191112 - Fillea CGIL

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191112 - Fillea CGIL
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EMPOLI
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19-11-2012
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DOMANI PRESIDIO DEI DIPENDENTI DAVANTI ALLA REGIONE. VERTICE TRA ASSESSORE SIMONCINI ESINDACI
Sacci, via alla cassa integrazione a zero ore per i 125 lavoratori
INIZIA stamani la cassa integrazione a zero ore La cassa integrazione inizia stamani e mese per
mese saranno valutate le modalità, anche se certo la situazione non è destinata a migliorare a
dicembre mese tradizionalmente avaro di richieste di cemento. L'azienda ha tuttavia assicurato
di voler mantenere le unità produttive e di tornare alla normale attività non appena le condizioni di mercato lo permetteranno. La vicenda Sacci crea preoccupazione tra i sindaci di Greve e
San Casciano, in particolare circa le prospettive
dello stabilimento di Testi. Le due amministrazioni hanno attivato una serie di consultazioni
per cercare di chiarire la situazione. Per Alessandro Lippi di Fillea Cgil non c'è interesse per
l'azienda «ad abbandonare Testi dove la proprietà ha investito qui più di 25 milioni di euro».
anset
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per i 125 dipendenti del cementificio Sacci di
Testi a Greve in Chianti. E domani, invece, come informa Fillea Cgil, presidio dei lavoratori
delle cementerie Buzzi, Sacci e Colacem di fronte alla Regione in via Pico della Mirandola. I sindacati e i sindaci di Greve, Alberto Bencistà e di
San Casciano Massimiliano Pescini, incontreranno l'assessore Gianfranco Simoncini sulla
crisi Sacci per la crisi del cemento e delle costruzioni. L'avvio della cassa integrazione è stato un
passo dovuto alle condizioni non felici nel quale
versa il settore, per la riduzione delle commesse
e degli ordini. Una situazione non dettata dal solo momento attuale, una quadro di calo del mercato che si protrae da almeno un paio di anni.
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18-11-2012
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E UNIONE SARDA CAGLIARI
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Uta. Stipendi in ritardo
Carcere, operai
•
•
mInaCCIano
•
uno SCIopero
Il carcere in costruzione a Uta [NIGa.ABELILLO]
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Stipendio in ritardo, niente Cassa edile e,
soprattutto, cemento, vernice e altro materiale razionati. Sul nuovo carcere in costruzione a Uta va in onda il solito film di metà
mese: sindacati sul piede di guerra e operai
in agitazione pronti allo sciopero. I rappresentanti dei lavoratori puntano l'indice contro la società Opere pubbliche impegnata
nella realizzazione del nuovo istituto di pena che, secondo le indicazione del ministero delle Infrastrutture, sarà consegnato entro il 31 dicembre di quest'anno. «I dipendenti rivendicano la retribuzione di ottobre
e il versamento alla Cassa edile delle quote
trattenute dall'azienda a titolo di gratifica
natalizia, che per i lavoratori del settore rappresenta la tredicesima», afferma Erika Collu, della Fillea Cigl. la sindacalista contesta
alla società il mancato rispetto degli accordi. «L'azienda aveva chiesto e ottenuto dalla Cassa edile la rateizzazione del debito,
salvaguardato da una clausola fideiussoria.
Il 15 novembre è scaduto il termine per il
versamento della prima rata, ma nulla a oggi è stato versato». La Cgil ha chiesto un incontro alla Opere pubbliche e al Provveditore regionale del ministero «ma niente sino
a ora è arrivato dai destinatari della richiesta». La sindacalista annuncia battaglia. «I
lavoratori proclamano lo stato d'agitazione
a partire da lunedì. Se l'azienda non provvederà tempestivamente a pagare i lavoratori, il cantiere si fermerà nuovamente».
Andrea Artizzn
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TRENTINO
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QUOTIDIANO REGIONALE FONDATO NEL 1945
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Rossaro, 15 cassaintegrati
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Il prolungato stop ai lavori all'ospedale di Tione va
ricondotto al fallimento di una delle due ditte edili
che ci stavano lavorando. Si tratta della Nuova Busi,
che ha dato forfait, mentre la Rossaro di Tione dai
primi di ottobre ha messo 15 dipendenti in casa
integrazione ordinaria. Lo conferma Maurizio
zabbeni, della Fillea Cgil: "La cassa integrazione è
stata chiesta dalla Rossaro per 13 settimane, in
quanto è in grosse difficoltà, non vincendo gare
d'appalto dal 2009. I lavori svolti attualmente
riguardano infatti appalti precedentb>. Uno
spiraglio, però, afferma Zabbeni potrebbe esserci,
perché poco tempo fa sono stati richiamati al lavoro
4 dipendenti dei 15 in cassa integrazione.
Aggiunge il sindacalista: "proprio pochi giorni fa ci
siamo sentiti con il titolare, perché avremo a breve,
un incontro sulle prospettive dei lavoratori. Certo,
l'edile è il settore che soffre più della crisi generalee
solo in Trentino i lavoratori siono passati dai 17.750
del 2008 ai 15.200 del 2011. Si tratta di un calo che
alla fine di quest'anno arriverà al 20%». (sa.m.)
