Esporta l`inventario

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Esporta l`inventario
Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo.
Inventario dell'archivio storico e degli archivi aggregati (1308 1948)
a cura di
Serena Pasquin
Provincia autonoma di Trento. Servizio Beni librari e archivistici
1999
Premessa
L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica del Servizio
Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano
Tridentino, a cura di Serena Pasquin; il lavoro è stato ultimato nel 2000.
L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione
"Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura
(www.trentinocultura.net).
L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del Trentino e la conseguente revisione dei dati sono
state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Francesca Benini,
Chiara Bruni, Ines Parisi ed Emanuela Pandini (Cooperativa ARCoop) nel corso del 2009, secondo le norme di
"Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".
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Albero delle strutture
Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, 1308 - 2009
Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, 1308 - 2000
Pergamene, 1308 - 1751
Anagrafe di Coredo, 1566 - 2009
Registri dei nati e battezzati, 1566 - 1972
Registri dei matrimoni, 1572 - 1949
Registri dei morti, 1731 - 1973
Indici dei registri dei nati, dei morti e dei matrimoni, 1821 - 1924
Registri dei cresimati, 1880 - 2009
Stati delle anime, 1851 - 2000
Registri dei consensi paterni, 1821 - 1955
Registri degli sponsali, 1908 - 1944
Atti matrimoniali, 1817 - 1948
Carteggio ed atti attinenti all'anagrafe, 1776 - 1925
Beneficio parrocchiale di Coredo, 1471 - 1957
Urbari e inventari, 1471 - 1885
Registri degli instrumenti, 1683 - 1797
Atti amministrativi, 1610 - 1942
Resoconti e documenti di corredo, 1929 - 1957
Chiesa parrocchiale di Coredo, 1467 - 1967
Urbari e inventari, 1467 - 2000
Registri degli instrumenti, 1735 - 1750
Atti amministrativi, 1617 - 1953
Registri dei conti, 1602 - 1967
Resoconti e documenti di corredo, 1816 - 1955
Resoconti, 1816 - 1955
Documenti di corredo, 1918 - 1955
Fondo Nuova Chiesa, 1897 - 1956
Atti amministrativi, 1897 - 1956
Registri di cassa, 1930 - 1949
Chiesa di San Rocco, 1744 - 1885
Urbari, 1744 - 1885
Quinternetti dei pagamenti, 1859 - 1878
Benefici e legati, 1592 - 1966
Registri dei legati, 1692 - 1731
Beneficio Bombarda, 1676 - 1955
Urbari e inventari, 1681 - 1925
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Atti amministrativi, 1676 - 1955
Diari delle messe, 1757 - 1866
Stipendio Giorgio Bombarda, 1896 - 1918
Atti amministrativi, 1896 - 1918
Primissaria, 1700 - 1966
Urbari, 1700 - 1925
Atti amministrativi, 1700 - 1942
Registri della rese di conto, 1746 - 1834
Resoconti e documenti di corredo, 1818 - 1966
Stipendio Erlicher, 1768 - 1946
Urbari, 1768 - 1914
Atti amministrativi, 1769 - 1946
Resoconti e documenti di corredo, 1861 - 1938
Legato Widmann, 1710 - 1769
Atti amministrativi, 1710 - 1769
Stipendio Sicher, 1891 - 1942
Atti amministrativi, 1891 - 1905
Resoconti e documenti di corredo, 1892 - 1942
Altri legati, 1592 - 1952
Atti amministrativi, 1592 - 1952
Pastorale parrocchiale, 1559 - 2000
Protocolli degli esibiti, 1786 - 1968
Atti protocollati, 1786 - 1921
Carteggio ed atti, 1559 - 2000
Circolari ecclesiastiche e civili, 1726 - 1943
Visite pastorali, 1616 - 1965
Atti visitali, 1616 - 1965
Culto e funzioni religiose, 1718 - 1952
Diari delle messe, 1777 - 1952
Diari delle messe legatarie ed avventizie, 1777 - 1952
Diari personali delle messe, 1811 - 1920
Registri degli avvisi e delle pubblicazioni, 1855 - 1948
Carteggio ed atti, 1718 - 1942
Associazioni parrocchiali, 1901 - 1954
Protocolli delle riunioni, 1930 - 1942
Registri degli iscritti, 1924 - 1954
Atti amministrativi, 1901 - 1947
Miscellanea, 1912 - 1922
Carteggio ed atti, 1701 - 2000
Registri diversi, 1912 - 1922
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Confraternita del Santissimo Rosario di Coredo, 1610 - 1924
Registri degli iscritti, 1687 - 1924
Registri degli instrumenti, 1610 - 1730
Compagnia del Santissimo Nome di Gesù poi Confraternita del Santissimo Sacramento di Coredo, 1701 1962
Registri degli iscritti, 1902 - 1928
Urbari, 1761 - 1955
Atti amministrativi, 1701 - 1923
Registri di cassa, 1910 - 1962
Terz' Ordine Francescano di Coredo, 1890 - 1911
Registri degli iscritti, 1890 - 1911
Congregazione di carità di Coredo, 1797 - 1931
Urbari, 1862 - 1925
Atti amministrativi, 1797 - 1931
Resoconti, 1886 - 1923
Documentazione personale di sacerdoti della parrocchia di Coredo, 1741 - 1949
Carteggio ed atti, 1741 - 1949
Documentazione del Comune di Coredo, 1811 - 1815
Registri di stato civile, 1811 - 1815
Registri dei nati e battezzati, 1811 - 1815
Registri dei matrimoni, 1811 - 1815
Registri dei morti, 1811 - 1815
Consiglio scolastico locale di Coredo, 1896 - 1921
Protocolli degli esibiti, 1896 - 1921
Atti protocollati, 1896 - 1921
Asilo infantile di Coredo, 1917 - 1967
Atti amministrativi, 1920 - 1967
Registri di cassa, 1929 - 1967
Documenti di corredo, 1917 - 1942
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Albero dei soggetti produttori
Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce, Coredo, [1272] Beneficio parrocchiale del Ritrovamento della Santa Croce, Coredo, [1471] - 1987 gennaio 24
Confraternita del Santissimo Rosario, Coredo, 1610 - [1924]
Confraternita del Santissimo Sacramento, Coredo, [1830] Congregazione del Terz'Ordine Francescano, Coredo, 1890 ottobre 22 - [1938]
Congregazione di carità di Coredo, Coredo, 1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15
Successori:
Congregazione di carità di Coredo, Coredo, 1923 maggio 16 - 1937 giugno 30
Ente comunale di assistenza di Coredo, Coredo, 1937 luglio 1 - 1993 giugno 30
Alla cui gestione concorre : Comune di Coredo, Coredo, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12
Congregazione di carità di Coredo, Coredo, 1923 maggio 16 - 1937 giugno 30
Predecessori:
Congregazione di carità di Coredo, Coredo, 1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15
Successori:
Ente comunale di assistenza di Coredo, Coredo, 1937 luglio 1 - 1993 giugno 30
Alla cui gestione concorre : Comune di Coredo, Coredo, 1923 gennaio 13 Lorenzoni Emilio, Cles 1811 - Coredo 1895 dicembre 20
Tonidandel, Emilio, Fai della Paganella, 1906 -[...]
Comune di Coredo, Coredo, 1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31
Predecessori:
Comunità di Coredo, Coredo, ante 1248 - 1810 agosto 31
Successori:
Comune di Coredo, Coredo, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12
Comune di Coredo, Coredo, 1923 gennaio 13 Assorbe : Comunità di Sfruz, Sfruz, [1445 agosto 23]-1810 [agosto 31]
Assorbe : Comunità di Smarano, Smarano, [1483]-1810 [agosto 31]
Consiglio scolastico locale di Coredo, Coredo, 1896 agosto 30 - 1924 ottobre 1
Asilo infantile di Coredo, Coredo, 1909 -
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superfondo
Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, 1308 - 2009
Pergamene: 193; Registri/volumi/quaderni: 162; Buste: 56; fascicoli 9; metri lineari 10.0
Modalità di acquisizione e versamento
Ai sensi dell'art. 27 della L.P 14 febbraio 1992 n. 11 concernente "Disposizioni in materia di archivi e istituzioni
dell'archivio provinciale" si prevede che, fino a quando saranno raggiunte le intese di cui all'art. 12, comma 1 della
legge 25 marzo 1985, n. 12, concernenti la ratifica e l'esecuzione delle modifiche al Concordato lateranense tra lo Stato
italiano e la Santa Sede, vengano stipulate intese fra la Giunta provinciale di Trento e i competenti organi ecclesiastici
circa l'applicazione delle disposizioni della legge degli archivi di enti ecclesiastici. Le intese furono raggiunte il 10
settembre 1993.
La valutazione dell'esistenza dell'interesse storico degli archivi ecclesiastici, in base al comma 1 del medesimo articolo
della legge provinciale, spetta alla Commissione beni culturali; tale valutazione dovrà essere effettuata secondo i citeri
stabiliti d'intesa fra la Giunta provinciale e i competenti organi ecclesiastici. L'archivio della parrocchia di Coredo è
stato riconosciuto di notevole interesse storico dalla Commissione beni culturali nella seduta dell' 8 giugno 1994.
Contenuto
Nell'archivio si conservano inoltre registri e carteggio prodotti nell'attività di altri enti che per varie ragioni ed in
momenti diversi, illustrati nei rispettivi profili storico-istituzionali (se possibile anche da una breve descrizione di
precedenti ordinamenti), hanno gravitato in ambito parrocchiale per le loro finalità sociali o per implicazioni statutarie.
Tale documentazione si presenta nell'inventario in fondi autonomi, descritti separatamente; in fondo è stata collocata la
documentazione prodotta da vari enti legati alla parrocchia, non ancora estinti o comunque ancora attivi. A differenza
degli enti estinti, per le cui serie documentarie si è adottata una numerazione chiusa, per gli enti attivi si è mantenuta la
numerazione aperta in vista di possibili ulteriori incrementi.
Lingua
Italiano; latino; tedesco; inglese; francese; spagnolo
Criteri di ordinamento e inventariazione
Per l'ordinamento dell'archivio parrocchiale di Coredo e per la redazione del presente inventario ci si è attenuti a quanto
indicato nelle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materi di archivi degli enti
ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" al punto 3, comma 1 e 2. In riferimento al commma 1 si sono pertanto
seguite le "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di
organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione del 29 marzo 1993, , n.
3692, relativamente alla parte prima, punto 3, riprese dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966, Direzione
Generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" . In riferimento al comma 2 relativo
all'Intesa fra il Servizio provinciale competente e l'archivio diocesano in ordine alla metodologia, ci si è attenuti a
quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal Servizio
Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento.
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Nella fase iniziale del presente lavoro si è resa necessaria una ricognizione generale della documentazione contenuta
all'interno delle buste e dei fascicoli. Si è quindi proceduto alla schedatura di tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio,
rispettando le unità preesistenti composte per la maggior parte dai registri e dal carteggio raccolto nelle buste e nei
fascicoli di originaria formazione con intitolazioni riflettenti talora dettagliatamente, in alcuni casi sommariamente il
contenuto.
Nella successiva fase di ordinamento si è dapprima separata, quando necessario, la documentazione appartenente ai vari
archivi aggregati da quella dell'archivio della parrocchia; la documentazione precedentemente sciolta e non
condizionata è andata ad incrementare, quando possibile, le unità preesistenti, altrimenti sono state create nuove unità
nel rispetto della struttura dell'archivio. Si è quindi proceduto alla rielaborazione delle schede utilizzando il programma
informatico History - Sesamo, in base alle cui funzioni si è proceduto alla descrizione di soggetti produttori e dei
rispettivi archivi prodotti, articolati in fondi, sottofondi, serie, sottoserie, unità e sottounità.
Per ulteriori dettagli si vedano anche le 'Avvertenze per la consultazione'.
Il presente inventario si chiude con il 1947, in quanto si limita a quella parte dell'archivio dichiarata di notevole
interesse storico in base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi
degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", L.P 14 febbraio 1992, n. 11, art. 27, c. 2: "Negli archivi
ecclesiastici riconosciuti di interesse storico, la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entra a far parte
dell'archivio storico e ricade sotto le disposizioni ad esso relative". Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi
cronologici di alcune unità archivistiche originarie pluriennali, possono superare il limite del 1946.
La parte più cospicua della documentazione conservata nell'archivio della parrocchia di Coredo è redatta in lingua
italiana; numerosi documenti (tra cui le pergamene) sono redatti in lingua latina e volgare; è presente anche
documentazione (prevalentemente la certificazione anagrafica proveniente dall'estero) redatta in lingua tedesca, inglese,
francese, spagnola e slava.
Condizioni di accesso
In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato docesano in materia di archivi degli enti
ecclesistici dipendenti dell'autorità diocesana", punto 3, comma 3, l'obbligo, di cui all'art. 20, comma 1, lettera b) della
L.P 14 febbraio 1992 circa la consultazione dei documenti, riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di
notevole interesse storico.
I documenti di carattere riservato relativi a situazioni puramente private e personali sono consultabili dopo 70 anni dalla
conclusione dell'affare. Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono
ledere il riserbo dovuto alle persone.
Inoltre in base all'art. 3, comma 4 delle "Intese fra la Giunta provinciale e l'Ordinariato diocesano" la consultazione da
parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite
l'archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.
Condizioni di riproduzione
In base all'art. 3, comma 5 delle "Intese fra la Giunta e l'Ordinariato diocesano" la riproduzione (fotoriproduzione,
microfilmatura ...) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte
dell'archivio diocesano.
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In base allo stesso articolo di legge l'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di
costituirne copie di sicurezza da conservarsi presso l'Archivio provinciale. Presso l'archivio diocesano si trovano
microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923,
data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
CARUCCI P., Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, 1983
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Ente
Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo
[1272] -
Luoghi
Coredo
Altre forme del nome
Parrocchia di Santa Maria Assunta (Denominazione utilizzata nei sec.VII - XVIII)
Archivi prodotti
Fondo Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, 01/01/1308 - 31/12/2000
Storia
La pieve di Coredo era una delle circoscrizioni ecclesiastiche più piccole della diocesi (1). Scrive infatti Tovazzi:
"Nullum sub se curatum, nullumque vicum habens, praeter ipsum Coredum" (2). La posizione di subalternità con la
quale viene collocata in un antico elenco del 1295, relativo al pagamento della decima papale, fa dubitare fortemente
della sua antichità (3); si può immaginare che sia nata come chiesa propria del locale castello e che sia divenuta pieve
solo in un momento successivo. Mancano però tracce di un patronato nobiliare: Coredo rimase sempre -a quanto si sadi libera collazione vescovile. La dotazione della pieve può essere ritenuta discreta, considerate le piccole dimensioni
del territorio: nel 1309 le rendite annue ammontavano a 7 marche (4).
"La parochia" scrive Endrici "fu eretta nel secolo VIII. Infatti le chiese parochiali dedicate a S. Maria Assunta, furono
erette per impulso dei Carolingi dall'anno 770 al 990. Di queste in antico se ne contavano 18 nella valle del Nosio, fra le
quali figurava anche quella di Coredo" (5).
Coredo risulta tra le pievi che facevano parte dell'arcipresbiterato d'Anaunia nel 1272 e nel 1284. Nel primo di questi
documenti (la nomina ad arciprete di Nicolò da Sanzeno) venne menzionato l'arciprete uscente Giovanni 'plebanus
Coredi' (6); ciò ha spinto a pensare che la stessa struttura arcipresbiterale esistesse anche nei decenni precedenti e ha
dunque portato a retrodatare - in modo improprio in base agli studi più recenti - la prima menzione della pieve di
Coredo di una ventina d'anni. Scrive infatti Weber: "L'origine delle pieve, benché non abbia figliali, si perde
nell'oscurità dei secoli. La prima volta che si incontra menzionata è nel 1250, allorché il vescovo conferì al pievano di
Arsio l'ufficio di arciprete o vicario vescovile, con giurisdizione sopra le pievi dell'alta Anaunia e anche di quelle di
Coredo e di Smarano" (7). Il primo pievano ricordato nella documentazione è Nicolò, che veniva nominato in una
pergamena dell'archivio parrocchiale di Coredo risalente al 1284 (8). Suo successore fu Enrico, che rimase in carica
almeno dal 1295 al 1336 (9). Nel fondo pergamenaceo dell'archivio parrocchiale, privo di documentazione per gli anni
1308 - 1328, se ne individua per la prima volta la presenza in un contratto di locazione del 1329 (10).
La parrocchia di Coredo non aveva sotto di sé curazie e comprendeva quindi la sola popolazione di Coredo.
La chiesa parrocchiale di Coredo, in origine e fino circa alla fine del sec. XVIII intitolata a Maria Assunta, è
attualmente dedicata al mistero del Ritrovamento della S. Croce. Scrive a tal proposito don Endrici: "Non ho potuto
trovare l'anno preciso di questo mutamento, né per qual ragione ciò sia avvenuto" (11). Tovazzi, che afferma di averne
avuto notizia dal parroco di Coredo don Nicolò Keller (1752 - 1782), scrive che il nuovo titolo venne assunto dalla
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chiesa nell'anno 1690 (12). Ma la presenza della nuova intitolazione è attestata già dalla prima metà del XVII sec. In un
testamento rogato su supporto pergamenaceo, conservata nell'archivio parrocchiale, il testatore, un tale Giovanni del fu
Paolo da Coredo, nominava quale sua erede universale la "fabrica ecclesie Sancte Crucis sive Sancte Marie"; ed ancora
in data 28 agosto 1653 il parroco Francesco Bertoldi da Denno faceva stilare un inventario "de omnibus bonis quae
reperiuntur in ecclesia parochiali Sanctae Crucis seu, et Sanctae Mariae" (13). La doppia intitolazione della chiesa
parrocchiale permase fino alla fine del XVIII sec. seppure dalla documentazione conservata presso l'archivio
parrocchiale si evinca che la più antica dedica a S. Maria prevalse notevolmente sulla nuova (14) fino a quando, nel
secolo XIX, ne venne definitivamente soppiantata.
Rimandando alle introduzioni ai sottofondi 'Chiesa parrocchiale', 'Fondo Nuova chiesa' e 'Chiesa di S. Rocco' per
informazioni più dettagliate sulla chiesa parrocchiale, gli altari, i lavori di restauro e di ricostruzione apportati
all'edificio, le caratteristiche architettoniche e artistiche, la costruzione della nuova chiesa negli anni 1943 - 1948, si
forniscono qui di seguito alcuni cenni storici sulla chiesa parrocchiale, la chiesa figliale di S.Rocco e le cappelle minori.
La più antica memoria della chiesa parrocchiale si ritrova nel testamento di un tale Pietro del fu "ser" Corrado da
Coredo, rogato su una pergamena conservata nell'archivio parrocchiale in data 11 agosto 1348, dal quale si evince la
presenza nell'antica chiesa di 6 altari (16). Nel 1401 Vitale, vescovo Ariense, vi consacrava un nuovo altare dedicato ai
santi Andrea apostolo e Antonio abate (17). Risalgono al 1426 i primi lavori di restauro mentre altri lavori di
allargamento furono eseguiti nel 1468. Nel 1510 la chiesa subì un incendio insieme a parte del paese. Un altro incendio
nel 1611 danneggiò gravemente la chiesa e fuse le campane; i vicini di Coredo chiesero ed ottennero dal vescovo di
alienare proprietà comunali per far fronte alle spese di restauro che si susseguirono a lento ritmo nei decenni successivi.
Fra i più significativi si ricordano: l'erezione dell'altare del SS. Rosario (1616), la dotazione di una terza campana
(1641), l'esecuzione e la rifinitura dell'altare maggiore (1661-1669) e di un pulpito di legno (1677).
La chiesa assunse la forma attuale per i lavori eseguiti fra il 1711 ed il 1724 che la ampliarono notevolmente: nel 1719
veniva edificata la sacrestia grande ed eretto un altare di legno intagliato per offerta di Giovanni Michele Bombarda; un
altro altare in pietra venne aggiunto nel 1726. Un nuovo battistero ed un'acquasantiera furono sistemati nel 1798 e nel
frattempo molte donazioni di coredani e parroci arricchivano il patrimonio di arredi sacri. Nel 1872 si sostituirono le
due campane grandi, quelle fatte fondere dopo l'incendio del 1611, con cinque nuove (18). Attualmente la vecchia
chiesa non è più sede della parrocchia ma, ancora aperta al culto, si trova all'interno delle vecchie mura che ospitano il
cimitero del paese.
Nel decreto visitale stilato in occasione della visita alla parrocchia di Coredo nel 1865 veniva riconosciuto il bisogno
reale di edificare una nuova chiesa (19). Solo nel 1896 venne approntato un primo progetto approvato dalla
Rappresentanza comunale e, su proposta del parroco Endrici, si arrivò alla costituzione di un comitato per la raccolta di
fondi (20). Nel 1905 la Rappresentanza comunale di Coredo erogava l'importo di 5000 corone allo scopo di iniziare un
fondo per l'erezione della nuova chiesa (21). Veniva nominato un nuovo comitato, regolamentato da uno statuto che
riprendeva, con poche variazioni, quello già stilato in occasione dell'erezione del precedente (22). All'erezione di un
terzo comitato locale ("Comitato pro erigenda nuova chiesa") si giunse nel 1931 con l'entrata in servizio del parroco
Giuseppe Rigotti, che a differenza del curatore d'anime precedente G. Faccinelli, propenso ad un ampliamento della
vecchia chiesa, riprese con vigore l'idea di realizzare un nuovo edificio (23). Nel 1938 il Comune di Coredo cedeva il
terreno per la costruzione della chiesa (24). Lo scoppio dell II guerra mondiale sembrò paralizzare l'iniziativa, ma con
l'entrata in servizio del parroco Emilio Tonidandel (1943), le vicende legate alla progettazione ed all'inizio dei lavori
subirono una brusca accellerazione. Nel maggio del 1943 venne posta la prima pietra dal vescovo Carlo de Ferrari e nel
11
giugno dello stesso anno arrivò dalle autorità competenti il permesso di fabbrica. La nuova chiesa veniva consacrata l'11
settembre 1948 (25).
La chiesa o cappella di S. Rocco (26), edificata pare dalla stessa comunità di Coredo per avere la protezione del santo
contro la peste, è menzionata per la prima volta negli atti visitali del 1537. Fu demolita nel 1948.
Un'altra chiesetta dedicata alla Madonna Addolorata venne edificata a Coredo nel 1862 per volontà dei fratelli don
Giuseppe Sicher, ex direttore del Ginnasio di Trento, don Francesco decano di Fondo e don Pietro parroco di Lavis. Fu
benedetta dal parroco Lorenzoni nel 1862 (27).
Una cappella intitolata a S. Vigilio esisteva anticamente nel castello di Coredo. "E' ricordata nel 1467 e da essa, dopo la
metà del secolo XV, il castello venne designato anche colla denominazione: castello di S. Vigilio ("Castrum Sancti
Vigilii") (28).
Altre tre chiesette esistono a castel Bragher. La più antica, consacrata il 12 settembre 1452 da fra Albertino, vicario
generale del vescovo Giorgio II, è quella sacra alla Madonna del Rosario. La seconda chiesetta, esterna al castello, è
sacra alla Madonna di Loreto. I lavori per la costruzione della cappella vennero iniziati nel 1723 e il 25 marzo del 1726
venne benedetta da Domenico Antonio Thun, canonico della cattedrale di Trento, che vi celebrò la prima messa. Nel
1882 il conte Francesco Thun fece costruire presso il bosco del castello una cappella mortuaria sacra a S. Antonio e ad
uso di tomba di famiglia. nel mese di agosto un sacerdote della parrocchia di Coredo vi celebrava una messa legataria
fondata dalla famiglia Thun (29)
Condizione giuridica
Con D.M. del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 la parrocchia di Coredo è stata
dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n.286).
Funzioni, occupazioni e attività
Il termine "parrocchia" deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale.
Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori
diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la
spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio
di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della
struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate
ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di
esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess.
XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono
delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad
approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri
parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali.
I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e
sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba
essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato
est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum
cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un
determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor".
12
Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita
come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e
Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie
acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero
dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".
Fonti archivistiche e bibliografia
Bibliografia
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961
CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura
d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999
ENDRICI E., Coredo nell'Anaunia. Memorie storiche, Coredo (Tn), 1991 ristampa anastatica
dell'edizione,Trento, 1911
TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo Stenico, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970
WEBER S., Le chiese della Valle di Non nella storia e nell'arte, vol. III I decanati di Taio, Denno e
Mezzolombardo, Trento, 1938
Note
(1) Cfr. E. CURZEL, "Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime
dalle origini al XIII secolo", Bologna 1999, 201 - 202
(2) Cfr. TOVAZZI, "Parochiale Tridentinum", a cura di R. Stenico, Trento 1970 p. 162
(3) Nel 1295 è posta in modo geograficamente corretto tra Taio e Smarano; si trova invece in ultima posizione in un
altro elenco del 1309 (dopo Fondo), in penultima in un elenco del 1316 (dopo e prima di Mezzo) e nel 1336 (dopo
Sanzeno e prima di Romeno), cfr. E. CURZEL, "Le pievi trentine [...], p. 201
(4) Così E. CURZEL, in base a H. von VOLTELINI, "Beitraege zur Gesichte Tirols", I. Zur geistlichen Verwaltung der
Dioecese Trient im 12. und 13. Jharhundert", Zeitschrift des Ferdinandeums fuer Tirol und Voralberg, III. Folge, 33.
Heft (1889), p. 172
(5) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche", Trento 1911 (ristampa anastatica del 1991), p. 115
(6) S. WEBER data il documento, del quale non viene indicata la collocazione, al 5 aprile 1272
(7) S. WEBER, "Le chiese della Valle di Non nella storie e nell'arte",vol III, Trento, 1938, p. 74. La data 1250 è
considerata quella della prima menzione documentaria anche da E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 115
(8) Il realtà di tale pergamena non si trova attualmente traccia nell'archivio parrocchiale. Già A. Casetti nella "Guida
storico archivistica del Trentino" e quindi l' "Indagine conoscitiva sugli archivi parrocchiali del Trentino" operato dalla
P.A.T nel 1988 in collaborazione con l'Ordinariato diocesano, non ne rilevavano la presenza fra la documentazione
costituente l'archivio
(9) E. Endrici pone gli estremi cronologici della presenza del pievano Enrico a Coredo tra il 1300 ed il 1349; cita infatti
un testamento rogato in data 10 novembre del 1300 nel castello di Malosco, alla cui stesura sarebbe stato presente il
pievano Enrico. Endrici cita anche un atto di investitura conservato nel Codice clesiano (vol. I, p. 79), in cui Enrico
compariva come testimone; cfr. E.ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 176. S. Weber data la presenza di Enrico a
Coredo negli anni 1300 - 1344; cfr. S. WEBER, "Le chiese della Valle di Non [...], p. 79. Ad avvalorare l'ipotesi di
Endrici sarebbe una pergamena dell'archivio parrocchiale, citata dal parroco, ma della quale non si è rilevata la
13
presenza, in cui il pievano, nel 1347, dava in locazione ad un tale di Dermulo un appezzamento di terra vignata. Ma la
data di fine servizio del pievano Enrico sarebbe invece da retrodatare al 1347/48. Una pergamena dell'archivio
parrocchiale (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 8) che riporta un testamento di un tale Pietro del fu "ser"
Corrado da Coredo, rogato in data 11 agosto 1348, viene infatti nominato un "presbiter" Corradino, la cui presenza a
Coredo sarebbe da circoscrivere a pochi mesi, in quanto già nel marzo del 1349 è nominato il successivo pievano
Odorico (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 10)
(10) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 3
(11) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p.115
(12) TOVAZZI, "Parochiale Tridentinum"
(13) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, nn. 158, 164
(14) Cfr. ad esempio i decreti visitali stilati in occasione delle visite vescovili alla parrocchia nella seconda metà del sec.
XVIII, Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.1, cc. 14 - 33. E. Endrici afferma che la chiesa era anticamente detta anche
chiesa di S. Silvestro; oltre ad una Confraternita di S. Silvestro, vi era anche un altare nella stessa chiesa dedicato al
santo; cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [..]", p. 116
(15) Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 4, 5, 6
(16) Specificatamente: S. Maria, S. Michele, S. Nicolò, S. Pietro e S. Romedio, S. Silvestro e un sesto altare che il
testatario chiama del "quondam" suo padre; cfr Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 8
(17) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 40
(18) Le informazioni relative ai lavori eseguiti alla vecchia chiesa parrocchiale nei secc. XV - XIX sono state desunte
da E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]" e da G. BALDINI, "Coredo in Val di Non", rispettivamente alle pp. 114 140 e 111-115
(19) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non", p. 116
(20) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.1, cc. 1 - 4
(21) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.1, c. 5
(22) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.1, cc. 8 - 9
(23) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.2, cc. 23 - 32
(24) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.2, cc. 82 - 85
(25) Archivio parrochiale di Coredo, 5.1.4.1, cc. 27; cfr. anche G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", p. 123
(26) Per informazioni più dettagliate sulla chiesetta di S. Rocco si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Chiesa di S.
Rocco'; cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 6
(27) Archivio parrochiale di Coredo, 10.3.5
(28) WEBER, Le chiese della Valle di Non [...]", p. 81
(29) WEBER, Le chiese della Valle di Non [...]", pp. 82 - 84 e E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", pp. 149 - 153
14
fondo
Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, 1308 - sec.
XX
Pergamene: 193; Registri/volumi/quaderni: 134; Buste: 55; metri lineari 8.6
Soggetti produttori
Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce in Coredo, [1272] -
Storia archivistica
Nell'ambito del progetto di censimento degli archivi parrocchiali della diocesi di Trento operato dal Servizio Beni
librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento in collaborazione con l'Ordinariato diocesano venne condotta,
alla fine dell'aprile del 1988, la rilevazione dell'archivio parrocchiale di Coredo. La sistemazione della documentazione
in un grande armadio a muro rivestito di legno nel corridoio al primo piano della canonica abitata da don Marco
Leonardi e, per quanto riguarda gli affari correnti, in un armadio metallico nello studio del parroco, è la stessa
riscontrata al momento del prelievo dell'archivio storico nell'estate del 1999. L'indagine conoscitiva del 1988 valutava
piuttosto carente l'ordinamento della documentazione "con buste dal contenuto abbastanza omogeneo, ma anche molti
fascicoli accatastati alla rinfusa e mazzi, specialmente per quanto riguarda i documenti più antichi". Veniva giudicato
complessivamente buono lo stato di conservazione della documentazione sia cartacea che pergamenacea (1).
Una prima attenzione alla documentazione costituente l'archivio parrocchiale si riscontra durante il servizio di don
Edoardo Endrici, parroco di Coredo dal 1887 al 1921, in coincidenza pare, degli studi storici che portarono alla
redazione del libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche". E' attribuibile al suo intervento l'apposizione sul verso di
alcune carte, specie quelle di particolare interesse per la ricostruzione della storia della parrocchia e della comunità di
Coredo, della data di redazione e di un breve riassunto del contenuto (2).
Ma è soprattutto don Giuseppe Rigotti, parroco dal 1929 al 1942, che rivede gran parte della documentazione
conservata nella canonica di Coredo, e gli attribuisce un'organizzazione archivistica più precisa e sistematica rispetto a
quella del predecessore Endrici. E' opera sua l'inserimento del carteggio, con particolare attenzione per la
documentazione relativa ai legati, in cartelline rigide di colore nero e viola, riportanti sul dorso un'etichetta con la
descrizione della tipologia degli atti, dell'ente di riferimento ed in alcuni casi degli estremi cronologici della
documentazione (3)
Sistematico è anche il recente intervento di riordino del parroco don Mario Paris (1968 - 1973) che, durante il suo breve
periodo di servizio a Coredo, compie una rilevazione dettagliata di gran parte del materiale archivistico. Senza
compromettere i precedenti ordinamenti, don Paris integrava ed incrementava il contenuto dei singoli fascicoli,
inserendovi sottofascicoli o singole carte generalmente separate dal resto della documentazione da sottili fasciette
cartacee. E' invece da attribuire alla sua mente ordinatrice la formazione di nuovi fascicoli, mazzi, mazzetti e buste con
documentazione prodotta negli anni '50 - '60, raggruppata in base all'ente di riferimento, alla tipologia o all'argomento.
Su tutti i registri don Paris appose un'etichetta riportante la tipologia del pezzo e gli estremi cronologici delle
registrazioni (4). Particolare attenzione venne dedicata da don Paris alla documentazione anagrafica. Da segnalare fra
gli altri, in quanto trattasi di una serie con una mole consistente di documentazione, è l'ordinamento attribuito alla serie
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degli atti matrimoniali; i singoli mazzi annuali, pare già organizzati dai precedenti parroci, furono avvolti in fasciette
cartacee indicanti l'anno; don Paris si preoccupò anche di integrare eventuali dati omessi dai parroci in occasione
dell'archiviazione degli atti, indicando, se necessario, sul verso dei singoli documenti i cognomi dei contraenti, la data,
il numero d'ordine, e in alcuni casi la pagina del registro sulla quale è stato annotato il singolo matrimonio.
Nel 1991 il sig. Ferruccio Romagna, maestro in pensione residente a Coredo, senza alterare la consistenza dei fascicoli
formati in occasione dei precedenti ordinamenti (prevalentemene dai parroci Endrici e Rigotti per la parte storica e da
don Paris per quanto riguarda la documentazione più recente) raccolse fascicoli, mazzi e carteggio (costituendo nuovi
fascicoli, generalmente privi di intitolazione, con la documentazione rinvenuta sciolta), in nuove buste, sostituendo
anche parte delle buste danneggiate. La suddivisione fisica della documentazione parrocchiale venne operata secondo la
seguente struttura, riportata in apertura all'elenco - inventario redatto a coronamento del lavoro di ordinamento e
condizionamento:
I
Pergamene e altri documenti antichi
II Anagrafe: A) Registri dei battezzati
B) Registri dei cresimati
C) Registri dei matrimoni
D) Registri dei morti
E) Anagrafe famiglie
F) Registri napoleonici
G) Certificati, permessi, pubblicazioni
III Protocolli degli esibiti, carteggi, atti
IV Diaria missarum
V Amministrazione finanziaria:
A) Beneficio parrocchiale
B) Chiesa parrocchiale
C) Cappelle
VI Legati
VII Benefici e fondazioni:
A) Carteggio e atti
B) Registri
VIII Confraternite:
A) Registri dei confratelli
B) Registri dei conti
IX Oratorio e cinema
X
Scuola materna
XI Altra documentazione non rientrante nelle serie precedenti
XII Opere a stampa
XIII Documentazione varia recente
XIV Documentazione pastorale
XV Documentazione varia trovata in altro locale
Nella serie "Documentazione varia trovata in altro locale", di cui al numero XV dell'inventario, il sig. Romagna inseriva
materiale archivistico che rinveniva in un locale a piano terra della canonica, raccolto in tre scatoloni ed organizzato in
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mazzi più o meno consistenti. La documentazione, che copriva un arco cronologico che dalla seconda metà del XV
secolo arrivava alla prima del XX, constava per la parte più antica (secc. XV - prima metà del sec. XIX) di carteggio
relativo a controversie sostenute dai parroci di Coredo in punto alla definizione patrimoniale e gestionale di chiesa e
beneficio, a lavori apportati alla chiesa parrocchiale, nonché di circolari ecclesiastiche e civili pervenute in quel periodo
all'ufficio parrocchiale. La documentazione più recente (seconda metà del sec. XIX - prima metà del sec. XX) constava
invece degli atti protocollati della parrocchia, del Consiglio scolastico locale, di fassioni di chiesa e beneficio, e di
documentazione fiscale e contabile varia relativa a più enti gravitanti attorno alla parrocchia.
In occasione del presente riordino si è deciso di prescindere dal lavoro di condizionamento del sig. Romagna, in quanto
operato a scopo prevalentemente conservativo. E' necessario comunque segnalare che il presente inventario mantiene un
filo diretto con l'inventario - elenco redatto nel 1991, rivelatosi peraltro di preziosa utilità, specie in occasione
dell'iniziale ricognizione della documentazione conservata presso l'archivio parrocchiale; nell'apposito campo
'Segnatura antica' si è infatti data indicazione della segnatura apposta dal sig. Romagna su registri e fascicoli
dell'archivio. Nelle schede introduttive a serie e sottoserie, oltre ai contenuti delle stesse, si sono segnalati invece i
precedenti interventi di ordinamento praticati nelle rispettive unità in occasione dei già citati interventi di riordino dei
parroci Endrici, Rigotti e Paris (5).
Contenuto
La documentazione custodita nell'archivio parrocchiale di Coredo è composta da un congruo numero di pergamene, da
registri anagrafici e dagli atti relativi, da registri di amministrazione, da resoconti e da documentazione di corredo, da
carteggio ed atti vari prodotti nel corso degli anni dall' 'ente parrocchia'.
La documentazione dell'archivio parrocchiale di Coredo è pervenuta in uno stato di discreta conservazione. Parte delle
pergamene presenta inchiostro sbiadito ed opaco, oltre a danni imputabili all'umidità ed all'azione di roditori; la lettura
non ne risulta comunque totalmente compromessa. I registri non recano danni rilevanti, se si escludono alcuni strappi
alle carte ed alla legatura, comprensibilmente dovuti all'usura ed al tempo. Il carteggio, il cui condizionamento ha avuto
inizio nell'ultimo decennio del sec. XIX ed è stato completato in tempi recenti, è risultato sufficentemente protetto da
polvere ed agenti esterni.
Incrementi previsti
Si prevede il continuo accrescimento della documentazione relativa prevalentemente all'anagrafe, ma anche di quella di
carattere economico amministrativo, in quanto l'ente, nelle sue funzioni di parrocchia, è ancora attivo.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
CARUCCI P., Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, 1983
Note
(1) Nei primi decenni del XX secolo l'ordinamento della documentazione costituente l'archivio veniva giudicato
discreto, come si evince dai questionari compilati in occasione delle visite pastorali. Scrive ad esempio il parroco
Rigotti nel 1938: "L'armadio che contiene l'archivio è chiuso a chiave, vi son parecchie pergamene custodite in una
cassetta di legno: parecchie anno (sic) importanza per gli usi e costumi; alcune sono del 1300 e una o l'altra anche del
1200, gli atti sono ordinati e disposti in teche". Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3
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(2) E' da attribuire a don Endrici anche la formazione di pochi fascicoli con documentazione prodotta prevalentemente
negli anni in cui prestò servizio a Coredo (1887 - 1821), il cui contenuto fu poi incrementato da successive aggiunte di
carteggio. I fascicoli dell'Endrici riconoscibili in quanto costituiti da due piatti in cartone legati fra loro da un nastro di
colore verde, riportano, sul piatto anteriore ed in caratteri a stampa, l'ente produttore della documentazione o la
tipologia di quest'ultima; cfr. ad esempio Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.11
(3) Particolare è l'ordinamento conferito da don Rigotti alla documentazione di alcuni legati; il parroco separò
documenti di fondazione e carteggio relativo dalla documentazione di tipo amministrativo e prodotta in seno alla
gestione del patrimonio
(3) Alcuni registri anagrafici vennero foderati con carta da pacco
(4) Pubblicata anche in P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1983, pp. 231 -239
(5) Per ulteriori dettagli si vedano anche le 'Avvertenze per la consultazione'
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subfondo 1
Pergamene, 1308 - 1751
Contenuto
Il sottofondo "Pergamene" conservato presso l'Archivio parrocchiale di Coredo comprende 193 pezzi (1). Al momento
del riordino le pergamene erano conservate in tre scatole di cartone. Nononostante la presenza su ciascuna di esse di tre
etichette adesive apposte in tempi recenti e riportanti le intitolazioni "Pergamene del 1300 e del 1400; importanza per la
toponomastica e nomi di famiglia", "Pergamene del 1500", "Pergamene del 1600", non si è comunque constatata la
presenza di un'originaria suddivisione degli atti, né di tipo cronologico (2), né tipologico o per enti di riferimento, pur
trattandosi di documenti riguardanti la chiesa ed il beneficio parrocchiale, privati, confraternite, le comunità di Coredo e
dei paesi limitrofi.
Criteri di ordinamento e inventariazione
In fase di ordinamento e di regestazione delle pergamene si è quindi deciso di non creare delle suddivisioni arbitrarie
del fondo e di elencare i pezzi in ordine cronologico. Ad alcune pergamene sono stati allegati, pare nei primi anni del
XX. sec., regesti e trascrizioni stilati su supporti cartacei, di cui, in inventario, si è segnalata la presenza nel campo
relativo alla tradizione del documento ed al suo stato di conservazione; non si è riusciti a ricavare comunque alcuna
notizia certa relativamente al loro autore ed all'anno/i di produzione (3). Probabilmente risalenti al momento della
raccolta del fondo pergamenaceo nelle scatole di cartone sono le note tergali più recenti, che riportano su alcune
pergamene, specie laddove il contenuto di annotazioni e regesti apposti in periodi precedenti risulti poco chiaro o
difficilmente leggibile, breve indicazione del contenuto del documento o la sola datazione.
Per la descrizione delle pergamene ci si è attenuti a quanto impartito dalla circolare del Ministero dell'Interno n.
39/1966, Direzione generale degli Archivi di stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" (4) integrate dalle
"Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonchè di organizzazione degli
archivi", approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3, parte prima.
Per quanto riguarda i criteri di inventariazione e di regestazione si è fatto riferimento in particolare alla "Premessa
metodologica ai regesti delle pergamene dell'Archivio di Castel Thun" di M. Faes.
Le pergamene, elencate in ordine cronologico, presentano una numerazione progressiva in cifre arabe. A questa
seguono l'intitolazione che esprime la natura giuridica del documento, la datazione cronica e topica e quindi il regesto
nel quale vengono segnalati: gli elementi di individuazione delle parte contraenti, la natura dell'atto, il suo oggetto e le
clausole ritenute più significative. Qualora si siano trovati uno o più documenti diversi sulla stessa pergamena si è
adottata una numerazione del tipo 1.1, 1.2, dove la prima cifra corrisponde al numero d'ordine della pergamena e il
secondo alla posizione del relativo documento sulla stessa; naturalmente in questo caso a due o più regesti segue una o
più sottounità (vd. ad es. pergamena n. 2). Nel caso invece si sia trovato un inserto in un documento, il suo regesto è
stato posto immediatamente prima di quello del detto documento e numerato col numero della pergamena seguito dalla
lettera "a", dove lo stesso numero seguito da "b" corrisponde invece al regesto del documento in cui è inserito: anche in
questo caso dopo i regesti segue un'unica schedatura (vd. ad es. la pergamena n. 12). Nel caso di documenti presenti in
duplice copia, si è creato il rimando al regesto stilato per uno solo di essi.
Accanto al nome proprio si sono riportate le apposizioni "dominus" e "ser", presenti con costanza e sistematicità nei
documenti analizzati. Quando si sia trovata l'elencazione di edifici e appezzamenti di terra (segnalati sempre con la loro
coltura e se possibile con la relativa stime ed estensione) si è riferita la loro collocazione con toponimo e
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microtoponimo. Se il numero degli immobili descritti nel documento è risultato superione a cinque ci si è limitati a
darne il toponimo, esprimendone genericamente la coltivazione. Nel caso di contratti riguardanti le decime e diritti
connessi, si è deciso di segnalare, se presenti, tutti i dati relativi forniti dal documento (prodotti, zone di riscossione,
feudatari, precedenti proprietari ecc.). Nel caso specifico delle locazioni, essendo pressoché costante il termine di
pagamento del censo annuo, fissato nella festa di S. Michele o nella sua ottava, ci si è limitati a darne specifica notizia
solo nei casi eccettuanti questa regola. Non si è ritenuto nemmeno necessario specificare di volta in volta la misura
locale di detti censi, dal momento che generalmente per i documenti anteriori al secondo '400 essa corrisponde a quella
del luogo di stesura dell'atto. Per quanto riguarda i pagamenti in denaro si sono sempre specificati tutti i dati del testo, e
in particolare le equivalenze. In ogni regesto, o in nota, si sono citati tutti i riferimenti a documenti contenuti nell'atto
relativo.
Dal punto di vista formale, nel caso in cui ci si è imbattuti in termini di difficile lettura, o in forti dubbi circa lo
scioglimento delle abbreviazioni, le integrazioni al testo sono state inserite in parentesi tonde. Gli elementi dedotti da
fonti esterne sono stati forniti fra parentesi quadre. I generale, qualsiasi trascrizione di elementi testuali è stata fatta tra
virgolette. I nomi comuni o propri non traducibili in italiano sono stati riportati in latino (se possibile al caso
nominativo). Per quanto riguarda gli appellativi, inoltre, si specifica che si è assunta la norma di usare la preposizione
"da" per indicare la provenienza, limitando l'uso di "di" nell'introduzione ai predicati nobiliari. Per la spiegazione delle
frequanti parole dialettali, ci si è riferiti al testo di E. QUARESIMA ("Vocabolario anaunico e solandro", Leo S.
Olschki, Firenze 1991): si è comunqua scelto di mantenere il termine testuale nel regesto, dal momento che esso risulta
in genere incomprensibile.
Per i microtoponimi dei quali si è trovato il corrispettivo moderno grazie alle schede preparatorie del "Dizionario
toponomastico trentino" promosso dal Servizio Beni librari e archivistici, si è dato il riferimento attuale in italiano o in
dialetto (in caratteri normali), in forma semplificata.
Per quanto riguarda la tradizione, si segnala se il documento è originale (eventualmente, se tratto da protocollo, si
riporta l'autore della stessa), copia (semplice o autentica), facendo seguire la definizione della relativa lettera alfabetica
tra parentesi quadre ([A], [B], ...). Nel caso di documenti tratti da originali si è riferito nell'area "Notaio" il notaio autore
dell'originale, mantre nell'area della tradizione si è specificato il nome del notaio autore della copia autentica; inoltre in
questi casi, come per gli originali tratti da protocollo di altro notaio, si è riportata anchè l'autorità che ha concesso la
licenza di rogare in pubblica forma.
Riguardo alle dimensioni della pargamena, si danno le misure in millimetri, prima l'altezza e poi la base: per le forme
irregolari si segnala la misura maggiore e, tra parentesi tonde, quella minore. Si è segnalata la presenza di note tergali,
con la specificazione di note di contenuto, quando indicano la data cronica e topica, oggetto e protagonisti dell'atto, e
note archivistiche quando registrano numeri e dati ad uso amministrativo. Si sono segnalati anche l'eventuale presenza
del sigillo, di regesti allegati, lo stato di conservazione della pergamena, individuando in generale anche la causa del
danno e segnalando in nota anche la struttura fisica del pezzo nei casi di particolare interesse (es.. composizione con più
pergamane cucite insieme).
Nella descrizione delle pergamene si sono adottate le seguenti sigle:
mm
millimetri
mg. sup./inf.
margine superiore/inferiore
dx./sin.
destro/sinistro
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SPC
Sigillum pendens cereum
(Sigillo pendente cereo)
SID
Sigillum impressum deperditum (Sigillo pendente cereo)
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
CARUCCI P., Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, 1983
Note
(1) Altre tre pergamene, riportanti contratti di permuta e compravendita, si trovano rilegate in un volume contenente atti
relativi ad una causa tra privati (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 3.3.2). L'urbario più antico del beneficio
parrocchiale è interamente stilato su supporto pergamenaceo (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 3.1.1), mentre il più
antico urbario della chiesa parrocchiale presenta una coperta pergamenacea riportante un testo di preghiera (cfr.
Archivio parrocchiale di Coredo, 4.1.1)
(2) Il raggruppamento dei pezzi per secolo di produzione, operato in occasione della recente collocazione delle
pergamene nelle scatole di cartone, è stato probabilmente compromesso, in un secondo tempo, da successivi
spostamenti o ordinamenti della documentazione dell'archivio
(3) Si può supporre che le trascrizioni ed i regesti siano stati prodotti in occasione degli studi storici del parroco E.
Endrici e di alcuni collaboratori (tra cui anche il padre Simone Weber, cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 8.3.5) che
portarono alla pubblicazione del libro "Coredo nell'Anaunia; memorie storiche", quando il fondo pergamenaceo
dell'archivio parrocchiale di Coredo fu ampiamente visitato
(4) Pubblicata anche in P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1983, pp. 231 - 239
1 b. 1
Compravendita
1308 maggio 5, Smarano
La "domina" "Solva", moglie di Benedetto del fu Alessio da Smarano, in presenza del marito e di "Bonatus" del fu "dominus" [...] da
Dermulo, suo padre, vende al "dominus" Nicola del "dominus" Enrico da (Smarano) 7 appezzamenti di terra arativa, siti nelle
pertinenze di Smarano, al prezzo di 40 lire di piccoli veronesi.
Notaio: Enrico
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 125 (60) x 380 (325) , a tergo note archivistiche e di contenuto
2
b. 1
Compravendita - locazione perpetua
1308 settembre 16 - 1308 settembre 17, castel Valer (Tassullo)
Notaio: "Sicherius" da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 600 x 183 (160), a tergo note di contenuto
2.1
Compravendita
1308 settembre 16, Castel Valer (Tassullo)
21
Odorico detto "Liberius" da Coredo vende al "dominus" Odorico da Coredo del fu "dominus" Federico 2 appezzamenti di terra
arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "in Largassalli", il secondo in località Ciavassoz, al prezzo di 8 lire
di piccoli veronesi
2.2
Locazione perpetua
1308 settembre 17, Castel Valer (Tassullo)
Odorico del fu "dominus" Federico da Coredo dà in locazione perpetua ad Odorico detto "Liberius" da Coredo 2 appezzamenti
di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo località "in Largassalli", il secondo in località a Ciavassoz, al censo
annuo di 1 moggio di frumento da pagare nel giorno della festa di S. Lorenzo o nelle sua ottava
3 b. 1
Locazione
1329, Smarano
Il "dominus" Enrico, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà il locazione per 29 anni a Bartolomeo, Simeone e Stefano, fratelli
e figli del fu "ser" "Unustus" detto "Gobbo" da Smarano la decima pagata dagli uomini di Smarano, al censo annuo di 11 moggi di
cereali
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da [Coredo] (1)
Originale [A], tratto dal protocollo del fu "ser" Federico da Coredo (1), atto notarile; latino
pergamena, mm 192 x 113 , a tergo note di contenuto
Note
(1) Il notaio scrive Smarano, ma si tratta probabilmente di un errore, in quanto, in tutti gli altri documenti rogati dallo stesso notaio,
viene indicata Coredo, quale località originaria del padre
4 b. 1
Compravendita
1340 giugno (1), Coredo
Federico del fu Benvenuto "Sete" da Smarano vende a "ser" Nicola del fu [...], 8 appezzamenti di terra arativa siti nelle pertinenze di
Smarano, al prezzo di 105 lire di piccoli veronesi
Notaio: Bartolomeo
Originale [A], atto notarile
pergamena, mm 356 x 159, a tergo note di contenuto
Note
(1) Una macchia nell'angolo sup. dx. impedisce la lettura integrale della datazione
5
b. 1
Locazione
1341 maggio 25, Coredo
Il "dominus" Enrico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 29 anni a "Percacinus" del fu
Giovanni da Smarano 6 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Smarano, al censo annuo di 20 staia di segale
Notaio: Enrico del fu Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 402 x 127 (98), a tergo note di contenuto
22
6
b. 1
Locazione perpetua
1343 marzo 11, Coredo
Il "dominus" Enrico, pievano della pieve di Coredo dà in locazione perpetua alla "domina" Benvenuta moglie del fu "ser" "Parisius"
del fu "ser" Paolo un appezzamento di terra vignata, sita nelle pertinenze di Coredo in località "in Plantudiç", al censo annuo di
mezza orna di vino "colato" secondo la misura di Dermulo
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A] tratto dal protocollo del fu "Hendrigolinus" del fu Iorio da Coredo (1), atto notarile; latino
pergamena, mm 300 x 175 (165), a tergo note di contenuto
Note
(1) Per autorità concessa dal "dominus" Nicola notaio da Mechel
7
b. 1
Locazione perpetua
1343 aprile 30, Fondo
Il "ser" Federico del fu Nicola da Coredo ed Anselmo del fu "Ziramontus" da Fondo danno in locazione perpetua ad Alberto di
Bertoldo Sicher, agente anche a nome del padre e di "Mohlius" del fu Coradello, entrambi della contrada "Cavacillus" sul monte di
Senale, un maso "cum capulo, pasculo et herbatico", sito sullo stesso monte in località "a Cavacillo", al censo annuo di 300 formaggi
da consegnare alla festa di S. Michele o nelle sua ottava, di 2 ossa ed 1 spalla di porco alla festa della Natività, 40 uova di gallina nei
primi giorni della Quaresima (o nella domenica di Settuagesima) (1) ed infine 30 uova di gallina ed 1 "parasidis" (2) di burro o di
strutto alla festa della Resurrezione
Notaio: Bertoldo del fu "ser" Francesco da Caldes
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 450 (410) x 155 (145), a tergo note di contenuto
Note
(1) Viene riportato il termine latino "carnisprivium" indicante appunto i primi giorni della Quaresima, ma anche, talvolta, la
domenica di Settuagesima
(1) Per "parasidis" si suppone il significato di ciotola, scodella
8
b. 1
Testamento
1348 agosto 11, Coredo
Pietro del fu "ser" Corrado da Coredo dispone nel seguente modo le sue volontà: chiede di venire sepolto presso la chiesa di S. Maria
di Coredo; lascia in legato un minale d'olio per un anno all'altare di S. Maria, un minale d'olio per un anno all'altare di S. Michele ed
uno all'altare di S. Nicola, due minali di olio per un anno agli altari di S. Pietro e S. Romedio, un minale d'olio per un anno all'altare
di S. Silvestro ed infine, all'altare intitolato a suo padre, lascia una "chasara" (1) sita sul monte di Senale posseduta "in diviso"con
Anselmo del fu "ser" "Ziramontus" da Fondo. Chiede in cambio che il pievano 'pro tempore' di Coredo faccia celebrare 3 messe
annue "super predicto altare" in suffragio della sua anima e di quella del padre; dispone inoltre che vengano corrisposti 10 soldi
ciascuno agli 8 sacerdoti che presiederanno alle sue esequie e che celebraranno il settimo e trentesimo anniversario della sua morte
(2); chiede che venga acquistato un "deplorinum" del valore di 40 soldi per la chiesa di S. Maria nonché paramenti per l'altare del
padre per la somma di 3 lire; lascia 40 soldi alla S. Disciplina e 50 soldi al "presbiter" Corradino. Istituisce quindi quale suo erede
universale il padrino "ser" Pietro
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A] dal protocollo del notaio fu Francesco del fu "ser" Nicola "Zenate" da Coredo (3), atto notarile; latino
pergamena, mm 360 (346) x 142, a tergo note di contenuto, regesto allegato: del sec. XX
23
Note
(1) Si suppone il significato di edificio in cui viene prodotto il formaggio
(2) Il testatario assicura l'elemosina destinata ai sacerdoti su un suo appezzamento di terra arativa, sito [nelle pertinenze di Coredo] in
località Segn
(3) Per autorità concessa dal "dominus" Tommaso, giudice da Tuenno e vicario delle valli di Non e Sole
9 b. 1
Testamento
1348 agosto 11, Coredo
Cfr. il regesto n° 8
Originale [A'] dall'imbreviatura del notaio fu Francesco del fu "ser" Nicola "Zenate" da Coredo (1), atto notarile; latino
pergamena, mm 143 x 212, a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Per autorità concessa dal "dominus" Tommaso, giudice da Tuenno e vicario delle valli di Non e Sole
10 b. 1
Disposizione
1349 marzo 2, Coredo
"Gerudus" da Tavon "viator curie", su mandato del vicario [delle valli di Non e Sole], dà disposizione al notaio Ottone del fu Filippo
da Coredo che venga proclamata nella piazza di Coredo, presso l'abitazione di "ser" Pietro detto "Brutus" del fu "ser" Pietro da
Coredo erede del fu Pietro, suo nipote e figlio del fu "ser" Corrado da Coredo, la seguente ambasciata: se lo stesso Pietro o altra
persona intendesse contraddire la volontà testamentaria del fu Pietro del fu "ser" Corrado di Coredo, che lasciava al "dominus"
Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo la quarta parte di un maso "sive casara" (1), sito sul monte di Senale il
località "a Cavacillo", sarebbe stato invitato a presentarsi il venerdì successivo nel castello di Castelfondo "hora causarum" di fronte
al capitano Enrico di Rottenburg, agente a nome di Ludovico marchese di Lussemburgo e Brandeburgo, duca di Baviera e di
Carinzia, conte del Tirolo e di Gorizia e avvocato della chiesa di Trento e Bressanone
Notaio: Ottone del fu Filippo da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 190 (170) x 150 (140), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Si suppone il significato di edificio in cui viene prodotto il formaggio
11 b. 1
Elenco di censi spettanti all'altare di San [...] presso la chiesa di [...] a Coredo (1)
sec. XIV ultimo quarto - sec.XV primo quarto, Coredo
Originale [A] ?, atto notarile; latino
pergamena, mm 440 (375) x 212 (45), a tergo note di contenuto
Note
(1) La pergamena è in pessime condizioni. Manca la prima metà del documento. Sul verso si legge "[...] altaris Sancti [...] Coredo"
12 b. 1
"Citazione"(1) - Presentazione di lettera
1355 dicembre 21 (con inserto del 2 dicembre 1355), Trento - [Coredo]
12.a, "Citazione", 1355 dicembre 2, Trento
24
Lorenzo da Brescia, canonico del capitolo di Trento e vicario generale 'in spiritualibus', su istanza del "dominus" Odorico, pievano
della chiesa di S. Maria di Coredo, ordina al notaio Pellegrino Melanch di presentarsi a Trento, "in ecclesia Tridenti", entro tre giorni
dal ricevimento della presente comunicazione, pena la scomunica ed il giudizio in contumacia, per risolvere una controversia in
merito all' "ocupacione" della quarta parte di una "casara" (2)
12.b, Presentazione di lettera, 1355 icembre 21, [Coredo]
Il "dominus" Odorico, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, presenta al notaio Pellegrino Melanch una lettera (3) in cui
Lorenzo da Brescia, canonico del capitolo di Trento e vicario generale 'in spiritualibus', ordina allo stesso Pellegrino di presentarsi a
Trento, entro tre giorni dal ricevimento della presente lettera, per risolvere una controversia sorta con lo stesso pievano in merito all'
"ocupacione" della quarta parte di una "casara"
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 252 x 105, a tergo note di contenuto
Note
(1) L'intitolazione è stata desunta dal verso della pergamena
(2) Si suppone il significato di edificio in cui viene prodotto il formaggio
(3) Cfr. il regesto 12. a
13
b. 1
Permuta
1357 luglio 2, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano, "rector" e "beneficiatus" della chiesa di S. Maria di Coredo, permuta con la "domina" Sofia figlia del
fu "Porcardus" da Coredo 2 appezzamenti di terra arativa, siti entrambi nelle pertinenze di Coredo in località "a Manon", ricevendo in
cambio tre appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo in località Val, uno dei quali posseduto "in diviso" con
Lucia, sorella della stessa Sofia
Notaio: Ottone del fu Filippo notaio da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 402 (390) x 150, a tergo note archivistiche e di contenuto
14
b. 1
Dichiarazione di possesso
1360 marzo 17, Campo [Tassullo]
Il "dominus" Pietro notaio da Nanno, vicario nelle valli di Non e Sole, su istanza del "dominus" Odorico, pievano di Coredo,
constatata l'assenza di impedimenti, dichiara lo stesso pievano proprietario dei seguenti beni ereditari del fu "Vavassor" da Coredo
(come consta nei legati da lui diposti) e precisamente di 4 appezzamenti di terra arativi: il primo sito nelle pertinenze di Sfruz, in
località "in Travena", il secondo ed il terzo nelle pertinenze di Smarano in località "in Le[...], il quarto giacente "in Hora?" in località
"in Serçuco"
Notaio: Giovanni del fu "messer" Filippo da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 175 (150) x 182, a tergo note archivistiche e di contenuto
15 b. 1
Locazione
1361 febbraio 15, Coredo
25
Il "dominus" Odorico, pievano "rector" e "beneficiatus" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 20 anni a Enrico detto
"Bonatus" del fu Bertoldo da Coredo un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Cialver, al censo
annuo di 2 staia di segale
Notaio: Ottone del fu Filippo notaio da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 150 x 161, a tergo note archivistiche e di contenuto
16
b. 1
Locazione
1361 aprile 18, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria della pieve di Coredo, dà in locazione per 10 anni a "ser"
Benvenuto del fu Giovanni "Chacete" da Tavon 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località
"Seguçoro", il secondo in località "en Coradelle", il terzo in località "a Vonere", al censo annuo di 14 staia di frumento
Notaio: Ottone del fu Filippo notaio da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 143 x 155, a tergo note di contenuto
17 b. 1
Locazione perpetua
1361 aprile 24, montagna di Senale
Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, con il consenso del "domius" Giovanni del fu "dominus"
"Volvellus" da Cloz, agente in qualità di amministratore e "rator" della "domina" "Fraiella", figlia del suddetto Giovanni e moglie di
Iorio da Fondo, dà in locazione perpetua a "Vallius" del "ser" "Choan" da "Chavacillo", a Corrado del "ser" Cristano e a Katarina del
"ser" Nicola da "Cavazillo", un maso, sito sulla montagna di Senale in località "Ronco sancto", con tutti gli edifici, i terreni, nonché
gli oneri legati a quest'ultimo, al censo annuo di 22 lire di denari meranesi
Notaio: Sansone del fu "ser" Nicola da Salobbi
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 380 x 150 (135), a tergo note di contenuto. Regesti allegati: del sec. XX
18 b. 1
Compravendita - Affidamento di incarico
1362 marzo 20 - 1362 marzo 21, Coredo
Notaio: Ottone del fu Filippo da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 693 x 142 (130), a tergo note di contenuto
18.1
Compravendita
1362 marzo 20, Coredo
La "domina" Gisla, moglie di Nicola del fu Enrico detto "Magonus" da Coredo ed il marito Nicola vendono a "ser" Federico
Drappero del fu "dominus" Paolo da Coredo abitante a Trento 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il
primo in località "en Coradelle", il secondo in località Apena, il terzo in località Pravalier, al prezzo di 12 marche e 1/2 di
denari meranesi
26
18.2
Affidamento di incarico
1362 marzo 21, Coredo
"Ser" Federico Drappero del fu "dominus" Paolo da Coredo, avendo avuto sentore di imbrogli e frodi attorno ai tre
appezzamenti di terra arativi acquistati da Gisla moglie di Nicola del fu Enrico detto "Magonus" e dal marito Nicola (1), ed
intendendo rimanerne in possesso, incarica il notaio Ottone di redarre un pubblico instrumento che attesti l'avvenuto contratto
di compravendita
Note
(1) Cr. il regesto 18.1
19 b. 1
Locazione
1362 maggio 15, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a "Pasumentus" del fu"ser"
"Avancius" da Coredo un appezzamento di terra vignata e due di terra prativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "a
Salgastrina", il secondo ed il terzo nella località o contrada "Torcigay", al censo annuo di 3 staia di frumento
Notaio: Ottone del fu Filippo da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 218 (205) x 168 (150), a tergo note di contenuto
20 b. 1
Locazione
1363 ottobre 22, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 9 anni a Nicola detto "Meron" del fu
Silvestro da Coredo 2 appezzamenti di terra arativa, situati nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "in Morseloyo", il secondo
in località Laure, al censo annuo di 2 moggi di segale
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 345 (326) x 123 (105), a tergo note di contenuto
21 b. 1
Locazione
1368 settembre 2, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 29 anni a Franceso del fu Corradino
Chini da Coredo un appezzamento di terra vignata, sita nelle pertinenze di Coredo in località "a Salgastrina", al censo annuo di 2
staia di vino "brascato"
Notaio: [Franceso del fu "ser" Federico da Coredo]
[Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 210 x 155 (145), a tergo note di contenuto. Regesti allegati: del sec. XX
22 b. 1
Locazione
1370 settembre 29, Castel Cles
27
Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria della pieve di Coredo dà in locazione per un anno, a partire della
prossima festa di S. Michele, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Calcadizzi, al censo di 1
moggio di frumento
Notaio: Bartolomeo detto "Thorus" di "ser" Pietro da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 130 x 175, a tergo note archivistiche e di contenuto
23 b. 1
Locazione
1371 ottobre17, Coredo
Il "dominus" Odorico pievano e "rector" della chesa di S. Maria di Coredo e "Tedultus" del fu Dolzano da Coredo, sindico della
comunità di Coredo, ciascuno per la parte a sé spettante, danno in locazione per 5 anni a "Sicherius" del fu Varimberto da Coredo ed
alla moglie, la "domina" Dina, una casa in muratura e legno "cum una curia et orto" adiacenti, sita nelle pertinenze di Coredo in
località "a Castello", ed un appezzamento di terra arativa "clusuliva" (1), sita in dette pertinenze in località "a Sonigo", al censo
annuo di 4 moggi di frumento
Notaio: Notaio: Desiderato di "ser" Francesco del fu "ser" Desiderato da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 202 x 135 (125), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Si suppone il significato di recintata
24 b. 1
Affidamento di incarico
1372 maggio 22 (con inserto del 7 maggio 1372), Trento - Coredo
25. a Lettera di incarico, 1372 maggio 7, Trento
Il "frater" Bartolomeo da Padova, abate dell'abbazia di Trento e vicario generale "in spiritualibus", incarica Bartolomeo di "ser"
Stefano Vender, il "dominus" "Perçacinus", "Passius" del fu Nicola Fanti e Benvenuto del fu "Robinus", tutti da Smarano, di definire
le proprietà ed i beni sui quali grava in perpetuo l'obbligo di pagare le decime alla chiesa di Coredo
25. b Presentazione di lettera, 1372 maggio 22, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, presenta a Bartolomeo di "ser" Stefano Vender, al
"dominus" "Perçacinus", a "Passius" del fu Nicola Fanti e a Benvenuto del fu "Robinus", tutti da Smarano, una lettera (1) in cui
"frater" Bartolomeo da Padova, abate dell'abbazia di Trento e vicario generale "in spiritualibus", li incarica di definire le proprietà ed
i beni sui quali grava in perpetuo l'obbligo di pagare le decime alla chiesa di Coredo
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 512 x 212, a tergo note di contenuto. Trascrizione allegata: del sec. XX
Note
(1) Cfr. il regesto 25. a
25 b. 1
Designazione di decime
1372 maggio 30, Smarano
28
Bartolomeo del fu "ser" Stefano Vender, "Perchalcinus" del fu Giovanni, "Paxius" del fu Nicola , Benvenuto del fu "Rubinus", tutti
da Smarano, su commissione del "doctor" Bartolomeo, abate dell'abbazia di Trento e vicario generale "in spiritualibus", contenuta
nell'instrumento rogato per mano del notaio "ser" Francesco da Coredo, e ad istanza del pievano della chiesa di S. Maria di Coredo,
designano le proprietà ed i beni sui quali grava in perpetuo l'obbligo di pagare le decime alla chiesa di Coredo "aut eius rectoribus seu
curatoribus".
