e
non mi conviene, per farla breve.
In alto a destra: Roberto Cammarelle.
Foto concessa dal pugile.
GUIDO VIANELLO
Guido Vianello, prospetto per il pugilato
azzurro e già militante degli Italia Thunder,
pochi giorni fa ci ha rilasciato questa intervista completamente in esclusiva per Box
Boxe.
1.Come ti sei avvicinato al mondo della boxe? E quali valori ha dato alla tua
vita?
“Faccio parte di una famiglia di tennisti
e, come da tradizione, a soli 6 anni sono
stato messo sul campo da tennis in un centro sportivo a Roma appartenente alla mia
famiglia. Mio padre mi ha sempre allenato
ed è grazie a lui se mi sono strutturato bene
fisicamente. Non riuscivo ad esprimermi
al meglio sul campo da tennis, avevo voglia di fare e di vincere ma proprio non mi
piaceva tenere in mano la racchetta. A 15
anni avevo raggiunto la notevole altezza di
1,95 e, ogni pomeriggio, per andare ad allenarmi passavo di fronte ad una palestra
di pugilato, la Team Boxe Roma 11; così,
per curiosità e quasi per gioco, entrai e fui
accolto subito dal maestro Mattioli, con il
quale ho cominciato il mio percorso. Oggi
faccio parte del gruppo sportivo forestale,
ho il privilegio e la fortuna di far diventare
ciò che mi piace il mio lavoro. Quando non
sono in allenamento nel centro federale
27
5.
ROAD TO RIO
d’Assisi, curo la parte tecnica alla Phoenix
Gym a Pomezia con il maestro D’Alessandri e nel mio centro sportivo la preparazione fisica con il preparatore Antonello
Regina. Questo sport mi ha insegnato cosa
significhi sacrificio e a vita da atleta. Penso
sempre alla mia strada, senza guardare gli
altri, e finche potrò lotterò per raggiungere
i miei sogni”.
2. Parlaci della tua esperienza alle World
Series of Boxing?
al ginocchio sinistro che mi ha bloccato a
letto e condizionato la preparazione poco
prima di partire), sono andato ai campionati d’Europa in Bulgaria super preparato
e deciso per strappare il pass ed andare al
mondiale di Doha. Il primo match lo porto
a casa contro il pugile polacco Paweł Wierzbicki vincendo tutte le riprese. Agli ottavi
dovevo affrontare il pugile russo Omarov,
già campione d’Europa nel 2011 e mio
avversario due anni prima nel mio primo
torneo da elite. Allora non c’era stato proprio match purtroppo, ma a questi europei
le cose erano cambiate: ero sicuro di poter
vincere ed accedere ai quarti. Omarov parte attaccandomi in maniera irruenta, sorprendendomi con qualche colpo, ma a metà
della prima ripresa avevo capito come affrontare la situazione e sono partito all’attacco. Se la prima possiamo darla a lui, la
seconda e la terza sono state pienamente
mie! Il mio avversario era completamente
esausto, mentre io ero reattivo e in forze:
le mie braccia non si fermavano un istante. Al verdetto ero convinto della vittoria,
ma la mia mano non è stata alzata; Tutti fischiarono quel verdetto a me rubato. Rimane tanta amarezza e dispiacere per questo
match che mi ha escluso dai campionati del
mondo e da un altro posto di qualificazione
per Rio”.
“Le World Series sono state un’esperienza. Nella mia categoria c’era un solo posto
di qualificazione per Rio 2016 ed ero il più
piccolo tra i super massimi; Ma tutto questo non mi importava. Volevo qualificarmi
e superare tutti. Iniziai molto bene, con tre
vittorie di fila e la quarta posizione del ranking individuale. Poi, però, sono stato fermato da una brutta ferita, provocata contro
l’Azerbaijan Baku Fires durante il quarto
match a Milano. Purtroppo nelle WBS dovevo vincere tutti i match. Non erano concessi errori, era molto difficile, ma non ho
nessun rimpianto. Nonostante i forti pugili
ed i viaggi massacranti, ci ho provato con
tutto me stesso ed ho finito la stagione con
due sconfitte e quattro vittorie, di cui l’ultima conquistata ai quarti di finale contro la
Russia a Mosca. Spero di poter partecipare di nuovo a questa competizione, con più 4.Ora dovrai fare i tornei per qualificaresperienza e più mezzi a disposizione per ti a Rio 2016, cosa rappresenterebbe la
raggiungere il primo posto che mi è man- partecipazione all’olimpiade.
