NOTIZIARIO DROGHE ================== Notizie

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NOTIZIARIO DROGHE ================== Notizie
====== NOTIZIARIO DROGHE ==================
Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici,
all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti.
Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori.
Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze
Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452
URL: http://droghe.aduc.it
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Dal 11-08-2009 al 17-08-2009
2009-33 (Anno IX)
ARTICOLI
- Guerra alle droghe. Christian Science Monitor: e' necessario uno stop
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19890
NOTIZIE
- Gb. Il 40% dei ragazzini conosce qualcuno danneggiato dal consumo di droghe
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19880
- Sud America. Obama: si' alla lotta al narcotraffico. Lula possibile mediatore su basi Usa in Colombia
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19881
- Messico. I narcos alzano il tiro: rubano petrolio e puntano a Calderon
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19882
- Usa. Erba cinese contro la dipendenza da alcool
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19883
- Australia. Studio: positivo a test sulla cannabis anche chi non fuma da mesi
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19884
- Afghanistan. Sequestro di oppio nella fattoria del fratello di Karzai
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19885
- Gb. Con disoccupazione a livelli record si teme abuso alcool e droga
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19886
- Italia. Malumori nel Pd per mancanza di posizione chiara su 'liberalizzazione' droghe
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19887
- Italia. Oltre 700mila giovani a rischio per abuso di alcolici
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19888
- Italia. Beppe Grillo lancia l'appello: legalizzare le droghe leggere
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19889
- Italia. L'appello di Villa Maraini: in estate non abbandonate i vostri parenti o amici tossicomani
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19891
- Italia. Padova. Al Bar vietato l'ingresso ai clandestini
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19892
- Italia. Lettera aperta di Paolo Jarre, medico delle tossicodipendenze, al fondatore del Gruppo Abele
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19893
- Italia. Test positivo dopo incidente, assolto: impossibile stabilire quando aveva assunto droga
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19894
- Messico. Guerra alla droga, attacco al capo della polizia
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19895
- Colombia. Basi militari ai soldati Usa: servono per la guerra alla droga
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19896
- Italia. Morti nei rave party, Giovanardi: perseguire organizzatori
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19897
- Messico. Guerra alla droga, arriva l'esercito alla frontiera Usa
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19898
- Italia. Il Gruppo Abele risponde a Jarre: sulle narcosale nessun silenzio
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19899
- Usa. Nove banconote su dieci contengono tracce di cocaina
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19900
- Gb. Cannabis efficace contro l'osteoporosi negli anziani
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19901
- Usa. Ex poliziotti sul Washington Post: legalizzare le droghe
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19902
...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA
Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia.
Durante la scorsa settimana sono stati riportati:
- 2 morti
- 87 arresti
- 215,439 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 144,990 kg di
droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 70,449 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina)
- 24588 "dosi" di droghe sintetiche (tavolette di ecstasy, francobolli di LSD etc.)
- 188438 piante di cannabis
- 29 giorni di detenzione
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14-08-2009 Guerra alle droghe. Christian Science Monitor: e' necessario uno stop
Il Presidente Barack Obama ha recentemente riaffermato il suo sostegno alla politica contro le droghe del
presidente messicano Felipe Calderon e per il piano di sicurezza tra i due Paesi. Politiche simili a quelle gia'
fallite delle passate Amministrazioni di Clinton e Bush.
Prima che Washington intraprenda un'altra fallimentare lotta alle droghe, occorre esaminare attentamente i
risultati che negli ultimi anni questa strategia ha prodotto in termini di domanda e offerta. Eliot Engel,
parlamentare Democratico di New York ha presentato una legge proprio su questo tema, e Washington
dovrebbe prenderla in considerazione, perche' e' da diversi anni che non ci sono verifiche sull'efficacia di
questa politica. Infatti, non e' sufficiente il rapporto annuale dell'Ufficio antidroghe della Casa Bianca, ma
occorrono strategie e suggerimenti di organizzazioni indipendenti.
Il punto cardine della politica statunitense, in casa e all'estero, e' quello di ridurre l'offerta (intervenendo sui
campi illegali di produzione e controllando le dogane), facendo cosi' aumentare il prezzo delle droghe. Il
proposito e' di scoraggiare il consumo e l'entrata di forze nuove nei traffici illegali. Ma questo non e' mai
successo.
Dal maggio del 1971, quando il presidente Richard Nixon inizio' la guerra alle droghe, l'Occidente e gli Stati
Uniti non sono stati in grado di vincere questa battaglia. Ogni proclamazione di vittoria si e' rivelata un fiasco.
Esaminiamo il Messico e la Jamaica negli anni '70 e inizi anni '80. Il primo, ridusse la produzione di
marijuana, ma questo passo semplicemente indirizzo' la produzione in Colombia e successivamente negli
Stati Uniti, provocando anche un aumento della produzione di eroina e del traffico di cocaina. Anche in
Jamaica la lotta alle droghe negli anni non ha auto molto successo, e la violenza connessa ai traffici non e'
mai stata cosi' alta.
La Colombia e' ora al centro della lotta, mondiale, alle droghe.
Una decina di anni fa l'Amministrazione Clinton lancio' il miliardario programma contro le droghe chiamato
"Plan Colombia", e Bush lo espanse e finanzio' con ulteriori fondi. Con questi fondi Bogota' ha attivato
programmi di eradicazione su un'area circa 2 volte la grandezza dello Stato del Delaware, ha estradato oltre
600 colombiani negli Stati Uniti, ha smantellato i cartelli di Medeline e Cali, ha lanciato attacchi alla guerriglia
e alle forze paramilitari connesse alle droghe. E malgrado cio', in Colombia la produzione della cocaina e'
aumentata, e tutto il business e' rimasto pressoche' intatto.
Perche', dunque, il presidente Obama vuole un piano simile, il Merida Initiative, per il Messico?
Per diversi motivi il Plan Colombia non ha funzionato. L'enfasi fu posta sul controllo dell'offerta e non sulla
riduzione della domanda. Cosa c'e' di positivo nel tagliare la produzione di coca se ci sono persone,
tossicodipendenti, disposte a pagare molti soldi per averla? Questa e' una soluzione forse positiva nel breve
periodo. Nel tempo ci sono ripercussioni per i diritti umani, per i rapporti tra la popolazione civile e i militari
(adoperati per combattere i traffici), per l'ambiente e per l'applicazione delle leggi, molto fragili in tutta
l'America Latina.
Se Obama vuole evitare questo catastrofico scenario sul confine, deve sostenere la legge presentata da
Engel. La costituzione di una commissione e' un rimedio poco costoso, e dovrebbe poter presentare delle
raccomandazioni al Congresso, al Segretario di Stato e al direttore dell'Ufficio antidroghe. Il rapporto della
commissione, la collaborazione di esperti e associazioni non governative potrebbero fornire una vasta
gamma di interpretazioni del problema.
Il successo si puo' ottenere solo analizzando la situazione attuale confrontandola con il passato.
Editoriale pubblicato on line sul Christian Science Monitor. Traduzione di Katia Moscano
Rafael Pardo e Juan Gabriel Tokatlian
* Rafael Pardo, ex senatore colombiano e ministro della Difesa. Attualmente e' il candidato Liberale per le
elezioni presidenziali del 2010.
* Juan Gabriel Tokatlian e' professore di Relazioni internazionali all'Universita' di Tella, in Argentina.
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11-08-2009 Gb. Il 40% dei ragazzini conosce qualcuno danneggiato dal consumo di droghe
Secondo la ricerca condotta dall'Associazione Frank e finanziata dall'Home Office, quattro adolescenti su
dieci conoscono qualcuno con problemi mentali causati dal consumo di cannabis, e piu' della meta' ritiene
che la sostanza sia responsabile dei cattivi risultati scolastici.
Recentemente una ricerca ha rivelato le conseguenze della cannabis associate al consumo, anche solo per
una volta: schizofrenia e comportamenti altamente psicotici per la meta' degli esaminati.
Questo risultato cambia l'approccio dell'Associazione. Nelle sue linee guida spiega ai giovani che la
cannabis e' pericolosa solo per i consumatori accaniti o per coloro con predisposizione alle malattie mentali.
Il rapporto Frank rivela che il 42% degli undicenni/diciottenni intervistati conosce qualcuno con problemi
mentali causati dalle droghe, con paranoia, attacchi di panico e problemi di memoria. La ricerca e' stata
condotta su 28 mila adolescenti, e il 56% ritiene che la cannabis sia responsabile della negativa carriera
scolastica dei consumatori.
Quasi il 15% di coloro che consuma la cannabis dichiara di usarla per "poter sopravvivere", ma l'11%
l'assume per sentirsi "figo".
