Esporta l`inventario
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Esporta l`inventario
Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo. Inventario dell'archivio storico e degli archivi aggregati (1308 1948) a cura di Serena Pasquin Provincia autonoma di Trento. Servizio Beni librari e archivistici 1999 Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura di Serena Pasquin; il lavoro è stato ultimato nel 2000. L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione "Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del Trentino e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Francesca Benini, Chiara Bruni, Ines Parisi ed Emanuela Pandini (Cooperativa ARCoop) nel corso del 2009, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006". 2 Albero delle strutture Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, 1308 - 2009 Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, 1308 - 2000 Pergamene, 1308 - 1751 Anagrafe di Coredo, 1566 - 2009 Registri dei nati e battezzati, 1566 - 1972 Registri dei matrimoni, 1572 - 1949 Registri dei morti, 1731 - 1973 Indici dei registri dei nati, dei morti e dei matrimoni, 1821 - 1924 Registri dei cresimati, 1880 - 2009 Stati delle anime, 1851 - 2000 Registri dei consensi paterni, 1821 - 1955 Registri degli sponsali, 1908 - 1944 Atti matrimoniali, 1817 - 1948 Carteggio ed atti attinenti all'anagrafe, 1776 - 1925 Beneficio parrocchiale di Coredo, 1471 - 1957 Urbari e inventari, 1471 - 1885 Registri degli instrumenti, 1683 - 1797 Atti amministrativi, 1610 - 1942 Resoconti e documenti di corredo, 1929 - 1957 Chiesa parrocchiale di Coredo, 1467 - 1967 Urbari e inventari, 1467 - 2000 Registri degli instrumenti, 1735 - 1750 Atti amministrativi, 1617 - 1953 Registri dei conti, 1602 - 1967 Resoconti e documenti di corredo, 1816 - 1955 Resoconti, 1816 - 1955 Documenti di corredo, 1918 - 1955 Fondo Nuova Chiesa, 1897 - 1956 Atti amministrativi, 1897 - 1956 Registri di cassa, 1930 - 1949 Chiesa di San Rocco, 1744 - 1885 Urbari, 1744 - 1885 Quinternetti dei pagamenti, 1859 - 1878 Benefici e legati, 1592 - 1966 Registri dei legati, 1692 - 1731 Beneficio Bombarda, 1676 - 1955 Urbari e inventari, 1681 - 1925 3 Atti amministrativi, 1676 - 1955 Diari delle messe, 1757 - 1866 Stipendio Giorgio Bombarda, 1896 - 1918 Atti amministrativi, 1896 - 1918 Primissaria, 1700 - 1966 Urbari, 1700 - 1925 Atti amministrativi, 1700 - 1942 Registri della rese di conto, 1746 - 1834 Resoconti e documenti di corredo, 1818 - 1966 Stipendio Erlicher, 1768 - 1946 Urbari, 1768 - 1914 Atti amministrativi, 1769 - 1946 Resoconti e documenti di corredo, 1861 - 1938 Legato Widmann, 1710 - 1769 Atti amministrativi, 1710 - 1769 Stipendio Sicher, 1891 - 1942 Atti amministrativi, 1891 - 1905 Resoconti e documenti di corredo, 1892 - 1942 Altri legati, 1592 - 1952 Atti amministrativi, 1592 - 1952 Pastorale parrocchiale, 1559 - 2000 Protocolli degli esibiti, 1786 - 1968 Atti protocollati, 1786 - 1921 Carteggio ed atti, 1559 - 2000 Circolari ecclesiastiche e civili, 1726 - 1943 Visite pastorali, 1616 - 1965 Atti visitali, 1616 - 1965 Culto e funzioni religiose, 1718 - 1952 Diari delle messe, 1777 - 1952 Diari delle messe legatarie ed avventizie, 1777 - 1952 Diari personali delle messe, 1811 - 1920 Registri degli avvisi e delle pubblicazioni, 1855 - 1948 Carteggio ed atti, 1718 - 1942 Associazioni parrocchiali, 1901 - 1954 Protocolli delle riunioni, 1930 - 1942 Registri degli iscritti, 1924 - 1954 Atti amministrativi, 1901 - 1947 Miscellanea, 1912 - 1922 Carteggio ed atti, 1701 - 2000 Registri diversi, 1912 - 1922 4 Confraternita del Santissimo Rosario di Coredo, 1610 - 1924 Registri degli iscritti, 1687 - 1924 Registri degli instrumenti, 1610 - 1730 Compagnia del Santissimo Nome di Gesù poi Confraternita del Santissimo Sacramento di Coredo, 1701 1962 Registri degli iscritti, 1902 - 1928 Urbari, 1761 - 1955 Atti amministrativi, 1701 - 1923 Registri di cassa, 1910 - 1962 Terz' Ordine Francescano di Coredo, 1890 - 1911 Registri degli iscritti, 1890 - 1911 Congregazione di carità di Coredo, 1797 - 1931 Urbari, 1862 - 1925 Atti amministrativi, 1797 - 1931 Resoconti, 1886 - 1923 Documentazione personale di sacerdoti della parrocchia di Coredo, 1741 - 1949 Carteggio ed atti, 1741 - 1949 Documentazione del Comune di Coredo, 1811 - 1815 Registri di stato civile, 1811 - 1815 Registri dei nati e battezzati, 1811 - 1815 Registri dei matrimoni, 1811 - 1815 Registri dei morti, 1811 - 1815 Consiglio scolastico locale di Coredo, 1896 - 1921 Protocolli degli esibiti, 1896 - 1921 Atti protocollati, 1896 - 1921 Asilo infantile di Coredo, 1917 - 1967 Atti amministrativi, 1920 - 1967 Registri di cassa, 1929 - 1967 Documenti di corredo, 1917 - 1942 5 Albero dei soggetti produttori Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce, Coredo, [1272] Beneficio parrocchiale del Ritrovamento della Santa Croce, Coredo, [1471] - 1987 gennaio 24 Confraternita del Santissimo Rosario, Coredo, 1610 - [1924] Confraternita del Santissimo Sacramento, Coredo, [1830] Congregazione del Terz'Ordine Francescano, Coredo, 1890 ottobre 22 - [1938] Congregazione di carità di Coredo, Coredo, 1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15 Successori: Congregazione di carità di Coredo, Coredo, 1923 maggio 16 - 1937 giugno 30 Ente comunale di assistenza di Coredo, Coredo, 1937 luglio 1 - 1993 giugno 30 Alla cui gestione concorre : Comune di Coredo, Coredo, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12 Congregazione di carità di Coredo, Coredo, 1923 maggio 16 - 1937 giugno 30 Predecessori: Congregazione di carità di Coredo, Coredo, 1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15 Successori: Ente comunale di assistenza di Coredo, Coredo, 1937 luglio 1 - 1993 giugno 30 Alla cui gestione concorre : Comune di Coredo, Coredo, 1923 gennaio 13 Lorenzoni Emilio, Cles 1811 - Coredo 1895 dicembre 20 Tonidandel, Emilio, Fai della Paganella, 1906 -[...] Comune di Coredo, Coredo, 1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31 Predecessori: Comunità di Coredo, Coredo, ante 1248 - 1810 agosto 31 Successori: Comune di Coredo, Coredo, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12 Comune di Coredo, Coredo, 1923 gennaio 13 Assorbe : Comunità di Sfruz, Sfruz, [1445 agosto 23]-1810 [agosto 31] Assorbe : Comunità di Smarano, Smarano, [1483]-1810 [agosto 31] Consiglio scolastico locale di Coredo, Coredo, 1896 agosto 30 - 1924 ottobre 1 Asilo infantile di Coredo, Coredo, 1909 - 6 superfondo Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, 1308 - 2009 Pergamene: 193; Registri/volumi/quaderni: 162; Buste: 56; fascicoli 9; metri lineari 10.0 Modalità di acquisizione e versamento Ai sensi dell'art. 27 della L.P 14 febbraio 1992 n. 11 concernente "Disposizioni in materia di archivi e istituzioni dell'archivio provinciale" si prevede che, fino a quando saranno raggiunte le intese di cui all'art. 12, comma 1 della legge 25 marzo 1985, n. 12, concernenti la ratifica e l'esecuzione delle modifiche al Concordato lateranense tra lo Stato italiano e la Santa Sede, vengano stipulate intese fra la Giunta provinciale di Trento e i competenti organi ecclesiastici circa l'applicazione delle disposizioni della legge degli archivi di enti ecclesiastici. Le intese furono raggiunte il 10 settembre 1993. La valutazione dell'esistenza dell'interesse storico degli archivi ecclesiastici, in base al comma 1 del medesimo articolo della legge provinciale, spetta alla Commissione beni culturali; tale valutazione dovrà essere effettuata secondo i citeri stabiliti d'intesa fra la Giunta provinciale e i competenti organi ecclesiastici. L'archivio della parrocchia di Coredo è stato riconosciuto di notevole interesse storico dalla Commissione beni culturali nella seduta dell' 8 giugno 1994. Contenuto Nell'archivio si conservano inoltre registri e carteggio prodotti nell'attività di altri enti che per varie ragioni ed in momenti diversi, illustrati nei rispettivi profili storico-istituzionali (se possibile anche da una breve descrizione di precedenti ordinamenti), hanno gravitato in ambito parrocchiale per le loro finalità sociali o per implicazioni statutarie. Tale documentazione si presenta nell'inventario in fondi autonomi, descritti separatamente; in fondo è stata collocata la documentazione prodotta da vari enti legati alla parrocchia, non ancora estinti o comunque ancora attivi. A differenza degli enti estinti, per le cui serie documentarie si è adottata una numerazione chiusa, per gli enti attivi si è mantenuta la numerazione aperta in vista di possibili ulteriori incrementi. Lingua Italiano; latino; tedesco; inglese; francese; spagnolo Criteri di ordinamento e inventariazione Per l'ordinamento dell'archivio parrocchiale di Coredo e per la redazione del presente inventario ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materi di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" al punto 3, comma 1 e 2. In riferimento al commma 1 si sono pertanto seguite le "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione del 29 marzo 1993, , n. 3692, relativamente alla parte prima, punto 3, riprese dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966, Direzione Generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" . In riferimento al comma 2 relativo all'Intesa fra il Servizio provinciale competente e l'archivio diocesano in ordine alla metodologia, ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. 7 Nella fase iniziale del presente lavoro si è resa necessaria una ricognizione generale della documentazione contenuta all'interno delle buste e dei fascicoli. Si è quindi proceduto alla schedatura di tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio, rispettando le unità preesistenti composte per la maggior parte dai registri e dal carteggio raccolto nelle buste e nei fascicoli di originaria formazione con intitolazioni riflettenti talora dettagliatamente, in alcuni casi sommariamente il contenuto. Nella successiva fase di ordinamento si è dapprima separata, quando necessario, la documentazione appartenente ai vari archivi aggregati da quella dell'archivio della parrocchia; la documentazione precedentemente sciolta e non condizionata è andata ad incrementare, quando possibile, le unità preesistenti, altrimenti sono state create nuove unità nel rispetto della struttura dell'archivio. Si è quindi proceduto alla rielaborazione delle schede utilizzando il programma informatico History - Sesamo, in base alle cui funzioni si è proceduto alla descrizione di soggetti produttori e dei rispettivi archivi prodotti, articolati in fondi, sottofondi, serie, sottoserie, unità e sottounità. Per ulteriori dettagli si vedano anche le 'Avvertenze per la consultazione'. Il presente inventario si chiude con il 1947, in quanto si limita a quella parte dell'archivio dichiarata di notevole interesse storico in base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", L.P 14 febbraio 1992, n. 11, art. 27, c. 2: "Negli archivi ecclesiastici riconosciuti di interesse storico, la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entra a far parte dell'archivio storico e ricade sotto le disposizioni ad esso relative". Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di alcune unità archivistiche originarie pluriennali, possono superare il limite del 1946. La parte più cospicua della documentazione conservata nell'archivio della parrocchia di Coredo è redatta in lingua italiana; numerosi documenti (tra cui le pergamene) sono redatti in lingua latina e volgare; è presente anche documentazione (prevalentemente la certificazione anagrafica proveniente dall'estero) redatta in lingua tedesca, inglese, francese, spagnola e slava. Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato docesano in materia di archivi degli enti ecclesistici dipendenti dell'autorità diocesana", punto 3, comma 3, l'obbligo, di cui all'art. 20, comma 1, lettera b) della L.P 14 febbraio 1992 circa la consultazione dei documenti, riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di notevole interesse storico. I documenti di carattere riservato relativi a situazioni puramente private e personali sono consultabili dopo 70 anni dalla conclusione dell'affare. Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone. Inoltre in base all'art. 3, comma 4 delle "Intese fra la Giunta provinciale e l'Ordinariato diocesano" la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate. Condizioni di riproduzione In base all'art. 3, comma 5 delle "Intese fra la Giunta e l'Ordinariato diocesano" la riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura ...) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte dell'archivio diocesano. 8 In base allo stesso articolo di legge l'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituirne copie di sicurezza da conservarsi presso l'Archivio provinciale. Presso l'archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale. Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CARUCCI P., Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, 1983 9 Ente Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo [1272] - Luoghi Coredo Altre forme del nome Parrocchia di Santa Maria Assunta (Denominazione utilizzata nei sec.VII - XVIII) Archivi prodotti Fondo Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, 01/01/1308 - 31/12/2000 Storia La pieve di Coredo era una delle circoscrizioni ecclesiastiche più piccole della diocesi (1). Scrive infatti Tovazzi: "Nullum sub se curatum, nullumque vicum habens, praeter ipsum Coredum" (2). La posizione di subalternità con la quale viene collocata in un antico elenco del 1295, relativo al pagamento della decima papale, fa dubitare fortemente della sua antichità (3); si può immaginare che sia nata come chiesa propria del locale castello e che sia divenuta pieve solo in un momento successivo. Mancano però tracce di un patronato nobiliare: Coredo rimase sempre -a quanto si sadi libera collazione vescovile. La dotazione della pieve può essere ritenuta discreta, considerate le piccole dimensioni del territorio: nel 1309 le rendite annue ammontavano a 7 marche (4). "La parochia" scrive Endrici "fu eretta nel secolo VIII. Infatti le chiese parochiali dedicate a S. Maria Assunta, furono erette per impulso dei Carolingi dall'anno 770 al 990. Di queste in antico se ne contavano 18 nella valle del Nosio, fra le quali figurava anche quella di Coredo" (5). Coredo risulta tra le pievi che facevano parte dell'arcipresbiterato d'Anaunia nel 1272 e nel 1284. Nel primo di questi documenti (la nomina ad arciprete di Nicolò da Sanzeno) venne menzionato l'arciprete uscente Giovanni 'plebanus Coredi' (6); ciò ha spinto a pensare che la stessa struttura arcipresbiterale esistesse anche nei decenni precedenti e ha dunque portato a retrodatare - in modo improprio in base agli studi più recenti - la prima menzione della pieve di Coredo di una ventina d'anni. Scrive infatti Weber: "L'origine delle pieve, benché non abbia figliali, si perde nell'oscurità dei secoli. La prima volta che si incontra menzionata è nel 1250, allorché il vescovo conferì al pievano di Arsio l'ufficio di arciprete o vicario vescovile, con giurisdizione sopra le pievi dell'alta Anaunia e anche di quelle di Coredo e di Smarano" (7). Il primo pievano ricordato nella documentazione è Nicolò, che veniva nominato in una pergamena dell'archivio parrocchiale di Coredo risalente al 1284 (8). Suo successore fu Enrico, che rimase in carica almeno dal 1295 al 1336 (9). Nel fondo pergamenaceo dell'archivio parrocchiale, privo di documentazione per gli anni 1308 - 1328, se ne individua per la prima volta la presenza in un contratto di locazione del 1329 (10). La parrocchia di Coredo non aveva sotto di sé curazie e comprendeva quindi la sola popolazione di Coredo. La chiesa parrocchiale di Coredo, in origine e fino circa alla fine del sec. XVIII intitolata a Maria Assunta, è attualmente dedicata al mistero del Ritrovamento della S. Croce. Scrive a tal proposito don Endrici: "Non ho potuto trovare l'anno preciso di questo mutamento, né per qual ragione ciò sia avvenuto" (11). Tovazzi, che afferma di averne avuto notizia dal parroco di Coredo don Nicolò Keller (1752 - 1782), scrive che il nuovo titolo venne assunto dalla 10 chiesa nell'anno 1690 (12). Ma la presenza della nuova intitolazione è attestata già dalla prima metà del XVII sec. In un testamento rogato su supporto pergamenaceo, conservata nell'archivio parrocchiale, il testatore, un tale Giovanni del fu Paolo da Coredo, nominava quale sua erede universale la "fabrica ecclesie Sancte Crucis sive Sancte Marie"; ed ancora in data 28 agosto 1653 il parroco Francesco Bertoldi da Denno faceva stilare un inventario "de omnibus bonis quae reperiuntur in ecclesia parochiali Sanctae Crucis seu, et Sanctae Mariae" (13). La doppia intitolazione della chiesa parrocchiale permase fino alla fine del XVIII sec. seppure dalla documentazione conservata presso l'archivio parrocchiale si evinca che la più antica dedica a S. Maria prevalse notevolmente sulla nuova (14) fino a quando, nel secolo XIX, ne venne definitivamente soppiantata. Rimandando alle introduzioni ai sottofondi 'Chiesa parrocchiale', 'Fondo Nuova chiesa' e 'Chiesa di S. Rocco' per informazioni più dettagliate sulla chiesa parrocchiale, gli altari, i lavori di restauro e di ricostruzione apportati all'edificio, le caratteristiche architettoniche e artistiche, la costruzione della nuova chiesa negli anni 1943 - 1948, si forniscono qui di seguito alcuni cenni storici sulla chiesa parrocchiale, la chiesa figliale di S.Rocco e le cappelle minori. La più antica memoria della chiesa parrocchiale si ritrova nel testamento di un tale Pietro del fu "ser" Corrado da Coredo, rogato su una pergamena conservata nell'archivio parrocchiale in data 11 agosto 1348, dal quale si evince la presenza nell'antica chiesa di 6 altari (16). Nel 1401 Vitale, vescovo Ariense, vi consacrava un nuovo altare dedicato ai santi Andrea apostolo e Antonio abate (17). Risalgono al 1426 i primi lavori di restauro mentre altri lavori di allargamento furono eseguiti nel 1468. Nel 1510 la chiesa subì un incendio insieme a parte del paese. Un altro incendio nel 1611 danneggiò gravemente la chiesa e fuse le campane; i vicini di Coredo chiesero ed ottennero dal vescovo di alienare proprietà comunali per far fronte alle spese di restauro che si susseguirono a lento ritmo nei decenni successivi. Fra i più significativi si ricordano: l'erezione dell'altare del SS. Rosario (1616), la dotazione di una terza campana (1641), l'esecuzione e la rifinitura dell'altare maggiore (1661-1669) e di un pulpito di legno (1677). La chiesa assunse la forma attuale per i lavori eseguiti fra il 1711 ed il 1724 che la ampliarono notevolmente: nel 1719 veniva edificata la sacrestia grande ed eretto un altare di legno intagliato per offerta di Giovanni Michele Bombarda; un altro altare in pietra venne aggiunto nel 1726. Un nuovo battistero ed un'acquasantiera furono sistemati nel 1798 e nel frattempo molte donazioni di coredani e parroci arricchivano il patrimonio di arredi sacri. Nel 1872 si sostituirono le due campane grandi, quelle fatte fondere dopo l'incendio del 1611, con cinque nuove (18). Attualmente la vecchia chiesa non è più sede della parrocchia ma, ancora aperta al culto, si trova all'interno delle vecchie mura che ospitano il cimitero del paese. Nel decreto visitale stilato in occasione della visita alla parrocchia di Coredo nel 1865 veniva riconosciuto il bisogno reale di edificare una nuova chiesa (19). Solo nel 1896 venne approntato un primo progetto approvato dalla Rappresentanza comunale e, su proposta del parroco Endrici, si arrivò alla costituzione di un comitato per la raccolta di fondi (20). Nel 1905 la Rappresentanza comunale di Coredo erogava l'importo di 5000 corone allo scopo di iniziare un fondo per l'erezione della nuova chiesa (21). Veniva nominato un nuovo comitato, regolamentato da uno statuto che riprendeva, con poche variazioni, quello già stilato in occasione dell'erezione del precedente (22). All'erezione di un terzo comitato locale ("Comitato pro erigenda nuova chiesa") si giunse nel 1931 con l'entrata in servizio del parroco Giuseppe Rigotti, che a differenza del curatore d'anime precedente G. Faccinelli, propenso ad un ampliamento della vecchia chiesa, riprese con vigore l'idea di realizzare un nuovo edificio (23). Nel 1938 il Comune di Coredo cedeva il terreno per la costruzione della chiesa (24). Lo scoppio dell II guerra mondiale sembrò paralizzare l'iniziativa, ma con l'entrata in servizio del parroco Emilio Tonidandel (1943), le vicende legate alla progettazione ed all'inizio dei lavori subirono una brusca accellerazione. Nel maggio del 1943 venne posta la prima pietra dal vescovo Carlo de Ferrari e nel 11 giugno dello stesso anno arrivò dalle autorità competenti il permesso di fabbrica. La nuova chiesa veniva consacrata l'11 settembre 1948 (25). La chiesa o cappella di S. Rocco (26), edificata pare dalla stessa comunità di Coredo per avere la protezione del santo contro la peste, è menzionata per la prima volta negli atti visitali del 1537. Fu demolita nel 1948. Un'altra chiesetta dedicata alla Madonna Addolorata venne edificata a Coredo nel 1862 per volontà dei fratelli don Giuseppe Sicher, ex direttore del Ginnasio di Trento, don Francesco decano di Fondo e don Pietro parroco di Lavis. Fu benedetta dal parroco Lorenzoni nel 1862 (27). Una cappella intitolata a S. Vigilio esisteva anticamente nel castello di Coredo. "E' ricordata nel 1467 e da essa, dopo la metà del secolo XV, il castello venne designato anche colla denominazione: castello di S. Vigilio ("Castrum Sancti Vigilii") (28). Altre tre chiesette esistono a castel Bragher. La più antica, consacrata il 12 settembre 1452 da fra Albertino, vicario generale del vescovo Giorgio II, è quella sacra alla Madonna del Rosario. La seconda chiesetta, esterna al castello, è sacra alla Madonna di Loreto. I lavori per la costruzione della cappella vennero iniziati nel 1723 e il 25 marzo del 1726 venne benedetta da Domenico Antonio Thun, canonico della cattedrale di Trento, che vi celebrò la prima messa. Nel 1882 il conte Francesco Thun fece costruire presso il bosco del castello una cappella mortuaria sacra a S. Antonio e ad uso di tomba di famiglia. nel mese di agosto un sacerdote della parrocchia di Coredo vi celebrava una messa legataria fondata dalla famiglia Thun (29) Condizione giuridica Con D.M. del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 la parrocchia di Coredo è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n.286). Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia" deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". 12 Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto". Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 ENDRICI E., Coredo nell'Anaunia. Memorie storiche, Coredo (Tn), 1991 ristampa anastatica dell'edizione,Trento, 1911 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo Stenico, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., Le chiese della Valle di Non nella storia e nell'arte, vol. III I decanati di Taio, Denno e Mezzolombardo, Trento, 1938 Note (1) Cfr. E. CURZEL, "Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo", Bologna 1999, 201 - 202 (2) Cfr. TOVAZZI, "Parochiale Tridentinum", a cura di R. Stenico, Trento 1970 p. 162 (3) Nel 1295 è posta in modo geograficamente corretto tra Taio e Smarano; si trova invece in ultima posizione in un altro elenco del 1309 (dopo Fondo), in penultima in un elenco del 1316 (dopo e prima di Mezzo) e nel 1336 (dopo Sanzeno e prima di Romeno), cfr. E. CURZEL, "Le pievi trentine [...], p. 201 (4) Così E. CURZEL, in base a H. von VOLTELINI, "Beitraege zur Gesichte Tirols", I. Zur geistlichen Verwaltung der Dioecese Trient im 12. und 13. Jharhundert", Zeitschrift des Ferdinandeums fuer Tirol und Voralberg, III. Folge, 33. Heft (1889), p. 172 (5) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche", Trento 1911 (ristampa anastatica del 1991), p. 115 (6) S. WEBER data il documento, del quale non viene indicata la collocazione, al 5 aprile 1272 (7) S. WEBER, "Le chiese della Valle di Non nella storie e nell'arte",vol III, Trento, 1938, p. 74. La data 1250 è considerata quella della prima menzione documentaria anche da E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 115 (8) Il realtà di tale pergamena non si trova attualmente traccia nell'archivio parrocchiale. Già A. Casetti nella "Guida storico archivistica del Trentino" e quindi l' "Indagine conoscitiva sugli archivi parrocchiali del Trentino" operato dalla P.A.T nel 1988 in collaborazione con l'Ordinariato diocesano, non ne rilevavano la presenza fra la documentazione costituente l'archivio (9) E. Endrici pone gli estremi cronologici della presenza del pievano Enrico a Coredo tra il 1300 ed il 1349; cita infatti un testamento rogato in data 10 novembre del 1300 nel castello di Malosco, alla cui stesura sarebbe stato presente il pievano Enrico. Endrici cita anche un atto di investitura conservato nel Codice clesiano (vol. I, p. 79), in cui Enrico compariva come testimone; cfr. E.ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 176. S. Weber data la presenza di Enrico a Coredo negli anni 1300 - 1344; cfr. S. WEBER, "Le chiese della Valle di Non [...], p. 79. Ad avvalorare l'ipotesi di Endrici sarebbe una pergamena dell'archivio parrocchiale, citata dal parroco, ma della quale non si è rilevata la 13 presenza, in cui il pievano, nel 1347, dava in locazione ad un tale di Dermulo un appezzamento di terra vignata. Ma la data di fine servizio del pievano Enrico sarebbe invece da retrodatare al 1347/48. Una pergamena dell'archivio parrocchiale (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 8) che riporta un testamento di un tale Pietro del fu "ser" Corrado da Coredo, rogato in data 11 agosto 1348, viene infatti nominato un "presbiter" Corradino, la cui presenza a Coredo sarebbe da circoscrivere a pochi mesi, in quanto già nel marzo del 1349 è nominato il successivo pievano Odorico (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 10) (10) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 3 (11) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p.115 (12) TOVAZZI, "Parochiale Tridentinum" (13) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, nn. 158, 164 (14) Cfr. ad esempio i decreti visitali stilati in occasione delle visite vescovili alla parrocchia nella seconda metà del sec. XVIII, Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.1, cc. 14 - 33. E. Endrici afferma che la chiesa era anticamente detta anche chiesa di S. Silvestro; oltre ad una Confraternita di S. Silvestro, vi era anche un altare nella stessa chiesa dedicato al santo; cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [..]", p. 116 (15) Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 4, 5, 6 (16) Specificatamente: S. Maria, S. Michele, S. Nicolò, S. Pietro e S. Romedio, S. Silvestro e un sesto altare che il testatario chiama del "quondam" suo padre; cfr Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 8 (17) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 40 (18) Le informazioni relative ai lavori eseguiti alla vecchia chiesa parrocchiale nei secc. XV - XIX sono state desunte da E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]" e da G. BALDINI, "Coredo in Val di Non", rispettivamente alle pp. 114 140 e 111-115 (19) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non", p. 116 (20) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.1, cc. 1 - 4 (21) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.1, c. 5 (22) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.1, cc. 8 - 9 (23) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.2, cc. 23 - 32 (24) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.2, cc. 82 - 85 (25) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.4.1, cc. 27; cfr. anche G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", p. 123 (26) Per informazioni più dettagliate sulla chiesetta di S. Rocco si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Chiesa di S. Rocco'; cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 6 (27) Archivio parrochiale di Coredo, 10.3.5 (28) WEBER, Le chiese della Valle di Non [...]", p. 81 (29) WEBER, Le chiese della Valle di Non [...]", pp. 82 - 84 e E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", pp. 149 - 153 14 fondo Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, 1308 - sec. XX Pergamene: 193; Registri/volumi/quaderni: 134; Buste: 55; metri lineari 8.6 Soggetti produttori Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, [1272] - Storia archivistica Nell'ambito del progetto di censimento degli archivi parrocchiali della diocesi di Trento operato dal Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento in collaborazione con l'Ordinariato diocesano venne condotta, alla fine dell'aprile del 1988, la rilevazione dell'archivio parrocchiale di Coredo. La sistemazione della documentazione in un grande armadio a muro rivestito di legno nel corridoio al primo piano della canonica abitata da don Marco Leonardi e, per quanto riguarda gli affari correnti, in un armadio metallico nello studio del parroco, è la stessa riscontrata al momento del prelievo dell'archivio storico nell'estate del 1999. L'indagine conoscitiva del 1988 valutava piuttosto carente l'ordinamento della documentazione "con buste dal contenuto abbastanza omogeneo, ma anche molti fascicoli accatastati alla rinfusa e mazzi, specialmente per quanto riguarda i documenti più antichi". Veniva giudicato complessivamente buono lo stato di conservazione della documentazione sia cartacea che pergamenacea (1). Una prima attenzione alla documentazione costituente l'archivio parrocchiale si riscontra durante il servizio di don Edoardo Endrici, parroco di Coredo dal 1887 al 1921, in coincidenza pare, degli studi storici che portarono alla redazione del libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche". E' attribuibile al suo intervento l'apposizione sul verso di alcune carte, specie quelle di particolare interesse per la ricostruzione della storia della parrocchia e della comunità di Coredo, della data di redazione e di un breve riassunto del contenuto (2). Ma è soprattutto don Giuseppe Rigotti, parroco dal 1929 al 1942, che rivede gran parte della documentazione conservata nella canonica di Coredo, e gli attribuisce un'organizzazione archivistica più precisa e sistematica rispetto a quella del predecessore Endrici. E' opera sua l'inserimento del carteggio, con particolare attenzione per la documentazione relativa ai legati, in cartelline rigide di colore nero e viola, riportanti sul dorso un'etichetta con la descrizione della tipologia degli atti, dell'ente di riferimento ed in alcuni casi degli estremi cronologici della documentazione (3) Sistematico è anche il recente intervento di riordino del parroco don Mario Paris (1968 - 1973) che, durante il suo breve periodo di servizio a Coredo, compie una rilevazione dettagliata di gran parte del materiale archivistico. Senza compromettere i precedenti ordinamenti, don Paris integrava ed incrementava il contenuto dei singoli fascicoli, inserendovi sottofascicoli o singole carte generalmente separate dal resto della documentazione da sottili fasciette cartacee. E' invece da attribuire alla sua mente ordinatrice la formazione di nuovi fascicoli, mazzi, mazzetti e buste con documentazione prodotta negli anni '50 - '60, raggruppata in base all'ente di riferimento, alla tipologia o all'argomento. Su tutti i registri don Paris appose un'etichetta riportante la tipologia del pezzo e gli estremi cronologici delle registrazioni (4). Particolare attenzione venne dedicata da don Paris alla documentazione anagrafica. Da segnalare fra gli altri, in quanto trattasi di una serie con una mole consistente di documentazione, è l'ordinamento attribuito alla serie 15 degli atti matrimoniali; i singoli mazzi annuali, pare già organizzati dai precedenti parroci, furono avvolti in fasciette cartacee indicanti l'anno; don Paris si preoccupò anche di integrare eventuali dati omessi dai parroci in occasione dell'archiviazione degli atti, indicando, se necessario, sul verso dei singoli documenti i cognomi dei contraenti, la data, il numero d'ordine, e in alcuni casi la pagina del registro sulla quale è stato annotato il singolo matrimonio. Nel 1991 il sig. Ferruccio Romagna, maestro in pensione residente a Coredo, senza alterare la consistenza dei fascicoli formati in occasione dei precedenti ordinamenti (prevalentemene dai parroci Endrici e Rigotti per la parte storica e da don Paris per quanto riguarda la documentazione più recente) raccolse fascicoli, mazzi e carteggio (costituendo nuovi fascicoli, generalmente privi di intitolazione, con la documentazione rinvenuta sciolta), in nuove buste, sostituendo anche parte delle buste danneggiate. La suddivisione fisica della documentazione parrocchiale venne operata secondo la seguente struttura, riportata in apertura all'elenco - inventario redatto a coronamento del lavoro di ordinamento e condizionamento: I Pergamene e altri documenti antichi II Anagrafe: A) Registri dei battezzati B) Registri dei cresimati C) Registri dei matrimoni D) Registri dei morti E) Anagrafe famiglie F) Registri napoleonici G) Certificati, permessi, pubblicazioni III Protocolli degli esibiti, carteggi, atti IV Diaria missarum V Amministrazione finanziaria: A) Beneficio parrocchiale B) Chiesa parrocchiale C) Cappelle VI Legati VII Benefici e fondazioni: A) Carteggio e atti B) Registri VIII Confraternite: A) Registri dei confratelli B) Registri dei conti IX Oratorio e cinema X Scuola materna XI Altra documentazione non rientrante nelle serie precedenti XII Opere a stampa XIII Documentazione varia recente XIV Documentazione pastorale XV Documentazione varia trovata in altro locale Nella serie "Documentazione varia trovata in altro locale", di cui al numero XV dell'inventario, il sig. Romagna inseriva materiale archivistico che rinveniva in un locale a piano terra della canonica, raccolto in tre scatoloni ed organizzato in 16 mazzi più o meno consistenti. La documentazione, che copriva un arco cronologico che dalla seconda metà del XV secolo arrivava alla prima del XX, constava per la parte più antica (secc. XV - prima metà del sec. XIX) di carteggio relativo a controversie sostenute dai parroci di Coredo in punto alla definizione patrimoniale e gestionale di chiesa e beneficio, a lavori apportati alla chiesa parrocchiale, nonché di circolari ecclesiastiche e civili pervenute in quel periodo all'ufficio parrocchiale. La documentazione più recente (seconda metà del sec. XIX - prima metà del sec. XX) constava invece degli atti protocollati della parrocchia, del Consiglio scolastico locale, di fassioni di chiesa e beneficio, e di documentazione fiscale e contabile varia relativa a più enti gravitanti attorno alla parrocchia. In occasione del presente riordino si è deciso di prescindere dal lavoro di condizionamento del sig. Romagna, in quanto operato a scopo prevalentemente conservativo. E' necessario comunque segnalare che il presente inventario mantiene un filo diretto con l'inventario - elenco redatto nel 1991, rivelatosi peraltro di preziosa utilità, specie in occasione dell'iniziale ricognizione della documentazione conservata presso l'archivio parrocchiale; nell'apposito campo 'Segnatura antica' si è infatti data indicazione della segnatura apposta dal sig. Romagna su registri e fascicoli dell'archivio. Nelle schede introduttive a serie e sottoserie, oltre ai contenuti delle stesse, si sono segnalati invece i precedenti interventi di ordinamento praticati nelle rispettive unità in occasione dei già citati interventi di riordino dei parroci Endrici, Rigotti e Paris (5). Contenuto La documentazione custodita nell'archivio parrocchiale di Coredo è composta da un congruo numero di pergamene, da registri anagrafici e dagli atti relativi, da registri di amministrazione, da resoconti e da documentazione di corredo, da carteggio ed atti vari prodotti nel corso degli anni dall' 'ente parrocchia'. La documentazione dell'archivio parrocchiale di Coredo è pervenuta in uno stato di discreta conservazione. Parte delle pergamene presenta inchiostro sbiadito ed opaco, oltre a danni imputabili all'umidità ed all'azione di roditori; la lettura non ne risulta comunque totalmente compromessa. I registri non recano danni rilevanti, se si escludono alcuni strappi alle carte ed alla legatura, comprensibilmente dovuti all'usura ed al tempo. Il carteggio, il cui condizionamento ha avuto inizio nell'ultimo decennio del sec. XIX ed è stato completato in tempi recenti, è risultato sufficentemente protetto da polvere ed agenti esterni. Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione relativa prevalentemente all'anagrafe, ma anche di quella di carattere economico amministrativo, in quanto l'ente, nelle sue funzioni di parrocchia, è ancora attivo. Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CARUCCI P., Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, 1983 Note (1) Nei primi decenni del XX secolo l'ordinamento della documentazione costituente l'archivio veniva giudicato discreto, come si evince dai questionari compilati in occasione delle visite pastorali. Scrive ad esempio il parroco Rigotti nel 1938: "L'armadio che contiene l'archivio è chiuso a chiave, vi son parecchie pergamene custodite in una cassetta di legno: parecchie anno (sic) importanza per gli usi e costumi; alcune sono del 1300 e una o l'altra anche del 1200, gli atti sono ordinati e disposti in teche". Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3 17 (2) E' da attribuire a don Endrici anche la formazione di pochi fascicoli con documentazione prodotta prevalentemente negli anni in cui prestò servizio a Coredo (1887 - 1821), il cui contenuto fu poi incrementato da successive aggiunte di carteggio. I fascicoli dell'Endrici riconoscibili in quanto costituiti da due piatti in cartone legati fra loro da un nastro di colore verde, riportano, sul piatto anteriore ed in caratteri a stampa, l'ente produttore della documentazione o la tipologia di quest'ultima; cfr. ad esempio Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.11 (3) Particolare è l'ordinamento conferito da don Rigotti alla documentazione di alcuni legati; il parroco separò documenti di fondazione e carteggio relativo dalla documentazione di tipo amministrativo e prodotta in seno alla gestione del patrimonio (3) Alcuni registri anagrafici vennero foderati con carta da pacco (4) Pubblicata anche in P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1983, pp. 231 -239 (5) Per ulteriori dettagli si vedano anche le 'Avvertenze per la consultazione' 18 subfondo 1 Pergamene, 1308 - 1751 Contenuto Il sottofondo "Pergamene" conservato presso l'Archivio parrocchiale di Coredo comprende 193 pezzi (1). Al momento del riordino le pergamene erano conservate in tre scatole di cartone. Nononostante la presenza su ciascuna di esse di tre etichette adesive apposte in tempi recenti e riportanti le intitolazioni "Pergamene del 1300 e del 1400; importanza per la toponomastica e nomi di famiglia", "Pergamene del 1500", "Pergamene del 1600", non si è comunque constatata la presenza di un'originaria suddivisione degli atti, né di tipo cronologico (2), né tipologico o per enti di riferimento, pur trattandosi di documenti riguardanti la chiesa ed il beneficio parrocchiale, privati, confraternite, le comunità di Coredo e dei paesi limitrofi. Criteri di ordinamento e inventariazione In fase di ordinamento e di regestazione delle pergamene si è quindi deciso di non creare delle suddivisioni arbitrarie del fondo e di elencare i pezzi in ordine cronologico. Ad alcune pergamene sono stati allegati, pare nei primi anni del XX. sec., regesti e trascrizioni stilati su supporti cartacei, di cui, in inventario, si è segnalata la presenza nel campo relativo alla tradizione del documento ed al suo stato di conservazione; non si è riusciti a ricavare comunque alcuna notizia certa relativamente al loro autore ed all'anno/i di produzione (3). Probabilmente risalenti al momento della raccolta del fondo pergamenaceo nelle scatole di cartone sono le note tergali più recenti, che riportano su alcune pergamene, specie laddove il contenuto di annotazioni e regesti apposti in periodi precedenti risulti poco chiaro o difficilmente leggibile, breve indicazione del contenuto del documento o la sola datazione. Per la descrizione delle pergamene ci si è attenuti a quanto impartito dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" (4) integrate dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonchè di organizzazione degli archivi", approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3, parte prima. Per quanto riguarda i criteri di inventariazione e di regestazione si è fatto riferimento in particolare alla "Premessa metodologica ai regesti delle pergamene dell'Archivio di Castel Thun" di M. Faes. Le pergamene, elencate in ordine cronologico, presentano una numerazione progressiva in cifre arabe. A questa seguono l'intitolazione che esprime la natura giuridica del documento, la datazione cronica e topica e quindi il regesto nel quale vengono segnalati: gli elementi di individuazione delle parte contraenti, la natura dell'atto, il suo oggetto e le clausole ritenute più significative. Qualora si siano trovati uno o più documenti diversi sulla stessa pergamena si è adottata una numerazione del tipo 1.1, 1.2, dove la prima cifra corrisponde al numero d'ordine della pergamena e il secondo alla posizione del relativo documento sulla stessa; naturalmente in questo caso a due o più regesti segue una o più sottounità (vd. ad es. pergamena n. 2). Nel caso invece si sia trovato un inserto in un documento, il suo regesto è stato posto immediatamente prima di quello del detto documento e numerato col numero della pergamena seguito dalla lettera "a", dove lo stesso numero seguito da "b" corrisponde invece al regesto del documento in cui è inserito: anche in questo caso dopo i regesti segue un'unica schedatura (vd. ad es. la pergamena n. 12). Nel caso di documenti presenti in duplice copia, si è creato il rimando al regesto stilato per uno solo di essi. Accanto al nome proprio si sono riportate le apposizioni "dominus" e "ser", presenti con costanza e sistematicità nei documenti analizzati. Quando si sia trovata l'elencazione di edifici e appezzamenti di terra (segnalati sempre con la loro coltura e se possibile con la relativa stime ed estensione) si è riferita la loro collocazione con toponimo e 19 microtoponimo. Se il numero degli immobili descritti nel documento è risultato superione a cinque ci si è limitati a darne il toponimo, esprimendone genericamente la coltivazione. Nel caso di contratti riguardanti le decime e diritti connessi, si è deciso di segnalare, se presenti, tutti i dati relativi forniti dal documento (prodotti, zone di riscossione, feudatari, precedenti proprietari ecc.). Nel caso specifico delle locazioni, essendo pressoché costante il termine di pagamento del censo annuo, fissato nella festa di S. Michele o nella sua ottava, ci si è limitati a darne specifica notizia solo nei casi eccettuanti questa regola. Non si è ritenuto nemmeno necessario specificare di volta in volta la misura locale di detti censi, dal momento che generalmente per i documenti anteriori al secondo '400 essa corrisponde a quella del luogo di stesura dell'atto. Per quanto riguarda i pagamenti in denaro si sono sempre specificati tutti i dati del testo, e in particolare le equivalenze. In ogni regesto, o in nota, si sono citati tutti i riferimenti a documenti contenuti nell'atto relativo. Dal punto di vista formale, nel caso in cui ci si è imbattuti in termini di difficile lettura, o in forti dubbi circa lo scioglimento delle abbreviazioni, le integrazioni al testo sono state inserite in parentesi tonde. Gli elementi dedotti da fonti esterne sono stati forniti fra parentesi quadre. I generale, qualsiasi trascrizione di elementi testuali è stata fatta tra virgolette. I nomi comuni o propri non traducibili in italiano sono stati riportati in latino (se possibile al caso nominativo). Per quanto riguarda gli appellativi, inoltre, si specifica che si è assunta la norma di usare la preposizione "da" per indicare la provenienza, limitando l'uso di "di" nell'introduzione ai predicati nobiliari. Per la spiegazione delle frequanti parole dialettali, ci si è riferiti al testo di E. QUARESIMA ("Vocabolario anaunico e solandro", Leo S. Olschki, Firenze 1991): si è comunqua scelto di mantenere il termine testuale nel regesto, dal momento che esso risulta in genere incomprensibile. Per i microtoponimi dei quali si è trovato il corrispettivo moderno grazie alle schede preparatorie del "Dizionario toponomastico trentino" promosso dal Servizio Beni librari e archivistici, si è dato il riferimento attuale in italiano o in dialetto (in caratteri normali), in forma semplificata. Per quanto riguarda la tradizione, si segnala se il documento è originale (eventualmente, se tratto da protocollo, si riporta l'autore della stessa), copia (semplice o autentica), facendo seguire la definizione della relativa lettera alfabetica tra parentesi quadre ([A], [B], ...). Nel caso di documenti tratti da originali si è riferito nell'area "Notaio" il notaio autore dell'originale, mantre nell'area della tradizione si è specificato il nome del notaio autore della copia autentica; inoltre in questi casi, come per gli originali tratti da protocollo di altro notaio, si è riportata anchè l'autorità che ha concesso la licenza di rogare in pubblica forma. Riguardo alle dimensioni della pargamena, si danno le misure in millimetri, prima l'altezza e poi la base: per le forme irregolari si segnala la misura maggiore e, tra parentesi tonde, quella minore. Si è segnalata la presenza di note tergali, con la specificazione di note di contenuto, quando indicano la data cronica e topica, oggetto e protagonisti dell'atto, e note archivistiche quando registrano numeri e dati ad uso amministrativo. Si sono segnalati anche l'eventuale presenza del sigillo, di regesti allegati, lo stato di conservazione della pergamena, individuando in generale anche la causa del danno e segnalando in nota anche la struttura fisica del pezzo nei casi di particolare interesse (es.. composizione con più pergamane cucite insieme). Nella descrizione delle pergamene si sono adottate le seguenti sigle: mm millimetri mg. sup./inf. margine superiore/inferiore dx./sin. destro/sinistro 20 SPC Sigillum pendens cereum (Sigillo pendente cereo) SID Sigillum impressum deperditum (Sigillo pendente cereo) Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CARUCCI P., Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, 1983 Note (1) Altre tre pergamene, riportanti contratti di permuta e compravendita, si trovano rilegate in un volume contenente atti relativi ad una causa tra privati (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 3.3.2). L'urbario più antico del beneficio parrocchiale è interamente stilato su supporto pergamenaceo (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 3.1.1), mentre il più antico urbario della chiesa parrocchiale presenta una coperta pergamenacea riportante un testo di preghiera (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 4.1.1) (2) Il raggruppamento dei pezzi per secolo di produzione, operato in occasione della recente collocazione delle pergamene nelle scatole di cartone, è stato probabilmente compromesso, in un secondo tempo, da successivi spostamenti o ordinamenti della documentazione dell'archivio (3) Si può supporre che le trascrizioni ed i regesti siano stati prodotti in occasione degli studi storici del parroco E. Endrici e di alcuni collaboratori (tra cui anche il padre Simone Weber, cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 8.3.5) che portarono alla pubblicazione del libro "Coredo nell'Anaunia; memorie storiche", quando il fondo pergamenaceo dell'archivio parrocchiale di Coredo fu ampiamente visitato (4) Pubblicata anche in P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1983, pp. 231 - 239 1 b. 1 Compravendita 1308 maggio 5, Smarano La "domina" "Solva", moglie di Benedetto del fu Alessio da Smarano, in presenza del marito e di "Bonatus" del fu "dominus" [...] da Dermulo, suo padre, vende al "dominus" Nicola del "dominus" Enrico da (Smarano) 7 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Smarano, al prezzo di 40 lire di piccoli veronesi. Notaio: Enrico Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 125 (60) x 380 (325) , a tergo note archivistiche e di contenuto 2 b. 1 Compravendita - locazione perpetua 1308 settembre 16 - 1308 settembre 17, castel Valer (Tassullo) Notaio: "Sicherius" da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 600 x 183 (160), a tergo note di contenuto 2.1 Compravendita 1308 settembre 16, Castel Valer (Tassullo) 21 Odorico detto "Liberius" da Coredo vende al "dominus" Odorico da Coredo del fu "dominus" Federico 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "in Largassalli", il secondo in località Ciavassoz, al prezzo di 8 lire di piccoli veronesi 2.2 Locazione perpetua 1308 settembre 17, Castel Valer (Tassullo) Odorico del fu "dominus" Federico da Coredo dà in locazione perpetua ad Odorico detto "Liberius" da Coredo 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo località "in Largassalli", il secondo in località a Ciavassoz, al censo annuo di 1 moggio di frumento da pagare nel giorno della festa di S. Lorenzo o nelle sua ottava 3 b. 1 Locazione 1329, Smarano Il "dominus" Enrico, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà il locazione per 29 anni a Bartolomeo, Simeone e Stefano, fratelli e figli del fu "ser" "Unustus" detto "Gobbo" da Smarano la decima pagata dagli uomini di Smarano, al censo annuo di 11 moggi di cereali Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da [Coredo] (1) Originale [A], tratto dal protocollo del fu "ser" Federico da Coredo (1), atto notarile; latino pergamena, mm 192 x 113 , a tergo note di contenuto Note (1) Il notaio scrive Smarano, ma si tratta probabilmente di un errore, in quanto, in tutti gli altri documenti rogati dallo stesso notaio, viene indicata Coredo, quale località originaria del padre 4 b. 1 Compravendita 1340 giugno (1), Coredo Federico del fu Benvenuto "Sete" da Smarano vende a "ser" Nicola del fu [...], 8 appezzamenti di terra arativa siti nelle pertinenze di Smarano, al prezzo di 105 lire di piccoli veronesi Notaio: Bartolomeo Originale [A], atto notarile pergamena, mm 356 x 159, a tergo note di contenuto Note (1) Una macchia nell'angolo sup. dx. impedisce la lettura integrale della datazione 5 b. 1 Locazione 1341 maggio 25, Coredo Il "dominus" Enrico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 29 anni a "Percacinus" del fu Giovanni da Smarano 6 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Smarano, al censo annuo di 20 staia di segale Notaio: Enrico del fu Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 402 x 127 (98), a tergo note di contenuto 22 6 b. 1 Locazione perpetua 1343 marzo 11, Coredo Il "dominus" Enrico, pievano della pieve di Coredo dà in locazione perpetua alla "domina" Benvenuta moglie del fu "ser" "Parisius" del fu "ser" Paolo un appezzamento di terra vignata, sita nelle pertinenze di Coredo in località "in Plantudiç", al censo annuo di mezza orna di vino "colato" secondo la misura di Dermulo Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A] tratto dal protocollo del fu "Hendrigolinus" del fu Iorio da Coredo (1), atto notarile; latino pergamena, mm 300 x 175 (165), a tergo note di contenuto Note (1) Per autorità concessa dal "dominus" Nicola notaio da Mechel 7 b. 1 Locazione perpetua 1343 aprile 30, Fondo Il "ser" Federico del fu Nicola da Coredo ed Anselmo del fu "Ziramontus" da Fondo danno in locazione perpetua ad Alberto di Bertoldo Sicher, agente anche a nome del padre e di "Mohlius" del fu Coradello, entrambi della contrada "Cavacillus" sul monte di Senale, un maso "cum capulo, pasculo et herbatico", sito sullo stesso monte in località "a Cavacillo", al censo annuo di 300 formaggi da consegnare alla festa di S. Michele o nelle sua ottava, di 2 ossa ed 1 spalla di porco alla festa della Natività, 40 uova di gallina nei primi giorni della Quaresima (o nella domenica di Settuagesima) (1) ed infine 30 uova di gallina ed 1 "parasidis" (2) di burro o di strutto alla festa della Resurrezione Notaio: Bertoldo del fu "ser" Francesco da Caldes Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 450 (410) x 155 (145), a tergo note di contenuto Note (1) Viene riportato il termine latino "carnisprivium" indicante appunto i primi giorni della Quaresima, ma anche, talvolta, la domenica di Settuagesima (1) Per "parasidis" si suppone il significato di ciotola, scodella 8 b. 1 Testamento 1348 agosto 11, Coredo Pietro del fu "ser" Corrado da Coredo dispone nel seguente modo le sue volontà: chiede di venire sepolto presso la chiesa di S. Maria di Coredo; lascia in legato un minale d'olio per un anno all'altare di S. Maria, un minale d'olio per un anno all'altare di S. Michele ed uno all'altare di S. Nicola, due minali di olio per un anno agli altari di S. Pietro e S. Romedio, un minale d'olio per un anno all'altare di S. Silvestro ed infine, all'altare intitolato a suo padre, lascia una "chasara" (1) sita sul monte di Senale posseduta "in diviso"con Anselmo del fu "ser" "Ziramontus" da Fondo. Chiede in cambio che il pievano 'pro tempore' di Coredo faccia celebrare 3 messe annue "super predicto altare" in suffragio della sua anima e di quella del padre; dispone inoltre che vengano corrisposti 10 soldi ciascuno agli 8 sacerdoti che presiederanno alle sue esequie e che celebraranno il settimo e trentesimo anniversario della sua morte (2); chiede che venga acquistato un "deplorinum" del valore di 40 soldi per la chiesa di S. Maria nonché paramenti per l'altare del padre per la somma di 3 lire; lascia 40 soldi alla S. Disciplina e 50 soldi al "presbiter" Corradino. Istituisce quindi quale suo erede universale il padrino "ser" Pietro Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A] dal protocollo del notaio fu Francesco del fu "ser" Nicola "Zenate" da Coredo (3), atto notarile; latino pergamena, mm 360 (346) x 142, a tergo note di contenuto, regesto allegato: del sec. XX 23 Note (1) Si suppone il significato di edificio in cui viene prodotto il formaggio (2) Il testatario assicura l'elemosina destinata ai sacerdoti su un suo appezzamento di terra arativa, sito [nelle pertinenze di Coredo] in località Segn (3) Per autorità concessa dal "dominus" Tommaso, giudice da Tuenno e vicario delle valli di Non e Sole 9 b. 1 Testamento 1348 agosto 11, Coredo Cfr. il regesto n° 8 Originale [A'] dall'imbreviatura del notaio fu Francesco del fu "ser" Nicola "Zenate" da Coredo (1), atto notarile; latino pergamena, mm 143 x 212, a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Per autorità concessa dal "dominus" Tommaso, giudice da Tuenno e vicario delle valli di Non e Sole 10 b. 1 Disposizione 1349 marzo 2, Coredo "Gerudus" da Tavon "viator curie", su mandato del vicario [delle valli di Non e Sole], dà disposizione al notaio Ottone del fu Filippo da Coredo che venga proclamata nella piazza di Coredo, presso l'abitazione di "ser" Pietro detto "Brutus" del fu "ser" Pietro da Coredo erede del fu Pietro, suo nipote e figlio del fu "ser" Corrado da Coredo, la seguente ambasciata: se lo stesso Pietro o altra persona intendesse contraddire la volontà testamentaria del fu Pietro del fu "ser" Corrado di Coredo, che lasciava al "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo la quarta parte di un maso "sive casara" (1), sito sul monte di Senale il località "a Cavacillo", sarebbe stato invitato a presentarsi il venerdì successivo nel castello di Castelfondo "hora causarum" di fronte al capitano Enrico di Rottenburg, agente a nome di Ludovico marchese di Lussemburgo e Brandeburgo, duca di Baviera e di Carinzia, conte del Tirolo e di Gorizia e avvocato della chiesa di Trento e Bressanone Notaio: Ottone del fu Filippo da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 190 (170) x 150 (140), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Si suppone il significato di edificio in cui viene prodotto il formaggio 11 b. 1 Elenco di censi spettanti all'altare di San [...] presso la chiesa di [...] a Coredo (1) sec. XIV ultimo quarto - sec.XV primo quarto, Coredo Originale [A] ?, atto notarile; latino pergamena, mm 440 (375) x 212 (45), a tergo note di contenuto Note (1) La pergamena è in pessime condizioni. Manca la prima metà del documento. Sul verso si legge "[...] altaris Sancti [...] Coredo" 12 b. 1 "Citazione"(1) - Presentazione di lettera 1355 dicembre 21 (con inserto del 2 dicembre 1355), Trento - [Coredo] 12.a, "Citazione", 1355 dicembre 2, Trento 24 Lorenzo da Brescia, canonico del capitolo di Trento e vicario generale 'in spiritualibus', su istanza del "dominus" Odorico, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, ordina al notaio Pellegrino Melanch di presentarsi a Trento, "in ecclesia Tridenti", entro tre giorni dal ricevimento della presente comunicazione, pena la scomunica ed il giudizio in contumacia, per risolvere una controversia in merito all' "ocupacione" della quarta parte di una "casara" (2) 12.b, Presentazione di lettera, 1355 icembre 21, [Coredo] Il "dominus" Odorico, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, presenta al notaio Pellegrino Melanch una lettera (3) in cui Lorenzo da Brescia, canonico del capitolo di Trento e vicario generale 'in spiritualibus', ordina allo stesso Pellegrino di presentarsi a Trento, entro tre giorni dal ricevimento della presente lettera, per risolvere una controversia sorta con lo stesso pievano in merito all' "ocupacione" della quarta parte di una "casara" Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 252 x 105, a tergo note di contenuto Note (1) L'intitolazione è stata desunta dal verso della pergamena (2) Si suppone il significato di edificio in cui viene prodotto il formaggio (3) Cfr. il regesto 12. a 13 b. 1 Permuta 1357 luglio 2, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano, "rector" e "beneficiatus" della chiesa di S. Maria di Coredo, permuta con la "domina" Sofia figlia del fu "Porcardus" da Coredo 2 appezzamenti di terra arativa, siti entrambi nelle pertinenze di Coredo in località "a Manon", ricevendo in cambio tre appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo in località Val, uno dei quali posseduto "in diviso" con Lucia, sorella della stessa Sofia Notaio: Ottone del fu Filippo notaio da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 402 (390) x 150, a tergo note archivistiche e di contenuto 14 b. 1 Dichiarazione di possesso 1360 marzo 17, Campo [Tassullo] Il "dominus" Pietro notaio da Nanno, vicario nelle valli di Non e Sole, su istanza del "dominus" Odorico, pievano di Coredo, constatata l'assenza di impedimenti, dichiara lo stesso pievano proprietario dei seguenti beni ereditari del fu "Vavassor" da Coredo (come consta nei legati da lui diposti) e precisamente di 4 appezzamenti di terra arativi: il primo sito nelle pertinenze di Sfruz, in località "in Travena", il secondo ed il terzo nelle pertinenze di Smarano in località "in Le[...], il quarto giacente "in Hora?" in località "in Serçuco" Notaio: Giovanni del fu "messer" Filippo da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 175 (150) x 182, a tergo note archivistiche e di contenuto 15 b. 1 Locazione 1361 febbraio 15, Coredo 25 Il "dominus" Odorico, pievano "rector" e "beneficiatus" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 20 anni a Enrico detto "Bonatus" del fu Bertoldo da Coredo un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Cialver, al censo annuo di 2 staia di segale Notaio: Ottone del fu Filippo notaio da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 150 x 161, a tergo note archivistiche e di contenuto 16 b. 1 Locazione 1361 aprile 18, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria della pieve di Coredo, dà in locazione per 10 anni a "ser" Benvenuto del fu Giovanni "Chacete" da Tavon 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "Seguçoro", il secondo in località "en Coradelle", il terzo in località "a Vonere", al censo annuo di 14 staia di frumento Notaio: Ottone del fu Filippo notaio da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 143 x 155, a tergo note di contenuto 17 b. 1 Locazione perpetua 1361 aprile 24, montagna di Senale Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, con il consenso del "domius" Giovanni del fu "dominus" "Volvellus" da Cloz, agente in qualità di amministratore e "rator" della "domina" "Fraiella", figlia del suddetto Giovanni e moglie di Iorio da Fondo, dà in locazione perpetua a "Vallius" del "ser" "Choan" da "Chavacillo", a Corrado del "ser" Cristano e a Katarina del "ser" Nicola da "Cavazillo", un maso, sito sulla montagna di Senale in località "Ronco sancto", con tutti gli edifici, i terreni, nonché gli oneri legati a quest'ultimo, al censo annuo di 22 lire di denari meranesi Notaio: Sansone del fu "ser" Nicola da Salobbi Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 380 x 150 (135), a tergo note di contenuto. Regesti allegati: del sec. XX 18 b. 1 Compravendita - Affidamento di incarico 1362 marzo 20 - 1362 marzo 21, Coredo Notaio: Ottone del fu Filippo da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 693 x 142 (130), a tergo note di contenuto 18.1 Compravendita 1362 marzo 20, Coredo La "domina" Gisla, moglie di Nicola del fu Enrico detto "Magonus" da Coredo ed il marito Nicola vendono a "ser" Federico Drappero del fu "dominus" Paolo da Coredo abitante a Trento 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "en Coradelle", il secondo in località Apena, il terzo in località Pravalier, al prezzo di 12 marche e 1/2 di denari meranesi 26 18.2 Affidamento di incarico 1362 marzo 21, Coredo "Ser" Federico Drappero del fu "dominus" Paolo da Coredo, avendo avuto sentore di imbrogli e frodi attorno ai tre appezzamenti di terra arativi acquistati da Gisla moglie di Nicola del fu Enrico detto "Magonus" e dal marito Nicola (1), ed intendendo rimanerne in possesso, incarica il notaio Ottone di redarre un pubblico instrumento che attesti l'avvenuto contratto di compravendita Note (1) Cr. il regesto 18.1 19 b. 1 Locazione 1362 maggio 15, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a "Pasumentus" del fu"ser" "Avancius" da Coredo un appezzamento di terra vignata e due di terra prativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "a Salgastrina", il secondo ed il terzo nella località o contrada "Torcigay", al censo annuo di 3 staia di frumento Notaio: Ottone del fu Filippo da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 218 (205) x 168 (150), a tergo note di contenuto 20 b. 1 Locazione 1363 ottobre 22, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 9 anni a Nicola detto "Meron" del fu Silvestro da Coredo 2 appezzamenti di terra arativa, situati nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "in Morseloyo", il secondo in località Laure, al censo annuo di 2 moggi di segale Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 345 (326) x 123 (105), a tergo note di contenuto 21 b. 1 Locazione 1368 settembre 2, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 29 anni a Franceso del fu Corradino Chini da Coredo un appezzamento di terra vignata, sita nelle pertinenze di Coredo in località "a Salgastrina", al censo annuo di 2 staia di vino "brascato" Notaio: [Franceso del fu "ser" Federico da Coredo] [Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 210 x 155 (145), a tergo note di contenuto. Regesti allegati: del sec. XX 22 b. 1 Locazione 1370 settembre 29, Castel Cles 27 Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria della pieve di Coredo dà in locazione per un anno, a partire della prossima festa di S. Michele, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Calcadizzi, al censo di 1 moggio di frumento Notaio: Bartolomeo detto "Thorus" di "ser" Pietro da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 130 x 175, a tergo note archivistiche e di contenuto 23 b. 1 Locazione 1371 ottobre17, Coredo Il "dominus" Odorico pievano e "rector" della chesa di S. Maria di Coredo e "Tedultus" del fu Dolzano da Coredo, sindico della comunità di Coredo, ciascuno per la parte a sé spettante, danno in locazione per 5 anni a "Sicherius" del fu Varimberto da Coredo ed alla moglie, la "domina" Dina, una casa in muratura e legno "cum una curia et orto" adiacenti, sita nelle pertinenze di Coredo in località "a Castello", ed un appezzamento di terra arativa "clusuliva" (1), sita in dette pertinenze in località "a Sonigo", al censo annuo di 4 moggi di frumento Notaio: Notaio: Desiderato di "ser" Francesco del fu "ser" Desiderato da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 202 x 135 (125), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Si suppone il significato di recintata 24 b. 1 Affidamento di incarico 1372 maggio 22 (con inserto del 7 maggio 1372), Trento - Coredo 25. a Lettera di incarico, 1372 maggio 7, Trento Il "frater" Bartolomeo da Padova, abate dell'abbazia di Trento e vicario generale "in spiritualibus", incarica Bartolomeo di "ser" Stefano Vender, il "dominus" "Perçacinus", "Passius" del fu Nicola Fanti e Benvenuto del fu "Robinus", tutti da Smarano, di definire le proprietà ed i beni sui quali grava in perpetuo l'obbligo di pagare le decime alla chiesa di Coredo 25. b Presentazione di lettera, 1372 maggio 22, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, presenta a Bartolomeo di "ser" Stefano Vender, al "dominus" "Perçacinus", a "Passius" del fu Nicola Fanti e a Benvenuto del fu "Robinus", tutti da Smarano, una lettera (1) in cui "frater" Bartolomeo da Padova, abate dell'abbazia di Trento e vicario generale "in spiritualibus", li incarica di definire le proprietà ed i beni sui quali grava in perpetuo l'obbligo di pagare le decime alla chiesa di Coredo Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 512 x 212, a tergo note di contenuto. Trascrizione allegata: del sec. XX Note (1) Cfr. il regesto 25. a 25 b. 1 Designazione di decime 1372 maggio 30, Smarano 28 Bartolomeo del fu "ser" Stefano Vender, "Perchalcinus" del fu Giovanni, "Paxius" del fu Nicola , Benvenuto del fu "Rubinus", tutti da Smarano, su commissione del "doctor" Bartolomeo, abate dell'abbazia di Trento e vicario generale "in spiritualibus", contenuta nell'instrumento rogato per mano del notaio "ser" Francesco da Coredo, e ad istanza del pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, designano le proprietà ed i beni sui quali grava in perpetuo l'obbligo di pagare le decime alla chiesa di Coredo "aut eius rectoribus seu curatoribus". Notaio: Notaio: "Paxius" del fu Pietro da Smarano (1) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 678 x 315 (280), a tergo note di contenuto Note (1) Con autentica del cancelliere arcivescovile in data 12 dicembre 1708 26 b. 1 Compravendita 1374 aprile 17, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, vende a Verder detto "Percuçinus" del fu Giovanni del fu Alessio da Smarano un appezzamento di terra vignata, sito nelle pertinenze di Coredo in località "a Salgastrina", al prezzo di 100 lire di piccoli veronesi Notaio: Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 285 x 258 (240), a tergo note archivistiche e di contenuto 27 b. 1 Compravendita 1375 luglio 22, "in vila A(r)çesi" della pieve di S. Lorenzo La "domina" Marina del fu "Propolinus" di "A[r]çessio", moglie di Giovanni di Marino da Caldes vende al "magister" "Zanetus", figlio del "magister" Giovanni della pieve di Mazzo in Valtellina, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Seru[...] in località "su a Suca" ed uno prativo, sito nelle stesse pertinenze in località "a Tran", per il prezzo di 33 lire e 1/2 di denari meranesi Notaio: Antonio del fu "ser" Bertoldo Bregantini da Fondo Originale [A] tratto dal protocollo del fu "[...]çelotus" del fu Francesco da Fondo (1), atto notarile; latino pergamena, mm 240 x 180, a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Per autorità concessa dal "dominus" Tommaso, notaio da Dambel 28 b. 1 Permuta 1376 dicembre 13, Coredo Il "dominus" Odorico pievano della pieve di Coredo, chiesto consiglio ai "iurati" della chiesa e a tutti gli altri abitanti della villa di Coredo, permuta con la "domina" Sofia moglie del fu "Paxus" Dalla Torre da Coredo un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Pradaz (1), ricevendone in cambio un altro sito nelle stesse pertinenze in località Orido Notaio: Desiderato del fu "ser" Francesco da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 200 x 144 (135), a tergo note di contenuto Note 29 (1) Su questo terreno la defunta Benvenuta moglie di Corrado del fu "ser" "Paxus" Dalla Torre da Coredo aveva assicurato un' elemosina di 4 grossi da versare annualmente al pievano per la celebrazione dell'anniversario della sua morte 29 b. 1 Locazione perpetua 1376 dicembre 13, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 29, alla "domina" Sophia moglie del fu "Paxus" Dalla Torre da Coredo un appezzamento di terra arativa, sita nelle pertinenze di Coredo in località Orido, al censo annuo di 4 grossi, in ragione di 22 denari per ogni grosso Notaio: Desiderato del fu "ser" Francesco da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 205 (194) x 146 (135), a tergo note di contenuto 30 b. 1 Locazione 1378 febbraio 25, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a "Percaçinus" del fu Giovanni da Coredo un appezzamento di terra vignata, sita nelle pertinenze di Coredo in luogo detto "a Salgastrina", al censo annuo della metà del vino prodotto Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 204 (142) x 160 (130), a tergo note di contenuto 31 b.1 Locazione 1379 aprile 3, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano,"rector" e "maior" e pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a "Sicherius" del fu Varimberto "Zufate" da Coredo, una casa in muratura e legno con un orto antistante ed un casale, sito nelle pertinenze di Coredo in località "a Castel", ed un appezzamento di terra arativa in località "a Sonigo", al censo annuo di 4 moggi di frumento Notaio: Desiderato di "ser" Francesco da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 285 (200) x 255 (55), a tergo note archivistiche e di contenuto 32 b. 1 Locazione 1379 aprile 3, Coredo Il "dominus" Odoricus, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a Nicola detto "Maçonus" del fu Enrico da Coredo 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Pravalier, il secondo in località Apena, il terzo in località Segn, al censo annuo di 5 moggi di frumento Notaio: Desiderato di "ser" Francesco da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 285 x 142 (103), a tergo note archivistiche e di contenuto 30 33 b. 1 Locazione 1380 settembre 12, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a "Geblinus" del fu "Robinus" da Smarano un appezzamento di terra vignata, sita nelle pertinenze di Coredo in località "a Salgastrina" (1) Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 192 x 147, a tergo note di contenuto Note (1) Il notaio omette di segnalare l'ammontare del censo 34 b. 1 Permuta 1383 marzo 25, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, "cum consiglio" del sindico della comunità e dei "iurati" della chiesa permuta con Francesco del fu Pietro da Coredo un appezzamento di terra arativa (1), sito nelle pertinenze di Coredo in località "in Larno", ricevendone in cambio uno sito nelle stesse pertinenze in località "sub Doso Se[......]" Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 148 x 235 (205), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Il fondo era stato precedentemente lasciato alla chiesa di S. Maria da Bartolomeo del fu Francesco "S[u]olan(i)s" per garantire la commemorazione in perpetuo del suo anniversario di morte (come consta nel testamento rogato dal "ser" Giovanni notaio da Tuenno) 35 b. 1 Cessione di immobili 1385 aprile 25, Mollaro La "domina" Maria del fu Francesco detto Fran[...], moglie di Giovanni del fu Bardo da Priò "ad remisionem anime sue at animarum suorum mortuorum", cede al "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, i propri diritti su una casa in muratura e legno "cum curia et orto" e su un appezzamento di terra arativa e "casaliva" (1) annesso a quest'ultima Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 153 (130) x 247 (152), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Si suppone il significato di edificabile 36 b. 1 Locazione 1385 maggio 3, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 20 anni ad Antonio del fu Federico da Sfruz, abitante a Smarano, e a Federico del fu Corrado da Sfruz tutte le decime ed i diritti ad esse connessi, posseduti dalla chiesa di Coredo nel paese di Smarano e nelle sue pertinenze, al censo annuo di 11 moggi di cereali Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino 31 pergamena, mm 197 x 200 (130), a tergo note di contenuto 37 b. 1 Locazione 1385 agosto 7, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo dà in locazione per 10 anni a Giovanni di Carolino da Coredo 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "a Tegrino", il secondo in località "in Quareso", al censo annuo di 3 staia di frumento e di 2 grossi, in ragione di 22 denari per ogni grosso Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 210 (195) x 165 (160), a tergo note di contenuto 38 b. 1 Locazione 1385 novembre 5, Coredo Il "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 5 anni, a partire dalla prossima festa di S. Michele, a Nicola detto "Maçonus" del fu Enrico da Coredo 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Ciavassoz, il secondo in località "a San(agra)", al censo annuo di 9 staia di frumento Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 190 x 203, a tergo note di contenuto 39 b. 1 Locazione 1386 gennaio 25, Coredo Il "dominus"Odorico, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a Gettino fabbro del fu Federico fabbro da Smarano e a Francesco detto "Muschus" del fu Giacomo "Ambolus" da Tres, un appezzamento di terra prativa posseduta "in diviso" con con la chiesa di S. Maria di Smarano, sita nelle pertinenze di Coredo e Smarano in località "in Pra del Bo", al censo annuo di 32 grossi, in ragione di 22 denari per ogni grosso Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo Originale [A] (1), atto notarile; latino pergamena, mm 208 x 163 (150), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Il documento presenta tagli che ne annullano la validità 40 b. 1 Consacrazione e concessione di indulgenza 1401 [giugno] 5, Coredo Vitale vescovo suffraganeo e vicario 'in pontificalibus' di Giorgio di Lichtenstein, vescovo di Trento, dedica e consacra gli altari di S. Andrea apostolo e S. Antonio abate e confessore, eretti nella chiesa di S. Maria di Coredo, nei quali rinchiude il Ss. Sacramento, le reliquie di S. Antonio abate, S. Caio e S. Giorgio martiri e dei Ss. Innocenti, e concede un indulgenza di 40 giorni per autorità del vescovo di Trento, e di altri 40 giorni per propria autorità ai penitenti che visiteranno la chiesa e verseranno le elemosine nella terza domenica di Quadragesima, in cui è fissato l'anniversario della consacrazione dell'altare Notaio: Teodorico di Giovanni detto "Linterbergus" 32 Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 305 x 268, con plica inferiore di mm 37, SPC, a tergo note di contenuto 41 b. 1 Locazione 1406 ottobre 21, Coredo Il "dominus" Giacomo del fu Benvenuto da Dambel, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 20 anni a Pietro del fu Nicola "Rubeus" da Coredo, 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo ed il secondo in località Clergia, il terzo in località "ala Penia", al censo annuo di 18 quarte di frumento ed 11 staia di segale Notaio: Simone del fu "ser" Federico "de Balestrinis" da Tres Originale [A], atto notarile pergamena, mm 245 x 182, a tergo note archivistiche 42 b. 1 Compravendita 1422 novembre 12, Coredo Enrico detto "Mazuzalus" del "ser" Nicola detto "Mazoy" da Coredo vende al "ser" Enrico del fu Valentino da Coredo, agente in qualità di sindico, "iuratus" e "pastor" della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo e della fabbrica dell'altare maggiore di S. Antonio edificato e consacrato nella stessa chiesa, una casa in muratura e legno "cum curia et orto", sita a Coredo in località Pravalier, al prezzo di 30 lire di denari meranesi. La "domina" Caterina moglie del venditore e figlia del fu "Branedus" da Tavon e la "domina" Domenica sua nipote e figlia di Giovanni Bott da Malosco rinunciano a i propri diritti dotali su detta casa Notaio: Tommasino del fu "ser" Avancio da Vervò Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 420 (270) x 177 (149), a tergo note archivistiche e di contenuto 43 b. 1 Lettera - designazione di beni 1423 maggio 16 (con inserto del 6 maggio 1423), Trento - Coredo 43. a Lettera, 1423 maggio 6, Trento Il "dominus" Guglielmo "Gallez", canonico del capitolo di Trento e vicario generale 'in spiritualibus' della chiesa di Trento, in seguito ai lamenti inoltrati da Enrico, pievano di Coredo, in merito al mancato rispetto dei diritti spettanti della chiesa di S. Maria di Coredo, riguardo in particolare al pagamento di fitti e decime da tempo immemorabile spettanti alla suddetta chiesa, affida al "dominus" Valentino de [...], abitante a Coredo, vicario della pieve di Coredo, l'incarico di far "designare, manifestare, dicere et declarare" da alcuni uomini "antiquos, probos et expertos" di Coredo e "districtus", le terre, i fitti, le decime di ragione della pieve di Coredo 43. b Designazione di beni, 1423 maggio 16, Coredo Enrico del fu "Carapana", Antonio detto "Cazafogn", "ser" "Avancinus" del fu Corradino, Guglielmo, Francesco "Matusus", Nicola detto "Boianus" e "ser" Antonio del fu "ser" Pietro, uomini "antiquos, probos et expertos" di Coredo e "districtus", in vigore della lettera del "dominus" Guglielmo "Gallez", vicario generale 'in spiritualibus' della chiesa di Trento, indirizzata al "dominus" Valentino de [...], abitante a Coredo, vicario della pieve di Coredo (1), dopo aver prestato debito giuramento, "dicunt et designant" le terre, i fitti, le decime di ragione della pieve di Coredo 33 Notaio: Tommasino del fu "ser" "Avancius" da Vervò Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 1760 (165) x 410 (90) (2), a tergo note di contenuto. Regesto allegato: del sec. XX Note (1) Cfr. il regesto n. 43. a (2) Il documento è scritto su 4 pergamene legate insieme 44 b. 1 Adempimento di legato 1439 aprile 26, Coredo Rizzardo del fu "Rizolinus" da Coredo, erede del fu Giacomo del fu "Zoanelis" da Coredo, in virtù di un legato lasciato da quest'ultimo alla chiesa di S. Maria di Coredo, consegna a Giacomo figlio di Benvenuto da Dambel, pievano della suddetta chiesa, un campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località "zol Ren" Notaio: Michele del fu "ser" Bertone da Tavon Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 185 (160) x 148 (80), a tergo note archivistiche e di contenuto 45 b. 1 Lettera di investitura e conferimento di parrocchia 1446 aprile 6 (con inserto del 26 marzo1446), Brescia - Caleppio (BS) 45. a Lettera di investitura, 1446 marzo 26, Brescia Il "dux, marchio, comes" Pietro del Monte, vescovo di Brescia, investe Cristoforo da Caleppio della chiesa madre di S. Michele di Calino, vacante dopo la rinuncia di Giovanni da Calino, e la chiesa di S. Martino "sine cura" di Cazzago 45. b Conferimento di parrocchia, 1446 aprile 6, Caleppio (BS) Il "dominus" Guglielmo di Stefano da Cremona, preposito della chiesa di S. Maria di Roado, diocesi di Brescia, in vigore dalla lettera di investitura emessa da Pietro del Monte, vescovo di Brescia (1), conferisce a Cristoforo da Caleppio la chiesa madre di S. Michele da Calino, vacante dopo la rinuncia di Giovanni di Calino, e la chiesa di S. Martino "sine cura" di Cazzago Notaio: "Commus" del fu "Retinus" da Roado Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 607 x 180 (155), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Cfr. il regesto n. 45. a 46 b. 1 Permuta 1459 marzo 12, Coredo Marino del fu Giovanni da Coredo permuta con Giacomo del fu "ser" Benvenuto da Dambel, pievano della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Ort, il secondo in località "sule Lesine", ricevendo in cambio una casa in muratura e legno "cum agro contiguo", sita nelle pertinenze di Coredo in località "a Castel", sul quale viene pagata la decima alla chiesa di S. Maria Notaio: Michele del fu "ser" Bertone da Tavon 34 Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 439 x 152, a tergo note di contenuto 47 b. 1 Locazione 1459 maggio 20, Coredo Il "dominus" Giacomo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo dà in locazione a Francesco del fu "ser" Antonio "Rubeus" 4 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo ed il secondo in località Berbul, "de supra via", il terzo in località Vana, il quarto in località Berbul, "de sot la via", al censo annuo di 18 "stariola" (1) di segale Notaio: Michel del fu "ser" Bertone da Tavon Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 365 (350) x 117, a tergo note di contenuto. Regesti allegati: del sec. XX Note (1) "Stariola" = misura di capacità forse corrispondente allo staio, o ad un'unità minore a quest'ultimo 48 b. 1 Locazione 1459 maggio 20, Coredo Il "dominus" Giacomo, pievano della pieve della Beata Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a Tommaso "Capriolus" da Sfruz due appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Sfruz, il primo in località "in Tranana", il secondo in località "in Campidonegi", al censo annuo di 1 moggio di segale Notaio: Michele del fu "ser" Bertone da Tavon Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 300 (225) x 137 (125), a tergo note di contenuto. Regesti allegati: del XX sec. 49 b. 1 Locazione 1459 maggio 20, Coredo Il "dominus" Giacomo, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione a Silvestro figlio di Franceschino da Coredo 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo ed il secondo con i diritti di decima, in località "sot Layaren", il terzo in località "Selobi", al censuo annuo di 12 staia di frumento Notaio: Michele del fu "ser" Bertone da Tavon Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 363 x 108, a tergo note di contenuto. Regesti allegati: del sec. XX. 50 b. 1 Locazione (1) 1459 maggio 20, Coredo Il "dominus" Giacomo, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione a Giovanni Manfredi da Coredo, 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Berbul e il secondo in località Ronci, al censo annuo di 6 "stariola" di [cereali] (2)(3) Notaio: [Michele] del fu "ser" Bertone da Tavon Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 197 x 135, a tergo note di contenuto 35 Note (1) Il documento presenta dei tagli che ne annullano la validità (2) "Stariola" = misura di capacità forse corrispondente allo staio, o ad un'unità minore a quest'ultimo (3) La rifilatura della pergamena nel mg. sin. impedisce la lettura integrale del documento 51 b. 2 Locazione perpetua 1467 dicembre 29, Coredo Il "dominus" Cristoforo, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 29 anni, a "Bolfchanus" del fu Giovanni "Lothemann" abitante sul monte di Senale, nella contrada di "Canalli" la metà di un maso da lui pesseduto "in divisso" con Cristina, moglie del fu Nicola del castello di Malosco, sito nelle pertinenze dello stesso monte in località "a Chavazillo", al censo annuo di 8 lire e 6 grossi carantani di denari meranesi Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 262 x 210, a tergo note di contenuto 52 b. 2 Permuta 1468 luglio 26, Coredo Il "dominus" Cristoforo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, permuta con Pietro del fu [...] (1) "de Polessis" da Sfruz, agente a nome del padre nonché in qualità di legittimo amministratore e procuratore di Leonardo detto "Bardinellus" del fu Pietro "Usepus" da Coredo, 3 appezzamenti di terra arativa, il primo ed il secondo siti nelle pertinenze di Sfruz rispettivamente in località "in Tranana" e in località "in Donech", il terzo nelle pertinenze di Taio in località Agnole, e riceve in cambio 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Segn, il secondo in località Mes Notaio: Nicola del fu "ser" Federico Originale [A], atto notarile; volgare pergamena, mm 457 x 215, a tergo note di contenuto Note (1) Il notaio lascia uno spazio bianco 53 b. 2 Locazione 1468 settembre 24, Coredo Il "dominus" Cristoforo del fu "ser" Tommaso da Caleppio, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, ad Antonio del fu Cristano della località Ciamazzori presso Rumo un maso "cum domo una, curia, cassale, orto et una pecia terre prative sive broylo", sito nelle pertinenze di Rumo in località Ciamazzori, posseduto "in diviso" con lo stesso Antonio detto "Camazor", e tutti gli altri appezzamenti di terra arativa, prativa e boschiva, colta ed incolta, di ragione di detta chiesa e siti nella valle di Rumo e nelle sua pertinenze, al censo annuo di 4 moggi di segale ed 1 "parassidis" (1) piena di strutto, del valore di 6 grossi di denari meranesi Notaio: Federico del fu "ser" Viaviano "de Balestrinis" notaio da Vasio Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 530 x 167 (143), a tergo note di contenuto Note (1) Per "parassidis" si suppone il significato di ciotola, scodella 36 54 b. 2 Transazione 1470 giugno 9, [Trento] Il vescovo di Trento Giovanni Hinderbach, da una parte, e i nobili "ser" Antonio da Mollaro, suo figlio Leonardo, quest'ultimo agente anche in nome della moglie Lucia, figlia del "ser" Berto da Denno, dall'altra, giungono ad un accordo in merito all'attribuzione di un legato costituito di 2 prati, l'uno sito nelle pertinenze di Coredo e adiacente alla piazza, e l'altro sotto il paese, lasciato dal fu "dominus" Antonio da Coredo per la celebrazione in perpetuo del suo anniversario di morte. Viene stabilito che al vescovo vada il prato adiacente alla piazza, a condizione che versi in perpetuo 6 marche di denari al parroco di Coredo per garantire il mantenimento di un cappellano che celebri in perpetuo una messa all'anno per l'anima del testatore. Agli eredi Antonio e Leonardo andrà invece il prato sotto il paese, a patto che facciano celebrare in perpetuo la messa per l'anniversario della morte del fu Antonio Notaio: Giovanni del fu Odorico notaio da Brez Originale [A] tratto dal protocollo del notaio Odorico da Brez (1), atto notarile; latino pergamena, mm 400 (350) x 172 (143), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Per autorità concessa dal "dominus" Giovanni Pietro "de Gandinis" da Brescia 55 b. 2 Locazione 1471 luglio 3, Coredo Il "dominus" Cristoforo, pievano e "rector" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni ai fratelli Antonio e Cristoforo, figli di Francesco detto "Mastrotus" da Coredo, 5 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo: il primo in località "ala Calonga vecla" o "sot el Dos de S. Maria" ossia "ala Pontara" con una "nugara"(1) e altri alberi da frutto e non da frutto, con una "murogia fracta" (2), che un tempo era la canonica, il secondo ed il terzo siti nello stesso luogo sotto la casa di "Mastrotus", il quarto in località Non, il quinto in località "a Pradel", al censo annuo di 18 quarte di frumento e 10 di segale Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 472 x 112 (98), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) "Nugara" = noce (pianta), legno di noce (Quaresima, pg. 284) (2) "Murogia fracta" = casolare con muri cadenti (Quaresima, pg. 277) 56 b. 2 Locazione 1472 gennaio 12, Coredo Il "dominus" Cristoforo, "pievano e "rector" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni ad Antonio del fu Pietro "Rubeus" da Coredo i seguenti terreni siti nelle pertinenze di Coredo: un prato in località Zibi, un appezzamento di terra arativa in località "a Ridavena" e tre campi rispettivamente nelle località Plana, Clergia e Sora Vana, al censo annuo di 9 staia di cereali, eccetto il primo anno in cui dovrà versarne 14 staia Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 390 (345) x 118 (62), a tergo note di contenuto 57 b. 2 37 Locazione 1472 gennaio 20, Coredo Il "dominus" Cristoforo, pievano, "rector et gubernator"della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni ad Antonio del fu Pietro "Rubeus" da Coredo, un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località Zibi e 4 appezzamenti di terra arativa, siti nelle stesse pertinenze, il primo in località "Ridavena", il secondo in località Plana, il terzo in località Clergia, il quarto in località Sora Vana, ad un censo del valore di 6 staia di cereali, fatta eccezione per il primo anno in cui dovrà versare 8 staia Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 450 X 155 (110), a tergo note archivistiche e di contenuto 58 b. 2 Locazione 1472 luglio 2, Coredo Il "dominus" Cristoforo, pievano, "rector et gubernator" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni ad Antonio del fu [...] (1) detto "(Daylanus") da Coredo due appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, in località "in Tamanon", al censo annuo di 7 staia di frumento Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 362 (330) x 140 (125), a tergo note archivistiche e di contenuto. Regesti allegati: del sec. XX Note (1) Il