cato quest’anno. “
“Mi sveglio ogni mattina con un obiettivo
3. Cosa non ha funzionato all’europeo?
da realizzare: le olimpiadi di Rio. Partecipare ad un olimpiade per me è un vero
“Dopo un fiasco a Baku nei giochi olim- e proprio sogno e l’idea di andarci mi da
pici europei (provocato da un problema la forza per affrontare ogni allenamento ed
28
5. ROAD TO RIO
ogni match. Gli ultimi tornei del prossimo
anno decideranno se potrò andarci. Ad
ogni modo, io sarò soddisfatto perchè avrò
dato tutto me stesso, senza risparmiarmi”
5. Qual è il punto forte della tua boxe? A
quale grande campione di ispiri e a quale
caratteristica vorresti avere nel tuo stile?
“Il mio punto forte è l’agilità che ho nei
movimenti e una discreta velocità. Io mi
ispiro a Roberto Cammarelle per la sua
grande rapidità, oltre perchè ha vinto tutto
ciò che si possa vincere da dilettante. Io sto
lavorando per aumentare la mia forza ed
il mio peso, per poter poi contrastare meglio i pugili che mi aggrediscono fisicamente; il tutto
senza, però, tralasciare la
velocità nell’esecuzione dei
colpi. Nel mio stile vorrei
unire proprio questi due
aspetti.”
6. Il tuo ex compagno ai
Thunder, Fabio Turchi, è
appena passato Pro. Pensi
che farà bene? hai intenzione di seguirlo?
“Sono molto vicino a Fabio, perchè abbiamo avuto la stessa stanza ad Assisi e secondo me ha fatto bene a passare pro. Cosi
facendo ha trovato la sua serenità e il suo
equilibrio, fattori fondamentali per un atleta, più della preparazione fisica. Sono sicuro che farà molto bene in questa sua nuova
carriera, data la sua esperienza da dilettante e il suo potenziale. Penso di passare Pro un giorno, mi attira molto l’idea di
formare un team tutto mio e di pormi nuovi
traguardi. Prima, però, voglio raggiungere
un’ olimpiade e completarmi come pugile
dilettante. La strada è ancora molto lunga…”
A fianco: Guido Vianello.
Foto concessa dal pugile.
29
6.
ciak si gira
QUANDO ERAVAMO RE (parte 1)
A cura di Giovanni Bongiorno
Alla tenera età di 18 anni, e con alle spalle già una carriera dilettantistica stellare, il
buon Cassius si impegna per conquistare
l’oro alle Olimpiadi di Roma del 1960 (categoria mediomassimi), riuscendo nell’impresa. La leggenda narra che quella sia la
Nello scorso numero abbiamo parlato di Ja- stessa medaglia che lancerà nel fiume Ohio
mes Braddock, il “Cinderella Man”, l’uo- per reazione agli insulti razzisti dei bianchi,
mo che visse la suddetta favola, il numero rei di non aver aperto le porte dei loro locali
di oggi ci farà conoscere invece colui che ai suoi fratelli neri.
era soprannominato (forse a ragione, ma
non siamo qui per sindacarlo, ma piuttosto Cassius è un innovatore in molti aspetti, ma
per raccontarlo) “Il più grande”, Muham- in particolare di uno: è il padre di tutti i trash-talkers, ossia di tutti gli atleti che destamad Alì.
bilizzano ambiente e avversari con dichiaraMuhammad Alì, al secolo Cassius Marcel- zioni a dir poco pungenti, prima dei match e
lus Clay III, non fu solo un simbolo del pu- durante le interviste. Si guadagna, infatti, il
gilato, ma anche un simbolo della difesa dei soprannome Il labbro di Louisville.