Notaio: Notaio: "Paxius" del fu Pietro da Smarano (1)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 678 x 315 (280), a tergo note di contenuto
Note
(1) Con autentica del cancelliere arcivescovile in data 12 dicembre 1708
26 b. 1
Compravendita
1374 aprile 17, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, vende a Verder detto "Percuçinus" del fu Giovanni del
fu Alessio da Smarano un appezzamento di terra vignata, sito nelle pertinenze di Coredo in località "a Salgastrina", al prezzo di 100
lire di piccoli veronesi
Notaio: Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 285 x 258 (240), a tergo note archivistiche e di contenuto
27 b. 1
Compravendita
1375 luglio 22, "in vila A(r)çesi" della pieve di S. Lorenzo
La "domina" Marina del fu "Propolinus" di "A[r]çessio", moglie di Giovanni di Marino da Caldes vende al "magister" "Zanetus",
figlio del "magister" Giovanni della pieve di Mazzo in Valtellina, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Seru[...]
in località "su a Suca" ed uno prativo, sito nelle stesse pertinenze in località "a Tran", per il prezzo di 33 lire e 1/2 di denari meranesi
Notaio: Antonio del fu "ser" Bertoldo Bregantini da Fondo
Originale [A] tratto dal protocollo del fu "[...]çelotus" del fu Francesco da Fondo (1), atto notarile; latino
pergamena, mm 240 x 180, a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Per autorità concessa dal "dominus" Tommaso, notaio da Dambel
28 b. 1
Permuta
1376 dicembre 13, Coredo
Il "dominus" Odorico pievano della pieve di Coredo, chiesto consiglio ai "iurati" della chiesa e a tutti gli altri abitanti della villa di
Coredo, permuta con la "domina" Sofia moglie del fu "Paxus" Dalla Torre da Coredo un appezzamento di terra arativa, sito nelle
pertinenze di Coredo in località Pradaz (1), ricevendone in cambio un altro sito nelle stesse pertinenze in località Orido
Notaio: Desiderato del fu "ser" Francesco da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 200 x 144 (135), a tergo note di contenuto
Note
29
(1) Su questo terreno la defunta Benvenuta moglie di Corrado del fu "ser" "Paxus" Dalla Torre da Coredo aveva assicurato un'
elemosina di 4 grossi da versare annualmente al pievano per la celebrazione dell'anniversario della sua morte
29 b. 1
Locazione perpetua
1376 dicembre 13, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 29, alla
"domina" Sophia moglie del fu "Paxus" Dalla Torre da Coredo un appezzamento di terra arativa, sita nelle pertinenze di Coredo in
località Orido, al censo annuo di 4 grossi, in ragione di 22 denari per ogni grosso
Notaio: Desiderato del fu "ser" Francesco da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 205 (194) x 146 (135), a tergo note di contenuto
30 b. 1
Locazione
1378 febbraio 25, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a "Percaçinus" del fu Giovanni da
Coredo un appezzamento di terra vignata, sita nelle pertinenze di Coredo in luogo detto "a Salgastrina", al censo annuo della metà del
vino prodotto
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 204 (142) x 160 (130), a tergo note di contenuto
31 b.1
Locazione
1379 aprile 3, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano,"rector" e "maior" e pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a
"Sicherius" del fu Varimberto "Zufate" da Coredo, una casa in muratura e legno con un orto antistante ed un casale, sito nelle
pertinenze di Coredo in località "a Castel", ed un appezzamento di terra arativa in località "a Sonigo", al censo annuo di 4 moggi di
frumento
Notaio: Desiderato di "ser" Francesco da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 285 (200) x 255 (55), a tergo note archivistiche e di contenuto
32 b. 1
Locazione
1379 aprile 3, Coredo
Il "dominus" Odoricus, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a Nicola detto "Maçonus"
del fu Enrico da Coredo 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Pravalier, il secondo in
località Apena, il terzo in località Segn, al censo annuo di 5 moggi di frumento
Notaio: Desiderato di "ser" Francesco da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 285 x 142 (103), a tergo note archivistiche e di contenuto
30
33 b. 1
Locazione
1380 settembre 12, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a "Geblinus" del fu "Robinus" da
Smarano un appezzamento di terra vignata, sita nelle pertinenze di Coredo in località "a Salgastrina" (1)
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 192 x 147, a tergo note di contenuto
Note
(1) Il notaio omette di segnalare l'ammontare del censo
34
b. 1
Permuta
1383 marzo 25, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, "cum consiglio" del sindico della comunità e dei "iurati"
della chiesa permuta con Francesco del fu Pietro da Coredo un appezzamento di terra arativa (1), sito nelle pertinenze di Coredo in
località "in Larno", ricevendone in cambio uno sito nelle stesse pertinenze in località "sub Doso Se[......]"
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 148 x 235 (205), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Il fondo era stato precedentemente lasciato alla chiesa di S. Maria da Bartolomeo del fu Francesco "S[u]olan(i)s" per garantire la
commemorazione in perpetuo del suo anniversario di morte (come consta nel testamento rogato dal "ser" Giovanni notaio da Tuenno)
35
b. 1
Cessione di immobili
1385 aprile 25, Mollaro
La "domina" Maria del fu Francesco detto Fran[...], moglie di Giovanni del fu Bardo da Priò "ad remisionem anime sue at animarum
suorum mortuorum", cede al "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, i propri diritti su una casa in muratura e
legno "cum curia et orto" e su un appezzamento di terra arativa e "casaliva" (1) annesso a quest'ultima
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 153 (130) x 247 (152), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Si suppone il significato di edificabile
36 b. 1
Locazione
1385 maggio 3, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 20 anni ad Antonio del fu Federico da Sfruz,
abitante a Smarano, e a Federico del fu Corrado da Sfruz tutte le decime ed i diritti ad esse connessi, posseduti dalla chiesa di Coredo
nel paese di Smarano e nelle sue pertinenze, al censo annuo di 11 moggi di cereali
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
31
pergamena, mm 197 x 200 (130), a tergo note di contenuto
37 b. 1
Locazione
1385 agosto 7, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo dà in locazione per 10 anni a Giovanni di Carolino da Coredo 2
appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "a Tegrino", il secondo in località "in Quareso", al
censo annuo di 3 staia di frumento e di 2 grossi, in ragione di 22 denari per ogni grosso
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 210 (195) x 165 (160), a tergo note di contenuto
38 b. 1
Locazione
1385 novembre 5, Coredo
Il "dominus" Odorico, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 5 anni, a partire dalla prossima festa di S.
Michele, a Nicola detto "Maçonus" del fu Enrico da Coredo 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo
in località Ciavassoz, il secondo in località "a San(agra)", al censo annuo di 9 staia di frumento
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 190 x 203, a tergo note di contenuto
39 b. 1
Locazione
1386 gennaio 25, Coredo
Il "dominus"Odorico, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a Gettino fabbro del fu Federico fabbro
da Smarano e a Francesco detto "Muschus" del fu Giacomo "Ambolus" da Tres, un appezzamento di terra prativa posseduta "in
diviso" con con la chiesa di S. Maria di Smarano, sita nelle pertinenze di Coredo e Smarano in località "in Pra del Bo", al censo
annuo di 32 grossi, in ragione di 22 denari per ogni grosso
Notaio: Francesco del fu "ser" Federico da Coredo
Originale [A] (1), atto notarile; latino
pergamena, mm 208 x 163 (150), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Il documento presenta tagli che ne annullano la validità
40 b. 1
Consacrazione e concessione di indulgenza
1401 [giugno] 5, Coredo
Vitale vescovo suffraganeo e vicario 'in pontificalibus' di Giorgio di Lichtenstein, vescovo di Trento, dedica e consacra gli altari di S.
Andrea apostolo e S. Antonio abate e confessore, eretti nella chiesa di S. Maria di Coredo, nei quali rinchiude il Ss. Sacramento, le
reliquie di S. Antonio abate, S. Caio e S. Giorgio martiri e dei Ss. Innocenti, e concede un indulgenza di 40 giorni per autorità del
vescovo di Trento, e di altri 40 giorni per propria autorità ai penitenti che visiteranno la chiesa e verseranno le elemosine nella terza
domenica di Quadragesima, in cui è fissato l'anniversario della consacrazione dell'altare
Notaio: Teodorico di Giovanni detto "Linterbergus"
32
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 305 x 268, con plica inferiore di mm 37, SPC, a tergo note di contenuto
41 b. 1
Locazione
1406 ottobre 21, Coredo
Il "dominus" Giacomo del fu Benvenuto da Dambel, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 20 anni a Pietro
del fu Nicola "Rubeus" da Coredo, 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo ed il secondo in località
Clergia, il terzo in località "ala Penia", al censo annuo di 18 quarte di frumento ed 11 staia di segale
Notaio: Simone del fu "ser" Federico "de Balestrinis" da Tres
Originale [A], atto notarile
pergamena, mm 245 x 182, a tergo note archivistiche
42 b. 1
Compravendita
1422 novembre 12, Coredo
Enrico detto "Mazuzalus" del "ser" Nicola detto "Mazoy" da Coredo vende al "ser" Enrico del fu Valentino da Coredo, agente in
qualità di sindico, "iuratus" e "pastor" della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo e della fabbrica dell'altare maggiore di S.
Antonio edificato e consacrato nella stessa chiesa, una casa in muratura e legno "cum curia et orto", sita a Coredo in località
Pravalier, al prezzo di 30 lire di denari meranesi. La "domina" Caterina moglie del venditore e figlia del fu "Branedus" da Tavon e la
"domina" Domenica sua nipote e figlia di Giovanni Bott da Malosco rinunciano a i propri diritti dotali su detta casa
Notaio: Tommasino del fu "ser" Avancio da Vervò
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 420 (270) x 177 (149), a tergo note archivistiche e di contenuto
43 b. 1
Lettera - designazione di beni
1423 maggio 16 (con inserto del 6 maggio 1423), Trento - Coredo
43. a Lettera, 1423 maggio 6, Trento
Il "dominus" Guglielmo "Gallez", canonico del capitolo di Trento e vicario generale 'in spiritualibus' della chiesa di Trento, in
seguito ai lamenti inoltrati da Enrico, pievano di Coredo, in merito al mancato rispetto dei diritti spettanti della chiesa di S. Maria di
Coredo, riguardo in particolare al pagamento di fitti e decime da tempo immemorabile spettanti alla suddetta chiesa, affida al
"dominus" Valentino de [...], abitante a Coredo, vicario della pieve di Coredo, l'incarico di far "designare, manifestare, dicere et
declarare" da alcuni uomini "antiquos, probos et expertos" di Coredo e "districtus", le terre, i fitti, le decime di ragione della pieve di
Coredo
43. b Designazione di beni, 1423 maggio 16, Coredo
Enrico del fu "Carapana", Antonio detto "Cazafogn", "ser" "Avancinus" del fu Corradino, Guglielmo, Francesco "Matusus", Nicola
detto "Boianus" e "ser" Antonio del fu "ser" Pietro, uomini "antiquos, probos et expertos" di Coredo e "districtus", in vigore della
lettera del "dominus" Guglielmo "Gallez", vicario generale 'in spiritualibus' della chiesa di Trento, indirizzata al "dominus" Valentino
de [...], abitante a Coredo, vicario della pieve di Coredo (1), dopo aver prestato debito giuramento, "dicunt et designant" le terre, i
fitti, le decime di ragione della pieve di Coredo
33
Notaio: Tommasino del fu "ser" "Avancius" da Vervò
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 1760 (165) x 410 (90) (2), a tergo note di contenuto. Regesto allegato: del sec. XX
Note
(1) Cfr. il regesto n. 43. a
(2) Il documento è scritto su 4 pergamene legate insieme
44 b. 1
Adempimento di legato
1439 aprile 26, Coredo
Rizzardo del fu "Rizolinus" da Coredo, erede del fu Giacomo del fu "Zoanelis" da Coredo, in virtù di un legato lasciato da
quest'ultimo alla chiesa di S. Maria di Coredo, consegna a Giacomo figlio di Benvenuto da Dambel, pievano della suddetta chiesa, un
campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località "zol Ren"
Notaio: Michele del fu "ser" Bertone da Tavon
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 185 (160) x 148 (80), a tergo note archivistiche e di contenuto
45 b. 1
Lettera di investitura e conferimento di parrocchia
1446 aprile 6 (con inserto del 26 marzo1446), Brescia - Caleppio (BS)
45. a Lettera di investitura, 1446 marzo 26, Brescia
Il "dux, marchio, comes" Pietro del Monte, vescovo di Brescia, investe Cristoforo da Caleppio della chiesa madre di S. Michele di
Calino, vacante dopo la rinuncia di Giovanni da Calino, e la chiesa di S. Martino "sine cura" di Cazzago
45. b Conferimento di parrocchia, 1446 aprile 6, Caleppio (BS)
Il "dominus" Guglielmo di Stefano da Cremona, preposito della chiesa di S. Maria di Roado, diocesi di Brescia, in vigore dalla lettera
di investitura emessa da Pietro del Monte, vescovo di Brescia (1), conferisce a Cristoforo da Caleppio la chiesa madre di S. Michele
da Calino, vacante dopo la rinuncia di Giovanni di Calino, e la chiesa di S. Martino "sine cura" di Cazzago
Notaio: "Commus" del fu "Retinus" da Roado
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 607 x 180 (155), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Cfr. il regesto n. 45. a
46 b. 1
Permuta
1459 marzo 12, Coredo
Marino del fu Giovanni da Coredo permuta con Giacomo del fu "ser" Benvenuto da Dambel, pievano della chiesa parrocchiale di S.
Maria di Coredo, 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Ort, il secondo in località "sule
Lesine", ricevendo in cambio una casa in muratura e legno "cum agro contiguo", sita nelle pertinenze di Coredo in località "a Castel",
sul quale viene pagata la decima alla chiesa di S. Maria
Notaio: Michele del fu "ser" Bertone da Tavon
34
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 439 x 152, a tergo note di contenuto
47 b. 1
Locazione
1459 maggio 20, Coredo
Il "dominus" Giacomo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo dà in locazione a Francesco del fu "ser" Antonio "Rubeus" 4
appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo ed il secondo in località Berbul, "de supra via", il terzo in
località Vana, il quarto in località Berbul, "de sot la via", al censo annuo di 18 "stariola" (1) di segale
Notaio: Michel del fu "ser" Bertone da Tavon
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 365 (350) x 117, a tergo note di contenuto. Regesti allegati: del sec. XX
Note
(1) "Stariola" = misura di capacità forse corrispondente allo staio, o ad un'unità minore a quest'ultimo
48 b. 1
Locazione
1459 maggio 20, Coredo
Il "dominus" Giacomo, pievano della pieve della Beata Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a Tommaso "Capriolus" da
Sfruz due appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Sfruz, il primo in località "in Tranana", il secondo in località "in
Campidonegi", al censo annuo di 1 moggio di segale
Notaio: Michele del fu "ser" Bertone da Tavon
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 300 (225) x 137 (125), a tergo note di contenuto. Regesti allegati: del XX sec.
49
b. 1
Locazione
1459 maggio 20, Coredo
Il "dominus" Giacomo, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione a Silvestro figlio di Franceschino da Coredo 3
appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo ed il secondo con i diritti di decima, in località "sot Layaren", il
terzo in località "Selobi", al censuo annuo di 12 staia di frumento
Notaio: Michele del fu "ser" Bertone da Tavon
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 363 x 108, a tergo note di contenuto. Regesti allegati: del sec. XX.
50 b. 1
Locazione (1)
1459 maggio 20, Coredo
Il "dominus" Giacomo, pievano della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione a Giovanni Manfredi da Coredo, 2 appezzamenti
di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Berbul e il secondo in località Ronci, al censo annuo di 6 "stariola"
di [cereali] (2)(3)
Notaio: [Michele] del fu "ser" Bertone da Tavon
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 197 x 135, a tergo note di contenuto
35
Note
(1) Il documento presenta dei tagli che ne annullano la validità
(2) "Stariola" = misura di capacità forse corrispondente allo staio, o ad un'unità minore a quest'ultimo
(3) La rifilatura della pergamena nel mg. sin. impedisce la lettura integrale del documento
51
b. 2
Locazione perpetua
1467 dicembre 29, Coredo
Il "dominus" Cristoforo, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 29 anni, a
"Bolfchanus" del fu Giovanni "Lothemann" abitante sul monte di Senale, nella contrada di "Canalli" la metà di un maso da lui
pesseduto "in divisso" con Cristina, moglie del fu Nicola del castello di Malosco, sito nelle pertinenze dello stesso monte in località
"a Chavazillo", al censo annuo di 8 lire e 6 grossi carantani di denari meranesi
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 262 x 210, a tergo note di contenuto
52 b. 2
Permuta
1468 luglio 26, Coredo
Il "dominus" Cristoforo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, permuta con Pietro del fu [...] (1) "de Polessis" da Sfruz, agente
a nome del padre nonché in qualità di legittimo amministratore e procuratore di Leonardo detto "Bardinellus" del fu Pietro "Usepus"
da Coredo, 3 appezzamenti di terra arativa, il primo ed il secondo siti nelle pertinenze di Sfruz rispettivamente in località "in
Tranana" e in località "in Donech", il terzo nelle pertinenze di Taio in località Agnole, e riceve in cambio 2 appezzamenti di terra
arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Segn, il secondo in località Mes
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico
Originale [A], atto notarile; volgare
pergamena, mm 457 x 215, a tergo note di contenuto
Note
(1) Il notaio lascia uno spazio bianco
53 b. 2
Locazione
1468 settembre 24, Coredo
Il "dominus" Cristoforo del fu "ser" Tommaso da Caleppio, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione perpetua,
rinnovabile ogni 19 anni, ad Antonio del fu Cristano della località Ciamazzori presso Rumo un maso "cum domo una, curia, cassale,
orto et una pecia terre prative sive broylo", sito nelle pertinenze di Rumo in località Ciamazzori, posseduto "in diviso" con lo stesso
Antonio detto "Camazor", e tutti gli altri appezzamenti di terra arativa, prativa e boschiva, colta ed incolta, di ragione di detta chiesa
e siti nella valle di Rumo e nelle sua pertinenze, al censo annuo di 4 moggi di segale ed 1 "parassidis" (1) piena di strutto, del valore
di 6 grossi di denari meranesi
Notaio: Federico del fu "ser" Viaviano "de Balestrinis" notaio da Vasio
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 530 x 167 (143), a tergo note di contenuto
Note
(1) Per "parassidis" si suppone il significato di ciotola, scodella
36
54 b. 2
Transazione
1470 giugno 9, [Trento]
Il vescovo di Trento Giovanni Hinderbach, da una parte, e i nobili "ser" Antonio da Mollaro, suo figlio Leonardo, quest'ultimo agente
anche in nome della moglie Lucia, figlia del "ser" Berto da Denno, dall'altra, giungono ad un accordo in merito all'attribuzione di un
legato costituito di 2 prati, l'uno sito nelle pertinenze di Coredo e adiacente alla piazza, e l'altro sotto il paese, lasciato dal fu
"dominus" Antonio da Coredo per la celebrazione in perpetuo del suo anniversario di morte. Viene stabilito che al vescovo vada il
prato adiacente alla piazza, a condizione che versi in perpetuo 6 marche di denari al parroco di Coredo per garantire il mantenimento
di un cappellano che celebri in perpetuo una messa all'anno per l'anima del testatore. Agli eredi Antonio e Leonardo andrà invece il
prato sotto il paese, a patto che facciano celebrare in perpetuo la messa per l'anniversario della morte del fu Antonio
Notaio: Giovanni del fu Odorico notaio da Brez
Originale [A] tratto dal protocollo del notaio Odorico da Brez (1), atto notarile; latino
pergamena, mm 400 (350) x 172 (143), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Per autorità concessa dal "dominus" Giovanni Pietro "de Gandinis" da Brescia
55 b. 2
Locazione
1471 luglio 3, Coredo
Il "dominus" Cristoforo, pievano e "rector" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni ai fratelli
Antonio e Cristoforo, figli di Francesco detto "Mastrotus" da Coredo, 5 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo:
il primo in località "ala Calonga vecla" o "sot el Dos de S. Maria" ossia "ala Pontara" con una "nugara"(1) e altri alberi da frutto e
non da frutto, con una "murogia fracta" (2), che un tempo era la canonica, il secondo ed il terzo siti nello stesso luogo sotto la casa di
"Mastrotus", il quarto in località Non, il quinto in località "a Pradel", al censo annuo di 18 quarte di frumento e 10 di segale
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 472 x 112 (98), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) "Nugara" = noce (pianta), legno di noce (Quaresima, pg. 284)
(2) "Murogia fracta" = casolare con muri cadenti (Quaresima, pg. 277)
56
b. 2
Locazione
1472 gennaio 12, Coredo
Il "dominus" Cristoforo, "pievano e "rector" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni ad Antonio
del fu Pietro "Rubeus" da Coredo i seguenti terreni siti nelle pertinenze di Coredo: un prato in località Zibi, un appezzamento di terra
arativa in località "a Ridavena" e tre campi rispettivamente nelle località Plana, Clergia e Sora Vana, al censo annuo di 9 staia di
cereali, eccetto il primo anno in cui dovrà versarne 14 staia
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 390 (345) x 118 (62), a tergo note di contenuto
57 b. 2
37
Locazione
1472 gennaio 20, Coredo
Il "dominus" Cristoforo, pievano, "rector et gubernator"della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni
ad Antonio del fu Pietro "Rubeus" da Coredo, un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località Zibi e 4 appezzamenti di terra
arativa, siti nelle stesse pertinenze, il primo in località "Ridavena", il secondo in località Plana, il terzo in località Clergia, il quarto in
località Sora Vana, ad un censo del valore di 6 staia di cereali, fatta eccezione per il primo anno in cui dovrà versare 8 staia
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 450 X 155 (110), a tergo note archivistiche e di contenuto
58
b. 2
Locazione
1472 luglio 2, Coredo
Il "dominus" Cristoforo, pievano, "rector et gubernator" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni
ad Antonio del fu [...] (1) detto "(Daylanus") da Coredo due appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, in località
"in Tamanon", al censo annuo di 7 staia di frumento
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 362 (330) x 140 (125), a tergo note archivistiche e di contenuto. Regesti allegati: del sec. XX
Note
(1) Il notaio lascia uno spazio bianco
59 b. 2
Locazione
1472 luglio 2, Coredo
Il "dominus" Cristoforo, pievano, "rector et gubernator" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a
Bartolomeo del fu Giovanni da [Core]do, 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "for a
Planalez", il secondo in località Apena, il terzo nella stessa località "super viam", al censo annuo di 8 staia di cereali
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 420 x 135, a tergo note di contenuto
60 b. 2
Locazione
1472 luglio 2, Coredo
Il "dominus" Cristoforo, pievano, "rector et gubernator" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni
ad "Amantinus", agente in qualità di figlio e "nuncius" di Giovanni Lan [...] da Coredo, un appezzamento di terra arativa, sito nelle
pertinenze di Coredo in località Luzara, al censo annuo di 3 staia di frumento
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 230 x 190 (173), a tergo note di contenuto
61 b. 2
Permuta
38
1473 luglio 3, Smarano
Il "dominus" Cristoforo, pievano e "rector" della chiesa di S. Maria di Coredo, permuta con il "dominus" Enrico da Taio, pievano e
"rector" della chiesa di S. Maria di Smarano, un appezzamento di terra arativa, sita nelle pertinenze di Smarano in località Mur e 4
prati siti nelle pertinenze di Coredo, Smarano e Sfruz, il primo in località "al Lago de mezo", il secondo sul monte, il terzo in località
"in Pradal", il quarto in località Pra del Stabel, ricevendone in cambio 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di
Smarano, il primo in località Tor e stimato per la semina di 6 moggi di sementi, il secondo in localtà Pozzi
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 600 x 178, a tergo note archivistiche e di contenuto
62 b. 2
Lettera - Sentenza arbitrale e permuta
1474 maggio 4 (con inserto del 18 aprile 1474), Trento - Coredo
62. a Lettera, 1474 aprile 18, Trento
Il vescovo di Trento Giovanni Hinderbach porta a conoscenza i pievani e curati della diocesi della controversia sorta fra il pievano di
Coredo, da una parte, e Corradino Zanolli da Coredo, dall'altra, in merito alla proprietà di una parte del prato della canonica, sita in
località "a Sonigo" e, a parere del pievano, indebitamente detenuta dal suddetto Corradino, a nome del suocero Silvestro Zanolli. Il
suddetto Corradino, entro 9 giorni dal ricevimento della presente lettera, dovrà restituire al pievano la porzione di campo, oppure, se
vorrà esporre le sue ragioni, dovrà presentarsi a Trento entro il suddetto termine. Il vescovo incarica il capitano Antonio di Nanno, di
porsi quale mediatore ed arbitro della controversia
62. b Sentenza arbitrale e permuta, 1474 maggio 4, Coredo
Antonio di Nanno, capitano in castel Coredo, agente in nome del vescovo di Trento Giovanni Hinderbach (1), dirime una
controversia sorta fra il pievano di Coredo, da una parte, e Corradino Zanolli da Coredo, dall'altra, in merito alla proprietà di una
parte del prato della canonica, sito in località "a Sonigo" e, a parere del pievano, indebitamente detenuta dal suddetto Corradino, a
nome del suocero Silvestro Zanolli (1). Insieme agli altri arbitri prescelti per la soluzione della controversia, e cioé a Leonardo da
Mollaro e Giovanni "Bertrusus" da Coredo, il capitano Antonio di Nanno stabilisce che Corradino restituisca al pievano la suddetta
porzione di prato e gli ceda un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "a Tanaseg". Il pievano darà
invece a Corradino 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "a Mana", il secondo in località
Pravalier, il terzo in località Auren
Notaio: "Galiaz" del "dominus" Antonio da Mollaro
Originale [A] (2), atto notarile; latino
pergamena, mm 876 x 150, a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Cfr. il regesto n. 62 a
(2) Il documento è scritto su due pergamene cucite insieme
63 b. 2
Locazione
1476 giugno 8, Coredo
Il "dominus" Cristoforo, pievano, "rector et gubernator" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a
Conradino del fu Bartolomeo "Avancinus" da Coredo un appezzamento di terra arativa, sita nelle pertinenze di Coredo in località "in
Quares", al censo annuo di 6 quarte di frumento
39
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 202 x 162, a tergo note archivistiche e di contenuto
64 b. 2
Locazione
1476 luglio 19, Coredo
Il "dominus" Cristoforo, pievano e "rector" della chiesa parrocchiale di Coredo, dà in locazione a partire dalla prossima festa di S.
Michele e per la durata di 5 anni ad Antonio detto "Mazonus" del fu Milano da Tavon, un appezzamento di terra arativa, sito nelle
pertinenze di Tavon in località Lac, nonché tutte le decime ed i diritti ad esse connessi, di ragione della stessa chiesa, al censo annuo
di 3 staia di cereali
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 227 (200) x 158 (105), a tergo note di contenuto
65 b. 2
Locazione
1478 dicembre 30, Coredo
Il "dominus" Cristoforo da Caleppio, pievano e "rector" della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione per 10 anni a Pietro del fu
Francesco detto "Blanch" da Coredo 6 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, al censo annuo di 5 staia di
cereali
Notaio: Nicola del fu "ser" Federico da Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 280 x 113, a tergo note archivistiche e di contenuto
66 b. 2
Transazione
1483 settembre 24, Coredo
Il "dominus" "miles" Simeone Thun, signore di castel Bragher, da una parte, ed il "dominus" Enrico da Tavon pievano della pieve di
S. Maria di Smarano e vicario nella pieve di S. Maria di Coredo, agente in nome del "dominus" Giacomo "de Cipris", canonico del
capitolo di Trento e pievano della pieve di S. Maria di Coredo, insieme al "dominus" Filippo da Cremona, vicario nella pieve di S.
Vittoria di Taio, "procurator" del pievano, dall'altra, si accordano in merito ai diritti di decima su alcuni appezzamenti di terra siti
nelle pertinenze di Coredo. Viene stabilito che alla chiesa di S. Maria di Coredo spetti la quarta parte delle suddette decime e dei
diritti ad esse connessi, ed in particolare: la decima su un appezzamento di terra vignata, sito nelle pertinenze di Coredo in località
"ala Volta" di proprietà di Leonardo del fu Giovanni Manfredi da Coredo; la decima su un appezzamento di terra vignata, sita nelle
pertinenze di Coredo in località "ale Fase" un tempo proprietà del "dominus" Antonio da Coredo ed ora del "dominus" Simeone
Thun; la decima su un appezzamento di terra vignata, sito nelle pertinenze di Coredo in località Fasse di proprietà di Corradino del fu
"Avancinus" da Coredo. La decima su tutte le terre vignate, site nelle pertinenze di Coredo fino al "Fossatum magnum" verso la villa
di Dermulo, spetta per la quarta parte alla chiesa di Coredo; oltre il "Fossatum magnum" la metà delle decime spetta alla chiesa e
l'altra metà ovvero la decima "maior" a Simeone Thun
Notaio: Antonio "Valdecher" del fu "ser" Francesco "Valdecher" da Tavon
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 470 x 230, a tergo note archivistiche e di contenuto
40
67 b. 2
Locazione
1491 maggio 13, Coredo
Federico del fu Anselmo da Coredo, agente in qualità di massaro della scuola o confraternita [di S. Silvestro] di Coredo, e Michele di
Antonio Zanni da Coredo, agente anche a nome di Cristoforo, suo fratello, anch'egli massaro della fraternita, danno in locazione per
5 anni a Silvestro del fu Giovanni da Coredo, agente anche in nome del fratello "Avanzinus", un appezzamento di terra arativa, sita
nelle pertinenze di Coredo in località Cialver, al censo annuo di 5 staia di frumento
Notaio: Alessandro del fu Francesco Compagnoni da Tuenno (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A] tratto dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 373 x 155, a tergo note di contenuto
68 b. 2
Locazione perpetua
1499 settembre 14, Coredo
Il "dominus" Pietro Manincor da Casez, "vicarius, rector et gubernator" della pieve di S. Maria di Coredo, dà in locazione perpetua,
rinnovabile ogni 29 anni, a "Bolfchanus" del fu Giovanni "Lochman" originario della "contrata" di "Canale", sulla montagna di
Senale, la metà di un maso "cum capulo, pasculo et herbatico", posseduto "in diviso" con il "dominus" Nicola, notaio da Sarnonico
ed i suoi fratelli, e la metà di proprietà della stessa chiesa di S. Maria di Coredo, al censo annuo di 8 lire e 6 grossi di denari meranesi
Notaio: Alessandro del fu Francesco Compagnoni da Tuenno (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A] tratto dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 593 (568) x 185 (75), a tergo note di contenuto
69 b. 2
Compravendita
1513 marzo 29, Coredo
Bartolomeo del fu Corradino da Coredo vende a Donato Papa e ad Antonio Berti entrambi da Coredo, agenti in qualità di "iurati"
della scuola o confraternita di S. Silvestro di Coredo, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "zo
in Calun", al prezzo di 9 denari meranesi
Notaio: Antonio del fu "ser" Silvestro Gatti da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 375 (355) x 140, a tergo note di contenuto. Trascrizione allegata: del sec. XX
70 b. 2
Transazione
1521 aprile 7, Coredo
Giovanni del fu "ser" Biagio, Giovanni di Giorgio Marinconz, Antonio del fu Baldassarre Moncher e Francesco di Giorgio "de
Stornis" da Coredo, agenti in qualità di giurati e regolani della villa di Coredo, da una parte, e Simone, Antonio e Melchiorre, fratelli
e figli del fu Giovanni Caldana da Coredo, dall'altra, giungono ad un accordo in merito ai diritti su una sentiero annesso ad un pezzo
di terra prativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Zibi, venduto dagli stessi regolani ai suddetti Simone, Antonio e
Melchiorre, al prezzo di 4 marche e 4 lire di denari meranesi (1): ai vicini di Coredo, viene concesso di transitare sul sentiero annesso
al prato ma senza buoi a meno che non abbiano l'autorizzazione dei proprietari del fondo
Notaio: Antonio del fu "ser" Silvestro Gatti da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 365 (175) x 177 (150), a tergo note archivistiche e di contenuto
41
Note
(1) Come consta nel contratto di compravendita rogato dallo stesso notaio Antonio del fu "ser" Silvestro Gatti da Coredo
71 b. 2
Locazione perpetua
1535 gennaio 26, Coredo
Il "dominus" Andrea "de Desideratis" da Coredo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo dà in locazione perpetua, rinnovabile
ogni 19 anni, a Giacomo del fu Matteo Borz da Tavon, carpentiere, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Tavon
in località Lac stimato per la semina di 3 staia di sementi, la decima su 2 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Tavon
in località Lac, il primo di proprietà dello stesso Giacomo e stimato per la semina di 5 staia di sementi, il secondo di proprità degli
eredi del fu Pietro "Chasela" da Sanzeno e stimato per la semina di 2 staia di sementi, ed infine tutti gli appezzamenti di terra siti in
dette pertinenze, che pagano la decima alla chiesa di S. Maria di Coredo. Il locatario pagherà al concedente un censo annuo di 3 staia
di frumento.
Notaio: Antonio del fu "ser" Silvestro Gatti da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 373 x 216, a tergo note di contenuto
72 b. 2
Locazione perpetua
1539 dicembre 10, Coredo
Il "dominus" Andrea "de Dessideratis" da Coredo pievano di Coredo e "altarista" in S. Vigilio a Trento, dà in locazione perpetua,
rinnovabile ogni 19 anni, ad Antonio del fu Domenico Rizzardi da Coredo un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di
Coredo in località Vaiaren, al censo annuo di 3 staia di frumento
Notaio: Serafino del fu Giacomo "de Bessenelis" da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 572 x 185, a tergo note archivistiche e di contenuto
73 b. 2
Locazione perpetua
1543 aprile 11, Trento
Il "dominus Andrea del fu Gabriele "de Desideratis" da Coredo, pievano della pieve di Coredo e "altarista" in S. Vigilio a Trento, dà
in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, ad Antonio Papa da Coredo un appezzamento di terra arativa e prativa, sito nelle
pertinenze di Coredo in località "zo al rì da Varna", al censo annuo di 3 staia di frumento
Notaio: Giacomo del fu "dominus" Serafino "de Besenellis" notaio da Coredo
Originale [A] tratto dal protocollo del "dominus" Guariento notaio da Rallo (1), atto notarile; latino
pergamena, mm 665 x 195 (164), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Per autorità concessa dal "dominus" Zaccaria Caiani, assessore delle valli di Non e Sole
74 b. 2
"Capitulum regule Smarani sive montanee factum super regula magna cum consillio omnium vicinorum
congregatorum" (1)
1544 maggio 13, Smarano
42
Giorgio Crivelli da Pergine, capitano a castel Bragher, rappresentante dei "domini" Thun, regolani maggiori della montagna delle
comunità di Coredo, Smarano e Sfruz, insieme ad Antonio "Bersenillus" ed al "magister" Giacomo Zadra da Coredo, regolani di
Smarano, ed Giovanni Biasi regolano di Sfruz, radunato il consiglio dei vicini delle suddette comunità, stabiliscono, per ovviare al
malgoverno ed all'eccessivo sfruttamento del patrimonio boschivo della montagna, che a nessuno sia concesso tagliare "dase" (2) in
una quantità maggiore a 6 "pedes" per ogni carro (3)
Notaio: Giacomo del fu "dominus" Serafino de Besenellis da Coredo
Originale [A] tratto dal protocollo del "dominus" Guariento, notaio da Rallo (4), atto notarile; latino
pergamena, mm 390 x 145 (130), a tergo note di contenuto
Note
(1) L'intitolazione precede il testo del documento
(2) "Dasa" = frasche verdi di conifere (Quaresima, p. 133)
(3) Il piede è un unità di misura del legname
(4) Per autorità concessagli dal "dominus" Zaccaria Caiani, assessore delle valli di Non e Sole
75 b. 2
Rinnovo di locazione perpetua
1547 maggio 4, Castel Thun (Vigo di Ton)
Il "dominus" Sigismondo Thun "consiliarius regius", agente anche a nome dei suoi fratelli e nipoti, conferma a Melchiorre del fu
Guglielmo da Coredo, agente anche a nome dei fratelli Leonardo, Giovanni e Battista e a nome dei figli del fu Nicola suo fratello e
dei suoi nipoti, la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di un appezzamento di terra prativa ed "hortoliva" (1), sito nelle
pertinenze di Coredo in località Tor e di un vigneto con 12 filari di viti, in località Fasse, al censo annuo di 3 staia di avena da portare
a castel Bragher e di 1 staio di frumento da versare alla chiesa di S. Maria di Coredo, quale donazione dei signori di Thun per
illuminare il corpo di Gesù Cristo. La detta investitura fu precedentemente fatta dal "dominus" Bernardino Thun al padre di
Melchiorre, Guglielmo, come testimonia il documento "in lingua alemana" rogato nell'anno 1526
Notaio: Gregorio del fu Pietro Rolandini da Dambel (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A] tratta dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 582 x 182 (147), a tergo note di contenuto
Note
(1) Per "hortoliva" si suppone il significato di: con orto annesso
76 b. 2
Transazione
1549 ottobre 30, Trento
A seguito della controversia sorta fra Paolo Sicher da Coredo, agente in qualità di sindico della confraternita di S. Silvestro di
Coredo, agente anche a nome di Leonardo Zadra da Coredo, suo collega, da una parte, e Baldassarre di Antonio Moncher da Coredo
"procurator" del padre, dall'altra, in merito allo smarrimento di un libro della confraternita, imputato al suddetto Antonio, si giunge
alla seguente conciliazione: nel caso in cui Baldassarre riesca a dimostrare ai sindici della confraternita quali persone possiedano
indebitamente beni della stessa confraternita entro la festa di S. Martino, non verrà imposta nessuna penalità al suddetto Antonio. In
caso contrario quest'ultimo dovrà pagare alla confraternita i 25 ragnesi stabiliti dall'assessore delle valli di Non e Sole
Notaio: Giacomo Conci da Ossana
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, 362 (325) x 200 (177), a tergo note di contenuto
77 b. 2
43
Locazione perpetua
1550 agosto 8, Coredo
Il "dominus" Andrea "de Desideratis", pievano della chiesa parrocchiale di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19
anni, a Geremia Cicolini del fu Gottardo detto "Bon" da Smarano 5 appezzamenti di terra arativa siti nelle pertinenze di Smarano, ed
uno di terra prativa nelle stesse pertinenze, al censo annuo di 7 staia di segale e di 12 grossi di denari meranesi
Notaio: Antonio del fu "ser" Silvestro Gatti da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 396 (380) x 290, a tergo note di contenuto
78 b. 2
Locazione perpetua
1553 novembre 24, Coredo
Il "dominus" Giovanni Giacomo del fu Pellegrino Moggio da Cles, vicepievano, "rector et gubernator" della chiesa di S. Maria di
Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, a Federico del fu Donato Papa da Coredo, 2 appezzamenti di terra
arativa, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località "in Verdolai", il secondo in località Apena, al censo annuo di 2 staia di
frumento
Notaio: Michele del fu "dominus" Antonio da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 400 x 240 (220), a tergo note archivistiche e di contenuto
79 b. 2
Locazione perpetua
1556 maggio 17, Coredo
Il "dominus" Francesco del fu Peregrino Moggio da Cles, vicepievano [della pieve di S. Maria] di Coredo, agente in nome di Andrea
del fu Gabriele "de Desideratis" da Coredo, pievano di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, a "ser" Biagio del
fu "ser" Bartolomeo da Tavon i seguenti terreni e decime nelle pertinenze di Tavon: un appezzamento di terra arativa, in località Lac,
stimato per la semina di 3 staia di sementi; la decima su due appezzamenti di terra arativa siti nella stessa località, il primo stimato
per la semina di 5 staia di sementi, il secondo di 2 staia di sementi, ed infine tutti i terreni, siti nelle pertinenze di Tavon, che pagano
le decima alla chiesa di S. Maria di Coredo. Il locatario verserà al concedente un annuo censo di 3 staia di frumento
Notaio: [ Michele del fu "dominus" Antonio da Coredo]
(?) (1), atto notarile; latino
pergamena, 456 (410) x 237 (200), a tergo note di contenuto
Note
(1) La pergamena è mutila
80 b. 2
Consacrazione e concessione di indulgenza
1558 novembre 28, Coredo
Mariano "de Mano", suffraganeo pontificio e vicario 'in pontificalibus' del cardinale Cristoforo Madruzzo, vescovo di Trento e
Bressanone, dedica e consacra gli altari a S. Lorenzo martire e S. Maria Maddalena, eretti nella chiesa di S. Rocco di Coredo. Nel
primo rinchiude le reliquie dei santi Romedio, Francesco confessore, Libera ed altri, nel secondo le reliquie dei santi Martino
vescovo e confessore, Cristina e dei martiri anaunici, Lazzaro vescovo, e concede un' indulgenza di 40 giorni per autorità del vescovo
di Trento, ai penitenti che visiteranno la chiesa e verseranno le elemosine nei giorni di S. Lorenzo e S. Maria Maddalena o nella loro
ottava, in corrispondenza dei quali, ogni anno, si celebrerà l'anniversario della consacrazione
44
Notaio: Sottoscrittore: Stefano "de Aprovinis" cancelliere
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 238 x 340, con plica inferiore di mm 44, a tergo note di contenuto, SPC (in capsa bronzea)
81 b. 2
Sentenza arbitrale
1559 dicembre 19, Coredo
Il "doctor" Geronimo Grandi da Riva, assessore delle valli di Non e Sole, dirime una controversia sorta fra Giacomo Stancher,
pievano di Dambel, da una parte, e la comunità di Dambel, rappresentata dal sindico Cristoforo Borz da Dambel, dall'altra, in merito
alla richiesta del pievano di essere considerato un vicino e di poter quindi beneficiare dei diritti collegati a tale stato. Viene stabilito
che il pievano venga a far parte integrante del corpo vicinale, e che i sindici consegnino ogni anno al pievano, un bastone detto "el
cavazal" (1) e una sorte di legna
Notaio: Giovanni Antonio del "dominus" "Bennasutus" Melchiori da Cles
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 150 (105) x 425 (395), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) "Cavazal" = alare, capifuoco (Quaresima, pg. 70)
82 b. 2
Compravendita
1560 ottobre 21, Coredo
Antonio del fu Giovanni Tomazzoli da Coredo vende a Filippo del fu Francesco Mascotti e a Giovanni "Zambaron" entrambi da
Coredo, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Cialver, al prezzo di 6 marche di denari
meranesi, in base alla stima fatta da due periti di Coredo
Notaio: Giacomo del fu "dominus" Serafino "de Bensenillis" da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile
pergamena, mm 368 (327) x 125 (100), a tergo note di contenuto
83 b. 2
Locazione perpetua
1563 novembre 17, Coredo
Cfr. il regesto n° 84
Notaio: Michele del fu "dominus" Antonio da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 524 x 195 (163), a tergo note archivistiche e di contenuto
84 b. 2
Locazione perpetua
1563 novembre 17, Coredo
Il "dominus" Tommaso del fu "ser" Gabriele "Desideratis" da Coredo, vicepievano, "rector et gubernator" della pieve di S. Maria di
Coredo, agente a nome del fratello, il "dominus" Andrea, pievano di detta pieve ed "altarista" in S. Vigilio a Trento, dà in locazione
perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, ad Antonio del fu Silvestro Papa da Coredo, agente anche in nome del fratello Baldassarre, un
appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "zol rii da Verna", al censo annuo di 3 staia di frumento
Notaio: Michele del fu "dominus" Antonio da Coredo
45
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 590 (480) x 175 (75), a tergo note archivistiche e di contenuto
85 b. 2
Locazione perpetua
1563 dicembre 26, Coredo
Il "dominus" Tommaso del fu "ser" Gabriele "de Desideratis" da Coredo vicepievano, "rector et gubernator" della chiesa di S. Maria
di Coredo, agente a nome del fratello Andrea, pievano di Coredo e "altarista" in S. Vigilio a Trento, dà in locazione perpetua,
rinnovabile ogni 29 anni, a Pangrazio di Michele "Rorecher" detto anticamente "Adamer" della montagna di Senale, la metà di un
maso "cum capulo, pasculo et herbatico" di ragione della chiesa, sito sulla montagna di Senale in località "a Canazillo" e l'altra metà
di detto maso, posseduta "in diviso" con il "dominus" Antonio "de Morenberg" ed i suoi nipoti. Il locatario pagherà al concedente un
censo annuo di 8 lire e 6 grossi di denari meranesi
Notaio: Michele del fu "dominus" Antonio da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 415 x 195, a tergo note di contenuto
86 b. 2
Rinnovo di locazione perpetua
1564 gennaio 3, Castel Thun (Vigo di Ton)
Il "dominus" Giorgio Thun, figlio del fu "dominus" Antonio Thun, "eques", consigliere cesareo e camerario di [Ferdinando II], re di
Boemia, agente anche a nome dei suoi fratelli e nipoti, conferma a Baldassare del fu Antonio Frisoni da Coredo, agente anche a nome
del fratello Leonardo ed eredi, e a Leonardo del fu Giovanni Frisoni da Coredo, la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni di un
prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località "sotto le case di Frisoni", al censo annuo di 5 staia di frumento, da consegnare ai
"domini" Thun o ai loro capitani a castel Bragher. La detta investitura fu precedentemente fatta dal "dominus" Antonio Thun,
nell'anno 1518, a Pietro del fu Nicola Frisoni e quindi rinnovata a Giovanni del fu Leonardo Frisoni dal "dominus" Giorgio Crivelli,
capitano a castel Bragher ed agente a nome dei Thun, come testimonia il documento rogato nell'anno 1542 dal "dominus"
Bonaventura Manincor da Casez
Notaio: Michele del fu "dominus" Bartolomeo Pezzen da Croviana (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 455 (395) x 260 (193), a tergo note di contenuto
87 b. 2
Licenza - permuta
1564 agosto 9 (con inserto del 19 maggio 1564), Trento - castel Thun (Vigo di Ton)
87. a Licenza, 1564 maggio 19, Trento
Giovanni Malanotti, canonico e vicario generale 'in spiritualibus' del cardinale Ludovico Madruzzo, vescovo di Trento e Bressanone
concede al "dominus" Tommaso "Desiderati", pievano della pieve di Coredo, la licenza di permutare con il "dominus" "eques"
Giorgio Thun del fu "dominus" Antonio Thun, i suoi diritti su un censo perpetuo di 7 staia di segale ed 1 "parapsidis" (1) di burro o
strutto, costituito per 6 carantani da Bartolomeo del fu Odorico Vender da Corte Inferiore (o Superiore), e di ricevere in cambio i
diritti su 2 censi, il primo del valore di 5 staia di frumento costituito da Leonardo del fu Antonio Frisoni da Coredo, il secondo del
valore di 2 staia di frumento, costituito da Filippo de fu Vittorio "Zilus" da Taio e abitante a Sfruz
87. b Permuta, 1564 agosto 9, castel Thun (Vigo di Ton)
46
Il "dominus" Tommaso "de Desideratis", pievano della pieve di Coredo, su licenza concessagli da Giovanni "Malanotus", canonico e
vicario generale 'in spiritualibus' del cardinale Cristoforo Madruzzo, vescovo di Trento e Bressanone (2), permuta con il "dominus"
"eques" Giorgio Thun del fu "dominus" Antonio Thun, i suoi diritti su un censo perpetuo del valore di 7 staia di segale ed 1
"parapsidis" piena di strutto o burro, costituito per 6 carantani da Bartolomeo del fu Odorico Vender da Corte Inferiore (o Superiore),
abitante a Marcena di Rumo ed assicurato su un maso, sito nelle pertinenze di Rumo, in località Ciamazzori, posseduto "in diviso"
con il suddetto pievano, e su una casa "curtiva" (4) con annessi un casale, un orto ed un "broilus" (5), sita nelle stesse perinenze, ed
infine su un appezzamento di terra arativa, sita "cum pauco prato contiguo", stimato per la semina di 24 staia di sementi, ricevendo in
cambio dal suddetto Giorgio i suoi diritti su 2 censo perpetui, il primo del valore di 5 staia di frumento costituito da Leonardo del fu
Antonio Frisoni da Coredo (6), ed assicurato su un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località "sotto le Case di Frisoni",
posseduto "in diviso" con Leonardo del fu Giovanni "Frisoni", il secondo del valore do 2 staia di frumento, costituito da Filippo de fu
Vittorio "Zilus" da Taio e abitante a Sfruz (7), assicurato su un appezzamanto di terra arativa, sito nelle pertinenza di Sfruz e
Smarano in località "a Roncaz"
Notaio: Michele del fu "dominus" Bartolomeo Pezzen da Croviana
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 325 (310) x 217 (213), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) "Per "parapsidis" si suppone il significato di ciotola, scodella
(2) Cfr. il regesto n. 87. a
(3) Come consta nell'instrumento rogato in data 4 febbraio 1563 dal "dominnus" Giovanni Bertoldi notaio Casez
(4) Si suppone del significato: "con cortile scoperto adiacente alla casa"
(5) "Broilus" = broilo, prato alberato adiacente alla casa di abitazione e di regola recintato. (Quaresima, pg. 55)
(6) Come consta nell'instrumento rogato in data 3 gennaio 1563 dal notaio Michele del fu "dominus" Bartolomeo Pezzen da Croviana
(7) Come consta nell'instrumento rogato in data 21 ottobre 1544 dal "dominus" Bonaventura Manincor, notaio da Casez
88 b. 2
Costituzione di censo
1570 aprile 2, Banco
Giovanni del fu Giovanni Bolognini da Banco costituisce a favore di Matteo del fu Giacomo Ceschi da Banco, agente anche a nome
di Giovanni, Pietro e Giovanni Giacomo suoi fratelli, un censo perpetuo ed affrancabile del valore di 5 "brascati" di vino buono del
suo podere, sito nelle pertinenze di Banco in località "in Alm"e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra arativa e vignata, sita
nelle pertinenze di Banco, in località "alla Cannetta", su cui detto censo è essicurato, al prezzo di ragnesi 35 di denari meranesi
Notaio: Michele del fu "ser" Pietro Bonadiman da Casez
Originale [A] (1), atto notarile; latino
pergamena, mm 372 180 (172), a tergo note archivistiche e di contenuto (2)
Note
(1) Il documento presenta tagli che ne annullano la validità
(2) A tergo compare anche un'annotazione del 21 novembre 1658 di mano del notaio Giovanni Giacomo Inama relativa ad una
affrancazione di censo
89 b. 2
Costituzione di censo
1573 agosto 10, Coredo
47
Cristoforo del fu Giacomo Leonardelli da Coredo costituisce a favore di Romedio del fu Michele Inama da Dermulo un censo
perpetuo del valore di 2 staia di segale, e gli dà in obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze Coredo in località Plana su cui
detto censo è assicurato, al prezzo di 10 ragnesi di denari meranesi
Notaio: Gerardo del fu "dominus" Antonio Gatti notaio da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 372 x 143, a tergo note di contenuto
90 b. 2
Locazione perpetua
1573 ottobre 11, Coredo
Tommaso "Desiderati" pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, in presenza del "dominus" Gabriele Alessandri, vescovo di
Gallese suffraganeo pontificio e vicario generale in "spiritualibus" del cardinale Ludovico Madruzzo, vescovo di Trento, dà in
locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, ad Antonio Rizzardi 5 appezzamenti di terra, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo ed
il secondo in località Ort, il terzo in località Sora Vana, il quarto in località Fontanele, il quinto in località Piana, al censuo annuo di 5
staia di frumento
Notaio: Antonio del "dominus" Nicola Chiusole
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 520 x 132, a tergo note archivistiche e di contenuto
91 b. 2
Delega - dazione in pagamento ed affrancazione di censo
1578 aprile 10 (con inserto del 19 febbraio 1578), Coredo (1)
91. a Delega, 1578 febbraio 19, [Coredo]
Giovanni Battista Coret, vicario generale 'in spiritualibus', in seguito alle suppliche di Tommaso "Desiderati", pievano di Coredo,
delega Giovanni Giacomo Moggio, decano rurale delle valli di Non e Sole a rappresentarlo in occasione della dazione in pagamento
di tre terreni, siti nelle pertinenze di Coredo, per il prezzo di 190 ragnesi di denari, che verrà fatta dai "domini" "Zambaroni" da
Coredo a favore della chiesa di S. Maria di Coredo, per affrancarsi da un censo di 17 staia di cereali, precedentemente costituito a
favore della stessa chiesa
91 . b Dazione in pagamento ed affrancazione di censo, 1578 aprile 10, Coredo
In presenza di Giovanni Giacomo Moggio, decano rurale delle valli di Non e Sole, delegato di Giovanni Battista Coret (2), vicario
generale 'in spiritualibus', Pietro del fu Antonio "Zambaronis" ed Antonio del fu Giovanni "Zambaronis", eredi del fu Pietro
"Inselmi" detto "Zambaronus" e del fu Giovanni "Inselmi" "de Zambaronis", agenti anche a nome dei fratelli e delle consorti, danno
in pagamento al "dominus" Tommaso "Desiderati" da Coredo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, 3 appezzamenti di terra
siti nelle pertinenze di Coredo, il primo prativo in località Zibi, il secondo ed il terzo arativi, rispettivamente nelle località Apena e
Plan, per il prezzo di 190 ragnesi di denari meranesi. Con tale dazione in pagamento i suddetti "Zambaroni" si affrancano dall'obbligo
di pagare un censo di 17 staia di cereali, costituito a favore della chiesa di S. Maria (come attesta l'instrumento rogato dal "dominus"
Nicola del fu "ser" Federico, notaio di Tuenno, in data 30 dicembre 1478)
Notaio: Garvasio del fu "dominus" Antonio Gatti notaio da Coredo
Originale [A] tratta dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 635 (620) x 260
Note
(1) Con autentica, a tergo, del 26 ottobre 1581 per mano di Nicola, notaio da Pavillo (Tassullo)
48
(2) Cfr. il regesto n. 91. a
92 b. 2
"Inventarium bonorum canonicae plebis Coredi [...]"