notaio lascia uno spazio bianco 59 b. 2 Locazione 1472 luglio 2, Coredo Il "dominus" Cristoforo, pievano, "rector et gubernator" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a Bartolomeo del fu Giovanni da [Core]do, 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "for a Planalez", il secondo in località Apena, il terzo nella stessa località "super viam", al censo annuo di 8 staia di cereali Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 420 x 135, a tergo note di contenuto 60 b. 2 Locazione 1472 luglio 2, Coredo Il "dominus" Cristoforo, pievano, "rector et gubernator" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni ad "Amantinus", agente in qualità di figlio e "nuncius" di Giovanni Lan [...] da Coredo, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Luzara, al censo annuo di 3 staia di frumento Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 230 x 190 (173), a tergo note di contenuto 61 b. 2 Permuta 38 1473 luglio 3, Smarano Il "dominus" Cristoforo, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, permuta con il "dominus" Enrico da Taio, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Smarano, un appezzamento di terra arativa, sita nelle pertinenze di Smarano in località Mur e 4 prati siti nelle pertinenze di Coredo, Smarano e Sfruz, il primo in località "al Lago de mezo", il secondo sul monte, il terzo in località "in Pradal", il quarto in località Pra del Stabel, ricevendone in cambio 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Smarano, il primo in località Tor e stimato per la semina di 6 moggi di sementi, il secondo in localtà Pozzi Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 600 x 178, a tergo note archivistiche e di contenuto 62 b. 2 Lettera - Sentenza arbitrale e permuta 1474 maggio 4 (con inserto del 18 aprile 1474), Trento - Coredo 62. a Lettera, 1474 aprile 18, Trento Il vescovo di Trento Giovanni Hinderbach porta a conoscenza i pievani e curati della diocesi della controversia sorta fra il pievano di Coredo, da una parte, e Corradino Zanolli da Coredo, dall'altra, in merito alla proprietà di una parte del prato della canonica, sita in località "a Sonigo" e, a parere del pievano, indebitamente detenuta dal suddetto Corradino, a nome del suocero Silvestro Zanolli. Il suddetto Corradino, entro 9 giorni dal ricevimento della presente lettera, dovrà restituire al pievano la porzione di campo, oppure, se vorrà esporre le sue ragioni, dovrà presentarsi a Trento entro il suddetto termine. Il vescovo incarica il capitano Antonio di Nanno, di porsi quale mediatore ed arbitro della controversia 62. b Sentenza arbitrale e permuta, 1474 maggio 4, Coredo Antonio di Nanno, capitano in castel Coredo, agente in nome del vescovo di Trento Giovanni Hinderbach (1), dirime una controversia sorta fra il pievano di Coredo, da una parte, e Corradino Zanolli da Coredo, dall'altra, in merito alla proprietà di una parte del prato della canonica, sito in località "a Sonigo" e, a parere del pievano, indebitamente detenuta dal suddetto Corradino, a nome del suocero Silvestro Zanolli (1). Insieme agli altri arbitri prescelti per la soluzione della controversia, e cioé a Leonardo da Mollaro e Giovanni "Bertrusus" da Coredo, il capitano Antonio di Nanno stabilisce che Corradino restituisca al pievano la suddetta porzione di prato e gli ceda un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "a Tanaseg". Il pievano darà invece a Corradino 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "a Mana", il secondo in località Pravalier, il terzo in località Auren Notaio: "Galiaz" del "dominus" Antonio da Mollaro Originale [A] (2), atto notarile; latino pergamena, mm 876 x 150, a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Cfr. il regesto n. 62 a (2) Il documento è scritto su due pergamene cucite insieme 63 b. 2 Locazione 1476 giugno 8, Coredo Il "dominus" Cristoforo, pievano, "rector et gubernator" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a Conradino del fu Bartolomeo "Avancinus" da Coredo un appezzamento di terra arativa, sita nelle pertinenze di Coredo in località "in Quares", al censo annuo di 6 quarte di frumento 39 Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 202 x 162, a tergo note archivistiche e di contenuto 64 b. 2 Locazione 1476 luglio 19, Coredo Il "dominus" Cristoforo, pievano e "rector" della chiesa parrocchiale di Coredo, dà in locazione a partire dalla prossima festa di S. Michele e per la durata di 5 anni ad Antonio detto "Mazonus" del fu Milano da Tavon, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Tavon in località Lac, nonché tutte le decime ed i diritti ad esse connessi, di ragione della stessa chiesa, al censo annuo di 3 staia di cereali Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 227 (200) x 158 (105), a tergo note di contenuto 65 b. 2 Locazione 1478 dicembre 30, Coredo Il "dominus" Cristoforo da Caleppio, pievano e "rector" della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a Pietro del fu Francesco detto "Blanch" da Coredo 6 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, al censo annuo di 5 staia di cereali Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 280 x 113, a tergo note archivistiche e di contenuto 66 b. 2 Transazione 1483 settembre 24, Coredo Il "dominus" "miles" Simeone Thun, signore di castel Bragher, da una parte, ed il "dominus" Enrico da Tavon pievano della pieve di S. Maria di Smarano e vicario nella pieve di S. Maria di Coredo, agente in nome del "dominus" Giacomo "de Cipris", canonico del capitolo di Trento e pievano della pieve di S. Maria di Coredo, insieme al "dominus" Filippo da Cremona, vicario nella pieve di S. Vittoria di Taio, "procurator" del pievano, dall'altra, si accordano in merito ai diritti di decima su alcuni appezzamenti di terra siti nelle pertinenze di Coredo. Viene stabilito che alla chiesa di S. Maria di Coredo spetti la quarta parte delle suddette decime e dei diritti ad esse connessi, ed in particolare: la decima su un appezzamento di terra vignata, sito nelle pertinenze di Coredo in località "ala Volta" di proprietà di Leonardo del fu Giovanni Manfredi da Coredo; la decima su un appezzamento di terra vignata, sita nelle pertinenze di Coredo in località "ale Fase" un tempo proprietà del "dominus" Antonio da Coredo ed ora del "dominus" Simeone Thun; la decima su un appezzamento di terra vignata, sito nelle pertinenze di Coredo in località Fasse di proprietà di Corradino del fu "Avancinus" da Coredo. La decima su tutte le terre vignate, site nelle pertinenze di Coredo fino al "Fossatum magnum" verso la villa di Dermulo, spetta per la quarta parte alla chiesa di Coredo; oltre il "Fossatum magnum" la metà delle decime spetta alla chiesa e l'altra metà ovvero la decima "maior" a Simeone Thun Notaio: Antonio "Valdecher" del fu "ser" Francesco "Valdecher" da Tavon Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 470 x 230, a tergo note archivistiche e di contenuto 40 67 b. 2 Locazione 1491 maggio 13, Coredo Federico del fu Anselmo da Coredo, agente in qualità di massaro della scuola o confraternita [di S. Silvestro] di Coredo, e Michele di Antonio Zanni da Coredo, agente anche a nome di Cristoforo, suo fratello, anch'egli massaro della fraternita, danno in locazione per 5 anni a Silvestro del fu Giovanni da Coredo, agente anche in nome del fratello "Avanzinus", un appezzamento di terra arativa, sita nelle pertinenze di Coredo in località Cialver, al censo annuo di 5 staia di frumento Notaio: Alessandro del fu Francesco Compagnoni da Tuenno (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A] tratto dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 373 x 155, a tergo note di contenuto 68 b. 2 Locazione perpetua 1499 settembre 14, Coredo Il "dominus" Pietro Manincor da Casez, "vicarius, rector et gubernator" della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 29 anni, a "Bolfchanus" del fu Giovanni "Lochman" originario della "contrata" di "Canale", sulla montagna di Senale, la metà di un maso "cum capulo, pasculo et herbatico", posseduto "in diviso" con il "dominus" Nicola, notaio da Sarnonico ed i suoi fratelli, e la metà di proprietà della stessa chiesa di S. Maria di Coredo, al censo annuo di 8 lire e 6 grossi di denari meranesi Notaio: Alessandro del fu Francesco Compagnoni da Tuenno (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A] tratto dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 593 (568) x 185 (75), a tergo note di contenuto 69 b. 2 Compravendita 1513 marzo 29, Coredo Bartolomeo del fu Corradino da Coredo vende a Donato Papa e ad Antonio Berti entrambi da Coredo, agenti in qualità di "iurati" della scuola o confraternita di S. Silvestro di Coredo, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "zo in Calun", al prezzo di 9 denari meranesi Notaio: Antonio del fu "ser" Silvestro Gatti da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 375 (355) x 140, a tergo note di contenuto. Trascrizione allegata: del sec. XX 70 b. 2 Transazione 1521 aprile 7, Coredo Giovanni del fu "ser" Biagio, Giovanni di Giorgio Marinconz, Antonio del fu Baldassarre Moncher e Francesco di Giorgio "de Stornis" da Coredo, agenti in qualità di giurati e regolani della villa di Coredo, da una parte, e Simone, Antonio e Melchiorre, fratelli e figli del fu Giovanni Caldana da Coredo, dall'altra, giungono ad un accordo in merito ai diritti su una sentiero annesso ad un pezzo di terra prativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Zibi, venduto dagli stessi regolani ai suddetti Simone, Antonio e Melchiorre, al prezzo di 4 marche e 4 lire di denari meranesi (1): ai vicini di Coredo, viene concesso di transitare sul sentiero annesso al prato ma senza buoi a meno che non abbiano l'autorizzazione dei proprietari del fondo Notaio: Antonio del fu "ser" Silvestro Gatti da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 365 (175) x 177 (150), a tergo note archivistiche e di contenuto 41 Note (1) Come consta nel contratto di compravendita rogato dallo stesso notaio Antonio del fu "ser" Silvestro Gatti da Coredo 71 b. 2 Locazione perpetua 1535 gennaio 26, Coredo Il "dominus" Andrea "de Desideratis" da Coredo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, a Giacomo del fu Matteo Borz da Tavon, carpentiere, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Tavon in località Lac stimato per la semina di 3 staia di sementi, la decima su 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Tavon in località Lac, il primo di proprietà dello stesso Giacomo e stimato per la semina di 5 staia di sementi, il secondo di proprità degli eredi del fu Pietro "Chasela" da Sanzeno e stimato per la semina di 2 staia di sementi, ed infine tutti gli appezzamenti di terra siti in dette pertinenze, che pagano la decima alla chiesa di S. Maria di Coredo. Il locatario pagherà al concedente un censo annuo di 3 staia di frumento. Notaio: Antonio del fu "ser" Silvestro Gatti da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 373 x 216, a tergo note di contenuto 72 b. 2 Locazione perpetua 1539 dicembre 10, Coredo Il "dominus" Andrea "de Dessideratis" da Coredo pievano di Coredo e "altarista" in S. Vigilio a Trento, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, ad Antonio del fu Domenico Rizzardi da Coredo un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Vaiaren, al censo annuo di 3 staia di frumento Notaio: Serafino del fu Giacomo "de Bessenelis" da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 572 x 185, a tergo note archivistiche e di contenuto 73 b. 2 Locazione perpetua 1543 aprile 11, Trento Il "dominus Andrea del fu Gabriele "de Desideratis" da Coredo, pievano della pieve di Coredo e "altarista" in S. Vigilio a Trento, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, ad Antonio Papa da Coredo un appezzamento di terra arativa e prativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "zo al rì da Varna", al censo annuo di 3 staia di frumento Notaio: Giacomo del fu "dominus" Serafino "de Besenellis" notaio da Coredo Originale [A] tratto dal protocollo del "dominus" Guariento notaio da Rallo (1), atto notarile; latino pergamena, mm 665 x 195 (164), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Per autorità concessa dal "dominus" Zaccaria Caiani, assessore delle valli di Non e Sole 74 b. 2 "Capitulum regule Smarani sive montanee factum super regula magna cum consillio omnium vicinorum congregatorum" (1) 1544 maggio 13, Smarano 42 Giorgio Crivelli da Pergine, capitano a castel Bragher, rappresentante dei "domini" Thun, regolani maggiori della montagna delle comunità di Coredo, Smarano e Sfruz, insieme ad Antonio "Bersenillus" ed al "magister" Giacomo Zadra da Coredo, regolani di Smarano, ed Giovanni Biasi regolano di Sfruz, radunato il consiglio dei vicini delle suddette comunità, stabiliscono, per ovviare al malgoverno ed all'eccessivo sfruttamento del patrimonio boschivo della montagna, che a nessuno sia concesso tagliare "dase" (2) in una quantità maggiore a 6 "pedes" per ogni carro (3) Notaio: Giacomo del fu "dominus" Serafino de Besenellis da Coredo Originale [A] tratto dal protocollo del "dominus" Guariento, notaio da Rallo (4), atto notarile; latino pergamena, mm 390 x 145 (130), a tergo note di contenuto Note (1) L'intitolazione precede il testo del documento (2) "Dasa" = frasche verdi di conifere (Quaresima, p. 133) (3) Il piede è un unità di misura del legname (4) Per autorità concessagli dal "dominus" Zaccaria Caiani, assessore delle valli di Non e Sole 75 b. 2 Rinnovo di locazione perpetua 1547 maggio 4, Castel Thun (Vigo di Ton) Il "dominus" Sigismondo Thun "consiliarius regius", agente anche a nome dei suoi fratelli e nipoti, conferma a Melchiorre del fu Guglielmo da Coredo, agente anche a nome dei fratelli Leonardo, Giovanni e Battista e a nome dei figli del fu Nicola suo fratello e dei suoi nipoti, la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di un appezzamento di terra prativa ed "hortoliva" (1), sito nelle pertinenze di Coredo in località Tor e di un vigneto con 12 filari di viti, in località Fasse, al censo annuo di 3 staia di avena da portare a castel Bragher e di 1 staio di frumento da versare alla chiesa di S. Maria di Coredo, quale donazione dei signori di Thun per illuminare il corpo di Gesù Cristo. La detta investitura fu precedentemente fatta dal "dominus" Bernardino Thun al padre di Melchiorre, Guglielmo, come testimonia il documento "in lingua alemana" rogato nell'anno 1526 Notaio: Gregorio del fu Pietro Rolandini da Dambel (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A] tratta dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 582 x 182 (147), a tergo note di contenuto Note (1) Per "hortoliva" si suppone il significato di: con orto annesso 76 b. 2 Transazione 1549 ottobre 30, Trento A seguito della controversia sorta fra Paolo Sicher da Coredo, agente in qualità di sindico della confraternita di S. Silvestro di Coredo, agente anche a nome di Leonardo Zadra da Coredo, suo collega, da una parte, e Baldassarre di Antonio Moncher da Coredo "procurator" del padre, dall'altra, in merito allo smarrimento di un libro della confraternita, imputato al suddetto Antonio, si giunge alla seguente conciliazione: nel caso in cui Baldassarre riesca a dimostrare ai sindici della confraternita quali persone possiedano indebitamente beni della stessa confraternita entro la festa di S. Martino, non verrà imposta nessuna penalità al suddetto Antonio. In caso contrario quest'ultimo dovrà pagare alla confraternita i 25 ragnesi stabiliti dall'assessore delle valli di Non e Sole Notaio: Giacomo Conci da Ossana Originale [A], atto notarile; latino pergamena, 362 (325) x 200 (177), a tergo note di contenuto 77 b. 2 43 Locazione perpetua 1550 agosto 8, Coredo Il "dominus" Andrea "de Desideratis", pievano della chiesa parrocchiale di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, a Geremia Cicolini del fu Gottardo detto "Bon" da Smarano 5 appezzamenti di terra arativa siti nelle pertinenze di Smarano, ed uno di terra prativa nelle stesse pertinenze, al censo annuo di 7 staia di segale e di 12 grossi di denari meranesi Notaio: Antonio del fu "ser" Silvestro Gatti da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 396 (380) x 290, a tergo note di contenuto 78 b. 2 Locazione perpetua 1553 novembre 24, Coredo Il "dominus" Giovanni Giacomo del fu Pellegrino Moggio da Cles, vicepievano, "rector et gubernator" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, a Federico del fu Donato Papa da Coredo, 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "in Verdolai", il secondo in località Apena, al censo annuo di 2 staia di frumento Notaio: Michele del fu "dominus" Antonio da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 400 x 240 (220), a tergo note archivistiche e di contenuto 79 b. 2 Locazione perpetua 1556 maggio 17, Coredo Il "dominus" Francesco del fu Peregrino Moggio da Cles, vicepievano [della pieve di S. Maria] di Coredo, agente in nome di Andrea del fu Gabriele "de Desideratis" da Coredo, pievano di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, a "ser" Biagio del fu "ser" Bartolomeo da Tavon i seguenti terreni e decime nelle pertinenze di Tavon: un appezzamento di terra arativa, in località Lac, stimato per la semina di 3 staia di sementi; la decima su due appezzamenti di terra arativa siti nella stessa località, il primo stimato per la semina di 5 staia di sementi, il secondo di 2 staia di sementi, ed infine tutti i terreni, siti nelle pertinenze di Tavon, che pagano le decima alla chiesa di S. Maria di Coredo. Il locatario verserà al concedente un annuo censo di 3 staia di frumento Notaio: [ Michele del fu "dominus" Antonio da Coredo] (?) (1), atto notarile; latino pergamena, 456 (410) x 237 (200), a tergo note di contenuto Note (1) La pergamena è mutila 80 b. 2 Consacrazione e concessione di indulgenza 1558 novembre 28, Coredo Mariano "de Mano", suffraganeo pontificio e vicario 'in pontificalibus' del cardinale Cristoforo Madruzzo, vescovo di Trento e Bressanone, dedica e consacra gli altari a S. Lorenzo martire e S. Maria Maddalena, eretti nella chiesa di S. Rocco di Coredo. Nel primo rinchiude le reliquie dei santi Romedio, Francesco confessore, Libera ed altri, nel secondo le reliquie dei santi Martino vescovo e confessore, Cristina e dei martiri anaunici, Lazzaro vescovo, e concede un' indulgenza di 40 giorni per autorità del vescovo di Trento, ai penitenti che visiteranno la chiesa e verseranno le elemosine nei giorni di S. Lorenzo e S. Maria Maddalena o nella loro ottava, in corrispondenza dei quali, ogni anno, si celebrerà l'anniversario della consacrazione 44 Notaio: Sottoscrittore: Stefano "de Aprovinis" cancelliere Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 238 x 340, con plica inferiore di mm 44, a tergo note di contenuto, SPC (in capsa bronzea) 81 b. 2 Sentenza arbitrale 1559 dicembre 19, Coredo Il "doctor" Geronimo Grandi da Riva, assessore delle valli di Non e Sole, dirime una controversia sorta fra Giacomo Stancher, pievano di Dambel, da una parte, e la comunità di Dambel, rappresentata dal sindico Cristoforo Borz da Dambel, dall'altra, in merito alla richiesta del pievano di essere considerato un vicino e di poter quindi beneficiare dei diritti collegati a tale stato. Viene stabilito che il pievano venga a far parte integrante del corpo vicinale, e che i sindici consegnino ogni anno al pievano, un bastone detto "el cavazal" (1) e una sorte di legna Notaio: Giovanni Antonio del "dominus" "Bennasutus" Melchiori da Cles Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 150 (105) x 425 (395), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) "Cavazal" = alare, capifuoco (Quaresima, pg. 70) 82 b. 2 Compravendita 1560 ottobre 21, Coredo Antonio del fu Giovanni Tomazzoli da Coredo vende a Filippo del fu Francesco Mascotti e a Giovanni "Zambaron" entrambi da Coredo, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Cialver, al prezzo di 6 marche di denari meranesi, in base alla stima fatta da due periti di Coredo Notaio: Giacomo del fu "dominus" Serafino "de Bensenillis" da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile pergamena, mm 368 (327) x 125 (100), a tergo note di contenuto 83 b. 2 Locazione perpetua 1563 novembre 17, Coredo Cfr. il regesto n° 84 Notaio: Michele del fu "dominus" Antonio da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 524 x 195 (163), a tergo note archivistiche e di contenuto 84 b. 2 Locazione perpetua 1563 novembre 17, Coredo Il "dominus" Tommaso del fu "ser" Gabriele "Desideratis" da Coredo, vicepievano, "rector et gubernator" della pieve di S. Maria di Coredo, agente a nome del fratello, il "dominus" Andrea, pievano di detta pieve ed "altarista" in S. Vigilio a Trento, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, ad Antonio del fu Silvestro Papa da Coredo, agente anche in nome del fratello Baldassarre, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "zol rii da Verna", al censo annuo di 3 staia di frumento Notaio: Michele del fu "dominus" Antonio da Coredo 45 Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 590 (480) x 175 (75), a tergo note archivistiche e di contenuto 85 b. 2 Locazione perpetua 1563 dicembre 26, Coredo Il "dominus" Tommaso del fu "ser" Gabriele "de Desideratis" da Coredo vicepievano, "rector et gubernator" della chiesa di S. Maria di Coredo, agente a nome del fratello Andrea, pievano di Coredo e "altarista" in S. Vigilio a Trento, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 29 anni, a Pangrazio di Michele "Rorecher" detto anticamente "Adamer" della montagna di Senale, la metà di un maso "cum capulo, pasculo et herbatico" di ragione della chiesa, sito sulla montagna di Senale in località "a Canazillo" e l'altra metà di detto maso, posseduta "in diviso" con il "dominus" Antonio "de Morenberg" ed i suoi nipoti. Il locatario pagherà al concedente un censo annuo di 8 lire e 6 grossi di denari meranesi Notaio: Michele del fu "dominus" Antonio da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 415 x 195, a tergo note di contenuto 86 b. 2 Rinnovo di locazione perpetua 1564 gennaio 3, Castel Thun (Vigo di Ton) Il "dominus" Giorgio Thun, figlio del fu "dominus" Antonio Thun, "eques", consigliere cesareo e camerario di [Ferdinando II], re di Boemia, agente anche a nome dei suoi fratelli e nipoti, conferma a Baldassare del fu Antonio Frisoni da Coredo, agente anche a nome del fratello Leonardo ed eredi, e a Leonardo del fu Giovanni Frisoni da Coredo, la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni di un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località "sotto le case di Frisoni", al censo annuo di 5 staia di frumento, da consegnare ai "domini" Thun o ai loro capitani a castel Bragher. La detta investitura fu precedentemente fatta dal "dominus" Antonio Thun, nell'anno 1518, a Pietro del fu Nicola Frisoni e quindi rinnovata a Giovanni del fu Leonardo Frisoni dal "dominus" Giorgio Crivelli, capitano a castel Bragher ed agente a nome dei Thun, come testimonia il documento rogato nell'anno 1542 dal "dominus" Bonaventura Manincor da Casez Notaio: Michele del fu "dominus" Bartolomeo Pezzen da Croviana (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 455 (395) x 260 (193), a tergo note di contenuto 87 b. 2 Licenza - permuta 1564 agosto 9 (con inserto del 19 maggio 1564), Trento - castel Thun (Vigo di Ton) 87. a Licenza, 1564 maggio 19, Trento Giovanni Malanotti, canonico e vicario generale 'in spiritualibus' del cardinale Ludovico Madruzzo, vescovo di Trento e Bressanone concede al "dominus" Tommaso "Desiderati", pievano della pieve di Coredo, la licenza di permutare con il "dominus" "eques" Giorgio Thun del fu "dominus" Antonio Thun, i suoi diritti su un censo perpetuo di 7 staia di segale ed 1 "parapsidis" (1) di burro o strutto, costituito per 6 carantani da Bartolomeo del fu Odorico Vender da Corte Inferiore (o Superiore), e di ricevere in cambio i diritti su 2 censi, il primo del valore di 5 staia di frumento costituito da Leonardo del fu Antonio Frisoni da Coredo, il secondo del valore di 2 staia di frumento, costituito da Filippo de fu Vittorio "Zilus" da Taio e abitante a Sfruz 87. b Permuta, 1564 agosto 9, castel Thun (Vigo di Ton) 46 Il "dominus" Tommaso "de Desideratis", pievano della pieve di Coredo, su licenza concessagli da Giovanni "Malanotus", canonico e vicario generale 'in spiritualibus' del cardinale Cristoforo Madruzzo, vescovo di Trento e Bressanone (2), permuta con il "dominus" "eques" Giorgio Thun del fu "dominus" Antonio Thun, i suoi diritti su un censo perpetuo del valore di 7 staia di segale ed 1 "parapsidis" piena di strutto o burro, costituito per 6 carantani da Bartolomeo del fu Odorico Vender da Corte Inferiore (o Superiore), abitante a Marcena di Rumo ed assicurato su un maso, sito nelle pertinenze di Rumo, in località Ciamazzori, posseduto "in diviso" con il suddetto pievano, e su una casa "curtiva" (4) con annessi un casale, un orto ed un "broilus" (5), sita nelle stesse perinenze, ed infine su un appezzamento di terra arativa, sita "cum pauco prato contiguo", stimato per la semina di 24 staia di sementi, ricevendo in cambio dal suddetto Giorgio i suoi diritti su 2 censo perpetui, il primo del valore di 5 staia di frumento costituito da Leonardo del fu Antonio Frisoni da Coredo (6), ed assicurato su un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località "sotto le Case di Frisoni", posseduto "in diviso" con Leonardo del fu Giovanni "Frisoni", il secondo del valore do 2 staia di frumento, costituito da Filippo de fu Vittorio "Zilus" da Taio e abitante a Sfruz (7), assicurato su un appezzamanto di terra arativa, sito nelle pertinenza di Sfruz e Smarano in località "a Roncaz" Notaio: Michele del fu "dominus" Bartolomeo Pezzen da Croviana Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 325 (310) x 217 (213), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) "Per "parapsidis" si suppone il significato di ciotola, scodella (2) Cfr. il regesto n. 87. a (3) Come consta nell'instrumento rogato in data 4 febbraio 1563 dal "dominnus" Giovanni Bertoldi notaio Casez (4) Si suppone del significato: "con cortile scoperto adiacente alla casa" (5) "Broilus" = broilo, prato alberato adiacente alla casa di abitazione e di regola recintato. (Quaresima, pg. 55) (6) Come consta nell'instrumento rogato in data 3 gennaio 1563 dal notaio Michele del fu "dominus" Bartolomeo Pezzen da Croviana (7) Come consta nell'instrumento rogato in data 21 ottobre 1544 dal "dominus" Bonaventura Manincor, notaio da Casez 88 b. 2 Costituzione di censo 1570 aprile 2, Banco Giovanni del fu Giovanni Bolognini da Banco costituisce a favore di Matteo del fu Giacomo Ceschi da Banco, agente anche a nome di Giovanni, Pietro e Giovanni Giacomo suoi fratelli, un censo perpetuo ed affrancabile del valore di 5 "brascati" di vino buono del suo podere, sito nelle pertinenze di Banco in località "in Alm"e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra arativa e vignata, sita nelle pertinenze di Banco, in località "alla Cannetta", su cui detto censo è essicurato, al prezzo di ragnesi 35 di denari meranesi Notaio: Michele del fu "ser" Pietro Bonadiman da Casez Originale [A] (1), atto notarile; latino pergamena, mm 372 180 (172), a tergo note archivistiche e di contenuto (2) Note (1) Il documento presenta tagli che ne annullano la validità (2) A tergo compare anche un'annotazione del 21 novembre 1658 di mano del notaio Giovanni Giacomo Inama relativa ad una affrancazione di censo 89 b. 2 Costituzione di censo 1573 agosto 10, Coredo 47 Cristoforo del fu Giacomo Leonardelli da Coredo costituisce a favore di Romedio del fu Michele Inama da Dermulo un censo perpetuo del valore di 2 staia di segale, e gli dà in obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze Coredo in località Plana su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 10 ragnesi di denari meranesi Notaio: Gerardo del fu "dominus" Antonio Gatti notaio da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 372 x 143, a tergo note di contenuto 90 b. 2 Locazione perpetua 1573 ottobre 11, Coredo Tommaso "Desiderati" pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, in presenza del "dominus" Gabriele Alessandri, vescovo di Gallese suffraganeo pontificio e vicario generale in "spiritualibus" del cardinale Ludovico Madruzzo, vescovo di Trento, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, ad Antonio Rizzardi 5 appezzamenti di terra, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo ed il secondo in località Ort, il terzo in località Sora Vana, il quarto in località Fontanele, il quinto in località Piana, al censuo annuo di 5 staia di frumento Notaio: Antonio del "dominus" Nicola Chiusole Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 520 x 132, a tergo note archivistiche e di contenuto 91 b. 2 Delega - dazione in pagamento ed affrancazione di censo 1578 aprile 10 (con inserto del 19 febbraio 1578), Coredo (1) 91. a Delega, 1578 febbraio 19, [Coredo] Giovanni Battista Coret, vicario generale 'in spiritualibus', in seguito alle suppliche di Tommaso "Desiderati", pievano di Coredo, delega Giovanni Giacomo Moggio, decano rurale delle valli di Non e Sole a rappresentarlo in occasione della dazione in pagamento di tre terreni, siti nelle pertinenze di Coredo, per il prezzo di 190 ragnesi di denari, che verrà fatta dai "domini" "Zambaroni" da Coredo a favore della chiesa di S. Maria di Coredo, per affrancarsi da un censo di 17 staia di cereali, precedentemente costituito a favore della stessa chiesa 91 . b Dazione in pagamento ed affrancazione di censo, 1578 aprile 10, Coredo In presenza di Giovanni Giacomo Moggio, decano rurale delle valli di Non e Sole, delegato di Giovanni Battista Coret (2), vicario generale 'in spiritualibus', Pietro del fu Antonio "Zambaronis" ed Antonio del fu Giovanni "Zambaronis", eredi del fu Pietro "Inselmi" detto "Zambaronus" e del fu Giovanni "Inselmi" "de Zambaronis", agenti anche a nome dei fratelli e delle consorti, danno in pagamento al "dominus" Tommaso "Desiderati" da Coredo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, 3 appezzamenti di terra siti nelle pertinenze di Coredo, il primo prativo in località Zibi, il secondo ed il terzo arativi, rispettivamente nelle località Apena e Plan, per il prezzo di 190 ragnesi di denari meranesi. Con tale dazione in pagamento i suddetti "Zambaroni" si affrancano dall'obbligo di pagare un censo di 17 staia di cereali, costituito a favore della chiesa di S. Maria (come attesta l'instrumento rogato dal "dominus" Nicola del fu "ser" Federico, notaio di Tuenno, in data 30 dicembre 1478) Notaio: Garvasio del fu "dominus" Antonio Gatti notaio da Coredo Originale [A] tratta dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 635 (620) x 260 Note (1) Con autentica, a tergo, del 26 ottobre 1581 per mano di Nicola, notaio da Pavillo (Tassullo) 48 (2) Cfr. il regesto n. 91. a 92 b. 2 "Inventarium bonorum canonicae plebis Coredi [...]" 1579 settembre 21, Coredo Silvestro "Bertrami" e Antonio Tommazzoli da Coredo, in seguito alle richieste di Tommaso "Desiderati" da Coredo, incaricano il notaio Michele da Coredo di stilare l'inventario dei beni mobili di ragione della canonica di Coredo, nonché dei fitti, livelli e delle decime ad essa spettanti Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto) (1) Originale [A] dal protocollo del fu Michele notaio da Coredo (3), atto notarile; latino pergamena, mm 825 x 525, a tergo note di contenuto Note (1) A tergo, a sinistra dell'annotazione del notaio Giovanni Giacomo: sottoscrizione del notaio Bartolomeo da Nanno, abitante a Coredo, che dice di aver visionato questo inventario nel processo vertente tra il pievano ed il "dominus" Antonio del fu Silvestro da Coredo (come attesta il documento da lui rogato nell'anno 1585); annotazione del 12 novembre 1708 in occasione della definizione delle decime spettanti alla canonica nel territorio di Smarano (3) Per autorità concessa dal "dominus" Alessandro Alberti d'Enno, assessore delle valli di Non e Sole 93 b. 2 Costituzione di censo 1583 agosto 16, Coredo Antonio del fu "Sicherius" Frisoni da Coredo, costituisce a favore del "dominus" Odorico Inama da Coredo, agente in qualità di massaro della chiesa di S. Maria di Coredo, un censo perpetuo del valore di 1 staio di frumento, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "in Quares", su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 6 ragnesi di denari meranesi Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Sanzeno (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 135 (717) x 200 (180), a tergo note di contenuto 94 b. 2 Locazione 1583 novembre 17, Coredo Tommaso "Desiderati", pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione "per totum tempus vite sue" ad Antonio del fu Giovanni "Zambaron" da Coredo i seguenti terreni, siti nelle pertinenze di Coredo: un campo "cum dossio" in località Apena stimato per la semina di 1 staio di sementi, un prato in località Zibi, un appezzamento di terra arativa, con otto filari di viti, in località Lac, al censo annuo di 12 staia di cereali e 4 di legumi Notaio: Nicola da Tavon Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 420 x 95, a tergo note di contenuto 95 b. 2 Affidamento di incarico 1583 dicembre 21, Coredo 49 Il "dominus" Tommaso "Desiderati", pievano della pieve di Coredo e Silvestro "Bertran" da Coredo, sindico delle chiese di S. Maria e di S. Rocco di Coredo, incaricano il notaio Giovanni Giacomo da Fondo di stilare un inventario dei beni immobili di ragione delle suddette chiese Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 452 x 310, a tergo note di contenuto 96 b. 2 Costituzione di censo 1584 settembre 8, Sfruz Il "dominus" Giovanni del fu Antonio Bombarda da Coredo costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 10 staia di segale a favore del "dominus" Matteo del fu Giovanni Widmann da Coredo, e gli dà in obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Cialver, su cui detto censo è assicurato, per il prezzo di 50 ragnesi di denari meranesi Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino mm 310 (275) x 210 (160), a tergo note archivistiche e di contenuto 97 b. 2 Cessione di censi ed adempimento di legato 1584 settembre 8, Coredo Il "dominus" "Motesus" del fu Giovanni Widmann sarto da Coredo cede per 100 ragnesi di denari meranesi a Silvestro Barbi da Coredo, massaro della chiesa di S. Maria di Coredo, i suoi diritti su due censi, entrambi del valore di 10 staia di segale, il primo costituito per 50 ragnesi dal "dominus" Simone Barbi da Coredo ed assicurato su un fondo arativo sito nelle pertinenze di Coredo in località Ciarnales, il secondo costituito per 50 ragnesi dal "dominus" Giovanni Bombarda da Coredo e assicurato su un fondo sito nelle pertinenze di Coredo in località Cialver. Con tale cessione il suddetto "Motesus" adempie un legato costituito dal fu Giovanni, suo padre, a favore della chiesa di S. Maria (1) Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 461 x 145 (135), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Il padre aveva disposto che ogni anno venisse versata alla chiesa una "galletta" d'olio. Il suddetto "Motesus", essendo il valore della cessione superiore a quello dell'olio, chiede che ogni anno venga versata alla chiesa 1/2 "galletta" di olio per la celebrazione di una messa e la confezione di pane da distribuire davanti alla chiesa nel 2° giorno delle rogazioni ("galletta = secchio speciale che una volta serviva come misura per l'olio e per altri liquidi, Quaresima, pg. 211) 98 b. 2 Soluzione di controversia - sospensione di condanna 1585 agosto 31 - 1587 febbraio 28, Rallo - Trento Notaio: Bartolomeo da Nanno del "dominus" Domenico "de Storibus", abitante a Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 580 x 422, a tergo note archivistiche e di contenuto 98.1 Soluzione di controversia 50 1585 agosto 31, Rallo Geronimo Caiani, dottore in legge e assessore delle valli di Non e Sole, interviene nella causa vertente tra il "dominus" Tommaso "Desiderati", pievano di Coredo, rappresentato dal suo "procurator", il "dominus" Simone Barbi, da una parte, ed il "dominus" Antonio del fu "dominus" Michele Coret da Coredo, dall'altra, in merito ad un debito di 249 ragnesi di denari che il suddetto Antonio avrebbe contratto verso il pievano, ed in particolare di 140 ragnesi in seguito al mancato pagamento, tra gli anni 1574 e 1584, di un elemosina annua di 14 ragnesi di denari disposta dal padre Michele a favore della chiesa di S. Maria, ed assicurata su un prato "in medio ville", e 109 ragnesi per un debito contratto dal padre Michele nei 7 anni che precedono il 1574 . Viene stabilito che il suddetto Antonio versi al pievano solo la somma di 140 ragnesi, di cui egli è diretto debitore Notaio: Bartolomeo da Nanno del "dominus" Domenico "de Storibus", abitante a Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) 98.2 Sospensione di condanna 1585 post agosto 31 Francesco "Luchinus", commissario nella causa vertente fra il "dominus" Antonio Coret, dichiara sospesa la condanna, stabilita dall'assessore delle valli di Non e Sole a danno del "dominus" Antonio del fu "dominus" Michele Coret da Coredo, al pagamento di 140 ragnesi che avrebbe contratto verso il pievano in seguito al mancato pagamento, tra gli anni 1574 e 1584, di un elemosina annua di 14 ragnesi di denari disposta dal padre Michele a favore della chiesa di S. Maria, ed assicurata su un prato "in medio ville" 98.3 Revoca di sospensione di condanna 1587 febbraio 28, Trento Francesco Betta, commissario nella causa vertente fra il "dominus" Antonio Coret ed il pievano di Coredo, revoca la sospensione di pena a danno del "dominus" Antonio Coret stabilita dal commissario Francesco "Luchinus" 99 b. 2 Costituzione di censo 1586 novembre 6, Coredo Antonio del fu Giovanni Rizzardi da Coredo costituisce un censo perpetuo del valore di 5 staia di segale a favore del "dominus" Tommaso "Desiderati" da Coredo, pievano di Coredo, e gli dà in obbligazione una casa con orto, sita nelle pertinenze di Coredo in località Vaiaren, ed un fondo arativo e vignato, sito nelle stesse pertinenze in località Berbul, al prezzo di 25 ragnesi di denari meranesi Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 350 x 130 (120), a tergo note di contenuto 100 b. 2 Costituzione di censo 1587 settembre 24, Castel Bragher Antonio del fu Bartolomeo Mascotti da Coredo, agente anche a nome di Baldassarre discendente del fratello del padre, e di Federico, suo fratello, costituisce a favore del "dominus" Slucca da Malé, capitano a castel Bragher, un censo perpetuo affrancabile del valore di 4 staia di frumento, e gli dà in obbligazione un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località "sot la Casa", su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 24 ragnesi di denari meranesi Notaio: Giovanni Giacomo Inama del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto) 51 Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 460 x 135 (100), a tergo note di contenuto 101 b. 3 Costituzione di censo ed estinzione di debito 1588 febbraio 2, Coredo Pietro del fu Antonio "Zambaron" da Coredo costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 3 staia di frumento a favore di Simone Biasi da Coredo, massaro della chiesa di S. Rocco, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra prativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "sot la Casa", su cui detto censo è assicurato. Con questa costituzione, valutata 18 ragnesi di denari meranesi, Pietro salda un debito dello stesso valore contratto verso il suddetto Simone Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 490 (265) x 150 (80), a tergo note archivistiche e di contenuto 102 b. 3 Rinnovo di investitura 1588 maggio 23, Arsio Il "dominus" conte Guglielmo, del fu "dominus" Giovanni conte d' Arsio, agente anche a nome della "domina" contessa "Carilida" d' Arsio e discendente del padre, dei fratelli del fu "dominus" Carlo e dei suoi eredi, conferma a Melchiore Berti da Coredo, agente a nome di Salvatore del fu Salvatore "Zucolinus" da Coredo, l'investitura feudale di un appezzamento di terra, sito nelle pertinenze di Smarano in località Clesura. Il suddetto Melchiore presta giuramernto di fedeltà Notaio: Melchiorre "Gleser" da Romallo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 312 x 205 (190), a tergo note archivistiche e di contenuto 103 b. 3 Cessione di censo 1588 maggio 30, Coredo Il "dominus" Bartolomeo del fu Geronimo Pollini da Tavon, mercante a Trento, cede per 22 ragnesi di denari meranesi al "dominus" Odorico Inama da Coredo un affitto di 2 staia ed 1/4 di frumento, costituito per 22 ragnesi da Antonio del fu Pietro Bonvicin da Banco su un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Banco in località Pramuscel Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 347 (280) x 135 (70), a tergo note di contenuto 104 b. 3 Cessione di censi 1588 luglio 10, Coredo Il "presbiter" Odorico Inama da Coredo, agente anche a nome dei suoi nipoti, cede per 25 ragnesi di denari meranesi a Simone Biasi da Coredo, agente in qualità di sindico delle fabbriche delle chiese di S. Maria e di S. Rocco di Coredo, i propri diritti su due censi, l'uno di 3 staia di segale costituito da Romedio Pastorelli per 15 ragnesi e l'altro di 2 staia di segale, costituito da Cristoforo Leonardelli da Coredo per 10 ragnesi di denari Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo Originale [A], atto notarile; latino 52 mm 340 x (330) x 110, a tergo note di contenuto (1) Note (1) A tergo è riportata l'annotazione relativa all'avvenuta affrancazione dal censo, datata 9 settembre 1646 105 b. 3 Costituzione di censo 1590 giugno 12, Coredo Leonardo del fu Silvestro "Bertram" da Coredo costituisce a favore di Simone Biasi da Coredo un censo del valore di 4 staia di frumento, e gli dà in obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Foi, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 24 ragnesi di denari meranesi Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo Originale [A]; latino pergamena, mm 416 (400) x 143 (120), a tergo note di contenuto 106 b. 3 Costituzione di censo 1590 settembre 5, Coredo Marco del fu Antonio Marchi da Taio costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 4 staia di frumento a favore di Odorico Inama da Coredo, e gli dà in obbligazione un mulino "cum suis edificiis", sito nelle pertinenze di Coredo in località Roza, sul quale detto censo è assicurato, per 24 ragnesi di denari meranesi Notaio: Giovanni Giacomo [del fu "dominus" Antonio] Inama [da Fondo] Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 322 (205) x 165 (91), a tergo note di contenuto 107 b. 3 Cessione di censo ed estinzione di debito 1590 novembre 6, Castel Coredo Il "dominus" Alberto del fu "dominus" "Motesus" Widmann da Coredo, agente anche a nome dei fratelli, dei nipoti e del fratello Giovanni, cede a Simone Biasi da Coredo, agente in qualità di massaro della chiesa di S. Maria di Coredo, i propri diritti su un censo di 6 staia di segale, costituito dal "dominus" Antonio Coret da Coredo per 30 ragnesi di denari meranesi. Il parroco della chiesa di S. Maria si obbliga in cambio a celebrare annualmente ed in perpetuo una messa in suffragio dell'anima del fu "dominus" "Motesus" e a porre due candele ed un pane "nigro" sulla sua sepoltura durante la messa Notaio: Giovanni Giacomo del fu ["dominus"] Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 280 (220) x 180 (75), a tergo note archivistiche e di contenuto 108 b. 3 Permuta e parziale vendita 1591 marzo 18, Coredo Di fronte al "dominus" Cristoforo Federico "Haidorf" capitano delle valli di Non e Sole, la "domina" Caterina del fu Antonio "Maneus" da Coredo, in presenza di Antonio "de Pauletis", suo marito, in parte permuta ed in parte vende a Bartolomeo Erlicher da Coredo un appezzamento di terra con due filari di viti, sito nelle pertinenze di Coredo in località "zo al Plazol", ricevendo in cambio un appezzamento di terra con 4 meli e 7 filari di viti, sito nelle stesse pertinenze in località "in Periace", oltre a 8 ragnesi e 1/2 per la differenza di valore dei due terreni scambiati 53 Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 460 (405) x 145 (80), a tergo note di contenuto 109 b. 3 Costituzione di censo 1591 maggio 12, Coredo Luca del fu Giacomo Zadra da Coredo costituisce un censo perpetuo redimibile del valore di 1 staio e 1/2 di frumento a favore di Simone Biasi da Coredo, agente in qualità di sindico e massaro della fabbrica della chiesa di S. Rocco di Coredo, e gli dà in obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Berbul, al prezzo di 9 ragnesi di denari meranesi Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 328 x 155, a tergo note di contenuto 110 b. 3 Costituzione di censo 1595 aprile 2, Coredo Il "dominus" Antonio del fu "dominus" Michele Coret da Coredo, agente in qualità di massaro della chiesa di S. Maria di Coredo, costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 2 staia di segale a favore del "dominus" Alberto Federico da Coredo, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "alle Large", al prezzo di 3 ragnesi di denari meranesi Notaio: Giovanni Giacomo [del fu "dominus" Antonio] Inama [da Fondo] Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 240 x 125, a tergo note di contenuto 111 b. 3 Costituzione di censo 1595 ottobre 23, Coredo Antonio del fu Bartolomeo da Coredo, "procuarator" di Luca "Preganelle", costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 2 stari di frumento a favore di Simone Biasi da Coredo, agente in qualità di sindico della comunità di Coredo, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra arativa, sita nelle pertinenze di Coredo in località Berbul, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 12 ragnesi di denari meranesi Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 290 (275) x 170 (160), a tergo note di contenuto 112 b. 3 Soluzione di controversia 1595 ottobre 23, Castel Coredo Il "dominus" Cristoforo Federico "Haidorf", capitano delle valli di Non e di Sole, ed Enrico Caiani assessore di dette valli, dirimono una controversia sorta fra Simone Biasi da Coredo sindico della comunità di Coredo, da una parte, ed il "ser" Bartolomeo del fu Stefano Fava da Coredo, dall'altra, in merito al godimento, negato a quest'ultimo, dei diritti annessi alla condizione viciniale. A Bartolomeo, erede universale del fu Giacomo "Zoanet", padre della moglie Rosa e vicino da antica data della villa di Coredo, viene concesso il privilegio di usufruire dei beni comuni della vicinia di Coredo. Verserà in cambio alla comunità di Coredo la somma di 54 18 ragnesi di denari meranesi , dei quali 6 "in presentiam". Per i restanti 12 ragnesi costituerà un censo del valore di 2 staia di frumento a favore della suddetta comunità assicurandolo su un terreno di sua proprietà. La decisione viene unanimamente approvata dalle regola convocata per lo stesso giorno Notaio: Giovanni Giacomo del fu ["dominus"] Antonio Inama da Fondo Originale [A], atto notarile; latino mm 805 x 150, a tergo note di contenuto (1) Note (1) A tergo si trova anche un'annotazione del 14 maggio 1598 relativa al pagamento della tassa corrisposta per la redazione del documento 113 b. 3 Soluzione di controversia 1595 ottobre 23, Castel Coredo Il "dominus" Cristoforo Federico "Haidorf", capitano delle valli di Non e di Sole ed Enrico Caiani, assessore di dette valli, dirimono una controversia sorta fra Simone Biasi da Coredo sindico della comunità di Coredo, da una parte, ed il "dominus" Luca "Pregionella", abitante a Coredo, rappresentato dal "procurator Antonio Mascotti da Coredo, dall'altra, in merito al godimento, negato a quest'ultimo, dei diritti annessi alla condizione viciniale. Al suddetto Luca, erede universale del fu "dominus" Nicola da Coredo, suo zio paterno, e vicino da antica data della villa di Coredo, viene concesso il privilegio di usufruire dei beni comuni della vicinia di Coredo. Verserà in cambio alla comunità di Coredo la somma di 18 ragnesi di denari meranesi, dei quali 6 "in presentiam". Per i restanti 12 ragnesi costituerà censo del valore di 2 staia di frumento a favore della suddetta comunità, assicurandolo su un terreno di sua proprietà. La decisione viene unanimamente approvata dalle regola convocata per lo stesso giorno Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 750 x 197 (185), a tergo note di contenuto Note (1) A tergo si trova anche un'annotazione del 14 maggio 1598 relativa al pagamento della tassa corrisposta per la redazione del documento 114 b. 3 Permuta e parziale vendita 1597 ottobre 10, Taio Il "dominus" Michele del fu "dominus" Matteo Widmann da Coredo in parte permuta ed in parte vende al "dominus" Simone Slucca da Malè, abitante a Taio, un appezzamento di terra arativa e vignata con quattro filari di viti, sito nelle pertinenze di Taio in localtà Plani, ricevendo in cambio i diritti su un censo di 4 staia di frumento, costituito da Antonio Mascotti da Coredo, per 24 denari (1). Michele riceve anche 7 denari quale compenso per la differenza di valore dei beni scambiati, in base alla stima fatta da due periti di Coredo Notaio: Giovanni Giacomo del "dominus" Ferdinando Barbacovi notaio da Taio (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 490 x 147 (137), a tergo note di contenuto Note (1) Come attesta l'instrumento rogato in data 24 giugno 1584 da Giovanni Giacomo Inama, notaio da Sanzeno 115 b. 3 Cessione di censo ed adempimento di legato 55 1597 novembre 11, Coredo Il "dominus" Antonio Inama da Dermulo, abitante a Coredo, cede per 22 ragnesi di denari meranesi al "ser" Alessio Widmann, agente in qualità di sindico della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo, i propri diritti su un censo costituito da Marco Marchi da Taio per 22 ragnesi, ceduto a sua volta dal "dominus" Antonio Coret e precedentemente da Agostino Sicher da Coredo. Con tale cessione il suddetto Antonio salda un debito di pari valore contratto con Simone Barbi, sindico della chiesa di S. Maria rappresentante del fu "dominus" Tommaso "Desiderati", pievano di Coredo, in occasione di un legato lasciato alla fabbrica della chiesa Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 208 x 125, a tergo note di contenuto 116 b. 3 Compravendita ed estinzione di debito 1598 ottobre 2, Coredo Giovanni Antonio del fu Giacomo Caldana da Coredo vende a Giacomo del fu Rocco Biasi e a Marino "Contz", rappresentanti la confraternita di S. Silvestro di Coredo, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Dossi, stimato per la semina di 2 staia di sementi, al prezzo di 33 ragnesi e 1/2 di denari meranesi, in base alla stima di due periti di Coredo. Detta compravendita viene fatta ad estinzione di un debito di pari valore contratto dal suddetto Giovanni Antonio verso la confraternita Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 375 (290) x 150 (117), a tergo note di contenuto 117 b. 3 Costituzione di censo 1600 gennaio 6, Coredo Giovanni del fu Leonardo Frisoni da Coredo costituisce un censo perpetuo redimibile del valore di 3 staia di segale, a favore di Simone Caldana da Coredo, agente in qualità di massaro della fabbrica della chiesa di S. Rocco di Coredo, e gli dà in obbligazione un prato, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 15 ragnesi di denari meranesi Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 379 (350) x 130 (118), a tergo note di contenuto 118 b. 3 Cessione di censi e di credito 16[...] febbraio 24, Coredo Il "dominus" Ferdinando de Concini da Casez, abitante a Taio, cede per 84 ragnesi di denari meranesi a Simone Caldana da Coredo, agente in qualità di sindico e massaro della chiesa di Coredo i suoi diritti su 2 censi, il primo costituito per 53 ragnesi da Ennio Melchiori da Coredo, il secondo costituito per 25 ragnesi da Gaspare Rizzardi nonché su un credito [di 10 ragnesi] verso Francesco Gaspare da Coredo Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 364 (330) x 125 (35), a tergo note archivistiche e di contenuto 119 b. 3 56 Cessione di censo ed estinzione di debito 1601 novembre 7, Coredo I "domini" Michele, Alberto e Ivano figli del fu "dominus" "Mottesius" Widmann da Coredo, agenti anche a nome del nipote Simone, cedono per 90 ragnesi di denari meranesi al "dominus" Simone Biasi ed a Giorgio Marinconz, regolani della comunità di Coredo, i loro diritti su due censi, il primo dei quali costituito dal "dominus" Pellegrino da Banco per 50 ragnesi di denari meranesi, il secondo da Vigilio Moncher da Coredo per 40 ragnesi. Con tale cessione viene saldato un debito contratto dai suddetti Michele, Alberto ed Ivano verso la comunità di Coredo Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 313 (305) x 150 (140), a tergo note di contenuto 120 b. 3 Supplica e concessione - locazione perpetua 1603 febbraio 9 (con inserto del 19 ottobre 1602), [Trento] - Coredo 120. a Supplica e concessione, 1602 ottobre 19, [Trento] Il cardinale [Carlo Gaudenzio Madruzzo], principe vescovo di Trento, di fronte alle suppliche del "dominus" Luca Gallo, pievano di Coredo, lo autorizza a dare in locazione, rinnovabile ogni 19 anni, al "dominus" Serafino del fu Giacomo "Besnelllis" da Coredo, la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di parte di un appezzamento di terra "saxosa" e boschiva, sito nelle pertinenze di Coredo in località Plana, al censo annuo di 3 minali di frumento 120. b Locazione perpetua, 1603 febbraio 9, Coredo Il "dominus" Luca Gallo pievano di Coredo, ottenuta l'autorizzazione dal cardinale [Carlo Gaudenzio Madruzzo] (1), principe vescovo di Trento, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, a Serafino del fu "dominus" Giacomo "Besnellis" da Coredo parte di un appezzamento di terra "saxosa" e boschiva, sito nelle pertinenze di Coredo in località Plana, al censo annuo di 3 minali di frumento Notaio: Giovanni Giacomo Inama del fu ["dominus"] Antonio Inama da Fondo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 457 (412) x 98 (60), a tergo note di contenuto Note (1) Cfr. il regesto n. 120. a 121 b. 3 Codicillo al testamento 1603 marzo 16, Tavon Il "dominus" Marco Gallo, volendo apportare delle aggiunte al suo ultimo testamento, dispone che: alla nipote, moglie di Donato "Zanpolus" vadano tutti i beni mobili esistenti nella sua casa al momento della sua morte, alla chiesa di S. Sisto di Tavon vengano versati 100 ragnesi di denari ed altri 200 per la celebrazione in perpetuo, ed ogni anno nel mese di maggio, di 6 messe nella chiesa di Tavon Notaio: Carlo Conci da Taio, abitante a Mollaro Originale [A] tratta dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 263 (233) x 190 (122), a tergo note di contenuto 57 122 b. 3 Costituzione di censo 1604 ottobre 6, Coredo Il "dominus" Antonio del fu Federico Mascotti da Coredo costituisce a favore del "dominus" Biagio "Bidamoni" da Coredo, agente a nome del nome del "dominus" Simone Biasi, capitano di Segonzano e delle sorella, un censo perpetuo affrancabile del valore di 6 staia di frumento, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in localià "al Ren" (1), su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 36 ragnesi di denari Notaio: Antonio del fu "dominus" Giovanni Inama da Dermulo, abitante a Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 700 (190) x 170 (160), a tergo note di contenuto Note (1) Sullo stesso terreno il "dominus" Antonio ha costituito per 24 ragnesi di denari anche un censo a favore del "dominus" Michele "Bidamoni" da Coredo 123 b. 3 Costituzione di censo - dazione in pagamento e affrancazione di censo 1608 marzo 2 - 1669 novembre 2, Segno - Coredo 123. 1 Costituzione di censo 1608 marzo 2, Segno Il "dominus" Giovanni Antonio del fu "dominus" Matteo Widmann da Coredo, agente anche a nome del "dominus" Giulio, suo fratello, costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 19 staia di frumento a favore del "dominus" Giovanni Paolo del fu "dominus" Pietro" Clementi da Cles, abitante a "Medii Sancti Petri", agente a nome del "dominus" Antonio Clementi da Taio, e gli dà in obbligazione un campo, stimato per la semina di circa 12 staia di sementi, e sul prato contiguo, siti nelle pertinenze di Coredo in località Fontanele - "al rì da Verna", al prezzo di 114 ragnesi di denari Notaio: Pietro del fu "dominus" Eusebio Chini da Segno 123. 2 Dazione in pagamento ed affrancazione di censo (1) 1669 novembre 2, Coredo Giovanni Frachesen dà in pagamento al "dominus" Francesco Bertoldi da Denno, dottore in teologia, canonico del capitolo di Trento e parroco di Coredo, un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Fontanele, del valore di 114 ragnesi, e gli dà inoltre 34 ragnesi e 1/2, di cui 18 costituiscono un elemosina lasciata dalla famiglia Widmann, da versare alla chiesa di S. Maria di Coredo per la celebrazione di 3 messe. Con tale dazione in pagamento il suddeto Giovanni si affranca dall'onere di pagare un censo di 19 staia di frumento, costituito per 144 ragnesi dal "dominus" Giovanni Antonio del fu "dominus" Matteo Widmann da Coredo e dal fratello Giulio sopra il detto campo (2) Notaio: Matteo Widmann Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 440 (420) x 140, a tergo note di contenuto Note (1) Il documento è rogato a tergo della pergamena (2) Cfr. il regesto il doc. n. 123. 1 58 123.1 Costituzione di censo 1608 marzo 2, Segno Il "dominus" Giovanni Antonio del fu "dominus" Matteo Widmann da Coredo, agente anche a nome del "dominus" Giulio, suo fratello, costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 19 staia di frumento a favore del "dominus" Giovanni Paolo del fu "dominus" Pietro" Clementi da Cles, abitante a "Medii Sancti Petri", agente a nome del "dominus" Antonio Clementi da Taio, e gli dà in obbligazione un campo, stimato per la semina di circa 12 staia di sementi, e sul prato contiguo, siti nelle pertinenze di Coredo in località Fontanele - "al rì da Verna", al prezzo di 114 ragnesi di denari Notaio: Pietro del fu "dominus" Eusebio Chini da Segno 123.2 Dazione in pagamento ed affrancazione di censo (1) 1669 novembre 2, Coredo Giovanni Frachesen dà in pagamento al "dominus" Francesco Bertoldi da Denno, dottore in teologia, canonico del capitolo di Trento e parroco di Coredo, un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Fontanele, del valore di 114 ragnesi, e gli dà inoltre 34 ragnesi e 1/2, di cui 18 costituiscono un elemosina lasciata dalla famiglia Widmann, da versare alla chiesa di S. Maria di Coredo per la celebrazione di 3 messe. Con tale dazione in pagamento il suddeto Giovanni si affranca dall'onere di pagare un censo di 19 staia di frumento, costituito per 144 ragnesi dal "dominus" Giovanni Antonio del fu "dominus" Matteo Widmann da Coredo e dal fratello Giulio sopra il detto campo (2) Notaio: Matteo Widmann Note (1) Il documento è rogato a tergo della pergamena (2) Cfr. il regesto il doc. n. 123. 1 124 b. 3 Soluzione di controversia 1608 aprile 19, Coredo Il "dominus" Giorgio Sigismondo barone Thun, "dominus" di Castelfondo e regolano maggiore della comunità di Coredo, rende nota la sentenza emessa dal "dominus" Simone Slucca relativa alla controversia sorta fra il "dominus" Giovanni Bombarda di Coredo, agente a nome della madre Anna, figlia ed erede del "dominus" Giorgio, da una parte, e la comunità di Coredo, rappresentata dai regolani Leone "Bertran" e Guglielmo "Besnelle" e dai sindici, i "domini" Antonio Inama notaio, Giovanni Antonio Widmann e Bartolomeo Fava, dall'altra, in merito all'uso dell'acqua di uno stagno "seu, ut vocant lacum", rivendicato dal suddetto Giovanni per irrigare un suo campo in località "Piaz". Viene stabilito che il suddetto Giovanni possa utilizzare l'acqua piovana "vehenentem torbidam" raccoltasi nel bacino in una quantità sufficiente per irrigare il campo; quando invece l'acqua dello stagno raggiungerà un livello tale da scorrere nei ruscelli che si dipartono dal bacino, la comunità di Coredo avrà il diritto di utilizzarla. Giovanni potrà usare l'acqua anche quando il livello dello stagno avrà raggiunto il suo limite massimo, impegnandosi comunque a non intorpidirla (considerata anche le recenti purificazione e pulizia del bacino). La stessa comunità viene esonerata dall'onere di purificare o ingrandire in futuro il suddetto stagno Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 694 x 134 (90), a tergo note di contenuto 125 b. 3 Costituzione di censo ed estinzione di debito 59 1608 aprile 20, Coredo Pietro del fu Antonio Leonardelli da Coredo costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 5 staia e 1/2 di frumento a favore del "dominus" Giovanni "Dumer" da Tres, e gli dà in obbligazione un campo sito nelle pertinenze di Coredo, in luogo detto Corgol, stimato per la semina di 7 staia di segale. Con questa costituzione, valutata 36 ragnesi di denari meranesi, il suddetto Pietro salda un debito di 29 ragnesi contratto verso Leonardo Beltrami da Coredo Notaio: Giovanni Giacomo Barbacovi da Taio (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 382 (365) x 135 (105) , a tergo note di contenuto 126 b. 3 Permuta 1608 aprile 30, Coredo "Ser" Simone Biasi, "ser" Biagio Widmann e Domenico Rizzardi da Coredo, regolani di Coredo, consegnano a Matteo "a Pane" da Banco un appezzamento di terra arativa e vignata, sito nelle pertinenze di Banco in località Fossa (1). In cambio lo stesso Matteo ha costituito in suo favore un censo, come testimonia il documento rogato dal notaio "dominus" Matteo Bonadiman da Casez, per 35 ragnesi. Risultando il terreno di minor valore rispetto alla detta costituzione, Matteo rinuncia al censo per due anni Notaio: Giovanni Giacomo da Sanzeno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 275 (257) x 190 (170), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Detto appezzamento fu consegnato "in concursu" a Bon[...] del fu Domenico Bolognini di Banco, come risulta dal documento del notaio Baldessare "G(ultnor)" da Cles 127 b. 3 Concessione 1608 ottobre 1, Coredo Luca Gallo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo concede al "dominus" Gabriele Barbi da Coredo, figlio del "dominus" Simone Barbi capitano di Segonzano, la facoltà di alienare a Vigilio Moncher da Coredo, un appezzamento di terra prativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "sota li Frisoni", su cui grava l'onere di corrispondere alla chiesa parrocchiale di Coredo un censo annuo di 5 staia di frumento Notaio: Antonio del fu Giovanni Inama da Dermulo (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 400 (285) x 182 (152), a tergo note archivistiche e di contenuto 128 b. 3 Supplica e concessione - permuta e parziale vendita 1608 dicembre 9 (con inserto del 2 dicembre 1608), Coredo 128. a Supplica e concessione, 1608 dicembre 2, [Coredo] Il cardinale [Carlo Gaudenzio di Madruzzo], in seguito alla supplica del "dominus" Gabriele Barbi, gli concede per tramite di Pietro Belli vicario generale 'in spiritualibus', di permutare con Luca Gallo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, un suo terreno, sito nelle pertinenze di Coredo in località Nogiaron e di riceverne in cambio uno in località "alla Dusa", aggiungendo a detto terreno 12 ragnesi di denari per la differenza di valore dei beni scambiati 60 128. b Permuta e parziale vendita, 1608 dicembre 9, Coredo In presenza di Giovanni Ramponi, decano foraneo delle valli di Non e Sole, pievano della pieve di Sanzeno, delegato del "dominus" Pietro Belli vicario generale 'in spiritualibus' (1), il "dominus" Luca Gallo, pievano di Coredo, permuta ed in parte vende al "dominus" Gabriele Barbi un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "alla Dusa", e ne riceve in cambio uno di terra prativa, sito nelle stesse pertinenze in località Nogiaron. Il pievano riceve anche 12 ragnesi di denari per la differenza di valore dei beni scambiati, in base alla stima fatta tre periti di Coredo Notaio: Nicola Bonadiman da Salter Originale [A], atto notarile; latino, volgare pergamena, mm 397 x 153, a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Cfr. il regesto n. 128. a 129 b. 3 Supplica e delega - Permuta 1609 maggio 1 ( con inserto del 29-30 aprile 1609), Coredo 129. a Supplica e delega , 1609 aprile 29 - 30, [Coredo] [Pietro Belli], vicario 'in spiritualibus', in seguito alle suppliche estese da Baldassarre Frisoni da Coredo, lo autorizza, per tramite del "dominus" Giovanni Ramponi suo delegato, decano foraneo delle valli di Non e Sole, a cedere al pievano di Coredo Luca Gallo un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Apena ed a riceverne in cambio la locazione in enfiteusi di un appezzamento di terra arativa, sito nelle stesse pertinenze e località, al censo annuo di 6 quarte di frumento 129. b Permuta , 1609 maggio 1, Coredo Il "dominus" Luca Gallo, pievano di Coredo, di fronte al "dominus" Giovanni Ramponi, decano foraneo delle valli di Non e Sole e delegato del vicario 'in spiritualibus' (1) , dà in enfiteusi a Baldassarre Frisoni da Coredo un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Apena, al censo annuo di 6 quarte di frumento. In cambio lo stesso Baldassarre cede al pievano un appezzamento di terra arativa sita nelle stesse pertinenze e località, posseduta da Maddalena, sorella dello stesso Baldassarre Notaio: Antonio Inama del fu ["dominus"] Giovanni Inama da Dermulo (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino, volgare pergamena, mm 170 (140) x 35 (110), a tergo note di contenuto Note (1) Cfr. il regesto n. 129. a 130 b. 3 Costituzione di censo 1609 giugno 5, Coredo Domenico del fu Giorgio Rizzardi da Coredo costituisce un censo annuo affrancabile del valore di 2 staia di frumento a favore del "ser" Matteo Sicher da Coredo, agente in qualità di sindico della fabbrica della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, e gli dà in obbligazione un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località Vaiaren, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 12 ragnesi Notaio: Antonio del fu "dominus" Giovanni Inama da Dermulo (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 325 (294) x 143, a tergo note archivistiche e di contenuto 61 131 b. 3 Costituzione di censo 1609 giugno 9, Coredo Il "ser" Vigilio figlio del fu Giacomo Moncher da Coredo costituisce un censo perpetuo affrancabile di 5 staia di frumento a favore del "ser" Matteo Sicher, agente un qualità di sindico della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra arativa e vignata, sito nelle pertinenze di Coredo in località "in Quares", al prezzo di 30 ragnesi di denari, in ragione di una "dupla" d'oro portoghese, 6 "cechini", e 4 ungari Notaio: Antonio del fu "dominus" Giovanni Inama da Dermulo (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 140 (115) x 125 (78), a tergo note archivistiche e di contenuto 132 b. 3 Delega e locazione perpetua 1610 aprile 27 - 1610 maggio 9, [Trento] - Coredo Cfr. i regesti n. 133. a/133. b Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore; latino, volgare mm 655 x 191, a tergo note archivistiche e di contenuto 133 b. 3 Delega e locazione perpetua 1610 maggio 9 ( con inserto del 27 aprile 1610), [Trento] - Coredo 133. a Delega, 1610 aprile 27, [Trento] [Pietro Belli], vicario generale 'in spiritualibus' del vescovo di Trento delega il "dominus" Giovanni Ramponi da Malé, pievano di Sanzeno e decano foraneo a rappresentarlo nella locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di 6 fondi siti nelle pertinenze di Smarano e Coredo, che verrà fatta dal "dominus" Luca Gallo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo a favore di Simone Grandi da Smarano, per un censo annuo di 10 staia di cereali 133. b Locazione perpetua, 1610 maggio 9, Coredo Il "dominus" Giovanni Ramponi da Malé, pievano di Sanzeno e decano foraneo, delegato del vicario generale 'in spiritualibus' del vescovo di Trento (1), avuta notizia della rinuncia fatta da Battista Cicolini nelle mani del "dominus" Luca Gallo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dei beni immobili che da tempo immemorabile Battista ed i suoi predecessori tenevano in locazione, concede al pievano la licenza di investire Simone Grandi da Smarano, a titolo di locazione perpetua e rinnovabile ogni 19 anni, degli stessi beni, ovverosia di: 5 appezzamenti di terra arativi siti nelle pertinenze di Smarano e di un appezzamento di terra prativa, sito nelle pertinenze di Coredo. Simone pagherà un censo annuo di 10 staia di cereali Notaio: Antonio del fu "dominus" Giovanni Inama da Dermulo (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino, volgare pergamena, mm 730 x 182, a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Cfr. il regesto n. 133. a 134 b. 3 Donazione "inter vivos" 62 1612 settembre 27, Coredo Il "dominus" Andrea del "dominus" Simone Barbi, capitano di Segonzano, dà a titolo di donazione "inter vivos" alla fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo la somma di 100 ragnesi di denari, dovutagli dalla "domina" Povertà, erede del "dominus" frate Michele Inama da Coredo, rappresentata dal "domius" Gabriele Barbi, suo "curator" (1) Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon Copia autentica [B] dall'originale del fu "dominus" Antonio Inama notaio da Coredo (2); latino pergamena, mm 260 x 105, a tergo note di contenuto Note (1) Il donatore chiede che vengano collocati nella chiesa di S. Maria "monumentum et bancos et scabellos", dedicati alla sua famiglia e che venga celebrata ogni anno, nel giorno di S. Michele, una messa in suffragio della sua anima e di quella dei suoi antenati (2) Per autorità concessa da Orazio "Brochetta", assessore delle valli di Non e Sole 135 b. 3 Cessione di censi ed estinzione di debito - quietanza 1615 gennaio 5 (con inserto del 7 ottobre 1612), Coredo 135. a Cessione di censi ed estinzione di debito, 1612 ottobre 7, Coredo I "domini" Alberto "Bidamoni", "Barbus", Giovanni Antonio "Bidamoni", e "ser" Vigilio Moncher sindici [della comunità di Coredo], Michele, Giacomo figlio di Simone Biasi e Silvestro Mascotti, regolani [della comunità di Coredo], in presenza del "dominus" Luca Gallo, pievano di Coredo, cedono al "dominus" Giulio "Bidamoni" i diritti su 4 affitti, i primi due del valore di 12 ragnesi costituiti dal "dominus" Baldassare Fava (come consta nell'instrumento rogato in data 23 ottobre 1595 dal notaio Giovanni Giacomo Inama) e da Serafino "Besenella" (come consta nell'instrumento rogato in data 8 ottobre 1609 dal notaio Giovanni Giacomo Inama), il terzo del valore di 30 ragnesi costituito da Nicola Mascotti e "Bologninus" da Banco "cognominatus Procher", il quarto del valore di 10 ragnesi pagato dagli eredi del fu Federico Mascotti da Coredo, per un capitale complessivo di 69 ragnesi. Con tale cessione i suddeti sindici saldano un debito di 78 ragnesi e 1/2 contratto con la Confratenita del SS. Rosario di Coredo per il restauro della della chiesa di S. Maria (in seguito ai danni arrecati da un incendio) e delle campane (1) 135. b Quietanza, 1614 gennaio 5, Coredo Giacomo Leonardelli e Giovanni, figlio di Simone Caldana, sindici [della confraternita del SS. Rosario] ricevono dal "dominus" Giovanni "Tolameottus" 9 ragnesi di denari e 26 troni Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon Copia autentica [B] dall'originale del "dominus" Antonio Inama notaio [da Coredo] (2); latino pergamena, mm 175 x 130, a tergo note di contenuto Note (1) I restanti 9 ragnesi e 26 troni verrano versati alla confraternita dal "dominus" Giovanni Tolameotti debitore della stessa comunità di Coredo (cfr. regesto n. 135. b) (2) Per autorità concessa da Orazio "Brochetta", assessore delle valli di Non e Sole 136 b. 3 Cessione di censi ed adempimento di legato 1612 ottobre 10, Coredo Il "dominus" Giovanni Tolameotti da Samoclevo, agente in qualità di amministratore del "ser" Simone, suo figlio, erede del fu "dominus" "signiferus" Odorico Inama, in virtù del legato di 150 ragnesi lasciato dal suddetto Odorico alla chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, cede al "dominus" Luca Gallo, pievano di Coredo, i diritti su 2 censi precedentemente ceduti allo stesso Odorico, il 63 primo costituito per 114 ragnesi dai "domini" Giovanni Antonio e Giulio, fratelli "Bidamoni", il secondo costituito per 36 ragnesi dagli eredi di Antonio Mascotti (1) Copia autentica [B] dall'originale del notaio Antonio Inama da Coredo (2), atto notarile; latino pergamena, mm 190 x 120, a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Il testatore chiedeva in cambio che il parroco 'pro tempore' di Coredo celebrasse in perpetuo, ogni mercoledì e sabato, una messa in suffragio della sua anima e di quella dei suoi antenati; nei primi mercoledì e sabato di ogni mese la messa doveva essere celebrata presso la sua sepoltura (2) Per autorità concessa da Orazio "Brochetta", assessore delle valli di Non e Sole 137 b. 3 Costituzione di censo 1620 dicembre 2, Coredo Nicola del fu Bartolomeo Zanet da Coredo costituisce un censo annuo del valore di 2 staia di frumento a favore del "dominus" Bartolomeo del fu "ser" Silvestro Pollini da Tavon, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "in Quares", su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 60 ragnesi, corrisposti in talleri, in ragione di 7 troni e 1/2 per ogni tallero Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 390 (360) x 167 (30), a tergo note di contenuto 138 b. 3 Rinnovo di locazione perpetua 1622 luglio 22, Coredo Il "dominus" Pietro Luchi, pievano della pieve di Coredo, conferma a "ser" Vigilio del fu Giacomo Moncher da Coredo, cessionario del "dominus" Gabriele Barbi da Coredo (1), la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località "sotto le Case", per l'annuo censo di 5 staia di cereali. La presente investitura viene stabilita a seguito di una permuta fra il fu "dominus" Tommaso "Desiderati" pievano di Coredo e il "dominus" Giorgio Thun, rogata in data 9 agosto 1564 dal "dominus" Michele Pezzen, notaio di Croviana ed in virtù di una precedente investitura fatta dallo stesso Giorgio Thun a favore del fu Baldassarre Frisoni da Coredo e rogata in data 3 gennaio 1564 Notaio: Notaio: Gottardo Luca [da Denno] Originale [A], tratto dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 400 (324) x 130 (75), a tergo note di contenuto Note (1) Come consta nei rogiti del fu "dominus" Antonio Inama notaio da Coredo. La locazione era stata a sua volta ceduta a Gabriele Barbi dal fu Baldassarre Frisoni 139 b. 3 Rinnovo di locazione perpetua 1622 luglio 22, Coredo Il "dominus" Pietro Luchi, pievano della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo conferma al "ser" Vigilio del fu Giacomo Moncher da Coredo la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di un prato con orto, sito nelle pertinenze di Coredo in località Pravalier, al censo annuo di 2 staia di frumento (1) Notaio: Gottardo Luca da Denno 64 Originale [A] tratto dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; volgare pergamena, 390 (320) x 120 (60), a tergo note di contenuto Note (1) Nel documento vengono ricordati anche gli atti che, precedentemente al presente contratto, ebbero come oggetto la locazione del suddetto terreno: il primo rogato in data 20 settembre 1413 per mano del fu "dominus" Michele notaio da Tavon, il secondo in data 21 settembre 1579 per mano del "dominus" Michele notaio da Coredo, il terzo in data 6 luglio 1603 per mano del "dominus" Giovanni Giacomo Inama, notaio da Coredo 140 b. 3 Rinnovo di locazione perpetua 1622 luglio 22, Coredo Cfr. regesto n. 138 Notaio: Gottardo Luca da Denno Originale [A] dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 373 x 173, a tergo note di contenuto 141 b. 3 Costituzione di censo 1623 maggio 8, Taio Antonio figlio del fu Antonio Caldana da Coredo costituisce un censo affrancabile del valore di 10 staia di frumento a favore del "ser" Nicola figlio del fu Baldassarre Cordin da Dermulo, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra prativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Pravalier e parte di un appezzamento di terra arativa in località Ort, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 60 ragnesi di denari, corrisposti in talleri imperiali e ducatoni veneti, in ragione di 7 troni e 1/2 per ogni tallero ed 8 troni e 1/2 per ogni ducatone veneto Notaio: Pietro "Pavillius" da Taio (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 332 (300) x 243 (230), a tergo note di contenuto 142 b. 3 Costituzione di censo 1624 febbraio 24, Cles Silvestro e Simone, figli del fu Andrea Bombarda da Coredo, costituiscono un censo annuo del valore di 10 staia di frumento a favore del "dominus" Giovanni Nicola "Pell(in)us" da Cles, e gli danno in obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località "apresso la Casa", su cui detto censo è assicurato, al prezzo 60 ragnesi di denari Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno Originale [A], atto notarile; latino mm 405 x 100 (90), a tergo note di contenuto 143 b. 3 Costituzione di censo 1626 giugno 22, Coredo I fratelli Giacomo e Cristoforo figli del fu Valentino Leonardelli da Coredo costituiscono a favore dei fratelli "domini" Melchiorre e Giovanni, di Giovanbattista e Michele, tutti della famiglia "Bidamoni" nonché a favore dei "domini" Giovanni, Antonio e Giulio un censo annuo del valore di 8 staia ed 1/3 di frumento, e danno in obbligazione un fondo prativo, sito nelle pertinenze di Coredo in 65 località "sotto li Zadei" ossia "al Pasturel", stimato per la produzione di 3 "rote" (1) di fieno, su cui detto censo è assicurato, per il prezzo di 50 ragnesi di denari, corrisposti in talleri, in ragione di 7 troni e 1/2 per ogni tallero (2) Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] tratta dall'originale del fu "dominus" Antonio Sicher, notaio da Coredo (3), atto notarile; latino mm 238 x 150, a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Si suppone il significato di balla di fieno (2) Precedentemente i "domini" "Bidamoni" da Coredo avevano affrancato il dominus" Giovanni Bombarda da Coredo da un censo costituito per 50 ragnesi di denari e versato, a nome degli stessi "Bidamoni", al sindico della chiesa parrocchiale di Coredo come elemosina lasciata dal fu "dominus" Matteo "Bidamoni" (3) Per autorità concessa dal "dominus" Malfatto Salvadori, assessore delle valli di Non e Sole 144 b. 3 Cessione e dazione in pagamento 1632 marzo 6, Cles Il "dominus" Giovanni Tolameotti da Coredo, cede al "dominus" Carlo Conci da Taio i suoi diritti su 5 censi, il primo costituito da Marco Marchi da Taio per 85 ragnesi, il secondo da Martino Zanon da Taio per 12 ragnesi, il terzo da Antonio Slucca, agente a nome degli eredi Michele "Gasparina", per 36 ragnesi, il quarto dagli eredi di Giovanni Giacomo Berti "de Borzio" per 31 ragnesi, il quinto da Biagio Bonvicin da Banco per 21 ragnesi, per il valore complessivo di 185 ragnesi. Con tale cessione il suddetto Giovanni paga parzialmente allo stesso Carlo la somma dovutagli in seguito all'acquisto, per 352 ragnesi, di 3 terreni di sua proprietà (1). I restanti 177 ragnesi vengono versati in contanti Notaio: Giovanni Keller da Cles (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 365 (335) x 120 (88), a tergo note di contenuto Note (1) Si tratta di 3 terreni siti nelle pertinenze di Coredo ed in particolare: di un campo in località Auren, stimato per la semina di 17 quarte e 1/2 di sementi, in ragione di 7 ragnesi per ogni quarta; di un prato in località Mas stimato per la semina di 2 staia e 1/2 di sementi per un capitale di 125 ragnesi; ed infine di un prato in località "subtus Domum" per un capitale di 104 ragnesi 145 b. 3 Testamento [1635 - 1657], Coredo Il "dominus" Matteo [Bidamoni] da Salter dispone nel seguente modo le sue ultime volontà: devolve una parte dei suoi beni per la celebrazione delle messe gregoriane nei 7 anni successivi alla sua morte; lascia quindi "iure legati" 1 trono di denari alla chiesa di S. Vigilio di Trento, alle fabbriche delle chiese di S. Maria e di S. Rocco di Coredo, mezzo fiorino di denari alla chiesa di S. Romedio ed alla chiesa di Salter, 20 grossi di denari alla chiesa di S. Cristoforo, una carità di denari ai poveri di Coredo. A Matteo del "dominus" Giulio del fu "dominus" Giovanni Antonio "Bidamoni" ed ai suoi eredi lascia: tutti i suoi beni mobili e le suppellettili, il diritto di esigere i crediti dai suoi debitori, un appezzamento di terra, sito nelle pertinenze di Salter in località Rouri, a condizione che facciano celebrare in perpetuo dal parroco di Coredo 4 messe all'anno in suffragio della sua anima; alla moglie del "dominus" Giovanni Antonio "Bidamoni" lascia 10 talleri da prelevare dagli affitti provenienti dal campi del testatore; lascia 80 ragnesi a Giovanni Battista del fu "dominus" Giovanni Antonio "Bidamoni" in quanto esercitante lo "ius patronatus" sui suoi beni; dispone quindi che il "dominus" Giovanni Antonio "Bidamoni" possa godere per tutta la durata della sua vita dell'usufrutto di tutti i suoi beni; "titulo emancipationis" lascia alla sorella "domina" Emerenziana parte dei suoi beni. Infine, di tutti gli altri beni mobili ed immobili, nomina eredi per metà i figli legittimi e naturali di "ser" Giulio e Giovanni Romedio, fratelli e figli del "dominus" Giovanni Antonio 66 "Bidamoni" e per l'altra metà i figli legittimi e naturali del "dominus" Giulio "Bidamoni", fratello del suddetto "dominus" Giovanni Antonio Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino mm 315 x 342, a tergo note di contenuto 146 b. 3 Costituzione di censo 1635 febbraio 16, Coredo Matteo del fu Bartolomeo Bott da Coredo costituisce un censo del valore di 10 staia di frumento a favore del "dominus" Marco Gallo da Segno, abitante a Trento, e gli dà in obbligazione un prato con orto, stimato per la produzione di mezzo carro di fieno, sito nelle pertinenze di Coredo in località "sotto la Casa", ed un fondo arativo stimato per la semina di 10 quarte di sementi, sito in dette pertinenze in località Ort, sui quali detto censo è assicurato, al prezzo di ragnesi 60 corrisposti in parte in crosoni, in parte in ungari, ed in parte in "dupla" spagnoli (1) Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 105 x 195 (180), a tergo note di contenuto Note (1) Viene indicata con precisione la corrispondenza in troni 147 b. 3 Cessione di censo 1635 febbraio 16, Coredo Il "dominus" Bartolomeo del fu Silvestro Pollini da Tavon, agente a nome della madre, la "domina" Maddalena, cede per 60 denari al "dominus" Marco Gallo, parroco di Coredo e precedentemente curato di Tres, i propri diritti su un censo del valore di 10 staia di frumento, costituito per 60 denari dagli eredi del fu Nicola "Zanotus" da Coredo (1) Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 185 (137) x 100 (85), a tergo note di contenuto Note (1) Come consta nell'instrumento rogato in data 2 dicembre 1623 dal fu Giovanni Giacomo Inama da Coredo 148 b. 3 Costituzione di censo 1635 febbraio 21, Coredo Bartolomeo Erlicher da Coredo costituisce a favore del "dominus" Marco Gallo, pievano di Coredo, un censo del valore di 16 staia e 2/3 di frumento, e gli dà in obbligazione un campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Auren, stimato per la semina di circa 4 stia di sementi, e del "pratulus" contiguo, stimato per la raccolta di un carro di fieno, sui quali detto censo è assicurato Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon Originale [A], atto notarile; latino mm 135 x 167, a tergo note di contenuto 149 b. 3 Cessione di censo 67 1635 aprile 22, Coredo Il "dominus" Baldassarre del fu "dominus" Nicola Cordini da Dermulo cede al "dominus" Marco Gallo da Segno i propri diritti su un censo annuo del valore di 10 staia di frumento, costituito per 60 ragnesi di denari da Antonio Caldana a favore del suddetto "dominus" Nicola (1), ed ora pagato da Simone e Melchiorre, fratelli del suddetto Antonio, al prezzo di 60 ragnesi di denari, corrisposti in 18 ungari, in ragione di 15 troni per ogni ungaro Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 105 x 152, a tergo note di contenuto Note (1) Come consta nel documento rogato dal notaio Pietro Panizza da Taio in data 8 maggio 1623 150 b. 3 Cessione di censi 1635 ottobre 10, Coredo Il "magister" Giovanni Nicola "Pilinus" da Cles, cede per 54 ragnesi di denari al "dominus" Marco Gallo da Segno, primissario e curato della pieve di Taio, i suoi diritti su 2 censi perpetui corrisposti in cereali, l'uno costituito per 30 ragnesi dagli eredi del fu Silvestro "Brutandus" da Coredo, l'altro costituito per 34 ragnesi dagli eredi del fu Matteo "Berthusius" da Coredo Notaio: Antonio Inama da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 362 (345) x 145 (135), a tergo note di contenuto 151 b. 4 Rinnovo di locazione perpetua 1637 luglio 5, Cordo Il "dominus" Cristoforo Panizza da Taio, parroco di Coredo, conferma al "dominus" Serafino "Besnella" da Coredo la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Plana, stimato per la semina di 1 staio circa di sementi, e sul quale la canonica di Coredo gode anche del diritto di decima, al censo annuo di 2 quarte di frumento Con tale investitura viene rinnovata la locazione fatta precedentemente dallo stesso parroco di Coredo a favore del suddetto Serafino (1) Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 369 (335) x 130 (85), a tergo note di contenuto Note (1) Come consta nell'instrumento rogato in data 18 novembre 1626 dal "dominus Antonio Sicher, notaio da Coredo 152 b. 4 Locazione perpetua 1637 settembre 26, Coredo Il "dominus" Cristoforo Panizza da Taio, pievano di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, al "magister" Giovanni Antonio del fu "magister" Giacomo Leonardelli da Coredo 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Ort, il secondo in località Sora Vana e stimato per la produzione di 1 staio circa [di cereali], il terzo in località Fontanele e stimato per la semina di 3 staia circa di sementi, al censo annuo di 10 staia di cereali Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) 68 Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm. 400 (345) x 170 (110), a tergo note di contenuto 153 b. 4 Donazione "inter vivos" 1638 maggio 25, Coredo Giacomo del fu Leonardo Beltrami da Coredo dona a titolo di donazione "inter vovos"al "dominus" Silvestro Rizzardi da Coredo, agente in qualità di sindico della fabbrica della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, un prato sito sul monte di Sanzeno in località Val ossia "a Prafasur" Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 240 (235) x 150 (142), a tergo note di contenuto 154 b. 4 Locazione perpetua 1642 luglio 15, Coredo Il "dominus" Cristoforo Panizza, parroco di Coredo, conferma al "dominus" Francesco Gallo da Segno, erede del fu "dominus" [Luca] Gallo (1), la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di un appezzamento di terra arativa e vignata, sito nelle pertinenze di Segno in località Glara, al censo annuo di 30 cruciferi di denari. Con tale investitura viene rinnovata una locazione fatta precedentemente dal "dominus" Bartolomeo Inama da Fondo al "dominus" [Luca] Gallo, parroco di Coredo (2) Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) (3) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 453 (440) x 135, a tergo note di contenuto Note (1) [Luca] Gallo fu parroco di Coredo dal 1601 al 1616 (2) Come consta nel documento rogato dal notaio Antonio Inama da Coredo in data 17 giugno 1610 (3) Con autentica del 30 dicembre 1751 155 b. 4 Locazione perpetua 1646 ottobre 1, Coredo Il "dominus" Giacomo Erlicher, sindico della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, a Pellegrino "Mozzinus" da Coredo, un prato, sito sul monte di Sanzeno in località "a Prasenen", al censo annuo di 1 trono di denari Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto), atto notarile; latino pergamena, mm 460 x 90 (80), a tergo note di contenuto 156 b. 4 Delega - liberazione ed assicurazione di livello, dazione in pagamento e parziale vendita 1647 febbraio 20 (con inserto del 3 febbraio 1647) , Cles - Coredo 156. a Delega, liberazione e assicurazione di livello, 1647 febbraio 3, Cles 69 Il "dominus" Andrea Madruzzo, assessore in valle di Non, delega Francesco Bertoldi, dottore in teologia e parroco di Coredo, a rappresentarlo in occasione della liberazione di un fondo arativo di proprietà Pellegrino del fu Pellegrino "Mozzinus" da Coredo e delle sorelle Barbara, Caterina e Margherita da un livello di 12 staia di frumento da loro costituito a favore della chiesa di S. Maria di Coredo su un fondo sito nelle pertinenze di Coredo in località Berbul, che viene poi assicurato su un'altro fondo arativo e vignato, sito nelle stesse pertinenze in località Auren. Il primo fondo verrà dato in pagamento ed in parte venduto ai fratelli "domini" Giacomo e Cristoforo, figli ed eredi del "dominus" Valentino, al prezzo di 137 ragnesi di denari 156. b Liberazione ed assicurazione di livello - dazione in pagamento e parziale vendita, 1647 febbraio 20, Coredo In presenza di Francesco Bertoldi, dottore in teologia e parroco di Coredo, delegato (1) del "dominus" Andrea Madruzzo, assessore in valle di Non, il "dominus" Simone Caldana e la "domina" Maria rispettivamente curatore e tutrice di Pellegrino del fu Pellegrino "Mozzinus" da Coredo e delle sorelle Barbara, Caterina e Margherita, liberano un fondo arativo di proprietà di questi ultimi, sito nelle pertinenze di Coredo in località Berbul, da un livello di 12 staia di frumento costituito a favore della chiesa, e lo assicurano su un'altro fondo arativo e vignato, sito nelle stesse pertinenze in località Auren. I suddetti Pellegrino e sorelle danno pagamento ed in parte vendono ai fratelli "domini" Giacomo e Cristoforo, figli ed eredi del "dominus" Valentino Leonardelli da Coredo, il suddetto fondo in località Berbul, al prezzo di 137 ragnesi di denari Notaio: Antonio Inama di Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 490 (470) x 290, a tergo note di contenuto Note (1) Cfr. il regesto n. 156. a 157 b. 4 Donazione "inter vivos" 1647 agosto 19, Coredo Il "dominus" Giovanni Antonio Inama del fu "dominus" Simone Widmann da Coredo dona a titolo di donazione "inter vivos" alla canonica ed alla parrocchia della pieve di Coredo i suoi diritti su 4 livelli del valore di 2 staia di frumento ciascuno, che Pellegrino del fu Pellegrino "Mozzinus" da Coredo ed i suoi eredi sono tenuti a corrispondergli in perpetuo. Chiede in cambio che il parroco di Coredo 'pro tempore' celebri in perpetuo 4 messe all'anno (2 per la Vergine Maria e 2 per lo Spirito Santo) nella chiesa di S. Maria di Coredo (1) Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 410 x 140 (115), a tergo note di contenuto Note (1) La prima di queste messe dovrà essere celebrata, dopo averne dato notizia alla comunità, presso il monumento dedicato alla famiglia Widmann, costruito nella stessa chiesa di S. Maria 158 b. 4 Testamento 1648 marzo 3, Coredo Giovanni del fu Paolo da Coredo, dispone nel seguente modo le sue volontà: chiede di venire sepolto nella tomba dei propri antenati nel cimitero di S. Maria di Coredo e che quattro sacerdoti celebrino una messa in suffragio della sua anima al settimo e trentesimo anniversario della sua morte. Ancora "pro eius anima suorumque antenatorum" lascia in legato: mezzo trono alla fabbrica della cattedrale di S. Vigilio, 1 ragneso a quella della chiesa di S. Rocco di Coredo, una "mossa" (1) di olio alla fabbrica della chiesa di S. Romedio ed infine alla fabbrica della chiesa di S. Giustina una lira di denari per la celebrazione delle messe gregoriane, una "caritas" 70 di 7 staia di frumento "in pane confectus" da distribuire nei due anni seguenti la morte della moglie del testatore. Lascia quindi a Federico Rizzardi di Coredo un campo, sito nell pertinenze di Coredo in località "al Pregarlongo" e posseduti "in diviso" con Antonio Caldana da Coredo. Dispone quindi che la seconda moglie Antonia goda dell'usufrutto su tutti i suoi beni mobili ed immobili per tutto il tempo della sua vita, a patto che permanga nella condizione di vedovanza. Sua erede universale nomina la fabbrica della chiesa di S. Croce "sive" S. Maria di Coredo chiamata a celebrare ss. messe in suffragio della sua anima e di quella dei suoi antenati. Costituisce quindi suo commissario ed esecutore testamentario il parroco 'pro tempore' di Coredo, con la precisa richiesta che "in urbariis canonice de Coredo" rimanga perpetua memoria del giorno della celebrazione delle suddette messe nonché della somma liquidata a tal scopo Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 177 x 248, a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) "Mossa"= vecchia misura austriaca per i liquidi, corrispondente a l. 1, 41 e suddivisa in 4 "fracei" (frachei), (dal ted, Mass=misura). (Quaresima p. 274) 159 b. 4 Dazione in pagamento 1648 aprile 19, Coredo Giacomo del fu Baldassare Erlicher da Coredo dà in pagamento al "dominus" Bartolomeo del fu "dominus" Alberto Sicher da Coredo, agente in qualità di sindico della fabbrica della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Segn, stimato per la semina di 2 staia e 3 quarte di sementi (1), per un capitale di 63 ragnesi di denari. Il suddetto Baldassare si riserva il diritto di redimere il suddetto fondo entro lo spazio di 3 anni Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 545 x 155 (130), a tergo note di contenuto Note (1) Dalla stima va sottratta mezza quarta di sementi, per la servitù di passaggio della "domina" Utilia moglie del "magister" Cristoforo Erlicher, che insiste su detto campo 160 b. 4 Compravendita ed estinzione di debito 1650 novembre 21, Coredo Federico "Gopa" da Coredo vende al "dominus" Silvestro Rizzardi, sindico della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo un appezzamento di terra arativa sita nelle pertinenze di Coredo in località detta "fora alla Cros", stimato da due periti del valore di 63 ragnesi. Con tale compravendita il suddetto Federico salda un debito dello stesso valore contratto verso la chiesa, e come garanzia dà in obbligazione a quest'ultima un campo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Plan Notaio: Antonio Inama da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 310 (295) x 208 (200), a tergo note di contenuto 161 b. 4 Codicillo al testamento 1652 maggio 4, Coredo 71 Giovanni Rizzardi di Coredo, volendo apportare delle aggiunte al suo secondo testamento dispone che: il parroco 'pro tempore' di Coredo celebri due messe all'anno "pro eius anima eiusque defunctorum" e che ne informi la comunità di Coredo, affinché possa pregare presso il monumento dedicato alla sua famiglia nella chiesa di S. Maria. I sindaci 'pro tempore' della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo verseranno in perpetuo al parroco di Coredo un'elemosina di 15 cruciferi per cadauna messa, i primi 15 nel giorno di Ognissanti, i secondi 15 nel giorno dei morti. Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 262 x 163 (146), a tergo note archivistiche e di contenuto 162 b. 4 Cessione di censi ed adempimento di legato 1653 gennaio 23, Coredo Il "dominus" Melchiorre Widmann erede dei beni di Alberto Widmann, suo fratello, in virtù di un legato di 50 ragnesi disposto da quest'ultimo a favore della chiesa di S. Maria di Coredo, e di 25 ragnesi all'altare del S. Rosario in detta chiesa, cede al "dominus" Francesco Bertoldi , dottore inteologia e parroco di Coredo, i suoi diritti su 2 censi, il primo costituito per 50 ragnesi da Bartolomeo del fu Federico Mascotti da Coredo, il secondo costituito per 51 ragnesi dal "dominus" Giacomo Biasi. I 26 ragnesi eccedenti la somma lasciata in legato dal suddetto Alberto, vengono donati a Guglielmo Marinconz da Coredo, agente in qualità di sindico [della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo] Notaio: Pietro Lorenzo Panizza (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del "dominus" Pietro Panizza notaio da Taio (1); latino pergamena, mm 455 (385) x 155, a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Per autorità concessa dal "dominus" "Pompertus", assessore [delle valli di Non e Sole] 163 b. 4 Affidamento di incarico 1653 agosto 28 I "domini Sebastiano Biasi, Pietro "Giovanettus" regolani della comunità di Coredo e "iurati" [della chiesa di S. Maria] e Guglielmo del fu Marino Marinconz, sindico della fabbrica di detta chiesa, in seguito alle richieste del "dominus" Francesco Bertoldi da Denno, dottore in diritto e teologia e parroco di Coredo, incaricano il notaio Antonio Inama da Coredo, di stilare un inventario dei beni mobili di ragione delle canonica di Coredo, nonché di tutti i fitti e livelli ad essa spettanti Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) (1) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 433 (417) x 390 (308), a tergo note di contenuto Note (1) Con annotazione del cancelliere arcivescovile del 9 novembre 1708 in occasione della definizione delle decime spettanti alla canonica nel territorio di Smarano 164 b. 4 Affidamento di incarico 1653 agosto 28, Coredo Il "dominus" Francesco Bertoldi da Denno, parroco di Coredo, per volontà vescovile, incarica il "magister" Bartolomeo Malfatti "monacus" della chiesa di S. Maria di Coredo, di stilare un inventario (1) dei beni mobili di ragione delle chiese di S. Rocco e di S. Croce "sive" S. Maria di Coredo, nonché di tutti i fitti e livelli spettanti alle suddette chiesa 72 Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino, volgare pergamena, mm 348 (330) x 357 (290), a tergo note di contenuto Note (1) L'elenco dei beni immobili viene scritto in volgare "pro faciliori intelligentia" 165 b. 4 Costituzione di censo 1654 aprile 5, Coredo Il "dominus" Simone del fu "dominus" Giacomo Biasi da Coredo costituisce un censo annuo redimibile e affrancabile del valore di 19 stari e 1/2 di frumento a favore di Giacomo del fu Tommaso "Bartrusis", agente in qualità di sindico della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo, e gli dà in obbligazione 2 terreni siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Ort ed il secondo in località Segn, su cui detto censo è assicurato, per il prezzo di ragnesi 100 di denari meranesi Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B]dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 270 x 115 (97), a tergo note archivistiche e di contenuto 166 b. 4 Permuta e parziale vendita 1654 settembre 29, Coredo La "domina Flora moglie del fu Silvestro "Bertrami", Caterina moglie di Silvestro Moncher, Ursula moglie di Giovanni Giacomo Marinconz e Rosa moglie di Giacomo "Bertrusius", sorelle, figlie ed eredi di Giovanni Caldana di Coredo "respective, unitim et separatim" permutano, ed in parte vendono alla "domina" Domenica nata Biasi e moglie del "dominus" Donato "de Tanpal de Ampelan", una casa in muratura e legno, sita nella villa di Coredo in località Boian, un campo ed un prato siti presso la stessa casa, stimati del valore di 430 ragnesi, ricevendo in cambio un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Malgia, stimato del valore di 70 ragnesi, nonché il diritto su un censo costituito per 12 ragnesi dai fratelli Bartolomeo e Romedio Biasi da Sfruz. La "domina" Dominica versa anche la somma di 147 ragnesi ed 8 cruciferi per la differenza di valore tra i beni scambiati, in base alla stima fatta da due periti Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 270 (226) x 265 (242), a tergo note di contenuto 167 b. 4 Delega - cessione di censo ed estinzione di debito 1657 maggio 14 (con inserto del 28 aprile 1657), Rallo - Coredo 167. a Delega, 1657 aprile 28, Rallo Il "dominus" Cristoforo Busetti, assessore delle valli di Non e Sole, delega il "dominus" Francesco Bertoldi, parroco di Coredo, a rappresentarlo nella cessione di un censo, costituito per 50 ragnesi da Giacomo Erlicher da Coredo, fatta dal "dominus" Michele "Bidamoni", agente a nome di Giorgio Bombarda da Coredo, minore di 25 anni, a favore della chiesa di S. Maria di Coredo, rappresentata dal sindico, il "dominus" Michele del "dominus" Guglielmo "Besnelle", ad estinzione di un debito di 50 ragnesi contratto dal suddetto Giorgio verso la chiesa di S. Maria 167. b Cessione di censo ed estinzione di debito, 1657 maggio 14, Coredo 73 In presenza del "dominus" Francesco Bertoldi, parroco di Coredo e delegato (1) del "dominus" Cristoforo Busetti, assessore delle valli di Non e Sole, e dei "domini" Antonio Sicher e Giovanni "Frachessenus", regolani della comunità di Coredo, il "dominus" Michele "Bidamoni", agente a nome di Giorgio Bombarda da Coredo, minore di 25 anni, cede a Michele del "dominus" Guglielmo "Besnelle" da Coredo, agente in qulità di sindico della chiesa di S. Maria di Coredo, un censo costituito per 50 ragnesi da Giacomo Erlicher da Coredo, e gli dà in obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località "alla Cros". Con tale cessione viene saldato un debito di pari valore contratto dal suddetto Giorgio Bombarda verso la chiesa di S. Maria Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 315 (300) x 235, a tergo note di contenuto Note (1) Cfr. il regesto n. 167. a 168 b. 4 Donazione 'inter vivos' 1660 dicembre 20, Coredo La "domina" Domenica, nata Biasi e moglie del "dominus" Donato " (de Tanpol de Anpe[.]e[.]n"), abitante a Coredo, in presenza dello stesso marito Donato, dona, a titolo di donazione 'inter vivos', alla fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo, rappresentata da Udalrico Tolameotti da Coredo, sindico di detta fabbrica, i propri diritti su un censo costituito per 100 ragnesi dagli eredi di Bartolomeo Erlicher da Coredo. La suddetta Domenica chiede in cambio che i sindici si impegnino a far celebrare nella chiesa di S. Maria, ogni anno ed in perpetuo dopo la sua morte e di quella del marito, 2 messe in suffragio della loro anima Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 178 (160) x 235 (225), a tergo note archivistiche e di contenuto 169 b. 4 Dazione in pagamento 1662 agosto 31, Coredo Melchiorre Beltrami, agente in qualità di sindico della chiesa parrochiale di S. Maria di Coredo anche a nome dei colleghi Matteo "Bidamoni" e Silvestro Moncher, con il consenso del "dominus" Giorgio Bombarda, regolano di Coredo, dà in pagamento a Baldassarre del fu Baldassarre Sicher di Coredo, ad Enrico e Pietro fratelli di Bonvicino di Banco, agenti anche in nome di Giovanni "Rubeus" da Trento, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Ort, stimato da due periti per la produzione di 3 staia ed una quarta [di cereali], in ragione di 6 ragnesi e 1/2 per ciascuna quarta, e del valore di 92 ragnesi. Con questa dazione in pagamento il suddetto Melchiorre adempie la volontà della fu "domina" Antonia, moglie in secondo matrimonio del fu Giovanni Rizzardi e che aveva istituito suoi eredi universali il suddetto Baldassarre, i fratelli Enrico e Pietro, e Giovanni "Rubeus" (1) Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 235 x 148, a tergo note di contenuto Note (1) Il fu Giovanni Rizzardi aveva disposto che alla mogle Antonia andassero in dote 100 ragnesi e che sua erede universale fosse la fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo 170 b. 4 74 Adempimento di legato 1662 dicembre 10, Coredo I fratelli Giovanni Nicola e Giovanni Michele, figli del fu "dominus" Giovanni Widmann da Coredo, in presenza e con il consenso dei fratelli Giovanni Domenico e Giovanni Ferdinando, rispettivamente di anni 25 e di anni 20, in virtù di un legato lasciato dal padre Giovanni Widmann consegnano al "dominus" Antonio Biasi, sindico della chiesa di S. Maria di Coredo, i seguenti beni: 2 terreni siti nelle pertinenze di Coredo, il primo arativo in località "al Rem", il secondo prativo in località Pozzat; ed seguenti censi affrancabili: un censo di 24 ragnesi di denari pagato da Pietro del fu Bartolomeo, un censo di 12 ragnesi pagato dagli eredi del fu Leonardo Donati da Smarano ed infine un censo del capitale di 8 ragnesi di denari pagato dal "dominus" Antonio "Parthelus" da Sfruz. Il sindico promette, anche a nome dei suoi successori, che farà celebrare nella chiesa di S. Maria, ogni anno ed "in perpetuum" alla festa di S. Vito nel mese di giugno, 3 messe in suffragio dell'anima del testatore, di cui una "in cantu" e le altre "submissa voce", e che e distribuirà 2 staia e 1/2 e mezzo di frumento "confectus in pane" a tutti coloro che parteciperanno a dette funzioni Notaio: Alberto del fu "dominus" Giovanni Widmann da Coredo Originale [A] tratta dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 512 x 115, a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Come consta nel suo ultimo testamento rogato dal notaio Antonio Inama da Coredo in data 25 maggio 1661 171 b. 4 Donazione "inter vivos" 1663 maggio 15, Coredo La "domina" Ursula nata Inama e coniugata con il fu Michele del fu Antonio Sicher, dona ai"domini" Guglielmo "Besnelle", Franco Rizzardi e Pietro "Giovanettus", regolani di Coredo e agenti in nome di Sebastiano Biasi, sindico della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo, parte del fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Lac, stimata del valore di ragnesi 50. La presente donazione viene fatta dalla suddetta Ursula, in quanto minacciata dai vicini di Coredo di venire espulsa dalla stessa vicinia Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 132 x 136 (132), mm 132 x 136 (132) 172 b. 4 Adempimento di legato 1663 maggio 30, Coredo Il "dominus" Giacomo del fu "dominus" Valentino Leonardelli da Coredo, agente a nome del figlio, esecutore testamentario della fu "domina" Ursula, nata Inama e moglie del fu "magister" Michele del fu "dominus" Antonio Sicher da Coredo consegna a Sebastiano Biasi da Coredo, agente in qualità di sindico della chiesa di S. Maria, la parte di un fondo donato alla chiesa dalla stessa Ursula, sito nelle pertinenze di Coredo in località Lac, stimato da due periti per la produzione di 9 quarte di [cereali], in ragione di 5 ragnesi e 1/2 per ogni quarta Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 130 x 125, a tergo note di contenuto 173 b. 4 Soluzione di controversia 1665 luglio 8, Coredo 75 I "domini" Antonio Inama, delegato del signor Giorgio Bombarda, regolano di Coredo, Francesco Giannetto e Vigilio Tolameotti, anch'essi regolani di Coredo, dirimono la controversia sorta fra Matteo Ossana, parroco di Coredo, da una parte, e "messer" Giovanni Marinconz, agente in nome degli eredi del nobile colono Giovanni Widmann, dall'altra, in merito all'utilizzo dell'acqua che scorre sulla via pubblica in località "alli Pontari". Viene stabilito che l'acqua spetta di diritto alla canonica ed al parroco viene quindi concesso di deviarla per irrigare il prato di proprietà della canonica, sito in detta località, adiacente alla via pubblica ed all'orto degli stessi signori Widmann Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Coredo Originale [A] tratta dal protocollo dello stesso notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 312 x 137 (115), a tergo note di contenuto 174 b. 4 Permuta e parziale vendita 1666 settembre 26, Coredo Il "dominus" Antonio del fu Giulio "Bidamoni" da Coredo permuta ed in parte vende al "dominus" Mattia Ossana, parroco di Coredo, un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località Vaiaren, stimato da due periti per la produzione di 9 quarte e 1/2 [di cereali], in ragione di 16 ragnesi per ogni quarta e del valore di 150 ragnesi, ricevendo in cambio un campo, sito nelle stesse pertinenze in località "in Quares", stimato da due periti per la produzione di 10 quarte e 1/2 e mezza "minella" (1) [di cereali], in ragione di 6 ragnesi per ogni quarta e del valore di ragnesi 58 e 1/2. Il suddetto Antonio riceve anche 93 ragnesi e 1/2 per la differenza di valore dei beni scambiati Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile pergamena, mm 118 x 100, a tergo note di contenuto Note (1) "Minella" = unità di misura corrispondente ad un sedicesimo dello staio (Quaresima, pg. 266) 175 b. 4 Dazione in pagamento ed estinzione di debito 1669 novembre 2, Coredo Il "dominus" Giovanni del fu Antonio Frachesen da Coredo dà in pagamento al "dominus" Francesco Bertoldi, dottore in diritto e teologia, canonico del capitolo di Trento e parroco di Coredo, un campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Fontanele, per il prezzo di 148 ragnesi. Con tale dazione in pagamento il suddetto Giovanni salda un debito di pari valore precedentemente contratto con il parroco (1) Notaio: Matteo Widmann da Coredo Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 345 x 145, a tergo note di contenuto Note (1) In particolare: deve al parroco la somma di 114 ragnesi, in quanto proprietario del fondo in località Fontanele, sul quale il fu Antonio Widmann aveva costituito un censo a favore del pievano di Coredo (come attesta il documento rogato in data 2 marzo 1608 dal "dominus" Pietro "de Zuchis" notaio da Segno) nonchè la somma di 16 ragnesi e 1/2 per fitti non pagati, ed infine 18 ragnesi in quanto la famiglia Widmann aveva fondato sullo stesso campo un legato di 3 troni annui a favore della canonica per la celebrazione di 3 uffici sacri 176 b. 4 Locazione perpetua 76 1670 gennaio 7, Coredo Il "dominus" Francesco Bertoldi, dottore in teologia, "protonotarus" apostolico, canonico del capitolo di Trento e parroco di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, ai fratelli Antonio e Cristoforo Grandi ed ai fratelli Giovanni e Simone figli del fu Giacomo Grandi i seguenti terreni, siti nelle pertinenze di Smarano: 3 campi, il primo in località "a Ravon", il secondo in località Val, il terzo in località "alli Orgalli", ed un appezzamento di terra arativa "sotto li Maccani", in località "alle Fosse", al censo annuo di 10 staia di cereali Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 145 (105) x 183 (123), a tergo note di contenuto 177 b. 4 Testamento 1670 gennaio 14, Romeno Il "dominus" Cristoforo del fu Giovanni Cristoforetti da Salter dispone nel seguente modo le sue ultime volontà: chiede di venire sepolto con i suoi predecessori nel cimitero della chiesa di S. Biagio di Salter, che al settimo ed al trentesimo anniversario della sua morte vengano celebrate 3 messe; lascia quindi "iure legati" alla chiesa di S. Vigilio di Trento 6 cruciferi di denari, una "mensura" d'olio alla chiesa parrocchiale [di Sanzeno], dedicata ai martiri Sisinio, Martirio ed Alessandro, una 1/2 "mensura" d'olio alle chiese di S. Maria di Sanzeno e di S. Biagio di Salter; dispone che nei 3 anni successivi alla sua morte, all' 8 di maggio di ogni anno, vengano distribuiti all'ora della messa davanti alla porta della chiesa di S. Biagio di Salter 2 staia di frumento "in pane", e che venga in cambio celebrata una messa in suffragio della sua anima e di quella dei suoi antenati; lascia denaro e beni mobili ed immobili al nipote Cristoforo, figlio del fu Giovanni, suo figlio, alle figlie Caterina, sposa di Antonio Bonvicin da Salter, Agnese, Annamaria, Lucia, Anna ed alla terza moglie Lucia. Suoi eredi universali nomina il figlio Antonio e ed il nipote Cristoforo Notaio: Giovanni Andrea Micheli da Romeno Originale [A] (1), atto notarile; latino pergamena, mm 720 x 300 (275), a tergo note di contenuto Note (1) Il documento è scritto su due pergamene legate insieme 178 b. 4 Locazione perpetua 1671 giugno 26, Coredo Il "dominus" Francesco Bertoldi, dottore in teologia, "protonotarius" apostolico, canonico della cattedrale di S. Vigilio di Trento e parroco di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, a Giacomo del fu Filippo "de Gillis" da Sfruz un campo arativo, sito nelle pertinenze di Sfruz e Smarano in località "a Roncaz", stimato per la semina di 10 staia di sementi, al censo annuo di 2 staia di frumento Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore; latino pergamena, mm 350 (340) x 175 (125) 179 b. 4 Costituzione di censo 1672 ottobre 29, Coredo Guglielmo del fu Guglielmo "Besnella" da Coredo costituisce un censo annuo redimibile di 10 staia di frumento a favore del "dominus" Franceso Bertoldi, dottore in teologia e diritto, canonico del capitolo di Trento, "protonotarius apostolico, consiliarius et 77 intimus familiaris archiducis Oenipontani" (1) e parroco di Coredo e gli dà in obbligazione un campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Mes, sul quale detto censo è assicurato, al prezzo di 60 ragnesi corrisposti in talleri e ducatoni Notaio: Giovanni Matteo Widmann da Coredo Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 560 x 180, a tergo note di contenuto Note (1) Si tratta dell'arciduca d'Austria Ferdinando Carlo 180 b. 4 Dazione in pagamento 1673 maggio 12, Coredo Il "dominus" Pietro del fu "dominus" Ferdinando Panizza da Taio, in presenza dello zio paterno, il "dominus" Stefano Panizza, agente a nome del nipote minorenne, il "dominus" Pietro Panizza, in presenza e con il consenso di Francesco Bertoldi, canonico del capitolo di Trento e parroco di Coredo, del "dominus" Alberto del fu Michele Widmann e di Michele Caldana, regolani della comunità di Coredo, dà in pagamento al "dominus" Giorgio Bombarda, sindico della chiesa di S.Maria di Coredo, un campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Ciavassoz, al prezzo di 112 ragnesi, riservandosi il diritto di redimere il campo nello spazio di 7 anni, corrispondendo ogni anno una quantità di frumento e segale del valore di 25 ragnesi Notaio: [Giovanni] Matteo Widmann da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 275 (225) x 152 (82), a tergo note archivistiche e di contenuto 181 b. 4 Adempimento di legato 1675 settembre 1, Coredo I fratelli "domini" Ferdinando, Cristoforo e Ludovico, figli del fu "dominus" Giovanni Romedio Bombarda ed eredi del fu "dominus" Giovanni Domenico Bombarda, agenti anche a nome del fratello e coerede "dominus" Giovanni Michele Bombarda, consegnano al "dominus" Silvestro Rizzardi da Coredo, agente in qualità di sindico della chiesa di S. Maria, 2 campi, siti nelle pertinenze di Coredo, l'uno in località "alla Croce" ossia "sopra li Dorighelli" e l'altro in località Plan, e questo in virtù del legato lasciato da Giovanni Domenico al "dominus" Francesco Bertoldi dottore in teologia, canonico del capitolo di Trento e parroco della chiesa di S. Maria di Coredo Notaio: Giovanni Matteo Widmann da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 192 (120) x 180 (133), a tergo note di contenuto 182 b. 4 Adempimento di legato 1678 gennaio 21, Coredo I fratelli "domini" Cristoforo, Ludovico, Giovanni Romedio e Giovanni Michele Bombarda, in virtù di un legato disposto dal fu reverendo "dominus" Giovanni Michele a favore della chiesa di S. Maria di Coredo, consegnano al "dominus" Silvestro Rizzardi, agente in qualità di sindico della suddetta chiesa, un campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Palù, con l'onere di celebrare annualmante ed in perpetuo un ufficio sacro in suffragio dell'anima del testatore Notaio: Giovanni Matteo Widmann [da Coredo] Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 247 (210) x 130 (70), a tergo note archivistiche e di contenuto 78 183 b. 4 Costituzione di censo ed estinzione di debito 1680 giugno 19, Tuenno Giovanno Angelo "Cemig" notaio da Tuenno costituisce un censo annuo redimibile del valore di 5 staia ed 1/3 di frumento a favore di Giovanni Battista Busetti, agente in qualità di sindico della chiesa di S. Nicola di Tuenno, e gli dà in obbligazione un fondo arativo e vignato, sito nelle pertinenze di Tuenno in località Centonar, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 32 ragnesi. Con la detta costituzione il suddetto Giovanni Angelo salda un debito di 32 ragnesi, contratto dal figlio Marino "scolarus tertie classis" con il "dominus" Nicola Zenoniani da Trento Notaio: Giovanno Angelo "Cemig" di Tuenno Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 525 x 180 (165), a tergo note di contenuto 184 b. 4 Rinnovo di enfiteusi 1683 settembre 5, Coredo Il "dominus" Giovanni Rossi, parroco di Coredo, rinnova ai fratelli "domini" Giacomo del fu Giovanni Antonio Leonardelli, Stefano Leonardelli tutore di Giacomo e Giacomo Antonio Segna, agente anche in nome del fratello Bartolomeo, l'investitura in enfiteusi di 4 appezzamenti di terra arativi, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Ort, il secondo ed il terzo in località Sora Vana, il quarto in località Fontanele, il quinto in località Plana, al censo annuo di 5 staia di frumento Notaio: Giovanni Matteo Inama da Coredo Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 267 (240) x 125 (105), a tergo note di contenuto 185 b. 4 Locazione perpetua 1683 settembre 17, Coredo Giovanni Rossi, parroco di Coredo, conferma ai fratelli Giacomo, Antonio e Bertoldo, figli del fu Baldassarre Segna da Coredo la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni di una "fossa" (1) del campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Apena, al censo annuo di 1 staio e 1/2 di frumento Notaio: Giovanni Matteo Widmann da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 207 x 130 (104), a tergo note di contenuto Note (1) "Fossa" = strada afossata, incavata (Quaresima, pg. 201) 186 b. 4 Compravendita 1683 novembre 29, Coredo Il "dominus" Ludovico Bombarda da Coredo vende al "dominus" Michele del fu Antonio Sicher, agente in qualità di sindico della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo un campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località "alla Croce" ossia "alli Dorighelli" , stimato per la semina di 6 quarte e 3 "maslis" (1) di sementi, in ragione di 9 ragnesi per ogni quarta, al prezzo di 60 ragnesi Notaio: Giovanni Matteo Widmann da Coredo Originale [A] tratto dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino 79 pergamena, mm 186 (175) x 124, a tergo note di contenuto Note (1) "Maslis" da intendere probabilmente piccolo mastello, mastella, voce più frequente "maslina" (Quaresima, pg. 257) 187 b. 4 Costituzione di censo 1687 febbraio 10, Coredo Andrea del fu Bartolomeo Zandron da Coredo, in presenza dei "domini" Giacomo Leonardelli e Guglielmo "Besenelle", regolani della comunità di Coredo, costituisce un censo del valore di 1 staio e 2/3 di frumento a favore del "dominus" Giovanni Rossi parroco e "rector" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, e gli dà in obbligazione 2 campi, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "alle Fosse di Foi", ed il secondo in località Sora Vana, sui quali detto censo è assicurato, per il prezzo di 10 ragnesi (1) Notaio: Maurizio Bombarda da Coredo Originale [A], atto notarile; latino mm 330 (300) x 195 (85), a tergo note archivistiche e di contenuto Note (1) Precedentemente il suddetto Andrea si era affrancato da una censo, costituito per 30 ragnesi a favore di Giovanni Leonardelli ed assicurato sul campo in località "alle Fosse di Foi" (come consta nei rogiti dello stesso notaio Maurizio Bombarda da Coredo) 188 b. 4 Costituzione di censo 1690 settembre 24, Coredo Bartolomeo del fu Nicola Borz da Smarano costituisce un censo redimibile del valore di 3 staia ed 1/3 di frumento a favore della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, rappresentata dal "dominus" Simone di Valentino Leonardelli, sindico di detta chiesa, e gli dà in obbligazione un campo, sito nelle pertinenze di Smarano in località Fontana, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 20 ragnesi Notaio: Maurizio Bombarda da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 270 (252) x 178 (118), a tergo note archivistiche e di contenuto 189 b. 4 Decreto - Compravendita 1691 novembre 6 (con inserto del 6 ottobre 1691), Cles - Coredo 189. a Decreto, 1691 ottobre 6, Cles Il "dominus" Carlo Fabiano Martini, assessore delle valli di Non e Sole, di fronte ai dubbi avanzati dal "magister ser" Giovanni Antonio "de Giovanetis" da Coredo, agente in qualità di sindico della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, in merito al reale possesso di un"caniparius" (1) da parte del "magister ser" Giovanni del fu Antonio Frachesen da Coredo e sito nelle pertinenze di Coredo in località Nil, ne constata la totale infondatezza 189. b Compravendita, 1691 novembre 6, Coredo Il "magister ser" Giovanni del fu Antonio Frachesen da Coredo, in seguito al decreto emesso dal "dominus" Carlo Fabiano Martini, assessore delle valli di Non e Sole (2), che dichiara essere assente qualsiasi ostacolo che impedisca la stipula del presente contratto, vende al "magister ser" Giovanni Antonio "de Giovanetis" da Coredo, agente in qualità di sindico della chiesa parrocchiale di S. 80 Maria di Coredo, in presenza del "dominus" Giovanni Rossi, parroco di Coredo, e dei "domini" Domenico Papa, Francesco Rizzardi e Matteo Moncher, regolani della comunità di Coredo, un "caniparius", sito nelle pertinenze di Coredo in località Nil, stimato per la semina di 10 quarte ed una "mossa" (3) di sementi, al prezzo di 86 ragnesi, in base alla stima di due periti di Coredo (4) Notaio: Maurizio Bombarda da Coredo Originale [A] dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino pergamena, mm 560 (540) x 155 (140), a tergo note di contenuto Note (1) "Caniparius" si intenda "campo di canapuccia" (2) Cfr. regesto n. 189. a (3) "Mossa"= vecchia misura austriaca per i liquidi, corrispondente a l. 1, 41 e suddivisa in 4 "fracei" (frachei), (dal ted, Mass=misura). (Quaresima p. 274) (4) Il suddetto "ser" Giovanni aveva precedentemente acquistato il "caniparius" (precedentemente prativo e diviso fra due proprietari) da Cristoforo e Giacomo Leonardelli (come consta nei contratti di compravendita rogati dai notai Antonio Inama da Coredo e Giovanni Dusini da Cles) 190 b. 4 Compravendita 1691 ottobre 8, Coredo Il "magister "dominus" Antonio del fu Romedio "de Giovanetis" da Coredo, vende alla chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, rappresentata dal sindico Giovanni Antonio "de Giovanetis", un prato con il "caniparius" (1) ad esso attiguo, sui quali insistono le servitù di passaggio di Dorotea vedova Inama e di Giovanni Marinconz, sito nelle pertinenze di Coredo in località Sora Vana, al prezzo di 107 ragnesi Notaio: Maurizio Bombarda da Coredo Originale [A], atto notarile; latino pergamena, mm 385 (350) x 165 (123), a tergo note di contenuto Note (1) "Caniparius"= "campo di canapuccia", b. 191 Concessione d'indulgenza 1708 giugno 4, Roma S. Pietro Clemente XI: concede per un settennio l'indulgenza ai confratelli e alle consorelle defunti della Confraternita del Santissimo Rosario per in quali si celebrerà una messa all'altare della confraternita nella chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, nel giorno della commemorazione dei defunti, entro la sua ottava, ed il martedì di ogni settimana. (Omnium saluti) Originale [A], in fondo annotazione di visto e di pubblicazione del 2 luglio 1708, documento di cancelleria papale; latino pergamena, mm 417 x 150, a tergo note archivistiche e di contenuto, SID 192 b. 4 Concessione di indulgenza 1708 giugno 10, Roma S. Pietro Clemente XI: concede l'indulgenza plenaria per un settennio ai fedeli che presenzieranno senza interruzione alle 40 ore di preghiera nella chiesa di S. Maria di Coredo. (Ad augendam) Originale [A], in fondo annotazione di visto e di pubblicazione del 15 luglio 1709, documento di cancelleria papale; latino pergamena, mm 146 x 435, a tergo note archivistiche e di contenuto, SID 81 193 b. 4 Concessione d'indulgenza 1751 maggio 16, Roma S. Maria Maggiore Benedetto XIV: concede per un settennio l'indulgenza plenaria ai visitatori della chiesa parrocchiale dell'Invenzione della S. Croce nel giorno dell'Invenzione della S. Croce e a coloro che presenzieranno senza interruzione alle 40 ore di preghiera (o adorazione) nella suddetta chiesa. (Ad augendam) Originale [A], documento di cancelleria papale; latino pergamena, mm 140 x 427, a tergo note archivistiche e di contenuto, SID 82 subfondo 2 Anagrafe di Coredo, 1566 - 2009 Contenuto I libri parrocchiali propriamente detti sono: il libro dei battesimi, della cresima, del matrimonio, dei morti e dello stato delle anime. Le prime chiare disposizioni in merito alla loro compilazione vengono emanate dall'autorità centrale della chiesa nel "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2) che impone il libro dei battezzati e quello dei matrimoni e quindi nelle norme del "Rituale Romano" di Paolo V, emanato nel 1614 che, ai titoli 91-97, introduce nel diritto canonico la tenuta del registro dei morti, del registro dei cresimati e del "Liber animarum". Le norme del 1614 contengono altresì le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (cfr. § "Formule scribendae in libris habendis apud parochos" ut infra notatur"). La loro compilazione quindi, per finalità tanto religiose quanto civili, abbraccia un periodo che, nella diocesi di Trento, va mediamente dalle disposizioni tridentine (anche se già prima, dal sec. XV, in qualche diocesi vengono emanate dalle autorità religiose alcune disposizioni in merito alla tenuta dei libri dei battezzati) fino al 1° gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano. Le prime disposizioni, almeno per quanto riguarda i libri dei battezzati, dei matrimoni e dei morti, trovarono applicazione in tempi relativamente brevi in quasi tutte le parrocchie della diocesi di Trento. Si ripeterono infatti nel corso dei secoli gli interventi vescovili in merito alla corretta compilazione nonché alla conservazione dei libri canonici. Strumento efficace di controllo furono le visite dei vescovi alle singole chiese che testimoniano, attraverso gli "acta visitalia", come nella diocesi di Trento quasi tutti i vescovi o i loro convisitatori dedicassero una costante attenzione agli archivi parrocchiali in genere ed in particolare ai libri canonici. I libri dei cresimati e di "Status animarum", pur raccomandati dal "Rituale Romano", vennero invece introdotti con molto ritardo e, su larga scala, solo nel secolo XIX in conseguenza del trasferimento ai curatori d'anime del compito di ufficiale di stato civile. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con lettera circolare del 1° maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La legge imperiale del 20 febbraio 1784, integrando quanto già contenuto nel "Rituale Romano"del 1614, prescriveva lingua e modelli uniformi da usarsi nella loro compilazione. Dopo la breve parentesi del dominio bavarese e del Regno Italico, durante i quali il compito di ufficiale di Stato civile venne affidato al comune (nonostante i parroci mantenessero la regolare tenuta dei libri canonici), il clero curato, in seguito all'emanazione della legge imperiale 20 aprile 1815 (per i matrimoni) e del decreto dell'i.r Commissione Aulica Centrale d'Organizzazione 21 agosto 1815, rientrava in possesso delle sue vecchie prerogative in merito alla tenuta delle matricole. La regolamentazione di tali competenze, ampiamente riconosciuta dal "Codice civile universale austriaco" entrato in vigore in Trentino l'11 giugno1815, garantiva un'efficace controllo sociale, fortemente auspicato dalla restaurazione allora in atto. Al parroco veniva richiesta, altre ad una verifica dell'operato dei suoi "predecessori laici", una ordinata compilazione dei registri con lo scopo di imporre un criterio unificato nelle trascrizioni e consentire così modalità ottimali di trasmissione dei dati sulla popolazione alle competenti autorità comunali. Al curatore d'anime spettava inoltre, in qualità di "ufficiale di stato civile", il rilascio di certificati di moralità, povertà, esistenza dei pensionati e di tutte le altre attestazioni che derivavano dai registri parrocchiali. Numerose furono quindi le disposizioni emanate dagli organi ecclesiastici, che nel corso del sec. XIX, spesso su sollecitazione delle stesse autorità governative, regolavano singoli aspetti delle registrazioni 83 serie 2.1 Registri dei nati e battezzati, 1566 - 1972 Contenuto La serie dei registri dei nati e battezzati (1) consta di cinque registri, ordinati in successione cronologica in occasioni di recenti interventi sulla documentazione dell'archivio, tramite l'apposizione di numeri ordinali sulla coperta. Nei secoli XVI - XVIII le registrazioni sono effettuate in forma di dichiarazione discorsiva: il parroco attesta di aver impartito il sacramento al nuovo nato, di cui riporta il nome unitamente al nome dei genitori e dei padrini. Le date delle registrazioni si riferiscono al giorno del battesimo e solo dagli inizi del secolo XIX, seppure inizialmente senza regolarità, compaiono le prime annotazioni relative al giorno della nascita. Con l'anno 1815 venne adottato il registro con apposite fincature prestampate, secondo le disposizioni impartite dalla legge imperiale del 20 febbraio 1784; i nuovo registri riportano la data di nascita (spesso comprensiva dell'ora) e del battesimo, il nome e cognome del bambino seguito dal nome della levatrice (o mammana), la religione cattolica o protestante, il sesso, lo stato di legittimo o illegittimo, le generalità dei genitori, il nome del ministro celebrante (del quale faceva le veci la mammana in caso di pericolo di vita del neonato), il luogo in cui è stato amministrato il battesimo, le generalità dei padrini, dei quali viene sovente specificata la professione. Durante la seconda dominazione asburgica sia le autorità ecclesiastiche che quelle civili attribuirono particolare rilevanza alla figura del padrino quale testimone. Una serie di "istruzioni" emanate dal governo austriaco fra il 1787 ed il 1814 intervennero inoltre in un aspetto rilevante nell'ambito della natalità, l'illegittimità, impartendo quindi anche precise disposizioni in merito alla registrazione degli illegittimi. Specie nei registri più recenti è frequente trovare annotazioni marginali relative a successivi sacramenti amministrati ai nati registrati, quali per esempio la cresima, il matrimonio, la data di morte, legittimazioni, adozioni ecc. Queste non si sono segnalate in quanto obbligatorie dal 1907 (2). Eventuale documentazione inserita in allegato, è stata estratta ed è confluita in fascicoli tematici nella serie 2.10 del carteggio ed atti attinenti all'anagrafe. Con l'introduzione di registri con pagine prestampate a tabella, a seguito dell'annessione del Dipartimento del Tirolo meridionale al Regno d'Italia, viene impartito l'obbligo dell'uso della lingua italiana. L'impianto della serie dei registri dei nati e battezzati della parrocchia di Coredo, risale al 1566 per mano del parroco Tommmaso "Desiderati". Il registro, come si deduce dall' intitolazione originaria, si presenta di contenuto eterogeneo. Il pievano infatti, dopo aver stilato sulla prima carta una breve premessa in merito ai contenuti ed alla partizione interna del registro, riportava lo 'status animarum' rilevato nel paese di Coredo nell'anno 1572, annotando per ciascun nucleo famigliare il numero dei componenti con la specificazione di coloro che avevano ricevuto il sacramento della comunione. Unitamente alle successive registrazioni dei nati e battezzati a Coredo fra il 1566 ed il 1613, il pievano "Desiderati" annotava anche i matrimoni contratti fra il 1567 ed il 1570, chiudendo le registrazioni con un urbario del beneficio parrocchiale. Di contenuto omogeneo, in quanto utilizzati solo per la registrazione dei nati e battezzati a Coredo tra il 1613 ed il 1972 sono invece i registri più recenti (unità 2.1.2 - 2.1.5). Fa eccezione il registro di cui all'unità 2.1.3, che nelle ultime carte riporta gli stati delle anime stilati, fra il 1740 ed il 1822, dai parroci Luca Stefano Ferrari, Nicolò Keller, Pietro Antonio Menghini ed Andrea Filippi. Note (1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli atti relativi 84 (2) L. SPARAPANI, 'I libri parrocchiali della diocesi di Trento, in G: COPPOLA - C: GRANDI (a cura di), La 'conta delle anime'. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna 1989, p. 281. Il decreto "Ne temere" del 2 agosto 1907 imponeva, fra l'altro, la registrazione del matrimonio anche sul libro dei cattesimi 1 "Libro dei baptizati, maritati e delle entrate canonicali. I" (tit. int.) (1) 1566 dicembre 15 - 1613 aprile 24 - Stato delle anime [1572] (2) - registrazione dei nati e battezzati, 1566 dic. 15 - 1572 ott. 10 - registrazione dei matrimoni: 1567 mag. 19 - 1570 gen. 9 - registrazione dei nati e battezzati: 1572 nov. 20 - 1613 apr. 24 (3) - elenco dei beni immobili, dei fitti, dei censi e delle decime di ragione della canonica di Coredo, [1570 - 1612] sul verso della prima carta: premessa stilata dal parroco Tommaso "Desiderati" in merito ai contenuti del registro ed alla sua partizione interna, 1572 nov. 1 sul verso dell'ultima carta: elenco dei pievani di Coredo dal 1564 al 1616, [post 1616] Latino Registro, legatura in perg. (4), cc. 82 n.n. Segnature precedenti: II A 1 Note (1) La segnatura "I" è stata aggiunta posteriormente sul recto della prima carta (2) La descrizione anagrafica della popolazione è compilata sulla prima parte del registro, predisposto a rubrica; non segue comunque un ordine alfabetico, bensì un elenco fatto "de domo ad domum" (la definizione è usata dal parroco nella premessa) (3) Le registrazioni relative a due nati nel 1601 precedono, separate da alcune carte bianche, le registrazioni dei nati e battezzati dal 1572 al 1613 (4) I piatti in cartone sono rivestiti da un foglio pergamenaceo, pare riportante parte di un testo di carattere scientifico - dottrinale 2 "Liber baptezatorum [...]. III" (1) 1613 ottobre 21 - 1730 novembre 30 (con annotazione del 15 gennaio 1783) (2) All'inizio circa: annotazione del parroco Pietro Luchi che avverte l'asportazione di alcune carte "male scripta" dal registro e la trascrizione dei nominativi mancanti nelle carte successive, [1616 giu. 9/1616 giu. 30] alla fine delle registrazioni: annotazione del vicario parrocchiale Giovanni Pietro Sicher relativa a nato e battezzato nella chiesa madre di S. Martino di Cadola (BL), 1783 gen. 15 sul verso dell'ultima carta: elenco dei pievani di Coredo dal [1601] al [1886], [1776/1782 - 1886] Latino Registro, legatura in mezza perg. (3), cc. 309 n.n. (mancano cc. 5) Segnature precedenti: II A 2 Note (1) La segnatura "III" è stata aggiunta posteriormente sul verso del piatto anteriore della coperta (2) I nati e battezzati dal 3 febbraio 1646 all'1 agosto 1655 sono stati riportati anche nel registro dei matrimoni 2.2.1 3 "Liber baptizatorum inceptus sub annum 1731 dum mihi Luca Stephano Ferrari da Enno (sacra) theologia licenziato 85 parochia Coredi per concursum collata fuit a celsissimo et rmo. d.d. Dominico Antonio episcopo et principe Tridenti ex comitibus de Thunn. Status animarum ad finem huisce libri adinvenietur registratus" (tit. int.) 1731 dicembre 7 - 1822 - Registrazione dei nati e battezzati, 1731 dicembre 7 - 1820 dicembre 25: alla fine delle registrazioni fatte dal parroco Luca Stefano Ferrari da Denno, annotazione dello stesso relativa al suo trasferimento alla parrocchia di Malé [1752 mar. 31 - apr. 7]; a precedere le registrazioni fatte dal parroco Giovanni Nicola Keller da Cles, annotazione dello stesso relativa alla sua entrata in servizio a Coredo, [1752 apr.17 - mag. 6] (1) - stato delle anime compilato dal parroco Luca Stefano Ferrari, 1740 mar. 20 - stato delle anime compilato dal parroco Luca Stefano Ferrari, 1751 apr. 13 - stato delle anime compilato dal parroco Nicola Keller, [1752 - 1782] - stato delle anime compilato dal parroco Pietro Antonio Menghini, [1782 - 1802] - stato delle anime compilato dal parroco Andrea Filippi, [1802 - 1822] Italiano, latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 253 (num. orig. imprecisa), con indice alfabetico per nomi di persona all'inizio n.n (1) Segnature precedenti: II A 4 Note (1) E' stato compilato solo l'indice dei nomi dei nati e battezzati 4 "Nati e battezzati, 1821 - 1923. Vol. IV (1) 1821 gennaio 14 - 1923 dicembre 10 - A c. 1s : "R. r. parochi ecclesie parochialis Coretti ab anno 1290 usque ad annum [1943], [1874/1885 - 1943] (2) Italiano Registro, legatura in pelle, cc. sd 319 Segnature precedenti: II A 5 Note (1) Sul dorso: "vol. III" (2) Si tratta di un elenco dei parroci che hanno prestato servizio a Coredo tra il 1290 al [1943], compilato, pare, da don Silvio Lorenzoni, cooperatore parrocchiale dal 1874 al 1875 e quindi dal 1877 al 1885. L'autore dell'elenco afferma di aver rilevato i dati fino all'anno 1590 dalle pergemene conservate presso l'archivio parrocchiale 5 "Registro nati e battezzati della parrocchia di Coredo dal 1924 al 1972. Vol. IV" (1) 1924 gennaio 5 - 1972 ottobre 26 Italiano Registro, legatura in pelle, cc. sd 146, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n (2) Segnature precedenti: II A 6 Note (1) Sul dorso: "vol. V" (2) L'indice è compilato su un fascicolo a parte, incollato al registro 86 serie 2.2 Registri dei matrimoni, 1572 - 1949 Contenuto La serie dei registri dei matrimoni (1) consta di cinque registri. Il primo è di contenuto eterogeneo ed il suo impianto è da attribuire a don Francesco Bertoldi, pievano originario di Denno che vi registrò nati e matrimoni contratti dal 1646, anno della sua entrata in servizio a Coredo. Fu probabilmente inserito, in forma sciolta ed in un secondo tempo, il fascicolo con la registrazione dei matrimoni celebrati dal 1572 al 1643. L'impianto del secondo registro è da attribuire a don Luca Stefano Ferrari nel 1731, anno in cui il sacerdote originario di Spormaggiore divenne parroco di Coredo. La registrazione dei matrimoni contratti nella parrocchia di Coredo ebbe comunque inizio già nell'anno 1567, contemporaneamente all'impianto della serie dei registri dei nati e battezati, alla quale si rimanda (la registrazione dei nati, morti e dei matrimoni venne infatti effettuata su un unico registro) per i matrimoni celebrati negli anni 1567 - 1570 (2). Per tutto il periodo della dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa ebbe validità civile. Negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato fra la Santa Sede e l'autorità politica, il rito civile e religioso venivano invece celebrati separatamente. Con la legge del 27 maggio 1929, n. 847, anche lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme del diritto canonico ed il curatore d'anime era quindi chiamato a notificare al comune l'avvenuta celebrazione del matrimonio per la sua trascrizione nei registri anagrafici. Nei registri dei matrimoni dei secoli XVI - XVIII le registrazioni sono effettuate in forma di dichiarazione discorsiva, successivamente in apposite fincature predisposte in cui si riportano in genere: anno, mese e giorno della celebrazione, generalià degli sposi e ministro celebrante. Dal 1929, la registrazione, effettuata sotto forma di atto su pagine prestampate, viene sottoscritta dai contraenti oltre che dal ministro celebrante e dai testimoni. Eventuale documentazione inserita in allegato, è stata estratta e quindi inserita nelle rispettive pratiche costituenti la serie degli atti matrimoniali (2.9), oppure nel carteggio ed atti attinenti all'anagrafe (2.10). Note (1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli atti relativi (1) Archivio parrocchiale di Coredo, 2.1.1 1 "Liber matrim[oniorum], mort[uorum], baptismo[rum]. Anno 1646. II" (1) 1572 novembre 4 - 1731 ottobre 25 (2) - Registrazione dei matrimoni: 1572 nov. 4 - 1643 set. 29 (3) - "baptizati sub Francesco Bertoldo da Enno Coredi pro tempore parocho [...], 1646 feb. 3 - 1655 ago. 1 - "liber matrimoniorum et mortuorum Coredi [sub] Francesco Bertoldo da Enno Coredi pro tempore immerito rectore]", 1646 giu. 7 1731 ott. 25 - "Summa omnium qui in villa Coredi reperientur anno 1617 die primo marciis [...], [1617 mar. 1] (4) - "Nomina omnium defunctorum ab anno 1617 in villa Coredi", 1617 feb. 18 - 1620 ago. 25; 1636 mar. 20 - 1731 ott. 25 87 verso la fine: "Ragioni spettanti alla canonica di Coredo sopra la decima maggiore di Smarano", [1646] sull'ultima carta: dati demografici sulla popolazione di Coredo, 1667 lug. 30 Latino Registro, legatura in mezza perg., cc. 290 n.n ( mancano alcune carte) Segnature precedenti: II A 3 Note (1) La segnatura "II" è stata aggiunta posteriormente sul verso del piatto anteriore della coperta (2) I nati e battezzati e battezzati dal 3 feb. 1646 all'1 ago. 1657 sono stati registrati anche nel reg. 1.1.3 (3) I matrimoni celebrati tra il 1572 ed il 1643 sono stati registrati su un fascicolo parzialmente slegato dai restanti fascicoli; è probabile quindi che sia stato aggiunto in un secondo tempo e che le prime registrazioni fossero quelle del parroco Francesco Bertoldi nel 1646 (cfr. titolo dell'unità) (4) Seguono dati demografici sulla popolazione di Coredo, 1622 feb. 22 2 "Liber matrimoniorum inceptus sub annum 1731 dum mihi Luca Stephano ferrari da Enno parochia Coredi per concursum collata fuit a celsissimo et rmo.Dominico Antonio episcopo et principe Tridenti ex comitibus de Thunn. 1731 - 1820" (1) 1732 giugno 22 - 1820 marzo 19 Cc. sd 1 - 62: registrazione dei matrimoni, 1732 giu. 2 - 1820 nov. 19: a c. 15 s alla fine delle registrazioni fatte dal parroco Luca Stefano Ferrari da Denno: annotazione dello stesso relativa al suo trasferimento alla parrocchia di Malé [1752 feb. 31 - apr. 17]; a c. 15 d, a precedere le registrazioni fatte dal parroco Giovanni Nicola Keller da Cles, annotazione dello stesso relativa alla sua entrata in servizio a Coredo, [1752 apr.29 - giu. 7] (1) cc. 81d - 82 d:"Protocollo del consenso di padre vivente dato in canonica di questa parrocchiale ai rispettivi loro figli o figlie alla presenza di due testimoni per validamente maritarsi a norma di sovrana ordinazione dei 9 giu. 1819, 1819 [nov.] - 1820 nov. 19 Italiano, latino Registro, legatura in pelle, cc. sd 82 (bianche cc. sd 19), con indice alfabetico per nomi di persona all'inizio n.n. Segnature precedenti: II C 1 Note (1) La datazione "1731 -1820" è stata aggiunta posteriormente 3 "Registro dei matrimoni di Coredo. 1821 - 1907" 1821 gennaio 17 - 1907 maggio 21 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 59 Segnature precedenti: II C 2 4 "Matrimoni nella parrocchia di Coredo dal 1908 al 1929" 1908 gennaio 8 - 1914 ottobre 24; 1917 luglio 4 - 1929 settembre 28 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 31 sd, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n. Segnature precedenti: II C 3 88 5 "Libro dei matrimoni della chiesa parrocchiale di Coredo incominciato il 10 agosto 1929, chiuso il [22 gennaio 1949]" (tit. int.) 1929 agosto 10 - 1949 gennaio 22 (1) Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 100, con indice alfabetico per cognomi di persona alla fine n.n. Segnature precedenti: II C 4 Note (1) In data 22 gennaio 1949 sono stati celebrati 2 matrimoni; l'atto relativo al secondo matrimonio è stato inserito in carta sciolta 89 serie 2.3 Registri dei morti, 1731 - 1973 Contenuto La serie dei registri dei morti (1) consta di quattro registri, il primo dei quali impiantato dal parroco Luca Stefano Ferrari nel 1731, anno in cui il sacerdote originario di Spormaggiore entrò in servizio a Coredo. La registrazione dei defunti della parrocchia di Coredo ebbe comunque inizio già nell'anno 1617 con il parroco Pietro Luchi da Denno, pochi decenni dopo l'impianto della serie dei registri dei nati e battezzati, alla quale si rimanda (la registrazione di nati e morti vennero infatti effettuate su un unico registro) per i morti registrati dal sec. XVII al primo trentennio del sec. XVIII (2). Nei registri dei morti vengono riportati in genere, in forma di dichiarazione discorsiva nei più antichi ed in apposite fincature nei registri più recenti: data della morte del defunto comprensiva di anno, mese, giorno del decesso, nome e cognome del defunto con eventuali annotazioni di carattere anagrafico o spirituale, la religione (cattolica o protestante), il sesso, l'età, la causa della morte. La certificazione, inserita in allegato ai registri (generalmente certificati di morte o permessi di seppellimento), è stata estratta ed inserita unitamente a documentazione della stessa tipologia, in fascicoli costituiti in occasione di precedenti ordinamenti, attualmente inseriti nella serie 'Carteggio ed atti attinenti all'anagrafe (2.10). Note (1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli atti relativi (2) Archivio parrocchiale di Coredo, 2.1.1, 2.2.2 1 "Liber defunctorum inceptus sub annum 1731 dum mihi Luca Stephano Ferrari de Enno (sacra) theologia licentiato parochia Coredi per viam concursus collata fuit a celsissimo et rmo. Dominico Antonio episcopo et principe Tridenti ex comitibus de Thunn" 1731 dicembre 17 - 1820 dicembre 30 Sul verso della carta che precede l'indice e che riporta l'intitolazione: annotazione del parroco Nicola Keller, relativa alla sua entrata in servizio a Coredo, [post 1752 apr. 7] a c. 19 s: annotazione del parroco Luca Stefano Ferrari relativa al suo trasferimento alla parrocchia di Malé [1752 marz. 31 - 1752 apr. 18] a c. 19 d: annotazione del parroco Giovanni Nicola Keller relativa alla sua entrata in servizio a Coredo, [1752 apr. 18 - mag. 13] Latino Registro, legatura in pelle, cc. 101 (num. orig. parziale), con indice alfabetico per nomi di persona all'inizio n.n. Segnature precedenti: II D 1 2 "Registro dei morti di Coredo" (1) 1821 aprile 3 - 1900 dicembre 23 Sul piatto anteriore della coperta, incollato: "Prospetto dei morti [...] nel [...] quartale 189[.]" non compilato [1890 - 1900] 90 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 147 Segnature precedenti: II D 2 Note (1) Sul dorso: "vol. I", aggiunto posteriormente 3 "Morti 1901 - 1973. Vol II" 1901 gennaio 5 - 1973 febbraio 8 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 221, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n Segnature precedenti: II D 3 91 serie 2.4 Indici dei registri dei nati, dei morti e dei matrimoni, 1821 - 1924 Contenuto La serie è composta da un unico registro a rubrica suddiviso in tre parti, la prima delle quali fa riferimento al registro dei matrimoni tra il 1821 ed il 1907 (2.2.3), la seconda al registro dei nati dal 1821 al 1923 (2.1.4), la terza al registro dei morti dal 1821 al 1900 (2.3.3). In corrispondenza di ciascun defunto è riportato anche il rimando al numero della pagina del registro anagrafico corrispondente. Le registrazioni in tutte tre le sezioni del registro ebbero inizio negli anni '20 del secolo XIX, con il parroco Giacomo Tolameotti per terminare nella prima metà degli anni '20 con il parroco Edoardo Endrici. 1 "Indice del registro dei matrimoni, dei nati e dei morti nella parrocchia di Coredo negli anni 1821 sino [al 1924] 1821 - 1924 (con aggiunte posteriori [1929 - 1941]) Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 62 n.n. Segnature precedenti: II A 8 92 serie 2.5 Registri dei cresimati, 1880 Contenuto I registri dei cresimati (1) vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli stati delle anime dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. In realtà i registri dei cresimati e gli stati delle anime furono usati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX. La serie dei registri dei cresimati comprende un unico registro, nel quale vengono riportati, oltre ai nomi ed all'età dei cresimati, la data ed il luogo del conferimento della cresima, il nome del ministro celebrante ed il nome, il comune di residenza e, in alcuni casi anche l'età del padrino/a. Si segnala comunque che la registrazione dei cresimati della parrocchia di Coredo ebbe inizio già nel 1825, effettuata, a registro capovolto, sull'urbario della chiesa di S. Rocco (2). Note (1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli atti relativi (2) Archivio parrocchiale di Coredo, 6.1.1 1 "Registro dei cresimati dal 1880 - " 1880 settembre 19 - (1) Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 77, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n (2) Segnature precedenti: II B 2 Note (1) Il registro è ancora in uso (2) L'indice è compilato su un fascicolo a parte, incollato al registro 93 serie 2.6 Stati delle anime, 1851 - 2000 Contenuto Per "stato delle anime" (1) s'intendeva il registro in cui venivano iscritti tutti gli abitanti compresi entro il territorio di una curazia o di una parrocchia. Vi si raccoglievano quindi i dati -aggiornati periodicamente- relativi alla composizione dei nuclei famigliari, elencati generalmente in ordine alfabetico in base ai nomi dei capifamiglia, o come più spesso succede per "gli stati delle anime" compilati nella parrocchia di Coredo già a partire dal secolo XVI, in base al numero civico delle abitazioni, criterio anticamente descritto dagli stessi curatori d'anime "de domo in domum procedendo". Già il Concilio di Trento nella XXIV sessione dell'11 novembre 1563 invitava a compilare e conservare i registri degli stati delle anime, ma solo in alcune diocesi l'invito trovava applicazione; sono infatti rari i registri degli stati delle anime anteriori al 1800. Con il Codice del 1917, che li renderà obbligatori, verranno introdotti anche nuovi e più semplici metodi di compilazione. La serie 'Stati delle anime' dell'archivio parrocchiale di Coredo si articola in tre registri compilati a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Ma la pieve di Coredo recepì positivamente l'invito alla compilazione dei censimenti anagrafici diffuso dal Concilio di Trento nel 1563: già nel 1572 il parroco Tommaso Desiderati elencava sulle prime carte del registro dei nati e dei matrimoni per gli anni 1566 - 1613, i nomi e cognomi dei capifamiglia di Coredo con il totale dei componenti il nucleo famigliare e specificando anche a quanti era stato impartito il sacramento della comunione e della cresima (2). Per il secolo XVII lo 'stato delle anime' di Coredo si evince invece solo da una breve descrizione stilata negli anni 1617 e 1622 per mano del parroco Pietro Luchi sul più antico registro dei matrimoni di Coredo (3). A partire dal 1740, con il parroco Luca Stefano Ferrari (1731-1752), la rilevazione dello stato delle anime della parrocchia fu assunta con regolarità dai curatori d'anime (4), anche se solo dalla seconda metà del secolo XIX (1851) venne effettuata su registri appositi, separatamente dalle altre registrazioni di tipo anagrafico. Note (1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli atti relativi (2) Archivio parrocchiale di Coredo, 2.1.1 (3) Archivio parrocchiale di Coredo, 2.2.1 (4) Archivio parrocchiale di Coredo, 2.1.3 1 Stato delle anime [1851 -1886] - sec. XX in. All'inizio del fascicolo che contiene l'indice: "Pertinenti comunali abitanti permanentemente fuori dal comune", cc. 200 - 214 Italiano Registro, legatura in tela, cc. sd 214 (bianche cc. 30), con indice alfabetico per cognomi alla fine (1) Segnature precedenti: II E 1 Note (1) L'indice è compilato su un fascicolo a parte, incollato al registro 94 2 "Anagrafe della popolazione di Coredo. 1870] [1870] con aggiunte posteriori fino al sec. XIX ex. Italiano Registro, legatura in cart., cc. 40 n.n. 3 "Anagrafe 1923 della popolazione della parrocchia di Coredo" (1) 1923 - sec. XX ultimo quarto A c. 1s: elenco dei visti vescovili apposti in occasione delle visite alla parrocchia di Coredo tra il 6 giugno 1926 ed il 14 ottobre 1969, [1926 - 1969] Italiano Registro, in mezza pelle, cc. sd 287 (bianche cc. sd 41)con indice alfabetico per cognomi di persona alla fine n.n Segnature precedenti: II E 2 Note (1) Sul dorso: "Anagrafe. Vol. II" 95 serie 2.7 Registri dei consensi paterni, 1821 - 1955 Contenuto La serie si compone di due registri (1) nei quali sono riportate le verbalizzazioni dei consensi paterni per i figli minorenni intenzionati a contrarre matrimonio. Il registro più recente riporta anche registrazioni di cassa del beneficio parrocchiale per gli anni 1946 - 1955, precedute da una descrizione dei lavori apportati ad alcuni immobili di ragione del beneficio dal 1929 al 1950. Note (1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli atti relativi 1 "Libro in cui si contiene inserito il consenso legale intorno al matrimonio de minoreni, comincia dall'anno 1821" 1821 gennaio 12 - 1902 aprile 10 Italiano Registro, legatura in cart., cc. 29 n.n. Segnature precedenti: II C 13 2 "Registro dei consensi paterni dal 1902 - 1923"/"Conti e lavori nel beneficio parrochiale di Coredo" (1) 1902 maggio 18 - 1955 ottobre 14 - Registro dei consensi paterni, 1902 mag. 18 - 1923 mar. 15 - "lavori fatti dopo il 17 novembre 1929 nel beneficio parrocchiale di Coredo": post 1929 nov. 17 - 1950 (2) - registro di cassa del beneficio parrocchiale, 1947 - 1955 ott. 14 (3) Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 24 n.n Segnature precedenti: VA 3, II C 14 Note (1) L'intitolazione "Conti e lavori nel beneficio parrochiale di Coredo" è stata aggiunta a registro capovolto (2) Questa parte è stata compilata a registro capovolto (3) Vedi la nota (2) 96 serie 2.8 Registri degli sponsali, 1908 - 1944 Contenuto Il registro degli sponsali (1) documentava la reciproca promessa di matrimonio espressa dai futuri sposi dopo l'examen matrimoniale e previo accertamento dell'inesistenza di impedimenti ecclesiastici e civili, alla presenza del parroco e di due o più testimoni. L'esame doveva aver luogo al primo presentarsi dei futuri sposi, prima che avvenisse la prima pubblicazione. Per minorenni o incapaci era d'obbligo il consenso del padre (cfr. 2.7.1 e 2.7.2) o, in assenza di questo del tutore e del giudice (Codice civile austriaco, § 49). Sul registro venivano annotati anche eventuali scioglimenti della promessa. La serie è costituita da un unico registro in cui gli atti, numerati ed in ordine cronologico, riportano nome e generalità dei futuri sposi, la data della promessa ed, in calce, la firma dei presenti al giuramento. Note (1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli atti relativi 1 "Registro sponsali dal 1908 al 1945" 1908 settembre - 1914 settembre 27; 1917 giugno 20 - 1944 marzo 30 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 100 Segnature precedenti: II C 15 97 serie 2.9 Atti matrimoniali, 1817 - 1948 Contenuto L'autorità civile austriaca prescriveva precise indicazioni relative alla formazione degli atti necessari alla celebrazione del matrimonio ed alla registrazione dello stesso ("Cod. civ. austr., § 80). La documentazione, prodotta dagli enti civili ed ecclesiastici e dai futuri sposi, varia comunque per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Tra gli atti si possono trovare per esempio: la fede di battesimo e di cresima, il certificato attestante il superamento degli esami di religione, l'attestato comprovante l'avvenuta pubblicazione degli sponsali, il permesso politico (sino alla caduta degli Asburgo e solo nei territori del Trentino - Voralberg l'autorità preposta a rilasciare tale permesso era in prima istanza quella comunale che, previa richiesta degli interessati, notificava loro l'autorizzazione a contrarre matrimonio), il consenso paterno per i minorenni, la fede di morte per un/a vedovo/a, le eventuali dispense rilasciate dalle competenti autorità (per impedimenti ecclesiastici, divieti civili, pubblicazioni da farsi in chiesa). I contraenti erano chiamati a superare un esame di religione. Lo stesso "Codice civile austriaco" (§ 74) prescriveva: "Il parroco non debba intraprendere nemmeno la denuncia del matrimonio prima che gli sposi non si sieno procurate almeno le più necessarie cognizioni sopra Dio". Dopo l'examen matrimoniale, i futuri sposi, previo accertamento dell'inesistenza di impedimenti ecclesiastici e civili, ed in presenza di parroco e testimoni, facevano reciproca promessa di matrimonio. Per minorenni ed incapaci era d'obbligo il consenso del padre o, in mancanza di questo, del tutore o del giudice ("Cod. Civ. austr.", § 49). Condizione necessaria per la celebrazione del matrimonio era infine la denuncia, da farsi in tre giorni di domenica o di festa all'adunanza. Se quindi per tutto il periodo della dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa ebbe validità civile, negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato fra la Santa Sede e l'autorità politica, il rito civile e religioso venivano invece celebrati separatamente. Con la legge del 27 maggio 1929, n. 847, anche lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le regole del diritto canonico ed il curatore d'anime era comunque chiamato a notificare al comune l'avvenuta celebrazione del matrimonio. La serie degli 'Atti matrimoniali' dell'archivio parrocchiale di Coredo', che comprende documentazione prodotta in occasione dei matrimoni celebrati fra il 1817 ed il 1948, risulta particolarmente consistente ed in un discreto stato di ordinamento, specie a partire dal 1851, anno in cui entrò in servizio a Coredo don Emilio Lorenzoni. Con don Lorenzoni ed i successori don E. Endrici e don G. Faccinelli gli atti furono organizzati in fascicoli annuali di pratiche. Ad opera degli stessi parroci venne data indicazione, sul verso di una o più carte dei singoli fascicoli, dei cognomi dei contraenti, della data del matrimonio e, in alcuni casi, del numero d'ordine attribuito a ciascuno all'interno del registro. In occasione del recente intervento di riordino e risistemazione della documentazione dell'archivio parrocchiale operato dal parroco don Mario Paris, i singoli mazzi annuali furono segnalati da apposite fasciette cartacee indicanti l'anno; don Paris si preoccupò anche di integrare eventuali dati omessi dai parroci. Gli atti prodotti fra il 1929 ed il 1942, periodo nel quale prestò servizio a Coredo il parroco don Giuseppe Rigotti riportano, sul verso, solo la traccia dell'ordinamento di don Paris (in occasione del quale vennero indicati i cognomi dei contraenti, la data, il numero d'ordine, e in alcuni casi la pagina del registro sulla quale è stato registrato il singolo matrimonio); è probabile quindi che don Rigotti non si sia preoccupato di attribuire alcun ordine agli atti. 98 La documentazione prodotta in occasione dei matrimoni celebrati fra il 1943 ed il 1948, e quindi a partire dall'entrata in servizio a Coredo di don Emilio Tonidandel, fu ordinata e condizionata, probabilmente ad opera dello stesso parroco, in fascicoli biennali di cui si è rispettata l'organizzazione. In occasione del presente riordino, si è mantenuta l'unità delle singole pratiche, riordinate in base alle registrazioni riportate negli appositi registri canonici. Eventuali matrimoni celebrati fuori parrocchia, non celebrati o senza riscontro nei registri dei matrimoni, sono stati collocati in fondo agli atti dell'anno corrispondente. Alcune pratiche sono state integrate o ricostruite, in seguito al rinvenimento di documentazione, accidentalmente inserita in sottofascicoli relativi ad altri matrimoni, lasciata nei registri matrimoniali o nelle buste di corrispondenza generale. In occasione del recente ordinamento di don Paris, la documentazione costituente la presente serie è stata collocata in due buste. 1 b. 1A/b. 1B/b. 1C "Atti matrimoniali, 1818 - 1890" 1817 - 1818; 1821 - 1890 - b. 1A: atti matrimoniali, 1817 - 1818; 1821 - 1847 - b. 1B: atti matrimoniali, 1848 - 1878 - b. 1C: atti matrimoniali, 1879 - 1890 Busta, cc. 1060 Segnature precedenti: II C 8 2 b. 2A/b. 2B "Atti matrimoniali, 1891 - 1948" 1891 - 1948 - b. 2A: atti matrimoniali, 1891 - 1919 - b. 2B: atti matrimoniali, 1920 . 1948 Busta, cc. 1385 Segnature precedenti: II C 9 99 serie 2.10 Carteggio ed atti attinenti all'anagrafe, sec. XVIII ultimo quarto - sec. XX primo quarto Contenuto La serie consta di 10 fascicoli, da ricondurre in gran parte all'ordinamento impresso all'archivio parrocchiale dal parroco don Giuseppe Rigotti (1929 - 1942) (1). Vi è inserita documentazione relativa ad affari anagrafici di vario tipo e di competenza del parroco nella duplice veste di ufficiale di stato civile e di curatore d'anime: notificazioni di nascite, matrimoni e morti avvenute fuori parrocchia, di esposizioni, certificati di cresima, di morte o ispezione cadaverica, ecc. (2) Si segnala che parte della documentazione anagrafica pervenuta da fuori parrocchia si trova fra gli atti protocollati, collocazione che in sede di riordino si è rispettata in quanto disposta 'ab origine' dopo la registrazione sugli appositi registri. Note (1) Già durante il servizio del parroco don E. Endrici (1887 - 1921) si riscontra un prima attenzione alla ordinata tenuta della documentazione angrafica, peraltro sollecitata dall'autorità vescovile. Si legge infatti nei decreti visitali stilati in occasione della visita pastorale alla parrocchia di Coredo nel 1913: "Crescendo ognor più il numero degli atti ufficiosi, che annunziano battesimi e nascite, morti e matrimoni avvenuti fuori parrocchia, conviene approntare per essi un'apposita teca e non si lascino sparsi entro i registri delle matricole"; Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, cc. 1 - 9 (2) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli atti relativi 1 b. 1 Certificati ed atti attinenti all'anagrafe sec. XVIII ultimo quarto - sec. XX primo quarto Richieste provenienti da fuori parrocchia per il rilascio di certificati e di documentazione anagrafica varia, mandato del vicario vescovile che vieta al parroco di Coredo Nicolò Keller di sottoscrivere una promessa di matrimonio, circolare determinante l'abbassamento del termine della minore età, elenco dei capifamiglia di Coredo, elenco delle "famiglie di Coredo che [...] percepiscono un contributo di sostentamento dai mezzi dello stato per i richiamati sotto le armi in seguito alla mobilitazione", "Soldati e richiamati" (1), appunti vari dei parroci (2) Fascicolo, c. 77 Note (1) Si tratta di un sottile quaderno in cui il parroco Rigotti ha annotato i nominativi dei soldati di leva e dei richiamati in guerra tra il 1941 - 1942. Nel quaderno sono stati inseriti, su foglietti sciolti, altri nominativi di soldati arruolati (2) Si tratta per gran parte di annotazioni prese in occasione della compilazione dei registri anagrafici 2 b. 1 "Attestati di nascita, matrimon[io], morte di persone all'estero, cresime" (1) 1772 - 1942 100 "Nascite", "Matrimoni", "Morti", "Nascite fuori paese di parrocchiani"(2) contiene anche: "Copia del prospetto generale dei nati e dei morti nella provincia del Tirolo e Voralberg" per gli anni militari 1844 e 1846; notifiche di avvenuto conferimento del suddiaconato a chierici di Coredo e di emissione dei voti solenni nell'Ordine dei Frati Minori, 1930; 1934 - 1936 Fascicolo, cc. 136 Note (1) "Cresime" è stato aggiunto in sede di ordinamenti successivi all'intervento sull'archivio di don Rigotti. Con il presente ordinamento si è deciso, nel rispetto dell'originario assetto della documentazione, di formare una distinta unità con i certificati di cresima provenienti da fuori parrocchia (2) Si tratta di quattro sottofascicoli: i primi tre formati dal parroco Endrici ed in occasione dell'ordinamento del parroco Rigotti inseriti in questo fascicolo di sua formazione; il quarto costituito dallo stesso Rigotti 3 b. 1 Carteggio ed atti relativi agli "esposti" di Coredo 1843 - 1862 Carteggio fra il parroco di Corredo e "l'i.r Amministrazione della pia casa degli esposti alle Laste presso Trento", comunicazioni, circolari, prospetti Italiano Fascicolo, cc. 8 4 b. 1 "Cresimati 1935 e 1924 - 34" (1) 1883; 1905 - 1935; 1946 Certificati di cresime celebrate a Coredo e fuori parrocchia Latino Fascicolo, cc. 118 Segnature precedenti: II G 4 Note (1) I certificati sono stati raccolti da don Rigotti in una busta da lettera, sulla quale lo stesso parroco ha dato indicazione sommaria del contenuto. In realtà gli estremi cronologici degli atti contenuti sono più ampi di quanto indicato dal parroco; ulteriore documentazione venne inserita in occasione di successivi ordinamenti 5 b. 1 "Emigrazione" (1) sec. XX primo quarto "Emigrazione in America dal 1870 in poi" (2), tabelle dell'emigrazione continentale e transoceanica nei capitanati di Cles, Mezzolombardo, Riva, Primiero, Rovereto, Tione, Trento e Borgo Italiano Fascicolo, cc. 18 Segnature precedenti: XI 17 Note (1) L'intitolazione è stata ripresa dall'inventario del sign. Romagna; si tratta infatti di un fascicolo formato in occasione del suo ordinamento (2) Si tratta di un elenco dei coredani emigrati in America del Sud e del Nord 101 6 b. 1 "Atti a carte di matrimonio: 1937- notifiche" 1922 - 1941; 1944 - Certificati di matrimonio provenienti da fuori parrocchia - "Richieste di pubblicazioni matrimoniali" (1) Fascicolo, cc. 60 Note (1) Si tratta di due sottofascicoli; il primo, di nuova formazione, raccoglie certificati di matrimoni celebrati fuori parrocchia fra il 1922 ed il 1941 (anno in cui don Rigotti cessò il suo servizio a Coredo); il secondo, formato dal parroco Rigotti, raccoglie richieste di pubblicazioni matrimoniali pervenute alla parrocchia di Coredo tra il 1937 ed il 1941 7 b. 1 "Permessi di seppellimento" (1) 1924 - 1925; 1929 - 1948 Fascicolo, cc. 273 Segnature precedenti: II G 3 Note (1) Si tratta di un fascicolo formato dal parroco G. Rigotti. Gli atti erano a loro volta stati raccolti in fascette cartacee, in parte da don Rigotti (relativamente agli anni 1929 - 1932) ed in parte con ordinamenti successivi, in occasione dei quali è stata apposta anche una numerazione progressiva (che per ogni annata inizia dal numero 1) 8 b. 1 "Cresimati a Coredo e registrati, 29. 6. 38" (1) 1938 Italiano Fascicolo, cc. 62 Segnature precedenti: II G 4 Note (1) I certificati sono stati raccolti da don Rigotti in una busta da lettera, sulla quale lo stesso parroco ha dato indicazione sommara del contenuto. 102 Ente Beneficio parrocchiale del Ritrovamento della Santa Croce [1471] - 1987 gennaio 24 Luoghi Coredo, p.za Chiesa, 1 Altre forme del nome Beneficio parrocchiale di Coredo Beneficio parrocchiale R.C. del Ritrovamento della Croce in Coredo Archivi prodotti Subfondo Beneficio parrocchiale di Coredo, 01/01/1471 - 31/12/1957 Storia Il beneficio ecclesiastico era costituito da un complesso di beni mobili e immobili permanentemente destinati al mantenimento del parroco che aveva l'obbligo di residenza nel territorio sul quale esercitava il suo mandato e di soddisfare alle esigenze spirituali della comunità. Il can. 1409 del "Codice di diritto canonico" sottolinea l'indissolubilità dell'unione del beneficio con l'ufficio, che anzi si deve considerare come elemento costitutivo dell'istituto. Una volta ottenuti la nomina ed il conferimento del beneficio con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco diveniva il rappresentante dell'ente a tutti gli effetti ed aveva quindi anche l'obbligo di assicurare l'integrità del patrimonio. Il curatore d'anime aveva il diritto di percepire tutte le rendite che provenivano alla parrocchia a titolo di sostentamento del curatore d'anime e che costituivano quindi la sostanza del beneficio, che passava di parroco in parroco: rendite da fondi, caseggiati, capitali, affitti, interessi e diritti vari. Il parroco, in quanto titolare del beneficio, godeva del diritto di decima, termine con il quale si indicava una quota del raccolto, non necessariamente corrispondente alla decima parte, pagata da proprietari e coltivatori alla chiesa per il sostentamento del clero e per le funzioni che la chiesa svolgeva a vantaggio di tutti i fedeli (1). Risaliva ad una consuetudine trentina, comune all'area meridionale del territorio, la suddivisione medievale dei proventi di decima in quattro parti (donde la designazione di "quarta"): un quarto spettava al vescovo e per esso ai pievani da lui nominati, un quarto era devoluto per l'assistenza agli orfani ed alle vedove, un quarto toccava all'amministrazione locale della giustizia e l'ultimo costituiva il compenso dell'esattore per le spese di riscossione. Facevano parte del beneficio parrocchiale anche i diritti di stola: nati come prestazioni libere vennero col tempo considerate parte integrante della congrua parrocchiale e divennero obbligatorie. Il diritto di stola veniva riconosciuto al parroco per lo svolgimento di determinate funzioni all'interno della sua giurisdizione: nelle proclamazioni nuziali, nelle esequie, nell'ammininistrazione di alcuni sacramenti, per ciò che riguardava l'assistenza degli infermi. La legge del 7 maggio 1874, al § 23 fece consistere i diritti di stola nelle pubblicazioni matrimoniali, nella celebrazione di matrimoni e degli obiti ed anche nell'estensione di atti parrocchiali ufficiosi. Il Disp. Min. del 22 luglio 1869 n. 6202 §24, stabiliva che il regolamento e la fissazione dei diritti di stola spettasse alle autorità ecclesiastiche, con il consenso del governo (2). Quando, specie tra la fine del secolo XVIII e gli inizi del secolo XIX (nel momento in cui iniziarono ad essere aboliti enti e corporazioni religiose, parte dei beni della chiesa vennero venduti, e decaddero anche i diritti di decima e di altre annue prestazioni) le rendite del beneficio 103 parrocchiale a causa della loro esiguità e per gli eccessivi oneri su di esso gravanti si dimostrarono insufficienti al mantenimento del curatore d'anime, il governo austriaco prima e quindi quello italiano le integrarono con un supplemento di congrua prelevato da un apposito fondo. In seguito all'accordo di revisione del concordato del 1929 (18 febbraio 1984), secondo l'art. 28 delle norme circa gli enti e i beni ecclesiastici in Italia, i benefici capitolari, parrocchiali, vicariali ecc. e i loro patrimoni sono stati trasferiti dal 1986 in organismi diocesani denominati Istituti per il sostentamento del clero. Nell'archivio parrocchiale di Coredo non è stato rinvenuto alcun documento relativo alla fondazione o ai fondatori del beneficio parrocchiale, che pare avere comunque origini molto antiche. L'inventario più antico dei beni in dotazione del beneficio, attualmente conservato, venne fatto stilare dal parroco Cristoforo di Caleppio nel 1471: apriva l'elenco degli immobili l'edificio della canonica "cum orto e prato cum multis arboribus" (3). Fra i diritti goduti 'ab antiquo' dal pievano si nomina quello di raccogliere un manipolo o covone da ogni famiglia ('fuoco') (4). Il curatore d'anime, che godeva dei diritti e dei privilegi della vicinia, aveva inoltre il diritto alle sorti di legna, fieno e strame nel bosco comunale. Ma il reddito principale proveniva dal diritto di percepire la quarta parte della decima del grano e del vino raccolti nel territorio di Coredo. I tre quarti della decima venivano scossi dai Thun di castel Bragher. Oltre a questa decima maggiore il pievano aveva diritto di decima, detta minore, sopra alcuni stabili nei territori di Tavon e Smarano (5). Inizialmente il curatore d'anime, affittò il diritto di decima mentre in un secondo tempo lo cedette al decimano maggiore, ricevendo un compenso fisso. Dopo il 1600 erano decimani maggiori di Smarano i conti Fuchs di castel "Lemberg", che in un secondo tempo affittarono il loro diritto di decima alla famiglia Panizza di Taio. Questa dal 1691, con l'entrata in carica del parroco Andrea Preganella, si rifiutò di pagare ulteriormente il grano al nuovo parroco; venne condannata qualche anno dopo giusta sentenza nel palazzo assessorile di Cles (6). Il diritto di decima venne abolito con sovrana patente del 28 ottobre 1848 e per la reluizione della decima il beneficio parrocchiale percepì una somma superiore ai 2500 fiorini (7). Le rendite del beneficio parrocchiale di Coredo vennero incrementate da legati pii di varie persone, congiunti quasi sempre coll'onere perpetuo di ss. messe. Uno dei lasciti più antichi a vantaggio del beneficio parrocchiale provenne dal nobile Antonio di Castel Coredo morto nel 1468 (8). Un'altro legato fu fatto nel 1661 dalla contessa Barbara Thun nata Firmian, vedova di Giorgio Thun di castel Bragher, che lasciava un capitale al beneficio parrocchiale affinchè un sacerdote della canonica di Coredo, celebrasse ogni prima domenica del mese, la messa nella cappella del castello presso la quale nel 1652 era stata istituita la Confraternita del SS. Rosario; ai fedeli che intervenivano alla messa, in forza del legato si distribuivano ogni volta 6 troni di pane (9). Con decreto governativo del 15 settembre 1836, quest'ultima venne commutata in un annua distribuzione in denaro dal parroco di Coredo in favore del Fondo Poveri di Taio e della Congregazione di carità di Coredo, peraltro ridotta con decreto della Luogotenenza del 1856 (10). Il benefico acquisì quindi la proprietà di diversi stabili, spesso convertita in locazione enfiteutica, verso la prestazione di un annuo canone in grano (livello). Dall'urbario fatto compilare dal parroco Luca Stefano Ferrari nel 1745 si evince che, sotto il parroco Emilio Lorenzoni (1850-1886), in seguito all'emanazione della Sovrana Patente del 20 ottobre 1848, tutti i locatari si affrancarono da questi oneri pagando un determinato capitale al beneficio o alla chiesa (11). Il pievano oltre alla celebrazione di messe 'pro populo' e legatarie, era gravato da altri oneri: manteneva a sue spese il cappellano, forniva un quota annua di pranzi al sacrestano e versava, come accennato, annue prestazioni al Fondo Poveri di Taio, alla Congregazione di carità ed al Fondo scolastico di Coredo. Erano invece a carico del Comune di Coredo le spese per la manutenzione ed il restauro dell'edificio canonicale (12). 104 In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio parrocchiale di Coredo ha perso la personalità giuridica civile. Funzioni, occupazioni e attività Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio". Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, assegni dal Comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei Comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto. Note (1) A. BARBERO-C. FRUGONI, Dizionario del Medioevo, Bari 1994, pp. 97-98 (2) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento 1905, p. 615 105 (3) La canonica, si legge nell'urbario, era sita a Coredo, in località detta "a Sovic". Precedentemente la casa canonicale era sotto il dosso della chiesa parrocchiale. In un contratto di locazione, datato 3 luglio 1471, rogato su una pergamena conservata nell'archivio parrocchiale, il pievano Cristoforo di Caleppio dava in locazione per 10 anni ai fratelli Antonio e Cristoforo, figli di Francesco detto "Mastrotus" da Coredo, 5 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo dei quali in località "ala Calonga vecla" o "sot el Dos de S. Maria" ossia "ala Pontara" con una "nugara" e altri alberi da frutto e non da frutto, con una "murogia fracta", che un tempo era la canonica; cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 55 (4) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.1 (5) Nel 1372 erano sorti dei contrasti fre i possessori degli stabili di Smarano soggetti alla decima. Il pievano Odorico, per ordine vescovile, convocava gli uomini più anziani ed autorevoli di Smarano per definire le proprietà ed i beni sui quali gravava in perpetuo l'obbligo di pagare le decime alla chiesa di Coredo; cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 25 (6) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.3.5 ; cfr. anche E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 155 (7) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.5, cc. 73d - 74s (8) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.5, c. 87 (9) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.8.1.3 (10) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.5, c. 90d (11) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.5 106 subfondo 3 Beneficio parrocchiale di Coredo, 1471 - 1957 Soggetti produttori Beneficio parrocchiale del Ritrovamento della Santa Croce, [1471] - 1987 gennaio 24 Contenuto Il subfondo Beneficio parrocchiale di Coredo comprende documentazione dal 1471 al 1957 raccolta in quattro serie archivistiche. 