FalliInento: affidata a un curatore la società che fa capo
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FalliInento: affidata a un curatore la società che fa capo
LA STAMPA CUNEO E PROVINCIA LAVORO. IMPRENDITORE DI DEMONTE FalliInento: affidata a un curatore la società che fa capo a Verna Non pagati da cinque mesi gli stipendi ai 28 dipendenti BARBARA MORRA DEMONTE devano sulla società, tanto da poter essere affrontati solo con una procedura concorsuale. Fra i creditori di cui dovrà occuparsi il curatore fallimentare Silvana Pellegrino con la supervisione del giudice delegato Roberta Bonaudi, ci sono i lavoratori dell'impresa, 28, di cui 19 avevano presentato dècreto ingiuntivo per gli arretrati di stipendio. «Con le ingiunzioni si chiedevano i pagamenti di marzo, aprile e maggio - spiegano Mimmo Formicola della Fillea-Cgil e Vincenzo Battaglia di Filca-Cisl-. Sal- 08-09-2012 44 Foglio 1 vo un acconto per marzo ad oggi~i lavoratori non hanno più ricevuto nulla dall'azienda». I due rappresentanti del sindacato esprimono amarezza per il precipitare della situazione: «Ci si può scontrare quando si tratta per ottenere i premi o altro, ma quando è in ballo il futuro di un'azienda il nostro primo obiettivo coincide con quello dell'imprenditore: evitare il tracollo. Purtroppo non sono serviti gli incontri che nei mesi scorsi ci sono stati con la proprietà: gli operai cominciavano ad essere molto in difficoltà». La dichiarazione di fallimento è arrivata dopo che, il 4 settembre, si è tenuta un'udienza per esaminare il decreto ingiuntivo presentato da uno dei lavoratori. Gli altri 18 erano stati convocati in tribunale per il 20 settembre. 071740 È fallita la storica società di costruzioni «Maurilio Verna sas» di Demonte. Impresa edile in attività da cinque generazioni, piegata dalla pesante crisi che da tempo si è abbattuta in questo settore anche nel Cuneese. Solo a novembre dell'anno scorso Verna già vicepresidente di Confmdustria e presidente ad interim dopo le dimissioni di Antonio Antoniotti a febbraio 2009 - aveva ricevuto un riconoscimento dall'Ance (di cui fu vicepresidente regionale) per i 150 anni di attività. La sentenza di fallimento è stata pronunciata dal tribunale di Cuneo mercoledì, 5 settembre, su istanza del pubblico ministero. Troppi, secondo i magistrati, i debiti che pen- Data Pagina www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Fillea e sindacati del settore stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 5 la triBuna Data Pagina Foglio 08-09-2012 26 1 TENSIONE A SAN BIAGIO Crisi Panto, l'incubo di SO licenziamenti www.ecostampa.it Quotidiano Per l'azienda ci sono consistenti esuberi tra i 124 dipendenti. La Cgil: «No ai tagli». Puppato: «Subito u n tavolo regionale» di Serena Gasparoni t SAN BIAGIO Incubo licenziamenti allaPanto Spa: a rischio 50 posti di lavoro. I dati relativi all'andamento del fatturato parlano chiaro: un drastico calo di oltre 6 milioni in meno di 4 anni. Ma parla chiaro anche una nota della stessa azienda che fa riferimento ad una forte contrazione del mercato interno (non di quello estero) che potrebbe richiedere un ridimensionamento delle risorse a disposizione. «Quaranta licenziamenti purtroppo è il minimo» commenta Francesco Orrù di Filca Cisl <<Ìn media un'azienda di serramenti dovrebbe avere un fatturato pro capite (per lavoratore) di 150 mila euro. Per la Panto Spa siamo invece a quota 80 mila euro. I conti sono presto fatti: ci chiediamo come l'azienda vada avanti con una situazione tanto catastrofica». Tutto questo mentre ieri si è consumata la seconda giornata di sciopero: puntuali, i 124 lavoratori dell'azienda si sono presentati davanti ai cancelli di via Prati, ma anziché timbrare il cartellino sono rimasti a protestare davanti allo stabilimento. Il presidio è scattato giovedì in tarda mattinata, dopo il vertice tra azienda e sindacati per discutere del mancato pagamento delle ultime tre mensilità (giugno, luglio, agosto) e