1579 settembre 21, Coredo
Silvestro "Bertrami" e Antonio Tommazzoli da Coredo, in seguito alle richieste di Tommaso "Desiderati" da Coredo, incaricano il
notaio Michele da Coredo di stilare l'inventario dei beni mobili di ragione della canonica di Coredo, nonché dei fitti, livelli e delle
decime ad essa spettanti
Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto) (1)
Originale [A] dal protocollo del fu Michele notaio da Coredo (3), atto notarile; latino
pergamena, mm 825 x 525, a tergo note di contenuto
Note
(1) A tergo, a sinistra dell'annotazione del notaio Giovanni Giacomo: sottoscrizione del notaio Bartolomeo da Nanno, abitante a
Coredo, che dice di aver visionato questo inventario nel processo vertente tra il pievano ed il "dominus" Antonio del fu Silvestro da
Coredo (come attesta il documento da lui rogato nell'anno 1585); annotazione del 12 novembre 1708 in occasione della definizione
delle decime spettanti alla canonica nel territorio di Smarano
(3) Per autorità concessa dal "dominus" Alessandro Alberti d'Enno, assessore delle valli di Non e Sole
93 b. 2
Costituzione di censo
1583 agosto 16, Coredo
Antonio del fu "Sicherius" Frisoni da Coredo, costituisce a favore del "dominus" Odorico Inama da Coredo, agente in qualità di
massaro della chiesa di S. Maria di Coredo, un censo perpetuo del valore di 1 staio di frumento, e gli dà in obbligazione un
appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "in Quares", su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 6
ragnesi di denari meranesi
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Sanzeno (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 135 (717) x 200 (180), a tergo note di contenuto
94 b. 2
Locazione
1583 novembre 17, Coredo
Tommaso "Desiderati", pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione "per totum tempus vite sue" ad Antonio del fu
Giovanni "Zambaron" da Coredo i seguenti terreni, siti nelle pertinenze di Coredo: un campo "cum dossio" in località Apena stimato
per la semina di 1 staio di sementi, un prato in località Zibi, un appezzamento di terra arativa, con otto filari di viti, in località Lac, al
censo annuo di 12 staia di cereali e 4 di legumi
Notaio: Nicola da Tavon
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 420 x 95, a tergo note di contenuto
95 b. 2
Affidamento di incarico
1583 dicembre 21, Coredo
49
Il "dominus" Tommaso "Desiderati", pievano della pieve di Coredo e Silvestro "Bertran" da Coredo, sindico delle chiese di S. Maria
e di S. Rocco di Coredo, incaricano il notaio Giovanni Giacomo da Fondo di stilare un inventario dei beni immobili di ragione delle
suddette chiese
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 452 x 310, a tergo note di contenuto
96 b. 2
Costituzione di censo
1584 settembre 8, Sfruz
Il "dominus" Giovanni del fu Antonio Bombarda da Coredo costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 10 staia di segale
a favore del "dominus" Matteo del fu Giovanni Widmann da Coredo, e gli dà in obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze
di Coredo in località Cialver, su cui detto censo è assicurato, per il prezzo di 50 ragnesi di denari meranesi
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
mm 310 (275) x 210 (160), a tergo note archivistiche e di contenuto
97 b. 2
Cessione di censi ed adempimento di legato
1584 settembre 8, Coredo
Il "dominus" "Motesus" del fu Giovanni Widmann sarto da Coredo cede per 100 ragnesi di denari meranesi a Silvestro Barbi da
Coredo, massaro della chiesa di S. Maria di Coredo, i suoi diritti su due censi, entrambi del valore di 10 staia di segale, il primo
costituito per 50 ragnesi dal "dominus" Simone Barbi da Coredo ed assicurato su un fondo arativo sito nelle pertinenze di Coredo in
località Ciarnales, il secondo costituito per 50 ragnesi dal "dominus" Giovanni Bombarda da Coredo e assicurato su un fondo sito
nelle pertinenze di Coredo in località Cialver. Con tale cessione il suddetto "Motesus" adempie un legato costituito dal fu Giovanni,
suo padre, a favore della chiesa di S. Maria (1)
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 461 x 145 (135), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Il padre aveva disposto che ogni anno venisse versata alla chiesa una "galletta" d'olio. Il suddetto "Motesus", essendo il valore
della cessione superiore a quello dell'olio, chiede che ogni anno venga versata alla chiesa 1/2 "galletta" di olio per la celebrazione di
una messa e la confezione di pane da distribuire davanti alla chiesa nel 2° giorno delle rogazioni ("galletta = secchio speciale che una
volta serviva come misura per l'olio e per altri liquidi, Quaresima, pg. 211)
98 b. 2
Soluzione di controversia - sospensione di condanna
1585 agosto 31 - 1587 febbraio 28, Rallo - Trento
Notaio: Bartolomeo da Nanno del "dominus" Domenico "de Storibus", abitante a Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 580 x 422, a tergo note archivistiche e di contenuto
98.1
Soluzione di controversia
50
1585 agosto 31, Rallo
Geronimo Caiani, dottore in legge e assessore delle valli di Non e Sole, interviene nella causa vertente tra il "dominus"
Tommaso "Desiderati", pievano di Coredo, rappresentato dal suo "procurator", il "dominus" Simone Barbi, da una parte, ed il
"dominus" Antonio del fu "dominus" Michele Coret da Coredo, dall'altra, in merito ad un debito di 249 ragnesi di denari che il
suddetto Antonio avrebbe contratto verso il pievano, ed in particolare di 140 ragnesi in seguito al mancato pagamento, tra gli
anni 1574 e 1584, di un elemosina annua di 14 ragnesi di denari disposta dal padre Michele a favore della chiesa di S. Maria, ed
assicurata su un prato "in medio ville", e 109 ragnesi per un debito contratto dal padre Michele nei 7 anni che precedono il
1574 . Viene stabilito che il suddetto Antonio versi al pievano solo la somma di 140 ragnesi, di cui egli è diretto debitore
Notaio: Bartolomeo da Nanno del "dominus" Domenico "de Storibus", abitante a Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
98.2
Sospensione di condanna
1585 post agosto 31
Francesco "Luchinus", commissario nella causa vertente fra il "dominus" Antonio Coret, dichiara sospesa la condanna, stabilita
dall'assessore delle valli di Non e Sole a danno del "dominus" Antonio del fu "dominus" Michele Coret da Coredo, al
pagamento di 140 ragnesi che avrebbe contratto verso il pievano in seguito al mancato pagamento, tra gli anni 1574 e 1584, di
un elemosina annua di 14 ragnesi di denari disposta dal padre Michele a favore della chiesa di S. Maria, ed assicurata su un
prato "in medio ville"
98.3
Revoca di sospensione di condanna
1587 febbraio 28, Trento
Francesco Betta, commissario nella causa vertente fra il "dominus" Antonio Coret ed il pievano di Coredo, revoca la
sospensione di pena a danno del "dominus" Antonio Coret stabilita dal commissario Francesco "Luchinus"
99 b. 2
Costituzione di censo
1586 novembre 6, Coredo
Antonio del fu Giovanni Rizzardi da Coredo costituisce un censo perpetuo del valore di 5 staia di segale a favore del "dominus"
Tommaso "Desiderati" da Coredo, pievano di Coredo, e gli dà in obbligazione una casa con orto, sita nelle pertinenze di Coredo in
località Vaiaren, ed un fondo arativo e vignato, sito nelle stesse pertinenze in località Berbul, al prezzo di 25 ragnesi di denari
meranesi
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 350 x 130 (120), a tergo note di contenuto
100 b. 2
Costituzione di censo
1587 settembre 24, Castel Bragher
Antonio del fu Bartolomeo Mascotti da Coredo, agente anche a nome di Baldassarre discendente del fratello del padre, e di Federico,
suo fratello, costituisce a favore del "dominus" Slucca da Malé, capitano a castel Bragher, un censo perpetuo affrancabile del valore
di 4 staia di frumento, e gli dà in obbligazione un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località "sot la Casa", su cui detto censo è
assicurato, al prezzo di 24 ragnesi di denari meranesi
Notaio: Giovanni Giacomo Inama del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto)
51
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 460 x 135 (100), a tergo note di contenuto
101 b. 3
Costituzione di censo ed estinzione di debito
1588 febbraio 2, Coredo
Pietro del fu Antonio "Zambaron" da Coredo costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 3 staia di frumento a favore di
Simone Biasi da Coredo, massaro della chiesa di S. Rocco, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra prativa, sito nelle
pertinenze di Coredo in località "sot la Casa", su cui detto censo è assicurato. Con questa costituzione, valutata 18 ragnesi di denari
meranesi, Pietro salda un debito dello stesso valore contratto verso il suddetto Simone
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 490 (265) x 150 (80), a tergo note archivistiche e di contenuto
102 b. 3
Rinnovo di investitura
1588 maggio 23, Arsio
Il "dominus" conte Guglielmo, del fu "dominus" Giovanni conte d' Arsio, agente anche a nome della "domina" contessa "Carilida" d'
Arsio e discendente del padre, dei fratelli del fu "dominus" Carlo e dei suoi eredi, conferma a Melchiore Berti da Coredo, agente a
nome di Salvatore del fu Salvatore "Zucolinus" da Coredo, l'investitura feudale di un appezzamento di terra, sito nelle pertinenze di
Smarano in località Clesura. Il suddetto Melchiore presta giuramernto di fedeltà
Notaio: Melchiorre "Gleser" da Romallo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 312 x 205 (190), a tergo note archivistiche e di contenuto
103 b. 3
Cessione di censo
1588 maggio 30, Coredo
Il "dominus" Bartolomeo del fu Geronimo Pollini da Tavon, mercante a Trento, cede per 22 ragnesi di denari meranesi al "dominus"
Odorico Inama da Coredo un affitto di 2 staia ed 1/4 di frumento, costituito per 22 ragnesi da Antonio del fu Pietro Bonvicin da
Banco su un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Banco in località Pramuscel
Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 347 (280) x 135 (70), a tergo note di contenuto
104 b. 3
Cessione di censi
1588 luglio 10, Coredo
Il "presbiter" Odorico Inama da Coredo, agente anche a nome dei suoi nipoti, cede per 25 ragnesi di denari meranesi a Simone Biasi
da Coredo, agente in qualità di sindico delle fabbriche delle chiese di S. Maria e di S. Rocco di Coredo, i propri diritti su due censi,
l'uno di 3 staia di segale costituito da Romedio Pastorelli per 15 ragnesi e l'altro di 2 staia di segale, costituito da Cristoforo
Leonardelli da Coredo per 10 ragnesi di denari
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo
Originale [A], atto notarile; latino
52
mm 340 x (330) x 110, a tergo note di contenuto (1)
Note
(1) A tergo è riportata l'annotazione relativa all'avvenuta affrancazione dal censo, datata 9 settembre 1646
105 b. 3
Costituzione di censo
1590 giugno 12, Coredo
Leonardo del fu Silvestro "Bertram" da Coredo costituisce a favore di Simone Biasi da Coredo un censo del valore di 4 staia di
frumento, e gli dà in obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Foi, su cui detto censo è assicurato, al
prezzo di 24 ragnesi di denari meranesi
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo
Originale [A]; latino
pergamena, mm 416 (400) x 143 (120), a tergo note di contenuto
106 b. 3
Costituzione di censo
1590 settembre 5, Coredo
Marco del fu Antonio Marchi da Taio costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 4 staia di frumento a favore di Odorico
Inama da Coredo, e gli dà in obbligazione un mulino "cum suis edificiis", sito nelle pertinenze di Coredo in località Roza, sul quale
detto censo è assicurato, per 24 ragnesi di denari meranesi
Notaio: Giovanni Giacomo [del fu "dominus" Antonio] Inama [da Fondo]
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 322 (205) x 165 (91), a tergo note di contenuto
107 b. 3
Cessione di censo ed estinzione di debito
1590 novembre 6, Castel Coredo
Il "dominus" Alberto del fu "dominus" "Motesus" Widmann da Coredo, agente anche a nome dei fratelli, dei nipoti e del fratello
Giovanni, cede a Simone Biasi da Coredo, agente in qualità di massaro della chiesa di S. Maria di Coredo, i propri diritti su un censo
di 6 staia di segale, costituito dal "dominus" Antonio Coret da Coredo per 30 ragnesi di denari meranesi. Il parroco della chiesa di S.
Maria si obbliga in cambio a celebrare annualmente ed in perpetuo una messa in suffragio dell'anima del fu "dominus" "Motesus" e a
porre due candele ed un pane "nigro" sulla sua sepoltura durante la messa
Notaio: Giovanni Giacomo del fu ["dominus"] Antonio Inama da Fondo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 280 (220) x 180 (75), a tergo note archivistiche e di contenuto
108 b. 3
Permuta e parziale vendita
1591 marzo 18, Coredo
Di fronte al "dominus" Cristoforo Federico "Haidorf" capitano delle valli di Non e Sole, la "domina" Caterina del fu Antonio
"Maneus" da Coredo, in presenza di Antonio "de Pauletis", suo marito, in parte permuta ed in parte vende a Bartolomeo Erlicher da
Coredo un appezzamento di terra con due filari di viti, sito nelle pertinenze di Coredo in località "zo al Plazol", ricevendo in cambio
un appezzamento di terra con 4 meli e 7 filari di viti, sito nelle stesse pertinenze in località "in Periace", oltre a 8 ragnesi e 1/2 per la
differenza di valore dei due terreni scambiati
53
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 460 (405) x 145 (80), a tergo note di contenuto
109 b. 3
Costituzione di censo
1591 maggio 12, Coredo
Luca del fu Giacomo Zadra da Coredo costituisce un censo perpetuo redimibile del valore di 1 staio e 1/2 di frumento a favore di
Simone Biasi da Coredo, agente in qualità di sindico e massaro della fabbrica della chiesa di S. Rocco di Coredo, e gli dà in
obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Berbul, al prezzo di 9 ragnesi di denari meranesi
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 328 x 155, a tergo note di contenuto
110 b. 3
Costituzione di censo
1595 aprile 2, Coredo
Il "dominus" Antonio del fu "dominus" Michele Coret da Coredo, agente in qualità di massaro della chiesa di S. Maria di Coredo,
costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 2 staia di segale a favore del "dominus" Alberto Federico da Coredo, e gli dà
in obbligazione un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "alle Large", al prezzo di 3 ragnesi di
denari meranesi
Notaio: Giovanni Giacomo [del fu "dominus" Antonio] Inama [da Fondo]
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 240 x 125, a tergo note di contenuto
111 b. 3
Costituzione di censo
1595 ottobre 23, Coredo
Antonio del fu Bartolomeo da Coredo, "procuarator" di Luca "Preganelle", costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 2
stari di frumento a favore di Simone Biasi da Coredo, agente in qualità di sindico della comunità di Coredo, e gli dà in obbligazione
un appezzamento di terra arativa, sita nelle pertinenze di Coredo in località Berbul, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 12
ragnesi di denari meranesi
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 290 (275) x 170 (160), a tergo note di contenuto
112 b. 3
Soluzione di controversia
1595 ottobre 23, Castel Coredo
Il "dominus" Cristoforo Federico "Haidorf", capitano delle valli di Non e di Sole, ed Enrico Caiani assessore di dette valli, dirimono
una controversia sorta fra Simone Biasi da Coredo sindico della comunità di Coredo, da una parte, ed il "ser" Bartolomeo del fu
Stefano Fava da Coredo, dall'altra, in merito al godimento, negato a quest'ultimo, dei diritti annessi alla condizione viciniale. A
Bartolomeo, erede universale del fu Giacomo "Zoanet", padre della moglie Rosa e vicino da antica data della villa di Coredo, viene
concesso il privilegio di usufruire dei beni comuni della vicinia di Coredo. Verserà in cambio alla comunità di Coredo la somma di
54
18 ragnesi di denari meranesi , dei quali 6 "in presentiam". Per i restanti 12 ragnesi costituerà un censo del valore di 2 staia di
frumento a favore della suddetta comunità assicurandolo su un terreno di sua proprietà. La decisione viene unanimamente approvata
dalle regola convocata per lo stesso giorno
Notaio: Giovanni Giacomo del fu ["dominus"] Antonio Inama da Fondo
Originale [A], atto notarile; latino
mm 805 x 150, a tergo note di contenuto (1)
Note
(1) A tergo si trova anche un'annotazione del 14 maggio 1598 relativa al pagamento della tassa corrisposta per la redazione del
documento
113 b. 3
Soluzione di controversia
1595 ottobre 23, Castel Coredo
Il "dominus" Cristoforo Federico "Haidorf", capitano delle valli di Non e di Sole ed Enrico Caiani, assessore di dette valli, dirimono
una controversia sorta fra Simone Biasi da Coredo sindico della comunità di Coredo, da una parte, ed il "dominus" Luca
"Pregionella", abitante a Coredo, rappresentato dal "procurator Antonio Mascotti da Coredo, dall'altra, in merito al godimento, negato
a quest'ultimo, dei diritti annessi alla condizione viciniale. Al suddetto Luca, erede universale del fu "dominus" Nicola da Coredo,
suo zio paterno, e vicino da antica data della villa di Coredo, viene concesso il privilegio di usufruire dei beni comuni della vicinia di
Coredo. Verserà in cambio alla comunità di Coredo la somma di 18 ragnesi di denari meranesi, dei quali 6 "in presentiam". Per i
restanti 12 ragnesi costituerà censo del valore di 2 staia di frumento a favore della suddetta comunità, assicurandolo su un terreno di
sua proprietà. La decisione viene unanimamente approvata dalle regola convocata per lo stesso giorno
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 750 x 197 (185), a tergo note di contenuto
Note
(1) A tergo si trova anche un'annotazione del 14 maggio 1598 relativa al pagamento della tassa corrisposta per la redazione del
documento
114 b. 3
Permuta e parziale vendita
1597 ottobre 10, Taio
Il "dominus" Michele del fu "dominus" Matteo Widmann da Coredo in parte permuta ed in parte vende al "dominus" Simone Slucca
da Malè, abitante a Taio, un appezzamento di terra arativa e vignata con quattro filari di viti, sito nelle pertinenze di Taio in localtà
Plani, ricevendo in cambio i diritti su un censo di 4 staia di frumento, costituito da Antonio Mascotti da Coredo, per 24 denari (1).
Michele riceve anche 7 denari quale compenso per la differenza di valore dei beni scambiati, in base alla stima fatta da due periti di
Coredo
Notaio: Giovanni Giacomo del "dominus" Ferdinando Barbacovi notaio da Taio (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 490 x 147 (137), a tergo note di contenuto
Note
(1) Come attesta l'instrumento rogato in data 24 giugno 1584 da Giovanni Giacomo Inama, notaio da Sanzeno
115 b. 3
Cessione di censo ed adempimento di legato
55
1597 novembre 11, Coredo
Il "dominus" Antonio Inama da Dermulo, abitante a Coredo, cede per 22 ragnesi di denari meranesi al "ser" Alessio Widmann,
agente in qualità di sindico della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo, i propri diritti su un censo costituito da Marco Marchi
da Taio per 22 ragnesi, ceduto a sua volta dal "dominus" Antonio Coret e precedentemente da Agostino Sicher da Coredo. Con tale
cessione il suddetto Antonio salda un debito di pari valore contratto con Simone Barbi, sindico della chiesa di S. Maria
rappresentante del fu "dominus" Tommaso "Desiderati", pievano di Coredo, in occasione di un legato lasciato alla fabbrica della
chiesa
Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 208 x 125, a tergo note di contenuto
116 b. 3
Compravendita ed estinzione di debito
1598 ottobre 2, Coredo
Giovanni Antonio del fu Giacomo Caldana da Coredo vende a Giacomo del fu Rocco Biasi e a Marino "Contz", rappresentanti la
confraternita di S. Silvestro di Coredo, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Dossi, stimato per
la semina di 2 staia di sementi, al prezzo di 33 ragnesi e 1/2 di denari meranesi, in base alla stima di due periti di Coredo. Detta
compravendita viene fatta ad estinzione di un debito di pari valore contratto dal suddetto Giovanni Antonio verso la confraternita
Notaio: Giovanni Giacomo del fu "dominus" Antonio Inama da Fondo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 375 (290) x 150 (117), a tergo note di contenuto
117 b. 3
Costituzione di censo
1600 gennaio 6, Coredo
Giovanni del fu Leonardo Frisoni da Coredo costituisce un censo perpetuo redimibile del valore di 3 staia di segale, a favore di
Simone Caldana da Coredo, agente in qualità di massaro della fabbrica della chiesa di S. Rocco di Coredo, e gli dà in obbligazione un
prato, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 15 ragnesi di denari meranesi
Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 379 (350) x 130 (118), a tergo note di contenuto
118 b. 3
Cessione di censi e di credito
16[...] febbraio 24, Coredo
Il "dominus" Ferdinando de Concini da Casez, abitante a Taio, cede per 84 ragnesi di denari meranesi a Simone Caldana da Coredo,
agente in qualità di sindico e massaro della chiesa di Coredo i suoi diritti su 2 censi, il primo costituito per 53 ragnesi da Ennio
Melchiori da Coredo, il secondo costituito per 25 ragnesi da Gaspare Rizzardi nonché su un credito [di 10 ragnesi] verso Francesco
Gaspare da Coredo
Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 364 (330) x 125 (35), a tergo note archivistiche e di contenuto
119 b. 3
56
Cessione di censo ed estinzione di debito
1601 novembre 7, Coredo
I "domini" Michele, Alberto e Ivano figli del fu "dominus" "Mottesius" Widmann da Coredo, agenti anche a nome del nipote
Simone, cedono per 90 ragnesi di denari meranesi al "dominus" Simone Biasi ed a Giorgio Marinconz, regolani della comunità di
Coredo, i loro diritti su due censi, il primo dei quali costituito dal "dominus" Pellegrino da Banco per 50 ragnesi di denari meranesi,
il secondo da Vigilio Moncher da Coredo per 40 ragnesi. Con tale cessione viene saldato un debito contratto dai suddetti Michele,
Alberto ed Ivano verso la comunità di Coredo
Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 313 (305) x 150 (140), a tergo note di contenuto
120 b. 3
Supplica e concessione - locazione perpetua
1603 febbraio 9 (con inserto del 19 ottobre 1602), [Trento] - Coredo
120. a Supplica e concessione, 1602 ottobre 19, [Trento]
Il cardinale [Carlo Gaudenzio Madruzzo], principe vescovo di Trento, di fronte alle suppliche del "dominus" Luca Gallo, pievano di
Coredo, lo autorizza a dare in locazione, rinnovabile ogni 19 anni, al "dominus" Serafino del fu Giacomo "Besnelllis" da Coredo, la
locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di parte di un appezzamento di terra "saxosa" e boschiva, sito nelle pertinenze di
Coredo in località Plana, al censo annuo di 3 minali di frumento
120. b Locazione perpetua, 1603 febbraio 9, Coredo
Il "dominus" Luca Gallo pievano di Coredo, ottenuta l'autorizzazione dal cardinale [Carlo Gaudenzio Madruzzo] (1), principe
vescovo di Trento, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, a Serafino del fu "dominus" Giacomo "Besnellis" da Coredo
parte di un appezzamento di terra "saxosa" e boschiva, sito nelle pertinenze di Coredo in località Plana, al censo annuo di 3 minali di
frumento
Notaio: Giovanni Giacomo Inama del fu ["dominus"] Antonio Inama da Fondo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 457 (412) x 98 (60), a tergo note di contenuto
Note
(1) Cfr. il regesto n. 120. a
121 b. 3
Codicillo al testamento
1603 marzo 16, Tavon
Il "dominus" Marco Gallo, volendo apportare delle aggiunte al suo ultimo testamento, dispone che: alla nipote, moglie di Donato
"Zanpolus" vadano tutti i beni mobili esistenti nella sua casa al momento della sua morte, alla chiesa di S. Sisto di Tavon vengano
versati 100 ragnesi di denari ed altri 200 per la celebrazione in perpetuo, ed ogni anno nel mese di maggio, di 6 messe nella chiesa di
Tavon
Notaio: Carlo Conci da Taio, abitante a Mollaro
Originale [A] tratta dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 263 (233) x 190 (122), a tergo note di contenuto
57
122 b. 3
Costituzione di censo
1604 ottobre 6, Coredo
Il "dominus" Antonio del fu Federico Mascotti da Coredo costituisce a favore del "dominus" Biagio "Bidamoni" da Coredo, agente a
nome del nome del "dominus" Simone Biasi, capitano di Segonzano e delle sorella, un censo perpetuo affrancabile del valore di 6
staia di frumento, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in localià "al Ren" (1), su
cui detto censo è assicurato, al prezzo di 36 ragnesi di denari
Notaio: Antonio del fu "dominus" Giovanni Inama da Dermulo, abitante a Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 700 (190) x 170 (160), a tergo note di contenuto
Note
(1) Sullo stesso terreno il "dominus" Antonio ha costituito per 24 ragnesi di denari anche un censo a favore del "dominus" Michele
"Bidamoni" da Coredo
123 b. 3
Costituzione di censo - dazione in pagamento e affrancazione di censo
1608 marzo 2 - 1669 novembre 2, Segno - Coredo
123. 1 Costituzione di censo
1608 marzo 2, Segno
Il "dominus" Giovanni Antonio del fu "dominus" Matteo Widmann da Coredo, agente anche a nome del "dominus" Giulio, suo
fratello, costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 19 staia di frumento a favore del "dominus" Giovanni Paolo del fu
"dominus" Pietro" Clementi da Cles, abitante a "Medii Sancti Petri", agente a nome del "dominus" Antonio Clementi da Taio, e gli
dà in obbligazione un campo, stimato per la semina di circa 12 staia di sementi, e sul prato contiguo, siti nelle pertinenze di Coredo in
località Fontanele - "al rì da Verna", al prezzo di 114 ragnesi di denari
Notaio: Pietro del fu "dominus" Eusebio Chini da Segno
123. 2 Dazione in pagamento ed affrancazione di censo (1)
1669 novembre 2, Coredo
Giovanni Frachesen dà in pagamento al "dominus" Francesco Bertoldi da Denno, dottore in teologia, canonico del capitolo di Trento
e parroco di Coredo, un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Fontanele, del valore di 114 ragnesi, e gli dà inoltre
34 ragnesi e 1/2, di cui 18 costituiscono un elemosina lasciata dalla famiglia Widmann, da versare alla chiesa di S. Maria di Coredo
per la celebrazione di 3 messe. Con tale dazione in pagamento il suddeto Giovanni si affranca dall'onere di pagare un censo di 19
staia di frumento, costituito per 144 ragnesi dal "dominus" Giovanni Antonio del fu "dominus" Matteo Widmann da Coredo e dal
fratello Giulio sopra il detto campo (2)
Notaio: Matteo Widmann
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 440 (420) x 140, a tergo note di contenuto
Note
(1) Il documento è rogato a tergo della pergamena
(2) Cfr. il regesto il doc. n. 123. 1
58
123.1
Costituzione di censo
1608 marzo 2, Segno
Il "dominus" Giovanni Antonio del fu "dominus" Matteo Widmann da Coredo, agente anche a nome del "dominus" Giulio, suo
fratello, costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 19 staia di frumento a favore del "dominus" Giovanni Paolo del
fu "dominus" Pietro" Clementi da Cles, abitante a "Medii Sancti Petri", agente a nome del "dominus" Antonio Clementi da
Taio, e gli dà in obbligazione un campo, stimato per la semina di circa 12 staia di sementi, e sul prato contiguo, siti nelle
pertinenze di Coredo in località Fontanele - "al rì da Verna", al prezzo di 114 ragnesi di denari
Notaio: Pietro del fu "dominus" Eusebio Chini da Segno
123.2
Dazione in pagamento ed affrancazione di censo (1)
1669 novembre 2, Coredo
Giovanni Frachesen dà in pagamento al "dominus" Francesco Bertoldi da Denno, dottore in teologia, canonico del capitolo di
Trento e parroco di Coredo, un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Fontanele, del valore di 114 ragnesi, e
gli dà inoltre 34 ragnesi e 1/2, di cui 18 costituiscono un elemosina lasciata dalla famiglia Widmann, da versare alla chiesa di S.
Maria di Coredo per la celebrazione di 3 messe. Con tale dazione in pagamento il suddeto Giovanni si affranca dall'onere di
pagare un censo di 19 staia di frumento, costituito per 144 ragnesi dal "dominus" Giovanni Antonio del fu "dominus" Matteo
Widmann da Coredo e dal fratello Giulio sopra il detto campo (2)
Notaio: Matteo Widmann
Note
(1) Il documento è rogato a tergo della pergamena
(2) Cfr. il regesto il doc. n. 123. 1
124 b. 3
Soluzione di controversia
1608 aprile 19, Coredo
Il "dominus" Giorgio Sigismondo barone Thun, "dominus" di Castelfondo e regolano maggiore della comunità di Coredo, rende nota
la sentenza emessa dal "dominus" Simone Slucca relativa alla controversia sorta fra il "dominus" Giovanni Bombarda di Coredo,
agente a nome della madre Anna, figlia ed erede del "dominus" Giorgio, da una parte, e la comunità di Coredo, rappresentata dai
regolani Leone "Bertran" e Guglielmo "Besnelle" e dai sindici, i "domini" Antonio Inama notaio, Giovanni Antonio Widmann e
Bartolomeo Fava, dall'altra, in merito all'uso dell'acqua di uno stagno "seu, ut vocant lacum", rivendicato dal suddetto Giovanni per
irrigare un suo campo in località "Piaz". Viene stabilito che il suddetto Giovanni possa utilizzare l'acqua piovana "vehenentem
torbidam" raccoltasi nel bacino in una quantità sufficiente per irrigare il campo; quando invece l'acqua dello stagno raggiungerà un
livello tale da scorrere nei ruscelli che si dipartono dal bacino, la comunità di Coredo avrà il diritto di utilizzarla. Giovanni potrà
usare l'acqua anche quando il livello dello stagno avrà raggiunto il suo limite massimo, impegnandosi comunque a non intorpidirla
(considerata anche le recenti purificazione e pulizia del bacino). La stessa comunità viene esonerata dall'onere di purificare o
ingrandire in futuro il suddetto stagno
Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 694 x 134 (90), a tergo note di contenuto
125 b. 3
Costituzione di censo ed estinzione di debito
59
1608 aprile 20, Coredo
Pietro del fu Antonio Leonardelli da Coredo costituisce un censo perpetuo affrancabile del valore di 5 staia e 1/2 di frumento a favore
del "dominus" Giovanni "Dumer" da Tres, e gli dà in obbligazione un campo sito nelle pertinenze di Coredo, in luogo detto Corgol,
stimato per la semina di 7 staia di segale. Con questa costituzione, valutata 36 ragnesi di denari meranesi, il suddetto Pietro salda un
debito di 29 ragnesi contratto verso Leonardo Beltrami da Coredo
Notaio: Giovanni Giacomo Barbacovi da Taio (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 382 (365) x 135 (105) , a tergo note di contenuto
126 b. 3
Permuta
1608 aprile 30, Coredo
"Ser" Simone Biasi, "ser" Biagio Widmann e Domenico Rizzardi da Coredo, regolani di Coredo, consegnano a Matteo "a Pane" da
Banco un appezzamento di terra arativa e vignata, sito nelle pertinenze di Banco in località Fossa (1). In cambio lo stesso Matteo ha
costituito in suo favore un censo, come testimonia il documento rogato dal notaio "dominus" Matteo Bonadiman da Casez, per 35
ragnesi. Risultando il terreno di minor valore rispetto alla detta costituzione, Matteo rinuncia al censo per due anni
Notaio: Giovanni Giacomo da Sanzeno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 275 (257) x 190 (170), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Detto appezzamento fu consegnato "in concursu" a Bon[...] del fu Domenico Bolognini di Banco, come risulta dal documento del
notaio Baldessare "G(ultnor)" da Cles
127 b. 3
Concessione
1608 ottobre 1, Coredo
Luca Gallo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo concede al "dominus" Gabriele Barbi da Coredo, figlio del "dominus" Simone
Barbi capitano di Segonzano, la facoltà di alienare a Vigilio Moncher da Coredo, un appezzamento di terra prativa, sito nelle
pertinenze di Coredo in località "sota li Frisoni", su cui grava l'onere di corrispondere alla chiesa parrocchiale di Coredo un censo
annuo di 5 staia di frumento
Notaio: Antonio del fu Giovanni Inama da Dermulo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 400 (285) x 182 (152), a tergo note archivistiche e di contenuto
128 b. 3
Supplica e concessione - permuta e parziale vendita
1608 dicembre 9 (con inserto del 2 dicembre 1608), Coredo
128. a Supplica e concessione, 1608 dicembre 2, [Coredo]
Il cardinale [Carlo Gaudenzio di Madruzzo], in seguito alla supplica del "dominus" Gabriele Barbi, gli concede per tramite di Pietro
Belli vicario generale 'in spiritualibus', di permutare con Luca Gallo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo, un suo terreno, sito
nelle pertinenze di Coredo in località Nogiaron e di riceverne in cambio uno in località "alla Dusa", aggiungendo a detto terreno 12
ragnesi di denari per la differenza di valore dei beni scambiati
60
128. b Permuta e parziale vendita, 1608 dicembre 9, Coredo
In presenza di Giovanni Ramponi, decano foraneo delle valli di Non e Sole, pievano della pieve di Sanzeno, delegato del "dominus"
Pietro Belli vicario generale 'in spiritualibus' (1), il "dominus" Luca Gallo, pievano di Coredo, permuta ed in parte vende al
"dominus" Gabriele Barbi un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località "alla Dusa", e ne riceve in
cambio uno di terra prativa, sito nelle stesse pertinenze in località Nogiaron. Il pievano riceve anche 12 ragnesi di denari per la
differenza di valore dei beni scambiati, in base alla stima fatta tre periti di Coredo
Notaio: Nicola Bonadiman da Salter
Originale [A], atto notarile; latino, volgare
pergamena, mm 397 x 153, a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Cfr. il regesto n. 128. a
129 b. 3
Supplica e delega - Permuta
1609 maggio 1 ( con inserto del 29-30 aprile 1609), Coredo
129. a Supplica e delega , 1609 aprile 29 - 30, [Coredo]
[Pietro Belli], vicario 'in spiritualibus', in seguito alle suppliche estese da Baldassarre Frisoni da Coredo, lo autorizza, per tramite del
"dominus" Giovanni Ramponi suo delegato, decano foraneo delle valli di Non e Sole, a cedere al pievano di Coredo Luca Gallo un
appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Apena ed a riceverne in cambio la locazione in enfiteusi di
un appezzamento di terra arativa, sito nelle stesse pertinenze e località, al censo annuo di 6 quarte di frumento
129. b Permuta , 1609 maggio 1, Coredo
Il "dominus" Luca Gallo, pievano di Coredo, di fronte al "dominus" Giovanni Ramponi, decano foraneo delle valli di Non e Sole e
delegato del vicario 'in spiritualibus' (1) , dà in enfiteusi a Baldassarre Frisoni da Coredo un appezzamento di terra arativa, sito nelle
pertinenze di Coredo in località Apena, al censo annuo di 6 quarte di frumento. In cambio lo stesso Baldassarre cede al pievano un
appezzamento di terra arativa sita nelle stesse pertinenze e località, posseduta da Maddalena, sorella dello stesso Baldassarre
Notaio: Antonio Inama del fu ["dominus"] Giovanni Inama da Dermulo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino, volgare
pergamena, mm 170 (140) x 35 (110), a tergo note di contenuto
Note
(1) Cfr. il regesto n. 129. a
130 b. 3
Costituzione di censo
1609 giugno 5, Coredo
Domenico del fu Giorgio Rizzardi da Coredo costituisce un censo annuo affrancabile del valore di 2 staia di frumento a favore del
"ser" Matteo Sicher da Coredo, agente in qualità di sindico della fabbrica della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, e gli dà in
obbligazione un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località Vaiaren, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 12 ragnesi
Notaio: Antonio del fu "dominus" Giovanni Inama da Dermulo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 325 (294) x 143, a tergo note archivistiche e di contenuto
61
131 b. 3
Costituzione di censo
1609 giugno 9, Coredo
Il "ser" Vigilio figlio del fu Giacomo Moncher da Coredo costituisce un censo perpetuo affrancabile di 5 staia di frumento a favore
del "ser" Matteo Sicher, agente un qualità di sindico della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo, e gli dà in obbligazione un
appezzamento di terra arativa e vignata, sito nelle pertinenze di Coredo in località "in Quares", al prezzo di 30 ragnesi di denari, in
ragione di una "dupla" d'oro portoghese, 6 "cechini", e 4 ungari
Notaio: Antonio del fu "dominus" Giovanni Inama da Dermulo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 140 (115) x 125 (78), a tergo note archivistiche e di contenuto
132 b. 3
Delega e locazione perpetua
1610 aprile 27 - 1610 maggio 9, [Trento] - Coredo
Cfr. i regesti n. 133. a/133. b
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore; latino, volgare
mm 655 x 191, a tergo note archivistiche e di contenuto
133 b. 3
Delega e locazione perpetua
1610 maggio 9 ( con inserto del 27 aprile 1610), [Trento] - Coredo
133. a Delega, 1610 aprile 27, [Trento]
[Pietro Belli], vicario generale 'in spiritualibus' del vescovo di Trento delega il "dominus" Giovanni Ramponi da Malé, pievano di
Sanzeno e decano foraneo a rappresentarlo nella locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di 6 fondi siti nelle pertinenze di
Smarano e Coredo, che verrà fatta dal "dominus" Luca Gallo, pievano della chiesa di S. Maria di Coredo a favore di Simone Grandi
da Smarano, per un censo annuo di 10 staia di cereali
133. b Locazione perpetua, 1610 maggio 9, Coredo
Il "dominus" Giovanni Ramponi da Malé, pievano di Sanzeno e decano foraneo, delegato del vicario generale 'in spiritualibus' del
vescovo di Trento (1), avuta notizia della rinuncia fatta da Battista Cicolini nelle mani del "dominus" Luca Gallo, pievano della
chiesa di S. Maria di Coredo, dei beni immobili che da tempo immemorabile Battista ed i suoi predecessori tenevano in locazione,
concede al pievano la licenza di investire Simone Grandi da Smarano, a titolo di locazione perpetua e rinnovabile ogni 19 anni, degli
stessi beni, ovverosia di: 5 appezzamenti di terra arativi siti nelle pertinenze di Smarano e di un appezzamento di terra prativa, sito
nelle pertinenze di Coredo. Simone pagherà un censo annuo di 10 staia di cereali
Notaio: Antonio del fu "dominus" Giovanni Inama da Dermulo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino, volgare
pergamena, mm 730 x 182, a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Cfr. il regesto n. 133. a
134 b. 3
Donazione "inter vivos"
62
1612 settembre 27, Coredo
Il "dominus" Andrea del "dominus" Simone Barbi, capitano di Segonzano, dà a titolo di donazione "inter vivos" alla fabbrica della
chiesa di S. Maria di Coredo la somma di 100 ragnesi di denari, dovutagli dalla "domina" Povertà, erede del "dominus" frate Michele
Inama da Coredo, rappresentata dal "domius" Gabriele Barbi, suo "curator" (1)
Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon
Copia autentica [B] dall'originale del fu "dominus" Antonio Inama notaio da Coredo (2); latino
pergamena, mm 260 x 105, a tergo note di contenuto
Note
(1) Il donatore chiede che vengano collocati nella chiesa di S. Maria "monumentum et bancos et scabellos", dedicati alla sua famiglia
e che venga celebrata ogni anno, nel giorno di S. Michele, una messa in suffragio della sua anima e di quella dei suoi antenati
(2) Per autorità concessa da Orazio "Brochetta", assessore delle valli di Non e Sole
135 b. 3
Cessione di censi ed estinzione di debito - quietanza
1615 gennaio 5 (con inserto del 7 ottobre 1612), Coredo
135. a Cessione di censi ed estinzione di debito, 1612 ottobre 7, Coredo
I "domini" Alberto "Bidamoni", "Barbus", Giovanni Antonio "Bidamoni", e "ser" Vigilio Moncher sindici [della comunità di
Coredo], Michele, Giacomo figlio di Simone Biasi e Silvestro Mascotti, regolani [della comunità di Coredo], in presenza del
"dominus" Luca Gallo, pievano di Coredo, cedono al "dominus" Giulio "Bidamoni" i diritti su 4 affitti, i primi due del valore di 12
ragnesi costituiti dal "dominus" Baldassare Fava (come consta nell'instrumento rogato in data 23 ottobre 1595 dal notaio Giovanni
Giacomo Inama) e da Serafino "Besenella" (come consta nell'instrumento rogato in data 8 ottobre 1609 dal notaio Giovanni Giacomo
Inama), il terzo del valore di 30 ragnesi costituito da Nicola Mascotti e "Bologninus" da Banco "cognominatus Procher", il quarto del
valore di 10 ragnesi pagato dagli eredi del fu Federico Mascotti da Coredo, per un capitale complessivo di 69 ragnesi. Con tale
cessione i suddeti sindici saldano un debito di 78 ragnesi e 1/2 contratto con la Confratenita del SS. Rosario di Coredo per il restauro
della della chiesa di S. Maria (in seguito ai danni arrecati da un incendio) e delle campane (1)
135. b Quietanza, 1614 gennaio 5, Coredo
Giacomo Leonardelli e Giovanni, figlio di Simone Caldana, sindici [della confraternita del SS. Rosario] ricevono dal "dominus"
Giovanni "Tolameottus" 9 ragnesi di denari e 26 troni
Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon
Copia autentica [B] dall'originale del "dominus" Antonio Inama notaio [da Coredo] (2); latino
pergamena, mm 175 x 130, a tergo note di contenuto
Note
(1) I restanti 9 ragnesi e 26 troni verrano versati alla confraternita dal "dominus" Giovanni Tolameotti debitore della stessa comunità
di Coredo (cfr. regesto n. 135. b)
(2) Per autorità concessa da Orazio "Brochetta", assessore delle valli di Non e Sole
136 b. 3
Cessione di censi ed adempimento di legato
1612 ottobre 10, Coredo
Il "dominus" Giovanni Tolameotti da Samoclevo, agente in qualità di amministratore del "ser" Simone, suo figlio, erede del fu
"dominus" "signiferus" Odorico Inama, in virtù del legato di 150 ragnesi lasciato dal suddetto Odorico alla chiesa parrocchiale di S.
Maria di Coredo, cede al "dominus" Luca Gallo, pievano di Coredo, i diritti su 2 censi precedentemente ceduti allo stesso Odorico, il
63
primo costituito per 114 ragnesi dai "domini" Giovanni Antonio e Giulio, fratelli "Bidamoni", il secondo costituito per 36 ragnesi
dagli eredi di Antonio Mascotti (1)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio Antonio Inama da Coredo (2), atto notarile; latino
pergamena, mm 190 x 120, a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Il testatore chiedeva in cambio che il parroco 'pro tempore' di Coredo celebrasse in perpetuo, ogni mercoledì e sabato, una messa
in suffragio della sua anima e di quella dei suoi antenati; nei primi mercoledì e sabato di ogni mese la messa doveva essere celebrata
presso la sua sepoltura
(2) Per autorità concessa da Orazio "Brochetta", assessore delle valli di Non e Sole
137 b. 3
Costituzione di censo
1620 dicembre 2, Coredo
Nicola del fu Bartolomeo Zanet da Coredo costituisce un censo annuo del valore di 2 staia di frumento a favore del "dominus"
Bartolomeo del fu "ser" Silvestro Pollini da Tavon, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di
Coredo in località "in Quares", su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 60 ragnesi, corrisposti in talleri, in ragione di 7 troni e 1/2
per ogni tallero
Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 390 (360) x 167 (30), a tergo note di contenuto
138 b. 3
Rinnovo di locazione perpetua
1622 luglio 22, Coredo
Il "dominus" Pietro Luchi, pievano della pieve di Coredo, conferma a "ser" Vigilio del fu Giacomo Moncher da Coredo, cessionario
del "dominus" Gabriele Barbi da Coredo (1), la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di un prato, sito nelle pertinenze di
Coredo in località "sotto le Case", per l'annuo censo di 5 staia di cereali. La presente investitura viene stabilita a seguito di una
permuta fra il fu "dominus" Tommaso "Desiderati" pievano di Coredo e il "dominus" Giorgio Thun, rogata in data 9 agosto 1564 dal
"dominus" Michele Pezzen, notaio di Croviana ed in virtù di una precedente investitura fatta dallo stesso Giorgio Thun a favore del
fu Baldassarre Frisoni da Coredo e rogata in data 3 gennaio 1564
Notaio: Notaio: Gottardo Luca [da Denno]
Originale [A], tratto dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 400 (324) x 130 (75), a tergo note di contenuto
Note
(1) Come consta nei rogiti del fu "dominus" Antonio Inama notaio da Coredo. La locazione era stata a sua volta ceduta a Gabriele
Barbi dal fu Baldassarre Frisoni
139 b. 3
Rinnovo di locazione perpetua
1622 luglio 22, Coredo
Il "dominus" Pietro Luchi, pievano della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo conferma al "ser" Vigilio del fu Giacomo
Moncher da Coredo la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di un prato con orto, sito nelle pertinenze di Coredo in località
Pravalier, al censo annuo di 2 staia di frumento (1)
Notaio: Gottardo Luca da Denno
64
Originale [A] tratto dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; volgare
pergamena, 390 (320) x 120 (60), a tergo note di contenuto
Note
(1) Nel documento vengono ricordati anche gli atti che, precedentemente al presente contratto, ebbero come oggetto la locazione del
suddetto terreno: il primo rogato in data 20 settembre 1413 per mano del fu "dominus" Michele notaio da Tavon, il secondo in data
21 settembre 1579 per mano del "dominus" Michele notaio da Coredo, il terzo in data 6 luglio 1603 per mano del "dominus"
Giovanni Giacomo Inama, notaio da Coredo
140 b. 3
Rinnovo di locazione perpetua
1622 luglio 22, Coredo
Cfr. regesto n. 138
Notaio: Gottardo Luca da Denno
Originale [A] dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 373 x 173, a tergo note di contenuto
141 b. 3
Costituzione di censo
1623 maggio 8, Taio
Antonio figlio del fu Antonio Caldana da Coredo costituisce un censo affrancabile del valore di 10 staia di frumento a favore del
"ser" Nicola figlio del fu Baldassarre Cordin da Dermulo, e gli dà in obbligazione un appezzamento di terra prativa, sito nelle
pertinenze di Coredo in località Pravalier e parte di un appezzamento di terra arativa in località Ort, su cui detto censo è assicurato, al
prezzo di 60 ragnesi di denari, corrisposti in talleri imperiali e ducatoni veneti, in ragione di 7 troni e 1/2 per ogni tallero ed 8 troni e
1/2 per ogni ducatone veneto
Notaio: Pietro "Pavillius" da Taio (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 332 (300) x 243 (230), a tergo note di contenuto
142 b. 3
Costituzione di censo
1624 febbraio 24, Cles
Silvestro e Simone, figli del fu Andrea Bombarda da Coredo, costituiscono un censo annuo del valore di 10 staia di frumento a favore
del "dominus" Giovanni Nicola "Pell(in)us" da Cles, e gli danno in obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in
località "apresso la Casa", su cui detto censo è assicurato, al prezzo 60 ragnesi di denari
Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno
Originale [A], atto notarile; latino
mm 405 x 100 (90), a tergo note di contenuto
143 b. 3
Costituzione di censo
1626 giugno 22, Coredo
I fratelli Giacomo e Cristoforo figli del fu Valentino Leonardelli da Coredo costituiscono a favore dei fratelli "domini" Melchiorre e
Giovanni, di Giovanbattista e Michele, tutti della famiglia "Bidamoni" nonché a favore dei "domini" Giovanni, Antonio e Giulio un
censo annuo del valore di 8 staia ed 1/3 di frumento, e danno in obbligazione un fondo prativo, sito nelle pertinenze di Coredo in
65
località "sotto li Zadei" ossia "al Pasturel", stimato per la produzione di 3 "rote" (1) di fieno, su cui detto censo è assicurato, per il
prezzo di 50 ragnesi di denari, corrisposti in talleri, in ragione di 7 troni e 1/2 per ogni tallero (2)
Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] tratta dall'originale del fu "dominus" Antonio Sicher, notaio da Coredo (3), atto notarile; latino
mm 238 x 150, a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Si suppone il significato di balla di fieno
(2) Precedentemente i "domini" "Bidamoni" da Coredo avevano affrancato il dominus" Giovanni Bombarda da Coredo da un censo
costituito per 50 ragnesi di denari e versato, a nome degli stessi "Bidamoni", al sindico della chiesa parrocchiale di Coredo come
elemosina lasciata dal fu "dominus" Matteo "Bidamoni"
(3) Per autorità concessa dal "dominus" Malfatto Salvadori, assessore delle valli di Non e Sole
144 b. 3
Cessione e dazione in pagamento
1632 marzo 6, Cles
Il "dominus" Giovanni Tolameotti da Coredo, cede al "dominus" Carlo Conci da Taio i suoi diritti su 5 censi, il primo costituito da
Marco Marchi da Taio per 85 ragnesi, il secondo da Martino Zanon da Taio per 12 ragnesi, il terzo da Antonio Slucca, agente a nome
degli eredi Michele "Gasparina", per 36 ragnesi, il quarto dagli eredi di Giovanni Giacomo Berti "de Borzio" per 31 ragnesi, il quinto
da Biagio Bonvicin da Banco per 21 ragnesi, per il valore complessivo di 185 ragnesi. Con tale cessione il suddetto Giovanni paga
parzialmente allo stesso Carlo la somma dovutagli in seguito all'acquisto, per 352 ragnesi, di 3 terreni di sua proprietà (1). I restanti
177 ragnesi vengono versati in contanti
Notaio: Giovanni Keller da Cles (sottoscrive ma non estende l'atto)
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 365 (335) x 120 (88), a tergo note di contenuto
Note
(1) Si tratta di 3 terreni siti nelle pertinenze di Coredo ed in particolare: di un campo in località Auren, stimato per la semina di 17
quarte e 1/2 di sementi, in ragione di 7 ragnesi per ogni quarta; di un prato in località Mas stimato per la semina di 2 staia e 1/2 di
sementi per un capitale di 125 ragnesi; ed infine di un prato in località "subtus Domum" per un capitale di 104 ragnesi
145 b. 3
Testamento
[1635 - 1657], Coredo
Il "dominus" Matteo [Bidamoni] da Salter dispone nel seguente modo le sue ultime volontà: devolve una parte dei suoi beni per la
celebrazione delle messe gregoriane nei 7 anni successivi alla sua morte; lascia quindi "iure legati" 1 trono di denari alla chiesa di S.
Vigilio di Trento, alle fabbriche delle chiese di S. Maria e di S. Rocco di Coredo, mezzo fiorino di denari alla chiesa di S. Romedio
ed alla chiesa di Salter, 20 grossi di denari alla chiesa di S. Cristoforo, una carità di denari ai poveri di Coredo. A Matteo del
"dominus" Giulio del fu "dominus" Giovanni Antonio "Bidamoni" ed ai suoi eredi lascia: tutti i suoi beni mobili e le suppellettili, il
diritto di esigere i crediti dai suoi debitori, un appezzamento di terra, sito nelle pertinenze di Salter in località Rouri, a condizione che
facciano celebrare in perpetuo dal parroco di Coredo 4 messe all'anno in suffragio della sua anima; alla moglie del "dominus"
Giovanni Antonio "Bidamoni" lascia 10 talleri da prelevare dagli affitti provenienti dal campi del testatore; lascia 80 ragnesi a
Giovanni Battista del fu "dominus" Giovanni Antonio "Bidamoni" in quanto esercitante lo "ius patronatus" sui suoi beni; dispone
quindi che il "dominus" Giovanni Antonio "Bidamoni" possa godere per tutta la durata della sua vita dell'usufrutto di tutti i suoi beni;
"titulo emancipationis" lascia alla sorella "domina" Emerenziana parte dei suoi beni. Infine, di tutti gli altri beni mobili ed immobili,
nomina eredi per metà i figli legittimi e naturali di "ser" Giulio e Giovanni Romedio, fratelli e figli del "dominus" Giovanni Antonio
66
"Bidamoni" e per l'altra metà i figli legittimi e naturali del "dominus" Giulio "Bidamoni", fratello del suddetto "dominus" Giovanni
Antonio
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
mm 315 x 342, a tergo note di contenuto
146 b. 3
Costituzione di censo
1635 febbraio 16, Coredo
Matteo del fu Bartolomeo Bott da Coredo costituisce un censo del valore di 10 staia di frumento a favore del "dominus" Marco Gallo
da Segno, abitante a Trento, e gli dà in obbligazione un prato con orto, stimato per la produzione di mezzo carro di fieno, sito nelle
pertinenze di Coredo in località "sotto la Casa", ed un fondo arativo stimato per la semina di 10 quarte di sementi, sito in dette
pertinenze in località Ort, sui quali detto censo è assicurato, al prezzo di ragnesi 60 corrisposti in parte in crosoni, in parte in ungari,
ed in parte in "dupla" spagnoli (1)
Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 105 x 195 (180), a tergo note di contenuto
Note
(1) Viene indicata con precisione la corrispondenza in troni
147 b. 3
Cessione di censo
1635 febbraio 16, Coredo
Il "dominus" Bartolomeo del fu Silvestro Pollini da Tavon, agente a nome della madre, la "domina" Maddalena, cede per 60 denari al
"dominus" Marco Gallo, parroco di Coredo e precedentemente curato di Tres, i propri diritti su un censo del valore di 10 staia di
frumento, costituito per 60 denari dagli eredi del fu Nicola "Zanotus" da Coredo (1)
Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 185 (137) x 100 (85), a tergo note di contenuto
Note
(1) Come consta nell'instrumento rogato in data 2 dicembre 1623 dal fu Giovanni Giacomo Inama da Coredo
148 b. 3
Costituzione di censo
1635 febbraio 21, Coredo
Bartolomeo Erlicher da Coredo costituisce a favore del "dominus" Marco Gallo, pievano di Coredo, un censo del valore di 16 staia e
2/3 di frumento, e gli dà in obbligazione un campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Auren, stimato per la semina di circa 4
stia di sementi, e del "pratulus" contiguo, stimato per la raccolta di un carro di fieno, sui quali detto censo è assicurato
Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon
Originale [A], atto notarile; latino
mm 135 x 167, a tergo note di contenuto
149 b. 3
Cessione di censo
67
1635 aprile 22, Coredo
Il "dominus" Baldassarre del fu "dominus" Nicola Cordini da Dermulo cede al "dominus" Marco Gallo da Segno i propri diritti su un
censo annuo del valore di 10 staia di frumento, costituito per 60 ragnesi di denari da Antonio Caldana a favore del suddetto
"dominus" Nicola (1), ed ora pagato da Simone e Melchiorre, fratelli del suddetto Antonio, al prezzo di 60 ragnesi di denari,
corrisposti in 18 ungari, in ragione di 15 troni per ogni ungaro
Notaio: Tommaso Tavonatti da Tavon
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 105 x 152, a tergo note di contenuto
Note
(1) Come consta nel documento rogato dal notaio Pietro Panizza da Taio in data 8 maggio 1623
150 b. 3
Cessione di censi
1635 ottobre 10, Coredo
Il "magister" Giovanni Nicola "Pilinus" da Cles, cede per 54 ragnesi di denari al "dominus" Marco Gallo da Segno, primissario e
curato della pieve di Taio, i suoi diritti su 2 censi perpetui corrisposti in cereali, l'uno costituito per 30 ragnesi dagli eredi del fu
Silvestro "Brutandus" da Coredo, l'altro costituito per 34 ragnesi dagli eredi del fu Matteo "Berthusius" da Coredo
Notaio: Antonio Inama da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 362 (345) x 145 (135), a tergo note di contenuto
151 b. 4
Rinnovo di locazione perpetua
1637 luglio 5, Cordo
Il "dominus" Cristoforo Panizza da Taio, parroco di Coredo, conferma al "dominus" Serafino "Besnella" da Coredo la locazione
perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Plana, stimato per
la semina di 1 staio circa di sementi, e sul quale la canonica di Coredo gode anche del diritto di decima, al censo annuo di 2 quarte di
frumento
Con tale investitura viene rinnovata la locazione fatta precedentemente dallo stesso parroco di Coredo a favore del suddetto Serafino
(1)
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 369 (335) x 130 (85), a tergo note di contenuto
Note
(1) Come consta nell'instrumento rogato in data 18 novembre 1626 dal "dominus Antonio Sicher, notaio da Coredo
152 b. 4
Locazione perpetua
1637 settembre 26, Coredo
Il "dominus" Cristoforo Panizza da Taio, pievano di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, al "magister"
Giovanni Antonio del fu "magister" Giacomo Leonardelli da Coredo 3 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di Coredo,
il primo in località Ort, il secondo in località Sora Vana e stimato per la produzione di 1 staio circa [di cereali], il terzo in località
Fontanele e stimato per la semina di 3 staia circa di sementi, al censo annuo di 10 staia di cereali
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
68
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm. 400 (345) x 170 (110), a tergo note di contenuto
153 b. 4
Donazione "inter vivos"
1638 maggio 25, Coredo
Giacomo del fu Leonardo Beltrami da Coredo dona a titolo di donazione "inter vovos"al "dominus" Silvestro Rizzardi da Coredo,
agente in qualità di sindico della fabbrica della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, un prato sito sul monte di Sanzeno in
località Val ossia "a Prafasur"
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 240 (235) x 150 (142), a tergo note di contenuto
154 b. 4
Locazione perpetua
1642 luglio 15, Coredo
Il "dominus" Cristoforo Panizza, parroco di Coredo, conferma al "dominus" Francesco Gallo da Segno, erede del fu "dominus"
[Luca] Gallo (1), la locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di un appezzamento di terra arativa e vignata, sito nelle pertinenze
di Segno in località Glara, al censo annuo di 30 cruciferi di denari. Con tale investitura viene rinnovata una locazione fatta
precedentemente dal "dominus" Bartolomeo Inama da Fondo al "dominus" [Luca] Gallo, parroco di Coredo (2)
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) (3)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 453 (440) x 135, a tergo note di contenuto
Note
(1) [Luca] Gallo fu parroco di Coredo dal 1601 al 1616
(2) Come consta nel documento rogato dal notaio Antonio Inama da Coredo in data 17 giugno 1610
(3) Con autentica del 30 dicembre 1751
155 b. 4
Locazione perpetua
1646 ottobre 1, Coredo
Il "dominus" Giacomo Erlicher, sindico della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni
19 anni, a Pellegrino "Mozzinus" da Coredo, un prato, sito sul monte di Sanzeno in località "a Prasenen", al censo annuo di 1 trono di
denari
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto), atto notarile; latino
pergamena, mm 460 x 90 (80), a tergo note di contenuto
156 b. 4
Delega - liberazione ed assicurazione di livello, dazione in pagamento e parziale vendita
1647 febbraio 20 (con inserto del 3 febbraio 1647) , Cles - Coredo
156. a Delega, liberazione e assicurazione di livello, 1647 febbraio 3, Cles
69
Il "dominus" Andrea Madruzzo, assessore in valle di Non, delega Francesco Bertoldi, dottore in teologia e parroco di Coredo, a
rappresentarlo in occasione della liberazione di un fondo arativo di proprietà Pellegrino del fu Pellegrino "Mozzinus" da Coredo e
delle sorelle Barbara, Caterina e Margherita da un livello di 12 staia di frumento da loro costituito a favore della chiesa di S. Maria di
Coredo su un fondo sito nelle pertinenze di Coredo in località Berbul, che viene poi assicurato su un'altro fondo arativo e vignato,
sito nelle stesse pertinenze in località Auren. Il primo fondo verrà dato in pagamento ed in parte venduto ai fratelli "domini" Giacomo
e Cristoforo, figli ed eredi del "dominus" Valentino, al prezzo di 137 ragnesi di denari
156. b Liberazione ed assicurazione di livello - dazione in pagamento e parziale vendita, 1647 febbraio 20, Coredo
In presenza di Francesco Bertoldi, dottore in teologia e parroco di Coredo, delegato (1) del "dominus" Andrea Madruzzo, assessore in
valle di Non, il "dominus" Simone Caldana e la "domina" Maria rispettivamente curatore e tutrice di Pellegrino del fu Pellegrino
"Mozzinus" da Coredo e delle sorelle Barbara, Caterina e Margherita, liberano un fondo arativo di proprietà di questi ultimi, sito
nelle pertinenze di Coredo in località Berbul, da un livello di 12 staia di frumento costituito a favore della chiesa, e lo assicurano su
un'altro fondo arativo e vignato, sito nelle stesse pertinenze in località Auren. I suddetti Pellegrino e sorelle danno pagamento ed in
parte vendono ai fratelli "domini" Giacomo e Cristoforo, figli ed eredi del "dominus" Valentino Leonardelli da Coredo, il suddetto
fondo in località Berbul, al prezzo di 137 ragnesi di denari
Notaio: Antonio Inama di Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 490 (470) x 290, a tergo note di contenuto
Note
(1) Cfr. il regesto n. 156. a
157 b. 4
Donazione "inter vivos"
1647 agosto 19, Coredo
Il "dominus" Giovanni Antonio Inama del fu "dominus" Simone Widmann da Coredo dona a titolo di donazione "inter vivos" alla
canonica ed alla parrocchia della pieve di Coredo i suoi diritti su 4 livelli del valore di 2 staia di frumento ciascuno, che Pellegrino
del fu Pellegrino "Mozzinus" da Coredo ed i suoi eredi sono tenuti a corrispondergli in perpetuo. Chiede in cambio che il parroco di
Coredo 'pro tempore' celebri in perpetuo 4 messe all'anno (2 per la Vergine Maria e 2 per lo Spirito Santo) nella chiesa di S. Maria di
Coredo (1)
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 410 x 140 (115), a tergo note di contenuto
Note
(1) La prima di queste messe dovrà essere celebrata, dopo averne dato notizia alla comunità, presso il monumento dedicato alla
famiglia Widmann, costruito nella stessa chiesa di S. Maria
158 b. 4
Testamento
1648 marzo 3, Coredo
Giovanni del fu Paolo da Coredo, dispone nel seguente modo le sue volontà: chiede di venire sepolto nella tomba dei propri antenati
nel cimitero di S. Maria di Coredo e che quattro sacerdoti celebrino una messa in suffragio della sua anima al settimo e trentesimo
anniversario della sua morte. Ancora "pro eius anima suorumque antenatorum" lascia in legato: mezzo trono alla fabbrica della
cattedrale di S. Vigilio, 1 ragneso a quella della chiesa di S. Rocco di Coredo, una "mossa" (1) di olio alla fabbrica della chiesa di S.
