1 Bimestrale di Settembre/Ottobre 2015
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1 Bimestrale di Settembre/Ottobre 2015
1 Bimestrale di Settembre/Ottobre 2015 B XE Direttore: Federico Falzone; Caporedattore: Simo Calice; Progettazione grafica: Carmen Grace Alaimo; Redattori: Federica Carace, Serena Cecilia Labella, Giovanni, Bongiorno, Gioele Sicali; Traduttrice: Clara Illuminato; Informatico: Francesco Pira; Fotografa: Alessandra Tognarini Ringraziamo la lega, gli atleti e i protagonisti di questo numero per averci aiutato nella realizzazione di questo progetto. Inoltre un merito speciale va alla Menford e Losport24 per il supporto tecnico. Bimestrale di Settembre/Ottobre 2015 indice 1. Introduzione: Intervista a Carlo Nori 6 2. Titolo WBC Silver: Marsili vs Diaz 10 3. Semifinale IBF: Boschiero vs Smith 16 4. Titolo Unione Europea Tommasone vs Slowey 20 5. Road to Rio: Cammarelle e Vianello 26 6. Cinema: Quando eravamo re... Parte 1 30 7. Dietro il ring: Valerio Lamanna 34 8. Femme Fatale: Simona Galassi 40 1. introduzione a cura di Simone Calice INTERVISTA A CARLO NORI CARLO NORI: “MANCANO SPONSOR tale differenza con altri Paesi è proprio E TELEVISIONI. PECCATO, PERCHE’ A questo: giornali e televisioni LIVELLO DI MAESTRI E PUGILI SIAMO AL TOP” 2) Negli ultimi tempi diverse società organizzatrici stanno cercando di rendere Dopo l’intervista di apertura ad Alberto questo sport ancora più coinvolgente, Brasca (presidente FPI, ndr) del primo nu- aggiungendo una parte extra boxe (guest mero, tocca ad un altro grande esponente star e show all’interno dell’evento) per della pugilato italiana: Carlo Nori, presi- avvicinare anche i meno appassionati al dente della Lega Pro. Tanti gli argomenti ring. Cosa ne pensa di questa commertoccati, soprattutto lo sviluppo del mondo cializzazione (parola solitamente interPro azzurro e la ricetta per tornare ai vertici pretata negativamente, ma che in questo continentali e mondiali. Le sue parole.. caso non lo è affatto) della Nobile Arte? Secondo lei, la parte dello show fuori 1) La boxe italiana, nell’ultimo periodo, dal ring dovrebbe essere ancor più apsi sta rialzando dopo anni difficili. Un profondita? Quanto siamo lontani dagli grande apporto lo stanno dando anche i USA e dal resto dell’Europa sotto questo media, maggiormente coinvolti rispetto punto di vista? agli ultimi tempi. Quanto sono importanti i mezzi d’informazione (soprattutto la Bisogna tenere conto che i grandi match di tv) nella crescita dell’attenzione rispetto boxe nel mondo sono considerati uno show alla nobile arte? Cosa dovrebbe ancor es- di grandissimo livello. È normale che, sere migliorato? all’interno di queste manifestazioni, ci sia la possibilità di legare delle attività diverse La boxe non si sta rialzando grazie alle o di far subentrare dei personaggi che postv, ma per uno sforzo degli organizzatori e sano portare beneficio in termini di visibidei pugili. Il settore tecnico si sta evolven- lità alla manifestazione stessa. In America, do in modo tale da portarci già da tempo a ad esempio, personaggi del mondo dello competere ad un livello internazionale. Al spettacolo sono sempre all’interno di seramomento non siamo assistiti né dalla te- te di boxe. Abbinare il pugilato con una levisione, né dai giornali come dovremmo parte di spettacolo, o con altre discipline essere. Il vero punto che ci porta ad una sportive, fa senz’altro bene alla promozio6 ne del nostro sport. In Italia gli esperimenti fatti li giudico molto positivi, perché hanno avvicinato l’interesse di altre persone. Mi auguro che vengano fatte anche in futuro, con magari un raggio più ampio, perché sono serate all’avanguardia. Sono molto contento sia del lavoro fatto da Alessandro Cherchi, sia di quello fatto da Federico Zampaglione gili pro italiani, si divide tra palestra e lavoro pur di portare avanti questa passione. Quando potremo tornare a vedere in Italia atleti che possano vivere soltanto del lavoro sul ring? Cosa ci vuole perchè questo succeda? Non so quanto tempo ci vorrà, ma so cosa è necessario perché ciò avvenga. Come le dicevo prima, oggi abbiamo bisogno delle televisioni. Il 70% dell’indotto oggi parte dalle tv. Quindi, se queste non investono, non si può vivere di solo pugilato. Televisioni (e sponsor) dovrebbero investire di più per riportare un ciclo economico che porti una boxe di alto livello e che permetta ai pugili di vivere solo di Nobile arte. Spezzo una lancia a favore del pugilato italiano: ci vorrebbe solo un maggior apporto economico, perché per quanto riguarda le competenze (a livello di organismi, pugili e maestri di pugilato) noi siamo all’avanguardia. Qui in Italia un pugile ha tutto; per esempio, non deve andare a trovarsi un maestro straniero. Purtroppo, però, mancano gli investitori. Quando anch’essi torneranno, i boxeur italiani potranno tornare a godere di un ottimo ritorno a livello economico e di visibilità. 3) Cosa ci può dire di Emiliano Marsili, vincitore del titolo mondiale WBC silver? E del debutto, seppur sotto le aspettative, di un personaggio di caratura planetaria come Malignaggi? Personaggi del genere possono dare nuovo slancio e visibilità alla boxe azzurra, anche agli occhi del resto del mondo? Sono due campioni, e quindi richiamano l’attenzione di giornalisti ed appassionati. Malignaggi ha il vantaggio di aver fatto pugilato in un Paese amante della Nobile arte; E’ stato anche campione mondiale di due sigle, quindi è conosciuto. Detto ciò, Marsili è oggi uno dei nostri pugili più rappresentativi. Mi permetto di aggiungere anche che, dal punto di vista promozionale, entrambi sono degli ottimi profili (cosa comune, tra l’altro, a tutto il pugilato italiano). Sono dei campioni, ma anche delle persone per bene. Far sapere ai non appassionati che questo sport ha personaggi del genere e anche da persone con uno spiccato senso imprenditoriale è una bellissima cosa, che mi fa molto contento. Il pugilato non è uno sport che appartiene ad un ceto sociale molto basso, o che ha avuto problemi. Questi campioni lo dimostrano. E’ come avviene in altri sport. 5)Per un ulteriore sviluppo della pugilato italiana, quanto può essere importante il nuovo campionato Neo Pro? Quali sono i primi riscontri? La Lega Pro è soddisfatta di come si sta sviluppando il progetto? Essendo quest’anno un test, utile per poi migliorarci già a partire dal 2016, sono molto soddisfatto. Dalla conferenza stampa d’inaugurazione a Marzo abbiamo fatto quasi 110 match, e stiamo perfezionando le date delle finali dei campionati italiani a Dicembre. Abbiamo mantenuto l’impegno 4) Marsili, come la maggior parte dei pu7 che avevamo preso. Certo, non è stato facile! Forse ci sono stati dei messaggi poco chiari da parte nostra, ed io me ne assumo la responsabilità. Sicuramente ci saranno delle cose da migliorare, anche nel regolamento del campionato stesso. In modo lungimirante, però, abbiamo detto che è un test: in quest’ottica, sono molto soddisfatto. perle: Bundu vs Moscatiello, ad esempio (23 Marzo 2012, ndr). Noi le sfide tra italiani le incrementiamo e le ‘vediamo’. A certi livelli, però, devono convergere molte cose… Noi incentiveremo queste sfide anche tra i big, ma la mia trentennale esperienza nel pugilato mi dice che non sempre potranno avvenire. 7) Infine, una domanda che ci coinvolge direttamente. Qual è il suo giudizio su internet (siti web e social network) legato al movimento boxe e come valuta lei l’idea di una rivista tematica online? Rispondo “bene”, ad entrambe le domande! Tant’è vero che, nel nostro consiglio di Giovedì 8 Ottobre, abbiamo approvato la nostra web TV. Faremo sia manifestazioni che rubriche, con il Channel della Lega Pro. In secondo luogo, abbiamo un progetto che consiste proprio nel creare una rivista online che parli di professionismo: sarebbe sulla falsariga della vecchia rubrica degli anni ’80 Pugni dal mondo, di Boxering. 