mezza tredicesima, ma soprattutto per discutere di un piano industriale che definisca una qualsiasi strategia per il prossimo futuro. Una situazione questa che accomuna anche i dipendenti dell'emittente AntennaTre Veneto, a bocca asciutta da addirittura cinque mesi e che avevano scioperato lo scorso agosto. Ma l'azienda, nella persona dell' amministratore delegato Pierluigi Franchin, non ha fornito risposte: sensibilizzando i cittadini affinché venga trovata una soluzione». E la protesta dei lavoratori della spa non ha lasciato indifferente il mondo politico. Laura Puppato, capogruppo del Pd in Regione, ha rivolto un appello all'assessore Donazzan affinché convochi la proprietà e i rappresentanti sindacali e apra un tavolo per indagare difficoltà e prospettive, ed eventualmente inserire nel Cda una rappresentanza del corpo dei lavoratori. «Panto è un' azienda di carpenteria nata nel 1910 e che grazie ad intuizioni e genialità produttive a partire dagli Anni Sessanta ha saputo ritagliarsi via via un posto di tutto rispetto nel panorama internazionale dei serramenti, quale marchio di qualità italiana» spiega Puppato «dobbiamo fare ogni intervento per impedire che si perdano 120 posti di lavoro e si riduca ancora il livello di penetrazione commerciale delle nostre produzioni eccellenti nel mercato italiano ed estero». Il picchetto organizzato dai lavoratori della Panto spa davanti allo stabilimento di San Biagio. La mobilitazione è scattata giovedì 071740 Anche una mamma col figlio al sit-in: Liliana e Antonio un comportamento che ha fat to scattare la mobilitazione. I lavoratori sono determinati a continuare lo sciopero, dopo essersi resi disponibili a lavorare senza percepire uno stipen dio durante tutti questi mesi, convinti di poter ottenere i 10ro soldi e qualche certezza appena dopo le ferie. Arriveranno all'occupazione dell'azienda se la situazione non si dovesse sbloccare entro pochi giorni. Ma ora, quella che un tempo era nota come una delle più floride aziende di serramenti italiane potrebbe essere costretta ad operare profondi tagli al personale. «Una possibilità che noi sindacati scartiamo categoricamente» commenta Anna Zanoni, della Fillea Cgil <<Ì lavoratori hanno dimostrato la loro disponibilità mentre l'azienda ha disatteso le sue promesse circa la presentazione di un piano industriale. Ci stiamo muovendo contattando le istituzioni e Ritaglio Fillea e sindacati del settore stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 6 Quotidiano la triBuna Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 08-09-2012 34 1 La Zaccariotto Cucine di Gaiarine GAIARINE Zaccariotto, accordo diciotto operai a casa e l'azienda riparte • GAIARINE 071740 I lavoratori della Zaccariotto ed il sindacato hanno vinto la corsa contro il tempo per evitare che la proprietà consegnasse i libri in tribunale, la prossima settimana. Ieri, infatti, è stato raggiunto il sospirato accordo per la cassa integrazione, grazie anche alla mediazione, da una parte, di Unindustria Treviso, e, dall'altra, dell'amministrazione comunale di Gaiarine. Un nuovo imprenditore, da fuori provincia (stretto riserbo, al momento, sulla sua identità), ha formalizzato la disponibilità ad affittare l'azienda e, stando alle indiscrezioni, già lunedì riattiverà le linee produttive. L'intesa prevede, però, un significativo sacrificio occupazionale. La nuova società, che si chiamerà "Cucine Zaccariotto srl", darà lavoro soltanto a poco più di una trentina di lavoratori. Altri 18, quindi, dovranno restare a casa. Ieri mattina hanno accettato di sottoscrivere le loro dimissioni; saranno posti in cassa integrazione ed hanno ricevuto un incentivo di 3 mila euro. «Pochi? E' vero», riconosce Loris Dottor, della segreteria Fillea Cgil, «ma in una situazione pre -fallimentare era il massimo che potevamo ottenere». Dottor conferma comunque la prospettiva di una possibile riassunzione almeno di una parte dei dimissionari, a mano a mano che la crisi lascerà