Romedio ed infine alla fabbrica della chiesa di S. Giustina una lira di denari per la celebrazione delle messe gregoriane, una "caritas"
70
di 7 staia di frumento "in pane confectus" da distribuire nei due anni seguenti la morte della moglie del testatore. Lascia quindi a
Federico Rizzardi di Coredo un campo, sito nell pertinenze di Coredo in località "al Pregarlongo" e posseduti "in diviso" con Antonio
Caldana da Coredo. Dispone quindi che la seconda moglie Antonia goda dell'usufrutto su tutti i suoi beni mobili ed immobili per
tutto il tempo della sua vita, a patto che permanga nella condizione di vedovanza. Sua erede universale nomina la fabbrica della
chiesa di S. Croce "sive" S. Maria di Coredo chiamata a celebrare ss. messe in suffragio della sua anima e di quella dei suoi antenati.
Costituisce quindi suo commissario ed esecutore testamentario il parroco 'pro tempore' di Coredo, con la precisa richiesta che "in
urbariis canonice de Coredo" rimanga perpetua memoria del giorno della celebrazione delle suddette messe nonché della somma
liquidata a tal scopo
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 177 x 248, a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) "Mossa"= vecchia misura austriaca per i liquidi, corrispondente a l. 1, 41 e suddivisa in 4 "fracei" (frachei), (dal ted,
Mass=misura). (Quaresima p. 274)
159 b. 4
Dazione in pagamento
1648 aprile 19, Coredo
Giacomo del fu Baldassare Erlicher da Coredo dà in pagamento al "dominus" Bartolomeo del fu "dominus" Alberto Sicher da
Coredo, agente in qualità di sindico della fabbrica della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, un appezzamento di terra arativa,
sito nelle pertinenze di Coredo in località Segn, stimato per la semina di 2 staia e 3 quarte di sementi (1), per un capitale di 63 ragnesi
di denari. Il suddetto Baldassare si riserva il diritto di redimere il suddetto fondo entro lo spazio di 3 anni
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 545 x 155 (130), a tergo note di contenuto
Note
(1) Dalla stima va sottratta mezza quarta di sementi, per la servitù di passaggio della "domina" Utilia moglie del "magister"
Cristoforo Erlicher, che insiste su detto campo
160 b. 4
Compravendita ed estinzione di debito
1650 novembre 21, Coredo
Federico "Gopa" da Coredo vende al "dominus" Silvestro Rizzardi, sindico della fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo un
appezzamento di terra arativa sita nelle pertinenze di Coredo in località detta "fora alla Cros", stimato da due periti del valore di 63
ragnesi. Con tale compravendita il suddetto Federico salda un debito dello stesso valore contratto verso la chiesa, e come garanzia dà
in obbligazione a quest'ultima un campo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Plan
Notaio: Antonio Inama da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 310 (295) x 208 (200), a tergo note di contenuto
161 b. 4
Codicillo al testamento
1652 maggio 4, Coredo
71
Giovanni Rizzardi di Coredo, volendo apportare delle aggiunte al suo secondo testamento dispone che: il parroco 'pro tempore' di
Coredo celebri due messe all'anno "pro eius anima eiusque defunctorum" e che ne informi la comunità di Coredo, affinché possa
pregare presso il monumento dedicato alla sua famiglia nella chiesa di S. Maria. I sindaci 'pro tempore' della fabbrica della chiesa di
S. Maria di Coredo verseranno in perpetuo al parroco di Coredo un'elemosina di 15 cruciferi per cadauna messa, i primi 15 nel giorno
di Ognissanti, i secondi 15 nel giorno dei morti.
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 262 x 163 (146), a tergo note archivistiche e di contenuto
162 b. 4
Cessione di censi ed adempimento di legato
1653 gennaio 23, Coredo
Il "dominus" Melchiorre Widmann erede dei beni di Alberto Widmann, suo fratello, in virtù di un legato di 50 ragnesi disposto da
quest'ultimo a favore della chiesa di S. Maria di Coredo, e di 25 ragnesi all'altare del S. Rosario in detta chiesa, cede al "dominus"
Francesco Bertoldi , dottore inteologia e parroco di Coredo, i suoi diritti su 2 censi, il primo costituito per 50 ragnesi da Bartolomeo
del fu Federico Mascotti da Coredo, il secondo costituito per 51 ragnesi dal "dominus" Giacomo Biasi. I 26 ragnesi eccedenti la
somma lasciata in legato dal suddetto Alberto, vengono donati a Guglielmo Marinconz da Coredo, agente in qualità di sindico [della
fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo]
Notaio: Pietro Lorenzo Panizza (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del "dominus" Pietro Panizza notaio da Taio (1); latino
pergamena, mm 455 (385) x 155, a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Per autorità concessa dal "dominus" "Pompertus", assessore [delle valli di Non e Sole]
163 b. 4
Affidamento di incarico
1653 agosto 28
I "domini Sebastiano Biasi, Pietro "Giovanettus" regolani della comunità di Coredo e "iurati" [della chiesa di S. Maria] e Guglielmo
del fu Marino Marinconz, sindico della fabbrica di detta chiesa, in seguito alle richieste del "dominus" Francesco Bertoldi da Denno,
dottore in diritto e teologia e parroco di Coredo, incaricano il notaio Antonio Inama da Coredo, di stilare un inventario dei beni
mobili di ragione delle canonica di Coredo, nonché di tutti i fitti e livelli ad essa spettanti
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto) (1)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 433 (417) x 390 (308), a tergo note di contenuto
Note
(1) Con annotazione del cancelliere arcivescovile del 9 novembre 1708 in occasione della definizione delle decime spettanti alla
canonica nel territorio di Smarano
164 b. 4
Affidamento di incarico
1653 agosto 28, Coredo
Il "dominus" Francesco Bertoldi da Denno, parroco di Coredo, per volontà vescovile, incarica il "magister" Bartolomeo Malfatti
"monacus" della chiesa di S. Maria di Coredo, di stilare un inventario (1) dei beni mobili di ragione delle chiese di S. Rocco e di S.
Croce "sive" S. Maria di Coredo, nonché di tutti i fitti e livelli spettanti alle suddette chiesa
72
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino, volgare
pergamena, mm 348 (330) x 357 (290), a tergo note di contenuto
Note
(1) L'elenco dei beni immobili viene scritto in volgare "pro faciliori intelligentia"
165 b. 4
Costituzione di censo
1654 aprile 5, Coredo
Il "dominus" Simone del fu "dominus" Giacomo Biasi da Coredo costituisce un censo annuo redimibile e affrancabile del valore di
19 stari e 1/2 di frumento a favore di Giacomo del fu Tommaso "Bartrusis", agente in qualità di sindico della fabbrica della chiesa di
S. Maria di Coredo, e gli dà in obbligazione 2 terreni siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Ort ed il secondo in località
Segn, su cui detto censo è assicurato, per il prezzo di ragnesi 100 di denari meranesi
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B]dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 270 x 115 (97), a tergo note archivistiche e di contenuto
166 b. 4
Permuta e parziale vendita
1654 settembre 29, Coredo
La "domina Flora moglie del fu Silvestro "Bertrami", Caterina moglie di Silvestro Moncher, Ursula moglie di Giovanni Giacomo
Marinconz e Rosa moglie di Giacomo "Bertrusius", sorelle, figlie ed eredi di Giovanni Caldana di Coredo "respective, unitim et
separatim" permutano, ed in parte vendono alla "domina" Domenica nata Biasi e moglie del "dominus" Donato "de Tanpal de
Ampelan", una casa in muratura e legno, sita nella villa di Coredo in località Boian, un campo ed un prato siti presso la stessa casa,
stimati del valore di 430 ragnesi, ricevendo in cambio un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località
Malgia, stimato del valore di 70 ragnesi, nonché il diritto su un censo costituito per 12 ragnesi dai fratelli Bartolomeo e Romedio
Biasi da Sfruz. La "domina" Dominica versa anche la somma di 147 ragnesi ed 8 cruciferi per la differenza di valore tra i beni
scambiati, in base alla stima fatta da due periti
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 270 (226) x 265 (242), a tergo note di contenuto
167 b. 4
Delega - cessione di censo ed estinzione di debito
1657 maggio 14 (con inserto del 28 aprile 1657), Rallo - Coredo
167. a Delega, 1657 aprile 28, Rallo
Il "dominus" Cristoforo Busetti, assessore delle valli di Non e Sole, delega il "dominus" Francesco Bertoldi, parroco di Coredo, a
rappresentarlo nella cessione di un censo, costituito per 50 ragnesi da Giacomo Erlicher da Coredo, fatta dal "dominus" Michele
"Bidamoni", agente a nome di Giorgio Bombarda da Coredo, minore di 25 anni, a favore della chiesa di S. Maria di Coredo,
rappresentata dal sindico, il "dominus" Michele del "dominus" Guglielmo "Besnelle", ad estinzione di un debito di 50 ragnesi
contratto dal suddetto Giorgio verso la chiesa di S. Maria
167. b Cessione di censo ed estinzione di debito, 1657 maggio 14, Coredo
73
In presenza del "dominus" Francesco Bertoldi, parroco di Coredo e delegato (1) del "dominus" Cristoforo Busetti, assessore delle
valli di Non e Sole, e dei "domini" Antonio Sicher e Giovanni "Frachessenus", regolani della comunità di Coredo, il "dominus"
Michele "Bidamoni", agente a nome di Giorgio Bombarda da Coredo, minore di 25 anni, cede a Michele del "dominus" Guglielmo
"Besnelle" da Coredo, agente in qulità di sindico della chiesa di S. Maria di Coredo, un censo costituito per 50 ragnesi da Giacomo
Erlicher da Coredo, e gli dà in obbligazione un fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località "alla Cros". Con tale cessione
viene saldato un debito di pari valore contratto dal suddetto Giorgio Bombarda verso la chiesa di S. Maria
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 315 (300) x 235, a tergo note di contenuto
Note
(1) Cfr. il regesto n. 167. a
168 b. 4
Donazione 'inter vivos'
1660 dicembre 20, Coredo
La "domina" Domenica, nata Biasi e moglie del "dominus" Donato " (de Tanpol de Anpe[.]e[.]n"), abitante a Coredo, in presenza
dello stesso marito Donato, dona, a titolo di donazione 'inter vivos', alla fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo, rappresentata da
Udalrico Tolameotti da Coredo, sindico di detta fabbrica, i propri diritti su un censo costituito per 100 ragnesi dagli eredi di
Bartolomeo Erlicher da Coredo. La suddetta Domenica chiede in cambio che i sindici si impegnino a far celebrare nella chiesa di S.
Maria, ogni anno ed in perpetuo dopo la sua morte e di quella del marito, 2 messe in suffragio della loro anima
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 178 (160) x 235 (225), a tergo note archivistiche e di contenuto
169 b. 4
Dazione in pagamento
1662 agosto 31, Coredo
Melchiorre Beltrami, agente in qualità di sindico della chiesa parrochiale di S. Maria di Coredo anche a nome dei colleghi Matteo
"Bidamoni" e Silvestro Moncher, con il consenso del "dominus" Giorgio Bombarda, regolano di Coredo, dà in pagamento a
Baldassarre del fu Baldassarre Sicher di Coredo, ad Enrico e Pietro fratelli di Bonvicino di Banco, agenti anche in nome di Giovanni
"Rubeus" da Trento, un appezzamento di terra arativa, sito nelle pertinenze di Coredo in località Ort, stimato da due periti per la
produzione di 3 staia ed una quarta [di cereali], in ragione di 6 ragnesi e 1/2 per ciascuna quarta, e del valore di 92 ragnesi. Con
questa dazione in pagamento il suddetto Melchiorre adempie la volontà della fu "domina" Antonia, moglie in secondo matrimonio
del fu Giovanni Rizzardi e che aveva istituito suoi eredi universali il suddetto Baldassarre, i fratelli Enrico e Pietro, e Giovanni
"Rubeus" (1)
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 235 x 148, a tergo note di contenuto
Note
(1) Il fu Giovanni Rizzardi aveva disposto che alla mogle Antonia andassero in dote 100 ragnesi e che sua erede universale fosse la
fabbrica della chiesa di S. Maria di Coredo
170 b. 4
74
Adempimento di legato
1662 dicembre 10, Coredo
I fratelli Giovanni Nicola e Giovanni Michele, figli del fu "dominus" Giovanni Widmann da Coredo, in presenza e con il consenso
dei fratelli Giovanni Domenico e Giovanni Ferdinando, rispettivamente di anni 25 e di anni 20, in virtù di un legato lasciato dal padre
Giovanni Widmann consegnano al "dominus" Antonio Biasi, sindico della chiesa di S. Maria di Coredo, i seguenti beni: 2 terreni siti
nelle pertinenze di Coredo, il primo arativo in località "al Rem", il secondo prativo in località Pozzat; ed seguenti censi affrancabili:
un censo di 24 ragnesi di denari pagato da Pietro del fu Bartolomeo, un censo di 12 ragnesi pagato dagli eredi del fu Leonardo Donati
da Smarano ed infine un censo del capitale di 8 ragnesi di denari pagato dal "dominus" Antonio "Parthelus" da Sfruz. Il sindico
promette, anche a nome dei suoi successori, che farà celebrare nella chiesa di S. Maria, ogni anno ed "in perpetuum" alla festa di S.
Vito nel mese di giugno, 3 messe in suffragio dell'anima del testatore, di cui una "in cantu" e le altre "submissa voce", e che e
distribuirà 2 staia e 1/2 e mezzo di frumento "confectus in pane" a tutti coloro che parteciperanno a dette funzioni
Notaio: Alberto del fu "dominus" Giovanni Widmann da Coredo
Originale [A] tratta dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 512 x 115, a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Come consta nel suo ultimo testamento rogato dal notaio Antonio Inama da Coredo in data 25 maggio 1661
171 b. 4
Donazione "inter vivos"
1663 maggio 15, Coredo
La "domina" Ursula nata Inama e coniugata con il fu Michele del fu Antonio Sicher, dona ai"domini" Guglielmo "Besnelle", Franco
Rizzardi e Pietro "Giovanettus", regolani di Coredo e agenti in nome di Sebastiano Biasi, sindico della fabbrica della chiesa di S.
Maria di Coredo, parte del fondo arativo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Lac, stimata del valore di ragnesi 50. La presente
donazione viene fatta dalla suddetta Ursula, in quanto minacciata dai vicini di Coredo di venire espulsa dalla stessa vicinia
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 132 x 136 (132), mm 132 x 136 (132)
172 b. 4
Adempimento di legato
1663 maggio 30, Coredo
Il "dominus" Giacomo del fu "dominus" Valentino Leonardelli da Coredo, agente a nome del figlio, esecutore testamentario della fu
"domina" Ursula, nata Inama e moglie del fu "magister" Michele del fu "dominus" Antonio Sicher da Coredo consegna a Sebastiano
Biasi da Coredo, agente in qualità di sindico della chiesa di S. Maria, la parte di un fondo donato alla chiesa dalla stessa Ursula, sito
nelle pertinenze di Coredo in località Lac, stimato da due periti per la produzione di 9 quarte di [cereali], in ragione di 5 ragnesi e 1/2
per ogni quarta
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 130 x 125, a tergo note di contenuto
173 b. 4
Soluzione di controversia
1665 luglio 8, Coredo
75
I "domini" Antonio Inama, delegato del signor Giorgio Bombarda, regolano di Coredo, Francesco Giannetto e Vigilio Tolameotti,
anch'essi regolani di Coredo, dirimono la controversia sorta fra Matteo Ossana, parroco di Coredo, da una parte, e "messer" Giovanni
Marinconz, agente in nome degli eredi del nobile colono Giovanni Widmann, dall'altra, in merito all'utilizzo dell'acqua che scorre
sulla via pubblica in località "alli Pontari". Viene stabilito che l'acqua spetta di diritto alla canonica ed al parroco viene quindi
concesso di deviarla per irrigare il prato di proprietà della canonica, sito in detta località, adiacente alla via pubblica ed all'orto degli
stessi signori Widmann
Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Coredo
Originale [A] tratta dal protocollo dello stesso notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 312 x 137 (115), a tergo note di contenuto
174 b. 4
Permuta e parziale vendita
1666 settembre 26, Coredo
Il "dominus" Antonio del fu Giulio "Bidamoni" da Coredo permuta ed in parte vende al "dominus" Mattia Ossana, parroco di
Coredo, un prato, sito nelle pertinenze di Coredo in località Vaiaren, stimato da due periti per la produzione di 9 quarte e 1/2 [di
cereali], in ragione di 16 ragnesi per ogni quarta e del valore di 150 ragnesi, ricevendo in cambio un campo, sito nelle stesse
pertinenze in località "in Quares", stimato da due periti per la produzione di 10 quarte e 1/2 e mezza "minella" (1) [di cereali], in
ragione di 6 ragnesi per ogni quarta e del valore di ragnesi 58 e 1/2. Il suddetto Antonio riceve anche 93 ragnesi e 1/2 per la
differenza di valore dei beni scambiati
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile
pergamena, mm 118 x 100, a tergo note di contenuto
Note
(1) "Minella" = unità di misura corrispondente ad un sedicesimo dello staio (Quaresima, pg. 266)
175 b. 4
Dazione in pagamento ed estinzione di debito
1669 novembre 2, Coredo
Il "dominus" Giovanni del fu Antonio Frachesen da Coredo dà in pagamento al "dominus" Francesco Bertoldi, dottore in diritto e
teologia, canonico del capitolo di Trento e parroco di Coredo, un campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Fontanele, per il
prezzo di 148 ragnesi. Con tale dazione in pagamento il suddetto Giovanni salda un debito di pari valore precedentemente contratto
con il parroco (1)
Notaio: Matteo Widmann da Coredo
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 345 x 145, a tergo note di contenuto
Note
(1) In particolare: deve al parroco la somma di 114 ragnesi, in quanto proprietario del fondo in località Fontanele, sul quale il fu
Antonio Widmann aveva costituito un censo a favore del pievano di Coredo (come attesta il documento rogato in data 2 marzo 1608
dal "dominus" Pietro "de Zuchis" notaio da Segno) nonchè la somma di 16 ragnesi e 1/2 per fitti non pagati, ed infine 18 ragnesi in
quanto la famiglia Widmann aveva fondato sullo stesso campo un legato di 3 troni annui a favore della canonica per la celebrazione
di 3 uffici sacri
176 b. 4
Locazione perpetua
76
1670 gennaio 7, Coredo
Il "dominus" Francesco Bertoldi, dottore in teologia, "protonotarus" apostolico, canonico del capitolo di Trento e parroco di Coredo,
dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, ai fratelli Antonio e Cristoforo Grandi ed ai fratelli Giovanni e Simone figli del fu
Giacomo Grandi i seguenti terreni, siti nelle pertinenze di Smarano: 3 campi, il primo in località "a Ravon", il secondo in località
Val, il terzo in località "alli Orgalli", ed un appezzamento di terra arativa "sotto li Maccani", in località "alle Fosse", al censo annuo
di 10 staia di cereali
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 145 (105) x 183 (123), a tergo note di contenuto
177 b. 4
Testamento
1670 gennaio 14, Romeno
Il "dominus" Cristoforo del fu Giovanni Cristoforetti da Salter dispone nel seguente modo le sue ultime volontà: chiede di venire
sepolto con i suoi predecessori nel cimitero della chiesa di S. Biagio di Salter, che al settimo ed al trentesimo anniversario della sua
morte vengano celebrate 3 messe; lascia quindi "iure legati" alla chiesa di S. Vigilio di Trento 6 cruciferi di denari, una "mensura"
d'olio alla chiesa parrocchiale [di Sanzeno], dedicata ai martiri Sisinio, Martirio ed Alessandro, una 1/2 "mensura" d'olio alle chiese
di S. Maria di Sanzeno e di S. Biagio di Salter; dispone che nei 3 anni successivi alla sua morte, all' 8 di maggio di ogni anno,
vengano distribuiti all'ora della messa davanti alla porta della chiesa di S. Biagio di Salter 2 staia di frumento "in pane", e che venga
in cambio celebrata una messa in suffragio della sua anima e di quella dei suoi antenati; lascia denaro e beni mobili ed immobili al
nipote Cristoforo, figlio del fu Giovanni, suo figlio, alle figlie Caterina, sposa di Antonio Bonvicin da Salter, Agnese, Annamaria,
Lucia, Anna ed alla terza moglie Lucia. Suoi eredi universali nomina il figlio Antonio e ed il nipote Cristoforo
Notaio: Giovanni Andrea Micheli da Romeno
Originale [A] (1), atto notarile; latino
pergamena, mm 720 x 300 (275), a tergo note di contenuto
Note
(1) Il documento è scritto su due pergamene legate insieme
178 b. 4
Locazione perpetua
1671 giugno 26, Coredo
Il "dominus" Francesco Bertoldi, dottore in teologia, "protonotarius" apostolico, canonico della cattedrale di S. Vigilio di Trento e
parroco di Coredo, dà in locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, a Giacomo del fu Filippo "de Gillis" da Sfruz un campo
arativo, sito nelle pertinenze di Sfruz e Smarano in località "a Roncaz", stimato per la semina di 10 staia di sementi, al censo annuo di
2 staia di frumento
Notaio: Antonio Inama da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore; latino
pergamena, mm 350 (340) x 175 (125)
179 b. 4
Costituzione di censo
1672 ottobre 29, Coredo
Guglielmo del fu Guglielmo "Besnella" da Coredo costituisce un censo annuo redimibile di 10 staia di frumento a favore del
"dominus" Franceso Bertoldi, dottore in teologia e diritto, canonico del capitolo di Trento, "protonotarius apostolico, consiliarius et
77
intimus familiaris archiducis Oenipontani" (1) e parroco di Coredo e gli dà in obbligazione un campo, sito nelle pertinenze di Coredo
in località Mes, sul quale detto censo è assicurato, al prezzo di 60 ragnesi corrisposti in talleri e ducatoni
Notaio: Giovanni Matteo Widmann da Coredo
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 560 x 180, a tergo note di contenuto
Note
(1) Si tratta dell'arciduca d'Austria Ferdinando Carlo
180
b. 4
Dazione in pagamento
1673 maggio 12, Coredo
Il "dominus" Pietro del fu "dominus" Ferdinando Panizza da Taio, in presenza dello zio paterno, il "dominus" Stefano Panizza,
agente a nome del nipote minorenne, il "dominus" Pietro Panizza, in presenza e con il consenso di Francesco Bertoldi, canonico del
capitolo di Trento e parroco di Coredo, del "dominus" Alberto del fu Michele Widmann e di Michele Caldana, regolani della
comunità di Coredo, dà in pagamento al "dominus" Giorgio Bombarda, sindico della chiesa di S.Maria di Coredo, un campo, sito
nelle pertinenze di Coredo in località Ciavassoz, al prezzo di 112 ragnesi, riservandosi il diritto di redimere il campo nello spazio di 7
anni, corrispondendo ogni anno una quantità di frumento e segale del valore di 25 ragnesi
Notaio: [Giovanni] Matteo Widmann da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 275 (225) x 152 (82), a tergo note archivistiche e di contenuto
181 b. 4
Adempimento di legato
1675 settembre 1, Coredo
I fratelli "domini" Ferdinando, Cristoforo e Ludovico, figli del fu "dominus" Giovanni Romedio Bombarda ed eredi del fu "dominus"
Giovanni Domenico Bombarda, agenti anche a nome del fratello e coerede "dominus" Giovanni Michele Bombarda, consegnano al
"dominus" Silvestro Rizzardi da Coredo, agente in qualità di sindico della chiesa di S. Maria, 2 campi, siti nelle pertinenze di Coredo,
l'uno in località "alla Croce" ossia "sopra li Dorighelli" e l'altro in località Plan, e questo in virtù del legato lasciato da Giovanni
Domenico al "dominus" Francesco Bertoldi dottore in teologia, canonico del capitolo di Trento e parroco della chiesa di S. Maria di
Coredo
Notaio: Giovanni Matteo Widmann da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 192 (120) x 180 (133), a tergo note di contenuto
182 b. 4
Adempimento di legato
1678 gennaio 21, Coredo
I fratelli "domini" Cristoforo, Ludovico, Giovanni Romedio e Giovanni Michele Bombarda, in virtù di un legato disposto dal fu
reverendo "dominus" Giovanni Michele a favore della chiesa di S. Maria di Coredo, consegnano al "dominus" Silvestro Rizzardi,
agente in qualità di sindico della suddetta chiesa, un campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Palù, con l'onere di celebrare
annualmante ed in perpetuo un ufficio sacro in suffragio dell'anima del testatore
Notaio: Giovanni Matteo Widmann [da Coredo]
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 247 (210) x 130 (70), a tergo note archivistiche e di contenuto
78
183 b. 4
Costituzione di censo ed estinzione di debito
1680 giugno 19, Tuenno
Giovanno Angelo "Cemig" notaio da Tuenno costituisce un censo annuo redimibile del valore di 5 staia ed 1/3 di frumento a favore
di Giovanni Battista Busetti, agente in qualità di sindico della chiesa di S. Nicola di Tuenno, e gli dà in obbligazione un fondo arativo
e vignato, sito nelle pertinenze di Tuenno in località Centonar, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 32 ragnesi. Con la detta
costituzione il suddetto Giovanni Angelo salda un debito di 32 ragnesi, contratto dal figlio Marino "scolarus tertie classis" con il
"dominus" Nicola Zenoniani da Trento
Notaio: Giovanno Angelo "Cemig" di Tuenno
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 525 x 180 (165), a tergo note di contenuto
184 b. 4
Rinnovo di enfiteusi
1683 settembre 5, Coredo
Il "dominus" Giovanni Rossi, parroco di Coredo, rinnova ai fratelli "domini" Giacomo del fu Giovanni Antonio Leonardelli, Stefano
Leonardelli tutore di Giacomo e Giacomo Antonio Segna, agente anche in nome del fratello Bartolomeo, l'investitura in enfiteusi di 4
appezzamenti di terra arativi, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in località Ort, il secondo ed il terzo in località Sora Vana, il
quarto in località Fontanele, il quinto in località Plana, al censo annuo di 5 staia di frumento
Notaio: Giovanni Matteo Inama da Coredo
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 267 (240) x 125 (105), a tergo note di contenuto
185 b. 4
Locazione perpetua
1683 settembre 17, Coredo
Giovanni Rossi, parroco di Coredo, conferma ai fratelli Giacomo, Antonio e Bertoldo, figli del fu Baldassarre Segna da Coredo la
locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni di una "fossa" (1) del campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località Apena, al censo
annuo di 1 staio e 1/2 di frumento
Notaio: Giovanni Matteo Widmann da Coredo (sottoscrive ma non estende l'atto)
Copia autentica [B] dall'originale del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 207 x 130 (104), a tergo note di contenuto
Note
(1) "Fossa" = strada afossata, incavata (Quaresima, pg. 201)
186 b. 4
Compravendita
1683 novembre 29, Coredo
Il "dominus" Ludovico Bombarda da Coredo vende al "dominus" Michele del fu Antonio Sicher, agente in qualità di sindico della
chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo un campo, sito nelle pertinenze di Coredo in località "alla Croce" ossia "alli Dorighelli" ,
stimato per la semina di 6 quarte e 3 "maslis" (1) di sementi, in ragione di 9 ragnesi per ogni quarta, al prezzo di 60 ragnesi
Notaio: Giovanni Matteo Widmann da Coredo
Originale [A] tratto dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
79
pergamena, mm 186 (175) x 124, a tergo note di contenuto
Note
(1) "Maslis" da intendere probabilmente piccolo mastello, mastella, voce più frequente "maslina" (Quaresima, pg. 257)
187 b. 4
Costituzione di censo
1687 febbraio 10, Coredo
Andrea del fu Bartolomeo Zandron da Coredo, in presenza dei "domini" Giacomo Leonardelli e Guglielmo "Besenelle", regolani
della comunità di Coredo, costituisce un censo del valore di 1 staio e 2/3 di frumento a favore del "dominus" Giovanni Rossi parroco
e "rector" della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, e gli dà in obbligazione 2 campi, siti nelle pertinenze di Coredo, il primo in
località "alle Fosse di Foi", ed il secondo in località Sora Vana, sui quali detto censo è assicurato, per il prezzo di 10 ragnesi (1)
Notaio: Maurizio Bombarda da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
mm 330 (300) x 195 (85), a tergo note archivistiche e di contenuto
Note
(1) Precedentemente il suddetto Andrea si era affrancato da una censo, costituito per 30 ragnesi a favore di Giovanni Leonardelli ed
assicurato sul campo in località "alle Fosse di Foi" (come consta nei rogiti dello stesso notaio Maurizio Bombarda da Coredo)
188 b. 4
Costituzione di censo
1690 settembre 24, Coredo
Bartolomeo del fu Nicola Borz da Smarano costituisce un censo redimibile del valore di 3 staia ed 1/3 di frumento a favore della
chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, rappresentata dal "dominus" Simone di Valentino Leonardelli, sindico di detta chiesa, e gli
dà in obbligazione un campo, sito nelle pertinenze di Smarano in località Fontana, su cui detto censo è assicurato, al prezzo di 20
ragnesi
Notaio: Maurizio Bombarda da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 270 (252) x 178 (118), a tergo note archivistiche e di contenuto
189 b. 4
Decreto - Compravendita
1691 novembre 6 (con inserto del 6 ottobre 1691), Cles - Coredo
189. a Decreto, 1691 ottobre 6, Cles
Il "dominus" Carlo Fabiano Martini, assessore delle valli di Non e Sole, di fronte ai dubbi avanzati dal "magister ser" Giovanni
Antonio "de Giovanetis" da Coredo, agente in qualità di sindico della chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, in merito al reale
possesso di un"caniparius" (1) da parte del "magister ser" Giovanni del fu Antonio Frachesen da Coredo e sito nelle pertinenze di
Coredo in località Nil, ne constata la totale infondatezza
189. b Compravendita, 1691 novembre 6, Coredo
Il "magister ser" Giovanni del fu Antonio Frachesen da Coredo, in seguito al decreto emesso dal "dominus" Carlo Fabiano Martini,
assessore delle valli di Non e Sole (2), che dichiara essere assente qualsiasi ostacolo che impedisca la stipula del presente contratto,
vende al "magister ser" Giovanni Antonio "de Giovanetis" da Coredo, agente in qualità di sindico della chiesa parrocchiale di S.
80
Maria di Coredo, in presenza del "dominus" Giovanni Rossi, parroco di Coredo, e dei "domini" Domenico Papa, Francesco Rizzardi
e Matteo Moncher, regolani della comunità di Coredo, un "caniparius", sito nelle pertinenze di Coredo in località Nil, stimato per la
semina di 10 quarte ed una "mossa" (3) di sementi, al prezzo di 86 ragnesi, in base alla stima di due periti di Coredo (4)
Notaio: Maurizio Bombarda da Coredo
Originale [A] dal protocollo del notaio sottoscrittore, atto notarile; latino
pergamena, mm 560 (540) x 155 (140), a tergo note di contenuto
Note
(1) "Caniparius" si intenda "campo di canapuccia"
(2) Cfr. regesto n. 189. a
(3) "Mossa"= vecchia misura austriaca per i liquidi, corrispondente a l. 1, 41 e suddivisa in 4 "fracei" (frachei), (dal ted,
Mass=misura). (Quaresima p. 274)
(4) Il suddetto "ser" Giovanni aveva precedentemente acquistato il "caniparius" (precedentemente prativo e diviso fra due proprietari)
da Cristoforo e Giacomo Leonardelli (come consta nei contratti di compravendita rogati dai notai Antonio Inama da Coredo e
Giovanni Dusini da Cles)
190 b. 4
Compravendita
1691 ottobre 8, Coredo
Il "magister "dominus" Antonio del fu Romedio "de Giovanetis" da Coredo, vende alla chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo,
rappresentata dal sindico Giovanni Antonio "de Giovanetis", un prato con il "caniparius" (1) ad esso attiguo, sui quali insistono le
servitù di passaggio di Dorotea vedova Inama e di Giovanni Marinconz, sito nelle pertinenze di Coredo in località Sora Vana, al
prezzo di 107 ragnesi
Notaio: Maurizio Bombarda da Coredo
Originale [A], atto notarile; latino
pergamena, mm 385 (350) x 165 (123), a tergo note di contenuto
Note
(1) "Caniparius"= "campo di canapuccia",
b. 191
Concessione d'indulgenza
1708 giugno 4, Roma S. Pietro
Clemente XI: concede per un settennio l'indulgenza ai confratelli e alle consorelle defunti della Confraternita del Santissimo Rosario
per in quali si celebrerà una messa all'altare della confraternita nella chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, nel giorno della
commemorazione dei defunti, entro la sua ottava, ed il martedì di ogni settimana. (Omnium saluti) Originale [A], in fondo annotazione di visto e di pubblicazione del 2 luglio 1708, documento di cancelleria papale; latino
pergamena, mm 417 x 150, a tergo note archivistiche e di contenuto, SID
192 b. 4
Concessione di indulgenza
1708 giugno 10, Roma S. Pietro
Clemente XI: concede l'indulgenza plenaria per un settennio ai fedeli che presenzieranno senza interruzione alle 40 ore di preghiera
nella chiesa di S. Maria di Coredo. (Ad augendam) Originale [A], in fondo annotazione di visto e di pubblicazione del 15 luglio 1709, documento di cancelleria papale; latino
pergamena, mm 146 x 435, a tergo note archivistiche e di contenuto, SID
81
193 b. 4
Concessione d'indulgenza
1751 maggio 16, Roma S. Maria Maggiore
Benedetto XIV: concede per un settennio l'indulgenza plenaria ai visitatori della chiesa parrocchiale dell'Invenzione della S. Croce
nel giorno dell'Invenzione della S. Croce e a coloro che presenzieranno senza interruzione alle 40 ore di preghiera (o adorazione)
nella suddetta chiesa. (Ad augendam) Originale [A], documento di cancelleria papale; latino
pergamena, mm 140 x 427, a tergo note archivistiche e di contenuto, SID
82
subfondo 2
Anagrafe di Coredo, 1566 - 2009
Contenuto
I libri parrocchiali propriamente detti sono: il libro dei battesimi, della cresima, del matrimonio, dei morti e dello stato
delle anime. Le prime chiare disposizioni in merito alla loro compilazione vengono emanate dall'autorità centrale della
chiesa nel "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2) che impone il libro
dei battezzati e quello dei matrimoni e quindi nelle norme del "Rituale Romano" di Paolo V, emanato nel 1614 che, ai
titoli 91-97, introduce nel diritto canonico la tenuta del registro dei morti, del registro dei cresimati e del "Liber
animarum". Le norme del 1614 contengono altresì le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (cfr. §
"Formule scribendae in libris habendis apud parochos" ut infra notatur"). La loro compilazione quindi, per finalità tanto
religiose quanto civili, abbraccia un periodo che, nella diocesi di Trento, va mediamente dalle disposizioni tridentine
(anche se già prima, dal sec. XV, in qualche diocesi vengono emanate dalle autorità religiose alcune disposizioni in
merito alla tenuta dei libri dei battezzati) fino al 1° gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano.
Le prime disposizioni, almeno per quanto riguarda i libri dei battezzati, dei matrimoni e dei morti, trovarono
applicazione in tempi relativamente brevi in quasi tutte le parrocchie della diocesi di Trento. Si ripeterono infatti nel
corso dei secoli gli interventi vescovili in merito alla corretta compilazione nonché alla conservazione dei libri canonici.
Strumento efficace di controllo furono le visite dei vescovi alle singole chiese che testimoniano, attraverso gli "acta
visitalia", come nella diocesi di Trento quasi tutti i vescovi o i loro convisitatori dedicassero una costante attenzione agli
archivi parrocchiali in genere ed in particolare ai libri canonici. I libri dei cresimati e di "Status animarum", pur
raccomandati dal "Rituale Romano", vennero invece introdotti con molto ritardo e, su larga scala, solo nel secolo XIX
in conseguenza del trasferimento ai curatori d'anime del compito di ufficiale di stato civile.
L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con lettera circolare del 1° maggio 1781,
che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La legge imperiale del 20 febbraio 1784, integrando quanto
già contenuto nel "Rituale Romano"del 1614, prescriveva lingua e modelli uniformi da usarsi nella loro compilazione.
Dopo la breve parentesi del dominio bavarese e del Regno Italico, durante i quali il compito di ufficiale di Stato civile
venne affidato al comune (nonostante i parroci mantenessero la regolare tenuta dei libri canonici), il clero curato, in
seguito all'emanazione della legge imperiale 20 aprile 1815 (per i matrimoni) e del decreto dell'i.r Commissione Aulica
Centrale d'Organizzazione 21 agosto 1815, rientrava in possesso delle sue vecchie prerogative in merito alla tenuta delle
matricole. La regolamentazione di tali competenze, ampiamente riconosciuta dal "Codice civile universale austriaco"
entrato in vigore in Trentino l'11 giugno1815, garantiva un'efficace controllo sociale, fortemente auspicato dalla
restaurazione allora in atto. Al parroco veniva richiesta, altre ad una verifica dell'operato dei suoi "predecessori laici",
una ordinata compilazione dei registri con lo scopo di imporre un criterio unificato nelle trascrizioni e consentire così
modalità ottimali di trasmissione dei dati sulla popolazione alle competenti autorità comunali. Al curatore d'anime
spettava inoltre, in qualità di "ufficiale di stato civile", il rilascio di certificati di moralità, povertà, esistenza dei
pensionati e di tutte le altre attestazioni che derivavano dai registri parrocchiali. Numerose furono quindi le disposizioni
emanate dagli organi ecclesiastici, che nel corso del sec. XIX, spesso su sollecitazione delle stesse autorità governative,
regolavano singoli aspetti delle registrazioni
83
serie 2.1
Registri dei nati e battezzati, 1566 - 1972
Contenuto
La serie dei registri dei nati e battezzati (1) consta di cinque registri, ordinati in successione cronologica in occasioni di
recenti interventi sulla documentazione dell'archivio, tramite l'apposizione di numeri ordinali sulla coperta. Nei secoli
XVI - XVIII le registrazioni sono effettuate in forma di dichiarazione discorsiva: il parroco attesta di aver impartito il
sacramento al nuovo nato, di cui riporta il nome unitamente al nome dei genitori e dei padrini. Le date delle
registrazioni si riferiscono al giorno del battesimo e solo dagli inizi del secolo XIX, seppure inizialmente senza
regolarità, compaiono le prime annotazioni relative al giorno della nascita. Con l'anno 1815 venne adottato il registro
con apposite fincature prestampate, secondo le disposizioni impartite dalla legge imperiale del 20 febbraio 1784; i
nuovo registri riportano la data di nascita (spesso comprensiva dell'ora) e del battesimo, il nome e cognome del
bambino seguito dal nome della levatrice (o mammana), la religione cattolica o protestante, il sesso, lo stato di legittimo
o illegittimo, le generalità dei genitori, il nome del ministro celebrante (del quale faceva le veci la mammana in caso di
pericolo di vita del neonato), il luogo in cui è stato amministrato il battesimo, le generalità dei padrini, dei quali viene
sovente specificata la professione. Durante la seconda dominazione asburgica sia le autorità ecclesiastiche che quelle
civili attribuirono particolare rilevanza alla figura del padrino quale testimone. Una serie di "istruzioni" emanate dal
governo austriaco fra il 1787 ed il 1814 intervennero inoltre in un aspetto rilevante nell'ambito della natalità,
l'illegittimità, impartendo quindi anche precise disposizioni in merito alla registrazione degli illegittimi.
Specie nei registri più recenti è frequente trovare annotazioni marginali relative a successivi sacramenti amministrati ai
nati registrati, quali per esempio la cresima, il matrimonio, la data di morte, legittimazioni, adozioni ecc. Queste non si
sono segnalate in quanto obbligatorie dal 1907 (2). Eventuale documentazione inserita in allegato, è stata estratta ed è
confluita in fascicoli tematici nella serie 2.10 del carteggio ed atti attinenti all'anagrafe. Con l'introduzione di registri
con pagine prestampate a tabella, a seguito dell'annessione del Dipartimento del Tirolo meridionale al Regno d'Italia,
viene impartito l'obbligo dell'uso della lingua italiana.
L'impianto della serie dei registri dei nati e battezzati della parrocchia di Coredo, risale al 1566 per mano del parroco
Tommmaso "Desiderati". Il registro, come si deduce dall' intitolazione originaria, si presenta di contenuto eterogeneo. Il
pievano infatti, dopo aver stilato sulla prima carta una breve premessa in merito ai contenuti ed alla partizione interna
del registro, riportava lo 'status animarum' rilevato nel paese di Coredo nell'anno 1572, annotando per ciascun nucleo
famigliare il numero dei componenti con la specificazione di coloro che avevano ricevuto il sacramento della
comunione. Unitamente alle successive registrazioni dei nati e battezzati a Coredo fra il 1566 ed il 1613, il pievano
"Desiderati" annotava anche i matrimoni contratti fra il 1567 ed il 1570, chiudendo le registrazioni con un urbario del
beneficio parrocchiale.
Di contenuto omogeneo, in quanto utilizzati solo per la registrazione dei nati e battezzati a Coredo tra il 1613 ed il 1972
sono invece i registri più recenti (unità 2.1.2 - 2.1.5). Fa eccezione il registro di cui all'unità 2.1.3, che nelle ultime carte
riporta gli stati delle anime stilati, fra il 1740 ed il 1822, dai parroci Luca Stefano Ferrari, Nicolò Keller, Pietro Antonio
Menghini ed Andrea Filippi.
Note
(1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli
atti relativi
84
(2) L. SPARAPANI, 'I libri parrocchiali della diocesi di Trento, in G: COPPOLA - C: GRANDI (a cura di), La 'conta
delle anime'. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna 1989, p. 281. Il decreto
"Ne temere" del 2 agosto 1907 imponeva, fra l'altro, la registrazione del matrimonio anche sul libro dei cattesimi
1
"Libro dei baptizati, maritati e delle entrate canonicali. I" (tit. int.) (1)
1566 dicembre 15 - 1613 aprile 24
- Stato delle anime [1572] (2)
- registrazione dei nati e battezzati, 1566 dic. 15 - 1572 ott. 10
- registrazione dei matrimoni: 1567 mag. 19 - 1570 gen. 9
- registrazione dei nati e battezzati: 1572 nov. 20 - 1613 apr. 24 (3)
- elenco dei beni immobili, dei fitti, dei censi e delle decime di ragione della canonica di Coredo, [1570 - 1612]
sul verso della prima carta: premessa stilata dal parroco Tommaso "Desiderati" in merito ai contenuti del registro ed alla sua
partizione interna, 1572 nov. 1
sul verso dell'ultima carta: elenco dei pievani di Coredo dal 1564 al 1616, [post 1616]
Latino
Registro, legatura in perg. (4), cc. 82 n.n.
Segnature precedenti: II A 1
Note
(1) La segnatura "I" è stata aggiunta posteriormente sul recto della prima carta
(2) La descrizione anagrafica della popolazione è compilata sulla prima parte del registro, predisposto a rubrica; non segue comunque
un ordine alfabetico, bensì un elenco fatto "de domo ad domum" (la definizione è usata dal parroco nella premessa)
(3) Le registrazioni relative a due nati nel 1601 precedono, separate da alcune carte bianche, le registrazioni dei nati e battezzati dal
1572 al 1613
(4) I piatti in cartone sono rivestiti da un foglio pergamenaceo, pare riportante parte di un testo di carattere scientifico - dottrinale
2
"Liber baptezatorum [...]. III" (1)
1613 ottobre 21 - 1730 novembre 30 (con annotazione del 15 gennaio 1783) (2)
All'inizio circa: annotazione del parroco Pietro Luchi che avverte l'asportazione di alcune carte "male scripta" dal registro e la
trascrizione dei nominativi mancanti nelle carte successive, [1616 giu. 9/1616 giu. 30]
alla fine delle registrazioni: annotazione del vicario parrocchiale Giovanni Pietro Sicher relativa a nato e battezzato nella chiesa
madre di S. Martino di Cadola (BL), 1783 gen. 15
sul verso dell'ultima carta: elenco dei pievani di Coredo dal [1601] al [1886], [1776/1782 - 1886]
Latino
Registro, legatura in mezza perg. (3), cc. 309 n.n. (mancano cc. 5)
Segnature precedenti: II A 2
Note
(1) La segnatura "III" è stata aggiunta posteriormente sul verso del piatto anteriore della coperta
(2) I nati e battezzati dal 3 febbraio 1646 all'1 agosto 1655 sono stati riportati anche nel registro dei matrimoni 2.2.1
3
"Liber baptizatorum inceptus sub annum 1731 dum mihi Luca Stephano Ferrari da Enno (sacra) theologia licenziato
85
parochia Coredi per concursum collata fuit a celsissimo et rmo. d.d. Dominico Antonio episcopo et principe Tridenti ex
comitibus de Thunn. Status animarum ad finem huisce libri adinvenietur registratus" (tit. int.)
1731 dicembre 7 - 1822
- Registrazione dei nati e battezzati, 1731 dicembre 7 - 1820 dicembre 25:
alla fine delle registrazioni fatte dal parroco Luca Stefano Ferrari da Denno, annotazione dello stesso relativa al suo trasferimento alla
parrocchia di Malé [1752 mar. 31 - apr. 7];
a precedere le registrazioni fatte dal parroco Giovanni Nicola Keller da Cles, annotazione dello stesso relativa alla sua entrata in
servizio a Coredo, [1752 apr.17 - mag. 6] (1)
- stato delle anime compilato dal parroco Luca Stefano Ferrari, 1740 mar. 20
- stato delle anime compilato dal parroco Luca Stefano Ferrari, 1751 apr. 13
- stato delle anime compilato dal parroco Nicola Keller, [1752 - 1782]
- stato delle anime compilato dal parroco Pietro Antonio Menghini, [1782 - 1802]
- stato delle anime compilato dal parroco Andrea Filippi, [1802 - 1822]
Italiano, latino
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 253 (num. orig. imprecisa), con indice alfabetico per nomi di persona all'inizio n.n (1)
Segnature precedenti: II A 4
Note
(1) E' stato compilato solo l'indice dei nomi dei nati e battezzati
4
"Nati e battezzati, 1821 - 1923. Vol. IV (1)
1821 gennaio 14 - 1923 dicembre 10
- A c. 1s : "R. r. parochi ecclesie parochialis Coretti ab anno 1290 usque ad annum [1943], [1874/1885 - 1943] (2)
Italiano
Registro, legatura in pelle, cc. sd 319
Segnature precedenti: II A 5
Note
(1) Sul dorso: "vol. III"
(2) Si tratta di un elenco dei parroci che hanno prestato servizio a Coredo tra il 1290 al [1943], compilato, pare, da don Silvio
Lorenzoni, cooperatore parrocchiale dal 1874 al 1875 e quindi dal 1877 al 1885. L'autore dell'elenco afferma di aver rilevato i dati
fino all'anno 1590 dalle pergemene conservate presso l'archivio parrocchiale
5
"Registro nati e battezzati della parrocchia di Coredo dal 1924 al 1972. Vol. IV" (1)
1924 gennaio 5 - 1972 ottobre 26
Italiano
Registro, legatura in pelle, cc. sd 146, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n (2)
Segnature precedenti: II A 6
Note
(1) Sul dorso: "vol. V"
(2) L'indice è compilato su un fascicolo a parte, incollato al registro
86
serie 2.2
Registri dei matrimoni, 1572 - 1949
Contenuto
La serie dei registri dei matrimoni (1) consta di cinque registri. Il primo è di contenuto eterogeneo ed il suo impianto è
da attribuire a don Francesco Bertoldi, pievano originario di Denno che vi registrò nati e matrimoni contratti dal 1646,
anno della sua entrata in servizio a Coredo. Fu probabilmente inserito, in forma sciolta ed in un secondo tempo, il
fascicolo con la registrazione dei matrimoni celebrati dal 1572 al 1643. L'impianto del secondo registro è da attribuire a
don Luca Stefano Ferrari nel 1731, anno in cui il sacerdote originario di Spormaggiore divenne parroco di Coredo. La
registrazione dei matrimoni contratti nella parrocchia di Coredo ebbe comunque inizio già nell'anno 1567,
contemporaneamente all'impianto della serie dei registri dei nati e battezati, alla quale si rimanda (la registrazione dei
nati, morti e dei matrimoni venne infatti effettuata su un unico registro) per i matrimoni celebrati negli anni 1567 - 1570
(2).
Per tutto il periodo della dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa ebbe validità civile. Negli anni tra
l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato fra la Santa Sede e l'autorità politica, il rito civile e
religioso venivano invece celebrati separatamente. Con la legge del 27 maggio 1929, n. 847, anche lo Stato italiano
riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme del diritto canonico ed il curatore d'anime era
quindi chiamato a notificare al comune l'avvenuta celebrazione del matrimonio per la sua trascrizione nei registri
anagrafici.
Nei registri dei matrimoni dei secoli XVI - XVIII le registrazioni sono effettuate in forma di dichiarazione discorsiva,
successivamente in apposite fincature predisposte in cui si riportano in genere: anno, mese e giorno della celebrazione,
generalià degli sposi e ministro celebrante. Dal 1929, la registrazione, effettuata sotto forma di atto su pagine
prestampate, viene sottoscritta dai contraenti oltre che dal ministro celebrante e dai testimoni.
Eventuale documentazione inserita in allegato, è stata estratta e quindi inserita nelle rispettive pratiche costituenti la
serie degli atti matrimoniali (2.9), oppure nel carteggio ed atti attinenti all'anagrafe (2.10).
Note
(1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli
atti relativi
(1) Archivio parrocchiale di Coredo, 2.1.1
1
"Liber matrim[oniorum], mort[uorum], baptismo[rum]. Anno 1646. II" (1)
1572 novembre 4 - 1731 ottobre 25 (2)
- Registrazione dei matrimoni: 1572 nov. 4 - 1643 set. 29 (3)
- "baptizati sub Francesco Bertoldo da Enno Coredi pro tempore parocho [...], 1646 feb. 3 - 1655 ago. 1
- "liber matrimoniorum et mortuorum Coredi [sub] Francesco Bertoldo da Enno Coredi pro tempore immerito rectore]", 1646 giu. 7 1731 ott. 25
- "Summa omnium qui in villa Coredi reperientur anno 1617 die primo marciis [...], [1617 mar. 1] (4)
- "Nomina omnium defunctorum ab anno 1617 in villa Coredi", 1617 feb. 18 - 1620 ago. 25; 1636 mar. 20 - 1731 ott. 25
87
verso la fine: "Ragioni spettanti alla canonica di Coredo sopra la decima maggiore di Smarano", [1646]
sull'ultima carta: dati demografici sulla popolazione di Coredo, 1667 lug. 30
Latino
Registro, legatura in mezza perg., cc. 290 n.n ( mancano alcune carte)
Segnature precedenti: II A 3
Note
(1) La segnatura "II" è stata aggiunta posteriormente sul verso del piatto anteriore della coperta
(2) I nati e battezzati e battezzati dal 3 feb. 1646 all'1 ago. 1657 sono stati registrati anche nel reg. 1.1.3
(3) I matrimoni celebrati tra il 1572 ed il 1643 sono stati registrati su un fascicolo parzialmente slegato dai restanti fascicoli; è
probabile quindi che sia stato aggiunto in un secondo tempo e che le prime registrazioni fossero quelle del parroco Francesco
Bertoldi nel 1646 (cfr. titolo dell'unità)
(4) Seguono dati demografici sulla popolazione di Coredo, 1622 feb. 22
2
"Liber matrimoniorum inceptus sub annum 1731 dum mihi Luca Stephano ferrari da Enno parochia Coredi per
concursum collata fuit a celsissimo et rmo.Dominico Antonio episcopo et principe Tridenti ex comitibus de Thunn.
1731 - 1820" (1)
1732 giugno 22 - 1820 marzo 19
Cc. sd 1 - 62: registrazione dei matrimoni, 1732 giu. 2 - 1820 nov. 19:
a c. 15 s alla fine delle registrazioni fatte dal parroco Luca Stefano Ferrari da Denno: annotazione dello stesso relativa al suo
trasferimento alla parrocchia di Malé [1752 feb. 31 - apr. 17];
a c. 15 d, a precedere le registrazioni fatte dal parroco Giovanni Nicola Keller da Cles, annotazione dello stesso relativa alla sua
entrata in servizio a Coredo, [1752 apr.29 - giu. 7] (1)
cc. 81d - 82 d:"Protocollo del consenso di padre vivente dato in canonica di questa parrocchiale ai rispettivi loro figli o figlie alla
presenza di due testimoni per validamente maritarsi a norma di sovrana ordinazione dei 9 giu. 1819, 1819 [nov.] - 1820 nov. 19
Italiano, latino
Registro, legatura in pelle, cc. sd 82 (bianche cc. sd 19), con indice alfabetico per nomi di persona all'inizio n.n.
Segnature precedenti: II C 1
Note
(1) La datazione "1731 -1820" è stata aggiunta posteriormente
3
"Registro dei matrimoni di Coredo. 1821 - 1907"
1821 gennaio 17 - 1907 maggio 21
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 59
Segnature precedenti: II C 2
4
"Matrimoni nella parrocchia di Coredo dal 1908 al 1929"
1908 gennaio 8 - 1914 ottobre 24; 1917 luglio 4 - 1929 settembre 28
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 31 sd, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n.
Segnature precedenti: II C 3
88
5
"Libro dei matrimoni della chiesa parrocchiale di Coredo incominciato il 10 agosto 1929, chiuso il [22 gennaio 1949]"
(tit. int.)
1929 agosto 10 - 1949 gennaio 22 (1)
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 100, con indice alfabetico per cognomi di persona alla fine n.n.
Segnature precedenti: II C 4
Note
(1) In data 22 gennaio 1949 sono stati celebrati 2 matrimoni; l'atto relativo al secondo matrimonio è stato inserito in carta sciolta
89
serie 2.3
Registri dei morti, 1731 - 1973
Contenuto
La serie dei registri dei morti (1) consta di quattro registri, il primo dei quali impiantato dal parroco Luca Stefano
Ferrari nel 1731, anno in cui il sacerdote originario di Spormaggiore entrò in servizio a Coredo. La registrazione dei
defunti della parrocchia di Coredo ebbe comunque inizio già nell'anno 1617 con il parroco Pietro Luchi da Denno,
pochi decenni dopo l'impianto della serie dei registri dei nati e battezzati, alla quale si rimanda (la registrazione di nati e
morti vennero infatti effettuate su un unico registro) per i morti registrati dal sec. XVII al primo trentennio del sec.
XVIII (2).
Nei registri dei morti vengono riportati in genere, in forma di dichiarazione discorsiva nei più antichi ed in apposite
fincature nei registri più recenti: data della morte del defunto comprensiva di anno, mese, giorno del decesso, nome e
cognome del defunto con eventuali annotazioni di carattere anagrafico o spirituale, la religione (cattolica o protestante),
il sesso, l'età, la causa della morte.
La certificazione, inserita in allegato ai registri (generalmente certificati di morte o permessi di seppellimento), è stata
estratta ed inserita unitamente a documentazione della stessa tipologia, in fascicoli costituiti in occasione di precedenti
ordinamenti, attualmente inseriti nella serie 'Carteggio ed atti attinenti all'anagrafe (2.10).
Note
(1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli
atti relativi
(2) Archivio parrocchiale di Coredo, 2.1.1, 2.2.2
1
"Liber defunctorum inceptus sub annum 1731 dum mihi Luca Stephano Ferrari de Enno (sacra) theologia licentiato
parochia Coredi per viam concursus collata fuit a celsissimo et rmo. Dominico Antonio episcopo et principe Tridenti ex
comitibus de Thunn"
1731 dicembre 17 - 1820 dicembre 30
Sul verso della carta che precede l'indice e che riporta l'intitolazione: annotazione del parroco Nicola Keller, relativa alla sua entrata
in servizio a Coredo, [post 1752 apr. 7]
a c. 19 s: annotazione del parroco Luca Stefano Ferrari relativa al suo trasferimento alla parrocchia di Malé [1752 marz. 31 - 1752
apr. 18]
a c. 19 d: annotazione del parroco Giovanni Nicola Keller relativa alla sua entrata in servizio a Coredo, [1752 apr. 18 - mag. 13]
Latino
Registro, legatura in pelle, cc. 101 (num. orig. parziale), con indice alfabetico per nomi di persona all'inizio n.n.
