Vangelo e riflessione Domenica Corpus Domini14

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Vangelo e riflessione Domenica Corpus Domini14
L’annuncio della Parola oggi
1. Vangelo e riflessione della Domenica del Corpus
Domini: “La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera
bevanda”.
2. Koinonia-Sulla Tua Parola = Gv 6,51-58
Videoriflessione di padre Giuseppe De Nardi, parroco di
Tiberiade – Gloria.Tv.
3. Corpus Domini. Papa Francesco: A quale tavola voglio
nutrirmi? – Gloria.tv.
4. Cassano allo Jonio (CS) – Borghi d’Italia (Tv2000)
– Gloria.Tv.
5. Dalle Opere di S. Alfonso – Il Pastore nutre le pecore col
suo sangue.
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“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).
1. Vangelo della domenica – (Gv 6,51-58).
“La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda”.
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io
darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da
mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non
bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita
eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera
bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita,
ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane
disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane
vivrà in eterno».
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Un consiglio per non bloccarsi: aprirli uno per uno e lasciarli terminare.
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2. Koinonia – Sulla Tua Parola = Gv 6,51-58 – con padre Giuseppe De Nardi, parroco di
Tiberiade (6,44). – Gloria.TV.
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3. Corpus Domini. Papa Francesco: A quale tavola voglio nutrirmi? – di gioiafelice (dur.
7,49) – Gloria.Tv.
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4. Cassano allo Jonio (CS) – Borghi d’Italia (Tv2000) di Francesca80 (dur. 29,42) –
Gloria.Tv.
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5. Dalle Opere di S. Alfonso – Il Pastore nutre le pecore col suo sangue.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui (Gv 6,56). San Dionigi
Areopagita osserva che l’amore tende sempre all’unione con l’oggetto amato. Ora, poiché il cibo
diventa una sola cosa con chi lo mangia, il Signore volle trasformarsi in cibo affinché noi,
ricevendolo nella santa comunione, diventassimo una sola cosa con lui. Prendete e mangiate: questo
è il mio corpo (Mt 26,26). Così dicendo, Gesù voleva realizzare con noi la massima unione. E’ come
se avesse detto: “Uomo, cibati di me, affinché io e te formiamo una cosa sola”. Come due ceri, scrive
san Cirillo di Alessandria, liquefacendosi, si fondono insieme, così chi si comunica si unisce talmente
con Gesù, che egli sta in lui e lui in Gesù. […]
San Francesco di Sales, parlando dell’Eucaristia, diceva: “Il Salvatore in nessun’altra azione si
dimostra più amoroso e più tenero che in questa, nella quale si annichila, per così dire, e si riduce in
cibo per penetrare nelle nostre anime e unirsi al cuore dei suoi fedeli”. E san Giovanni Crisostomo
dice: “Colui che gli angeli contemplano tremando per lo splendore che da lui promana, si fa nostro
cibo; con lui ci fondiamo e diventiamo un solo corpo e una sola carne”. Poi il Santo aggiunge: “Quale
pastore nutre le sue pecore con il proprio sangue? Ma che dico, un pastore? Vi sono tante madri che,
per nutrire i loro figli, li consegnano alle nutrici. Gesù, invece, non si comporta così. Nel Sacramento
egli ci nutre e ci unisce a sé con il suo stesso sangue”. Insomma Gesù volle farsi nostro cibo e una
sola cosa con noi, perché ci amava ardentemente.
G. Silvestri da L’Amore delle Anime, Cap.V, 2 – Leggi tutto il capitolo originale.
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Papa Francesco, come il Buon Pastore, è andato in cerca della
pecorella smarrita. – Nel suo incontro con i detenuti della Casa
circondariale di Castrovillari ha espresso “Se il carcere non aiuta il
detenuto a ritrovare una strada di reinserimento sociale, sarà stato
solo un periodo di punizione spesso degradante per la dignità del
recluso”. Chiedere scusa: la parola che riesce ad ottenere il perdono
anche per un delitto mafioso terribile come l’uccisione del piccolo
Cocò, di tre anni e l’omicidio brutale di padre Lazzaro, impegnato a
sostenere extracomunitari in difficoltà.
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Papa Francesco ai sacerdoti riuniti nella cattedrale di Cassano: “Non
c’è niente di più bello per un uomo che essere chiamato dal Signore
Gesù. Condividere innanzitutto la gioia di essere preti, “a sorpresa
sempre nuova di essere stato chiamato, anzi, di essere chiamato dal
Signore Gesù. Una chiamata a seguirLo e a portare agli altri la sua
parola, il suo perdono”. – E tutt i sacerdoti vanno con pensiero grato al
P. Lazzaro Longobardi ucciso mentre era impegnato a sostenere
extracomunitari in difficoltà.