il posto alla ripresa. La Zaccariotto si è trovata in difficoltà perché pizzicata dalla Guardia di Finanza in un' evasione milionaria e con la necessità, adesso, di pagare un'ammenda salatissima. L'accordo di ieri prevede il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti. L'ammortizzatore sociale varrà, in ogni caso, per gli addetti che non verranno immessi subito nel circuito produttivo. Ma oltre ai 18 che hanno scelto di andarsene, pochi altri dovrebbero finire in cassa. Francesco Dal Mas Ritaglio Fillea e sindacati del settore stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 7 07 -09-2012 49 Foglio 1 Data GAZZIl'l'1Jl DI PARMA I Pagina www.ecostampa.it Quotidiano E1NUZIA STOP AL PRESIDIO. PRESTO LA CIG? Bellocchi Spero, prima intesa sulle retribuzioni Lorenzo Centenari U La svolta arriva nella tarda 071740 mattinata di ieri: la proprietà della Bellocchi Spero & C. e Italcondotte si impegna, nei confronti dei suoi dipendenti, a saldare metà degli stipendi arretrati entro la fine di settembre, l'altra metà entro ottobre. Segnali di apertura anche in merito all'utilizzo degli ammortizzatori sociali, strumento cui l'azienda non aveva ancora fatto ricorso. Si interrompe così al terzo giorno lo stato di agitazione -con presidio davanti ai cancelli - dei lavoratori facenti capo alla storica impresa edile parmense, realtà da 36 dipendenti specializzata in opere idrauliche e infrastrutturali. Anche la Bellocchi Spero, di recente, è stata tuttavia risucchiata dal vortice della pesante crisi di settore, fatta di carenza di commesse e ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Operai senza paga da cinque mesi, impiegati in bianco anche da dieci mesi. Uno scenario insostenibile, per citare Mauro Toscani della Filca Cisl, «un muro contro muro», scaturito nell'iniziativa di sciopero ad oltranza appoggiata dai sindacati provinciali di categoria Finché ieri i titolari non hanno accettato di incontrare i rappresentanti sindacali. «Finalmente - spiega Lisa Gattini di Fillea Cgil - l'azienda ha ragionato sul tema delle retribuzioni, impegnandosi a onorare in due rate le spettanze arretrate. Nutriamo inoltre fiducia che la Bellocchi apra al più presto le pratiche per la c::\Ssa integrazione straordinaria>-. . La sigla bilaterale dell'accordo è in programma questa mattina e salvo sorprese, oggi il personale dovrebbe tornare rego-larmente a lavorare. «Queste persone -conclude Antonio Cuppone, Feneal Uil - hanno diritto alla piena certezza dei pagamenti».• Ritaglio Fillea e sindacati del settore stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 8 Settimanale GIORNALEdiTREVIGUO Respedil, oggi un altro tavolo a Bergamo MORENGO (ddv) Respedil, oggi l'incontro alla «Lia» di Bergamo. Dopo il mancato accordo della scorsa settimana si ritorna al tavolo delle trattative nella vertenza che vede coinvolta l'impresa edile morenghese specializzata in ristrutturazioni di lusso. L'azienda ha infatti annunciato sessanta esuberi per il prossimo anno, e l'introduzione della cassa i~~e~razione straordinaria per tuttI l cIrca 180 dipendenti. Ieri, al centro civico di Morengo, Foglio 07 -09-2012 15 1 all'assemblea sindacale con Gianbattista Locatelli della Fillea Cgil c'erano circa una sessantina di operai. Molti, lavorando all' estero o lontano da Morengo, non hanno infatti potuto partecipare. All' ordine del giorno la preparazione al tavolo di oggi presso la «Liberi imprenditori associati» di Bergamo. Si parlerà presumibilmente, per ora, della rotazione dei turni per la cassa e dell'anticipo della cassa integrazione straordinaria. «Far aspettare fino all'inizio del 2013 padri di famiglia non è semplice - ha spiegato Locatelli Intanto i temi sono questi, quanto agli esuberi ci sarà modo di parlarne in seguito: ci sono diverse ipotesi che vogliamo valutare, tra le quali la possibilità che qualcuno sia "accompagnato" alla pensione o la proposta di periodi di mobilità s~ bas~ volontaria. Ma per questo Cl sara