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Lello VECCHIARINO
La voce del PASTORE
SULLE ORME DI PIETRO E PAOLO
+ Domenico CORNACCHIA
I l 29 aprile la nostra diocesi di Lucera-Troia ha vissuto il suo pellegrinaggio
paolino a Roma. Eravamo circa settecento persone, da quasi tutte le parrocchie, accompagnate da più di venti
sacerdoti diocesani.
Ci siamo ritrovati davanti a Pietro, il
papa Benedetto XVI, per essere da lui
incoraggiati e sostenuti nel cammino di
fede, speranza e carità. Egli ci ha detto
che il cristiano deve farsi sacramento
visibile di Cristo.
L’emozione di tutti ha avuto il suo apice, quando il papa è passato accanto a
noi benedicente, fissandoci negli
occhi, quasi a voler percepire i nostri
desideri e i nostri sogni. Ci siamo scambiate impressioni ed emozioni. In tutti
la stanchezza del viaggio e la sosta sotto il sole sampietrino si sono dileguate
in un attimo.
Dopo la breve pausa meridiana, ci siamo recati nell’imponente basilica
patriarcale di san Paolo fuori le Mura.
Varcata la Porta Santa per lucrare l’indulgenza giubilare, abbiamo preso
parte alla solenne concelebrazione.
I medaglioni dei pontefici, collocati sulle colonne della navata laterale, ci han-
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Fondo CEI
per le famiglie
no scortato fino all’altare maggiore.
Con coloro che hanno fatto la storia
della Chiesa, ci siamo sentiti quasi
accolti per mano e condotti al Signore.
Dopo la foto di gruppo, i pullman ci
hanno riportati nella nostra terra. Bello
è stato sentire che ancora altri, forse
perché informati in ritardo, avrebbero
preso parte al nostro viaggio.
A loro e a tutti coloro che sono rimasti
a casa, i pellegrini romani desiderano
far conoscere e gustare la bellezza e la
profondità di quanto il Signore ci ha
dato. Con l’apostolo Giovanni vi diciamo: “Quello che abbiamo udito e
visto, toccato con le nostre mani, quanto ha ravvivato la nostra fede, noi lo
annunciamo a voi, perché la nostra gioia sia piena” (1Gv. 1,1ss.).
Il breve e intenso soggiorno romano
diventi trampolino di lancio verso un
modo nuovo di vivere la fede e di testimoniarla, sull’esempio dell’ apostolo
Paolo, in famiglia, in parrocchia, sul
lavoro e nel quotidiano.
Al Signore il nostro grazie per questa
bella esperienza di comunione! Su tutti invoco la benedizione che ho chiesto
personalmente al Santo Padre.
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Festa della
gioventù
I l terremoto ci appartiene e noi
apparteniamo al terremoto. Noi che
versiamo lacrime o le vediamo versare.
Noi del prima e del dopo.
Lo sconquasso che ha riguardato
l’Abruzzo ci riporta a sette anni fa,
quando il sisma nostro non fu poi tanto vigliacco perché si annunciò alla
luce del sole e non avvolto dalle
ombre della notte come è avvenuto a
L’Aquila; si riportò in Cielo i piccoli
‘angeli’ di San Giuliano di Puglia, e da
noi seminò paura, crolli e, manco a dirlo, speranza di rinascita. E li ricordo
quei giorni a Casalnuovo Monterotaro,
quando a guardare negli occhi degli
anziani seduti in strada sulle loro sedie
di paglia sembrava volessero dire di
una morsa al cuore che non era paura,
ma cupo presentimento. Sette anni fa
anche da noi ci furono lacrime.
Anche da queste nostre parti, in principio era un sasso e una goccia d’acqua.
Il sasso ristette, la goccia s’ingrossò
fino a diventare serpentello d’acqua,
poi ruscelletto e poi torrente. Ci sono
due grandi torrenti, sempre dalle
nostre parti. Uno è il Fortore, l’altro è
la paura, soprattutto quando il sasso si
muove. E si mosse intrepido, quel 31
ottobre del 2002: quasi a ricordare agli
uomini un monito di provvisorietà. Un
boato, lo spostamento d’aria che incupì finanche i pensieri. Poi il solito scenario fatto di promesse, di furbizie, di
speranze un tanto a delibera comunale o decreto ministeriale. E se c’è un
prima c’è anche un dopo; dopo le
lacrime…
PAG
Dalle nostre parti il sisma causò danni
in alcuni comuni del Preappennino
dauno: a Celenza Valfortore, a Carlantino, a Pietramontecorvino e soprattutto a Casalnuovo Monterotaro.