107 serie 3.1 Urbari e inventari, 1471 - 1885 Contenuto La preoccupazione dei vescovi di verificare l'entità del patrimonio economico delle chiese e dei benefici si tradusse in speciali disposizioni ai vari responsabili, con le quali venne rinnovato o meglio precisato l'obbligo di redigere urbari ed inventari, tanto dei beni stabili che mobili, di tenere aggiornati i libri dei conti ("Costituzioni sinodali" di Ludovico Madruzzo, capp. XLVI- XLVII che riprendono e aggiornano i capp. XXIII-XXIV delle "Constitutiones Bernardi") (1). La serie 'Urbari e inventari' del sottofondo 'Beneficio parrocchiale' si compone di 5 unità. Il più antico fu compilato per mano del pievano Cristoforo di Calepio e riporta l'elenco degli immobili di ragione del beneficio e degli affitti ad esso spettanti. Il sottile registro di cui all'unità 3.1.2, consta nella prima parte dell'urbario fatto compilare dal pievano Giovanni Rossi, e riporta 'in primis' l'elenco dei legati e degli obblighi missari gravanti sul beneficio, fatto seguire dalla lista dei beni mobili, dei livelli, delle decime ed infine degli immobili spettanti al beneficio parrocchiale. Tale suddivisione interna riprende quella della seconda metà del registro contenente l'urbario delle ragioni canonicali stilato dal pievano precedente, don Francesco Bertoldi, durante il suo primo periodo di servizio a Coredo (2). Del secolo successivo è l'urbario di cui all'unità 3.1.3, che riprende nella struttura i due precedenti. Si segnala inoltre la presenza, sui tre registri più antichi, rispettivamente delle segnature "Primum, A", "B" e "C", dalla quale si evince, oltre alla completezza della serie degli urbari beneficiali per i secc. XV - XVII anche una prima volontà di ordinamento archivistico dei registri. Furono invece compilati nel ventennio di servizio del pievano don Luca Stefano Ferrari (1731 - 1752) gli ultimi due urbari della serie, rispettivamente negli anni 1734 e 1745. Simili nella struttura e nell'organizzazione interna delle registrazioni riportano entrambi, con aggiunte ed aggiornamenti fino alla seconda metà del sec. XIX per il primo registro e fino alla seconda metà del sec. XX per il secondo, beni immobili, livelli e diritti di decima spettanti al beneficio nonchè un elenco dei legati perpetui e temporanei e degli obblighi legatari gravanti su quest'ultimo. Un elenco dei beni immobili, dei fitti, dei censi e delle decime di ragione del beneficio parrocchiale, fatto stilare tra il 1570 ed il 1712 dal parroco Tommaso "Desiderati", si trova allegato al "Libro dei baptizati, maritati e delle entrate canonicali. I" nella serie 'Registri dei nati battezzati' (2.1.1). Gli inventari del beneficio compilati a partire della seconda metà del sec. XIX (dal 1866 compilati su registri prestampati) vennero uniti agli atti di consegna degli effetti spettanti a quest'ultimo in occasione dell'ordinamento di don Rigotti; si veda quindi l'unità 3.3.10 della serie 'Atti amministrativi' del sottofondo 'Beneficio parrocchiale'. Note (1) Per una descrizione più ampia e dettagliata sulla tenuta degli urbari e degli inventari si rimanda alla serie 'Urbari e inventari' del sottofondo 'Chiesa parrocchiale', 4.1 (2) Don Francesco Bertoldi fu infatti parroco di Coredo anche tra il 1667 ed il 1680 1 "Iste est liber possessionum ecclesie sancte Marie plebis Coredi, necnon affictuum eius [...] (1) 1471 Urbario degli immobili di ragione del beneficio parrocchiale e degli affitti ad esso spettanti 108 sul verso del piatto anteriore della coperta: legato missario perpetuo, [1471] Latino Registro, legatura in perg. (2), cc. 6 Note (1) Sul verso del piatto anteriore della coperta si trovano le segnature "primum" e "A", aggiunte pare, posteriormente alla redazione dell'urbario, primo dei tre fatti compilare dal pievano Cristoforo di Calepio. Posteriormente, a matita, è stata data indicazione anche indicazione dell'anno di compilazione dell'urbario: "1471" 2 "1692, urbario canonicale de beni, raggioni e messe legatarie [...]" (1) 1650 settembre 11 - 1692 All'inizio: "Urbario osia registro delle rendite della canonica di Coredo fatto dal paroco Andrea Preganella", [1692] circa a metà: urbario dealla canonica fatto compilare dal parroco Francesco Bertoldi [ante 1662 nov. 20] circa a metà, inserito: "Nota delle entrate canonicali", 1650 set. 11 - 1652 lug. 5 (2) verso la fine: "Urbario o sia registro delle entrate della canonica di Coredo fatto li 20 novembre 1662", 1662 (3) sul verso del piatto posteriore della coperta: "Liber investiturarum canonicae Coredi" [1692 ca.] Italiano Registro, legatura in cart., cc. 37 n.n. Note (1) La coperta fu in origine probabilmente asportata da un altro registro: riporta infatti la seguente intitolazione, parzialmente depennata: "Liber matrimoniorum V, anno Domini MDCXIIII". Sulla coperta si legge anche la segnatura "B" (2) Si tratta di un sottile fascicolo con la registrazione delle entrate derivanti dal pagamento dei livelli alla canonica per gli anni 1650 - 1652 (3) Si tratta di un secondo urbario stilato dal parroco Francesco Bertoldi (1645 - 1662) 3 Urbario della canonica di Coredo 1723 - 1734 - Cc. 1 - 8: elenco e descrizione dei livelli e delle decime corrisposti alla canonica nei paesi di Coredo, Senale, Segno, Sfruz, Smarano - c. 9: "l'affitti per la fabrica della canonica" - cc. 10 - 11: "legato pio" (2) - c. 11 v: "legati di castel Bragher" - c. 12: "messe legatarie" - c. 13: "messe legatarie cantate che paga la chiesa" - "messe legatarie della chiesa basse che essa per i fondi ricevuti deve pagar al parocho" (3) sul verso dell'ultima carta: dichiarazione del parroco A. Preganella sottoscritta dal notaio Michele della Tina, che attesta (dopo "aver veduto una scritura") il suo diritto di riscuotere gli interessi versati in occasione delle affrancazioni dal pagamento dei livelli spettanti al beneficio Bombarda, 1729 mag. 2 Italiano Registro, legatura in cart., cc. 24 (numer. orig. parziale) Note (1) Sulla coperta si legge la segnatura "C" (2) Viene fatto un elenco ed una descrizione dei legati pii (3) Il contenuto del registro è riassunto da un indice stilato sulla prima carta 109 4 "Urbarium livellorum, stabilium, affictuum, legatorum tam perpetuorum tam ad tempus durantium, iuris decimandi, aliorumque iurium ad aedes parochiales Coredi pertinentium, confectum per Lucam Stephanum Ferrari de Spauro (sacra) theologia licentiatum parochum Coredi sub annum 1734" [1734] - 1885 febbraio 2 All'inizio: breve premessa del parroco Luca Stefano Ferrari contenente indicazioni circa i motivi e le modalità di compilazione dell' urbario, [1745] verso la fine, inserito: promemoria del parroco di Coredo, sottoscritto dal capo Comune del paese, circa l'attribuzione del "Legato Margherita Pastorelli" per l'anno 1871, 1871 dic. 28 Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 216 (numer. orig. imprecisa) Segnature precedenti: VI 3 5 "Urbarium stabilium, livellorum, affictuum, legatorum perpetuorum, iuris decimandi, aliorumque iurium ad ades parochiales Coredi spectantium confectum per me Lucam Stephanum Ferrari parochum Coredi decanum foraneum de Enno, sub annum 1745" (tit. int.) (1) 1745 (con annotazioni fino al sec. XIX ex.) A c. 2 s: breve premessa del parroco Luca Stefano Ferrari contenente indicazioni circa i motivi e le modalità di compilazione dell' urbario, [1745] alle cc. 73d - 74d: annotazioni relative all'abolizione del diritto di decima, decretato con sovrana patente del 28 ottobre 1848, ed alle successive liquidazioni per la cessazione di detti diritti, [post 1848 ott. 28 - 1887] alle cc. 131s - 132s: copia della lettera emanata in data 13 novembre 1825 dal vescovo di Trento Francesco Saverio Luschin - in seguito alle richieste inoltrate dal conte Abrogasto Thun ed Hohestein di castel Bragher - concedente il permesso di unificare il beneficio Thun con la cappellania Lauretana e di ridurre il numero delle messe celebrate per le due fondazioni nella cappella di castel Bragher, [post 1825 nov. 13]; annotazione relativa a decreto del 23 aprile 1856 concedente un'ulteriore riduzione delle messe settimanali celebrati per il beneficio Thun e la cappallania Lauretana, [post 1856 apr. 23] verso la fine, su carta non numerata: annotazione relativa alla locazione di un campo del beneficio parrocchiale ?, 1812 gen. 13 sul verso della carta di guardia: annotazione relativa all'ammontare della steura pagata dalla canonica "secondo lo stabilimanto del 1790", [1790] sul verso del piatto anteriore della coperta, incollato: "Dati per risarcire la steura de livelli per anni 6" [1790] contiene fra l'altro, inserito alla fine: annotazione relativa ad affrancazione da livello spettante al beneficio parrocchiale, [1856 1886] Italiano, latino Registro, legatura in pelle, cc. sd 153 Segnature precedenti: V A 1 Note (1) Sul dorso: "Urbarium canonicae Coredi" 110 serie 3.2 Registri degli instrumenti, 1683 - 1797 Contenuto La serie si compone di due registri in discreto stato di conservazione, che riportano in originale o in copia autentica atti di rinnovo di locazione, costituzione ed affrancazione di censo e di ipoteca a favore della 'canonica' (beneficio parrocchiale), stipulati fra il 1683 ed il 1797. 1 "Investiturae livellorum canonicae Coredi [...], 1683" (1) 1683 agosto 30 - 1684 ottobre 15 Copie autentiche di rinnovi di investiture di livelli perpetui di stabili della canonica di Coredo Latino Registro, legatura in cart., cc. 15 n.n. Note (1) "1683" è stato aggiunto a matita posteriormente 2 "1783, rinovazioni dell'investiture della canonica di Coredo e della venerabile chiesa parochiale pure di Coredo" 1783 maggio 20 - 1797 settembre 29, con allegati del maggio 1840 Originali e copie autentiche di atti di rinnovo di locazioni perpetue di immobili di ragione della canonica e della chiesa parrocchiale di Coredo, atto di costituzione di censo e di ipoteca a favore della canonica contiene fra l'altro, inseriti in allegato all'atto di locazione del 23 ottobre 1787: atto di procura, 1840 maggio 22; atto di rinnovo di locazione perpetua di fondo della canonica, 1840 maggio 28 Italiano Registro, legatura in cart., cc. 66 (numer. orig. parziale) (1), con indice per contenuto all'inizio n.n. Note (1) La numerazione interessa infatti solo le carte costituenti originariamente il registro; successivamente infatti sono state aggiunte, in parte inserite ed in parte incollate, altre copie autentiche di atti di locazione della canonica e della chiesa non menzionati nell'indice, con numerazione indipendente dalle restanti carte 111 serie 3.3 Atti amministrativi, 1610 - 1942 Contenuto La serie è formata da documentazione piuttosto antica, costituita per le prime tre unità in ordine cronologico da contratti agricoli in carta sciolta (prevalentemente atti di locazione e di costituzione di censo) e da una volume in cui furono rilegati gli atti relativi ad una causa fra privati di Coredo, in cui il pievano di Coredo Pietro Luchi (1616-1636) intervenne rivendicando dei diritti del beneficio parrocchiale. Gli atti erano raccolti in due mazzi conservati, insieme ad altra documentazione riguardante la chiesa, la Primissaria ed il legato Widmann, in uno scatolone riportante all'esterno l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del sign. Romagna:"Materiale vario antico da catalogare, con pergamene". I restanti due fascicoli con documentazione anteriore al sec. XIX (3.3.4 - 3.3.5) constano invece di carteggio relativo a controversie sostenute dai parroci di Coredo in punto alla definizione patrimoniale e gestionale del beneficio (1). Contengono invece documentazione a partire dal sec. XIX fino alla prima metà del secolo successivo, i fascicoli di cui alle unità 3.3.6 - 3.3.15, di costituzione originaria e da ricondurre prevalentemente all'organizzazione impressa al materiale archivistico dal parroco G. Rigotti. Constano di documentazione circa l'amministrazione del patrimonio del beneficio con aste, contratti di affittanza e contratti di mutuo ipotecario su fondi di proprietà del beneficio, relativa alla congrua ed agli emolumenti spettanti al parroco, alle consegne delle temporalità parrocchiali, agli obblighi di fondazione gravanti sul beneficio ed all'edificio della canonica. Nella serie sono confluiti anche gli inventari del beneficio a partire dal 1866 (4.3.10) che, in occasione dell'ordinamento di don Rigotti vennero uniti agli atti di consegna degli effetti spettanti a quest'ultimo. Si veda la serie 'Atti amministrativi' del sottofondo 'Chiesa parrocchiale' (4.3), alle unità 4.3.15 e 4.3.16, rispettivamente per documentazione di carattere fiscale (prodotta unitamente alla chiesa e ad altri fondi gravitanti attorno alla parrocchia) e per contratti di affittanza di fondi del beneficio parrocchiale per gli anni 1940 -1943. Note (1) Cfr. a tal proposito l'introduzione al sottofondo 'Beneficio parrocchiale', 3 1 b. 1 Documenti riguardanti il beneficio parrocchiale (1) 1610 - 1784 Originali e copie autentiche di atti di costituzione di censo e di dazioni in pagamento a favore del beneficio parrocchiale di Coredo, di atti di compravendita, di permuta di terreni del beneficio, convenzione del parroco con privati in merito a diritti di passaggio, utilizzo di acqua per irrigare fondi canonicali, ecc. contiene fra l'altro: copia autentica di atto di costituzione di censo fondato da privati a favore dei regolani della comunità di Coredo, 1752 dic. 22 (1) Italiano, latino Fascicolo, cc. 63 Note (1) Il debitore doveva versare l'interesse annuo maturato sul capitale di 400 fiorini al parroco di Coredo, che lo distribuiva a sua volta ai poveri di Coredo 112 2 b. 1 "Bombarda contra Desideratum"; "Acta Bombarda et Desiderata aliorum (quoque) interessatorum, Coredi" (1) 1624 - 1628 (con documenti dal 1591) Atti della causa promossa da Giovanni Bombarda contro Leonardo Desiderat(i), entrambi da Coredo, davanti all'assessore delle valli di Non e Sole per immobile acquistato dal primo e caduto in evizione per intervento del pievano di Coredo Pietro Lucchi (2) con sentenza favorevole a Giovanni Bombarda Italiano, latino Fascicolo, cc. 134 Note (1) Il fascicolo comprende due volumi (il primo di cc. 98, il secondo di cc. 36, entrambi con numerazione parziale ed imprecisa) che contengono, rilegati insieme, gli atti processuali con i documenti probatori addotti dalle parti in causa e la sentenza pronunciata dall'assessore delle valli di Non e Sole. Sulla coperta cartacea viene data anche indicazione del notaio dai cui rogiti sono stati tratti gli atti. Fra gli atti probatori sono state rilegate nel volume anche tre pergamene, di cui se ne riporta il regesto e la collocazione: 1593 febbraio 10, Coredo (c. 14) Giovanni del fu Simone "Botton" da Coredo vende a Giovanni del fu [Giovanni] Bombarda da Coredo un prato sito nelle pertinenze di Coredo, il località Pravalier al prezzo di 46 denari, concedendogli anche la facoltà di ricavare l'acqua dal "rozale" sotto la strada per irrigare il suddetto campo. A garanzia della vendita il suddetto Giovanni Botton dà in obbligazione una casa sita nelle pertinenze di Coredo in località "la casa di Bottoni" Notaio: Giovanni Antonio del fu "dominus" Giovanni Giacomo Barbacovi da Taio Copia autentica [B] dall'originale del notaio Ferdinando Barbacovi da Taio (per autorità concessa da Orazio "Brochetta", assessore delle valli di Non e Sole), mm 272 (245) x 155, a tergo note di contenuto ed annotazioni notarili (1624) 1600 febbraio 22, Coredo (c. 16) Giovanni del fu Giovanni "Boton" da Coredo permuta ed in parte vende a Vigilio Moncher una casa con prato adiacente, sita nelle pertinenze di Coredo in località Pravalier ed un prato sito nello stesso luogo, sul quale grava l'onere di corrispondere 2 staia di frumento alla fabbrica della chiesa di S. Maria, per un censo affrancabile costituito a favore di quest'ultima, al prezzo di 40 ragnesi, ricevendo in cambio una casa, sita nelle pertinenze di Coredo in località "a Sovich". Il suddetto Giovanni versa altresì 130 denari, dei quali 40 per affrancarsi dall'onere di pagare il censo alla chiesa Noataio: Giovanni Giacomo Inama Originale [A], 490 x 115 (95), a tergo note di contenuto ed annotazioni notarili (16[2]5), pergamena inscurita ed inchiostro sbavato 1591 dicembre 2, Coredo (c. 17) Giovanno "Boton" da Coredo, con il consenso del nipote Biagio, vende a Giovanni Bombarda da Coredo un appezzamento di terra prativa, sita nelle pertinenze di Coredo, il località Pravalier, al prezzo di 40 ragnesi di denari meranesi. Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno Originale [A], mm 290 x 150, a tergo note di contenuto ed annotazioni notarili (1625) (2) Il parroco ne rivendicava la legittima proprietà a nome del beneficio parrocchiale 113 3 b. 1 Documenti riguardanti il beneficio parrocchiale (1) 1676 - 1751 Originali e copie autentiche di contratti di locazione di immobili del beneficio parrocchiale contiene fra l'altro: elenchi, inventari e stime di beni e livelli spettanti alla canonica, 1705; 1715; 1749 - 1752] (2) Italiano, latino Fascicolo, cc. 54 Note (1) Gli atti erano raccolti in un mazzo conservato, insieme ad altra documentazione riguardante la chiesa, la Primissaria ed il legato Widman, in uno scatolone riportante all'esterno l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del sign. Romagna:"Materiale vario antico da catalogare, con pergamene" (2) Si tratta di copie autentiche o semplici di inventari e prospetti fatti compilare dai parroci Andrea Preganella (1692 - 1723) e Nicolò Keller (1752 - 1782) 4 b. 1 "1693. Il parroco Preganella espone ragioni per cui non si crede obbligato di pagare intiera pensione al suo antecessore parroco Rossi concessagli dal papa sopra le rendite parochiali. Il parroco Rossi si ritirò nella parrocchia di Ledro" (1) 1693 Fascicolo, cc. 8 Note (1) L'intitolazione, di mano del parroco don E. Endrici, è stata desunta dal recto del sottile fascicolo costituito da 4 bifogli 5 b. 1 "1708, il parroco Preganella dimanda che gli sia compagata la decima in Smarano come in passato, or da 15 anni negata dal conte Fuchs" (1) 1706 - 1708; 1771 Contiene fra l'altro: atti relativi ai diritti del parroco di Coredo sulla decima di Coredo e Smarano, 1771 lug. 5 - 7 Fascicolo, cc. 8 Note (1) L'intitolazione, di mano del parroco E. Endrici, è stata desunta dal verso di una carta costituente il fascicolo 6 b. 1 "Documenti del Beneficio parrocchiale" 1809 - 1875 Fassioni del beneficio parrocchiale (1) Fascicolo, cc. 42 Segnature precedenti: V A 4 Note (1) Le fassioni erano state a loro volta inserite in un bifoglio dal parroco don E. Endrici, che vi aveva apposto la nota: "Fassioni diverse del beneficio parrocchiale trovate fra gli atti dell'archivio" 7 b. 1 "Documenti del beneficio parochiale" 114 1820 - 1939 Carteggio fra il capocomune di Coredo e l' i.r ingegnere circolare di Trento in merito ai lavori di riattazione della canonica parrocchiale, aste e contratti di affittanza di stabili del beneficio parrocchiale con carteggio ed atti relativi, carteggio ed atti relativi a contratti di mutuo ipotecario (1), prospetti e stime relativi al patrimonio del beneficio, fassioni per la commisurazione dell'equivalente d'imposta, dell'imposta sulla rendita personale, della tassa di manomorta con carteggio ed atti relativi, carteggio ed atti relativi alla congrua ecc. Fascicolo, cc. 234 Segnature precedenti: V A 2 Note (1) Sono presenti specificatamente: insinuazioni del diritto di pegno, estratti dai "fogli vecchi aggravi" 8 b. 1 Prospetti descrittivi degli "obblighi delle fondazioni non peranco assicurati del beneficio parrocchiale di Coredo", "dei capitali ed obbligazioni individuali" per l'adempimento di tali obblighi, dei "beni liberi ed aggravati" del beneficio, degli "obblighi assicurati delle fondazioni" del beneficio, della "totalità degli obblighi delle fondazioni e della loro assicurazione presso il beneficio", "di tutte le messe ed altre fondazioni esistenti alla fine dell'anno amministrativo 18 (1) nel beneficio [...] delle loro ipoteche, e del quantitativo pel loro adempimento" (2) (3) 1841;1852 Contiene fra l'altro: circolari contenenti indicazioni circa la compilazioni dei prospetti sugli obblighi di fondazione del beneficio, 1841 Fascicolo, cc. 59 Note (1) Si tratta dell'anno 1841 (2) I prospetti, tutti compilati nel 1852, si riferiscono in parte all'anno amministrativo 1841 ed in parte al 1851 (3) Parte delle intitolazioni sono state desunte dagli stessi prospetti 9 b. 2 "Nozioni della Commissione distrettuale per lo svincolamento della gleba [...]" (1) (2) 1850 dicembre 6 - 1852 settembre 29 (con annotazioni fino al 4 gennaio 1870 Contiene fra l'altro: "nota dei livelli della canonica di Coredo reluiti dall'i.r. Commissione dello svincolamento della gleba in Cles nei giorni 26 e 27 novembre 1850", e "nota delle messe legatarie private, la cui elemosina viene da private famiglie, reluite i Cles il 27 novembre 1850 dall'i.r. Commissione pello svincolamento dela gleba", 1850 dic. 6 Fascicolo, cc. 76 Note (1) Si tratta di documentazione prodotta in occasione di affrancazione dall'obbligo di pagamento di censi e affitti o di liberazione dall'onere di corrispondere un legato al beneficio parrocchiale (2) Al momento del riordino la documentazione contenuta nel presente fascicolo si trovava ripiegata e avvolta in una fascietta cartacea riportante l'intitolazione "1852" ed inserita quindi nella busta n. 5 in occasione dell'ordinamento del sig. Romagna. L'ordine conferito agli atti all'interno del fascicolo corrisponde a quello indicato nell'elenco dei livelli e dei legati della canonica reluiti dalla Commissione per lo svincolamento della gleba di Cles (contenuta all'interno dello stesso fascicolo). Sul verso degli stessi documenti è stato segnato a matita il numero che corrisponde a quello loro attribuito nell'elenco. Nota di queste affrancazioni da oneri livellari si trova anche sull'urbario della canonica (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 3.3.5) 10 b. 2 115 "Inventari del beneficio parrocchiale, della chiesa; atti di consegna del 1921 del 1929; estratti tavolari e fogli di possesso fondiario" (1) 1866; 1885; 1894; 1909; 1921 - 1942 Inventari del beneficio parrocchiale di Coredo, atti di consegna e riconsegna degli effetti spettanti al beneficio, alla chiesa parrocchiale ed agli enti morali e fondi gravitanti attorno ad essa, estratti tavolari e fogli del possesso del beneficio parrocchiale Italiano Fascicolo, cc. 94 Segnature precedenti: 12 Note (1) In realtà il fascicolo, formato in occasione dell'ordinamento di don G. Rigotti, conteneva, al momento del riordino, solo gli inventari del beneficio; per gli inventari della chiesa parrocchiale cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 4.1.11 11 b. 2 "Fassioni dell'anno 1885 - 1921 dei reverendi parroci don Emilio Lorenzoni, monsignor Edoardo Endrici" (1) 1885 - 1914 - "I: fassione presentata da don Lorenzoni nell'anno 1885": fassione per il completamento della dotazione dal fondo di religione per l'anno 1885 con allegati e carteggio ed atti relativi, 1885 - 1886; - "II : fassione presentata nel 1898": fassione per il completamento della dotazione dal fondo di religione per l'anno 1899 con allegati e carteggio ed atti relativi, 1899 - 1900 - III: fassione presentata nel 1901 per una soprarevisione": fassione per il completamento della dotazione dal fondo di religione per l'anno 1901 prodotta per una revisione della fassione del 1899, 1901 - "IV: ricorso presentato al Ministero del culto contro la Nozione luogotenenziale a Vienna nel 1901": fassione per il completamento della dotazione dal fondo di religione per l'anno 1901 con allegati e carteggio vario prodotti dal parroco quale ricorso contro la nozione della luogotenenza di Vienna del 30 aprile 1900 n. 28, 776 che proponeva di defalcare dalle spesse beneficiali quella sostenuta per il mantenimento del predicatore quaresimale, 1901 - 1903 - "V: fassione ultima aggiustata nel 1903": prospetto di rettificazione concernente la fassione per il completamento della dotazione dal fondo di religione per l'anno 1903, 1903 - "VI: 1906, dimanda alla Luogotenenza perché si riconosca in fassione la uscita del vino ed ostie, la Luogotenenza non fa luogo alla dimanda; 1906, ricorso al Ministero del culto contro la nozione della Luogotenza perché venga riconosciuta la spesa pel vino ed ostie; 1908, il Ministero accoglie il mio ricorso e si riconosce in fassione l'uscita pel vino ed ostie"; ultima fassione 1908", 1906 1907 (2) - [VII] carteggio ed atti relativi alla revisione della fassione per il completamento della dotazione dal fondo di religione per l'anno 1913, 1914 (3) Italiano Fascicolo, cc. 143 Segnature precedenti: 12 Note (1) Il fascicolo è stato formato in occasione dell'ordinamento del parroco G. Rigotti; la documentazione è organizzata a sua volta in sottofascicoli formati dal parroco E. Endrici, e il cui contenuto è riassunto da brevi intitolazioni che lo stesso Endrici ha riportato su fasciette cartacee che contenevano la documentazione. L'ordine dei sottofascicoli riprende quello suggerito dallo stesso Endrici (2) ln realtà il sottofascicolo non contiene la risposta affermativa data dal Ministero del culto in seguito al ricorso del parroco Endrici. Non è presente la fassione per l'anno 1908, ma solo il prospetto di rettificazione (3) La documentazione del sottofascicolo è stata raccolta, probabilmente dallo stesso Endrici, in una carta ripiegata sulla quale lo stesso Endrici riporta l'elenco degli atti prodotti per la revisione della fassione e l'ordine loro attribuito 116 12 b. 2 Carteggio ed atti relativi a don Emanuele Sicher, coperatore a Coredo (1) 1899 - 1921 Carteggio ed atti relativi a rendite personali, alla congrua, ad obbligazioni di stato, ad operazioni bancarie, polizza di assicurazione antincendio ecc. Fascicolo, cc. 13 Note (1) Don Emanule Sicher fu cooperatore a Coredo dal 1890 al 1921e quindi vicario parrocchiale 13 b. 2 "Elenco delle obbligazioni di stato" 1919 "Obbligazioni di stato rendita austriaca vincolate al nome di diversi corpi morali della parrocchia di Coredo amministrati dal parroco locale don Edoardo Endrici" (1), lettera del parroco Endrici alla Cassa Cantrale del Governo Austriaco che autorizza la Missione militare italiana a Vienna a prelevare gli interessi delle diverse obbligazioni vincolate al nome dei corpi morali della parrocchia (2) Fascicolo, cc. 12 Segnature precedenti: III A 7 Note (1) Si tratta di un elenco redatto in triplice copia. L'intitolazione è stata desunta dall'intestazione dello stesso elenco (2) La lettera è redatta in duplice copia, l'una più estesa e completa dell'altra 14 b. 2 "Fassioni dell'anno 1921 - 1938 dei reverendi parroci don Giovanni Faccinelli, don Giuseppe Rigotti" 1923 - 1941 Fassioni sugli emolumenti congiunti con gli uffici dei parroci G. Faccinelli e G. Rigotti per il completamento della dotazione dal fondo di religione con allegati e carteggio ed atti relativi Italiano Fascicolo, cc. 59 Segnature precedenti: 12 15 b. 2 "Atto d'asta degli stabili del beneficio parrocchiale e della primissaria per gli anni 1934 - 1943" 1934; 1940 Contiene fra l'altro: "stabili del beneficio parrocchiale e primissaria che si mettono all'asta il 28 febbraio 1934" (1) Fascicolo, cc. 14 Segnature precedenti: XI 16 Note (1) Si tratta di un elenco degli immobili, delle loro estensioni, del prezzo di stima e dei relativi affittuari 117 serie 3.4 Resoconti e documenti di corredo, 1929 - 1957 Contenuto La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato del 1855 tra Impero austroungarico e Chiesa Romana spettava agli organi locali di governo, passava in base all'art. 30 dell'accordo all'autorità ecclesiastica. A questo scopo nel 1865 venne istituito a Trento l'Ufficio Amministrativo Diocesano. Nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 furono pubblicate le Norme d'Amministrazione ecclesiastica che regolamentarono la materia, stabilendo, tra l'altro, la redazione dei resoconti secondo determinati focrmulari. I resoconti, compilati annualmente, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in entrata e in uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne una all'autorità politica provinciale. La serie dei resoconti del beneficio parrocchiale di Coredo consta di un solo fascicolo, che comprende i resoconti degli anni 1944-1953 e 1955-1957, compilati dai parroci Emilio Tonidandel e Bruno Magagna ed approvati dalla Curia arcivescovile. I resoconti sono corredati dalle quietanze, presenti anche per gli anni in cui la serie risulta priva dei resoconti. Le quietanze, per gran parte inserite dai vari parroci in buste da lettera ed in parte rinvenute in unità di contenuto estraneo alla documentazione relativa al beneficio parrocchiale, sono state organizzate, per le annate prive di resoconti, in fascicoli annuali. Solo le quietanze prodotte negli anni 1952 - 1957, numerate 'ab origine' dai parroci, sono state disposte nei rispettivi fascicoli annuali secondo il numero progressivo loro attribuito ed avente riscontro con i resoconti Per la documentazione priva di data e di numerazione si è invece costituito un fascicolo a parte. 1 b. 1 "Beneficio parrocchiale: conti, documenti" 1929 - 1957 Sono presenti solo i resoconti per gli anni 1944 - 1953; 1955 - 1957 Fascicolo, n.n. 13, cc. 516 Segnature precedenti: V A 6 118 subfondo 4 Chiesa parrocchiale di Coredo, 1467 - 1967 Contenuto La chiesa parrocchiale di Coredo, pievana 'ab immemorabili', intitolata a Maria Assunta fino circa alla fine del sec. XXIII, e ricostruita in altra sede tra il 1943 ed il 1948, è attualmente dedicata al mistero del Ritrovamento della S. Croce, festeggiato il 14 settembre (1). La nuova intitolazione, attestata già dalla prima metà del XVII sec. (2), soppiantò definitivamente l'originaria solo agli inizi del XIX sec. La più antica memoria della chiesa si ritrova nel testamento di un tale Pietro del fu "ser" Corrado da Coredo, rogato in data 11 agosto 1348 su una pergamena attualmente conservata nell'archivio parrocchiale, dal quale si evince la presenza nell'antica chiesa di 6 altari: dedicati a S. Maria, S. Michele, S. Nicolò, S. Pietro e S. Romedio, S. Silvestro. Il sesto è definito dal testatore altare del "quondam" suo padre. Nel 1401 Vitale, vescovo Ariense, vi consacrava un nuovo altare dedicato ai santi Andrea apostolo e Antonio abate. Vi rinchiudeva le reliquie dei martiri S. Caio e S. Giorgio, dei Santi Innocenti e di S. Antonio Abate, concedendo un'indulgenza di 40 giorni per autorità del vescovo di Trento, e di altri 40 giorni per propria autorità ai penitenti che avrebbero visitato la chiesa, versando l'elemosina, nella terza domenica di Quadragesima in cui veniva fissato l'anniversario di consacrazione dell'altare (3). Non è noto l'anno in cui la chiesa parrocchiale venne consacrata; scriveva infatti a tal proposito il parroco don Nicolò Keller nella relazione preparatoria alla visita pastorale del 1751: "Non ho trovato documento autentico comprovante la consacrazione della chiesa 'preter comunem famam', l'anniversario si fa ai 29 settembre. Nella tabela delle messe legatarie ai 29 settembre è scritto: messa per l'anniversario della consacrazione della chiesa. Sulle pareti della chiesa vi sono le croci ove il vescovo consacrante fece le sacre unzioni [...]" (4). Risalgono al 1426 i primi lavori di restauro (5) mentre altri lavori di allargamento furono eseguiti nel 1468. "In una pergamena dell'archivio comunale è detto che i regolani di Coredo pagarono ad Antonio massaro delle valli di Non e Sole marche 96 e lire 2, quali restanze a lui dovute, pel pagamento da lui fatto ai muratori 'ad faciendam, raedificandam et costruendam ecclesiam Beatae Mariae Virginis de Coredo' "(6). Nel 1510 la chiesa subì un incendio insieme a parte del paese. Dagli atti visitali del 1579 (7) risulta che nella chiesa vi erano sette altari consacrati: il maggiore era sacro alla Madonna, i minori a S. Silvestro, a S. Giovanni Battista, a S. Antonio e S. Romedio, ai Ss. Fabiano e Sebastiano, a S. Caterina ed infine uno "in medio templi ad columnam affixum", dedicato alla Ss. Trinità , che nel 1610 (8) venne assegnato alla neo eretta Confraternita del Rosario. Rinvenuti gli altari senza convenevole ornamento, i visitatori ordinavano di provvedere il necessario per il loro decoro. Un altro incendio nel 1611 danneggiò gravemente la chiesa e fuse le campane. I vicini di Coredo chiesero ed ottennero dal vescovo di alienare proprietà comunali per far fronte alle spese di ricostruzione e di restauro. La Regola, radunata il 25 aprile dello stesso anno, nominò un comitato che affidasse e dirigesse i lavori. Il maggio successivo venne stipulato il contratto per la fusione di una campana. La visita pastorale del 1616 (9) dette luogo all'ordine di indorare le colonne dell'altare maggiore; di togliere "attesa la loro deformità" l'altare di S. Sivestro e due altari addossati alle pareti, di imbiancare i muri dove erano scrostati e di fare il soffitto. Nello stesso anno veniva fusa una seconda campana. Nel 1628, a spese della Confraternita del SS. Rosario, venne eretto l'altare del Rosario in legno dorato e nel 1641 la chiesa parrocchiale venne dotata di una terza campana (10). Fra il 1661 ed il 1669 venne eseguito e rifinito l'altare maggiore e nel 1677 venne intagliato un pulpito in legno (11). 119 La chiesa assunse la forma attuale per i lavori eseguiti tra il 1711 ed il 1724. L'impresa fu affidata al costruttore Antonio Brusinello e la spesa fu sostenuta in parte dal beneficio parrocchiale, in parte dalla cassa comunale ed in parte dai coredani, che prestarono la mano d'opera per lo scavo ed il trasporto dei materiali (12). Nel 1719 venne costruita la sacrestia grande e fu eretto un altare di legno per volontà testamentaria di Giovanni Michele Bombarda, che assegnava due stabili del valore di 155 ragnesi per il mantenimento dell'altare e per la provvista di cera e sacri arredi (13). Un altare marmoreo venne invece eretto nel 1726 per opera del maestro Silvestro Pollini di Tavon (14). Nel 1745 vennero costruiti i gradini dell'altare maggiore e nel 1768 la balaustrata ed il pavimento del presbiterio; nel 1798 vennero sistemati un nuovo battistero ed un'acquasantiera (15). Nel 1802 Simone Albano Zambaiti, vicario generale del vescovo di Trento, concedeva la licenza di erigere nella chiesa parrocchiale la 'Via Crucis' (16). Nella visita pastorale del 1865 i visitatori scrivono in merito alla dotazione degli altari della chiesa: "[...] oltre all'altare maggiore vi sono quattro altri altari laterali; esaminati i quali tre si rinvennero difettosi perché muniti di pietra portatile con irregolare sepolcro; perloché tutti tre questi altari, cioé di S. Michele, del Crocifisso e di S. Maria Addolorata furono sospesi finché saranno provveduti di altri portatili. Il quarto altare laterale è un altare fisso tutto in regola" (17). Nel 1872 si sostituirono le due campane grandi, quelle fatte fondere dopo l'incendio del 1611, con cinque nuove: in re, fa, sol, si, re. La campana più piccola, fusa nel 1641è dotata di un suono particolarmente armonioso; si salvò, per la stessa ragione, anche dalla requisizione fatta dall'imperial regio governo nel 1916 e fu rimontata sul campanile nel 1917 (18). Nel questionario preparatorio alla visita pastorale del 1913, il parroco E. Endrici accennava all'asportazione dalla chiesa parrocchiale di due altari di legno dorato, trasportati nella casa rustica della canonica per lasciare spazio ai confessionali laterali (19). Nel 1929 la chiesa venne elevata all'onore di arcipretura, ed è inclusa attualmente nell'elenco delle chiese monumentali (20). Attualmente la vecchia chiesa non è più sede della parrocchia ma, ancora aperta al culto, si trova all'interno delle vecchie mura che ospitano il cimitero del paese. Fra il 1943 ed il 1948 venne infatti costruita una nuova chiesa parrocchiale; per informazioni dettagliate in merito alle vicende che dalla seconda metà del sec. XIX sino agli anni '40 del secolo successivo riguardarono la "nuova parrocchia" nonché per la descrizione delle caratteristiche architettonicoartistiche si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Fondo chiesa Nuova' (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 5). Note (1) Fu S. Ambrogio a parlare per primo del ritrovamento della Croce di Cristo; egli afferma che la croce sarebbe stata ritrovata da S. Elena, madre dell'imperatore Costantino, in scavi da lei fatti eseguire in Terra Santa (circa 326). Ma Eusebio, che parla nella "Vita Costantini" del viaggio di S. Elena nei luoghi Santi, non dice nulla di questo ritrovamento. La festa "in inventione crucis", che nella liturgia latina si celebrava il 3 maggio, è stata espunta dal calendario nel 1960 in occasione di una semplificazione del calendario ecclesiastico, mentre è rimasta la festa dell'esaltazione della Croce, che si celebra il 14 settembre (2) In un testamento rogato su supporto pergamenaceo, conservata nell'archivio parrocchiale, il testatore, un tale Giovanni del fu Paolo da Coredo, nominava quale sua erede universale la "fabrica ecclesie Sancte Crucis sive Sancte Marie", cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 8; ed ancora in data 28 agosto 1653 il parroco Francesco Bertoldi da Denno faceva stilare un inventario "de omnibus bonis quae reperiuntur in ecclesia parochiali Sanctae Crucis seu, et Sanctae Mariae", cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 164 (3) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 8 120 (4) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 2v (5) Don E. Endrici riporta a tal proposito quanto scritto da don Giuseppe Sicher nell'opuscolo 'Coredo e il suo acquedotto': "Da antiche scritture si conosce come la nostra chiesa venne ristaurata nel 1426. Una pergamena parla di indulgenza sacra concessa a chi desse a tale opera o il suo braccio o il suo denaro [...]". Don Endrici specifica anche di non aver mai rinvenuto la pergamena in questione. Cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'anaunia [...]", p. 117 (6) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 117 (7) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.2, cc. 1 - 2 (8) Cfr. Archivio della Confraternita del SS. Rosario di Coredo, 2.1. Dal 1610 l'altare della SS. Trinità venne denominato anche del SS. Rosario. Il documento di fondazione della Confraternita spefifica comunque la volontà di non negare la prima intitolazione ("absque tamen preiudicio et diminutione primi nominis") (9) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.1, cc. 9 - 10 (10) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", p. 112 e E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...], p. 122 (11) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.2, cc. 7 - 8; G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...], p. 113; E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...], p. 123; S. WEBER, "Le chiesa della Valle di Non nella storia e nell'Arte", p. 76 (12) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...], p. 114; E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...], p. 124; S. WEBER, "Le chiesa della Valle di Non nella storia e nell'Arte", p. 77 (13) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1 cc. 15 - 16; cfr. anche la documentazione relativa alla controversia sorta fra la comunità di Coredo e gli eredi di Giovanni Michele Bombarda circa la collocazione dell'altare, 7.2.2.1, cc. 18 23; cfr. anche la nota n. 9 dell'introduzione al sottofondo 'Beneficio Bombarda', 7.2 (14) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.2, c. 9 (15) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...], pp. 134 - 135; S. WEBER, "Le chiesa della Valle di Non nella storia e nell'Arte", p 77 (16) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.2, c. 23 (17) ADT, Atti visitali, (91) 1865, c. 379 (18) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.13 (19) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 2v (20) S. WEBER, "Le chiesa della Valle di Non nella storia e nell'Arte", p. 79 121 serie 4.1 Urbari e inventari, 1467 - sec. XX ultimo quarto Contenuto La preoccupazione dei vescovi di verificare l'entità del patrimonio economico delle chiese e dei benefici si tradusse in speciali disposizioni ai vari responsabili, con le quali venne rinnovato o meglio precisato l'obbligo di redigere urbari ed inventari, tanto dei beni stabili che mobili, di tenere aggiornati i libri dei conti ("Costituzioni sinodali" di Ludovico Madruzzo, capp. XLVI- XLVII che riprendono e aggiornano i capp. XXIII-XXIV delle "Constitutiones Bernardi"). L'amministrazione del patrimonio della chiesa (fabbrica), incrementato da lasciti, legati e donazioni era assunto dai comuni rurali attravero specifici funzionari detti sindici, massari o fabbricieri, i quali ogni anno, prima di passare le consegne ai nuovi eletti, dovevano rendere conto del loro operato al parroco ("Costituzioni sinodali", cap. L), al quale competeva la principale direzione sulla gestione dei beni e degli affari della chiesa. Per la corretta e vigile amministrazione dei beni si imponeva la tenuta di differenti registri, tra cui l'urbario o registro degli stabili (realità) e dei capitali ed il partitario. In genere nell'urbario si registravano i fondi, gli stabili ed i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni. Urbari e inventari dovevano essere compilati periodicamente dai fabbricieri, vistati dal curato e vidimati dall'Ordinariato. Gli inventari contengono in genere registrazioni più riassuntive riguardo l'amministrazione dei capitali e delle realità, mentre a differenza degli urbari, riportano anche elenchi di consistenza di mobilio, paramenti ed arredi (beni mobili). Secondo quanto prescriveva la disposizione n. 16315 del 30 agosto 1894 della Luogotenenza di Innsbruck, gli inventari, dalla seconda metà del sec. XIX compilati su registri prestampati identici per la chiesa, per il beneficio e per i legati, dovevano essere rinnovati ogni dieci anni e spediti all'Ordinariato in tre esemplari. Nei moderni inventari prestampati, si dà l'elenco dei capitali depositati presso fondi pubblici, Comuni, Corporazioni o privati, delle realità e dei livelli, della consistenza di mobilio, paramenti ed arredi con un riassunto ed un bilancio finali del patrimonio ed un prospetto delle spese annue sostenute. Il partitario o libro mastro era un registro suddiviso in tante partite distinte quante erano le persone con le quali era subentrato un qualche rapporto di interesse. Delle due registrazioni, una riguardava l'annotazione del credito costituito (finca dell'avere), l'altra la descrizione degli acconti e/o saldi nel momento in cui si verificavano i versamenti da parte del debitore. "Il patrimonio della chiesa, e quello del beneficio parrocchiale, formavano in origine un solo ente ecclesistico; le rendite di esso servivano per le spese del culto e pel mantenimento del sacerdote. Quando si divise, il pievano amministrava egli solo la sua prebenda, e quanto alla parte della chiesa, amministrata dai sindaci della parochia, egli era il primo sindaco" (1). La prima donazione fatta alla chiesa di Coredo è quella di un tale "Gumpolinus" da Coredo, che si obbligava nel 1284 a pagare al pievano di Coredo Nicolò, a favore della chiesa di S. Maria, 5 staia di segale, assicurando l'annua prestazione su un appezzamento di terra nelle pertinenze di Coredo (2). Nel 1348 un tale Pietro del fu "ser" Corrado da Coredo lasciava diversi minali di olio agli altari della chiesa; all'altare del "quondam" suo padre lasciava una "chasara" da lui posseduta sul monte di Senale (3). Un primo inventario delle terre, dei fitti e delle decime di ragione della pieve di Coredo venne stilato nel 1423 su richiesta del pievano Enrico che lamentava la negligenza del predecessore Giorgio (4). E' comunque solo dalla seconda metà del XV sec. che gli urbari-inventari conservati nell'archivio storico della parrocchia, compilati separatamente per i beni della chiesa e del beneficio (canonica), testimoniano l'avvenuta 122 separazione dei due patrimoni. Il 18 gennaio 1467 il il parroco Cristoforo da Caleppio compilava l'urbario dei beni della chiesa (5) e nel 1471 stilava invece l'urbario dei beni del beneficio (definiti nell'introduzione alle registrazioni 'beni della chiesa di S. Maria che il pievano può liberamente affittare a suo beneplacito') nel quale in primo luogo veniva descritta la canonica con orto e prato attiguo (6). La distinzione fra i due patrimoni appare ancora più chiara nel secolo successivo. Nel 1579 il parroco Tommaso "Desiderati" faceva infatti redigere un "Inventarium bonorum canonicae plebis Coredi" (7) mentre nel 1583 veniva stilato separatamente e per volontà dello stesso parroco, un inventario dei beni immobili delle chiese di S. Maria e di S. Rocco (8). Ed è infatti sul finire del sec. XVI che compare anche la figura del sindico o massaro, in qualità di amministratore del patrimonio della chiesa. Le rendite della chiesa, in origine molto limitate, vennero incrementate da contributi erogati dalla comunità di Coredo e da quelle limitrofe. Fra queste si ricordano la quarta di frumento annua che ciascun vicino di Coredo pagava 'ab immemorabili' alla chiesa per mantenere il lume perpetuo davanti al SS. Sacramento; la tassa detta per questo "luminaria" venne pagata fino al 1774, quando il vescovo, alla luce dell'ormai consistente patrimonio acquisito dell'ente, li sgravò dall'onere (9). L'obbligo di concorrere alle spese per il mantenimento della chiesa di Coredo gravò dalla seconda metà del XVI fino alla fine del XIX secolo (quando la tassa fu reluita) anche sui consorti delle 'manare' (diritto di tagliare legname) di Taio, che 'ab immemorabili' avevano il diritto di 'boscheggiare' sulla montagna dei comuni di Coredo, Smarano e Sfruz (10). Nel corso dei secoli la chiesa venne in possesso di parecchi beni stabili lasciati dai fedeli, in genere coll'onere di messe perpetue. La serie 'Urbari e inventari' del sottofondo 'Chiesa parrocchiale' si compone di 8 urbari-inventari. I più antichi (degli anni 1467 e 1471) furono compilati per mano del pievano Cristoforo di Calepio (1460-1483) e riportano l'elenco dei beni immobili di ragione della chiesa e degli affitti ad essa spettanti. Il sottile registro di cui all'unità 4.1.3 si limita invece ad un elenco dei beni mobili di proprietà delle chiese di S. Maria e della figliale di S. Rocco fatto compilare dal parroco Andrea Preganella nel 1699, in esecuzione ed ordinanza vescovile pronunciata in una precedente visita. Furono prodotti negli anni di servizio a Coredo del parroco Andrea Preganella anche i due successivi inventari (unità 4.1.4 e 4.1.5) dei beni delle chiese di S. Maria e di S. Rocco e della Confraternita del SS. Rosario, il primo de quali riporta anche l'elenco dei beni mobili della canonica. Riconducibile al primo anno di servizio del successivo pievano Pietro Preganella (1723) ("recens parochus Coredi") è l'inventerio dei mobili delle chiesa parrocchiale e della figliale. Il consistente registro con coperta in pelle, di cui all'unità 4.1.7, contiene invece l'urbario fatto compilare dal parroco Luca Stefano Ferrari nell'anno 1740, aggiornato fino al 1923. Riporta i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà della chiesa parrocchiale, delle Confraternite del SS. Nome di Gesù e del SS. Rosario, segnalandone estensione, rendita annuale, nome dei locatari, scadenze dei pagamenti, degli interessi ecc. L'urbario elenca anche gli obblighi legatari a carico della chiesa parrocchiale e delle suddette confraternite, ed i beni mobili ed esse spettanti. L'ultimo registro (4.1.8), compilato su pagine prestampate e aggiornato fino a tempi recenti, riporta in tre sezioni diverse, gli immobili di chiesa, beneficio e Primissaria, segnalando per ciascun bene la denominazione, il numero della particella, l'estensione, la coltura, il valore, il nome del locatario, il censo corrisposto, la durata della locazione, con annotazioni relative a successive locazioni, vendite o permute dell'immobile. Si ricorda inoltre che l'inventario dei beni della pieve stilato nel 1423 su supporto pergamenaceo è inserito nel sottofondo 'Pergamene' al n. 43, e così anche l'inventario degli stabili della chiesa parrocchiale e della chiesa di S. Rocco del 1583 (n. 95). Gli inventari moderni, dal 1865 compilati su registri prestampati, sono stati lasciati, in quanto unitivi 'ab origine' dal parroco E. Endrici, nel fascicolo di cui al numero 4.3.11 della serie 'Atti amministrativi' del 123 sottofondo 'Chiesa parrochiale', contenente in generale documentazione prodotta nell'amministrazione del patrimonio della chiesa tra il 1811 ed il 1945. Note (1) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 141 (2) Don Endrici sostiene che di tale donazione di ha memoria su una pergamena conservata nell'archivio parrocchiale (cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 141). In realtà di questa pergamena non si trova attualmente traccia nell'archivio parrocchiale. Già A. CASETTI nella "Guida storico - archivistica del Trentino" nel 1961 e quindi l'Indagine conoscitiva sugli archivi parrocchiali del Trentino, operato dalla P.A.T nel 1988 in collaborazione con l'Ordinariato diocesano, non ne rilevava la presenza (3) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, nn. 8-9. Per "chasara" si suppone il significato di edificio in cui viene prodotto il formaggio (4) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 43 (5) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.4.1 (6) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.1 (7) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 92 (8) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 95 (9) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.10 (10) Archivio parrocchiale di Coredo, 8.3.1 1 "MCCCCLXVII die XVIII iannuarii [...] registrum; liber possessionis necnon fictuum et [...] ecclesie Sancte Marie plebis de Coredo scriptum [per] presbiterum Christoforum de Calepio plebanum [...] et sunt hii vel hec primo [...]" 1467 gennaio 18 - 1472 A c. 13 r: compromesso raggiunto fra i rappresentanti delle comunità di Coredo, Smarano e Sfruz e Donato da Grigno in merito alla locazione di un pascolo montano,1469 mag. 19 Italiano, latino Registro, legatura in perg. (1), cc. 16 Note (1) La coperta in pergamena riporta un testo di preghiera 2 "1473, iste est liber redituum seu affictuum ecclesie sancte Marie de Coredo" 1473 gennaio 1 - 1478 Sul verso dell'ultima carta non numerata: contratti di locazione biennale di bestiame fra privati di Coredo, 1473 Italiano, latino Registro, senza cop., cc. 15 3 "Inventario delli mobili della parochiale di S. Maria e della filiale di S. Rocho di Coredo" (1) 1699 febbraio 16 124 Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 5 n.n Note (1) All'interno, nelle note introduttive alla stesura dell'inventario per mano del notaio Giovanni Matteo Widman, viene meglio specificato: " [...] inventarium bonorum spectantium ad acclesiam parochialem S. Mariae Coredi, ad altare S.mi Rosarii et ad altare S.ma Trinitatis et ad ecclesiam S. Rochi" 4 "Inventario delli stabili e livelli della chiesa parochiale di S. Maria, S.mo Rosario e della capella di S. Rocho di Coredo e de mobili della canonica di Coredo" 1705 luglio 5 Italiano, latino Registro, senza cop., cc. 6 n.n. 5 "1710, inventarium affictuum spectantium ad ecclesiam parochialem St. Marie Coredi, ad altarem S.mi Rosari et ecclesiam S.ti Rochi dicti loci" (1) 1710 giugno 10, con annotazioni fino al 1738 aprile 19 Copia autentica dell' inventario degli affitti affrancabili spettanti alla chiesa parrocchiale, all'altare del SS. Rosario e alla chiesa di S. Rocco fatto stilare dal parroco Preganella su ordine dell'autorità vescovile Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 13 n.n. Note (1) "1710" è stato aggiunto posteriormente. Sul verso del piatto anteriore della coperta, poco visibile: "Rogationes Io[hannis] Matthei Widman notarii Coredi" 6 "1723, inventarium venerabilis ecclesia S.ta Maria, et divi Rochi Coredi de mobilibus et rebus in dictis ecclesiis" 1723 ottobre 22 Copia autentica dell'inventario dei beni mobili delle chiese parrochiale e di S. Rocco, stilato per volontà del parroco Pietro Preganella Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 7 n.n. 7 "Urbarium iurium, legatorum ac supellectilium spectantium ad ecclesiam parochialem, confraternitarum SS. Rosari et SS. Nominis Iesu confectum me parocho Luca Stephano Ferrari de Enno decano foraneo, incominciato l'anno 1740 (tit. int.) (1) 1740 settembre 29 - 1923 dicembre 31 All'inizio: documento relativo all'affidamento al notaio Giovanni Matteo Widmann da Coredo dell'incarico di compilare l'urbario, 1740 set. 29 alla fine: prospetto contenente indicazione delle parrocchie appartenenti al decanato di Taio, responsabili del pagamento della tassa per l'olio santo fra il 1812 ed il 1920, [1812 - 1920] sul verso del piatto posteriore della coperta, incollata: descrizione delle quote versate annualmente dalle parrocchie di Coredo, Vigo, Torra, Smarano e Taio per il pagamento della tassa dell'olio santo, [sec. XIX ex.] 125 sul verso del piatto posteriore della coperta: annotazioni relative al pagamento della tassa per l'olio santo negli anni 1854, 1859, [1820] ed all'onorario spettante al sacrestano incaricato del versamento e del trasporto dell'olio, 1854; 1859; [1820] Italiano Registro, legatura in piena pelle, cc. 74 (num. orig. parziale) Segnature precedenti: V B 4 Note (1) "Incominciato l'anno 1740" è stato aggiunto posteriormente 8 "Urbario realità della chiesa, pag. 2; del beneficio parrochiale, pag. 82; della primissaria, pag. 134" [1923 - 1942] - sec. XX ex Sul verso del piatto anteriore della coperta, incollato: indice degli immobili registrati nell'urbario con la relativa particella fondiaria, sec. XX ex. Italiano Registro, legatura in tela, pp. 144 Segnature precedenti: V B 2 126 serie 4.2 Registri degli instrumenti, 1735 - 1750 Contenuto La serie si compone di un registro in discreto stato di conservazione, che riporta in originale o in copia autentica prevalentemente atti di costituzioni di censo, di locazione, di affrancazioni di censo della chiesa parrocchiale, stipulati fra il 1735 ed il 1750. 1 "Libro dei censi ed investiture de livelli appartenenti alla parrocchiale di Coredo cominciato l'anno 1735" 1735 marzo 12 - 1750 luglio 14 Originali e copie autentiche di atti costituzione di censo, di locazione, di affrancazioni di censo ecc. della chiesa Italiano Registro, legatura in cart., cc. 72 n.n. Segnature precedenti: V B 2 127 serie 4.3 Atti amministrativi, 1617 - 1953 Contenuto La serie 'Atti amministrativi' della chiesa parrocchiale consta di 18 fascicoli; i primi 10 in ordine cronologico (unità 4.3.1 - 4.3.10) con documentazione dei secc. XVII - XVIII, i restanti 8 (unità 4.3.11 - 4.3.17) con carteggio databile a partire dal primo decennio del XIX sec. Gli atti contenuti nei fascicoli di cui alle unità 4.3.1, 4.3.4 e 4.3.8 costituiti prevalentemente da locazioni, compravendite ed atti di costituzione di censo e da vecchie quietanze prodotte dalla fabbriceria nel sec. XVIII, erano raccolti in tre mazzi distinti, privi di intitolazione e conservati insieme ad altra documentazione riguardante il beneficio, la Primissaria ed il legato Widmann, in uno scatolone riportante all'esterno l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del sign. Romagna:"Materiale vario antico da catalogare, con pergamene". E' invece stato costituito in occasione del presente ordinamento il fascicolo di cui all'unità 4.3.2, con carteggio relativo a lavori eseguiti nella chiesa di S. Maria poi S. Croce di Coredo nei sec. XVII - XVIII (1). Dei documenti si è riportata, quando possibile, l'intitolazione originaria, apposta dal parroco E. Endrici a tergo degli stessi probabilmente in occasione del suo intervento di riordino dell'archivio ed agli studi storici che hanno poi portato alla pubblicazione del libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche". Riportano le intitolazioni apposte sulle singole carte dall'Endrici anche le unità 4.3.3, 4.3.6, 4.3.7, 4.3.10; si tratta di fascicoli di nuova costituzione, che constano per lo più di singole carte o pratiche, rinvenute frammiste senza criterio ad altro carteggio dell'archivio, e che per la tipologia ed il carattere dell'affare trattato si è deciso di distinguere in unità autonome. Fra gli argomenti più ampiamente documentati troviamo: l'annosa discussione del parroco di Coredo con il priore del santuario di S. Romedio in merito al conteso possesso di una lampada d'argento (1691 - 1611); la causa vertente fra la comunità di Coredo ed il beneficiato di Vervò circa diritti di fienagione (1706 - 1711), la lite intercorsa fra i parroci di Coredo e Taio per il posseso del maso di castel Bragher (1768 - 1769). Il carteggio a partire dal primo decennio del sec. XIX (fascc. 4.3.11 - 4.3.17) raccolto in fascicoli originari riconducibili prevalentemente all'organizzazione archivistica impressa dal parroco Rigotti raccoglie aste e contratti di affittanza, atti di compravendita, permuta e mutuo ipotecario su fondi di proprietà della chiesa, documentazione di carattere fiscale (fassioni, equivalente d'imposta...) bancario (amministrazione di libretti a risparmio, titoli). Si ricorda inoltre che nella serie è presente, in quanto unitavi ab origine' dagli stessi parroci, documentazione relativa ad altri fondi ed enti gravitanti attorno alla parrocchia (in particolare beneficio parrocchiale e Primissaria per gli atti di affittanza). Spesso infatti, per l'esiguità degli affari trattati, per ragioni di economicità o per la comunanza dell'amministrazione gravitante attorno alla figura del parroco (che a partire dagli anni '20 del XX secolo divenne diretto responsabile della gestione e della direzione principale dell'amministrazione ecclesiastica) parte della documentazione veniva prodotta per la chiesa unitamente ad enti ed attività connesse a quest'ultima e da essa promosse. Confluisce nella serie degli atti amministrativi della chiesa il carteggio relativo alla benedizione delle campane della chiesa di S. Croce nel 1872 (4.3.13), ed alla loro requisizione e rifusione in occasione della I e II guerra mondiale; la modesta presenza di documentazione di tipo contabile e fiscale, costituita prevalentemente da resoconti ed obbligazioni di stato con carteggio relativo, seppure confermi la presenza, negli anni 1917 - 1919, di un Fondo Campane, non consente di ricavare informazioni specifiche in merito alla sua costituzione ed attività. Il fascicolo di cui al numero 4.3.17, costituito dal parroco Rigotti, consta invece di documentazione relativa ad oratorio e teatro parrocchiale, dal 1930 sino al 1945. 128 Note (1) In sede di riordino la documentazione costituente il fascicolo è stata rinvenuta frammista a carte di altra tipologia, anch'esse prodotte nei secc. XVII ex. - XIX in. e raccolta in una cartella priva di intitolazione in occasione dell'ordinamento del sign. Romagna 1 b. 1 Documenti riguardanti la chiesa parrocchiale e di S. Rocco 1617 - 1801 Originali, copie autentiche e semplici di contratti di locazione, di compravendita e di permuta di terreni della chiesa parrocchiale, di dazioni in pagamento alle chiese parrocchiale e di S. Rocco, ecc. contiene fra l'altro: copia autentica di inventario con elenco dei beni immobili delle chiese di S. Maria e di S. Rocco, delle Confraternite del SS. Rosario e del SS.mo Nome di Gesù dati in locazione perpetua e temporale e dei relativi affittuari, 1740 set. 29 (2) Italiano, latino Fascicolo, cc. 75 Note (1) Si tratta di un estratto da un più completo inventario "de livelli, campi, prati, censi, legati, e suppellettili" fatto compilare dal parroco Luca Stefano Ferrari (1731 - 1742) 2 b. 1 Documentazione relativa a lavori eseguiti nella chiesa parrocchiale di S. Maria (1) 1665 - 1803 "Ragnesi 100 per l'indorazione della nuova palla dell'altare maggiore": estratto dal testamento di Pietro Panizza conernente il legato lasciato alla fabbrica della chiesa di S. Maria (1665); "Indoratura del tabernacolo, (1665): copia autentica del contratto stipulato tra il sindico della chiesa di S. Maria e i regolani di Coredo e Giambattista Fogarolli da Bormio per l'indoratura del tabernacolo dell'altare maggiore (1666); "Contratto per il pulpito fatto da certo Ramus di Cavareno": copia autentica della liquidazione di 310 ragnesi accordata dal sindico della chiesa di S. Maria e i regolani di Coredo a Simone Ramus da Cavareno per l'intaglio del pulpito (1677); disegno eseguito da Silvestro Pollini da Tavon per l'esecuzione di un altare marmoreo nella chiesa di S. Maria (1726); "Ferramenta per le campane, 1717": documentazione relativa all'acquisto di materiale per il rifacimento del "sostentacolo o artriglieria" delle campane (1747); "Banco Barbi, 1761": documentazione relativa alla cessione dei diritti su un banco nella chiesa parrocchiale da Simone Barbi di Castel Tavon e Grumes, da Cembra, ad Alfonso Domenico Widmann da Coredo e quindi da Ferdinando Barbi alla comunità di Coredo (1760 - 1768); "Erezione della Via Crucis, 1803": concessione accordata dal vicario generale Simone Albano Zambaiti al parroco di Coredo Andrea Filippi per l'erezione della Via Crucis nella chiesa di Coredo (1802) ed atto redatto in occasione della benedizione di quest'ultima (1803) Italiano, latino Fascicolo, cc. 24 Note (1) Il fascicolo è stato costituito in occasione del presente ordinamento ed inventariazione dell'archivio parrocchiale . La documentazione, rinvenuta frammista ad altra dei sec XVII ex. - XIX in. e raccolta provvisoriamente in una cartella priva di intitolazione in occasione dell'ordinamento del sign. Romagna, riporta in parte, sul verso delle carte, annotazioni del parroco Edoardo Endrici, apposte probabilmente in occasione del suo intervento sull'archivio ed agli studi storici che hanno poi portato alla pubblicazione del libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche" 129 3 b. 1 Documentazione relativa alla "questione fra il priore Tecini di St. Romedio e la chiesa di Coredo per riguardo di una lampada d'argento, comperata dalla chiesa di Coredo nel 1691 dal priore Menghini, che ora 1710 il priore Tecini pretende che venga ritornata al santuario" (1) 1691(copia) - 1711 Italiano, latino Fascicolo, cc. 13 Note (1) Parte dell'intitolazione, di mano del parroco Edoardo Endrici, è stata desunta dal verso di una delle carte costituenti il fascicolo 4 b. 1 Documenti riguardanti la chiesa parrocchiale e di S. Rocco 1694 - 1811 Originali, copie autentiche e semplici di atti di costituzione di censo a favore della chiesa parrocchiale di Coredo e della chiesa di S. Rocco e di affrancazione dall'onere di pagamento di censi a quest'utime da parte di privati Italiano, latino Fascicolo, cc. 149 5 b. 1 "Contratti: 1) col sagristano; 2) collo scossore degli affitti" 1699; 1753; 1841; 1863 - 1942 Atti relativi all'elezione ad all'attività dello 'scossore' delle entrate della chiesa, del beneficio parrocchiale e della Primissaria di Coredo (1), all'elezione ed all'attività del sacrestano e del 'campanaro' della chiesa parrocchiale Italiano Fascicolo, cc. 31 Note (1) Nell'atto di elezione del 1899 anche della Congregazione di carità 6 b. 1 "1704: il parroco Preganella chiede all'ufficio parrocchiale che obbligi Rizzardi Silvestro ad eccettare l'ufficio di sindico della chiesa" (1) 1704 Italiano Fascicolo, cc. 2 Note (1) L'intitolazione, di mano del parroco Edoardo Endrici, è stat desunta dal verso del documento 7 b. 1 "Causa vertente contro il signor benefiziato di Vervò e l'onoranda comunità di Coredo in punto di turbato diritto di segare e condur via il fieno di un prato nella montagna prima del giorno della regola stabilito dalli signori regolani di Coredo, 1702" (1) 1706 - 1711 130 Italiano Fascicolo, cc. 18 Note (1) I vicini dichiarano di agire anche a nome "dela parochiale, dei conti Thun regolani maggiori in castel Bragher e de saltari del monte" 8 b. 1 Vecchie quietanze e appunti di carattere contabile prodotti dai sindici della chiesa parrocchiale di Coredo 1735 - 1803 Fascicolo, cc. 14 9 b. 1 Documentazione relativa alla lite intercorsa tra Nicolò Keller, parroco di Coredo e Cristoforo Franceschini, parroco di Taio in merito al possesso del maso di castel Bragher e dei diritti di decima ad esso connessi 1768 - 1769 Italiano, latino Fascicolo, cc. 36 10 b. 1 "1774: questione sorta tra paroco e vicini per la quarta di frumento che 'fuocatim' si pagava alla chiesa" (1) 1774 Supplica del parroco di Coredo Nocolò Keller al vescovo di Trento per il ripristino dell'annuo contributo di una quarta di frumento dovuto 'ab antiquo' dai vicini alla chiesa e richiesta dei vicini per una sua momentanea sopensione Italiano Fascicolo, cc. 8 Note (1) L'intitolazione, di mano del parroco Edoardo Endrici, è stata desunta dal verso di una delle carte del fascicolo 11 b. 2 "Documenti della chiesa parochiale" 1811 - 1945 Aste e contratti di affittanza di realità della chiesa parrocchiale con carteggio ed atti relativi, fassioni per la commisurazione della tassa sull'equivalente d'imposta con carteggio ed atti relativi, carteggio ed atti relativi al pagamento della tassa di manomorta, dell'imposta fondiaria e dell'imposta sulle rendite (1), documentazione prodotta dalla Fabbriceria della chiesa e da autorità civili in merito alla gestione degli immobili della chiesa, ecc. contiene anche: inventari del patrimonio della chiesa parrocchiale e della chiesa di S. Rocco, 1846; 1848; 1865/1866; 1890; 1894; 1909; "Repertorio degli atti ricevuti dalla chiesa parrocchiale di Coredo e fondazioni annue", 1923 - 1932 (2); copia del contratto relativo all'affidamento ai lavori di restauro apportati alla chiesetta di S. Rocco nel 1939, 1939 mag. 11 Fascicolo, cc. 356 Segnature precedenti: V B 15 Note (1) Parte della documentazione relativa al pagamento della tassa di manomorta e sull'equivalente d'imposta è stata prodotta per la chiesa e congiuntamente per altri enti e specificatamente: Fondo missioni, Stipendio Sicher, Stipendio Erlicher, Asilo infantile, Primissaria, Fondazione del S. Rosario nella chiesa di S. Rocco 131 (2) Si tratta di un sottile registro in cui sono stati registrati prevalentemente contratti di locazione stipulati dalla chiesa parrocchiale con privati ed eventuali proroghe tra il 1923 ed il 1928. L'Ufficio del Registro ha apposto il prorio visto fino al 1932 12 b. 2 "Documenti di mutui tutt'ora esisitenti e permute della venerabile chiesa di Coredo" 1833 - 1937 Documenti di mutuo ipotecario con carteggio ed atti relativi, documenti di permuta di terreni della chiesa parrocchiale (1) Italiano Fascicolo, cc. 122 Segnature precedenti: 12 Note (1) I documenti di mutuo più antichi (1826 - 1889) sono stati disposti all'interno del fascicolo secondo l'ordine a loro assegnato nell'urbario della chiesa (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 4.3.1) 13 b. 3 "Campane" 1872; 1915 - 1928; 1941 - 1943 "Protocollo sulla rinnovazione e benedizione delle nuove campane" (1), conti del Fondo campane per gli anni 1917 - 1918, obbligazioni di stato del VI prestito di guerra austriaco, carteggio ed atti relativi alla requisizione delle campane delle chiese di S. Croce e di S. Rocco di Coredo durante la I e II guerra mondiale ed alla loro rifusione e benedizione Italiano Fascicolo, cc. 42 Note (1) L'intitolazione è stata ripresa dal verso dell'atto redatto in occasione dell'adunanza della Rappresentanza comunale di Coredo del 21 luglio 1872 in occasione della benedizione delle nuove campane della chiesa di S. Croce 14 b. 3 "N° 742: progetto d'ingrandimento della chiesa parrocchiale di Corredo" (1) 1889 "Indice del contenuto: Disegno pell'ingrandimento della chiesa e della sagrestia (quattro formati montati su tela); Topografia pello spostamento e ridistribuzione del cimitero e pella ricostruzione e miglioramento delle vie d'accesso ( due formati montati su tela); Profilo longitudinale pella ricostruzione delle vie d'accesso (tre formati e mezzo montati su tela); Profili trasversali pella ricostruzione delle vie d'accesso (quattro formati e mezzo montati su tela); Descrizione dell'opera (fascicolo di tre formati); Fabbisogno (fascicolo in quindici fogli); Parere tecnico sull'esecuzione dell'opera riunendovi la ricostruzione del campanile in mezzo della facciata e analisi e rimarchi sull'idea della costruzione d'una intera nuova chiesa" (2) contiene anche: lettera del progettista L. Sicher al Comune di Coredo relativamente alla somma chiesta a compenso delle sue prestazioni, 1889 ott. 29 Italiano Fascicolo, cc. 47 Segnature precedenti: V B 10 Note (1) L'intitolazione è stata apposta dallo stesso progettista L. Sicher sul recto della cartella rigida fornita dallo stesso con la documantazione prodotta. Quest'ultima è a sua volta inserita in un teca che riporta l'intitolazione: "Progetto d'ingrandimento della chiesa di Corredo ed accesorie costruzioni" 132 (2) L'elenco della documentazione contenuta è stato stilato dallo stesso progettista sul verso del piatto anteriore della coperta. 15 b. 3 "Documenti della chiesa parrocchiale" 1892 - 1942 Obbligazioni di stato acquistate dalla chiesa parrocchiale e da altri enti con note e prospetti relativi (1), elenco dei capitali della chiesa e di altri enti e fondi (2), carteggio fra gli amministratori del patrimonio della chiesa ed autorità civili in merito all'esistenza del 'patronato cesareo' per la chiesa parrocchiale ed alla conseguente concessione del permesso per i lavori di restauro del tetto della chiesa Fascicolo, cc. 79 Segnature precedenti: V B 15 Note (1) Si tratta specificatamente di: beneficio parrocchiale, Primissaria, Fondo Poveri, Fondazione Scolastica don E. Sicher, Stipendi Erlicher e Sicher, Confraternita del SS. Sacramento (2) Specificatamente: beneficio parrocchiale, Congregazione di carità, Primissaria, Confraternita del Ss. Sacramento, Fondo Nuova chiesa, Stipendio Erlicher 16 b. 3 "Contratti di affittanza: 1) della chiesa, 1914 - 1923, 1923 - 1932; 2) del beneficio, 1916 - 1925, 1925 - 1934; fogli del possesso fondiario del beneficio parrocchiale e della chiesa parrocchiale" (1) 1899 - 1925 Contiene anche: estratti tavolari della chiesa di S. Croce e di S. Rocco, 1942 Italiano Fascicolo, cc. 53 Segnature precedenti: 12 Note (1) In realtà sono presenti solo i fogli di possesso della chiese di S. Croce e di S. Rocco 17 b. 3 "Documenti e carte dell'oratorio parrocchiale" 1930 - 1945 "Contiene: 1) Documento permuta: decreto della pretura di Cles in merito alla formazione di una nuova P.T sulla p.e. dove verrà edificato l'edificio adibito ad oratorio-teatro ed all'intavolazione dei diritti di proprietà su quest'ultimo; 2) Disposizioni per teatro Coredo: circolari ed avvisi provenienti da autorità civili ed ecclesiastiche riguardanti la gestione del teatro parrocchiale, 3) Note spese, elenco benefattori: 1. Note spese per il teatro, anno 1930/32; 2. Appello 1933 aprile- maggio (1); 3. Elenco offerte benefattori" (2) Fascicolo, cc. 27 Segnature precedenti: IX 10 Note (1) Si tratta di un appello rivolto dal parroco Rigotti alla popolazione di Coredo, affinché contribuisca ad ammortizzare il capitale impiegato nella costruzione dell'oratorio (2) Il contenuto del fascicolo fu riorganizzato per argomento (indicato sulla prima carta del fascicolo che riporta l'appello rivolto dal parroco Rigotti alla popolazione di Coredo, cfr. nota precedente) nel successivo ordinamento di don Magagna ?. L'ordine conferito alla documentazione all'interno del fascicolo mantiene quello conferitole da quest'ultimo 133 18 b. 3 "Fittanze" (1) 1932 - 1953 -"1930 - 1953; Affitti chiesa ecc. documenti": quaderno contenente elenco degli stabili della chiesa, del beneficio parrocchiale e della primissaria affittati fra il 1932 ed il 1953, delle relative scadenze e degli affitti percepiti, avvisi d'asta, verbali di aggiudicazione, tabelle, prospetti, promemoria, annotazioni di carattere contabile, ecc., 1932 - 1953 - "Affittanza dei fondi del 1) beneficio parrocchiale, 2) della primissaria e della 3) chiesa: asta e contratto di affittanza dei fondi del beneficio e delle primissaria per il triennio 1940 - 1943; asta e contratto di affittanza dei fondi della chiesa parrocchiale per il triennio 1941 -1944, 1940 - 1944 contiene fra l'altro: avvisi di scadenza delle locazioni dei fondi del beneficio e della chiesa parrocchiali e della Primissaria affittati per gli anni 1940 - 1944, 1943 apr. 1 - 1944 apr. 1 Fascicolo, cc. 139 Segnature precedenti: XI 16 Note (1) Si tratta di un fascicolo formato in occasione dei recenti ordinamenti dell'archivio parrocchiale. Al suo interno sono stati inserito due sottofascicoli relativi a diversi contratti di affittanza 134 serie 4.4 Registri dei conti, 1602 - 1967 Contenuto La serie si compone di 3 libri dei conti, le prime tre unità in ordine cronologico (4.4.1, 4.4.2, 4.4.3), e di 6 registri di cassa. I libri dei conti erano compilati dai sindaci o fabbricieri e riportavano le rese di conto annuali con la specifica degli importi delle entrate ed uscite ed i bilanci complessivi. Spesso, di seguito alla registrazione del saldo, venivano riportate delle annotazioni relative al passaggio delle consegne dagli amministratori uscenti ai nuovi eletti. I libri di cassa introdotti più recentemente, tenuti generalmente dal curatore d'anime, riportano la contabilità annuale della chiesa in termini di entrate e di uscite annotate giornalmente (da qui la definizione anche di giornali di cassa). Spesso lo stesso registro, per l'esiguità degli affari trattati, per ragioni di economicità e per la comunanza dell'amministratore rappresentato, specie a partire dai primi decenni del secolo XX, dalla figura dello stesso parroco, serviva per la registrazione della contabilità di più fondi. Nella serie sono così confluiti anche i registri di cassa dei fondi Sante Anime, Pane di S. Antonio, Fondo Poveri, Oratorio parrocchiale. I fondi Sante Anime e Pane di S. Antonio erano alimentati da offerte spontanee in denaro e in natura (cerali in particolare). Il fondo Sante Anime era destinato alla celebrazione di messe in suffragio delle anime del Purgatorio. Dal fondo Pane di S. Antonio erano invece attinte elemosine per opere di carità e beneficenza. Anche il Fondo Poveri, il cui capitale venne alimentato da lasciti pii a partire dal secolo XIX, aveva scopo di pubblica beneficenza. Esso costituì un fondo unico con la Congregazione di carità fino al 1931 quando il patrimonio di quest'ultima venne consegnato al Comune (1). Dei primi tre libri dei conti si sottolinea l'eterogeneità delle registrazioni dovuta alla presenza di urbari ed inventari dei beni mobili e degli stabili delle chiese di S. Maria, S. Rocco e della Confraternita del SS. Rosario, oltre che di elenchi descrittivi di fitti, livelli e rendite di varia natura. L'eterogeneità dei registri di cui alle unità 4.4.4 e 4.4.6 è invece caratterizzata dalla presenza di registrazioni di cassa relative a diversi enti e fondazioni gravitanti attorno alla parrocchia di Coredo: beneficio parrocchiale, 'Nuova Chiesa', Primissaria, Congregazione di carità, Stipendio don C. Sicher e don G. Erlicher (2). Da sottolineare è inoltre l'originalità, rispetto alle restanti unità della serie, dell'ultimo registro in ordine cronologico (4.4.9) che, originariamente predisposto ad uso scolastico, riporta annotazione dei compensi corrisposti ai componenti del coro parrocchiale, convenuti alle messe colebrate 'pro defunctis' negli anni 1933 - 1943. Note (1) Per informazioni più dettagliate sul Fondo Poveri e la Congregazione di carità si veda l'introduzione al fondo aggregato 'Archivio della Congregazione di carità di Coredo' (2) Per informazioni in merito agli enti e fondazioni elencati si rimanda alle note storiche introduttive ai rispettivi sottofondi e serie 1 Registro dei conti della chiesa di S. Maria, della Confraternita del SS. Rosario e della cappella di S. Rocco 1602 febbraio 24 - 1736 settembre 29 135 - "Inventarium bonorum mobilium et stabilium fabricae S. Mariae de Coredo ad instantiam domini Alberti Widmann de Coredo sindici et massari eiusdem fabricae una cum bonis fabricae Sancti Rochi", 1725 ago. 23 - rese di conto della chiesa parrocchiale di S. Maria, 1602 feb. 24 - 1637 - atto relativo all'elezione del sagrestano ed al suo giuramento, 1637 mag. 25; 1641 ott. 6 (1) - atto di locazione di prato della chiesa parrocchiale, 1640 mag. 13 - atto relativo alla chiusura del mercato presso la canonica, 1639 feb. 20 (2) - rese di conto della chiesa parrocchiale e della Confraternita del SS. Rosario, 1641 ott. 8 - 1667 set. 26 - rese di conto del sindico della chiesa parrocchiale, della Confraternita del SS. Rosario e della cappella di S. Rocco, 1669 ott. 28 - 1736 set. 29 - atti relativi all'elezione del sagrestano, 1624 mag. 12; 1628 mag. 9; 1634 mag. 29 - "memoria di quel s'e beneficat al sindico della chiesa per li suoi viaggi per andar a Trento [...], per far condur a comprar l'oglio alla casolara [...]", 1620 dic. 31 - "lista delli affitti francabili della fabrica della chiesa di Coredo fata adi 29 settembre 1616", [1616 set. 29] sul verso della carta di guardia anteriore: annotazione relativa a spesa sostenuta per l'acquisto di chiodi e "brochete", [sec. XVIII] Italiano, latino Registro, legatura in piena pergamena (3), cc. 253 n.n. Segnature precedenti: V B 1 Note (1) L'atto è registrato fra la resa di conto del 1636 e quella del 1638 (2) Il presente atto di locazione ed il precedente sono registrati fra la resa di conto del 1638 e quella del 1639 (3) La copertina di pergamena pare riportare testi di preghiera 2 "Liber computorum ecclesia parochialis, confraternitatis SS. Rosari, nec non sacelli S. Rochi Coredi inceptus sub annum 1736, in quo pariter continetur urbarium reddituum ad dictam parochialem, confraternitatem ac sacellum spectantium, nec non legatorum aliorumque onerum per antedictam parochialem supplendorum" (tit. int.) [1731] - 1816 - Urbario della chiesa parrocchiale di Coredo, della chiesetta di S. Rocco, e della confraternita del SS. Rosario, [1731 - 1737] (con annotazioni posteriori fino al 1750 circa) - "oblighi o siano legati che devono farsi adempire dalla parochiale, figliale di S. Rocco e Confraternita del SS. Rosario fondati sopra campi, livelli e censi sopradescritti e lasciati da persone divote con tal aggravio", [1731 - 1737] (con annotazioni posteriori fino al 1750 circa) - "rendite ed aggravi della confraternita del SS. Nome di Gesù", [1731 - 1737] (con annotazioni fino al 1750 circa) - rese di conto della chiesa parrocchiale, della confraternita del SS. Rosario e della chiesetta di S. Rocco, 1737 set. 29 - 1745 set. 29 - rese di conto del sindico della chiesa parrocchiale e della confraternita del SS. Rosario, 1746 set. 29 - 1796 set. 29 - rese di conto della chiesa parrocchiale e della chiesetta di S. Rocco, 1790 set. 29 - 1816 set. 28 sul verso della prima carta: annotazione relativa ad investitura di livello, rogata in data 28 set. 1744, [post 1744 set. 28] contiene fra l'altro, inseriti: - descrizione delle "rendite in danaro" e "rendite in grano" della chiesa parrocchiale, della confraternita del SS. Rosario e della chiesetta di S. Rocco [1737 - 1739] - "Libro di me Gio. Battista Moncher sindico della venerabile parochiale di S. Maria di Coredo principiando lano 1752 da santo Michele sino lano 1753 pure da santo Michele del ricavato e del esposto per deta parochiale", 1752 set. 29 - 1753 set. 29 - "Estrato del richavato della venerabile chiesa di S.ta Maria di Coredo del' ano 1753 da S.to Michaele per sino l'ano 1754 pure in sin il S.to Michele et del'esposto in dinaro e grano, 1753 set 29 - 1754 set. 29 136 - "Estrato della venerabile chiesa di Santa Maria di Coredo di me Bortolo Erlicher de(legato) presentaneo, 1754": prima nota delle entrate e delle uscite "in grano" e "in denaro" della chiesa di S. Maria per l'anno 1754, 1754 set 29 - 1755 set. 29 Italiano Registro, legatura in pelle, cc. 179 n.n. Segnature precedenti: V B 3 3 "Conti della chiesa parrochiale dal 1819 al 1865" 1821 giugno 2 - 1846 novembre 29 - Rese di conto della chiesa parrocchiale di Coredo, 1821 giu. 2 - 1843 gen. 25 - rese di conto della chiesa parrocchiale e della chiesa di S. Rocco, 1844 gen. 19 - 1848 dic. 31 - "inventario della chiesa parrocchiale e figliale di Corredo [...]", 1846 nov. 29 contiene fra l'altro, inserito: "Formulario per la resa di conti della chiesa, 1821", [1821] Italiano Volume, legatura in mezza pelle, cc. 227 n.n. Segnature precedenti: V B 5 4 "Amministrazioni diverse: legato libri di devozione, pag. 20; beneficio parrocchiale [pag.] 33 (1); stipendi C. Sicher e G. Erlicher, pag. 70; primissaria, pag. 1[14]" 1921 - 1967 P. 1: "resoconti contenuti in questo libretto": elenco parziale degli enti descritti nel registro, [1921] pp. 2 - 13 e 16 - 19: registro di cassa della chiesa parrocchiale, 1921 ott. 12 - 1926 apr. 18 pp. 14 - 15: registro di cassa del fondo "Nuova chiesa", 1921 nov. 1 - 1929 lug. 1 pp. 20 - 24: registro di cassa del legato "Libri di devozione", 1930 gen. 5 - 1949 lug. 10 (2) pp. 28 - 32: registro di cassa del fondo S. Anime, 1921 ott. 9 - 1925 mar. 18 pp. 33 - 59: registro di cassa del beneficio parrocchiale, 1943 mar. 15 - 1948 dic. 20 (3) pp. 60 - 69: registro di cassa del Pane di S. Antonio, 1921 ott. 15 - 1926 dic. 20; 1928 gen. 1 - 1929 nov. 11 pp. 70 - 78: registro di cassa degli "stipendi scolastici don C. Sicher e don G. Erlicher", 1930 - 1953 nov. 1 pp. 90 - 96: registro di cassa della Congregazione di carità, 1921 dic. 12 - dic. 31; 1923 apr. 24 - 1926 dic. 31; 1928 lug.5 - 1929 apr. 18 (4) p. 113: registrazione di cassa del Fondo Campane, [...] dic. 7 pp. 114 - 158: registro di cassa della Primissaria, 1922 gen. 13 - 1967 p. 159: registrazione di cassa del Fondo Missioni, [...] dic. (5) Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 159 (bianche pp. 32, mancano pp. 6) (6) Segnature precedenti: VB 7 Note (1) La voce "beneficio parrocchiale [pag.] 33" è stata aggiunta posteriormente (2) Alla fine delle registrazioni di cassa: annotazione relativa all'estinzione del capitale del legato, 1949 set. 6 (3) Alla fine delle registrazioni di cassa: annotazione relativa al trasferimento del sussidio caritativo del beneficio parrocchiale per gli anni 1944 - 1954 al fondo "Nuova chiesa", 1947 mar. 15 (4) Alla fine delle registrazioni di cassa: annotazione relativa al trasferimento al Comune di Coredo del capitale e della amministrazione della Congregazione di carità, 1931 137 (5) Alle pp. 2, 15, 19, 28, 32, 60, 69: rimando ad altro registro, dove sono state trascritte le registrazioni di cassa della chiesa parrocchiale, del fondo "Chiesa nuova", del fondo S. Anime" e del pane di S. Antonio (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.6) (6) La p. 42 è stata incollata alla p. 49, mentre le pp. 43 - 48 sono state tagliate ed asportate 5 "Fondo S. Anime" 1925 novembre 10 - 1967 Registro di cassa del fondo S. Anime Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 29 n.n. Segnature precedenti: XI 2 6 "Prima nota delle seguenti amministrazioni: 1. Chiesa parrocchiale; 2. Fondo Sante Anime; 3. Collette e oboli; 4. Pane di S. Antonio; 5. Oratorio parrocchiale; 6. Nuova chiesa" 1929 novembre 17 - 1942 novembre 17 Registro di cassa della chiesa parrocchiale, del fondo Sante Anime, delle "collette e oboli"; del Pane di S. Antonio, dell'oratorio parrocchiale e della Nuova chiesa Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 68 (num. orig. parziale) Segnature precedenti: V B 9 7 "Oratorio parrocchiale" (1) 1930 febbraio - 1964 Registro di cassa dell'oratorio parrocchiale all'inizio: rimando al promemoria contenuto nelle ultima pagine del registro, [post 1933 mag. 15] alla fine: promemoria relativo alle offerte raccolte per la costruzione dell'oratorio parrocchiale, al prestito ottenuto dal fondo "Nuova chiesa", alla richiesta inoltrata alla Cassa Rurale di Coredo per il condono degli interessi a carico dell'oratorio parrocchiale, all'appello rivolto dal parroco alla comunità di Coredo per la raccolta di offerte pro oratorio, post 1933 mag. 15 - 1942 set. 6 contiene, inserita: copia delle registrazioni di cassa per l'anno 1956, 1956 gen. 13 - dic. 27 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 28 n.n. Segnature precedenti: IX 13 Note (1) Sull'etichetta che riporta l'intitolazione: rimando alle ultima pagine del registro 8 "Pane di S. Antonio e Fondo Poveri" 1930 novembre 30 - 1957 Pp. 2 - 27: registro di cassa del pane di S. Antonio, 1930 nov. 30 - 1957 p. 70: memoria relativa alla separazione dell'amministrazione del Fondo poveri di Coredo da quella della Congregazione di carità (1930) (1) ed alla registrazione nel registro cassa del pane di S. Antonio degli interessi maturati sul capitale del Fondo Poveri fra il 1930 ed il primo semestre del 1932, [1932] 138 pp. 71 - 79: "Fondo Poveri privato del parroco": registro di cassa, 1932 gen. 19 - 1948 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 78 (bianche pp. 42) Segnature precedenti: XI 1 Note (1) Nel 1931 il patrimonio e l'amministrazione della Congregazione di carità furono consegnati al Comune di Coredo 9 "Registro delle messe da morto" (1) [1933 gen./feb.] - 1943 maggio 25 Registrazione dei compensi corrisposti ai cantori del coro parrocchiale per le messe celebrate 'pro defunti' negli anni [1933] - 1943, [1933 gen./feb.] - 1943 mag. 25 (2) Italiano Registro, legatura in cart., cc. 21 n.n. Note (1) Si tratta di un registro originariamante predisposto ad uso scolastico (2) La prima carta del registro è stata asportata, si suppone comunque che le registrazioni abbiano avuto inizio nel 1933 139 serie 4.5 Resoconti e documenti di corredo, 1816 - 1955 Contenuto La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato del 1855 tra Impero austroungarico e Chiesa romana spettava agli organi locali di governo, passava in base all'art. 30 dell'accordo all'autorità ecclesiastica. A questo scopo nel 1865 venne istituito a Trento l'Ufficio Amministrativo Diocesano. Nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 furono pubblicate le Norme d'amministrazione ecclesiastica che regolamentarono la materia, stabilendo, tra l'altro, la redazione dei resoconti secondo determinati formulari. I resoconti, annualmente compilati dagli amministratori e muniti del visto del parroco, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne una all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra Stato Italiano e Chiesa del 1929 non apportò varizioni sostanziali a questo stato di cose. La serie comprende i resoconti ed i documenti di corredo della chiesa parrocchiale e della chiesetta figliale di S. Rocco, i cui beni furono incorporati nel 1809 alla sostanza della chiesa maggiore. La documentazione è stata ordinata in due sottoserie, 'Resoconti' e 'Documenti di corredo', riproducenti l'assetto del materiale così come è stato rinvenuto. Le quietanze delle singole annate, presenti per un limitato numero di anni rispetto ai resoconti, erano state raccolte dai singoli parroci e conservate in buste da lettera, riportanti all'esterno l'anno/anni e l'ente di riferimento. Si è ritenuto opportuno riordinarle in fascicoli annuali, biennali o pluriennali, a seconda del resoconto cui si riferiscono, seguendo il numero progressivo loro attribuito avente riscontro con i resoconti e separando, purché presenti solo in un caso, i promemoria delle entrata dalle quietanze relative alle uscite; sono invece state ordinate per rubrica (titolo, capitolo) quando il numero progressivo non rispecchiava l'ordine di registrazione sui resoconti. Le quietanze non aventi immediato riscontro con i resoconti sono state inserite, in ordine cronologico, in fondo ai rispettivi fascicoli. 140 sottoserie 4.5.1 Resoconti, 1816 - 1955 Contenuto I resoconti della chiesa parrocchiale di Coredo sono stati ordinati, raccolti in una busta e numerati in sede di ordinamento ed inventariazione dell'archivio parrocchiale di Coredo recentemente operato dal sig. Romagna. E' probabile che quest'ultimo, tenendo separati i resoconti dai rispettivi documenti di corredo, abbia a sua volta riprodotto l'assetto originario del materiale; in occasione del presente riordino si sono quindi collocate le due tipologie di documentazione in due distinte sottoserie. Al mazzo dei resoconti è stato allegato un sottofascicolo con le osservazioni dei fabbricieri o del parroco, le evasioni dei conti, gli estratti conto, le osservazioni ed i rimarchi provenienti da autorità civili ed ecclesistiche. 1 b. 1A/b. 1B Resoconti annuali della chiesa parrocchiale di Coredo 1816 - 1955 (1) - b. 1A: resoconti della chiesa parrocchiale, 1816 - 1914 Mancano i resoconti degli anni: 1819 - 1848; 1869 contiene fra l'altro: evasioni dei conti, estratti conto, osservazioni e rimarchi provenienti da autorità civili ed ecclesiastiche, 1817 1880 (2) contiene anche: lettera del decano di Torra al Giudizio distrettuale di Cles in merito alla redazione dei conti delle chiese decanali, 1817 ott. 31; documentazione prodotta dal comune di Coredo e dal Giudizio distrettuale di Cles relativamente alla revisione dei conti della chiesa parrocchiale di Smarano e della figliale di Sfruz per l'anno 1811, 1817 nov. 7 - dic. 4; - b. 1B: resoconti della chiesa parrocchiale, 1915 - 1955 Fascicolo, n.n. 88, cc. 953 Segnature precedenti: V B 6 Note (1) Nel determinare gli estremi cronologici, si sono considerate le date a cui si riferiscono i resoconti, non quelle dell'effettiva redazione dei medesimi (2) Specificatamente: Computisteria provinciale di Innsbruck, i.r Capitanato circolare di Trento, i.r Giudizio distrettuale di Cles, Ordinariato vescovile di Trento. 141 sottoserie 4.5.2 Documenti di corredo, 1918 - 1955 Contenuto I documenti di corredo erano conservati per singole o pluriannate, a seconda dei resoconti di riferimento, in buste da lettera, formate dai singoli parroci. Con il presente riordino si è deciso di riprodurre l'originario assetto del materiale e quindi di mantenere separati i documenti di corredo dai rispettivi resoconti collocandoli in due distinte sottoserie. Particolarmente curata si è riscontrata la conservazione dei documenti di corredo prodotti negli anni di servizio del parroco Giuseppe Rigotti (1929 - 1942) e, seppure in misura minore, del predecessore don Edoardo Endrici (1887 1921). I documenti di corredo relativi agli anni di servizio del parroco Tonidandel (1942 - 1955) sono invece stati rinvenuti smistati, seppure spesso prodotti nello stesso anno, in diverse buste da lettera. 1 b. 1 Documenti di corredo dei resoconti della chiesa parrocchiale di S. Croce 1918 - 1955 Mancano i documenti di corredo degli anni: 1919 e 1921 contiene fra l'altro: documenti di corredo della chiesa di S. Rocco, 1936 - 1938 (1); "Quitanze messe", 1929 - 1936 (2) contiene anche: documenti di corredo relativi a spese sostenuto per il ricreatorio parrocchiale per gli anni 1943 - 1944 e 1949, 1943; 1949 Fascicolo, cc. 1117 Segnature precedenti: V B 16 Note (1) Si tratta di poche quietanze prodotte per lo più in occasione dei lavori di restauro apportati alla chiesa (2) Si tratta per lo più di ricevute delle elemosine versate all'Ordinariato vescovile per la celebrazione di ss. messe legatarie ed avventizie (per la Giornata sacerdotale, missionaria, per S. Vigilio, S. Pietro, ecc.) nel 1917 e fra il 1929 ed il 1936, raccolte in una busta da lettera in occasione dell'ordinamento di don Rigotti 142 subfondo 5 Fondo Nuova Chiesa, 1897 - 1956 Contenuto La vicende che portarono alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale, conclusa nel 1948 ebbero inizio nel lontano 1865. Nel decreto visitale stilato in occasione della visita alla parrocchia di Coredo nel 1865, il vescovo in carica Benedetto Riccabona de Reichenfels scriveva : "Se da un canto siamo rimasti soddisfatti nello scorgere come la fabbrica della chiesa parrocchiale di Coredo sia ben conservata e come internamente sia tenuta con la debita nettezza e con decoro, dall'altro canto abbiamo dovuto persuaderci che la stessa per la sua ristrettezza non corrisponde ai numerosi bisogni della numerosa popolazione che vi concorre. Ciò confortò l'avviso che il premuroso comune, riconosciuto il bisogno reale di un tempio più vasto, venne già da tempo nella deliberazione di erigere un nuovo più adatto rispetto alla sua popolazione" (1). Pochi anni dopo il Comune acquistava un tratto di terra al centro del paese, denominato "Prà Comun" per la fabbrica della nuova parrocchia. Nell'atto di compravendita non veniva specificata la destinazione cosicché dell'intenzione non rimase che una testimonianza orale (2). Le cose si mossero con l'entrata in servizio a Coredo del parroco Edoardo Endrici. Nella seduta della Rappresentanza comunale del 15 novembre 1896 con 11 voti favorevoli ed 2 contrari veniva riconosciuta la necessità di costruire una chiesa più ampia nel centro del paese. Il parroco Endrici ed il capocomune Luigi Pancheri venivano incaricati di approntare un disegno e fabbisogno per la erigenda nuova chiesa e presentarlo poi alla Rappresentanza comunale per l'approvazione. Nella seduta del 19 dicembre dell'anno successivo veniva presentato il disegno con un fabbisogno preventivato nella somma di 6000 fiorini, predisposto dall'ing. Emilio Paor di Trento; la Rappresentanza approvava il progetto e su proposta del parroco costituiva un comitato per la raccolta di fondi, composto dal parroco 'pro tempore' quale presidente, dal capo-comune quale vicepresidente, dai due fabbriceri della chiesa, da due consiglieri comunali, e da tre membri da eleggersi fra i padri di famiglia di Coredo. L'attività del Comitato era regolamentata da uno statuto, strutturato in cinque capitoli: la commissione, composta di 9 membri, deliberava in presenza di almeno 5 ed a maggioranza di voti; veniva eletto un cassiere che doveva rendere puntualmente conto delle entrate e della uscite al presidente; quest'ultimo teneva il giornale di cassa, investiva il capitale e custodiva i documenti prodotti nella gestione del patrimonio; alla fine di ogni anno il comitato rendeva conto dell'annua gestione alla Rappresentanza; la Commissione, che sarebbe stata sciolta ad opera compiuta rendendo la resa di conto finale alla fabbriceria, era incaricata dell'assunzione di progettisti e costruttori "o per via di asta pubblica o di assunzione fiduciaria". Riguardo ai fondi il cap. III dello statuto, specificava che il denaro veniva raccolto da offerte di privati e del Comune; quest'ultimo avrebbe messo a disposizione il suolo ed avrebbe fornito il legname necessario per "il coperto, per l'impalcatura dei costruttori e per cuocere la calce"; i lavori di costruzione sarebbero iniziati solo in seguito a voto favorevole della maggioranza dei padri di famiglia [...]" (3). Con conchiuso del 19 febbraio 1905 la Rappresentanza comunale di Coredo, ribadito il "bisogno di una più ampia e comoda chiesa" erogava l'importo di 5000 corone da consegnare al parroco Endrici allo scopo di cominciare un fondo per l'erezione di una nuova chiesa parrocchiale (4). La prima resa di conto (1905) del neo istituito fondo fornisce un elenco delle prime offerte dei coredani, menzionando anche la somma erogata dal Comune (5). Nella seduta del 2 febbraio 1906, la Rappresentanza comunale nominava un nuovo comitato, regolamentato da uno statuto che riprendeva con poche variazioni, quello già stilato in occasione dell'erezione del precedente comitato, nel 1897 (6). Anche il vescovo Celestino Endrici, in occasione della festa commemorativa dei 25 anni di servizio a Coredo del parroco E. Endrici, metteva a disposizione della nuova chiesa una propria offerta personale, annunciandola con lettera del 14 luglio 1911 (7). 