Il portavoce di Frank, Chris Hudson, ha dichiarato: "La maggioranza degli adolescenti non vuole correre
rischi sulla salute, ma alcuni non ci badano.
Per alcuni la cannabis non e' dannosa perche' e' una pianta. La cannabis danneggia la mente, specialmente
la qualita' piu' potente ora sulle strade".
Frank inziera' una campagna contro la cannabis da lanciare nel periodo delle vacanze scolastiche, quando i
ragazzini sono piu' a rischio.
11-08-2009 Sud America. Obama: si' alla lotta al narcotraffico. Lula possibile mediatore su basi Usa in
Colombia
Il governo messicano ha ottenuto il sostegno degli Stati Uniti nella lotta al narcotraffico, messa in discussione
dal Congresso statunitense per presunte violazioni dei diritti umani da parte di militari e polizia. Nel corso del
quinto vertice dei leader del Nord America (Usa-Messico-Canada), che si e' concluso ieri nella citta'
messicana di Guadalajara, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha infatti ribadito i suoi elogi agli
"importanti sforzi" fatti dal suo omologo messicano Felipe Calderon nel combattere il traffico di stupefacenti.
Obama ha evidenziato come "i principali violatori dei diritti umani siano proprio i cartelli della droga" e si e'
detto convinto che, in parallelo con il miglioramento della preparazione e del coordinamento delle forze
dell'ordine messicane, migliorera' anche la trasparenza del loro operato.
Il leader statunitense ha inoltre ricordato come il suo Paese abbia dato un forte sostegno al "Piano Merida",
un progetto di sicurezza regionale che prevede un investimento di 1,4 miliardi di dollari in tre anni per
combattere il narcotraffico in Messico, nel Centro America e nei Caraibi.
Il 15 per cento delle risorse dipendono pero', in questo momento, dal dossier che il Dipartimento di Stato
deve presentare al Congresso in merito al la situazione dei diritti umani nell'ambito della lotta al traffico di
droga, messo in dubbio da alcuni parlamentari. Nel corso del summit di Guadalajara Calderon ha assicurato
che il suo governo garantisce "un impegno assoluto e categorico" nel rispetto dei diritti umani e che lo fa con
"convinzione" e non per ottenere gli aiuti. La lotta ai cartelli della droga, ha aggiunto e' fatta per difendere i
diritti dei cittadini a "lavorare senza essere danneggiati" e a "vivere in sicurezza con le proprie famiglie".
Calderon ha poi invitato Obama a non dimenticare il peso che gli immigrati messicani hanno nell'economia
statunitense, pur evidenziando il "coraggio" del leader statunitense nell'affrontare la questione
dell'immigrazione. Il presidente americano ha sottolineato di avere fiducia nella possibilita' che una bozza di
riforma delle leggi sull'immigrazione possa essere pronta entro la fine dell'anno per essere discussa nel
2010. "Sara' difficile" ha spiegato Obama, sostenendo che ci sara' bisogno dell'appoggio di tutte le forze
politiche, ma che l'attuale legislazione non risolve la situazione e crea forti tensioni con il governo
messicano. Calderon ha incontrato una disponibilita' minore da parte del primo ministro canadese Stephen
Harper, nel contestare la decisione del suo Paese di imporre la necessita' del visto a tutti i cittadini messicani
che vogliono visitare il Canada. "Ci dispiaciamo profondamente e respingiamo la decisione del governo
canadese che, pur totalmente legittima, rende piu' difficili e ostacola il buon rapporto tra i due Paesi".
Ottawa ha giustificato la decisione, presa il 12 luglio scorso, con l'aumento delle richieste da parte di rifugiati
politici, nel 2008 poco meno di 10 mila, che rappresentano il 25 per cento delle richieste totali. Il primo
ministro Stephen Harper ha spiegato che "il problema e' relativo alle leggi sui rifugiati canadesi" che
faciliterebbero il percorso delle pratiche per il riconoscimento dello status anche se le motivazioni che sono
alla base della richiesta sono false.
LULA PRONTO A MEDIARE TRA VENEZUELA, USA E COLOMBIA - Lula mediatore fra il Venezuela e gli
Stati Uniti, ma anche fra il Venezuela e la Colombia. Doppio, delicato ruolo per il presidente brasiliano Luiz
Inacio Lula da Silva che, secondo la stampa brasiliana, al summit dell'Unasur, Unione delle nazioni
sudamericane, a Quito dovrà assumere il ruolo di mediatore in un clima molto teso.
Al centro dei colloqui c'è la discussione sull' accordo militare fra Bogotà e Washington per permettere ai
soldati americani l'uso di sette basi colombiane. Un'intesa inaccettabile per il presidente venezuelano Hugo
Chávez, il leader sudamericano più critico nei confronti degli Stati Uniti e delle politiche colombiane. Al
vertice non partecipa il presidente colombiano Álvaro Uribe, ma questo non impedisce il dibattito sullo
spinoso argomento. Ed è probabile, sottolinea Zero Hora, che Chávez o l'omologo ecuadoregno Rafael
Correa tornino alla carica contro le scelte colombiane. Da Lula, alla guida di un governo di sinistra più
moderato e sostenuto da alti indici di popolarità, nonostante i dubbi sulle basi espressi a più riprese, molti
analisti si aspettano una posizione di possibile intermediazione. E questo non vale solo per i vicini
sudamericani. Secondo Folha de Sao Paulo, il Brasile tenta la carta del dialogo fra Caracas e Washington.
All'origine di questa scelta ci sarebbe il viaggio del consigliere speciale di Lula per gli affari esteri, Marco
Aurelio García, la scorsa settimana a Caracas per incontrare Chávez.
García ha proposto al leader venezuelano di stabilire un contatto diretto con l'amministrazione americana,
rivolgendo poi lo stesso invito a Jim Jones, consigliere per la sicurezza nazionale Usa.
Intanto il vertice Unasur apre i battenti senza Uribe. Il presidente colombiano ha detto e ripetuto che
l'obiettivo dell'accordo militare è aumentare la cooperazione con gli Usa nella lotta contro il narcotraffico, ma
nella regione sudamericana c'è scetticismo e preoccupazione. Qualcuno vede in quest'intesa una sorta di
contrappeso ai recenti accordi fra il Venezuela e nazioni come l'Iran. C'è attesa per gli sviluppi: se il Brasile
riuscisse realmente a ridimensionare i toni del conflitto, sarebbe un importante successo diplomatico per il
governo di Lula.
12-08-2009 Messico. I narcos alzano il tiro: rubano petrolio e puntano a Calderon
La posta in gioco nella guerra contro i narcotrafficanti messicani è sempre piú alta: secondo la polizia
federale del Messico alcuni dei membri del cartello della droga del Pacifico arrestati ieri sarebbero dietro a
un piano per uccidere il presidente Felipe Calderon. E la lotta senza quartiere che Calderon ha mosso contro
i cartelli ora ha anche una nuova dimensione economica, perch‚ il governo sa che i cartelli rubano milioni di
dollari di petrolio dagli oleodotti, rivendendoli all'estero, soprattutto negli Stati Uniti.
L'intelligence messicana ha scoperto che Dimas Diaz, il presunto capo finanziario del cartello del Pacifico
arrestato domenica assieme ad altri quattro capi-gang, sarebbe dietro una complotto per assassinare
Calderon: secondo il capo del dipartimento antidroga della polizia federale, Ramon Pequeno, probabilmente
come rappresaglia per il sequestro avvenuto nel 2007 di 26 tonnellate di droga colombiana nel porto di
Manzanillo.
"Non sarebbe n‚ la prima n‚ l'ultima volta che si parla di un attentato alla mia vita", ha detto Calderon a
margine del summit nordamericano con Stati Uniti e Canada, perch‚ i narcotrafficanti "sanno che stiamo
vincendo giorno dopo giorno". Mentre gli arresti continuano, con quello ieri a Cancun del leader presunto del
cartello del Golfo Juan Daniel Carranco Salazar.
Oggi intanto il dipartimento della Sicurezza interna degli Stati Uniti dovrebbe restituire 2,4 milioni di dollari
alle autorità tributarie messicane, un bottino confiscato durante le indagini sui furti di petrolio dei
narcotrafficanti. "E' un'indagine aperta, finora con un solo imputato", ha indicato la portavoce del
dipartimento alla Giustizia americano Nancy Herrera a Houston, in Texas. Si tratta di Donald Schroeder,
presidente della Trammo Petroleum, che ha confessato il suo coinvolgimento.
Ma in Messico la polizia sospetta che dietro ci sia molto di piú: il commissario federale Rodrigo Esparza ha
indicato che la gang degli Zeta, alleata del cartello del Golfo, avrebbe contrabbandato petrolio per almeno 46
milioni di dollari verso raffinerie statunitensi.