6) Cambiando discorso, c’è mai stata un’idea di una serata (con l’appoggio di eventuali sponsor) nel quale si vedano combattere i migliori pugili della scena Si ringrazia Carlo Nori per la disponibilità italiana? In varie nazioni europee uno e la Lega Pro Boxe per la concessione delle spettacolo del genere ha riscosso succes- foto. so sia tra i tifosi, felici di vedere tutti i propri idoli in una serata; sia tra gli addetti ai lavori Foto di Carlo Nori concesse dalla Lega pro. A sinistra Carlo Nori con Leonard Bundu. Sopra Carlo Nori in conferenza. A fianco Carlo Nori durante un allenamento. In Italia abbiamo una cultura di procuratori ed organizzatori che non è affatto male. Su questa lunghezza d’onda noi ci siamo già da un po’ di anni. Abbiamo fatto match tra campioni italiani che sono state delle 8 9 2. TITOLO BWC SILVER 2. TITOLO BWC SILVER a cura di Federico Falzone e Daniele Ercolani MARSILI vs DIAZ . GAMALIEL DIAZ Ai nostri microfoni ci ha raccontato del suo match più importante: Sicuramente l’incontro per il titolo MonBIO - Gamaliel el Platano Diaz è nato a diale. Era il mio sogno ed è il sogno per Tacambaro (Messico) il 14 febbraio 1981. ogni pugile. Oltre ad essere stato un evento Ha esordito con una sconfitta (per split de- chiave per la mia carriera è assolutamente cision) il 19 maggio del 1998 contro Luis il ricordo più bello. Alberto Reyes, incontro sulla lunghezza dei 4 round. In carriera ha un record di 38 vitto- In caso di vittoria contro Emiliano e sulla rie (17 KO), 12 sconfitte e 3 pareggi. Negli possiblità di un match per il titolo nel suo ultimi quattro match il pugile ha affrontato: paese ha dichiarato: Petr Petrov (L, UD), Anthony Crolla (D), Sarei pronto ad allenarmi e prepararmi per Eduardo Canales (W) e Dante Jardon (L). riprendermi la cintura. Sarebbe fantastico 10 per me combattere di nuovo per un titolo mondiale e mi allenerei con forza come faccio per ogni evento.Combattere davanti la mia gente è sempre molto bello, ma sarei disposto anche ad una lotta lontano da casa. Sarebbe un evento troppo importante, lo giocherei ovunque. Nella mia carriera ho combattuto in continenti diversi, con il tifo contro. Sul ring, però, saremo solo io ed il mio avversario. Nel quadrato non c’è spazio per nient’altro oltre ai due pugili. Nella pagina a sinistra Marsili durante il suo ingresso. Foto di Alessandra Tognarini. EMILIANO MARSILI Dopo il match abbiamo ascoltato Emiliano Marsili. Il pugile italiano ci ha raccontato come è nato l’amore per questo sport: “L’amore per questo sport è iniziato quando avevo 15 anni e grazie al mio primo maestro che ha allenato i fratelli Branco, il Maestro Mario Massai, che poi ha preso le redini. Grazie all’aiuto di tutto il mio ambiente lavorativo riesco ad associare sport e lavoro, mi vengono incontro agevolandomi sui turni, con permessi, sono una bella squadra una bella famiglia che mi danno la possibilità di allenarmi”. NOTA TECNICA Di solito il pugile messicano parte sempre in maniera offensiva, attaccando spesso con colpi larghi. Usa il Jab sinistro per poi liberare il gancio destro. La sua difesa consiste nell’eseguire movimenti continui con il tronco per facilitare la schivata; Tuttavia, è vulnerabile ai colpi dritti. Inoltre, può essere prevedibile dato che i suoi colpi partono dopo che si china leggermente in avanti con il busto. Mantiene la distanza per annullare l’allungo dell’avversario, per poi proporre attacchi brucianti in velocità, alternando il lavoro al corpo e al volto. Diaz soffre se il ritmo dell’avversario è incessante, specie se lo costringe ad un match alla corta distanza. Se costretto ad un duello corpo a corpo non riesce ad attaccare in maniera ordinata. Nella tua carriera hai sfidato numerosi pugili. Quale è stato il piu ostico o più difficile da affrontare per il tipo di boxe? “Il match più difficile, piu bello ed emozionante contro l’inglese a Liverpool, Derry Mathews, che adesso è il campione mondiale WBA, dove ho dominato 4 riprese, poi c’è stato un round in cui ero quasi KO per poi è bastato un minuto per stravolgere la situazione buttandolo al tappeto, che finì alla settima ripresa” Abbiamo visto l’importanza nell’organizzazione della OPI 2000 e della TM Promotions. Quanto è importante la na11 2. MARSILI vs DIAZ scita della TM per la Boxe italiana? Da pugile, credi che la maggior spettacolarità che è nelle intenzioni della TM possa far crescere il movimento pugilistico italiano? oggi il pugilato in Italia, non ci sono tanti soldi. Ma tra pero tra poco compierò 39 anni e non sono piu un ragazzino, non sono più uno che può aspettare ancora. Preferisco fare un match vero dove prendere una bella borsa e dare tutto. Se poi andrà bene “E’ quelllo che manca , manca la trasmis- sarà bene, purtroppo l’italia è bruttissima sione la comunicazione. Federico Zampa- al livello economico. Non cambia nulla glione riesce a comunicare a pubblicizzare, per me combattere all’estero, combattere avendo gli agganci giusti per far conoscere a casa è meglio , ma se dobbiamo andail pugilato che è sparito dalle radio, dalle re all’estero deve essere per un match che TV e dai giornali. Serviva un personaggio vale la candela” del genere che è innamorato pazzamente della boxe, oltre che lo pratico, per rilan- Ti abbiamo visto spesso assistere a nuciare il pugilato italiana, visto che ci sono merosi match, come reputi le nuove leve personaggi che possono dare ancora tanto del pugilato italiano? Ci aspettano anni arrivando ad alti livelli” di vittorie? “Ci sono, sono talentuosi dobbiamo soltanto pubblicizzarli portarli dentro nelle case italiane. Putroppo manca questo” Qual è stata la tua emozione dopo la conquista del WBC Silver? Hai notato qualche differenza rispetto al passato, Domanda quasi banale su quale è il tuo quando hai conquistato le tue altre cinprossimo obiettivo? Ma il mondiale vor- ture? resti combatterlo nella tua bella Civatevecchia o sei tentato più dal palcoscenico “Le emozioni sono tutte belle, anche quelle americano? Soprattutto tu che lo hai fat- che vengono dalle sei riprese, l’importante to bene qual è la differenza di combattere è metterci passione, metterci volontà e non all’estero. sbagliare. Le emozioni sono tutte uguali “Civitavecchia sarebbe bellissimo! Sarebbe magnifico farlo a casa però oggi come 2. TITOLO BWC SILVER Nel pre match con Diaz, le sue parole di sfida, quasi irrispettose, ti hanno dato una carica in più? Il pre match e il suo atteggiamento, ai limiti della regolarità, hanno dato un sapore più dolce alla tua vittoria finale? “Io non parlo non giudico la gente, non mi interessa parla il ring. Se sei forte lo dimostri e poi dici che sei forte” NOTA TECNICA Emiliano Marsili è un pugile di movimento, con un ottimo gioco di gambe. Gira attorno all’avversario e scandisce il ritmo del match con il suo ottimo destro, usato per saggiare la distanza e per punire le disattenzioni difensive. Si mantiene spesso fuori dalla portata dell’allungo dell’avversario, per poi bruciarlo con la sua straordinaria rapidità con combinazioni devastanti. La sua manovra offensiva inizia con dei colpi dritti per poi sfociare in un gancio o un montante potentissimi. TM PROMOTIONS: Questa è una novità per il pugilato italiano. Nasce dall’idea di Federico Zampaglione e Giorgio Chimenti, che hanno aperto questa società organizzatrice per contribuire al lato mediatico del pugilato, facendo conoscere le vicende personali dei pugili e avvicinando la gente a questo bellissimo sport. E’ una inziativa lodevole e importante, vista la difficoltà economica in cui versa il settore professionistico di questa disciplina. Ampliando lo spettacolo e creando l’interesse attorno allo sportivo, però, la gente riempirà i palazzetti. Il loro lavoro in questo evento è stato impeccabile e fondamentale per la riuscita dell’evento. Nella pagina a sinistra una foto durante il match. In questa pagina, in alto Emiliano Marsili e Federico Zampaglione. A fianco un’altra foto del match. Foto di Alessandra Tognarini. titolo italiano, europeo e wbc, sono tutte belle” 12 13 2. MARSILI vs DIAZ CRONACA: L’italiano parte concentratissimo ed è un moto continuo: tocca col destro e gira, mentre Diaz tiene il centro del ring ma non riesce ad inquadrarlo. Suona la seconda campana e Marsili continua a muoversi. Segue le preziose indicazioni di Massai: Doppia il destro, metti il sinistro e vattene alla tua destra. Tattica perfetta: Tizzo è più veloce e, uscendo alla sinistra di Diaz, non gli permette mai un colpo pericoloso con la mano destra. Platano cerca di centrare il bersaglio, ma ottiene solo qualche richiamo per la testa bassa e qualche punto relativamente leggero. I round passano ed Emiliano sembra 10 anni più giovane: gira intorno a Diaz che, cercando di recuperare, si becca 2 richiami ufficiali: il primo alla settima ed il secondo all’ottava. Il match è nelle mani di Marsili. Arrivati alla penultima, Diaz capisce che le cartucce da sparare sono poche e riesce ad ingaggiare qualche corpo a corpo di troppo col nostro Emiliano. I colpi sferrati sono potenti, per lo più ganci sinistri, e Marsili, che ha rifiata diventando un po’ più statico, accetta il corpo a corpo e qualche volta abbassa la guardia. Nell’ultimo round Diaz ci prova, corre verso Marsili, prova a colpirlo; ma non ce n’è. Tizzo usa il jab destro come una spada e le gambe sono ancora fresche quanto al primo round. 