Anemia infettiva Equina una patologia emergente

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Anemia infettiva Equina una patologia emergente
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nemia infettiva Equina
Auna
patologia emergente
Prima segnalazione nella Regione Molise
Giuseppe Quici
Marco Quici
Introduzione
L’anemia Infettiva equina è senza dubbio
una patologia di grande attualità, giustamente definita emergente a seguito della sua
larga comparsa nel territorio nazionale.
Malattia virale causata da agenti infettivi del
genere lentivirus, famiglia Retroviridae, che riscontriamo, sempre con maggiore frequenza, in forma atipica e/o con sintomatologia
lieve od inapparente.
Siamo convinti che la comparsa e la sua diffusione nel territorio nazionale dipenda da
una inadeguata valutazione del rischio e conseguentemente da una insufficiente azione
di monitoraggio e di profilassi.
La movimentazione degli equini, sia per aspetti commerciali sia per quelli sportivi, a
seguito del DPR 234/94 che ha abolito l’obbligatorietà del test di Coggins è stata effettuata in maniera caotica e difforme da regione a regione ai soli sensi del DPR 320/54;
molto spesso è stato “chiuso un occhio” sulla necessità di eseguire il test di Coggins, il
quale, in ogni caso, avrebbe fatto emergere
tutta quella popolazione equina sieropositi-
va (quindi infetta) occultata da un apparente stato di benessere fisico. Infatti è proprio
questo il nocciolo della situazione: la eccessiva presenza di portatori asintomatici
che hanno assunto il ruolo di “untori”, a tutti
i livelli. Il clima degenerato, ormai assolutamente favorevole alle masse di insetti pungitori ematofagi, ha fatto il resto per quel
poco che rimaneva da fare.
Epidemiologia
La malattia è praticamente presente in tutte
le aree geografiche dove si allevano cavalli.
Nel passato si riteneva che i pascoli e le
aree paludose fossero responsabili della
maggiore frequenza della malattia registrata
in questi luoghi ragion per cui venne anche
denominata “febbre delle paludi”; in realtà
tale osservazione non ha rilievo assoluto a
seguito dei vari riscontri effettuati anche a
quote di tremila metri.
I macrofagi sono le cellule bersaglio del vi-
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rus dell’anemia infettiva, a livello dei quali
si può registrare una infezione persistente
che dura per tutta la vita del soggetto.
La continua osservazione di periodi di latenza è da correlare con il fenomeno di “integrazione del genoma virale” nella cellula
ospite. Generalmente le infezioni ad andamento acuto si osservano nella tarda estate
ed in autunno significando che molte di esse sono conseguenti alla puntura di insetti
ematofagi. Stomoxys calcitrans è l’insetto
vettore maggiormente chiamato in causa nella trasmissione della malattia oltre alle zanzare del genere Anopheles ed ai tabanidi.
Modalità di trasmissione
La diffusione della malattia, come predetto, avviene principalmente tramite l’azione
di insetti vettori (trasmissione indiretta).
Se l’animale si trova nella fase febbrile il
potere infettante del sangue è elevato.
Rilevante è anche il tempo che intercorre
tra i vari pasti sanguei in quanto il potere
infettante si riduce entro cinque ore.
Pur tuttavia è possibile che il contagio avvenga anche per via transplacentare e per
contatto diretto (stretta coabitazione e durante il coito) tra animale infetto e animale
sano (trasmissione diretta); è quanto ordinariamente avviene nei puledri nati da madri infette, sia per lo stretto contatto sia per
l’assunzione di latte contenente il virus della A.I. Da non trascurare la trasmissione iatrogena tramite aghi e siringhe contaminate
dal virus.
Sintomatologia
Dopo l’infezione, il periodo di incubazione si attesta intorno ai 15 gg. con fluttuazioni che vanno da 10 a 90 gg. od addirittura a non manifestare mai i sintomi della
malattia. Il decorso della stessa è tipicamente caratterizzato da una enorme variabilità di manifestazioni: si possono registrare episodi acuti della durata di pochi giorni a cui seguono intervalli di mesi od anni
in cui non compaiono sintomi.
Dal punto di vista accademico l’anemia infettiva è descritta in tre forme: acuta, subacuta e cronica.
Nelle forme acute i sintomi compaiono improvvisamente, c’è temperatura di 40-42 °C
per una/tre settimane, anoressia, sudorazione, grave anemia, ittero, petecchie soprattutto a livello sub-linguale, congestione ed edema delle mucose nasali ed oculocongiuntivali, scolo sieroso nasale, costipazione ed episodi colici, grave sindrome
renale con albuminuria.