Secondo la compagnia petrolifera nazionale Pemex, i ladri "lavorano giorno e notte, per vedere come
penetrare la nostra infrastruttura". Carlos Ramirez, portavoce della compagnia, sostiene che solo
quest'anno, gli oleodotti hanno subito 190 furti, quasi metà nello Stato di Veracruz, nel Golfo del Messico: e i
furti sono aumentati del 10%. I ladri hanno costruito perfino tunnel e oleodotti illegali per pompare il petrolio
da quelli pubblici. Lo stesso presidente Calderon la scorsa settimana ha ammesso i furti, promettendo
ancora battaglia per salvaguardare un settore che conta per il 40% del reddito nazionale: "Sono risorse del
Messico", ha detto, "è il nostro patrimonio nazionale, e dobbiamo difenderlo".
12-08-2009 Usa. Erba cinese contro la dipendenza da alcool
E' nascosta in un'erba cinese l'arma vincente contro l'alcolismo: si tratta di una sostanza che riduce la voglia
di bere e riduce i sintomi dell'astinenza, prevenendo le ricadute nel giogo dell'alcol.
Secondo quanto riferito sulla rivista Alcoholism: Clinical & Experimental Research, si tratta del kudzu, una
pianta le cui radici ed i fiori vengono utilizzati nella medicina tradizionale cinese da piu' di 2.500 anni per
trattare emicrania, dolore, ipertensione, ma anche per ridurre il consumo di alcool.
Esperti dell'universita' della California a San Francisco, hanno riprodotto in laboratorio il principio attivo del
kudzu, una sostanza chiamata daidzina, facendone una versione sintetica ancora piu' potente, nome in
codice CVT-10216, la quale testata sui topi ha dimostrato il duplice effetto di ridurre la voglia di bere e di
eliminare i sintomi dell'astinenza.
La daidzina sintetica, spiega uno degli autori del lavoro, Ivan Diamond, agisce in due modi: da un lato blocca
l'enzima che metabolizza l'alcol, l'aldeide deidrogenasi 2 (ALDH-2), e quindi induce nell'organismo
l'accumulo di acetaldeide, una sostanza tossica che spegne la voglia di bere; dall'altro nel cervello la
daidzina sintetica blocca l'aumento di dopamina, che e' la sostanza che contribuisce a scatenare i sintomi
dell'astinenza.
Rispetto a farmaci analoghi gia' sperimentati contro l'alcolismo, secondo gli esperti la daidzina sintetica e'
una soluzione migliore perche' e' piu' specifica, si lega in modo specifico solo all'enzima dell'alcol e quindi da'
meno effetti collaterali.
12-08-2009 Australia. Studio: positivo a test sulla cannabis anche chi non fuma da mesi
Gli effetti della cannabis possono "riattivarsi" a distanza di tempo in base alla dieta e allo stress, e rendere
positivi al test anche se non si e' fumata marijuana per mesi. Lo rivela uno studio dell'Universita' di Sydney,
Australia, pubblicato sul British Journal of Pharmacology. Il principio attivo della cannabis, il Thc
(Tetraidrocannabinolo), viene infatti rapidamente assorbito dalle cellule del grasso una volta nel corpo, per
poi essere liberato in seguito a stress o perdite di peso. "Pensavamo gia' che il Thc fosse accumulato nel
grasso, ma potesse liberarsi in seguito nelle situazioni in cui esso si scioglie in fretta", ha detto Jonathon
Arnold, ricercatore a capo dello studio. "Nel caso di rapide perdite di peso o di stress, il Thc potrebbe
diffondersi di nuovo nel sangue, scatenando nuovamente gli effetti dell'intossicazione". Per verificare gli
effetti a distanza del Thc, i ricercatori hanno iniettato nei topi di laboratorio Thc e, in seguito, l'ormone dello
stress Atch, ottenendo una riattivazione della sostanza. Anche tenere i topi a digiuno ha gli stessi effetti.
"Questo spiegherebbe i molti casi di persone trovate positive ai test o di atleti accusati di doping, anche se
non avevano fumato da mesi", ha detto Arnold.
13-08-2009 Afghanistan. Sequestro di oppio nella fattoria del fratello di Karzai
Militari britannici hanno sequestrato parecchie tonnellate di oppio grezzo in una fattoria appartenente ad
Ahmed Wali Karzai, fratellastro del presidente afghano, in una zona della provincia di Kandahar. Lo rivela il
settimanale "Stern", secondo il quale unita' di elite britanniche hanno inizialmente arrestato un gruppo di
talebani che stavano trasportando oppio. Il settimanale tedesco rivela che nell'operazione e' stato anche
fermato un ufficiale di polizia afghano, che collabora con i talebani e che ha condotto i militari britannici nella
fattoria di Ahmed Wali Karzai, in cui e' stato sequestrato l'ingente quantitativo di oppio.
"Stern" scrive che i verbali e le videoregistrazioni degli interrogatori delle persone arrestate sono stati
trasmessi al presidente Karzai ed al ministero degli Interni afghano, che non avrebbero preso nessuna
iniziativa. Il settimanale aggiunge che l'ambasciata britannica a Kabul non ha voluto commentare la notizia
del sequestro di oppio. Il fratellastro del presidente Karzai, che e' anche presidente della provincia di
Kandahar, e' da anni sospettato dalle autorita' americane e britanniche di essere coinvolto nel traffico di
droga, ma ha sempre negato ogni suo coinvolgimento.
13-08-2009 Gb. Con disoccupazione a livelli record si teme abuso alcool e droga
Mai cosi' tanti disoccupati in Gran Bretagna dal 1995: secondo gli ultimi dati ufficiali, le persone che nel
Regno non riescono a trovare lavoro sono 2,44 milioni, ovvero il 7,8% della popolazione, e i piu' colpiti sono
soprattutto i giovani, con quasi un milione degli under-25 senza un impiego. Dati che hanno spinto l'ente per
il monitoraggio dei servizi pubblici a lanciare un allarme: lo Stato si prepari ad affrontare, insieme alla
disoccupazione, un boom di alcolismo, tossicodipendenza e di episodi di violenza domestica.
In un nuovo rapporto l'Audit Commission, questo il nome dell'ente, ha dichiarato che le autorita' locali stanno
gia' riscontrando un aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione e di consulenze per quanto riguarda
i debiti e la ricerca di nuovi impieghi. I servizi sociali e di assistenza per le persone con problemi psichici
sono anche loro inondati di richieste, cosi' come le scuole pubbliche, con migliaia di genitori che non si
possono piu' permettere di mandare i figli alle private.
Questo pero', secondo la Audit Commission, sarebbe solo l'inizio: in una seconda fase i servizi pubblici si
troveranno ad affrontare una serie di nuovi problemi, generati dalla disoccupazione a lungo termine. 'Con
sempre piu' famiglie e individui sotto pressione, la maggior parte delle aree riscontreranno un aumento di
una serie di problemi sociali come la violenza domestica, l'alcolismo, la tossicodipendenza e la
disoccupazione giovanile. Le autorita' locali dovranno probabilmente affrontare piu' casi di discarica illegale
di rifiuti, auto abbandonate e cani randagi', si legge nel rapporto.
Per quanto riguarda i nuovi dati sulla disoccupazione invece, a preoccupare analisti e sindacati e' soprattutto
l'aumento di quella giovanile. A giugno di quest'anno la percentuale di ragazzi tra i 16 e i 17 anni con un
lavoro era scesa al 28,6%, dal 34% dell'anno precedente. Per la fascia tra i 18 e i 24 anni la percentuale e'
scesa dal 64,1% al 59,8%. Secondo la Prince's Trust, un'associazione di beneficenza per i giovani, tra marzo
e febbraio ogni minuto un giovane ha perso il lavoro.
'Quando un giovane su sei e' senza lavoro, la disoccupazione ha raggiunto un punto critico. Il governo deve
fare di piu' per dare lavoro alla gente, altrimenti rischiamo di condannare un'altra intera generazione alla
disoccupazione di massa', ha dichiarato Brendan Barber, segretario generale del sindacato Tuc.
In totale, sono state 220.000 le persone di ogni eta' che tra marzo e maggio hanno perso il lavoro. Il tasso di
disoccupazione, 7,8%, e' il piu' alto dal dicembre del 1996 e maggiore del 7,7% previsto dagli analisti.
13-08-2009 Italia. Malumori nel Pd per mancanza di posizione chiara su 'liberalizzazione' droghe
'Sulla liberalizzazione delle droghe il PD deve dire una parola chiara e definitiva anche nel congresso'. Lo
sostengono, in una nota, tre esponenti del Pd, Claudia Pingitore, componente dell'Esecutivo regionale,
Serena Corigliano, dell'Assemblea provinciale di Cosenza, e Giovanni Russo, di Vibo Valentia.