Le ferite sono ancora ben visibili a
imperituro ricordo nel piccolo paese
ora alle prese con la ricostruzione che,
fino ad oggi, si è mostrata lenta, nonostante le tante promesse quando
ancora dalle macerie si alzava la polvere fresca di scossa. Qualche mese fa i
sindaci del cratere sismico rassegnarono le dimissioni nelle mani dei rispettivi prefetti perché esasperati per il mancato arrivo dei fondi utili a completare
la ricostruzione e per la perdita delle
agevolazioni fiscali.
Quella protesta, però, non ha prodotto tangibili risultati. “Siamo ancora in
attesa dei soldi previsti dalla legge
finanziaria del 2008, tanto che qui c’è
gente che vive ancora fuori casa perché l’immobile è inagibile”, ha denunciato il sindaco di Casalnuovo, Pasquale De Vita. Casalnuovo Monterotaro fu
il paese più danneggiato, e fino ad
oggi ha ricevuto 17 milioni e 733 mila
euro. I progetti per la fascia A, ovvero
i residenti con ordinanza di sgombero,
ammontano a 175, di cui 146 già finanziati, la rimanenza è stata ricollocata in
graduatoria, perché – spiegano al
Municipio – nel corso d’istruzione delle pratiche sono stati riscontrate delle
anomalie. Molti ‘casi’ sono rimasti fuori: i soldi non bastano. E anche le lacrime sono agli sgoccioli.
La rabbia no.
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Oasi Betania
di Lucera
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maggio 2009 n. 4
FORMAZIONEeCULTURA
FONDO CEI
PER LE
FAMIGLIE
S i chiama Prestito della Speranza,
ed è la nuova iniziativa della Conferenza episcopale italiana per sostenere le
famiglie in difficoltà a causa della crisi
economica. Grazie a una colletta
nazionale straordinaria, indetta per il
31 maggio, la Chiesa italiana costituirà un fondo di garanzia in collaborazione con l’Associazione bancaria italiana.
In pratica, il capitale raccolto dalle
comunità parrocchiali servirà a garantire un meccanismo di prestiti che la
Cei e la Caritas italiana gestiranno
insieme agli istituti di credito. Potranno accedervi famiglie che hanno perso l’unico reddito, con almeno tre figli
a carico o che vivono la presenza di
problemi di malattia grave o disabilità:
in totale, secondo, le stime, tra i venti
e i trentamila nuclei familiari.
A ciascuna famiglia potranno andare
fino a un massimo di cinquecento
euro al mese per un anno, prorogabile per altri dodici mesi se le condizioni
di difficoltà iniziali non saranno cambiate. Saranno le parrocchie e le Caritas locali a verificare inizialmente i
requisiti, indicando subito dopo a
quale banca rivolgersi per l’erogazione che - promettono i vertici Abi avverrà in tempi rapidi.
Comode le condizioni per la restituzione: si attenderà che la famiglia
recuperi il proprio reddito, quando
sarà in grado di sostenere le rate che
avranno una durata massima di cinque
anni e un TAEG del 4,5%, ovvero la
metà del livello medio attuale.
“La scelta di aiutare proprio la famiglia
non è casuale, evidentemente, ma
corrisponde ad una convinzione profonda che vede in essa non soltanto
l’ammortizzatore sociale più efficiente,
ma anche la trama relazionale più
necessaria per un armonico sviluppo
delle persone e dunque della società”, ha spiegato il cardinale Bagnasco,
presidente della Cei, presentando
l’iniziativa alla stampa. Inoltre, ha continuato l’arcivescovo, “la colletta
nazionale riveste un grande valore
pedagogico perché rappresenta
un’azione che educa in concreto alla
solidarietà e alla condivisione, all’apertura del cuore e alla generosità. Non
solo: aiuta pure a vivere questo
momento di obiettiva difficoltà per
tanti con una scelta concreta che
intende rimuovere la cause profonde
della crisi e cioè l’avidità del denaro e
la cupidigia del possedere”.
