Il nevaio del Las
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Il nevaio del Las
Provincia 35 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 14 LUGLIO 2013 a Neve pure a luglio: è la valle del Las Ardesio, il nevaio perenne oggi è lungo una ventina di metri. A quota 900, è il più basso d’Italia Nei decenni passati il ghiaccio veniva prelevato con i muli e venduto agli alberghi fino a Bergamo A Ardesio bandonato con buona pace della natura e con una certa nostalgia ENZO VALENTI degli anziani». Il nevaio del Las, in alta Valle SeMa c’è di più. In passato (ma riana, sul versante settentriona- anche oggi) gruppi di persone, in le della poderosa bastionata di estate, raggiungevano il luogo calcare del monte Secco (Corna per godersi la frescura e sorbirsi Gias in dialetto locale) potrebbe gustose granatine. Ricorda Anessere iscritto nel Guinness dei drea Bertini, che ha vissuto a primati. Con i suoi 900 metri di Gromo per tanti anni :«Salivamo quota è infatti il meno elevato al Las con la colazione al sacco e d’Italia. E in quest’estate pur bal- con bottigliette di menta e tamalerina, la sua neve perenne rap- rindo. Una volta arrivati riempipresenta certo una curiosità del- vamo i bicchieri di ghiaccio pulile nostre montagne. Questo to e lo mescolavamo con le bibiscampolo del Quaternario si tro- te». va al sommo di una valletta, di Raggiungere il luogo non è diffronte alla contrada Albareti, na- ficile. Da Albareti, antica e pittoscosta da boschi e chiamata, ap- resca contrada della Valcanale, si punto, Las. scende sul fondovalle, dove scorre il torrente Acqualina. Un ponUn «frigidaire» naturale ticello attraversa il torrente e da Un tempo il nevaio era più este- lì si sale lungo una sterrata caratso, lungo un centinaio di metri, terizzata da fitto bosco. Di tanto poi le mutate condiin tanto acque di sezioni climatiche e la grete sorgenti scorrodiminuzione delle nel sottobosco, per Ci si arriva no precipitazioni nevose scomparire tra i masl’hanno via via ridotto facilmente. si muschiati. Una di alle attuali dimensiosorgenti, capDue queste ni. Nel 1993, proprio tata, alimenta l’acqueper il surriscaldameni percorsi dotto di Ardesio. Finito terrestre e le scarse la carrareccia si perpossibili ta nevicate, scomparve, corre un erto sentiero per ricomparire, per per raggiungere, in la gioia di tanti, l’anno dopo. circa un’ora e mezza, il nevaio. E ora? Il nevaio riformatosi raggiunge una lunghezza di una Da Cacciamali ventina di metri e un’altezza, lad- Il ghiacciaio del Las è raggiungidove è a contatto con le rocce del bile anche da Cacciamali di Armonte Secco, di una quindicina desio: lasciata l’auto a monte deldi metri. Nessuno può ipotizza- la borgata di Cerete, si sale lungo re se scomparirà nuovamente. la carrareccia che in 30 minuti «Poco più di cinquant’anni fa – consente di giungere Cacciamali. Isolata su un poggio e dedicanarra un settantenne che vive ad Albareti – il luogo offriva la pro- ta a Maria Bambina la chiesetta pria disponibilità, come fabbrica di Cacciamali conserva, al suo innaturale di ghiaccio, a diverse fa- terno, pregevoli affreschi del XVI miglie di Albareti, Rizzoli, Mari- secolo. Case di pietra, un tempo noni e Valcanale. Ricordo che gli abitate da contadini e allevatori, uomini, dalla primavera all’au- ora ben ristrutturate sono abitatunno, arrivavano lì con i muli». te solo nei fine settimana o duStaccavano a picconate gelidi rante periodi di vacanza. Attrablocchi, li caricavano sugli ani- versato l’abitato si procede per mali e li trasportavano a valle. un sentiero tra i prati. Il panora«Da qui – prosegue il racconto ma sul centro storico di Ardesio dell’anziano – avvolti in sacchi di e sulle montagne circostanti è iuta, ricoperti di rami d’abete e superbo. Lasciati i prati alle spalpaglia perché non si sciogliesse- le il sentiero percorre una rigoro, venivano, con i carretti, por- gliosa abetaia per giungere infitati ad Ardesio, Clusone o anche ne, in poco più di un’ora di cama Bergamo, dove il ghiaccio veni- mino, alla fresca conca in cui è va venduto agli albergatori. Con adagiato il piccolo nevaio. Sarebil ricavato di questa attività diver- be comunque opportuno che se famiglie arrotondavano il pro- questo tratto di sentiero venisse prio magro reddito. Poi venne il meglio segnalato. ■ ©RIPRODUZIONE RISERVATA "frigidaire" e il ghiacciaio fu ab- Il nevaio, sul monte Secco, si raggiunge dalle località Albareti o Cacciamali di Ardesio, in alta Valle Seriana FOTO PIERINO BIGONI a Alpinisti, artisti e uno chef al concerto tra gli stambecchi a Ognuno ha il suo Everest. Ha ragione Simone Moro. Non serve andare in Himalaya per vivere esperienze straordinarie. Può bastare un po’ più di neve del solito in montagna, e qualche compagno di viaggio fuori dal comune. Il