2. TITOLO BWC SILVER In queste due pagine vi sono delle foto scattate durante il match, dalla fotografa Alessandra Tognarini. 14 15 3. SEMIFINALE IBF a cura di Federico Falzone e Daniele Ercolani DEVIS BOSCHIERO vs STEPHAN SMITH: SEMIFINALE IBF della NewBoxe2010, e un bel team dietro DEVIS BOSCHIERO abbiamo un ottima base e siamo quasi alla fine della preparazione: mancano 15 giorni Devis Boschiero, nato a Conche il 19 lu(il match è il 19 settembre, ndr). Ora iniglio 1981, ha raccontato ai nostri microfoni zierò lo scarico. Sinceramente non mi piace come ha iniziato: “Ho giocato parecchio anni a calcio, con mio fratello Gianluca, fino alla categoria Eordienti. Abbiamo disputato diversi tornei, togliendoci soddisfazioni. Poi ho iniziato a boxare, all’età di 15 anni con mio cugino ed altri sei amici , tra di loro, anche Alessandro Giraldo, ex pugile. Fu un ottimo dilettante, battutosi contro Zamora e Di Rocco, ma non continuò per problemi di lavoro. All’inizio era un divertimento tra amici, capitava di prendere una piccola mancia, sui 50 euro, da dilettanti. Era un bel periodo per i pugili: c’era la voglia di crescere ed io, personalmente, crescevo di anno in anno. Sono stato campione italiano ed uno dei ricordi più belli fu un torneo, a Ferrara, tra Italia ed Ungheria. Fatalità vollero che non ci fossero i titolari nè dei pesi piuma nè dei pesi leggeri: così sconfissi Gaetano Valentino. Nel 2004, ricordo con piacere i tornei con Zamora e Bundu: esperienze magnifiche. È così che ho deciso di passare al professionismo”. guardare e dunque non l’ho fatto: secondo me ha paura e non ha una grande preparaSuccessivamente ci ha spiegato come sta zione. Io ho molta fiducia nel mio maestro, preparando questo match: nella nostra preparazione e nello sparring. “Ho un nuovo maestro, Leonardo Bizzo 16 3. SEMIFINALE IBF Ho un team grandioso ora e ho fatto la scelta giusta andandomene, nonostante ci sia stato uno sbaglio – in riferimento al match per il titolo europeo- Avevamo vinto la prima mentre nella seconda abbiamo sbagliato noi; loro sono un bene per la mia vita e per il mio benessere.” tà; siamo stati ospiti della struttura che ci ha trattati benissimo e abbiamo riso tanto. E’ stata una bellissima esperienza ed ora spero di tornare a casa da campione”. Nel periodo precedente a questo match Boschiero ha avuto problemi legati alla sua palestra, che è rimasta chiusa per decisione comunale. Lui ci racconta la situzione: “Siamo molto dispiaciuti per quanto avvenuto. Esiste una palestra comunale gestita da un privato: noi paghiamo l’affitto mensile ed abbiamo chiesto, sempre pagando la quota, di poterci allenare anche al mattino oltre che la sera. Così abbiamo chiesto le chiavi per poterla utilizzare, ma il sindaco ha risposto picche, dicendo di arrangiarci e trovare un’altra palestra. Abbiamo mobilitato la stampa e intanto ci siamo organizzati con viaggi continui alla Plebiscito Padova ed ad un locale gestito da Carlo Negrone.” NOTA TECNICA Boschiero è un pugile rapido ed agile, capace di usare un rapido sinistro per pungolare il suo avversario constantemente. Molto reattivo sul tronco lo usa per schivare le azioni offensive avversarie, aiutato da un movimento continuo attorno all’avversario. Le sue manovre d’attacco sono molto variegate, spesso iniziano con l’uso dei colpi dritti, che preparano a potenti ganci e montanti. Ma oltre la vita da atleta, Devis si è mosso per un iniziativa che coinvolgeva dei disabili, che si sono allenati con lui. Ci spiega come è iniziato tutto: “Tutto però nacque per fatalità. Un amico di Chioggia ebbe un incidente e divenne disabile, così durante una visita pensai:” Perchè non stiamo un po’ con questi ragazzi? Magari potrebbero fare dell’attività.” Sono molto felice del progetto, anche se ora sono molto impegnato dalla preparazione. Il mio desiderio, quando avrò più tempo, è quello di andarli a trovare due o tre volte a settimana per farli giocare. I ragazzi sono contentissimi, hanno giocato e svolto attivi- Nella pagina a sinistra Devis Boschiero. Foto concessa dal pugile. 17 DEVID BOSCHIERO vs STEPHAN SMITH 3. 3. SEMIFINALE IBF STEPHEN SMITH CARRIERA: Stephen Smith, nato a Liverpool il 22 Luglio 1985, ha piu di 150 incontri da dilettante, dove ha vinto una medaglia di bronzo agli europei in Bulgaria del 2006 e nel 2007 si laurea campione del mondo a Chicago. Il 21 giugno 2008 debutta tra i professinisti contro Shaun Walton a Birmingham, nel quale trionfa alla terza ripresa con un impressionante KO. Nel novembre 2013 affronta Sergio Medina per il titolo vacante WBC Silver a Manchester vincendo all’ottava ripresa per KO. Il suo record è di 22 vittorie, di cui 13 per KO, ed una sconfitta. Questa è avvenuta il 17 luglio 2011 contro Lee Shelby, che si impose prima del limite aggiudicandosi il Commonwealth featherweight title. CRONACA NOTA TECNICA Smith è un picchiatore che predilige accorciare la distanza, braccare l’avversario alle corde e scaricare una potente combinazione al corpo. Mantiene la distanza usando il sinistro fino a quando non trova lo spazio per attaccare con velocità e potenza. E’ un demolitore, fiacca l’avversario al corpo per poi liberare il colpo del KO. La sua manovra offensiva parte sempre da uno due 18 colpi dritti che a gli permettono di accorciare la distanza e poi iniziare una combinazione di montanti e ganci. Si muove molto attorno all’avversario e scandisce il ritmo con l’uso del sinistro, finche non trova il varco per entrare nella guardia avversaria. La prima ripresa scorre sulla parità, con Boschiero atto a colpire col gancio sinistro e Smith orientato a destabilizzare con potenti montanti al corpo le aggressioni dell’italiano. Alla seconda campana, Devis riparte bene ma è proprio sull’incrocio di un suo colpo largo che “wifty” Smith cambia il match, segnando un tremendo destro ravvicinato d’incontro. Boom Boom si rialza, dimostrando integrità fisica e carattere. Il resto del secondo round viene utilizzato dall’anglosassone per cercar di chiudere il combattimento ma Devis non ci sta. Ricade al tappetto ma si rialza di nuovo. La terza ripresa, vede un combattimento ancora acceso, dove i colpi di Smith sono esplosivi mentre Boschiero prova a riaprire il match, facendo un ottimo lavoro col gancio destro. La prestazione del nostro connazionale è commovente ed alla quarta ripresa continua a combattere con un occhio quasi chiuso. Il beniamino di casa ne approfitta, rimettendolo al tappeto con un forcing che lo costringe prima all’angolo e poi in ginocchio. Si attende solo la fine, invece no: Boschiero sfodera la migliore ripresa della sua serata. Smith accusa un suo uno-due, capendo che quello che ha davanti è un vero combattete. Round 6: Smith continua a martellare al corpo, con colpi corti e veloci che somigliano a martellate. Un montante sinistro entra al fegato e Devis va giù, perdendo il paradenti. Il suo orgoglio lo riporta in piedi ma l’arbitro decide di non rimettergli la protezione, raccolta da terra ma tenuta nelle sue mani. Smith gioca d’assalto, sfruttando la difficoltà dell’avversario. Mette a segno un altro colpo al fegato, Devis cade e si rialza in pochi istanti ma per l’arbitro non ce n’è più. Smith (22-1-0) porta a casa una semifinale meritata, dominata a partire dal grande colpo segnato alla seconda ripresa. Boschiero non ha nulla da recriminarsi, ci ha provato, ha mostrato grande cuore ed ha resistito come pochi sarebbero riusciti. 