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IL SECOLO XIX
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"BUCHI" SOSPETTI NEI BILANCI, LA PROCURA ACCELERA PER BANCAROTTA
In 50 rimasti senza lavoro
inchiesta sul crac Barberini
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L'azienda immobiliare curò anche il restyling in stazione
IL CASO
MATTEO INDICE
È STATO uno dei crac più simbolici,
e sconfortanti, con i quali i sindacati
di categoria hanno fatto i conti a cavallo fra il20 II e il 2012: almeno 5060 persone rimaste senza lavoro, solo in parte ricollocate attraverso la
mobilità. Un fallimento che ha rappresentato la fine d'un marchio,
"Barberini & Lawson", piuttosto
noto a Genova e non solo. L'azienda
immobiliare - specializzata nei restyling in grande stile -aveva infatti
ottenuto importanti appalti, pubblici e privati, in più regioni.
Oggi la Procura dice che quel
dissesto finanRELAZIONE
ziario non fu doCHOC
vuto solo a diffiLa svolta
coltà economiche, legate al
dopo
mancato pagail dossier
del curatore mento di comgià soddifallimentare messe
sfatte; non fu un
effetto ineluttabile della crisi che sul com parto delf edilizia ha infierito più duramente
che altrove. Si è trattato d'una bancarotta con una serie di buchi di bilancio sospetti, sui quali è stata
aperta formalmente un'inchiesta
dal pubblico ministero Vittorio Ranieri Miniati, appartenente al pool
di magistrati specializzati in reati
economici e coordinati dal procuratore aggiunto Nicola Piacente.
Dove sono finiti, davvero, i soldi
della "Barberini"? Qual è il livello di
responsabilità del suo management, fino all'ultimo capeggiato da
Guido Cavana, come certifica una
semplice visura camerale? La svolta
agli accertamenti - cui partecipano
anche i finanzieri del nucleo di polizia tributaria - è stata impressa con
la prima relazione trasmessa dal curatore fallimentare al pm. Il documento è firmato da Ermanno Martinetto (professionista a sua volta conosciuto alfombra della Lanterna,
dov'è stato presidente di Amt nelfultima fase della giunta di Marta
Vincenzi) e circoscrive una serie di
«anomalie» nel viavai di soldi dai
conti aziendali. Il dossier, si conferma in ambienti investigativi, è già
dettagliato; ma rappresenta solo il
primo tassello d'un domino destinato con ogni probabilità a innescare
(pesanti) riflessi nelle prossime settimane.
"Barberini & Lawson" è il simbolo
che ha accompagnato ristrutturazioni importanti come Palazzo
Bianco e Palazzo Rosso a Genova;
era il gruppo che nel 2006 avviò un
contenzioso poiché desideroso di
accaparrarsi la messa a nuovo del
consiglio regionale; cheè stato abbinato ad alcuni interventi nella stazione Brignole e che il Levante conosce per operazioni po' ardite a
Portofino e dintorni. Dove appartamenti di alto pregio - ovviamente ristrutturati - erano finiti in vendita a
cifre elevatissime, investimento che
non ha dato i frutti sperati. Non erano mancate assegnazioni lontano
dalla Liguria, come nel caso della
controversa ristrutturazione d'una
palestra nel comune di Uboldo 01arese).
Che ci fosse qualcosa di problematico, s'era capito sul finire del
2011. L'impresa, dopo una complicata "fusione" con Tecnoter, ha iniziato ad accusare gravi problemi di
liquidità, nonostante il lavoro tutto
sommato non mancasse. Sulle prime, i vertici avevano lamentato il
mancato pagamento di crediti superiori al milione e mezzo. E non v'è
dubbio che il ricorrente incubo dei
ritardi nel saldo, da parte sia degli
enti pubblici che dei committenti
privati, abbia rappresentato per
fedilizia un tormento. Ma, e su
questo punto il
MANAGER
resoconto del
NEL
MIRINO
curatore sarebAl vaglio
be netto, non si è
trattato solo di
deiprn
questo.
sono finite
Da Martinetto
le posizioni
vengono infatti
dei
dirigenti
passate in rassegnale fasi più delicate del tracollo societario, in particolareilperiodo acavallo frail20ll
ei12012. E quella la fase in cuii conti
della "Barberini & Lawson" precipitano. E lo spiega Paola Bavoso della
Filca-Cisl, uno dei sindacati che seguirono da vicino la vertenza: <<Alfinizio si era ipotizzato un concordato preventivo, una procedura insomma più soft». Ma fu annullata
proprio per le insolvenze ormai
sempre più manifeste, con autentico dramma per i dipendenti: dalla
cassa integrazione all'assenza di
reddito. «Soloin parte - spiega Bavoso - siamo riusciti a ricollocare i lavoratori, ma molti di loro sono rimasti a spasso». Tra incroci di cariche
(fra le più curiose c'è la figura d'un
socio al 40%, in una partecipata, che
compirà a breve 93 anni) e voragini
sospette nei conti, la Procura accelera. E il crac Barberini & Lawson è
materia corposa d'inchiesta penale.
Con fari per forza accesi sui suoi ormai ex dirigenti.
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Concordato della Fumagalli
Due ditte vogliono affittare
LECCO
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SonolacavadiBergamoe
la prefabbricazione industriale di
Bulciago i due rami della Fumagalli
edilizia che interessano a due imprenditori che potrebbero affittare
e poi acquistare i due rami aziendali e farsi carico di una sessantina di
lavoratorL
A occuparsi di questa trattativa
è il commercialista Guido Puccio che mercoledì presenterà al-
fudienza dei creditori chirografari una proposta di rimborso ed
esporrà gli effettivi interessamenti per i rami aziendali della
Fumagalli.