diritti umani, della lotta alla guerra e della
Ancora col nome di Cassius Clay batte priparità razziale.
ma Lamar Clark e poi Doug Jones per guaNasce il 17 Gennaio 1942 a Louisville, in dagnarsi una title shot. Il campione in carica
Kentucky, primo di due fratelli. Si avvicina è il terribile e temuto Sonny Liston: il manalla boxe appena dodicenne, quando scopre cino assassino, colui che aveva la potenza di
di essere stato vittima del furto della sua bi- buttar giù un elefante. Un interessante anedcicletta. Imprecando a voce alta e promet- doto (mai confermato, ma mai smentito)
tendo botte da orbi al ladro, viene notato da racconta che prima del loro incontro, Liston
un poliziotto, che gli consiglia di imparare incontrò Clay in un supermercato e riuscì a
prima a tirare dei pugni.
farlo terrorizzare, facendolo fuggire.
È cosa buona e giusta, quando si inizia a
raccontare qualcosa, partire dagli esempi
più lampanti, dalle storie che lasciano il segno, dalle favole; per arrivare agli emblemi, ai pionieri, agli dei.
30
Ad ogni modo, il 25 Febbraio 1964 i due
si incontrano sul ring; la data coincide con
l’ultimo giorno di Clay con questo nome.
Il giovane Cassius, infatti, domina il campione Sony Liston per sei riprese, grazie al
suo stile leggiadro e ballerino, riassunto in
un suo aforisma: “Vola come una farfalla,
pungi come un’ape.”. All’inizio della settima ripresa, Liston non si alzò dallo sgabello. Cassius Clay è il nuovo campione dei
pesi massimi.
L’indomani, Cassius Marcellus Clay III diventerà per tutti Muhammad Alì; ossia il
nome datogli da Elijah Muhammad, capo
della Nation of Islam. Il labbro di Louisville fu introdotto a quest’ultima dal suo amico Malcolm X.
Il match di rivincita per il titolo, rifiutato da tutte le sedi principali di pugilato di
Las Vegas, viene disputato l’anno dopo nel
Maine, precisamente a Lewinston. L’incontro finisce alla prima ripresa a favore di Alì,
con quello che è stato definito The Phantom
Punch (il pugno fantasma). Emblematica
l’immagine di Alì che sbraccia sul corpo
di Sonny Liston, già KO. I detrattori di Alì
fanno nascere un caso, dato che il montante
sfiora appena la tempia dell’ex campione.
Ad oggi, sappiamo che un pugno, anche di
potenza minima, può mandare KO un atleta, se assestato al momento e nel posto giusto. Negli anni ‘60, però, con l’amore più
per lo spettacolo che per l’informazione,
la gente comune non ebbe difficoltà a far
nascere delle illazioni. Accuse smontate da
Alì definitivamente molti anni dopo, nella
sua ultima intervista sull’argomento datata 2004, con una laconica frase: “Se Sonny
avesse voluto fingere un KO, di sicuro non
sarebbe andato giù al primo round”.
Dopo aver difeso il titolo per ben otto volte, inizia un calvario per il campione. Alì,
infatti, viene chiamato per prendere parte
alla Guerra del Vietnam, ma il campione si
rifiuta categoricamente. Il labbro di Louisville si dice pronto anche ad accettare il
carcere, salutando una grossa fetta dei guadagni che aveva messo da parte con anni di
sacrifici. Inoltre gli viene ritirata la licenza
dalle commissioni pugilistiche statunitensi.
Torna sul ring nel 1971, vincendo due incontri di preparazione, prima di trovare
la title shot contro Smokin’ Joe Frazier.
Muhammad Alì conosce qui la sua prima
sconfitta, seppur ai punti. Lo stile di Frazier
era molto particolare: anche se Alì è più
imponente fisicamente, il suo stile leggiadro non gli consente di imporsi su quello
pieno di schivate e finte di Frazier. L’incontro fu allora definito come “L’incontro del
secolo”. Dieci vittorie dopo, Alì inciampa
ancora contro Ken Norton, vendicando la
sconfitta poco dopo. La vittoria arriva esattamente come arrivò la sconfitta: per decisione dei giudici.