19 4. TITOLO dell'unione a cura di Federico Falzone europea dei pesi piuma CARMINE TOMMASONE vs JON SLOWEY Il 26 settembre, Caivano è tutta per Carmine Tommasone! Nemmeno un super sottoclou, con Orlando Fiordigiglio che batte ai punti contro Nikola Matic e Francesco Acatullo che sconfigge Giuseppe Rauseo, riesce a distogliere l’attenzione dal super match per cui tutti sono venuti! L’arena Mercato di Caivano si tinge di verde, colore della città natale del pugile, per l’avellinese Tommasone. Di fronte a lui, lo scozzese Jon Slowey. NOTA TECNICA JON SLOWEY BIO - Jon Slowey, scozzese classe 1990, debutta tra i professionisti il 25 febbraio 2011 a Glasgow, vincendo ai punti sulle sei riprese contro Gareth Stemp. Dopo svariati incontri in casa, il 27 giugno 2013 ottiene l’opportunità di sfidare Kris Hughes per il BBBofC Scottish Area featherweight title, ottenendo una vittoria ai punti dopo 10 round. La rivincita di un anno più tardi si conclude sempre ai punti, ma questa volta a favore di Hughes; Slowey incorre nella prima sconfitta in carriera. Slowey è un pugile mancino che usa il diretto destro in maniera chirurgica, adoperandolo, oltre che per mantenere le distanza, anche come un metronomo del suo incontro. Il lottatore scozzese, come mostra il suo record privo di vittorie prima del limite, non ha il colpo da KO; Di contro, però, possiede ottime doti di incassatore. La sua boxe si concentra sui colpi dritti: raramente usa combinazioni che portano colpi larghi ma, quando scagliati, mostrano una discreta potenza. 20 4. TITOLO DELL’UNIONE EUROPEA DEI PESI PIUMA CARMINE TOMMASONE In occasione dell’uscita di questo numero italiano con Di Silvio. E’ venuto spesso da Carmine Tommasone ci ha rilasciato un in- Roma a fare i guanti, e fare sparring con un tervista. mancino italiano come lui è stato un piacere. Cooperare tra tutti i pugili per miglio1) Come e quando ti sei avvicinato al rare a livello internazionale è la cosa più mondo del pugilato? Cosa rappresenta importante. Fare i guanti con i dilettanti o per te? con i pugili che si allenano in palestra con “Tutto è nato per caso. I miei aprirono un te non è la stessa cosa che fare dodici riprebar e, siccome ero un bambino di 10 anni e se con Panariello e Finiello, oppure De Annon volevano che la sera stessi nel locale, dre, peso piuma della nazionale. Una delle hanno voluto che facessi un attività extra chiavi del mio successo è fare i guanti con scolastica. Visto che il calcio non mi pia- pugili di altissimo livello.” ceva, c’era una palestra di pugilato sotto casa. Decisi di iniziare per cominciare a C’è stato un grande afflusso di pubblico, fare un po’ di ginnastica, e da quel 24 ot- con pullman che da Avellino sono andatobre del 1994 non ne sono più uscito. La ti a Caivano. Quanto è stato importante boxe mi dava tranquillità, mi faceva stare questo pubblico e questa organizzaziobene sia fisicamente che psicologicamen- ne? te… Poi, fortunatamente ho trovato un ambiente molto socievole e molto disponibile, “Anche se là sopra sei da solo, il pubblico iniziando dal maestro. Quando entri nel influenza tantissimo! Aiuta a dare maggiomeccanismo non ne puoi fare a meno, alla re visibilità al pugilato e sopratutto a me fine non vedevo l’ora di tornare da scuola stesso nella mia città. Infatti, sono rimasto per andare in palestra! Mi dava sicurezza e sorpreso per la gente che è venuta a vederresponsabilità, la palestra è un posto molto mi, raggiungendo Caivano con macchine educativo e molto sociale”. e pullman. Il merito è sicuramente di chi ha organizzato, che ha lavorato bene ed Come ti sei preparato al match con è riuscito ad attirare un gran numero di Slowey? persone all’evento. Pure nello scorso match, che ho fatto ad Avellino, c’erano an“A questo match mi sono preparato come sempre: mi sono allenato tutte le mattine, atleticamente, e le sere, svolgendo lavoro specifico. Due tre volte a settimana facevo Nella pagina a sinistra una foto del match. i guanti e mi dividevo tra Torre AnnunziaFoto concessa dal pugile e scattate da Avellino Sport. ta e Caserta. Poi, fortunatamente, siccome il mio avversario era mancino mi ha contattato Finiello, che doveva fare il titolo 21 CARMINE TOMMASONE vs JON SLOWEY che migliaia di persone. Anche Duran ha detto che non aveva mai visto cosi grande pubblico. Questa cosa è positiva pure per me, in termini di pubblicità”- Continua parlandoci dell’esperienza allo stadio di Avellino - “Sotto la curva sud dell’Avellino sono emozioni che non si possono descrivere. Sarebbe straordinario organizzare un match magari in quello stadio”. Progetti per il futuro, una difesa o assalto al titolo europeo? “La prima cosa è organizzare una difesa entro febbraio. Questo è quello che abbiamo concordato con il manager e il procuratore. Anche perchè mi trovo a soli 15 incontri secondo la comunità europea, e se vedi il curriculum di tutti i pugili conta 20, 25 o 30 incontri. Stiamo correndo abbastanza, ma se si presentano certe occasioni 4. e le cogliamo ben vengano. Per ora la scaletta è organizzare la difesa della corona europea per la scaletta. A livello mondiale? Nei primi numeri della mia categoria ci sono dei fenomeni! Guardiamo Lomachenko, l’inglese Lee Shelby… sono tutti pugili veramente temibili! Stiamo parlando di palcoscenici da sogno americano, quindi se si presenta l’occasione perchè no!? Per arrivare a certi livelli devi avere davvero delle qualità speciali, come dimostrato da Bundu nei suoi match negli USA.” 4. TITOLO DELL’UNIONE EUROPEA DEI PESI PIUMA tutto il movimento. Ci vorrebbero più procuratori e televisioni che investano e sponsorizzino un po’ di più” C’è un pugile presente o passato a cui ti ispiri? In questo momento ci sono molti pugili azzurri vicini ad un mondiale, questo quanto è importante per la boxe italiana? “Mi piace molto lo stile di Mayweather, perchè, anche se a volte non piace, prende pochi colpi ed è sempre efficace. Questo è importantissimo, perche la mia cultura pugilistica è: “meglio mettere un pugno e prenderne zero che metterne 100 e prenderne 90”. Sembra lo stesso, ma hai preso meno colpi e nel complesso di una carriera è meglio. Questo è lo stile alla Mayweather, anche se a molti non piace.” “Importantissimo! Il professionismo italiano era sprofondato, ma grazie a questi pugili (e anche a me) stiamo resuscitando C’è qualcuno che senti di ringraziare per questa vittoria, per questa impresa di 3 titoli in un anno? “Pochi pugili sono riusciti ad avere 3 titoli in 11 mesi! E’ veramente una bella soddisfazione, specialmente perchè un anno fa vedevo lontano il titolo italiano. Per me avere queste cinture in tasca è una grande soddisfazione. Per questo match, anche se non è da me fare questi ringraziamenti, devo molto alla mia ragazza, perchè è riusciuta a starmi vicino come nessuno: mi ha trasmesso molta tranquillità, durante gli allenamenti, per la dieta… è riuscita ad essere vicino nostante magari il sabato alle undici di sera si fosse già a letto”. NOTA TECNICA Carmine è veloce e reattivo sulle gambe, e usa bene i colpi dritti per pungolare l’avversario. Sfrutta bene la distanza, restando fuori la gittata dell’allungo, e poi attacca con una velocità bruciante. Spesso accorcia la distanza per liberare combinazioni di 4-5 colpi, che fondono inseme dritti al volto e ganci alla figura. La sua straordinaria condizione atletica gli permette di tenere un ritmo straordinario, piazzando un gran numero di colpi. Sfoggia una difesa solida e sicura, capace di subire poco: schiva egregiamente grazie ad un eccellente gioco di gambe, unito ad un gran lavoro con il tronco, che non danno punti di riferimento agli avversari. Nella pagina a sinistra una foto del match. Foto concessa dal pugile e scattate da Avellino Sport. 22 23 CARMINE TOMMASONE vs JON SLOWEY LA CRONACA: Nel primo round, Tommasone prova a pungere fin da subito con il jab, ma è un bel gancio sinistro a colpire il volto dello scozzese. Al secondo gong, Slowey lega molto e prova una timida reazione, ma il lottatore italiano è abile nel colpire con degli ottimi destri, che puniscono l’avversario. Nella terza ripresa Tommasone avanza bene, ma spesso l’anglosassone usa il destro per trattenerlo, giocando ai limiti del regolamento. Ciò nosostante Carmine lo martella con combinazioni isolate, andando molto spesso a segno. Il quarto round si apre con Slowey che subisce una serie di colpi al volto. L’eroe di casa martella con dei potenti colpi dritti, sostenuto da un publico numerosissimo. La quinta e la sesta frazione vedono uno Slowey sorpreso e inebetito dalla furia del suo avversario, che porta a segno numerose bordate: lo scozzese viene costantemente braccato e aggredito. L’ottimo lavoro di Tommasone continua anche nella ripresa successiva, dove prima attende, e poi punisce con stoccate poten- 4. 