'Non e' possibile che esponenti importanti della Mozione Bersani si dichiarino favorevoli a liberalizzare
sostanze che provocano dipendenza nei nostri giovani, finendo per impegnare complessivamente e in
maniera distorta l'immagine di tutto il partito. Sarebbe interessante capire anche da noi cosa ne pensa Loiero
e tutto quel gruppo di ex parlamentari democristiani, gia' impegnato in importanti ruoli di sottogoverno alla
Regione, che tramite Loiero si e' schierato a favore della mozione Bersani. Sarebbe interessante sapere
cosa ne pensa Maiolo e quel gruppo di politici che si richiama all'Opus Dei o ad altre organizzazioni
cattoliche che dicono di sostenere la mozione Bersani'.
'Insomma poiche' siamo sicuri che tutti i dirigenti citati sono culturalmente contro la liberalizzazione
propugnata dai vari Raciti e Turco, non sarebbe male se facessero sentire anche il loro pensiero su alcuni di
questi contenuti ed evitassero che si possa pensare che alcuni valori siano stati barattati in collocazioni
marginali e funzionali solo a posizioni singole'.
13-08-2009 Italia. Oltre 700mila giovani a rischio per abuso di alcolici
"Oltre 740 mila minori sono consumatori a rischio. Tra i ragazzi 11-15enni, 1 ragazzo su 5 e' un consumatore
a rischio; tra i 16-17enni, 14 minorenni su 100 bevono secondo modalita' rischiose. Inoltre la quota delle
ragazzine a rischio 11-15enni al di sotto dell'eta' legale (16,8 %) supera il valore della media nazionale delle
consumatrici a rischio (7,8 %) . Oltre 700.000 18-24enni sono a rischio". E' quanto si legge in una nota con
dati elaborati dalla COIRAG - confederazione di organizzazioni italiane per la ricerca scientifica sui gruppi che emergono dal report Consumi di alcol e impatto alcol correlato elaborato da Osservatorio Nazionale
Alcol CNESPS, Istituto Superiore di Sanita' e Centro OMS Ricerca Alcol nell'ottobre 2008. Secondo i dati
raccolti tutti i comportamenti a rischio "sono piu' diffusi tra i maschi che non tra le femmine".
All'allarme per la tendenza al consumo eccessivo di alcol, soprattutto da parte dei giovani, il Coirag aggiunge
un'analisi della situazione e rilancia il metodo della educazione fra pari: L'adolescente "e' un soggetto alla
ricerca di un'identita' ma allo stesso tempo vuole scappare dal limite che assumere un'identita' comporta. In
questo percorso evolutivo, l'uso di sostanze psicoattive illegali puo' assumere il significato di rinforzo delle
difese narcisistiche: l'uso sperimentale si protrae quanto piu' si percepiscono gli effetti rinforzanti della
sostanza assunta. L'alcol diviene cosi', agli occhi dell'adolescente, un mezzo efficace per proteggere e
rinforzare l'autostima, regalare la sensazione di un dominio sulle proprie ansie sociali e sui sentimenti
depressivi, e appare anche talora in sintonia con alcune caratteristiche del nostro tempo e del nostro modo
di vivere la vita (velocita', consumismo, efficienza, rischio)". Il gruppo, "gioca un ruolo determinante". La
costruzione dei legami diviene un patto che ha uno straordinario potere decisionale sulla vita psichica dei
suoi membri e nasce dal bisogno di compiere in compagnia il "viaggio" della crescita. Il gruppo di pari allenta
i vincoli familiari e costruisce la nuova famiglia sociale di riferimento. Uno dei compiti primari degli adulti nei
confronti degli adolescenti puo' allora essere sostenere la speranza e promuovere le competenze. "In una
societa' adulta dove sembra venire a mancare ogni paradigma valoriale di riferimento - ha dichiarato il
presidente della C.O.I.R.A.G., Claudio Merlo - ci sono metodi alternativi che insegnano ai nostri ragazzi a
costruire e progettare insieme il proprio percorso di vita.
Senza paura". L'educazione tra pari "rappresenta uno dei piu' significativi modelli di lavoro con e per gli
adolescenti: di questa metodologia, di disagio adolescenziale e metodi di prevenzione del rischio si
discutera' al 17mo Congresso Internazionale Gruppi in Tempo di Conflitti che si terra' a Roma dal 24 al 29
agosto 2009. Esperti ed ospiti di livello internazionale affronteranno le grandi questioni globali che hanno una
diretta influenza sui singoli individui e sulle societa', analizzando quelle istanze sociali e culturali e i loro
effetti sulla vita di tutti i giorni".
13-08-2009 Italia. Beppe Grillo lancia l'appello: legalizzare le droghe leggere
Dal sito www.beppegrillo.it
Agosto è il mese degli appelli. Dopo quello per la difesa della Rete dalle querele, oggi il nuovo appello
riguarda la depenalizzazione delle droghe leggere.
Troppe persone sono arrestate e non tornano più a casa per uno spinello, da Aldo Bianzino a Stefano
Frapporti. In molti paesi d'Europa la marijuana è libera. In Italia c'è la libera circolazione delle droghe pesanti
e l'arresto di poveri diavoli per un spinello. A Milano i consumatori abituali di cocaina sono stimati in 150.000.
Il porto di Gioia Tauro è la porta d'ingresso per ogni tipo di droga in Europa.
Per risolvere il problema dell'affollamento delle prigioni è sufficiente depenalizzare la marijuana. Per risolvere
il problema di strani suicidi e di infarti improvvisi in cella è sufficiente depenalizzare la marijuana. Chiedo a
tutte le forze politiche e ai movimenti che vogliono sostenere questo appello di farsi vivi al più presto.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
Testo dell'intervista a Marco Pannella:
"Blog: Marco Pannella, leader del partito Radicale, partito che conosciamo per le numerose iniziative e
battaglie anche vinte. In Italia si parla di sostanze stupefacenti, la Fini Giovanardi è soltanto l'ultima delle
leggi che provoca qualche effetto, per pochi grammi di fumo di hashish si finisce in carcere e poi qualcuno di
questi detenuti muore in poche ore, o per la vergogna o perché viene picchiato da qualcuno. Com'è possibile
che l'Italia abbia ancora una legge di questo tipo?
M.P.: Devo dire purtroppo non solo l'Italia. Adesso vediamo Obama, anche negli Stati Uniti il proibizionismo è
stata una bandiera. E' una bandiera internazionale. Onu e via dicendo. Però siccome hai detto e hai ragione,
c'è una serie di leggi, rivendico il fatto che la serie di leggi c'è perché siamo riusciti a ferirle a morte tante no?
