Mozione 107_Aumento oneri coltivazione e ricerca attivita` estrattive

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Mozione 107_Aumento oneri coltivazione e ricerca attivita` estrattive
XI LEGISLATURA
ATTI AULA
Mozione n. 107
“Per la rideterminazione in aumento del valore dell’onere di coltivazione e
ricerca in materia di attività estrattiva”
Frattolin, Bianchi, Dal Zovo, Sergo, Ussai
Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
VISTO l’articolo 5 dello Statuto di autonomia;
VISTA la legge regionale 18 agosto 1986, n. 35 «Disciplina delle attività estrattive»;
VISTA la legge regionale 20 maggio 1997, n. 21 «Determinazione transitoria del fabbisogno
estrattivo in materia di sabbie e ghiaie e modifiche ai regimi autorizzativo e sanzionatorio di cui alle
leggi regionali 18 agosto 1986, n. 35, e 27 agosto 1992, n. 25, in materia di attività estrattive.
Modifiche alle leggi regionali 14 giugno 1996, n. 22, e 24 gennaio 1997, n. 5, in materia di
smaltimento di rifiuti solidi», che all’articolo 7 introduce gli oneri di coltivazione o ricerca a carico del
titolare dell’autorizzazione, da versare annualmente al Comune sede dell’attività estrattiva, quale
indennizzo dei disagi derivanti dall’esercizio della stessa, diversificato per tipologie di materiali;
RILEVATO che l’importo relativo all’onere di coltivazione e ricerca viene determinato con decreto
dell’Assessore regionale all’Ambiente, previa deliberazione della Giunta regionale, con la necessaria
differenziazione per la tipologia delle “pietre ornamentali”;
RICHIAMATO il Decreto del Presidente della Regione 11 gennaio 2013, n. 02/Pres. «Regolamento di
esecuzione dell'articolo 2, comma 1 bis, lettera b) della legge regionale 18 agosto 1986, n.35
(Disciplina delle attività estrattive) concernente le modalità di presentazione dell'istanza di
autorizzazione all'attività estrattiva e delle relative varianti»;
VISTO l’articolo 8 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133 in materia di terre e rocce da scavo,
con il quale il legislatore intende adeguare tale materia allo standard europeo, prevedendo una forte
semplificazione e snellimento burocratico per quanto riguarda la disciplina del deposito preliminare
alla raccolta e della cessazione della qualifica di rifiuto delle terre e rocce da scavo e per la gestione
delle terre e rocce da scavo stesse, con presenza di materiali di riporto, nonché per quanto riguarda le
procedure di bonifica delle aree con presenza di materiali di riporto;
TENUTO CONTO del fatto che sulla base di tale norma il Governo è stato autorizzato ad adottare un
regolamento di delegificazione teso a dettare delle disposizioni per il riordino e la semplificazione
della disciplina riguardante la realizzazione degli interventi in materia di gestione delle terre e rocce
da scavo;
CONSIDERATO che AssoARPA, associazione delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente,
ha espresso rilievi sull’attuazione di tale delega, auspicando che prima di far entrare in vigore la
nuova normativa il legislatore nazionale adotti uno o più decreti ministeriali con cui si predisponga
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l’utilizzo di metodologie scientificamente riconosciute al fine di valutare il possibile rischio di
contaminazione delle acque sotterranee;
RILEVATO – anche sulla base di tali premesse – che nei prossimi mesi la disciplina delle attività
estrattive sarà oggetto di profonde modifiche ed appare opportuno prevedere il coordinamento e
l’aggiornamento della normativa regionale di sistema e di dettaglio;
RITENUTO pertanto necessario modificare di conseguenza l’assetto legato alla pianificazione della
materia delle attività estrattive, tenendo in particolare considerazione i riflessi sull’ambiente ed il
rapporto fra oneri a carico dei concessionari e l’utile realizzato dall’esercizio dell’attività di cava;
VISTA la risposta all’interrogazione a risposta immediata n. 170 («Quando verrà adottato il PRAE?»),
con cui l’assessore all’ambiente del Friuli Venezia Giulia ha dichiarato che la fase relativa alla
predisposizione del progetto di piano si sarebbe potuta concludere verso la fine del 2014, mentre il
piano regionale delle attività estrattive, di cui all’articolo 3 della citata l.r. 35/1986 sarebbe stato «in