143 Il successore del parroco Endrici, don Giovanni Faccinelli pensò più ad un rifacimento della chiesa già esistente che all'erezione di una nuova, facendo preparare dagli architetti Marzani e Tiella di Rovereto un progetto di massima per l'ampliamento, che la Curia principesco vescovile approvava su parere della Commissione diocesana per l'arte sacra, osservando però che "il problema forse non è risolto esaurientemente" (8). La questione rimase quindi in sospeso e fu affrontata con nuovo vigore dal parroco successivo, don Giuseppe Rigotti, che scartò subito l'idea di un rifacimento e si dette da fare per realizzare un nuovo edificio (9). Nel gennaio del 1931, l'anno successivo al suo arrivo a Coredo, radunati tutti i capifamiglia presso l'oratorio parrocchiale, costituì un Comitato locale ("Comitato pro erigenda nuova chiesa") "collo scopo di continuare ed intensificare il lavoro, di ammanire il capitale per la nuova chiesa, studiare il pensiero e il desiderio della popolazione, cercarne o fissare il luogo, procurare nuovi schizzi, in una parola preparare il necessario per la costruzione della nuova chiesa, possibilmente in un tempo non troppo lontano" . Nella stessa occasione veniva nominato un Comitato d'onore "di persone benemerite e amanti del paese, le quali col loro consiglio, colla loro aderenza e colla loro opera possono dare un prezioso aiuto" (10). Nel corso del 1931 pervennero al parroco numerosi schizzi, disegni e progetti di massima per la costruzione della nuova chiesa (11). Nello stesso anno don Rigotti inviava al Comune una richiesta scritta, sottofirmata da 189 capifamiglia affinché cedesse il terreno acquistato negli anni 1870 -1880 con lo scopo di erigere la nuova chiesa (12). Il comune rifiutò il terreno e varie furono le proteste del parroco, i suoi ricorsi alle autorità (13). Finalmente, con deliberazione del 4 giugno 1938 il Comune decideva la cessione del terreno, dietro pagamento di 9.600 £ (14). Il contratto pieno di restrizioni e condizioni, tra le quali l'obbligo da parte dell'acquirente di iniziare e portare a termine la costruzione della nuova chiesa arcipretale, entro e non oltre 5 anni dalla data dell'acquisto del terreno; in caso contrario il Comune era libero di rescindere il contratto restituendo il capitale senza interessi, anche nel caso in cui il parroco si fosse rivelato inadempiente ad una delle numerose clausole restrittive (15). Lo scoppio della II guerra mondiale sembrò inizialmente paralizzare l'iniziativa. Ma con l'entrata in servizio a Coredo del parroco don Emilio Tonidandel, il 17 gennaio 1943, le vicende legate alla progettazione ed all'inizio dei lavori per la costruzione della chiesa, subirono una notevole accelerazione. Il nullaosta chiesto dal parroco per l'inizio lavori, venne inizialmente rifiutato. Il curatore d'anime si diede comunque da fare per raccogliere il materiale e preparare il terreno (16). Il progetto adottato inizialmente, l'unico che ottenne l'approvazione della Commissione diocesana dell'arte sacra, fu quello dell'ing. Paor, che prevedeva un edificio di 43 m di profondità per 17 metri di larghezza. La curia arcivescovile esprimeva comunque le sue perplessità, ritenendo sorpassato il suddetto progetto. Un nuovo progetto venne predisposto dall'architetto Efrem Ferrari di Trento (17). Il 14 maggio, appena due mesi prima dell'inizio dei lavori, veniva posta dall'arcivescovo Carlo de Ferrari, la prima pietra. Nel giugno 1943 arrivava dalle autorità il permesso per la fabbrica, quindi i lavori procedettero con più tranquillità (18). Nell'ottobre del 1944 i muri perimetrali avevano raggiunto l'altezza di 2 metri e si dette inizio alla costruzione del campanile (19). Nel frattempo il curatore d'anime contattava gli emigrati coredani in America del Nord e del Sud, con lo scopo di raccogliere offerte per l'erigenda chiesa (20). La notevole mole di documentazione, costituita da preventivi, progetti, disegni, quietanze e carteggio vario, raccolta da don E.Tonidandel fra il 1943 ed il 1948, e conservata presso l'archivio parrocchiale di Coredo in fascicoli originari, costituiti dallo stesso parroco, documentano passo per passo molti dei lavori eseguiti nella nuova parrocchiale. Fra questi l'affidamento, nel 1947, al pittore Pino Casarini dell'affresco absidale dell'invenzione della Croce cui è dedicata la chiesa, nonchè la commissione allo stesso artista delle quattro vetrate, rappresentanti il martirio di S. Andrea, S. Paolo della Croce, Santa Maria Maddalena e Santa Gemma Galgani, tutti santi che ebbero a proprio simbolo la croce, mentre i primi pezzi del rosone della facciata erano già stati messi in opera nel 1945 (21). Ampiamente documentati sono il 144 montaggio dell'altare maggiore con al centro un crocefisso di bronzo, delle stazioni della Via Crucis, in bronzo su mensola di marmo, del pulpito con al centro un angelo che porta il vangelo, del battistero con le acquasantire, in granito rosa, dei candelabri e della lampada del SS. Sacramento, all'innalzamento dell'organo, e l'acquisto ed allestimento delle campane elettriche (22). La nuova chiesa parrocchiale veniva consacrata l'11 settembre dall'arcivescovo di Trento Carlo de Ferrari. Relativamente alle caratteristiche architettonico-artistiche della nuova chiesa si riporta parte della descrizione di Giuliana Baldin: "[...] La facciata è movimentata soltanto da due sporti che inscrivono il portale di porfidi rosso, sormontato dal rosone e da un gruppo marmoreo rappresentante il Buon Pastore, opera dello scultore Eraldo Fozzer di Trento; il tetto, molto acuto, porta all'apice una piccola croce. Le pareti laterali sono sostenute da una serie di 6 brevi contrafforti che inscrivono le finestre. La porzione absidale, che contiene anche il presbiterio, è la più mossa; anch'essa sostenuta da contrafforti, ha pianta esagonale ed un appendice laterale con graziose trifore. Il campanile è in stile tipicamente alpino; sotto l'alta cuspide che lo conclude vi è l'orologio con quadranti su tutti e quattro i lati [...] e quindi più in basso la cella campanaria. L'interno della chiesa è lindo e luminoso; l'attenzione si incentra sull'abside a sull'altare maggiore, dominato dal maestoso affresco dell'Invenzione della Croce. Sull'altare, sormontato dalla grande croce di bronzo, è posto un tabernacolo, anch'esso di bronzo opera di Eraldo Fozzer; rappresenta il Cristo che chiama a sé i fedeli, primi fra tutti i bambini [...]. I cinquanta banchi, i quattro confessionali, sono tutti opera dei falegnami di Coredo" (23). Note (1) Nel 1889 il progettista Leopoldo Sicher approntava un progetto che prevedeva l'ingrandimento della chiesa parrocchiale e della sagrestia, nonché lo spostamento e la ridistribuzione del cimitero con la costruzione delle vie d'accesso. Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 5.1.2 e ADT, Atti visitali, (91), c. 380 (2) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", p. 116 (3) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.1, cc. 1 - 4 (4) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.1, c. 5. L'anno successivo, con conchiuso del 11 marzo 1906, la Rappresentanza accordava un'ulteriore offerta di 2000 corone (5.1.1, c. 11) (5) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.1, cc. 6 - 7 (6) A differenza di quanto ribadito nel precedente statuto il neo-eretto Comitato non era autorizzato a passare alla costruzione della chiesa, ma era chiamato solo ad investire il capitale raccolto depositandolo presso la Cassa Rurale. Viene ribadito che alla fine dell'anno il presidente, il parroco 'pro tempore', presentava la resa di conto alla Rappresentanza comunale per la liquidazione, specificando che questa doveva essere stilata in duplice copia, l'una da conservare nell'archivio parrocchiale e l'altra in quello comunale. Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.1, cc. 8 - 9 (7) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.1, cc. 24 - 25. Nel questionario preparatorio alla visita del vescovo Celestino Endrici alla parrocchia di Coredo nel 1913, il parroco Endrici esprimeva comunque il suo rammarico per lo scarso consenso popolare riscontrato nel progetto di costruzione: "Sono persuaso che sarà un grande fattore pel bene della parrocchia la fabbrica della nuova chiesa, peccato però che quest'idea non sia popolare e non ci sia per essa entusiasmo [...]. Spero però che, latente sempre, il pensiero della nuova chiesa si farà strada e si arriverà a compiere quest'opera alla gloria di Dio e pel bene dei fedeli". Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 6 (8) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2, cc. 1 - 18. Nel questionario preparatorio alla visita pastorale del vescovo Celestino Endrici alla parrocchia di Coredo nel 1926 scriveva infatti il parroco Faccinelli: "[...] devo però osservare che 145 la grande maggioranza della popolazione non è affatto propensa ed ancor meno entusiasta per l'erezione di una nuova chiesa, ma molto più propensa per l'ampliamento della vecchia [...]. Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 18v - 19 (9) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2, cc. 23 - 34 (10) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2, cc. 45 - 47 (11) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2 , cc. 36 - 49 (12) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2 , cc. 50 - 51 (13) Cfr. ad es. Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.3 , cc. 68 - 69 (14) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2 , cc. 82 - 85 (15) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2 , cc. 103 - 107 (16) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.1 , cc. 112 - 114, c. 238, ecc. (17) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.11, c. 1 (18) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", 119 (19) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.1, c. 107; cfr. anche G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", p. 120 (20) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.6 (21) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.5, 5.1.4.10 (22) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.2, 5.1.4.4, 5.1.4.8, 5.1.4.9 (23) G.BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", pp. 123 - 124 146 serie 5.1 Atti amministrativi, 1897 - 1956 Contenuto La serie 'Atti amministrativi' del sottofondo 'Fondo Nuova chiesa' consta di 14 fascicoli di originaria costituzione. I fascicoli di cui alle unità 5.1, 5.2 sono rispettivamente riconducibili all'organizzazione archivistica impressa all'archivio dai parroci E. Endrici (1887 - 1921) e G. Rigotti (1929 - 1942). La documentazione contenutavi testimonia l'intenso impegno profuso dai due sacerdoti per l'erezione della nuova chiesa: dalla costituzione di un primo Comitato nel 1897, seguito da un secondo nel 1905 e da un terzo nel 1931, alle trattative con le autorità politiche e civili, ai primi progetti e preventivi, alla raccolta di fondi gestita dai curatori d'anime in qualità di presidenti dei suddetti comitati, ecc. Il fascicolo di cui all'unità 5.3, consta invece di un progetto del 1931, fra i più ampi e dettagliati predisposti per la nuova chiesa, per il quale si è costituito un fascicolo proprio, in quanto in origine conservato separatamente dagli altri progetti, schizzi e disegni. I restanti 11 fascicoli, costituenti l'unità 5.1.5, furono 'ab origine' inseriti nella busta intitolata "Chiesa nuova", ad opera del parroco Tonidandel, con il quale i lavori di costruzione della nuova parrocchiale vennero intrapresi (1943) e portati a termine (1948). Documentano passo per passo l'impegno profuso dal curatore d'anime per l'acquisto ed il recupero del materiale, nonchè gran parte dei lavori eseguiti fino al 1948; fra le opere più ampiamente documentate troviamo l'allestimento delle vetrate, delle stazioni della Via Crucis, l'innalzamento dell'organo e l'acquisto ed il montaggio delle campane elettriche. Il presente ordinamento mantiene l'organizzazione archivistica impressa alla documentazione contenuta nella busta dal parroco Tonidandel, il quale organizzò i fascicoli per argomenti, apponendo su alcuni indicazione sommaria del contenuto e l'avvenuta liquidazione delle spese sostenute per l'acquisto e l'allestimento dell'opera. 1 b. 1 "Carte della erigenda chiesa" 1897; 1905 - 1922 Rese di conto del fondo "Erigenda chiesa" per gli anni 1905 - 1920, liquidazioni dei conti prodotti dalla Rappresentanza comunale, carteggio ed atti provenienti dal Comune di Coredo in merito all'erogazione di un contributo di 5000 corone disposto dalla Rappresentanza per la fabbrica di una nuova chiesa ed alla nomina di un Comitato pro erigenda nuova chiesa (1), carteggio ed atti relativi alla comminsurazione ed al pagamento dell'equivalente d'imposta, promemoria del parroco Endrici relativo alla richiesta inoltrata dalla Rappresentanza comunale al parroco Endrici affinché parte del capitale del fondo "Erigenda chiesa" venga investito nel prestito di guerra austriaco, obbligazioni di stato del prestito di guerra austriaco contiene fra l'altro: copia del verbale stilato in occasione della seduta della Rappresentanza comunale del 19 dicembre 1897 in cui viene istituito un primo comitato "pro erigenda nuova chiesa, post 1897 dic. 19; lettera del vescovo Celestino Endrici al parroco di Coredo E. Endrici spedita in occasione della festa per i 25 anni di servizio, 1911 lug. 14 (2) Fascicolo, cc. 86 Segnature precedenti: V B 11 Note (1) L'atto di erezione del comitato comprende anche lo statuto (2) Nella lettera il vescovo comunica anche di aver messo a disposizione dell'erigenda chiesa una sua offerta personale 147 2 b. 1 "Carte della chiesa nuova" 1928 - 1942 Relazione e progetto di massima per l'ampliamento della chiesa parrocchiale di Coredo (1928), promemoria, relazioni e appunti del parroco G. Rigotti in merito alla necessità di erigere la nuova chiesa ed alla costituzione del Comitato pro Nuova Chiesa, carteggio relativo alla redazione dei primi progetti per la costruzione della chiesa, pareri della Commissione Diocesana per l'arte sacra, carteggio ed atti relativi alla concessione del terreno comunale per l'erezione della nuova chiesa ed all'acquisto di quest'ultimo, quietanze, ritagli di giornale, articoli, cartoline, foto (1) Fascicolo, cc. 137 Segnature precedenti: V B 14 Note (1) Il fascicolo contiene numerosi ritagli di giornale relativi a chiese recentemente costruite, foto e cartoline raffiguranti diverse chiese italiane 3 "Progetto di massima per una nuova chiesa" (1) 1931 Disegni prodotti in vista dell'erezione della nuova chiesa parrocchiale di Coredo Fascicolo, cc. 5 Segnature precedenti: V B 12 Note (1) L'intitolazione è stata apposta dallo stesso studio di progettazione sul recto della teca fornita dallo stesso con la documantazione prodotta. 4 b. 2 "Chiesa nuova" 1942 - 1949; 1956 Italiano Busta Segnature precedenti: V B 16 4.1 b. 2 Carteggio del parroco di Coredo con autorità civili ed ecclesiastiche circa l'andamento dei lavori di costruzione della nuova chiesa parrocchiale, con il comune per l'assegnazione di lotti di legname e materiale edile, con enti pubblici e con privati per la richiesta di offerte e sussidi pro nuova chiesa, con ditte ed artigiani per l'appalto di lavori alla chiesa e per l'acquisto di materiale ecc. (1) 1943 - 1949 Fascicolo, cc. 370 Note (1) Si tratta di un fascicolo originario privo di intitolazione 4.2 b. 2 Carteggio, progetti, disegni, preventivi - spesa e quietanze relativi all'acquisto ed all'allestimento dell'organo nella 148 nuova chiesa parrocchiale di Coredo (1) 1942 - 1949; 1956 Fascicolo, cc. 153 Note (1) Si tratta di un fascicolo originario privo di intitolazione 4.3 b. 2 "Fatture Nuova chiesa: 1943 - '49" 1943 - 1949 Quitanze varie emesse in occasione di lavori eseguiti per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Coredo Fascicolo, cc. 148 4.4 b. 2 "Altari, Via Crucis, candelabri, fusioni a Verona - Guastini, lampada SS.mo [...]" 1943 - 1949 Carteggio, preventivi - spese e quietanze relativi all'allestimento ed alla posa in opera delle statue della Via Crucis, dell'altare maggiore, del tabernacolo, dei candelabri e della lampada del Ss. mo Sacramento nella nuova chiesa parrocchiale di Coredo Fascicolo, cc. 111 4.5 b. 2 "Vetrate S. Giuseppe: 1946" 1944; 1946 - 1948 Carteggio, disegni, preventivi - spesa e quietanze relativi all'acquisto ed all'allestimento del rosone ed alle vetrate della nuova chiesa parrocchiale di Coredo ed alla loro decorazione Fascicolo, cc. 69 4.6 b. 2 "America" 1945 - 1948 Carteggio del parroco con gli emigrati di Coredo in America del Nord e del Sud in merito alla richiesta di offerte per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale Fascicolo, cc. 76 4.7 b. 2 Carteggio, certificati medici, quietanze relativi all'assicurazione degli operai impiegati nella fabbrica della nuova chiesa parrocchiale di Coredo contro gli infortuni sul lavoro (1) 1945 - 1948 Fascicolo, cc. 93 Note (1) Si tratta di un fascicolo originario privo di intitolazione 4.8 b. 2 "Pile, pulpito" 149 1945 - 1947 Carteggio, preventivi - spesa e quietanze relativi all'allestimento del pulpito, del battistero e delle acquasantiere nella nuova chiesa parrocchiale di Coredo Fascicolo, cc. 22 4.9 b. 2 "1. Battistero; 2. Lampada SS.mo; 3. Impianto elettrico campane; Campane elettriche" (1) 1947 - 1949 Carteggio, preventivi - spesa e quietanze relativi all'acquisto ed all'allestimento di campane elettriche nella nuova chiesa parrocchiale di Coredo Fascicolo, cc. 116 Note (1) In realtà il fascicolo contiene solo documentazione relativa all'impianto delle campane elettriche; la prima parte dell'intitolazione è infatti depennata 4.10 b. 2 "Affresco S. Croce" 1947 Carteggio relativo all'affidamento dei lavori per l'esecuzione dell'affresco absidale dell'Invenzione della Croce Fascicolo, cc. 39 4.11 b. 2 Disegni, progetti e schizzi per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Coredo (1) [1943] Fascicolo, cc. 13 Note (1) Si raccolta in un unico fascicolo questo tipo di documentazione, in quanto precedentemente frammista senza ordine e criterio all'altra documetazione relativa alla chiesa nuova 150 serie 5.2 Registri di cassa, 1930 - 1949 Contenuto La serie consta di un solo registro in buono stato di conservazione, la cui compilazione venne intrapresa nel marzo del 1930 dal parroco G. Rigotti il quale, al contrario del predecessore G. Faccinelli che pensava più ad un ampliamento della chiesa già esistente che all'erezione di una nuova, si dette da fare per realizzare un nuovo edificio. Il registro documenta, per mano del parroco Rigotti e quindi del successore don E. Tonidandel le entrate e le uscite del Fondo nuova chiesa, dal 1930, anno di entrata in servizio di don Rigotti, fino al dicembre del 1949 (la chiesa venne consacrata nel settembre del 1948) quando il parroco, con un'annotazione posta alla fine delle registrazioni, dichiarava liquidato il conto. Nello statuto del Comitato 'Pro erigenda Nuova chiesa' era specificato, fra i compiti del curatore d'anime, in qualità di presidente, anche quello di tenere il giornale di cassa nonchè di conservare la documentazione nell'amministrazione dei fondi raccolti per la chiesa nuova e nella fase di costruzione dell'edificio. 1 "Nuova chiesa, 1930" 1930 marzo 15 - 1949 dicembre 19; con annotazioni posteriori fino al 6 apr.1954 Registro di cassa del Fondo Nuova chiesa al'inizio: annotazione ralativa aprestito in denaro concesso dal Fondo Nuova chiesa all'oratorio parrocchiale, 1934 giu. 17 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 39 n.n. Segnature precedenti: V B 13 151 prodotta subfondo 6 Chiesa di San Rocco, 1744 - 1885 Contenuto La chiesa o cappella (1) di S. Rocco, "fabbricata dal Comune per aver la protezione del santo contro la peste" (2) , viene menzionata per la prima volta negli atti visitali del 1537 (3). Vi sono nominati tre altari: uno dedicato a S. Rocco, l'altro a S. Lorenzo martire ed il terzo a S. Maria Maddalena (4). Con bolla vescovile del 28 novembre del 1558, come documenta una pergamena dell'archivio parrocchiale, il vescovo Mariano "de Mano" suffraganeo pontificio e vicario 'in pontificalibus' del cardinale Cristoforo Madruzzo, vescovo di Trento, consacrava gli altari di S. Lorenzo martire e S. Maria Maddalena: nel primo rinchiudeva le reliquie dei Santi Romedio, Francesco confessore e Libera; nel secondo le reliquie di S.Martino vescovo e confessore, S. Cristina vergine, dei martiri anunici, del sepolcro di S. Lazzaro vescovo ed un pezzo della veste di S. Giovanni Evangelista (5). "Più tardi" scrive Endrici " furono levati i due altari laterali ed or non v'è che un solo altare; nel coro dell'altare si conserva ancora la pala che stava nell'altare di S.Lorenzo: vi è dipinto il martire colla sua graticola" (6). L'altare menzionato da don Endrici fu fatto costruire nel 1743 dalla famiglia Bombarda di Coredo. Già nel 1742 Giuseppe Tommaso Bombarda, agente in qualità di procuratore speciale di don Carlo Giuseppe Bombarda, beneficiato, otteneva l'autorizzazione a fondare un capitale di 500 fiorini a favore della chiesa di S. Rocco, i cui interessi, amministrati dal beneficiato, dovevano servire ad acquistare paramenti e suppellettili sacre per la celebrazione delle messe legatarie, per la manutenzione degli altari e della sacrestia. Veniva altresì concesso alla famiglia Bombarda di porre nella chiesa di S. Rocco un "sedile" e di costruirvi al centro una sepoltura (7). Nell'anno 1743 appunto, in occasione della composizione di una controversia sorta fra la comunità di Coredo ed il sindico della chiesa parrocchiale e di S. Rocco da una parte, e la famiglia Bombarda dall'altra, in merito all'amministrazione di un capitale di 800 fiorini precedentemente fondato dalla famiglia ed alla volontà espressa da quest'ultima di collocare un'altare in pietra con l'apposizione dell'arma gentilizia, venne stabilito che 400 fiorini venissero amministrati dal beneficiato Bombarda e gli altri 400 dal sindico della chiesa, con la supervisione del parroco, del sindico e del seniore della famiglia. Il documento aggiungeva che "l'interessi de quali capitali tutti saranno impiegati per sacri utensili, adobbo dell'altare, coperto della sacristia e chiesa e muri occorrendo". Nella "composizione" si stabiliva che il beneficiato doveva ricevere dal parroco 'pro tempore' le chiavi della sacrestia della chiesa di S. Rocco. Alla famiglia veniva concessa anche l'autorità vescovile di erigere l'altare di pietra "in un sito sotto la palla dove riuscirà più a proposito un cartello colla seguente iscrizione: 'Altare renovatum expensis prenobilis familie Bombardi donatum ecclesia filiali et communali Coredi sub invocatione Sancti Rochi'. (8). Nel 1756, in luogo degli 800 fiorini furono assegnati alla chiesa di S. Rocco 10 stabili dello stesso valore. (9). L'amministrazione della rendita veniva fatta dal sindico della chiesa parrocchiale. La metà della rendita veniva consegnata al beneficiato Bombarda per la provvista di cera ed arredi che occorrevano per la celebrazione della s.messa; l'altra metà restava alla chiesa maggiore. A S. Michele di ogni anno il sindaco ed il beneficiato facevano il conto delle entrate e delle uscite, separato da quello della parrocchia. La figura di un unico amministratore dei beni della chiesa parrocchiale e della chiesetta di S. Rocco, era presente già sul finire del sec. XVI. In una pergamena dell'archivio parrocchiale, che riporta l'inventario dei beni immobili di ragione delle suddette chiese (10), fatto compilare nel 1583 dal parroco Tommaso "Desiderati", si nomina un "sindicus ecclesiarum Sancte Marie et Sancti Rochi" (11). La documentazione fino almeno alla fine della seconda metà del sec. XVII, testimonia comunque l'esistenza di due fabbricerie distinte (12) ed è altrettanto frequente trovare la carica di "sindicus et massarus fabrice ecclesie Sancti Rochi" fino alla fine del sec. XVIII (13). Quale fu la destinazione subita dai beni della chiesetta di S. Rocco dal primo decennio del sec. XIX si evince da un promemoria stilato dal 152 parroco E. Endrici sull'ultima carta dell'urbario della chiesa di S. Rocco, alla fine della sezione che riporta le rese di conto della chiesa figliale dal 1745 al 1808: "L'anno 1809 gli stabili della chiesa di S. Rocco furono incorporati alla sostanza della parrocchiale; questa provvederà ai bisogni della figliale" (14). La chiesa subì lavori di restauro negli anni 1938 - 1939, come si evince dalle quietanze prodotte in tal occasione (15) e dalla copia del contratto che nel maggio del 1939 affidava l'opera al pittore clesiano Pio Manin, consistente: "nelle pulitura e nell'accurato scrostamento della chiesa; nel dare ai muri esterni una tinta adatta (coloro calcina); nel dare all'interno quelle tinte che sembraranno più adatte [...]; nel porre in luce le pietre esterne angolari e quelle interne dell'arco che chiude il presbitero, nonché quelle delle porte e finestre [...]" (16). La campana della chiesa di S. Rocco, di cui i parroci sottolinearono insistentemente alle autorità competenti il grande valore storico, venne risparmiata dalle requisizioni e rifusioni incorse durante i conflitti mondiali. Nel censimento della campane della parrocchia di Coredo, il parroco Rigotti, datandone la fabbricazione al 1600 circa, aggiungeva che la campana serviva anche "per allarmi notturni d'incendio" (17). La chiesa venne demolita nel 1948 (18). La proposta di demolire la chiesetta di S. Rocco venne già nel 1944 dallo stesso arciprete di Coredo, all'epoca don Emilio Tonidandel. L'archivio parrocchiale conserva infatti una lettera pervenuta al parroco dalla Curia principesco vescovile di Trento che disapprovava l'idea di abbattere l'antica chiesetta di S.Rocco e comunicava il divieto assoluto pronunciato dalla 'Sovrintendenza ai Monumenti e Gallerie della Regione'. Si legge infatti: "Essendosi in questa curia disapprovata l'idea di demolire l'antica chiesetta di S. Rocco per dar maggior spazio visuale alla nuova chiesa in costruzione, si contava sullo spirito d'ubbidienza della R.V che l'idea sarebbe morta e sepolta" (19). L'aspetto archittettonico - artistico della chiesa prima dell'abbattimento, traspare dalla breve descrizione di Giuliana Baldin nel libro "Coredo in Val di Non": "La facciata era semplice, quasi nuda, con andamento verticale, finiva ad angolo molto acuto ed era sormontata da una breve torre campanaria con bifore a sesto acuto sui quattro lati e cuspide ornata alla base da capitelli triangolari. Anche l'interno era semplicissimo, con abside a lesene sopra l'altare maggiore, il quale risaliva al 1743 ed era in stile barocco, in marmo bianco con ricca decorazione" (20). Note (1) Si trovano entrambe le denominazioni fin dal sec. XVI (2) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 148 (3) Cfr. G. CRISTOFORETTI, "La visita pastorale del cardinale Bernardo Clesio alla diocesi di Trento 1537 - 1538", Bologna 1989, p. 288; E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 147 (4) S. WEBER afferma invece: " [...] Nel 1579 aveva tre altari, il maggiore dedicato a S. Rocco, dei minori uno a S. Lorenzo e l'altro a S. Maria Maddalena, sui quali stavano alcune immagini di tutto rilievo, deformi e corrose [...]"; cfr. S. WEBER, "Le chiese della Val di Non nella storia e nell'arte", p. 81 (5) Archivio parrocchiale, 1, n. 80. Concedeva altresì un'indulgenza di 40 giorni per autorità del vescovo di Trento, ai penitenti che avrebbero visitato la chiesa, versando le elemosine nei giorni di S. Lorenzo e S. Maria Maddalena o nella loro ottava, in corrispondenza dei quali, ogni anno, si sarebbe celebrato l'anniversario della consacrazione. La pergamena specifica anche che l'altare dedicata a S. Maria Maddalena era collocato sulla destra mentre quello di S. Lorenzo sulla sinistra (6) S. WEBER specifica anche che gli altari vennero levati nel XVIII secolo; S. WEBER, "Le chiese della Val di Non nella storia e nell'arte", p. 76 (7) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1, cc. 28 - 44. Nello stesso 1742 i vicini, con grande disappunto dell'autorità vescovile si radunavano nella chiesetta di S. Rocco per tenere la regola. I decreti visitali stilati in occasione della visita 153 pastorale alla parrocchia di Coredo nel 1742 contenevano infatti la seguente ammonizione: "E perché con grave profanazione di questo sagro luogo e scandalo de buoni, li vicini vi si adunano per la regola, ponendovi anche biade, ed altro, che poi divise a sorte si distribuiscono, intervenendovi in tal occasione grandi strepiti e parole indecenti; perciò volendo levar tal abuso proibiamo a chiunque il congregarsi in detta chiesa per il suddetto fine di far regola, come pure a collocarvi biada, sotto pena di un ragneso per cadauno, d'applicarsi a detta chiesa, dando incombenza al venerabile arciprete per l'esecuzione di questo nostro commando [...]", Archivio aprrocchiale di Coredo, 9.1.1, c. 14v; la stessa ammonizione veniva ribaduta dall'autorità vescovile in occasione della visita del 1825, Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.1, c. 32 (8) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1, cc. 45 - 50 (9) Archivio parrocchiale di Coredo, 6.1.1 (10) Il patrimonio della chiesa constava di pochi beni immobili ed alcuni censi posseduti presso privati (11) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 95 (12) Due testamenti della metà del sec. XVII contengono dei legati a favore della fabbrica della chiesa di S. Rocco; cfr. i nn. 145 e 158 (13) Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 1, nn. 101, 109, 117 e 4.3.1. E' probabile che anche negli atti dei secc. XVI XVII (come è evidente in quelli del XVIII), visto che in documenti rogati nello stesso anno la stessa persona agiva anche in qualità di massaro della chiesa parrocchiale, venisse nominata la sola carica di sindico di S. Rocco, nel caso in cui il contratto riguardasse un immobile rientrante fra i possessi della chiesa figliale (14) Archivio parrocchiale di Coredo, 6.1.1 (15) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.5.2.1 (16) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.11, c. 356. A coprire le spese per il restauro doveva provvedere il Comune di Coredo, 9.1.3, c. 33v (17) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.13, c. 38 (18) G. BALDINI p. "Coredo in Val di Non [...]", p. 137 (19) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.5.1, c. del 7 feb. 1944 (20) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", pp. 137 - 138 154 serie 6.1 Urbari, 1744 - 1885 Contenuto La serie consta di un registro in discreto stato di conservazione, il cui impianto risale a don Luca Stefano Ferrari, parroco di Coredo dal 1731 al 1752; è da attribuire alla sua mano la stesura del documento iniziale del 1743, che decide in merito all'amministrazione di un capitale di 800 fiorini precedentemente fondato dalla famiglia Bombarda ed alla collocazione di un altare in pietra nella chiesa di S. Rocco, la compilazione del successivo "inventario de sagre suppeletili che s'arritrovano nella figliale di S. Rocco" stilato nel 1751 nonché delle rese di conto degli anni 1745 1746. E' invece da ascrivere ai successori parroci don Pietro Menghini e don A. Filippi la stesura delle rese di conto della chiesa fino al 1808. Don Giacomo Tolameotti e don Emilio Lorenzoni, parroci a Coredo rispettivamente negli anni 1825 - 1850, 1850 - 1886 fecero invece uso del registro tra il 1825 ed il 1885 per la registrazione dei cresimati. L'amministrazione del patrimonio della chiesa di S. Rocco era tenuta dal sindico della chiesa parrocchiale ed a partire dal 1809 i beni della chiesetta figliale erano stati incorporati a quelli della chiesa maggiore (1). Gran parte della documentazione relativa a S. Rocco si trova quindi nel sottofondo 'Chiesa parrocchiale'. Si rimanda agli inventari alla serie 'Urbari e inventari' ed in particolare alle unità 4.1.3, 4.1.4, 4.1.5, 4.1.6; gli inventari della seconda metà del sec. XIX sono invece nella serie 'Atti amministrativi' dello stesso sottofondo chiesa (4.3.11). Alla stessa serie si rimanda per i contratti di locazione, di compravendita, permuta, dazioni in pagamento e costituzione di censo dei secc. XVII - XVIII uniti 'ab origine' a quelli della chiesa parrocchiale (4.3.1, 4.3.4), per la documentazione relativa alla requisizione delle campane in occasione della I e II guerra mondiale (4.3.13). Alle serie 'Registri dei conti' (4.4) ed alla sottoserie 'Documenti di corredo' (4.5.2) si rimanda invece rispettivamente per le registrazioni di cassa (unità 4.4.1, 4.4.2, 4.4.3). e per alcune quietanze prodotte negli anni 1936 - 1939. Note (1) Per informazioni in merito all'amministrazione del patrimonio della chiesa si veda l'introduzione al sottofondo 'Chiesa di S. Rocco', Archivio parrocchiale di Coredo, 6 1 "Urbario, conti S. Rocco". "Liber confirmatorum, 1825 - 1885" (1) 1744 gennaio 7 - 1885 settembre 25 - Copia semplice di atto relativo alla soluzione della controversia sorta fra la comunità di Coredo e Giacomo Erlicher, sindico della chiesa di S. Maria e della figliale di S. Rocco, da una parte, e Giorgio Tommaso Bombardi "de Zuech ed Aureni" da Coredo, dall'altra, in merito alla costruzione di un altare marmoreo nella chiesa di S. Rocco ed all'amministrazione del capitale della chiesa stessa, [1744 gen. 7] - urbario della chiesa di S. Rocco, 1751 feb. 19 - [1750 circa] - copia semplice di atto relativo all'accordo raggiunto fra Giuseppe Tommaso Bombarda, erede di Giorgio Tommaso Bombarda da Coredo, da una parte, e Giovanni Nicola Keller, parroco di Coredo, dall'altra, in merito all'assegnazione alla chiesa di S. Rocco di 10 stabili del valore complessivo di 800 fiorini [1756 dic. 31] (2) - rese di conto della chiesa di S. Rocco, 1745 set. 29 - 1808 set. 30 - alla fine delle registrazioni: annotazione attestante l'incorporamento degli stabili e delle rendite della chiesa di S. Rocco con i beni della chiesa parrocchiale, [1809] 155 - registro dei cresimati, 1825 set. 2 - 1885 set. 25 (3) contiene fra l'altro, inserita: copia delle rese di conto dell'amministrazione delle rendite della chiesa di S. Rocco di Coredo con elenco delle spese sostenute dalla chiesa parrocchiale a favore della stessa chiesa di S. Rocco (4) (5) Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 86 n.n. Segnature precedenti: 2 B 1, V C 1 Note (1) L'intitolazione "Liber confirmatorum, 1825 - 1885" è stata aggiunta a registro capovolto (2) L'atto è inserito fra le registrazioni dell'urbario (3) Quasta parte è compilata a registro capovolto (4) Si tratta di un sottile registro senza coperta, costituito di 6 carte (5) L'elenco delle spese sostenute dalla chiesa parrocchiale a favore dell figliale di S. Rocco per gli anni 1738 - '39; 1750 - '51 è compilato su carta sciolta, inserita nel registro 156 serie 6.2 Quinternetti dei pagamenti, 1859 - 1878 Contenuto La serie consta di un sottile registro in buono stato di conservazione che registra dal 1859 al 1878 il pagamento di livelli in denaro sui capitali della chiesa di S. Rocco. 1 "Coredo chiesa di S. Rocco" 1859 - 1878 Quinternetto dei pagamenti Italiano, tedesco Registro, legatura in cart., cc. 6 n.n 157 subfondo 7 Benefici e legati, 1592 - 1966 Contenuto Il legato è un atto di disposizione testamentaria a titolo particolare, con la quale il testatore attribuisce a carico dell'erede e a vantaggio del legatario i beni dell'asse ereditario. Era molto comune la cessione di un bene all'erede con l'obbligo di far celebrare, con le relative rendite, un certo numero di messe in memoria del defunto o di provvedere con quel denaro ed altre volontà del testatore (beneficenza, manutenzione degli altari, acquisto di arredi, provviste di cera ed olio per la lampada del Santissimo ecc.). Il legato prende il nome di fondazione pia quando la destinazione dei beni è fatta in favore di una persona morale ecclesiastica con l'onere perpetuo, o per un tempo notevolmente lungo, di celebrare messe coi loro redditi annui o di compiere altre funzioni ecclesiastiche o determinate opere di carità e pietà. Durante il governo austriaco alcune disposizioni (decr. gov. 3 gennaio 1840, n. 30671; decr. aul. 13 dicembre 1841, n. 3128; circ. gov. 22 settembre 1843, n. 22667), attribuirono al curatore d'anime il compito di verificare l'esistenza di un regolare documento di fondazione e di controllare che il patrimonio fosse mantenuto intatto. Le fondazioni pie furono riconosciute anche dal Concordato fra Stato e Chiesa del 1929, purché fossero rispondenti alle esigenze religiose e purchè non ne derivasse onere finanziario per lo stato. Presso l'archivio parrocchiale di Coredo è conservata documentazione relativa a numerose fondazioni legatarie per la cui descrizione si rimanda all'introduzione delle rispettive serie. Una prima attenzione per la documentazione relativa ai legati della parrocchia di Coredo si riscontra durante il servizio di don Edoardo Endrici, parroco di Coredo dal 1887 al 1921, in coincidenza pare, degli studi storici che portarono alla redazione del libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche". E' attribuibile al suo intervento l'apposizione sul verso di alcune carte, specie quelle relative a lagati di cui si conserva il solo documento di fondazione con poco carteggio, la data di redazione ed un breve riassunto del contenuto. Ma è soprattutto don Giuseppe Rigotti, parroco dal 1929 al 1942, che in occasione del suo intervento di riordino dell'archivio parrocchiale, rivede gran parte della documentazione relativa ai legati, e gli attribuisce un'organizzazione archivistica più precisa e sistematica rispetto a quella del predecessore Endrici. E' opera sua l'inserimento del carteggio dei legati principali in cartelline rigide di colore nero e viola, riportanti sul dorso un'etichetta con la descrizione della tipologia degli atti ed il nome del legato. E' altresì attribuibile a don Rigotti la distinzione, operata per alcuni legati, fra documenti di fondazione e carteggio relativo da una parte e la documentazione di tipo amministrativo e prodotta in seno alla gestione del patrimonio dall'altra, organizzazione in più casi compromessa con interventi successivi di riordino e di spostamento di materiale archivistico. Parte della documentazione più antica dei legati della Primissaria e del legato Widmann (in particolare atti di costituzione di censo, di dazioni in pagamento, di locazione ed altri contratti agricoli), è stata rinvenuta, organizzata in mazzi (pare precedentemente al riordino di don Rigotti) in uno scatolone in cui si conservavano altri atti antichi di chiesa e beneficio, riportante all'esterno l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del sig. Romagna: "Materiale vario antico da catalogare, con pergamene". Con il presente ordinamento, nel rispetto dell'assetto archivistico dato alla documentazione in occasione del riordino più sistematico dell'archivio operato dal parroco Rigotti, ed alla luce di una congrua presenza, oltre a diversi fascicoli di carteggio, di urbari, registri dei conti e resoconti, si è deciso, per ragioni di chiarezza descrittiva e sull'esempio di quanto fatto per i sottofondi chiesa e beneficio, di strutturare il sottofondo 'Benefici e legati' in 6 serie, ciascuna 158 intitolata con il nome del legato o beneficio di cui conserva la documentazione, e quindi nelle sottoserie: 'Urbari e inventari', 'Atti amministrativi', 'Registri dei conti, 'Resoconti e documenti di corredo'. Nella serie 'Altri legati', sono invece confluiti isolati documenti di fondazione (in alcuni casi con poco carteggio di tipo amministrativo allegato), oltre ad un consistente fascicolo di atti notarili, in originale o in copia, estratti da testamenti di privati aventi per oggetto legati missari a favore di chiesa e beneficio, con l'onere della celebrazione di messe 'in perpetuum' e di legati con obblighi missari limitati ad un preciso numero di messe ed ad un determinato periodo di tempo. 159 serie 7.1 Registri dei legati, 1692 - 1731 Contenuto La serie consta di un solo registro impiantato nel 1692, anno in cui prese possesso della parrocchia di Coredo il parroco don Andrea "Preganella" di Livo. Il "Liber legatorum" raccoglie dal 1692 al 1730, la registrazione sommaria di legati pii e dell'eventuale loro adempimento (1), di cui si trova parziale testimonianza nella documentazione sciolta, costituita da disposizioni legatarie, estratte da testamenti di privati e conservata nel fascicolo intitolato "Legati pii" della serie 'Altri legati' (2). Note (1) Il parroco annotava l'avvenuto adempimento del legato e ne deppenneva il testo (2) Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 7.8.1.2 1 "Libro de legati che vengono da buoni cristiani lasciati in refrigerio de lor anime incominciando li 9 messe di febbraio 1692" (tit. int.) 1692 febbraio - 1731 ottobre, con annotazione del 5 maggio 1746 Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 44 n.n. Segnature precedenti: VI 1 160 serie 7.2 Beneficio Bombarda, 1676 -[1955] Contenuto Don Giovanni Michele Bombarda, nato a Coredo il 17 febbraio 1632, canonico della collegiata di Spittal an der Drau e beneficiato a Welz nell'Austria Superiore, con suo testamento del 29 settembre 1676 disponeva la fondazione di un beneficio ecclesiastico semplice, da erigersi nella chiesa di S. Rocco di Coredo, sotto l'invocazione di S. Michele arcangelo. Il beneficio veniva eretto canonicamente con documento di fondazione del 27 dicembre 1681 (1). Per la dotazione del beneficio il fondatore assegnava diversi beni stabili che possedeva a Coredo per eredità paterna, con parte di una casa ed alcuni censi fruttiferi; mandava inoltre al parroco di Coredo Francesco Bertoldi la somma di 4000 fiorini affinché venissero investiti nell'acquisto di stabili a favore del beneficio. Il diritto attivo di presentazione del beneficio ('ius presentandi') spettava al seniore della discendenza maschile di Giorgio Bombarda, fratello del fondatore, ed estinta quest'ultima passava alla linea maschile discendente dal fratello Romedio. Estinta anche questa il diritto veniva trasferito al sindico della chiesa parrocchiale di Coredo ed ai due regolani (2). Al godimento del beneficio venivano chiamati i discendenti del suddetto Giorgio, fratello del fondatore, ed estinta quest'ultima la discendenza dell'altro fratello Romedio, ed infine i parrocchiani di Coredo. Il beneficiato 'pro tempore', o il suo sostituto in caso di malattia o di sua assenza giustificata, celebrava 3 messe settimanali in suffragio dell'anima del testatore nella chiesa di S. Rocco, a condizione che di domenica e nei giorni festivi di precetto, o nei giorni feriali in cui venivano celebrate funzioni solenni o funebri, l'ora della messa non precedesse l' "ora decima dell'orologio germanico", se non con il beneplacito del parroco. Nel giorno dell'anniversario della morte del fondatore, il parroco celebrava una messa solenne; in cambio veniva versata un'elemosina di 3 "imperiali", dei quali 2 al parroco ed 1 alla chiesa parrocchiale. Al termine della funzione il fondatore disponeva una distribuzione di 6 moggi di pane di frumento alle porte del cimitero (3). Ogni anno il beneficiato pagava alla chiesa di S. Rocco 6 fiorini per l'uso dell'altare e delle suppellettili della chiesa. In occasione di tutte le processioni, nelle festività del Natale, della Pentecoste e dell'Invenzione della Santa Croce, il beneficiato rivestiva le vesti di diacono del parroco di Coredo; alla festa di S. Michele arcangelo "qual patrocinio del Benefizio" avrebbe cantato le litanie degli angeli. Tra gli oneri del beneficiato rientrava anche l'obbligo di versare 50 fiorini, ogni anno, alla festa di S. Martino, a titolo di stipendio ad uno studente della discendenza maschile di Giorgio Bombarda, fratello del fondatore (4); in mancanza di questo l'assegno veniva corrisposto nel giorno di S. Michele al parroco di Coredo, da impiegarsi nella manutenzione dell'altare presso il quale venivano celebrate le messe beneficiali e per l'acquisto di paramenti sacri. A seguito di aggiunte posteriori il beneficiato ebbe l'onere di celebrare altre due messe settimanali oltre alle tre originarie, l'una in suffragio dell'anima di don Bartolomeo Caldana, parroco di Stranich in Austria, e l'altra di don Giovanni Antonio Bombarda, parroco di Gallneikirchen (diocesi di Passau), consigliere del vescovo di Passau, e di Ottilia Bombarda vedova Gentili, in seguito alle loro donazioni che dal 1696 aumentarono il patrimonio del beneficio. Nel 1742 Giuseppe Tommaso Bombarda, agente in qualità di procuratore speciale di don Carlo Giuseppe Bombarda, beneficiato, otteneva dall'autorità ecclesiastica l'autorizzazione a recuperare tutti gli stabili del beneficio e di versare quale patrimonio beneficiale la somma di 10.000 fiorini (5). La proposta non ebbe comunque effetto per una serie di dissapori creatisi fra gli esponenti della famiglia Bombarda che nello stesso anno donava al beneficio una casa sita a Coredo, in località"al Piaz" (6). La famiglia Bombarda otteneva altresì l'autorizzazione di fondare un capitale di 500 fiorini a favore della chiesa di S. Rocco, i cui interessi, amministrati dal beneficiato, dovevano servire ad acquistare 161 paramenti e suppellettili sacre per la celebrazione delle messe legatarie, per la manutenzione degli altari e della sacrestia. Veniva altresì concesso alla famiglia di porre nella chiesa di S. Rocco un "sedile" e di costruirvi una sepoltura in mezzo alla chiesa. L'anno successivo in occasione della composizione di una controversia sorta fra la comunità di Coredo ed il sindico della chiesa parrocchiale e di S. Rocco da una parte e la famiglia Bombarda dall'altra in merito all'amministrazione di un capitale di 800 fiorini precedentemente fondato dalla famiglia ed alla volontà espressa da quest'ultima di collocare un'altare in pietra con l'apposizione dell'arma gentilizia, venne stabilito che 400 fiorini venissero amministrati dal beneficiato Bombarda e gli altri 400 dal sindico della chiesa, con la supervisione del parroco, del sindico e del seniore della famiglia. Il documento aggiungeva che "l'interessi de quali capitali tutti saranno impiegati per sacri utensili, adobbo dell'altare, coperto della sacristia e chiesa e muri occorrendo". Della gestione del suddetto capitale il beneficiato ed il sindico dovevano rendere conto a San Michele di ogni anno al parroco coll'intervento dei regolani e del seniore della famiglia. Nella "composizione" si stabiliva che il parroco doveva ricevere dal parroco 'pro tempore' le chiavi dell sacrestia della chiesa di S. Rocco. Alla famiglia venne anche concessa l'autorità vescovile di erigere l'altare di pietra "in un sito sotto la palla dove riuscirà più a proposito un cartello colla seguente iscrizione: "Altare renovatum expensis prenobilis Familia Bombardi donatum ecclesia filiali et communali Coredi sub invocatione Sancti Rochi" (7). Nel 1756 in, seguito ad un accordo raggiunto fra Giuseppe Tommaso Bombarda, erede di Giorgio Tommaso Bombarda da Coredo da una parte, ed il parroco del paese Giovanni Nicolò Keller dall'altra, il capitale di 800 fiorini precedentemente assegnato alla chiesa di S. Rocco, venne sostituito da 10 stabili dello stesso valore (8) (9). Note (1) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1, cc. 1 - 8 (2) Il fondatore esprimeva il desiderio che il diritto di patronato sul beneficio rimanesse separato da quello della parrocchia e della cappellania (3) Ai cantori veniva riservata una triplice porzione (4) Lo stipendio veniva pagato a partire dal decimo anno d'età, per la durata di 10 anni (5) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1, cc. 28 - 44. Cfr anche E. ENDRICI, "Coredo Nell'Anaunia [...]", p.161. (6) La casa beneficiale venne venduta nel 1912, cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.2, c. 467 (7) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1, cc. 45 - 50 (8) Archivio parrocchiale di Coredo, 6.1.1 (9) Il carteggio contenuto nel fascicolo cui su fa riferimento nella nota (7), documenta anche l'esistenza di un legato consistente in 2 campi siti a Coredo, lasciato da Giovanni Michele Bombarda, nipote del fondatore, in data 29 agosto 1719 al sindico della chiesa parrocchiale di Coredo, che disponeva l'erezione di un altare "nella cappella della medesima chiesa nuovamente eretta dirimpetto all'uscio della sacristia". Il fondatore disponeva altresì che dalla sua eredità venissero devoluti alcuni beni "in ragione di primogenitura" in favore dei discendenti maschi di Giorgio Tommaso Bombarda, quindi di Barbara Ottilia sua sorella e moglie del notaio Giovanni Michele Widmann, quindi della figlia Barbara, ed estinte quest'ultime alla comunità di Coredo, con l'onere di far celebrare ogni settimana da un sacerdote della stessa linea o dal primissario presso l'altare eretto dal testatore due sante messe. Sorta negli anni successivi una controversia fra gli eredi del suddetto Giovanni Michele Bombarda e la comunità di Coredo, in merito al luogo in cui collocare l'altare, si arrivò ad un aggiustamento con l'intervento del parroco di Taio ed il curato di Rallo. Si decise di collocare l'altare "nella parte Bombarda" della cappella di fronte a quella destinata "cioè da quella parte ove ora si trova l'uscio della sacrestia con obligo che la comunità faccia a spese della medesima comunità e così anco dalla parte di essi 162 signori eredi Bombardi come convicini dell'istessa comunità e non altrimenti far levar l'uscio di detta sacristia dal sito ove di presente si trova e farlo collocare più in giù verso il pulpito in ristretto farlo aggiustare da periti in modo e forma tale che possi ivi in detta capella comodamente entrare detto altare [...]". Da una supplica del parroco Pietro Preganella all'autorità vescovile del 20 maggio 1731, che lamentava fra le altre cose la negligenza degli eredi di Giovanni Michele Bombarda nonché del fondatore del Beneficio nell'adempiere gli oneri lagatari, si apprende che l'altare non era ancora stato finito e che le due messe settimanali venivano celebrate su altro altare. Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 7.2.2.1, c. 13 - 14. Nel 1883 l'altare venne trasportato in canonica (cfr. S. WEBER, "Le chiese della Valle di Non nella storia e nell'arte", p. 77). 163 sottoserie 7.2.1 Urbari e inventari, 1681 - 1925 Contenuto La serie consta di un registro (unità 7.2.1.1) in buono stato di conservazione nonostante l'impianto antico, risalente alla data in cui veniva ufficialmente istituito il beneficio Bombarda (27 dicembre 1681). Gli inventari raccolti nel fascicolo di cui all'unità 7.2.1.2, seppure con ordine ed articolazione diversi a seconda dell'epoca di compilazione, forniscono i dati relativi ai capitali attivi posseduti dal beneficio presso fondi pubblici, comuni, corporazioni e privati, ai capitali passivi, alle realità con prospetti finali riassuntivi del patrimonio e delle spese fisse annuali. Gli inventari più recenti contengono anche notizie in merito alla fondazione del beneficio, specificando nome del fondatore, data del documento di fondazione e della relativa approvazione, del patronato, di eventuali incrementi del beneficio posteriori all'erezione, ecc. 1 "Urbario delli beni stabili et affitti francabili del venerabile beneficio ecclesiastico Bombarda sotto la denominatione di S. to Michele Archangelo fondato nella cappella di S.to Rocco figliale della chiesa parochiale di S.ta Maria di Coredo sotto li 27 del mese di dicembre dell'anno 1681[...]" (tit. int.) 1681 dicembre 27 - sec. XVII ex. - All'inizio: "aggravi del beneficio": elenco degli oneri gravitanti sul beneficio, [1681 dic.]; - circa alla fine: rimando "alli instromenti publici rogati dal quondam sig. Pietro Antonio Brentonico [...]" in base ai quali è stato stilato l'urbario, ed autentica del notaio Maurizio Bombarda di Coredo, [post 1681 dic. 27]; - alla fine: invito ai debitori che si affrancano dall'onere di pagare affitti al beneficio a sottoscriversi nell'urbario, [post 1681 dic. 27] Italiano Registro, legatura in cart., cc. 32 Segnature precedenti: VII A 8 1 b. 1 Inventari del beneficio Bombarda 1767; 1827; 1865 - 1866; 1912; 1925 Italiano Fascicolo, n.n. 9, cc. 52 Segnature precedenti: VII A 8 164 sottoserie 7.2.2 Atti amministrativi, 1676 - [1955] Contenuto La serie consta di cinque fascicoli, tre dei quali contrassegnati da un'intitolazione originaria, e parzialmente riconducibili a precedenti riordini dell'archivio. Al momento del presente lavoro di ordinamento ed inventariazione dell'archivio parrocchiale la documentazione contenuta nel fascicolo, di cui all'unità 7.2.2.1, era per gran parte conservata nel fascicolo "Documenti del beneficio don Giorgio Bombardi" (1) riconducibile all'organizzazione impressa all'archivio dal parroco don G. Rigotti. Esso conteneva documentazione relativa sia allo stipendio don Giorgio Bombarda eretto nel 1751, sia al beneficio ufficialmente fondato nel 1681 da don Giovanni Michele Bombarda, quest'ultima inserita a sua volta in un sottofascicolo costituito da un cartellina in cartone rigido riportante l'intitolazione "Beneficio Bombarda". Dopo aver constatato l'assenza di un vincolo archivistico nella formazione del fascicolo, dettata pare dalla necessità di condizionare e sistemare frettolosamente la documentazione dei legati, si è deciso di estrarre il sottofascicolo con la documentazione più antica del beneficio, e di collocarlo nella sottoserie 'Atti amministrativi' del beneficio Bombarda. I fascicoli di cui alle unità 7.2.2.2 e 7.2.2.3, le cui intitolazioni riprendono quelle apposte fra la fine del XIX secolo ed il primo ventennio del secolo successivo da mani diverse su fascette di cartone rigido, conservano il primo documentazione relativa all'amministrazione del patrimonio del beneficio, a contratti agricoli, ai lavori apportati agli immobili del beneficio, ed il secondo documentazione relativa alla figura del beneficiato, alla sua elezione con gli atti di consegna, alle cause sorte in merito a quest'ultima, all'assegnazione dello stipendio ecc. Gran parte delle carte attualmente contenute nei due fascicoli, sono state rinvenute frammiste a quelle di altri enti ed amministrazioni gravitanti attorno alla parrocchia, talora in carte singole, in alcuni casi invece aggregate in pratiche più articolate. I fascicoli di cui alle unità 7.2.2.4 e 7.2.2.5 sono da attribuire a precedenti ordinamenti dell'archivio; seppure privi di intitolazione originaria e conservati avvolti in una delle carte che ne costituiva il contenuto, sono state considerate unità autonome dai restanti fascicoli con la documentazione del legato. Note (1) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.3.1.1 1 b. 1 "Beneficio Bombarda" (1) 1676 - 1790 "Copia della fondazione del beneficio" (1676), estratti dell'atto di fondazione, copia dell'atto di conferma dell'erezione del beneficio da parte del vescovo Felice Alberti d'Enno, copie autentiche delle transazioni raggiunte fra la comunità di Coredo e gli eredi Bombarda e dei decreti vescovili circa l'erezione e la collocazione dell'altare intitolato alla famiglia Bombarda, al suo mantenimento, all'amministrazione del capitale del legato, all'assegnazione alla famiglia dei banchi e della sepoltura nella chiese parrocchiale e di S. Rocco, copia autentica della transazione raggiunta nel 1754 fra Giuseppe Tommaso Bombardi ed il beneficiato Valentino Bombarda circa la surrogazione dei beni beneficiali ecc., suppliche dei parroci di Coredo all'autorità vescovile circa i diritti spettanti al parroco ed alle chiese di Coredo secondo il testamento del fondatore, carteggio vario degli amministratori del beneficio, dei beneficiati e degli eredi Bombarda con l'autorità vescovile in merito alla gestione del patrimonio del legato, elenco dei "baptizati" della famiglia Bombarda fra il 1569 ed il 1830 ecc. 165 Italiano, latino Fascicolo, cc. 136 Note (1) Si tratta di un fascicolo probabilmente costituito tra la seconda metà del sec. XVII e la seconda metà del sec. XVIII, che pare contenesse in origine contratti di affittanza, come attesta l'intitolazione originaria: "Affitti col n° 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10". La coperta del fascicolo è stata successivamente utilizzata, probabilmente da don E. Endrici che ha apposto l'intitolazione recente, per contenere la parte più antica del carteggio sul beneficio Bombarda 2 b. 1 "Carte diverse spettanti al Beneficio Bombarda di Coredo" 1810 - 1945 Prospetti, elenchi e stime del patrimonio del beneficio, estratti tavolari, contratti di mutuo ipotecario, di affittanza e di compravendita con carteggio ed atti relativi, preventivi, quietanze e carteggio ed atti relativi ai lavori di restauro apportati alla casa beneficiale ed alla vendita di quest'ultima, fassioni per la commisurazione dell'equivalente d'imposta, carteggio ed atti relativi al pagamento dell'imposta fondiaria, dell'imposta sulle rendite di ricchezza mobile e sulla commisurazione della congrua spettante al beneficiato, quietanze relative alle somme versate al cassiere comunale per steure gravitanti sul beneficio per gli anni 1891 - 1902 contiene fra l'altro: resoconti e conti intercalari del beneficio Bombarda con carteggio ed atti relativi, 1832 - 1890 (1) Italiano, latino Fascicolo, cc. 549 Note (1) Sono presenti solo i resoconti per gli anni 1831/1832, 1866/1868, l'estratto del conto per gli anni 1864/1865 ed il conto intercalare per il periodo 1890 maggio 1 - 1890 luglio 20 3 b. 1 "Beneficio Bombarda" 1827 - 1929 Atti di consegna delle temporalità del beneficio, carteggio relativo alla nomina del beneficiato ed alla celebrazione delle messe gravitanti sul beneficio, all'assegnazione dello stipendio ed al pagamento di quest'ultimo, decreto del vescovo C. Endrici conferente al beneficiato Bombarda l'onere della cura d'anime quale ausiliario del parroco di Coredo, ecc. Fascicolo, cc. 103 4 b. 1 Lettere di Giuseppe ed Enrico Bombarda indirizzate a Emanuele Sicher, beneficiato Bombarda, riguardanti l'amministrazione del patrimonio del beneficio (1) 1906; 1911 - 1913 Fascicolo, cc. 14 Note (1) Don Emanuele Sicher fu cooperatore e beneficiato Bombarda dal 1890 al 1921 5 b. 1 Alberi genealogici, ricerche e appunti sui legami parentali della famiglia Bombarda (1) [1852 - 1955] (2) Italiano Fascicolo, cc. 58 166 Note (1) Alcuni appunti sono annotati sul verso di carte riportanti relazioni stilate in occasione di conferenze del clero diocesano (2) L'estremo cronologico iniziale coincide con l'anno in cui si suppone sia stato stilato il primo albero genealogico contenuto nel fascicolo; esso pare di mano del parroco E. Lorenzoni che annota l'ultimo nato nel 1852. L'estremo cronologico finale è stato desunto dall'ultimo anno di servizio di don E. Tonidandel; pare infatti che la documentazione contenuta nel fascicolo, non datata, sia stata prevalentemente prodotta da quest'ultimo 167 sottoserie 7.2.3 Diari delle messe, 1757 - 1866 Contenuto La serie consta di tre registri in discreto stato di conservazione, in cui si conserva la registrazione delle messe beneficiali Bombarda celebrate nella chiesetta di S. Rocco di Coredo dal 1757 al 1866. I registri di cui alle unità 7.2.3.1 e 7.2.3.3 riportano rispettivamente, sul piatto anteriore della coperta, le intitolazioni originarie "Diarium missarum ecclesie S. Rochi" e "Diarium SS. missarum celebratarum in ecclesia fil(iali) S. Rochi ab anno ecc(lesiastico) 1831/1832 usque ad ecc.", contemporanee pare, ai titoli interni che attestano l'uso del diario da parte del beneficiato Bombarda 'pro tempore'. Questo lascia pensare che nella chiesa figliale, demolita nel 1948 (1), venissero celebrate, almeno nell'arco cronologico coperto dalle registrazioni, solo le messe gravanti sul beneficio fondato nel 1676 da Giovanni Michele Bombarda di Coredo. La loro collocazione nella serie 'Diari delle messe' del Beneficio Bombarda, trova quindi giustificazione nell'esclusivo uso fattone dai beneficiati Bombarda 'pro tempore'. In base alla volontà del fondatore il beneficiato Bombarda 'pro tempore', o il suo sostituto, celebrava 3 messe settimanali in suffragio dell'anima del testatore nella chiesa di S. Rocco, a condizione che di domenica e nei giorni festivi di precetto, o nei giorni feriali in cui venivano celebrate funzioni solenni o funebri l'ora della messa non precedesse l' "ora decima dell'orologio germanico". Nel giorno dell'anniversario della morte del fondatore il parroco celebrava una messa solenne. A seguito di aggiunte posteriori il beneficiato ebbe l'onere di celebrare altre due messe settimanali oltre alle tre originarie, l'una in suffragio dell'anima di don Bartolomeo Caldana, parroco di Stranich, in Austria, e l'altra di don Giovanni Antonio Bombarda, parroco di Gallneikirchen, consigliere del vescovo di Passau, e di Ottilia Bombarda vedova Gentili, in seguito alle loro donazioni che dal 1696 aumentarono il patrimonio del beneficio. A partire dal 1838 si susseguirono gli indulti vescovili che concedevano al beneficiato la facoltà, per periodi limitati, di celebrare le messe beneficiali in altre chiese della provincia (2). Scorrendo la registrazione delle messe legatarie celebrate nella chiesa parrocchiale di Coredo, si evince che, a partire dall'ultimo decennio del XIX secolo, in coincidenza con la nomina a beneficiato di don Emanuele Sicher, cooperatore del parroco E. Endrici, parte delle messe beneficiali venivano celebrate nella chiesa parrocchiale; lo testimonia la dispensa dalla località, datata 24 luglio 1890, concessa per un triennio dall'Ordinariato vescovile al beneficiato Bombarda, in modo che tutte le domeniche e feste di precetto celebrasse la messa nella chiesa parrocchiale anziché nella chiesetta di S. Rocco specificando che la decisione veniva presa "per comodità dei fedeli", e che "nei giorni feriali però, almeno qualche giorno in settimana, celebrerà a S. Rocco" (3). Note (1) Per informazioni più dettagliate sulla chiesetta di S. Rocco, si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Chiesa di S. Rocco', Archivio parrocchiale, 6 (2) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.3.3 (3) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.3, cc. 76 - 77 1 "Diarium missarum benficialium Bonbardi quae celebrantur in ecclesia S. Rochi incipiens ab anno 1757 ut sequitur" 168 (tit. int.) (1) 1757 gennaio 3 - 1795 aprile 30 Sul recto del piatto anteriore della coperta: nota del parroco Giovanni Nicola Keller relativa agli oneri missari gravanti sul beneficiato Bombarda 'pro tempore' (o sul suo sostituto), 1768 lug. 14 alla fine delle registrazioni: nota del cappellano Romedio Widmann relativa alle messe celebrate per il beneficio Bombarda (in qualità di sostituto del beneficiato Francesco Inama) ed all'elemosina ricevuta, 1795 apr. 30 verso la fine: "Inventario delle sacre supeletili che li 30 settembre 1774 ho ritrovate nella chiesa figliale di S. Rocco", [1774 set. 30] (con annotazioni del 26 set. 1777 e del 10 ago. 1779) sul verso dell'ultima carta del registro: annotazione relativa alla dotazione di biancheria nella chiesa di S. Rocco ?, 1771 mag.13 Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 176 n.n. Segnature precedenti: IV A Note (1) Sulla coperta: "Diarium missarum ecclesiae S. Rochi" 2 "Diarium missarum beneficialium Bombardi, quae celebrantur in ecclesia Sancti Rochi Coredi incipiens ab anno 1796 ut sequitur" 1796 aprile 7 - 1815; 1827 novembre 18 - 1832 giugno 16 Alla prima carta: "Prospetto delle messe legatarie e benefiziali da celebrarsi in questa figliale di S. Rocco", [1796] (1) a metà circa: annotazione alludente a non meglio specificato "lacrimabile tempus" per il beneficio, con rimando alle registrazioni del 1827, [1827] alla fine: "Inventario delle sacre suppellettili ritrovate nella chiesa figliale di S. Rocco fatto presente dal rev. parroco Pietro Menghini e don Romedio Rizzardi vicebeneficiato ai 29 agosto 1796", [1796 agosto 29] con annotazioni fino al 18 mag. 1803 Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 58 (num. orig. parziale) Segnature precedenti: IV 4 Note (1) Nel prospetto vengono indicati i giorni dell'anno in cui il parroco di Coredo è tenuto a celebrare la messa per il beneficio Bombarda ed il numero di messe annuali a carico del beneficiato 3 "Diarium ss. missarum celebratarum in ecclesia fil(iali) S. Rocchi ab anno ecc(lesiastico) 1831/32 usque ad, ecc" 1831 ottobre 18 - 1866 novembre 28 Diario delle messe del beneficio Bombarda alla prima carta: nota relativa all'investitura del beneficio Bombarda conferita a don Francesco Inama dal vescovo Francesco Luschin in data 2 agosto 1831, [post 1831 ago. 2]; nota relativa all'indulto concesso in data 19 agosto 1830 dal vescovo Francesco Luschin a don Francesco Inama, neobeneficiato Bombarda, per astenersi dal 2 agosto 1831 al 2 agosto 1832 dall'espletamento degli oneri legati alla condizione beneficiale, ed alla successiva nomina di don Giuseppe Inama a suo sostituto [post 1831 ago. 19] verso l'inizio: nota relativa alla nomina di don Francesco Sicher a sostituto beneficiato Bombarda, 1837 giu. 14; nota relativa a indulto vescovile concesso in data 26 febbraio 1838 febbraio per la celebrazione della messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di Villa Lagarina sino al 22 aprile 1839 [post 1838 feb. 26]; nota relativa a indulto vescovile concesso in data 26 febbraio 1840 per la celebrazione della messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di Tassullo sino al 27 aprile dello stesso anno, [post 1840 feb. 26]; nota relativa a indulto vescovile concesso in data 29 gennaio 1841 per la celebrazione della messa beneficiale nelle chiese parrocchiali di Arsio e Castelfondo sino al 18 aprile dello stesso anno, [post 1841 gen. 29] 169 verso la metà: nota relativa alla concessione conferita al beneficiato Bombarda di celebrare temporanemente la messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di Taio, [post 1852 dic. 15]; nota relativa a indulto vescovile concesso in data 17 dicembre 1854 per la celebrazione della messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di Tassullo, [post 1854 dic. 17]; nota relativa a indulto vescovile concesso in data 14 febbraio 1857 per la celebrazione della messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di Malé, [post 1857 feb. 14]; nota relativa a indulto vescovile concesso in data 10 febbraio 1858 per la celebrazione della messa beneficiale nelle chiese parrocchiali di Taio e Torra, [post 1858 feb. 10]; nota relativa a indulto vescovile concesso in data 17 febbraio 1859 per la celebrazione della messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di Tione, [post 1859 feb. 17]; verso la fine: nota relativa a indulto vescovile concesso in data 14 febbraio 1860 per la celebrazione della messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di Calavino, [post 1860 feb. 14]; Latino Registro, legatura in cart., cc. 156 n.n. Segnature precedenti: IV 9 170 serie 7.3 Stipendio Giorgio Bombarda, 1896 - 1918 Contenuto Don Giorgio Bombarda, nato a Coredo il 5 maggio 1670, decano di Enns nell'Austria Superiore, fondò nel 1751 due stipendi cui avevano diritto i discendenti del fondatore, residenti a Coredo. 171 sottoserie 7.3.1 Atti amministrativi, 1896 - 1918 Contenuto La serie consta di un solo fascicolo, del quale, in occasione del presente ordinamento, si è tentato di ricostruire la probabile consistenza originaria, riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla documentazione dal parroco don G. Rigotti (1929 - 1942). A seguito di successivi interventi sull'archivio parrocchiale infatti, gran parte della documentazione relativa allo stipendio venne frammista a quella del beneficio fondato da don Giovanni Michele Bombarda e di altre amministrazioni gravitanti attorno alla parrocchia (1). Note (1) Al momento del presente ordinamento dell'archivio la documentazione contenuta nel fascicolo constava solo di due alberi geneaologi, prodotti in occasione del conferimento dello stipendio 1 b. 1 "Documenti del Beneficio don Giorgio Bombardi" 1896 - 1918 Carteggio del parroco di Coredo e di un privato con il Capitanato distrettuale di Cles e la Luogotenenza di Linz in merito al conferimento dello stipendio, alberi genealogici Fascicolo, cc. 18 172 serie 7.4 Primissaria, 1700 - 1966 Contenuto La fondazione della Primissaria comunale ebbe inizio nel 1700, anno in cui Sicher Maddalena fu Antonio nel suo testamento rogato in data 15 maggio, cedeva alla magnifica Comunità di Coredo il diritto di esigere 7 censi, per un totale di 400 ragnesi, a condizione che quest'ultima eleggesse 'in perpetuum' un sacerdote della vicinia, che celebrasse "de mane" la messa prima nella chiesa di S. Maria, tutti i giorni festivi, a cominciare dal mese di maggio fino al giorno di S. Andrea apostolo. Nel caso in cui non fosse disponibile un sacerdote appartenente alla vicinia, l'onere missario sarebbe stato soddisfatto dal parroco 'pro tempore' di Coredo. La fondazione era aggravata di 56 messe da celebrarsi in suffragio dell'anima della testatrice, dei suoi congiunti e del defunto parroco di Coredo Francesco Bertoldi, suo benefattore. Per ogni messa veniva corrisposta al celebrante un'elemosina di 2 troni e 2 crucigeri (1). "Il comune pagava dalla cassa comunale al sacerdote che diceva la messa prima 50 fiorini" (2). Al legato di Maddalena Sicher ne seguirono altri, tutti con l'onere di messe (3). Tra i legati più importaneti troviamo quello di Giovanni Michele Bombarda che, con testamento rogato in data 29 agosto 1719, oltre all'erezione di un altare "nella cappella della medesima chiesa nuovamente eretta dirimpetto all'uscio della sacristia", disponeva che alcuni beni costituenti la sua eredità venissero devoluti "in ragione di primogenitura" in favore dei discendenti maschi di Giorgio Tommaso Bombarda, quindi di Barbara Ottilia sua sorella e moglie del notaio Giovanni Michele Widmann, quindi della figlia Barbara, ed estinte quest'ultime alla Comunità di Coredo con obblighi missari a carico del Primissario. Il beneficiario dell'eredità doveva far celebrare ogni settimana da un sacerdote della stessa linea o dal Primissario due sante messe presso l'altare eretto dal testatore, con l'elemosina di 2 troni e 13 ragnesi per cadauna messa. Note (1) Cfr. il documento di fondazione, 7.4.2.1, cc. 1 - 6 (2) E. ENDRICI, Coredo nell'Anaunia [...]", p. 164 (3) Generalmente i testatori lasciavano alla fondazione dei terreni, o il diritto di esigere censi, chiedendo in cambio la celebrazione di ss. messe in suffragio della loro anima e di quella dei loro parenti 173 sottoserie 7.4.1 Urbari, 1700 - 1925 Contenuto La serie consta di un unico registro in buono stato di conservazione. L'intitolazione apposta sulla prima carta da don Luca Stefano Ferrari, parroco di Coredo dal 1731 al 1752, che iniziò nel 1750 la compilazione dell'urbario, ne riassume in breve il contenuto. Numerose sono le aggiunte posteriori, fino al secondo decennio del XX secolo, relative generalmente a legati disposti a favore della Primissaria e ad affrancazioni dall'onere di pagamento di livelli. Da mettere in rilievo sono anche le aggiunte posteriori del parroco don E. Endrici che nel 1908 oltre all' "inventario dei beni mobili e stabili spettanti alla Primissaria di Coredo" vi stilò l'urbario della Congregazione di carità, elencando gli oneri gravanti sull'ente ed i capitali in suo possesso (1). Intorno al 1910 lo stesso Endrici scriveva: "Presentemente la Primissaria ha un patrimonio tra capitali e beni stabili di 4500 corone. Le rendite del fondo servono per la celebrazione di s. messe in suffragio dei fondatori" (2). Note (1) Cfr. anche Archivio della Congragazione di carità di Coredo, 1 (2) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 164 1 "Urbarium, iurium, stabilium ac legatorum spectantium ad venerabilem primissariam Coredi, confectum me Luca Stephano Ferrari de Enno pro tempore, parocho ac decano foraneo" 1700 maggio 15 (copia) - sec. XVIII ex. ; 1850; 1863; 1908; 1914; 1925 All'inizio, su carta non numerata: atto notarile relativo alla disposizione data dal parroco di Coredo di redigere l'urbario dei beni della primissaria, 1750 set. 29; alle pp. 1 - 3: copia semplice del testamento di Maddalena del fu Antonio Sicher da Coredo, fondatrice del legato della primissaria, 1700 mag. 15 dopo la metà: "urbario della Congregazione di carità di Coredo fatto nell'anno 1908", [1908] (1) sull'ultima carta scritta del registro: annotazione del parroco Edoardo Endrici relativa all'acquisto di un nuovo urbario per la congregazione di carità con rimando al nuovo registro per l'elenco dei suoi capitali, stilato nel 1910, [1910] Italiano Registro, legatura in pelle, cc. 57 (num. orig. parziale) Segnature precedenti: VII B 3 174 sottoserie 7.4.2 Atti amministrativi, 1700 - 1942 Contenuto La sottoserie 'Atti amministrativi' della Primissaria consta di cinque unità di originaria costituzione. Gli atti contenuti nei fascicoli, di cui alle unità 7.4.2.1, 7.4.2.2, 7.4.2.3, costituenti la documentazione più antica relativa al legato, erano raccolti, precedentemente al presente lavoro di riordino ed inventariazione, in tre mazzi conservati, insieme ad altra documentazione relativa alla chiesa ed al beneficio parrocchiale, in uno scatolone riportante all'esterno l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del sign. Romagna:"Materiale vario antico da catalogare, con pergamene". Si tratta di originali e copie di legati che dal 1700, anno in cui venne istituita la fondazione, andarono progressivamente a costituirne il patrimonio, di atti di costituzione di censo, contratti di locazione, dazioni in pagamento ed inventari del legato. Ciascun atto riporta sul verso la data di redazione, la natura dell'atto e le parti contraenti. I fascicoli di cui alle unità 7.4.2.4 e 7.4.2.5 sono da ricondurre rispettivamente agli interventi di riordino dell'archivio operati dai parroci don E. Endrici (1887 - 1921) e don G. Rigotti (1929 - 1942). Entrambi, seppure coprendo periodi cronologici diversi, raccolgono documentazione prodotta in seno all'amministrazione ed alla gestione del patrimonio della fondazione, ed in particolare relativa al pagamento delle imposte, ed ancora contratti di mutuo ipotecario e carteggio relativo, comunicazioni provenienti dall'Ordinariato vescovile ecc. Da mettere in rilievo è la presenza, nel primo, di due scodirolli della prima metà del XIX secolo, in cui vennero annotate le rendite provenienti dal pagamento di livelli in grano e denaro. 1 b. 1 Originali, copie autentiche e semplici di donazioni, legati pii ed adempimenti legatari a favore della Primissaria di Coredo 1700 - 1759 Italiano, latino Fascicolo, cc. 48 2 b. 1 Originali e copie autentiche di atti di costituzione di censo a favore della Primissaria di Coredo 1702 - 1799 Italiano, latino Fascicolo, cc. 113 3 b. 1 Documenti riguardanti la Primissaria di Coredo 1706 - 1764 Originali e copie autentiche di contratti di locazione di beni immobili della Primissaria, di dazioni in pagamento ad estinzione di debiti contratti con quest'ultima, inventario dei beni e delle rendite del legato Italiano, latino Fascicolo, cc. 33 175 4 b. 1 "Riguardano la Primissaria [...]" (1) 1803 - 1860 (con annotazioni fino al 1870 circa) Documenti di mutuo ipotecario con carteggio ed atti relativi, "elenco dei documenti dei capitali presso privati della Primissaria di Coredo [...]" (2), "nozioni della Commissione distrettuale per lo svincolamento della gleba [...]" (3), elenchi dei "debitori livellari" della Primissaria e dei livelli affrancati", "Memoria delle s. messe lette per la Primissaria dal primisaro don Giusppe Inama [...]", disposizione dell'Ordinariato vescovile che decreta l'assegnazione di uno stipendio triennale al cappellano da prelevarsi dal fondo primissariale ecc. contiene fra l'altro: "Scodirollo delle rendite del fondo della Primissaria del Comune di Coredo scaduta a San Michele 1843 [...], 1844 - 1845; "Scodirollo delle rendite del fondo della Primissaria del Comune di Coredo [...] degli anni 1847 e 1848", 1844 - 1850 (4) Italiano Fascicolo, cc. 86 Note (1) L'intitolazione è stata desunta dal verso della carta, contenento l' "ellenco di tutti i capitali esistenti presso privati, di ragione della Primissaria di Coredo", che raccoglieva originariamante la documentazione contenuta nel fascicolo (2) Sono presenti più elenchi stilati in periodi diversi (3) Si tratta di documentazione prodotta in occasione di affrancazione dall'obbligo di pagamento di censi e affitti (in questo caso di privati verso la Primissaria). Il parroco vi annotava spesso anche il nome di chi veniva in seguito reinvestito dello stesso censo e l'ammontare di quest'ultimo (4) Si tratta di due sottili registri che riportano: l'elenco dei dei debitori in grano per affitti o livelli, dei debitori in denaro per interessi dei capitali, la data del pagamento nonché la somma di denaro o la quantità di grano corrisposti 5 b. 1 "Documenti della Primissaria" 1870 - 1942 Documenti di mutuo ipotecario con carteggio ed atti relativi, contratti di permuta e di affittanza, estratti tavolari, carteggio ed atti relativi al pagamento dell'imposta sulle rendite e dell'equivalente d'imposta, comunicazioni dell' Ordinariato vescovile circa l'impiego della rendita della Primissaria per la celebrazione di ss. messe ecc. Italiano Fascicolo, cc. 75 176 sottoserie 7.4.3 Registri della rese di conto, 1746 - 1834 Contenuto La sottoserie 'Registri delle rese di conto' della Primissaria di Coredo consta di due registri in discreto stato di conservazione. Da rilevare è la presenza, nel registro più antico (7.4.3.1), dei resoconti del Fondo S. Anime per gli anni 1751 - 1824, che testimoniano l'esistenza, almeno per questo arco di tempo, di un "sindico della Primissaria e sovrastante all'elemosina che si racoglierano da fedeli delle S. Anime". Dai registri si evince che le rese di conto, redatte annualmente dai sindici (amministratori del patrimonio della fondazione), venivano presentate almeno fino al 1834 al parroco presso la canonica, al quale in tale occasione veniva esibito anche il diario delle messe tenuto dal primissario. Dal 1841 ne è invece accertata la redazione presso la cancelleria Comunale, in presenza del capo-comune (al quale competeva la revisione e liquidazione), del parroco e del cassiere. Si segnala inoltre la presenza, nel registro più recente, di un "inventario dei beni stabili e mobili spettanti alla Primissaria di Coredo", compilato dal parroco Emilio Lorenzoni con aggiunte successive di don E. Endrici che, nel 1910, ne redigeva copia aggiornata sull'urbario della fondazione (1). Note (1) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.1.1 1 "Libro delle S. Anime più della Premi[ssa]ria. Primissaria, conti dal 1746 al 1827" 1746 ottobre 4 - 1834 settembre 29 - Rese di conto della Primissaria, 1746 ott. 4 - 1815 set. 29; 1820 set. 29 - 1834 set. 29 (1) (2) - rese di conto del fondo S. Anime del Purgatorio, 1751 apr. 24 - 1824 [set. 29] (3) sul verso del piatto anteriore della coperta: quietanza rilasciata dal convento di S. Antonio di Cles attestente il pagamento dell'elemosina per la celebrazione delle messe 'prp Primissaria' nello stesso convento, 1797 ott. 7 sulla prima carta: annotazione relativa all'ammontare della tassa sui cereali ? per il 1828/1829, [1828/1829] Italiano Registro, legatura in cart., cc. 116 n.n. Segnature precedenti: VII B 2 Note (1) L'elenco delle uscite della Primissaria è fatto precedere dall'atto relativo alla revisione annuale dei diari delle messe celebrate per la fondazione, sottoscritto dal primissario (2) Le rese di conto degli anni 1820 - 1834 sono state trascritte, in modo più ordinato e dettagliato, nel successivo registro dei conti della Primissaria (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 6.2.2) (3) Le rese di conto del fondo S. Anime sono riportate fra la resa di conto della Primissaria del 1750 e quella del 1751 2 "Registro dei conti della primissaria di Coredo dal 1820 in poi" 1820 - 1926 (con annotazione del 12 febbraio 1927) 177 - Rese di conto della Primissaria, 1820 - 1839, 1841- 1926 (con annotazione del 12 febbraio 1927) - "inventario dei beni stabili e mobili spettanti alla Primissaria comunale di Coredo", sec. XIX ex. (con annotazioni fino al sec. XX in.) Italiano Registro, legatura in cart., cc. 132 n.n. Segnature precedenti: VII B 4 178 sottoserie 7.4.4 Resoconti e documenti di corredo, 1818 - 1966 Contenuto La sottoserie 'Resoconti e documenti di corredo' della Primissaria di Coredo consta di due fascicoli di nuova costituzione (1). Il presente ordinamento mantiene quello originario, che separa la documentazione contabile della prima metà del sec. XIX da quella della prima metà del XX sec., allegando le quietanze, qualora esistenti, ai resoconti (2). Le quietanze, ordinate in fascicoli annuali, biennali o pluriennali a seconda del resoconto cui si riferiscono, seguono il numero progressivo loro attribuito ed avente riscontro con i resoconti; quelle non riconducubili ai resoconto sono state inserite, in ordine cronologico, in fondo ai rispettivi fascicoli. Causa la scarsa quantità della documentazione presente e per il fatto che le rese di conto della Primissaria sono state tutte trascritte sui registri delle rese di conto si è deciso, contrariamente a quanto fatto per i resoconti ed i documenti di corredo degli altri enti, di segnalare la documentazione presente e non quella mancante. Note (1) Precedentemente al presente lavoro di riordino ed inventariazione dell'archivio parrocchiale i resoconti degli anni 1941 - 1949 e 1954 - 1966 erano stati collocati nel fascicolo "Documenti della Primissaria", formato in occasione dell'ordinamento del parroco Rigotti, e a loro volta ripiegati in una fascetta di carta riportante l'intitolazione "Conti primissaria", apposta in occasione dell'intervento sull'archivio del sign. Romagna. Le quietanze prodotte per gli anni 1922 - 1928 erano state avvolte dal parroco Faccinelli (....-.....) in una fascietta cartacea con l'intitolazione "Primissaria II", mentre quelle relative al periodo 1929 - 1942 erano state inserite dallo stesso Rigotti in buste dal lettera riportanti le intitolazioni "Fatture di conti della Primissaria, 1940 - 1942" e "Quietanze della Primissaria". I resoconti dal 1818 al 1826 e le quietanze dal 1827 al 1860 erano invece conservati, unitamente ad altra documentazione degli anni 1819 1860, che lo stesso Endrici aveva raccolto in un bifoglio contenente l' "elenco di tutti i capitali esistenti presso privati di ragione della Primissaria di Coredo" e riportante sul verso l'intitolazione: "Riguardano la primissaria, di nessun valore" (1) Si ricorda che i resoconti dal 1820 al 1826 sono stati trascritti anche nel registro delle rese di conto (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 7.4.3.1) b. 1 Resoconti e documenti di corredo della Primissaria dal 1818 al 1860 (1) 1818 - 1860 Sono presenti i resoconti degli anni: 1818/1819 - 1826 (2) sono presenti i documenti di corredo degli anni: 1827, 1838 - 1851, 1857, 1860 Italiano Fascicolo, n.n. 6, cc. 81 Note (1) Per informazioni in merito all'assetto originario della documentazione vedi le note introduttive alla serie (2) Peraltro trascritti anche nel registro delle rese di conto n. 282, vecchia segnatura VII B 4 179 2 b. 1 Resoconti e documenti di corredo della Primissaria dal 1941 al 1966 (1) 1922 - 1966 Sono presenti i resoconti degli anni 1941/1942 - 1949; 1952 - 1966 Italiano Fascicolo, n.n. 5, cc. 93 Note (1) Per informazioni in merito all'assetto originario della documentazione vedi le note introduttive alla serie 180 serie 7.5 Stipendio Erlicher, [1768] - 1946 Contenuto Don Giacomo Erlicher nato a Coredo nel 1707, parroco di Trasmaur nell'Austria Inferiore, allo scopo di fondare uno stipendio mandava nel 1768 3000 fiorini a Giuseppe Bombarda di Salorno, coll'incarico di investire tale importo in beni stabili (1). In data 16 ottobre 1769 il sacerdote costituiva il parroco di Coredo Nicolò Keller quale suo legittimo procuratore colla richiesta di assistere i cognati Valentino Sicher e Francesco Rizzardi nell'acquisto dei terreni (2). Con documento, dato in Trasmaur il 15 agosto 1770 (3), don Giacomo Erlicher, destinava questi stabili quali patrimonio dello stipendio; suddiviso in 11 punti l' atto di fondazione ne conteneva anche un dettagliato elenco. Il fondatore si riservava fino alla morte lo "ius presentandi" dello stipendio, attribuendolo in seguito al seniore della discendenza maschile del padre Michele Erlicher ed, estinta quest'ultima, al seniore della discendenza della sorella Cecilia e quindi a quella della sorella Rosa. Estintasi anche quest'ultima il diritto veniva conferito alla discendenza di Bartolomeo Erlicher, parente del testatore, e terminata quest'ultima ai parroci 'pro tempore' di Coredo. Lo studente che beneficiava dello stipendio per uno spazio di tempo non superiore ai 10 anni, doveva essere un discendente maschio delle suddette famiglie con la specificazione che "tale giovane da nominarsi essere debba di capacità sufficente e buoni costumi non che di anni dieci in quindeci" (4). Il fondatore morì nello stesso anno, ma prima della morte "considerato che molti di quelli goduto che avrebbono lo stipendio, avrebbono anche avuto la vocazione dello stato ecclesiastico, ma che da questo sarebbono stati impediti per la povertà e mancanza di patrimonio" (5) assegnò al nipote e procuratore don Michele Erlicher altri 2000 fiorini per la fondazione di un patrimonio ecclesiastico con l'onere di alcune messe. Nel 1771 don Michele Erlicher acquistava 16 stabili a Coredo, quale dotazione del patrimonio, e ne faceva redigere l'atto di fondazione dal significativo titolo: "Fondazione del Patrimonio per quelli che averanno goduto il stipendio di tre milla già prima fondato". In data 20 novembre 1860, con instrumento di fondazione redatto per mano del notaio Girolamo Dusini da Cles, previa autorizzazione delle competenti autorità politico - ecclesiastiche, considerata insufficente la rendita dei due legati ed inopportuna una loro separata amministrazione, le due fondazioni vennero unite sotto il nome di Stipendio Erlicher (6). A partire dall'ultimo decennio del XIX sec., si provvide progressivamente alla vendita degli stabili dello stipendio ed al successivo acquisto di obbligazioni di stato vincolate al nome della fondazione. Da un promemoria del parroco E. Endrici, annotato sull'urbario dello stipendio, si evince che la vendita degli ultimi stabili si concluse nel 1911. Note (1) Cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 165 (2) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.5.2.1, c. 1 (3) Il fondatore, dichiarava nel documento di annullare con quest'ultimo una precedente disposizione, esplicitando al parroco di Coredo il desiderio di "riporre questa mia fondazione originale unitamente coll'altri documenti presentatigli per più sicura custodia nella cassa delle scritture parochiali [...]". (4) In mancanza di discendenti maschi delle tre famiglie lo stipendio doveva essere riservato ad un giovane della famiglia dell'età di 4 anni "ma spiritoso"; fino a quando questi avesse raggiunto i 10 anni, i frutti derivanti dal patrimonio dello stipendio dovevano essere impiegati "in lasciar imparare qualche arte qualche giovane" della famiglia e nella celebrazione di messe in suffragio dell'anima del fondatore e dei suoi parenti (5) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.5.2.1, cc. 18 - 21 181 (6) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.5.2.1, cc. 26 - 65. Lo strumento di fondazione riportava in allegato le copie autentiche delle precedenti fondazioni dello stipendio (1770) e del patrimonio Erlicher (1771) 182 sottoserie 7.5.1 Urbari, [1768] - 1914 Contenuto La serie consta di un solo registro in buono stato di conservazione. Di notevole interesse, oltre agli alberi genealogici, stilati in epoche diverse ed inseriti nel volume anche in carta sciolta, sono gli originali degli atti di compravendita dei fondi di Romeno, Coredo e Casez, acquistati negli anni 1768 - 1770 e destinati a costituire in seguito il patrimonio dello stipendio. Da segnalare è anche un promemoria stilato in apertura del registro dal parroco di Coredo Edoardo Endrici, relativo alla vendita degli ultimi stabili dello stipendio, conclusasi nel 1911, ed al successicvo acquisto di obbligazioni di stato intestate alla fondazione. 