L'azienda infatti è entrata in
concordato in deroga la scorsa
primavera, presentando nei libri
contabili un passivo economico
di dieci milioni di euro e una proposta di rimborso per i creditori
chirografari del 12%. Da qui è
sorta la decisione di Puccio di
bandire subito un'asta per faffitto dei cinque rami aziendali vincolata alla presa in carico della
forza lavoro. Tuttavia questa vicenda sta creando molta tensione fra i lavoratori ancora in carico alfazienda, in tutto 154, e fra i
sindacalisti: «Siamo ancora in attesa di una convocazione da parte del curatore per avviare una
trattativa con le imprese interessate per faffitto dei rami aziendali - spiega Giuseppe Cantato-
re della Cgil di Lecco - Non sappiamo ancora chi subentrerà e
quanti lavoratori potranno tornare a lavorare».
Il curatore ha deciso di non
esporsi prima dell'udienza e solo in quell'occasione sarà possibile capire quali saranno gli sviluppi e le prospettive occupazionali per i lavoratori. Ma prima di
tutto il curatore dovrà incassare
il consenso del Tribunale di Lecco all'avvio della procedura di affitto.• G. Riv.
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Un corteo dei dipendenti della Fumagalli edilizia
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ILitMATTlNO
Napoli
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IL~'MATIINO
Caivano
Gruppo Papa, accordo dopo sei mesi senza stipendio
vertenza: «Gli operai hanno
detto basta. Nonostante persei
mesi non abbiano percepito lo
stipendio, loro hanno lavorato
fino a venerdì, poi lunedì hanno
iniziato lo sciopero. È da
sottolineare che hanno portato
avanti le proprie mansioni solo
con i propri risparmi. Infatti il
Gruppo Papa ha appalti anche
fuori Campania, e gli operai
hanno continuato a lavorare
prowedendo con mezzi propri.
Questa situazione era
diventata insostenibile». Nel
primo pomeriggio finalmente la
notizia tanto attesa. Le parti
raggiungono l'accordo
sindacale. Il sindacato ha
inoltre chiarito il perché di
questi ritardi. «II Gruppo Papa
ha motivato di non riuscire a
pagare le spettanze a causa del
ritardo dei versamenti delle
aziende committenti - spiega
Nappo - parliamo di appalti
pubblici. Nel corso della
vertenza abbiamo chiesto alle
imprese titolari delle
commesse di sostituirsi nel
pagamento». L'azienda si è
impegnata con i sindacati e
presto verranno versate gli
emolumenti dovuti.
e.p.
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Da cinque giorni
manifestavano davanti agli
ingressi dell'azienda. Sono i
dipendenti del Gruppo Papa di
Caivano, impegnata nel campo
dell'edilizia per lavori di
trivellazione. Lo scorso lunedì
sono iniziate le rivendicazione
dei settanta dipendenti
dell'indotto nella zona
industriale di Pascarola.
Striscioni, slogan e soprattutto
speranza fino a giovedì
mattina. Infatti da sei mesi non
percepiscono stipendio.
Commenta Ciro Nappo,
segretario regionale della Fillea
Napoli, che ha curato la
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di CREMONA
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La Provincia
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Ieri swnmit dei sindacati
Nuova fumata nera
per 'Cava Alberti'
I25 dipendenti
temono il fallimento
CREMA - Seconda fumata nera, nel giro
di una settimana, e sfiducia che cresce sempre più tra i 25 dipendenti della Cava Alberti. La riunione di ieri pomeriggio nella sede
della provincia a Cremona ha lasciato
l'amaro in bocca ai rappresentanti sindacali. «Siamo ancora al punto di partenza - ha
commentato Cesare Pavesi di Fillea Cgil al
termine dell'incontro -. In più c'è la netta
sensazione che si vada verso Il possibile fallimento dell'impresa. All'orizzonte non si
vedono subentn e non è ancora chiaro quali ammortizzatori sociali si possano utilizzare per garantire un sostegno economico ai
dipendenti». Alla riunione
con il presidente provinciale Massimiliano Salini e l'assessore al Lavoro Paola Orini hanno partecipato i tre segretari generah Giuseppe
De Maria (Cisl), Mino Grossi (Uil) e Mimmo Palmieri
(Cgil). Con loro il segretario
di Fillea Cgil Enrico Samarini, quello di Filca Cisl Enrico Sonzogni, insieme al collega Luca Donida Labati. Nien- Un presidio
te si è sbloccato in merito all'ottenimento di altri ammortizzatori sociali per il 2013. Tra le ipotesi restano in campo la possibilità di avere la cassa in deroga
per l'anno prossimo, ma al momento non è
possibile sapere se questo ammortizzatore
sociale sarà concesso dal ministero. La ripetizione della straordinaria è un'altra via
percorribile, ma potrebbe essere ancora
più complicata. Un'eventuale replica l'anno prOSSImo sarebbe ottenibile solo a condizione che vengano ricollocati il 30 per cento dei dipendenti. Il che significa 6 lavoratori su 25. A fine mese potrebbero esserci significative novità sul proseguimento dell'attività dell'azienda. (sas)
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il mattino
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PER LA CRISI DEL SETTORE EDILE
Chiude la SantineUo Costruzione: in 65 sono senza lavoro
• PADOVA
Il titolare Aurelio Santinello
Chiude anche la Santinello. La
nota azienda edile Santinello
Costruzioni, con sede operativa
in via Galilei 37, a Caselle di Selvazzano, su un'area complessiva di 60.000 mq2, dei quali
20.000 coperti, è arrivata alla fine. Gli amministratori dell'impresa che produceva, per mezza
Italia, manufatti industriali di
cemento di qualità, certificati
con il sistema internazionale
Icmq, dopo aver messo in pratica tutti i tentativi per restare a
galla e continuare l'attività produttiva, dopo quattro generazioni, hanno deciso di metterla in
liquidazione. E così finiscono
sulla strada tutti i 65 dipendenti
che erano stati già messi in cassa integrazione straordinaria
per un anno dopo che era stato
raggiunto, in Provincia, un accordo tra il titolare dell'impresa,
Aurelio Santinello, che oggi ha
oltre 80 armi e i sindacati di categoria, con la mediazione dell' assessore Barison.