Negli anni settanta si era solo a metà della
grande storia di Alì. L’afroamericano ottiene il rematch contro Frazier il 28 Gennaio
1974. The Greatest riesce a vendicare anche la sconfitta contro Frazier (che nel frattempo aveva perso il titolo contro George
31
6.
ciak si gira
Foreman), imponendosi ai punti dopo 12
riprese, ottenendo la title shot. 30 Ottobre
1974.
Dieci anni abbondanti dopo la sua prima
conquista del titolo, Muhammad Alì è protagonista contro George Foreman del Rumble In The Jungle, probabilmente il più famoso e discusso match di boxe della storia.
L’incontro viene organizzato da Don King,
intelligente e potentissimo promoter, a Kinshasa (Zaire).
L’incontro in questione è narrato in “Quando eravamo Re”, docufilm capace di ottenere l’Oscar per il miglior documentario. La
regia fu affidata a Leon Gast che, con numerose immagini di repertorio da lui stesso
filmate appunto nel ‘74, nel 1996 preparò
per le sale questo capolavoro.
Il futuro di Alì prometteva ancora battaglie spettacolari. Siamo solo all’inizio del Rumble in the Jungle. The Greatest è
riconosciuto come leggenda anche ad Hollywood, che non
vediamo l'ora di raccontare prossimo appuntamento con la
nostra rivista!
32
33
7.
dietro il ring
a cura di
Federico Falzone
E’ una delle voci più note del pugilato italiano, ma non è un commentatore televisivo. Il nome della rubrica potrebbe sembrare, in questo caso, inappropriato; Valerio
Lamanna, infatti, è sul ring, e non dietro. Il
ring announcer romano si è ritagliato uno
spazio importante nella boxe italiana, pur
non con i guantoni addosso. Ecco come Lamanna si confessa su Box Boxe
1) Come sei diventato annunciatore?
Che iter si dovrebbe seguire?
7. DIETRO IL RING
vece è molto complessa:
Innanzitutto bisogna interagire con l’evento, con lo spettacolo che bisogna offrire al
pubblico senza mai dimenticare che i pugili
sono gli attori principali e che si deve dare
risalto a loro e alle imprese che compiono
sul ring. Garantire professionalità, stile,
riuscire a trasmettere le emozioni proprie
di un evento importante e vero come il pugilato. Gestire i rapporti con gli ufficiali di
servizio, la TV, il service audio, addetti ai
lavori e tanti altri…
Mantenere uno standard riconosciuto da
tutti i più grandi annunciatori, ma non rinunciare a qualcosa di tuo che caratterizza la persona e ti distingue dagli altri.
Infine, la qualità sicuramente più importante per emergere è il carisma…. Quello
non si insegna a scuola o ad un corso, fa
parte del bagaglio umano di ognuno di noi.
3) Di tutti i match che hai visto o che hai
annunciato quale è il tuo preferito e quale il piu emozionante? Sempre che essi
non coincidano
Emozionanti te ne dico tre:
Petrucci Vs Bundu I, a Roma (la mia città),
in quanto mi sono trovato ad annunciare
un match valevole per un titolo prestigioso come il Campionato d’Europa davanti a
più di 8000 persone!
Sarritzu Vs Mthalane, in Sardegna, con
in palio il Campionato Mondiale IBF: E’
stato il mio primo Campionato del Mondo;
Nella pagina a sinistra Valerio Lamanna sul ring.
In questa pagina Valerio Lamanna in attesa del
verdetto. Foto concesse dal protagonista.
Sono diventato annunciatore per caso, ho
chiesto al mio amico Davide Buccioni (che
da poco aveva fondato la BBT) di farmi annunciare un suo evento, in quanto pensavo
che tutti gli speaker di cui si era servito
precedentemente non avevano i requisiti
per essere considerati ring announcers.
Fui azzardato, ma sapevo di poter avere
“le giuste corde”; lui ebbe il coraggio di
dirmi di sì e da quel giorno non mi sono più
fermato… era il 26 dicembre 2005.