1 "Urbario dei beni stabili dello stipendio e patrimonio Erlicher" (tit. int.) [1768] - sec. XIX ex. - 1911; 1914 - Alberi genealogici della famiglia Erlicher di Coredo [sec. XIX seconda metà] - promemoria stilato dal parroco Edoardo Endrici relativa alla vendita degli ultimi stabili dello stipendio Erlicher - conclusasi nel 1911- ed al successivo acquisto di obbligazionidi stato, 1912 maggio 15 - "nota distinta de fondi comprati dal reverendissiamo signor don Giacomo Erlicher, paroco di Trasmaur nell'Austria inferiore l'anno 1768 in Romeno", [1768] con annotazioni fino al sec. XIX in. - "Coredo. 1914: patrimonio dello stipendio Erlicher" (1), [1914] - "Documenti delle compre e successive investitura fatte dal reverendissimo don Giacomo Erlicher, paroco di Trasmaur nell'Austria inferiore, in Romeno l'anno 1768", 1768 ott. 13 - 1770 feb. 24; 1776 ott. 29 - "seguono beni destinati per il patrimonio sacerdotale instituito dal reverendissimo signor abate Giacomo Erlicher oriundo di Coredo, parroco di Transmaur a favore delle famiglie Erlicher", 1770 mag. 22 - dic. 4 (3) - contiene, inseriti: alberi genealogici della famiglia Erlicher di Coredo, [sec. XIX prima metà] (4) Italiano Registro, legatura in pelle, cc. 57 (num. orig. parziale), con indice parzialmente compilato all'inizio n.n. (5) Segnature precedenti: VII B 1 Note (1) Si tratta di un breve elenco delle obbligazioni di stato e dei depositi bancari dello stipendio Erlicher, compilato dal parroco don Edoardo Endrici (2) Si tratta di originali e copie autentiche di atti di compravendita di terreni siti nei comuni di Romeno, Coredo e Casez e di successive locazioni degli stessi fondi (3) Si tratta di copie autentiche di atti di compravendita di 16 terreni, siti nel territorio Coredo, acquistati da don Michele Erlicher, procuratore di don Giacomo Erlicher, con lo scopo di fondare uno stipendio ecclesiastico (4) Sul verso di una delle carte raffiguranti gli alberi genealogici: "inscritte nell'anno 1834" (5) L'indice riporta un elenco parziale dei locatari di terreni del patrimonio Erlicher 183 sottoserie 7.5.2 Atti amministrativi, 1769 - 1946 Contenuto La serie consta di due fascicoli di originaria formazione; il primo reca l'intitolazione riportata sulla sottile fascietta cartacea che raccoglieva gli atti, apposta pare, in occasione degli studi storici su Coredo compiuti dal parroco Endrici e collaboratori (1), quando vennero indicati, a matita, sul verso di alcune carte, la data del documento ed un breve accenno al suo contenuto. Contiene gli atti di fondazione dello Stipendio (1770) e del Patrimonio Erlicher (1771), e l'atto di riunione dello Stipendio con il Patrimonio (1860). Il secondo è riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla documentazione dal parroco don G. Rigotti (1929 - 1942). Contiene per gran parte carteggio ed atti relativi alla presentazione, alla scelta ed all'investitura degli studenti chiamati a godere dello stipendio, e documentazione relativa alla gestione del patrimonio. E' necessario comunque precisare che al momento del presento intervento di riordino dell'archivio parrocchiale si rinvenne anche un fascicolo, formato in occasione del parziale ordinamento operato dal parroco Endrici (2) riportante l'intitolazione "Stipendio Erlicher - Sicher e beneficio Bombardi" (2). Dopo aver constatato l'assenza di un vincolo archivistico nella formazione del fascicolo, dettata pare esclusivamente dalla necessità di condizionare e sistemare la documentazione dei legati, si è deciso di dividerla e di inserirla nelle rispettive serie. La documentazione rinvenuta nel fascicolo formato dal parroco Rigotti -"Documenti dello stipendio don Giacomo Erlicher"- di cui all'unità 7.5.2.2, risultava della stessa tipologia di quella contenuta nel fascicolo sopra descritto e rientrante all'incirca nello stesso periodo cronologico; si è quindi ritenuto opportuno riunire la documentazione in un unico fascicolo, riuscendo in questo modo a ricostruire pratiche in origine probabilmente unite e quindi divise nel corso di diversi interventi di riordino dell'archivio parrocchiale. Note (1) Archivio parrocchiale di Coredo, 8.3.5 (2) Si è constatato che gran parte della documentazione contenutavi riguardava lo stipendio Erlicher, solo due carte invece lo stipendio Sicher, senza peraltro nessun legame con il resto della documentazione 1 b. 1 "Stipendio Erlicher: copie e atti più importanti" (1) 1769 - 1771 (copia); 1860 (copia) Atti di procura del fondatore dello stipendio al parroco di Coredo Nicolò Keller, copie "della fundazione dello stipendio fatto a favore d'un studente della famiglie entro nominate dal molt'illustre reverendissimo signore don Giacomo Erlicher parroco di Trasmaur, li 16 aprile 1770", copie della "fundazione del patrimonio" (1771), copie del "documento di riunione del patrimonio allo stipendio Erlicher di Coredo" (1860) Italiano Fascicolo, cc. 64 Segnature precedenti: VII A 1 Note (1) L'intitolazione è riportata sulla fascetta cartacea che conteneva i documenti 184 1 b. 1 "Documenti dello Stipendio don Giacomo Erlicher" (1) 1796 - 1926; 1943 - 1946 Carteggio ed atti relativi alla presentazione, alla scelta, ed all'investitura degli studenti chiamati a godere dello stipendio ed al pagamento di quest'ultimo (2), contratti di mutuo ipotecario e di affittanza con carteggio ed atti relativi, elenchi e descrizioni dei beni e delle rendite dello stipendio, carteggio ed atti relativi al pagamanto della tassa sull'equivalente d'imposta e dell'imposta fondiaria, alla nomina ed all'entrata in carica degli amministratori dello stipendio, carteggio di questi ultimi con autorità politiche in merito alla gestione del patrimonio dello stipendio (3), carteggio del parroco con l'Ordinariato vescovile relativo alla celebrazione delle messe per lo stipendio ed a riduzioni degli oneri missari legati a quest'ultimo, carteggio ed atti relativi alla riunione del Patrimonio e dello Stipendio Erlicher, alberi genealogoci ecc. Italiano, latino Fascicolo, cc. 362 Segnature precedenti: VII A 1 Note (1) Si rimanda all'introduzione alla serie per informazioni riguardo al contenuto del fascicolo precedentemente al presente riordino (2) Si tratta di documentazione prodotta in occasione dell'investitura di un nuovo stipendiato e specificatamente: lettere di presentazione, di supplica o protesta inoltrate dagli aventi diritto, alberi genealogi attestanti il loro legame di parentela con il fondatore, schede di valutazione e di profitto scolastico, di pagamanto delle tasse scolastiche, di frequenza, certificati di cresima, "di povertà", ecc. Si è mantenuta l'organizzazione in pratiche nel caso se ne sia constatata la presenza al momento dell'ordinamento (3) Si tratta prevalentemente di documentazione relativa all'acquisto ed alla vendita di terreni e di obbligazioni di stato, ad investimenti vari, ecc. 185 sottoserie 7.5.3 Resoconti e documenti di corredo, 1861 - 1938 Contenuto La serie 'Resoconti e documenti di corredo' consta di un solo fascicolo riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla documentazione dal parroco don G. Rigotti. Al momento del presente lavoro di riordino dell'archivio parrocchiale, parte dei resoconti si trovava, unitamente alle quietanze ed al carteggio allegati, frammista ad altra documentazione relativa allo Stipendio, e divisa in più unità di condizionamento. Le quietanze delle singole annate, nella maggior parte dei casi relative alle uscite ma incomplete, erano conservate separatamente dai rispettivi resoconti. In sede di riordino si è ritenuto opportuno allegarle a quest'ultimi, dopo averle riordinate seguendo il numero progressivo loro attribuito ed avente riscontro con i resoconti; sono invece state collocate in ordine cronologico ed in fondo ai rispettivi fascicoli, le quietanze prive di riscontro. Nello stesso fascicolo dei resoconti si conservano, in quanto rinvenuti in gran parte allegati agli stessi, la liquidazione, osservazioni e rimarchi provenienti nel corso degli anni dalle autorità preposte alla loro revisione. 1 b. 1 "Amministrazione dello stipendio don G. Erlicher" 1861 - 1938 Resoconti e documenti di corredo dello stipendio G. Erlicher per gli anni 1861 - 1937 (1) liquidazioni e rimarchi provenienti dalle autorità competenti, quietanze (2) Italiano Fascicolo, n.n. 29, cc. 165 Segnature precedenti: VII A 1/ VII A 4 Note (1) Mancano i resoconti ed i documenti di corredo degli anni 1866 - 1873; 1886 - 1890; 1895; 1897 - 1903; 1916 - 1918; 1921 1925; 1934/1935. Per gli anni 1870, 1872 e 1916 è presente solo la liquidazione del conto proveniente dal Capitanato distrettuale di Cles. Per il conto del 1881 sono presenti solo delle annotazioni posteriori relative alle sole entrate (2) Si tratta prevalentemente delle quietanze attestanti il pagamento dei compensi dovuti al parroco di Coredo, per la sorveglianza e l'amministrazione della fondazione, nonché per la celebrazione delle messe legatarie 186 serie 7.6 Legato Widmann, 1710 (copia) - 1769 Contenuto Con testamento del 7 maggio 1710 don Bartolomeo Francesco del fu Ferdinando Widmann da Coredo lasciava a titolo di legato dei beni stabili di sua proprietà del valore di 300 ragnesi e siti a "Oladizza" nella giurisdizione di Egna, affinché ne potessero godere l'usufrutto un giovane della famiglia Widmann applicandosi allo studio ed intraprendendo la carriera sacerdotale e, divenuto sacerdote, celebrasse le messe in suffragio dell'anima del testatore e suoi parenti defunti (il testatore specifica che fra gli eredi Widmann chiamati a godere dello stipendio doveva essere preferito il nipote Giovanbattista). Se il nipote non avesse raggiunto lo stato sacerdotale le messe sarebbero state celebrate da un sacerdote della famiglia Widmann e in mancanza di quest' ultimo dal parroco 'pro tempore' di Coredo, nella chiesa di S. Maria, presso l'altare del SS. Rosario. 187 sottoserie 7.6.1 Atti amministrativi, 1710 (copia) - 1769 Contenuto La serie consta di due fascicoli di nuova costituzione. Il primo contiene copia semplice del legato di don Bartolomeo Francesco Widmann. Il secondo raccoglie invece originali e copie autentiche di atti di costituzione di censo a favore del legato. Precedentemente al presente riordino dell'archivio parrocchiale gli atti erano raccolti in un mazzo conservato, insieme ad altra documentazione riguardante la chiesa ed il beneficio, in uno scatolone riportante all'esterno l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del sign. Romagna:"Materiale vario antico da catalogare con pergamene". 1 b. 1 Copia semplice del legato di don Bartolomeo Francesco Widmann 1710 (copia) Latino Fascicolo, c. 1 2 b. 1 Originali e copie autentiche di atti di costituzione di censo a favore del legato Widmann 1735 - 1769 Italiano Fascicolo, cc. 37 188 serie 7.7 Stipendio Sicher, 1891 - 1942 Contenuto Don Carlo Sicher, beneficiato Bombarda dal 1868 al 1889, con codicillo del 6 dicembre 1889 aggiunto al suo testamento del 4 dicembre dello stesso anno lasciava 2000 fiorini per la fondazione di uno stipendio. A don Emilio Lorenzoni, parroco di Coredo dal 1850 al 1886 e a don Giovanbattista Nicoletti ex curato di Dercolo, il testatore affidava l'incarico di stilare il documento di fondazione (1). In data 20 settembre 1991 i sopranominati esecutori testamentari passavano alla redazione del documento di fondazione diviso in 17 punti, sottoscritto anche da Bortolo Sicher, nipote del testatore e da Edoardo Endrici, parroco di Coredo. La fondazione doveva sussistere come corpo morale autonomo con una propria amministrazione divenendo proprietà personale del parroco 'pro tempore' solo nel caso in cui la legge non ne avesse più permesso l'esistenza. Il curatore d'anime curava l'amministrazione del patrimonio ed era chiamato a presentare la resa di conto annuale all'autorità politica. Per accrescerne il capitale lo stipendio doveva rimanere vacante per almeno 10 anni. Erano chiamati a goderne i figli maschi di Romedio da Campodenno, fratello del testatore, e dei nipoti Bortolo e Giuseppe (2) che "accudiscano allo studio in qualsiasi ramo di sapere onesto e di qualsivoglia scuola cattolica, esclusa la scuola normale, e vi hanno diritto per tutto il tempo necessario alla loro perfetta cultura purché questo tempo non ecceda i 12 anni completti". Per ottenere il diritto allo stipendio lo studente doveva dimostrare di essere discendente legittimo dei capostipiti nominati nel testamento, nonché la sua abilità allo studio e la sana costituzione fisica mediante certificato medico. Per garantirsi il godimento pluriennale dello stipendio l'investito doveva produrre annualmente al parroco l'attestato del corso frequentato con votazione almeno sufficente e che ne dimostrasse anche la buona condotta morale. La fondazione non aveva patronato, in suo luogo veniva istituito un "seniorato": al il più vecchio dei discendenti maschi dei capostipiti designati di Coredo era conferito l'incarico di sorvegliare l'amministrazione del patrimonio; spenta questa linea la carica passava al seniore della discendenza maschile di Romedio Sicher da Campodenno. Spentasi la linea maschile legittima delle tre stirpi originarie il diritto allo stipendio ed al "seniorato" passava alla linea femminile discendente da questi ultimi. Il parroco 'pro tempore' aveva l'obbligo di tenere aggiornato l'albero genealogico della famiglia Sicher, per garantire la legittima attribuzione dello stipendio e del "seniorato", nonché di pubblicarne ufficialmente l'eventuale vacanza. Constata l'estinzione della linea femminile legittima avevano il diritto di percepire i frutti della fondazione gli studenti poveri di Coredo e "da preferirsi tra questi i più morigerati e bravi". Note (1) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.7.1 (2) Fra più concorrenti al conferimento dello stipendio veniva preferito il più vecchio e fra coetanei il più povero 189 sottoserie 7.7.1 Atti amministrativi, 1891 - 1905 Contenuto La serie consta di un fascicolo di originaria formazione, riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla documentazione dal parroco don G. Rigotti (1929 - 1942). Contiene l'originale, le copie e gli estratti dell'atto di fondazione nonché la documentazione prodotta in occasione dell'assegnazione dello stipendio. 1 b. 1 "Documenti dello Stipendio don Carlo Sicher" 1891 - 1905 Documento di fondazione dello stipendio, copie ed estratti del documento di fondazione, carteggio ed atti relativi all'assegnazione dello stipendio Fascicolo, cc. 20 Segnature precedenti: VII A 3 190 sottoserie 7.7.2 Resoconti e documenti di corredo, 1892 - 1942 Contenuto La serie consta di un fascicolo di originaria formazione, riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla documentazione dal parroco don G. Rigotti (1929 - 1942). Contiene la documentazione relativa all'amministrazione dello stipendio, e quindi le rese di conto, le relative liquidazioni e comunicazioni di varia natura provenienti dalle autorità competenti in merito alla gestione del patrimonio. 1 b. 1 "Amministrazione dello stipendio don C. Sicher" 1892 - 1942 Rese di conto dello Stipendio don C. Sicher per gli anni 1892 - 1919; 1926/1928 - 1932/1933; 1936/1937 - 1938/1941, liquidazioni dei conti, rimarchi e osservazioni in merito alla gestione del patrimonio provenienti dalle autorità competenti (1) Fascicolo, n.n. 35, cc. 150 Segnature precedenti: VII A 5 Note (1) Fino al 1916 Capitanato distrettuale, dal 1917 al 1919 Commissariato civile del Distretto politico di Cles; dal 1926 al 1942 Provveditorato agli Studi; ad alcune rese di conto sono allegate le quitanze attestanti il pagamento dei compensi al parroco quale sorvegliante dello stipendio ed all'amministratore dello stesso 191 serie 7.8 Altri legati, 1592 - 1952 Contenuto Nella serie 'Altri legati', sono invece confluiti isolati documenti di fondazione o comunque con allegato poco carteggio di tipo amministrativo, oltre ad un consistente fascicolo di atti notarili, in originale o in copia, estratti da testamenti di privati aventi per oggetto legati missari a favore di chiesa e beneficio, con l'onere della celebrazione di messe 'in perpetuum' e di legati con obblighi missari limitati ad un preciso numero di messe ed ad un determinato periodo di tempo. 192 sottoserie 7.8.1 Atti amministrativi, 1592 - 1952 Contenuto Al momento del presente lavoro di riordino ed inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Coredo, la documentazione contenuta nei fascicoli di cui alle unità 7.8.1.1, 7.8.1.2 e 7.8.1.5, era raccolta in tre mazzi, conservati, insieme ad altra documentazione riguardante la chiesa ed il beneficio, in uno scatolone riportante all'esterno l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del sign. Romagna:"Materiale vario antico da catalogare, con pergamene". Il primo raccoglie legati missari perpetui a favore di chiesa e beneficio parrocchiale. Il secondo, dall'intitolazione generica "Legati pii" contiene invece legati con i quali si chiedeva generalmente la celebrazione di una santa messa nel 7° e 30° anniversario di morte del testatore, di messe gregoriane in refrigerio della sua anima, in cambio di una donazione in denaro o della provvista di cera o olio in favore delle fabbriche della cattedrale di S. Vigilio di Trento, delle chiese di Coredo e spesso della chiesa di S.Romedio, oltre ad una "carità" di cereali, spesso confezionato in pane per i vicini di Coredo. Si tratta di atti notarili in originale o in copia aventi per oggetto disposizioni legatarie estratte da testamenti di privati e redatti in genere dallo stesso notaio che, precedentemente, aveva rogato il testamento o, in alcuni casi, da testamenti, redatti e sottoscritti dallo stesso parroco che ne diveniva in seguito il depositario di fiducia (1). E' lo stesso parroco che in alcuni casi allega un secondo documento che riporta la data ed il numero delle messa celebrate ad adempimento del legato nonchè del ricevimento della relativa elemosina o che appone nel margine inferiore del documento o sul verso della carta la data di morte del legatario, il termine "sodisfato" a significare l'adempimento delle disposizioni a cui si accompagna in genere il depennamento dell'intero testo del documento. Al momento del presente riordino dell'archivio parrocchiale la documentazione dei due mazzi si presentava solo parzialmente in ordine cronologico; si può supporre che tale disposizione si stata conferita alle carte in occasione dei precedenti ordinamenti dell'archivio, ma è altrettanto probabile che fosse intenzione degli stessi parroci di Coredo raccogliere separatamente questo tipologia di atti. La stessa tenuta di un "liber legatorum" dal 1692 al 1730, con la registrazione sommaria di legati pii e dell'eventuale loro adempimento, di cui si trova parziale testimonianza nella documentazione raccolta in questa serie, pare confermare tale volontà. La documentazione sopradescritta è stata disposta in ordine cronologico, tenendo come riferimento la data del testamento da cui è stato estratto il legato pio e che è generalmente menzionato nelle note introduttive degli atti; i documenti privi di data sono stati collocati in fondo ai fascicoli. Il fascicolo di cui all'unità 7.8.5 contiene invece quietanze prodotte da sacerdoti e attestanti l'adempimento dell'onere missario legato a disposizioni legatarie e generalmente anche il ricevimento della relativa elemosina. Più recenti sono invece i documenti di fondazione di ss. messe perpetue contenute nel fascicolo di cui all'unità 7.8.8, riconducibile all'ordinamento di don G. Rigotti. I rimanenti fascicoli, di cui alle unità 7.8.1.3, 7.8.1.4, 7.8.1.6, 7.8.1.7, 7.8.1.9, 7.8.1.10, sono invece di nuova formazione; si tratta di legati che per la specificità delle disposizioni legatarie furono conservati, seppure senza una preciso vincolo archivistico, frammisti ad altra documentazione costituente l'archivio parrocchiale, e separatamente dai legati missari sopradescritti. Qui di seguito se ne fornisce una breve descrizione: BENEFICIO MARIA BARBARA THUN. Il beneficio di Maria Barbara, nata Firmian e moglie di Giorgio Sigismondo Thun, fondato con suo testamento del 6 febbraio 1661, contribuiva alla continuazione ed all'incremento della compagnia del Santo Rosario da lei stessa istituita presso la cappella del castello in data 30 maggio 1652. Secondo tale beneficio, il parroco di Coredo aveva l'obbligo di celebrare nella cappella dodici messe domenicali e cinque feriali, e di distribuire "una carità di pane" nella prima domenica di ogni mese a coloro che intervenivano alla messa. 193 LEGATO DI DON FRANCESCO BERTOLDI. Don Francesco Bertoldi, parroco di Coredo dal 1667 al 1680, con suo testamento rogato in data 12 agosto 1680, legava alla fabbrica della canonica di Coredo 300 ragnesi, esprimendo il desiderio che, in occasione dell'anniversario della sua morte, venisse celebrata una santa messa in suffragio della sua anima. LEGATO DI MATTEO WIDMANN. Il nobile di Coredo Matteo Widmann lasciava, intorno al 1750, (2) un legato perpetuo di 2 staia di frumento e segale, del valore di 2 troni e 9 ragnesi, disponendo l'annua distribuzione di un'orna di vino il secondo giorno delle rogazioni da parte dei suoi discendenti, oltre ad un'annua distribuzione di pane affidata al sindico della chiesa parrocchiale. LEGATO DI DON GIOVANNI NICOLO' KELLER. Don Giovanni Nicolò Keller, parroco di Coredo dal 1752 al 1782, con suo testamento rogato in data 28 novembre 1781, lasciava alla "magnifica comunità di Coredo un capitale de ragnesi 1000 milla d'assegnarsi dal suo erede, od eredi doppo la sua morte a questi magnifici Rappresentanti. Con l'interesse o sia usufrutto de quali siano mantenuti due maestri, cioé un maestro per li fanciuli, quel volendo potrà essere il Primissario, al quale saranno assegnati annualmente due terzi de suddetti frutti con obbligo, che debba dalla metà di novembre sino alla metà d'aprile, ammaestrare vinticinque fanciuli delli più poveri vicini, o abbitanti di Coredo, da nominarsi ogni anno dal parroco, che sarà 'pro tempore' per insegnargli a legere, scrivere, e far conti, ed il sabbato dopo pranzo insegnargli la dottrina cristiana per un'ora. L'altro terzo sarà assegnato ad una maestra da elegersi dal signor parroco, che sarà 'pro tempore', quale dalla metà di novembre sino alla metà d'aprile insegni a legere, far calce (sic), e cucire a venti ragazze delle più povere da nominarsi come sopra, quale doverà tutti li venerdi di marzo fara la Via crucis assieme colle fanciule in suffragio dell'anima del benefatore se il tempo lo permetterà. Ed il signor maestro farà recitare tutti li venerdi terminata la scuola il salmo del Profondis in suffragio del medemo, e li altri giorni dopo scuola reciteranno sette Ave Maria ad onore delle sette maggiori Allegrezze di Maria Vergine Santissima". STIPENDIO DON GIACOMO ANTONIO STANCHER. Don Giacomo Stancher, canonico e parroco di corte a Vienna, con testamento del 14 novembre 1724, metteva a disposizione un capitale di 3000 fiorini per la fondazione di un alunnato perpetuo allo scopo di finanziare lo studio di un giovane della discendenza maschile di Sisinio Antonio Stancher, suo pronipote, ed estinta quest'ultima della discendenza femminile ed in assenza di entrambe, ad un giovane da presentarsi dal preposito 'pro tempore' della cattedrale di Vienna. LEGATI DI ANNA MAYER. Anna Mayer con atto da lei rogato e sottoscritto a Coredo, in data 6 febbraio 1939 scriveva:"Molto reverendo signor parroco di Coredo. La prego di distribuire i denari nel modo seguente: 1. All'asilo infantile 1000 £; 2. All'Oratorio parrocchiale 1000 £; 3. Al Sanatorio del clero in Arco 1000 £; 4. All'asili infantile di Brentonico 1000 £; 5. All'Oratorio parrocchiale di Brentonico 1000 £; 6. Per sante messe per me e i miei defunti 1000 £. Quanto avesse a sopravanzare alla mia morte lo lascio al parroco de Coredo la nuova chiesa di Coredo [...]". Note (1) Questi atti si presentano in diverse forme: in alcuni casi contengono la disposizione legataria trascritta "talis e qualis" dal testamento, in altri, specie se redatti dal parroco, si presentano in forma di brevi e schmatici elenchi (2) Dalla scarsa documentazione relativa al legato, conservata presso l'archivio parrocchiale di Coredo, non è stato possibile evincere la data esatta della fondazione 1 b. 1 Legati missari perpetui 194 1592 - 1780; 1804 Atti notarili in originale o in copia, estratti da testamenti di privati aventi per oggetto legati missari perpetui a favore della chiesa parrocchiale e della canonica di Coredo (1) Italiano, latino Fascicolo, cc. 61 Note (1) Gli estratti sono redatti in genere dallo stesso notaio che, precedentemente, aveva rogato il testamento 2 b. 1 "Legati pii" (1) (2) 1606; 1644 - 1676 - 1805 Italiano, latino Fascicolo, cc. 472 Segnature precedenti: VI 2 Note (1) L'intitolazione è tratta dal verso di alcune carte, dove si accompagna al nome del legatario e, solitamente alla data del testamento da cui è trascritto o ripreso il legato (2) Per una descrizione sommaria del contenuto e della tipologia della documentazione vedi si veda l'introduzione alla serie 3 b. 1 Documentazione relativa al beneficio di Maria Barbara Thun a favore della confraternita del Santo Rosario presso Castel Bragher 1661 (copia); 1831; 1894 Copia parziale del testamento di Maria Barbara Thun relativa alla fondazione di un beneficio a favore della confraternita del Santo Rosario istituita presso la cappella del Rosario di Castel Bragher, comunicazione del Giudizio distrettuale al Capo-comune di Coredo che informa dell'avvenuta ripartizione tra il Fondo Poveri di Taio e quello di Coredo della somma destinata dal beneficio di Maria Thun alla distribuzione di pane (1) contiene anche: promemoria del parroco Edoardo Endrici relativo alle messe legatarie da celebrare annualmente presso la cappellania Thun di Castel Bragher, 1894 giu. 7 Fascicolo, cc. 6 Note (1) Un'annotazione apposta sullo stesso documento dal parroco di Coredo Emilio Lorenzoni informa della riduzione della quota a favore delle Congregazioni di carità di Taio e di Coredo, e a carico del beneficio parrocchiale di Coredo, disposta con decreto della Luogotenenza del 4 marzo 1856, n. 3521 4 b. 1 "Legato di don Bertoldi parroco alla canonica di ragnesi 300; quitanza dello sborso fatto dal fratello del fu d(omino) Bertoldi medico di Marco di don Menghini Paolo priore di San Romedio, vicario parrocchiale; documento di mutuo di ragnesi 60 a Bombardi" (1) (2) 1680 agosto 12 - 1680 ottobre 2 Latino Fascicolo, cc. 6 Note (1) I tre documenti redatti in copia autentica dallo stesso notaio sono rilegati insieme 195 (2) L'intitolazione, di mano del parroco Edoardo Endrici, è stata desunta dal verso di una carta del fascicoletto 5 b. 1 Documentazione attestante la celebrazione di messe in suffragio di defunti di Coredo ed il ricevimento della relativa elemosina 1720 - 1780 Italiano Fascicolo, cc. 79 6 b. 1 Documentazione relativa al legato di Matteo Widmann (1) ante 1747 - 1761 Supplica della famiglia Widmann di Coredo all'autorità vescovile per convertire in distribuzione di pane l'annua elemosina di vino disposta dal legato, costituzione di censo a favore del legato, atto di locazione disposto dal legato e atto di procura Fascicolo, cc. 10 7 b. 1 "Legato, o sia fondazione della scuola per li fanciuli, e fanciulle più poveri della comunità di Coredo fatto dal reverendissimo signor don Giovanni Nicolò Keller parroco di Coredo nativo di Cles morto il 17 agosto 1782" post 1782 ago. Copia semplice del legato di 1000 ragnesi lasciati dal parroco don Nicolò Keller per l'istruzione dei bambini poveri di Coredo contiene anche: copia semplice del provvedimento di Simone Albano Zambaiti, vicario generale 'in spiritualibus'del vescovo di Trento che ordina agli eredi di una tale donna Inama di Dermulo di adempiere un suo legato versando la somma di 40 ragnesi alla "scuola dei ragazzi di Coredo", 1788 giu. 16 (1) Italiano Fascicolo, cc. 5 Note (1) In realtà il legato, secondo la volontà della testatrice, doveva corrispondere al parroco di Coredo un annua quantità di vino 8 b. 1 "Documenti di: 1) fondazione di s. messe perpetue; 2) di riduzione" (1) 1855 - 1922; 1938 Documenti di fondazione di s. messe perpetue con carteggio relativo, documento di "riduzione delle s. messe legatarie del beneficio e della chiesa" (1) contiene anche: lettera del conte Antonio Thun all'Ordinariato che informa l'impossibilità di sostenere gli oneri missari gravitanti sulla cappellania privata Lauretana a castel Bragher e la celebrazione a sue spese della s. messa nei giorni di domenica e festivi, 1922 dic. 8 Fascicolo, cc. 34 Segnature precedenti: VI 4 Note (1) Si tratta dell'intitolazione riportata sulla fascietta cartacea che conteneva la documentazione, inserita a sua volta in un fascicolo formato dal parroco Rigotti ("Documenti di fondazione di messe perpetue") (2) L'intitolazione è stata desunta dal verso del documento emesso dall'Ordinariato vescovile nel 1873 196 9 b. 1 Atti amministrativi relativi allo stipendio don Giacomo Antonio Stancher 1913 - 1914 Fascicolo, cc. 2 10 b. 1 "Testamento e libretto di Anna Mayer" (1) 1939 - 1952 Documentazione relativa alle disposizioni testamentarie di Anna Mayer, carteggio ed atti relativi all'amministrazione del legato, quietanze Fascicolo, cc. 14 Note (1) L'intitolazione, di mano del parroco don G. Rigotti, è stata desunta dalla busta da lettera in cui il sacerdote aveva raccollto la documentazione relativa al legato 197 subfondo 8 Pastorale parrocchiale, 1559 - 2000 Contenuto Nel sottofondo 'Pastorale parrocchiale' confluisce la documentazione relativa all'attività del parroco in qualità di pastore, e quindi di curatore d'anime e di guida spirituale in mezzo alla comunità. Rilevante fu il ruolo rivestito dai parroci nell'educazione cristiana della gioventù e nella costante sorveglianza della condotta morale degli adulti, attraverso associazioni, pellegrinaggi, riunioni, abbonamenti a riviste, intrattenimenti vari. Molteplici furono i contatti dei curatori d'anime di Coredo con le autorità ecclesiastiche e civili, ed in particolare con l'istituzione comunale. Si ricorda infatti che frequente fu anche la loro presenza all'interno di associazioni laiche e civili: in qualità di presidente della Congregazione di carità, dell'Asilo infantile, del 'Comitato pro erigenda nuova chiesa', di intermediario di sussidi ai poveri e nelle opere di beneficenza ecc.. 198 serie 8.1 Protocolli degli esibiti, 1786 - 1968 Contenuto Il decreto vescovile del 9 marzo 1887 e la Legge provinciale del 19 dicembre 1816 n. 26555-3744 prescrivevano che ogni ufficio parrocchiale facesse uso del cosiddetto 'Protocollo degli esibiti', nel quale dovevano essere registrati, con numero d'ordine progressivo, data e indicazione sommaria del contenuto, gli atti spediti e quelli ricevuti. Presentandosi insieme alla corrispondenza denaro od oggetti di valore si dovevano indicare nel protocollo l'importo o l'oggetto. Si consigliava al curatore d'anime di evadere la corrispondenza nel modo più breve e chiaro possibile, evitando inutili scritturazioni, abbreviazioni non intellegibili e scegliendo la maniera più semplice. Era altresì consigliato conservare le minute a memoria della corrispondenza evasa. La serie dei protocolli degli esibiti dell'ufficio canonicale di Coredo, composta di quattro registri, dimostra, in quanto priva di lacune cronologiche, l'uso costante che ne fecero i curatori d'anime dalla prima metà del sec. XIX fino alla prima metà del secolo successivo. Nel più antico (8.1.1) il parroco Giacomo Tolameotti (1825 - 1850) registrò la corrispondenza in arrivo, costituita prevalentemente da circolari ecclesiastiche e civili, pervenute all'ufficio parrocchiale già con il predecessore don Andrea Filippi (1802 - 1822) (1). Alla documentazione registrata venne attribuita una numerazione progressiva, che trova corrispondenza sul verso degli stessi atti. Fu comunque abitudine dei curatori d'anime di Coredo, già con don Filippi, apporre sul verso del documento anche un breve regesto dell'atto o un'indicazione sommaria del contenuto. Sul registro venne anche indicata, in numeri romani, la segnatura del fascicolo nel quale gli atti sono stati inseriti per essere conservati (2). La registrazione della corrispondenza evasa divenne invece abitudine per l'ufficio parrocchiale, con il parroco Emilio Lorenzoni, al quale sono da attribuire le registrazioni dal 1850, anno della sua entrata in servizio, sino al 1879. Da segnalare è anche il duplice uso che del registro fece il parroco Lorenzoni, il quale vi riportò la "descrizione della popolazione di Coredo, eseguita nell'anno 1851 [...]" (3). Nulla di particolare è da segnalare relativamente ai registri di protocollo di cui alle unità 8.1.2, 8.1.3, 8.1.4 se non che con l'introduzione dei registri prestampati venne distinto, su uno stesso bifoglio, il "Protocollo degli esibiti" (a sinistra), dal "Protocollo di evasione" (a destra) (4). La corrispondenza registratavi venne conservata in fascicoli annuali, ed ordinata secondo la numerazione progressiva segnata sui fascicoli, solo fino al 1921, ultimo anno di servizio del parroco don E. Endrici; quella pervenuta negli anni successivi, venne invece smistata in fascicoli tematici. Note (1) Solo due circolari sono da collocare nel periodo di servizio di don Pietro Menghini (1782 - 1802) (2) Per informazioni più dettagliate relativamente alla documentazione protocollata, si rimanda all'introduzione alla serie 'Atti protocollati' (8.2) (3) Archivio parrocchiale di Coredo, 8.1.1. Per informazioni in merito a questo tipo di registrazione anagrafica, si rimanda all'introduzione alla serie 'Stati delle anime' (2.6) (4) Nel "Protocollo di evasione" viene annotata la data dell'eventuale risposta data dall'ufficio parrocchiale ad esempio in merito alla richiesta di rilascio di certificati anagrafici (in corrispondenza della richiesta registrata sulla pagina a fianco), o da autorità religiose e politiche per la concessione di autorizzazioni ecc. 199 1 "Protocollo degli esibiti e anagrafe della popolazione spettante alla parrocchia di Coredo, 1851 fino al 1870" 1786 ottobre 24 - 1879 gennaio 30 - Protocollo della corrispondenza in arrivo, 1786 ott. 24 - 1829 ago. 4 (1) - protocollo della corrispondenza in arrivo ed in partenza, 1829 gen. 24 - 1879 gen. 23 - "Descrizione della popolazione di Coredo eseguita nell'anno 1851. Inscritti i nati fino all'anno 1861 inclusive", [1851 ott. 1] (con annotazioni fino al 15 mag. 1870) contiene fra l'altro, inserito: "Prospetto della popolazione della parrocchia di Coredo formata il 1 ottobre 1850", [1850 ott. 1]; lettera proveniente dal Comune di Coredo concernente la revisione e la rettifica dei dati anagrafici della popolazione di Cordo rilevati nel 1851, 1855 mar. 8 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 52 n.n. Segnature precedenti: III A 1 Note (1) Pare sia stato don Giacomo Tolameotti, parroco di Coredo dal 1825 al 1850, il primo a registrare la corrispondenza su un protocollo degli esibiti. Egli vi registrò anche parte della corrispondenza pervenuta alla parrocchia anteriormente alla su entrata in servizio, indicando anche la segnatura dei fascicoli in cui la documentazione è stata inserita 2 "Protocollo degli esibiti 1880 - 1903" 1880 gennaio 25 - 1902 dicembre 16 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 101 n.n. Segnature precedenti: III A 2 3 Protocollo degli esibiti 1903 gennaio 7 - 1914 settembre 30 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 101 n.n. Segnature precedenti: III A 3 4 "Protocollo esibiti della parrocchia di Coredo" (tit. int) 1914 ottobre 3 - 1956 settmbre 17 ; 1967 dicembre 12 - 1968 febbraio 22 - Protocollo della corrispondenza in arrivo e partenza, 1914 ott. 3 - 1930 dic. 31 - protocollo della corrispondenza in partenza, 1931 gen. 10 - 1954 ott. 10 (1) - protocollo della corrispondenza in arrivo e partenza, 1956 gen. 10 - 1956 set. 19; 1967 dic. 12 - 1969 feb. 22 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 73 n.n. Segnature precedenti: III A 4 Note (1) Tra il 1946 ed il 1954 vengono annotate solo l'ammontare delle offerte raccolte in occasione della Giornata missionaria e la data della loro spedizione all'Ordinariato vescovile 200 serie 8.2 Atti protocollati, 1786 - 1921 Contenuto La serie 'Atti protocollati' del sottofondo 'Pastorale parrocchiale' consta di 6 buste di documentazione. Le buste di cui alle unità 8.2.1, 8.2.2, 8.2.3, 8.2.4, 8.2.5, raccolgono la corrispondenza e gli atti prodotti e ricevuti dal parroco, e relativi a tutta la sua attività in generale: amministrazione di chiesa e beneficio parrocchiale, dei legati e benefici gravitanti attorno alla parrocchia, comunicazioni e circolari provenienti da autorità religiose e politiche, decreti visitali, e corrispondenza di varia natura. A partire dal 1802, anno in cui entrò in servizio a Coredo il parroco don Andrea Filippi, la corrispondenza di ogni anno si trova ordinata secondo il numero di protocollo, anche se, specie a partire dal sec. XX, numerose sono le lacune. Le carte rinvenute nei mazzi degli atti protocollati, ma non numerate in origine, sono state inserite in ordine cronologico in fondo ai fascicoli. La busta con la documentazione più antica (8.1.1) contiene prevalentemente circolari ecclesiastiche e civili pervenute alla canonica di Coredo già dal 1802, registrate ed ordinate dal parroco don Giacomo Tolameotti (1825 - 1850). Già con don Andrea Filippi (1802-1822) fu comunque abitudine dei curatori d'anime di Coredo apporre sul verso del documento un breve regesto dell'atto o un'indicazione sommaria del contenuto. Originariamente, la documentazione protocollata dal parroco don G. Tolameotti venne suddivisa, in ordine di arrivo, in quattro fascicoli, segnalati in numeri romani anche sul registro di protocollo. Probabilmente in occasione del riordino operato da don Magagna, gli atti protocollari furono ripiegati nel senso della lunghezza e racchiusi, senza peraltro rispettare l'assetto originario delle carte, in fascette cartacee riportanti generalmente l'anno di redazione dell'atto più recente. Le buste 8.1.2, 8.1.3, 8.1.4, 8.1.5, 8.1.6 contengono gli atti protocollati a partire dal 1851, anno in cui entrava in servizio il parroco don Emilio Lorenzoni, che raccolse la documentazione per anno, ripiegandola ed inserendola in fasciette cartacee riportanti indicazione dell'annata. I mazzi così costituiti vennero quindi raccolti in fascicoli decennali dallo stesso parroco. Anche il successore di don Lorenzoni, don Edoardo Endrici, distinse gli atti per anno a mezzo di fasciette cartacee, ma è da attribuire ad un ordinamento successivo l'organizzazione in fascicoli decennali (1). Con il presente lavoro di riordino si è conferito alla documentazione l'assetto originario, ricostruendo quindi la suddivisione in fascicoli, costituiti a loro volta da sottofascicoli annuali. Si segnala inoltre il contenuto della busta di cui all'unità 8.2.6, in cui si raccoglie la corrispondenza del sindaco della fabbriceria della chiesa parrocchiale di Coredo con il Giudizio distrettuale relativamente ad affari concernenti l'amministrazione e la gestione del patrimonio della chiesa. In sede di ordinamento si è ritenuto opportuno ricostruire l'impianto archivistico conferito dagli stessi sindaci agli atti in seguito alla registrazione sul registro di protocollo ad uso della fabbriceria (2). L'ordinamento originario, parzialmente compromesso in seguito a successivi interventi di riordino e spostamento di carte dell'archivio parrocchiale, si evince da un elenco della documentazione che il 14 gennaio 1851 il sindaco uscente Francesco Inama consegnava ai neo-eletti amministratori Francesco Inama e Luigi Frachessen (3). Gli atti erano organizzati in nove fascicoli a seconda della tipologia dell'affare trattato. Ciascun fascicolo era a sua volta costituito da sottofascicoli relativi a pratiche diverse, ciascuna contraddistinta da un numero arabo, riportato anche sul verso di ciascun atto della pratica unitamente al numero corrente, cioè al numero progressivo attribuito agli atti spediti e a quelli in arrivo. Oltre alla numerazione gli atti riportano sul verso un breve regesto del contenuto. La busta con gli atti della fabbriceria consta attualmente di soli 8 fascicoli (II - IX); non è infatti stato possibile ricostruire il primo. 201 Di ciascun fascicolo si è riportata la descrizione originaria, contenuta nel menzionato elenco, segnalando eventualmente in nota l'assenza di alcuni numeri. Precedentemente all'attuale lavoro di riordino ed inventariazione la documentazione protocollata dai sindaci era stata raccolta, pare in occasione dell'intervento di riordino operato dal parroco don Mario Paris (1968 - 1973) in fascette cartacee, contenenti singole pratiche e in pochi casi, seppure con notevoli lacune, fascicoli originari; ciascuna fascetta riportava indicazione dell'anno di redazione dell'atto più recente fra quelli conservati. Note (1) Anche gli atti protocollati dal 1851 al 1921 sono stati condizionati in quattro buste in occasione dell'intervento di riordino del sig. Romagna. Cfr. "Archivio parrocchiale di Coredo", a cura di F. Romagna, cap. XV, buste 7 - 10 (2) Archivio parrocchiale di Coredo, 8.2.7 (3) Archivio parrocchiale di Coredo, 8.2.7.1 (4) Cfr. "Archivio parrocchiale di Coredo", a cura di F. Romagna, cap. XV, buste 1 - 3 1 b. 1 Atti protocollati degli anni 1786, 1792, 1801- 1850 (1) 1786; 1792; 1801 - 1850 (2) Italiano cc. 569 Note (1) In realtà, fino alla fine del servizio del parroco G. Tolameotti (1850), furono registrate solo le circolari, gli avvisi e le prescrizioni ecclesiastiche e civili pervenute all'ufficio parrocchiale. Solo con il parroco Emilio Lorenzoni (1851 - 1886) si inizia a segnalare anche la documentazione spedita dall'ufficio parrocchiale (2) La busta comprende solo una circolare del 1786, una del 1792 ed un'altra del 1801. Nel registro di protocollo cui si è fatto riferimento per riordinare le circolari (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 8.1.1), sono segnalate infatti solo quelle pervenute alla parrocchia a partire dall'anno di servizio del parroco Filippi (1802) (3) La busta è a sua volta suddivisa in 4 fascicoli (cfr. le note introduttive alla serie) 2 b. 2 Atti protocollati degli anni 1851 - 1860 1851 - 1860 "Esibiti dal 1851 al 1860": atti protocollati, 1851 - 1860 Busta, cc. 575 Note (1) Gli atti sono inseriti in un fascicolo decennale, che riprende l'originaria organizzaione della documentazione. L'intitolazione, di mano del parroco Endrici, è stata desunta dalla fascetta cartacea che raccoglieva gli atti 3 b. 3 Atti protocollati degli anni 1861 - 1870 1861 - 1870 "1860 - 1870": atti protocollati, 18 Busta, cc. 392 202 Note (1) Gli atti sono inseriti in un fascicolo decennale, che riprende l'originaria organizzaione della documentazione. L'intitolazione è stata desunta dalla fascetta cartacea che raccoglieva gli atti 4 b. 4 Atti protocollati degli anni 1871 - 1879 / "1880 - 1890" (1) 1871 - 1890 - Atti protocollati, 1871 - 1879 - "1880 - 1890": atti protocollati, 1880 - 1890 Busta, cc. 964 Note (1) Gli atti sono inseriti in due fascicoli decennali, che riprendono l'originaria organizzaione della documentazione. La seconda intitolazione, di mano del parroco E. Lorenzoni è stata desunta dalle fascietta cartacea che raccogliava gli atti 5 b. 5 Atti protocollati degli anni 1890 - 1910 1891 - 1910 - "1890 - 1900": atti protocollati, 1891 - 1900 - "1901 - 1910", atti protocollati, 1901 - 1910 Busta, cc. 1115 Note (1) Gli atti sono inseriti in due fascicoli decennali, che riprendono l'originaria organizzaione della documentazione. La prima intitolazione, di mano del parroco E. Endrici, è stata desunta dalla fascietta cartacea che conteneva gli atti del 1900, la seconda, posta dallo sesso parroco, dalla fascietta contenente gli atti del 1910. In realtà la busta contiene gli atti a partire dal 1891 6 b. 6 Atti protocollati degli anni 1911 - 1921 (1) 1911 - 1921 Busta, cc. 926 Note (1) Nell'anno 1921 al parroco Endrici subentra il parroco Faccinelli 7 b. 7A/b. 7B Atti concernenti gli "affari relativi all'amministrazione della chiesa di Coredo, 1823" (1) 1823 - 1847 -b. 7A: fascc. II - VI contiene fra l'altro: "Protocollo concernente li affari relativi all'amministrazione della chiesa di Coredo, 1823" (2) -b. 7B: fascc. VII - IX Busta Note (1) Parte dell'intitolazione è stata desunta dal sottile registro di protocollo in base al quale sono stati registrati gli atti (1) Si tratta di un sottile registro di protocollo tenuto dal sindico della chiesa contenente registrazione della corrispondenza in partenza e quella pervenutagli dal Giudizio distrettuale relativamente ad affari concernenti l'amministrazione della chiesa. Il registro 203 è menzionato nell'elenco dei documenti che il 14 gennaio 1851 il sindico delle chiesa uscente Francesco Inama consegna ai neo-eletti amministratori Valentino Sicher e Luigi Frachessen (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 8.2.7.1) b. 7A Fasc. II: "Rimarchi computisteriali, contro rimarchi schiarimenti e rispetivi decreti di evasione relativi alla liquidazione dei conti [...] distribuiti in tanti parziali fascicoli numero 27, marcati col sub. n° 8 [...]" (1) 1822 - 1847 Contiene fra l'altro: atto di consegna della documentazione da parte del sindaco uscente Francesco Inama ai neo-eletti amministratori Francesco Inama e Luigi Frachessen, 1851 gen. 14 Fascicolo, cc. 143 Note (1) Gli atti costituenti il presente fascicolo erano stati inseriti, con l'ordinamento degli anni '70 nella fascietta cartacea riportante l'anno "1847", e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 4 b. 7A Fasc. III: "Domande relativa all'affrancazione ed investimento dei capitali relativi a decreti d'approvazione di richiamo e relativo investimento distinti in 24 fascicoli segnati coi sub n.ri : 1,7,14,15,17,18,19, 25, 28, 29, 30, 31, 33, 37, 38, sotto il quale si ritrova il documento relativo alla sicurazione del legato Widman dovuto dalla sig. Maria moglie del sig. Benedetto Paoli e 44, 45, 46, 49, così pure sotto questo altro n.ro si ritrova il documento del legato di Catterina Borz e 51, 54, 63, 65, 70, 59" (1) 1821 - 1847 Fascicolo, cc. 220 Note (1) Gli atti costituenti il presente fascicolo erano stati inseriti, con l'ordinamento degli anni '70 nella fascietta cartacea riportante l'anno "1827", e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 4 b. 7A Fasc. IV: "Domande, capitolati ed atti d'asta non che decretti giudiziali relativi all'affittanza di alcuni stabili distribuiti in 12 piccoli fascicoli marcati col su numero 9, 53, 56, 67, 71 [...] (1) (2) 1821 - 1847 Fascicolo, cc. 113 Note (1) Gli atti costituenti il presente fascicolo erano stati inseriti, con l'ordinamento degli anni '70 nella fascietta cartacea riportante l'anno "1836", e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 4 (2) Mancano i numeri 56 e 67 b. 7A Fasc. V: "Decreti giudiziali d'assegno relativi al percepimento dello stipendio Bombardi e corrispondenti istanze segnate col sub. n.ro 5 , ed altre corrispondenti carte relative alla lite vertente contra Ghezzi di Sarnonico sulla pretesa dello stipendio Bombardi [...] (1) 1823 - 1846 Fascicolo, cc. 58 Note 204 (1) Gli atti costituenti il presente fascicolo erano stati inseriti, con l'ordinamento degli anni '70 nella fascetta cartacea riportante l'anno "1829 ", e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 4 b. 7B Fasc. VI: "Domande, contratti, decretti giudiziali d'aprovazione ed altre carte relative alla riparazione del coperto della chiesa, campane, e muri del cimitero distribuiti in 6 fascicoli marcati col sub. n° 4, 47, 56 a, 56, b, 56 c, 61" 1822 - 1839 Fascicolo, cc. 94 b. 7B Fasc. VII: "Copia di 9 corende relative alla disposizione di fabriche etc. con un esemplare della circolare governativa del 13 ottobre 1821 marcata lettera 'a' con un documento di compra dello stabile "al Laghet" lettera 'b' e due decretti giudiziali relativi alla vendita del fondo a "Socasa" in Nanno lettera 'c' " (1) 1817 - 1836 Fascicolo, cc. 20 Note (1) In realtà il fascicolo non contiene i 9 documenti menzionati b. 7B Fasc. VIII: "Varie domande dei sindaci, decretti giudiziali ed altre carte relative e diversi oggetti in affari dela chiesa distribuiti in 27 altri piccoli fascicoli marcati col sub. n.ro: 3, 6, 10, 12, 13, 20, 23, 24, 27, 34, 40, 41, 42, 43, 48, 50, 52, 55, 57, 57 b, 58, 60, 63, 64, 65, 68, 69, l'ultimo dei quali contiene prospetti emessi alla sicurazione delli oneri della chiesa, overo fondazioni" (1) (2) 1823 - 1847 Fascicolo, cc. 175 Note (1) Parte degli atti del fascicolo era stata inserita, durante l'ordinamento degli anni '70, nella fascietta cartacea con l'intitolazione "1817" e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 3: la restante parte è stata rinvenuta nella fascietta "1833", nella busta n. 4 (2) La tipologia degli atti è grosso modo quella già contenuta negli altri fascicoli: vi si trova anche documentazione riguardante diversi legati a favore della chiesa, l'elezione ed il trattamento finanziario del sindaco, il pagamento delle decime, il restauro e rinnovamento dell'argenteria della chiesa, i compensi corrisposti all'ispettore scolastico, i contratti col sacrestano ecc. b. 7B Fasc. IX: "Domande dei sindaci, capitolati, atti d'asta, decretti giudiziali sulla aprovazione rellativa alla vendita del grano distribuiti in 24 fascicoli marcati col sub n° 11, 21, 26, 32, 35, 46, ed altri 16 col n° 39 coll'oservazione che alcuni dei citatti decretti d'aprovazione sono statti uniti alle rese di conto spedite alla computisteria" (1) 1823 - 1847 Fascicolo, cc. 148 Note (1) Gli atti costituenti il presente fascicolo erano stati inseriti, con l'ordinamento degli anni '70 nella fascietta cartacea riportante l'anno "1825 ", e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 4 205 serie 8.3 Carteggio ed atti, 1559 - sec. XX Contenuto La serie consta prevalentemente di fascicoli di originaria costituzione. E' confluita in questa serie la documentazione prodotta dal curatore d'anime nello svolgimento della sua attività pastorale in genere all'interno della comunità spirituale e civile. E' da segnalare in modo particolare la presenza di documentazione relativa a privati, costituita prevalentemante da testamenti e contratti agricoli, in cui il curatore d'anime non compare come diretto interessato nelle sue funzioni pastorali, ma verso le quali garantiva il ruolo di fiduciario o di semplice depositario. Da mettere in rilievo è anche la collocazione nelle serie 'Carteggio ed atti' di elenchi descrittivi della documentazione conservata nell'archivio e nella biblioteca parrocchiale di Coredo. Il parroco infatti doveva avere cura, oltre che delle anime e dei beni beneficiali, anche dell'archivio parrocchiale. Scaturiscono da ricerche condotte per gran parte consultando la documentazione dell'archivio parrocchiale, gli appunti e gli scritti preparatori alla stesura del libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche" di cui la presente serie conserva testimonianza all'unità 8.3.5. 1 b. 1 "1559: sententia Cribella, sive sententia inter comunitates Coredi Smarani et Sfrutii ac vicinos Thaii possessores manorarum sive iuris buscandi in montibus Coredi, Pezzoli et Canalez" (1) 1559 giugno 27 / ottobre 20 Fascicolo, cc. 4 Note (1) Il diritto di "manara" o "iuris buscandi" era costituito dal diritto di tagliare il legname che alcuni vicini di Taio possedevano sulla montagna di Coredo, Smarano e Sfruz. La sentenza pronunciata nel 1559 da Giacomo Crivelli da Pergine, in rappresentanza del regolano maggiore, in seguito alla lite sorta fra gli abitanti dei tre paesi e i vicini di Taio, ai quali era stato impedito di esercitare regolarmente il loro diritto, stabiliva i confini entro i quali si aveva "la servitù delle manare". Cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 11 2 b. 1 Documenti riguardanti privati (1) 1564; 1724 - 1801; 1873; 1923; 1937 Atto di costituzione di censo, donazione e contratti di locazione fra privati (1), contratto di compravendita, testamento, sentenza arbitrale, disposizione circa diritti di seppellimento, estratto tavolare, atto relativo a cancellazione di ipoteca Fascicolo, cc. 29 Note (1) Fra gli atti di locazione è presente anche un rinnovo di locazione perpetua, rogato a castel Thun in data 3 gennaio 1564 e disposto dal "dominus" Giorgio del fu Antonio Thun 3 b. 1 "Il parroco Panizza riguardo al sacristano e mantenimento del cappellano" (1) 1640 206 Supplica del parroco Panizza per l'elezione di un nuovo sagrestano (2) Italiano Fascicolo, cc. 2 Note (1) L'intitolazione, di mano del parroco Edoardo Endrici, è stata desunta dal verso del documento (2) Il parroco lamenta anche l'impossibilità di mantenere un cappellano a spese del beneficio parrocchiale 4 b. 1 "Archivio e biblioteca parrocchiale Coredo" (1) 1832; 1850; 1886; 1895; sec. XX in. Elenchi descrittivi dei libri e della documentazione conservati nella biblioteca e nell'archivio parrocchiali di Coredo contiene fra l'altro: "Per l'inventariazione degli archivi canonicali": elenco di norme per la compilazione degli inventari e dei regesti, sec. XX in. (2) Fascicolo, cc. 22 Note (1) L'intitolazione, di mano pare del parroco E. Endrici, è stata desunta dal foglio ripiegato che conteneva la documentazione; i singoli elenchi sono stati numerati dallo stesso parroco e la numerazione rispetta l'ordine cronologico (2) L'elenco e la descrizione delle norme sono preceduti da una breve introduzione che menziona un accordo stabilito in occasione di un convegno tenutosi a Revò 5 b. 1 "Notizie di storia patria di Coredo (lettere, appunti ecc.)" (1) sec. XX primo quarto Lettere indirizzate al parroco Endrici con appunti, trascrizioni di documenti e regesti relativi a Coredo e alla sua storia (2), appunti del parroco, ricerche sulle origini dei cognomi del paese, cenni sulla storia di Coredo e del principato vescovile Italiano, latino Fascicolo, cc. 40 Segnature precedenti: XI 13 Note (1) L'intitolazione, di mano del parroco Rigotti, è stata desunta dal foglio cartaceo ripiegato che conteneva documentazione prodotta in occasione delle ricerche storiche del parroco E. Endrici, in seguito alle quali venne ristampato il libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche" (1912). Il sig. Romagna, in occasione del suo intervento sull'archivio, costituì il presente fascicolo, inserendovi anche documentazione dattiloscritta sulla storia di Coredo, prodotta in un periodo successivo alle ricerche di Endrici (2) Si tratta di lettere spedite al parroco Endrici dagli studiosi padre Simone Weber ed Isidoro Bombarda, che comunicano al parroco i risultati delle loro ricerche su Coredo e la sua storia 6 b. 1 "Diversi statuti" (1) sec. XX Documentazione a stampa riguardante satatuti, regolamenti disciplinari e programmi di scuole, istituti e convitti religiosi, associazioni cattoliche e laiche Fascicolo, cc. 208 Segnature precedenti: XI 4 Note 207 (1) Si tratta di un fascicolo formato dal parroco Rigotti, ma che contiene anche documentazione anteriore e successiva al suo periodo di servizio a Coredo. 7 b. 1 "Testamenti, Coredo" 1915 - 1917; 1920; 1930; 1946 Testamenti olografi di privati (1) Italiano Fascicolo, cc. 11 Note (1) Solo il testamento datato 21 dicembre 1920 è stilato dal parroco don E. Endrici 8 b. 1 Avvisi a stampa e note del parroco contenenti norme e prescrizioni circa l'abbigliamento da esigere in chiesa 1942 Fascicolo, cc. 22 208 serie 8.4 Circolari ecclesiastiche e civili, 1726 - 1943 Contenuto Nella presente serie confluiscono sia gli stampati di contenuto ecclesiastico, quali circolari lettere apostoliche e pastorali ecc., sia di contenuto civile, quali ordinanze, decreti, regolamenti ecc., spediti a parroco e curati per conoscenza personale e per una maggior diffusione. Era consuetudine affiggere o dare pubblica lettura dal pulpito di avvisi emessi da varie autorità politiche, finchè fu disposto di pubblicare solo le ordinanze governative, mentre tutte le altre rimanevano di competenza delle autorità locali, com'era consuetudine sotto il governo austriaco, in virtù della Circolare governativa del 14 settembre 1815, n. 1038. Il parroco poteva comunque impedire la pubblicazione verbale di avvisi sia comunali che giudiziali davanti alla chiesa, o in una piazza ad essa attigua, qualora nella chiesa fosse celebrato qualche officio divino, come ad esempio l'amministrazione della S. Comunione: poteva altresì proibirle nel caso in cui gli avvisi venissero declamati sulla gradinata della chiesa o nel cimitero circostante (Correspondenz-Blatt 1855 n. 1, pag.3). Ad avvenuta pubblicazione degli avvisi delle autorità era buona norma per i parroci darne nota a tergo degli stessi. La serie Circolari ecclesiastiche e civili' dell'archivio parrocchiale di Coredo consta di 6 fascicoli di documentazione. Le circolari e le lettere degli anni 1726 - 1795, di cui all'unità 8.1.1, furono ripiegate, nel senso della lunghezza, a formare un mazzo senza intitolazione, probabilmente già per volontà del parroco don Pietro Preganella (1723 - 1731) e quindi da parroci successivi don Stefano Ferrari, don Nicolò Keller sino quasi alla fine del servizio di don Pietro Antonio Menghini (1802). Le circolari e le lettere ecclesiastiche, pervenute all'uffico parrocchiale durante il servizio del successivo parroco don Andrea Filippi furono invece in parte protocollate dal successore don Giacomo Tolameotti (1). Parte fu invece raccolta, in ordine cronologico, in un mazzo, all'interno del quale ciascuna carta riportava sul verso, per mano dello stesso don Filippi, un breve accenno al contenuto. Il fascicolo di cui all'unità 8.4.2 ne riproduce l'originaria organizzazione. Il fascicolo 8.4.3 raccoglie invece lettere apostoliche e pastorali degli anni 1824 - 1930. Fu infatti volontà dei precedenti ordinatori dell'archivio, probabilmente già a partire da Giacomo Tolameotti fino agli anni '30, quella di separare le lettere apostoliche e vescovili dalla restante tipologia di avvisi provenienti da autorità ecclesistiche (2). I fascicoli 8.4.5. e 8.4.6 sono riconducibili all'ordinamento impresso alla documentazione dell'archivio dal parroco G. Rigotti (1929 - 1942), che vi inserì comunicazioni e circolari provenienti rispettivamente da autorità ecclesiastiche e civili negli anni in cui fu parroco di Coredo. Note (1) Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 8.2.1 (2) Nel fascicolo venne infatti inserita volutamente anche una minima parte di lettere protocollate 1 b. 1 Lettere e circolari pastorali ed apostoliche, indirizzate al clero ed ai fedeli 1726 - 1795 Fascicolo, cc. 122 209 2 b. 1 Circolari ecclesiastiche e civili degli anni 1804 - 1821 1804 - 1821 Fascicolo, cc. 274 3 b. 2 Lettere apostoliche e pastorali indirizzate al clero ed ai fedeli 1824 - 1930 Italiano, latino Fascicolo, cc. 831 Segnature precedenti: XIV 1 e XIV 2 4 b. 2 "Resolutio casuum ex sacra theologia" 1905 - 1910 Fascicolo, cc. 90 Segnature precedenti: 9 5 b. 2 "Carte e avvisi ecclesiastici" 1929 - 1942 Circolari, avvisi, notificazioni, formulari, richieste inoltrate dal parroco e relative autorizzazioni pervenuti alla parrocchia di Coredo da autorità ecclesiastiche (1) Fascicolo, cc. 70 Segnature precedenti: III 8 Note (1) In molti casi le concessioni rilasciate dall'autorità ecclesiastica sono compilate sulla stessa lettera di richiesta inoltrata dal parroco all'autorità. 6 b. 2 "Carte e avvisi civili" 1930 - 1943 Comunicazioni e circolari proveniente da autorità civili Fascicolo, cc. 47 Segnature precedenti: III A 9 210 subfondo 9 Visite pastorali, 1616 - 1965 Contenuto Con il Concilio di Trento (Sess. XXIV, cap.3) veniva imposto al vescovo di vigilare sui costumi e sulla vita del proprio gregge visitando la propria diocesi almeno ogni due anni. La visita poteva essere fatta dal vescovo in persona o, se questi fosse stato legittimamente impedito, da un suo delegato, quale ad esempio il decano. Oggetto della visita erano: i "luoghi" della cura d'anime e quindi le chiese, cappelle e qualunque istituto soggetto alla giurisdizione episcopale; le "cose" e quindi le suppellettili sacre, gli altari, il battistero, le indulgenze, le confraternite, ecc.; gli "uffici" e le "funzioni" per cui il visitatore controllava se il curatore d'anime assolvesse diligentemente ai suoi compiti relativamente alla predicazione, all'amministrazione dei sacramenti, alla celebrazione della messa, all'amministrazione del patrimonio ecc.; le "persone" e quindi la vita ed i costumi del clero e della popolazione locale. Al vescovo spettava il diritto della "porzione canonica" che consisteva nell'obbligo per il curatore d'anime di fornirgli vitto ed alloggio durante il tempo della visita, tranne in certi luoghi dove il vescovo era tenuto a sostenerli personalmente. Era prevista anche la bonificazione di tali spese, da annotarsi nei resoconti della chiesa fra le spese sostenute per il culto. Le autorità politiche erano abbligate a presenziare alla visita solo nel caso in cui il vescovo lo avesse espressamente richiesto. Il curatore d'anime era chiamato a preparare la visita, ordinando mobilio, paramenti ed arredi di chiesa e sacrestia nonchè la documentazione dell'archivio ed a compilare un questionario preparatorio in cui venivano date notizie generali sul beneficio, le chiesa ed i legati con una descrizione dettagliata delle condizioni religioso-morali della cura d'anime, dell'istruzione dei fedeli, dell'amministrazione dei sacramenti e delle confraternite, associazioni religiose e pie opere presenti nel territorio della parrocchia. 211 serie 9.1 Atti visitali, 1616 - 1965 Contenuto La serie consta di tre unità, la prima costituita da un volume nel quale venne rilegato il decreto visitale stilato in occasione della visita alla pieve di Coredo nel 1695, e nel quale venne successivamente inserita, in forma sciolta, documentazione prodotta in successive visite pastorali, opportunamente segnalata da un'intitolazione apposta a matita sulla coperta cartacea del volume. Ai fascicoli di cui alle unità 9.1.2, 9.1.3 sono state attribuite nuove intitolazioni in occasione del presente ordinamento, in quanto la documentazione contenuta fu originariamente organizzata in mazzi privi di rimando al contenuto. 1 b. 1 "Decreta visitalia et alia, liber confirmatorum: 1616, 1695, 1742, 1751, 1766, 1825" (1) (2) 1616, 1695, 1742, 1751, 1766, 1825 Copia autentica dei "Decreta visitalia plebania Coredi", 1616 contine fra l'altro, inserite: copie autentiche e semplici dei decreti visitali prodotti in occasione delle visite pastorali alla pieve di Taio negli anni: 1616, 1742, 1751, 1766, 1825 Italiano, latino Volume, legatura in cart., cc. 33 n.n Note (1) In realtà il volume non contiene registrazione di cresimati. (2) Le date relative agli atti visitali contenuti nel volume sono state aggiunte posteriormente a matita. Solo i decreti visitali del 1695 sono stati cuciti nel volume: la documentazione prodotta in occasione delle visite degli anni 1742, 1751, 1766, 1825 è stata inserita e non rilegata 2 b. 1 Trascrizioni, estratti, appunti dagli atti visitali prodotti in occasione delle visite pastorali alla parrocchia di Coredo ed al alcune parrocchie limitrofe dal 1537 al 1766 (1) sec. XIX ultimo quarto - sec. XX primo quarto Fascicolo, cc. 8 Note (1) Si tratta di quattro bifogli di mano del parroco E. Endrici 3 b. 1 Decreti visitali, questionari ed appunti preparatori delle visite pastorali degli anni 1913, 1926, 1938, 1942, 1952, 1964 1913; 1926; 1938; 1942; 1952; 1965 Fascicolo, cc. 62 212 subfondo 10 Culto e funzioni religiose, 1718 - 1952 Contenuto Il sottofondo comprende la documentazione prodotta dal parroco e dai suoi coadiutori nella celebrazione delle funzioni sacre, nelle commemorazioni liturgiche e in tutte le attività che si compiono nell'officiazione del culto divino. 213 serie 10.1 Diari delle messe, 1777 - 1952 Contenuto Per la registrazione delle messe era disposto dall'autorità ecclesiastica l'uso di tre diari: il diario delle messe legatarie, il diario delle messe avventizie ed infine il diario personale delle messe. Il primo tipo di diario doveva contenere i dati relativi alla celebrazione delle messe beneficiali e legatarie fondate nella parrocchia, e quindi indicare la data ed il luogo della celebrazione, l'intenzione ed il numero delle messe da celebrarsi; il diario delle messe avventizie doveva registrare invece tutte le messe effettivamente celebrate, e riportarne la data della celebrazione, i nomi del committente e del celebrante, l'intenzione con la relativa soddisfazione, lo stipendio. Entrambi i tipi di registro dovevano essere conservati in sacrestia, come si apprende da una comunicazione inviata il 14 agosto 1804 dal vicario generale Simone Albano Zambaiti ai decani della diocesi trentina, con la quale si rammentava ai curatori d'anime come "in omnibus ecclesiis diligenter, fideliterque oserventur, scilicet, ut in singulis sacrariis exponatur liber, in quo quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii, et capellaniae quam legataria perpetuas, ac insuper alius separatus liber in quo notentur missae adventitiae signata in utroque libro cuiuscumque celebrationis die". L'obbligatorietà della tenuta dei diari delle messe avventizie fu riconfermata l'11 marzo 1825 anche dal vescovo Francesco Saverio Luschin, il quale nella medesima occasione prescrisse anche l'obbligo dell'annotazione sul diario del nome del sacerdote celebrante e dell'intenzione della messa e ribadì l'obbligo della conservazione di tali libri in sacrestia. Nel diario diario personale delle messe infine, ciascun parroco doveva annotare tutte le messe da lui personalmente celebrate e da celebrarsi; questo tipo di registro veniva di norma conservato presso di sé da ogni sacerdote seguendone anche gli spostamenti. In base alla tipologia dei registri presenti la serie è stata a sua volta suddivisa in due sottoserie: quella dei diari delle messe legatarie ed avventizie e dei diari personali delle messe. 214 sottoserie 10.1.1 Diari delle messe legatarie ed avventizie, 1777 - 1952 Contenuto La sottoserie si compone di 14 registri in cui venivano annotate sia le messe legatarie a carico della chiesa parrocchiale, sia le messe avventizie, celebrate in genere 'pro defunctis', 'ad mentem offerentis', 'pro animabus', 'pro populo'. Ciascun registro riporta, con più ordine e sistematicità i registri più recenti compilati su pagine prestampate, la registrazione della data della celebrazione della messa, del nome del celebrante, dell'intenzione ed infine del numero partitivo, cioè di un numero d'ordine che contraddistingue una messa all'interno di una serie di uffici sacri fatti celebrare per un defunto. La tenuta di diari delle messe, specie pre la registrazione delle messe legatarie, venne più volte sollecitata dall'autorità vescovile già nel secolo XVIII. Si legge infatti nei decreti visitali stilati in occasione della visita alla parrocchia di Coredo nel 1695: "Per accertare l'adempimento di messe obligate doverasi tanto nella chiesa parochiale quanto nella figliale di S. Rocco mantenere per l'avenire un libro proporzionato, nel quale cadaun celebrante di messa beneficiale, o legataria, d'officio generale o particolare, votiva o di divozione, debba giornalmente notarla, coll'espressione della causa et applicatione [...]" (1). Note (1) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.1, c. 4v 1 "[Diario] delle messe [manua]li [...] ss. messe [...]" (1) (2) 1777 ottobre 1 - 1809 giugno 24 Diario delle messe legatarie ed avventizie (2) all'interno del piatto anteriore della coperta: annotazioni relative a decessi, 1798 apr. 13 - 1809 giu. 24 (3) all'interno del piatto posteriore della coperta: annotazione relativa alla pubblicazione di sovrano decreto, 1803 mar. 1 Italiano, latino Registro, legatura in cart., pp. 439 (bianche pp. 227) Segnature precedenti: IV 3 Note (1) L' inchiostro molto sbiadito e la parziale copertura dell'intitolazione ne impediscono la lettura integrale (2) Il registro è diviso in 7 sezioni, ciascuna corrispondente alle messe celebrate da un diverso ministro celebrante (parroco e cooperatori) (3) Viene ricordata anche la morte di don Romedio Rizzardi, primissario e quindi sostituto beneficiato Bombarda, avvenuta il 24 giugno 1809 2 "Libro delle messe legatarie" 1793 ottobre 1 - 1808 dicembre 28 Diario delle messe legatarie (1) all'interno del piatto anteriore della coperta: annotazioni di carattere meteorologico, 1800 ott. 9 - 1805 all'interno del piatto posteriore della coperta: "1801" 215 Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 68 n.n. Segnature precedenti: IV 2 Note (1) Il registro è diviso in 3 sezioni, ciascuna corrispondente alle messe celebrate da un diverso ministro celebrante (parroco e cooperatori) 3 "Codex in quo inscribuntur missae pro populo, missae lagatariae, quae soluntur a sindico parochiali, necnon aliae legatariae et manuales, inceptus die 3 aprilis, id est die paschatis anno 1825 ac semper servandus in sacrario ecclesiae parochialis Coredi. Continet missas celebratas usque ad die 23 aprilis 1830" 1825 aprile 1 - 1830 aprile 25 - "Missae pro populo Coredi a die 3 aprilis 1825", 1825 apr. 3 - 1830 mar.14 - "missae adventiziae a die 24 febraris 1830", 1830 feb. 24 - 1830 apr. 25 - "missae ligatariae quae soluntur a sindico parochiali", 1825 mag. 1 - 1828 ott. 1 - "missae adventitiae", 1825 mag. 1 - 1829 ago. 28 - "sequuntur missae legatariae", 1828 ott. 25 - 1830 mar. 21 - "[missae] adventitiae", 1829 ago. 29 - 1830 feb. 23 sul verso del piatto anteriore della coperta: autografi [sec. XIX in.] sul recto e sul verso del piatto posteriore della coparta: registrazione della messa celebrata il 23 feb. 1830, autografi, [sec.XIX in.] contiene fra l'altro, inserite: annotazioni relative a messe da celebrare ed al ricevimento delle relative elemosine, [1825 - 1830] (2) Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 91 n.n. Segnature precedenti: IV 7 Note (1) "Continet missas celebratas usque ad die 23 aprilis 1830" è stato aggiunto posteriormente (2) Sul verso dell'inserto: note angrafiche relative a Maria Anna del fu Giuseppe conte Thun [sec. XIX prima metà] 4 "Liber continens missas in eclesia par[ochiali] Coredi celebratas pro legatis in hac tabella quantitatibus. 2° adventitias. 3° pro populo, inceptus die 23 aprilis 1830" (tit. int.) 1830 aprile 25 - 1864 maggio 1 - "Missa legataria celebratas a die 23 aprilis 1830", 1830 apr. 25 - 1863 set. 23 - "missa adventitia", 1856 nov. 26 - 1864 apr. 1 - "missa adventitia a clero Corredi celebrata a die 23 aprilis 1830", 1830 apr. 25 - 1856 nov. 1 - "missa pro populo par[ochiali] Corredi celebrata a die 23 aprilis 1830", 1830 apr. 25 - 1864 mag. 1 sul verso del piatto anteriore della coperta: annotazione di carattere metereologico nel 1859, [1859] ; annotazioni di carattere contabile [1830 - 1864] sul verso del piatto posteriore della coperta: "Memoria della messa celebrata ala madona l'anno 1862 e '63, 1863/4", [1862 - 1864]; annotazioni di carattere contabile, disegni, autografi, [1830 - 1864] Italiano, latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 156 n.n. Segnature precedenti: IV 8 216 5 "Diario delle sante messe celebrate nella chiesa parrocchiale di Coredo" 1864 maggio 1 - 1873 maggio 2 - Registrazione delle messe avventizie, 1864 mag. 1 - 1873 mag. 2 - "1864 missae legatariae", 1864 mag. 2 - 1873 apr. 25 - "messa pro populo", 1864 mag. 1 - 1873 mag.1 sulla carta di guardia: lode a Maria vergine, [1864 mag. 1 - 1873 mag. 1] Latino Registro, legatura in tela, cc. 95 n.n. Segnature precedenti: IV 10 6 "Diarium missarum celebratarum ecclesia parrociali (sic) Coreti" 1873 maggio 1 - 1888 dicembre 31 Diario delle messe legatarie ed avventizie Latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 140 n.n. Segnature precedenti: IV 11 7 Diario delle messe legatarie ed avventizie 1889 gennaio 1 - 1898 dicembre 31 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 90 n.n. Segnature precedenti: IV 14 8 Diario delle messe legatarie ed avventizie 1899 gennaio 1 - 1908 luglio 25 Sul verso della carta di guardia: "1899/1908" Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 140 n.n. Segnature precedenti: IV 16 9 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia par(ochiali) Coreti a die 26 mensis iulii anni 1908 ad die 31 mensis decembris anni 1915" (tit. int.) 1908 luglio 26 - 1915 dicembre 31 Latino Registro, legatura in tela, cc. 121 n.n. Segnature precedenti: IV 19 10 217 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Coreti a die 1 mensis ianuarii anni 1916 ad diem 5 mensis iulii anni 1924" (tit int.) 1916 gennaio 1 - 1924 luglio 5 Latino Registro, legatura in tela, cc. 121 n.n. 11 "Diarium missarum sagrestia ad die 6 iulii 1924 ad diem 9 februarii 1931" (tit. int.) (1) 1924 luglio 6 - 1931 gennaio 6 Sulla prima carta: invocazione al Signore, [1924] Latino Registro, legatura in tela, cc. 89 n.n. Segnature precedenti: IV 21 Note (1) Parte dell'intitolazione ("a die 6 iulii 1924 ad diem 9 febrarii 1931") è stata desunta dalla prima carta del registro 12 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia S Crucis Corethi ab anno 1931 ad 1936" (tit. int.) 1931 febbraio 10 - 1936 agosto 24 A metà circa: annotazione relativa alla celebrazione di una messa "pro populo" in occasione del XXV anniversario di sacerdozio di don Giuseppe Rigotti, 1934 lug. 8 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 96 n.n. Segnature precedenti: IV 21 13 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Coreti ab anno 1936, ad 1942, 4/4" (tit. int.) 1936 agosto 25 - 1942 aprile 4 Sul verso della prima carta: "25 agosto 1936" Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 96 n.n. Segnature precedenti: IV 23 14 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Corethi ab 1946 ad [1952]" (tit. int.) 1946 gennaio 1 - 1952 settembre 19 Verso metà: annotazione relativa alla celebrazione della I santa messa di don Luigi Rizzardi di Coredo, 1947 lug. 6 verso la fine: annotazione relativa alla celebrazione della I santa messa di don Gianbattista Brentari di Coredo, 1948 giu. 29 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 53 n.n. Segnature precedenti: IV 24 218 sottoserie 10.1.2 Diari personali delle messe, 1811 - 1920 Contenuto La serie consta di 7 registri. I diari personali delle messe più antichi (in questa serie della prima metà del XIX sec.), precedenti all'introduzione dei registri prestampati, si limitano e registrare la data di celebrazione della messa, l'intenzione ed eventualmente il numero partitivo, cioé il numero d'ordine che contraddistingue una messa all'interno di una serie di uffici sacri fatti celebrare per un defunto. I diari compilati su pagine prestampate, usati dalla seconda metà del XIX sec., si articolano in due sezioni: la prima riservata alla registrazione delle messe da celebrarsi, comprese le residue dell'anno precedente, dove venivano annotati la data della commissione, il committente, il numero di messe commissionate, l'intenzione, l'elemosina corrisposta, eventuali annotazioni ed il promemoria del sacerdote relativo all'assolvimento dell'obbligo missario. La seconda sezione, riservata alle messe celebrate, riportava registrazione della data, del luogo e della chiesa della celebrazione, l'intenzione ed il numero di offici. La prima pagina dei registri personali delle messe, a partire dalla seconda metà del sec. XIX, riportava in caratteri a stampa (secondo il prescritto delle costituzioni diocesane II) la seguente prefazione in latino (in italiano nei registri più recenti) sottoscritta dal sacerdote: "Prospectus missarum, quibus satisfacere obligor; unde nisi in meo diario notatae fuerint tanquam a me celebrata, nec ab aliis sacerdotibus, me committente celebratas fuisse attestatione fide digna constiterit, haeredes mei ad supplendum tenebatur". I diari personali delle messe conservati nell'archivio parrocchiale di Coredo sono stati raggruppati per sacerdoti, di cui in nota si fornisce un breve profilo. 1 "Diarium missarum p[resbiteris] Francisci Sicher" 1811 ottobre - 1834 dicembre 31 Registro personale delle messe legatarie ed avventizie di don Francesco Sicher (1) sul verso dei piatti anteriore e posteriore della coperta: annotazioni di carattere contabile, 1822 apr. 10 - 1825 gen. 5 Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 88 n.n. Segnature precedenti: IV 5 Note (1) Don Francesco Sicher fu cappellano di Coredo dal 1817 al 1834 2 Diario personale delle messe legatarie ed avventizie di don Romedio Widmann (1) 1822 novembre 15 - 1836 giugno 3 - "Cathalogus missarum a me p(resbitero) Romedio de Widmann celebratarum incipiendo a die 15 novembris 1822", 1822 nov. 15 1826 nov. 26 - diari personali delle messe legatarie ed avventizie, 1826 dic.1 - 1836 giu. 3 (2) - prospetto riassuntivo delle messe celebrate per il beneficio Thun fra il 14 novembre 1823 ed il 14 novembre 1824 da don Romedio Widmann e dal cappellano Chilovi; annotazione relativa alla rinuncia di don Romedio Widmann nelle mani del conte Abrogasto Thun all'incarico di beneficiato Thun [1825 nov. 14] 219 Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 83 n.n. Segnature precedenti: IV 6 Note (1) Don Romedio Widmann fu cappellano di Coredo fra il 1738 ed il 1795 e quindi beneficiato a castel Bragher dal [1822] al 14 novembre 1825 (2) Non è stato possibile risalire al nome del ministro celebrante 3 "Diarium missarum ad usum sacerdotis Endrici Eduardi inchoatum die XXVI mensis decembris anni 1876" (tit. int.) (1) 1876 dicembre 26 - 1888 dicembre 31 Diario personale della messe di don E. Endrici: - "prospectus missarum celebrandarum", 1876 dic. 27 - 1888 dic. 31 - "prospectus missarum celebratarum", 1876 dic. 26 - 1890 dic. 31 Latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 106 n.n. Segnature precedenti: IV 12 Note (1) Sulla coperta: "II. 26 dicembre - 1890 dicembre 31" 4 "Adversaria sacrorum presbiteri don Endrici Eduardi. 1891 - 1900" 1891 gennaio 1 - 1900 novembre 11 Diario personale delle messe di don E. Endrici: - "missae celebrandae", 1891 gen. 1 - 1900 nov. 11 - "missae celebratae", 1891 gen. 1 - 1900 dic. 31 sulla prima carta: nota del parroco Endrici relativa al numaro di messe da celebrare nell'anno ecclesiastico ed alle loro modalità di registrazione, [1891] Italiano, latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 78 Segnature precedenti: IV 15 5 "Adversaria sacrorum presbiteri Endrici Eduardi, 1901 - 1910" (tit. int.) 1901 gennaio 1 - 1910 dicembre 31 Diario personale delle messe di don E. Endrici: - "missae celebrandae", 1901 gen. 2 - 1910 dic. 16 (1) - "missae celebratae", 1901 gen. 1 - 1910 dic. 31 sulla prima carta: note del parroco Endrici relative al numero ed al tipo di messe da celebrare nell'anno ecclesiastico, [1901] Latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 86 (num. orig. parziale) Segnature precedenti: IV 17 6 220 "Diarium missarum sacerdotis [Eduardi Endrici] [...]" (tit. int.) 1911 gennaio 1 - 1920 dicembre 31 Diario personale delle messe di don E. Endrici: - "pars prima, missarum celebrandarum prospectus", 1911 gen. 1 - 1920 mar. 19 - "pars altera, sacrorum persolutorum quotidiana inscriptio", 1911 gen. 1 - 1920 dic. 31 verso la fine: annotazione relativa al rientro in servizio del parroco Endrici dopo mesi di malattia, 1920 giu. 7; annotazione relativa al festeggiamento del 33° anniversario della venuta a Coredo del parroco Endrici, 1920 giu. 15 sul verso del piatto anteriore della coperta, incollato: prospetto contenente descrizione delle elemosine da versare per la celebrazione delle messe e per l'estensione degli atti anagrafici, [1911 - 1920] sul verso della carta di guardia anteriore: "Tassatorio delle messe [...]", [1917] sul recto del piatto posteriore della coperta: "Tassatorio delle messe, 20/1 1919" contiene, inserito; "Tassatorio missarum del 20 aprile 1920 [...], [post 1920 apr. 20]; decreto emesso dall'Ordinariato vescovile contenente indicazioni circa il pagamento delle elemosine per le messe, 1917 nov. 15 Italiano, latino Registro, legatura in tela, cc. 77 n.n. Segnature precedenti: IV 18 7 "Diarium missarum ad usum sacerdotis Dionisii Delama inchoatum Tridenti die prima mensis ianuarii anni 1877" (tit. int.) 1877 gennaio 1 - 1891 gennaio 18 Diario personale delle messe di don D. Delama: - "prospectus missarum celabrandarum", 1877 gen. 2 - 1891 gen. 8 (1) - "prospectus missarum celebratarum", 1877 gen. 1 - 1891 gen. 18 (2) Latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 102 n.n. Segnature precedenti: IV 13 Note (1) Il prospetto delle messe da celebrare fra il 18 agosto e l'8 settembre 1890 è stilato su un foglio a parte, inserito nel registro (2) Le messe celebrate fra l'1 ed il 18 gennaio 1891 sono registrate su foglio a parte, incollato alla carta di guardia posteriore 221 serie 10.2 Registri degli avvisi e delle pubblicazioni, 1855 - 1948 Contenuto La serie raccoglie i registri nei quali il parroco annotava le promesse di futuro matrimonio con le date delle tre pubblicazioni necessarie prima della celebrazione dei matrimoni, gli avvisi per le funzioni liturgiche, per le confessioni e per la dottrina cristiana e altre comunicazioni pastorali di vario genere da pubblicarsi in chiesa e quindi di interesse comunitario. Già il Concilio di Trento (Sessione XXIV) stabiliva che i parroci rendessero note alla comunità le intenzioni dei futuri sposi, per tre domeniche consecutive duranta l'adunanza ordinaria dei fedeli della parrocchia. Il § 71 del Codice civile austriaco aggiungeva un'ulteriore clausola alla validità del matrimonio, ossia che le pubblicazioni matrimoniali venissero fatte nelle parrocchie di entrambi gli sposi. In casi particolari i futuri sposi potevano essere dispensati da una, due o addirittura tre pubblicazioni (Istruzione diocesana § 82). L'autorità ecclesiastica ordinariamente competente per tale concessione era l'Ordinariato vescovile, salvo il caso contemplato dal § 83 dell'Istruzione diocesana, ossia pericolo di morte per gli sposi intenzionati a legittimare il figlio nascituro), per il quale si delegava il curatore d'anime (o un suo sostituto) chiamato ad assistere al matrimonio. L'autorità politica competente a dispensare gli sposi dalle tre pubblicazioni era invece la Luogotenenza, e nel caso di pericolo di morte precedentemente contemplato, il Capitanato distrettuale o l'autorità comunale che ne faceva le veci. La dispensa veniva concessa solo previa prestazione di un giuramento suppletorio, pronunciato davanti all'officiante, nel quale i contraenti giuravano di non essere a conoscenza di nessun impedimento alla loro unione matrimoniale. La dispensa dall'obbligo di una o due pubblicazioni era concessa, nei casi in cui si rendeva necessaria un'anticipazione del matrimonio, dall'Ordinariato vescovile; venne delegata ai decani con decreto vescovile del 1825, in base al quale il decano era autorizzato a dispensare solo nel caso in cui i contraenti dimostrassero di aver ottenuto una simile dispensa anche dall'autorità politica. La serie comprende 10 registri compilati a partire dalla seconda metà del sec. XIX, con il parroco don Emilio Lorenzoni. 1 Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali 1855 agosto 12 - 1871 maggio 21 Italiano Registro, legatura in cart. (1), cc. 70 n.n. Segnature precedenti: XI 8 Note (1) Il registro è acefalo 2 Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali 1872 maggio 30 - 1881 giugno 24 Italiano Registro, legatura in cart., cc. 42 n.n Segnature precedenti: XI 9 222 3 "Bandi ed avvisi pubblicati nella chiesa parrocchiale di Coredo dal 26 giugno 1881" 1881 giugno 24 - 1898 dicembre 25 Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali sul verso dell'ultima carta: annotazione relativa a nato in Svizzera nel 1871, post 1871 feb. 29 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 119 n.n. Segnature precedenti: XI 7 4 "Pubblicazioni" (1) 1899 gennaio 1 - 1907 maggio 26 Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali Italiano Registro, legatura in tela, cc. 99 n.n. (2) Segnature precedenti: XI 10 Note (1) All'interno, sul recto della carta di guardia: "1899 - 1907" (2) La carta con gli avvisi dati nei giorni 24 e 31 luglio 1904 è stata asportata 5 Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali 1916 gennaio 6 - 1921 aprile 24 - Avvisi in chiesa, 1916 gennaio 6 - 1918 marzo 3 - avvisi in chiesa e pubblicazioni matrimoniali, 1918 marzo 17 - 1921 aprile 24 all'interno del piatto anteriore della coperta: annotazioni relative ad elemosine versate per la celebrazione di messe legatarie, [1916 1921] Italiano Registro, legatura in tela, cc. 81 n.n. 6 "Libro delle pubblicazioni dal 1/5 1921" (tit. int.) 1921 maggio 5 - 1927 marzo 20 Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 141 n.n. Segnature precedenti: XI 12 7 Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali 1927 marzo 27 - 1929 dicembre 25 Italiano Registro, legatura in cart., cc. 39 n.n. 223 8 "Avvisi e pubblicazioni matrimoniali" (tit. int.) 1930 gennaio 6 - 1943 gennaio 6 - Avvisi in chiesa, 1930 gennaio 6 - 1943 gennaio 6 - "pubblicazioni matrimoniali 1930", 1930 febbraio 9 - 1942 aprile 20 (1) Italiano Registro, legatura in tela, cc. 58. n.n. (num. orig. parziale) Note (1) Questa parte è compilata a registro capovolto 9 Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali 1943 gennaio 10 - 1946 febbraio 24 - Avvisi in chiesa, 1943 gennaio 10 - 1946 febbraio 24 - "pubblicazioni matrimoniali", 1943 aprile 4 - 1945 dicembre 25 Italiano Registro, legatura in tela, cc. 57 n.n. 10 "Pubblicazioni" 1947 luglio 6 - 1948 dicembre 26 Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali sul verso dell'ultima carta: registrazione di matrimonio celebrato in data 23 febbraio 1933, [1933] (1) Italiano Registro, legatura in cart., cc. 24 n.n. Note (1) Questa registrazione è stata fatta a registro capovolto 224 serie 10.3 Carteggio ed atti, 1718 - 1942 Contenuto La serie consta prevalentemente di fascicoli di nuova formazione, spesso costituiti da singoli documenti, rinvenuti variamente distribuiti ad altra documentazione dell'archivio, per alcuni dei quali si è riportata, se presente, l'intitolazione originaria apposta a tergo degli stessi. La documentazione della serie, riunita in fase di riordino in un'unica busta, riguarda il culto e le funzioni sacre ed in particolare è relativa ad atti di autenticazione di reliquie deposte presso la chiesa parrocchiale, alle famiglie consacrate al S. Cuore, alla celebrazione di uffici sacri presso chiese minori di Coredo, alla concessione apostolica di indulgenze ecc. coprendo un arco cronologico che va dagli inizi del XVIII sino alla prima metà del sec. XX. 1 b. 1 "Autentiche delle s. reliquie" (1) 1718; 1872; 1926; 1934; 1941 Fascicolo, cc. 5 Note (1) L'intitolazione, di mano del parroco Rigotti, è stata desunta dalla busta da lettera in cui lo stesso parroco aveva inserito gli atti di concessione ed autentica di reliquie. Si tratta in particolare delle reliquie di S. Illuminata e S. Colomba (1718), di frammenti del legno della Santa Croce (1872, 1926 e 1934), e delle reliquie della beata Maddalena marchesa di Canossa (1941) 2 b. 1 "Altare privilegiato, 1780" (1) 1780 novembre 25 Documento emesso dalla cancelleria vescovile che conferisce all'altare maggiore della chiesa parrocchiale di Coredo il privilegio di liberare per un settennio dalla pene del purgatorio i defunti la cui messa funebre verrà celebrata presso lo stesso altare Fascicolo, cc. 2 Note (1) L'intitolazione è stata desunta dal verso del documento 3 b. 1 Documentazione relativa alla richiesta della contessa Gioseffa Thun di castel Bragher di benedire la cappella del castello e concessione accordata dal vescovo Pietro Vigilio Thun (1) 1786 Fascicolo, cc. 4 Note (1) Il vescovo ordina che la benedizione venga fatta ogni prima e terza domenica del mese 4 b. 1 Supplica del parroco di Coredo Pietro Menghini al vescovo di Trento affinché la comunità di Coredo venga prosciolta dall'obbligo di recarsi al santuario nel giorno di S. Vito per la celebrazione di una messa (1) 225 1787 Italiano Fascicolo, cc. 2 Note (1) Il parroco chiede che la messa possa essere celebrata nella piccola chiesa di S. Rocco, a Coredo 5 b. 1 Lettera vescovile che concede a i fratelli sacerdoti Francesco, Giuseppe e Pietro Sicher di Coredo (1) di celebrare quotidianamente la messa presso il sacello intitolato alla Madonna (2) 1862 agosto 16 Fascicolo, cc. 2 Note (1) Don Giuseppe, nato nel 1802, fu professore e quindi direttore del ginnasio di Trento, morì a Lavis nel 1881. Don Francesco, nato nel 1814, fu parroco di Roncegno e quindi decano di Fondo dal 1865 al 1895, anno in cui morì. Don Pietro, nato nel 1817, fu parroco di Lavis dal 1860 al 1901, anno in cui morì. (2) I fratelli Sicher ricevettero nel 1851 dal vescovo Giovanni Nepomuceno, l'autorizzazione a costruire il sacello intitolato alla Madonna, quale adempimento di un voto espresso dalla loro defunta madre 6 b. 1 Concessione apostolica di indulgenza plenaria 1925 luglio 18 (con visto del 23 luglio) Fascicolo, c. 1 b. 1 "Famiglie, dove viene intronizzato il S. Cuore di Gesù" (1) 1942 Contiene anche: "Bambini consacrati alla Madonna nel giorno del S. Rosario in Coredo, 4 ottobre 1942", 1942 ott. 4 Fascicolo, cc. 4 Note (1) L'intitolazione è stata desunta dall'elenco dei coredani presso le cui abitazione è avvenuta l'intronizzazione. 