Adolescenza: età dell`oro o età di crisi?
Transcript
Adolescenza: età dell`oro o età di crisi?
Adolescenza: età dell’oro o età di crisi? P f Prof.ssa Lili Liliana Dozza D Bressanone, 9 aprile 2009 Adolescenza: definizioni e caratteristiche • Periodo della vita che si colloca fra la p preadolescenza ed i 17 anni; • “Etá vulnerabile e meravigliosa” (F. Dolto, 1998); • “Zona turbolenta “Z t b l t che h ciascuno i vive i i funzione in f i d ll propria della i relativa precocità o al contrario dei propri indugi, secondo un ritmo individuale”; • Adolescenze come “terre di mezzo” e laboratori. Il complesso del gambero Francoise Dolto ((1998)) definisce l´adolescenza una vera e p propria p “mutazione” e la descrive come il complesso del gambero. Il cambiamento comporta piccole e grandi crisi. Le reazioni abituali sono molteplici: ansietà, insicurezza, a volte trascuratezza, ostilità, aggressività, impulsività e delusioni. I alcuni In l i casii emergono patologie t l i severe per natura t e gravità. ità Gli adolescenti nei sistemi relazionali Gruppi amicali e organizzati Ambiente scuola e giochi Ambiente famiglia La famiglia e il gruppo dei pari: due superpotenze affettive Nell´infanzia la principale nicchia affettiva era la famiglia, nella preadolescenza e ancora di p p più in adolescenza I rapporti pp di maggiore intensità affettiva vengono cercati e coltivati fuori. Nel ciclo di vita familiare cambia più volte la visuale prospettica: se un bambino nascendo ha trasformato due adulti in genitori, nel periodo in cui un adolescente “trasuda il suo guscio” occorre che i genitori sappiano, g pp , a loro volta,, cambiare p pelle e trasformarsi in genitori di un giovane adulto. La famiglia e il gruppo dei pari: due superpotenze affettive Il gruppo dei pari ora assume il primato di “nicchia nicchia affettiva affettiva” ed è la famiglia a restare sullo sfondo. Gli amici del gruppo dei pari, pari di scuola, scuola dei gruppi extrascolastici sono “specialisti” in ambiti diversi: forme e luoghi di svago, sport, avventura, oggetti di consumo, valori, idee. La famiglia e il gruppo dei pari: due superpotenze affettive Lo scopo primario del gruppo dei pari é di stare insieme non tanto per fare quanto perché “ci fare, ci si riconosce come simili simili”, si crea una “zona zona franca” e un tempo non precisamente definiti in cui incontrarsi per lavorare sul mondo interno per cercare e dare sicurezza e sostegno g affettivo. Gli adolescenti che non riescono ad integrarsi in un gruppo di pari età provano un profondo sentimento di scacco e ciò può ulteriormente ostacolare il processo di separazione dai genitori dell´infanzia e della preadolescenza. La scuola: spazio e tempo dei “saperi” La scuola rappresenta: saperi e dell dell´assunzione assunzione di responsabilità, responsabilità - lo spazio e il tempo dei “saperi” un contesto sociale quasi naturale deputato a trasmettere e a cocostruire conoscenze e aree di abilità in specifici campi disciplinari e contesti operativi. p - un potente microcosmo sociale all´interno del quale i compagni di classe costituiscono importanti partners comunicativi: i compagni di scuola prima che un sostegno affettivo, costituiscono un laboratorio per affrontare ed elaborare i compiti e le ansie che la p scuola impone. Adulti o bambini? Si può dire che non sono più bambini e non sono ancora adulti, ma anche che sono ancora bambini e già adulti. L’affermazione che gli adolescenti non sono più bambini e non sono ancora pienamente adulti è condivisibile se considera che il loro ingresso g nella vita adulta è p posticipato. p Ma è condivisibile anche l’affermazione che gli adolescenti sono ancora bambini e già adulti se si considera le loro potenzialità a livello cognitivo e sessuale su cui fanno leva il bombardamento pubblicitario e gli stimoli sociali che li invitano a comportarsi precocemente da adulti. p Adolescenza: tra rispecchiamenti e percezione Si può dire che l´immagine di sé, generalmente considerata l´aspetto più “privato”, è il risultato di un gioco di rispecchiamenti: • • dello sguardo dei familiari, degli amici, degli insegnati, dei compagni di scuola e della percezione che ciascuno ha delle proprie relazioni ed interazioni con gli altri. Quindi il punto di vista e la prospettiva operativa dovrebbe essere spostata dagli adolescenti con le loro problematiche