La nota fabbrica di manufatti
è stata fondata alla fine dell' ottocento da Demetrio Santinello.
Nel 1918 il successore Marino la
iscrisse alla Camera di Commercio, mentre attualmente è guidata da decenni dall'ingegnere
Aurelio. Due anni fa c'era stata
già una richiesta di tagliare 30
posti di lavoro, ma, anche grazie
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alla ritrovata disponibilità da
parte della proprietà, la procedura di mobilità territoriale fu
trasformata, quasi subito, in
una prima cassa integrazione.
«La crisi dell' edilizia padovana e veneta in generale diventa
sempre più pesante», sottolinea
Marco Benati, segretario provinciale della Fillea-Cgil, «con la
Santinello Costruzioni sparisce
dal settore una delle aziende
storiche dell'intero Nordest. A
questo punto a noi del sindacato non ci resta altro da fare che
cercare di far applicare per i dipendenti che restano senza lavoro tutti gli ammortizzatori sociali possibili».
Felice Paduano
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la Nuova Ferrara
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15-11-2012
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SAN GIOVANNI DI OSTELLATO»
Cantieri Estensi, firmato
l'accordo per la Cassa
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Chiesto un anno di "straordinaria" per i 57 lavoratori. Non sono previsti esuberi
E' prevista la cessazione dell'attività e la creazione di una nuova società
t S. GIOVANNI DI OSTELLATO
E' stato sottoscritto ieri negli
uffici
dell' amministrazione
provinciale 1'accordo per la
cassa integrazione straordinaria della durata di un anno per i
57 lavoratori della Cantieri
Estensi, il cui stabilimento,
inaugurato pochi anni fa alla
presenza di Lucio Dalla, è situato nell'area Sipro di Ostellato. L'accordo è stato siglato alla
presenza di Barbara Celati, dirigente del servizio Politiche del
lavoro e formazione professionale, della proprietà aziendale,
del rappresentante di Unindustria Ferrara e dei sindacati del
settore edile Fillea -Cgil e Filca-Cisl e della Rsu di fabbrica,
Un interno
della
Cantieri
Estensi,
l'azienda
è stata
inaugurata
nel marzo
del 2009
L'azienda costruisce imbarcazioni in vetroresina, vende e
fornisce assistenza direttamente in tutta Europa e nel bacino
del Mediterraneo. Sino ad oggi
il cantiere ha varato oltre 500
esemplari ed è leader nel seg-
mento delle Lobster boats da
Il a 16 metri e delle Navette, o
Trawler, da 15 a 20 metri.
L'azienda sta usufruendo del
nuovo concordato con continuità aziendale previsto dal
Decreto Sviluppo, in virtù del
quale ha fino a 120 giorni di
tempo per presentare un nuovo piano industriale a causa di
problemi di natura finanziaria.
Con il concordato si congela la
situazione esistente e in pratica si saldano i creditori con
quello che c'è in cassa.
Cantieri Navali ha risentito,
come tutti gli altri concorrenti,
della crisi del settore anche se
nel portafoglio ci sono diversi
ordini. L'azienda costruisce
imbarcazioni rivolte ad una fascia di alta gamma. Pare che
all'orizzonte ci sia un imprenditore straniero interessato a rilevare la società. E' prevista la
cessazione dell'attività della
Cantieri Estensi e la creazione
di una nuova società. (m. bar.)
SANGIOIIANNIDIOSllLlATO}) IIlllIlll LI
Cantieri Estensi, finnato
l'accordo per la Cassa
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La Provincia di Varese
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Caimi, i lavoratori
non mollano
Spiragli di dialogo
Lonate Pozzolo
Presidio a oltranza a Lonate
di, gli stipendi di giugno e luglio
che i lavoratori reclamano. «Vista la procedura attivata, non ci
sono liquidità a disposizione». E
proprio questo potrebbe essere
uno dei motivi per cui i lavoratori potrebbero decidere di continuare con l'assemblea permanente indetta martedì mattina.
Nel tardo pomeriggio di ieri i
rappresentanti sindacali hanno
illustrato la situazione ai dipendenti, lasciando a loro la scelta di
come procedere nell'agitazione.
Anche se rispetto a martedì, almeno una certezza c'è: «Ora abbiamo un canale aperto di interlocuzione con l'azienda e conosciamo numeri e cifre». Per capire se questo possa bastare a
convincere i lavoratori bisogna
però aspettare almeno fino ad
oggi pomeriggio. _ R. sap.