Jr. per Showtime). In Italia sono le società
organizzatrici che gestiscono individualNon esiste un vero e proprio iter da seguire mente la figura del ring announcer.
per diventare un ring announcer; all’estero, dove questa figura ricopre l’importanza 2) Quali sono le qualità imprescindibili
che secondo me merita (ovviamente sono per un annunciatore? Come si distingue
di parte), è gestita direttamente dalla TV un annunciatore talentuoso.
che trasmette l’evento (due esempi su tutti:
Michael Buffer per HBO e Jimmy Lennon Domanda che sembra semplice ma che in34
35
Malignaggi Vs Fazekas, disputato poche
settimane fa a Milano. Un incontro che pugilisticamente ha detto poco, serviva ad un
rientro di Paulie dopo due sconfitte subite; Ma annunciare un grande campione del
pugilato mondiale che avevo ammirato solo
in TV o via internet, vedere la sua camminata durante la mia presentazione, vederlo
scendere nella sua caratteristica “scossa di
spalle” e successivamente seguire il segno
del “taglio della gola” quando ho scandito
il suo nome….mi ha fatto capire che stavo
vivendo un grande momento personale.
un unico aggettivo: EPICO.
7.
4) Con il tuo lavoro sicuramente conosci,
oltre il valore tecnico di un atleta, anche
il loro lato umano. Hai un pugile che ti
ha particolarmente colpito o un aneddoto che ti piace ricordare?
In dieci anni di attività ho conosciuto ed
interagito con tanti pugili, ognuno con la
sua storia e il suo vissuto. Dirti un nome
significherebbe fare un torto a tanti altri;
dico solo che il pugile è un uomo con una
determinazione e una forza di volontà fuori
Di incontri emozionanti, per molteplici mo- dal comune. Purtroppo si tende a parlare
tivi, ne ho vissuti veramente tanti….voglio di boxe (al di fuori dei media specializzaapprofittare del momento storico in cui mi ti) solo per la cronaca nera e/o giudiziaria,
fai questa domanda per dirti Lancia Vs definendola sempre come violenta e “paleBauwens, praticamente l’ultimo incontro stra di malavita”. Non è così: il pugilato
annunciato; per definirlo mi viene in mente è una disciplina che educa al rispetto, al
7. DIETRO IL RING
sacrificio, al coraggio, al saper contare su
se stessi e sulle proprie forze e potenzialità;
meriterebbe ben altra pubblicità, così come
i suoi protagonisti: i pugili.
5) Abbiamo visto che il mondo professionistico viaggia in un periodo di crisi,
anche se con il supporto di nuovi media,
come la nostra rivista, e della TV sembra
migliorare la situazione. Cosa manca per
rendere la nostra boxe piu vicina a quella
d’oltreoceano?
In un’unica parola: soldi. Purtroppo sono
quelli che muovono il tutto; consentirebbero agli organizzatori di portare i grandi incontri in Italia, permetterebbero ai pugili di
poter fare i professionisti a tempo pieno e
non di dividersi quotidianamente tra lavoro e palestra; si incentiverebbe il passaggio
al professionismo da parte dei giovani più
promettenti, che invece guardano con interesse e punto di arrivo la carriera dilettantistica con la nazionale e con i gruppi delle
Forze Armate.
A sinistra Valerio Lamanna presenta degli sfidanti.Foto concessa dal protagonista.
6) Sappiamo che molti pugili italiani sono
vicini ad una chance mondiale. Quale secondo te è il più tecnicamente e fisicamente pronto per il titolo?
Al momento abbiamo Giovanni De Carolis, Michele Di Rocco ed Emiliano Marsili
in rampa di lancio. Le imprese sono ardue,
in quanto molto probabilmente dovranno
giocarsi le loro chance all’estero. Come diceva il mio grande amico e campione Stefano Zoff (proprio quando ha conquistato
il mondiale WBA in Francia contro Julien
Lorcy), però “finchè c’è Italia, c’è speranza”
36
37
8.