Simone ESPOSITO
Fidarsi è fondamento delle relazioni
S o a chi ho dato la mia fiducia (2Tm
1,12) è lo slogan della 46a Giornata
Mondiale di Preghiera per le Vocazioni
che si è celebrata in tutte le comunità
cristiane il 3 maggio.
In questo anno speciale di grazia, che
Benedetto XVI ha indetto nel bimillenario della nascita di san Paolo, anche la
pastorale vocazionale si colloca in questo solco ecclesiale utilizzando le parole che l’Apostolo indirizzò a Timoteo,
suo amato amico, affidandogli la comunità di Efeso mentre si trovava prigioniero a Roma.
Oggi tale esortazione viene rivolta a
ciascuno di noi chiamati dal Signore a
dare senso e sapore alla nostra vita
ricentrandola in Cristo Gesù e ravvivare
così la nostra fede.
‘Fidarsi’ è il verbo che ci apre alla relazione, ci mette in movimento invitandoci ad uscire dal proprio io, per andare verso l’altro, sicuramente diverso da
noi e bisognoso di amore.
L’esperienza di Paolo è quella di un
uomo che ha avuto il coraggio di guardare con verità la propria esistenza
paralizzata da false sicurezze e paure.
Con stupore e meraviglia scopre di
essere da sempre amato da Gesù, vera
Luce, e decide di orientarsi verso di Lui,
che lo abbaglia all’improvviso a mezzogiorno.
Sulla strada, con ardore e passione, da
persecutore di Cristo diviene annunciatore instancabile di quel tesoro, il Vangelo, che scopre deposto in lui, fragile
vaso di creta.
Le sue debolezze sono come una spina
nella carne, ma il saper essere perdonato è il balsamo che trasforma tali ferite
in accoglienti feritoie.
Allora non solo si mette in movimento
ma addirittura corre perché ha ben
chiara la meta, l’Amore: Gesù Cristo.
Anche noi invasi dall’attrazione del
Maestro, Gesù, siamo chiamati a
seguirLo rispondendo con la nostra vita
ai diversi appelli suscitati dallo Spirito
Santo in noi.
La molteplicità delle vocazioni dice il
modo concreto attraverso cui possiamo rendere tangibile il nostro ‘sì’.
Quindi giovani, catechisti, famiglie, animatori, comunità parrocchiali, pastori,
ciascuno per la sua parte e la propria
responsabilità si adopereranno affinché
la voce del Maestro possa essere riconosciuta ed accolta, affinché tutti sappiamo in Chi riporre la propria fiducia!
Francesca PALAMA’
Ordine francescano, in cammino da 800 anni
“Apparve
anche a me”
“S iamo chiamati per andare”. La vita
di Francesco si mette in movimento
nella primavera del 1209, quando con
pochi ma fedeli frati, si incamminò da
Assisi verso Roma, per presentare e farsi approvare da papa Innocenzo III, la
sua “forma di vita evangelica”.
Da quel momento in poi, non si è fermata più.
Continua ad andare, nonostante una
prima accoglienza non facile da parte
del papa che non riconobbe subito i
segni della grazia, negli stracci poco
eleganti dei primi frati. Eppure, ci volle
poco e il pontefice romano accolse e
benedisse la prima espressione cartacea della vita dei frati minori, dentro la
quale c’è un fuoco fraterno che continua ad ardere, attraverso le sue quattro
famiglie francescane dell’unico Ordine
da lui fondato.
Tutto questo diventa un evento internazionale, quando dal 15 al 18 aprile
2009, nella città di Assisi, si è celebrato
il ‘Capitolo delle stuoie’. Fin dai primi
battiti della liturgia di accoglienza è
risuonato un invito dal forte sapore
evangelico che ha riacceso il cuore di
circa duemila frati (c’ero anch’io), radunati da ogni parte del mondo e che ha
accompagnato i vari appuntamenti
celebrativi : “Siamo chiamati per andare”.
Andare per il mondo, gratuitamente,
scegliendo la trasparenza più che l’apparenza, la familiarità più che l’efficienza. Tra le tante celebrazioni, suggestiva
quanto significativa, è stata la marcia
penitenziale che dalla Porziuncola di
Santa Maria degli Angeli ci ha diretti
verso la tomba del Poverello di Assisi.