4. TITOLO EUROPEO SUPERWELTER ti e precise le lacune difensive del rivale. L’ottava ripresa è scandita dai diretti destri devastanti di Tommasone, che segnano uno Slowey visibilmente rigido ed incapace di reagire. Dopo un’altra ripresa a favore del nostro pugile, nel decimo round si segnala uno bello scambio tra i due combattenti, dove il pugile italiano prevale con un’ottima serie di diretti. L’undicesima ripresa mostra un Tommasone sicuro di sé, bravo nel doppiare i colpi e mostrando uno spettacolo all’altezza della serata. Nell’ultima frazione Slowey è stremato dagli innumerevoli colpi ricevuti, ma mostra tutto il suo coraggio resistendo fino all’ultima campana. Con verdetto unanime (119-110 119-111 118-110) , Carmine Tommasone diventa il nuovo campione dell’Unione Europea. Il pugile irpino ha dominato il match con una classe pugilistica nettamente superiore a quella di Slowey, il quale (esclusi i primi tre round) è sembrato statico e privo di iniziativa. Nella pagina a sinistra una foto del match. Foto concessa dal pugile e scattate da Avellino Sport. 24 25 5. ROAD TO RIO La nuova manifestazione olimpica si avvicina, quindi continuiamo il nostro viaggio all’interno del mondo dei 5 cerchi. In questo numero conosciamo due super massimi: uno che ha fatto la storia, Roberto Cammerelle, e un giovane talento che speriamo ci possa regalare tante soddisfazioni, Guido Vianello. ROBERTO CAMMARELLE Roberto Cammarelle è stato una colonna delle spedizioni olimpiche azzurre. Il 35enne pugile di Cinesello Balsamo ai nostri microfoni confessa come è iniziata la sua esperienza sul ring: “La mia esperienza sul ring, in allenamento, è iniziata quasi subito: mi sono iscritto in palestra con mio fratello e dovevamo provare ognuno all’altro chi dei due era il più forte! La ‘prima’ sul ring è avvenuta il 9/4/1995, la finale degli interregionali dei campionati italiani Primi Pugni, a Varese contro un ragazzo del Piemonte. Ero tranquillo e preparato, ho vinto nettamente ai punti. Forse è proprio lì che è nato l’amore e la convinzione di riuscire in questo sport” Poi ci racconta il sogno olimpico e l’incubo Londra 2012: “L’ Olimpiade è la manifestazione sportiva più importante ed affascinante per pre- 5. ROAD TO RIO a cura di Federico Falzone stigio e storia. Quando pensi a quella gara ti ritrovi a rivivere il sogno condiviso da tutti di entrare nella storia dello sport. Primeggiare non è solo vincerle, ma diventare un pezzo di storia sportiva, come succedeva nell’antichità. La sconfitta in finale a Londra è stata, è e sarà sempre una ferita indelebile. E forse, rimarrà per molto tempo come la non vittoria di Cammarelle. Quindi, pian piano, il bruciore passerà, ma mi pesa tanto che nella storia delle Olimpiadi di Londra 2012 il campione olimpico sia un altro.” Lo abbiamo visto seguire gli Italia Thunder, e gli abbiamo chiesto un parere sulla competizione e sui ragazzi che potrebbero approdare alle olimpiadi: “Le World Series of Boxing (WSB) sono un progetto, nato nel 2010, che non mi convinse del tutto.Quest’anno la nuova formula è molto più vicina alla competizione olimpica e questo fa sì che il progetto diventi interessante: è una sorta di laboratorio dove crescere per diventare pugili olimpici o professionisti. Insomma, una tappa obbligata per chi intende fare del pugilato la propria vita. Per l’Italia (in gara con l’Italia Thunder) è una competizione interessante per la crescita del movimento, ma soprattutto è importante per accedere ai giochi olimpici, sia direttamente (come è successo a Valentino Manfredonia, 81 kg) sia indirettamente, perché ti arricchisce di quella esperienza internazionale fondamentale per essere competitivo.” 26 Infine, sul suo mancato passaggio al professionismo, ci rivela: “Chi non pensa al professionismo quando inizia a fare questo sport? I veri miti e punti di riferimento sono soprattutto i campioni del mondo del professionismo. Io come miti avevo Alì, per la sua tecnica e il suo carisma, e Tyson, per la sua popolarità e i suoi guadagni. Ma il professionismo da quando ho cominciato io è molto cambiato, e anche la mia visione di questo sport di conseguenza è variata. Non mi si addice e non mi conviene, per farla breve. In alto a destra: Roberto Cammarelle. Foto concessa dal pugile. GUIDO VIANELLO Guido Vianello, prospetto per il pugilato azzurro e già militante degli Italia Thunder, pochi giorni fa ci ha rilasciato questa intervista completamente in esclusiva per Box Boxe. 1.Come ti sei avvicinato al mondo della boxe? E quali valori ha dato alla tua vita? “Faccio parte di una famiglia di tennisti e, come da tradizione, a soli 6 anni sono stato messo sul campo da tennis in un centro sportivo a Roma appartenente alla mia famiglia. Mio padre mi ha sempre allenato ed è grazie a lui se mi sono strutturato bene fisicamente. Non riuscivo ad esprimermi al meglio sul campo da tennis, avevo voglia di fare e di vincere ma proprio non mi piaceva tenere in mano la racchetta. A 15 anni avevo raggiunto la notevole altezza di 1,95 e, ogni pomeriggio, per andare ad allenarmi passavo di fronte ad una palestra di pugilato, la Team Boxe Roma 11; così, per curiosità e quasi per gioco, entrai e fui accolto subito dal maestro Mattioli, con il quale ho cominciato il mio percorso. Oggi faccio parte del gruppo sportivo forestale, ho il privilegio e la fortuna di far diventare ciò che mi piace il mio lavoro. Quando non sono in allenamento nel centro federale 27 5. ROAD TO RIO d’Assisi, curo la parte tecnica alla Phoenix Gym a Pomezia con il maestro D’Alessandri e nel mio centro sportivo la preparazione fisica con il preparatore Antonello Regina. Questo sport mi ha insegnato cosa significhi sacrificio e a vita da atleta. Penso sempre alla mia strada, senza guardare gli altri, e finche potrò lotterò per raggiungere i miei sogni”. 2. Parlaci della tua esperienza alle World Series of Boxing? al ginocchio sinistro che mi ha bloccato a letto e condizionato la preparazione poco prima di partire), sono andato ai campionati d’Europa in Bulgaria super preparato e deciso per strappare il pass ed andare al mondiale di Doha. Il primo match lo porto a casa contro il pugile polacco Paweł Wierzbicki vincendo tutte le riprese. Agli ottavi dovevo affrontare il pugile russo Omarov, già campione d’Europa nel 2011 e mio avversario due anni prima nel mio primo torneo da elite. Allora non c’era stato proprio match purtroppo, ma a questi europei le cose erano cambiate: ero sicuro di poter vincere ed accedere ai quarti. Omarov parte attaccandomi in maniera irruenta, sorprendendomi con qualche colpo, ma a metà della prima ripresa avevo capito come affrontare la situazione e sono partito all’attacco. Se la prima possiamo darla a lui, la seconda e la terza sono state pienamente mie! Il mio avversario era completamente esausto, mentre io ero reattivo e in forze: le mie braccia non si fermavano un istante. Al verdetto ero convinto della vittoria, ma la mia mano non è stata alzata; Tutti fischiarono quel verdetto a me rubato. Rimane tanta amarezza e dispiacere per questo match che mi ha escluso dai campionati del mondo e da un altro posto di qualificazione per Rio”. “Le World Series sono state un’esperienza. Nella mia categoria c’era un solo posto di qualificazione per Rio 2016 ed ero il più piccolo tra i super massimi; Ma tutto questo non mi importava. Volevo qualificarmi e superare tutti. Iniziai molto bene, con tre vittorie di fila e la quarta posizione del ranking individuale. Poi, però, sono stato fermato da una brutta ferita, provocata contro l’Azerbaijan Baku Fires durante il quarto match a Milano. Purtroppo nelle WBS dovevo vincere tutti i match. Non erano concessi errori, era molto difficile, ma non ho nessun rimpianto. Nonostante i forti pugili ed i viaggi massacranti, ci ho provato con tutto me stesso ed ho finito la stagione con due sconfitte e quattro vittorie, di cui l’ultima conquistata ai quarti di finale contro la Russia a Mosca. Spero di poter partecipare di nuovo a questa competizione, con più 4.Ora dovrai fare i tornei per qualificaresperienza e più mezzi a disposizione per ti a Rio 2016, cosa rappresenterebbe la raggiungere il primo posto che mi è man- partecipazione all’olimpiade. cato quest’anno. “ “Mi sveglio ogni mattina con un obiettivo 3. Cosa non ha funzionato all’europeo? da realizzare: le olimpiadi di Rio. Partecipare ad un olimpiade per me è un vero “Dopo un fiasco a Baku nei giochi olim- e proprio sogno e l’idea di andarci mi da pici europei (provocato da un problema la forza per affrontare ogni allenamento ed 28 5. ROAD TO RIO ogni match. Gli ultimi tornei del prossimo anno decideranno se potrò andarci. Ad ogni modo, io sarò soddisfatto perchè avrò dato tutto me stesso, senza risparmiarmi” 5. Qual è il punto forte della tua boxe? A quale grande campione di ispiri e a quale caratteristica vorresti avere nel tuo stile? “Il mio punto forte è l’agilità che ho nei movimenti e una discreta velocità. Io mi ispiro a Roberto Cammarelle per la sua grande rapidità, oltre perchè ha vinto tutto ciò che si possa vincere da dilettante. Io sto lavorando per aumentare la mia forza ed il mio peso, per poter poi contrastare meglio i pugili che mi aggrediscono fisicamente; il tutto senza, però, tralasciare la velocità nell’esecuzione dei colpi. Nel mio stile vorrei unire proprio questi due aspetti.” 