All’esame obiettivo generale si osservano
l’edema all’entrata del petto, addome, prepuzio, parti distali degli arti, nonché un significativo abbattimento del soggetto.
Molto più frequentemente, in campo, è osservata la forma subacuta /cronica che, oltre alla presenza di reazione febbrile intermittente, rappresenta in genere gli stessi
sintomi descritti per la forma acuta ma con
comparsa ed intensità decisamente minore ed attenuata.
1 - Soggetto che presenta alcuni tra i sintomi clinici macroscopici imputabili alla presenza di infezione.
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I soggetti in questa fase manifestano anemia, aumento della velocità di eritrosedimentazione, alterazione dei parametri
enzimatici, principalmente a carico del
fegato.
2-3 - Evidente edema all’entrata del petto, addome e
L’anemia infettiva può essere, genericamente, letale per tutti gli animali infetti a
condizione che gli stessi possano vivere
sufficientemente a lungo per garantire il
completo decorso della malattia.
La diagnosi clinica si basa sulla raccolta dei
sintomi patognomonici e ricorrenti nelle espressioni patologiche presenti; l’accertamento sierologico di conferma, test di Coggins, risulta discriminante nella formulazione della diagnosi e nella assunzione delle
misure restrittive, cautelative e di profilassi
(obbligo della denuncia - Decisione Commissione 2004/216/CE). La diagnosi differenziale va posta principalmente nei riguardi dell’Arterite virale e della Piroplasmosi.
Il caso osservato nel Molise
A metà settembre nel Comune di Trivento,
in un allevamento amatoriale composto da
un solo capo equino di razza argentina
(soggetto delle foto), di sesso maschile
(castrone), di circa 10/12 anni, si interviene
per una visita clinica su richiesta del proprietario. L’animale, ritratto nelle immagini
1, 2, 3, 4 e 5, presenta modica depressione, attività cardiocircolatoria con lieve bradicardia, assenza di febbre, presenza di
edemi così come evidenti nelle foto riportate, sub ittero, assenza di petecchie emorragiche nell’area sublinguale ed in tutte
le mucose esplorabili, le grosse funzioni organiche sono conservate.
All’atto di praticare una terapia liquida infusionale e.v. si resta colpiti dall’aspetto
acquoso del sangue fuoriuscito (imm. 6).
Altresì si rimane allarmati dalla rapidità con
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prepuzio.
la quale sono sedimentate le emazie di
due campioni di sangue realizzati in altrettante provette (imm.7), una delle quali contenente anticoagulante.
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viene confermata dalla sierologia: “test di
Cogins” positivo. Dall’anamnesi remota si
accerta che il soggetto è stato acquistato
circa sei-sette anni addietro in una zona limitrofa al “lago di Occhito“ tra Molise e Puglia e che da tale data l’animale è vissuto
permanentemente nella attuale azienda senza mai manifestare sintomi di malessere.
L’anamnesi presente ci fornisce dati sulla
collocazione dell’azienda che:
- è situata in alta collina a circa 600 mt /sm;
- è esposta ad est con buona ventilazione
ed è circondata da estensioni boschive
di rilievo;
- sono presenti a poche decine di metri altri cavalli allevati a scopo amatoriale.
6 - Sangue venoso di aspetto acquoso
I parametri ematochimici risultano alterati a
causa di:
- GOT
479
0-220
- Fosf. Alcal.
590
30-220
- Trigliceridi
340
30-50
- Colesterolo
200
80-130
- Proteine Tot.
5,6
6,0-8,0
- Conteggio Glob. Rossi 3,39 6,80-12,90
- Emoglobina
5,9
11,0-18,0
- Ematocrito
14,4
32,0- 53,0
4-5 - Evidente l’edema stabilizzato nella zona
declive del torace e dell’addome; mucosa oculocongiuntivale congesta e sub itterica.
Dai dati clinici raccolti emerge il sospetto
verso le seguenti patologie: anemia infettiva, arterite virale, piroplasmosi, reazione allergica aspecifica e/o per attacchi di insetti pungitori. Alla diagnosi differenziale: l’assenza di febbre, di urina scura, di pomfi o
reazioni urticarioidi, di mucose tossichecianotiche e la conservazione delle grosse
funzioni organiche, ci orienta verso la diagnosi clinica di A.I. che successivamente
Durante l’attesa per la conferma sierologica
dell’Istituto Referente Nazionale per l’A.I.
di Pisa, il cavallo è deceduto e successivamente trattato ai sensi delle norme vigenti
per la distruzione.