E’ stata una ‘liturgia della strada’ che ha
purificato i passi dei duemila frati e li ha
preparati per andare verso il 18 aprile a
Castelgandolfo da papa Benedetto.
Con queste parole, il vescovo di Roma
ci inviava: “Andate e continuate a riparare la casa del Signore Gesù Cristo, la
sua Chiesa”.
Come pellegrini e forestieri in questo
mondo, abbiamo ripreso il cammino
con il ‘fuoco dentro’, lasciando tutto e
portando con noi soltanto ‘la perla preziosa’ della fraternità.
F ra le tante autorevoli voci ascoltate
in questi mesi alla ricerca di san Paolo e
del suo messaggio, questo mese vorrei
presentarvi la più autorevole. La voce
proprio di San Paolo! Scorrendo le sue
lettere riceviamo un messaggio forte.
“Vi rendo noto, fratelli, il Vangelo…”,
con questo linguaggio schietto, san
Paolo (1Cor. 15) ci prepara al suo
annuncio della Pasqua, che è anche la
sua professione di fede. A questa fede
“ricevuta”, l’apostolo con umiltà e voce
vibrante unisce la sua esperienza del
Cristo Risorto: “Ultimo fra tutti apparve
anche a me come a un aborto. Io infatti sono l’infimo degli apostoli, e non
sono neppure degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la
Chiesa di Dio”. Come non cogliere il
suo profondo cambiamento di vita che
nasce dall’incontro concreto con Gesù
sulla via di Damasco? Il nemico di Cristo e dei cristiani che diviene l’apostolo dei lontani, di coloro che erano perduti e considerati indegni dalla sua prima fede professata. Chi opera, per suo
stesso dire, è la forza viva della Grazia
che non è mai vana, in ogni tempo dell’umanità e che accompagna sempre il
cammino della Chiesa.
E’ un’esperienza spirituale profonda,
da fare singolarmente e come comunità, ricevere l’annuncio di Pasqua direttamente da colui che ha riconosciuto
Cristo primizia della nuova umanità
redenta. Conoscere san Paolo, attraverso san Paolo.
Giovanni FOGGETTA
Michele CUTTANO
n. 4 maggio 2009
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CRONACHEedESPERIENZE
La diocesi
ha due nuovi
diaconi
Foto: G. Peter
secondo di Lucera, hanno studiato
presso il pontificio seminario regionale
di Molfetta dove hanno conseguito il
baccalaureato in teologia e attualmente proseguono gli studi di specializzazione, rispettivamente in diritto canonico e in beni culturali.
E’ una ricchezza per la nostra diocesi,
dove occorrono sempre nuove e fresche forze sacerdotali. E quasi a simboleggiare la continuità del cammino
sacerdotale, il 29 marzo scorso, don
Erminio Di Bello ha celebrato il venticinquesimo di ordinazione sacerdotale.
Venticinque anni a servizio del popolo
di Dio vissuti prima nella parrocchia di
Casalvecchio di Puglia e attualmente in
quella di Santa Maria delle Grazie in
Lucera. Una costante e fervorosa preghiera si deve innalzare al Padrone della messe perché continui a mandare
operai nella sua vigna.
Il problema delle vocazioni non è riservato solo agli addetti lavori, ma è un
problema che interessa e coinvolge
l’intera comunità diocesana: parrocchie, associazioni, famiglie, catechisti e
ammalati, perché tutti e ciascuno possono dare il loro prezioso contributo
affinché fioriscano nuove vocazioni
sacerdotali e religiose.
Allora impegno concreto di tutti è pregare sempre per le vocazioni a partire
dalla famiglia dove nasce e si coltiva
ogni vocazione.
Donato COPPOLELLA
Foto: R. Battista
E’ iniziata una nuova Pentecoste per
la diocesi di Lucera-Troia. Venerdì 17
aprile scorso, nella basilica cattedrale
di Lucera, mons. Domenico Cornacchia
ha ordinato diaconi gli accoliti Costanzo De Marco e Gaetano Schiraldi.
Sono le prime ordinazioni del nostro
vescovo dall’inizio del suo ministero
episcopale in diocesi. Durante la celebrazione egli ha ricordato i compiti propri del diacono: il servizio all’altare, il
servizio della carità, la proclamazione e
l’annunzio della Parola di Dio, la cura e
lo zelo per gli ammalati, l’amministrazione del battesimo e la celebrazione
del rito del matrimonio.