Segnature precedenti: II D 1
2
"Registro dei morti di Coredo" (1)
1821 aprile 3 - 1900 dicembre 23
Sul piatto anteriore della coperta, incollato: "Prospetto dei morti [...] nel [...] quartale 189[.]" non compilato [1890 - 1900]
90
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, pp. 147
Segnature precedenti: II D 2
Note
(1) Sul dorso: "vol. I", aggiunto posteriormente
3
"Morti 1901 - 1973. Vol II"
1901 gennaio 5 - 1973 febbraio 8
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, pp. 221, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n
Segnature precedenti: II D 3
91
serie 2.4
Indici dei registri dei nati, dei morti e dei matrimoni, 1821 - 1924
Contenuto
La serie è composta da un unico registro a rubrica suddiviso in tre parti, la prima delle quali fa riferimento al registro
dei matrimoni tra il 1821 ed il 1907 (2.2.3), la seconda al registro dei nati dal 1821 al 1923 (2.1.4), la terza al registro
dei morti dal 1821 al 1900 (2.3.3). In corrispondenza di ciascun defunto è riportato anche il rimando al numero della
pagina del registro anagrafico corrispondente.
Le registrazioni in tutte tre le sezioni del registro ebbero inizio negli anni '20 del secolo XIX, con il parroco Giacomo
Tolameotti per terminare nella prima metà degli anni '20 con il parroco Edoardo Endrici.
1
"Indice del registro dei matrimoni, dei nati e dei morti nella parrocchia di Coredo negli anni 1821 sino [al 1924]
1821 - 1924 (con aggiunte posteriori [1929 - 1941])
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 62 n.n.
Segnature precedenti: II A 8
92
serie 2.5
Registri dei cresimati, 1880 Contenuto
I registri dei cresimati (1) vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli stati delle anime dal "Rituale Romano"
di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. In realtà i
registri dei cresimati e gli stati delle anime furono usati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX.
La serie dei registri dei cresimati comprende un unico registro, nel quale vengono riportati, oltre ai nomi ed all'età dei
cresimati, la data ed il luogo del conferimento della cresima, il nome del ministro celebrante ed il nome, il comune di
residenza e, in alcuni casi anche l'età del padrino/a.
Si segnala comunque che la registrazione dei cresimati della parrocchia di Coredo ebbe inizio già nel 1825, effettuata, a
registro capovolto, sull'urbario della chiesa di S. Rocco (2).
Note
(1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli
atti relativi
(2) Archivio parrocchiale di Coredo, 6.1.1
1
"Registro dei cresimati dal 1880 - "
1880 settembre 19 - (1)
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 77, con indice alfabetico per cognomi alla fine n.n (2)
Segnature precedenti: II B 2
Note
(1) Il registro è ancora in uso
(2) L'indice è compilato su un fascicolo a parte, incollato al registro
93
serie 2.6
Stati delle anime, 1851 - 2000
Contenuto
Per "stato delle anime" (1) s'intendeva il registro in cui venivano iscritti tutti gli abitanti compresi entro il territorio di
una curazia o di una parrocchia. Vi si raccoglievano quindi i dati -aggiornati periodicamente- relativi alla composizione
dei nuclei famigliari, elencati generalmente in ordine alfabetico in base ai nomi dei capifamiglia, o come più spesso
succede per "gli stati delle anime" compilati nella parrocchia di Coredo già a partire dal secolo XVI, in base al numero
civico delle abitazioni, criterio anticamente descritto dagli stessi curatori d'anime "de domo in domum procedendo".
Già il Concilio di Trento nella XXIV sessione dell'11 novembre 1563 invitava a compilare e conservare i registri degli
stati delle anime, ma solo in alcune diocesi l'invito trovava applicazione; sono infatti rari i registri degli stati delle anime
anteriori al 1800. Con il Codice del 1917, che li renderà obbligatori, verranno introdotti anche nuovi e più semplici
metodi di compilazione.
La serie 'Stati delle anime' dell'archivio parrocchiale di Coredo si articola in tre registri compilati a partire dalla seconda
metà del XIX secolo. Ma la pieve di Coredo recepì positivamente l'invito alla compilazione dei censimenti anagrafici
diffuso dal Concilio di Trento nel 1563: già nel 1572 il parroco Tommaso Desiderati elencava sulle prime carte del
registro dei nati e dei matrimoni per gli anni 1566 - 1613, i nomi e cognomi dei capifamiglia di Coredo con il totale dei
componenti il nucleo famigliare e specificando anche a quanti era stato impartito il sacramento della comunione e della
cresima (2). Per il secolo XVII lo 'stato delle anime' di Coredo si evince invece solo da una breve descrizione stilata
negli anni 1617 e 1622 per mano del parroco Pietro Luchi sul più antico registro dei matrimoni di Coredo (3).
A partire dal 1740, con il parroco Luca Stefano Ferrari (1731-1752), la rilevazione dello stato delle anime della
parrocchia fu assunta con regolarità dai curatori d'anime (4), anche se solo dalla seconda metà del secolo XIX (1851)
venne effettuata su registri appositi, separatamente dalle altre registrazioni di tipo anagrafico.
Note
(1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli
atti relativi
(2) Archivio parrocchiale di Coredo, 2.1.1
(3) Archivio parrocchiale di Coredo, 2.2.1
(4) Archivio parrocchiale di Coredo, 2.1.3
1
Stato delle anime
[1851 -1886] - sec. XX in.
All'inizio del fascicolo che contiene l'indice: "Pertinenti comunali abitanti permanentemente fuori dal comune", cc. 200 - 214
Italiano
Registro, legatura in tela, cc. sd 214 (bianche cc. 30), con indice alfabetico per cognomi alla fine (1)
Segnature precedenti: II E 1
Note
(1) L'indice è compilato su un fascicolo a parte, incollato al registro
94
2
"Anagrafe della popolazione di Coredo. 1870]
[1870] con aggiunte posteriori fino al sec. XIX ex.
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 40 n.n.
3
"Anagrafe 1923 della popolazione della parrocchia di Coredo" (1)
1923 - sec. XX ultimo quarto
A c. 1s: elenco dei visti vescovili apposti in occasione delle visite alla parrocchia di Coredo tra il 6 giugno 1926 ed il 14 ottobre
1969, [1926 - 1969]
Italiano
Registro, in mezza pelle, cc. sd 287 (bianche cc. sd 41)con indice alfabetico per cognomi di persona alla fine n.n
Segnature precedenti: II E 2
Note
(1) Sul dorso: "Anagrafe. Vol. II"
95
serie 2.7
Registri dei consensi paterni, 1821 - 1955
Contenuto
La serie si compone di due registri (1) nei quali sono riportate le verbalizzazioni dei consensi paterni per i figli
minorenni intenzionati a contrarre matrimonio. Il registro più recente riporta anche registrazioni di cassa del beneficio
parrocchiale per gli anni 1946 - 1955, precedute da una descrizione dei lavori apportati ad alcuni immobili di ragione
del beneficio dal 1929 al 1950.
Note
(1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli
atti relativi
1
"Libro in cui si contiene inserito il consenso legale intorno al matrimonio de minoreni, comincia dall'anno 1821"
1821 gennaio 12 - 1902 aprile 10
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 29 n.n.
Segnature precedenti: II C 13
2
"Registro dei consensi paterni dal 1902 - 1923"/"Conti e lavori nel beneficio parrochiale di Coredo" (1)
1902 maggio 18 - 1955 ottobre 14
- Registro dei consensi paterni, 1902 mag. 18 - 1923 mar. 15
- "lavori fatti dopo il 17 novembre 1929 nel beneficio parrocchiale di Coredo": post 1929 nov. 17 - 1950 (2)
- registro di cassa del beneficio parrocchiale, 1947 - 1955 ott. 14 (3)
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 24 n.n
Segnature precedenti: VA 3, II C 14
Note
(1) L'intitolazione "Conti e lavori nel beneficio parrochiale di Coredo" è stata aggiunta a registro capovolto
(2) Questa parte è stata compilata a registro capovolto
(3) Vedi la nota (2)
96
serie 2.8
Registri degli sponsali, 1908 - 1944
Contenuto
Il registro degli sponsali (1) documentava la reciproca promessa di matrimonio espressa dai futuri sposi dopo l'examen
matrimoniale e previo accertamento dell'inesistenza di impedimenti ecclesiastici e civili, alla presenza del parroco e di
due o più testimoni. L'esame doveva aver luogo al primo presentarsi dei futuri sposi, prima che avvenisse la prima
pubblicazione. Per minorenni o incapaci era d'obbligo il consenso del padre (cfr. 2.7.1 e 2.7.2) o, in assenza di questo
del tutore e del giudice (Codice civile austriaco, § 49). Sul registro venivano annotati anche eventuali scioglimenti della
promessa.
La serie è costituita da un unico registro in cui gli atti, numerati ed in ordine cronologico, riportano nome e generalità
dei futuri sposi, la data della promessa ed, in calce, la firma dei presenti al giuramento.
Note
(1) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli
atti relativi
1
"Registro sponsali dal 1908 al 1945"
1908 settembre - 1914 settembre 27; 1917 giugno 20 - 1944 marzo 30
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, pp. 100
Segnature precedenti: II C 15
97
serie 2.9
Atti matrimoniali, 1817 - 1948
Contenuto
L'autorità civile austriaca prescriveva precise indicazioni relative alla formazione degli atti necessari alla celebrazione
del matrimonio ed alla registrazione dello stesso ("Cod. civ. austr., § 80). La documentazione, prodotta dagli enti civili
ed ecclesiastici e dai futuri sposi, varia comunque per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Tra gli atti
si possono trovare per esempio: la fede di battesimo e di cresima, il certificato attestante il superamento degli esami di
religione, l'attestato comprovante l'avvenuta pubblicazione degli sponsali, il permesso politico (sino alla caduta degli
Asburgo e solo nei territori del Trentino - Voralberg l'autorità preposta a rilasciare tale permesso era in prima istanza
quella comunale che, previa richiesta degli interessati, notificava loro l'autorizzazione a contrarre matrimonio), il
consenso paterno per i minorenni, la fede di morte per un/a vedovo/a, le eventuali dispense rilasciate dalle competenti
autorità (per impedimenti ecclesiastici, divieti civili, pubblicazioni da farsi in chiesa).
I contraenti erano chiamati a superare un esame di religione. Lo stesso "Codice civile austriaco" (§ 74) prescriveva: "Il
parroco non debba intraprendere nemmeno la denuncia del matrimonio prima che gli sposi non si sieno procurate
almeno le più necessarie cognizioni sopra Dio". Dopo l'examen matrimoniale, i futuri sposi, previo accertamento
dell'inesistenza di impedimenti ecclesiastici e civili, ed in presenza di parroco e testimoni, facevano reciproca promessa
di matrimonio. Per minorenni ed incapaci era d'obbligo il consenso del padre o, in mancanza di questo, del tutore o del
giudice ("Cod. Civ. austr.", § 49). Condizione necessaria per la celebrazione del matrimonio era infine la denuncia, da
farsi in tre giorni di domenica o di festa all'adunanza. Se quindi per tutto il periodo della dominazione austriaca il
matrimonio celebrato in chiesa ebbe validità civile, negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929
stipulato fra la Santa Sede e l'autorità politica, il rito civile e religioso venivano invece celebrati separatamente. Con la
legge del 27 maggio 1929, n. 847, anche lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo
le regole del diritto canonico ed il curatore d'anime era comunque chiamato a notificare al comune l'avvenuta
celebrazione del matrimonio.
La serie degli 'Atti matrimoniali' dell'archivio parrocchiale di Coredo', che comprende documentazione prodotta in
occasione dei matrimoni celebrati fra il 1817 ed il 1948, risulta particolarmente consistente ed in un discreto stato di
ordinamento, specie a partire dal 1851, anno in cui entrò in servizio a Coredo don Emilio Lorenzoni.
Con don Lorenzoni ed i successori don E. Endrici e don G. Faccinelli gli atti furono organizzati in fascicoli annuali di
pratiche. Ad opera degli stessi parroci venne data indicazione, sul verso di una o più carte dei singoli fascicoli, dei
cognomi dei contraenti, della data del matrimonio e, in alcuni casi, del numero d'ordine attribuito a ciascuno all'interno
del registro. In occasione del recente intervento di riordino e risistemazione della documentazione dell'archivio
parrocchiale operato dal parroco don Mario Paris, i singoli mazzi annuali furono segnalati da apposite fasciette cartacee
indicanti l'anno; don Paris si preoccupò anche di integrare eventuali dati omessi dai parroci.
Gli atti prodotti fra il 1929 ed il 1942, periodo nel quale prestò servizio a Coredo il parroco don Giuseppe Rigotti
riportano, sul verso, solo la traccia dell'ordinamento di don Paris (in occasione del quale vennero indicati i cognomi dei
contraenti, la data, il numero d'ordine, e in alcuni casi la pagina del registro sulla quale è stato registrato il singolo
matrimonio); è probabile quindi che don Rigotti non si sia preoccupato di attribuire alcun ordine agli atti.
98
La documentazione prodotta in occasione dei matrimoni celebrati fra il 1943 ed il 1948, e quindi a partire dall'entrata in
servizio a Coredo di don Emilio Tonidandel, fu ordinata e condizionata, probabilmente ad opera dello stesso parroco, in
fascicoli biennali di cui si è rispettata l'organizzazione.
In occasione del presente riordino, si è mantenuta l'unità delle singole pratiche, riordinate in base alle registrazioni
riportate negli appositi registri canonici. Eventuali matrimoni celebrati fuori parrocchia, non celebrati o senza riscontro
nei registri dei matrimoni, sono stati collocati in fondo agli atti dell'anno corrispondente. Alcune pratiche sono state
integrate o ricostruite, in seguito al rinvenimento di documentazione, accidentalmente inserita in sottofascicoli relativi
ad altri matrimoni, lasciata nei registri matrimoniali o nelle buste di corrispondenza generale. In occasione del recente
ordinamento di don Paris, la documentazione costituente la presente serie è stata collocata in due buste.
1 b. 1A/b. 1B/b. 1C
"Atti matrimoniali, 1818 - 1890"
1817 - 1818; 1821 - 1890
- b. 1A: atti matrimoniali, 1817 - 1818; 1821 - 1847
- b. 1B: atti matrimoniali, 1848 - 1878
- b. 1C: atti matrimoniali, 1879 - 1890
Busta, cc. 1060
Segnature precedenti: II C 8
2
b. 2A/b. 2B
"Atti matrimoniali, 1891 - 1948"
1891 - 1948
- b. 2A: atti matrimoniali, 1891 - 1919
- b. 2B: atti matrimoniali, 1920 . 1948
Busta, cc. 1385
Segnature precedenti: II C 9
99
serie 2.10
Carteggio ed atti attinenti all'anagrafe, sec. XVIII ultimo quarto - sec.
XX primo quarto
Contenuto
La serie consta di 10 fascicoli, da ricondurre in gran parte all'ordinamento impresso all'archivio parrocchiale dal parroco
don Giuseppe Rigotti (1929 - 1942) (1). Vi è inserita documentazione relativa ad affari anagrafici di vario tipo e di
competenza del parroco nella duplice veste di ufficiale di stato civile e di curatore d'anime: notificazioni di nascite,
matrimoni e morti avvenute fuori parrocchia, di esposizioni, certificati di cresima, di morte o ispezione cadaverica, ecc.
(2)
Si segnala che parte della documentazione anagrafica pervenuta da fuori parrocchia si trova fra gli atti protocollati,
collocazione che in sede di riordino si è rispettata in quanto disposta 'ab origine' dopo la registrazione sugli appositi
registri.
Note
(1) Già durante il servizio del parroco don E. Endrici (1887 - 1921) si riscontra un prima attenzione alla ordinata tenuta
della documentazione angrafica, peraltro sollecitata dall'autorità vescovile. Si legge infatti nei decreti visitali stilati in
occasione della visita pastorale alla parrocchia di Coredo nel 1913: "Crescendo ognor più il numero degli atti ufficiosi,
che annunziano battesimi e nascite, morti e matrimoni avvenuti fuori parrocchia, conviene approntare per essi
un'apposita teca e non si lascino sparsi entro i registri delle matricole"; Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, cc. 1 - 9
(2) Si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Anagrafe' per informazioni più generali relative ai libri d'anagrafe ed agli
atti relativi
1 b. 1
Certificati ed atti attinenti all'anagrafe
sec. XVIII ultimo quarto - sec. XX primo quarto
Richieste provenienti da fuori parrocchia per il rilascio di certificati e di documentazione anagrafica varia, mandato del vicario
vescovile che vieta al parroco di Coredo Nicolò Keller di sottoscrivere una promessa di matrimonio, circolare determinante
l'abbassamento del termine della minore età, elenco dei capifamiglia di Coredo, elenco delle "famiglie di Coredo che [...]
percepiscono un contributo di sostentamento dai mezzi dello stato per i richiamati sotto le armi in seguito alla mobilitazione",
"Soldati e richiamati" (1), appunti vari dei parroci (2)
Fascicolo, c. 77
Note
(1) Si tratta di un sottile quaderno in cui il parroco Rigotti ha annotato i nominativi dei soldati di leva e dei richiamati in guerra tra il
1941 - 1942. Nel quaderno sono stati inseriti, su foglietti sciolti, altri nominativi di soldati arruolati
(2) Si tratta per gran parte di annotazioni prese in occasione della compilazione dei registri anagrafici
2
b. 1
"Attestati di nascita, matrimon[io], morte di persone all'estero, cresime" (1)
1772 - 1942
100
"Nascite", "Matrimoni", "Morti", "Nascite fuori paese di parrocchiani"(2)
contiene anche: "Copia del prospetto generale dei nati e dei morti nella provincia del Tirolo e Voralberg" per gli anni militari 1844 e
1846; notifiche di avvenuto conferimento del suddiaconato a chierici di Coredo e di emissione dei voti solenni nell'Ordine dei Frati
Minori, 1930; 1934 - 1936
Fascicolo, cc. 136
Note
(1) "Cresime" è stato aggiunto in sede di ordinamenti successivi all'intervento sull'archivio di don Rigotti. Con il presente
ordinamento si è deciso, nel rispetto dell'originario assetto della documentazione, di formare una distinta unità con i certificati di
cresima provenienti da fuori parrocchia
(2) Si tratta di quattro sottofascicoli: i primi tre formati dal parroco Endrici ed in occasione dell'ordinamento del parroco Rigotti
inseriti in questo fascicolo di sua formazione; il quarto costituito dallo stesso Rigotti
3 b. 1
Carteggio ed atti relativi agli "esposti" di Coredo
1843 - 1862
Carteggio fra il parroco di Corredo e "l'i.r Amministrazione della pia casa degli esposti alle Laste presso Trento", comunicazioni,
circolari, prospetti
Italiano
Fascicolo, cc. 8
4 b. 1
"Cresimati 1935 e 1924 - 34" (1)
1883; 1905 - 1935; 1946
Certificati di cresime celebrate a Coredo e fuori parrocchia
Latino
Fascicolo, cc. 118
Segnature precedenti: II G 4
Note
(1) I certificati sono stati raccolti da don Rigotti in una busta da lettera, sulla quale lo stesso parroco ha dato indicazione sommaria
del contenuto. In realtà gli estremi cronologici degli atti contenuti sono più ampi di quanto indicato dal parroco; ulteriore
documentazione venne inserita in occasione di successivi ordinamenti
5 b. 1
"Emigrazione" (1)
sec. XX primo quarto
"Emigrazione in America dal 1870 in poi" (2), tabelle dell'emigrazione continentale e transoceanica nei capitanati di Cles,
Mezzolombardo, Riva, Primiero, Rovereto, Tione, Trento e Borgo
Italiano
Fascicolo, cc. 18
Segnature precedenti: XI 17
Note
(1) L'intitolazione è stata ripresa dall'inventario del sign. Romagna; si tratta infatti di un fascicolo formato in occasione del suo
ordinamento
(2) Si tratta di un elenco dei coredani emigrati in America del Sud e del Nord
101
6
b. 1
"Atti a carte di matrimonio: 1937- notifiche"
1922 - 1941; 1944
- Certificati di matrimonio provenienti da fuori parrocchia
- "Richieste di pubblicazioni matrimoniali" (1)
Fascicolo, cc. 60
Note
(1) Si tratta di due sottofascicoli; il primo, di nuova formazione, raccoglie certificati di matrimoni celebrati fuori parrocchia fra il
1922 ed il 1941 (anno in cui don Rigotti cessò il suo servizio a Coredo); il secondo, formato dal parroco Rigotti, raccoglie richieste di
pubblicazioni matrimoniali pervenute alla parrocchia di Coredo tra il 1937 ed il 1941
7 b. 1
"Permessi di seppellimento" (1)
1924 - 1925; 1929 - 1948
Fascicolo, cc. 273
Segnature precedenti: II G 3
Note
(1) Si tratta di un fascicolo formato dal parroco G. Rigotti. Gli atti erano a loro volta stati raccolti in fascette cartacee, in parte da don
Rigotti (relativamente agli anni 1929 - 1932) ed in parte con ordinamenti successivi, in occasione dei quali è stata apposta anche una
numerazione progressiva (che per ogni annata inizia dal numero 1)
8
b. 1
"Cresimati a Coredo e registrati, 29. 6. 38" (1)
1938
Italiano
Fascicolo, cc. 62
Segnature precedenti: II G 4
Note
(1) I certificati sono stati raccolti da don Rigotti in una busta da lettera, sulla quale lo stesso parroco ha dato indicazione sommara del
contenuto.
102
Ente
Beneficio parrocchiale del Ritrovamento della Santa Croce
[1471] - 1987 gennaio 24
Luoghi
Coredo, p.za Chiesa, 1
Altre forme del nome
Beneficio parrocchiale di Coredo
Beneficio parrocchiale R.C. del Ritrovamento della Croce in Coredo
Archivi prodotti
Subfondo Beneficio parrocchiale di Coredo, 01/01/1471 - 31/12/1957
Storia
Il beneficio ecclesiastico era costituito da un complesso di beni mobili e immobili permanentemente destinati al
mantenimento del parroco che aveva l'obbligo di residenza nel territorio sul quale esercitava il suo mandato e di
soddisfare alle esigenze spirituali della comunità. Il can. 1409 del "Codice di diritto canonico" sottolinea l'indissolubilità
dell'unione del beneficio con l'ufficio, che anzi si deve considerare come elemento costitutivo dell'istituto.
Una volta ottenuti la nomina ed il conferimento del beneficio con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il
parroco diveniva il rappresentante dell'ente a tutti gli effetti ed aveva quindi anche l'obbligo di assicurare l'integrità del
patrimonio. Il curatore d'anime aveva il diritto di percepire tutte le rendite che provenivano alla parrocchia a titolo di
sostentamento del curatore d'anime e che costituivano quindi la sostanza del beneficio, che passava di parroco in
parroco: rendite da fondi, caseggiati, capitali, affitti, interessi e diritti vari. Il parroco, in quanto titolare del beneficio,
godeva del diritto di decima, termine con il quale si indicava una quota del raccolto, non necessariamente
corrispondente alla decima parte, pagata da proprietari e coltivatori alla chiesa per il sostentamento del clero e per le
funzioni che la chiesa svolgeva a vantaggio di tutti i fedeli (1). Risaliva ad una consuetudine trentina, comune all'area
meridionale del territorio, la suddivisione medievale dei proventi di decima in quattro parti (donde la designazione di
"quarta"): un quarto spettava al vescovo e per esso ai pievani da lui nominati, un quarto era devoluto per l'assistenza agli
orfani ed alle vedove, un quarto toccava all'amministrazione locale della giustizia e l'ultimo costituiva il compenso
dell'esattore per le spese di riscossione. Facevano parte del beneficio parrocchiale anche i diritti di stola: nati come
prestazioni libere vennero col tempo considerate parte integrante della congrua parrocchiale e divennero obbligatorie. Il
diritto di stola veniva riconosciuto al parroco per lo svolgimento di determinate funzioni all'interno della sua
giurisdizione: nelle proclamazioni nuziali, nelle esequie, nell'ammininistrazione di alcuni sacramenti, per ciò che
riguardava l'assistenza degli infermi. La legge del 7 maggio 1874, al § 23 fece consistere i diritti di stola nelle
pubblicazioni matrimoniali, nella celebrazione di matrimoni e degli obiti ed anche nell'estensione di atti parrocchiali
ufficiosi. Il Disp. Min. del 22 luglio 1869 n. 6202 §24, stabiliva che il regolamento e la fissazione dei diritti di stola
spettasse alle autorità ecclesiastiche, con il consenso del governo (2). Quando, specie tra la fine del secolo XVIII e gli
inizi del secolo XIX (nel momento in cui iniziarono ad essere aboliti enti e corporazioni religiose, parte dei beni della
chiesa vennero venduti, e decaddero anche i diritti di decima e di altre annue prestazioni) le rendite del beneficio
103
parrocchiale a causa della loro esiguità e per gli eccessivi oneri su di esso gravanti si dimostrarono insufficienti al
mantenimento del curatore d'anime, il governo austriaco prima e quindi quello italiano le integrarono con un
supplemento di congrua prelevato da un apposito fondo. In seguito all'accordo di revisione del concordato del 1929 (18
febbraio 1984), secondo l'art. 28 delle norme circa gli enti e i beni ecclesiastici in Italia, i benefici capitolari,
parrocchiali, vicariali ecc. e i loro patrimoni sono stati trasferiti dal 1986 in organismi diocesani denominati Istituti per
il sostentamento del clero.
Nell'archivio parrocchiale di Coredo non è stato rinvenuto alcun documento relativo alla fondazione o ai fondatori del
beneficio parrocchiale, che pare avere comunque origini molto antiche.
L'inventario più antico dei beni in dotazione del beneficio, attualmente conservato, venne fatto stilare dal parroco
Cristoforo di Caleppio nel 1471: apriva l'elenco degli immobili l'edificio della canonica "cum orto e prato cum multis
arboribus" (3). Fra i diritti goduti 'ab antiquo' dal pievano si nomina quello di raccogliere un manipolo o covone da ogni
famiglia ('fuoco') (4). Il curatore d'anime, che godeva dei diritti e dei privilegi della vicinia, aveva inoltre il diritto alle
sorti di legna, fieno e strame nel bosco comunale. Ma il reddito principale proveniva dal diritto di percepire la quarta
parte della decima del grano e del vino raccolti nel territorio di Coredo. I tre quarti della decima venivano scossi dai
Thun di castel Bragher. Oltre a questa decima maggiore il pievano aveva diritto di decima, detta minore, sopra alcuni
stabili nei territori di Tavon e Smarano (5). Inizialmente il curatore d'anime, affittò il diritto di decima mentre in un
secondo tempo lo cedette al decimano maggiore, ricevendo un compenso fisso. Dopo il 1600 erano decimani maggiori
di Smarano i conti Fuchs di castel "Lemberg", che in un secondo tempo affittarono il loro diritto di decima alla famiglia
Panizza di Taio. Questa dal 1691, con l'entrata in carica del parroco Andrea Preganella, si rifiutò di pagare ulteriormente
il grano al nuovo parroco; venne condannata qualche anno dopo giusta sentenza nel palazzo assessorile di Cles (6). Il
diritto di decima venne abolito con sovrana patente del 28 ottobre 1848 e per la reluizione della decima il beneficio
parrocchiale percepì una somma superiore ai 2500 fiorini (7).
Le rendite del beneficio parrocchiale di Coredo vennero incrementate da legati pii di varie persone, congiunti quasi
sempre coll'onere perpetuo di ss. messe. Uno dei lasciti più antichi a vantaggio del beneficio parrocchiale provenne dal
nobile Antonio di Castel Coredo morto nel 1468 (8). Un'altro legato fu fatto nel 1661 dalla contessa Barbara Thun nata
Firmian, vedova di Giorgio Thun di castel Bragher, che lasciava un capitale al beneficio parrocchiale affinchè un
sacerdote della canonica di Coredo, celebrasse ogni prima domenica del mese, la messa nella cappella del castello
presso la quale nel 1652 era stata istituita la Confraternita del SS. Rosario; ai fedeli che intervenivano alla messa, in
forza del legato si distribuivano ogni volta 6 troni di pane (9). Con decreto governativo del 15 settembre 1836,
quest'ultima venne commutata in un annua distribuzione in denaro dal parroco di Coredo in favore del Fondo Poveri di
Taio e della Congregazione di carità di Coredo, peraltro ridotta con decreto della Luogotenenza del 1856 (10).
Il benefico acquisì quindi la proprietà di diversi stabili, spesso convertita in locazione enfiteutica, verso la prestazione di
un annuo canone in grano (livello). Dall'urbario fatto compilare dal parroco Luca Stefano Ferrari nel 1745 si evince che,
sotto il parroco Emilio Lorenzoni (1850-1886), in seguito all'emanazione della Sovrana Patente del 20 ottobre 1848,
tutti i locatari si affrancarono da questi oneri pagando un determinato capitale al beneficio o alla chiesa (11).
Il pievano oltre alla celebrazione di messe 'pro populo' e legatarie, era gravato da altri oneri: manteneva a sue spese il
cappellano, forniva un quota annua di pranzi al sacrestano e versava, come accennato, annue prestazioni al Fondo
Poveri di Taio, alla Congregazione di carità ed al Fondo scolastico di Coredo. Erano invece a carico del Comune di
Coredo le spese per la manutenzione ed il restauro dell'edificio canonicale (12).
104
In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986
(pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio parrocchiale di
Coredo ha perso la personalità giuridica civile.
Funzioni, occupazioni e attività
Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice
di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo
dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio".
Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la
dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo
distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei
diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva
essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito
pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime,
assegni dal Comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte;
dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa
la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano
distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la
competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote
beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una
forma particolare di conferimento del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un
patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del
principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di
patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio
patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e
con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del
suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di
difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello
stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non
essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e
supplementi di congrue a carico dei Comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio
Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne
alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7
dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la
costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale
devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto.
Note
(1) A. BARBERO-C. FRUGONI, Dizionario del Medioevo, Bari 1994, pp. 97-98
(2) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento 1905, p. 615
105
(3) La canonica, si legge nell'urbario, era sita a Coredo, in località detta "a Sovic". Precedentemente la casa canonicale
era sotto il dosso della chiesa parrocchiale. In un contratto di locazione, datato 3 luglio 1471, rogato su una pergamena
conservata nell'archivio parrocchiale, il pievano Cristoforo di Caleppio dava in locazione per 10 anni ai fratelli Antonio
e Cristoforo, figli di Francesco detto "Mastrotus" da Coredo, 5 appezzamenti di terra arativa, siti nelle pertinenze di
Coredo, il primo dei quali in località "ala Calonga vecla" o "sot el Dos de S. Maria" ossia "ala Pontara" con una
"nugara" e altri alberi da frutto e non da frutto, con una "murogia fracta", che un tempo era la canonica; cfr. Archivio
parrocchiale di Coredo, 1, n. 55
(4) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.1
(5) Nel 1372 erano sorti dei contrasti fre i possessori degli stabili di Smarano soggetti alla decima. Il pievano Odorico,
per ordine vescovile, convocava gli uomini più anziani ed autorevoli di Smarano per definire le proprietà ed i beni sui
quali gravava in perpetuo l'obbligo di pagare le decime alla chiesa di Coredo; cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n.
25
(6) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.3.5 ; cfr. anche E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 155
(7) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.5, cc. 73d - 74s
(8) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.5, c. 87
(9) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.8.1.3
(10) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.5, c. 90d
(11) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.5
106
subfondo 3
Beneficio parrocchiale di Coredo, 1471 - 1957
Soggetti produttori
Beneficio parrocchiale del Ritrovamento della Santa Croce, [1471] - 1987 gennaio 24
Contenuto
Il subfondo Beneficio parrocchiale di Coredo comprende documentazione dal 1471 al 1957 raccolta in quattro serie
archivistiche.
107
serie 3.1
Urbari e inventari, 1471 - 1885
Contenuto
La preoccupazione dei vescovi di verificare l'entità del patrimonio economico delle chiese e dei benefici si tradusse in
speciali disposizioni ai vari responsabili, con le quali venne rinnovato o meglio precisato l'obbligo di redigere urbari ed
inventari, tanto dei beni stabili che mobili, di tenere aggiornati i libri dei conti ("Costituzioni sinodali" di Ludovico
Madruzzo, capp. XLVI- XLVII che riprendono e aggiornano i capp. XXIII-XXIV delle "Constitutiones Bernardi") (1).
La serie 'Urbari e inventari' del sottofondo 'Beneficio parrocchiale' si compone di 5 unità. Il più antico fu compilato per
mano del pievano Cristoforo di Calepio e riporta l'elenco degli immobili di ragione del beneficio e degli affitti ad esso
spettanti. Il sottile registro di cui all'unità 3.1.2, consta nella prima parte dell'urbario fatto compilare dal pievano
Giovanni Rossi, e riporta 'in primis' l'elenco dei legati e degli obblighi missari gravanti sul beneficio, fatto seguire dalla
lista dei beni mobili, dei livelli, delle decime ed infine degli immobili spettanti al beneficio parrocchiale. Tale
suddivisione interna riprende quella della seconda metà del registro contenente l'urbario delle ragioni canonicali stilato
dal pievano precedente, don Francesco Bertoldi, durante il suo primo periodo di servizio a Coredo (2). Del secolo
successivo è l'urbario di cui all'unità 3.1.3, che riprende nella struttura i due precedenti. Si segnala inoltre la presenza,
sui tre registri più antichi, rispettivamente delle segnature "Primum, A", "B" e "C", dalla quale si evince, oltre alla
completezza della serie degli urbari beneficiali per i secc. XV - XVII anche una prima volontà di ordinamento
archivistico dei registri.
Furono invece compilati nel ventennio di servizio del pievano don Luca Stefano Ferrari (1731 - 1752) gli ultimi due
urbari della serie, rispettivamente negli anni 1734 e 1745. Simili nella struttura e nell'organizzazione interna delle
registrazioni riportano entrambi, con aggiunte ed aggiornamenti fino alla seconda metà del sec. XIX per il primo
registro e fino alla seconda metà del sec. XX per il secondo, beni immobili, livelli e diritti di decima spettanti al
beneficio nonchè un elenco dei legati perpetui e temporanei e degli obblighi legatari gravanti su quest'ultimo.
Un elenco dei beni immobili, dei fitti, dei censi e delle decime di ragione del beneficio parrocchiale, fatto stilare tra il
1570 ed il 1712 dal parroco Tommaso "Desiderati", si trova allegato al "Libro dei baptizati, maritati e delle entrate
canonicali. I" nella serie 'Registri dei nati battezzati' (2.1.1).
Gli inventari del beneficio compilati a partire della seconda metà del sec. XIX (dal 1866 compilati su registri
prestampati) vennero uniti agli atti di consegna degli effetti spettanti a quest'ultimo in occasione dell'ordinamento di don
Rigotti; si veda quindi l'unità 3.3.10 della serie 'Atti amministrativi' del sottofondo 'Beneficio parrocchiale'.
Note
(1) Per una descrizione più ampia e dettagliata sulla tenuta degli urbari e degli inventari si rimanda alla serie 'Urbari e
inventari' del sottofondo 'Chiesa parrocchiale', 4.1
(2) Don Francesco Bertoldi fu infatti parroco di Coredo anche tra il 1667 ed il 1680
1
"Iste est liber possessionum ecclesie sancte Marie plebis Coredi, necnon affictuum eius [...] (1)
1471
Urbario degli immobili di ragione del beneficio parrocchiale e degli affitti ad esso spettanti
108
sul verso del piatto anteriore della coperta: legato missario perpetuo, [1471]
Latino
Registro, legatura in perg. (2), cc. 6
Note
(1) Sul verso del piatto anteriore della coperta si trovano le segnature "primum" e "A", aggiunte pare, posteriormente alla redazione
dell'urbario, primo dei tre fatti compilare dal pievano Cristoforo di Calepio. Posteriormente, a matita, è stata data indicazione anche
indicazione dell'anno di compilazione dell'urbario: "1471"
2
"1692, urbario canonicale de beni, raggioni e messe legatarie [...]" (1)
1650 settembre 11 - 1692
All'inizio: "Urbario osia registro delle rendite della canonica di Coredo fatto dal paroco Andrea Preganella", [1692]
circa a metà: urbario dealla canonica fatto compilare dal parroco Francesco Bertoldi [ante 1662 nov. 20]
circa a metà, inserito: "Nota delle entrate canonicali", 1650 set. 11 - 1652 lug. 5 (2)
verso la fine: "Urbario o sia registro delle entrate della canonica di Coredo fatto li 20 novembre 1662", 1662 (3)
sul verso del piatto posteriore della coperta: "Liber investiturarum canonicae Coredi" [1692 ca.]
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 37 n.n.
Note
(1) La coperta fu in origine probabilmente asportata da un altro registro: riporta infatti la seguente intitolazione, parzialmente
depennata: "Liber matrimoniorum V, anno Domini MDCXIIII". Sulla coperta si legge anche la segnatura "B"
(2) Si tratta di un sottile fascicolo con la registrazione delle entrate derivanti dal pagamento dei livelli alla canonica per gli anni 1650
- 1652
(3) Si tratta di un secondo urbario stilato dal parroco Francesco Bertoldi (1645 - 1662)
3
Urbario della canonica di Coredo
1723 - 1734
- Cc. 1 - 8: elenco e descrizione dei livelli e delle decime corrisposti alla canonica nei paesi di Coredo, Senale, Segno, Sfruz,
Smarano
- c. 9: "l'affitti per la fabrica della canonica"
- cc. 10 - 11: "legato pio" (2)
- c. 11 v: "legati di castel Bragher"
- c. 12: "messe legatarie"
- c. 13: "messe legatarie cantate che paga la chiesa"
- "messe legatarie della chiesa basse che essa per i fondi ricevuti deve pagar al parocho" (3)
sul verso dell'ultima carta: dichiarazione del parroco A. Preganella sottoscritta dal notaio Michele della Tina, che attesta (dopo "aver
veduto una scritura") il suo diritto di riscuotere gli interessi versati in occasione delle affrancazioni dal pagamento dei livelli spettanti
al beneficio Bombarda, 1729 mag. 2
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 24 (numer. orig. parziale)
Note
(1) Sulla coperta si legge la segnatura "C"
(2) Viene fatto un elenco ed una descrizione dei legati pii
(3) Il contenuto del registro è riassunto da un indice stilato sulla prima carta
109
4
"Urbarium livellorum, stabilium, affictuum, legatorum tam perpetuorum tam ad tempus durantium, iuris decimandi,
aliorumque iurium ad aedes parochiales Coredi pertinentium, confectum per Lucam Stephanum Ferrari de Spauro
(sacra) theologia licentiatum parochum Coredi sub annum 1734"
[1734] - 1885 febbraio 2
All'inizio: breve premessa del parroco Luca Stefano Ferrari contenente indicazioni circa i motivi e le modalità di compilazione dell'
urbario, [1745]
verso la fine, inserito: promemoria del parroco di Coredo, sottoscritto dal capo Comune del paese, circa l'attribuzione del "Legato
Margherita Pastorelli" per l'anno 1871, 1871 dic. 28
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 216 (numer. orig. imprecisa)
Segnature precedenti: VI 3
5
"Urbarium stabilium, livellorum, affictuum, legatorum perpetuorum, iuris decimandi, aliorumque iurium ad ades
parochiales Coredi spectantium confectum per me Lucam Stephanum Ferrari parochum Coredi decanum foraneum de
Enno, sub annum 1745" (tit. int.) (1)
1745 (con annotazioni fino al sec. XIX ex.)
A c. 2 s: breve premessa del parroco Luca Stefano Ferrari contenente indicazioni circa i motivi e le modalità di compilazione dell'
urbario, [1745]
alle cc. 73d - 74d: annotazioni relative all'abolizione del diritto di decima, decretato con sovrana patente del 28 ottobre 1848, ed alle
successive liquidazioni per la cessazione di detti diritti, [post 1848 ott. 28 - 1887]
alle cc. 131s - 132s: copia della lettera emanata in data 13 novembre 1825 dal vescovo di Trento Francesco Saverio Luschin - in
seguito alle richieste inoltrate dal conte Abrogasto Thun ed Hohestein di castel Bragher - concedente il permesso di unificare il
beneficio Thun con la cappellania Lauretana e di ridurre il numero delle messe celebrate per le due fondazioni nella cappella di castel
Bragher, [post 1825 nov. 13]; annotazione relativa a decreto del 23 aprile 1856 concedente un'ulteriore riduzione delle messe
settimanali celebrati per il beneficio Thun e la cappallania Lauretana, [post 1856 apr. 23]
verso la fine, su carta non numerata: annotazione relativa alla locazione di un campo del beneficio parrocchiale ?, 1812 gen. 13
sul verso della carta di guardia: annotazione relativa all'ammontare della steura pagata dalla canonica "secondo lo stabilimanto del
1790", [1790]
sul verso del piatto anteriore della coperta, incollato: "Dati per risarcire la steura de livelli per anni 6" [1790]
contiene fra l'altro, inserito alla fine: annotazione relativa ad affrancazione da livello spettante al beneficio parrocchiale, [1856 1886]
Italiano, latino
Registro, legatura in pelle, cc. sd 153
Segnature precedenti: V A 1
Note
(1) Sul dorso: "Urbarium canonicae Coredi"
110
serie 3.2
Registri degli instrumenti, 1683 - 1797
Contenuto
La serie si compone di due registri in discreto stato di conservazione, che riportano in originale o in copia autentica atti
di rinnovo di locazione, costituzione ed affrancazione di censo e di ipoteca a favore della 'canonica' (beneficio
parrocchiale), stipulati fra il 1683 ed il 1797.
1
"Investiturae livellorum canonicae Coredi [...], 1683" (1)
1683 agosto 30 - 1684 ottobre 15
Copie autentiche di rinnovi di investiture di livelli perpetui di stabili della canonica di Coredo
Latino
Registro, legatura in cart., cc. 15 n.n.
Note
(1) "1683" è stato aggiunto a matita posteriormente
2
"1783, rinovazioni dell'investiture della canonica di Coredo e della venerabile chiesa parochiale pure di Coredo"
1783 maggio 20 - 1797 settembre 29, con allegati del maggio 1840
Originali e copie autentiche di atti di rinnovo di locazioni perpetue di immobili di ragione della canonica e della chiesa parrocchiale
di Coredo, atto di costituzione di censo e di ipoteca a favore della canonica
contiene fra l'altro, inseriti in allegato all'atto di locazione del 23 ottobre 1787: atto di procura, 1840 maggio 22; atto di rinnovo di
locazione perpetua di fondo della canonica, 1840 maggio 28
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 66 (numer. orig. parziale) (1), con indice per contenuto all'inizio n.n.
Note
(1) La numerazione interessa infatti solo le carte costituenti originariamente il registro; successivamente infatti sono state aggiunte, in
parte inserite ed in parte incollate, altre copie autentiche di atti di locazione della canonica e della chiesa non menzionati nell'indice,
con numerazione indipendente dalle restanti carte
111
serie 3.3
Atti amministrativi, 1610 - 1942
Contenuto
La serie è formata da documentazione piuttosto antica, costituita per le prime tre unità in ordine cronologico da contratti
agricoli in carta sciolta (prevalentemente atti di locazione e di costituzione di censo) e da una volume in cui furono
rilegati gli atti relativi ad una causa fra privati di Coredo, in cui il pievano di Coredo Pietro Luchi (1616-1636)
intervenne rivendicando dei diritti del beneficio parrocchiale. Gli atti erano raccolti in due mazzi conservati, insieme ad
altra documentazione riguardante la chiesa, la Primissaria ed il legato Widmann, in uno scatolone riportante all'esterno
l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del sign. Romagna:"Materiale vario antico da catalogare, con
pergamene". I restanti due fascicoli con documentazione anteriore al sec. XIX (3.3.4 - 3.3.5) constano invece di
carteggio relativo a controversie sostenute dai parroci di Coredo in punto alla definizione patrimoniale e gestionale del
beneficio (1).
Contengono invece documentazione a partire dal sec. XIX fino alla prima metà del secolo successivo, i fascicoli di cui
alle unità 3.3.6 - 3.3.15, di costituzione originaria e da ricondurre prevalentemente all'organizzazione impressa al
materiale archivistico dal parroco G. Rigotti. Constano di documentazione circa l'amministrazione del patrimonio del
beneficio con aste, contratti di affittanza e contratti di mutuo ipotecario su fondi di proprietà del beneficio, relativa alla
congrua ed agli emolumenti spettanti al parroco, alle consegne delle temporalità parrocchiali, agli obblighi di
fondazione gravanti sul beneficio ed all'edificio della canonica.
Nella serie sono confluiti anche gli inventari del beneficio a partire dal 1866 (4.3.10) che, in occasione dell'ordinamento
di don Rigotti vennero uniti agli atti di consegna degli effetti spettanti a quest'ultimo.
Si veda la serie 'Atti amministrativi' del sottofondo 'Chiesa parrocchiale' (4.3), alle unità 4.3.15 e 4.3.16, rispettivamente
per documentazione di carattere fiscale (prodotta unitamente alla chiesa e ad altri fondi gravitanti attorno alla
parrocchia) e per contratti di affittanza di fondi del beneficio parrocchiale per gli anni 1940 -1943.
Note
(1) Cfr. a tal proposito l'introduzione al sottofondo 'Beneficio parrocchiale', 3
1 b. 1
Documenti riguardanti il beneficio parrocchiale (1)
1610 - 1784
Originali e copie autentiche di atti di costituzione di censo e di dazioni in pagamento a favore del beneficio parrocchiale di Coredo, di
atti di compravendita, di permuta di terreni del beneficio, convenzione del parroco con privati in merito a diritti di passaggio, utilizzo
di acqua per irrigare fondi canonicali, ecc.
contiene fra l'altro: copia autentica di atto di costituzione di censo fondato da privati a favore dei regolani della comunità di Coredo,
1752 dic. 22 (1)
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 63
Note
(1) Il debitore doveva versare l'interesse annuo maturato sul capitale di 400 fiorini al parroco di Coredo, che lo distribuiva a sua volta
ai poveri di Coredo
112
2 b. 1
"Bombarda contra Desideratum"; "Acta Bombarda et Desiderata aliorum (quoque) interessatorum, Coredi" (1)
1624 - 1628 (con documenti dal 1591)
Atti della causa promossa da Giovanni Bombarda contro Leonardo Desiderat(i), entrambi da Coredo, davanti all'assessore delle valli
di Non e Sole per immobile acquistato dal primo e caduto in evizione per intervento del pievano di Coredo Pietro Lucchi (2) con
sentenza favorevole a Giovanni Bombarda
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 134
Note
(1) Il fascicolo comprende due volumi (il primo di cc. 98, il secondo di cc. 36, entrambi con numerazione parziale ed imprecisa) che
contengono, rilegati insieme, gli atti processuali con i documenti probatori addotti dalle parti in causa e la sentenza pronunciata
dall'assessore delle valli di Non e Sole. Sulla coperta cartacea viene data anche indicazione del notaio dai cui rogiti sono stati tratti gli
atti. Fra gli atti probatori sono state rilegate nel volume anche tre pergamene, di cui se ne riporta il regesto e la collocazione:
1593 febbraio 10, Coredo (c. 14)
Giovanni del fu Simone "Botton" da Coredo vende a Giovanni del fu [Giovanni] Bombarda da Coredo un prato sito nelle pertinenze
di Coredo, il località Pravalier al prezzo di 46 denari, concedendogli anche la facoltà di ricavare l'acqua dal "rozale" sotto la strada
per irrigare il suddetto campo. A garanzia della vendita il suddetto Giovanni Botton dà in obbligazione una casa sita nelle pertinenze
di Coredo in località "la casa di Bottoni"
Notaio: Giovanni Antonio del fu "dominus" Giovanni Giacomo Barbacovi da Taio
Copia autentica [B] dall'originale del notaio Ferdinando Barbacovi da Taio (per autorità concessa da Orazio "Brochetta", assessore
delle valli di Non e Sole), mm 272 (245) x 155, a tergo note di contenuto ed annotazioni notarili (1624)
1600 febbraio 22, Coredo (c. 16)
Giovanni del fu Giovanni "Boton" da Coredo permuta ed in parte vende a Vigilio Moncher una casa con prato adiacente, sita nelle
pertinenze di Coredo in località Pravalier ed un prato sito nello stesso luogo, sul quale grava l'onere di corrispondere 2 staia di
frumento alla fabbrica della chiesa di S. Maria, per un censo affrancabile costituito a favore di quest'ultima, al prezzo di 40 ragnesi,
ricevendo in cambio una casa, sita nelle pertinenze di Coredo in località "a Sovich". Il suddetto Giovanni versa altresì 130 denari, dei
quali 40 per affrancarsi dall'onere di pagare il censo alla chiesa
Noataio: Giovanni Giacomo Inama
Originale [A], 490 x 115 (95), a tergo note di contenuto ed annotazioni notarili (16[2]5), pergamena inscurita ed inchiostro sbavato
1591 dicembre 2, Coredo (c. 17)
Giovanno "Boton" da Coredo, con il consenso del nipote Biagio, vende a Giovanni Bombarda da Coredo un appezzamento di terra
prativa, sita nelle pertinenze di Coredo, il località Pravalier, al prezzo di 40 ragnesi di denari meranesi.
Notaio: Giovanni Giacomo Inama da Sanzeno
Originale [A], mm 290 x 150, a tergo note di contenuto ed annotazioni notarili (1625)
(2) Il parroco ne rivendicava la legittima proprietà a nome del beneficio parrocchiale
113
3 b. 1
Documenti riguardanti il beneficio parrocchiale (1)
1676 - 1751
Originali e copie autentiche di contratti di locazione di immobili del beneficio parrocchiale
contiene fra l'altro: elenchi, inventari e stime di beni e livelli spettanti alla canonica, 1705; 1715; 1749 - 1752] (2)
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 54
Note
(1) Gli atti erano raccolti in un mazzo conservato, insieme ad altra documentazione riguardante la chiesa, la Primissaria ed il legato
Widman, in uno scatolone riportante all'esterno l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del sign. Romagna:"Materiale
vario antico da catalogare, con pergamene"
(2) Si tratta di copie autentiche o semplici di inventari e prospetti fatti compilare dai parroci Andrea Preganella (1692 - 1723) e
Nicolò Keller (1752 - 1782)
4 b. 1
"1693. Il parroco Preganella espone ragioni per cui non si crede obbligato di pagare intiera pensione al suo antecessore
parroco Rossi concessagli dal papa sopra le rendite parochiali. Il parroco Rossi si ritirò nella parrocchia di Ledro" (1)
1693
Fascicolo, cc. 8
Note
(1) L'intitolazione, di mano del parroco don E. Endrici, è stata desunta dal recto del sottile fascicolo costituito da 4 bifogli
5 b. 1
"1708, il parroco Preganella dimanda che gli sia compagata la decima in Smarano come in passato, or da 15 anni negata
dal conte Fuchs" (1)
1706 - 1708; 1771
Contiene fra l'altro: atti relativi ai diritti del parroco di Coredo sulla decima di Coredo e Smarano, 1771 lug. 5 - 7
Fascicolo, cc. 8
Note
(1) L'intitolazione, di mano del parroco E. Endrici, è stata desunta dal verso di una carta costituente il fascicolo
6 b. 1
"Documenti del Beneficio parrocchiale"
1809 - 1875
Fassioni del beneficio parrocchiale (1)
Fascicolo, cc. 42
Segnature precedenti: V A 4
Note
(1) Le fassioni erano state a loro volta inserite in un bifoglio dal parroco don E. Endrici, che vi aveva apposto la nota: "Fassioni
diverse del beneficio parrocchiale trovate fra gli atti dell'archivio"
7
b. 1
"Documenti del beneficio parochiale"
114
1820 - 1939
Carteggio fra il capocomune di Coredo e l' i.r ingegnere circolare di Trento in merito ai lavori di riattazione della canonica
parrocchiale, aste e contratti di affittanza di stabili del beneficio parrocchiale con carteggio ed atti relativi, carteggio ed atti relativi a
contratti di mutuo ipotecario (1), prospetti e stime relativi al patrimonio del beneficio, fassioni per la commisurazione
dell'equivalente d'imposta, dell'imposta sulla rendita personale, della tassa di manomorta con carteggio ed atti relativi, carteggio ed
atti relativi alla congrua ecc.
Fascicolo, cc. 234
Segnature precedenti: V A 2
Note
(1) Sono presenti specificatamente: insinuazioni del diritto di pegno, estratti dai "fogli vecchi aggravi"
8 b. 1
Prospetti descrittivi degli "obblighi delle fondazioni non peranco assicurati del beneficio parrocchiale di Coredo", "dei
capitali ed obbligazioni individuali" per l'adempimento di tali obblighi, dei "beni liberi ed aggravati" del beneficio, degli
"obblighi assicurati delle fondazioni" del beneficio, della "totalità degli obblighi delle fondazioni e della loro
assicurazione presso il beneficio", "di tutte le messe ed altre fondazioni esistenti alla fine dell'anno amministrativo 18
(1) nel beneficio [...] delle loro ipoteche, e del quantitativo pel loro adempimento" (2) (3)
1841;1852
Contiene fra l'altro: circolari contenenti indicazioni circa la compilazioni dei prospetti sugli obblighi di fondazione del beneficio,
1841
Fascicolo, cc. 59
Note
(1) Si tratta dell'anno 1841
(2) I prospetti, tutti compilati nel 1852, si riferiscono in parte all'anno amministrativo 1841 ed in parte al 1851
(3) Parte delle intitolazioni sono state desunte dagli stessi prospetti
9 b. 2
"Nozioni della Commissione distrettuale per lo svincolamento della gleba [...]" (1) (2)
1850 dicembre 6 - 1852 settembre 29 (con annotazioni fino al 4 gennaio 1870
Contiene fra l'altro: "nota dei livelli della canonica di Coredo reluiti dall'i.r. Commissione dello svincolamento della gleba in Cles nei
giorni 26 e 27 novembre 1850", e "nota delle messe legatarie private, la cui elemosina viene da private famiglie, reluite i Cles il 27
novembre 1850 dall'i.r. Commissione pello svincolamento dela gleba", 1850 dic. 6
Fascicolo, cc. 76
Note
(1) Si tratta di documentazione prodotta in occasione di affrancazione dall'obbligo di pagamento di censi e affitti o di liberazione
dall'onere di corrispondere un legato al beneficio parrocchiale
(2) Al momento del riordino la documentazione contenuta nel presente fascicolo si trovava ripiegata e avvolta in una fascietta
cartacea riportante l'intitolazione "1852" ed inserita quindi nella busta n. 5 in occasione dell'ordinamento del sig. Romagna. L'ordine
conferito agli atti all'interno del fascicolo corrisponde a quello indicato nell'elenco dei livelli e dei legati della canonica reluiti dalla
Commissione per lo svincolamento della gleba di Cles (contenuta all'interno dello stesso fascicolo). Sul verso degli stessi documenti
è stato segnato a matita il numero che corrisponde a quello loro attribuito nell'elenco. Nota di queste affrancazioni da oneri livellari si
trova anche sull'urbario della canonica (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 3.3.5)
10
b. 2
115
"Inventari del beneficio parrocchiale, della chiesa; atti di consegna del 1921 del 1929; estratti tavolari e fogli di
possesso fondiario" (1)
1866; 1885; 1894; 1909; 1921 - 1942
Inventari del beneficio parrocchiale di Coredo, atti di consegna e riconsegna degli effetti spettanti al beneficio, alla chiesa
parrocchiale ed agli enti morali e fondi gravitanti attorno ad essa, estratti tavolari e fogli del possesso del beneficio parrocchiale
Italiano
Fascicolo, cc. 94
Segnature precedenti: 12
Note
(1) In realtà il fascicolo, formato in occasione dell'ordinamento di don G. Rigotti, conteneva, al momento del riordino, solo gli
inventari del beneficio; per gli inventari della chiesa parrocchiale cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 4.1.11
11 b. 2
"Fassioni dell'anno 1885 - 1921 dei reverendi parroci don Emilio Lorenzoni, monsignor Edoardo Endrici" (1)
1885 - 1914
- "I: fassione presentata da don Lorenzoni nell'anno 1885": fassione per il completamento della dotazione dal fondo di religione per
l'anno 1885 con allegati e carteggio ed atti relativi, 1885 - 1886;
- "II : fassione presentata nel 1898": fassione per il completamento della dotazione dal fondo di religione per l'anno 1899 con allegati
e carteggio ed atti relativi, 1899 - 1900
- III: fassione presentata nel 1901 per una soprarevisione": fassione per il completamento della dotazione dal fondo di religione per
l'anno 1901 prodotta per una revisione della fassione del 1899, 1901
- "IV: ricorso presentato al Ministero del culto contro la Nozione luogotenenziale a Vienna nel 1901": fassione per il completamento
della dotazione dal fondo di religione per l'anno 1901 con allegati e carteggio vario prodotti dal parroco quale ricorso contro la
nozione della luogotenenza di Vienna del 30 aprile 1900 n. 28, 776 che proponeva di defalcare dalle spesse beneficiali quella
sostenuta per il mantenimento del predicatore quaresimale, 1901 - 1903
- "V: fassione ultima aggiustata nel 1903": prospetto di rettificazione concernente la fassione per il completamento della dotazione
dal fondo di religione per l'anno 1903, 1903
- "VI: 1906, dimanda alla Luogotenenza perché si riconosca in fassione la uscita del vino ed ostie, la Luogotenenza non fa luogo alla
dimanda; 1906, ricorso al Ministero del culto contro la nozione della Luogotenza perché venga riconosciuta la spesa pel vino ed
ostie; 1908, il Ministero accoglie il mio ricorso e si riconosce in fassione l'uscita pel vino ed ostie"; ultima fassione 1908", 1906 1907 (2)
- [VII] carteggio ed atti relativi alla revisione della fassione per il completamento della dotazione dal fondo di religione per l'anno
1913, 1914 (3)
Italiano
Fascicolo, cc. 143
Segnature precedenti: 12
Note
(1) Il fascicolo è stato formato in occasione dell'ordinamento del parroco G. Rigotti; la documentazione è organizzata a sua volta in
sottofascicoli formati dal parroco E. Endrici, e il cui contenuto è riassunto da brevi intitolazioni che lo stesso Endrici ha riportato su
fasciette cartacee che contenevano la documentazione. L'ordine dei sottofascicoli riprende quello suggerito dallo stesso Endrici
(2) ln realtà il sottofascicolo non contiene la risposta affermativa data dal Ministero del culto in seguito al ricorso del parroco Endrici.
Non è presente la fassione per l'anno 1908, ma solo il prospetto di rettificazione
(3) La documentazione del sottofascicolo è stata raccolta, probabilmente dallo stesso Endrici, in una carta ripiegata sulla quale lo
stesso Endrici riporta l'elenco degli atti prodotti per la revisione della fassione e l'ordine loro attribuito
116
12 b. 2
Carteggio ed atti relativi a don Emanuele Sicher, coperatore a Coredo (1)
1899 - 1921
Carteggio ed atti relativi a rendite personali, alla congrua, ad obbligazioni di stato, ad operazioni bancarie, polizza di assicurazione
antincendio ecc.