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Futuro della Caimi. si riapre la trattativa sindacale. Anche se i lavoratori proseguono il presidio permanente nello stabilimento di via Tevere.
Intanto, dopo che per tutta la
notte di martedì i lavoratori sono rimasti in azienda, ieri pomeriggio i sindacati hanno incontrato a Milano il professionista
che sta seguendo l'azienda che si
occupa di edilizia e costruzioni
nella procedura di concordato
preventivo in continuità attivata lo scorso lO ottobre.
«Finalmente abbiamo davanti delle carte che ci dicono come
vogliono procedere nel rilancio
dell'azienda e questo è un elemento positivo», il commento di
Stefano Rizzi (Fillea-Cgil), «a
ieri non c'era un piano e la situazione nebulosa non ci faceva intravedere la direzione in cui l'impresa si stava muovendo».
Stretta tra i fidi bancari e committenti che non riescono a saldare le fatture, la società di Andrea Caimi ha avviato un concordato che per sei mesi'sospende ogni pagamento, dando cosÌ
la possibilità all'azienda di risollevarsi e riprendere la propria attività
«Ci hanno illustrato la situazione debitoria, le modalità con
le quali intendono rieritrare e soprattutto quali siano i cantieri
che possono essere riattivati»,
sottolinea Rizzi, «elemento centrale perché il concordato abbia
un effetto positivo».
Resta però il problema dei sol-
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IL GAZZETTINO
J..REVISO
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CASALE Vivono in ansia i lavoratori della sede del gruppo Doimo di di via Trevigiana Nuova
Frezza, 51 posti a rischio
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'T"
La proprieta eintenzionata a chiudere, il motivo: ilforte calo delfatturato
.Nello Dupré
CASALE
Ad un passo dalla chiusura
l'azienda "Frezza" di Casale
(del Gruppo Doimo di Vidor)
specializzata nella produzione di mobili per ufficio. Ieri i
51 dipendenti della "Frezza",
che opera da 17 anni nello
stabilimento di via Trevigiana Nuova a ridosso della provinciale Jesolana, sono stati
con il fiato sospeso per conoscere l'esito dell'incontro che
i rappresentanti delle organizzazioni sindacali (Anna Zanoni Fillea-Cgil e Marco Potente Filca-Cisl) hanno avuto la
proprietà dell'azienda. Fumata nera al termine dell'atteso
faccia faccia. "Purtroppo
l'azienda - dice la sindacalista
Zanoni - ci ha comunicato la
decisione di chiudere lo stabilimento di Casale a causa del
forte calo del fatturato. Noi
crediamo che ci siano ancora
margini per trovare soluzioni
alternative alla cessazione
dell'attività, e alla conseguente messa in cassa integrazione straordinaria per due anni
delle maestranze». Poi scatta
la fase della mobilità, che è
l'anticamera dellicenziamento. La speranza di evitare in
DD
extremis la chiusura della
"Frezza" è affidata all'incontro che i sindacati dei lavoratori avranno il 22 novembre
prossimo con i vertici della
Doimo. L'altra sera c'è stato
un incontro tra la dirigenza
della "Frezza" e il sindaco di
Casale Stefano Giuliato con i
componenti la Giunta civica.
Il capo dell'esecutivo si è
impegnato ad attivare ogni
iniziativa utile per impedire
la perdita di 51 posti di lavori,
che avrebbe una pesante ripercussione sull'economia casalese. Infatti, per la quasi
totalità dei lavoratori della
"Frezza" si prospetta un futuro pieno di incognite. Per la
maggior parte di loro, che
hanno mediamente un'età ancora lontana dalla pensione,
trovare un'altra occupazione
sarà molto difficile con la
crisi che sta attanagliando un
po' tutto il settore delle piccole medie aziende produttive
del territorio. «Lavoro alla
"Frezza" dal primo giorno
dell'apertura di 17 anni fa commenta preoccupato un
lavoratore di 48 anni con
moglie e due figli in età
scolare - e non so sinceramente quale futuro mi aspetta. Voglio sperare che si
possa fare ancora qualcosa
I SINDACATI
Il SINDACO
. . . . . .H1?!11!,-!,!gqn:l!
Cercheremo
d/salvare
. . ·lòccupazione
in pericolo
buoni11!arg!,!~
Pf!soluzio,!~
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C~S~!~
Vvu u na
IO D"(}fOto de o "cdo dc g uppo DD mod d vDTrevgonD Nuov"
Frezza, 51 posti a rischio
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alternative
per non mettere sul lastrico
decine di famiglie». Gli fa
eco un compagno di lavoro
(G.B.) di 54
anni. «Fino a
qualche anno
fa se un operaio con una
specializzazione perdeva il posto la
lavoro non incontrava particolari difficoltà a trovare un'altra occupazione.
Adesso, con
la crisi e la
recessione,
l'unica speranza di sopravvivenza
rimane l'emigrazione».
Da rilevare
che anche i
127 dipendenti della fabbrica di Vidor della Doimo sono in
cassa integrazione straordinaria. Intanto i
51 dipendenti della "Frezza"
di Casale stanno valutando la
possibilità di attuare una manifestazione di protesta.
