“La sigaretta elettronica”. - Società Italiana di Farmacologia

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“La sigaretta elettronica”. - Società Italiana di Farmacologia
Periodico della Società Italiana di Farmacologia - fondata nel 1939 - ANNO IX n. 34 – Giugno 2013
Riconosciuto con D.M. del MURST del 02/01/1996 - Iscritta Prefettura di Milano n. 467 pag. 722 vol. 2°
ISSN 2039-9561
“La sigaretta elettronica”.
Memorie di un
non fumatore di tabacco
Gian Luigi Gessa
Professore Emerito, Università degli Studi di Cagliari
Da adolescente frequentavo il
cinema Eden di Cagliari, dove si
proiettavano seconde visioni di
film western. Fumavano tutti: gli
Indiani la pipa della pace, i Nostri, gli yankees, la pipa, il sigaro, le sigarette arrotolate a mano.
Fumavano anche le pistole e i fucili, ma soprattutto gli spettatori.
Il fumo passivo nella sala aveva
la densità del fumo attivo di un
sigaro toscano. Tuttavia, nell’iniziazione di un adolescente, più
della nicotina del fumo passivo
della sala poteva quello di “Smoke gets in your eyes” o quello “visivo” del Marlboro Man, un cowboy che invitava nel paese dove
c’è l’aroma: delle Marlboro, naturalmente. A quel cowboy, troppo
abbronzato tanto da sembrare un
messicano, la Winston preferì un
purosangue bianco, WASP, bello,
irresistibilmente maschio, che
provocatoriamente domandava:
“How come I enjoy smoking and
you don’t?” (“Com’è che a me
piace fumare e a te no?”).
Ancora più seducenti dei messaggi promozionali erano le siga-
rette fumate dagli attori famosi,
soprattutto la sigaretta di Humphrey Bogart. Nel film “Il mistero del falco”, la arrotola con la
destrezza di un consumatore di
cannabis. Ne “L’ultima minaccia”, ne espira il fumo assieme
alla celebre battuta “È la stampa,
bellezza!”.
Due sigarette ancora accese sul
portacenere di cristallo con cui
inizia “Il grande sonno”, suggeriscono, più che un’esplicita scena
Humphrey Bogart
erotica, ciò che è stato tra Humphrey Bogart e Lauren Bacall. Ma
è nel film “Casablanca” dove la
sigaretta di Bogart diventa sublime.
Si era nel 1942 durante la guerra, quando fumare non era solo
un piacere ma una necessità: per
lenire l’ansia, la paura, la noia, il
freddo, il caldo. In trincea non ci
sono atei, neppure astemi e non
fumatori. Sul Carso il soldato
della Brigata Sassari nella notte
fumava col fuoco in bocca, a fogu
aintru.
Rick Blaine-Bogart è il cinico
padrone del Rick’s Cafè di Casablanca, dove si raccoglievano
rifugiati politici, nazisti, spie,
prostitute, criminali e soldati di
ventura. L’aria del locale era avvolta da una nebbia di fumo delle
sigarette degli avventori: fumano
tutti, tranne Ingrid Bergman.
Rick tiene la sigaretta senza filtro (il filtro era riservato alle donne), con l’estremità del pollice e
dell’indice e ne inala profondamente il fumo con una smorfia di
sofferenza, perché il fumo è acre,
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Rene Magritte “Questa non è una pipa”.
cattivo, perciò piace.
Molti anni dopo Casablanca si
sono scoperte cose orribili sul
fumo delle sigarette. Humphrey
Bogart è morto di tumore, e così
pure il Marlboro Man, il conquistatore delle praterie. È morto di
tumore al palato il soldato della
Brigata Sassari, quello che nella
notte fumava col fuoco dentro.
Non si sa come sia morto l’uomo bianco della Winston, ma si è
saputo che ogni anno negli Stati Uniti muore prematuramente
quasi mezzo milione di fumatori,
a causa del fumo. Non è la nicotina che uccide, essa è il mandante, sono le quattromila sostanze
tossiche, di cui almeno venti cancerogene, contenute nel fumo di
tabacco.
Il fumo viene bandito nei locali pubblici, poi progressivamente
dovunque.
I fumatori si lamentano che
questo è l’espressione di una propaganda fanatica, ipocrita, diretta contro ogni forma di piacere.
La longevità non è una misura di
vita, vivere non è sopravvivere.
Ma la vita del fumatore è diventata difficile. Cresce il numero dei
fumatori che vuole smettere.