6. Il tuo ex compagno ai Thunder, Fabio Turchi, è appena passato Pro. Pensi che farà bene? hai intenzione di seguirlo? “Sono molto vicino a Fabio, perchè abbiamo avuto la stessa stanza ad Assisi e secondo me ha fatto bene a passare pro. Cosi facendo ha trovato la sua serenità e il suo equilibrio, fattori fondamentali per un atleta, più della preparazione fisica. Sono sicuro che farà molto bene in questa sua nuova carriera, data la sua esperienza da dilettante e il suo potenziale. Penso di passare Pro un giorno, mi attira molto l’idea di formare un team tutto mio e di pormi nuovi traguardi. Prima, però, voglio raggiungere un’ olimpiade e completarmi come pugile dilettante. La strada è ancora molto lunga…” A fianco: Guido Vianello. Foto concessa dal pugile. 29 6. ciak si gira QUANDO ERAVAMO RE (parte 1) A cura di Giovanni Bongiorno Alla tenera età di 18 anni, e con alle spalle già una carriera dilettantistica stellare, il buon Cassius si impegna per conquistare l’oro alle Olimpiadi di Roma del 1960 (categoria mediomassimi), riuscendo nell’impresa. La leggenda narra che quella sia la Nello scorso numero abbiamo parlato di Ja- stessa medaglia che lancerà nel fiume Ohio mes Braddock, il “Cinderella Man”, l’uo- per reazione agli insulti razzisti dei bianchi, mo che visse la suddetta favola, il numero rei di non aver aperto le porte dei loro locali di oggi ci farà conoscere invece colui che ai suoi fratelli neri. era soprannominato (forse a ragione, ma non siamo qui per sindacarlo, ma piuttosto Cassius è un innovatore in molti aspetti, ma per raccontarlo) “Il più grande”, Muham- in particolare di uno: è il padre di tutti i trash-talkers, ossia di tutti gli atleti che destamad Alì. bilizzano ambiente e avversari con dichiaraMuhammad Alì, al secolo Cassius Marcel- zioni a dir poco pungenti, prima dei match e lus Clay III, non fu solo un simbolo del pu- durante le interviste. Si guadagna, infatti, il gilato, ma anche un simbolo della difesa dei soprannome Il labbro di Louisville. diritti umani, della lotta alla guerra e della Ancora col nome di Cassius Clay batte priparità razziale. ma Lamar Clark e poi Doug Jones per guaNasce il 17 Gennaio 1942 a Louisville, in dagnarsi una title shot. Il campione in carica Kentucky, primo di due fratelli. Si avvicina è il terribile e temuto Sonny Liston: il manalla boxe appena dodicenne, quando scopre cino assassino, colui che aveva la potenza di di essere stato vittima del furto della sua bi- buttar giù un elefante. Un interessante anedcicletta. Imprecando a voce alta e promet- doto (mai confermato, ma mai smentito) tendo botte da orbi al ladro, viene notato da racconta che prima del loro incontro, Liston un poliziotto, che gli consiglia di imparare incontrò Clay in un supermercato e riuscì a prima a tirare dei pugni. farlo terrorizzare, facendolo fuggire. È cosa buona e giusta, quando si inizia a raccontare qualcosa, partire dagli esempi più lampanti, dalle storie che lasciano il segno, dalle favole; per arrivare agli emblemi, ai pionieri, agli dei. 30 Ad ogni modo, il 25 Febbraio 1964 i due si incontrano sul ring; la data coincide con l’ultimo giorno di Clay con questo nome. Il giovane Cassius, infatti, domina il campione Sony Liston per sei riprese, grazie al suo stile leggiadro e ballerino, riassunto in un suo aforisma: “Vola come una farfalla, pungi come un’ape.”. All’inizio della settima ripresa, Liston non si alzò dallo sgabello. Cassius Clay è il nuovo campione dei pesi massimi. L’indomani, Cassius Marcellus Clay III diventerà per tutti Muhammad Alì; ossia il nome datogli da Elijah Muhammad, capo della Nation of Islam. Il labbro di Louisville fu introdotto a quest’ultima dal suo amico Malcolm X. Il match di rivincita per il titolo, rifiutato da tutte le sedi principali di pugilato di Las Vegas, viene disputato l’anno dopo nel Maine, precisamente a Lewinston. L’incontro finisce alla prima ripresa a favore di Alì, con quello che è stato definito The Phantom Punch (il pugno fantasma). Emblematica l’immagine di Alì che sbraccia sul corpo di Sonny Liston, già KO. I detrattori di Alì fanno nascere un caso, dato che il montante sfiora appena la tempia dell’ex campione. Ad oggi, sappiamo che un pugno, anche di potenza minima, può mandare KO un atleta, se assestato al momento e nel posto giusto. Negli anni ‘60, però, con l’amore più per lo spettacolo che per l’informazione, la gente comune non ebbe difficoltà a far nascere delle illazioni. Accuse smontate da Alì definitivamente molti anni dopo, nella sua ultima intervista sull’argomento datata 2004, con una laconica frase: “Se Sonny avesse voluto fingere un KO, di sicuro non sarebbe andato giù al primo round”. Dopo aver difeso il titolo per ben otto volte, inizia un calvario per il campione. Alì, infatti, viene chiamato per prendere parte alla Guerra del Vietnam, ma il campione si rifiuta categoricamente. Il labbro di Louisville si dice pronto anche ad accettare il carcere, salutando una grossa fetta dei guadagni che aveva messo da parte con anni di sacrifici. Inoltre gli viene ritirata la licenza dalle commissioni pugilistiche statunitensi. Torna sul ring nel 1971, vincendo due incontri di preparazione, prima di trovare la title shot contro Smokin’ Joe Frazier. Muhammad Alì conosce qui la sua prima sconfitta, seppur ai punti. Lo stile di Frazier era molto particolare: anche se Alì è più imponente fisicamente, il suo stile leggiadro non gli consente di imporsi su quello pieno di schivate e finte di Frazier. L’incontro fu allora definito come “L’incontro del secolo”. Dieci vittorie dopo, Alì inciampa ancora contro Ken Norton, vendicando la sconfitta poco dopo. La vittoria arriva esattamente come arrivò la sconfitta: per decisione dei giudici. Negli anni settanta si era solo a metà della grande storia di Alì. L’afroamericano ottiene il rematch contro Frazier il 28 Gennaio 1974. The Greatest riesce a vendicare anche la sconfitta contro Frazier (che nel frattempo aveva perso il titolo contro George 31 6. ciak si gira Foreman), imponendosi ai punti dopo 12 riprese, ottenendo la title shot. 30 Ottobre 1974. Dieci anni abbondanti dopo la sua prima conquista del titolo, Muhammad Alì è protagonista contro George Foreman del Rumble In The Jungle, probabilmente il più famoso e discusso match di boxe della storia. L’incontro viene organizzato da Don King, intelligente e potentissimo promoter, a Kinshasa (Zaire). L’incontro in questione è narrato in “Quando eravamo Re”, docufilm capace di ottenere l’Oscar per il miglior documentario. La regia fu affidata a Leon Gast che, con numerose immagini di repertorio da lui stesso filmate appunto nel ‘74, nel 1996 preparò per le sale questo capolavoro. Il futuro di Alì prometteva ancora battaglie spettacolari. Siamo solo all’inizio del Rumble in the Jungle. The Greatest è riconosciuto come leggenda anche ad Hollywood, che non vediamo l'ora di raccontare prossimo appuntamento con la nostra rivista! 32 33 7. dietro il ring a cura di Federico Falzone E’ una delle voci più note del pugilato italiano, ma non è un commentatore televisivo. Il nome della rubrica potrebbe sembrare, in questo caso, inappropriato; Valerio Lamanna, infatti, è sul ring, e non dietro. Il ring announcer romano si è ritagliato uno spazio importante nella boxe italiana, pur non con i guantoni addosso. Ecco come Lamanna si confessa su Box Boxe 1) Come sei diventato annunciatore? Che iter si dovrebbe seguire? 