I primi controlli sierologici effettuati dai Servizi Veterinari Regionali sui cavalli presenti
nella zona di protezione intorno al focolaio, hanno dato esito negativo.
A seguito dell’infezione descritta, nel corso del Piano di Sorveglianza Nazionale per
la West-Nile D. nel Comune di Civitacampomarano su un cavallo oggetto di compravendita e con Provenienza della Regio4 / 155
7 - Evidente sproporzione tra la pars liquida
e quella corpuscolata sia nel campione con
anticoagulante (tappo di color viola) sia in
quello di siero; sedimentazione ottenuta dopo
circa due minuti dal prelievo.
ne Campania, il dr. Corvinelli riscontra altra
positività sierologica per anemia infettiva in
soggetto totalmente asintomatico (8 e 9).
8 - Soggetto importato dall’Argentina,
sieropositivo, asintomatico.
9 - Lo stesso soggetto che presenta unicamente
un sub-ittero oggettivamente apprezzabile
Diagnosi
Come accade nella maggioranza delle patologie oggi ritenute emergenti, negli animali infetti, la sintomatologia non è più
quella che abbiamo conosciuto durante il
corso degli studi bensì “confusa da una
generale attenuazione delle alterazioni e
del sintomo clinico” che risulta, così, essere comune a molteplici stati morbosi.
Pur tuttavia la diagnosi clinica è praticabile
quando c’è presenza delle lesioni patognomonime (edema delle parti declivi, febbre
intermittente, petecchie emorragiche nella
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regione sub-linguale, anemia, ecc.); le indagini collaterali di laboratorio e quindi la
positività al test di Cogins, risultano di grande aiuto per emettere una diagnosi “di certezza” per Anemia Infettiva.
Provvedimenti e considerazioni
La profilassi della malattia, così come attualmente dettato dalle norme un vigore, è
assolutamente inadeguata, come inadeguati sono i provvedimenti comportamentali in
corso di focolaio.
Infatti il DPR n. 320/54, relativo al R.P.V., agli
Art. 99 e 100 contempla l’anemia infettiva
ed impone delle misure restrittive che, alla
luce delle attuali conoscenze sulla malattia,
non trovano più una concreta motivazione,
al contrario aumentano le possibilità di diffusione della stessa; ci si riferisce, in modo
particolare, alla disposizione: “il cavallo infetto, escluso dall’attività riproduttiva, può
essere adibito al lavoro entro i limiti dell’azienda agricola” - “disinfezione ripetuta delle scuderie e distruzione degli insetti ematofagi”.
In ogni caso e con tutti i mezzi risulterebbe insufficiente la lotta agli ematofagi che a
via delle attuali condizioni climatiche sono
attivi per otto mesi dell’anno..., mentre sarebbe più logico e corretto eliminare il serbatoio dell’infezione.
È necessario rendere obbligatorio il controllo sierologico per tutti gli equini allevati, magari associandolo al monitoraggio in
atto per la West Nile D. in maniera da costruire uno status sanitario di “ufficialmente
indenne” applicabile al singolo equino ed
alle scuderie.
Per quanto attiene la sieroconversione degli animali presenti nel focolaio, attualmente ed abitualmente è attesa entro i fatidici
quaranta giorni, a nostro parere c’è da dubitare; infatti nella considerazione che si ha
a che fare con dei germi del genere lentivi-
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rus e che gli stessi pongono in atto delle
interazioni con il genoma della cellula ospite, i tempi attesi per la sieroconversione
possono slittare a parecchi mesi.
Quest’ultimo aspetto apre nuove prospettive sulla possibile circolazione di animali
“falsi negativi” e sul parziale fallimento della profilassi attiva.
Lo scenario nazionale attuale, nei confronti
dell’anemia infettiva, dal punto di vista normativo appare lacunoso e privo di concreti orientamenti profilattici e comportamentali; qualche regione ha emanato delle norme a tutela del patrimonio equino esistente. In attesa di una legge che consenta un
trattamento proporzionato ed adeguato
degli episodi di a.i. equina e che sollevi il
Veterinario dall’imbarazzo e dall’impotenza, ci riterremo fortunati quando i cavalli
infetti, in attesa che le procedure burocratiche si compiano, come nel caso descritto muoiano di morte naturale.