Fascicolo, cc. 13
Note
(1) Don Emanule Sicher fu cooperatore a Coredo dal 1890 al 1921e quindi vicario parrocchiale
13
b. 2
"Elenco delle obbligazioni di stato"
1919
"Obbligazioni di stato rendita austriaca vincolate al nome di diversi corpi morali della parrocchia di Coredo amministrati dal parroco
locale don Edoardo Endrici" (1), lettera del parroco Endrici alla Cassa Cantrale del Governo Austriaco che autorizza la Missione
militare italiana a Vienna a prelevare gli interessi delle diverse obbligazioni vincolate al nome dei corpi morali della parrocchia (2)
Fascicolo, cc. 12
Segnature precedenti: III A 7
Note
(1) Si tratta di un elenco redatto in triplice copia. L'intitolazione è stata desunta dall'intestazione dello stesso elenco
(2) La lettera è redatta in duplice copia, l'una più estesa e completa dell'altra
14
b. 2
"Fassioni dell'anno 1921 - 1938 dei reverendi parroci don Giovanni Faccinelli, don Giuseppe Rigotti"
1923 - 1941
Fassioni sugli emolumenti congiunti con gli uffici dei parroci G. Faccinelli e G. Rigotti per il completamento della dotazione dal
fondo di religione con allegati e carteggio ed atti relativi
Italiano
Fascicolo, cc. 59
Segnature precedenti: 12
15
b. 2
"Atto d'asta degli stabili del beneficio parrocchiale e della primissaria per gli anni 1934 - 1943"
1934; 1940
Contiene fra l'altro: "stabili del beneficio parrocchiale e primissaria che si mettono all'asta il 28 febbraio 1934" (1)
Fascicolo, cc. 14
Segnature precedenti: XI 16
Note
(1) Si tratta di un elenco degli immobili, delle loro estensioni, del prezzo di stima e dei relativi affittuari
117
serie 3.4
Resoconti e documenti di corredo, 1929 - 1957
Contenuto
La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato del 1855 tra Impero austroungarico e Chiesa Romana spettava agli organi locali di governo, passava in base all'art. 30 dell'accordo all'autorità
ecclesiastica. A questo scopo nel 1865 venne istituito a Trento l'Ufficio Amministrativo Diocesano. Nel Bollettino delle
Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 furono pubblicate le Norme d'Amministrazione ecclesiastica che
regolamentarono la materia, stabilendo, tra l'altro, la redazione dei resoconti secondo determinati focrmulari. I
resoconti, compilati annualmente, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa
documentazione in entrata e in uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore
d'anime e inviarne una all'autorità politica provinciale.
La serie dei resoconti del beneficio parrocchiale di Coredo consta di un solo fascicolo, che comprende i resoconti degli
anni 1944-1953 e 1955-1957, compilati dai parroci Emilio Tonidandel e Bruno Magagna ed approvati dalla Curia
arcivescovile. I resoconti sono corredati dalle quietanze, presenti anche per gli anni in cui la serie risulta priva dei
resoconti. Le quietanze, per gran parte inserite dai vari parroci in buste da lettera ed in parte rinvenute in unità di
contenuto estraneo alla documentazione relativa al beneficio parrocchiale, sono state organizzate, per le annate prive di
resoconti, in fascicoli annuali.
Solo le quietanze prodotte negli anni 1952 - 1957, numerate 'ab origine' dai parroci, sono state disposte nei rispettivi
fascicoli annuali secondo il numero progressivo loro attribuito ed avente riscontro con i resoconti
Per la documentazione priva di data e di numerazione si è invece costituito un fascicolo a parte.
1 b. 1
"Beneficio parrocchiale: conti, documenti"
1929 - 1957
Sono presenti solo i resoconti per gli anni 1944 - 1953; 1955 - 1957
Fascicolo, n.n. 13, cc. 516
Segnature precedenti: V A 6
118
subfondo 4
Chiesa parrocchiale di Coredo, 1467 - 1967
Contenuto
La chiesa parrocchiale di Coredo, pievana 'ab immemorabili', intitolata a Maria Assunta fino circa alla fine del sec.
XXIII, e ricostruita in altra sede tra il 1943 ed il 1948, è attualmente dedicata al mistero del Ritrovamento della S.
Croce, festeggiato il 14 settembre (1). La nuova intitolazione, attestata già dalla prima metà del XVII sec. (2), soppiantò
definitivamente l'originaria solo agli inizi del XIX sec.
La più antica memoria della chiesa si ritrova nel testamento di un tale Pietro del fu "ser" Corrado da Coredo, rogato in
data 11 agosto 1348 su una pergamena attualmente conservata nell'archivio parrocchiale, dal quale si evince la presenza
nell'antica chiesa di 6 altari: dedicati a S. Maria, S. Michele, S. Nicolò, S. Pietro e S. Romedio, S. Silvestro. Il sesto è
definito dal testatore altare del "quondam" suo padre. Nel 1401 Vitale, vescovo Ariense, vi consacrava un nuovo altare
dedicato ai santi Andrea apostolo e Antonio abate. Vi rinchiudeva le reliquie dei martiri S. Caio e S. Giorgio, dei Santi
Innocenti e di S. Antonio Abate, concedendo un'indulgenza di 40 giorni per autorità del vescovo di Trento, e di altri 40
giorni per propria autorità ai penitenti che avrebbero visitato la chiesa, versando l'elemosina, nella terza domenica di
Quadragesima in cui veniva fissato l'anniversario di consacrazione dell'altare (3). Non è noto l'anno in cui la chiesa
parrocchiale venne consacrata; scriveva infatti a tal proposito il parroco don Nicolò Keller nella relazione preparatoria
alla visita pastorale del 1751: "Non ho trovato documento autentico comprovante la consacrazione della chiesa 'preter
comunem famam', l'anniversario si fa ai 29 settembre. Nella tabela delle messe legatarie ai 29 settembre è scritto: messa
per l'anniversario della consacrazione della chiesa. Sulle pareti della chiesa vi sono le croci ove il vescovo consacrante
fece le sacre unzioni [...]" (4).
Risalgono al 1426 i primi lavori di restauro (5) mentre altri lavori di allargamento furono eseguiti nel 1468. "In una
pergamena dell'archivio comunale è detto che i regolani di Coredo pagarono ad Antonio massaro delle valli di Non e
Sole marche 96 e lire 2, quali restanze a lui dovute, pel pagamento da lui fatto ai muratori 'ad faciendam, raedificandam
et costruendam ecclesiam Beatae Mariae Virginis de Coredo' "(6).
Nel 1510 la chiesa subì un incendio insieme a parte del paese.
Dagli atti visitali del 1579 (7) risulta che nella chiesa vi erano sette altari consacrati: il maggiore era sacro alla
Madonna, i minori a S. Silvestro, a S. Giovanni Battista, a S. Antonio e S. Romedio, ai Ss. Fabiano e Sebastiano, a S.
Caterina ed infine uno "in medio templi ad columnam affixum", dedicato alla Ss. Trinità , che nel 1610 (8) venne
assegnato alla neo eretta Confraternita del Rosario. Rinvenuti gli altari senza convenevole ornamento, i visitatori
ordinavano di provvedere il necessario per il loro decoro.
Un altro incendio nel 1611 danneggiò gravemente la chiesa e fuse le campane. I vicini di Coredo chiesero ed ottennero
dal vescovo di alienare proprietà comunali per far fronte alle spese di ricostruzione e di restauro. La Regola, radunata il
25 aprile dello stesso anno, nominò un comitato che affidasse e dirigesse i lavori. Il maggio successivo venne stipulato
il contratto per la fusione di una campana.
La visita pastorale del 1616 (9) dette luogo all'ordine di indorare le colonne dell'altare maggiore; di togliere "attesa la
loro deformità" l'altare di S. Sivestro e due altari addossati alle pareti, di imbiancare i muri dove erano scrostati e di fare
il soffitto. Nello stesso anno veniva fusa una seconda campana.
Nel 1628, a spese della Confraternita del SS. Rosario, venne eretto l'altare del Rosario in legno dorato e nel 1641 la
chiesa parrocchiale venne dotata di una terza campana (10). Fra il 1661 ed il 1669 venne eseguito e rifinito l'altare
maggiore e nel 1677 venne intagliato un pulpito in legno (11).
119
La chiesa assunse la forma attuale per i lavori eseguiti tra il 1711 ed il 1724. L'impresa fu affidata al costruttore Antonio
Brusinello e la spesa fu sostenuta in parte dal beneficio parrocchiale, in parte dalla cassa comunale ed in parte dai
coredani, che prestarono la mano d'opera per lo scavo ed il trasporto dei materiali (12). Nel 1719 venne costruita la
sacrestia grande e fu eretto un altare di legno per volontà testamentaria di Giovanni Michele Bombarda, che assegnava
due stabili del valore di 155 ragnesi per il mantenimento dell'altare e per la provvista di cera e sacri arredi (13). Un
altare marmoreo venne invece eretto nel 1726 per opera del maestro Silvestro Pollini di Tavon (14). Nel 1745 vennero
costruiti i gradini dell'altare maggiore e nel 1768 la balaustrata ed il pavimento del presbiterio; nel 1798 vennero
sistemati un nuovo battistero ed un'acquasantiera (15).
Nel 1802 Simone Albano Zambaiti, vicario generale del vescovo di Trento, concedeva la licenza di erigere nella chiesa
parrocchiale la 'Via Crucis' (16).
Nella visita pastorale del 1865 i visitatori scrivono in merito alla dotazione degli altari della chiesa: "[...] oltre all'altare
maggiore vi sono quattro altri altari laterali; esaminati i quali tre si rinvennero difettosi perché muniti di pietra portatile
con irregolare sepolcro; perloché tutti tre questi altari, cioé di S. Michele, del Crocifisso e di S. Maria Addolorata
furono sospesi finché saranno provveduti di altri portatili. Il quarto altare laterale è un altare fisso tutto in regola" (17).
Nel 1872 si sostituirono le due campane grandi, quelle fatte fondere dopo l'incendio del 1611, con cinque nuove: in re,
fa, sol, si, re. La campana più piccola, fusa nel 1641è dotata di un suono particolarmente armonioso; si salvò, per la
stessa ragione, anche dalla requisizione fatta dall'imperial regio governo nel 1916 e fu rimontata sul campanile nel 1917
(18). Nel questionario preparatorio alla visita pastorale del 1913, il parroco E. Endrici accennava all'asportazione dalla
chiesa parrocchiale di due altari di legno dorato, trasportati nella casa rustica della canonica per lasciare spazio ai
confessionali laterali (19).
Nel 1929 la chiesa venne elevata all'onore di arcipretura, ed è inclusa attualmente nell'elenco delle chiese monumentali
(20).
Attualmente la vecchia chiesa non è più sede della parrocchia ma, ancora aperta al culto, si trova all'interno delle
vecchie mura che ospitano il cimitero del paese. Fra il 1943 ed il 1948 venne infatti costruita una nuova chiesa
parrocchiale; per informazioni dettagliate in merito alle vicende che dalla seconda metà del sec. XIX sino agli anni '40
del secolo successivo riguardarono la "nuova parrocchia" nonché per la descrizione delle caratteristiche architettonicoartistiche si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Fondo chiesa Nuova' (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 5).
Note
(1) Fu S. Ambrogio a parlare per primo del ritrovamento della Croce di Cristo; egli afferma che la croce sarebbe stata
ritrovata da S. Elena, madre dell'imperatore Costantino, in scavi da lei fatti eseguire in Terra Santa (circa 326). Ma
Eusebio, che parla nella "Vita Costantini" del viaggio di S. Elena nei luoghi Santi, non dice nulla di questo
ritrovamento. La festa "in inventione crucis", che nella liturgia latina si celebrava il 3 maggio, è stata espunta dal
calendario nel 1960 in occasione di una semplificazione del calendario ecclesiastico, mentre è rimasta la festa
dell'esaltazione della Croce, che si celebra il 14 settembre
(2) In un testamento rogato su supporto pergamenaceo, conservata nell'archivio parrocchiale, il testatore, un tale
Giovanni del fu Paolo da Coredo, nominava quale sua erede universale la "fabrica ecclesie Sancte Crucis sive Sancte
Marie", cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 8; ed ancora in data 28 agosto 1653 il parroco Francesco Bertoldi da
Denno faceva stilare un inventario "de omnibus bonis quae reperiuntur in ecclesia parochiali Sanctae Crucis seu, et
Sanctae Mariae", cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 164
(3) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 8
120
(4) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 2v
(5) Don E. Endrici riporta a tal proposito quanto scritto da don Giuseppe Sicher nell'opuscolo 'Coredo e il suo
acquedotto': "Da antiche scritture si conosce come la nostra chiesa venne ristaurata nel 1426. Una pergamena parla di
indulgenza sacra concessa a chi desse a tale opera o il suo braccio o il suo denaro [...]". Don Endrici specifica anche di
non aver mai rinvenuto la pergamena in questione. Cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'anaunia [...]", p. 117
(6) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 117
(7) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.2, cc. 1 - 2
(8) Cfr. Archivio della Confraternita del SS. Rosario di Coredo, 2.1. Dal 1610 l'altare della SS. Trinità venne
denominato anche del SS. Rosario. Il documento di fondazione della Confraternita spefifica comunque la volontà di non
negare la prima intitolazione ("absque tamen preiudicio et diminutione primi nominis")
(9) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.1, cc. 9 - 10
(10) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", p. 112 e E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...], p. 122
(11) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.2, cc. 7 - 8; G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...], p. 113; E. ENDRICI,
"Coredo nell'Anaunia [...], p. 123; S. WEBER, "Le chiesa della Valle di Non nella storia e nell'Arte", p. 76
(12) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...], p. 114; E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...], p. 124; S. WEBER, "Le
chiesa della Valle di Non nella storia e nell'Arte", p. 77
(13) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1 cc. 15 - 16; cfr. anche la documentazione relativa alla controversia sorta
fra la comunità di Coredo e gli eredi di Giovanni Michele Bombarda circa la collocazione dell'altare, 7.2.2.1, cc. 18 23; cfr. anche la nota n. 9 dell'introduzione al sottofondo 'Beneficio Bombarda', 7.2
(14) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.2, c. 9
(15) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...], pp. 134 - 135; S. WEBER, "Le chiesa della Valle di Non nella storia e
nell'Arte", p 77
(16) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.2, c. 23
(17) ADT, Atti visitali, (91) 1865, c. 379
(18) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.13
(19) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 2v
(20) S. WEBER, "Le chiesa della Valle di Non nella storia e nell'Arte", p. 79
121
serie 4.1
Urbari e inventari, 1467 - sec. XX ultimo quarto
Contenuto
La preoccupazione dei vescovi di verificare l'entità del patrimonio economico delle chiese e dei benefici si tradusse in
speciali disposizioni ai vari responsabili, con le quali venne rinnovato o meglio precisato l'obbligo di redigere urbari ed
inventari, tanto dei beni stabili che mobili, di tenere aggiornati i libri dei conti ("Costituzioni sinodali" di Ludovico
Madruzzo, capp. XLVI- XLVII che riprendono e aggiornano i capp. XXIII-XXIV delle "Constitutiones Bernardi").
L'amministrazione del patrimonio della chiesa (fabbrica), incrementato da lasciti, legati e donazioni era assunto dai
comuni rurali attravero specifici funzionari detti sindici, massari o fabbricieri, i quali ogni anno, prima di passare le
consegne ai nuovi eletti, dovevano rendere conto del loro operato al parroco ("Costituzioni sinodali", cap. L), al quale
competeva la principale direzione sulla gestione dei beni e degli affari della chiesa.
Per la corretta e vigile amministrazione dei beni si imponeva la tenuta di differenti registri, tra cui l'urbario o registro
degli stabili (realità) e dei capitali ed il partitario. In genere nell'urbario si registravano i fondi, gli stabili ed i capitali di
proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli
interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni. Urbari e inventari dovevano
essere compilati periodicamente dai fabbricieri, vistati dal curato e vidimati dall'Ordinariato. Gli inventari contengono
in genere registrazioni più riassuntive riguardo l'amministrazione dei capitali e delle realità, mentre a differenza degli
urbari, riportano anche elenchi di consistenza di mobilio, paramenti ed arredi (beni mobili). Secondo quanto prescriveva
la disposizione n. 16315 del 30 agosto 1894 della Luogotenenza di Innsbruck, gli inventari, dalla seconda metà del sec.
XIX compilati su registri prestampati identici per la chiesa, per il beneficio e per i legati, dovevano essere rinnovati ogni
dieci anni e spediti all'Ordinariato in tre esemplari. Nei moderni inventari prestampati, si dà l'elenco dei capitali
depositati presso fondi pubblici, Comuni, Corporazioni o privati, delle realità e dei livelli, della consistenza di mobilio,
paramenti ed arredi con un riassunto ed un bilancio finali del patrimonio ed un prospetto delle spese annue sostenute.
Il partitario o libro mastro era un registro suddiviso in tante partite distinte quante erano le persone con le quali era
subentrato un qualche rapporto di interesse. Delle due registrazioni, una riguardava l'annotazione del credito costituito
(finca dell'avere), l'altra la descrizione degli acconti e/o saldi nel momento in cui si verificavano i versamenti da parte
del debitore.
"Il patrimonio della chiesa, e quello del beneficio parrocchiale, formavano in origine un solo ente ecclesistico; le rendite
di esso servivano per le spese del culto e pel mantenimento del sacerdote. Quando si divise, il pievano amministrava
egli solo la sua prebenda, e quanto alla parte della chiesa, amministrata dai sindaci della parochia, egli era il primo
sindaco" (1).
La prima donazione fatta alla chiesa di Coredo è quella di un tale "Gumpolinus" da Coredo, che si obbligava nel 1284 a
pagare al pievano di Coredo Nicolò, a favore della chiesa di S. Maria, 5 staia di segale, assicurando l'annua prestazione
su un appezzamento di terra nelle pertinenze di Coredo (2). Nel 1348 un tale Pietro del fu "ser" Corrado da Coredo
lasciava diversi minali di olio agli altari della chiesa; all'altare del "quondam" suo padre lasciava una "chasara" da lui
posseduta sul monte di Senale (3). Un primo inventario delle terre, dei fitti e delle decime di ragione della pieve di
Coredo venne stilato nel 1423 su richiesta del pievano Enrico che lamentava la negligenza del predecessore Giorgio (4).
E' comunque solo dalla seconda metà del XV sec. che gli urbari-inventari conservati nell'archivio storico della
parrocchia, compilati separatamente per i beni della chiesa e del beneficio (canonica), testimoniano l'avvenuta
122
separazione dei due patrimoni. Il 18 gennaio 1467 il il parroco Cristoforo da Caleppio compilava l'urbario dei beni della
chiesa (5) e nel 1471 stilava invece l'urbario dei beni del beneficio (definiti nell'introduzione alle registrazioni 'beni
della chiesa di S. Maria che il pievano può liberamente affittare a suo beneplacito') nel quale in primo luogo veniva
descritta la canonica con orto e prato attiguo (6). La distinzione fra i due patrimoni appare ancora più chiara nel secolo
successivo. Nel 1579 il parroco Tommaso "Desiderati" faceva infatti redigere un "Inventarium bonorum canonicae
plebis Coredi" (7) mentre nel 1583 veniva stilato separatamente e per volontà dello stesso parroco, un inventario dei
beni immobili delle chiese di S. Maria e di S. Rocco (8). Ed è infatti sul finire del sec. XVI che compare anche la figura
del sindico o massaro, in qualità di amministratore del patrimonio della chiesa.
Le rendite della chiesa, in origine molto limitate, vennero incrementate da contributi erogati dalla comunità di Coredo e
da quelle limitrofe. Fra queste si ricordano la quarta di frumento annua che ciascun vicino di Coredo pagava 'ab
immemorabili' alla chiesa per mantenere il lume perpetuo davanti al SS. Sacramento; la tassa detta per questo
"luminaria" venne pagata fino al 1774, quando il vescovo, alla luce dell'ormai consistente patrimonio acquisito dell'ente,
li sgravò dall'onere (9). L'obbligo di concorrere alle spese per il mantenimento della chiesa di Coredo gravò dalla
seconda metà del XVI fino alla fine del XIX secolo (quando la tassa fu reluita) anche sui consorti delle 'manare' (diritto
di tagliare legname) di Taio, che 'ab immemorabili' avevano il diritto di 'boscheggiare' sulla montagna dei comuni di
Coredo, Smarano e Sfruz (10). Nel corso dei secoli la chiesa venne in possesso di parecchi beni stabili lasciati dai
fedeli, in genere coll'onere di messe perpetue.
La serie 'Urbari e inventari' del sottofondo 'Chiesa parrocchiale' si compone di 8 urbari-inventari. I più antichi (degli
anni 1467 e 1471) furono compilati per mano del pievano Cristoforo di Calepio (1460-1483) e riportano l'elenco dei
beni immobili di ragione della chiesa e degli affitti ad essa spettanti. Il sottile registro di cui all'unità 4.1.3 si limita
invece ad un elenco dei beni mobili di proprietà delle chiese di S. Maria e della figliale di S. Rocco fatto compilare dal
parroco Andrea Preganella nel 1699, in esecuzione ed ordinanza vescovile pronunciata in una precedente visita. Furono
prodotti negli anni di servizio a Coredo del parroco Andrea Preganella anche i due successivi inventari (unità 4.1.4 e
4.1.5) dei beni delle chiese di S. Maria e di S. Rocco e della Confraternita del SS. Rosario, il primo de quali riporta
anche l'elenco dei beni mobili della canonica. Riconducibile al primo anno di servizio del successivo pievano Pietro
Preganella (1723) ("recens parochus Coredi") è l'inventerio dei mobili delle chiesa parrocchiale e della figliale.
Il consistente registro con coperta in pelle, di cui all'unità 4.1.7, contiene invece l'urbario fatto compilare dal parroco
Luca Stefano Ferrari nell'anno 1740, aggiornato fino al 1923. Riporta i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà della
chiesa parrocchiale, delle Confraternite del SS. Nome di Gesù e del SS. Rosario, segnalandone estensione, rendita
annuale, nome dei locatari, scadenze dei pagamenti, degli interessi ecc. L'urbario elenca anche gli obblighi legatari a
carico della chiesa parrocchiale e delle suddette confraternite, ed i beni mobili ed esse spettanti.
L'ultimo registro (4.1.8), compilato su pagine prestampate e aggiornato fino a tempi recenti, riporta in tre sezioni
diverse, gli immobili di chiesa, beneficio e Primissaria, segnalando per ciascun bene la denominazione, il numero della
particella, l'estensione, la coltura, il valore, il nome del locatario, il censo corrisposto, la durata della locazione, con
annotazioni relative a successive locazioni, vendite o permute dell'immobile.
Si ricorda inoltre che l'inventario dei beni della pieve stilato nel 1423 su supporto pergamenaceo è inserito nel
sottofondo 'Pergamene' al n. 43, e così anche l'inventario degli stabili della chiesa parrocchiale e della chiesa di S.
Rocco del 1583 (n. 95). Gli inventari moderni, dal 1865 compilati su registri prestampati, sono stati lasciati, in quanto
unitivi 'ab origine' dal parroco E. Endrici, nel fascicolo di cui al numero 4.3.11 della serie 'Atti amministrativi' del
123
sottofondo 'Chiesa parrochiale', contenente in generale documentazione prodotta nell'amministrazione del patrimonio
della chiesa tra il 1811 ed il 1945.
Note
(1) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 141
(2) Don Endrici sostiene che di tale donazione di ha memoria su una pergamena conservata nell'archivio parrocchiale
(cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 141). In realtà di questa pergamena non si trova attualmente traccia
nell'archivio parrocchiale. Già A. CASETTI nella "Guida storico - archivistica del Trentino" nel 1961 e quindi
l'Indagine conoscitiva sugli archivi parrocchiali del Trentino, operato dalla P.A.T nel 1988 in collaborazione con
l'Ordinariato diocesano, non ne rilevava la presenza
(3) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, nn. 8-9. Per "chasara" si suppone il significato di edificio in cui viene prodotto il
formaggio
(4) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 43
(5) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.4.1
(6) Archivio parrocchiale di Coredo, 3.1.1
(7) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 92
(8) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 95
(9) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.10
(10) Archivio parrocchiale di Coredo, 8.3.1
1
"MCCCCLXVII die XVIII iannuarii [...] registrum; liber possessionis necnon fictuum et [...] ecclesie Sancte Marie
plebis de Coredo scriptum [per] presbiterum Christoforum de Calepio plebanum [...] et sunt hii vel hec primo [...]"
1467 gennaio 18 - 1472
A c. 13 r: compromesso raggiunto fra i rappresentanti delle comunità di Coredo, Smarano e Sfruz e Donato da Grigno in merito alla
locazione di un pascolo montano,1469 mag. 19
Italiano, latino
Registro, legatura in perg. (1), cc. 16
Note
(1) La coperta in pergamena riporta un testo di preghiera
2
"1473, iste est liber redituum seu affictuum ecclesie sancte Marie de Coredo"
1473 gennaio 1 - 1478
Sul verso dell'ultima carta non numerata: contratti di locazione biennale di bestiame fra privati di Coredo, 1473
Italiano, latino
Registro, senza cop., cc. 15
3
"Inventario delli mobili della parochiale di S. Maria e della filiale di S. Rocho di Coredo" (1)
1699 febbraio 16
124
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 5 n.n
Note
(1) All'interno, nelle note introduttive alla stesura dell'inventario per mano del notaio Giovanni Matteo Widman, viene meglio
specificato: " [...] inventarium bonorum spectantium ad acclesiam parochialem S. Mariae Coredi, ad altare S.mi Rosarii et ad altare
S.ma Trinitatis et ad ecclesiam S. Rochi"
4
"Inventario delli stabili e livelli della chiesa parochiale di S. Maria, S.mo Rosario e della capella di S. Rocho di Coredo
e de mobili della canonica di Coredo"
1705 luglio 5
Italiano, latino
Registro, senza cop., cc. 6 n.n.
5
"1710, inventarium affictuum spectantium ad ecclesiam parochialem St. Marie Coredi, ad altarem S.mi Rosari et
ecclesiam S.ti Rochi dicti loci" (1)
1710 giugno 10, con annotazioni fino al 1738 aprile 19
Copia autentica dell' inventario degli affitti affrancabili spettanti alla chiesa parrocchiale, all'altare del SS. Rosario e alla chiesa di S.
Rocco fatto stilare dal parroco Preganella su ordine dell'autorità vescovile
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 13 n.n.
Note
(1) "1710" è stato aggiunto posteriormente. Sul verso del piatto anteriore della coperta, poco visibile: "Rogationes Io[hannis] Matthei
Widman notarii Coredi"
6
"1723, inventarium venerabilis ecclesia S.ta Maria, et divi Rochi Coredi de mobilibus et rebus in dictis ecclesiis"
1723 ottobre 22
Copia autentica dell'inventario dei beni mobili delle chiese parrochiale e di S. Rocco, stilato per volontà del parroco Pietro Preganella
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 7 n.n.
7
"Urbarium iurium, legatorum ac supellectilium spectantium ad ecclesiam parochialem, confraternitarum SS. Rosari et
SS. Nominis Iesu confectum me parocho Luca Stephano Ferrari de Enno decano foraneo, incominciato l'anno 1740 (tit.
int.) (1)
1740 settembre 29 - 1923 dicembre 31
All'inizio: documento relativo all'affidamento al notaio Giovanni Matteo Widmann da Coredo dell'incarico di compilare l'urbario,
1740 set. 29
alla fine: prospetto contenente indicazione delle parrocchie appartenenti al decanato di Taio, responsabili del pagamento della tassa
per l'olio santo fra il 1812 ed il 1920, [1812 - 1920]
sul verso del piatto posteriore della coperta, incollata: descrizione delle quote versate annualmente dalle parrocchie di Coredo, Vigo,
Torra, Smarano e Taio per il pagamento della tassa dell'olio santo, [sec. XIX ex.]
125
sul verso del piatto posteriore della coperta: annotazioni relative al pagamento della tassa per l'olio santo negli anni 1854, 1859,
[1820] ed all'onorario spettante al sacrestano incaricato del versamento e del trasporto dell'olio, 1854; 1859; [1820]
Italiano
Registro, legatura in piena pelle, cc. 74 (num. orig. parziale)
Segnature precedenti: V B 4
Note
(1) "Incominciato l'anno 1740" è stato aggiunto posteriormente
8
"Urbario realità della chiesa, pag. 2; del beneficio parrochiale, pag. 82; della primissaria, pag. 134"
[1923 - 1942] - sec. XX ex
Sul verso del piatto anteriore della coperta, incollato: indice degli immobili registrati nell'urbario con la relativa particella fondiaria,
sec. XX ex.
Italiano
Registro, legatura in tela, pp. 144
Segnature precedenti: V B 2
126
serie 4.2
Registri degli instrumenti, 1735 - 1750
Contenuto
La serie si compone di un registro in discreto stato di conservazione, che riporta in originale o in copia autentica
prevalentemente atti di costituzioni di censo, di locazione, di affrancazioni di censo della chiesa parrocchiale, stipulati
fra il 1735 ed il 1750.
1
"Libro dei censi ed investiture de livelli appartenenti alla parrocchiale di Coredo cominciato l'anno 1735"
1735 marzo 12 - 1750 luglio 14
Originali e copie autentiche di atti costituzione di censo, di locazione, di affrancazioni di censo ecc. della chiesa
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 72 n.n.
Segnature precedenti: V B 2
127
serie 4.3
Atti amministrativi, 1617 - 1953
Contenuto
La serie 'Atti amministrativi' della chiesa parrocchiale consta di 18 fascicoli; i primi 10 in ordine cronologico (unità
4.3.1 - 4.3.10) con documentazione dei secc. XVII - XVIII, i restanti 8 (unità 4.3.11 - 4.3.17) con carteggio databile a
partire dal primo decennio del XIX sec.
Gli atti contenuti nei fascicoli di cui alle unità 4.3.1, 4.3.4 e 4.3.8 costituiti prevalentemente da locazioni, compravendite
ed atti di costituzione di censo e da vecchie quietanze prodotte dalla fabbriceria nel sec. XVIII, erano raccolti in tre
mazzi distinti, privi di intitolazione e conservati insieme ad altra documentazione riguardante il beneficio, la Primissaria
ed il legato Widmann, in uno scatolone riportante all'esterno l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del
sign. Romagna:"Materiale vario antico da catalogare, con pergamene".
E' invece stato costituito in occasione del presente ordinamento il fascicolo di cui all'unità 4.3.2, con carteggio relativo a
lavori eseguiti nella chiesa di S. Maria poi S. Croce di Coredo nei sec. XVII - XVIII (1). Dei documenti si è riportata,
quando possibile, l'intitolazione originaria, apposta dal parroco E. Endrici a tergo degli stessi probabilmente in
occasione del suo intervento di riordino dell'archivio ed agli studi storici che hanno poi portato alla pubblicazione del
libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche". Riportano le intitolazioni apposte sulle singole carte dall'Endrici anche
le unità 4.3.3, 4.3.6, 4.3.7, 4.3.10; si tratta di fascicoli di nuova costituzione, che constano per lo più di singole carte o
pratiche, rinvenute frammiste senza criterio ad altro carteggio dell'archivio, e che per la tipologia ed il carattere
dell'affare trattato si è deciso di distinguere in unità autonome. Fra gli argomenti più ampiamente documentati troviamo:
l'annosa discussione del parroco di Coredo con il priore del santuario di S. Romedio in merito al conteso possesso di
una lampada d'argento (1691 - 1611); la causa vertente fra la comunità di Coredo ed il beneficiato di Vervò circa diritti
di fienagione (1706 - 1711), la lite intercorsa fra i parroci di Coredo e Taio per il posseso del maso di castel Bragher
(1768 - 1769).
Il carteggio a partire dal primo decennio del sec. XIX (fascc. 4.3.11 - 4.3.17) raccolto in fascicoli originari riconducibili
prevalentemente all'organizzazione archivistica impressa dal parroco Rigotti raccoglie aste e contratti di affittanza, atti
di compravendita, permuta e mutuo ipotecario su fondi di proprietà della chiesa, documentazione di carattere fiscale
(fassioni, equivalente d'imposta...) bancario (amministrazione di libretti a risparmio, titoli). Si ricorda inoltre che nella
serie è presente, in quanto unitavi ab origine' dagli stessi parroci, documentazione relativa ad altri fondi ed enti
gravitanti attorno alla parrocchia (in particolare beneficio parrocchiale e Primissaria per gli atti di affittanza). Spesso
infatti, per l'esiguità degli affari trattati, per ragioni di economicità o per la comunanza dell'amministrazione gravitante
attorno alla figura del parroco (che a partire dagli anni '20 del XX secolo divenne diretto responsabile della gestione e
della direzione principale dell'amministrazione ecclesiastica) parte della documentazione veniva prodotta per la chiesa
unitamente ad enti ed attività connesse a quest'ultima e da essa promosse.
Confluisce nella serie degli atti amministrativi della chiesa il carteggio relativo alla benedizione delle campane della
chiesa di S. Croce nel 1872 (4.3.13), ed alla loro requisizione e rifusione in occasione della I e II guerra mondiale; la
modesta presenza di documentazione di tipo contabile e fiscale, costituita prevalentemente da resoconti ed obbligazioni
di stato con carteggio relativo, seppure confermi la presenza, negli anni 1917 - 1919, di un Fondo Campane, non
consente di ricavare informazioni specifiche in merito alla sua costituzione ed attività. Il fascicolo di cui al numero
4.3.17, costituito dal parroco Rigotti, consta invece di documentazione relativa ad oratorio e teatro parrocchiale, dal
1930 sino al 1945.
128
Note
(1) In sede di riordino la documentazione costituente il fascicolo è stata rinvenuta frammista a carte di altra tipologia,
anch'esse prodotte nei secc. XVII ex. - XIX in. e raccolta in una cartella priva di intitolazione in occasione
dell'ordinamento del sign. Romagna
1 b. 1
Documenti riguardanti la chiesa parrocchiale e di S. Rocco
1617 - 1801
Originali, copie autentiche e semplici di contratti di locazione, di compravendita e di permuta di terreni della chiesa parrocchiale, di
dazioni in pagamento alle chiese parrocchiale e di S. Rocco, ecc.
contiene fra l'altro: copia autentica di inventario con elenco dei beni immobili delle chiese di S. Maria e di S. Rocco, delle
Confraternite del SS. Rosario e del SS.mo Nome di Gesù dati in locazione perpetua e temporale e dei relativi affittuari, 1740 set. 29
(2)
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 75
Note
(1) Si tratta di un estratto da un più completo inventario "de livelli, campi, prati, censi, legati, e suppellettili" fatto compilare dal
parroco Luca Stefano Ferrari (1731 - 1742)
2 b. 1
Documentazione relativa a lavori eseguiti nella chiesa parrocchiale di S. Maria (1)
1665 - 1803
"Ragnesi 100 per l'indorazione della nuova palla dell'altare maggiore": estratto dal testamento di Pietro Panizza conernente il legato
lasciato alla fabbrica della chiesa di S. Maria (1665); "Indoratura del tabernacolo, (1665): copia autentica del contratto stipulato tra il
sindico della chiesa di S. Maria e i regolani di Coredo e Giambattista Fogarolli da Bormio per l'indoratura del tabernacolo dell'altare
maggiore (1666); "Contratto per il pulpito fatto da certo Ramus di Cavareno": copia autentica della liquidazione di 310 ragnesi
accordata dal sindico della chiesa di S. Maria e i regolani di Coredo a Simone Ramus da Cavareno per l'intaglio del pulpito (1677);
disegno eseguito da Silvestro Pollini da Tavon per l'esecuzione di un altare marmoreo nella chiesa di S. Maria (1726); "Ferramenta
per le campane, 1717": documentazione relativa all'acquisto di materiale per il rifacimento del "sostentacolo o artriglieria" delle
campane (1747); "Banco Barbi, 1761": documentazione relativa alla cessione dei diritti su un banco nella chiesa parrocchiale da
Simone Barbi di Castel Tavon e Grumes, da Cembra, ad Alfonso Domenico Widmann da Coredo e quindi da Ferdinando Barbi alla
comunità di Coredo (1760 - 1768); "Erezione della Via Crucis, 1803": concessione accordata dal vicario generale Simone Albano
Zambaiti al parroco di Coredo Andrea Filippi per l'erezione della Via Crucis nella chiesa di Coredo (1802) ed atto redatto in
occasione della benedizione di quest'ultima (1803)
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 24
Note
(1) Il fascicolo è stato costituito in occasione del presente ordinamento ed inventariazione dell'archivio parrocchiale . La
documentazione, rinvenuta frammista ad altra dei sec XVII ex. - XIX in. e raccolta provvisoriamente in una cartella priva di
intitolazione in occasione dell'ordinamento del sign. Romagna, riporta in parte, sul verso delle carte, annotazioni del parroco
Edoardo Endrici, apposte probabilmente in occasione del suo intervento sull'archivio ed agli studi storici che hanno poi portato alla
pubblicazione del libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche"
129
3 b. 1
Documentazione relativa alla "questione fra il priore Tecini di St. Romedio e la chiesa di Coredo per riguardo di una
lampada d'argento, comperata dalla chiesa di Coredo nel 1691 dal priore Menghini, che ora 1710 il priore Tecini
pretende che venga ritornata al santuario" (1)
1691(copia) - 1711
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 13
Note
(1) Parte dell'intitolazione, di mano del parroco Edoardo Endrici, è stata desunta dal verso di una delle carte costituenti il fascicolo
4 b. 1
Documenti riguardanti la chiesa parrocchiale e di S. Rocco
1694 - 1811
Originali, copie autentiche e semplici di atti di costituzione di censo a favore della chiesa parrocchiale di Coredo e della chiesa di S.
Rocco e di affrancazione dall'onere di pagamento di censi a quest'utime da parte di privati
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 149
5 b. 1
"Contratti: 1) col sagristano; 2) collo scossore degli affitti"
1699; 1753; 1841; 1863 - 1942
Atti relativi all'elezione ad all'attività dello 'scossore' delle entrate della chiesa, del beneficio parrocchiale e della Primissaria di
Coredo (1), all'elezione ed all'attività del sacrestano e del 'campanaro' della chiesa parrocchiale
Italiano
Fascicolo, cc. 31
Note
(1) Nell'atto di elezione del 1899 anche della Congregazione di carità
6 b. 1
"1704: il parroco Preganella chiede all'ufficio parrocchiale che obbligi Rizzardi Silvestro ad eccettare l'ufficio di sindico
della chiesa" (1)
1704
Italiano
Fascicolo, cc. 2
Note
(1) L'intitolazione, di mano del parroco Edoardo Endrici, è stat desunta dal verso del documento
7
b. 1
"Causa vertente contro il signor benefiziato di Vervò e l'onoranda comunità di Coredo in punto di turbato diritto di
segare e condur via il fieno di un prato nella montagna prima del giorno della regola stabilito dalli signori regolani di
Coredo, 1702" (1)
1706 - 1711
130
Italiano
Fascicolo, cc. 18
Note
(1) I vicini dichiarano di agire anche a nome "dela parochiale, dei conti Thun regolani maggiori in castel Bragher e de saltari del
monte"
8 b. 1
Vecchie quietanze e appunti di carattere contabile prodotti dai sindici della chiesa parrocchiale di Coredo
1735 - 1803
Fascicolo, cc. 14
9 b. 1
Documentazione relativa alla lite intercorsa tra Nicolò Keller, parroco di Coredo e Cristoforo Franceschini, parroco di
Taio in merito al possesso del maso di castel Bragher e dei diritti di decima ad esso connessi
1768 - 1769
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 36
10 b. 1
"1774: questione sorta tra paroco e vicini per la quarta di frumento che 'fuocatim' si pagava alla chiesa" (1)
1774
Supplica del parroco di Coredo Nocolò Keller al vescovo di Trento per il ripristino dell'annuo contributo di una quarta di frumento
dovuto 'ab antiquo' dai vicini alla chiesa e richiesta dei vicini per una sua momentanea sopensione
Italiano
Fascicolo, cc. 8
Note
(1) L'intitolazione, di mano del parroco Edoardo Endrici, è stata desunta dal verso di una delle carte del fascicolo
11 b. 2
"Documenti della chiesa parochiale"
1811 - 1945
Aste e contratti di affittanza di realità della chiesa parrocchiale con carteggio ed atti relativi, fassioni per la commisurazione della
tassa sull'equivalente d'imposta con carteggio ed atti relativi, carteggio ed atti relativi al pagamento della tassa di manomorta,
dell'imposta fondiaria e dell'imposta sulle rendite (1), documentazione prodotta dalla Fabbriceria della chiesa e da autorità civili in
merito alla gestione degli immobili della chiesa, ecc.
contiene anche: inventari del patrimonio della chiesa parrocchiale e della chiesa di S. Rocco, 1846; 1848; 1865/1866; 1890; 1894;
1909; "Repertorio degli atti ricevuti dalla chiesa parrocchiale di Coredo e fondazioni annue", 1923 - 1932 (2); copia del contratto
relativo all'affidamento ai lavori di restauro apportati alla chiesetta di S. Rocco nel 1939, 1939 mag. 11
Fascicolo, cc. 356
Segnature precedenti: V B 15
Note
(1) Parte della documentazione relativa al pagamento della tassa di manomorta e sull'equivalente d'imposta è stata prodotta per la
chiesa e congiuntamente per altri enti e specificatamente: Fondo missioni, Stipendio Sicher, Stipendio Erlicher, Asilo infantile,
Primissaria, Fondazione del S. Rosario nella chiesa di S. Rocco
131
(2) Si tratta di un sottile registro in cui sono stati registrati prevalentemente contratti di locazione stipulati dalla chiesa parrocchiale
con privati ed eventuali proroghe tra il 1923 ed il 1928. L'Ufficio del Registro ha apposto il prorio visto fino al 1932
12 b. 2
"Documenti di mutui tutt'ora esisitenti e permute della venerabile chiesa di Coredo"
1833 - 1937
Documenti di mutuo ipotecario con carteggio ed atti relativi, documenti di permuta di terreni della chiesa parrocchiale (1)
Italiano
Fascicolo, cc. 122
Segnature precedenti: 12
Note
(1) I documenti di mutuo più antichi (1826 - 1889) sono stati disposti all'interno del fascicolo secondo l'ordine a loro assegnato
nell'urbario della chiesa (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 4.3.1)
13 b. 3
"Campane"
1872; 1915 - 1928; 1941 - 1943
"Protocollo sulla rinnovazione e benedizione delle nuove campane" (1), conti del Fondo campane per gli anni 1917 - 1918,
obbligazioni di stato del VI prestito di guerra austriaco, carteggio ed atti relativi alla requisizione delle campane delle chiese di S.
Croce e di S. Rocco di Coredo durante la I e II guerra mondiale ed alla loro rifusione e benedizione
Italiano
Fascicolo, cc. 42
Note
(1) L'intitolazione è stata ripresa dal verso dell'atto redatto in occasione dell'adunanza della Rappresentanza comunale di Coredo del
21 luglio 1872 in occasione della benedizione delle nuove campane della chiesa di S. Croce
14 b. 3
"N° 742: progetto d'ingrandimento della chiesa parrocchiale di Corredo" (1)
1889
"Indice del contenuto: Disegno pell'ingrandimento della chiesa e della sagrestia (quattro formati montati su tela); Topografia pello
spostamento e ridistribuzione del cimitero e pella ricostruzione e miglioramento delle vie d'accesso ( due formati montati su tela);
Profilo longitudinale pella ricostruzione delle vie d'accesso (tre formati e mezzo montati su tela); Profili trasversali pella
ricostruzione delle vie d'accesso (quattro formati e mezzo montati su tela); Descrizione dell'opera (fascicolo di tre formati);
Fabbisogno (fascicolo in quindici fogli); Parere tecnico sull'esecuzione dell'opera riunendovi la ricostruzione del campanile in mezzo
della facciata e analisi e rimarchi sull'idea della costruzione d'una intera nuova chiesa" (2)
contiene anche: lettera del progettista L. Sicher al Comune di Coredo relativamente alla somma chiesta a compenso delle sue
prestazioni, 1889 ott. 29
Italiano
Fascicolo, cc. 47
Segnature precedenti: V B 10
Note
(1) L'intitolazione è stata apposta dallo stesso progettista L. Sicher sul recto della cartella rigida fornita dallo stesso con la
documantazione prodotta. Quest'ultima è a sua volta inserita in un teca che riporta l'intitolazione: "Progetto d'ingrandimento della
chiesa di Corredo ed accesorie costruzioni"
132
(2) L'elenco della documentazione contenuta è stato stilato dallo stesso progettista sul verso del piatto anteriore della coperta.
15
b. 3
"Documenti della chiesa parrocchiale"
1892 - 1942
Obbligazioni di stato acquistate dalla chiesa parrocchiale e da altri enti con note e prospetti relativi (1), elenco dei capitali della
chiesa e di altri enti e fondi (2), carteggio fra gli amministratori del patrimonio della chiesa ed autorità civili in merito all'esistenza
del 'patronato cesareo' per la chiesa parrocchiale ed alla conseguente concessione del permesso per i lavori di restauro del tetto della
chiesa
Fascicolo, cc. 79
Segnature precedenti: V B 15
Note
(1) Si tratta specificatamente di: beneficio parrocchiale, Primissaria, Fondo Poveri, Fondazione Scolastica don E. Sicher, Stipendi
Erlicher e Sicher, Confraternita del SS. Sacramento
(2) Specificatamente: beneficio parrocchiale, Congregazione di carità, Primissaria, Confraternita del Ss. Sacramento, Fondo Nuova
chiesa, Stipendio Erlicher
16
b. 3
"Contratti di affittanza: 1) della chiesa, 1914 - 1923, 1923 - 1932; 2) del beneficio, 1916 - 1925, 1925 - 1934; fogli del
possesso fondiario del beneficio parrocchiale e della chiesa parrocchiale" (1)
1899 - 1925
Contiene anche: estratti tavolari della chiesa di S. Croce e di S. Rocco, 1942
Italiano
Fascicolo, cc. 53
Segnature precedenti: 12
Note
(1) In realtà sono presenti solo i fogli di possesso della chiese di S. Croce e di S. Rocco
17 b. 3
"Documenti e carte dell'oratorio parrocchiale"
1930 - 1945
"Contiene: 1) Documento permuta: decreto della pretura di Cles in merito alla formazione di una nuova P.T sulla p.e. dove verrà
edificato l'edificio adibito ad oratorio-teatro ed all'intavolazione dei diritti di proprietà su quest'ultimo; 2) Disposizioni per teatro
Coredo: circolari ed avvisi provenienti da autorità civili ed ecclesiastiche riguardanti la gestione del teatro parrocchiale, 3) Note
spese, elenco benefattori: 1. Note spese per il teatro, anno 1930/32; 2. Appello 1933 aprile- maggio (1); 3. Elenco offerte benefattori"
(2)
Fascicolo, cc. 27
Segnature precedenti: IX 10
Note
(1) Si tratta di un appello rivolto dal parroco Rigotti alla popolazione di Coredo, affinché contribuisca ad ammortizzare il capitale
impiegato nella costruzione dell'oratorio
(2) Il contenuto del fascicolo fu riorganizzato per argomento (indicato sulla prima carta del fascicolo che riporta l'appello rivolto dal
parroco Rigotti alla popolazione di Coredo, cfr. nota precedente) nel successivo ordinamento di don Magagna ?. L'ordine conferito
alla documentazione all'interno del fascicolo mantiene quello conferitole da quest'ultimo
133
18 b. 3
"Fittanze" (1)
1932 - 1953
-"1930 - 1953; Affitti chiesa ecc. documenti": quaderno contenente elenco degli stabili della chiesa, del beneficio parrocchiale e della
primissaria affittati fra il 1932 ed il 1953, delle relative scadenze e degli affitti percepiti, avvisi d'asta, verbali di aggiudicazione,
tabelle, prospetti, promemoria, annotazioni di carattere contabile, ecc., 1932 - 1953
- "Affittanza dei fondi del 1) beneficio parrocchiale, 2) della primissaria e della 3) chiesa: asta e contratto di affittanza dei fondi del
beneficio e delle primissaria per il triennio 1940 - 1943; asta e contratto di affittanza dei fondi della chiesa parrocchiale per il triennio
1941 -1944, 1940 - 1944
contiene fra l'altro: avvisi di scadenza delle locazioni dei fondi del beneficio e della chiesa parrocchiali e della Primissaria affittati per
gli anni 1940 - 1944, 1943 apr. 1 - 1944 apr. 1
Fascicolo, cc. 139
Segnature precedenti: XI 16
Note
(1) Si tratta di un fascicolo formato in occasione dei recenti ordinamenti dell'archivio parrocchiale. Al suo interno sono stati inserito
due sottofascicoli relativi a diversi contratti di affittanza
134
serie 4.4
Registri dei conti, 1602 - 1967
Contenuto
La serie si compone di 3 libri dei conti, le prime tre unità in ordine cronologico (4.4.1, 4.4.2, 4.4.3), e di 6 registri di
cassa.
I libri dei conti erano compilati dai sindaci o fabbricieri e riportavano le rese di conto annuali con la specifica degli
importi delle entrate ed uscite ed i bilanci complessivi. Spesso, di seguito alla registrazione del saldo, venivano riportate
delle annotazioni relative al passaggio delle consegne dagli amministratori uscenti ai nuovi eletti. I libri di cassa
introdotti più recentemente, tenuti generalmente dal curatore d'anime, riportano la contabilità annuale della chiesa in
termini di entrate e di uscite annotate giornalmente (da qui la definizione anche di giornali di cassa). Spesso lo stesso
registro, per l'esiguità degli affari trattati, per ragioni di economicità e per la comunanza dell'amministratore
rappresentato, specie a partire dai primi decenni del secolo XX, dalla figura dello stesso parroco, serviva per la
registrazione della contabilità di più fondi. Nella serie sono così confluiti anche i registri di cassa dei fondi Sante
Anime, Pane di S. Antonio, Fondo Poveri, Oratorio parrocchiale. I fondi Sante Anime e Pane di S. Antonio erano
alimentati da offerte spontanee in denaro e in natura (cerali in particolare). Il fondo Sante Anime era destinato alla
celebrazione di messe in suffragio delle anime del Purgatorio. Dal fondo Pane di S. Antonio erano invece attinte
elemosine per opere di carità e beneficenza. Anche il Fondo Poveri, il cui capitale venne alimentato da lasciti pii a
partire dal secolo XIX, aveva scopo di pubblica beneficenza. Esso costituì un fondo unico con la Congregazione di
carità fino al 1931 quando il patrimonio di quest'ultima venne consegnato al Comune (1).
Dei primi tre libri dei conti si sottolinea l'eterogeneità delle registrazioni dovuta alla presenza di urbari ed inventari dei
beni mobili e degli stabili delle chiese di S. Maria, S. Rocco e della Confraternita del SS. Rosario, oltre che di elenchi
descrittivi di fitti, livelli e rendite di varia natura. L'eterogeneità dei registri di cui alle unità 4.4.4 e 4.4.6 è invece
caratterizzata dalla presenza di registrazioni di cassa relative a diversi enti e fondazioni gravitanti attorno alla parrocchia
di Coredo: beneficio parrocchiale, 'Nuova Chiesa', Primissaria, Congregazione di carità, Stipendio don C. Sicher e don
G. Erlicher (2).
Da sottolineare è inoltre l'originalità, rispetto alle restanti unità della serie, dell'ultimo registro in ordine cronologico
(4.4.9) che, originariamente predisposto ad uso scolastico, riporta annotazione dei compensi corrisposti ai componenti
del coro parrocchiale, convenuti alle messe colebrate 'pro defunctis' negli anni 1933 - 1943.
Note
(1) Per informazioni più dettagliate sul Fondo Poveri e la Congregazione di carità si veda l'introduzione al fondo
aggregato 'Archivio della Congregazione di carità di Coredo'
(2) Per informazioni in merito agli enti e fondazioni elencati si rimanda alle note storiche introduttive ai rispettivi
sottofondi e serie
1
Registro dei conti della chiesa di S. Maria, della Confraternita del SS. Rosario e della cappella di S. Rocco
1602 febbraio 24 - 1736 settembre 29
135
- "Inventarium bonorum mobilium et stabilium fabricae S. Mariae de Coredo ad instantiam domini Alberti Widmann de Coredo
sindici et massari eiusdem fabricae una cum bonis fabricae Sancti Rochi", 1725 ago. 23
- rese di conto della chiesa parrocchiale di S. Maria, 1602 feb. 24 - 1637
- atto relativo all'elezione del sagrestano ed al suo giuramento, 1637 mag. 25; 1641 ott. 6 (1)
- atto di locazione di prato della chiesa parrocchiale, 1640 mag. 13
- atto relativo alla chiusura del mercato presso la canonica, 1639 feb. 20 (2)
- rese di conto della chiesa parrocchiale e della Confraternita del SS. Rosario, 1641 ott. 8 - 1667 set. 26
- rese di conto del sindico della chiesa parrocchiale, della Confraternita del SS. Rosario
e della cappella di S. Rocco, 1669 ott. 28 - 1736 set. 29
- atti relativi all'elezione del sagrestano, 1624 mag. 12; 1628 mag. 9; 1634 mag. 29
- "memoria di quel s'e beneficat al sindico della chiesa per li suoi viaggi per andar a Trento [...], per far condur a comprar l'oglio alla
casolara [...]", 1620 dic. 31
- "lista delli affitti francabili della fabrica della chiesa di Coredo fata adi 29 settembre 1616", [1616 set. 29]
sul verso della carta di guardia anteriore: annotazione relativa a spesa sostenuta per l'acquisto di chiodi e "brochete", [sec. XVIII]
Italiano, latino
Registro, legatura in piena pergamena (3), cc. 253 n.n.
Segnature precedenti: V B 1
Note
(1) L'atto è registrato fra la resa di conto del 1636 e quella del 1638
(2) Il presente atto di locazione ed il precedente sono registrati fra la resa di conto del 1638 e quella del 1639
(3) La copertina di pergamena pare riportare testi di preghiera
2
"Liber computorum ecclesia parochialis, confraternitatis SS. Rosari, nec non sacelli S. Rochi Coredi inceptus sub
annum 1736, in quo pariter continetur urbarium reddituum ad dictam parochialem, confraternitatem ac sacellum
spectantium, nec non legatorum aliorumque onerum per antedictam parochialem supplendorum" (tit. int.)
[1731] - 1816
- Urbario della chiesa parrocchiale di Coredo, della chiesetta di S. Rocco, e della confraternita del SS. Rosario, [1731 - 1737] (con
annotazioni posteriori fino al 1750 circa)
- "oblighi o siano legati che devono farsi adempire dalla parochiale, figliale di S. Rocco e Confraternita del SS. Rosario fondati sopra
campi, livelli e censi sopradescritti e lasciati da persone divote con tal aggravio", [1731 - 1737] (con annotazioni posteriori fino al
1750 circa)
- "rendite ed aggravi della confraternita del SS. Nome di Gesù", [1731 - 1737] (con annotazioni fino al 1750 circa)
- rese di conto della chiesa parrocchiale, della confraternita del SS. Rosario e della chiesetta di S. Rocco, 1737 set. 29 - 1745 set. 29
- rese di conto del sindico della chiesa parrocchiale e della confraternita del SS. Rosario, 1746 set. 29 - 1796 set. 29
- rese di conto della chiesa parrocchiale e della chiesetta di S. Rocco, 1790 set. 29 - 1816 set. 28
sul verso della prima carta: annotazione relativa ad investitura di livello, rogata in data 28 set. 1744, [post 1744 set. 28]
contiene fra l'altro, inseriti: - descrizione delle "rendite in danaro" e "rendite in grano" della chiesa parrocchiale, della confraternita
del SS. Rosario e della chiesetta di S. Rocco [1737 - 1739]
- "Libro di me Gio. Battista Moncher sindico della venerabile parochiale di S. Maria di Coredo
principiando lano 1752 da santo Michele sino lano 1753 pure da santo Michele del ricavato e del esposto per deta parochiale", 1752
set. 29 - 1753 set. 29
- "Estrato del richavato della venerabile chiesa di S.ta Maria di Coredo del' ano 1753 da S.to Michaele per
sino l'ano 1754 pure in sin il S.to Michele et del'esposto in dinaro e grano, 1753 set 29 - 1754 set. 29
136
- "Estrato della venerabile chiesa di Santa Maria di Coredo di me Bortolo Erlicher de(legato) presentaneo,
1754": prima nota delle entrate e delle uscite "in grano" e "in denaro" della chiesa di S. Maria per l'anno 1754, 1754 set 29 - 1755 set.
29
Italiano
Registro, legatura in pelle, cc. 179 n.n.
Segnature precedenti: V B 3
3
"Conti della chiesa parrochiale dal 1819 al 1865"
1821 giugno 2 - 1846 novembre 29
- Rese di conto della chiesa parrocchiale di Coredo, 1821 giu. 2 - 1843 gen. 25
- rese di conto della chiesa parrocchiale e della chiesa di S. Rocco, 1844 gen. 19 - 1848 dic. 31
- "inventario della chiesa parrocchiale e figliale di Corredo [...]", 1846 nov. 29
contiene fra l'altro, inserito: "Formulario per la resa di conti della chiesa, 1821", [1821]
Italiano
Volume, legatura in mezza pelle, cc. 227 n.n.
Segnature precedenti: V B 5
4
"Amministrazioni diverse: legato libri di devozione, pag. 20; beneficio parrocchiale [pag.] 33 (1); stipendi C. Sicher e
G. Erlicher, pag. 70; primissaria, pag. 1[14]"
1921 - 1967
P. 1: "resoconti contenuti in questo libretto": elenco parziale degli enti descritti nel registro, [1921]
pp. 2 - 13 e 16 - 19: registro di cassa della chiesa parrocchiale, 1921 ott. 12 - 1926 apr. 18
pp. 14 - 15: registro di cassa del fondo "Nuova chiesa", 1921 nov. 1 - 1929 lug. 1
pp. 20 - 24: registro di cassa del legato "Libri di devozione", 1930 gen. 5 - 1949 lug. 10 (2)
pp. 28 - 32: registro di cassa del fondo S. Anime, 1921 ott. 9 - 1925 mar. 18
pp. 33 - 59: registro di cassa del beneficio parrocchiale, 1943 mar. 15 - 1948 dic. 20 (3)
pp. 60 - 69: registro di cassa del Pane di S. Antonio, 1921 ott. 15 - 1926 dic. 20; 1928 gen. 1 - 1929 nov. 11
pp. 70 - 78: registro di cassa degli "stipendi scolastici don C. Sicher e don G. Erlicher", 1930 - 1953 nov. 1
pp. 90 - 96: registro di cassa della Congregazione di carità, 1921 dic. 12 - dic. 31; 1923 apr. 24 - 1926 dic. 31; 1928 lug.5 - 1929 apr.
18 (4)
p. 113: registrazione di cassa del Fondo Campane, [...] dic. 7
pp. 114 - 158: registro di cassa della Primissaria, 1922 gen. 13 - 1967
p. 159: registrazione di cassa del Fondo Missioni, [...] dic. (5)
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, pp. 159 (bianche pp. 32, mancano pp. 6) (6)
Segnature precedenti: VB 7
Note
(1) La voce "beneficio parrocchiale [pag.] 33" è stata aggiunta posteriormente
(2) Alla fine delle registrazioni di cassa: annotazione relativa all'estinzione del capitale del legato, 1949 set. 6
(3) Alla fine delle registrazioni di cassa: annotazione relativa al trasferimento del sussidio caritativo del beneficio parrocchiale per gli
anni 1944 - 1954 al fondo "Nuova chiesa", 1947 mar. 15
(4) Alla fine delle registrazioni di cassa: annotazione relativa al trasferimento al Comune di Coredo del capitale e della
amministrazione della Congregazione di carità, 1931
137
(5) Alle pp. 2, 15, 19, 28, 32, 60, 69: rimando ad altro registro, dove sono state trascritte le registrazioni di cassa della chiesa
parrocchiale, del fondo "Chiesa nuova", del fondo S. Anime" e del pane di S. Antonio (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.6)
(6) La p. 42 è stata incollata alla p. 49, mentre le pp. 43 - 48 sono state tagliate ed asportate
5
"Fondo S. Anime"
1925 novembre 10 - 1967
Registro di cassa del fondo S. Anime
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 29 n.n.