Gli italiani ci hanno dato il 54% su una proposta antiproibizionista nel '93, tra l'altro come anche quella per
l'abolizione del finanziamento pubblico per una serie di nostri motivi, vincemmo, stravincemmo. E anche per
il passaggio nel sistema americano che riguardava le leggi elettorali, poi venne fuori il mattarellum e altre
cose... quindi devo dire che un'affermazione che sembrò eccessiva è degli anni '70. Se dobbiamo fare una
previsione di come ci sarà una metamorfosi del male totalitario fascista, comunista e via dicendo, sarà quella
che verrà presentata in nome dell'onestà della salute e via dicendo il proibizionismo sarà la nuova
reincarnazione di quello che è stato battuto. Abbiamo visto giusto perché oggi in realtà noi abbiamo alla
frontiera americana, per esempio col Messico, che alla fine devono stare lì con gli eserciti costantemente col
rischio. Perché? Il proibizionismo. La forza data alla malavita della droga che poi con Saviano e gli altri viene
fuori che appunto, ormai si confonde il capitalismo finanziario ufficiale perbenista, non dico per bene perché
non c'è, e quello di natura ufficialmente criminale. L'Afghanistan ha una spiegazione. Alla base è il
proibizionismo
blog: terra dell'oppio
M.P.: appunto perché se in Italia si stabilisse dal Veneto al Piemonte la proibizione della coltura dell'uva
perché senno c'è il vino, credo che diverrebbe una battaglia sociale enorme. Ora, la marijuana, adesso con
Obama da un certo punto di vista già ci sono dei segnali di rinunce al proibizionismo perché ne viene
ripescata la vera storia che da millenni era la produzione locale indigena come da noi nel Mediterraneo, si
dice siamo la civiltà dell'ulivo e dell'uva. In Afghanistan, appunto, quello che si è verificato è che tutta la
coltura montagnosa ma non solo, è quella dell'oppio. A questo punto ci sono gli interessi di tutto l'ordine
sociale, dai Mong tutta quella zona fino alla Cambogia e al Vietnam con i montagnari e gli altri, che sono dei
contadini produttori... morale oggi per fortuna prendendo l'iniziativa che appoggiamo, noi siamo in contatto,
di promuovere una convenzione Onu sull'uso della foglia di coca, alla masticazione della foglia di coca, che
è da sempre quello che fanno le famiglie per le caratteristiche energetiche e per l'assoluta non nocività
assoluta della foglia di coca dai cui procedimenti industriali esce la cocaina. E' un problema gigantesco che
già produce milioni di morti, perché tu parlavi giustamente delle carceri, bè com'è noto noi Radicali siamo
membri spesso, non solo in Italia, ma membri onorari sempre delle carceri. Su questo c'è qualche
problemino poi più tardi ti darò l'elenco di quante volte siamo condannati per queste azioni non violente e
allora voglio chiedere a Beppe e a Tonino eccetera come la mettiamo? perché non si denuncia il fatto che
noi siamo degli avanzi di galera insomma, per queste cose, perché leggo che noi non dovremmo essere
candidati, devo dire in termini non giuridici ma qualche volta anche giuridici, gli atti della Camera dicono che
dal '76 tutti i nostri interventi insistono su questo: le caratteristiche della partitocrazia sono di essere
un'associazione per delinquere contro la Costituzione i diritti fondamentali, contro le leggi dello Stato e che
sono al potere loro. No? allora capisci che hanno voglia pure loro di toglierci dai coglioni anche perché io
sono felice che finalmente Beppe pare che scenda adesso in campo come diceva quell'altro, intendevo dire
Silvio, lui sa che ne sono felice anche se ho qualche dubbio di come lo fa, poi Dio ce la mandi buona a lui a
noi e a tutti quanti. Potresti fare un'intervista a un nuovo nostro compagno parlamentare europeo perché
direi che è stato il grande zar dell'antidroga dell'Onu e dell'Italia e di Vienna, si chiama Arlacchi.
blog: ah Pino Arlacchi
M.P.: certo certo
blog: candidato con Tonino alle europee
M.P.: già ma voglio dire... ha sempre avuto molto a che fare con noi. Io ricordo che addirittura 15 anni fa, se
ci fosse qui Emma Bonino ricorderebbe subito la data, eravamo andati per queste cose, ufficialmente
parlamentari europei esponenti del partito Radicale transnazionale in Colombia. Stiamo nella capitale, dopo
poche ore ci viene detto apparentemente con grande preoccupazione "guardate prendete subito l'aereo
perché come vedete sono stati ammazzati un procuratore dalle forze partigiane tra virgolette, appunto i
narcotrafficanti, allora successe che io riuscii a imbrogliare Emma, l'unica volta che mi è riuscito, per cui lei
partì perché c'ero anch'io in aeroporto ma io persi l'aereo tra virgolette... per dire come tutto questo è il
nostro vissuto. E' il problema dell'America latina, è il problema di decine di milioni di persone... sono riusciti a
ottenere questo: che mentre prima la foglia di coca era in alcune zone del mondo, il papavero peggio ancora,
oggi in Islanda lo si può coltivare, come in Polonia nei paesi nordici... è il risultato che hanno ottenuto. Da
questo punto di vista credo che noi come Partito Radicale siamo riusciti a tessere nella nostra povertà nelle
nostre situazioni, siamo stati arrestati in giro, abbiamo anche compagni, che per esempio, occupandosi
troppo di questa roba noi avevamo Andrea Tamburi, che era andato a Mosca a fare azione coi nostri
compagni fu assassinato mentre si stava occupando di questa roba. Il nostro compagno Antonio Russo in
Cecenia che poi è stato assassinato dai russi e via dicendo, giornalista per radio Radicale, era un altro
compagno che perfino in Africa e poi nella ex Yugoslavia dove era addirittura scomparso, si era occupato
anche della connessione degli stati proibizionisti con le forze della malavita internazionale che loro usavano
per combattere i cosiddetti partigiani della libertà, i dissidenti nei loro paesi,
blog: i radicali locali
M.P.: sì, oltretutto erano pure tesserati perché la Politkoskaya veniva ai nostri congressi, questo sarebbe un
elenco che non finisce più
blog: allora un paese democratico cosa dovrebbe fare, che tipo di leggi dovrebbe adottare? dovrebbe
liberalizzare tutto? marijuana coca
M.P.: vedi, c'è una cosa, i nonni dei ragazzi di adesso 35 anni fa, passavo per le strade di Roma e c'era
scritto "legalizza la marco" come legalizza la marco? loro hanno imparato sin dal primo giorno che la nostra
posizione è legalizzare, non proibire, non vietare, non liberalizzare, perché la droga è da 40 anni liberalizzata
e lo è adesso. Io il pane non lo trovo in Italia adesso, magari in Francia o in Belgio lo trovo a mezzanotte il
pane, gli alimentari, qui da noi vietato! senno ti chiudono il negozio, mentre se uno cerca la droga non c'è
bisogno perché è la droga che lo cerca per strada a mezzanotte. Quindi come sul divorzio, come sull'aborto,
noi cosa abbiamo fatto? abbiamo regolamentato, cioè legalizzato, cioè fatto emergere dal nero e disciplinato,
tra l'altro in modo severo perché siamo prudenti all'inizio, vediamo cosa succede. La legge Fortuna, oggi non
riusciamo grazie al Vaticano a passare al divorzio breve e non costoso, non lo vogliono. Niente! adesso c'è
questa storia per la quale abbiamo lottato 15 anni sulla RU 486, adesso che il cardinale Bagnasco proibisce,
bè su questo noi vogliamo regolamentare. Vogliamo che ci sia informazione e conoscenza, mettere in
condizioni la donna... ma il fumatore il ragazzo e il padre del ragazzo mettere in condizioni di dire c'è lì
magari al supermercato ma in genere in farmacia, c'è quella cosa che è marijuana, ma deve documentare
che è quella e non adulterata perché grazie alla criminalità proibizionista che cosa hanno ottenuto? che oggi
la marijuana è vero che molto spesso ha una forza un potere diciamo "drogante" moltiplicato per 40 perché è
interesse così tu vai lì e gli dai questo al ragazzo, lo dai al nonno del ragazzo che continua a fumare e quello
gli va a finire male. Quindi noi viviamo nelle carceri, adesso noi stiamo portando ad una visita delle carceri il
14, 15 e 16 agosto più di 120 parlamentari italiani. Perché? perché la campagna che abbiamo fatto
sull'indulto a favore dell'indulto che ha ridotto semmai la criminalità... adesso ormai è chiaro no? abbiamo le
statistiche! Ci sono stati più rientri nelle prigioni di coloro che ne sono usciti per avere finito di scontare la loro
pena, più rientri in un anno, il doppio di coloro che ne sono usciti perché hanno pagato, rispetto a quelli che
erano usciti per l'indulto. Noi vogliamo l'amnistia di tutti i ragazzi della droga. Le vite distrutte, le famiglie,
l'indegnità. Ora io su questo dovrei vergognarmi perché 2 o 3 volte siamo riusciti ad ottenere delle cose
inaudite in termini di leggi in questo stato antidemocratico. PerfinoCraxi ad un certo punto faceva
concorrenza ad Almirante per fare il proibizionismo.Giuliano Ferrara uscì dal partito comunista anche perché
non lo ritenevano abbastanza proibizionista e anti proibizionista! tanto per dire i climi che si sono creati, e
oggi dobbiamo dire che nelle carceri è un miracolo! perché poi quando entriamo lì dentro siamo come degli
ex carcerati che vengono lì liberi e sono accolti devo dire dagli africani. E' incredibile, noi abbiamo questo
Radio carcere che viene ormai ascoltato dai direttori da tutti gli operatori, dalla polizia giudiziaria perché
vorrei dire che c'è un problema di qualcosa che riguarda la comunità penitenziaria. Dici carcere e pensi ai
carcerati. Se dici comunità penitenziaria significa che dai direttori ai secondini che erano considerati gli
aguzzini e via dicendo, oggi c'è una tale maturazione civile che davvero so che se vado lì devo lottare anche
a favore del poliziotto penitenziario che soffre, e lo dice! ma come facciamo a tenere questi in questo modo
bestiale? Noi abbiamo dei direttori di carcere come quello di Trieste di cui abbiamo appena saputo, che ha
trovato una nuova iniziativa. Siccome il carcere è sovraccarico non c'è più modo manco non hanno i bagni
dove far dormire la gente, ha preso i materassi, li ha numerati e a questo punto non c'è più quello che sta
nella cella tal dei tali, quello che ha il materasso tal dei tali. Ed è una trovata che almeno permette di stare su
dei materassacci ma di starci. 14, 15 e 16 agosto più di 100 parlamentari in carcere per visitare con noi, e
siamo accolti, speriamo che anche voi tutti siate accolti per un'attenzione nuova che avrete, accolti in queste
comunità penitenziarie in cui abbiamo centinaia di ragazzi e decine di migliaia nei 10 anni, di ragazzi che
sono sopravvissuti dalla morte del Mediterraneo, che stanno per morire lì da carcerati perché non hanno
avuto avvocati, non hanno saputo difendersi, non parlavano nemmeno l'italiano, magari avendo solo
hashish."