“Smettere di fumare è facile”
assicura il famoso libro di Allen
Carr, di cui sono state vendute
più di otto milioni di copie in tutto il mondo.
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Lo sapeva anche Mark Twain:
“Ci sono riuscito più di cento volte!” Ma i lettori di “The easy way
to stop smoking” non hanno impensierito la Philip Morris, né la
Marlboro.
La ricerca scientifica degli ultimi decenni ha chiarito perché
miliardi di uomini ogni giorno
accendono miliardi di sigarette
e ne inalano avidamente il fumo,
pur sapendo che fa male alla salute, e perché la maggior parte di
coloro che riescono a smettere ricade inesorabilmente nel “vizio”
anche dopo anni di astinenza. È
la nicotina che produce una delle
dipendenze più difficili da interrompere.
Le conoscenze sul meccanismo
d’azione della nicotina sono state ottenute grazie allo studio dei
suoi effetti sul cervello degli animali da esperimento, ai quali la
nicotina piace quanto ai fumatori, tanto che se la iniettano endovena e ne diventano dipendenti.
Queste ricerche hanno permesso
di individuare farmaci che aiutano il fumatore a smettere di
fumare, più efficacemente della
lettura del libro di Carr, e hanno
chiarito il perché delle ricadute.
Infine, hanno svelato il mistero
dello straordinario successo della
sigaretta elettronica.
Semplificando una lunga storia, la nicotina inalata col fumo
viene rapidamente trasportata
col sangue nel cervello dove stimola i neuroni dopaminergici
del sistema mesolimbico, i quali
rilasciano la dopamina nelle aree
della gratificazione. La dopamina
è ritenuta la responsabile degli
effetti gratificanti della nicotina,
mentre un suo deficit sembra
essere la causa dei sintomi della
crisi d’astinenza.
Lo studio degli effetti della nicotina sui suoi recettori ha chiarito inoltre perché gli effetti della
droga erogata dalla sigaretta di tabacco o da quella elettronica sono
simili e differiscono dalla nicotina erogata dai sostituti nicotinici
(cerotti, gomme, inalatori).
Si è scoperto infatti che la presenza prolungata della nicotina
sui suoi recettori causa la loro
temporanea desensibilizzazione,
il che comporta la riduzione o la
soppressione dell’effetto gratificante.
Il fumatore impara inconsciamente a distribuire le fumate nel
corso della giornata, in modo da
stimolare la massima percentuale
di recettori che hanno riacquistato la sensibilità alla nicotina.
Quel fumatore che leggerà questo scritto capirà perché la prima
sigaretta del mattino è la più piacevole: i recettori nicotinici hanno riacquistato la loro sensibilità
durante l’intervallo notturno.
L’assunzione cronica di nicotina provoca, nelle aree cerebrali
innervate dai neuroni dopaminergici, delle modificazioni funzionali persistenti le quali sono
responsabili dei sintomi dell’astinenza quando il fumatore smette di fumare. La nicotina diviene
per lui la medicina per cancellare
i sintomi dell’astinenza.
Tuttavia, dobbiamo riconoscere
che neanche i farmaci per smettere di fumare hanno impensierito i mercanti del tabacco.
I successi del bupropione o della vareniclina, misurati come percentuali di astinenza ai 12 mesi,
sono inferiori al 7-10%. Neppure
i sostituti della nicotina (compresse da succhiare, pastiglie da
sciogliere, gomme da masticare
e nicotina da inalare) hanno dato
risultati più positivi.
Così eravamo fino al 2003,
quando un farmacista cinese,
Hon Lik, inventa la prima sigaretta elettronica. La sigaretta
elettronica, electronic cigarette
(e-cig), personal vaporizer (PV),
è un inalatore che vaporizza una
soluzione di nicotina in acqua o
glicole propilenico. Fisicamente
assomiglia a un ibrido tra una
normale sigaretta e una penna
biro. Ma ne esistono di diverse
forme.
Il principio importante della
sigaretta elettronica è che l’evaporizzazione della nicotina è comandata dall’utente mediante
l’aspirazione. Questa produce
l’accensione di una resistenza
elettrica che vaporizza la soluzione e rilascia la nicotina, alle
stesse concentrazioni del fumo
della sigaretta, ed eventualmente
gli aromi della sigaretta preferita.
La sigaretta elettronica ha avuto una diffusione impetuosa in
tutto il mondo. In Italia sono nati
come funghi migliaia di negozi
che la vendono. Secondo l’ANAFE, (la neonata Associazione
Nazionale Fumo Elettronico), il
20% dei dieci milioni di fumatori
usa o intende utilizzare le sigarette elettroniche.