226 subfondo 11 Associazioni parrocchiali, 1901 - 1954 Contenuto L'attività delle associazioni parrocchiali fu assai fervida a Coredo dal finire degli anni '20 del XIX sec., specie nel periodo di servizio del parroco G. Rigotti (1929 - 1942) al quale è da attribuire l'impianto dei primi registri degli iscritti, la stesura di relazioni e promemoria inerenti alla fondazione o alle prime riunioni dei vari gruppi. Molto seguito ebbero l'Opera di S. Vigilio e le Opere Missionarie Pontificie. L'Opera di S.Vigilio venne fondata a Coredo nel 1920 (1). Essa si proponeva, attraverso la preghiera, di sensibilizzare i fedeli all'azione apostolica e aveva come scopo la raccolta di fondi a favore dell'educazione dei giovani vocati al sacerdozio. L'Opera era presieduta da un consiglio centrale con sede a Trento, composto da un rettore, quattro consiglieri, un segretario e un cassiere di nomina vescovile. A livello locale era invece coordinato dal curatore d'anime e, nel caso in cui il gruppo avesse raggiunto almeno 100 soci, era prevista l'elezione di un consiglio locale composto da due o tre membri, scelti tra i soci dal curato. Compito degli zelatori era, oltre alla preghiera, la raccolta mensile di offerte da consegnarsi al curato il quale, ogni semestre, le spediva al cassiere centrale. Gli zelatori avevano il diritto di godere di particolari privilegi ed indulgenze: ogni anno infatti, il primo venerdì di ogni mese, venivano celebrate presso il Seminario di Trento 12 messe per i benefattori viventi ed una messa nell'Ottava dei morti in suffragio di quelli defunti. Le Opere Missionarie Pontificie sono pie associazioni di fedeli istituite con lo scopo di aiutare le missioni nel mondo. I membri devono essere regolarmente iscritti e si impegnano ad adempiere alle condizioni stabilite dagli statuti per poter godere dei diritti e indulti concessi. Varie altre associazioni ed iniziative, alcune di fondazione mondiale, altre diocesana, furono attivate a Coredo. Avevano scopi caritativo - sociali o di propoganda religiosa: l'Opera di Propagazione della Fede a sostegno delle missioni universali; l'Opera della Santa infanzia a sostegno delle missioni con un'attenzione speciale ai bambini poveri ed ancora l'Opera di S. Pietro Apostolo per il Clero indigeno, che insisteva sulla necessità di promuovere la formazione del clero indigeno destinato ad assumere la responsabilità delle chiese locali. Presso la parrocchia di Coredo fu attiva anche l'Azione cattolica. La documentazione conservata presso l'archivio parrocchiale di Coredo ne testimonia la presenza nei tre gruppi maschile, femminile e giovanile, a partire dall'inizio degli anni '30 del XIX sec. (2); l'esiguità di documentazione relativia all'associazione, che si riduce ad alcune quietanze per i gruppi femminile e maschile e ad un registro dei verbali delle adunanze per il gruppo giovanile, rende purtroppo impossibile ricostruirne l'attività. Alcune informazioni relative al gruppo dei giovani si evincono da una relazione stilata dal parroco Rigotti sul registro dei verbali delle riunioni (3). Veniva istituito nel gennaio dell'anno 1930 sotto il nome di 'Circolo giovanile maschile di S. Stefano' dallo stesso don Rigotti che in tal occasione radunava circa 40 coredani dai 15 ai 35 anni nella chiesetta di S. Rocco. Il locale per la tenuta delle riunioni, gentilmente concesso al Comitato promotore dalla coredana Annunziata Widmann, venne arredato per essere frequentato dai giovani per tre sere in settimana. Nello stesso anno si tenne l'elezione della Direzione del Circolo: vennero eletti un presidente, un vicepresidente, un segretario, un cassiere e tre consiglieri. Fu scelto come patrono e protettore S. Stefano martire, in occasione del cui anniversario veniva fatta celebrare dall'associazione un messa solenne. Il parroco, che in data 10 marzo 1930 veniva nominato dall'Ordinariato vescovile 'assistente ecclesiastico del Circolo, teneva regolarmente conferenze di argomento morale - sociale (4). 227 Note (1) Scrive il parroco Rigotti sul registro degli iscritti dell'associazione: "La pia Opera di S. Vigilio fu fondata nell'anno 1920: non vi era un numero fisso di soci né di zelatrici, né gli ascritti contribuivano con un canone fisso, ma davano una o più lire alla zelatrice Elvira Inama, che aiutata da qualche altra raccoglieva l'elemosina una volta all'anno, come faceva pure per le spese missionarie. Molte volte si fece la giornata sacerdotale ed ogni mese veniva raccolta in chiesa l'elemosina per il seminario minore. Nel 1930 e 1931 venne fatta pure la questua di patate. Dopo la giornata sacerdotale del 1931 venne costituita una commissione di zelatrici , le quali raccolsero tosto un bel numero di ascritti alla Pia Opera [...]: una scolara si presenta a loro ogni mese per la piccola elemosina". Cfr Archivio parrocchiale di Coredo, 11.2.3 (2) Significativa è a tal proposito l'intitolazione apposta dal parroco Rigotti su una busta da lettera, che raccoglie alcune quietanze relative all'associazione:"Fatture e quietanze dei gruppi di Azione cattolica". Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 11.3.2, cc. 7 - 34 (3) Archivio parrocchiale di Coredo, 11.1.1 (4) Archivio parrocchiale di Coredo, 11.3.2, c. 5 228 serie 11.1 Protocolli delle riunioni, 1930 - 1942 Contenuto La serie consta di due registri, entrambi impiantati dal parroco G. Rigotti (1929 - 1942), rispettivamente nel 1930, in occasione dell'istituzione del 'Circolo giovanile di S. Stefano', e nel 1938 con l'adunanza, in data 21 marzo, del neocostituito Consiglio parrocchiale. 1 Registro dei verbali delle adunanze del Circolo giovanile di S. Stefano ed elenchi degli iscritti dal 1930 al 1942 1930 - 1942 All'inizio: relazione del parroco G. Rigotti stilata in occasione della costituzione del Circolo giovanile di S. Stefano, 1930 contiene fra l'altro, inserito: elenco degli iscritti all'associazione, [1942] (1) Italiano Registro, legatura in cart., 14 n.n. Segnature precedenti: VIII B 4 Note (1) Gli iscritti sono suddivisi per anno di nascita 2 "Consiglio parrocchiale" 1938 marzo 21 - 1938 aprile 11 Registro dei verbali delle adunanze del Consiglio parrocchiale Italiano Registro, legatura in cart., c. 1 n.n. 229 serie 11.2 Registri degli iscritti, 1924 - 1954 Contenuto La serie consta di 6 unità il cui impianto è da attribuire al parroco don G. Rigotti (1929 - 1942), durante il cui periodo di servizio l'attività di gruppi ed associazioni parrocchiali si esplicò con particolare fervore. 1 "Pia Opera di S. Vigilio, 1931" 1924; 1931 - 1949; 1954 Sul verso del piatto anteriore della coperta: rimando a pagina interna del registro (1) p. 1: breve relazione di mano del parroco G. Rigotti relativa alla fondazione della Pia Opera di S. Vigilio, [1932] pp. 3 - 14: elenco degli iscritti all'associazione negli anni 1932 - 1933 ? (2) pp. 41 - 47: "Nota del giorno della consegna al parroco e della spedizione alla curia", 1932 feb. 23 - 1942 nov. 17 (2) pp. 48 - 51: elenco -suddiviso per gruppi- degli iscritti all'associazione per il 1943 pp. 52 - 53: nota delle quote raccolte dalle curatrici dei vari gruppi dell'associazione per gli anni 1944 e 1948, [1944]; [1948] contiene fra l'altro, inseriti: elenchi degli iscritti all'associazione negli anni 1945 - 1949 e 1954 e delle relative quote versate, [1945 1949] e [1954]; "Piccolo catechismo per i delegati dell'Opera di S. Vigilio", post 1924 (4); "Opera di S. Vigilio, registro quote", 1924 (5) Registro Note (1) Si rimanda precisamente alla parte del registro in cui il parroco G. Rigotti annota il nome degli iscritti dal 1932 al 1942, la quota versata dai medesimi, il giorno del versamento ed il totale corrisposto alla curia vescovile (2) L'elenco è suddiviso per gruppi e per ciascuno viene indicata la quota versata da ciascun iscritto negli anni 1932 - 1933 (3) Si tratta della parte del registro già descritta nella nota (1) (4) Si tratta di un sottile libretto a stampa (5) Si tratta di un sottile registro non compilato 2 Registro degli iscritti a confraternita o associazione parrocchiale (1) 1929 - 1953 Italiano Registro, legatura in cart., cc. 78 n.n. Note (1) Si tratta di associazione o confraternita che non è stato possibile identificare 3 "Pontificia Opera della Propagazione della Fede, diocesi di Trento; registro delle quote ad uso dell'Archivio parrocchiale di Coredo" 1930 - 1935 Elenco degli iscritti per gli anni 1930 - 1935 contiene fral'altro, inseriti: avvisi a stampa per i fedeli, [post 1930] 230 Latino Registro, legatura in cart., cc. 5 n.n. 4 "Propagazione della fede / Opere missionarie" (1) 1930 - 1942; [post 1946] - 1951 - "Pontificia Opera della Propagazione della Fede", elenco degli iscritti nelle giornate missionarie del 19 ott. 1930 e del 18 ott. 1931 e delle relative quote versate (2) - nota delle copie della rivista "Crociata Missionaria" distribuite fra il 1932 ed il 1940 e dei relativi beneficiari, [1932 - 1940] - "Pontificia Opera di S. Pietro Apostolo per il Clero indigeno", elenco degli iscritti e delle relative quote versate fra il 1933 ed 1937, [1933 - 1937] - elenco degli offerenti pro Opera della Propagazione della Fede, della S. Infanzia, di S. Pietro Apostolo per il Clero indigeno, pro missioni e delle relative quote versate per gli anni 1932 - 1942, 1932 - 1942 (3) alla fine, a registro capovolto: relazione del parroco G. Rigotti a seguito della designazione della Commissione Missionaria parrocchiale avvenuta in data 19 ottobre 1930, 1930 nov. 9 contiene fra l'altro, inseriti: elenchi degli iscritti all' Opera della Propagazione della Fede, della S. Infanzia, di S. Pietro Apostolo per il Clero indigeno e delle relative quote versate per gli anni [1950] - 1951, [1950] - 1951 Italiano Registro, legatura in cart., cc. 9 (num. orig. parziale) Note (1) La seconda parte dell'intitolazione è stata aggiunta su etichetta cartacea applicata al dorso del registro (2) Alla fine dell'elenco degli iscritti per il 1930 viene fatto rimando al registro a stampa nel quale sono stati ricopiati i nominativi degli iscritti all'Opera della Propagazione della Fede per il 1930 (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo....) (3) Il registro degli iscritti alla Confraternita del SS. Rosario per gli anni 1750 - 1924 riporta anche elenco degli iscritti alla pia Opera della Santa Infanzia per gli anni 1854 - 1917, cfr. Archivio della Confraternita del SS. Rosario di Coredo, 1.2) 5 "Ascritti al Carmine in Coredo" 1936 dicembre 8 - 1939 luglio 16 Registrazione degli iscritti alla Madonna del Carmine per gli anni 1936 - 1939 Italiano Registro, legatura in cart., cc. 8 n.n. Segnature precedenti: VIII B 4 6 "Ascritti alla pia Opera della S. Infanzia, 1940 - [1942]" 1940 - 1942 Registrazione degli iscritti alla pia Opera della S. Infanzia di Coredo e delle quote di iscrizione versate dai capi - gruppo Italiano Registro, legatura in cart., cc. 9 n.n. Segnature precedenti: VIII B 4 231 serie 11.3 Atti amministrativi, [1901] - 1947 Contenuto La serie è costituita di 2 fascicoli. Il primo, di nuova costituzione, raccoglie elenchi di iscritti ad associazione o confraternita, rinvenuti frammisti ad altra documentazione dell'archivio, e che non è stato possibile, in sede di ordinamento, identificare con precisione. Il secondo fascicolo è da ricondurre all'impianto archivistico attribuito alla documentazione dal parroco G. Rigotti (1929 - 1942); contiene decreti di nomina ad assistente ecclesiastico di gruppi di Azione cattolica dei decanati di Cembra e di Taio, pervenuti a don Rigotti tra il 1928 ed il 1930. In un secondo tempo venne aggiunto alla documantazione originaria anche il decreto di nomina a presidente dall'Associazione giovanile di Azione cattolica di Coredo, pervenuto nel 1944 a don E. Tonidandel, parroco a Coredo tra il 1942 ed il 1955. 1 b. 1 Elenchi di iscritti a confraternita o associazione parrocchiale (1) [1901] - 1904 Fascicolo, cc. 7 Note (1) Non è stato possibile stabilire a quale confraternita o associazione sia da ricondurre la documentazione in questione 2 b. 1 "Carte di azione cattolica" 1928 - 1947 Decreti di nomina del parroco G. Rigotti ad ispettore - fiduciario dell'organizzazione degli Uomini Cattolici nel decanato di Cembra (1928 - 1929), di assistente ecclesiastico della Gioventù cattolica maschile del decanato di Taio (1930), del Circolo Giovanile maschile "S. Stefano"di Coredo (1930) e del parroco Tonidandel a presidente dell'Associazione Giovanile di Azione cattolica (1944), circolari provenienti dall'Ufficio Centrale e dall'Ufficio Diocesano dell'Azione cattolica italiana contiene fra l'altro: "Fatture e quitanze dei gruppi di Azione cattolica" (1) Fascicolo, cc. 51 Segnature precedenti: XI 3 Note (1) L'intitolazione è stata desunta da una busta da lettera nella quale il parroco G. Rigotti aveva raccolto le quietanze 232 subfondo 12 Miscellanea, 1912 - 1922 Contenuto Il sottofondo raccoglie quella documentazione che per la sua eterogeneità o frammentarietà non è riconducibile ad altra serie. 233 serie 12.1 Carteggio ed atti, sec. XVIII - sec. XX Contenuto La serie consta di due fascicoli di nuova costituzione, entrambi formati in seguito alla raccolta di carte isolate non riconducibili ad alcun affare o tipologia documentaria organica. Le momorie devozionali e le immagini sacre, raccolte nel fascicolo di cui all'unità 15.1.2, sono state prevalentemente estratte da registri o volumi. 1 b. 1 Miscellanea sec. XVIII - sec. XX Supplemento al Messaggero tirolese del 22 nov. 1849, "Elenco dei concorrenti alla condotta medica di Coredo", Gazzetta del Tirolo italiano del 23 ott. 1851, "offerte per il nuovo piviale bianco", spartiti musicali, testi di preghiera, appunti, pro-memoria, elenchi, cartoline, ecc. Fascicolo, cc. 120 2 b. 1 Raccolta di memorie devozionali, immagine ed avvisi sacri sec. XIX - sec. XX Fascicolo, cc. 24 234 serie 12.2 Registri diversi, 1912 - 1922 Contenuto La serie consta di un registro di cassa in buono stato di conservazione, che in sede di riordino non è stato possibile attribuire con sicurezza a nessun ente, beneficio o legato gravitante attorno alla parrocchia, tanto meno ad un amministrazione aggregata a quest'ultima. 1 Registri dei conti di Gioele Widmann, Giuseppe Amadei e Maria Mascotti 1912 - 1922 - "Entrata di Gioele Widmann", 1912 - 1922 - "uscita di Gioele Widmann", 1913 - 1922 - "registro di Giuseppe Amadei", 1913, 1919, 1922 - "registro di Maria Mascotti", 1913, 1916, 1918 - 1920 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 11 n.n. Segnature precedenti: VI 5 235 Ente Confraternita del Santissimo Rosario 1610 - [1924] Luoghi Coredo Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Rosario di Coredo, 01/01/1610 - 31/12/1924 Storia Le confraternite sono associazioni di fedeli costituite per l'esercizio di opere di carità, di pietà e di beneficenza, dotate di una regolare organizzazione ed avento lo scopo di incrementare il culto. Esse venivano erette canonicamente in una chiesa con formale decreto dell'autorità vescovile, mentre le congregazioni sviluppatesi intorno a Ordini religiosi (es. Congregazione del Terz'Ordine Francescano) potevano invece essere istituite solo dai Generali di quell'Ordine. Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare sulle confraternite un'azione di controllo, sottoponendole alla vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza il curatore d'anime fu chiamato a ricoprire presto al loro interno una posizione preminente - generalmante ne era il presidente - e a garantirne il buon funzionamento. Fu papa Clemente VII a stabilire, con la bolla 'Quaecumque' del 7 dicembre 1604, le norme generali relative alla loro erezione. Nel XVIII secolo, durante il periodo della dominazione napoleonica, dopo analoghi provvedimenti assunti sia da Giuseppe II che dal governo bavaro, le confraternite furono soppresse. In seguito furono ripristinate, ma con forti limitazioni, perché considerate o come associazioni di fedeli, a scopo religioso, o come pubbliche istituzioni di beneficenza e assistenza. Visto il loro duplice scopo esse sono soggette sia al diritto della chiesa sia a quello dello Stato. "La Confraternita del SS. Rosario di Coredo", scrive il parroco E. Endrici nel libro 'Coredo nell' Anaunia [...]' "fu eretta nel 1610 dal parroco Luca Gallo, consenziente tutto il popolo. Per la canonica erezione della confraternita fu chiamato da Trento il padre Cipriano da Vicenza dell'Ordine dei Predicatori, vice priore del convento di S. Lorenzo. Tutti i beni della confratrenita di S. Silvestro e di S. Sebastiano passarono alla neoeretta confraternita del Rosario. Nell'archivio parochiale si trova il libro in cui sono registrati i primi confratelli. L'altare del S. Rosario fu fatto nel 1626. Nel 1768 la confraternita comprò un nuovo gonfalone, il cui quadro fu dipinto dal pittore Mattia Lampi per troni 112 (1)". Il sottile registro che contiene copia autentica dell' "instrumentum" di fondazione della confraternita del S. Rosario (2) ricorda infatti nella parte introduttiva una confraternita di S. Silvestro e Sebastiano costituita per volontà degli "homines e vicini" della villa di Coredo su un altare della chiesa parrocchiale di cui, si dice, vi sarebbe testimonianza in un "libello della scolla de SS. Silvestro et Sebastiano" (3). Grazie a legati pii e donazioni la confraternita venne dotata di beni mobili ed immobili, ma in occasione delle visite pastorali i confratelli vennero più volte ammoniti della mancanza di un documento ufficiale di erezione della confraternita, dietro la minaccia dell'annullamento della stessa e della confisca dei beni. I confratelli pervennero quindi alla decisione di trasferirne i beni alla neoeretta Confraternita del Rosario. Il padre Cipriano da Vicenza dell'ordine dei Predicatori, vice priore del convento di S. Lorenzo di Trento, istituì la Confraternita del SS. Rosario sull'altare "existente in dicta ecclesia apud columnam a latere sinistro in ingressu dicte 236 ecclesie", altare dedicato alla SS. Trinità e dal quel momento chiamato anche altare del SS. Rosario (4) deputando un sacerdote "idoneus", anche nella persona dello stesso pievano, a benedire il Santo Rosario e a celebrare le sacre funzioni. All'atto di fondazione venne allegato anche lo statuto della confraternita strutturato in 15 capitoli, di cui si è ritenuto opportuno riportare la parziale trascrizione, fondamentale per comprendere scopi ed organizzazione interni della confraternita. 1° "S'ordina che li officiali della compagnia debbino essere [...] 4 consiglieri, rettori e capi, oltra la persona del piovano pro tempore, doi massari, un notaro da esser eletto dal reverendo signor pievano e dalli consiglieri [...] qual elettione si fara il primo del anno ed il corso suo sara solamente d'un anno [...]" 2° "S'ordina che il consiglio [...] non si possi fare senza la presenza del pievano 'pro tempore' e in sua assenza il suo vicegerente ? [...] e tutte le attioni che si farano sarano registrate dal notaro della compagnia nel libro a ciò deputato [...]" 3° "S'ordina che il consiglio si faccia ordinariamante ogni prima domenica del mese dopo la processione [...]" 4° "S'ordina che tutti quelli che dovevano esser scritti in detta compagnia fratelli e sorelle habbino da esser iscritti li nomi e cognomi loro per alfabeto distintamente per il reverendo signor pievano [...] e no altrimento per mano di secolare niuno [...] e il tutto faccia senza pagamanto niuno, [...] scritti che sarano se chiederano di benedire la corona o Rosario, cio sia fatto dal piovano ponendola sopra del altar devotamente con quelle orationi scritte nel libretto" 5° "Item si ordina che si habbino a celebrar quattro anniversari al'anno per l'anima de fratelli e sorelle [...]" 6° "Si ordina che la prima domenica del mese si canti la messa al altare del SS. Rosario faciendosi la processione [...]" 7° "Si ordina che ogni prima domenica del mese d'ottobrio e così ogni anno secondo l'ordine et instituzione del Beatissimo Gregorio XIII [...] e in tal giorno si recitava l'officio della B. Vergine secondo il costume ecclesistico [...] facendo in quel giorno la piu solenne processione per la nostra villa" 8° "S'ordina che le chiavi del zocco nella chiesa dove sarano poste le elemosine della compagnia sarano almeno doi, una delle quali tenria il piovano, l'altra un delli massari [...]" 9° "S'ordina che le offerte entrate [...] s'habbino da distribuire prima nel culto divino per celebrar messa, comprar cere, paramenti [...] e se cui sopra avanzera cosa alcuna sovenire li poveri della compagnia perticolarmente li infermi [...]" 10° "S'ordina che in caso di bisogno alcuno si possa questuare comunemente per la nostra villa o in altro logo dovo sara concesso [...]" 11° "S'ordina che li massari siano diligenti [...] tenendo un libro particolare con li conti della compagnia ne si possino fare spese straordinarie e stravaganti [...] ne meno far elemosina senza le fedi o poliza fatta dal signor piovano" 12° "S'ordina che finito il suo anno li massari habbino da render conto alli nuovi eletti alla presenza del piovano e delli altri vecli eletti rettori e consiglieri registrandosi dal notaro della compagnia detti conti nel libro deputato per li conti [...] consegnando nelle mani de novi massari tutto quello che restarano debitori con tutto quello che si ritrovarono havere [...]" 13° "S'ordina che si debba fare l'inventario sempre di volta in volta consignandoli alli massari di tutti li mobili stabili, raggioni et attioni della confraternita per il notaro [...]" 14° "S'ordina che quando si inferma qualche persona della compagnia e saranno avvisati li rettori o consiglieri di quella dalli massari ovvero da altri a questo officio dissignati doveranno andare o tutti o parte di loro a visitarlo e esortarlo a ricevere li SS. Sacramenti [...]" 15° "S'ordina quando morira qualche persona della compagnia si faccia segno con la campana dal monaco con 15 botti datti distintamente [...] e chiamati ancora con l'istesso signo di botti si doverà fare quando il giorno del sabbato overo altro giorno si dovera celebrare la messa del SS. Rosario" 237 Note (1) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche", pp. 168 - 169 (2) Archivio della Confraternita del SS. Rosario di Coredo, 2.3 (3) Già nella seconda metà del sec. XV si ha testimonianza dell'esistenza a Coredo della Confraternita di S. Silvestro. In una pergamena dell'archivio parrocchiale datata 8 giugno 1476, riguardante la locazione di un terreno della chiesa di S. Maria, fra i beni confinanti si nominano i "bona fraternitatis Sancti Silvestri" (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 63). In un pergamena del 29 marzo 1513 si nominano invece gli "iurati" della scuola o confraternita di S. Sivestro (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 69). Ed ancora la pergamena del 30 ottobre 1549 contiene la transazione raggiunta in occasione di una controversia sorta tra un tale Paolo Sicher da Coredo ed il sindico della Confraternita di S. Silvestro in merito allo smarrimento di un libro della stessa confraternita (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 76) (4) Sebbene in questa occasione l'altare venisse assegnato alla Confraternita del SS. Rosario, nel documento si sottolinea la volontà di non negare l'antica intitolazione ("absque tamen preiudicio et diminutione primi nominis"). Nel 1628, a spese della confraternita, fu costruito nella chiesa parrocchiale l'altare del Rosario (cfr. S. Weber, "Le chiese della Valle di Non", pp. 76 - 77) 238 fondo Confraternita del Santissimo Rosario di Coredo, 1610 - 1924 registri 3. Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Rosario, 1610 - [1924] Contenuto L'archivio della Confraternita del SS. Rosario di Coredo, fondo di modeste dimensioni e, seppure di formazione risalente all'inizio del XVII sec., pervenuto in discreto stato di conservazione, consta di due registri degli iscritti e di un registro degli instrumenti che contiene copia autentica dell'atto di fondazione. Ulteriore documentazione si trova nelle serie 'Urbari e inventari' del sottofondo 'Chiesa parrocchiale' (4.1.4; 4.1.5; 4.1.7). Si tratta di inventari di beni e legati spettanti alla Confraternita del SS. Rosario ed alle chiese di S. Maria e di S. Rocco (1) compilati su un unico registro. Nella serie 'Atti amministrativi' dello stesso sottofondo (4.3.1) si trova copia autentica di un inventario di beni immobili della Confraternita del SS. Rosario, stilato unitamente all'elenco dei beni delle già citate chiese e della Compagnia del SS. Nome di Gesù (più tardi denominata Confraternita del SS. Sacramento). Ed ancora nella serie 'Registri dei conti' del sottofondo 'Chiesa parrocchiale' i registri più antichi di cui alle unità 4.4.1 e 4.4.2 contengono le rese di conto della Confraternita dal 1641 al 1796 stilate unitamante a quelle della chiesa di S. Maria fino al 1667 e negli anni successivi anche alle rese di conto della chiesa di S. Rocco, in quanto l'amministrazione del patrimonio dei tre enti era demandata ad uno stesso sindico Note (1) Spesso si parla di beni dell'altare del S. Rosario sul quale era stata istituita la confraternita 239 serie 1 Registri degli iscritti, 1687 - 1924 Contenuto La serie consta di due registri: il più antico contiene un elenco dei nomi dei confratelli e delle consorelle, senza la consueta distinzione per sesso di appartenenza, iscritti alla Confraternita dal 1687 al 1752, data dell'entrata in servizio a Coredo del parroco Nicolò Keller (1752 - 1781); il secondo registro, dedicato solo nella seconda metà (1) all'elenco dei confratelli e delle consorelle della Confraternita del Santissimo Rosario e iniziato per mano del parroco Nicolò Keller, riprende i nominativi già presenti sul registro più antico, aggiornandoli fino al 1925 (2). La prima parte del registro contiene infatti elenco dei confratelli e delle consorelle iscritte alla Confraternita della Dottrina Cristiana ed alla Pia Opera della Santa Infanzia con documentazione a stampa allegata. L'Opera della Santa Infanzia aveva scopi caritativo - sociali, a sostegno delle missioni con un'attenzione speciale ai bambini poveri (3). L'arciconfraternita della Dottrina Cristiana, sorta a Roma come "Compagnia o Congregazione della Dottrina Cristiana" nel 1560, era destinata a promuovere l'insegnamento del catechismo cattolico; da Paolo V fu eretta in arciconfraternita nella basilica di S. Pietro; Benedetto XIV ne trasportò poi (1746) la sede in S. Maria del Pianto; nel 1905 Pio X ordinava l'istituzione di una Confraternita della Dottrina Cristiana presso ogni parrocchia. In occasione della visita pastorale alla parrocchia di Coredo nel 1695 i visitatori, constatata la sola presenza della Confraternita del SS. Rosario, sollecitavano l'erezione della Confraternita della Dottrina Cristiana sotto la direzione del priore dell'Arciconfraternita di Trento (4). L'erezione della Confraternita della Dottrina Cristiana di Coredo pare comunque da far risalire all'aprile del 1750, anno in cui venne stilato il primo elenco di confratelli e consorelle iscritti al sodalizio. Note (1) Fanno eccezzione le ultime 6 carte del registro che riportano un elenco degli associati alla Pia Opera della Santa Infanzia (2) L'elenco degli iscritti alla Confraternita nel 1730 è presente anche nel registro che contiene l'atto di fondazione (2.3) (3) Nella serie 'Registri degli iscritti' del sottofondo 'Associazioni parrocchiali' dell'archivio parrocchiale sono presenti il registro degli iscritti alla pia Opera della Santa Infanzia per gli anni 1940 - 1942 ed un elenco degli offerenti per gli anni 1932 - 1942; cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 11.2.1, 11.2.4 (4) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.1, c. 3v 1 AA b. 1 "Libro della Compagnia del SS. Rosario della pieve di Coredo nel quale si contengono li nomi racolti sotto li 13 aprile l'anno 1687" (tit. int.) 1687 aprile 13 - 1751 Registro degli iscritti alla confraternita dal 1687 al 1751 sul verso dell'ultima carta: "Procura ratione steurarum", copia semplice di atto di procura, 1696 luglio 14 (1) Italiano Registro, legatura in cart., cc. 21 n.n. Note 240 (1) Pare si tratti della copia, stilata dal parroco A. Preganella, di un atto di nomina di due ecclesiastici quali procuratori degli "officiali" della confraternita 2 AA b. 1 "Confraternita del SS. Rosario" 1750 aprile 16 - 1924 - Elenco dei confratelli iscritti alla Confraternita della Dottrina cristiana, [post 1750 apr. 16] - elenco delle consorelle iscritte alla Confraternita della Dottrina cristiana, [post 1750 apr. 16] - "nomi delli ufficiali a tenore del libreto intitolato: 'Modo che si tiene nell'isegnar la Dotrina Cristiana nella Diocesi di Trento", [post 1750 apr. 16] (1) - "catalogo degli ascritti alla pia Opera della Santa infanzia. 1917", 1917 - "catalogo de confratelli e consorelle della confraternita del SS. Rosario eretta in questa chiesa parochiale di Coredo sotto li 15 giugno dell'anno 1610 dal molto reverendo padre frà Cipriano da Vicenza sottopriore nel convento di S. Lorenzo in Trento ad istanza del popolo di Coredo, e specialmente dal reverendissimo signor Luca Galli di Segno, parocho di questo luogo rinovato da me Giovanni Nicolò Keller parroco presentaneo", [post 1752 mag. 6] - 1924 - "associati alla pia Opera della santa infanzia", 1854 - 1916 all'inizio, incollata sul verso della carta di guardia: lettera pastorale indirizzata dal vescovo di Trento, Leopoldo Ernesto Firmian, a parroci e curati della diocesi, contenente esortazioni per la formazione delle confraternite della Dottrina cristiana, indicazioni relative a sistemi organizzativi, metodologici e contenutistici su cui impostare l'insegnamento nonché l' elenco delle indulgeneze riservate agli iscritti, 1750 aprile 16 alla fine, incollata: circolare estratta dalla "notizia di monsignor Forbin Janson, vescovo di Nancy e di Toul, sull'opera della santa Infanzia pel riscatto dei bambini nella Cina e negl'altri paesi infedeli, sotto la protezione degl'ee.ss. vescovi", 1853 gen. 20 contiene fra l'altro, inserito: elenco di confratelli e consorelle iscritti alla Confraternita dal 1900 al 1903 Italiano, latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 68 (num. orig. parziale) Segnature precedenti: VIII A 1 Note (1) Si tratta di un elenco degli ecclesiastici e dei laici impegnati nell'opera di diffusione della dottrina cristiana nel paese di Coredo 241 serie 2 Registri degli instrumenti, 1610 - 1730 Contenuto La serie consta di un sottile registro in discreto stato di conservazione che contiene copia autentica dell' "instrumentum" di fondazione della confraternita. 3 AA b. 1 "Fundationis confraternitatis S.mi Rosarii Coredi instrumentum" 1610 giu. 12 - lug. 4; 1730 Copia autentica dell' "instrumentum" di fondazione della confraternita del SS. Rosario di Coredo, 1610 giu. 12 - 1610 lug. 4 alla fine: elenco degli iscritti alla confraternita nell'anno 1730, 1730 Italiano, latino Registro, legatura in cart., cc. 17 n.n. 242 Ente Confraternita del Santissimo Sacramento 1701 luglio 17 - [1962] Luoghi Coredo Altre Forme autorizzate del nome Compagnia del Santissimo Nome di Gesù (denominazione in uso fino al 1830) Archivi prodotti Fondo Compagnia del Santissimo Nome di Gesù poi Confraternita del Santissimo Sacramento di Coredo, 01/01/1701 31/12/1962 Storia La Confraternita del SS. Nome di Gesù viene eretta presso la chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, in data 17 luglio 1701, dal padre Vigilio Zacheletti, priore del convento di S. Lorenzo di Trento (che agisce in base all'autorità conferitagli dal vicario generale dell'Ordine dei predicatori con bolla del 13 luglio 1701). Rettore delle confraternita viene nominato il parroco Andrea Preganella, mentre suo procuratore generale o sindico diviene il coredano Maurizio Bombarda (1). Le norme " [...] intorno la elettione del procuratore o sii sindico di questa confraternita, come intorno alle lemosine che venivano fatte alla medesima" (2) stilate a pochi giorni di distanza dall'erezione della confraternita, forniscono le prime informazioni relativamente alla sua originaria organizzazione. I confratelli, alla presenza del pievano, eleggevano il sindico, che alla fine del suo mandato rendeva conto delle elemosine raccolte dai confratelli. Le elemosine e le offerte versate da benefattori o provenienti da legati, servivano per i bisogni della confraternita e per suffragare i fratelli defunti. All'erezione formale della Confraternita del SS. Nome di Gesù di Coredo ed alla stesura del relativo statuto si arrivò solo in data 23 agosto 1761, per sollecitudine del parroco Nicolò Keller. Si propone qui di seguito la parziale trascrizione dei 14 capitoli più significativi: 1. "Cadauno che brama eser ascritto a questa confraternita s'insinuerà presso il reverendissimo sig. arciprete da cui indi sarà presentato al signor ministro, dandoli tutta la possibile informazione dei suoi costumi [...]" 2. "Qualora sia dal ministro e due assistenti ricevuto doverà subito pagare in manni del ministro o cassiere [...]" (3) 3. "Subito che sarà accettato doverà provedersi della sua cappa di colore rosso uniforme a quella degli altri confratelli e prima di vestirla la porterà al reverendissimo signor arciprete accio la benedicà" 4. "Ogni confratello sarà tenuto [...] ad accompagnare le pubbliche processioni ed in particolare quella, che solenemente si fa la festa del Corpus Domini e sua ottava, il primo giorno dell'anno, la festa della Purificazione e Natività di S. Maria Santissima, il Venerdì Santo, le terze dominiche [...]" 6. "[...] si celebreranno alla morte di cadaun confratello e consorella cinque s. messe cioé una cantata e quatro private [...] e muorendo un confratello che sia stato ministro, sarà celebrata una messa privata oltre le cinque annunciate, in segno che é stato una volta cappo della Compagnia" 243 7. "Ogni confratello sarà tenuto ad accompagnare alla sepoltura vestito della propria cappa dei confratelli e consorelle che di mano in mano moriranno ed affinché sia noto alli signori confratelli il defonto essere stato confratello la sera dopo il segno dell'Ave Maria si darà dal sacristano un segno con la campana grande, per qual incomodo al medemo si condona l'annua annata di meza quarta di formento[...]" 8. "Ogni bienio, la seconda festa delle Pentecoste [...] si verrà a nuova elezione del ministro, assistenti, consiglieri, sindico, avisatore, silenziere ed altri ufici [...]" 9. "Il ministro non potrà, passato il suo biennio, esser confirmato nell'ufficio di ministro [...] e terminato il suo corso dovrà render conto se ha manegiato danaro della Compagnia al nuovo ministro, assistenti e consiglieri e sindico, e così pure fare dovrà il sindico o cassiere" (4) 12. "L'ufficio del signor ministro e suoi assistenti e consiglieri sarà l'invigilare per il bene e vantaggio della Compagnia e principalmente invigilare sopra i costumi dei confratelli [...]". Nei decenni successivi vennero aggiunti altri capitoli allo statuto originario, riguardanti essenzialmente nuovi criteri per la commisurazione delle quote associative, delle pene pecuniarie inflitte ai confratelli negligenti e la somma spettante al sacrestano della chiesa per il suono della campana in occasione della morte di un confratello. Scrive il parroco E. Endrici nel libro "Coredo nell'Anaunia [...]": Alla confraternita del Nome di Gesù nel 1761 il paroco don Keller sostituì quella del SS. Sacramento che esiste tuttora e ha molti ascritti" (5). In realtà in quell'anno si arrivò alla formale erezione della Compagnia del SS. Nome di Gesù ed alla stesura del relativo statuto; solo negli anni '30 del secolo successivo si iniziò a denominarla Confraternita del SS. Sacramento. Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia ENDRICI E., Coredo nell'Anaunia. Memorie storiche, Coredo (Tn), 1991 ristampa anastatica dell'edizione,Trento, 1911 Note (1) Archivio della Compagnia del SS. Nome di Gesù poi Confraternita del SS. Sacramento, 2.5. Nella memoria del parroco Nicolò Keller stilata sul primo urbario della confraternita, in occasione della sua formale elezione nel 1761, si fa riferimento all'atto di erezione del 1701 "apeso nela parochiale di Coredo" (2) Archivio della Compagnia del SS. Nome di Gesù poi Confraternita del SS. Sacramento, 2.5, c. 1v. Le norme stilate in quanto "fu insorta qualche dissonanza tra il signor pievano e tra i domini regolani [...] " son trascritte in copia autentica sullo stesso bifoglio che contiene l'atto di erezione (3) La somma da versare era diversa a seconda dell'età del confratello. Oltre alla quota di iscrizione ciascun confratello/consorella doveva versare annualmente mezza quarta di frumento "[...] che servir deve in mantenimento delle spese necessarie per decoro della Compagnia" (cap. 6). Chi ometteva di pagare la quota annua veniva escluso dalla Compagnia e, in caso di morte, non veniva beneficiato della celebrazione delle cinque messe previste dallo statuto della Compagnia in suffragio dell'anima dei confratelli defunti (4) Il nuovo ministro veniva eletto da tutti i confratelli radunati in canonica, fra tre candidati "capaci a sostenere tal carica", scelti dal ministro uscente, dai suoi assistenti e dai consiglieri. Il ministro neoeletto con il consiglio degli assistenti sceglieva 10 consiglieri, il sindico , gli "infermieri, silenzieri ed altre ufficialità". Chi non accettava la carica veniva escluso dalla Compagnia (artt.10/11). Ogni biennio insieme al ministro, ai suoi assistenti, al sindico o cassiere ed ai consiglieri venivano quindi rinnovate altre cariche tra cui i già citati infermieri "osian visitatori delli confratelli 244 infermi"; il "bidello osia avisatore" che avvisava i confratelli delle processioni cui erano tenuti a partecipare e ricordava loro di partecipare all'adorazione del SS. Sacramento durante la Settimana Santa e nel mese di agosto e sceglieva 8 dei confratelli per presenziare "vestiti delle loro cappe" all'ultima ora di adorazione; gli "assistenti osian registratori delle processioni"; gli "assistenti a portare il baldachino nelle processioni che si fano al SS. Sacramento; gli incaricati di "portare il crocifisso nelle processioni" e coloro che dovevano "accompagnare il SS. Crocifisso con candelle accese"; il "canzeliere". (5) Cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 169. Già all'inizio del secolo XVII, l'autorità vescovile sollecitava l'erezione della Confraternita del SS.Sacramento a Coredo. Si legge infatti negli atti visitali compilati in occasione della visita pastorale del 1616: "[...] si procuri di instituire la Compagnia del SS. Sacramento e poi da reverendissima ottenuta l'aggregatione che si provegga di una lampada d'ottone da tenere avanti del SS. Sacramento [...]". Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.1, c. 1v 245 fondo Compagnia del Santissimo Nome di Gesù poi Confraternita del Santissimo Sacramento di Coredo, 1701 (copia) - 1962 registri 4, fascicolo 1. Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1701 luglio 17 - [1962] Contenuto L'archivio della Confraternita del S. Nome di Gesù poi Confraternita del SS. Sacramento di Coredo è un fondo di modeste dimensioni pervenuto in un discreto stato di conservazione. Strutturato in quattro serie, 1. Registri degli iscritti, 2. Urbari, 3. Registri di cassa, 4. Atti amministrativi, per un totale di quattro registri ed un fascicolo, il fondo si presentava piuttosto compatto ed autonomo. In occasione del presente ordinamento ed inventariazione dell'archivio parrocchiale non si sono infatti rinvenute carte sciolte esterne al condizionamento originario, né aggregate ad unità di fondi diversi. La documentazione più antica, conservata nella serie degli "Atti amministrativi", consta della copia dell'atto di fondazione (1701) e del legato di un campo lasciato alla Compagnia da un coredano, con suo testamento del 16 ottobre 1706. 246 serie 1 Registri degli iscritti, 1902 - 1928 Contenuto La serie consta di un unico registro in cattivo stato di conservazione in cui il parroco E. Endrici ed il successore G. Faccinelli inserirono i nomi dei confratelli e delle consorelle aderenti alla Confraternita del SS. Sacramento di Coredo fra il 1902 ed il 1928, segnalando in apposite finche l'avvenuto pagamento della quota annuale. Il registro presenta numerose annotazioni successive di carattre contabile. Molti nominativi si presentano depennati, operazione eseguita dal parroco probabilmente a seguito dell'avvenuta morte del confratello. 4 AA b. 2 "Registro dei confratelli Santissimo" 1902 - 1928 - Elenco dei confratelli e delle consorelle iscritti alla Confraternita del SS. Sacramento di Coredo dal 1902 al 1914, [1902 - 1914] - "registro dei confratelli, 1915": elenco dei confratelli e delle consorelle iscritti alla Confraternita del SS. Sacramento di Coredo dal 1915 al 1928, [1915 - 1928] - "nuovi confratelli inscritti nel 1921": elenco dei nuovi iscritti alla confraternita fra il 1921 ed il 1928, [1921 - 1928] - "confratelli che abitano fuori dalla parochiale", 1915 - 1928 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 46 n.n. Segnature precedenti: VIII A 3 247 serie 2 Urbari, 1761 - 1955 Contenuto La serie consta di due registri. L'inizio della compilazione del più antico risale al momento dell'erezione formale della confraternita con il parroco Nicolò Keller nel 1761, in occasione della quale vennero compilati due nuovi "cataloghi" dei confratelli e delle consorelle della Compagnia del SS. Nome di Gesù, venne stilato lo statuto e si passò all'elezione delle nuove cariche. Le suddivisioni interne dei due registri, seppure il primo sia di compilazione molto più tarda, sono sostanzialmente le stesse: entrambi presentano in apertura lo statuto della confraternita (aggiornato e rivisto nel secondo urbario), l'elenco dei confratelli e delle consorelle (1), dei capitali della confraternita presso privati, le rese di conto ed i verbali delle sessioni generali e del direttivo. Note (1) Per ciascuno confratello/consorella sono riportati giorno mese ed anno dell'iscrizione e la successiva data di morte 5 AA b. 2 "Urbario della Compagnia del SS. Sacramento" 1761 giugno 24 - 1910 - Memoria del decreto di erezione della Compagnia del S. Nome di Gesù di Coredo, emanato il 13 luglio 1701, della 'formale' erezione' con il parroco Nicolò Keller il 23 agosto 1761, dell'elezione in questa data delle prime cariche del direttivo e della compilazione dello statuto, [post 1761 ago. 23] - statuto della confraternita, [1761] con aggiunte di capitoli fino al 1906 (1) - verbali delle sessioni generali biennali per il rinnovo del direttivo e delle varie cariche in seno alla Confraternita, 1761 giu. 24 1908 giu. 8 - "catalogo de confratelli della Compagnia del SS. Nome di Gesù", [1761] - 1910 (2) - "catalogo delle consorelle della Compagnia del SS. Nome di Gesù", [1761] - 1910 - rese di conto della confraternita per gli anni 1762 - 1908, 1762 nov. 17 - 1908 giu. 8 (3) - copia semplice del decreto di erezione della Confraternita del S. Nome di Gesù, 1701 lug. 13 (data dell'originale) - "nota dell'avere di detta compagnia": partitario della confraternita, [post 1764 ott. 9] - 1898 Italiano, latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 192 (num. orig. parziale) Segnature precedenti: VIII B 2 Note (1) Gli ultimi due capitoli, aggiunti allo statuto originario rispettivamente nel 1892 e nel 1906, sono inseriti circa a metà registro (2) L'elenco dei confratelli iscritti alla confraternita dal 1894 al 1910 è stilato dopo l'elenco della consorelle (3) Una serie di rimandi interni, apposti pare da don Edoardo Endrici, collegano fra loro le registrazioni delle rese di conto e dei verbali delle riunioni, stilati in modo discontinuo ed alterno 6 AA b. 2 "Urbario della Confraternita del SS. Sacramento, 1910 " 1910 maggio 6 - 1955 248 P. I: annotazione del parroco di Coredo Edoardo Endrici relativa alla trascrizione sul nuovo urbario dello statuto della confraternita e dell'elenco dei confratelli e delle consorelle, 1910 mag. 6; indice del registro, [1929 - 1941] pp. 1 - 6: "statuto della Compagnia del SS. Sacramento della parrocchia di Coredo", [1910 mag. 6] con aggiunta di capitoli fino al 1927 a p. 1 e a p. 4: rimandi alle pagine interne del registro dove sono segnalate aggiunte o modifiche apportate ad alcuni capitoli dello statuto, post 1930 giu. 8 pp. 7 - 15: "catalogo dei confratelli della Compagnia del SS. Sacramento della parrocchia di Coredo", [1910] - 1942 pp. 47 - 69: "catalogo delle consorelle della Compagnia del SS. Sacramento di Coredo", [1910] - 1956 (1) pp. 84 - 85: "capitali della Compagnia del SS. Sacramento" 1910, [1910] pp. 86 - 139: rese di conto della Confraternita del SS. Sacramento di Coredo dal 1908 al 1942 e verbali delle sessioni generali biennali per il rinnovo delle cariche, 1910 mag. 16 - 1955 (2) Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 139 (bianche pp. 46) Segnature precedenti: VIII B 3 Note (1) E' stato trascitto dal precedente urbario anche l'elenco dei confratelli e delle consorelle iscritti alla confraternita fra il 1851 ed il 1910 (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, Archivio della Confraternita del SS, Sacramento ...) (2) E' riportato anche il verbale dell'adunanza della direzione per l'anno 1931, 1931 mag. 24 249 serie 3 Atti amministrativi, 1701 (copia) - 1923 Contenuto La serie consta di un unico fascicolo formato in occasione dell'intervento di riordino dell'archivio parrocchiale a cura del parroco E. Endrici, che vi inserì, oltre alla copia dell'atto di erezione, poca documentazione relativa a contratti di locazione, di mutuo ipotecario e di un legato a favore della Compagnia; in occasione di successivi ordinamenti fu inclusa una fassione relativa al pagamento della tassa sull'equivalente d'imposta con il carteggio relativo (1). Originariamante, come appare dall'intitolazione del fascicolo, il parroco Endrici vi inserì anche alcune fassioni della Primissaria comunale che, in occasione del presente ordinamento e alla luce della documentazione contenutavi sono state collocate nel sottofondo "Primissaria" dell'Archivio della parrocchia (2). Note (1) All'interno del fascicolo dell'Endrici la documentazione era avvolta da una fascietta cartacea riportante l'intitolazione "Documenti della Confraternita del SS. Sacramento" apposta probabilmente in un periodo di poco anteriore all'entrata in servizio del parroco Endrici (2) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.4.2.5 7 AA b. 2 "Documenti della Primissaria e della Confratenita del SS. Sacramento" 1701 (copia) - 1923 - "Documenti della confraternita del SS. Sacramento": copia autentica dell'atto di fondazione della Confraternita del SS. Nome di Gesù, "elenco [...] dei documenti di capitali presso privati della Compagnia del S. Nome di Gesu (sic) del Comune di Coredo [...]", atto di locazione, atto contenente disposizione legataria a favore della Compagnia del S. Nome di Gesù, fassione della sostanza mobile, carteggio ed atti relativi alla commisurazione ed al pagamento dell'equivalente d'imposta, documenti di mutuo ipotecario con carteggio ed atti relativi Fascicolo, cc. 47 Segnature precedenti: VIII A 6 250 serie 4 Registri di cassa, 1910 - 1962 Contenuto La serie consta di un unico registro in discreto stato di conservazione che riporta la registrazione delle entrate e delle uscite della Confraternita del SS. Sacramento di Coredo fra il 1910 ed il 1962, a cura dei cassieri anticamente definiti anche "sindici" e, dal 1933, a cura dei parroci di Coredo. 8 AA b. 2 Registro di cassa della Confraternita del SS. Sacramento di Coredo 1910 maggio 16 - 1962 All'inizio: annotazione di mano del cassiere della Confraternita per il 1910 relativa al bilancio dell'anno precedente, 1910 mg. 16 sul recto della carta di guardia anteriore: annotazioni di carattere contabile, sec. XX in. Italiano Registro, legatura in cart (1), cc. 36 n.n. Segnature precedenti: VIII B 4 Note (1) Il registro è privo del piatto anteriore della coperta 251 Ente Congregazione del Terz'Ordine Francescano 1890 ottobre 22 - [1938] Luoghi Coredo Archivi prodotti Fondo Terz' Ordine Francescano di Coredo, 01/01/1890 - 31/12/1911 Storia Il Terz'ordine è un'associazione di fedeli che professano di tendere alla perfezione cristiana in modo consentaneo alla vita secolare, con l'osservanza di una Regola approvata dalla S. Sede, sotto la guida e secondo lo spirito di un'Ordine religioso (Corpus iuris canonici, cann. 685, 702). La regola approvata, la relativa personalità giuridica, il vincolo giuridico di stabilità della professione preceduta dal noviziato, assimilano il Terz'Ordine agli Ordini religiosi; l'assenza di voti pubblici o privati prescritti dalla Regola e la mancanza di vita comune lo distinguono dagli altri stati di perfezione cristiana; il fine di tendere alla perfezione cristiana nel secolo lo differenzia dalle altre associazioni. Storicamente il Terz'Ordina nacque nel basso medioevo dallo spontaneo raggrupparsi dei buoni secolari attorno ai religiosi. Gli diede forma propria e ne compilò la regola s. Francesco d'Assisi nel 1220; papa Onorio III lo approvò ed i papi successivi gli concessero privilegi per i benefici apportati dall'Ordine alla Chiesa in tempi turbolenti. Il Terz'Ordine francescano fu riorganizzato da Niccolò IV con una nuova Regola (bolla "Supra montem", 19 agosto 1289) e nel sec. XIV e seguenti i terziari tendono ad unirsi in vita comune sul tipo religioso. Leone X emanava per queste comunità una regola in 10 capitoli, imponendo a tutte i voti solenni e la vita comune, istituendo così il Terz'Ordine regolare. Il Terz'Ordine secolare francescano seguì la regola di Niccolò IV, con alcuni commenti e aggiunte di vari papi fino a Leone XIII, il quale vide nell'associazione un mezzo efficace per la rinascita cristiana e per questo fra i molti documenti in merito emanò la bolla "Misericors Dei filius" (30 maggio 1883) con cui aggiornava l'antica regola. Solo la S. Sede può concedere il privilegio affinchè ad un Ordine religioso si aggreghi un Terz'Ordine (can. 703). Dopo la concessione del privilegio, i superiori possono erigere il Terz'Ordine in corpo non organico, ascrivendovi le persone individuate; per erigere i sodalizi in corpo organico (persona collegiale) devono avere il consenso del vescovo. Superiori competenti con autorità ordinaria sono il generale, i provinciali, i superiori locali, anche di case non formate e gli equiparati nei luoghi di missione e nelle province in formazione. Il loro potere è territoriale. Sia i sodalizi inorganici sia quelli organici devono essere eretti con sede propria in una chiesa, in un oratorio pubblico o semipubblico oppure nell'altare di una chiesa o oratorio pubblico. Il sodalizio non cessa per la cessazione (distruzione) del luogo d'erezione ed in sua mancanza i terziari acquistano le indulgenze nella chiesa parrocchiale. Affinché l'erezione del sodalizio sia valida si esige la facoltà del primo Ordine, il consenso del vescovo, la presenza di almeno tre professi (per il sodalizio organico) il decreto scritto ed il registro. Il sodalizio inorganico, a differenza di quello organico non può porre atti collegiali (elezione canonica di cariche) né darsi degli statuti. I sodalizi cessano dopo 100 anni dalla morte dell'ultimo membro (can. 102) o con atto della competente autorità ecclesiastica erettrice. A differenza della professione religiosa, quella di terziario, non costituisce in stato sacro, non lega per motivo di religione: essa esprime solo un un pubblico proposito ricevuto in nome della chiesa di vivere in una determinata forma, peraltro obbligante per motivo di fedeltà. Il 252 terziario può cessare il proprio impegno dichiarandolo pubblicamente o per legittima dimissione. Ai terziari sono riconosciuti dei privilegi tra cui le indulgenze, le assunzioni e le benedizioni papali, il diritto di intervenire alle funzioni sacre con la precedenza sulle confraternite e le pie unioni, di avere e di amministrare i beni, di indirre adunanze, darsi statuti, ecc. Per l'erezione dei sodalizi organici ed inorganici il Terz'Ordine dipende dal vescovo, così come per il controllo annuale dell'amministrazione e per la raccolta di elemosine. Dipende invece dall'Ordine francescano dei Minori per la facoltà di erezione, per la proposta del direttore e concessione delle facoltà, per la visita e la vita disciplinare interna del sodalizio (presiedere adunanze, dimissioni, ecc.). In data 22 ottobre 1890 il vescovo di Trento Eugenio Carlo Valussi, in forza della facoltà concessagli dal padre generale dell'Ordine dei frati minori, dà il proprio consenso all'erezione della Confraternita o Sodalizio del Terz'Ordine francescano nella chiesa parrocchiale di Coredo (1). Nel questionario compilato in occasione della visita pastorale del 1913 il parroco E. Endrici, dopo aver segnalato la presenza della Confraternita del SS. Sacramento e della Confraternita del S. Rosario scrive a proposito del Terz'Ordine: "[...] vi è anche la Confraternita del Terz'Ordine di S. Francesco; questa però non è eretta canonicamente. Tutte queste confraternite dipendono dal parroco, e fomentano lo spirito cristiano fra i fedeli [...]" (2). Mentre nel questionario compilato per la visita del 1926 ne viene confermata ancora una volta l'esistenza (3), scorrendo le risposte date dal curatore d'anime G. Rigotti in occasione della visita del 28 - 29 giugno 1938, traspare il progressivo allentamento dell'attività del Terz'Ordine, si legge infatti: "[...] esiste in parrocchia la Confraternita del Terz'Ordine, che da qualche quinquiennio non è più sostenuta o promossa in pubblico [...]. Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia ENDRICI E., Coredo nell'Anaunia. Memorie storiche, Coredo (Tn), 1991 ristampa anastatica dell'edizione,Trento, 1911 Note (1) Archivio del Trez'Ordine francescano di Coredo, 1.9 (2) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 5. Lo stesso parroco E. Endrici scrive nel libro "Coredo nell'Anaunia [...]" a proposito della confraternita del Terz'Ordine di San Francesco: "Veramente non fu mai eretta canonicamente e un pò alla volta andò scomparendo. Il sindaco della stessa aveva in mano 50 ragnesi e con questi furono fondate 4 messe perpetue pei benefattori del Terz'Ordine di San Francesco [...]" (3) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 32 253 fondo Terz' Ordine Francescano di Coredo, 1890 - 1911 registro 1. Soggetti produttori Congregazione del Terz'Ordine Francescano, 1890 ottobre 22 - [1938] Contenuto L'archivio della Congregazione del Terz' Ordine Francescano di Coredo consta di un solo registro degli iscritti. Privo di statuto ed organizzazione propri, il Terz'Ordine di S. Francesco di Coredo, eretto nel 1890, rimase in vita più anni. Ma già intorno al primo decennio del XX sec. la sua attività andò progressivamente allentandosi per poi cessare negli anni '20 del XX sec. (1); è lecito quindi supporre che la documentazione costituente il suo archivio non sia lacunosa, ma che piuttosto molto esigua o addirittura assente sia stata la produzione documentaria del soggetto in questione. Note (1) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche", p. 169 254 serie 1 Registri degli iscritti, 1890 - 1911 Contenuto La serie consta di un unico registro in buono stato di conservazione, compilato dal parroco E. Endrici a partire dalla data di erezione della Congregazione del Terz'Ordine di Coredo, il 22 ottobre 1890, ma aggiornato fino al primo decennio del XX sec. Alla lettera del vescovo E.C. Valussi, incollata sulla prima carta del registro e concedente l'erezione del Sodalizio, in forza della facoltà concessagli dal padre generale dell'Ordine dei Frati Minori, seguono gli elenchi dei confratelli e quello delle consorelle. Il registro presenta 4 fincature in cui sono segnalati nell'ordine: il "cognome e nome dei confratelli e delle consorelle"; la "paternità"; l'epoca della "vestizione"; l'epoca della "professione". 9 AA b. 3 "Sodalizio del Terz' Ordine secolare di S. Francesco d'Assisi" 1890 ottobre 22 - 1911 aprile 5 - "Elenco dei confratelli del Terz'Ordine secolare di S. Francesco d'Assisi nella parrocchia di Coredo", [post 1890 ott. 22] - 1894 feb. 2 - "elenco delle consorelle del Terz'Ordine secolare di S. Francesco d'Assisi nella parrocchia di Coredo", [post 1890 ott. 22] - 1911 apr. 5 - "elenco degli iscritti al sodalizio della Via Crucis Vivente eretto nell'anno 1902", 1902 - 1903 - "associazione delle Famiglie cristiane alla Sacra Famiglia Coredo nel marzo 1893", [1893] (1) all'inizio, incollata: lettera vescovile concedente l'erezione della Congregazione del Terz' Ordine di S. Francesco di Coredo, 1890 ott. 22 contiene fra l'altro, inseriti: decreto emesso dal ministro provinciale dell'Ordine dei frati minori concedente l'erezione del Sodalizio della Santa Croce Vivente, 1902 nov. 8; lettera del vicario generale dell'Ordine dei frati minori, Davide Fleming, concedente al parroco di Coredo E. Endrici la facoltà di benedire per un quinquiennio le croci e tutte le immagini di Gesù Cristo e di applicarvi per questo periodo le sacre indulgenze, 1902 nov. 23 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 14 n.n. Segnature precedenti: VIII A 2 Note (1) Questa parte è compilata a registro capovolto 255 Ente Congregazione di carità di Coredo 1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15 Luoghi Coredo (TN) Archivi prodotti Fondo Congregazione di carità di Coredo, 01/01/1797 - 31/12/1931 Fondo Congregazione di carità poi Ente Comunale di assistenza di Coredo, 01/01/1841 - 31/12/1993 Storia Ordinamento italico Le autorità napoleoniche si dimostrarono assai attente al problema della pubblica assistenza e beneficenza, istituendo in Trentino le Congregazioni di carità in base al Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49. All'art. 2 si stabiliva che: "in ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero tutti gli spedali, orfanotrofi, luoghi pii, lasciti e fondi di pubblica beneficenza...avranno una sola e medesima amministrazione che prenderà il titolo di Congregazione di carità". Le date dell'intestazione sono quelle istituzionali. Non si hanno attestazioni della congregazione di carità di Coredo di questo periodo a causa della mancanza di documentazione. Ordinamento austriaco Con l'annessione del Trentino all'Austria venne sostanzialmente confermata la normativa vigente in materia di assistenza e beneficenza pubblica, e l'unica legge che nomina la Congregazione di carità è l'editto del commissario in capo del Tirolo De Roschmann del 1° marzo 1814. In base all'art. 118 del suddetto editto si stabiliva che "La Reggenza riconosce i segnalati servizi, che nel corso dei tre ultimi anni hanno essi (si tratta degli "Istituti di beneficenza esistenti sotto il nome di Congregazioni di carità") prestato a favore dell'umanità languente, e pel sostegno, e promozione delle rispettive fondazioni, e si ripromette dai medesimi eguale zelo, ed impegno disinteressato per l'avvenire, ed in questa fiducia Essa non tarda a provvisoriamente confermarli ne' luoghi, ove esistono, e di invitarli ad esporle tutte quelle circostanze, che riguardano il compimento del numero dei Membri, che vi appartengono, l'amministrazione della sostanza, ed il miglioramento di tali istituti." In aggiunta, l'art. 119 estendeva la possibilità di istituzione della Congregazione di carità per quegli Istituti di beneficenza situati nelle frazioni o nei paesi non capoluogo di comune, dimostrando che la rendita lorda dei loro Istituti ammontasse a 500 fiorini o più: alla politica centralistica del Regno d'Italia, che vedeva nelle Congregazioni di carità un valido strumento per controllare meglio il sistema assistenziale pubblico, si opponeva ora una evidente spinta al decentramento amministrativo messa in atto dall'Impero, che intendeva attribuire maggiore facoltà di autodeterminazione alle singole istituzioni piuttosto che all'ente che le amministrava. E ciò pur mantenendo sempre separate l'amministrazione e le competenze della Congregazione - o delle istituzioni che le facevano capo - da quelle dei comuni relativi. 256 In un questionario proposto nell'aprile del 1900 dal Capitanato distrettuale alla presidenza della Congregazione di carità di Coredo, alle domande relative alla data di istituzione della congregazione, all'esistenza di un documento di riconoscimento ufficiale e di uno statuto, agli scopi, alla composizione del consiglio e della presidenza si rispose: "Non consta l'epoca in cui fu istituita la Congregazione di carità di Coredo, né esistono documenti relativi alla sua fondazione [...]. Non esiste uno statuto scritto [...]. Lo scopo di questa Congregazione di carità si è di sovvenire con denaro le persone più povere e pagare i medicinali ad ammalati poveri (6). Non amministra fondi comunali di pubblica beneficenza [...]". Il preside di questa congregazione è il parroco del luogo coadiuvato da due consiglieri nominati dal preside che durano in ufficio vita durante [...]" Nel paragrafo "Pubblica beneficenza" del libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche", il parroco E. Endrici scrive: "Per la beneficenza vi è un modesto Fondo Poveri o congregazione di carità [...]. Esso venne formato da lasciti di pie persone" (7). Una conferma al fatto che inizialmente "Fondo Poveri" e "Congregazione di carità" denominassero un unico ente la si ritrova nella doppia intitolazione "Congregazione di carità [...]" e "Scodirollo del Fondo Poveri in Coredo [...]" rispettivamente sulla coperta e sulla prima carta di uno scodirollo compilato negli anni 1861 - 1864 (8). Nell'urbario della Congregazione di carità si specificano lasciti e legati che andarono a formare ed incrementare il patrimonio dell'ente (8). Se ne dà qui di seguito una breve descrizione. Con testamento del 15 agosto 1804 Margherita vedova Pastorelli, nata Rosetti da Taio ed abitante a Coredo lasciava a titolo di legato perpetuo 1000 ragnesi alla comunità di Coredo, da versare per metà ai poveri; l'altra metà doveva invece beneficiare annualmente le 'zitelle' più povere di Coredo che prendevano marito entro l'anno (9). Il capitale fu consegnato alla Congregazione di carità che, in adempimento della volontà della testatrice versava annualmente 33 corone per dotare la ragazza più povera, 3 corone al cassiere che riscuoteva gli interessi maturati sul capitale del legato e 2 corone al parroco che celebrava due messe annue in suffragio dell'anima della testatrice. Con atto di donazione 'inter vivos' del 29 giugno 1841 il coredano Giovanni Rizzardi fu Lorenzo dichiarava di donare al Fondo Poveri del Comune la somma di 700 fiorini a condizione che venissero versati ogni anno 35 fiorini di interessi in ragione del 5%. Dopo la sua morte 30 fiorini andavano al sacerdote che recitava il Rosario "colle litanie della Madonna (eccettuati i giorni impediti nella chiesa parrocchiale) da farsi nella chiesa figliale di S. Rocco dopo il tramonto del sole [...]". Il rimanente importo d'interesse sul capitale di 5 fiorini doveva essere distribuito ai poveri di Coredo (10). Alla Congregazione di carità vennero incorporati anche due legati per il Fondo Missioni. Il primo dal parroco di Coredo Emilio Lorenzoni che, con testamento del 23 novembre 1885, legava 200 fiorini in obbligazioni di stato alla Congregazione di carità, da aggiungersi ai 300 fiorini già donati nel 1876. Dai 500 fiorini dovevano essere annualmente prelevati 10 fiorini di interessi affinché, ogni 10 anni, si tenesse nella parrocchia una Santa Missione. Il secondo consisteva in un capitale di 100 corone consegnato in data 4 aprile 1917 all'ora preside della Congregazione di carità E. Endrici da Malfatti Erminia del fu Bortolo Leonardelli, per soddisfare il desiderio del defunto padre e da devolversi al Fondo Missioni. A Coredo la prima attestazione presente in archivio comunale è stata rinvenuta in una pratica riguardante il Legato "pro nubende" fondato da Margherita Pastorelli, contenente l'elenco dei capitali del fondo poveri di Coredo datato 1825 (1); l'ultima attestazione si trova nelle obbligazioni di Stato del quinto prestito di guerra austriaco di data 20 novembre 1916 (2). Le date riportate sono quelle istituzionali. Condizione giuridica Ordinamento italico 257 Ente assistenziale In Trentino la Congregazione di carità venne istituita e regolamentata con il Decreto Vicereale datato 15 febbraio 1811, n. 49, seguito poi da un'analoga disposizione datata 28 dicembre 1811, n. 305. Ordinamento austriaco Ente assistenziale La normativa austriaca in fatto di pubblica assistenza e beneficenza trattò della Congregazione di carità soltanto negli artt. 118-125 dell'editto del De Roschmann datato 1° marzo 1814. Successivamente le normative generali riguardarono l'amministrazione e l'organizzazione dei singoli enti o fondazioni pie amministrate dalle Congregazioni (cfr. B. BortoliC. Grandi, Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814 - 1918), Trento 1983) e la tutela dei poveri direttamente da parte dei comuni (leggi del 17 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28, del 3 dicembre 1863, n. 105 e del 22 gennaio 1879, n. 13); l'organizzazione e la gestione delle Congregazioni venne invece regolamentata con le diverse Circolari inviate dalle autorità ai comuni e con gli statuti delle Congregazioni stesse, sottoposti all'approvazione superiore. Funzioni, occupazioni e attività Nel corso della sua storia, indipendentemente dai passaggi di ordinamento statuale, la Congregazione di carità in Trentino ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico - psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii e, in seguito, avrebbero costituito anche una voce di bilancio del comune di appartenenza. La Congregazione teneva una contabilità unica e generale, redigendo però registri separati che davano conto delle attività e passività degli enti da essa amministrati. Struttura amministrativa Ordinamento italico Il Decreto Vicereale datato 15 febbraio 1811, n. 49, stabilisce l'organigramma e la gestione amministrativa delle Congregazioni di carità. Con la loro istituzione in ogni comune, cessavano le parziali amministrazioni in precedenza esercitate dalle corporazioni o dai privati, salvo i patronati di famiglie private che avrebbero conservato i propri diritti amministrandoli secondo le norme della propria fondazione; essi infatti erano soggetti all'autorità tutoria per la suprema vigilanza, in modo che le volontà dei testatori fossero perfettamente rispettate. In caso contrario l'amministrazione sarebbe stata demandata alle Congregazioni per verificare lo stato della sostanza e per permettere all'autorità tutoria di provvedere alla sua conservazione secondo le istruzioni governative. Le Congregazioni dunque assumevano l'amministrazione di tutti gli enti di pubblica assistenza e beneficenza, che benchè riuniti avrebbero conservato tuttavia propri bilanci distinti. Ogni Congregazione sottoponeva i piani di regolamento ed organizzazione dei propri uffici all'approvazione del Prefetto - secondo le normative prescritte dal Ministro dell'Interno - se si trattava di Congregazioni aventi un reddito pari od inferiore a lire 10.000, in caso contrario, l'approvazione sarebbe spettata direttamente al Ministro, una volta sentito il parere del consiglio di beneficenza. 258 I beni fondiari degli enti riuniti nelle Congregazioni di carità dovevano essere ceduti - totalmente o parzialmente, a seconda dell'utilità - in affitto monetario sotto la responsabilità delle Congregazioni stesse. I canoni d'affitto venivano approvati dal Prefetto o dai Viceprefetti che ne avrebbero reso conto periodicamente al Ministro, al quale spettava l'approvazione degli affitti superiori a lire 300. I pagamenti degli affitti dovevano comunque essere deliberati in seguito a regolare svolgimento di asta pubblica le cui condizioni erano fissate dal Decreto del 1 maggio 1807. In casi straordinari il Ministro dell'Interno, sentito il parere del consiglio di beneficenza, poteva comunque permettere che, per motivazioni economiche, qualche fondo venisse amministrato direttamente dai singoli enti. Nel caso di vendita, permuta o livello perpetuo per il quale si rendesse necessaria l'approvazione del Governo, il Prefetto doveva sottoporre la domanda al Ministro. I nuovi livelli istituiti dalle Congregazioni avevano un canone in denaro ed erano riscattabili a condizioni variabili a seconda delle diverse esigenze degli enti. Per l'impiego dei capitali necessari come per gli interessi da praticare e riscuotere sui capitali attivi e passivi, per le Congregazioni di carità valeva quanto espresso nel Decreto del 4 agosto 1807. Le Congregazioni, prima di procedere a qualsiasi investimento, dovevano "convertire le somme scadenti nella dimissione dei debiti liquidi e portanti interesse" sui quali l'interesse non avrebbe dovuto essere inferiore al 5%; dovevano inoltre sollevare, con le stesse somme, gli enti che esse amministravano dalle imposizioni fiscali fisse. Per saldare i debiti provenienti da un'amministrazione non si sarebbero dovuti impiegare i capitali riscossi, bensì soltanto le rendite approvate dal bilancio e la somma frutto dell'attività del bilancio annuale; la durata dell'impiego dei capitali non avrebbe dovuto superare il decennio. Le Congregazioni dovevano vigilare, amichevolmente o per via giudiziaria, affinché i debitori fossero obbligati al pagamento delle somme che spettavano agli enti da esse amministrati. Dato che la contabilità delle Congregazioni era unica, pur mantenendo registri separati per i bilanci dei singoli enti amministrati, esse dovevano, unitamente ai Prefetti e ai Viceprefetti, verificare mensilmente se i registri di contabilità venivano aggiornati e compilati con le dovute modalità, provvedendo e riferendone in caso contrario. Nel mese di febbraio di ogni anno ciascuna Congregazione doveva presentare al Prefetto o al Ministro dell'Interno (se si trattava di enti con reddito cospicuo) il conto consuntivo relativo all'anno precedente, accompagnato dai conti particolari dei redditi e delle spese di ogni ente che restavano, nella sede della Congregazione, a disposizione delle autorità superiori. In caso di ritardo nella consegna dei conti consuntivi superiore ai due mesi, il Prefetto avrebbe inviato un proprio ragioniere per provvedere alla loro compilazione secondo le istruzioni del Ministero dell'Interno. Le Congregazioni di carità non potevano contrarre debiti o impegnarsi in spese straordinarie superiori alla somma di lire 150 senza previo consenso del Ministro dell'Interno: nel caso di bilancio in passivo esse potevano proporre un resoconto con le modalità per procedere al riequilibrio. Il Ministero dell'Interno, valutati i bilanci, poteva prescrivere le opportune riforme secondo le sue autorità competenti e ordinare per qualsiasi atto di deliberazione l'assistenza di un delegato d'ufficio; a costui spettavano inoltre le norme sulle stime. Ogni Congregazione doveva trasmettere sollecitamente secondo tempi e modi prescritti i "conti giustificati di credito" degli ospedali per la cura dei malati militari e precisamente: al Ministero della Guerra del Regno i conti per i militari italiani; al Commissario Ordinatore in capo dell'armata francese i conti per i militari francesi. Una copia del riassunto di tali conti veniva trasmessa ogni tre mesi al Ministro dell'Interno. Nel caso in cui un ente amministrato dalla Congregazione fosse obbligato a corresponsioni annue o a prestazioni in favore di altri enti laici o ecclesiastici, la Congregazione avrebbe cercato di fare in modo che il capitale dovuto per la prestazione annua passasse dall'ente debitore a quello creditore, con l'approvazione dei rispettivi ministeri dai quali essi dipendevano. Per supplire al deficit degli enti le cui rendite non bastavano alle proprie spese, si poteva proporre l'erogazione dell'attivo proveniente dal bilancio di altri enti, fermo restando il rimborso della sovvenzione comprensiva 259 del relativo interesse legale. Per riparazioni o adattamenti necessari, gli enti amministrati dalla Congregazione dovevano presentare: la relazione del perito in cui si dimostrasse la necessità dei lavori con la relativa stima; la descrizione delle opere; le fasi dei lavori. Qualsiasi donazione di valore superiore a lire 300, compiuta da persone vive o come ultima volontà, a favore degli enti assistenziali e le "disposizioni a titolo oneroso" non avrebbe avuto effetto se l'accettazione non veniva autorizzata dal governo. Le donazioni inferiori a lire 300 potevano invece essere accettate ed impiegate a vantaggio degli enti con la sola autorizzazione del Prefetto o del Viceprefetto che ne avrebbero dato poi notizia al Ministro. Le Congregazioni di carità potevano comunque intraprendere atti per conservare ed assicurare le donazioni e i lasciti prima della loro accettazione da parte delle autorità. Ogniqualvolta si rendesse necessaria l'autorizzazione superiore per eredità e donazioni in favore degli enti assistenziali, si sarebbero dovuto inviare al Ministro: la domanda della relativa Congregazione o degli esecutori testamentari o dei donanti o degli eredi; l'indicazione della quantità, certa o approssimativa, della donazione, eredità o legato precisando se essa fosse controversa o incerta; l'indicazione di eventuali reclami e il nome del reclamante. Ogni Congregazione era divisa in tre sezioni - denominate "degli ospitali", "degli ospizi" e "delle limosine" -, ognuna incaricata dell'esecuzione dell'amministrazione affidatale, di cui avrebbe reso conto alla Congregazione. Le sezioni si radunavano ordinariamente due volte alla settimana, mentre la Congregazione una volta soltanto. Un membro almeno di ogni sezione e ognuno a rotazione doveva prestare giornalmente servizio permanente nel locale della Congregazione per provvedere agli affari più urgenti e per garantire l'ordinata ed aggiornata tenuta della cassa e dei registri di amministrazione; le funzioni dei membri erano essenzialmente gratuite. Esisteva una sola cassa in cui dovevano entrare i proventi e da cui uscivano i pagamenti per gli enti amministrati dalla Congregazione, mantenendo comunque registri separati per ciascun ente. Per quanto riguarda l'organico della Congregazione durante l'amministrazione italica, il Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811 stabiliva che essa era composta da "probi e distinti cittadini del comune, scelti fra i proprietari, i commercianti e gli uomini di legge più distinti". Il numero dei membri era compreso tra i quattro e i sei ed essi venivano nominati dal podestà o sindaco. Nel capoluogo di Dipartimento la Congregazione era presieduta dal Prefetto e vi partecipavano quali membri di diritto il vescovo ed il podestà; nei capoluoghi dei distretti essa era retta dal Viceprefetto o, in sua vece, dal membro più anziano della Congregazione stessa; in tutti gli altri comuni, infine, essa era presieduta dal podestà o sindaco e, in loro mancanza, dal membro più anziano. Inoltre in tutti i comuni erano ugualmente membri di diritto il podestà od il sindaco, oppure un parroco del luogo. Ogni Congregazione aveva un cassiere che doveva fornire una garanzia in proporzione ai proventi che avrebbe percepito; tale garanzia, una volta sottoposta all'accettazione della Congregazione, avrebbe dovuto essere definitivamente approvata dal Ministro dell'Interno. Gli uffici di contabilità delle Congregazioni dovevano essere ordinati in modo che a ogni richiesta del Prefetto, del Consigliere di Stato o del Ministero, potesse essere presentato lo stato patrimoniale attivo e passivo della Congregazione come di ogni singolo ente. Le Congregazioni non dovevano accrescere il numero degli impiegati dei propri uffici e degli stipendiati per il servizio interno nei singoli enti, né aumentare i loro salari al di là delle possibilità delle Congregazioni e del bilancio di ciascun ente amministrato. Il successivo Decreto datato 28 dicembre 1811 precisava inoltre che i membri della Congregazione erano nominati per tre anni e, per un terzo, rinnovati ogni anno; una volta esauriti i tre anni potevano comunque essere rieletti. Quanto alla pretesa partecipazione alla Congregazione di famiglie, viene stabilito che, se una famiglia avesso avuto diritto ad entrare nell'amministrazione di un ente pubblico, sarebbe stato compito del Ministro dell'Interno chiamare uno o più membri della famiglia a far parte della 260 Congregazione ogniqualvolta essi possedessero le qualità richieste; in caso contrario il Ministro avrebbe preso gli opportuni provvedimenti. Ordinamento austriaco In seguito al passaggio del Trentino all'ordinamento austriaco, l'editto del De Roschmann del 1° marzo 1814 confermava sostanzialmente la normativa vigente in materia di pubblica assistenza e beneficenza regolamentata. Tutte le Congregazioni di carità dovevano, entro un mese dalla data di pubblicazione del suddetto editto, fornire all'Autorità da cui dipendevano i conti arretrati esaminati dal consiglio comunale che ne redigeva un verbale ed in particolare un elenco sommario di tutte le spese sostenute per "somministrazioni fatte al Militare durante il soggiorno delle Imp. Reg. Truppe, indicando ingenuinamente (ossia secondo verità) le anticipazioni avute, ed i pagamenti ricevuti a conto". Le Congregazioni dovevano inoltre presentare, sempre entro un mese a decorrere dalla data di pubblicazione del presente Editto, un prospetto dettagliato delle attività e passività degli enti da esse amministrati, accompagnato dalle proprie proposte per una migliore amministrazione patrimoniale. L'attivo di bilancio e le sostanze disponibili dovevano essere reinvestiti in capitali fruttiferi dalle Congregazioni per un termine variabile secondo le circostanze e in modo che queste liquidità non venissero usate per risanare debiti urgenti e pesanti. Durante questa amministrazione le disposizioni fondamentali erano previste nello statuto che ogni Congregazione di carità doveva darsi (cfr., a titolo di esempio, nell'Archivio del Comune di Bocenago, Archivio della Congregazione di carità, periodo preunitario, Circolare n. 3417 del 30 novembre 1833 e Comunicazione n. 2881 del 11 dicembre 1833 dell'I.R. Giudizio Distrettuale Inquirente di Tione, "Carteggio e atti", 1833). Le direttive date dalle autorità austriache prevedevano che la rappresentanza della Congregazione - che doveva riunirsi almeno una volta al mese - fosse composta da un preside (o presidente), possibilmente il curatore d'anime locale, da due consiglieri e da un cassiere; anche se non eletti come membri con voto attivo nelle deliberazioni, il curatore d'anime ed il capocomune locali dovevano comunque far parte dell'organo direttivo della Congregazione. La nomina del preside, dei consiglieri e del cassiere spettava alla rappresentanza comunale con l'approvazione dell'autorità superiore (cfr., a titolo di esempio, lo statuto della Congregazione contenuto nell'Archivio del Comune di Bocenago, Archivio della Congregazione di carità, periodo preunitario, la Circolare n. 3417 del 30 novembre 1833 e la Comunicazione n. 2881 del 11 dicembre 1833 dell'I.R. Giudizio Distrettuale Inquirente di Tione, "Carteggio e atti", 1833). Le Congregazioni aventi una rendita lorda di fiorini 2000 o più, se la loro proposta era fondata, avevano facoltà di assumere un proprio cursore ovvero un messo per l'esecuzione: per fare ciò esse dovevano rendere noto l'importo dei loro crediti e il numero dei debitori da perseguire; anche questo cursore non avrebbe potuto comunque ricevere ed eseguire che mandati convalidati dal comune e dal giudice locale. La rappresentanza della Congregazione si doveva occupare della conservazione del patrimonio e di decidere riguardo all'elargizione dei sussidi; le sue deliberazioni dovevano sempre essere redatte su apposito protocollo. I compiti specifici del cassiere erano quelli di tenere un giornale di tutti i pagamenti effettuati e un registro della contabilità riportante i capitali investiti e i nomi dei debitori con gli interessi da loro dovuti e le somme mano a mano versate; in tale registro dovevano poi comparire gli incassi dedotti dal giornale e le spese (per sussidi o altro) dedotte anch'esse dal giornale ma divise per mese. Il cassiere era altresì autorizzato a incassare gli interessi sui capitali e le rendite dei beni immobili e a rilasciare le relative quietanze. Egli doveva inoltre, sulla base di mandati rilasciati dal preside, pagare puntualmente le sovvenzioni ai poveri secondo l'importo stabilito. Era incaricato di presentare ogni anno al preside la resa di conto (corredata dalle relative pezze d'appoggio) affinché la esaminasse con i consiglieri e la passasse poi per la 261 liquidazione alla rappresentanza comunale. Tale resa di conto veniva infine passata all'autorità superiore per la definitiva revisione ed approvazione. La Congregazione di carità o Fondo Poveri di Coredo aveva il suo capitale fondato su diversi lasciti di persone benefattrici, come: il lascito "pro nubende" fondato da Margherita Roseti Pastorelli da Taio con testamento del 5 agosto 1804; un lascito per la recita del S. Rosario donato da Giovanni Rizzardi nel 1841; un legato "per il fondo Missioni" lasciato da don Silvio Lorenzoni (1877 - 1885). Contesto generale Ordinamento italico Nel corso della loro esistenza le Congregazioni di carità dipesero in un primo tempo dal Ministro dell'Interno del Regno d'Italia che vigilava direttamente sugli enti riuniti nella Congregazione tramite il consigliere di stato (cfr. Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49, artt. 1, 5, 6). La gerarchia è precisata dall'art. 64 dello stesso Decreto in cui si stabilisce che le Congregazioni di carità "non corrispondono al Ministro in via ordinaria, se non col mezzo dei prefetti, esclusi i casi di riclamo o di ritardato provvedimento, o quando sieno particolarmente o direttamente interpellate". Le Congregazioni intrattenevano con i comuni rapporti assai stretti secondo gli artt. 47-48 del suddetto Decreto ove si stabilisce che i comuni dovevano farsi carico di supplire ai bisogni degli "ospitali, orfanotrofi, conservatori d'esposti, e degl'istituti elemosinieri"; se si trattava di un comune in cui non esisteva alcuno dei suddetti enti, esso avrebbe potuto comunque servirsi di enti situati in altri comuni, contribuendone al mantenimento. Ciononostante, nella legislazione napoleonica - come del resto nei successivi ordinamenti - non si fa riferimento alla partecipazione diretta dei comuni alla gestione delle Congregazioni. Ai comuni spettavano funzioni di controllo operativo e, in casi di particolare bisogno, anche di supporto finanziario nei confronti delle Congregazioni che, però, avrebbero continuato a mantenere sempre un'amministrazione indipendente. Ordinamento austriaco Con il passaggio del Trentino all'Austria, le Congregazioni di carità furono sottoposte direttamente all'I.R. Giudizio Distrettuale, mentre i rapporti tra le Congregazioni e i comuni divennero più stretti. A partire dalla metà del secolo XIX, alcune leggi stabilivano che, non bastando i mezzi forniti dalle società di beneficenza e dagli istituiti esistenti, la rappresentanza comunale avrebbe dovuto sopperire all'importo occorrente per le sovvenzioni ai poveri con i fondi della cassa comunale, potendo decidere in quale modo impiegarli (Leggi del 24 marzo 1849 e del 3 dicembre 1863, n. 105). Gli istituti dei poveri, oltre agli eventuali lasciti o donazioni di cui beneficiavano, venivano inoltre finanziati con alcune entrate straordinarie del comune stesso come multe campestri, indennizzi forestali, incassi sui pubblici spettacoli, percentuali sulle vendite di legname e sulle vendite all'incanto di oggetti sequestrati (leggi del 24 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28 e del 22 gennaio 1879, n. 13). La Congregazione di carità di Coredo era in relazione con i seguenti uffici: Capitanato distrettuale di Cles (1850-1854), Pretura di Cles (con competenza mista, cioè politico-amministrativa e giudiziaria,1854-1868), Capitanato distrettuale di Cles (1868 - 1918), Governatore per gli affari civili (1918-1919), Commissariato civile del distretto politico di Cles (1919-1923) e naturalmente con il comune di Coredo. Fonti normative 262 Decreto del viceré Eugenio Napoleone 15 febbraio 1811, n. 49, "che estende al dipartimento dell'Alto Adige ed ai cantoni di Tobiano e Primiero il sistema amministrativo della pubblica beneficenza esistente negli altri dipartimenti" Editto del commissario Anton De Roschmann 1 marzo 1814, concernente la provvisoria organizzazione delle autorità politiche e lo stabilimento delle massime fondamentali per l'attuale amministrazione del Tirolo italiano ed illirico Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACCr, 3. "Congregazione di carità poi ECA di Coredo"; APCr, "Congregazione di carità di Coredo" Il profilo storico-istituzionale riprende per la parte generale l'elaborato di Corrado SALA citato in bibliografia. Bibliografia BORTOLI B., GRANDI C. (a cura di), Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814-1918), Trento, 1983 ENDRICI E., Coredo nell'Anaunia. Memorie storiche, Coredo (Tn), 1991 ristampa anastatica dell'edizione,Trento, 1911 SALA C., (a cura di), Profilo storico-istituzionale della Congregazione di carità dalle origini (1811) all'estinzione (1937). Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR (CPF), Provincia autonoma di Trento - Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 Note 1) "Bollettino delle leggi del Regno d'Italia", parte I, anno 1811, pp. 137 - 152 2) Cfr. B. BORTOLI - C. GRANDI, Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814 - 1918), Trento 1983, pp. 18 - 20 3) Cfr. "Raccolta ufficiale delle leggi e decreti del Regno d'Italia", vol 4, anno 1923, pp. 3153 - 3160 4) Cfr. "Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia", 19/VI/1937, n. 141 5) Per notizie più specifiche relative alla Congregazione di carità si rimanda all'introduzione dell' "Archivio della Congregazione di carità poi Ente Comunale di Assistenza" di L. BERTAGNOLLI (a cura di), Comune di Romallo. Inventario della sezione separata dell'archivio comunale. 