COMMENTI
da Pier Ferdinando Casini a Maurizio Gasparri a Carlo Giovanardi e' un coro di no all' 'appello' di Grillo.
'Per risolvere il problema dell'affollamento delle prigioni - afferma Grillo - e' sufficiente depenalizzare la
marijuana.
Per risolvere il problema di strani suicidi e di infarti improvvisi in cella e' sufficiente la depenalizzazione'. 'In
Italia - dice il comico genovese - c'e' la libera circolazione delle droghe pesanti e l'arresto di poveri diavoli per
un spinello. A Milano i consumatori abituali di cocaina sono stimati in 150.000. Il porto di Gioia Tauro e' la
porta d'ingresso per ogni tipo di droga in Europa'.
Il comico blogger da internet si rivolge 'a tutte le forze politiche e ai movimenti che vogliono sostenere questo
appello' ma a rispondergli sono i politici che si oppongono alla liberalizzazione delle droghe leggere.
'Grillo, l'unico presunto politico a pagamento, cerca pubblicita' per rimpinguare le casse di casa con i biglietti
delle sue carnevalate. In Italia non sara' mai resa libera la circolazione di droghe'. Obietta Maurizio Gasparri,
presidente dei senatori del Pdl. Netta la bocciatura di Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del
Consiglio: 'Grillo non sa, o fa finta di non sapere - dice - che in carcere in Italia finiscono soltanto gli
spacciatori di droga, pesante o leggera che sia, e non i semplici consumatori che sono considerati come
vittime da curare e recuperare'.
Pier Ferdinando Casini si affida a internet per replicare e scrive sul proprio blog che 'le carceri scoppiano e le
condizioni inumane dei detenuti sono un problema di civilta' ma la ricetta non puo' essere quella di gettare la
spugna nella lotta contro la droga'. Anche Daniela Santanche', leader del Movimento per l'Italia, critica la
liberalizzazione delle droghe leggere: 'La maggior parte dei detenuti - dice - sono extracomunitari e quindi
l'unico modo per risolvere il problema dell'affollamento non e' la depenalizzazione dello spinello, bensi' far
scontare la pena a questi detenuti nei loro paesi di origine'.
In soccorso del comico-blogger genovese arriva pero' il segretario della Rifondazione comunista, Paolo
Ferrero: 'Non proibire ma educare: questa e' la soluzione che il governo non prende nemmeno in
considerazione, perche' difende gli interessi delle multinazionali e non certo la salute delle giovani
generazioni'.
14-08-2009 Italia. L'appello di Villa Maraini: in estate non abbandonate i vostri parenti o amici
tossicomani
'Non abbandonate i vostri parenti o amici tossicomani'. E' l'appello che Villa Maraini, centro antidroga di
Roma, lancia in occasione di ferragosto.
I periodi estivi, cosi' come i giorni di festa, sono i 'piu' pericolosi per quanti fanno fatica a vivere. Per i
tossicomani in particolare - spiega Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini - aumenta il rischio di overdose.
La diminuita assistenza per le ferie; le difficolta' di reperimento delle sostanze: anche gli spacciatori vanno in
vacanza, per cui si acquista droga di composizione diversa dal consueto); la solitudine, l'angoscia che puo'
attanagliare chi vive in una citta' svuotata: sono tutti possibili co-fattori che possono trasformare in tragedia
una assunzione di droga'.
Per questo Villa Maraini, sempre aperto 24 ore su 24, 365 giorni l'anno compreso il giorno di Ferragosto,
lancia il suo tradizionale appello ai genitori, ai parenti e agli amici dei tossicomani: 'non lasciateli soli,
curatevi di loro, non li abbandonate'.
Un appello di stretta attualita', anche in funzione del ritorno strisciante dell'eroina 'il cui funerale - ha concluso
Barra - e' stato celebrato troppo presto. sempre piu' rivediamo ragazzetti che fumano eroina e che, dopo un
periodo di fumo iniziano a bucarsela 'per risparmiare'. Le nostre unita' di strada, hanno ripreso a trovare
siringhe in terra in posti dove da tempo non si vedevano piu''.
14-08-2009 Italia. Padova. Al Bar vietato l'ingresso ai clandestini
La presenza di troppi clandestini, per lo piu' spacciatori di droga nel suo bar, ha portato un cinese a vietarne
l'ingresso per evitare una nuova chiusura forzata per motivi di sicurezza.
Accade al bar 'Luna' di Padova dove il proprietario si e' visto chiudere l'esercizio per 20 giorni dal questore
per motivi di ordine pubblico, come riferisce oggi il 'Corriere del Veneto'.
Il titolare del bar ha cosi' affisso sulla vetrina un piccolo cartello con sui scritto che che 'per motivi di ordine
pubblico in questo esercizio e' vietato l'ingresso alle persone in possesso di doga e a persone prive di
permesso di soggiorno'.
Lo stesso titolare del bar ammette pero' che il cartello serve a poco o nulla visto che la zona e' ad alto
spaccio di droga, non puo' chiedere i documenti agli avventori e tanto meno puo' rifiutarsi di servirli.
14-08-2009 Italia. Lettera aperta di Paolo Jarre, medico delle tossicodipendenze, al fondatore del
Gruppo Abele
Pubblichiamo la lettera aperta pubblicata su Repubblica (Torino, p. ix) che Paolo Jarre, da anni impegnato
nel contrasto delle tossicodipendenze e direttore del dipartimento patologia delle dipendenze dell´Asl To3,
rivolge a don Ciotti dopo la morte per overdose di un suo assistito.
Carissimo Luigi,
da un po´ di tempo a questa parte chi, come me, ha seguito, sin dalla fine degli anni ‘60, il percorso del
Gruppo Abele si trova di fronte ad un pesante interrogativo. Ho pensato - da amico, come ritengo di essere di scrivertene pubblicamente, come avresti fatto tu in una situazione rovesciata. Anche perché l´interrogativo
che ti pongo è di quelli che hanno attraversato il farraginoso dibattito sulle droghe, qui a Torino, negli ultimi
anni.
E´ stata la morte di Maurizio, 52 anni, alcuni giorni fa, overdose su di una panchina di Torino, poche righe in
cronaca, a far si che io rompa gli indugi. E´ la morte di una persona che ho accompagnato a lungo, a cavallo
tra gli anni ‘80 ed i primi anni ‘90; una morte che si va ad aggiungere alla lista della strage che ha
insanguinato Torino - nell´indifferenza dei più - tra la fine della primavera e l´inizio dell´estate.
Voglio iniziare tornando parecchio indietro: ricorderai certo meglio di me - era la tua - quella tenda che il
Gruppo Abele alla fine degli anni ‘60 aveva piantato in Piazza Carlo Felice. L´originalità e la forza di quella
testimonianza hanno sicuramente pesato 15 anni dopo quando, giovane medico in carriera, scelsi di lavorare
con i drogati, tra la disapprovazione e lo sconcerto dei più.
Dopo la "tenda in piazza" il Gruppo Abele e Luigi Ciotti ci hanno spesso preceduto nell´aprire strade, nello
sfondare le porte chiuse dall´indifferenza e dal cinismo. Molte volte prima ancora che il Servizio pubblico si
organizzasse a fronteggiare le emergenze che il fenomeno "droga" via via proponeva.
Non capitava volta, sino a qualche tempo fa, che andando in giro per l´Italia a parlare del mio lavoro, sentito
che venivo da Torino, non mi si dicesse: "beh, bella forza, voi lì a Torino avete il Gruppo Abele!...".
Anche quando a partire dai primi anni ‘90 si è cominciato a parlare e a praticare la riduzione del danno ricordo bene le discussioni sull´installazione dei primi scambiatori di siringhe che ti videro tra i primi a favore.
Proprio perché ricordo bene tutto quel che ho brevemente tratteggiato, trovo ora del tutto incomprensibile la
tua mancata presa di posizione a favore dei luoghi protetti per il consumo di droghe. C´è l´evidenza
scientifica dell´efficacia, c´è la ragionevolezza umana, c´è la dignità della persona da salvaguardare. C´è l
´emergenza umanitaria. C´è la tradizione della città da sempre attenta e sensibile ai bisogni degli ultimi.