FEMME FATALE
SIMONA GALASSI
“LA REGINA DI ROMAGNA”
a cura di
Serena Cecilia Labella
Tutti conoscono la sua storia, famosa per
la tecnica e la precisione dei colpi. E’ la
ragazzina di 43 anni che ha conquistato
un grande pubblico, ed ha accettato pochi
giorni fa di rispondere ai nostri microfoni.
Per chi non la conoscesse, Simona Galassi
è una pluricampionessa europea e mondiale. Dopo cinque anni di kick boxing, si è
avvicinata alla boxe che con il tempo l’ha
forgiata facendola diventare la campionessa che è oggi. E’ uscita dalla carriera dilettantistica dopo aver conquistato tre titoli
mondiali e tre europei, con in tutto 87 match disputati e una sola sconfitta. E’ stata
campionessa europea dei pesi mosca EBU
, campionessa mondiale Wbc e nei super
mosca, IBF. Ha al suo attivo 23 vittorie 4
sconfitte 1 pareggio.. L’abbiamo vista nel
suo ultimo incontro a Manerba del Garda,
disputare un match mondiale contro Debura Dionicious, ‘’La Gurisa’’. Questo era un
incontro che si prospettava forse come uno
degli ultimi, ed ora che siamo agli sgoccioli
della sua lunghissima carriera, andiamo a
conoscerla più da vicino con qualche domanda.
vivo con gli sport da combattimento da
vent’anni, di cui quattordici solo di pugilato. La boxe è uno sport che mi è entrato
nella pelle, mi ha aiutata,mi ha fatto capire
tantissime cose e mi ha dato degli stili di
vita, dei ritmi che poi sono diventati miei
di Simona, e non solo quelli di un atleta. E’
qualcosa di più di un semplice sport che ho
praticato.
Tu paragoni il pugilato alla vita e io mi
chiedevo: per te la boxe è tanto diversa
anche dagli altri sport da combattimento
in piedi? O hanno degli aspetti comuni?
Io ho iniziato con la kick boxing, l ho fatta
per 5 anni prima di passare al pugilato, e
l’amavo cosi tanto che non avrei mai pensato di cambiare. Ho cambiato quasi per
caso perché ho trovato persone che mi hanno dato altro, ed ho scoperto un mondo totalmente diverso da quello che mi aspettavo. C’è sicuramente, un aspetto comune che
è quello di potersi guardare allo specchio
con una serenità diversa perché combattere
ti mette a confronto con te stesso, con le tue
paure e, salire sul ring affrontare le situaCos’è per te il pugilato ?
zioni, richiede coraggio, determinazione,
lucidità, preparazione e tante cose comuDovrei rispondere uno sport ma per me è ni. Il pugilato,però, ha un aspetto diverso
più diventato uno stile di vita perché con- che altri sport curano di meno anche per
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la loro natura. Quando facevo incontri di
kick boxing, potevo anche dominare ma ne
uscivo ammaccatissima perché c’è un contatto anche nella difesa che è cruento. Ti fai
male anche solo nel parare, nel prendere
un calcio o nel tirarlo, mentre nel pugilato,
se sei veramente bravo, puoi uscirne bene.
Io avevo uno stile di pugilato dove usavo
molto la scherma, mandavo a vuoto, rientravo, prendevo pochissimi colpi e ne uscivo anche pulita. Questo perché nella boxe
c’è un aspetto difensivo che richiede una
capacità tattica superiore. Quest’aspetto
per me è diventato fondamentale perché
mi sono resa conto che si può dominare
l’avversario su più punti, su quello psicologico, su quello della tattica, quello della
tua capacità tecnica, sono molti più aspetti
su, cosa che negli sport da combattimento
semplici non c’era, c’era più l’aspetto fisico, di determinazione e forza e quindi un
aspetto più limitato. Il pugilato, secondo
me può dare di più. Ovviamente non tutti
la pensano cosi, non tutti lo fanno cosi, c’è
anche chi lo fa semplicemente andare a menare, io però ho trovato qualcosa di più.
In alto: Simona Galassi
Foto concessa dalla pugile.