e le loro risorse agli adolescenti in rapporto con gli adulti e con i pari negli ambienti in cui sono immersi. immersi Che cosa fare? • educare al rispetto: si impara dall`esperienza e nelle relazioni con gli altri; • regolare l l relazione, la l i l distanze, le di t l scontro lo t e la l sfida, fid serve a comprendere l’altro che si ha di fronte e a definire i confini necessari per la convivenza e il rispetto reciproco. • Regolare la relazione comporta: - regolare i rapporti di potere, - fare chiarezza su obiettivi,, compiti, p ,p possibilità e vincoli/confini/limiti,, - coordinare, ossia fare ordine e coordinarsi insieme. Ne deriva comunicazione e collaborazione, fiducia e motivazione. Che cosa fare? • creare un ponte fra le generazioni. Gli adolescenti e i giovani vengono visti come portatori di insicurezza sociale e di comportamenti problematici, piuttosto che in situazione di insicurezza sociale e problematicità a livello comportamentale; • giovani a riconoscere e cambiare la aiutare adolescenti e g percezione dei rapporti con gli altri e con se stessi per cambiare i rapporti e la propria posizione nel processo di crescita. Questo richiede un impegno di energie a livello affettivo-emotivo molto grande e comporta un insieme di scelte coerenti che gg pp in tre g grandi categorie: g raggruppiamo In che modo? a) Contenere: - tenerli dentro. Dentro alla famiglia, alla classe a differenti tipi di gruppi g pp di coetanei;; - ricostruire ritmi di vita meno frenetici per sé e per gli adolescenti, anche momenti che permettano agli adolescenti di “stare stare da soli in presenza di qualcuno”; - non contrastare le relazioni con i coetanei; - creare le condizioni perché gli adolescenti allarghino il campo delle l loro relazioni l i i con coetanei t i ed d adulti d lti di riferimento. if i t In che modo? b) Averne cura - stare loro accanto, esserci senza fare pesare la propria presenza e trovare i momenti “giusti” g per raccontarsi e comunicare;; p - creare le condizioni per corrispondere a bisogni affettivi/emotivi che gli adolescenti non sempre sono in grado di esprimere: il bisogno di sentirsi compresi e ben visti, per ben vedersi, di sentirsi amati e amabili, per “volersi bene”. In che modo? c) Restituire ridimensionati problemi, pensieri ed emozioni - pensare gli adolescenti come persone, non come categoria; - “uscire allo scoperto” e farsi coinvolgere nell’avventura di crescere; - avvicinarsi i i i tanto t t d da provare e sentire ti empaticamente ti t ed d allontanarsi per pensare e restituire pensati e pensabili grumi di rabbia, insicurezza, ansia, vuoto facendo come se fossero stati loro a pensare; - trovare le parole ed i comportamenti giusti affinché sentano e sappiano i di potere, t essere, avere. In sintesi Per gli adolescenti e i giovani il potere è la percezione di amare ed essere amati, il sentire di essere voluti e ben-voluti, visti e benvisti sia dagli adulti di riferimento sia dai compagni. In sintesi, amare risponde al bisogno di relazionarsi con altre persone e di costruire un’identità sociale. Se l’adolescente percepisce o solo teme di non essere considerato e voluto può soffrirne, soffrirne chiudersi in se stesso o anche adottare comportamenti di negatività e di devianza, al punto da preferire al niente lo scontro e la violenza. Per concludere In apertura abbiamo definito con Francoise Dolto l’adolescenza come una <<età vulnerabile e meravigliosa>>. La Dolto propone di guardare il <<voler vivere>> degli adolescenti come un progetto aperto sostenuto dalla forza del desiderio. Ella considera l’educazione compito essenziale dell’intera comunità, e richiede reciprocità, ossia che l’adulto si ponga in posizione d’ascolto d ascolto, lasciando che il più giovane esprima il proprio desiderio. desiderio Per concludere Una strada possibile sembra essere quella di un intervento coordinato degli g adulti che impegni p g gli adolescenti in g comportamenti responsabili, secondo il progetto di una comunità educante: in famiglia, a scuola, nel tempo libero. Si tratta di lavorare affinchè questo periodo di “sospensione” non sia vissuto come un infantile disimpegno dal mondo e dalle responsabilità, p , bensì come un momento aperto, p , in cui i g grandi margini di libertà e di autonomia siano utilizzati per una crescita personale (Bonino, 2009). Grazie per l‘attenzione