7. DIETRO IL RING vece è molto complessa: Innanzitutto bisogna interagire con l’evento, con lo spettacolo che bisogna offrire al pubblico senza mai dimenticare che i pugili sono gli attori principali e che si deve dare risalto a loro e alle imprese che compiono sul ring. Garantire professionalità, stile, riuscire a trasmettere le emozioni proprie di un evento importante e vero come il pugilato. Gestire i rapporti con gli ufficiali di servizio, la TV, il service audio, addetti ai lavori e tanti altri… Mantenere uno standard riconosciuto da tutti i più grandi annunciatori, ma non rinunciare a qualcosa di tuo che caratterizza la persona e ti distingue dagli altri. Infine, la qualità sicuramente più importante per emergere è il carisma…. Quello non si insegna a scuola o ad un corso, fa parte del bagaglio umano di ognuno di noi. 3) Di tutti i match che hai visto o che hai annunciato quale è il tuo preferito e quale il piu emozionante? Sempre che essi non coincidano Emozionanti te ne dico tre: Petrucci Vs Bundu I, a Roma (la mia città), in quanto mi sono trovato ad annunciare un match valevole per un titolo prestigioso come il Campionato d’Europa davanti a più di 8000 persone! Sarritzu Vs Mthalane, in Sardegna, con in palio il Campionato Mondiale IBF: E’ stato il mio primo Campionato del Mondo; Nella pagina a sinistra Valerio Lamanna sul ring. In questa pagina Valerio Lamanna in attesa del verdetto. Foto concesse dal protagonista. Sono diventato annunciatore per caso, ho chiesto al mio amico Davide Buccioni (che da poco aveva fondato la BBT) di farmi annunciare un suo evento, in quanto pensavo che tutti gli speaker di cui si era servito precedentemente non avevano i requisiti per essere considerati ring announcers. Fui azzardato, ma sapevo di poter avere “le giuste corde”; lui ebbe il coraggio di dirmi di sì e da quel giorno non mi sono più fermato… era il 26 dicembre 2005. Jr. per Showtime). In Italia sono le società organizzatrici che gestiscono individualNon esiste un vero e proprio iter da seguire mente la figura del ring announcer. per diventare un ring announcer; all’estero, dove questa figura ricopre l’importanza 2) Quali sono le qualità imprescindibili che secondo me merita (ovviamente sono per un annunciatore? Come si distingue di parte), è gestita direttamente dalla TV un annunciatore talentuoso. che trasmette l’evento (due esempi su tutti: Michael Buffer per HBO e Jimmy Lennon Domanda che sembra semplice ma che in34 35 Malignaggi Vs Fazekas, disputato poche settimane fa a Milano. Un incontro che pugilisticamente ha detto poco, serviva ad un rientro di Paulie dopo due sconfitte subite; Ma annunciare un grande campione del pugilato mondiale che avevo ammirato solo in TV o via internet, vedere la sua camminata durante la mia presentazione, vederlo scendere nella sua caratteristica “scossa di spalle” e successivamente seguire il segno del “taglio della gola” quando ho scandito il suo nome….mi ha fatto capire che stavo vivendo un grande momento personale. un unico aggettivo: EPICO. 7. 4) Con il tuo lavoro sicuramente conosci, oltre il valore tecnico di un atleta, anche il loro lato umano. Hai un pugile che ti ha particolarmente colpito o un aneddoto che ti piace ricordare? In dieci anni di attività ho conosciuto ed interagito con tanti pugili, ognuno con la sua storia e il suo vissuto. Dirti un nome significherebbe fare un torto a tanti altri; dico solo che il pugile è un uomo con una determinazione e una forza di volontà fuori Di incontri emozionanti, per molteplici mo- dal comune. Purtroppo si tende a parlare tivi, ne ho vissuti veramente tanti….voglio di boxe (al di fuori dei media specializzaapprofittare del momento storico in cui mi ti) solo per la cronaca nera e/o giudiziaria, fai questa domanda per dirti Lancia Vs definendola sempre come violenta e “paleBauwens, praticamente l’ultimo incontro stra di malavita”. Non è così: il pugilato annunciato; per definirlo mi viene in mente è una disciplina che educa al rispetto, al 7. DIETRO IL RING sacrificio, al coraggio, al saper contare su se stessi e sulle proprie forze e potenzialità; meriterebbe ben altra pubblicità, così come i suoi protagonisti: i pugili. 5) Abbiamo visto che il mondo professionistico viaggia in un periodo di crisi, anche se con il supporto di nuovi media, come la nostra rivista, e della TV sembra migliorare la situazione. Cosa manca per rendere la nostra boxe piu vicina a quella d’oltreoceano? In un’unica parola: soldi. Purtroppo sono quelli che muovono il tutto; consentirebbero agli organizzatori di portare i grandi incontri in Italia, permetterebbero ai pugili di poter fare i professionisti a tempo pieno e non di dividersi quotidianamente tra lavoro e palestra; si incentiverebbe il passaggio al professionismo da parte dei giovani più promettenti, che invece guardano con interesse e punto di arrivo la carriera dilettantistica con la nazionale e con i gruppi delle Forze Armate. A sinistra Valerio Lamanna presenta degli sfidanti.Foto concessa dal protagonista. 6) Sappiamo che molti pugili italiani sono vicini ad una chance mondiale. Quale secondo te è il più tecnicamente e fisicamente pronto per il titolo? Al momento abbiamo Giovanni De Carolis, Michele Di Rocco ed Emiliano Marsili in rampa di lancio. Le imprese sono ardue, in quanto molto probabilmente dovranno giocarsi le loro chance all’estero. Come diceva il mio grande amico e campione Stefano Zoff (proprio quando ha conquistato il mondiale WBA in Francia contro Julien Lorcy), però “finchè c’è Italia, c’è speranza” 36 37 8. FEMME FATALE SIMONA GALASSI “LA REGINA DI ROMAGNA” a cura di Serena Cecilia Labella Tutti conoscono la sua storia, famosa per la tecnica e la precisione dei colpi. E’ la ragazzina di 43 anni che ha conquistato un grande pubblico, ed ha accettato pochi giorni fa di rispondere ai nostri microfoni. Per chi non la conoscesse, Simona Galassi è una pluricampionessa europea e mondiale. Dopo cinque anni di kick boxing, si è avvicinata alla boxe che con il tempo l’ha forgiata facendola diventare la campionessa che è oggi. E’ uscita dalla carriera dilettantistica dopo aver conquistato tre titoli mondiali e tre europei, con in tutto 87 match disputati e una sola sconfitta. E’ stata campionessa europea dei pesi mosca EBU , campionessa mondiale Wbc e nei super mosca, IBF. Ha al suo attivo 23 vittorie 4 sconfitte 1 pareggio.. L’abbiamo vista nel suo ultimo incontro a Manerba del Garda, disputare un match mondiale contro Debura Dionicious, ‘’La Gurisa’’. Questo era un incontro che si prospettava forse come uno degli ultimi, ed ora che siamo agli sgoccioli della sua lunghissima carriera, andiamo a conoscerla più da vicino con qualche domanda. vivo con gli sport da combattimento da vent’anni, di cui quattordici solo di pugilato. La boxe è uno sport che mi è entrato nella pelle, mi ha aiutata,mi ha fatto capire tantissime cose e mi ha dato degli stili di vita, dei ritmi che poi sono diventati miei di Simona, e non solo quelli di un atleta. E’ qualcosa di più di un semplice sport che ho praticato. Tu paragoni il pugilato alla vita e io mi chiedevo: per te la boxe è tanto diversa anche dagli altri sport da combattimento in piedi? O hanno degli aspetti comuni? Io ho iniziato con la kick boxing, l ho fatta per 5 anni prima di passare al pugilato, e l’amavo cosi tanto che non avrei mai pensato di cambiare. Ho cambiato quasi per caso perché ho trovato persone che mi hanno dato altro, ed ho scoperto un mondo totalmente diverso da quello che mi aspettavo. C’è sicuramente, un aspetto comune che è quello di potersi guardare allo specchio con una serenità diversa perché combattere ti mette a confronto con te stesso, con le tue paure e, salire sul ring affrontare le situaCos’è per te il pugilato ? zioni, richiede coraggio, determinazione, lucidità, preparazione e tante cose comuDovrei rispondere uno sport ma per me è ni. Il pugilato,però, ha un aspetto diverso più diventato uno stile di vita perché con- che altri sport curano di meno anche per 38 la loro natura. Quando facevo incontri di kick boxing, potevo anche dominare ma ne uscivo ammaccatissima perché c’è un contatto anche nella difesa che è cruento. Ti fai male anche solo nel parare, nel prendere un calcio o nel tirarlo, mentre nel pugilato, se sei veramente bravo, puoi uscirne bene. Io avevo uno stile di pugilato dove usavo molto la scherma, mandavo a vuoto, rientravo, prendevo pochissimi colpi e ne uscivo anche pulita. Questo perché nella boxe c’è un aspetto difensivo che richiede una capacità tattica superiore. Quest’aspetto per me è diventato fondamentale perché mi sono resa conto che si può dominare l’avversario su più punti, su quello psicologico, su quello della tattica, quello della tua capacità tecnica, sono molti più aspetti su, cosa che negli sport da combattimento semplici non c’era, c’era più l’aspetto fisico, di determinazione e forza e quindi un aspetto più limitato. Il pugilato, secondo me può dare di più. Ovviamente non tutti la pensano cosi, non tutti lo fanno cosi, c’è anche chi lo fa semplicemente andare a menare, io però ho trovato qualcosa di più. In alto: Simona Galassi Foto concessa dalla pugile. 