risultato? Un’eccezionale concerto di corno al passo di Valsecca, ancora abbondantemente imbiancato con gli stambecchi come pubblico e la mole del Diavolo di Tenda che magicamente si fa spazio tra le nubi. L’Everest del Viaggio sulle Orobie è qui: quota 2.497. Ieri gli undici partecipanti all’iniziativa organizzata dalla rivista «Orobie» in collaborazione con il Cai – oltre al suonatore di Corno Martin Mayes, c’erano del grande Riccardo, il fotografo Matteo Zanga e il «capo spedizione» Paolo Valoti che è anche presidente dell’Unione bergamasca Cai – hanno affrontato infatti la penultima tappa del viaggio, quella tra il rifugio Calvi e il Brunone. Il «Viaggio sulle Orobie» l’alpinista Mario Curnis, il giovane collega Paolo Grisa, lo scrittore Ruggero Meles, l’artista Silvio Combi, lo chef Michele Sana, la regista Paola Nessi, l’alpinista Marta Cassin, nipote In mezzo lo spettacolare valico, concerto compreso, e uno dei tratti più affascinanti del Sentiero delle Orobie. Com’è andata? Benone. Soprattutto, considerando il fatto che non proprio tutti i partecipanti al viaggio erano allenatissimi. Alla fine il gruppo è arrivato comunque compatto e senza grossi intoppi grazie anche all’attenzione del «capo spedizione» e dei Il taglio del nastro STUDIO ALFA A seguire gli interventi di Eli Pedretti, presidente della Comunità Montana, e di Yvan Caccia, presidente del Parco delle Orobie bergamasche. «Questa nuova struttura – hanno dichiarato – va nella direzione di quel turismo sostenibile che i nostri enti da tempo perseguono. Oltre che accrescere le capacità ricettive dell’alto Serio, l’ostello offre la possibilità a gruppi e famiglie di soggiornare in un ambiente naturale stupendo, a contatto diretto con la realtà locale. Si fonda, cioè, su un turismo a misura d’uomo. Senza contare poi il suo valore aggiunto: le possibilità lavorative che offre agli abitanti del posto». Concetti, questi, che sono stati condivisi appieno anche da Il gruppo in marcia FOTO BERG partecipanti più esperti. Mario Curnis, ad esempio. Che sul sentiero viaggia al ritmo dei suoi 76 anni – ed è già un gran ritmo – ma quando riprende in mano la corda per agevolare il passaggio dei compagni di escursione sul torrente della valle del Salto dove la neve crea qualche piccolo problema sembra tornare indietro di trent’anni. Un pezzo di storia dell’alpinismo che quando parla con Marta Cassin sembra riallacciare un filo lontano. «Una delle prime volte che ho arrampicato – dice – ero in Grigna con suo nonno, Carlo Mauri e Walter Bonatti». Anche oggi si scalerà. Il viaggio, infatti, si concluderà sulla cima del Redorta in concomitanza con le 150 cime che il Cai sta toccando per celebrare il suo secolo e mezzo di vita. Non tutti naturalmente. Solo chi se la sentirà. Perché ognuno ha i suoi obiettivi. E anche il Brunone può essere un Everest. ■ E. Fa. a A Lizzola ecco l’ostello 25 posti nelle ex scuole A Valbondione Inaugurato, a Lizzola di Valbondione, l’ostello della gioventù «La Posta», che l’amministrazione comunale ha dato in gestione, per sei anni, a Leonardo Rodari. Alla benedizione e inaugurazione della nuova struttura hanno partecipato parecchie persone, diversi sindaci e numerosi turisti che attualmente villeggiano a Lizzola. A fare gli onori di casa l’assessore alle Politiche gio- vanili e vicesindaco Graziella Semperboni. Dopo il saluto agli intervenuti, ha così esordito: «L’ostello è nato grazie alla trasformazione dell’edificio che ospitava fino al 2002 le scuole elementari e fino a qualche mese fa anche l’ufficio postale. Le opere sono state eseguite dalla ditta Edilsole di Fiumenero, su progettazione dell’ingegner Aldo Piantoni. Costo dell’intervento 350 mila euro, dei quali 250 mila avuti a fondo perduto dalla Regione Lombardia, che ringraziamo, e 105 mila reperiti nelle voci del bilancio comunale». Al piano terra sono stati ricavati hall d’ingresso e refettorio comune, oltre agli spazi di servizio (cucina, dispensa, spogliatoio e servizi accessibili anche ai diversamente abili). Al piano superiore, raggiungibile anche con ascensore, sono state realizzate cinque camere, per 25 posti letto, e un locale pluriuso. Maurizio Forchini, presidente dell’Associazione ostelli della Lombardia, cui fanno capo 50 strutture, che ha voluto presenziare all’evento. Dopo parole di ringraziamento del giovane gestore, il parroco, don Michele Rota, ha benedetto la struttura e Graziella Semperboni ha tagliato il nastro inaugurale. La cerimonia si è conclusa con la visita ai locali dell’ostello, «vissuti» da circa due mesi dall’associazione Asiah di Treviglio: 70 ragazzi tra i 7 e gli 11 anni vi hanno soggiornato grazie al campus estivo «Dire, fare, baciare, lettera, testamento», che è stato patrocinato dal settore Politiche sociali della Provincia di Bergamo. ■ E. V.