Contro c´è solo il principio, non c´è l´uomo, la carne, la salute.
Luigi, il tuo silenzio, perdonami, è assordante; quel ragazzo prete della tenda di Piazza Carlo Felice, quella
tenda l´avrebbe già piantata a "Tossic Park", piuttosto che nell´aiuola spartitraffico di qualcuno dei nostri
corsi.
Luigi, forse Maurizio si sarebbe salvato, tu lo sai bene: forse, invece che sulla panchina, da solo, quella dose
l´avrebbe consumata in un luogo civile, anche solo per sentirsi dire: "ciao Maurizio, come stai oggi?".
(* Direttore del dipartimento patologia delle dipendenze dell´Asl To3)
15-08-2009 Italia. Test positivo dopo incidente, assolto: impossibile stabilire quando aveva assunto
droga
Trovato positivo al test che indica l'uso degli stupefacenti, dopo aver provocato un incidente stradale, e' stato
assolto con la formula piu' ampia perche' il risultato 'puo' essere indubbiamente interpretato come riscontro
di assunzioni pregresse piu' o meno recenti, ma nulla dice sulle condizioni in cui lo stesso si trovava al
momento del sinistro'. Lo ha scritto il Gup di Bologna Pasquale Gianniti nelle motivazioni con cui ha assolto
un ventenne bolognese che la sera del 9 marzo 2008 sbando' con la sua 'Punto' in via Masini, a Casalecchio
di Reno, e centro' due auto in sosta. Intervennero i vigili che sottoposero il ragazzo dapprima all'alcol test,
risultato negativo, poi all'esame dei liquidi biologici, per l'eventuale assunzione di stupefacenti, che risulto'
positivo ai cannabinoidi.
Il ragazzo, difeso dall'avv.Chiara Rizzo, e' finito davanti al Gup - che ha accolto la tesi difensiva - accusato di
aver provocato un incidente in stato di alterazione psicofisica determinata dall'uso di stupefacenti
cannabinoidi. Il magistrato spiega che 'il referto non rappresenta affatto prova del fatto che l'assunzione dello
stupefacente sia avvenuta immediatamente prima del rilascio del campione delle urine, ben potendo la
rilevata positivita' significare che l'assunzione era risalente nel tempo'. Il Giudice ricorda che l'esame di
screening svolto 'costituisce indubbiamente, sotto il profilo clinico, un importante rilevatore preliminare, ma
sotto il profilo medico legale, non puo' prescindere dalla procedura indispensabile per validarne il risultato''. E
la positivita' con la tecnica di screening - 'di per se' indicativa di una assunzione che puo' essere pregressa
anche di molti giorni con una variabilita' a seconda delle molecole assunte (anche 20 giorni per i derivati
della cannabis)' - va confermata 'con analisi di conferma di 2/o livello' che in questo caso non ci sono state.
Inoltre 'non risulta che sia stata effettuata la visita medica prevista' in questi casi dal codice della strada
(art.187), e che deve certificare uno stato di alterazione psico-fisica riconducibile all'uso di stupefacenti.
16-08-2009 Messico. Guerra alla droga, attacco al capo della polizia
Un gruppo di uomini armati ha compiuto un attentato contro il capo della polizia della città di Monclova, nel
nord del Messico, uccidendo tre degli agenti che gli facevano da scorta. Il funzionario, Juan Carlos Pacheco,
è rimasto illeso. Reparti armati sono stati inviare a presidiare le strade della località.
Pacheco, ex generale dell'esercito, è stato nominato capo della polizia quattro mesi fa. L'azione si inquadra
nella lotta fra le istituzioni e cartelli della droga che spadroneggiano nel territorio.
16-08-2009 Colombia. Basi militari ai soldati Usa: servono per la guerra alla droga
Il sottosegretario alla Difesa americano, Frank Mora, ha detto ad un giornale che la reazione che si e'
scatenata per presenza di truppe statunitensi nelle basi militari colombiane risulta 'esagerata', giacche' 'la
loro missione e' solo quella di combattere contro il traffico di droga in Colombia' Interrogato sulle recenti
dichiarazioni del ministro brasiliano degli Esteri, Celso Amorim, secondo il quale Colombia e Usa avrebbero
dovuto avvisare Brasilia di questi progetti militari, Mora ha risposto che 'non si puo' comunicare una cosa
quando la stai ancora negoziando'.
L'informazione sulle basi, ha aggiunto in un'intervista pubblicata dal giornale brasiliano Estado de Sao Paulo,
e' stata distorta da 'alcuni governi' che continuano a portare avanti una 'retorica tradizionale anti-americana
nella regione', trasparente allusione a Bolivia, Ecuador e soprattutto al Venezuela, il cui presidente Hugo
Chavez e' arrivato a parlare di 'venti di guerra' nella regione.
17-08-2009 Italia. Morti nei rave party, Giovanardi: perseguire organizzatori
Gli organizzatori di rave party come quello nel Salento e del Molise, nel corso dei quali due giovani sono
morti presumibilmente per overdose, vanno identificati e perseguiti. Lo afferma Carlo Giovanardi,
sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al contrasto delle tossicodipendenze.
'L'ennesimo decesso nell'ambito di un cosiddetto rave party - ha spiegato in una dichiarazione - dimostra
quanto sia necessaria una continua opera di prevenzione e di repressione dei fenomeni collegati alla droga.
Il sia pur tempestivo intervento delle forze dell' ordine non ha potuto evitare il peggio. Si tratta ora - ha
sottolineato Giovanardi - di identificare e di perseguire con la massima severita' gli organizzatori di questi
happening, che devono in qualche modo rispondere delle conseguenze derivanti dalla violazione delle
regole previste dall'ordinamento, per garantire la sicurezza nei concerti e nelle manifestazioni musicali'.
17-08-2009 Messico. Guerra alla droga, arriva l'esercito alla frontiera Usa
Il Messico ha sostituito in questo fine settimana i suoi 700 ispettori doganali con 1.400 agenti addestrati alla
lotta contro tutte le forme di contrabbando, in particolare contro il traffico di droga e di armi.
La misura è stata presa nel quadro dello sforzo in corso che mira a sradicare la corruzione e a rinforzare la
sorveglianza alle frontiere con nuove tecnologie. E il numero degli uomini addetti alla missione viene
raddoppiato.
Gli ispettori delle dogane negli aeroporti e nei posti di frontiera del paese hanno consegnato le loro armi di
servizio all'esercito prima di lasciare il loro posto, sabato sera.
Secondo Pedro Canabal, portavoce del servizio tributario, i settecento ispettori non sono stati licenziati: i loro
contratti scadevano in questo fine settimana e non sono stati rinnovati.
Ciudad Juarez: uccise da ieri 25 persone - Venticinque persone sono state uccise nel corso di regolamenti di
conti da ieri a Ciudad Juarez, la città messicana al confine con gli Stati Uniti, teatro da anni di sanguinosi
scontri fra i clan che controllano il narcotraffico. Otto delle vittime sono state massacrate in un bar, secondo
le autorità locali.
Un gruppo di almeno 6 killer ha fatto irruzione nel bar verso l'1.30 del mattino, quando in Italia erano le 8.30
di lunedí; hanno abbattuto il proprietario e la moglie, poi hanno sparato raffiche di fucile d'assalto sui clienti.
Oltre alle otto vittime, sono rimasti sul terreno quattro feriti gravi.
Domenica pomeriggio un commando di uomini in uniforme nera aveva ucciso sei uomini in una casa di una
località vicina a Ciudad Juarez. La maggioranza delle altre vittime è stata uccisa per strada in altri quartieri
della città
Ciudad Juarez, dall'altra parte della frontiera rispetto a El Paso, in Texas, conta 1,3 milioni di abitanti ed è la
città piú pericolosa del Messico. Qui si concentra la guerra per il controllo della droga e per l'esportazione
verso gli Stati Uniti, primo cliente mondiale per la cocaina. La guerra ha ucciso oltre 10.000 persone in
Messico dal primo gennaio 2008, nonostante il dispiegamento di oltre 36.000 fra poliziotti e soldati negli Stati
del nord della confederazione.
17-08-2009 Italia. Il Gruppo Abele risponde a Jarre: sulle narcosale nessun silenzio
Pubblichiamo la replica del Gruppo Abele, apparso su La Repubblica, Torino, a Paolo Jarre.
Caro Paolo, come siamo sorpresi di ciò che scrivi su questo giornale circa le presunte mancate prese di
posizione di don Luigi Ciotti, presidente nostro e di Libera. E´ quindi con un "noi" e non un "io" che ti
rispondiamo, come Gruppo che raccoglie i pensieri e i sentimenti di chi ne fa parte.