I due giovani seminaristi, il primo originario di Castelnuovo della Daunia e il
FESTA
DELLA GIOVENTU’
A
T
P er l’Anno paolino la nostra diocesi
ncora una volta grande partecipazione di fedeli ai riti della Settimana
Santa che quest’anno a Lucera si è
aperta con la celebrazione della Via
Crucis itinerante per le strade del centro storico. Organizzata il lunedì dall’Azione Cattolica Diocesana, l’iniziativa ha visto la presenza del vescovo
Domenico Cornacchia e ha coinvolto
parrocchie, associazioni e gruppi
ecclesiali che si sono stretti in preghiera anche sull’onda dell’emozione
suscitata del terremoto in Abruzzo
avvenuto poche ore prima.
L’evento più importante resta comunque quello della processione del
Venerdì Santo di Gesù morto e dell’Addolorata, icone venerate nell’omonima cappella di san Francesco.
Anche in questa occasione grande e
nutrita la partecipazione di confraternite e fedeli.
utto lo scenario rievoca fedelmente quello in cui Gesù, dopo essere stato tradito, vive le sue ultime ore.
Domenica pomeriggio 5 aprile a Troia.
Un corteo di sacerdoti e soldati, giunto dal Getsemani, conduce Gesù,
(Nicola De Cesare) al sinedrio riunitosi
di notte per giudicare il Figlio dell’Uomo. Vogliono che a condannarlo sia
Ponzio Pilato, il quale dopo averlo
condotto presso Erode e fatto flagellare, lo consegna alla folla che implora
la sua crocifissione. Si avvia quindi una
Via crucis che si snoda lungo il centro
storico.
Si è aperta così, la lunga serie delle
tradizioni troiane in preparazione alla
Santa Pasqua: giovedì santo con la
visita ai ‘Sepolcri’; venerdì santo con
‘le Catene’ e ‘la Processione dei
Misteri Dolorosi’; giorno di Pasqua
con il ‘Bacio’.
il 29 aprile è andata pellegrina a
Roma. Tanta è stata la gioia nel vederci così numerosi, accomunati da un
unico sentimento di comunione.
Stupendo spettacolo! Bambini, adulti,
giovani e disabili, tutti insieme con la
luce negli occhi. Il Santo Padre ci ha
rivolto un appello: “Siate innamorati
di Cristo! Cristo si fa presente nella
chiesa. Dobbiamo imparare a vedere
nella chiesa, nel volto dei santi, in tutti noi la presenza di Dio”. Nel pomeriggio abbiamo attraversatola Porta
Santa in ‘san Paolo fuori le mura’ e
partecipato alla Messa presieduta dal
nostro vescovo. Egli ci ha rivolto l’augurio che la ricchezza dell'insegnamento di Paolo ci aiuti a portare l'unità e la concordia fra tutti. Meravigliosa
giornata che ha arricchito il cuore di
tutti!
Enza GAGLIARDI
Piergiorgio AQUILINO
Antonietta BARONE
Diario del DIRETTORE
S ergio Marchionne, numero uno
della Fiat, oggi è l’abruzzese più
famoso. Il 30 aprile ha siglato lo storico accordo Fiat-Chrysler. L’Italia in
soccorso dell’America. La prima volta nel 1492 con Cristoforo Colombo!
In aprile il terremoto nell’Abruzzo ha
dominato la cronaca. Macerie, morti
e lacrime hanno provocato il grande
abbraccio dell’Italia, grazie anche a
TV, radio e giornali. Tacitate le polemiche, ma non quelle di Michele
Santoro, ‘provocatore e martire’. La
gente d’Abruzzo ha mescolato con
saggezza lacrime composte e sorrisi
di gratitudine.
L’Aquila, macerie e abbracci
Il papa ha visitato L’Aquila il 28 aprile. Con parole e gesti ha riassunto
l’affettuosa vicinanza di tutti. “Vi
sono stato vicino fin dal primo
momento. Ho seguito con apprensione le notizie. Ora sono qui: vorrei
abbracciarvi con affetto uno ad uno.
La Chiesa tutta è qui con me, desiderosa di aiutarvi nel ricostruire case,
chiese e aziende”. Ha offerto con
semplicità il suo amore di padre e
tutti hanno ritrovato il sorriso.