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Quotidiano
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BRIANZA
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Foglio
14-11-2012
11
1
Altri sei mesi
di cassa
alla Salvarani
Giussano, ossigeno per i dipedenti
di LAURA BALLABIO
-GIUSSANO-
QUESTI SEI MESI potranno essere determinanti per conoscere
le sorti dell'azienda brianzola che
dall'estate del 2010 sta attraversando un difficile momento di crisi. Attualmente l'azienda di via
Valassina è stata affidata a un liquidatore nominato dal Tribunale di Monza: dallo scorso mese di
luglio i giudici hanno chiamato il
seregnese Carlo Maria Novara
per concludere le trattative aperte
con almeno una decina di gruppi
nazionali e internazionali interessati all'acquisto dell'intero sito
aziendale. Proprio per cercare di
fare cassa e garantire a possibili acquirenti di rilevare, in parte o totalmente, la produzione o i fabbricati aziendali, sono state messe in
atto alcune operazioni per garanti-
re un'immissione di liquidità.
"Un incontro perfare il punto della situazione è previsto nei prossimi giorni quando avremo un resoconto della situazione in merito
alle procedura di messa in vendita dei beni non strumentali», hanno sottolineato i rappresentanti
sindacali Annunziata Ziliani (Fillea Cgil), Luigi Puppo (Filca Cisl)
e Marco Cazzaniga (Feneal Uil).
Ultimo provvedimento in ordine
di tempo è la messa all'asta dei
molti dei beni non strumentali:
in particolare saranno presto mes-
si in vendita alcuni terreni, alcuni fabbricati e uffici, oltre ad una
palestra non direttamente riconducibili alla principale attività
aziendale di proprietà del patrimonio personale della famiglia
EHi. La prima fase di vendita,
che prevedeva la possibilità di
presentare offerte in busta chiusa, è andata praticamente deserta.
Dei 19 beni messi all'asta solo in
un caso è stata formulata una richiesta di acquisto. Questa mattina è invece in programma una seconda trance della vendita
all'asta.
071740
È ARRIVATA ieri pomeriggio
nella sede del dipartimento provinciale del lavoro di Monza la flfma ufficiale sul rinnovo della cassa integrazione per i lavoratori
della Feg Salvarani di Giussano.
L'accordo, che prevede altri sei
mesi di ammortizzatori sociali
per gli oltre 120 lavoratori dell'industria giussanese, storico marchio del made in Italy e del design nostrano. Allontanato per il
momento lo spauracchio dellicenziamento: fino al prossimo mese
di
maggio
ai
dipendenti
dell'azienda giussanese sarà garantita un sostegno economico.
Dei 120 dipendenti ancora regolarmente iscritti al libro paga
dell'azienda una quarantina sono
attualmente impiegati nella produzione e del factory store che dallo scorso mese di marzo per la parte manifatturiera, e da giugno per
quanto riguarda quella commerciale dell'outlet di vendita al dettaglio, sono state riavviate grazie a
una procedura concordata con i
giudici del tribunale di Monza.
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Settimanale
GroRNALE di SEREGNO
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13-11-2012
20
1
AZIENDA
Cassa integrazione
per i dipendenti
della «Cassina»
071740
(dmi) Ancora nulla di fatto tra sindacati
e «Cassina» all'incontro di mercoledì
scorso. La storica azienda di via Busnelli ha iniziato le procedure di mobilità per 15 dipendenti indiretti, ancora da nominare (su 283 lavoratori
totali): una procedura che non riguarda la parte produttiva ma l'area amministrativo-commerciale.
La vicenda è seguita da vicino dai
sindacati di Cgil e Cis!, il cui obiettivo è
«tutelare al massimo i lavoratori». Un
incontro si è svolto mercoledì scorso:
«Purtroppo dobbiamo ancora approfondire alcuni elementi - ha spiegato il
sindacalista Filca Cisl di Monza e
Brianza, Armando Busnelli - L'unica
certezza è che l'azienda ha accettato di
applicare la cassa integrazione straordinaria per un anno. In settimana avremo anche un'assemblea con gli impiegati ai quali spiegheremo tutta la
situazione. Speriamo di trovare al più
presto una soluzione: nel frattempo
abbiamo già programmato un incontro
a Monza, per lunedì 19 novembre, alle
14 presso la sede di Confindustria durante il quale speriamo di concordare
con l'azienda la bozza dell'accordo».
La procedura di ridimensionamento
deriva dal fatto che l'azienda di via
Busnelli sta avendo una diminuzione
del fatturato residenziale (che copre i
due terzi del fatturato totale) di circa
meno lO per cento. Una procedura
simile è stata avviata anche nella sede
di Tolentino.
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ILitMATTlNO
Caserta
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34
Foglio
1
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Quotidiano
n.~MATTINO
Interporto, per far ripartire i cantieri
tumazione e prolungamento della cig
«Sopravvivenza» occupazionale
Per la Essetì in campo la ricetta
che fu già adottata alla Cogedi
Giuseppe Mi retto
Il blocco
I sindacati:
«La crisi dell'lse
è finanziaria
e amministrativa
c'è bisogno
di un altro vertice
in prefettura»
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071740
Alla ricerca dell' occupazione perduta.