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SIMONA GALASSI “LA REGINA DI ROMAGNA”
8.
che mi ha fatto pensare ‘’ma per cosa lo
sto facendo?’’ , è stato tutto quello che ha
Durante la tua carriera hai avuto dei mo- un contorno, e cioè il non poter combattere,
menti in cui hai pensato di rinunciare ?
non avere un aiuto economico. In Italia,
poi, non c’è un supporto per fare questo
Sono stati pochi in realtà, e sono stati det- sport in maniera seria e questo è un probletati da altri aspetti come, le attese o di non ma pratico , perché può diventare tutto un
riuscire proprio a farlo, non riuscire a pra- buttare tante energie, anche mentali, senza
ticarlo: non c’era la possibilità di combat- raggiungere un reale obbiettivo.
tere,non avevo mai notizie,non avevo alle
spalle nessuno che mi potesse rassicurare. Secondo te che cosa potrebbero fare le
Questo è stato un aspetto esasperante ma associazioni italiane, la federazione puginon mi sono mai stancata di prendere pu- listica per cercare di migliorare la congni, di sacrificarmi, di sudare e ancora non dizione del pugilato in Italia ? Cosa si
mi è passata questa voglia. Tutto quello potrebbe fare per incrementarne la pre-
40
8. FEMME FATALE
senza?
to un bel match ma avrei premiato l’atleta
come me, avrei premiato me. Non é stato
cosi, poi ci sono tantissime altre piccole
cose che a freddo ho analizzato e potevano
esser fatte diversamente. Anche tanti retroscena molti non li conoscono ma probabilmente, io ho perso quel match nelle
prime riprese dove c’è stato poco o niente.
Li forse ha attaccato di più lei e vengono
quindi fuori quei punti, perchè per il resto
credo di aver dominato una scatenata sul
ring e l’ ho fatto tecnicamente. C’è un forte
rammarico ma non si sa nei dettagli che,
una settimana prima mi sono spaccata un
sopracciglio, avevo un taglio freschissimo
che ho tentato di nascondere ma che mentalmente è difficile nascondere a se stessi.
Magari la titubanza che c’è stata nelle prime riprese è stata anche dettata da questo,
quindi mi domando se fossi arrivata integra da subito, forse ci sarebbe stato meno
da discutere. Ad ogni modo non ho da recriminarmi molto, ho cercato di fare un bel
match, ho dato il meglio e i giudici non mi
hanno premiata punto.
Credo che riemergere non sia per niente
facile, perché c’è un gran lasciar correre
di cose che non vanno bene già da diversi anni. Ad esempio il fatto che ci sia stata
la separazione tra pugilato dilettantistico e
professionistico. Doveva essere uno stimolo per aiutare il professionismo a uscire da
solo ma in realtà c’è ancora più difficoltà
perché non ci sono le risorse. E’ molto difficile rispondere a questa domanda perchè
sono due mondi separati e le separazioni
sono anche grosse. La chiave potrebbe essere tornare ad essere una cosa sola e non
una separazione netta, ma è chiaro che è tutto un circolo, un cane che si morde la coda.
Bisognerebbe aiutarsi, darsi una mano a
vicenda ma per far riemergere questo sport
servono le risorse, che se mancano, non si
combatte. Inoltre c’è anche il fattore mediatico: è difficile che la tv investa perché si
parte da una bassa visibilità e adesso tutto
deve esser fatto bene e subito, poco investimento, subito tanta resa, e credo che per il
pugilato ci sia bisogno di pazienza per ritornare a una buona resa.
Adesso cosa pensi di fare, dopo questo
match, ne hai altri in programma o apParlando della tua carriera, che è invi- pendi i guantoni al chiodo?
diabile, che cosa pensi del mondiale con
la Dionicious? Sei d’accordo con il ver- No, guarda non sono una che pianta moldetto??
ti chiodi in casa! Mi è rimasto un dentino
avvelenato e quindi ci tengo a togliermelo,
Sinceramente, il match è stato equilibra- anche perché si sa che sono un atleta, si di
to ma per come amo il pugilato, non sono 43 anni, ma ancora integra sia mentalmend’accordo con il verdetto. Io avrei premiato
la precisione e pulizia dei colpi, magari anNella pagina a sinistra: Simona Galasche con qualche colpo in meno, perché a me
si e le sue cinture.