Ricordando Gesù e i discepoli di
Emmaus, il papa ha detto: “La mia
povera presenza tra voi vuole essere
un segno tangibile del fatto che il
Signore non vi abbandona, non è
sordo al grido preoccupato di tante
famiglie. Certo la sua risposta concreta passa attraverso la nostra solidarietà”.
Dall’Abruzzo alla Capitanata. In aprile un po’ di paura anche per noi.
Piogge abbondanti, esondazioni di
torrenti, evacuazioni di famiglie, frane e smottamenti di strade.
Terremoti e inondazioni le chiamano
‘calamità naturali’. Ma i danni maggiori li provocano l’incuria e l’egoismo dell’uomo. ‘Italiani brava gente’
nelle emergenze! E dopo?
Giovanni G. IASI
A vete presente il sole a mezzogiorno? Il 4 aprile Lucera è stata avvolta
dal sole, sì, quel sole che sanno portare solo i giovani quando si ritrovano
per vivere la XXIV giornata mondiale
della gioventù!
I ragazzi provenienti da quasi tutte le
parrocchie della diocesi, sono stati nel
pomeriggio accolti a san Matteo al
Carmine, a Cristo Re e a san Giovanni
Battista, dove rispettivamente don
Leonardo Catalano, suor Francesca
Palamà e padre Fernando Maddalena
hanno tenuto una catechesi sul tema
della giornata:”Abbiamo posto la
nostra speranza nel Dio vivente”.
I ragazzi si sono riempiti di gioia nel
dar vita a quello che sarebbe stato lo
striscione da deporre durante la veglia
ai piedi dell’altare. Successivamente i
ragazzi dalle singole parrocchie si
sono trasferiti in cattedrale dove il
nostro vescovo mons. Domenico Cornacchia ha presieduto la veglia durante la quale ci ha ricordato che solo
rimanendo in Cristo, come i tralci alla
vite, porteremo molto frutto.
La giornata si è conclusa nel cortile del
palazzo vescovile cantando e danzando sulle note musicali dei ‘Purpurea’.
Un grazie di cuore va al Servizio diocesano della pastorale giovanile, diretto
da don Rocco Coppolella, che ha permesso la realizzazione di questo
evento e ha fatto comprendere che
realmente tutto cambia se poniamo la
nostra speranza nel Dio Vivente e se
lasciamo fare a Lui!
Raffaella D’APOLLO
TESTIMONE
DI UNA CULTURA
DI PACE
I l 28 marzo il santuario san Francesco Antonio Fasani di Lucera è entrato
a far parte della lista nazionale dei siti
UNESCO Testimoni di una cultura di
pace. E’ il primo riconoscimento del
genere accordato ad un monumento
in Capitanata.
Alla affollata cerimonia erano presenti
la presidente nazionale dei Centri e
Club Unesco, Maria Luisa Stringa, il
nostro vescovo, mons. Domenico Cornacchia, la vicepresidente della Provincia, Maria Elvira Consiglio, la subcommissaria del Comune di Lucera,
Michelina Soccio, il rettore del santuario, p. Giovanni Iasi, e i frati della
comunità, numerosi studenti e cittadini. Nella chiesa si sono svolti gli interventi. Poi è stata scoperta la targa,
situata sulla parete esterna del tempio. La candidatura della chiesa lucerina venne avanzata dal Club Unesco
“Federico II” di Lucera nel 2008, previo sondaggio telematico sul proprio
sito, alla Commissione italiana per
l’UNESCO di Roma e, attraverso questa, all’ufficio responsabile del programma che ha sede a Parigi.
I monumenti e siti testimoni di pace
rientrano nel programma per la cultura di pace istituito dall'UNESCO nel
2000 e identificano quei luoghi che la
comunità locale considera simboli di
pace.