avanzata fase di predisposizione»;
RILEVATO altresì che ad oggi la Regione non ha mai esercitato la facoltà prevista dal comma 2
dell’articolo 7 della citata l.r. 21/1997, secondo cui il decreto dell’Assessore regionale all’ambiente,
previa deliberazione della Giunta regionale, può determinare che una quota parte dell'onere stesso
sia versato dal Comune alla Regione a titolo di rimborsi spese per le attività svolte dalla Regione
stessa ai sensi della l.r. 35/1986. Sulla base di tale norma, le somme che la Regione avrebbe
introitato sarebbero state destinate alla predisposizione, alla revisione, all'aggiornamento del Piano
regionale delle attività estrattive (PRAE), nonché alla realizzazione di interventi di sistemazione
idrogeologiche del territorio regionale, ma questa importante previsione è rimasta lettera morta;
APPURATO che la nostra Regione è interessata dalla presenza di quasi trenta cave attive (tutte a
cielo aperto), su un totale di 67 autorizzate (nel senso che per le stesse è stato perlomeno rilasciato
un decreto autorizzativo - dato aggiornato ad ottobre 2014) e che da talune di queste si estraggono
materiali lapidei anche di pregio dai quali ricavare pietre ornamentali (basti qui citare il marmo “Fior
di pesco carnico”, il marmo rosso di Verzegnis o ancora la pietra estratta dalla “Cava romana” di
Aurisina);
CONSIDERATO il rilevante impatto ambientale che la gestione di una cava a cielo aperto comporta e
rilevata la necessarietà di un Piano dettagliato che ne disciplini l’esercizio e gli effetti sul territorio;
LETTO il “Rapporto cave 2014” di Legambiente, che evidenzia come in Friuli Venezia Giulia manchi un
monitoraggio ufficiale delle cave dismesse e come le entrate regionali dovute al canone richiesto non
arrivino nemmeno ad un decimo del prezzo di vendita del materiale estratto;
RILEVATO come tale Rapporto – attraverso un confronto con altre nazioni europee - sottolinei le
evidenti differenze fra le politiche italiane in materia di attività estrattive rispetto a quelle che altri
Paesi (come il Regno Unito) hanno adottato;
APPURATO che proprio da tale confronto con il sistema adottato dal legislatore inglese emerge che
da un alto livello di tassazione consegue la riduzione dei costi ambientali connessi alle operazioni di
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estrazione (rumore, polveri, impatto visivo, ecc.), nonché la riduzione di domanda di aggregati vergini
(incoraggiando al contrario l’uso di materiali alternativi, quali aggregati secondari o riciclati);
RILEVATO che in Inghilterra è stato raggiunto il notevole risultato del superamento della soglia del
novanta per cento del riciclo dei materiali da costruzione e demolizione (tale quota in Italia è ferma al
dieci per cento) solo in seguito all’introduzione di un’apposita imposta sull’estrazione di sabbia e
ghiaia da cava e di una tassa sul conferimento in discarica;
APPURATO che sulla base di tali dati gli importi degli oneri di coltivazione e ricerca richiesti per
l’esercizio di attività di cava risultano di molto inferiori alla media applicata a livello nazionale nelle
altre regioni italiane e a quella generalmente applicata a livello internazionale;
RITENUTO che appare irragionevole applicare dei valori di oneri così bassi in un settore così
remunerante e dalle ricadute ambientali considerevoli, in quanto per dare un esempio la quantità
estratta di inerti a livello nazionale supera i 140 milioni di metri cubi e le entrate derivanti da un più
ragionevole livello di tassazione favorirebbero un sistema improntato al recupero ambientale dei siti
di estrazione sfruttati e poi non più utilizzati;
RILEVATO altresì che la nostra Regione non prevede nemmeno un piano di recupero per le aree di
cave dismesse;
Tutto ciò premesso;
impegna la Giunta regionale
1) a promuovere una rivisitazione della disciplina in materia di applicazione degli oneri di
coltivazione e ricerca in materia di attività estrattive affinché - dopo la loro rideterminazione
in aumento - gli stessi si avvicinino a quelli applicati nel resto d’Italia e a livello internazionale;
2) ad adottare al più presto il Piano regionale per le attività estrattive (PRAE).
Presentata alla Presidenza il 19/02/2015
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