1815 - 1956, Trento 1997 6) Fu nella sessione del 23 dicembre 1888 che la Rappresentanza comunale, su proposta dei rappresentanti della Congregazione di carità, si decise di corrispondere annualmante 40 corone al medico comunale per i medicinali somministrati ai poveri 7) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 167 8) Archivio della Congregazione di carità di Coredo, 1.11 9) La scelta dei poveri e delle zitelle da beneficiare con la distribuzione di denaro era affidata al parroco 'pro tempore' di Coredo, sostenuto in tal incarico dai regolani della comunità. Archivio della Congregazione di carità di Coredo, 3.1.3, cc. 10 - 11 10) Cfr. la copia del documento di fondazione del legato, Archivio della Congregazione di carità di Coredo, 3.1, cc. 70 71 263 11) ACCr, 3. "Congregazione di carità poi E.C.A. di Coredo, 1841-1923", 5. "Carteggio ed atti ordinati per oggetto", n.75 "Situazione patrimoniale della Congregazione di carità poi E.C.A.", 1841 - 1977 (con doc. dal 1825); 12) Ibidem 264 Ente Congregazione di carità di Coredo 1923 maggio 16 - 1937 giugno 30 Luoghi Coredo (TN) Archivi prodotti Fondo Congregazione di carità di Coredo, 01/01/1797 - 31/12/1931 Fondo Congregazione di carità poi Ente Comunale di assistenza di Coredo, 01/01/1841 - 31/12/1993 Storia La legislazione italiana che era estesa al Trentino in seguito al nuovo ordinamento non apportava significativi cambiamenti né alla struttura né agli scopi dell'istituzione. Essa prevedeva comunque un riordino amministrativo delle Congregazioni di carità e degli enti di pubblica assistenza e beneficenza ed il ritorno ad un loro maggior controllo da parte dello Stato, in base a diversi provvedimenti di carattere generale (legge del 3 agosto 1862, n. 753, entrata in vigore col 1° gennaio 1863; relativo Regolamento di esecuzione del 27 novembre 1862, n. 1007; legge del 17 luglio 1890, n. 697, modificata con la legge del 4 marzo 1928, n. 413, entrata in vigore col 19 maggio 1928; regolamento di attuazione - ossia R.D. - del 5 febbraio 1891, n. 99; R.D. del 26 aprile 1923, n. 976). In particolare, il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982 entrato in vigore col 16 maggio 1923 estendeva al Trentino la legge del 17 luglio 1890, n. 6972, precisando: l'obbligo di provvedere entro sei mesi alla nomina dei componenti delle Congregazioni di carità e alla compilazione curata dai Prefetti di "elenchi, inventari e stati" previsti nel R.D. del 12 gennaio 1890, n. 6594; l'affidamento entro un anno di tutti gli istituti attualmente amministrati dai comuni, provincie e da da altri enti pubblici a speciali amministrazioni autonome (previa l'erezione in ente morale se ve ne fosse stata necessità), quando non ricorressero gli estremi della legge del 17 luglio 1890, n. 6972 per il concentramento nella Congregazione di carità o sotto un'unica amministrazione. I fondi di beneficenza, in precedenza amministrati dai comuni e dagli altri enti pubblici, venivano dunque concentrati nella Congregazione di carità. Inoltre nella Circolare della Regia Prefettura della Venezia Tridentina datata 27 giugno 1923 si ricordava l'obbligo di istituire la Congregazione di carità in ogni comune entro il termine di sei mesi. In base alla legge del 3 giugno 1937, n. 847, veniva infine istituito l'Ente comunale di assistenza che avrebbe assunto tutte le competenze assegnate alla Congregazione di carità, "intendendosi sostituito in qualsiasi disposizione legislativa e regolamentare ed in qualsiasi convenzione". Per quanto riguarda nello specifico il Trentino, una Circolare emessa dalla Regia Prefettura della Provincia di Trento nel 28 giugno 1937 precisava che a partire dal 1° luglio 1937, data di entrata in vigore della suddetta legge del 3 giugno 1937 e dunque del passaggio di competenze tra la Congregazione di carità e l'Ente comunale di assistenza, quest'ultimo sarebbe stato affidato ad "un'amministrazione straordinaria rappresentata, in tutti i Comuni, da una Commissione presieduta dal Podestà e composta da un Delegato del Segretario del Fascio e dalla Segreteria del Fascio Femminile"; tutto ciò "in attesa della costituzione dell'amministrazione ordinaria". La separazione, nel 1931, del Fondo Poveri parrocchiale dalla Congregazione di carità è ben descritta in un'annotazione, apposta nell'anno 1932 dal parroco G.Rigotti, a precedere le registrazioni di cassa del "Fondo poveri privato del 265 parroco", sul registro cassa del Pane di S. Antonio e del Fondo Poveri di Coredo: "Fino al 1930 inclusivo il Fondo Poveri del parroco era unito col fondo della Congregazione di carità, che era pure amministrato dal parroco anche quando per disposizione civile gli fu messa a fianco una direzione col proprio presidente. Quando in seguito ad inviti ed ordini ripetuti fu consegnato il patrimonio della Congregazione di carità al Comune il 25 aprile1931, furono trattenuti i legati pii e quanto corrispondeva al fondo poveri privato del parroco (1): quest'ultimo consisteva in 2000 lire di consolidato italiano al 5% lasciate del reverendissimo monsignor Edoardo Endrici, coi rispettivi interessi depositato nel libretto ora intitolato al parroco 'pro tempore' [...] (2). La prima attestazione in archivio comunale si trova nell'approvazione del bilancio preventivo per il 1925 datato 1 luglio 1925 (3); l'ultima attestazione è contenuta in una denuncia di contratto verbale di affitto datato 20 giugno 1937 (4). Le date dell'intestazione sono quelle istituzionali. Condizione giuridica Istituzione pubblica di assistenza e beneficenza Per quanto concerne la legislazione italiana in materia di pubblica assistenza e beneficenza, il R.D. del 26 aprile 1923, n. 976, regolamentava l'amministrazione delle Congregazioni e degli enti che vi facevano capo, mentre il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982, determinava l'estensione al Trentino della legislazione italiana vigente sulle istituzioni pubbliche di beneficenza. Le principali leggi dello Stato italiano che regolavano tale materia erano state, fino ad allora, la legge del 3 agosto 1862, n. 753, sull'amministrazione delle opere pie e la legge Crispi del 17 luglio 1890, n. 6972 (modificata in seguito con il D.L. n. 2841 del 30 dicembre 1923 che cambiò la dizione "istituzioni pubbliche di beneficenza" in "istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" e poi con la legge del 4 marzo 1928, n. 413). Nel 1891 era stato inoltre emanato il regolamento di attuazione (R.D. del 5 febbraio 1891, n. 99) che precisava ulteriori norme per l'amministrazione delle Congregazioni e di tutte le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. La legge del 4 marzo 1928 riformava per l'ultima volta le Congregazioni, finché, in base all'art. 5 della legge del 3 giugno 1937, n. 847, esse vennero dichiarate soppresse e sostituite con gli Enti Comunali di Assistenza. Funzioni, occupazioni e attività Nel corso della sua storia, indipendentemente dai passaggi di ordinamento statuale, la Congregazione di carità in Trentino ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico - psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii e, in seguito, avrebbero costituito anche una voce di bilancio del comune di appartenenza. La Congregazione teneva una contabilità unica e generale, redigendo però registri separati che davano conto delle attività e passività degli enti da essa amministrati. Struttura amministrativa Ordinamento italiano Dopo l'annessione del Trentino all'Italia, il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982 e, per specifiche competenze amministrative, il R.D. del 24 settembre 1923, determinavano l'adeguamento alla legislazione italiana vigente sulle istituzioni pubbliche di beneficenza. 266 La Congregazione di carità e le istituzioni da essa amministrate erano regolamentate in Italia con la legge del 3 agosto 1862, n. 753, in base alla quale in ogni comune dello Stato vi era una Congregazione di carità che amministrava genericamente tutti i beni destinati a favore dei poveri per legge, o quando, nell'atto di fondazione, non venisse determinata l'amministrazione, l'opera pia o l'ente pubblico destinatario della disposizione, o ancora quando la persona incaricata della gestione fosse impossibilitata ad accettare l'incarico. Anche in questi casi, tuttavia, il consiglio comunale avrebbe potuto proporre, a vantaggio dei propri abitanti, l'istituzione di una amministrazione speciale. Le singole istituzioni erano regolamentate agli artt. 1-25 e 30-38 e nel Regolamento di esecuzione della suddetta legge emesso nel 27 novembre 1862, n. 1007. Si ricordava inoltre che la sorveglianza su di esse spettava all'autorità governativa, alle deputazioni provinciali e ai consigli comunali; l'amministrazione competeva invece alle Congregazioni di carità o ad altre persone e istituzioni per quelle opere i cui statuti non contemplassero le deliberazioni di nomina degli amministratori della Congregazione. La designazione delle istituzioni amministrate dalle Congregazioni di carità spettava principalmente, in via di proposta, al consiglio comunale che ne avrebbe fatto la consegna con apposita deliberazione. L'autorità comunale doveva indagare se nel comune vi fossero lasciti o beni destinati a favore dei poveri e impediti alla loro destinazione: riconoscendone l'esistenza, avrebbe informato il Prefetto fornendo inoltre notizie dettagliate circa l'entità e la destinazione della fondazione. Le Congregazioni dovevano avvisare il consiglio comunale del rifiuto o impossibilità degli amministratori ed esecutori testamentari a promuovere la costituzione in ente morale di una pia fondazione locale. La Congregazione o il consiglio comunale dovevano inoltre procedere all'esecuzione dei testamenti che indicassero un'opera assistenziale, qualora gli incaricati di costituirla quale "ente morale" ne fossero impossibilitati. Successivamente, la legge Crispi del 17 luglio 1890, n. 6972, stabiliva che le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza fossero amministrate dalla Congregazione di carità o da "corpi morali, consigli, direzioni ed altre amministrazioni speciali istituite dalle tavole di fondazione o dagli statuti regolarmente approvati". Tale legge veniva posta in esecuzione con i Regolamenti approvati con R. D. del 5 febbraio 1891, n. 9. In base al Regolamento amministrativo, la Congregazione di carità doveva essere costituita in ogni comune, anche se non aveva beni da amministrare e doveva tenere: un archivio per conservare i registri di protocollo per la corrispondenza in arrivo e in partenza e per altri atti di gestione amministrativa e contabile; una rubrica alfabetica divisa per materie per facilitare la ricerca degli atti; un registro cronologico delle deliberazioni; un elenco preciso ed aggiornato, diviso per categorie a seconda della natura dei beni, delle carte, titoli e documenti relativi ai singoli elementi del patrimonio amministrato; un inventario altrettanto ordinato ed aggiornato di tutti i beni che costituivano il patrimonio di ogni singola istituzione amministrata. Nel Regolamento di contabilità venivano descritte le norme relative alla gestione del patrimonio delle istituzioni pubbliche di beneficenza, all'"esercizio annuale", al "bilancio di previsione", al "servizio di riscossione, di cassa e dei depositi", al "rendimento dei conti". Le normative che succedevano alla legge del 1890 e ai Regolamenti del 1891 non avrebbero portato rilevanti cambiamenti nell'amministrazione delle Congregazioni di carità fino al R.D. del 26 aprile 1923, n. 976, col quale il Ministro dell'Interno dichiarava sciolte le amministrazioni delle Congregazioni e di tutte le istituzioni pubbliche di beneficenza esistenti in uno stesso comune, e imponeva di affidarne la gestione a speciali commissari o commissioni incaricate di proporre le opportune riforme. In base alla legge del 17 luglio 1890, n. 6972 le Congregazioni di carità erano composte da un presidente e da 4 membri nei comuni con popolazioni non superiore a 10.000 abitanti e di 8 membri, oltre al presidente, negli altri. Inoltre, per decisione del Prefetto, in caso di donazione o lascito, poteva essere ammesso a far parte della Congregazione il benefattore o la persona da esso designata per la gestione di tale bene. Il presidente era nominato dal consiglio comunale e in carica per 4 anni. Anche gli altri membri erano eletti dal consiglio comunale nella sessione di autunno e, 267 per assumere o continuare il loro ufficio, erano obbligati a rendere il conto di una eventuale precedente amministrazione e a non avere avuto vertenze con la Congregazione. Essi inoltre assumevano l'incarico appena eletti, si rinnovavano per un quarto ogni anno ed erano sempre rieleggibili; nei primi tre anni la scadenza del loro mandato era estratta a sorte, in seguito determinata dall'anzianità. Nei Regolamenti per l'esecuzione della legge del 17 luglio 1890 emessi con R.D. del 5 febbraio 1891, n. 99, venivano stabilite, tra l'altro, molte norme relative a casi particolari in cui potevano variare il numero e l'elezione degli amministratori delle Congregazioni. La legge del 4 marzo 1928, n. 413, riformava l'amministrazione della Congregazione di carità in quanto prevedeva che essa fosse amministrata da un presidente assistito da un comitato di "patroni" composto da: 4 membri nei comuni con popolazione inferiore a 20.000 abitanti; 6 per quelli con popolazione superiore a 20.000 abitanti; 8 nei comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti. Il presidente veniva nominato dal Prefetto "tra le persone particolarmente competenti in materia di assistenza e beneficenza"; i "patroni" venivano nominati dallo stesso Prefetto "su terne presentate dalle Associazioni sindacali comunali legalmente riconosciute agli effetti della legge 3 aprile 1926, n. 563". Nei comuni dove mancassero queste "Associazioni sindacali", le terne venivano designate dalle "Associazioni sindacali di 1° grado legalmente riconosciute, nella cui giurisdizione è compreso il comune per il quale la designazione è richiesta". Le persone designate dovevano però appartenere, "per residenza o per esercizio di attività produttiva", al comune stesso. Il presidente e i "patroni" duravano in carica per 4 anni e potevano essere sempre rieletti, tenendo però presente le condizioni di ineleggibilità già previste dalla legge del 17 luglio 1890, n. 6972. Su deliberazione del presidente e sentito il parere del comitato dei "patroni", poteva comunque essere ammesso al suddetto comitato il benefattore o una persona da esso designata per la gestione del bene donato; tenuto conto della natura dell'istituzione e del valore del patimonio, poteva inoltre esservi ammesso il fondatore o il rappresentante di un'opera pia amministrata dalla Congregazione di carità. Il Prefetto aveva facoltà di: sospendere o revocare il presidente con decreto motivato; disporre, "per gravi ragioni di opportunità amministrativa", lo scioglimento del comitato dei "patroni" o sospenderne la nomina (in tal caso avrebbe provveduto il presidente o, se impossibilitato, una persona da lui delegata con i requisiti per la nomina a "patrono"); delegare uno dei "patroni" per le funzioni di presidente, in caso di assenza o di impedimento di quest'ultimo; dichiarare decaduti, su proposta del presidente o anche d'ufficio con provvedimento definitivo, i "patroni" che, senza giustificati motivi, non intervenissero alle sedute per più di tre mesi consecutivi. Il presidente convocava o presiedeva il comitato dei "patroni"; per la validità delle delibere era necessaria la presenza della metà dei componenti, oltre il presidente: i pareri venivano emessi con la maggioranza assoluta dei voti. Il presidente doveva comunque provvedere nei casi di impossibilità di pronunciamento per mancanza del numero legale. Egli esercitava tutte le funzioni e deliberava su tutti gli affari riguardanti la gestione della Congregazione, mentre il comitato dei "patroni" aveva funzioni esclusivamente consultive. Il parere dei "patroni" era obbligatorio per le deliberazioni soggette all'approvazione della giunta provinciale amministrativa e per tutte le proposte di riforma relative agli istituti amministrati dalla Congregazione. In caso di discordia tra il parere del comitato e le proposte del presidente, costui doveva darne conto nel verbale di deliberazione. Nel 1929 in seguito all'aggregazione di Smarano, Sfruz e Tavon vennero aggregate anche le rispettive congregazioni. Contesto generale Con il R.D. del 26 aprile 1923 lo Stato italiano pose l'amministrazione delle Congregazioni di carità nelle mani di appositi commissari o commissioni, a loro volta dipendenti dal Ministero dell'Interno, mentre già con la legge del 17 268 luglio 1890, n. 6972 alle Congregazioni furono sottoposte tutte le istituzioni pubbliche benefiche. Il comune, attraverso il suo consiglio, operava una funzione di controllo sul consiglio di amministrazione della Congregazione. Fonti normative Legge 3 agosto 1862, n.753 "sull'amministrazione delle opere pie" Legge 17 luglio 1890, n. 6972, Norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza Regio decreto 5 febbraio 1891, n. 33 e n. 99, "col quale, in esecuzione della legge 17 luglio 1890, n. 6973 (serie terza), si approvano i regolamenti sulle istituzioni pubbliche di beneficenza" Legge 29 dicembre 1901, n.538 "portante disposizioni per il personale di ragioneria dell'amministrazione provinciale dell'interno e circa la pubblicazione dei bilanci e conti delle istituzioni di beneficenza" Decreto luogotenenziale 2 dicembre 1915, n. 1847 " che semplificava alcuni servizi delle opere pie e dei manicomi" Regio decreto 4 febbraio 1923, n. 335, "che stabilisce una procedura abbreviata per la revisione dei conti arretrati dei comuni e delle istituzioni pubbliche di beneficenza" Regio decreto 22 aprile 1923, n. 982, che dispone la pubblicazione nei territori annessi della legislazione sulle istituzioni pubbliche di beneficenza Regio decreto 26 aprile 1923, n. 976 "che da' facoltà al Ministro dell'interno di dichiarare sciolte le amministrazioni delle Congregazioni di carità e di tutte le istituzioni pubbliche di beneficenza esistenti in uno stesso comune, e di affidarne la gestione a speciali commissari o commissioni" Regio decreto 14 giugno 1923, n. 1396, "Riforme alla legge 4 maggio 1898, sui monti di pietà" Circolare 27 giugno 1923, n. 32687-II-2 della R.Prefettura della Venezia tridentina, "Istituzioni pubbliche di beneficenza" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2242, Estensione delle disposizioni dell'articolo 5 (I comma) del R.D. 29 aprile 1923, n. 1164, ai conti delle istituzioni di pubblica beneficenza non ancora deliberati dalle rispettive amministrazioni al momento dell'entrata in vigore del precedente decreto 4 febbraio 1923, n. 335 Regio decreto legge 20 febbraio 1927, n.257, "Norme per l'estensione alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza delle disposizioni vigenti circa la revisione ed approvazione dei conti dei comuni e delle province e per la definizione dei conti arretrati degli enti stessi" Legge 4 marzo 1928, n.413, "Riforma dell'amministrazione delle Congregazioni di carità" Regio decreto e relazione 18 giugno 1931, n.773, art.154, "Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza" Legge 14 settembre 1931, n. 1175, Testo Unico delle leggi sulla finanza locale Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACCr, 3. "Congregazione di carità poi ECA di Coredo"; APCr "Congregazione di carità di Coredo" Il profilo storico-istituzionale riprende per la parte generale l'elaborato di Corrado SALA citato in bibliografia. Bibliografia SALA C., (a cura di), Profilo storico-istituzionale della Congregazione di carità dalle origini (1811) 269 all'estinzione (1937). Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR (CPF), Provincia autonoma di Trento - Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 Note 1) In un copia della lettera spedita dal parroco Rigotti al nuovo presidente della Congregazione di carità in occasione del trasferimento della documentazione dell'ente dalla vecchia alla nuova amministrazione, si evince che restavano al Fondo poveri parrocchiale, amministrato dal parroco, "i legati pii e culto strettamente divino", ossia il legato di don Emilio Lorenzoni, di Giovanni Rizzardi, e di Margherita Pastorelli. Scrive ancora il parroco Rigotti in un'altra annotazione che chiude le registrazioni di cassa della Congregazioni di carità dal 1921 al 1929: "Consegnata al Comune 1931. Rimane Fondo Poveri parrocchiale, cfr. registro". Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 4.4.4, p. 96 2) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.4.8, p. 70 3) ACCr, 3. "Archivio della Congregazione di Carità poi E.C.A. di Coredo", 4. " Carteggio, atti e contabilità", n.7, 1925 4) ACCr, 3. "Archivio della Congregazione di carità poi E.C.A. di Coredo", 5. "Carteggio ed atti ordinati per oggetto", n.75 "Situazione patrimoniale della Congregazione di carità poi E.C.A.", 1841 - 1977 (con doc. dal 1825) 270 fondo Congregazione di carità di Coredo, 1797 (copia) - 1931 registri 2, fascicoli 2. Soggetti produttori Congregazione di carità di Coredo, 1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15 Congregazione di carità di Coredo, 1923 maggio 16 - 1937 giugno 30 Contenuto La documentazione della Congregazione di carità di Coredo giustifica la propria presenza come fondo autonomo presso l'archivio parrocchiale di Coredo per la carica di presidente rivestita dal curatore d'anime 'pro tempore' del paese. E' un fondo di modeste dimensioni pervenuto in un discreto stato di conservazione. Strutturato in quattro serie, 1. Urbari, 2. Resoconti, 3. Atti amministrativi, per un totale di due registri ed un fascicolo, il fondo si presentava piuttosto compatto ed autonomo. La documentazione costituente l'archivio fu soggetta prima all'ordinamento di don Endrici che raccolse in un fascicolo gli atti amministrativi e quindi all'intervento di don Rigotti che raccolse i resoconti della Congregazione degli anni 1858 - 1923 con il carteggio ed atti relativi in una fascietta cartacea apponendovi l'intitolazione che nell'inventario introduce l'unità 2.1. Nel registro di cassa, di cui all'unità 4.4.4, inserito in occasione del presente ordinamento nella serie 'Registri dei conti' del sottofondo 'Chiesa parrocchiale', si trovano invece le registrazioni di cassa della Congregazione di carità di Coredo dal 1921 al 1929. 271 serie 1 Urbari, [1862] - 1925 Contenuto La serie consta di due registri in buono stato di conservazione. Il registro più antico è uno scodirollo compilato negli anni 1861 - 1864 in cui vennero annotati i pagamenti fatti da privati per livelli in denaro a favore del Fondo Poveri Congregazione di carità e del fondo della Primissaria di Coredo. Il secondo è un urbario di compilazione più recente che riporta all'inizio un elenco dei legati e delle donazioni di cui, dal 1804 al 1917, beneficiò il fondo della Congregazione con la specificazione degli oneri di adempimento gravanti su quest'ultima. 10 AA b. 3 "Congregazione di carità e Primissaria" [1862 - 1864] (con annotazioni fino al marzo 1865) - "Scodirollo del Fondo dei poveri in Coredo [...]: descrizione dei debitori del Fondo Poveri, del capitale o censo prestato col relativo interesse, e della data del saldo del debito [1861 - 1863] con annotazioni fino al marzo 1865 - "scodirollo del fondo primissariale di Coredo [...], descrizione dei debitori del fondo primissariale, del capitale o censo prestato col relativo interesse, e della data del saldo del debito [1862 - 1864] Italiano Registro, legatura in cart., cc. 30 n.n. 11 AA b. 3 "Urbario Congregazione carità Coredo, anno 1910" 1910 - 1925 (con annotazione del 6 giugno 1926) - "Oneri gravitanti la Congregazione di carità", [1910] - "elenco dei capitali della Congregazione di carità di Coredo fatto nell'anno 1910", 1910 con annotazioni fino al 1919 - partitario della Congregazione di carità di Coredo, 1910 con annotazioni fino al 1920 - "elenco dei capitali della Congregazione di carità di Coredo alla fine dell'anno 1925", [1925] sul recto della prima carta scritta: visto vescovile del 6 giu. 1926 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 6 n.n. Segnature precedenti: VIII B 6 272 serie 2 Atti amministrativi, 1797 (copia) - 1931 Contenuto La serie 'Atti amministrativi' del fondo della Congregazione di carità di Coredo consta di un solo fascicolo di originaria costituzione, riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla documentazione dal parroco don E. Endrici. Da segnalare, oltre alla presenza di un inventario dell'ente datato 1826, sono la copia di un questionario compilato nel 1900 dalla Presidenza della Congregazione e che fornisce importanti informazioni in merito alla natura ed all'organizzazione dell'ente, nonché la copia autentica di legati che dal il 1804 andarono a formarne il patrimonio. 12 AA b. 3 "Documenti della Congregazione di carità" 1797 (copia) - 1931 "Legatti comunali, delle scuole, dei poveri e zitelle" (1), inventario del patrimonio della fondo poveri e zitelle, documenti di mutuo ipotecario con carteggio ed atti relativi, fassioni per la commisuazione della tassa dell'equivalente d'imposta con carteggio ed atti relativi, verbali di deliberazione dei membri della Congregazione di carità, copia dei verbali di consegna degli atti della Congregazione al Comune ecc. Fascicolo, cc. 76 Segnature precedenti: VIII B 7 Note (1) Si tratta di un sottile volume costituito 5 fogli rilegati contenente copie di disposizioni testamentarie, compilato, pare, nel 1854 273 serie 3 Resoconti, 1886 - 1923 Contenuto La serie 'Resoconti' del fondo Congregazione di carità di Coredo consta di un solo fascicolo di originaria costituzione, riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla documentazione dal parroco don G. Rigotti. 13 AA b. 3 "Resoconti della Congregazione di carità di Coredo dall'anno 1858 - 1923" (1) 1886 - 1923 Contiene anche: "medicinali ai poveri di Coredo", elenco dei poveri di Coredo beneficiati dalla distribuzione di sovvenzioni per l'acquisto di medicinali per gli anni 1885 - 1887 con indicazione delle somme distribuite, 1886 - 1888 Italiano Fascicolo, n.n. 62, cc. 160 Note (1) I resoconti dagli anni 1857/1858 all'anno 1865 contengono anche gli estratti dei conti liquidati dall'i.r Pretura di Cles 274 Persona Lorenzoni, Emilio 1811 - 1895 dicembre 20 Luoghi Coredo, 1851 - 1895 Archivi prodotti Fondo Documentazione personale di sacerdoti della parrocchia di Coredo, 01/01/1741 - 31/12/1949 Storia E. Endrici, parroco di Coredo dal 1886 al 1921 scrive a proposito di don Lorenzoni nel libro 'Coredo nell'Anaunia: memorie storiche": "Nacque a Cles nel 1811. Fu ordinato sacerdote nel 1835: prese possesso della parrocchia nel 1851. Prima era curato di S. Lorenzo. Rassegnata la parochia nel 1886, visse qui pensionato . Qui celebrò il vigesimo quinto anno di parochia nel 1886, celebrò le nozze sacerdotali di oro e di diamante. Morì ai 20 dicembre 1895. Fondò una messa cantata per l'anniversario della sua morte e fece il fondo delle missioni". 275 Persona Tonidandel, Emilio 1906 - Luoghi Coredo, 1942 - 1955 Archivi prodotti Fondo Documentazione personale di sacerdoti del decanato di Lomaso, 01/01/1501 - 31/12/1945 Fondo Documentazione personale di sacerdoti della parrocchia di Coredo, 01/01/1741 - 31/12/1949 Storia Don EMILIO TONIDANDEL nacque a Fai nel 1906. Fu prima cappellano a Tuenno e quindi parroco di Ruffré. Venne nominato parroco di Coredo il 28.12.1942 e prese possesso il 17.01.1943 fino al 1955. 276 fondo Documentazione personale di sacerdoti della parrocchia di Coredo, 1741 - 1949 fascicoli 2. Soggetti produttori Tonidandel, Emilio, 1906 Lorenzoni, Emilio, 1811 - 1895 dicembre 20 Contenuto Presso l'archivio parrocchiale è conservata una modestà quantità di documentazione personale di sacerdoti, parroci in diversi periodi della parrocchia di Coredo. La documentazione personale di don Emilio Lorenzoni, parroco a Coredo dal 1850 al 1886, era conservata in due mazzi, formati probabilmente dallo stesso parroco. Considerata la tipologia della documentazione riguardante il suo "cursus studiorum", gli atti di investitura agli ordini clericale e sacerdotale e la corrispondenza personale nonché l'originario intento del sacerdote originario di Cles di conservarla a parte, si è deciso in fase di ordinamento di inserirla e descriverla in un fondo autonomo dal resto della documentazione costituente l'archivio parrocchiale. Il fascicolo con le lettere spedite a don Emilio Tonidandel, parroco di Coredo dal 1942 al 1955, dal suo predecessore, don Giuseppe Rigotti (1929 - 1942), in seguito al suo trasferimento alla parrocchia di Aldeno, è stato invece formato in occasione del presente ordinamento, raccogliendo le lettere rinvenute frammiste ad altra documentazione dell'archivio parrocchiale. La raccolta epistolare, che copre un arco cronologico abbastanza ampio, dal 1942, anno dell'entrata in servizio di don Tonidandel sino al 1949, e che contiene prevalentemente consigli e supporti dal parte del cessato parroco in merito alla conduzione del culto, alla gestione patrimoniale, al rapporto con le associazioni parrocchiali a Coredo ecc., testimonia un rapporto di amicizia di lunga durata fra i due sacerdoti. 277 serie 1 Carteggio ed atti, 1741 - 1949 Contenuto La serie consta di due fascicoli: il primo, di originaria costituzione, contiene documentazione personale di don Emilio Lorenzoni, parroco a Coredo fra il 1850 ed il 1886; il secondo, di nuova formazione, contiene una raccolta di lettere spedite fra il 1942 ed il 1949 da don G. Rigotti, parroco a Coredo dal 1929 al 1942 al neo-nominato parroco don Emilio Tonidandel. 14 AA b. 3 Documentazione personale di don Emilio Lorenzoni 1741; 1808; 1829 - 1889 Atti e corrispondenza dei sec. XVIII e inizio XIX appartenenti all'archivio di famiglia, decreti di ordinazione clericale, diaconale e sacerdotale, certificati anagrafici, attestati di profitto ai corsi seminariali, decreto di nomina a cooperatore della parrocchia di Lomaso, di curato della curazia di Vigo Lomaso, e di parroco della parrocchia di Coredo con carteggio ed atti relativi, decreti di conferimento di facoltà di benedire le suppellettili della chiesa, di allontanarsi dalla diocesi per tre settimane, documentazione relativa al percepimento della pensione, alla celebrazione di messe, corrispondenza privata contiene fra l'altro: lettere di ringraziamento inviate a don E. Lorenzoni dalle Rappresentanze comunali di S. Lorenzo in Banale e di Coredo, dai parrocchiani dei rispettivi paesi, decreto di nomina a cittadino onorario del comune di Coredo, 1851; 1882; 1886 - 1887 (1) Italiano, latino Fascicolo, cc. 89 Note (1) Si è deciso di segnalare a parte questo tipo di documentazione in quanto originariamente conservata, probabilmente per volontà dello stesso don Lorenzoni, in una busta da lettera intestata al Comune di Coredo, e quindi unita al mazzo che raccoglieva la restante documentazione 15 AA b. 3 Lettere di don Giuseppe Rigotti a don Emilio Tonidandel, parroco di Coredo 1942 - 1949 Fascicolo, cc. 12 278 Ente Comune di Coredo 1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31 Luoghi Coredo (TN) Archivi prodotti Fondo Comune di Coredo, 01/01/1461 - 31/12/1962 Subfondo Comune di Coredo (ordinamento italico), 01/01/1810 - 31/12/1817 Subfondo Comune di Coredo - frazione di Sfruz (ordinamento italico), 10/10/1810 - 31/12/1817 Fondo Comune di Sfruz, 01/01/1445 - 31/12/1956 Fondo Documentazione del Comune di Coredo, 01/01/1811 - 31/12/1815 Storia Dopo il fallimento dell'insurrezione tirolese del 1809, con il Trattato di Parigi del 28 febbraio 1810 la Baviera perse gran parte del Tirolo meridionale, che confluì nel Regno italico e venne organizzato come Dipartimento dell'Alto Adige, comprendente l'odierno Trentino (con l'esclusione del Primiero, che passò al Dipartimento della Piave) e la zona di Bolzano fino a Salorno. In un primo momento operò una Commissione amministrativa provvisoria presieduta dal barone Sigismondo Moll, mentre giungeva a Trento il consigliere di Stato Smancini per predisporre l'organizzazione del nuovo dipartimento secondo il sistema in vigore nel Regno Italico, il quale era organizzato in base all'esperienza istituzionale francese. Mediante Regio Decreto datato Milano, 24 luglio 1810, veniva stabilita la strutturazione amministrativa del Dipartimento. Le aggregazioni (qui proposte e poi effettivamente realizzate) delle comunità minori in più ampi comuni amministrativi (divisi in tre classi a seconda del numero di abitanti), le cui competenze e la cui strutturazione interna erano stabiliti da rigorose norme statali di ispirazione fortemente centralistica, posero fine all'antica organizzazione regoliera. Dal grande numero di comunità autonome esistenti in antico regime e ancora durante il periodo bavarese nel territorio trentino, si passò a poco più di un centinaio di comuni amministrativi, divisi in tre classi a seconda dell'entità della popolazione. Un decreto datato Monza, 23 agosto 1810 (n. 194), estendeva al Dipartimento l'ordinamento amministrativo dei comuni del Regno italico (con riferimento al Decreto sull'Amministrazione pubblica e sul Comparto territoriale del Regno" dell'8 giugno 1805 (n. 46). Con il 1 settembre 1810 il Dipartimento dell'Alto Adige venne ufficialmente attivato. Dalla documentazione archivistica però emerge che la legislazione napoleonica fu applicata solo in seguito e in date diverse da comune a comune. Dopo la dissoluzione dell'impero napoleonico il Tirolo venne posto fino all'aprile del 1815 sotto l'amministrazione provvisoria del commissario Anton von Roschmann. L'ordinamento comunale napoleonico rimase in vigore ancora per qualche anno: nel Circolo di Trento fino al 31 dicembre 1817, in quello di Rovereto fino al 31 dicembre 1820. A partire dal 1 gennaio 1818 il Circolo di Trento si regolò sulla base della Circolare del 4 novembre 1817, n. 11135/3818; dal 1 279 gennaio 1821 in tutto il territorio venne introdotto il Regolamento comunale per il Tirolo e il Vorarlberg del 26 ottobre 1819. In questo periodo a Coredo furono aggregati i comuni di Sfruz e Smarano. Data l'esiguità della documentazione, le date riportate nell'intestazione sono quelle istituzionali. Il comune di Coredo comprendeva probabilmente un territorio simile a quello dell'attuale comune più il territorio di Smarano e Sfruz. Condizione giuridica Ente pubblico territoriale, comune di terza classe. Il 24 luglio 1810 un decreto vicereale stabiliva la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in cinque distretti e proponeva le aggregazioni comunali da effettuarsi sul territorio, così come poi furono effettuate. Un successivo decreto vicereale datato 23 agosto 1810 estendeva al Dipartimento dell'Alto Adige l'organizzazione amministrativa dei comuni del Regno italico. Le normative di riferimento erano la "Legge sull'organizzazione delle autorità amministrative", n. 54, emanata dal Governo della Repubblica italiana il 24 luglio 1802 e il "Decreto sull'ammnistrazione pubblica e sul comparto territoriale del Regno", n. 46, promulgato da Napoleone Re d'Italia l'8 giugno 1805. Il 10 settembre 1810 il prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige Agucchi pubblicava le "Istruzioni per le Municipalità di prima, seconda e terza classe dirette a facilitar loro l'esecuzione delle Leggi e dei Regolamenti governativi e sulla conformazione regolare dei conti preventivi e consuntivi". In data 17 settembre 1811 veniva pubblicato il "Codice dei podestà e dei sindaci del Regno", testo unico che raccoglieva e raccordava tutte le disposizioni precedenti e principale strumento legislativo di riferimento anche per i comuni del Dipartimento dell'Alto-Adige. Funzioni, occupazioni e attività A seconda del numero di abitanti, i comuni furono divisi in tre classi: alla prima appartenevano i comuni con più di 10.000 abitanti, alla seconda quelli con oltre 3000 abitanti, alla terza quelli con meno di 3000. Le materie e l'ambito di attività delle amministrazioni comunali durante il periodo di sovranità italica si desumono dall'elenco delle "Istruzioni per le municipalità di prima, seconda e terza classe dirette a facilitare loro l'esecuzione delle leggi e dei regolamenti governativi e sulla conformazione regolare dei conti preventivi e consuntivi", emesse con circolare del prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige Agucchi in data 10 settembre 1810. In base a tali norme i comuni: - decidevano in merito ad alienazioni e concessione in affitto di beni comunali; - dovevano prestarsi alla resa di conto preventiva e consuntiva secondo i nuovi metodi; - esercitavano funzioni di polizia amministrativa; - attivavano una Guardia nazionale per il mantenimento dell'ordine pubblico; - tenevano i registri di stato civile (prima affidati alle parrocchie); - avevano competenza in materia di: - istruzione pubblica (soprattutto elementare), - sanità comunale, - questioni militari (alloggio e vitto delle truppe, coscrizione), 280 - finanza, - culto (i parroci erano di nomina comunale), - istituti di beneficenza pubblica attivi sul proprio territorio, - acque, strade, ponti e 'ornato' pubblico. Gli introiti per coprire le spese amministrative derivavano dai beni comunali, da vari tipi di imposta e prestazioni di servizi, dalle multe incassate. Struttura amministrativa I compiti degli organi dei comuni si desumono dalla legge organica delle autorità amministrative della Repubblica italiana del 24 luglio 1802 e dal decreto del Regno italico dell'8 giugno 1805. Il decreto vicereale del 23 agosto 1810 estendeva al Dipartimento dell'Alto Adige le disposizioni vigenti nel Regno italico. Ogni comune era retto da una municipalità come organo esecutivo e da un consiglio comunale come organo consultivo e deliberante: - La municipalità era composta dal podestà e sei savi (comuni di prima classe), dal podestà e quattro savi (comuni di seconda classe), dal sindaco e due anziani (comuni di terza classe). - I podestà, di nomina regia e di durata triennale, e i sindaci, di nomina prefettizia e di durata annuale, vigilavano sull'andamento generale del comune e ne erano i rappresentanti, presentavano i conti consuntivi e preventivi, sottoponevano ogni questione al consiglio e ne eseguivano le deliberazioni. I podestà dei capoluoghi di cantone avevano funzioni di rappresentanza e di delega rispetto a tutti i comuni ivi compresi. - I savi (rinnovati parzialmente anno dopo anno) e gli anziani (rinnovati tutti annualmente) venivano scelti dai consigli comunali tra coloro che godevano dei redditi maggiori e deliberavano su tutto ciò che veniva posto in discussione dal podestà/sindaco. - I Consigli comunali, che ordinariamente si svolgevano con cadenza biennale e alla presenza del prefetto, erano composti da un numero diverso di consiglieri (40/30/15 secondo le tre classi di appartenenza del comune stesso), nominati dal re (nei primi due casi) o dal prefetto (nel terzo caso). Il loro rinnovo era rispettivamente quinquennale e triennale e le cariche, salvo eccezioni, non erano riassumibili se non dopo un biennio. Loro compiti erano: l'approvazione del bilancio consuntivo e del preventivo (che passava rispettivamente al Ministero dell'Interno o al prefetto), la nomina dei revisori dei conti e delle cariche in scadenza, l'imposizione di spese e imposte. Altri uffici amministrativi erano quello di ricevitore comunale (addetto alla riscossione delle imposte), segretario (preposto alla stesura degli atti pubblici e alla cura dei registri di protocollo), cursore (per i comuni di terza classe); più altro personale che i comuni di prima e seconda classe avessero ritenuto necessario. I comuni attivavano inoltre: - un Ufficio di stato civile (che redigeva e custodiva gli atti di nascita, matrimonio, morte) condotto da un savio nei comuni di prima e seconda classe, dal sindaco in quelli di terza; - una Guardia nazionale (per il mantenimento dell'ordine pubblico); - una Deputazione di sanità (con compiti di vario genere inerenti la salute pubblica) formata dal podestà e dai primi due savi (comuni di prima e seconda classe), dal sindaco con il primo anziano e il segretario (comuni di terza classe); - una provvisoria Deputazione per l'ornato pubblico (una sorta di commissione urbanistica). Contesto generale 281 Dopo la vittoria dei francesi sulle truppe austriache e la sconfitta degli insorti guidati da Andreas Hofer, nel febbraio 1810 Napoleone separò il Tirolo italiano e la zona di Bolzano dal Tirolo settentrionale per unirli al Regno italico nel Dipartimento dell'Alto Adige (il Primiero venne invece aggregato al Dipartimento della Piave). Momentaneamente rimasero in vigore le leggi bavaresi, mentre il territorio veniva sottoposto a una amministrazione provvisoria sotto la guida del barone Sigismondo Moll. Il Codice Napoleone fu introdotto con il 1 luglio 1810. Il Dipartimento dell'Alto Adige fu posto in attività a partire dal 1 settembre 1810. Esso era diviso nei distretti di Trento (con 5 cantoni e 33 comuni), Cles (con 4 cantoni e 28 comuni), Bolzano (con 4 cantoni e 24 comuni, poi elevati a 32; il cantone di Cavalese, con Fiemme e Fassa, era compreso qui), Rovereto (con 3 cantoni e 16 comuni), Riva (con 4 cantoni e 20 comuni), per un totale di 20 cantoni e 129 comuni. Al vertice dell'amministrazione politica ed economica del Dipartimento era il prefetto, diretto responsabile di ogni attività, coadiuvato da un segretario, da due consiglieri, da un Consiglio di Prefettura e da un Consiglio generale dipartimentale. Gli uffici maggiori erano tutti di nomina regia. Al prefetto competeva la sorveglianza su tutti i comuni (in tutte le funzioni amministrative i consigli comunali, i podestà, i savi, gli anziani e i sindaci dipendevano dalla prefettura o dalla viceprefettura), la polizia superiore, i lavori pubblici (strade e ponti), gli affari militari e tributari e altre materie. Egli presenziava (o vi delegava qualcuno) ai consigli comunali dei comuni di prima e seconda classe. In ogni capoluogo di distretto vi era un viceprefetto, pure di nomina regia, con mansioni prefettizie nell'ambito del proprio distretto e coadiuvato dal Consiglio distrettuale. Nei cantoni per le materie amministrative censuarie vi era un cancelliere del censo (sempre di nomina regia) che custodiva i libri censuari dei comuni e presenziava ai consigli comunali dei comuni di terza classe. A Trento vennero istituiti un'Intendenza di Finanza e Demanio, un Liceo, gli uffici del Conservatore del registro, del Conservatore delle ipoteche, del Direttore delle poste. La Congregazione di Carità nei vari comuni assorbì tutte le istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza fino ad allora esistenti. Per l'amministrazione giudiziaria, in ogni capoluogo di cantone era attiva una Giudicatura di pace con competenze in materia civile per cause entro un determinato valore. La giurisdizione penale e l'appello erano riservate alla Corte di Giustizia civile e criminale di Trento, con competenza in entrambi gli ambiti per tutto il Dipartimento, a esclusione di Bolzano, dove era in attività un tribunale di prima istanza proprio. Le cause in appello passavano alla Corte d'Appello di Brescia e successivamente al Tribunale supremo di Milano. A Rovereto per il distretto omonimo e per quello di Riva aveva sede un Tribunale di commercio; nei distretti di Trento e Tione tali mansioni erano svolte dalla Corte di giustizia. Ritornato il territorio del Dipartimento dell'Alto Adige sotto la sovranità austriaca, il commissario in capo del Tirolo italiano ed illirico de Roschmann instaurava un'amministrazione provvisoria (1 marzo 1814) mediante i seguenti organi e uffici: una Reggenza del Paese con sede a Trento, un Ufficio circolare provvisorio a Trento per tutto il Tirolo italiano, un Capitanato di Circolo, i Vicecapitanati di Circolo al posto delle Viceprefetture nei cinque ex capoluoghi di distretto, una Deputazione del Paese al posto del Consiglio dipartimentale, una Deputazione cantonale in ogni Cantone. A Trento aveva sede anche una Direzione di Polizia per tutto il Tirolo italiano; Commissariati venivano istituiti a Trento, Cles, Bolzano, Rovereto, Riva. La Corte civile e criminale di Trento aveva assunto il ruolo di tribunale di seconda istanza al posto della Corte di Brescia e il tribunale supremo era passato da Milano a Vienna. 282 Nel giugno 1814, passato l'intero Tirolo all'Austria, Roschmann trasferì la direzione di tutti gli affari politici relativi al Tirolo italiano da Trento a Innsbruck. Cessato il periodo di amministrazione provvisoria, vennero erette due stazioni di polizia a Innsbruck e a Trento. Alla fine del 1814 ritornava in vita il Governo provinciale e venivano ristabiliti gli Uffici circolari (nella parte italiana quelli di Trento e Rovereto) come prima dell'occupazione bavarese, con a capo un capitano di Circolo. Nell'agosto 1814 fu reintrodotto in tutto il Tirolo il codice penale austriaco del 1803 e successivamente vi venne esteso l'ordinamento giudiziario per la Galizia austriaca del 1796. In seguito entrò in vigore l'Allgemeine Bürgerliche Gesetzbuch de1 1811. Il Tribunale d'Appello di Innsbruck divenne la corte di giustizia superiore. Nell'aprile 1815, con la nomina a governatore del Tirolo del conte di Bissingen, cessava il periodo di amministrazione provvisoria sotto la direzione del Roschmann. Nel novembre 1815 cessò le proprie funzioni la Corte di Giustizia civile e criminale di Trento e venne istituito un Giudizio civico provinciale. Nel luglio 1816 furono riattivati i Giudizi dinastiali ma con l'esercizio della sola giurisdizione civile, riservando quella penale al giudizio sovrano più vicino. Con il 1 maggio 1817 ritornava in vita la distrettualizzazione giudiziaria risalente al 1805, comprendente 50 giudizi sovrani e 52 patrimoniali e dinastiali. Tra il 1816 e il 1817 furono eretti i Giudizi collegiali di Bolzano, Rovereto, Feldkirch, che si aggiunsero a quelli di Innsbruck e Trento come giudizi in prima istanza. Coredo con le frazioni di Sfruz e Smarano, apparteneva al Cantone di Denno, che a sua volta apparteneva al Distretto di Cles. Fonti normative "Costituzione della Repubblica italiana adottata per acclamazione nei Comitati nazionali di Lione", 26 gennaio 1802, n. 1. Legge 24 luglio 1802, n.55 "sulla tassa personale in favore delle comuni" Legge 24 luglio 1802, n.54 "sull'organizzazione delle autorità amministrative" Legge 4 settembre 1802, n.75 "relativa alla pubblica istruzione" Legge 17 settembre 1802, n.87 "per la guardia nazionale" Legge 21 settembre 1802, n.89 "sopra i debiti e crediti delle comuni" Decreto 30 ottobre 1802, n.109 "per la Guardia nazionale" Decreto 24 gennaio 1803, n.12 "riguardante la conservazione de'boschi per i legnami necessari al servizio dell'artiglieria e della marina" Legge 23 dicembre 1803, n.97 "relativa ai debiti dei comuni e loro attività" Legge 22 marzo 1804, n.25 "sui ricevitori comunali e dipartimentali" Legge 27 marzo 1804, n.30 "sulle strade" Legge 18 aprile 1804, n.42 " relativa all'alienazione de' beni comuni" Decreto 9 maggio 1804, n.55 "sulla vaccinazione" Decreto 8 giugno 1805, n.46 "sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno" Decreto 6 maggio 1806, n.73 "riguardante la sistemazione ed amministrazione generale delle acque e strade" Regolamento 20 maggio 1806, n.79 "per la costruzione, per l'adattamento e per la conservazione delle strade" Decreto 25 luglio 1806, n.147 "riguardante i beni comunali incolti" 283 Decreto 4 dicembre 1806, n.230 "relativo alla rinnovazione e completazione dei consigli distrettuali e comunali" Nomina 3 gennaio 1807, n.2 "di una commissione destinata a raccogliere tutti i dati necessari a regolarizzare l'amministrazione dei comuni" Decreto 9 gennaio 1807, n.5 "portante il regolamento sull'ornato della città" Decreto 12 gennaio 1807, n.16 "sulle finanze per il 1807" Decreto 7 aprile 1807, n.58 "relativo alle spese di culto e di beneficenza a carico dei comuni" Decreto 1 maggio 1807, n.70 "riguardante le aste negli appalti delle opere d'acque, ponti e strade" Decreto 5 giugno 1807, n.95 "con cui sono concentrate nel podestà e nel sindaco le funzioni attribuite alle municipalità dal decreto dell'8 giugno 1805" Decreto 5 giugno 1807, n.46 "sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno" Decreto 4 agosto 1807, n.128 "relativo ai modi di estinguere le passività dei comuni colle attività che si possono impiegare a tale uso" Decreto 4 agosto 1807, n.125 "che istituisce una Direzione generale dell'amministrazione dei comuni" Decreto 9 febbraio 1808, n.59 "diretto ad impedire ai creditori dei comuni l'escussione sulle attività annoverate nei prospetti preventivi" Decreto 18 maggio 1808, n.129 "relativo ai boschi del regno" Decreto 10 febbraio 1809, con cui si dispone che ogni comune deve avere il suo estimo e conseguentemente i suoi registri censuari particolari in cui siano descritti i possessori attuali dei fondi posti nel territorio del comune. Decreto 18 marzo 1809, n.39 "con cui sono applicate anche ai comuni di seconda classe le disposizioni del decreto 11 corrente mese, relativo alle sovrimposte comunali" Decreto 19 aprile 1809, n.65 riguardante l'attivazione del nuovo sistema dei dazi di consumo nei comuni e territori aperti Decreto 29 giugno 1809, n. 78, sull'organizzazione definitiva dei cancellieri del censo Decreto 18 maggio 1810, n.112 "che estende la giurisdizione della corte d'appello di Brescia al Dipartimento dell'Alto Adige" Decreto 19 maggio 1810, n.89 "con cui vengono provvisoriamente mantenute in vigore nel Tirolo meridionale le attuali leggi e i regolamenti di amministrazione" Decreto 28 maggio 1810, n. 94 relativo alla definitiva riunione al Regno d'Italia del Tirolo meridionale Decreto 15 giugno 1810, n.106 "che ordina la pubblicazione ed attivazione nel dipartimento dell'Alto Adige del codice Napoleone, dei regolamenti sui registri delle nascite, dei matrimoni e delle morti e dei decreti analoghi, del decreto sul diritto di albinaggio e di quello sulla tutela, emancipazione e cura degli abbandonati e degli esposti" Decreto 16 giugno 1810, n.111 "contenente diverse disposizioni di finanza e per la tutela delle corporazioni di culto e di beneficenza e dei comuni nel Dipartimento dell'Alto Adige" Decreto 8 luglio 1810, n.129 "che determina i gradi di parentela che escludono i membri dei consigli comunali dal votare, allorchè trattasi di cause in cui sono interessate persone di aderenza reciproca" Decreto vicereale 24 luglio 1810, con cui viene sancita la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in 5 distretti e si propone la loro suddivisione in 121 comuni e in 20 cantoni Decreto 10 agosto 1810, n.163 "relativo all'organizzazione giudiziaria del Dipartimento dell'Alto Adige e 284 dalla parte del Tirolo da unirsi al Dipartimento della Piave" Decreto 10 agosto 1810, n.161 "che prescrive un nuovo metodo per la compilazione de' conti preventivi e consuntivi dei comuni" Decreto 23 agosto 1810, n. 194, che estende al Dipartimento dell'Alto Adige il sistema d'amministrazione dei comuni del regno Circolare del Prefetto dell'Alto Adige Alessandro Agucchi 10 settembre 1810, Istruzioni per le municipalità di prima, seconda e terza classe dirette a facilitare loro l'esecuzione delle leggi e dei regolamenti governativi Circolare del consigliere di stato 1 dicembre 1810 che impone l'entrata in vigore del Decreto del 10 agosto 1810, n. 161 dal 1 gennaio 1811 Decreto del viceré Eugenio Napoleone 15 febbraio 1811, n. 49, "che estende al dipartimento dell'Alto Adige ed ai cantoni di Tobiano e Primiero il sistema amministrativo della pubblica beneficenza esistente negli altri dipartimenti" Decreto vicereale 22 aprile 1811, n.101 "con cui si estendono al Dipartimento dell'Alto Adige ed ai cantoni di Tobiano e di Primiero i due decreti del 25 luglio 1806 e 4 agosto 1807; il primo intorno ai beni comunali incolti ed il secondo sull'estinzione dei debiti comunali" Decreto 27 maggio 1811, n.121 "relativo all'amministrazione, direzione, custodia e sorveglianza dei boschi del regno" "Codice dei podestà e sindaci del Regno d'Italia", 1811 settembre 17 Decreto 28 settembre 1811, n.236 "relativo all'amministrazione de'boschi" Decreto vicereale 10 dicembre 1811, n.278 "che estende ai comuni del Tirolo meridionale componenti il Dipartimento dell'Alto Adige od aggregati al Dipartimento della Piave, la legislazione del regno relativa a debiti e crediti del comune" Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACCr, 1. "Archivio del comune di Coredo". Il profilo storico-istituzionale riprende per la parte generale l'elaborato di Mauro NEQUIRITO e Margherita FAES citato in bibliografia. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 FAES M., NEQUIRITO M. (a cura di), Linee di sviluppo e cesure istituzionali nella storia dei comuni trentini dal Medioevo all'unione all'Italia descritte secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di TrentoSoprintendenza per i beni librari e archivistici, 2004 (dattiloscritto) 285 fondo Documentazione del Comune di Coredo, 1811 - 1815 registri 14. Soggetti produttori Comune di Coredo, 1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31 Contenuto Presso l'archivio della parrocchia di Coredo sono confluiti i registri anagrafici tenuti dal Comune di Coredo tra il 1811 ed il 1815. Negli anni di dominio bavarese (1805 - 1809) e del Regno Italico (1810 - 1815), infatti, il compito ufficiale di Stato civile fu affidato ai comuni (nonostante i parroci mantenessero la regolare tenuta dei libri canonici). Dopo questa breve parentesi il clero curato, in seguito all'emanazione della legge imperiale del 20 aprile 1815 (per i matrimoni) e del decreto del i. r. Commissione Aulica Centrale d'Organizzazione 21 agosto 1815, rientrava in possesso delle sue vecchie prerogative in merito alla tenuta delle matricole; gli veniva quindi restituito quel compito di ufficiale di stato civile che esso mantenne fino al 1° gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i comuni (1). Il sottofondo consta di 14 registri anagrafici in buono stato di conservazione, tutti con coperta cartacea (2) e di formato analogo. Non è chiaro quando essi siano stati trasferiti dall'archivio comunale di Coredo a quello parrocchiale. Nel luglio del 1818 l'i.r Giudizio distrettuale di Cles ordinava al Capo-comune di Smarano il trasferimento dei registri di stato civile dal Comune di Smarano all'ufficio parrocchiale del paese (3). Si può supporre che anche presso il Comune di Coredo sia avvenuto in questo periodo il trasferimento della documentazione anagrafica contenuta in questo fondo. Note (1) Per ulteriori informazioni in merito alla tenuta dei registri anagrafici si veda l'introduzione al sottofondo "Anagrafe", Archivio parrocchiale di Coredo, 2 (2) Solo una minima parte è priva di coperta (3) Documentazione del Comune di Coredo, 1.3.25 286 serie 1 Registri di stato civile, 1811 - 1815 287 sottoserie 1.1 Registri dei nati e battezzati, 1811 - 1815 Contenuto La serie consta di 4 registri in discreto stato di conservazione, ciascuno con segnatura propria apposta sul piatto anteriore della coperta in occasione dell'ordinamento e inventariazione del sig. Romagna. 16 AA b. 4 "Registro dei nati, Corredo" 1811 gennaio 8 - 1811 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in cart., cc. sd 9 Segnature precedenti: II F 1 17 AA b. 4 Registro dei nati, Coredo (1) 1812 gennaio 6 - 1812 dicembre 31 Contiene fra l'altro, inserita: "1812. Tavola alfabetica delli atti di nascita della frazione di Coredo" [post 1812 dic. 13] (2) Italiano Registro, senza cop., cc. sd 8 (mancano cc. 1) Note (1) Sulla prima carta del registro è stato aggiunto a matita: "1812" (2) La tavola riporta, in ordine alfabetico: cognome e nome del defunto, data e numero dell'atto 18 AA b. 4 "Registro dei nati, Coredo. 13" 1813 gennaio 12 - 1813 dicembre 31 Contiene fra l'altro, inserita: "Tavola alfabetica per gli atti di nascita ch'ebbero luogo nell'anno 1813" nel comune di Coredo e nelle frazioni di Smarano e Sfruz, [post 1813 dic. 12] Italiano Registro, legatura in cart., cc. sd 7 Segnature precedenti: II F 2 19 AA b. 4 "Registro dei nati, Corredo. 14 - 15" 1814 gennaio 10 - 1815 novembre 20 - Cc. sd 1 - 8: registrazione dei nati nel 1814, 1814 gen. 19 - 1815 feb. 12 - cc. sd 1' - 8':registrazione dei nati nel 1815, 1815 gen. 6 - 1815 nov. 20. (1) Italiano Registro, legatura in cart., cc. sd 15 Segnature precedenti: II F 3 Note 288 (1) La numerazione delle carte del fascicolo con la registrazione dei nati nel 1815 inizia da 1. E' probabile che il fascicolo, privo di coperta, in origine probabilmente autonomo, sia stato allegato in un secondo tempo al registro dei nati nel 1814 289 sottoserie 1.2 Registri dei matrimoni, 1811 - 1815 Contenuto La serie consta di 4 registri in discreto stato di conservazione, ciascuno con segnatura propria apposta sul piatto anteriore della coperta in occasione dell'ordinamento e inventariazione del sig. Romagna. 20 AA b. 4 "Registro dei matrimoni, Correddo" 1811 gennaio 6 - 1811 dicembre 31 Contiene fra l'altro, inserita: "Tavola alfabetica dei matrimoni della comune di Coredo per l'anno 1811", [post 1811 gen. 14] (1) Italiano Registro, legatura in cart., cc. sd 10 Segnature precedenti: II F 4 Note (1) La tavola riporta, in ordine alfabetico: cognome e nome del defunto, data e numero dell'atto 21 AA b. 4 "Corredo. Registro dei matrimoni. 1812" 1812 gennaio 17 - 1812 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in cart., cc. sd 8 Segnature precedenti: II F 5 22 AA b. 4 Registro dei matrimoni, Coredo (1) 1813 gennaio 20 - 1813 dicembre 31 Contiene fra l'altro, inserita: "Tavola alfabetica per gli atti di matrimonio e di divorzio ch'ebbero luogo nell'anno 1813", [post 1813 set. 8] (2) Italiano Registro, senza cop., cc. sd 7 Note (1) Sulla prima carta del registro è stato aggiunto a matita: "1813" (2) La tavola riporta, in ordine alfabetico: cognome e nome del defunto, data e numero dell'atto 23 AA b. 4 "Registro dei matrimoni, Coreddo. 14" 1814 gennaio 14 - 1815 febbraio 11 Italiano Registro, legatura in cart., cc. sd 7 Segnature precedenti: II F 6 290 24 AA b. 4 "Registro dei matrimoni, Coreddo. 14" 1815 gennaio 20 - 1815 luglio 19 Italiano Registro, legatura in cart., cc. 4 sd Segnature precedenti: II F 7 291 sottoserie 1.3 Registri dei morti, 1811 - 1815 Contenuto La serie consta di 5 registri in buono stato di conservazione, ciascuno con segnatura propria apposta sul piatto anteriore della coperta in occasione dell'ordinamento e inventariazione del sig. Romagna. 25 AA b. 4 "Registro dei morti, Correddo" 1811 gennaio - 1811 dicembre 30; 1818 aprile 19 Contiene fra l'altro, inserita: "Tavola alfabetica deli atti di morte della frazione di Coredo, comune medema per l'anno 1811", [post 1811 dic. 25] (1) contiene fra l'altro, inserita: copia autentica di atto emesso dall'i.r Giudizio Distrettuale di Cles, relativo al trasferimento dei registri dello stato civile del Comune di Smarano alla parrocchia del paese, 1818 apr. 19 Italiano Registro, legatura in cart., cc. 8 sd Segnature precedenti: II F 8 Note (1) La tavola riporta, in ordine alfabetico: cognome e nome del defunto, data e numero dell'atto 26 AA b. 4 "Coredo. Registro dei morti. 1812" 1812 gennaio 8 - 1812 dicembre 30 Contiene fra l'altro, inserita: "Tavola alfabetica dei atti di morte della frazione di Coredo", [post 1812 dic. 20] (1) contiene fra l'altro, inseriti: "Elenco de morti nella frazione di Smarano nel trimestre d'aprile, maggio, giugno 1812" [post 1812 giu.](2); "Elenco dei morti nella frazione di Sfruz, al comune di Coredo, aggregata dal primo aprile 1812 fino li 30 giugno di detto anno" [post 1812 giu.] Italiano Registro, legatura in cart., cc. sd 9 Segnature precedenti: II F 9 Note (1) La tavola riporta, in ordine alfabetico: cognome e nome del defunto, data e numero dell'atto (2) L'elenco è indirizzato all'ufficio di statocivile del comune di Coredo 27 AA b. 4 "Registro dei morti, Coredo. 13" 1813 gennaio 9 - 1813 dicembre 30 Italiano Registro, legatura in cart., cc. sd 6 Segnature precedenti: II F 10 28 AA b. 4 292 "Registro dei morti, Coredo. 14" 1814 gennaio 19 - 1815 febbraio 19 Italiano Registro, legatura in cart., cc. sd 7 Segnature precedenti: II F 11 29 AA b. 4 "Registro dei morti, Coredo. 1815" 1815 gennaio 20 - 1815 ottobre 20 Italiano Registro, legatura in cart., cc. sd 6 Segnature precedenti: II F 12 293 Ente Consiglio scolastico locale di Coredo 1896 agosto 30 - 1924 ottobre 1 Luoghi Coredo Archivi prodotti Fondo Consiglio scolastico locale di Coredo, 01/01/1896 - 31/12/1921 Storia Il Consiglio scolastico locale aveva funzioni di sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili. Con la legge del 30 aprile 1892, n. 7, entrata in vigore il 1° gennaio 1894, veniva nominato un Consiglio scolastico locale in ogni comunità scolastica. Prima di questa legge era in vigore il "regolamento politico per le scuole elementari" pubblicato l'11 agosto 1805: la scuola aveva carattere conservativo-religioso-morale-politico; era affidata alla chiesa la sorveglianza scolastica, l'approvazione dei programmi e dei libri di testo, la proposta dei maestri definitivi e la nomina degli assistenti e supplenti; erano addossate ai comuni le spese per gli edifici e gli stipendi dei maestri. Con la legge del 25 maggio 1868 veniva demandata la suprema direzione su tutto ciò che riguardava l'istruzione e l'educazione al Ministero dell'istruzione, al Consiglio scolastico provinciale, al Consiglio scolastico distrettuale e al Consiglio scolastico locale. La riforma Gentile del 1923, entrata in vigore il 1° ottobre 1924, che comprendeva un vasto numero di decreti e ordinanze riguardanti l'istruzione ad ogni livello, sopprimeva ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale e si riformava lo stato giuridico della scuola. Il consiglio scolastico locale, nominato nel 1892 in ogni comunità scolastica, aveva la funzione di sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili, sui corsi speciali di insegnamento collegati alle scuole popolari pubbliche ed infine, sui corsi di perfezionamento per ragazze del circondario scolastico. Controllava l'ordinamento scolastico locale e l'osservanza delle leggi scolastiche e delle disposizioni delle autorità superiori, ed in particolare: controllava la retribuzione corrisposta e i contributi, pagati con i fondi locali, ai maestri; amministrava il fondo scolastico locale, se esisteva, e il patrimonio delle fondazioni scolastiche; vigilava sull'edificio, sui fondi e sulla suppellettili della scuola e ne teneva l'inventario; custodiva i documenti della scuola; compilava annualmente il rapporto sull'andamento della scuola; decideva l'accettazione di scolari di altri circondari scolastici e dei bambini inferiori ai 6 anni; promuoveva la frequentazione della scuola e proponeva al Consiglio scolastico distrettuale le punizioni per la mancata frequenza; ripartiva sui singoli giorni le ore di insegnamento stabilite dal piano di istruzione e stabiliva in quali ore del giorno si dovesse impartire l'istruzione; sorvegliava che l'istruzione durasse effettivamente quanto stabilito; vigilava sulla disciplina scolastica e sul comportamento degli alunni fuori della scuola; controllava il comportamento dei maestri; accordava ai maestri i permessi per personali incombenze; risolveva le divergenze fra maestri e fra maestri e comune o autorità; determinava in base alla legge il numero di maestri necessario. Secondo la circolare del R. Provveditorato della Venezia Tridentina datata 6 marzo 1924 i Consigli scolastici locali, come dettato dal R. D. n. 3113/1923 dovevano funzionare dal 1° febbraio al 1° luglio 1924 quali "uffici di stralcio", cioè l'opera dei suddetti Consigli si doveva limitare a liquidare gestioni arretrate o a trattare vertenze di indole economico-amministrativa (1). 294 Il Consiglio scolastico locale era composto dai rappresentanti della chiesa cattolica, della scuola, dei comuni formanti la comunità scolastica locale ed infine, dal patrono della scuola, se c'era. Quest'ultimo, membro del Consiglio scolastico, aveva il diritto di voto e poteva nominare un suo sostituto. Il curatore d'anime del territorio cui apparteneva la scuola rappresentava gli interessi religiosi della scolaresca e aveva diritto di voto; al suo posto poteva essere nominato dall'autorità scolastica superiore un sacerdote. Se nella comunità scolastica vi erano diverse scuole situate in diversi territori ecclesiastici, era compito dell'autorità ecclesiastica superiore affidare un curatore d'anime al Consiglio scolastico locale. Il dirigente della scuola rappresentava la scuola nel Consiglio. I rappresentanti del comune locale erano eletti dalla rappresentanza comunale. Nel Consiglio rientrava anche il capocomune locale e la rappresentanza comunale locale eleggeva anche due sostituti. Secondo la decisione del Consiglio scolastico distrettuale, il Consiglio scolastico locale era composto di un numero di membri fra 2 e 5 ripartito sui vari comuni in base al censo e al numero della popolazione. Le elezioni erano fissate ogni 6 anni e gli eletti duravano in carica finché non si fosse formato un nuovo Consiglio scolastico; tutti i membri erano rieleggibili. I membri del Consiglio eleggevano a maggioranza assoluta di voti un presidente (detto anche preside) ed il suo sostituto. Il rappresentante della chiesa poteva rifiutare l'elezione mentre i maestri delle scuole popolari non potevano rivestirla. Il preside rappresentava il Consiglio scolastico all'esterno e doveva aver cura delle corrette attribuzioni del Consiglio. Il Consiglio scolastico locale esercitava la sorveglianza tramite il sorvegliante scolastico locale, nominato dal Consiglio scolastico dostrettuale, che doveva abitare nel luogo della scuola e durava in carica per tutto il tempo dell'attività del Consiglio. Il sorvegliante scolastico, in forza della sua nomina, era membro del Consiglio scolastico locale; egli non poteva rappresentare due persone nel Consiglio, quindi le cariche di presidente e di sorvegliante non potevano essere riunite in una sola persona. Aveva l'obbligo di visitare frequentemente la scuola, doveva consultarsi con il dirigente della scuola e portare in Consiglio le osservazioni fatte. Tutti i membri del Consiglio scolastico potevano visitare la scuola ma in particolare il rappresentante della chiesa cattolica doveva controllare frequentemente lo stato dell'educazione morale-religiosa, portando a conoscenza il Consiglio delle mancanze riscontrate e delle proposte da considerare. Spettava però esclusivamente al Consiglio scolastico locale prendere disposizioni all'interno della sfera di sua competenza. Il Consiglio si riuniva di regola una volta al mese a seduta ordinaria, ma il presidente poteva convocare un'assemblea straordinaria dietro richiesta di due membri. I membri del Consiglio dovevavo essere invitati ad ogni assemblea e, perché questa fosse valida, dovevano intervenire la maggioranza dei consiglieri. Le decisioni erano prese a maggioranza assoluta di voti ed in caso di parità era decisivo il voto del presidente. Ogni seduta doveva essere messa a protocollo. Il Consiglio scolastico locale aveva una fitta rete di rapporti esterni per la struttura organizzativa della scuola popolare austriaca. L'autorità immediatamente superiore al Consiglio scolastico locale era l'i.r Consiglio scolastico distrettuale che era incaricato della sorveglianza delle scuole popolari pubbliche e sugli istituti sottostanti al Consiglio locale. Il Consiglio scolastico distrettuale, fra le sue numerose competenze (cfr. art. 27 della legge n. 7/1892), doveva dettare disposizioni per la costituzione dei Consigli scolastici locali e vigilava sull'attività degli stessi; disponeva ispezioni speciali nelle scuole e stabiliva, sentito il Consiglio scolastico locale, l'epoca per le ferie legali presso le scuole popolari pubbliche, in considerazioni dei luoghi dove esse erano situate. In pratica, il Consiglio scolastico distrettuale, con sede del capoluogo del distretto, funzionava da tramite fra l'organo superiore con sede ad Innsbruck e la moltitudine di consigli scolastici locali dispersi sul territorio. 295 L'i.r Consiglio scolastico provinciale era, nelle provincia, la suprema autorità di sorveglianza sulle scuole e vi sottostavano tutti gli istituti di educazione e di insegnamento di ogni ordine e grado. Al vertice della struttura vi era il Ministero del culto e dell'istruzione dal quale dipendevano gerarchicamente le autorità sopracitate (2). La data di costituzione del Consiglio scolastico locale di Coredo si evince da un appunto allegato ad una circolare spedita dall'i.r Consiglio scolastico distrettuale di Cles, in data 12 luglio 1898 (3), a tutti i Consigli scolastici locali del distretto, con la quale si invitano i rispettivi presidi a riferire in breve tempo la data di costituzione del Consiglio scolastico locale nonchè il numero dei membri che lo costituivano: "La nomina del Consiglio scolastico locale e (sic) statta fatta il giorno 30 agosto 1896 con conchiuso del detto giorno". La costituzione avveniva quindi 2 anni in ritardo rispetto all'entrata in vigore, il 1° gennaio 1894, della legge del 30 aprile 1892, con la quale veniva nominato un Consiglio scolastico locale in ogni comunità scolastica. Preside del Consiglio scolastico di Coredo dal 1896, anno della sua costituzione, sino al 1903, fu Caldana Francesco al quale subentrò il parroco di Coredo Edoardo Endrici, che restò in carica fino al 1921, quando gli successe il nuovo parroco G. Faccinelli (4); la stessa documentazione prodotta dal Consiglio scolastico locale di Coredo e conservata presso l'archivio parrocchiale copre un arco cronologico che parte dall'anno della costituzione del Consiglio sino alla cessazione del servizio di don Endrici, suo ultimo preside documentato. Dalla documentazione conservata nel presente fondo non si evincono notizie certe relative alla data di soppressione del Consiglio scolastico di Coredo. E' probabile, visto l'estremo cronologico finale della documentazione, che essa sia subentrata precedentemente all'entrata in vigore della riforma Gentile (1° ottobre 1924) che sopprimeva ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale riformando lo stato giuridico della scuola. Note (1) Vi rientravano quindi i Consigli scolastici locali che amministravano eventuali patrimoni quali speciali fondazioni scolastiche, stabili ecc. I consigli rappresentanti un solo comune, cui non spettavano tali incombenze, dovevano già considerarsi sciolti, con l'incarico di passare entro il mese di marzo, alla consegna degli atti e degli eventuali avanzi di gestione ordinaria al rispettivo comune (2) Le informazioni contenute nella presente descrizione sono state tratte da "Consiglio scolastico locale" a cura di A. Gaustalla, in "Profili storico istituzionali: modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR interpretate e contestualizzate dal Gruppo di lavoro degli archivisti trentini per la normalizzazione della descrizione archivistica", Servizio Beni Librari e Archivistici. Provincia Autonoma di Trento, Trento 29 febbraio 2000, pp. 57 - 60, a cui si rimanda per una descrizione più dettagliata sullo stato giuridico, le competenze e l'organizzazione amministrativa del Consiglio scolastico locale (3) Archivio del Consiglio scolastico locale di Coredo, 2.32 (4) Con lettera presentata al Consiglio scolastico locale di Coredo in data 29 agosto 1902, il Consiglio scolastico distrettuale approvava la nomina del Consiglio scolastico locale (cfr. Archivio del Consiglio scolastico locale, 1.31). Si presume che proprio in occasione di questa elezione delle cariche componeneti la direzione del Consiglio sia stato nominato il parroco Edoardo Endrici a preside dello stesso Consiglio. E' infatti da questa data che il parroco registra di sua mano la corrispondenza in partenza ed in arrivo sul registro di protocollo ed inizia a sottoscrivere gli atti prodotti dal Consiglio scolastico in qualità di preside dello stesso. 296 fondo Consiglio scolastico locale di Coredo, 1896 - 1921 registri 2, busta 1. Soggetti produttori Consiglio scolastico locale di Coredo, 1896 agosto 30 - 1924 ottobre 1 Contenuto Il fondo di modeste dimensioni riconducibile all'attività del Consiglio scolastico di Coredo giustifica la propria presenza tra la documentazione dell'archivio parrocchiale di Coredo alla luce della carica di preside ricoperta dal parroco Edordo Endrici dal 1902 al 1921, anno di cessazione del suo servizio. Esso, prodotto da un istituzione che, in materia di istruzione ed educazione, occupava la base di un'organizzazione gerarchica che dal Ministero dell'Istruzione passava per il Consiglio scolastico provinciale ed il Consiglio scolastico distrettuale ed era dotata di precise competenze in materia di sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili, appariva autonomo e compatto, non essendo state rinvenute carte sciolte esterne all'originario condizionamento o aggregate ad unità di fondi diversi. 297 serie 1 Protocolli degli esibiti, 1896 - 1921 Contenuto La serie si compone di due registri in buono stato di conservazione in cui, per mano dei presidi del Consiglio scolastico locale di Coredo (Francesco Caldana fino al 1902 ed il parroco Edoardo Endrici fino al 1921) è stata registrata la corrispondenza in entrata ed in uscita a partire dall'anno 1896, quando il Consiglio venne costituito, sino al 1921, anno in cui probabilmente esso cessò la sua attività. 30 AA 30 "[Protocolli degli esibiti] per uso del [Consiglio sco]lastico locale [di] Coredo" 1896 ottobre 4 - 1902 dicembre 24 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 15 n.n. Segnature precedenti: III A 5 31 AA 31 Protocollo degli esibiti del Consiglio scolastico locale 1903 gennaio 20 - 1921 febbraio 23 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 38 n.n. Segnature precedenti: III A 6 298 serie 2 Atti protocollati, 1896 - 1921 Contenuto La serie comprende un'unica unità contenente gli atti protocollati del Consiglio scolastico locale di Coredo dal 1896 al 1921. Si tratta prevalentemente di circolari e comunicazioni provenienti dai Consigli scolastici distrettuale e provinciale e dalla Contabilità provinciale oltre che di carteggio del Consiglio locale con le autorità scolastiche superiori in merito alla nomina dei maestri, alla compilazione ed alla revisione di inventari e conti consuntivi, al pagamento dello stipendio e delle aggiunte di anzianità ai docenti, a regolamenti scolastici, di carteggio del Consiglio con il dirigente della scuola popolare di Coredo relativo all'organizzazione e ripartizione del tempo-scuola e dell'extrascuola (corsi di ripetizione), alla necessità di nuovi materiali e sussidi diattici, al profitto degli alunni, all'attività dei maestri, alla sostituzione dei docenti assenti, inventari, preventivi e conti consuntivi della scuola, evasioni dei conti, ecc. Al momento del presente riordino gli atti erano divisi per anno e conservati (fatta eccezione per gli anni 1917 - 1920) ripiegati in fasciette cartacee riportanti l'indicazione dell'anno e, in alcuni casi, l'ulteriore specificazione"scuola/e". L'ordinamento è quello originario del parroco E. Endrici (anche il preside precedente, Francesco Caldana, aveva raccolto gli atti, conservandoli in fasciette cartacee indicanti l'anno). L'intitolazione "Fasc. I: scuole dal 1896 - 1900" di mano di Endrici e rinvenuta fra gli atti testimonia la probabile originaria organizzazione degli atti in sottofascicoli. All'interno di ciascun fascicolo annuale gli atti sono stati ordinati secondo l'ordine di registrazione sul registro di protocollo. Gli atti privi di numerazione sono stati inseriti, se possibile, fra gli atti protocollati apponendo sul verso il numero loro assegnato sul registro in sede di protocollazione. In fondo ai rispettivi fascicoli, in ordine cronologico, sono stati inseriti gli atti non segnalati nel registro di protocollo, ma rinvenuti al suo interno ed aventi la stessa tipologia degli atti protocollati. All'interno della busta che conservava la documentazione protocollata sono state rinvenute anche le quietanze relative al pagamento dei salari mensili e prodotte dai maestri della scuola popolare di Coredo. Esse erano divise per anno e conservate in parte avvolte in fasciette cartacee indicanti l'anno, ed in parte all'interno delle buste spedite dalla Computisteria di Innsbruck in seguito alla loro revisione. Alcune quietanze erano conservate separatamente, altre in allegato agli atti protocollati dello stesso anno (le quietanze dovevano infatti venire unite alla prima parte del conguaglio relativo agli emolumenti del personale insegnante). In sede di riordino si è pensato di mantenere la loro originaria collocazione nella busta degli atti protocollati e di costituire un fascicolo da allegare a questi ultimi. 32 AA b. 5A/b. 5B Atti protocollati del Consiglio scolastico locale dal 1896 al 1920 1896 - 1920 - b 5 A: atti protocollati del Consiglio scolastico locale di Coredo, 1896 - 1905 Contiene fra l'altro: quietanze prodotte dai maestri della scuola di Coredo attestanti il pagamento delle rate salariali da parte del preside del consiglio scolastico locale per gli anni 1905 - 1911, 1905 1911 (1) - b. 5 B: atti protocollati del Consiglio scolastico locale di Coredo, 1906 - 1920 Italiano Busta, 1139 Segnature precedenti: 11 299 Ente Asilo infantile di Coredo 1909 - Luoghi Coredo Archivi prodotti Fondo Asilo infantile di Coredo, 01/01/1917 - 31/12/1967 Storia L'Asilo infantile di Coredo "fu fondato nell'anno 1909 da un comitato promotore di 5 persone le quali, d'accordo coll'autorità comunale, raccolsero i primi mezzi con offerte e sottoscrizioni e con feste di beneficenza o vasi di fortuna" (1). Il Comitato venne poi trasformato in Direzione dell'Asilo, formata da un presidente, un vicepresidente, due consiglieri ed un cassiere. In data 1 marzo 1910 la Cassa Rurale locale mise a disposizione un primo sostanzioso contributo di 1000 corone, depositate su un libretto di risparmio intestato "Erigendo Asilo Infantile - Coredo". Alla fine del 1914, grazie a successive offerte e sottoscrizioni, il libretto registrava 6150 corone. L'asilo veniva aperto da maggio ad ottobre, periodo di concentrazione dei maggiori lavori agricoli. Il primo locale che ospitò i bambini si trovava "nel locale della classe maschile della vecchia scuola nella casa comunale", locale in seguito occupato dall'ufficio postale. "Nel 1915, evacuate da Riva del Garda, vennero nel paese alcune suore del S. Cuore con Madre Virginia Zandron come superiora, le quali condussero per tre anni l'asilo, insegnarono nelle classi femminili della scuola elementare ed ebbero pure una scuola di lavoro per le ragazze nel locale a piano terra della casa Zandron, dove abitarono [...]. Nel tempo in cui rimasero in paese queste buone suore, veniva conservato il Santissimo nella chiesetta di S. Rocco, nella quale si celebrava spesso ed anche ogni giorno la santa messa, si teneva qualche funzione e si celebrò anche la festa del Sacro Cuore [...]. Nel 1919 morì l'ultimo discendente della famiglia Sicher (Cadorini), Emanuele Sicher, uomo pio e benefico, il quale lasciò tutte le sue sostanze (casa, cortile, campagna e masserizie) alle reverende suore canossiane coll'obbligo di portarsi a Coredo, condurre l'asilo (in casa sua) ed occuparsi dell'educazione delle ragazze. Le suore accettarono l'eredità, si stabilirono qui in numero di quattro ed aprirono l'asilo, d'estate, ed una scuola di lavoro per le ragazze, d'inverno [...]. Le reverendi madre canossiane entrarono in Coredo per la prima volta nel novembre del 1919. Cominciarono a tenere l'asilo e la scuola di lavoro nella primavera del 1920. I lavori di costruzione e riattamento della casa furono fatti negli anni 1923 - 1925 [...]" (2). In data 23 giugno 1923 il Comune di Coredo comunicava al parroco Giovanni Faccinelli la sua nomina a presidente dell'Asilo infantile, disposta nella sessione del 22 giugno dal Consiglio scolastico locale (3). Nel luglio dello stesso anno l'Ordinariato vescovile rilasciava alle suore canossiane l'autorizzazione a vendere la casa ed i terreni lasciati in legato da Emanuale Sicher "coll'obbligo di procurare col ricavato un'altra casa ad uso Asilo secondo l'intenzione del donatore" (4). La scuola materna rimase nella casa delle suore per circa 30 anni, poi si dovette pensare ad una nuova sede. Il 5 febbraio 1949 la Commissione provinciale per l'edilizia scolastica visitò i locali dell'Asilo e riscontrò che essi non erano adatti né igienicamente né didatticamente, dichiarandoli non più usufruibili. Con comunicazione del 15 settembre 300 1949 il Provveditore agli studi, dopo aver in più occasioni ricordato la precarietà delle condizioni edilizie dell'asilo, sollecitava la presidenza ad "affrontare con coraggio ed energia il problema relativo alla sistemazione dell'asilo in altra sede più corrispondente" (5). Il 10 novembre 1949 il Provveditore agli studi, basandosi sul Giudizio della Commissione, dispose che l'asilo cessasse di funzionare a partire dal 1° dicembre di quell'anno. La decisione poteva essere revocata solo se entro tale data l'Amministrazione comunale, d'accordo con la Presidenza dell'Asilo, avesse preso formale impegno di dar inizio ai lavori di costruzione di una nuova sede entro la prossima primavera (6). Il parroco don Emilio Tonidandel non perse tempo e scelse il luogo dove costruire la nuova sede dell'asilo (un terreno appartenente alle suore canossiane); contattò quindi la Madre Provinciale delle Canossiane (Verona), scrisse al vescovo di Trento chiedendo consiglio e appoggio. Secondo le intenzioni del parroco Tonidandel il nuovo edificio doveva servire non solo come asilo, ma anche come scuola di economia domestica per le ragazze, come oratorio, come sede per corsi di esercizi spirituali, con la possibilità di poter riunire nella sala maggiore, per casi urgenti, la popolazione. Superate diverse difficoltà (7), nel 1950 il parroco fece preparare il progetto del costruendo asilo e nel 1951, ottenuto il terreno appartenente alle suore, si diede inizio ai lavori. Nel 1952 venne aperto l'asilo infantile nella nuova sede, anche se non del tutto ultimata e l'inaugurazione avvenne nell'autunno dello stesso anno. La casa fu dedicata a don Emilio Tonidandel, con una targa commemorativa apposta in occasione della cerimonia tenutasi in data 8 dicembre 1996, in seguito a lavori di ristrutturazione apportati all'edificio (8). Note (1) Le notizie storiche relative alla fondazione ed alla storia dell'asilo fino alla fine degli anni '30, sono state tratte da una breve cronistoria redatta dal parroco G. Rigotti; cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 2.2 (2) In merito i lavori apportati il parroco G. Rigotti aggiunge nella sua cronistoria: " [...] nel 1936 furono fatti degli importanti lavori da muratore e da falegname, coi quali fu abbattuta la parte che formava uno stretto corridoio, per ingrandire il locale vicino all'aula maggiore, e furono fatte le imposte esterne a tutte le finestre delle due aule, le quali ampie e piene di luce, servono la prima per i bambini, la seconda per le ragazze di lavoro d'inverno, mentre d'estate servono ambedue per i bambini" (3) Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, c. 33 (4) Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, c. 34 (5) Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, c. 100 (6) Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, c. 103 (7) Solo dopo una serie di faticose trattative con la Casa Generalizia delle Figlie della Carità Canossiane a Roma e con la Superiora Provinciale delle Canossiane a Verona si sarebbe giunti alla permuta del terreno prescelto dal parroco per la costruzione dell'asilo (cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, cc. 122 - 128) (8) Nella breve cronistoria dell'Asilo di Coredo, stilata dal sig. Romagna ed allegata al registro cassa dell'Asilo vengono ricordati anche eventi più recenti quali appunto la dedica dell'edificio a don E. Tonidandel ed i lavori di ristrutturazione del 1996 (cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.2) 301 fondo Asilo infantile di Coredo, 1917 - 1967 registri 2, fascicoli 4. Soggetti produttori Asilo infantile di Coredo, 1909 - Contenuto La documentazione relativa alla scuola materna di Coredo giustifica la propria presenza come fondo autonomo presso l'archivio parrocchiale di Coredo per la carica di presidente rivestita, a partire dal 1923 (1), dal curatore d'anime 'pro tempore' del paese. Si tratta di un fondo di modeste dimensioni, seppure documenti l'attività di amministrazione della scuola per un ampio arco cronologico, ovverosia dal 1920, anno in cui le suore canossiane, in seguito al legato di Emanuele Sicher da Coredo che lasciava loro una casa e dei terreni affiché si impegnassero a tenere una scuola materna a Coredo, iniziarono la loro attività, sino al 1952, anno in cui terminò la costruzione di un nuovo edificio per l'asilo (2). Anche la tipologia della documentazione si presenta sufficentemente varia: di natura giuridica, quali statuti, contratti di permuta e compravendita, di assunzione, di appalto di lavori, di natura contabile e finanziaria, quali registri di cassa, fatture, bilanci, fabbisogni, e di natura amministrativa e organizzativa, quali autorizzazioni per l'apertura della scuola, relazioni sull'andamento scolastico ecc. Note (1) In data 23 giugno 1923 il Comune di Coredo comunicava al parroco Giovanni Faccinelli la sua nomina a presidente dell'Asilo infantile di Coredo, disposta nella sessione del 22 giugno dal Consiglio scolastico locale (cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, c. 33). Il parroco era subentrato al presidente dimissionario Francesco Caldana, che rivestiva tal carica prima in seno al Comitato per l'erigendo Asilo, istituito nel 1909, e quindi nella Direzione subentrata al Comitato (2) I registri di cassa contengono in realtà registrazioni fino al 1967 (cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 2.1 e 2.2) 302 serie 1 Atti amministrativi, [1920] - 1967 Contenuto La serie degli atti amministrativi dell'asilo consta di un unico fascicolo contenente documentazione di natura giuridica, quali statuti, contratti di permuta e compravendita, di assunzione, di natura finanziaria, quali bilanci, fabbisogni, e di natura amministrativa e organizzativa, quali autorizzazioni per l'apertura della scuola, relazioni sull'andamento scolastico, circolari ecc. Il fascicolo formato, pare, in occasione dell'ordinamento degli anni '70 operato da don Mario Paris, fu a sua volta suddiviso in sottofascicoli, il cui contenuto è stato riassunto da intitolazioni riportate su fascette cartacee usate per raccogliere la documentazione. 1 AIC b. 1 "Asilo infantile: a) assicurazione (polizza); b) documenti - permuta; c) bilanci; d) autorizzazioni; e) statuti (1) [1920] - 1967 - "Documenti": originali e copie di documenti di permuta con carteggio ed atti relativi (2), carteggio ed atti relativi a compravendita di un fondo fra privati poi acquistato dall'asilo, copia di certificato di eredità contenente un legato per l'asilo, copia di legato per le suore canossiane dell'asilo, lettera della direzione dell'asilo agli affittuari dei fondi dello stesso per richiedere un incremento in natura al censo pattuito, autorizzazione rilasciata dal Commissariato del Governo per l'installazione di un deposito di olio combustibile per il riscaldamento dell'edificio dell'asilo, 1929 - 1958 - "Autorizzazioni riapertura asilo - scuola materna" (2), 1930 - 1967 - statuti dell'asilo di Coredo e della 'Federazione trentina egli asili infantili e scuole materne della Provincia di Trento', 1950 - 1955 - "Carteggio vario dall'anno 1921 all'anno 1949" (3): libretto di risparmio intestato all' "Erigendo asilo infantile", circolari, disposizioni e comunicazioni provenienti da autorità civili (4) relative all'erogazione di sussidi all'asilo, alla fornitura di materiale per le attività didattiche, alle indicazioni per la compilazione di annuali relazioni scolastiche ed amministrative (5), alla chiusura della vecchia sede dell'asilo di Coredo (6), carteggio ed atti relativi alla progettazione ed alla costruzione del nuovo asilo, 1921 - 1949 Fascicolo, cc. 179 Note (1) I sottofascicoli sono stati disposti nell'ordine suggerito dall'intitolazione apposta sulla cartellina cartacea che contiene tutta la documentazione del fascicolo (2) Fra i documenti di permuta si trova anche quello rogato in data 7 luglio 1951, avente come oggetto il terreno sul quale venne poi eretto l'asilo infantile (2) Ad alcune autorizzazioni è stato allegato il sollecito a inoltrare la domanda per il rilascio di queste ultime (3) In realtà il sottofascicolo contiene documentazione fino al 1951 (4) Specificatamente: Commissariato generale civile per la Venezia tridentina, Commissariato civile di Cles, Comune di Coredo, Opera nazionale di assistenza all'Italia redenta, Regio Provveditorato agli Studi per la Venezia tridentina, Direzioni didattiche di Taio e di Fondo, Regio Ispettorato scolastico della II e III circoscrizione di Trento, Ministero dell'Educazione nazionale, Provveditorato agli Studi di Trento (5) Parte di queste relazioni sono state allegate alle richieste provenienti dalle competenti autorità scolastiche (6) Quest' ultimo sottofascicolo è stato collocato in fondo al fascicolo in quanto privo di riferimento con l'intitolazione dell'unità, seppure formato con i restanti sottofascicoli in occasione dell'ordinamento del '70 303 serie 2 Registri di cassa, 1929 - 1967 Contenuto La serie consta di due registri di cassa, il primo iniziato dal parroco don G. Rigotti nell'anno della sua entrata in servizio a Coredo (1929), il secondo dal parroco E. Tonidandel, che riporta registrazioni di cassa dal 1950, anno in cui venne presentato il progetto per la costruzione di un nuovo asilo. Il secondo registro riveste un notevole interesse in quanto riporta, nella parte iniziale, una breve cronistoria, di mano del parroco G. Rigotti, dell'asilo di Coredo, dalla fondazione di un Comitato per la sua istituzione, nel 1909, sino alla nomina di una nuova Direzione nel 1935 ed ai lavori di ristrutturazione apportati all'edificio dell'asilo nel 1936. 1 "Asilo" 1929 novembre 29 - 1950 novembre 29 Registro di cassa dell'Asilo infantile di Coredo alla fine: rimando al nuovo registro di cassa, [1950] (1) Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 17 n.n. Segnature precedenti: X 4 Note (1) Cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.2 2 "Asilo infantile di Coredo" 1935 ottobre 23 - 1936 novembre 8; 1950 gennaio 1 - 1967 dicembre 12 Registro di cassa dell'asilo infantile di Coredo, 1950 gen. 2 - 1967 dic. 12 all'inizio: notizie storiche relative alla fondazione dell'asilo (1909) ed alla vicende vissute da quest'ultimo fino al 1919, all'opera prestatavi dalle suore canossiane, ai lavori di ristrutturazione eseguiti nel 1936 ed alla nomina di una nuova direzione nell'ottobre 1935, [1929] - 1936; verbali delle adunanze della direzione per gli anni 1935/1936, 1935 ott. 23; 1936 nov. 8 all'inizio circa, a precedere le registrazioni di cassa: annotazione del parroco Emilio Tonidandel relativa all'inizio dei lavori per la costruzione del "nuovo asilo e casa d'esercizio con oratorio femminile", 1950 gen. 1 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 48 n.n. Segnature precedenti: X 5 304 serie 3 Documenti di corredo, 1917 - 1942 Contenuto La serie dei documenti di corredo consta di due fascicoli di poche carte. Il primo contiene un esiguo numero di quietanze rinvenute frammiste ad altra documentazione, di cui non si trova menzione nel registro di cassa dell'asilo, le cui registrazioni iniziano dall'anno 1930. Le quietanze contenute nel secondo fascicolo, anch'esse presenti in modesta quantità, sono state disposte secondo l'ordine di registrazione sul corrispondente registro (cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.2). Le quietanze di cui non si è trovata la corrispondenza sono state collocate, in ordine cronologico, in fondo al fascicolo. 1 b. 1 Quietanze dell'asilo infantile di Coredo 1917 - 1933 Fascicolo, cc. 13 2 b. 1 "Asilo" 1936 - 1942 Quietanze relative a spese sostenute dall'asilo fra il 1936 - 1942 Fascicolo, cc. 18 305