Riparte la sperimentazione sindacale
all'Interporto Maddaloni-Marcianise:
la crisi morde e si tenta di nuovo il «reinserimento periodico nei cantieri deicassintegrati di lungo corso». Prolungamento della cassa integrazione in cambio o con l'aggiunta del turn -over occupazionale: rotazione del personale in
funzione dei bisogni e delle richieste di
manodopera imposte dal calendario di
completamento delle opere in consegna e abbandonate da mesi come capannoni, assi viari, piazzali. Interventi e
ritorni al lavoro subordinati allo sblocco delle procedure (e agli investimenti
per circa 300 mila euro) per la delocalizzazione delle sottostrutture: metanodotto e elettrodotto che attraversano i
cantieri abbandonati. Ieri mattina, nel
vertice sullo stato della crisi tra imprese,
dirigenza dell'Interporto Sud Europa
(Ise), operai e sindacati, è passata la linea delle segreterie provinciali di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil): «Utilizzo a singhiozzo del personale combinato con una proroga della cassa integrazione in due fasi». Dal 5 al31 e poi almeno dal primo gennaio fino al31 maggio
sono le date di proroga degli ammortizzatori sociali per i 40 edili in forza alla
Esseù srl. «L'obiettivo vero - spiegano
Bruno Piscitelli (Fillea), Alfonso Petrone (Filcal) e Franco Cirillo (Feneal) - è
mitigare, anche con il ritorno flessibile
al lavoro, i disagi sociali innescati da
questa crisi. E soprattutto non recidere
il rapporto professionale tra maestranze e imprese». Il modello è quello già
sperimentato con successo dalla Cogedi: i 40 dipendenti (già collocati in cassa
interazione) con l'alternanza di squadre, con turni di impiego di 10 giorni,
hanno garantito il completamento dei
capannoni e lavori supplementari di
manutenzione presso la struttura che
ospita il cinema multisala del Centro
Campania. Si tratta di sopravvivenza occupazionale, un rimedio che non scalfisce la crisi che è soprattutto finanziaria
e amministrativa, innescata dal blocco
delle concessioni edilizie sul versante
di Marcianise. «E proprio per questo precisano Bruno Piscitelli, Alfonso Petrone e Franco Cirillo, rispettivamente
segretari provinciali di Fillea Cgil, Filca
Cisl e Filacams Uil - c'è bisogno di un
ulteriore vertice, da tenersi presso la
Prefettura, che certifichi lo stato di crisi
e vincolile parti alle proprie responsabilità». Dopo il vertice istituzionale della
scorsa settimana, presieduto dal sindaco di Maddaloni Antonio Cerreto, e l'incontro Ise-imprese-operai, sarà la volta
del confronto tra tutti gli enti territoriali. Il fatto nuovo, è che questa volta l'avvocato Giuseppe Barletta, assistito da
Salvatore De Biase (presidente Ise) ci
ha messo la faccia. L'azionista di riferimento ha voluto personalmente incontrare gli operai, rivendicando la bontà
del progetto Interporto. «L'unico intervento imprenditoriale -ha detto- esistente in Provincia di Caserta capace di
garantire uno sviluppo possibile e duraturo nel tempo». L'intermodalità casertana è tutt' altro che archiviata.
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IL PICCOLO
Data
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Giornale di Gorizia
13-11-2012
31
1
Alla Mibb un giorno a casa
per fare lavorare tutti
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Quotidiano
Fino a gennaio contratto di solidarietà per i 34 dipendenti dell'azienda
Alla IIcam la produzione tiene e non ci sono al momento ricorsi alla Cig
di Francesco Fain
• CORMONS
È una formula che si potrebbe
Il comparto del legno mostra ancora segni di sofferenza
ci saranno gravi ripercussioni
sul fronte degli stipendi perché
i dipendenti percepiranno fra il
90 e il92% dello stipendio reale,
di quanto cioé avrebbero incassato con l'orario full time. Ecco
perché, per semplicità, si riassume il contratto di solidarietà
con lo slogan: «Lavorare meno
per lavorare tuttÌ».
La Fillea-Cgil non ha mai nascosto di considerare <mno sviluppo positivo» quello dei contratti di solidarietà. Anche perché è stata la prima volta in assoluto che nella nostra provin-
58.
{1RIPRODUZIONE RISERVATA
071740
riassumere con lo slogan
"Lavorare meno per lavorare
tutti". Ci riferiamo ai contratti
di solidarietà, un modus operandi di gestione della crisi purtroppo scarsamente utilizzato
nelle vertenze sindacali.
Eppure, i contratti di solidarietà sono stati utilizzati alla
Mibb di Cormòns, azienda del
settore del legno che produce
lettini e camerette per colossi
come Chicco e PrenataL In questa maniera, i sindacati sono
riusciti a gestire una situazione
di crisi, senza dover ricorrere ad
altre forme di ammortizzatori
sociali. Ma come si esplicita,
nella fattispecie, questa soluzione contrattuale? Da alcuni mesi
e sino alla fine dell' anno - «F orse arriveremo sino a gennaio»,
sorride soddisfatto il segretario
provinciale della Fillea -Cgil, Enrico Coceani - i 34 dipendenti
della Mibb hanno ridotto e continueranno a ridurre il loro orario di lavoro: in pratica per un
giorno alla settimana rimangono a casa. Non ci sono state nè
cia si è data soluzione alla crisi
di un'azienda applicando tale
strategia: «una formula che viene utilizzata sporadicamente»,
le parole di Enrico Coceani che
aggiunge: «Vedremo, alla scadenza dei contratti di solidarietà, quale sarà la situazione alla
Mibb e se sarà necessario studiare altre forme di ammortizzatori socialÌ».