Massimiliano MONACO
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maggio 2009
n. 4
QUARTAPAGINA
M ancano solo le palme, però ci
sono gli ulivi, anche se alcuni hanno
dovuto fare spazio a quella che poi
sarebbe diventata Betania, l’Oasi in
cui tutto quanto è stato concepito
proprio per accogliere pellegrini,
gruppi di preghiera e persone desiderose di un contatto più stretto con
Dio. Sono passati esattamente 15
anni, infatti, da quel 18 giugno 1994
quando il cardinale Eduard Gagnon e
il vescovo Raffaele Castielli tagliarono
il nastro davanti alla porta del sogno
accarezzato da don Giovanni Mace, il
sacerdote che ancora oggi conduce la
struttura sulla strada per Troia e che,
attraverso la Famiglia Betania nata nel
1981, ha in un certo senso riprodotto
il clima evangelico della casa delle
sorelle di Lazzaro, Marta e Maria, fatto
di contemplazione e servizio, ma
anche di silenzio e preghiera, con coppie e singole persone che insieme
vivono, pregano, lavorano e amano al
servizio dei fratelli. L’Oasi Betania dal
LA DIOCESI
PER I
TERREMOTATI
Anche le comunità parrocchiali e conventuali, le
rettorie e le confraternite
del territorio diocesano
stanno partecipando al
movimento di solidarietà
a favore delle popolazioni abruzzesi, duramente
messe alla prova dal terremoto del 6 aprile. Fino
all’8 maggio la Caritas
diocesana la ricevuto la
somma di euro 31.570.
Naturalmente la raccolta
continua. Intanto si ringraziano tutti i donatori.
Le somme raccolte man
mano vengono inviate
alla Caritas nazionale.
2000 è nel patrimonio della diocesi
Lucera-Troia e, con i suoi 80 posti letto, 150 per la ristorazione, ma anche
una chiesa e una sala convegni, sfugge ai dati ufficiali della ricettiva turistica, anche perché i suoi ospiti hanno le
precise caratteristiche di chi desidera
l’accrescimento spirituale nelle diverse
pratiche cristiane. I numeri che produce ogni anno sono da capogiro, perché capace di attrarre pellegrini anche
dal resto d’Europa e dagli Stati Uniti,
tutta gente in grado di trovare a Betania l’incontro con Dio.
“Dopo 15 anni il sogno è diventato
realtà e cammina secondo la direzione
prefissa - ha detto don Giovanni Mace
- anche se ora pare sia diventato più
grande di noi. C’è ancora molto da
fare, specie nell’allargamento della
Famiglia Betania bisognosa di ulteriori vocazioni per poter sempre meglio
sopperire alle necessità materiali e
soprattutto spirituali dei fratelli”.
Riccardo ZINGARO
Auguri a
Meeting
degli insegnanti padre Foggetta
di religione
Celebrato sabato 25 aprile a Roma il
Meeting degli Insegnanti di Religione
con il papa Benedetto XVI. Dei 25.000
IdR italiani nell’aula Paolo VI erano
presenti in rappresentanza 8.000. Della nostra diocesi hanno partecipato
Rosa Buffalo, Concetta Bellucci e
Mirella Di Giovine.
Il pontefice ha ricordato agli Insegnanti di Religione che “l’ora di religione
dà laicamente un’anima alla scuola” e
“la dimensione religiosa rende l’uomo
più uomo”.
Così la famosa sala delle udienze
generali in Vaticano si è trasformata
nella scuola più grande d’Italia, grazie
al discorso del papa, giunto al culmine
del meeting, punto di arrivo a sua volta del Congresso per gli Insegnanti di
Religione svoltosi nei giorni precedenti, che aveva come idea guida il versetto paolino “Io non mi vergogno del
vangelo”, durante il quale ha tenuto
una relazione anche il nostro mons.
Antonio Pitta.
Pio ZUPPA
I frati minori conventuali, cui è affidato
il santuario san Francesco Antonio
Fasani di Lucera, e le altre otto comunità conventuali della Puglia, hanno il
nuovo padre Provinciale: Michele Pellegrini, 42 anni, di Ruvo di P. (BA). Il
vicario provinciale è padre Giovanni
Foggetta, 40 anni, della comunità
lucerina. Il ‘Definitorio provinciale’ è
composto ancora dai padri: Giuseppe
Tondo, segretario, Daniele Maiorano,
economo, Nicola Rosa. Agli eletti ed
in particolare a padre Foggetta gli
auguri fraterni de Il Sentiero e di tutta
la comunità diocesana!
PROSSIMAMENTE
Veglia diocesana di Pentecoste
30 maggio, ore 20.00 presso la parrocchia di san Matteo al Carmine di
Lucera.