tempo. Per ora, c'è da segnalare un segnale positivo da parte dell' azienda che ci incontrerà a Bergamo». www.ecostampa.it MORENGO Data Pagina 071740 Dopo ['incontro concluso con un nulla di fatto della scorsa settimana I.:azienda ha annunciato sessanta esuberi Ritaglio Fillea e sindacati del settore stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 9 il Quotidid'iii Data Pagina Foglio 07 -09-2012 16 1 Italcementi, vertenza ai titoli di coda, L'intesa in Confindustria tra azienda e sindacati Cassa integrazione, l'accordo www.ecostampa.it Quotidiano Una settimana di stop) poi rotazioneper31 lavoratorifino a esaurimento scorte ma settimana, inoltre, la direzione aziendale e la Rsu s'incontreranno UNnuovopassoversoladismissione. per un esame congiunto del proInchiostro nero su foglio bianco, efir- gramma di utilizzo dei lavoratori nei meincalce,persottoscriverelemoda- termini stabiliti dall'accordo raglitàattuativedellacassaintegrazione giunto ieri in sede di Confindustria, straordinaria che accompagnerà per assicurare la massima rotazione l'Italcementi di Vibo Marina verso la possibile in relazione alle esigenze definitiva chiusura. L'accordo è stato tecnico-organizzative, alle loro specisiglato ieri negli uffici di Confindu- ficità e alla disponibilità ad assolvere stria Vibo Valentia, nel corso di un a mansioni diverse da quelle previste vertice patrocinato dal direttore nei rispettivi contratti. dell'associazione degli industriali {(Attraverso la rotazione - si legge Anselmo Pungitore. Reca l'assenso nell'accordo -l'azienda si impegna a dei dirigenti di Italcementi Fabio garantire una equa distribuzione di Drago, Mario Mora e Giu- "'__"••_'11_ _"" giornate di lavoro e di soseppe Agate, dei sindacalispensione con ricorso alla sti Abdel El Afia e NazzareCassa integrazione guadano Denami della Fillea Cgil, straordinaria, con Fabio Blandino della Filca eventuali aggiustamenti, Cisl e Pasquale Russo della oggetto di confronto fra la Feneal Uil, dei rappresendirezione aziendale e la tanti della Rsu dello stabiliRsu. La direzione aziendale mento vibonese Secondo -è scritto nell'intesa tra Italcementi e rappresentanze Chiavelli(FilcaCisl), Renato Fuscà(Fillea Cgil) e Giovansindacali si confronterà ni Patania (Slai Cobas). Si è d l 't con la Rsu in caso di esigenSl ze di interventi aggiuntivi, deciso che da lunedì prossimo e per l'intera settimana" rispetto all'esercizio nortutto il personale in forza almale dell'attività come solacementeriasaràsospesoazeroore. pra regolato, fermo restando il riIn sostanza stabilimento fermo. Dal spettodelnormaleorariocontrattua17 al 23 settembre, invece, saranno le. Si conferma-conclude il documenrichiamati in servizio diciassette la- to - che mensilmente l'azienda intevoratori per la spedizione dei prodotti greràla Cgis e l'anticipazione del Tfr finiti, nel corso di un solo turno gior- quale incentivo all'esodo, proporzionaliero. Praticamente in questa se- naIe all'effettiva sospensione del laconda settimana rimarrà aperto solo voro)). Ciò nei termini dell'accordo il reparto vendita con l'impiego del sindacale sottoscritto il 30 luglio personale necessario a smaltire le scorso al Ministero del Lavoro e delle scorte in esso stipate. Dal 24 settem- Politiche sociali. bre saranno quindi richiamati in serLadefinizionedelle modali tàattuavizio ulteriori quattordici lavoratori, tive della Cassa integrazione precede per un totale di trentuno unità su ot- l'avvio del {(Tavolo di coordinamento tantadue presenti in organico, che per lo sviluppo» che s'insedierà stasaranno impiegati nella macinazio- mani nell'Ufficio territoriale del gone del semilavoratoe nella spedizione verno, presieduto dal prefetto Michedel prodotto finito, sempre per un leDiBari,conlapartecipazionediReturno giornaliero. Il programmadu- gione, Provincia, Comune, Confinrerà fino al definitivo smaltimento di dustriae organizzazioni sindacali. tutte le scorte. Venerdì della prossi©RIPRODUZIONERISERVATA di