Riguardo alla Ilcam (altra
azienda cormonese del comparto legno con oltre 500 dipendenti) ci sono alcuni scarichi di
lavoro in alcuni settore. Comunque, non si è ricorsi alla
cassa integrazione, almeno per
il momento. «Tengono i reparti
del prodotto laccato lucido e
del pvc, il legno invece continua a registrare dei passaggi a
vuoto», specifica Coceani. Che
evidenzia come il mercato del
legno in Italia ormai sia ridotto
«allumicino». Qualche cifra per
avere il quadro complessivo: otto anni fa, in tutto l'Isontino, risultavano essere operanti e attive 230 aziende. Oggi, ne sono
sopravvissute 172. Se ne sono
perse per strada qualcosa come
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lA GAZZETfA DI LECCE
Data
13-11-2012
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4
Foglio
1
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Quotidiano
lA GAZZEllA DELMEZZOGIORNO
RESTANO APPESI AD UN FILO LE GRANDI OPERE, CHE POTREBBERO RIPORTARE IN ATTIVITÀ I CASSINTEGRATI
Ditta Palumbo, 250 operai
ancora col fiato sospeso
Operai della Palumbo ieri sotto la Prefettura [foto Rocco Tomal
voratori; sul tratto finale (Palmariggi-Otranto) persistono incertezze
per le autorizzazioni non ancora
complete. Sottopassi: la Provincia
vorrebbe far partire i lavori contemporaneamente, ma su quello di
San Cesario pare ci siano alcuni
intoppi. Da sole, queste due piccole
opere garantirebbero il lavoro a una
trentina di persone.
Alessio Colella, segretario generale della Fillea-Cgil di Lecce, ha
chiesto la convocazione in Prefettura
di un tavolo con tutti gli attori interessati da questa vertenza: Anas,
Regione, Provincia, sindacati. Probabilmente passati questi dieci giorni di attesa per l'avvio dei lavori sulla
Regionale 8 se ne discuterà: «Entro
dieci giorni dovrebbero risolversi i
problemi relativi ai due cantieri più
grossi, ma le scadenze degli ammortizzatori ci allarmano. Giovedì siamo
pronti a tornare in Prefettura». Dello
stesso avviso Sandra Russo, segretario generale della Filca-Cisl di Lecce: «Il paradosso è che rispetto ad
altre aziende in crisi, alla Palumbo il
lavoro non manca, ma è bloccato da
cavilli burocratici».
071740
/I Ci sono 250 operai del Gruppo
Palwnbo appesi al filo della burocrazia. L'azienda attende l'avvio di
due grandi opere e di altrettanti lavori di minor importanza. Ma non
può muoversi per colpa dei continui
ricorsi, che bloccano i cantieri. Centinaia di famiglie piombano nella
paura e si chiedono che cosa sarà di
loro a gennaio: tra un mese e mezzo
scadono gli ammortizzatori sociali
in deroga, con ridottissime possibilità di rinnovo. Spiragli, ancora da
confermare, arrivano dall'assessore
regionale ai Lavori Pubblici, Fabiano Amati: entro dieci giorni un tratto della Regionale 8 (la Lecce-Melendugno, bloccata da un esposto presentato da un privato ai carabinieri)
dovrebbe partire.
Ieri, dopo un'assemblea nel cantiere di Sternatia, i lavoratori hanno
deciso di organizzare un sit-in sotto
la Prefettura. Hanno ottenuto un incontro con il viceprefetto Guido
Aprea, che li ha informati della telefonata intercorsa tra il prefetto
Giuliana Perrotta e l'assessore
Amati sulla Regionale 8. Tra dieci
giorni, i lavoratori sono pronti a
tirare le somme. Ma al pettine ci sono
altri nodi da sciogliere.
Il Gruppo Palumbo ha quattro
commesse che possono far tornare al
lavoro tutti e 250 i dipendenti oggi in
cassa integrazione: la Maglie-Otranto, la Regionale 8, i sottopassi di San
Cesario e Sternatia. Maglie-Otranto:
il primo cantiere è aperto ma solo nel
primo tratto (Maglie-Palmariggi),
per un impegno di appena 30 la-
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Quotidiano
l'Adige
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Foglio
13-11-2012
7
1
Alla Silvelox e alla Tassullo
salta la quattordicesima mensilità
071740
TRENTO - La Gallox non è l'unico caso trentino di stipendi in ritardo per
la mancanza di liquidità nelle aziende. Nel comparto metalmeccanico ora
una parte delle emergenze è rientrata. Tutto all'opposto la situazione in
edilizia, dove a luglio erano circa 700 i dipendenti con retribuzioni in ritardo. "Ora sono certamente di più, il ritardo negli stipendi nel settore è
generalizzato - afferma il segretario della Fillea Cgil Maurizio Zabbeni - E in
molti casi non arriva neanche il pagamento della cassa integrazione».
In alcune imprese più grandi, ma con qualche affanno, stanno saltando le
quattordicesime mensilità, che corrispondono al premio annuale. "La Silvelox di Castelnuovo - precisa Zabbeni -l'ha rinviata all'anno prossimo.
La Tassullo ci ha chiesto addirittura di eliminarla». Silvelox ha chiuso il
20 Il con 22 milioni di euro di fatturato (+0,7%) e 344 mila euro di perdita, Tassullo con 24,6 milioni di ricavi (-2,8%) e 1,2 milioni di perdita.
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