Festa diocesana dell’ACR
2 giugno, nella parrocchia san Francesco Antonio Fasani a lucera.
Esercizi spirituali del monastero invisibile
16-19 giugno a san Giovanni Rotondo.
I NOSTRI SANTI
T ra il III e IV secolo si fa risalire la vicenda terrena del vescovo Marco nella Daunia, descritta nel 1631 da D. Pietropaoli
nell’Historia della vita, morte, miracoli e
traslazione di S. Marco confessore,
vescovo di Lucera e protettore della città di Bovino, e riportata anche negli Acta
Sanctorum dei Padri Bollandisti .
Secondo la tradizione, Marco nacque ad
Ecana nel 266 da famiglia benestante e
religiosa. Alla morte del padre divise i
suoi averi e scelse di vivere in umiltà.
Calunniato ingiustamente dai suoi concittadini, fu denunciato al vescovo Giovanni e costretto a recarsi a Lucera per
discolparsi.
Nel cammino, però, compì una serie di
miracoli tali per cui la fama della sua santità si diffuse tra il popolo lucerino che,
alla morte del beato Giovanni, lo volle
suo pastore. Rimase a capo della locale
comunità cristiana per circa 26 anni. Alla
sua morte, poiché Lucera e Troia se ne
contendevano i resti e poiché la disputa
si era già inasprita, la leggenda vuole
che i due popoli decretarono di mettere
il corpo del santo su di un carro trainato
da due giovenchi senza guida.
Le spoglie sarebbero appartenute alla
città nella quale gli animali si sarebbero
fermati.
Si slanciò il carro subito verso Ecana, ma
gli indomiti giovenchi non vi si fermarono, e proseguirono per luoghi impervi
verso Vibinium (Bovino), dove il corpo fu
tumulato e i cittadini edificarono un tempio al Santo vescovo, eleggendolo a loro
protettore.
Massimiliano MONACO
NOTIZIE IN BREVE
MOSTRA DELLE CONFRATERNITE
Aperta nel castello di Bovino fino al 31 agosto, una
Mostra di abiti liturgici, insegne e ornamenti confraternali. Il distretto culturale Daunia Vetus ha curato
questa esposizione. Le Confraternite nascono con le
prime espressioni del cristianesimo.
Come le conosciamo oggi sorsero nel XII secolo, per
l'esercizio della carità, della pietà e della preghiera.
La massima diffusione avviene nel XIII secolo. Le Confraternite assommavano nella loro azione due aspetti, quello missionario e quello della carità: accogliendo i pellegrini, assistendo i carcerati, seppellendo i
morti, costruendo ospedali per i malati.
Daunia Vetus
DONATORI DI SANGUE
Prosegue con eccellenti risultati l’iniziativa per la
donazione di sangue che da più di un anno vede
impegnata la parrocchia san Francesco Antonio Fasani, nel quartiere Lucera 2, in collaborazione con gli
Ospedali Riuniti di Foggia e con l’AVIS di Lucera.
Sono infatti già più di cento i donatori regolari e molti altri, di domenica in domenica, portano il loro prezioso contributo: una stupenda partecipazione che
sta ispirando l’istituzione di un gruppo fisso di donatori. Prossimo appuntamento a giugno.
Annalisa Molfetta
COMITATO FESTE PATRONALI
A un mese dalla nomina, il presidente del Comitato
Feste Patronali, Claudio Finizio, e Paolo Monaco nella veste di coordinatore e vice-presidente, hanno formato e presentato alla Curia Diocesana la lista dei
componenti il Comitato, per la festa di Santa Maria
Patrona di Lucera nei giorni 14-15 e 16 agosto 2009.
Il presidente Claudio Finizio ha convocato e nominato i seguenti componenti: Mario Balletta, Tullio Candeloro, Giuseppe Clemente, Ciro Danese, Bruno M.
De Mare, Mario De Sabato, Antonio De Troia, Mario
Di Corso, Mario Perna, Aldo Rubino, Alberto Vitacchione.
Mensile di informazione
della diocesi di Lucera-Troia
Editore
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Direttore editoriale
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Redazione
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Centro Grafico Francescano - Foggia
Anno I, numero 4 maggio 2009
Autorizzazione del Tribunale di Lucera
n. 139 del 27 gennaio 2009.