PIETROCOMITO Tra qualche settimana la chiusura detìnitiva o 071740 e Ritaglio Fillea e sindacati del settore stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 11 lA GAZZEllA DELMEZZOGIORNO lA GAZZETIì\ DI BASILICAI<\ Pagina 06-09-2012 11 Foglio 1 Data Valdadige, licenziamenti scongiurati nuova società e riduzione del salario www.ecostampa.it Quotidiano CRISI AZIENDALE riMPIANTO DI VENUSIO PASSA ALLA ILA LATERIZI SRL. RAGGIUNTO rACCORDO DOPO DUE GIORNI DI TRATTATIVE CON I SINDACATI EMILIO SALIERNO accordo sulla falsa riga di quello della Fiat di Pomigliano. La nuova azienda che subentraaggiunge Pantone - si è impegnata per la continuità della produzione ma ha chiesto ai sindacati, e quindi ai lavoratori, il sacrificio collegato al contratto di solidarietà. Certo, non è stato facile accettarlo, comunque le maestranze, pur a queste condizioni, si porteranno dietro tutta la contrattazione diretta e indiretta» Lo stabilimento materano della Ila Valdadige ubicato sulla strada statale 99 [foto Genovese] 071740 " Sono stati scongiurati i licenziamenti per i 65 dipendenti della Ila Valdadige (ex gruppo Fantini·Sciarapico, ora scisso) che ha uno stabilimento nella zona di Venusio, dove vengono prodotti laterizi e travetti, in difficoltà finanziarie dopo alcuni investimenti non riusciti in Spagna e Serbia, sembra per una cifra di oltre cento milioni di euro. È passata la proposta dei sindacati, approvata dall'assemblea dei lavoratori, che prevede un contratto di fitto d'azienda per il passaggio dell'impianto materano dalla Ila Valdadige al nuovo gruppo, costituito ad hoc, che si chiama Ila Laterizi srl, «creatura» comunque legata alla famiglia pugliese Sciarapico. Valeriano Delicio, della Feneal Vil, dice: «L'accordo consente, ai lavoratori che vi aderiscono, di continuare ad essere impiegati con il nuovo assetto aziendale. La Ila Laterizi si è impegnata ad assumere tutti i 65 dipendenti, sia pur in modo graduale. È prevista comunque una riduzione del salario accessorio (solidarietà retributiva) per scongiurare i paventati licenziamenti e dare la possibilità di coprire l'organico ad un costo accettabile. La riduzione è del 67 per cento, per un anno, circa 200/250 euro in meno mensili. Entro qualche giorno - fa presente Delicio - il contratto di fitto d'azienda sarà ratificato da un notaio». Michele Andriulli, della Fillea Cgil, pur commentando positivamente il risultato raggiunto dopo due giorni di intesa trattativa, facendo riferimento alla riduzione del salario aziendale, sottolinea che si tratta «di un sacrificio enorme da parte dei lavoratori e dei sindacati, ma necessario per salvaguardare il mantenimento dei livelli occupazionali. Certo - aggiunge Andriulli - è una scommessa anche per la famiglia Sciarapico, che comunque ha voluto credere in questa nuova iniziativa. Del resto, si parlava di almeno undici licenziamenti. Oltre all'accordo, è previsto che, d'ora in poi, l'intero ciclo della produzione si realizzerà a Matera (cava, fornace, commercializzazione). «A maggio del 2013 -dice Franco Pantone, della Filca Cisl - ci sarà una valutazione dell'eventuale rientro del salario di solidarietà. Sullo stabilimento di Matera si sono riverberati tutti gli effetti negativi dei colpi negativi che la Fantini-Sciarapico ha subito sugli scenari internazionali, e il rischio di perdite di posti di lavoro era dietro l'angolo. Abbiamo concluso, in linea di massima, un Ritaglio Fillea e sindacati del settore stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 12 Data Pagina Foglio 06-09-2012 20 1 Nuovo carcere di Uta, accordo raggiunto Dopo l'incontro in Prefettura la garanzia per i lavoratori di ricevere gli stipendi arretrati. Gli operai cessano l'occupazione di Luciano Pirroni • UTA Accordo raggiunto. I lavoratori del nuovo carcere di Uta vedranno riconosciuti i pagamenti degli ultimi tre mesi e, nel giro di venti giorni, le spettanze della cassa edile. Stop alla protesta, dunque, con gli operai che hanno