Le 20 persone che in questi mesi a Torino sono state uccise da una maligna partita di eroina e da una
sciagurata banda di spacciatori ci devono interrogare a fondo. Ma su più di un singolo aspetto. Non solo
sulle sale di iniezione, o «stanze del buco», che sono un anello importante del sistema di interventi di
riduzione del danno.
Sul ruolo significativo delle sale di iniezione il si è espresso in tutte le sedi utili, istituzionali e non. Lo fa da
oltre 10 anni. In città fummo noi a promuovere la prima iniziativa al riguardo. Era il 2001. Di stanze del buco
si parlò durante Strada Facendo, la tre giorni di discussione sul lavoro sociale di cui fummo promotori. C´eri
anche tu. Fu il Gruppo a fornire il dossier delle evidenze scientifiche a favore delle sale di iniezione alla
Commissione comunale istituita dall´assessore Lepri. Fu il Gruppo a pubblicare il primo libro sulla riduzione
del danno e a cogestire la Conferenza internazionale sul tema. Ancor prima fu il Gruppo a cofondare la Lega
Italiana di Lotta all´Aids. E nel ´95 fu del Gruppo il progetto dell´unità di strada cittadina e del primo drop in.
Da allora abbiamo consolidato gli interventi a bassa soglia: al Centro crisi è seguito il dormitorio, poi il
secondo drop in. E ci sono le comunità terapeutiche, i reinserimenti lavorativi, le cooperative del consorzio
Abele-lavoro. Anche in questi giorni siamo aperti 24 ore su 24, perché, come sai, le richieste non mancano e
soprattutto nei giorni di festa.
Ma il problema "droga" non è comprensibile se lo si guarda solo dal lato della domanda. Bisogna anche
capire le dinamiche dell´offerta. La lotta al narcotraffico non è solo faccenda delle Forze dell´Ordine: richiede
anche la sensibilizzazione della società civile, al Sud come al Nord. Così nacque Narcomafie e soprattutto
Libera, l´associazione di associazioni di lotta alle mafie.
Scusa se ci siamo dilungati. Ma è solo perché ci pare che, oltre alle cose che diciamo, ciò che abbiamo fatto
e che continuiamo a fare parli per noi. Della nostra presenza, del nostro esserci.
Crediamo che ciascuno faccia la sua parte. Siamo tutti in gioco, condividiamo gli stessi obiettivi, liberi tuttavia
di praticarli nella propria indipendenza e nella reciproca fiducia. Un credito di fiducia che non togliamo alle
persone dipendenti né alle relazioni fra noi.
In franchezza non sappiamo dirti quante overdose infauste si sarebbero potute evitare con le sale d
´iniezione. Qualcuna probabilmente sì (ragione più che sufficiente a favore), altre sicuramente no (molti
consumatori preferiscono farsi in casa, in auto, alcuni sono refrattari ai servizi).
Per tentare di rendere giustizia alle vittime della droga e dei narcotrafficanti dobbiamo però farci anche altre
domande. Una almeno, importante quanto la precedente, è la seguente: perché non ha funzionato il Sistema
di Allerta Rapido che identifica precocemente i casi di overdose, ne individua la possibile causa e lancia l
´allarme tra i servizi, gli operatori e gli stessi consumatori? Perché di fronte a una sequenza di 20 overdose
avvenute nell´area torinese in poco meno di due mesi un qualche ragionevole dubbio non è serpeggiato tra
118, Pronto Soccorso, Centro antiveleni, Ser.t, Osservatorio epidemiologico delle dipendenze?
Ci siamo accorti di ciò che stava capitando perché ci ha informati il sistema giudiziario. È stato il Gruppo
Abele ad avvisarti (abbiamo avvisato tra gli altri anche te, che sei referente per la regione in materia di
riduzione del danno), quando è stato informato dalla Procura.
Un Sistema di Allerta Rapido funzionante avrebbe sicuramente un po´ aiutato a contenere i decessi, ben
sapendo che per molte delle cose di cui ci occupiamo non c´è "la soluzione", ma solo un importante "meno
peggio" conseguibile disponendo di tutti i servizi necessari e di un loro stringente coordinamento.
Certo, anche una sala di iniezione a Torino avrebbe un po´ aiutato a limitare la strage, ma nella sua
mancanza non possiamo trovare alibi per altre responsabilità inevase né possiamo inventarci improbabili
specchietti per le allodole, ingannevoli soprattutto a noi stessi.
17-08-2009 Usa. Nove banconote su dieci contengono tracce di cocaina
Sulle banconote circolanti negli Stati Uniti c'e' tantissima cocaina. Tanto che la media nazionale delle
banconote risultate positive ai test e' di circa il novanta per cento. Con percentuali anche superiori per le
banconote che circolano a Baltimora, Boston e Detroit. La percentuale di cocaina sale poi al navantacinque
per cento nelle banconote prelevate a Washington. Sono questi i dati raccolti dalla universita' del
Massacchussets e presentati nel corso del 238esimo National Meeting of the American Chemical Society. La
ricerca non si e' arrestata al suolo americano. I ricercatori hanno infatti testato campioni di banconote
provenienti da piu' di trenta citta' in cinque paesi diversi: Stati Uniti, Cina, Canada, Brasile e Giappone.
Mentre Stati Uniti e Canada riportano un tasso di contaminazione analogo (tra l'85 e il 90 per cento) in Cina
e Giappone il livello di contaminazione si arresta a percentuali molto piu' basse tra il 12 e il 20 per cento.
Negli Stati Uniti, rispetto a quanto rilevato due anni fa dagli stessi ricercatori, il tasso di cocaina presente
sulle banconote e' aumentato del venti per cento.
17-08-2009 Gb. Cannabis efficace contro l'osteoporosi negli anziani
Per le ossa la cannabis ha due facce. Rende piu' fragili femori e tibie dei piu' giovani ma protegge
dall'osteoporosi gli anziani. Lo sostengono gli scienziati dell'Universita' di Edimburgo (Scozia) che hanno
esaminato gli effetti paralleli della sostanza sull'apparato scheletrico di adolescenti e adulti, scoprendo che
molto cambia con l'eta'.
Il gruppo di ricerca, il cui lavoro e' stato pubblicato su Cell Metabolism, ha infatti dimostrato che il consumo di
cannabis attiva una molecola presente naturalmente nel corpo, il recettore CB1, che e' anche coinvolto nello
sviluppo dell'osteoporosi, malattia degenerativa che indebolisce progressivamente le ossa. Lo studio sui topi,
geneticamente privati del recettore, ha dimostrato che da giovani il rischio e' alto: le ossa crescono meno
forti del normale. Col passare del tempo, invece, nella popolazione anziana, la stessa sostanza puo'
impedire la formazione degli accumuli di grasso responsabili dell'osteoporosi.
'Sono solo risultati parziali - avverte Stuart Ralston, a capo dei reumatologi scozzesi - ma ampliando i test
potremo avere nuovi strumenti per contrastare l'osteoporosi negli adulti'.
17-08-2009 Usa. Ex poliziotti sul Washington Post: legalizzare le droghe
Due ex poliziotti di Baltimora hanno preso posizione a favore della liberalizzazione della droga negli Stati
Uniti, e chiedono l'intervento del governo federale in tal senso.
In una lettera aperta pubblicata oggi sul Washington Post, Peter Moskos e Standford Franklin, ex agenti in
forza presso la polizia di Baltimora, chiedono che la droga venga legalizzata.
Perche', sostengono, la guerra al narcotraffico non puo' essere vinta se combattuta con le regole attuali, e'
tempo che le sostanze stupefacenti vengano liberalizzate istituendo norme per il commercio analoghe a
quelle previste per l'alcol o per il consumo di farmaci.
'La legalizzazione non creerebbe una situazione di 'droga libera' per tutti', scrivono i due ex poliziotti, oggi
entrambi membri della associazione Law Enforcement Against Prohibition.
Al contrario toglierebbe dalle mani dei trafficanti il potere di fare le regole che governano l'attuale mercato
nero.
'La produzione e la distribuzione e' troppo pericolosa per rimanere nelle mani di criminali senza regole'
scrivono Moskos e Franklin. Il proibizionismo attuale produce soltanto un aumento della violenza, ha un
costo altissimo in termini di vite umane e facilita l'arricchimento dei trafficanti. 'Se invece la distribuzione di
droghe fosse il frutto di una responsabilita' condivisa tra medici, governo e libero mercato, sulla base di
regole precise - concludono - il tasso di violenza si abbasserebbe di colpo'.
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