Segnature precedenti: XI 2
6
"Prima nota delle seguenti amministrazioni: 1. Chiesa parrocchiale; 2. Fondo Sante Anime; 3. Collette e oboli; 4. Pane
di S. Antonio; 5. Oratorio parrocchiale; 6. Nuova chiesa"
1929 novembre 17 - 1942 novembre 17
Registro di cassa della chiesa parrocchiale, del fondo Sante Anime, delle "collette e oboli"; del Pane di S. Antonio, dell'oratorio
parrocchiale e della Nuova chiesa
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 68 (num. orig. parziale)
Segnature precedenti: V B 9
7
"Oratorio parrocchiale" (1)
1930 febbraio - 1964
Registro di cassa dell'oratorio parrocchiale
all'inizio: rimando al promemoria contenuto nelle ultima pagine del registro, [post 1933 mag. 15]
alla fine: promemoria relativo alle offerte raccolte per la costruzione dell'oratorio parrocchiale, al prestito ottenuto dal fondo "Nuova
chiesa", alla richiesta inoltrata alla Cassa Rurale di Coredo per il condono degli interessi a carico dell'oratorio parrocchiale,
all'appello rivolto dal parroco alla comunità di Coredo per la raccolta di offerte pro oratorio, post 1933 mag. 15 - 1942 set. 6
contiene, inserita: copia delle registrazioni di cassa per l'anno 1956, 1956 gen. 13 - dic. 27
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 28 n.n.
Segnature precedenti: IX 13
Note
(1) Sull'etichetta che riporta l'intitolazione: rimando alle ultima pagine del registro
8
"Pane di S. Antonio e Fondo Poveri"
1930 novembre 30 - 1957
Pp. 2 - 27: registro di cassa del pane di S. Antonio, 1930 nov. 30 - 1957
p. 70: memoria relativa alla separazione dell'amministrazione del Fondo poveri di Coredo da quella della Congregazione di carità
(1930) (1) ed alla registrazione nel registro cassa del pane di S. Antonio degli interessi maturati sul capitale del Fondo Poveri fra il
1930 ed il primo semestre del 1932, [1932]
138
pp. 71 - 79: "Fondo Poveri privato del parroco": registro di cassa, 1932 gen. 19 - 1948
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, pp. 78 (bianche pp. 42)
Segnature precedenti: XI 1
Note
(1) Nel 1931 il patrimonio e l'amministrazione della Congregazione di carità furono consegnati al Comune di Coredo
9
"Registro delle messe da morto" (1)
[1933 gen./feb.] - 1943 maggio 25
Registrazione dei compensi corrisposti ai cantori del coro parrocchiale per le messe celebrate 'pro defunti' negli anni [1933] - 1943,
[1933 gen./feb.] - 1943 mag. 25 (2)
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 21 n.n.
Note
(1) Si tratta di un registro originariamante predisposto ad uso scolastico
(2) La prima carta del registro è stata asportata, si suppone comunque che le registrazioni abbiano avuto inizio nel 1933
139
serie 4.5
Resoconti e documenti di corredo, 1816 - 1955
Contenuto
La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato del 1855 tra Impero austroungarico e Chiesa romana spettava agli organi locali di governo, passava in base all'art. 30 dell'accordo all'autorità
ecclesiastica. A questo scopo nel 1865 venne istituito a Trento l'Ufficio Amministrativo Diocesano. Nel Bollettino delle
Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 furono pubblicate le Norme d'amministrazione ecclesiastica che
regolamentarono la materia, stabilendo, tra l'altro, la redazione dei resoconti secondo determinati formulari. I resoconti,
annualmente compilati dagli amministratori e muniti del visto del parroco, dovevano essere inviati per l'approvazione
all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire
una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne una all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra Stato
Italiano e Chiesa del 1929 non apportò varizioni sostanziali a questo stato di cose.
La serie comprende i resoconti ed i documenti di corredo della chiesa parrocchiale e della chiesetta figliale di S. Rocco,
i cui beni furono incorporati nel 1809 alla sostanza della chiesa maggiore. La documentazione è stata ordinata in due
sottoserie, 'Resoconti' e 'Documenti di corredo', riproducenti l'assetto del materiale così come è stato rinvenuto. Le
quietanze delle singole annate, presenti per un limitato numero di anni rispetto ai resoconti, erano state raccolte dai
singoli parroci e conservate in buste da lettera, riportanti all'esterno l'anno/anni e l'ente di riferimento. Si è ritenuto
opportuno riordinarle in fascicoli annuali, biennali o pluriennali, a seconda del resoconto cui si riferiscono, seguendo il
numero progressivo loro attribuito avente riscontro con i resoconti e separando, purché presenti solo in un caso, i
promemoria delle entrata dalle quietanze relative alle uscite; sono invece state ordinate per rubrica (titolo, capitolo)
quando il numero progressivo non rispecchiava l'ordine di registrazione sui resoconti. Le quietanze non aventi
immediato riscontro con i resoconti sono state inserite, in ordine cronologico, in fondo ai rispettivi fascicoli.
140
sottoserie 4.5.1
Resoconti, 1816 - 1955
Contenuto
I resoconti della chiesa parrocchiale di Coredo sono stati ordinati, raccolti in una busta e numerati in sede di
ordinamento ed inventariazione dell'archivio parrocchiale di Coredo recentemente operato dal sig. Romagna. E'
probabile che quest'ultimo, tenendo separati i resoconti dai rispettivi documenti di corredo, abbia a sua volta riprodotto
l'assetto originario del materiale; in occasione del presente riordino si sono quindi collocate le due tipologie di
documentazione in due distinte sottoserie. Al mazzo dei resoconti è stato allegato un sottofascicolo con le osservazioni
dei fabbricieri o del parroco, le evasioni dei conti, gli estratti conto, le osservazioni ed i rimarchi provenienti da autorità
civili ed ecclesistiche.
1 b. 1A/b. 1B
Resoconti annuali della chiesa parrocchiale di Coredo
1816 - 1955 (1)
- b. 1A: resoconti della chiesa parrocchiale, 1816 - 1914
Mancano i resoconti degli anni: 1819 - 1848; 1869
contiene fra l'altro: evasioni dei conti, estratti conto, osservazioni e rimarchi provenienti da autorità civili ed ecclesiastiche, 1817 1880 (2)
contiene anche: lettera del decano di Torra al Giudizio distrettuale di Cles in merito alla redazione dei conti delle chiese decanali,
1817 ott. 31; documentazione prodotta dal comune di Coredo e dal Giudizio distrettuale di Cles relativamente alla revisione dei conti
della chiesa parrocchiale di Smarano e della figliale di Sfruz per l'anno 1811, 1817 nov. 7 - dic. 4;
- b. 1B: resoconti della chiesa parrocchiale, 1915 - 1955
Fascicolo, n.n. 88, cc. 953
Segnature precedenti: V B 6
Note
(1) Nel determinare gli estremi cronologici, si sono considerate le date a cui si riferiscono i resoconti, non quelle dell'effettiva
redazione dei medesimi
(2) Specificatamente: Computisteria provinciale di Innsbruck, i.r Capitanato circolare di Trento, i.r Giudizio distrettuale di Cles,
Ordinariato vescovile di Trento.
141
sottoserie 4.5.2
Documenti di corredo, 1918 - 1955
Contenuto
I documenti di corredo erano conservati per singole o pluriannate, a seconda dei resoconti di riferimento, in buste da
lettera, formate dai singoli parroci. Con il presente riordino si è deciso di riprodurre l'originario assetto del materiale e
quindi di mantenere separati i documenti di corredo dai rispettivi resoconti collocandoli in due distinte sottoserie.
Particolarmente curata si è riscontrata la conservazione dei documenti di corredo prodotti negli anni di servizio del
parroco Giuseppe Rigotti (1929 - 1942) e, seppure in misura minore, del predecessore don Edoardo Endrici (1887 1921). I documenti di corredo relativi agli anni di servizio del parroco Tonidandel (1942 - 1955) sono invece stati
rinvenuti smistati, seppure spesso prodotti nello stesso anno, in diverse buste da lettera.
1 b. 1
Documenti di corredo dei resoconti della chiesa parrocchiale di S. Croce
1918 - 1955
Mancano i documenti di corredo degli anni: 1919 e 1921
contiene fra l'altro: documenti di corredo della chiesa di S. Rocco, 1936 - 1938 (1); "Quitanze messe", 1929 - 1936 (2)
contiene anche: documenti di corredo relativi a spese sostenuto per il ricreatorio parrocchiale per gli anni 1943 - 1944 e 1949, 1943;
1949
Fascicolo, cc. 1117
Segnature precedenti: V B 16
Note
(1) Si tratta di poche quietanze prodotte per lo più in occasione dei lavori di restauro apportati alla chiesa
(2) Si tratta per lo più di ricevute delle elemosine versate all'Ordinariato vescovile per la celebrazione di ss. messe legatarie ed
avventizie (per la Giornata sacerdotale, missionaria, per S. Vigilio, S. Pietro, ecc.) nel 1917 e fra il 1929 ed il 1936, raccolte in una
busta da lettera in occasione dell'ordinamento di don Rigotti
142
subfondo 5
Fondo Nuova Chiesa, 1897 - 1956
Contenuto
La vicende che portarono alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale, conclusa nel 1948 ebbero inizio nel lontano
1865. Nel decreto visitale stilato in occasione della visita alla parrocchia di Coredo nel 1865, il vescovo in carica
Benedetto Riccabona de Reichenfels scriveva : "Se da un canto siamo rimasti soddisfatti nello scorgere come la
fabbrica della chiesa parrocchiale di Coredo sia ben conservata e come internamente sia tenuta con la debita nettezza e
con decoro, dall'altro canto abbiamo dovuto persuaderci che la stessa per la sua ristrettezza non corrisponde ai numerosi
bisogni della numerosa popolazione che vi concorre. Ciò confortò l'avviso che il premuroso comune, riconosciuto il
bisogno reale di un tempio più vasto, venne già da tempo nella deliberazione di erigere un nuovo più adatto rispetto alla
sua popolazione" (1). Pochi anni dopo il Comune acquistava un tratto di terra al centro del paese, denominato "Prà
Comun" per la fabbrica della nuova parrocchia. Nell'atto di compravendita non veniva specificata la destinazione
cosicché dell'intenzione non rimase che una testimonianza orale (2). Le cose si mossero con l'entrata in servizio a
Coredo del parroco Edoardo Endrici. Nella seduta della Rappresentanza comunale del 15 novembre 1896 con 11 voti
favorevoli ed 2 contrari veniva riconosciuta la necessità di costruire una chiesa più ampia nel centro del paese. Il
parroco Endrici ed il capocomune Luigi Pancheri venivano incaricati di approntare un disegno e fabbisogno per la
erigenda nuova chiesa e presentarlo poi alla Rappresentanza comunale per l'approvazione. Nella seduta del 19 dicembre
dell'anno successivo veniva presentato il disegno con un fabbisogno preventivato nella somma di 6000 fiorini,
predisposto dall'ing. Emilio Paor di Trento; la Rappresentanza approvava il progetto e su proposta del parroco costituiva
un comitato per la raccolta di fondi, composto dal parroco 'pro tempore' quale presidente, dal capo-comune quale
vicepresidente, dai due fabbriceri della chiesa, da due consiglieri comunali, e da tre membri da eleggersi fra i padri di
famiglia di Coredo. L'attività del Comitato era regolamentata da uno statuto, strutturato in cinque capitoli: la
commissione, composta di 9 membri, deliberava in presenza di almeno 5 ed a maggioranza di voti; veniva eletto un
cassiere che doveva rendere puntualmente conto delle entrate e della uscite al presidente; quest'ultimo teneva il giornale
di cassa, investiva il capitale e custodiva i documenti prodotti nella gestione del patrimonio; alla fine di ogni anno il
comitato rendeva conto dell'annua gestione alla Rappresentanza; la Commissione, che sarebbe stata sciolta ad opera
compiuta rendendo la resa di conto finale alla fabbriceria, era incaricata dell'assunzione di progettisti e costruttori "o per
via di asta pubblica o di assunzione fiduciaria". Riguardo ai fondi il cap. III dello statuto, specificava che il denaro
veniva raccolto da offerte di privati e del Comune; quest'ultimo avrebbe messo a disposizione il suolo ed avrebbe
fornito il legname necessario per "il coperto, per l'impalcatura dei costruttori e per cuocere la calce"; i lavori di
costruzione sarebbero iniziati solo in seguito a voto favorevole della maggioranza dei padri di famiglia [...]" (3).
Con conchiuso del 19 febbraio 1905 la Rappresentanza comunale di Coredo, ribadito il "bisogno di una più ampia e
comoda chiesa" erogava l'importo di 5000 corone da consegnare al parroco Endrici allo scopo di cominciare un fondo
per l'erezione di una nuova chiesa parrocchiale (4). La prima resa di conto (1905) del neo istituito fondo fornisce un
elenco delle prime offerte dei coredani, menzionando anche la somma erogata dal Comune (5). Nella seduta del 2
febbraio 1906, la Rappresentanza comunale nominava un nuovo comitato, regolamentato da uno statuto che riprendeva
con poche variazioni, quello già stilato in occasione dell'erezione del precedente comitato, nel 1897 (6). Anche il
vescovo Celestino Endrici, in occasione della festa commemorativa dei 25 anni di servizio a Coredo del parroco E.
Endrici, metteva a disposizione della nuova chiesa una propria offerta personale, annunciandola con lettera del 14
luglio 1911 (7).
143
Il successore del parroco Endrici, don Giovanni Faccinelli pensò più ad un rifacimento della chiesa già esistente che
all'erezione di una nuova, facendo preparare dagli architetti Marzani e Tiella di Rovereto un progetto di massima per
l'ampliamento, che la Curia principesco vescovile approvava su parere della Commissione diocesana per l'arte sacra,
osservando però che "il problema forse non è risolto esaurientemente" (8). La questione rimase quindi in sospeso e fu
affrontata con nuovo vigore dal parroco successivo, don Giuseppe Rigotti, che scartò subito l'idea di un rifacimento e si
dette da fare per realizzare un nuovo edificio (9). Nel gennaio del 1931, l'anno successivo al suo arrivo a Coredo,
radunati tutti i capifamiglia presso l'oratorio parrocchiale, costituì un Comitato locale ("Comitato pro erigenda nuova
chiesa") "collo scopo di continuare ed intensificare il lavoro, di ammanire il capitale per la nuova chiesa, studiare il
pensiero e il desiderio della popolazione, cercarne o fissare il luogo, procurare nuovi schizzi, in una parola preparare il
necessario per la costruzione della nuova chiesa, possibilmente in un tempo non troppo lontano" . Nella stessa
occasione veniva nominato un Comitato d'onore "di persone benemerite e amanti del paese, le quali col loro consiglio,
colla loro aderenza e colla loro opera possono dare un prezioso aiuto" (10). Nel corso del 1931 pervennero al parroco
numerosi schizzi, disegni e progetti di massima per la costruzione della nuova chiesa (11). Nello stesso anno don
Rigotti inviava al Comune una richiesta scritta, sottofirmata da 189 capifamiglia affinché cedesse il terreno acquistato
negli anni 1870 -1880 con lo scopo di erigere la nuova chiesa (12). Il comune rifiutò il terreno e varie furono le proteste
del parroco, i suoi ricorsi alle autorità (13). Finalmente, con deliberazione del 4 giugno 1938 il Comune decideva la
cessione del terreno, dietro pagamento di 9.600 £ (14). Il contratto pieno di restrizioni e condizioni, tra le quali l'obbligo
da parte dell'acquirente di iniziare e portare a termine la costruzione della nuova chiesa arcipretale, entro e non oltre 5
anni dalla data dell'acquisto del terreno; in caso contrario il Comune era libero di rescindere il contratto restituendo il
capitale senza interessi, anche nel caso in cui il parroco si fosse rivelato inadempiente ad una delle numerose clausole
restrittive (15).
Lo scoppio della II guerra mondiale sembrò inizialmente paralizzare l'iniziativa. Ma con l'entrata in servizio a Coredo
del parroco don Emilio Tonidandel, il 17 gennaio 1943, le vicende legate alla progettazione ed all'inizio dei lavori per la
costruzione della chiesa, subirono una notevole accelerazione. Il nullaosta chiesto dal parroco per l'inizio lavori, venne
inizialmente rifiutato. Il curatore d'anime si diede comunque da fare per raccogliere il materiale e preparare il terreno
(16). Il progetto adottato inizialmente, l'unico che ottenne l'approvazione della Commissione diocesana dell'arte sacra,
fu quello dell'ing. Paor, che prevedeva un edificio di 43 m di profondità per 17 metri di larghezza. La curia
arcivescovile esprimeva comunque le sue perplessità, ritenendo sorpassato il suddetto progetto. Un nuovo progetto
venne predisposto dall'architetto Efrem Ferrari di Trento (17). Il 14 maggio, appena due mesi prima dell'inizio dei
lavori, veniva posta dall'arcivescovo Carlo de Ferrari, la prima pietra. Nel giugno 1943 arrivava dalle autorità il
permesso per la fabbrica, quindi i lavori procedettero con più tranquillità (18). Nell'ottobre del 1944 i muri perimetrali
avevano raggiunto l'altezza di 2 metri e si dette inizio alla costruzione del campanile (19). Nel frattempo il curatore
d'anime contattava gli emigrati coredani in America del Nord e del Sud, con lo scopo di raccogliere offerte per
l'erigenda chiesa (20).
La notevole mole di documentazione, costituita da preventivi, progetti, disegni, quietanze e carteggio vario, raccolta da
don E.Tonidandel fra il 1943 ed il 1948, e conservata presso l'archivio parrocchiale di Coredo in fascicoli originari,
costituiti dallo stesso parroco, documentano passo per passo molti dei lavori eseguiti nella nuova parrocchiale. Fra
questi l'affidamento, nel 1947, al pittore Pino Casarini dell'affresco absidale dell'invenzione della Croce cui è dedicata la
chiesa, nonchè la commissione allo stesso artista delle quattro vetrate, rappresentanti il martirio di S. Andrea, S. Paolo
della Croce, Santa Maria Maddalena e Santa Gemma Galgani, tutti santi che ebbero a proprio simbolo la croce, mentre i
primi pezzi del rosone della facciata erano già stati messi in opera nel 1945 (21). Ampiamente documentati sono il
144
montaggio dell'altare maggiore con al centro un crocefisso di bronzo, delle stazioni della Via Crucis, in bronzo su
mensola di marmo, del pulpito con al centro un angelo che porta il vangelo, del battistero con le acquasantire, in granito
rosa, dei candelabri e della lampada del SS. Sacramento, all'innalzamento dell'organo, e l'acquisto ed allestimento delle
campane elettriche (22).
La nuova chiesa parrocchiale veniva consacrata l'11 settembre dall'arcivescovo di Trento Carlo de Ferrari.
Relativamente alle caratteristiche architettonico-artistiche della nuova chiesa si riporta parte della descrizione di
Giuliana Baldin: "[...] La facciata è movimentata soltanto da due sporti che inscrivono il portale di porfidi rosso,
sormontato dal rosone e da un gruppo marmoreo rappresentante il Buon Pastore, opera dello scultore Eraldo Fozzer di
Trento; il tetto, molto acuto, porta all'apice una piccola croce. Le pareti laterali sono sostenute da una serie di 6 brevi
contrafforti che inscrivono le finestre. La porzione absidale, che contiene anche il presbiterio, è la più mossa; anch'essa
sostenuta da contrafforti, ha pianta esagonale ed un appendice laterale con graziose trifore. Il campanile è in stile
tipicamente alpino; sotto l'alta cuspide che lo conclude vi è l'orologio con quadranti su tutti e quattro i lati [...] e quindi
più in basso la cella campanaria. L'interno della chiesa è lindo e luminoso; l'attenzione si incentra sull'abside a sull'altare
maggiore, dominato dal maestoso affresco dell'Invenzione della Croce. Sull'altare, sormontato dalla grande croce di
bronzo, è posto un tabernacolo, anch'esso di bronzo opera di Eraldo Fozzer; rappresenta il Cristo che chiama a sé i
fedeli, primi fra tutti i bambini [...]. I cinquanta banchi, i quattro confessionali, sono tutti opera dei falegnami di
Coredo" (23).
Note
(1) Nel 1889 il progettista Leopoldo Sicher approntava un progetto che prevedeva l'ingrandimento della chiesa
parrocchiale e della sagrestia, nonché lo spostamento e la ridistribuzione del cimitero con la costruzione delle vie
d'accesso. Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 5.1.2 e ADT, Atti visitali, (91), c. 380
(2) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", p. 116
(3) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.1, cc. 1 - 4
(4) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.1, c. 5. L'anno successivo, con conchiuso del 11 marzo 1906, la
Rappresentanza accordava un'ulteriore offerta di 2000 corone (5.1.1, c. 11)
(5) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.1, cc. 6 - 7
(6) A differenza di quanto ribadito nel precedente statuto il neo-eretto Comitato non era autorizzato a passare alla
costruzione della chiesa, ma era chiamato solo ad investire il capitale raccolto depositandolo presso la Cassa Rurale.
Viene ribadito che alla fine dell'anno il presidente, il parroco 'pro tempore', presentava la resa di conto alla
Rappresentanza comunale per la liquidazione, specificando che questa doveva essere stilata in duplice copia, l'una da
conservare nell'archivio parrocchiale e l'altra in quello comunale. Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.1, cc. 8 - 9
(7) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.1, cc. 24 - 25. Nel questionario preparatorio alla visita del vescovo Celestino
Endrici alla parrocchia di Coredo nel 1913, il parroco Endrici esprimeva comunque il suo rammarico per lo scarso
consenso popolare riscontrato nel progetto di costruzione: "Sono persuaso che sarà un grande fattore pel bene della
parrocchia la fabbrica della nuova chiesa, peccato però che quest'idea non sia popolare e non ci sia per essa entusiasmo
[...]. Spero però che, latente sempre, il pensiero della nuova chiesa si farà strada e si arriverà a compiere quest'opera alla
gloria di Dio e pel bene dei fedeli". Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 6
(8) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2, cc. 1 - 18. Nel questionario preparatorio alla visita pastorale del vescovo
Celestino Endrici alla parrocchia di Coredo nel 1926 scriveva infatti il parroco Faccinelli: "[...] devo però osservare che
145
la grande maggioranza della popolazione non è affatto propensa ed ancor meno entusiasta per l'erezione di una nuova
chiesa, ma molto più propensa per l'ampliamento della vecchia [...]. Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 18v - 19
(9) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2, cc. 23 - 34
(10) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2, cc. 45 - 47
(11) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2 , cc. 36 - 49
(12) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2 , cc. 50 - 51
(13) Cfr. ad es. Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.3 , cc. 68 - 69
(14) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2 , cc. 82 - 85
(15) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.2 , cc. 103 - 107
(16) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.1 , cc. 112 - 114, c. 238, ecc.
(17) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.11, c. 1
(18) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", 119
(19) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.1, c. 107; cfr. anche G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", p. 120
(20) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.6
(21) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.5, 5.1.4.10
(22) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.4.2, 5.1.4.4, 5.1.4.8, 5.1.4.9
(23) G.BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", pp. 123 - 124
146
serie 5.1
Atti amministrativi, 1897 - 1956
Contenuto
La serie 'Atti amministrativi' del sottofondo 'Fondo Nuova chiesa' consta di 14 fascicoli di originaria costituzione.
I fascicoli di cui alle unità 5.1, 5.2 sono rispettivamente riconducibili all'organizzazione archivistica impressa
all'archivio dai parroci E. Endrici (1887 - 1921) e G. Rigotti (1929 - 1942). La documentazione contenutavi testimonia
l'intenso impegno profuso dai due sacerdoti per l'erezione della nuova chiesa: dalla costituzione di un primo Comitato
nel 1897, seguito da un secondo nel 1905 e da un terzo nel 1931, alle trattative con le autorità politiche e civili, ai primi
progetti e preventivi, alla raccolta di fondi gestita dai curatori d'anime in qualità di presidenti dei suddetti comitati, ecc.
Il fascicolo di cui all'unità 5.3, consta invece di un progetto del 1931, fra i più ampi e dettagliati predisposti per la nuova
chiesa, per il quale si è costituito un fascicolo proprio, in quanto in origine conservato separatamente dagli altri progetti,
schizzi e disegni.
I restanti 11 fascicoli, costituenti l'unità 5.1.5, furono 'ab origine' inseriti nella busta intitolata "Chiesa nuova", ad opera
del parroco Tonidandel, con il quale i lavori di costruzione della nuova parrocchiale vennero intrapresi (1943) e portati
a termine (1948). Documentano passo per passo l'impegno profuso dal curatore d'anime per l'acquisto ed il recupero del
materiale, nonchè gran parte dei lavori eseguiti fino al 1948; fra le opere più ampiamente documentate troviamo
l'allestimento delle vetrate, delle stazioni della Via Crucis, l'innalzamento dell'organo e l'acquisto ed il montaggio delle
campane elettriche.
Il presente ordinamento mantiene l'organizzazione archivistica impressa alla documentazione contenuta nella busta dal
parroco Tonidandel, il quale organizzò i fascicoli per argomenti, apponendo su alcuni indicazione sommaria del
contenuto e l'avvenuta liquidazione delle spese sostenute per l'acquisto e l'allestimento dell'opera.
1 b. 1
"Carte della erigenda chiesa"
1897; 1905 - 1922
Rese di conto del fondo "Erigenda chiesa" per gli anni 1905 - 1920, liquidazioni dei conti prodotti dalla Rappresentanza comunale,
carteggio ed atti provenienti dal Comune di Coredo in merito all'erogazione di un contributo di 5000 corone disposto dalla
Rappresentanza per la fabbrica di una nuova chiesa ed alla nomina di un Comitato pro erigenda nuova chiesa (1), carteggio ed atti
relativi alla comminsurazione ed al pagamento dell'equivalente d'imposta, promemoria del parroco Endrici relativo alla richiesta
inoltrata dalla Rappresentanza comunale al parroco Endrici affinché parte del capitale del fondo "Erigenda chiesa" venga investito
nel prestito di guerra austriaco, obbligazioni di stato del prestito di guerra austriaco
contiene fra l'altro: copia del verbale stilato in occasione della seduta della Rappresentanza comunale del 19 dicembre 1897 in cui
viene istituito un primo comitato "pro erigenda nuova chiesa, post 1897 dic. 19; lettera del vescovo Celestino Endrici al parroco di
Coredo E. Endrici spedita in occasione della festa per i 25 anni di servizio, 1911 lug. 14 (2)
Fascicolo, cc. 86
Segnature precedenti: V B 11
Note
(1) L'atto di erezione del comitato comprende anche lo statuto
(2) Nella lettera il vescovo comunica anche di aver messo a disposizione dell'erigenda chiesa una sua offerta personale
147
2 b. 1
"Carte della chiesa nuova"
1928 - 1942
Relazione e progetto di massima per l'ampliamento della chiesa parrocchiale di Coredo (1928), promemoria, relazioni e appunti del
parroco G. Rigotti in merito alla necessità di erigere la nuova chiesa ed alla costituzione del Comitato pro Nuova Chiesa, carteggio
relativo alla redazione dei primi progetti per la costruzione della chiesa, pareri della Commissione Diocesana per l'arte sacra,
carteggio ed atti relativi alla concessione del terreno comunale per l'erezione della nuova chiesa ed all'acquisto di quest'ultimo,
quietanze, ritagli di giornale, articoli, cartoline, foto (1)
Fascicolo, cc. 137
Segnature precedenti: V B 14
Note
(1) Il fascicolo contiene numerosi ritagli di giornale relativi a chiese recentemente costruite, foto e cartoline raffiguranti diverse
chiese italiane
3
"Progetto di massima per una nuova chiesa" (1)
1931
Disegni prodotti in vista dell'erezione della nuova chiesa parrocchiale di Coredo
Fascicolo, cc. 5
Segnature precedenti: V B 12
Note
(1) L'intitolazione è stata apposta dallo stesso studio di progettazione sul recto della teca fornita dallo stesso con la documantazione
prodotta.
4 b. 2
"Chiesa nuova"
1942 - 1949; 1956
Italiano
Busta
Segnature precedenti: V B 16
4.1 b. 2
Carteggio del parroco di Coredo con autorità civili ed ecclesiastiche circa l'andamento dei lavori di costruzione
della nuova chiesa parrocchiale, con il comune per l'assegnazione di lotti di legname e materiale edile, con enti
pubblici e con privati per la richiesta di offerte e sussidi pro nuova chiesa, con ditte ed artigiani per l'appalto di
lavori alla chiesa e per l'acquisto di materiale ecc. (1)
1943 - 1949
Fascicolo, cc. 370
Note
(1) Si tratta di un fascicolo originario privo di intitolazione
4.2 b. 2
Carteggio, progetti, disegni, preventivi - spesa e quietanze relativi all'acquisto ed all'allestimento dell'organo nella
148
nuova chiesa parrocchiale di Coredo (1)
1942 - 1949; 1956
Fascicolo, cc. 153
Note
(1) Si tratta di un fascicolo originario privo di intitolazione
4.3 b. 2
"Fatture Nuova chiesa: 1943 - '49"
1943 - 1949
Quitanze varie emesse in occasione di lavori eseguiti per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Coredo
Fascicolo, cc. 148
4.4 b. 2
"Altari, Via Crucis, candelabri, fusioni a Verona - Guastini, lampada SS.mo [...]"
1943 - 1949
Carteggio, preventivi - spese e quietanze relativi all'allestimento ed alla posa in opera delle statue della Via Crucis, dell'altare
maggiore, del tabernacolo, dei candelabri e della lampada del Ss. mo Sacramento nella nuova chiesa parrocchiale di Coredo
Fascicolo, cc. 111
4.5 b. 2
"Vetrate S. Giuseppe: 1946"
1944; 1946 - 1948
Carteggio, disegni, preventivi - spesa e quietanze relativi all'acquisto ed all'allestimento del rosone ed alle vetrate della nuova
chiesa parrocchiale di Coredo ed alla loro decorazione
Fascicolo, cc. 69
4.6 b. 2
"America"
1945 - 1948
Carteggio del parroco con gli emigrati di Coredo in America del Nord e del Sud in merito alla richiesta di offerte per la
costruzione della nuova chiesa parrocchiale
Fascicolo, cc. 76
4.7 b. 2
Carteggio, certificati medici, quietanze relativi all'assicurazione degli operai impiegati nella fabbrica della nuova
chiesa parrocchiale di Coredo contro gli infortuni sul lavoro (1)
1945 - 1948
Fascicolo, cc. 93
Note
(1) Si tratta di un fascicolo originario privo di intitolazione
4.8 b. 2
"Pile, pulpito"
149
1945 - 1947
Carteggio, preventivi - spesa e quietanze relativi all'allestimento del pulpito, del battistero e delle acquasantiere nella nuova
chiesa parrocchiale di Coredo
Fascicolo, cc. 22
4.9 b. 2
"1. Battistero; 2. Lampada SS.mo; 3. Impianto elettrico campane; Campane elettriche" (1)
1947 - 1949
Carteggio, preventivi - spesa e quietanze relativi all'acquisto ed all'allestimento di campane elettriche nella nuova chiesa
parrocchiale di Coredo
Fascicolo, cc. 116
Note
(1) In realtà il fascicolo contiene solo documentazione relativa all'impianto delle campane elettriche; la prima parte
dell'intitolazione è infatti depennata
4.10 b. 2
"Affresco S. Croce"
1947
Carteggio relativo all'affidamento dei lavori per l'esecuzione dell'affresco absidale dell'Invenzione della Croce
Fascicolo, cc. 39
4.11 b. 2
Disegni, progetti e schizzi per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Coredo (1)
[1943]
Fascicolo, cc. 13
Note
(1) Si raccolta in un unico fascicolo questo tipo di documentazione, in quanto precedentemente frammista senza ordine e
criterio all'altra documetazione relativa alla chiesa nuova
150
serie 5.2
Registri di cassa, 1930 - 1949
Contenuto
La serie consta di un solo registro in buono stato di conservazione, la cui compilazione venne intrapresa nel marzo del
1930 dal parroco G. Rigotti il quale, al contrario del predecessore G. Faccinelli che pensava più ad un ampliamento
della chiesa già esistente che all'erezione di una nuova, si dette da fare per realizzare un nuovo edificio. Il registro
documenta, per mano del parroco Rigotti e quindi del successore don E. Tonidandel le entrate e le uscite del Fondo
nuova chiesa, dal 1930, anno di entrata in servizio di don Rigotti, fino al dicembre del 1949 (la chiesa venne consacrata
nel settembre del 1948) quando il parroco, con un'annotazione posta alla fine delle registrazioni, dichiarava liquidato il
conto.
Nello statuto del Comitato 'Pro erigenda Nuova chiesa' era specificato, fra i compiti del curatore d'anime, in qualità di
presidente, anche quello di tenere il giornale di cassa nonchè di conservare la documentazione
nell'amministrazione dei fondi raccolti per la chiesa nuova e nella fase di costruzione dell'edificio.
1
"Nuova chiesa, 1930"
1930 marzo 15 - 1949 dicembre 19; con annotazioni posteriori fino al 6 apr.1954
Registro di cassa del Fondo Nuova chiesa
al'inizio: annotazione ralativa aprestito in denaro concesso dal Fondo Nuova chiesa all'oratorio parrocchiale, 1934 giu. 17
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 39 n.n.
Segnature precedenti: V B 13
151
prodotta
subfondo 6
Chiesa di San Rocco, 1744 - 1885
Contenuto
La chiesa o cappella (1) di S. Rocco, "fabbricata dal Comune per aver la protezione del santo contro la peste" (2) , viene
menzionata per la prima volta negli atti visitali del 1537 (3). Vi sono nominati tre altari: uno dedicato a S. Rocco, l'altro
a S. Lorenzo martire ed il terzo a S. Maria Maddalena (4). Con bolla vescovile del 28 novembre del 1558, come
documenta una pergamena dell'archivio parrocchiale, il vescovo Mariano "de Mano" suffraganeo pontificio e vicario 'in
pontificalibus' del cardinale Cristoforo Madruzzo, vescovo di Trento, consacrava gli altari di S. Lorenzo martire e S.
Maria Maddalena: nel primo rinchiudeva le reliquie dei Santi Romedio, Francesco confessore e Libera; nel secondo le
reliquie di S.Martino vescovo e confessore, S. Cristina vergine, dei martiri anunici, del sepolcro di S. Lazzaro vescovo
ed un pezzo della veste di S. Giovanni Evangelista (5). "Più tardi" scrive Endrici " furono levati i due altari laterali ed or
non v'è che un solo altare; nel coro dell'altare si conserva ancora la pala che stava nell'altare di S.Lorenzo: vi è dipinto il
martire colla sua graticola" (6). L'altare menzionato da don Endrici fu fatto costruire nel 1743 dalla famiglia Bombarda
di Coredo. Già nel 1742 Giuseppe Tommaso Bombarda, agente in qualità di procuratore speciale di don Carlo Giuseppe
Bombarda, beneficiato, otteneva l'autorizzazione a fondare un capitale di 500 fiorini a favore della chiesa di S. Rocco, i
cui interessi, amministrati dal beneficiato, dovevano servire ad acquistare paramenti e suppellettili sacre per la
celebrazione delle messe legatarie, per la manutenzione degli altari e della sacrestia. Veniva altresì concesso alla
famiglia Bombarda di porre nella chiesa di S. Rocco un "sedile" e di costruirvi al centro una sepoltura (7). Nell'anno
1743 appunto, in occasione della composizione di una controversia sorta fra la comunità di Coredo ed il sindico della
chiesa parrocchiale e di S. Rocco da una parte, e la famiglia Bombarda dall'altra, in merito all'amministrazione di un
capitale di 800 fiorini precedentemente fondato dalla famiglia ed alla volontà espressa da quest'ultima di collocare
un'altare in pietra con l'apposizione dell'arma gentilizia, venne stabilito che 400 fiorini venissero amministrati dal
beneficiato Bombarda e gli altri 400 dal sindico della chiesa, con la supervisione del parroco, del sindico e del seniore
della famiglia. Il documento aggiungeva che "l'interessi de quali capitali tutti saranno impiegati per sacri utensili,
adobbo dell'altare, coperto della sacristia e chiesa e muri occorrendo". Nella "composizione" si stabiliva che il
beneficiato doveva ricevere dal parroco 'pro tempore' le chiavi della sacrestia della chiesa di S. Rocco. Alla famiglia
veniva concessa anche l'autorità vescovile di erigere l'altare di pietra "in un sito sotto la palla dove riuscirà più a
proposito un cartello colla seguente iscrizione: 'Altare renovatum expensis prenobilis familie Bombardi donatum
ecclesia filiali et communali Coredi sub invocatione Sancti Rochi'. (8). Nel 1756, in luogo degli 800 fiorini furono
assegnati alla chiesa di S. Rocco 10 stabili dello stesso valore. (9). L'amministrazione della rendita veniva fatta dal
sindico della chiesa parrocchiale. La metà della rendita veniva consegnata al beneficiato Bombarda per la provvista di
cera ed arredi che occorrevano per la celebrazione della s.messa; l'altra metà restava alla chiesa maggiore. A S. Michele
di ogni anno il sindaco ed il beneficiato facevano il conto delle entrate e delle uscite, separato da quello della
parrocchia. La figura di un unico amministratore dei beni della chiesa parrocchiale e della chiesetta di S. Rocco, era
presente già sul finire del sec. XVI. In una pergamena dell'archivio parrocchiale, che riporta l'inventario dei beni
immobili di ragione delle suddette chiese (10), fatto compilare nel 1583 dal parroco Tommaso "Desiderati", si nomina
un "sindicus ecclesiarum Sancte Marie et Sancti Rochi" (11). La documentazione fino almeno alla fine della seconda
metà del sec. XVII, testimonia comunque l'esistenza di due fabbricerie distinte (12) ed è altrettanto frequente trovare la
carica di "sindicus et massarus fabrice ecclesie Sancti Rochi" fino alla fine del sec. XVIII (13). Quale fu la destinazione
subita dai beni della chiesetta di S. Rocco dal primo decennio del sec. XIX si evince da un promemoria stilato dal
152
parroco E. Endrici sull'ultima carta dell'urbario della chiesa di S. Rocco, alla fine della sezione che riporta le rese di
conto della chiesa figliale dal 1745 al 1808: "L'anno 1809 gli stabili della chiesa di S. Rocco furono incorporati alla
sostanza della parrocchiale; questa provvederà ai bisogni della figliale" (14).
La chiesa subì lavori di restauro negli anni 1938 - 1939, come si evince dalle quietanze prodotte in tal occasione (15) e
dalla copia del contratto che nel maggio del 1939 affidava l'opera al pittore clesiano Pio Manin, consistente: "nelle
pulitura e nell'accurato scrostamento della chiesa; nel dare ai muri esterni una tinta adatta (coloro calcina); nel dare
all'interno quelle tinte che sembraranno più adatte [...]; nel porre in luce le pietre esterne angolari e quelle interne
dell'arco che chiude il presbitero, nonché quelle delle porte e finestre [...]" (16). La campana della chiesa di S. Rocco, di
cui i parroci sottolinearono insistentemente alle autorità competenti il grande valore storico, venne risparmiata dalle
requisizioni e rifusioni incorse durante i conflitti mondiali. Nel censimento della campane della parrocchia di Coredo, il
parroco Rigotti, datandone la fabbricazione al 1600 circa, aggiungeva che la campana serviva anche "per allarmi
notturni d'incendio" (17).
La chiesa venne demolita nel 1948 (18). La proposta di demolire la chiesetta di S. Rocco venne già nel 1944 dallo
stesso arciprete di Coredo, all'epoca don Emilio Tonidandel. L'archivio parrocchiale conserva infatti una lettera
pervenuta al parroco dalla Curia principesco vescovile di Trento che disapprovava l'idea di abbattere l'antica chiesetta di
S.Rocco e comunicava il divieto assoluto pronunciato dalla 'Sovrintendenza ai Monumenti e Gallerie della Regione'. Si
legge infatti: "Essendosi in questa curia disapprovata l'idea di demolire l'antica chiesetta di S. Rocco per dar maggior
spazio visuale alla nuova chiesa in costruzione, si contava sullo spirito d'ubbidienza della R.V che l'idea sarebbe morta e
sepolta" (19). L'aspetto archittettonico - artistico della chiesa prima dell'abbattimento, traspare dalla breve descrizione
di Giuliana Baldin nel libro "Coredo in Val di Non": "La facciata era semplice, quasi nuda, con andamento verticale,
finiva ad angolo molto acuto ed era sormontata da una breve torre campanaria con bifore a sesto acuto sui quattro lati e
cuspide ornata alla base da capitelli triangolari. Anche l'interno era semplicissimo, con abside a lesene sopra l'altare
maggiore, il quale risaliva al 1743 ed era in stile barocco, in marmo bianco con ricca decorazione" (20).
Note
(1) Si trovano entrambe le denominazioni fin dal sec. XVI
(2) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 148
(3) Cfr. G. CRISTOFORETTI, "La visita pastorale del cardinale Bernardo Clesio alla diocesi di Trento 1537 - 1538",
Bologna 1989, p. 288; E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 147
(4) S. WEBER afferma invece: " [...] Nel 1579 aveva tre altari, il maggiore dedicato a S. Rocco, dei minori uno a S.
Lorenzo e l'altro a S. Maria Maddalena, sui quali stavano alcune immagini di tutto rilievo, deformi e corrose [...]"; cfr.
S. WEBER, "Le chiese della Val di Non nella storia e nell'arte", p. 81
(5) Archivio parrocchiale, 1, n. 80. Concedeva altresì un'indulgenza di 40 giorni per autorità del vescovo di Trento, ai
penitenti che avrebbero visitato la chiesa, versando le elemosine nei giorni di S. Lorenzo e S. Maria Maddalena o nella
loro ottava, in corrispondenza dei quali, ogni anno, si sarebbe celebrato l'anniversario della consacrazione. La
pergamena specifica anche che l'altare dedicata a S. Maria Maddalena era collocato sulla destra mentre quello di S.
Lorenzo sulla sinistra
(6) S. WEBER specifica anche che gli altari vennero levati nel XVIII secolo; S. WEBER, "Le chiese della Val di Non
nella storia e nell'arte", p. 76
(7) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1, cc. 28 - 44. Nello stesso 1742 i vicini, con grande disappunto dell'autorità
vescovile si radunavano nella chiesetta di S. Rocco per tenere la regola. I decreti visitali stilati in occasione della visita
153
pastorale alla parrocchia di Coredo nel 1742 contenevano infatti la seguente ammonizione: "E perché con grave
profanazione di questo sagro luogo e scandalo de buoni, li vicini vi si adunano per la regola, ponendovi anche biade, ed
altro, che poi divise a sorte si distribuiscono, intervenendovi in tal occasione grandi strepiti e parole indecenti; perciò
volendo levar tal abuso proibiamo a chiunque il congregarsi in detta chiesa per il suddetto fine di far regola, come pure
a collocarvi biada, sotto pena di un ragneso per cadauno, d'applicarsi a detta chiesa, dando incombenza al venerabile
arciprete per l'esecuzione di questo nostro commando [...]", Archivio aprrocchiale di Coredo, 9.1.1, c. 14v; la stessa
ammonizione veniva ribaduta dall'autorità vescovile in occasione della visita del 1825, Archivio parrocchiale di Coredo,
9.1.1, c. 32
(8) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1, cc. 45 - 50
(9) Archivio parrocchiale di Coredo, 6.1.1
(10) Il patrimonio della chiesa constava di pochi beni immobili ed alcuni censi posseduti presso privati
(11) Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 95
(12) Due testamenti della metà del sec. XVII contengono dei legati a favore della fabbrica della chiesa di S. Rocco; cfr.
i nn. 145 e 158
(13) Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 1, nn. 101, 109, 117 e 4.3.1. E' probabile che anche negli atti dei secc. XVI XVII (come è evidente in quelli del XVIII), visto che in documenti rogati nello stesso anno la stessa persona agiva
anche in qualità di massaro della chiesa parrocchiale, venisse nominata la sola carica di sindico di S. Rocco, nel caso in
cui il contratto riguardasse un immobile rientrante fra i possessi della chiesa figliale
(14) Archivio parrocchiale di Coredo, 6.1.1
(15) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.5.2.1
(16) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.11, c. 356. A coprire le spese per il restauro doveva provvedere il Comune di
Coredo, 9.1.3, c. 33v
(17) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.3.13, c. 38
(18) G. BALDINI p. "Coredo in Val di Non [...]", p. 137
(19) Archivio parrocchiale di Coredo, 5.1.5.1, c. del 7 feb. 1944
(20) G. BALDIN, "Coredo in Val di Non [...]", pp. 137 - 138
154
serie 6.1
Urbari, 1744 - 1885
Contenuto
La serie consta di un registro in discreto stato di conservazione, il cui impianto risale a don Luca Stefano Ferrari,
parroco di Coredo dal 1731 al 1752; è da attribuire alla sua mano la stesura del documento iniziale del 1743, che decide
in merito all'amministrazione di un capitale di 800 fiorini precedentemente fondato dalla famiglia Bombarda ed alla
collocazione di un altare in pietra nella chiesa di S. Rocco, la compilazione del successivo "inventario de sagre
suppeletili che s'arritrovano nella figliale di S. Rocco" stilato nel 1751 nonché delle rese di conto degli anni 1745 1746. E' invece da ascrivere ai successori parroci don Pietro Menghini e don A. Filippi la stesura delle rese di conto
della chiesa fino al 1808. Don Giacomo Tolameotti e don Emilio Lorenzoni, parroci a Coredo rispettivamente negli anni
1825 - 1850, 1850 - 1886 fecero invece uso del registro tra il 1825 ed il 1885 per la registrazione dei cresimati.
L'amministrazione del patrimonio della chiesa di S. Rocco era tenuta dal sindico della chiesa parrocchiale ed a partire
dal 1809 i beni della chiesetta figliale erano stati incorporati a quelli della chiesa maggiore (1). Gran parte della
documentazione relativa a S. Rocco si trova quindi nel sottofondo 'Chiesa parrocchiale'. Si rimanda agli inventari alla
serie 'Urbari e inventari' ed in particolare alle unità 4.1.3, 4.1.4, 4.1.5, 4.1.6; gli inventari della seconda metà del sec.
XIX sono invece nella serie 'Atti amministrativi' dello stesso sottofondo chiesa (4.3.11). Alla stessa serie si rimanda per
i contratti di locazione, di compravendita, permuta, dazioni in pagamento e costituzione di censo dei secc. XVII - XVIII
uniti 'ab origine' a quelli della chiesa parrocchiale (4.3.1, 4.3.4), per la documentazione relativa alla requisizione delle
campane in occasione della I e II guerra mondiale (4.3.13). Alle serie 'Registri dei conti' (4.4) ed alla sottoserie
'Documenti di corredo' (4.5.2) si rimanda invece rispettivamente per le registrazioni di cassa (unità 4.4.1, 4.4.2, 4.4.3). e
per alcune quietanze prodotte negli anni 1936 - 1939.
Note
(1) Per informazioni in merito all'amministrazione del patrimonio della chiesa si veda l'introduzione al sottofondo
'Chiesa di S. Rocco', Archivio parrocchiale di Coredo, 6
1
"Urbario, conti S. Rocco". "Liber confirmatorum, 1825 - 1885" (1)
1744 gennaio 7 - 1885 settembre 25
- Copia semplice di atto relativo alla soluzione della controversia sorta fra la comunità di Coredo e Giacomo Erlicher, sindico della
chiesa di S. Maria e della figliale di S. Rocco, da una parte, e Giorgio Tommaso Bombardi "de Zuech ed Aureni" da Coredo,
dall'altra, in merito alla costruzione di un altare marmoreo nella chiesa di S. Rocco ed all'amministrazione del capitale della chiesa
stessa, [1744 gen. 7]
- urbario della chiesa di S. Rocco, 1751 feb. 19 - [1750 circa]
- copia semplice di atto relativo all'accordo raggiunto fra Giuseppe Tommaso Bombarda, erede di Giorgio Tommaso Bombarda da
Coredo, da una parte, e Giovanni Nicola Keller, parroco di Coredo, dall'altra, in merito all'assegnazione alla chiesa di S. Rocco di 10
stabili del valore complessivo di 800 fiorini [1756 dic. 31] (2)
- rese di conto della chiesa di S. Rocco, 1745 set. 29 - 1808 set. 30
- alla fine delle registrazioni: annotazione attestante l'incorporamento degli stabili e delle rendite della chiesa di S. Rocco con i beni
della chiesa parrocchiale, [1809]
155
- registro dei cresimati, 1825 set. 2 - 1885 set. 25 (3)
contiene fra l'altro, inserita: copia delle rese di conto dell'amministrazione delle rendite della chiesa di S. Rocco di Coredo con elenco
delle spese sostenute dalla chiesa parrocchiale a favore della stessa chiesa di S. Rocco (4) (5)
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 86 n.n.
Segnature precedenti: 2 B 1, V C 1
Note
(1) L'intitolazione "Liber confirmatorum, 1825 - 1885" è stata aggiunta a registro capovolto
(2) L'atto è inserito fra le registrazioni dell'urbario
(3) Quasta parte è compilata a registro capovolto
(4) Si tratta di un sottile registro senza coperta, costituito di 6 carte
(5) L'elenco delle spese sostenute dalla chiesa parrocchiale a favore dell figliale di S. Rocco per gli anni 1738 - '39; 1750 - '51 è
compilato su carta sciolta, inserita nel registro
156
serie 6.2
Quinternetti dei pagamenti, 1859 - 1878
Contenuto
La serie consta di un sottile registro in buono stato di conservazione che registra dal 1859 al 1878 il pagamento di livelli
in denaro sui capitali della chiesa di S. Rocco.
1
"Coredo chiesa di S. Rocco"
1859 - 1878
Quinternetto dei pagamenti
Italiano, tedesco
Registro, legatura in cart., cc. 6 n.n
157
subfondo 7
Benefici e legati, 1592 - 1966
Contenuto
Il legato è un atto di disposizione testamentaria a titolo particolare, con la quale il testatore attribuisce a carico dell'erede
e a vantaggio del legatario i beni dell'asse ereditario. Era molto comune la cessione di un bene all'erede con l'obbligo di
far celebrare, con le relative rendite, un certo numero di messe in memoria del defunto o di provvedere con quel denaro
ed altre volontà del testatore (beneficenza, manutenzione degli altari, acquisto di arredi, provviste di cera ed olio per la
lampada del Santissimo ecc.).
Il legato prende il nome di fondazione pia quando la destinazione dei beni è fatta in favore di una persona morale
ecclesiastica con l'onere perpetuo, o per un tempo notevolmente lungo, di celebrare messe coi loro redditi annui o di
compiere altre funzioni ecclesiastiche o determinate opere di carità e pietà.
Durante il governo austriaco alcune disposizioni (decr. gov. 3 gennaio 1840, n. 30671; decr. aul. 13 dicembre 1841, n.
3128; circ. gov. 22 settembre 1843, n. 22667), attribuirono al curatore d'anime il compito di verificare l'esistenza di un
regolare documento di fondazione e di controllare che il patrimonio fosse mantenuto intatto.
Le fondazioni pie furono riconosciute anche dal Concordato fra Stato e Chiesa del 1929, purché fossero rispondenti alle
esigenze religiose e purchè non ne derivasse onere finanziario per lo stato.
Presso l'archivio parrocchiale di Coredo è conservata documentazione relativa a numerose fondazioni legatarie per la
cui descrizione si rimanda all'introduzione delle rispettive serie.
Una prima attenzione per la documentazione relativa ai legati della parrocchia di Coredo si riscontra durante il servizio
di don Edoardo Endrici, parroco di Coredo dal 1887 al 1921, in coincidenza pare, degli studi storici che portarono alla
redazione del libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche". E' attribuibile al suo intervento l'apposizione sul verso di
alcune carte, specie quelle relative a lagati di cui si conserva il solo documento di fondazione con poco carteggio, la
data di redazione ed un breve riassunto del contenuto.
Ma è soprattutto don Giuseppe Rigotti, parroco dal 1929 al 1942, che in occasione del suo intervento di riordino
dell'archivio parrocchiale, rivede gran parte della documentazione relativa ai legati, e gli attribuisce un'organizzazione
archivistica più precisa e sistematica rispetto a quella del predecessore Endrici. E' opera sua l'inserimento del carteggio
dei legati principali in cartelline rigide di colore nero e viola, riportanti sul dorso un'etichetta con la descrizione della
tipologia degli atti ed il nome del legato. E' altresì attribuibile a don Rigotti la distinzione, operata per alcuni legati, fra
documenti di fondazione e carteggio relativo da una parte e la documentazione di tipo amministrativo e prodotta in seno
alla gestione del patrimonio dall'altra, organizzazione in più casi compromessa con interventi successivi di riordino e di
spostamento di materiale archivistico. Parte della documentazione più antica dei legati della Primissaria e del legato
Widmann (in particolare atti di costituzione di censo, di dazioni in pagamento, di locazione ed altri contratti agricoli), è
stata rinvenuta, organizzata in mazzi (pare precedentemente al riordino di don Rigotti) in uno scatolone in cui si
conservavano altri atti antichi di chiesa e beneficio, riportante all'esterno l'intitolazione apposta in occasione
dell'inventariazione del sig. Romagna: "Materiale vario antico da catalogare, con pergamene".
Con il presente ordinamento, nel rispetto dell'assetto archivistico dato alla documentazione in occasione del riordino più
sistematico dell'archivio operato dal parroco Rigotti, ed alla luce di una congrua presenza, oltre a diversi fascicoli di
carteggio, di urbari, registri dei conti e resoconti, si è deciso, per ragioni di chiarezza descrittiva e sull'esempio di
quanto fatto per i sottofondi chiesa e beneficio, di strutturare il sottofondo 'Benefici e legati' in 6 serie, ciascuna
158
intitolata con il nome del legato o beneficio di cui conserva la documentazione, e quindi nelle sottoserie: 'Urbari e
inventari', 'Atti amministrativi', 'Registri dei conti, 'Resoconti e documenti di corredo'.
Nella serie 'Altri legati', sono invece confluiti isolati documenti di fondazione (in alcuni casi con poco carteggio di tipo
amministrativo allegato), oltre ad un consistente fascicolo di atti notarili, in originale o in copia, estratti da testamenti di
privati aventi per oggetto legati missari a favore di chiesa e beneficio, con l'onere della celebrazione di messe 'in
perpetuum' e di legati con obblighi missari limitati ad un preciso numero di messe ed ad un determinato periodo di
tempo.
159
serie 7.1
Registri dei legati, 1692 - 1731
Contenuto
La serie consta di un solo registro impiantato nel 1692, anno in cui prese possesso della parrocchia di Coredo il parroco
don Andrea "Preganella" di Livo. Il "Liber legatorum" raccoglie dal 1692 al 1730, la registrazione sommaria di legati
pii e dell'eventuale loro adempimento (1), di cui si trova parziale testimonianza nella documentazione sciolta, costituita
da disposizioni legatarie, estratte da testamenti di privati e conservata nel fascicolo intitolato "Legati pii" della serie
'Altri legati' (2).
Note
(1) Il parroco annotava l'avvenuto adempimento del legato e ne deppenneva il testo
(2) Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 7.8.1.2
1
"Libro de legati che vengono da buoni cristiani lasciati in refrigerio de lor anime incominciando li 9 messe di febbraio
1692" (tit. int.)
1692 febbraio - 1731 ottobre, con annotazione del 5 maggio 1746
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 44 n.n.
Segnature precedenti: VI 1
160
serie 7.2
Beneficio Bombarda, 1676 -[1955]
Contenuto
Don Giovanni Michele Bombarda, nato a Coredo il 17 febbraio 1632, canonico della collegiata di Spittal an der Drau e
beneficiato a Welz nell'Austria Superiore, con suo testamento del 29 settembre 1676 disponeva la fondazione di un
beneficio ecclesiastico semplice, da erigersi nella chiesa di S. Rocco di Coredo, sotto l'invocazione di S. Michele
arcangelo.
Il beneficio veniva eretto canonicamente con documento di fondazione del 27 dicembre 1681 (1). Per la dotazione del
beneficio il fondatore assegnava diversi beni stabili che possedeva a Coredo per eredità paterna, con parte di una casa
ed alcuni censi fruttiferi; mandava inoltre al parroco di Coredo Francesco Bertoldi la somma di 4000 fiorini affinché
venissero investiti nell'acquisto di stabili a favore del beneficio.
Il diritto attivo di presentazione del beneficio ('ius presentandi') spettava al seniore della discendenza maschile di
Giorgio Bombarda, fratello del fondatore, ed estinta quest'ultima passava alla linea maschile discendente dal fratello
Romedio. Estinta anche questa il diritto veniva trasferito al sindico della chiesa parrocchiale di Coredo ed ai due
regolani (2). Al godimento del beneficio venivano chiamati i discendenti del suddetto Giorgio, fratello del fondatore, ed
estinta quest'ultima la discendenza dell'altro fratello Romedio, ed infine i parrocchiani di Coredo. Il beneficiato 'pro
tempore', o il suo sostituto in caso di malattia o di sua assenza giustificata, celebrava 3 messe settimanali in suffragio
dell'anima del testatore nella chiesa di S. Rocco, a condizione che di domenica e nei giorni festivi di precetto, o nei
giorni feriali in cui venivano celebrate funzioni solenni o funebri, l'ora della messa non precedesse l' "ora decima
dell'orologio germanico", se non con il beneplacito del parroco. Nel giorno dell'anniversario della morte del fondatore,
il parroco celebrava una messa solenne; in cambio veniva versata un'elemosina di 3 "imperiali", dei quali 2 al parroco
ed 1 alla chiesa parrocchiale. Al termine della funzione il fondatore disponeva una distribuzione di 6 moggi di pane di
frumento alle porte del cimitero (3). Ogni anno il beneficiato pagava alla chiesa di S. Rocco 6 fiorini per l'uso dell'altare
e delle suppellettili della chiesa. In occasione di tutte le processioni, nelle festività del Natale, della Pentecoste e
dell'Invenzione della Santa Croce, il beneficiato rivestiva le vesti di diacono del parroco di Coredo; alla festa di S.
Michele arcangelo "qual patrocinio del Benefizio" avrebbe cantato le litanie degli angeli.
Tra gli oneri del beneficiato rientrava anche l'obbligo di versare 50 fiorini, ogni anno, alla festa di S. Martino, a titolo di
stipendio ad uno studente della discendenza maschile di Giorgio Bombarda, fratello del fondatore (4); in mancanza di
questo l'assegno veniva corrisposto nel giorno di S. Michele al parroco di Coredo, da impiegarsi nella manutenzione
dell'altare presso il quale venivano celebrate le messe beneficiali e per l'acquisto di paramenti sacri.
A seguito di aggiunte posteriori il beneficiato ebbe l'onere di celebrare altre due messe settimanali oltre alle tre
originarie, l'una in suffragio dell'anima di don Bartolomeo Caldana, parroco di Stranich in Austria, e l'altra di don
Giovanni Antonio Bombarda, parroco di Gallneikirchen (diocesi di Passau), consigliere del vescovo di Passau, e di
Ottilia Bombarda vedova Gentili, in seguito alle loro donazioni che dal 1696 aumentarono il patrimonio del beneficio.
Nel 1742 Giuseppe Tommaso Bombarda, agente in qualità di procuratore speciale di don Carlo Giuseppe Bombarda,
beneficiato, otteneva dall'autorità ecclesiastica l'autorizzazione a recuperare tutti gli stabili del beneficio e di versare
quale patrimonio beneficiale la somma di 10.000 fiorini (5). La proposta non ebbe comunque effetto per una serie di
dissapori creatisi fra gli esponenti della famiglia Bombarda che nello stesso anno donava al beneficio una casa sita a
Coredo, in località"al Piaz" (6). La famiglia Bombarda otteneva altresì l'autorizzazione di fondare un capitale di 500
fiorini a favore della chiesa di S. Rocco, i cui interessi, amministrati dal beneficiato, dovevano servire ad acquistare
161
paramenti e suppellettili sacre per la celebrazione delle messe legatarie, per la manutenzione degli altari e della
sacrestia. Veniva altresì concesso alla famiglia di porre nella chiesa di S. Rocco un "sedile" e di costruirvi una sepoltura
in mezzo alla chiesa.