abbandonato il tetto della struttura e concluso l'occupazione dell' impianto. Si può ripartire con la costruzione dell'opera sullo sterrato della zona industriale di Macchiareddu. La fumata bianca è stata sancita nel corso della serata alla fine di un lunghissimo summit nel palazzo della Prefettura. Un verdetto che dispone l'immediata erogazione delle mensilità arretrate ai cinquanta dipendenti della società Opere pubbliche, che ha in appalto la costruzione dell'istituto penitenziario. «Abbiamo ottenuto - hanno sottolineato gli esponenti della segreteria Fillea Cigl, Chicco Cordeddu ed Erika Collu l'impegno per i versamenti degli stipendi di giugno, luglio e agosto da parte dell'associazione temporanea di imprese. Inoltre nell'arco di poche settimane verranno accreditati anche gli emolumenti della cassa edile». Sono le certezze scaturite dall'incontro tra il prefetto Giovanni Balsamo, il provveditore del Ministero delle infrastruttu- re, l'azienda ed i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Le perplessità, comunque, sono legate ai tempi di consegna del nuovo istituto fissati per il 30 dicembre. E, soprattutto, alle continue difficoltà della ditta nel pagamento degli stipendi. «Purtroppo è proprio cosìhanno proseguito Cordeddu e Collu - La paura è di ritrovarci nella stessa situazione il 15 ottobre. Anche perché questa vertenza si trascina da troppi mesi. Non vorremmo che questo accadesse. Sarebbe una beffa per il plotone di lavoratori che con dignità hanno portato avanti la loro attività senza percepire un so- lo centesimo». Per questo le parti sociali hanno rivolto un appello al provveditore per siglare una sorta di clausola di salvaguardia: «Abbiamo invocato un dispositivo che mettesse i dipendenti al sicuro di fronte ad altre irregolarità dell'azienda - hanno continuato i rappresentanti sindacali - Questo, purtroppo, non è stato possibile perché il provveditore non può farsi garante delle carenze della società». La partita è ancora aperta, dunque. «Si ribadisce che era fondamentale ripartire con il pagamento degli arretrati - ha aggiunto Collu - ma da parte nostra non abbasseremmo certo la guardia di fronte ad altre situazioni di irregolarità dell' azienda». www.ecostampa.it Quotidiano ~Ni il=~ O D,O E 5E~i~?~~F~~~iiI CHICCO Gli operai sul tetto del nuovo carcere di uta in costruzione COR~EDDU Ritaglio Fillea e sindacati del settore stampa ad uso esclusivo del destinatario, non 071740 Restiamo preoccu pati per le' continue difficoltà dell'impresa nel pagare i salari ai lavoratori del cantiere riproducibile. Pag. 13 Data Pagina Foglio • TOLMEZZO I muratori emigrano Altre imprese ko Appalti, allarme CgiI Anche in Carnia l'edilizia è sempre più in crisi Da Paularo un centinaio di lavoratori va in Alto Adige L'edilizia è in crisi e dalla Carnia i muratori emigrano fuori regione «Il settore più in sofferenza prosegue Gerin - appare appunto quello pubblico, ma problemi esistono pure nel settore privato». Gli addetti occupati nel settore edile sono passati dai 7.500 nel 2007, a 5.900 nel 2010 per assestarsi nel 2011 a 5.500, di cui 2 mila stranieri, mentre le imprese sono scese da 1.254 nel 20 10 a 1.149 nel 2011 con un calo dell'8,37%. La crisi non colpisce solo le grandi imprese: il 60% degli occupati lavorano in aziende con un massimo di 10 addetti. «1190% delle imprese - prosegue il sindacalista - ora fa ricorso alla cassa integrazione per mancanza di lavoro». Con una ricaduta negativa nell'indotto. «Le piccole imprese e gli artigiani stanno subendo dei contraccol- pi. Si registrano difficoltà nei pagamenti' da aziende che chiudono per fallimento, per quanti lavorano per conto terzi, o per la stretta creditizia che parte dalle banche e passa anche attraverso i committenti privath>. Nel frattempo altre aziende hanno dovuto fare i conti con la mancanza di lavoro e chiudere o fallire. Dopo gli 80 posti persi a Chiusaforte con Agriforest, altre imprese hanno dichiarato forfait: Idea edile di Venzone, 