I venditori assicurano che la
sigaretta elettronica offre tutte
le sensazioni del fumo di tabacco, meno le quattromila sostanze tossiche in esso contenute.
Inoltre, non produce fumo passivo, non provoca incendi e costa
meno delle sigarette tradizionali.
Vengono offerte “assaggiature”
gratis, perché il cliente scelga la
concentrazione di nicotina più
efficace e l’aroma più gradito: tabacco per fumatori; fragola, mela,
cioccolato, coca cola, etc. per futuri consumatori, di nicotina naturalmente. C’è perfino l’incenso,
suppongo per religiosi.
Ciò che rende differente la nicotina delle sigarette elettroniche rispetto a quella dei sostituti
è che in questi l’erogazione non
è comandata dal fumatore e il
rilascio della nicotina avviene in
modo continuativo, anche per
molte ore: un modo efficace per
mantenere i recettori nicotinici
in una condizione di permanente
desensibilizzazione, nella quale
la nicotina erogata non produce
l’effetto gratificante, ma al contrario previene quello prodotto
dalla nicotina inalata col fumo.
La strategia dei sostituti nicotinici è infatti quella di togliere
i sintomi dell’astinenza e di far
dimenticare il piacere della sigaretta. Sfortunatamente il fumatore ha una memoria tenace per
la nicotina. Invece, l’erogazione
della nicotina della sigaretta elettronica riproduce le stesse modalità di erogazione della sigaretta
di tabacco.
La loro magia risiede nelle tirate. È il cervello del soggetto dipendente dalla nicotina, che ne
comanda la frequenza e la profondità. Inoltre, il fumatore distribuisce le fumate o le inalazioni durante la giornata, in modo
da ottenerne la massima soddisfazione. Oscar Wilde traeva dalla
sua sigaretta “…the perfect type
of a perfect pleasure. It is exquisite, and it leaves one unsatisfied.
What more can one want?” (“…il
perfetto tipo del perfetto piacere.
É squisita e lascia insoddisfatti.
Cosa vuoi di più?”).
La grande diffusione delle sigarette elettroniche pone delle
grosse preoccupazioni alle autorità sanitarie e ai mercanti del
tabacco.
L’esame dell’aerosol delle sigarette elettroniche prodotte da
una delle principali industrie ha
rivelato la presenza di sostanze
cancerogene, le nitrosamine del
tabacco, e di differenti metalli
in forma di nano-particelle, che
si accumulano nell’organismo e
possono produrre gravi danni ai
vari organi.
Poiché le industrie che producono le sigarette elettroniche
sono migliaia, i controlli di qualità sono difficili, ma necessari.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha proposto che
le sigarette elettroniche siano
regolamentate come i prodotti
farmaceutici, non come i prodotti del tabacco. Tuttavia, la preoccupazione delle autorità sanitarie che la sigaretta elettronica
produca una “nuova dipendenza”
è irragionevole. Essa non toglie
la dipendenza dalla nicotina, ma
offre al fumatore dipendente la
possibilità di assumerla senza il
fumo. È la sconfessione del luogo
comune che si passa dalle droghe
leggere alle droghe pesanti. È anche irrazionale la risposta delle
autorità sanitarie e politiche di
proibire la sigaretta negli aerei,
nei treni, nei locali pubblici e poi
progressivamente dovunque. È la
risposta più efficace per scoraggiare i possibili apostati a lasciare
la vecchia, cara sigaretta. Servirà
almeno a incoraggiare i futuri
clienti dei mercanti del tabacco a
provare il frutto proibito.
I mercanti del tabacco in Italia
lamentano che il mercato delle
sigarette elettroniche sta mettendo in crisi l’onorata industria
del tabacco, che è stata già colpita duramente dal contrabbando
delle Marlboro cinesi, taroccate,
quelle che fanno male! Avvertono
che si perderanno più di ventimila posti di lavoro, senza contare
l’indotto nel settore della sanità.
Ma le multinazionali sapranno
difendersi. Prevedo che il monopolio delle e-cig cadrà nelle loro
mani. Allora torneranno, come i
morti che dormono nella collina
di Spoon River, il Marlboro Man
abbronzatissimo, e l’uomo bianco della Winston, il quale, tenendo una specie di matita biro tra le
labbra, dirà: “How come I enjoy
e-cigs and you don’t?”
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