piace quel tipo di pugilato. Il pugilato che
Foto concessa dalla pugile.
ha fatto lei mi è comunque piaciuto ha fat41
SIMONA GALASSI “LA REGINA DI ROMAGNA”
te che fisicamente e quindi il coronamento che voglio per me è quello di ritornare
campionessa mondiale prima di chiudere
la mia carriera lunghissima. Sicuramente a un certo punto dovrò pensare di fare
la mia ‘’vecchiaia sportiva’’ serenamente,
però attualmente sto lavorando per trovarmi una chance mondiale da giocarmi e da
vincere in maniera più netta, per riprendermi questa soddisfazione personale. Se riuscirò a trovare questa occasione,valuterò
poi alla fine di quel match che cosa fare.
E se combattendo per il titolo, dovessi
vincerlo, non è possibile che ti venga poi
in mente di difenderlo?
Su questo io e il mio maestro Duran, abbiamo due pareri completamente diversi. Lui
vuole conquistare questo mondiale ma poi
vorrebbe chiuderla li, no? E forse ha ragione lui! E’ per questo che non dico nulla
di quello che può succedere dopo, chiaramente prima bisogna vincerlo, poi ci sarà
una grande riflessione anche perché come
ti ho detto, qui in Italia è un momento difficile per la boxe, e combatterei solo se ne
valesse la pena. Mi piacerebbe chiudere la
carriera in casa anziché all’estero, pero
bisogna anche guardare in faccia la realtà
e fare le cose solo quando è possibile farle
senno bisogna rinunciare.
8.
ran è un era molto importante, in cui mi
sono ricostruita mentalmente e fisicamente. All’età di 40 anni, adesso ne ho 43, ho
iniziato a conoscere ad apprendere cose
nuove, sto cambiando come pugile nonostante tanti anni in cui si erano radicati in
me degli schemi ormai ripetuti mille volte e
questa è stata una grande cosa. Quello che
mi ha dato di fondamentale Duran è stata
la fiducia, io sento in lui la sincerità della
fiducia, lui crede in me almeno quanto ci
credo io e questo è fondamentale per andare avanti perché per tanti anni ho avuto poche persone che mi davano fiducia e
questo può penalizzare tantissimo. Questa
è stata la nostra grande forza come coppia
maestro-allieva, poi in palestra cambia il
mondo perchè battibecchiamo sempre ma è
giusto che sia cosi e che ci sia un rapporto diverso e stimolante. In questi anni ho
trovato un ambiente nuovo, nuove cose da
imparare e una persona tosta di fronte.
8. FEMME FATALE
carriera e cioè il tifo, la mia determinazione nonostante il problema che ho avuto e poi com’è venuto fuori il match, non è
andato bene perché c’è stato quell’ amaro
finale che non era ciò in cui speravo, ma
altri aspetti me lo rendono molto caro.
Per concludere, vuoi ringraziare o salutare qualcuno attraverso quest’intervista?
In questa pagina in basso: Simona
Galassi e Debora Anahi Dionicius.
Ringraziare lo farò quando mi sentirò alla
fine perché persone da ringraziare sicuramente ce ne sono. Per ora ringrazio coloro che, hanno continuato a credere in me
nonostante l’età, nonostante la sconfitta e
che mi hanno supportato e aiutato. Sono
poche persone però fondamentali, san loro
chi sono non serve neanche fare dei nomi.
Qual è stato il match più ricco, che ti ha
dato più emozione?
Ci sono due o tre match che sono stati importanti per motivi diversi. Non ce n’è stato
uno da definire il più bello ma l’ultimo, anche se è stato il più amaro, ha avuto degli
aspetti che sono stati i più belli della mia
Quanto conta per te il rapporto con Duran? Da quel che si legge, pare che abbiate un bel rapporto maestro-allieva.
Si per forza di cose deve essere cosi. Io mi
sono sempre legata molto ai miei allenatori e tre sono stati fondamentali. L’era Du42
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