30 addetti, Finrnar srl di Buia, 30 addetti, De Sabbata costruzioni di Maiano, 30 addetti, Sostero costruzioni di Lignano che ha fallito dopo aver investito a Ravascletto e Villa Santina. «Le grandi imprese stanno cercando commesse al Sud (la Vidoni in Calabria) o all' estero (Serbia, Croazia, Corno d'Africa), questo - termina Gerin - porterà a mantenere la struttura, ma la manodopera sarà ricercata nei posti dove è ubicato il lavoro». Gino Grillo IDRIPRODUZIONE RISERVATA 071740 La grave crisi che attanaglia il settore edile in Friuli, ma specialmente in Carnia, rischia di provocare un esodo di lavoratori verso zone fuori regione. La spia di questa nuova emigrazione viene da Paularo, che su 3 mila residenti conta ben 400 persone impiegate in edilizia. Un centinaio ha già abbandonato il paese, per recarsi a lavorare in Alto Adige, nel traforo del Brennero. La situazione è stata monitorata dai sindacati che hanno constatato come molti edili si adattino ad accettare occupazione in aziende che non assicurano loro solo un lavoro occasionale. Il pericolo è che se la crisi non termina, specie in montagna si debba riprendere le valigie per altre zone. Se da un lato i sindacati si dicono soddisfatti per il rinnovo del contratto di lavoro regionale che <<llonostante il momento di crisi - spiega Francesco Gerin della Fillea Cgil- vede un aumento del 6% tra indennità' mensa e quant'altro», dall'altro non si prospetta ancora la fine dell'emergenza. I sindacalisti che hanno effettuato un vertice sulla situazione, Francesco Gerin della Fillea Cgil, Mauro Rainis del Fenail Uii e Valentino Bertossi del Filca Cisl- harmo rimarcato come non si veda ancora la fine del tunnel. «Speriamo che il 2012 si attesti sui dati del 2011. La crisi toccherà duro ancora nel prossimo armo, e solo nel 2014-2015 si prevede una prima timida ripresa». I sindacalisti sciorinano i numeri dell'emergenza: in provincia gli appalti pubblici sono scesi dai 6 mila del 2009 ai 5.200 del 2011, mentre il settore privato è passato dai 4.544 appalti ai 4286. 06-09-2012 26 1 www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Fillea e sindacati del settore stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 14 Data Pagina Foglio 06-09-2012 29 1 Prata, la Pescarono è in liquidazione Tramonta un altro simbolo. 1131 agosto finita la cassa integrazione, i dipendenti (una cinquantina) sono a "disposizione" t PRATA Tramonta un altro simbolo dell'industrializzazione nella zona del mobile. È stato posto in liquidazione il mobilificio Pescarollo srl di Prata. L'azienda di via Oderzo, fondata nel lontano 1948 da Arduino e Virgilio Pescarollo e sviluppatasi rapidamente grazie alla qualità dei materiali, la capacità tecnica, la ricercatezza delle linee di design e le finiture, sta vivendo i giorni più difficili della sua storia. Il31 agosto, infatti, si è esaurita la cassa integrazione straordinaria per i residui dipendenti, che ormai non raggiungono la cinquantina di unità fra operai e impiegati. Ieri si è tenuto un incontro fra i rappresentanti della proprietà e i sindacati per conosce- re il futuro dell'azienda, entratain crisi nera da un paio d'anni. Il mobilificio, che sorge proprio di fronte al colosso Friulintagli spa, è specializzato nella produzione di mobili sia per il settore giorno che per il settore notte, ma non sembra essere più in grado di uscire dal grave impasse causato dal calo degli ordinativi. La mancanza di liquidità, nonostante l'immissione di capitale fresco da parte degli stessi componenti della famiglia Pescarollo, rimasti molto attaccati all'azienda di famiglia, ha causato il mancato pagamento delle ultime mensilità ai lavoratori che sono allo scoperto ormai da luglio. Con la messa in liquidazione del mobilificio, in scena è entrato un pool di professionisti incaricati di verificare la copertura finanziaria e la capacità di onorare gli impegni con i lavoratori, i fornitori e i vari creditori. «Non c'è stato nient'altro da fare