39 SIMONA GALASSI “LA REGINA DI ROMAGNA” 8. che mi ha fatto pensare ‘’ma per cosa lo sto facendo?’’ , è stato tutto quello che ha Durante la tua carriera hai avuto dei mo- un contorno, e cioè il non poter combattere, menti in cui hai pensato di rinunciare ? non avere un aiuto economico. In Italia, poi, non c’è un supporto per fare questo Sono stati pochi in realtà, e sono stati det- sport in maniera seria e questo è un probletati da altri aspetti come, le attese o di non ma pratico , perché può diventare tutto un riuscire proprio a farlo, non riuscire a pra- buttare tante energie, anche mentali, senza ticarlo: non c’era la possibilità di combat- raggiungere un reale obbiettivo. tere,non avevo mai notizie,non avevo alle spalle nessuno che mi potesse rassicurare. Secondo te che cosa potrebbero fare le Questo è stato un aspetto esasperante ma associazioni italiane, la federazione puginon mi sono mai stancata di prendere pu- listica per cercare di migliorare la congni, di sacrificarmi, di sudare e ancora non dizione del pugilato in Italia ? Cosa si mi è passata questa voglia. Tutto quello potrebbe fare per incrementarne la pre- 40 8. FEMME FATALE senza? to un bel match ma avrei premiato l’atleta come me, avrei premiato me. Non é stato cosi, poi ci sono tantissime altre piccole cose che a freddo ho analizzato e potevano esser fatte diversamente. Anche tanti retroscena molti non li conoscono ma probabilmente, io ho perso quel match nelle prime riprese dove c’è stato poco o niente. Li forse ha attaccato di più lei e vengono quindi fuori quei punti, perchè per il resto credo di aver dominato una scatenata sul ring e l’ ho fatto tecnicamente. C’è un forte rammarico ma non si sa nei dettagli che, una settimana prima mi sono spaccata un sopracciglio, avevo un taglio freschissimo che ho tentato di nascondere ma che mentalmente è difficile nascondere a se stessi. Magari la titubanza che c’è stata nelle prime riprese è stata anche dettata da questo, quindi mi domando se fossi arrivata integra da subito, forse ci sarebbe stato meno da discutere. Ad ogni modo non ho da recriminarmi molto, ho cercato di fare un bel match, ho dato il meglio e i giudici non mi hanno premiata punto. Credo che riemergere non sia per niente facile, perché c’è un gran lasciar correre di cose che non vanno bene già da diversi anni. Ad esempio il fatto che ci sia stata la separazione tra pugilato dilettantistico e professionistico. Doveva essere uno stimolo per aiutare il professionismo a uscire da solo ma in realtà c’è ancora più difficoltà perché non ci sono le risorse. E’ molto difficile rispondere a questa domanda perchè sono due mondi separati e le separazioni sono anche grosse. La chiave potrebbe essere tornare ad essere una cosa sola e non una separazione netta, ma è chiaro che è tutto un circolo, un cane che si morde la coda. Bisognerebbe aiutarsi, darsi una mano a vicenda ma per far riemergere questo sport servono le risorse, che se mancano, non si combatte. Inoltre c’è anche il fattore mediatico: è difficile che la tv investa perché si parte da una bassa visibilità e adesso tutto deve esser fatto bene e subito, poco investimento, subito tanta resa, e credo che per il pugilato ci sia bisogno di pazienza per ritornare a una buona resa. Adesso cosa pensi di fare, dopo questo match, ne hai altri in programma o apParlando della tua carriera, che è invi- pendi i guantoni al chiodo? diabile, che cosa pensi del mondiale con la Dionicious? Sei d’accordo con il ver- No, guarda non sono una che pianta moldetto?? ti chiodi in casa! Mi è rimasto un dentino avvelenato e quindi ci tengo a togliermelo, Sinceramente, il match è stato equilibra- anche perché si sa che sono un atleta, si di to ma per come amo il pugilato, non sono 43 anni, ma ancora integra sia mentalmend’accordo con il verdetto. Io avrei premiato la precisione e pulizia dei colpi, magari anNella pagina a sinistra: Simona Galasche con qualche colpo in meno, perché a me si e le sue cinture. piace quel tipo di pugilato. Il pugilato che Foto concessa dalla pugile. ha fatto lei mi è comunque piaciuto ha fat41 SIMONA GALASSI “LA REGINA DI ROMAGNA” te che fisicamente e quindi il coronamento che voglio per me è quello di ritornare campionessa mondiale prima di chiudere la mia carriera lunghissima. Sicuramente a un certo punto dovrò pensare di fare la mia ‘’vecchiaia sportiva’’ serenamente, però attualmente sto lavorando per trovarmi una chance mondiale da giocarmi e da vincere in maniera più netta, per riprendermi questa soddisfazione personale. Se riuscirò a trovare questa occasione,valuterò poi alla fine di quel match che cosa fare. E se combattendo per il titolo, dovessi vincerlo, non è possibile che ti venga poi in mente di difenderlo? Su questo io e il mio maestro Duran, abbiamo due pareri completamente diversi. Lui vuole conquistare questo mondiale ma poi vorrebbe chiuderla li, no? E forse ha ragione lui! E’ per questo che non dico nulla di quello che può succedere dopo, chiaramente prima bisogna vincerlo, poi ci sarà una grande riflessione anche perché come ti ho detto, qui in Italia è un momento difficile per la boxe, e combatterei solo se ne valesse la pena. Mi piacerebbe chiudere la carriera in casa anziché all’estero, pero bisogna anche guardare in faccia la realtà e fare le cose solo quando è possibile farle senno bisogna rinunciare. 8. ran è un era molto importante, in cui mi sono ricostruita mentalmente e fisicamente. All’età di 40 anni, adesso ne ho 43, ho iniziato a conoscere ad apprendere cose nuove, sto cambiando come pugile nonostante tanti anni in cui si erano radicati in me degli schemi ormai ripetuti mille volte e questa è stata una grande cosa. Quello che mi ha dato di fondamentale Duran è stata la fiducia, io sento in lui la sincerità della fiducia, lui crede in me almeno quanto ci credo io e questo è fondamentale per andare avanti perché per tanti anni ho avuto poche persone che mi davano fiducia e questo può penalizzare tantissimo. Questa è stata la nostra grande forza come coppia maestro-allieva, poi in palestra cambia il mondo perchè battibecchiamo sempre ma è giusto che sia cosi e che ci sia un rapporto diverso e stimolante. In questi anni ho trovato un ambiente nuovo, nuove cose da imparare e una persona tosta di fronte. 8. FEMME FATALE carriera e cioè il tifo, la mia determinazione nonostante il problema che ho avuto e poi com’è venuto fuori il match, non è andato bene perché c’è stato quell’ amaro finale che non era ciò in cui speravo, ma altri aspetti me lo rendono molto caro. Per concludere, vuoi ringraziare o salutare qualcuno attraverso quest’intervista? In questa pagina in basso: Simona Galassi e Debora Anahi Dionicius. Ringraziare lo farò quando mi sentirò alla fine perché persone da ringraziare sicuramente ce ne sono. Per ora ringrazio coloro che, hanno continuato a credere in me nonostante l’età, nonostante la sconfitta e che mi hanno supportato e aiutato. Sono poche persone però fondamentali, san loro chi sono non serve neanche fare dei nomi. Qual è stato il match più ricco, che ti ha dato più emozione? Ci sono due o tre match che sono stati importanti per motivi diversi. Non ce n’è stato uno da definire il più bello ma l’ultimo, anche se è stato il più amaro, ha avuto degli aspetti che sono stati i più belli della mia Quanto conta per te il rapporto con Duran? Da quel che si legge, pare che abbiate un bel rapporto maestro-allieva. Si per forza di cose deve essere cosi. Io mi sono sempre legata molto ai miei allenatori e tre sono stati fondamentali. L’era Du42 43 B XE 44