che prendere atto della messa in liquidazione - ha confermato Cristiano Danelon di Fillea-Cgil-. Il prossimo incontro, che dovrebbe tenersi a fine mese, sarà più chiaro nello stabilire quali sono le intenzioni della proprietà, una volta verificata la situazione finanziaria. Per il momento, infatti, tutti i lavoratori sono a disposizione dell'azienda. Ci sono ancora degli ordini da evadere, poi si vedrà». Un tempo attivo sui mercati europei e nordamericani, il mobilificio, sorto inizialmente a Portobuffolé, quindi "emigrato" a Prata a seguito de- www.ecostampa.it Quotidiano gli eventi alluvionali, è a un passo dalla fine, dopo 64 anni di storia. «Ci auguriamo che possa esserci un proseguo aziendale dopo le adeguate verifiche - spera Sonia Quatrida di Filca-Cisl-. Il futuro è oggi incerto: la cessata attività potrebbe trasformarsi in un concordato. In ogni caso sono da salvare dei posti di lavoro». I dipendenti della Pescarollo, come quello di altri mobilifici, provengono da svariate località del Pordenonese ma anche del Trevigiano. Dopo il crac del gruppo Florida, il fallimento della Barriviera Cappe e il soffocamento di numerosi terzisti e fornitori, è ancora Prata a dover pagare il prezzo maggiore alla crisi economico-occupazionale. Giacinto Bevilacqua ©RIPRODUZIONE RISERVATA 071740 Una delle proposte di arredo della Copat di Maron di Brugnera Ritaglio Fillea e sindacati del settore stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 15 il mattino Data Pagina Foglio 04-09-2012 13 1 www.ecostampa.it Quotidiano La 'Biliardi Schiavon' mandaacasa gli ultimi dipendenti La storica azienda di Voltabarozzo famosa in tutto il mondo continuerà con la famiglia dei titolari. Durissime proteste • PADOVA Simonetta Schiavon lo Galan e signora Sandra ed è stata anche ospite in numerose trasmissioni di Mediaset. La sindacalista che sta conducendo la vertenza con l'azienda è Rosanna Tosato, della Fillea-CgiL «Noi del sindacato abbiamo aspettato tutta l'estate in attesa della risoluzione che i fratelli Schiavon avevano in famiglia» spiega la sindacalista. rrJRIPRODUZIONE RISERVATA 071740 La storica azienda "Biliardi Schiavon" fondata nel 1935 da Giuseppe Schiavon in via Cesare Battisti e trasferita, negli anni '60, a Voltabarozzo in via Piovese, ha effettuato una drastica dieta dimagrante. Dopo una vertenza andata avanti per tutta l'estate la società, oggi nelle mani di papà Renzo e del figlio Fabrizio, a causa del calo delle commesse, dovuto alla crisi mondiale del settore, ha mandato a casa gli ultimi cinque dipendenti ed ha mantenuto nel suo organigramma soltanto i familiari, tra cui Simonetta e Sandra' figlie del fratello di Renzo, Zelindo Schiavon. Tra l'altro Simonetta, sino a dieci anni fa è stata uno dei personaggi più popolari della città perché ha sempre partecipato con assiduità ai salotti padovani, ad esempio a quelli che organizzava la stilista di alta moda Rosy Garbo, dove erano di casa anche KatiaRicciarelli, Giancar- «Sembrava che la società restasse saldamente nelle mani di Zelindo. Invece, tra luglio ed agosto, l'azienda è stata affidata, definitivamente, al fratello Renzo ed ai suoi figli. A sorpresa, poi, sono arrivate le lettere di licenziamento per tutti i dipendenti eccetto, naturalmente, i familiari. A questo punto saremo irremovibili per far rientrare i licenziamenti anche a costo d'intraprendere una vertenza durissima attraverso lo studio legale dell'avvocato Giancarlo Moro». E Tosatto va oltre: «Siamo preoccupati anche perché, senza più dipendenti diretti, la Biliardi Schiavon rischia di chiudere i battenti per sempre oppure di diventare un'azienda meramente commerciale senza avere più al suo interno la storica falegnameria che, per decenni, ha tenuto alto nel mondo l'immagine di Padova e delnordest». Felice Paduano Ritaglio Fillea e sindacati del settore stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 18 071740 www.ecostampa.it Quotidiano Fillea e sindacati del settore Pag. 19