L'anno successivo in occasione della composizione di una controversia sorta fra la comunità di Coredo ed il sindico
della chiesa parrocchiale e di S. Rocco da una parte e la famiglia Bombarda dall'altra in merito all'amministrazione di
un capitale di 800 fiorini precedentemente fondato dalla famiglia ed alla volontà espressa da quest'ultima di collocare
un'altare in pietra con l'apposizione dell'arma gentilizia, venne stabilito che 400 fiorini venissero amministrati dal
beneficiato Bombarda e gli altri 400 dal sindico della chiesa, con la supervisione del parroco, del sindico e del seniore
della famiglia. Il documento aggiungeva che "l'interessi de quali capitali tutti saranno impiegati per sacri utensili,
adobbo dell'altare, coperto della sacristia e chiesa e muri occorrendo". Della gestione del suddetto capitale il beneficiato
ed il sindico dovevano rendere conto a San Michele di ogni anno al parroco coll'intervento dei regolani e del seniore
della famiglia. Nella "composizione" si stabiliva che il parroco doveva ricevere dal parroco 'pro tempore' le chiavi dell
sacrestia della chiesa di S. Rocco. Alla famiglia venne anche concessa l'autorità vescovile di erigere l'altare di pietra "in
un sito sotto la palla dove riuscirà più a proposito un cartello colla seguente iscrizione: "Altare renovatum expensis
prenobilis Familia Bombardi donatum ecclesia filiali et communali Coredi sub invocatione Sancti Rochi" (7). Nel 1756
in, seguito ad un accordo raggiunto fra Giuseppe Tommaso Bombarda, erede di Giorgio Tommaso Bombarda da
Coredo da una parte, ed il parroco del paese Giovanni Nicolò Keller dall'altra, il capitale di 800 fiorini precedentemente
assegnato alla chiesa di S. Rocco, venne sostituito da 10 stabili dello stesso valore (8) (9).
Note
(1) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1, cc. 1 - 8
(2) Il fondatore esprimeva il desiderio che il diritto di patronato sul beneficio rimanesse separato da quello della
parrocchia e della cappellania
(3) Ai cantori veniva riservata una triplice porzione
(4) Lo stipendio veniva pagato a partire dal decimo anno d'età, per la durata di 10 anni
(5) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1, cc. 28 - 44. Cfr anche E. ENDRICI, "Coredo Nell'Anaunia [...]", p.161.
(6) La casa beneficiale venne venduta nel 1912, cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.2, c. 467
(7) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.1, cc. 45 - 50
(8) Archivio parrocchiale di Coredo, 6.1.1
(9) Il carteggio contenuto nel fascicolo cui su fa riferimento nella nota (7), documenta anche l'esistenza di un legato
consistente in 2 campi siti a Coredo, lasciato da Giovanni Michele Bombarda, nipote del fondatore, in data 29 agosto
1719 al sindico della chiesa parrocchiale di Coredo, che disponeva l'erezione di un altare "nella cappella della medesima
chiesa nuovamente eretta dirimpetto all'uscio della sacristia". Il fondatore disponeva altresì che dalla sua eredità
venissero devoluti alcuni beni "in ragione di primogenitura" in favore dei discendenti maschi di Giorgio Tommaso
Bombarda, quindi di Barbara Ottilia sua sorella e moglie del notaio Giovanni Michele Widmann, quindi della figlia
Barbara, ed estinte quest'ultime alla comunità di Coredo, con l'onere di far celebrare ogni settimana da un sacerdote
della stessa linea o dal primissario presso l'altare eretto dal testatore due sante messe. Sorta negli anni successivi una
controversia fra gli eredi del suddetto Giovanni Michele Bombarda e la comunità di Coredo, in merito al luogo in cui
collocare l'altare, si arrivò ad un aggiustamento con l'intervento del parroco di Taio ed il curato di Rallo. Si decise di
collocare l'altare "nella parte Bombarda" della cappella di fronte a quella destinata "cioè da quella parte ove ora si trova
l'uscio della sacrestia con obligo che la comunità faccia a spese della medesima comunità e così anco dalla parte di essi
162
signori eredi Bombardi come convicini dell'istessa comunità e non altrimenti far levar l'uscio di detta sacristia dal sito
ove di presente si trova e farlo collocare più in giù verso il pulpito in ristretto farlo aggiustare da periti in modo e forma
tale che possi ivi in detta capella comodamente entrare detto altare [...]". Da una supplica del parroco Pietro Preganella
all'autorità vescovile del 20 maggio 1731, che lamentava fra le altre cose la negligenza degli eredi di Giovanni Michele
Bombarda nonché del fondatore del Beneficio nell'adempiere gli oneri lagatari, si apprende che l'altare non era ancora
stato finito e che le due messe settimanali venivano celebrate su altro altare. Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo
7.2.2.1, c. 13 - 14. Nel 1883 l'altare venne trasportato in canonica (cfr. S. WEBER, "Le chiese della Valle di Non nella
storia e nell'arte", p. 77).
163
sottoserie 7.2.1
Urbari e inventari, 1681 - 1925
Contenuto
La serie consta di un registro (unità 7.2.1.1) in buono stato di conservazione nonostante l'impianto antico, risalente alla
data in cui veniva ufficialmente istituito il beneficio Bombarda (27 dicembre 1681).
Gli inventari raccolti nel fascicolo di cui all'unità 7.2.1.2, seppure con ordine ed articolazione diversi a seconda
dell'epoca di compilazione, forniscono i dati relativi ai capitali attivi posseduti dal beneficio presso fondi pubblici,
comuni, corporazioni e privati, ai capitali passivi, alle realità con prospetti finali riassuntivi del patrimonio e delle spese
fisse annuali. Gli inventari più recenti contengono anche notizie in merito alla fondazione del beneficio, specificando
nome del fondatore, data del documento di fondazione e della relativa approvazione, del patronato, di eventuali
incrementi del beneficio posteriori all'erezione, ecc.
1
"Urbario delli beni stabili et affitti francabili del venerabile beneficio ecclesiastico Bombarda sotto la denominatione di
S. to Michele Archangelo fondato nella cappella di S.to Rocco figliale della chiesa parochiale di S.ta Maria di Coredo
sotto li 27 del mese di dicembre dell'anno 1681[...]" (tit. int.)
1681 dicembre 27 - sec. XVII ex.
- All'inizio: "aggravi del beneficio": elenco degli oneri gravitanti sul beneficio, [1681 dic.];
- circa alla fine: rimando "alli instromenti publici rogati dal quondam sig. Pietro Antonio Brentonico [...]" in base ai quali è stato
stilato l'urbario, ed autentica del notaio Maurizio Bombarda di Coredo, [post 1681 dic. 27];
- alla fine: invito ai debitori che si affrancano dall'onere di pagare affitti al beneficio a sottoscriversi nell'urbario, [post 1681 dic. 27]
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 32
Segnature precedenti: VII A 8
1 b. 1
Inventari del beneficio Bombarda
1767; 1827; 1865 - 1866; 1912; 1925
Italiano
Fascicolo, n.n. 9, cc. 52
Segnature precedenti: VII A 8
164
sottoserie 7.2.2
Atti amministrativi, 1676 - [1955]
Contenuto
La serie consta di cinque fascicoli, tre dei quali contrassegnati da un'intitolazione originaria, e parzialmente
riconducibili a precedenti riordini dell'archivio.
Al momento del presente lavoro di ordinamento ed inventariazione dell'archivio parrocchiale la documentazione
contenuta nel fascicolo, di cui all'unità 7.2.2.1, era per gran parte conservata nel fascicolo "Documenti del beneficio don
Giorgio Bombardi" (1) riconducibile all'organizzazione impressa all'archivio dal parroco don G. Rigotti. Esso conteneva
documentazione relativa sia allo stipendio don Giorgio Bombarda eretto nel 1751, sia al beneficio ufficialmente fondato
nel 1681 da don Giovanni Michele Bombarda, quest'ultima inserita a sua volta in un sottofascicolo costituito da un
cartellina in cartone rigido riportante l'intitolazione "Beneficio Bombarda". Dopo aver constatato l'assenza di un vincolo
archivistico nella formazione del fascicolo, dettata pare dalla necessità di condizionare e sistemare frettolosamente la
documentazione dei legati, si è deciso di estrarre il sottofascicolo con la documentazione più antica del beneficio, e di
collocarlo nella sottoserie 'Atti amministrativi' del beneficio Bombarda.
I fascicoli di cui alle unità 7.2.2.2 e 7.2.2.3, le cui intitolazioni riprendono quelle apposte fra la fine del XIX secolo ed il
primo ventennio del secolo successivo da mani diverse su fascette di cartone rigido, conservano il primo
documentazione relativa all'amministrazione del patrimonio del beneficio, a contratti agricoli, ai lavori apportati agli
immobili del beneficio, ed il secondo documentazione relativa alla figura del beneficiato, alla sua elezione con gli atti di
consegna, alle cause sorte in merito a quest'ultima, all'assegnazione dello stipendio ecc. Gran parte delle carte
attualmente contenute nei due fascicoli, sono state rinvenute frammiste a quelle di altri enti ed amministrazioni
gravitanti attorno alla parrocchia, talora in carte singole, in alcuni casi invece aggregate in pratiche più articolate.
I fascicoli di cui alle unità 7.2.2.4 e 7.2.2.5 sono da attribuire a precedenti ordinamenti dell'archivio; seppure privi di
intitolazione originaria e conservati avvolti in una delle carte che ne costituiva il contenuto, sono state considerate unità
autonome dai restanti fascicoli con la documentazione del legato.
Note
(1) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.3.1.1
1 b. 1
"Beneficio Bombarda" (1)
1676 - 1790
"Copia della fondazione del beneficio" (1676), estratti dell'atto di fondazione, copia dell'atto di conferma dell'erezione del beneficio
da parte del vescovo Felice Alberti d'Enno, copie autentiche delle transazioni raggiunte fra la comunità di Coredo e gli eredi
Bombarda e dei decreti vescovili circa l'erezione e la collocazione dell'altare intitolato alla famiglia Bombarda, al suo mantenimento,
all'amministrazione del capitale del legato, all'assegnazione alla famiglia dei banchi e della sepoltura nella chiese parrocchiale e di S.
Rocco, copia autentica della transazione raggiunta nel 1754 fra Giuseppe Tommaso Bombardi ed il beneficiato Valentino Bombarda
circa la surrogazione dei beni beneficiali ecc., suppliche dei parroci di Coredo all'autorità vescovile circa i diritti spettanti al parroco
ed alle chiese di Coredo secondo il testamento del fondatore, carteggio vario degli amministratori del beneficio, dei beneficiati e
degli eredi Bombarda con l'autorità vescovile in merito alla gestione del patrimonio del legato, elenco dei "baptizati" della famiglia
Bombarda fra il 1569 ed il 1830 ecc.
165
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 136
Note
(1) Si tratta di un fascicolo probabilmente costituito tra la seconda metà del sec. XVII e la seconda metà del sec. XVIII, che pare
contenesse in origine contratti di affittanza, come attesta l'intitolazione originaria: "Affitti col n° 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10". La coperta del
fascicolo è stata successivamente utilizzata, probabilmente da don E. Endrici che ha apposto l'intitolazione recente, per contenere la
parte più antica del carteggio sul beneficio Bombarda
2 b. 1
"Carte diverse spettanti al Beneficio Bombarda di Coredo"
1810 - 1945
Prospetti, elenchi e stime del patrimonio del beneficio, estratti tavolari, contratti di mutuo ipotecario, di affittanza e di compravendita
con carteggio ed atti relativi, preventivi, quietanze e carteggio ed atti relativi ai lavori di restauro apportati alla casa beneficiale ed
alla vendita di quest'ultima, fassioni per la commisurazione dell'equivalente d'imposta, carteggio ed atti relativi al pagamento
dell'imposta fondiaria, dell'imposta sulle rendite di ricchezza mobile e sulla commisurazione della congrua spettante al beneficiato,
quietanze relative alle somme versate al cassiere comunale per steure gravitanti sul beneficio per gli anni 1891 - 1902
contiene fra l'altro: resoconti e conti intercalari del beneficio Bombarda con carteggio ed atti relativi, 1832 - 1890 (1)
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 549
Note
(1) Sono presenti solo i resoconti per gli anni 1831/1832, 1866/1868, l'estratto del conto per gli anni 1864/1865 ed il conto intercalare
per il periodo 1890 maggio 1 - 1890 luglio 20
3 b. 1
"Beneficio Bombarda"
1827 - 1929
Atti di consegna delle temporalità del beneficio, carteggio relativo alla nomina del beneficiato ed alla celebrazione delle messe
gravitanti sul beneficio, all'assegnazione dello stipendio ed al pagamento di quest'ultimo, decreto del vescovo C. Endrici conferente
al beneficiato Bombarda l'onere della cura d'anime quale ausiliario del parroco di Coredo, ecc.
Fascicolo, cc. 103
4 b. 1
Lettere di Giuseppe ed Enrico Bombarda indirizzate a Emanuele Sicher, beneficiato Bombarda, riguardanti
l'amministrazione del patrimonio del beneficio (1)
1906; 1911 - 1913
Fascicolo, cc. 14
Note
(1) Don Emanuele Sicher fu cooperatore e beneficiato Bombarda dal 1890 al 1921
5 b. 1
Alberi genealogici, ricerche e appunti sui legami parentali della famiglia Bombarda (1)
[1852 - 1955] (2)
Italiano
Fascicolo, cc. 58
166
Note
(1) Alcuni appunti sono annotati sul verso di carte riportanti relazioni stilate in occasione di conferenze del clero diocesano
(2) L'estremo cronologico iniziale coincide con l'anno in cui si suppone sia stato stilato il primo albero genealogico contenuto nel
fascicolo; esso pare di mano del parroco E. Lorenzoni che annota l'ultimo nato nel 1852. L'estremo cronologico finale è stato desunto
dall'ultimo anno di servizio di don E. Tonidandel; pare infatti che la documentazione contenuta nel fascicolo, non datata, sia stata
prevalentemente prodotta da quest'ultimo
167
sottoserie 7.2.3
Diari delle messe, 1757 - 1866
Contenuto
La serie consta di tre registri in discreto stato di conservazione, in cui si conserva la registrazione delle messe
beneficiali Bombarda celebrate nella chiesetta di S. Rocco di Coredo dal 1757 al 1866. I registri di cui alle unità 7.2.3.1
e 7.2.3.3 riportano rispettivamente, sul piatto anteriore della coperta, le intitolazioni originarie "Diarium missarum
ecclesie S. Rochi" e "Diarium SS. missarum celebratarum in ecclesia fil(iali) S. Rochi ab anno ecc(lesiastico)
1831/1832 usque ad ecc.", contemporanee pare, ai titoli interni che attestano l'uso del diario da parte del beneficiato
Bombarda 'pro tempore'. Questo lascia pensare che nella chiesa figliale, demolita nel 1948 (1), venissero celebrate,
almeno nell'arco cronologico coperto dalle registrazioni, solo le messe gravanti sul beneficio fondato nel 1676 da
Giovanni Michele Bombarda di Coredo. La loro collocazione nella serie 'Diari delle messe' del Beneficio Bombarda,
trova quindi giustificazione nell'esclusivo uso fattone dai beneficiati Bombarda 'pro tempore'.
In base alla volontà del fondatore il beneficiato Bombarda 'pro tempore', o il suo sostituto, celebrava 3 messe
settimanali in suffragio dell'anima del testatore nella chiesa di S. Rocco, a condizione che di domenica e nei giorni
festivi di precetto, o nei giorni feriali in cui venivano celebrate funzioni solenni o funebri l'ora della messa non
precedesse l' "ora decima dell'orologio germanico". Nel giorno dell'anniversario della morte del fondatore il parroco
celebrava una messa solenne. A seguito di aggiunte posteriori il beneficiato ebbe l'onere di celebrare altre due messe
settimanali oltre alle tre originarie, l'una in suffragio dell'anima di don Bartolomeo Caldana, parroco di Stranich, in
Austria, e l'altra di don Giovanni Antonio Bombarda, parroco di Gallneikirchen, consigliere del vescovo di Passau, e di
Ottilia Bombarda vedova Gentili, in seguito alle loro donazioni che dal 1696 aumentarono il patrimonio del beneficio.
A partire dal 1838 si susseguirono gli indulti vescovili che concedevano al beneficiato la facoltà, per periodi limitati, di
celebrare le messe beneficiali in altre chiese della provincia (2). Scorrendo la registrazione delle messe legatarie
celebrate nella chiesa parrocchiale di Coredo, si evince che, a partire dall'ultimo decennio del XIX secolo, in
coincidenza con la nomina a beneficiato di don Emanuele Sicher, cooperatore del parroco E. Endrici, parte delle messe
beneficiali venivano celebrate nella chiesa parrocchiale; lo testimonia la dispensa dalla località, datata 24 luglio 1890,
concessa per un triennio dall'Ordinariato vescovile al beneficiato Bombarda, in modo che tutte le domeniche e feste di
precetto celebrasse la messa nella chiesa parrocchiale anziché nella chiesetta di S. Rocco specificando che la decisione
veniva presa "per comodità dei fedeli", e che "nei giorni feriali però, almeno qualche giorno in settimana, celebrerà a S.
Rocco" (3).
Note
(1) Per informazioni più dettagliate sulla chiesetta di S. Rocco, si rimanda all'introduzione al sottofondo 'Chiesa di S.
Rocco', Archivio parrocchiale, 6
(2) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.3.3
(3) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.2.3, cc. 76 - 77
1
"Diarium missarum benficialium Bonbardi quae celebrantur in ecclesia S. Rochi incipiens ab anno 1757 ut sequitur"
168
(tit. int.) (1)
1757 gennaio 3 - 1795 aprile 30
Sul recto del piatto anteriore della coperta: nota del parroco Giovanni Nicola Keller relativa agli oneri missari gravanti sul beneficiato
Bombarda 'pro tempore' (o sul suo sostituto), 1768 lug. 14
alla fine delle registrazioni: nota del cappellano Romedio Widmann relativa alle messe celebrate per il beneficio Bombarda (in
qualità di sostituto del beneficiato Francesco Inama) ed all'elemosina ricevuta, 1795 apr. 30
verso la fine: "Inventario delle sacre supeletili che li 30 settembre 1774 ho ritrovate nella chiesa figliale di S. Rocco", [1774 set. 30]
(con annotazioni del 26 set. 1777 e del 10 ago. 1779)
sul verso dell'ultima carta del registro: annotazione relativa alla dotazione di biancheria nella chiesa di S. Rocco ?, 1771 mag.13
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 176 n.n.
Segnature precedenti: IV A
Note
(1) Sulla coperta: "Diarium missarum ecclesiae S. Rochi"
2
"Diarium missarum beneficialium Bombardi, quae celebrantur in ecclesia Sancti Rochi Coredi incipiens ab anno 1796
ut sequitur"
1796 aprile 7 - 1815; 1827 novembre 18 - 1832 giugno 16
Alla prima carta: "Prospetto delle messe legatarie e benefiziali da celebrarsi in questa figliale di S. Rocco", [1796] (1)
a metà circa: annotazione alludente a non meglio specificato "lacrimabile tempus" per il beneficio, con rimando alle registrazioni del
1827, [1827]
alla fine: "Inventario delle sacre suppellettili ritrovate nella chiesa figliale di S. Rocco fatto presente dal rev. parroco Pietro Menghini
e don Romedio Rizzardi vicebeneficiato ai 29 agosto 1796", [1796 agosto 29] con annotazioni fino al 18 mag. 1803
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 58 (num. orig. parziale)
Segnature precedenti: IV 4
Note
(1) Nel prospetto vengono indicati i giorni dell'anno in cui il parroco di Coredo è tenuto a celebrare la messa per il beneficio
Bombarda ed il numero di messe annuali a carico del beneficiato
3
"Diarium ss. missarum celebratarum in ecclesia fil(iali) S. Rocchi ab anno ecc(lesiastico) 1831/32 usque ad, ecc"
1831 ottobre 18 - 1866 novembre 28
Diario delle messe del beneficio Bombarda
alla prima carta: nota relativa all'investitura del beneficio Bombarda conferita a don Francesco Inama dal vescovo Francesco Luschin
in data 2 agosto 1831, [post 1831 ago. 2]; nota relativa all'indulto concesso in data 19 agosto 1830 dal vescovo Francesco Luschin a
don Francesco Inama, neobeneficiato Bombarda, per astenersi dal 2 agosto 1831 al 2 agosto 1832 dall'espletamento degli oneri legati
alla condizione beneficiale, ed alla successiva nomina di don Giuseppe Inama a suo sostituto [post 1831 ago. 19]
verso l'inizio: nota relativa alla nomina di don Francesco Sicher a sostituto beneficiato Bombarda, 1837 giu. 14; nota relativa a
indulto vescovile concesso in data 26 febbraio 1838 febbraio per la celebrazione della messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di
Villa Lagarina sino al 22 aprile 1839 [post 1838 feb. 26]; nota relativa a indulto vescovile concesso in data 26 febbraio 1840 per la
celebrazione della messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di Tassullo sino al 27 aprile dello stesso anno, [post 1840 feb. 26]; nota
relativa a indulto vescovile concesso in data 29 gennaio 1841 per la celebrazione della messa beneficiale nelle chiese parrocchiali di
Arsio e Castelfondo sino al 18 aprile dello stesso anno, [post 1841 gen. 29]
169
verso la metà: nota relativa alla concessione conferita al beneficiato Bombarda di celebrare temporanemente la messa beneficiale
nella chiesa parrocchiale di Taio, [post 1852 dic. 15]; nota relativa a indulto vescovile concesso in data 17 dicembre 1854 per la
celebrazione della messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di Tassullo, [post 1854 dic. 17]; nota relativa a indulto vescovile
concesso in data 14 febbraio 1857 per la celebrazione della messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di Malé, [post 1857 feb. 14];
nota relativa a indulto vescovile concesso in data 10 febbraio 1858 per la celebrazione della messa beneficiale nelle chiese
parrocchiali di Taio e Torra, [post 1858 feb. 10]; nota relativa a indulto vescovile concesso in data 17 febbraio 1859 per la
celebrazione della messa beneficiale nella chiesa parrocchiale di Tione, [post 1859 feb. 17];
verso la fine: nota relativa a indulto vescovile concesso in data 14 febbraio 1860 per la celebrazione della messa beneficiale nella
chiesa parrocchiale di Calavino, [post 1860 feb. 14];
Latino
Registro, legatura in cart., cc. 156 n.n.
Segnature precedenti: IV 9
170
serie 7.3
Stipendio Giorgio Bombarda, 1896 - 1918
Contenuto
Don Giorgio Bombarda, nato a Coredo il 5 maggio 1670, decano di Enns nell'Austria Superiore, fondò nel 1751 due
stipendi cui avevano diritto i discendenti del fondatore, residenti a Coredo.
171
sottoserie 7.3.1
Atti amministrativi, 1896 - 1918
Contenuto
La serie consta di un solo fascicolo, del quale, in occasione del presente ordinamento, si è tentato di ricostruire la
probabile consistenza originaria, riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla documentazione dal parroco
don G. Rigotti (1929 - 1942). A seguito di successivi interventi sull'archivio parrocchiale infatti, gran parte della
documentazione relativa allo stipendio venne frammista a quella del beneficio fondato da don Giovanni Michele
Bombarda e di altre amministrazioni gravitanti attorno alla parrocchia (1).
Note
(1) Al momento del presente ordinamento dell'archivio la documentazione contenuta nel fascicolo constava solo di due
alberi geneaologi, prodotti in occasione del conferimento dello stipendio
1 b. 1
"Documenti del Beneficio don Giorgio Bombardi"
1896 - 1918
Carteggio del parroco di Coredo e di un privato con il Capitanato distrettuale di Cles e la Luogotenenza di Linz in merito al
conferimento dello stipendio, alberi genealogici
Fascicolo, cc. 18
172
serie 7.4
Primissaria, 1700 - 1966
Contenuto
La fondazione della Primissaria comunale ebbe inizio nel 1700, anno in cui Sicher Maddalena fu Antonio nel suo
testamento rogato in data 15 maggio, cedeva alla magnifica Comunità di Coredo il diritto di esigere 7 censi, per un
totale di 400 ragnesi, a condizione che quest'ultima eleggesse 'in perpetuum' un sacerdote della vicinia, che celebrasse
"de mane" la messa prima nella chiesa di S. Maria, tutti i giorni festivi, a cominciare dal mese di maggio fino al giorno
di S. Andrea apostolo. Nel caso in cui non fosse disponibile un sacerdote appartenente alla vicinia, l'onere missario
sarebbe stato soddisfatto dal parroco 'pro tempore' di Coredo. La fondazione era aggravata di 56 messe da celebrarsi in
suffragio dell'anima della testatrice, dei suoi congiunti e del defunto parroco di Coredo Francesco Bertoldi, suo
benefattore. Per ogni messa veniva corrisposta al celebrante un'elemosina di 2 troni e 2 crucigeri (1). "Il comune pagava
dalla cassa comunale al sacerdote che diceva la messa prima 50 fiorini" (2).
Al legato di Maddalena Sicher ne seguirono altri, tutti con l'onere di messe (3). Tra i legati più importaneti troviamo
quello di Giovanni Michele Bombarda che, con testamento rogato in data 29 agosto 1719, oltre all'erezione di un altare
"nella cappella della medesima chiesa nuovamente eretta dirimpetto all'uscio della sacristia", disponeva che alcuni beni
costituenti la sua eredità venissero devoluti "in ragione di primogenitura" in favore dei discendenti maschi di Giorgio
Tommaso Bombarda, quindi di Barbara Ottilia sua sorella e moglie del notaio Giovanni Michele Widmann, quindi della
figlia Barbara, ed estinte quest'ultime alla Comunità di Coredo con obblighi missari a carico del Primissario. Il
beneficiario dell'eredità doveva far celebrare ogni settimana da un sacerdote della stessa linea o dal Primissario due
sante messe presso l'altare eretto dal testatore, con l'elemosina di 2 troni e 13 ragnesi per cadauna messa.
Note
(1) Cfr. il documento di fondazione, 7.4.2.1, cc. 1 - 6
(2) E. ENDRICI, Coredo nell'Anaunia [...]", p. 164
(3) Generalmente i testatori lasciavano alla fondazione dei terreni, o il diritto di esigere censi, chiedendo in cambio la
celebrazione di ss. messe in suffragio della loro anima e di quella dei loro parenti
173
sottoserie 7.4.1
Urbari, 1700 - 1925
Contenuto
La serie consta di un unico registro in buono stato di conservazione. L'intitolazione apposta sulla prima carta da don
Luca Stefano Ferrari, parroco di Coredo dal 1731 al 1752, che iniziò nel 1750 la compilazione dell'urbario, ne riassume
in breve il contenuto. Numerose sono le aggiunte posteriori, fino al secondo decennio del XX secolo, relative
generalmente a legati disposti a favore della Primissaria e ad affrancazioni dall'onere di pagamento di livelli. Da mettere
in rilievo sono anche le aggiunte posteriori del parroco don E. Endrici che nel 1908 oltre all' "inventario dei beni mobili
e stabili spettanti alla Primissaria di Coredo" vi stilò l'urbario della Congregazione di carità, elencando gli oneri gravanti
sull'ente ed i capitali in suo possesso (1). Intorno al 1910 lo stesso Endrici scriveva: "Presentemente la Primissaria ha un
patrimonio tra capitali e beni stabili di 4500 corone. Le rendite del fondo servono per la celebrazione di s. messe in
suffragio dei fondatori" (2).
Note
(1) Cfr. anche Archivio della Congragazione di carità di Coredo, 1
(2) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 164
1
"Urbarium, iurium, stabilium ac legatorum spectantium ad venerabilem primissariam Coredi, confectum me Luca
Stephano Ferrari de Enno pro tempore, parocho ac decano foraneo"
1700 maggio 15 (copia) - sec. XVIII ex. ; 1850; 1863; 1908; 1914; 1925
All'inizio, su carta non numerata: atto notarile relativo alla disposizione data dal parroco di Coredo di redigere l'urbario dei beni della
primissaria, 1750 set. 29;
alle pp. 1 - 3: copia semplice del testamento di Maddalena del fu Antonio Sicher da Coredo, fondatrice del legato della primissaria,
1700 mag. 15
dopo la metà: "urbario della Congregazione di carità di Coredo fatto nell'anno 1908", [1908] (1)
sull'ultima carta scritta del registro: annotazione del parroco Edoardo Endrici relativa all'acquisto di un nuovo urbario per la
congregazione di carità con rimando al nuovo registro per l'elenco dei suoi capitali, stilato nel 1910, [1910]
Italiano
Registro, legatura in pelle, cc. 57 (num. orig. parziale)
Segnature precedenti: VII B 3
174
sottoserie 7.4.2
Atti amministrativi, 1700 - 1942
Contenuto
La sottoserie 'Atti amministrativi' della Primissaria consta di cinque unità di originaria costituzione. Gli atti contenuti
nei fascicoli, di cui alle unità 7.4.2.1, 7.4.2.2, 7.4.2.3, costituenti la documentazione più antica relativa al legato, erano
raccolti, precedentemente al presente lavoro di riordino ed inventariazione, in tre mazzi conservati, insieme ad altra
documentazione relativa alla chiesa ed al beneficio parrocchiale, in uno scatolone riportante all'esterno l'intitolazione
apposta in occasione dell'inventariazione del sign. Romagna:"Materiale vario antico da catalogare, con pergamene". Si
tratta di originali e copie di legati che dal 1700, anno in cui venne istituita la fondazione, andarono progressivamente a
costituirne il patrimonio, di atti di costituzione di censo, contratti di locazione, dazioni in pagamento ed inventari del
legato. Ciascun atto riporta sul verso la data di redazione, la natura dell'atto e le parti contraenti.
I fascicoli di cui alle unità 7.4.2.4 e 7.4.2.5 sono da ricondurre rispettivamente agli interventi di riordino dell'archivio
operati dai parroci don E. Endrici (1887 - 1921) e don G. Rigotti (1929 - 1942). Entrambi, seppure coprendo periodi
cronologici diversi, raccolgono documentazione prodotta in seno all'amministrazione ed alla gestione del patrimonio
della fondazione, ed in particolare relativa al pagamento delle imposte, ed ancora contratti di mutuo ipotecario e
carteggio relativo, comunicazioni provenienti dall'Ordinariato vescovile ecc. Da mettere in rilievo è la presenza, nel
primo, di due scodirolli della prima metà del XIX secolo, in cui vennero annotate le rendite provenienti dal pagamento
di livelli in grano e denaro.
1 b. 1
Originali, copie autentiche e semplici di donazioni, legati pii ed adempimenti legatari a favore della Primissaria di
Coredo
1700 - 1759
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 48
2 b. 1
Originali e copie autentiche di atti di costituzione di censo a favore della Primissaria di Coredo
1702 - 1799
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 113
3 b. 1
Documenti riguardanti la Primissaria di Coredo
1706 - 1764
Originali e copie autentiche di contratti di locazione di beni immobili della Primissaria, di dazioni in pagamento ad estinzione di
debiti contratti con quest'ultima, inventario dei beni e delle rendite del legato
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 33
175
4 b. 1
"Riguardano la Primissaria [...]" (1)
1803 - 1860 (con annotazioni fino al 1870 circa)
Documenti di mutuo ipotecario con carteggio ed atti relativi, "elenco dei documenti dei capitali presso privati della Primissaria di
Coredo [...]" (2), "nozioni della Commissione distrettuale per lo svincolamento della gleba [...]" (3), elenchi dei "debitori livellari"
della Primissaria e dei livelli affrancati", "Memoria delle s. messe lette per la Primissaria dal primisaro don Giusppe Inama [...]",
disposizione dell'Ordinariato vescovile che decreta l'assegnazione di uno stipendio triennale al cappellano da prelevarsi dal fondo
primissariale ecc.
contiene fra l'altro: "Scodirollo delle rendite del fondo della Primissaria del Comune di Coredo scaduta a San Michele 1843 [...],
1844 - 1845; "Scodirollo delle rendite del fondo della Primissaria del Comune di Coredo [...] degli anni 1847 e 1848", 1844 - 1850
(4)
Italiano
Fascicolo, cc. 86
Note
(1) L'intitolazione è stata desunta dal verso della carta, contenento l' "ellenco di tutti i capitali esistenti presso privati, di ragione della
Primissaria di Coredo", che raccoglieva originariamante la documentazione contenuta nel fascicolo
(2) Sono presenti più elenchi stilati in periodi diversi
(3) Si tratta di documentazione prodotta in occasione di affrancazione dall'obbligo di pagamento di censi e affitti (in questo caso di
privati verso la Primissaria). Il parroco vi annotava spesso anche il nome di chi veniva in seguito reinvestito dello stesso censo e
l'ammontare di quest'ultimo
(4) Si tratta di due sottili registri che riportano: l'elenco dei dei debitori in grano per affitti o livelli, dei debitori in denaro per interessi
dei capitali, la data del pagamento nonché la somma di denaro o la quantità di grano corrisposti
5 b. 1
"Documenti della Primissaria"
1870 - 1942
Documenti di mutuo ipotecario con carteggio ed atti relativi, contratti di permuta e di affittanza, estratti tavolari, carteggio ed atti
relativi al pagamento dell'imposta sulle rendite e dell'equivalente d'imposta, comunicazioni dell' Ordinariato vescovile circa l'impiego
della rendita della Primissaria per la celebrazione di ss. messe ecc.
Italiano
Fascicolo, cc. 75
176
sottoserie 7.4.3
Registri della rese di conto, 1746 - 1834
Contenuto
La sottoserie 'Registri delle rese di conto' della Primissaria di Coredo consta di due registri in discreto stato di
conservazione. Da rilevare è la presenza, nel registro più antico (7.4.3.1), dei resoconti del Fondo S. Anime per gli anni
1751 - 1824, che testimoniano l'esistenza, almeno per questo arco di tempo, di un "sindico della Primissaria e
sovrastante all'elemosina che si racoglierano da fedeli delle S. Anime".
Dai registri si evince che le rese di conto, redatte annualmente dai sindici (amministratori del patrimonio della
fondazione), venivano presentate almeno fino al 1834 al parroco presso la canonica, al quale in tale occasione veniva
esibito anche il diario delle messe tenuto dal primissario. Dal 1841 ne è invece accertata la redazione presso la
cancelleria Comunale, in presenza del capo-comune (al quale competeva la revisione e liquidazione), del parroco e del
cassiere.
Si segnala inoltre la presenza, nel registro più recente, di un "inventario dei beni stabili e mobili spettanti alla
Primissaria di Coredo", compilato dal parroco Emilio Lorenzoni con aggiunte successive di don E. Endrici che, nel
1910, ne redigeva copia aggiornata sull'urbario della fondazione (1).
Note
(1) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.2.1.1
1
"Libro delle S. Anime più della Premi[ssa]ria. Primissaria, conti dal 1746 al 1827"
1746 ottobre 4 - 1834 settembre 29
- Rese di conto della Primissaria, 1746 ott. 4 - 1815 set. 29; 1820 set. 29 - 1834 set. 29 (1) (2)
- rese di conto del fondo S. Anime del Purgatorio, 1751 apr. 24 - 1824 [set. 29] (3)
sul verso del piatto anteriore della coperta: quietanza rilasciata dal convento di S. Antonio di Cles attestente il pagamento
dell'elemosina per la celebrazione delle messe 'prp Primissaria' nello stesso convento, 1797 ott. 7
sulla prima carta: annotazione relativa all'ammontare della tassa sui cereali ? per il 1828/1829, [1828/1829]
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 116 n.n.
Segnature precedenti: VII B 2
Note
(1) L'elenco delle uscite della Primissaria è fatto precedere dall'atto relativo alla revisione annuale dei diari delle messe celebrate per
la fondazione, sottoscritto dal primissario
(2) Le rese di conto degli anni 1820 - 1834 sono state trascritte, in modo più ordinato e dettagliato, nel successivo registro dei conti
della Primissaria (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 6.2.2)
(3) Le rese di conto del fondo S. Anime sono riportate fra la resa di conto della Primissaria del 1750 e quella del 1751
2
"Registro dei conti della primissaria di Coredo dal 1820 in poi"
1820 - 1926 (con annotazione del 12 febbraio 1927)
177
- Rese di conto della Primissaria, 1820 - 1839, 1841- 1926 (con annotazione del 12 febbraio 1927)
- "inventario dei beni stabili e mobili spettanti alla Primissaria comunale di Coredo", sec. XIX ex. (con annotazioni fino al sec. XX
in.)
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 132 n.n.
Segnature precedenti: VII B 4
178
sottoserie 7.4.4
Resoconti e documenti di corredo, 1818 - 1966
Contenuto
La sottoserie 'Resoconti e documenti di corredo' della Primissaria di Coredo consta di due fascicoli di nuova
costituzione (1).
Il presente ordinamento mantiene quello originario, che separa la documentazione contabile della prima metà del sec.
XIX da quella della prima metà del XX sec., allegando le quietanze, qualora esistenti, ai resoconti (2). Le quietanze,
ordinate in fascicoli annuali, biennali o pluriennali a seconda del resoconto cui si riferiscono, seguono il numero
progressivo loro attribuito ed avente riscontro con i resoconti; quelle non riconducubili ai resoconto sono state inserite,
in ordine cronologico, in fondo ai rispettivi fascicoli. Causa la scarsa quantità della documentazione presente e per il
fatto che le rese di conto della Primissaria sono state tutte trascritte sui registri delle rese di conto si è deciso,
contrariamente a quanto fatto per i resoconti ed i documenti di corredo degli altri enti, di segnalare la documentazione
presente e non quella mancante.
Note
(1) Precedentemente al presente lavoro di riordino ed inventariazione dell'archivio parrocchiale i resoconti degli anni
1941 - 1949 e 1954 - 1966 erano stati collocati nel fascicolo "Documenti della Primissaria", formato in occasione
dell'ordinamento del parroco Rigotti, e a loro volta ripiegati in una fascetta di carta riportante l'intitolazione "Conti
primissaria", apposta in occasione dell'intervento sull'archivio del sign. Romagna. Le quietanze prodotte per gli anni
1922 - 1928 erano state avvolte dal parroco Faccinelli (....-.....) in una fascietta cartacea con l'intitolazione "Primissaria
II", mentre quelle relative al periodo 1929 - 1942 erano state inserite dallo stesso Rigotti in buste dal lettera riportanti le
intitolazioni "Fatture di conti della Primissaria, 1940 - 1942" e "Quietanze della Primissaria". I resoconti dal 1818 al
1826 e le quietanze dal 1827 al 1860 erano invece conservati, unitamente ad altra documentazione degli anni 1819 1860, che lo stesso Endrici aveva raccolto in un bifoglio contenente l' "elenco di tutti i capitali esistenti presso privati di
ragione della Primissaria di Coredo" e riportante sul verso l'intitolazione: "Riguardano la primissaria, di nessun valore"
(1) Si ricorda che i resoconti dal 1820 al 1826 sono stati trascritti anche nel registro delle rese di conto (cfr. Archivio
parrocchiale di Coredo, 7.4.3.1)
b. 1
Resoconti e documenti di corredo della Primissaria dal 1818 al 1860 (1)
1818 - 1860
Sono presenti i resoconti degli anni: 1818/1819 - 1826 (2)
sono presenti i documenti di corredo degli anni: 1827, 1838 - 1851, 1857, 1860
Italiano
Fascicolo, n.n. 6, cc. 81
Note
(1) Per informazioni in merito all'assetto originario della documentazione vedi le note introduttive alla serie
(2) Peraltro trascritti anche nel registro delle rese di conto n. 282, vecchia segnatura VII B 4
179
2 b. 1
Resoconti e documenti di corredo della Primissaria dal 1941 al 1966 (1)
1922 - 1966
Sono presenti i resoconti degli anni 1941/1942 - 1949; 1952 - 1966
Italiano
Fascicolo, n.n. 5, cc. 93
Note
(1) Per informazioni in merito all'assetto originario della documentazione vedi le note introduttive alla serie
180
serie 7.5
Stipendio Erlicher, [1768] - 1946
Contenuto
Don Giacomo Erlicher nato a Coredo nel 1707, parroco di Trasmaur nell'Austria Inferiore, allo scopo di fondare uno
stipendio mandava nel 1768 3000 fiorini a Giuseppe Bombarda di Salorno, coll'incarico di investire tale importo in beni
stabili (1). In data 16 ottobre 1769 il sacerdote costituiva il parroco di Coredo Nicolò Keller quale suo legittimo
procuratore colla richiesta di assistere i cognati Valentino Sicher e Francesco Rizzardi nell'acquisto dei terreni (2). Con
documento, dato in Trasmaur il 15 agosto 1770 (3), don Giacomo Erlicher, destinava questi stabili quali patrimonio
dello stipendio; suddiviso in 11 punti l' atto di fondazione ne conteneva anche un dettagliato elenco. Il fondatore si
riservava fino alla morte lo "ius presentandi" dello stipendio, attribuendolo in seguito al seniore della discendenza
maschile del padre Michele Erlicher ed, estinta quest'ultima, al seniore della discendenza della sorella Cecilia e quindi a
quella della sorella Rosa. Estintasi anche quest'ultima il diritto veniva conferito alla discendenza di Bartolomeo
Erlicher, parente del testatore, e terminata quest'ultima ai parroci 'pro tempore' di Coredo. Lo studente che beneficiava
dello stipendio per uno spazio di tempo non superiore ai 10 anni, doveva essere un discendente maschio delle suddette
famiglie con la specificazione che "tale giovane da nominarsi essere debba di capacità sufficente e buoni costumi non
che di anni dieci in quindeci" (4).
Il fondatore morì nello stesso anno, ma prima della morte "considerato che molti di quelli goduto che avrebbono lo
stipendio, avrebbono anche avuto la vocazione dello stato ecclesiastico, ma che da questo sarebbono stati impediti per la
povertà e mancanza di patrimonio" (5) assegnò al nipote e procuratore don Michele Erlicher altri 2000 fiorini per la
fondazione di un patrimonio ecclesiastico con l'onere di alcune messe. Nel 1771 don Michele Erlicher acquistava 16
stabili a Coredo, quale dotazione del patrimonio, e ne faceva redigere l'atto di fondazione dal significativo titolo:
"Fondazione del Patrimonio per quelli che averanno goduto il stipendio di tre milla già prima fondato".
In data 20 novembre 1860, con instrumento di fondazione redatto per mano del notaio Girolamo Dusini da Cles, previa
autorizzazione delle competenti autorità politico - ecclesiastiche, considerata insufficente la rendita dei due legati ed
inopportuna una loro separata amministrazione, le due fondazioni vennero unite sotto il nome di Stipendio Erlicher (6).
A partire dall'ultimo decennio del XIX sec., si provvide progressivamente alla vendita degli stabili dello stipendio ed al
successivo acquisto di obbligazioni di stato vincolate al nome della fondazione. Da un promemoria del parroco E.
Endrici, annotato sull'urbario dello stipendio, si evince che la vendita degli ultimi stabili si concluse nel 1911.
Note
(1) Cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 165
(2) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.5.2.1, c. 1
(3) Il fondatore, dichiarava nel documento di annullare con quest'ultimo una precedente disposizione, esplicitando al
parroco di Coredo il desiderio di "riporre questa mia fondazione originale unitamente coll'altri documenti presentatigli
per più sicura custodia nella cassa delle scritture parochiali [...]".
(4) In mancanza di discendenti maschi delle tre famiglie lo stipendio doveva essere riservato ad un giovane della
famiglia dell'età di 4 anni "ma spiritoso"; fino a quando questi avesse raggiunto i 10 anni, i frutti derivanti dal
patrimonio dello stipendio dovevano essere impiegati "in lasciar imparare qualche arte qualche giovane" della famiglia
e nella celebrazione di messe in suffragio dell'anima del fondatore e dei suoi parenti
(5) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.5.2.1, cc. 18 - 21
181
(6) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.5.2.1, cc. 26 - 65. Lo strumento di fondazione riportava in allegato le copie
autentiche delle precedenti fondazioni dello stipendio (1770) e del patrimonio Erlicher (1771)
182
sottoserie 7.5.1
Urbari, [1768] - 1914
Contenuto
La serie consta di un solo registro in buono stato di conservazione. Di notevole interesse, oltre agli alberi genealogici,
stilati in epoche diverse ed inseriti nel volume anche in carta sciolta, sono gli originali degli atti di compravendita dei
fondi di Romeno, Coredo e Casez, acquistati negli anni 1768 - 1770 e destinati a costituire in seguito il patrimonio dello
stipendio.
Da segnalare è anche un promemoria stilato in apertura del registro dal parroco di Coredo Edoardo Endrici, relativo alla
vendita degli ultimi stabili dello stipendio, conclusasi nel 1911, ed al successicvo acquisto di obbligazioni di stato
intestate alla fondazione.
1
"Urbario dei beni stabili dello stipendio e patrimonio Erlicher" (tit. int.)
[1768] - sec. XIX ex. - 1911; 1914
- Alberi genealogici della famiglia Erlicher di Coredo [sec. XIX seconda metà]
- promemoria stilato dal parroco Edoardo Endrici relativa alla vendita degli ultimi stabili dello stipendio Erlicher - conclusasi nel
1911- ed al successivo acquisto di obbligazionidi stato, 1912 maggio 15
- "nota distinta de fondi comprati dal reverendissiamo signor don Giacomo Erlicher, paroco di Trasmaur nell'Austria inferiore l'anno
1768 in Romeno", [1768] con annotazioni fino al sec. XIX in.
- "Coredo. 1914: patrimonio dello stipendio Erlicher" (1), [1914]
- "Documenti delle compre e successive investitura fatte dal reverendissimo don Giacomo Erlicher, paroco di Trasmaur nell'Austria
inferiore, in Romeno l'anno 1768", 1768 ott. 13 - 1770 feb. 24; 1776 ott. 29
- "seguono beni destinati per il patrimonio sacerdotale instituito dal reverendissimo signor abate Giacomo Erlicher oriundo di
Coredo, parroco di Transmaur a favore delle famiglie Erlicher", 1770 mag. 22 - dic. 4 (3)
- contiene, inseriti: alberi genealogici della famiglia Erlicher di Coredo, [sec. XIX prima metà] (4)
Italiano
Registro, legatura in pelle, cc. 57 (num. orig. parziale), con indice parzialmente compilato all'inizio n.n. (5)
Segnature precedenti: VII B 1
Note
(1) Si tratta di un breve elenco delle obbligazioni di stato e dei depositi bancari dello stipendio Erlicher, compilato dal parroco don
Edoardo Endrici
(2) Si tratta di originali e copie autentiche di atti di compravendita di terreni siti nei comuni di Romeno, Coredo e Casez e di
successive locazioni degli stessi fondi
(3) Si tratta di copie autentiche di atti di compravendita di 16 terreni, siti nel territorio Coredo, acquistati da don Michele Erlicher,
procuratore di don Giacomo Erlicher, con lo scopo di fondare uno stipendio ecclesiastico
(4) Sul verso di una delle carte raffiguranti gli alberi genealogici: "inscritte nell'anno 1834"
(5) L'indice riporta un elenco parziale dei locatari di terreni del patrimonio Erlicher
183
sottoserie 7.5.2
Atti amministrativi, 1769 - 1946
Contenuto
La serie consta di due fascicoli di originaria formazione; il primo reca l'intitolazione riportata sulla sottile fascietta
cartacea che raccoglieva gli atti, apposta pare, in occasione degli studi storici su Coredo compiuti dal parroco Endrici e
collaboratori (1), quando vennero indicati, a matita, sul verso di alcune carte, la data del documento ed un breve
accenno al suo contenuto. Contiene gli atti di fondazione dello Stipendio (1770) e del Patrimonio Erlicher (1771), e
l'atto di riunione dello Stipendio con il Patrimonio (1860).
Il secondo è riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla documentazione dal parroco don G. Rigotti
(1929 - 1942). Contiene per gran parte carteggio ed atti relativi alla presentazione, alla scelta ed all'investitura degli
studenti chiamati a godere dello stipendio, e documentazione relativa alla gestione del patrimonio. E' necessario
comunque precisare che al momento del presento intervento di riordino dell'archivio parrocchiale si rinvenne anche un
fascicolo, formato in occasione del parziale ordinamento operato dal parroco Endrici (2) riportante l'intitolazione
"Stipendio Erlicher - Sicher e beneficio Bombardi" (2). Dopo aver constatato l'assenza di un vincolo archivistico nella
formazione del fascicolo, dettata pare esclusivamente dalla necessità di condizionare e sistemare la documentazione dei
legati, si è deciso di dividerla e di inserirla nelle rispettive serie. La documentazione rinvenuta nel fascicolo formato dal
parroco Rigotti -"Documenti dello stipendio don Giacomo Erlicher"- di cui all'unità 7.5.2.2, risultava della stessa
tipologia di quella contenuta nel fascicolo sopra descritto e rientrante all'incirca nello stesso periodo cronologico; si è
quindi ritenuto opportuno riunire la documentazione in un unico fascicolo, riuscendo in questo modo a ricostruire
pratiche in origine probabilmente unite e quindi divise nel corso di diversi interventi di riordino dell'archivio
parrocchiale.
Note
(1) Archivio parrocchiale di Coredo, 8.3.5
(2) Si è constatato che gran parte della documentazione contenutavi riguardava lo stipendio Erlicher, solo due carte
invece lo stipendio Sicher, senza peraltro nessun legame con il resto della documentazione
1 b. 1
"Stipendio Erlicher: copie e atti più importanti" (1)
1769 - 1771 (copia); 1860 (copia)
Atti di procura del fondatore dello stipendio al parroco di Coredo Nicolò Keller, copie "della fundazione dello stipendio fatto a favore
d'un studente della famiglie entro nominate dal molt'illustre reverendissimo signore don Giacomo Erlicher parroco di Trasmaur, li 16
aprile 1770", copie della "fundazione del patrimonio" (1771), copie del "documento di riunione del patrimonio allo stipendio Erlicher
di Coredo" (1860)
Italiano
Fascicolo, cc. 64
Segnature precedenti: VII A 1
Note
(1) L'intitolazione è riportata sulla fascetta cartacea che conteneva i documenti
184
1 b. 1
"Documenti dello Stipendio don Giacomo Erlicher" (1)
1796 - 1926; 1943 - 1946
Carteggio ed atti relativi alla presentazione, alla scelta, ed all'investitura degli studenti chiamati a godere dello stipendio ed al
pagamento di quest'ultimo (2), contratti di mutuo ipotecario e di affittanza con carteggio ed atti relativi, elenchi e descrizioni dei beni
e delle rendite dello stipendio, carteggio ed atti relativi al pagamanto della tassa sull'equivalente d'imposta e dell'imposta fondiaria,
alla nomina ed all'entrata in carica degli amministratori dello stipendio, carteggio di questi ultimi con autorità politiche in merito alla
gestione del patrimonio dello stipendio (3), carteggio del parroco con l'Ordinariato vescovile relativo alla celebrazione delle messe
per lo stipendio ed a riduzioni degli oneri missari legati a quest'ultimo, carteggio ed atti relativi alla riunione del Patrimonio e dello
Stipendio Erlicher, alberi genealogoci ecc.
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 362
Segnature precedenti: VII A 1
Note
(1) Si rimanda all'introduzione alla serie per informazioni riguardo al contenuto del fascicolo precedentemente al presente riordino
(2) Si tratta di documentazione prodotta in occasione dell'investitura di un nuovo stipendiato e specificatamente: lettere di
presentazione, di supplica o protesta inoltrate dagli aventi diritto, alberi genealogi attestanti il loro legame di parentela con il
fondatore, schede di valutazione e di profitto scolastico, di pagamanto delle tasse scolastiche, di frequenza, certificati di cresima, "di
povertà", ecc. Si è mantenuta l'organizzazione in pratiche nel caso se ne sia constatata la presenza al momento dell'ordinamento
(3) Si tratta prevalentemente di documentazione relativa all'acquisto ed alla vendita di terreni e di obbligazioni di stato, ad
investimenti vari, ecc.
185
sottoserie 7.5.3
Resoconti e documenti di corredo, 1861 - 1938
Contenuto
La serie 'Resoconti e documenti di corredo' consta di un solo fascicolo riconducibile all'organizzazione archivistica
impressa alla documentazione dal parroco don G. Rigotti.
Al momento del presente lavoro di riordino dell'archivio parrocchiale, parte dei resoconti si trovava, unitamente alle
quietanze ed al carteggio allegati, frammista ad altra documentazione relativa allo Stipendio, e divisa in più unità di
condizionamento. Le quietanze delle singole annate, nella maggior parte dei casi relative alle uscite ma incomplete,
erano conservate separatamente dai rispettivi resoconti.
In sede di riordino si è ritenuto opportuno allegarle a quest'ultimi, dopo averle riordinate seguendo il numero
progressivo loro attribuito ed avente riscontro con i resoconti; sono invece state collocate in ordine cronologico ed in
fondo ai rispettivi fascicoli, le quietanze prive di riscontro. Nello stesso fascicolo dei resoconti si conservano, in quanto
rinvenuti in gran parte allegati agli stessi, la liquidazione, osservazioni e rimarchi provenienti nel corso degli anni dalle
autorità preposte alla loro revisione.
1 b. 1
"Amministrazione dello stipendio don G. Erlicher"
1861 - 1938
Resoconti e documenti di corredo dello stipendio G. Erlicher per gli anni 1861 - 1937 (1) liquidazioni e rimarchi provenienti dalle
autorità competenti, quietanze (2)
Italiano
Fascicolo, n.n. 29, cc. 165
Segnature precedenti: VII A 1/ VII A 4
Note
(1) Mancano i resoconti ed i documenti di corredo degli anni 1866 - 1873; 1886 - 1890; 1895; 1897 - 1903; 1916 - 1918; 1921 1925; 1934/1935. Per gli anni 1870, 1872 e 1916 è presente solo la liquidazione del conto proveniente dal Capitanato distrettuale di
Cles. Per il conto del 1881 sono presenti solo delle annotazioni posteriori relative alle sole entrate
(2) Si tratta prevalentemente delle quietanze attestanti il pagamento dei compensi dovuti al parroco di Coredo, per la sorveglianza e
l'amministrazione della fondazione, nonché per la celebrazione delle messe legatarie
186
serie 7.6
Legato Widmann, 1710 (copia) - 1769
Contenuto
Con testamento del 7 maggio 1710 don Bartolomeo Francesco del fu Ferdinando Widmann da Coredo lasciava a titolo
di legato dei beni stabili di sua proprietà del valore di 300 ragnesi e siti a "Oladizza" nella giurisdizione di Egna,
affinché ne potessero godere l'usufrutto un giovane della famiglia Widmann applicandosi allo studio ed intraprendendo
la carriera sacerdotale e, divenuto sacerdote, celebrasse le messe in suffragio dell'anima del testatore e suoi parenti
defunti (il testatore specifica che fra gli eredi Widmann chiamati a godere dello stipendio doveva essere preferito il
nipote Giovanbattista). Se il nipote non avesse raggiunto lo stato sacerdotale le messe sarebbero state celebrate da un
sacerdote della famiglia Widmann e in mancanza di quest' ultimo dal parroco 'pro tempore' di Coredo, nella chiesa di S.
Maria, presso l'altare del SS. Rosario.
187
sottoserie 7.6.1
Atti amministrativi, 1710 (copia) - 1769
Contenuto
La serie consta di due fascicoli di nuova costituzione. Il primo contiene copia semplice del legato di don Bartolomeo
Francesco Widmann. Il secondo raccoglie invece originali e copie autentiche di atti di costituzione di censo a favore del
legato. Precedentemente al presente riordino dell'archivio parrocchiale gli atti erano raccolti in un mazzo conservato,
insieme ad altra documentazione riguardante la chiesa ed il beneficio, in uno scatolone riportante all'esterno
l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del sign. Romagna:"Materiale vario antico da catalogare con
pergamene".
1 b. 1
Copia semplice del legato di don Bartolomeo Francesco Widmann
1710 (copia)
Latino
Fascicolo, c. 1
2 b. 1
Originali e copie autentiche di atti di costituzione di censo a favore del legato Widmann
1735 - 1769
Italiano
Fascicolo, cc. 37
188
serie 7.7
Stipendio Sicher, 1891 - 1942
Contenuto
Don Carlo Sicher, beneficiato Bombarda dal 1868 al 1889, con codicillo del 6 dicembre 1889 aggiunto al suo
testamento del 4 dicembre dello stesso anno lasciava 2000 fiorini per la fondazione di uno stipendio. A don Emilio
Lorenzoni, parroco di Coredo dal 1850 al 1886 e a don Giovanbattista Nicoletti ex curato di Dercolo, il testatore
affidava l'incarico di stilare il documento di fondazione (1).
In data 20 settembre 1991 i sopranominati esecutori testamentari passavano alla redazione del documento di fondazione
diviso in 17 punti, sottoscritto anche da Bortolo Sicher, nipote del testatore e da Edoardo Endrici, parroco di Coredo. La
fondazione doveva sussistere come corpo morale autonomo con una propria amministrazione divenendo proprietà
personale del parroco 'pro tempore' solo nel caso in cui la legge non ne avesse più permesso l'esistenza. Il curatore
d'anime curava l'amministrazione del patrimonio ed era chiamato a presentare la resa di conto annuale all'autorità
politica. Per accrescerne il capitale lo stipendio doveva rimanere vacante per almeno 10 anni. Erano chiamati a goderne
i figli maschi di Romedio da Campodenno, fratello del testatore, e dei nipoti Bortolo e Giuseppe (2) che "accudiscano
allo studio in qualsiasi ramo di sapere onesto e di qualsivoglia scuola cattolica, esclusa la scuola normale, e vi hanno
diritto per tutto il tempo necessario alla loro perfetta cultura purché questo tempo non ecceda i 12 anni completti". Per
ottenere il diritto allo stipendio lo studente doveva dimostrare di essere discendente legittimo dei capostipiti nominati
nel testamento, nonché la sua abilità allo studio e la sana costituzione fisica mediante certificato medico. Per garantirsi
il godimento pluriennale dello stipendio l'investito doveva produrre annualmente al parroco l'attestato del corso
frequentato con votazione almeno sufficente e che ne dimostrasse anche la buona condotta morale.
La fondazione non aveva patronato, in suo luogo veniva istituito un "seniorato": al il più vecchio dei discendenti maschi
dei capostipiti designati di Coredo era conferito l'incarico di sorvegliare l'amministrazione del patrimonio; spenta questa
linea la carica passava al seniore della discendenza maschile di Romedio Sicher da Campodenno. Spentasi la linea
maschile legittima delle tre stirpi originarie il diritto allo stipendio ed al "seniorato" passava alla linea femminile
discendente da questi ultimi.
Il parroco 'pro tempore' aveva l'obbligo di tenere aggiornato l'albero genealogico della famiglia Sicher, per garantire la
legittima attribuzione dello stipendio e del "seniorato", nonché di pubblicarne ufficialmente l'eventuale vacanza.
Constata l'estinzione della linea femminile legittima avevano il diritto di percepire i frutti della fondazione gli studenti
poveri di Coredo e "da preferirsi tra questi i più morigerati e bravi".
Note
(1) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.7.1
(2) Fra più concorrenti al conferimento dello stipendio veniva preferito il più vecchio e fra coetanei il più povero
189
sottoserie 7.7.1
Atti amministrativi, 1891 - 1905
Contenuto
La serie consta di un fascicolo di originaria formazione, riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla
documentazione dal parroco don G. Rigotti (1929 - 1942). Contiene l'originale, le copie e gli estratti dell'atto di
fondazione nonché la documentazione prodotta in occasione dell'assegnazione dello stipendio.
1 b. 1
"Documenti dello Stipendio don Carlo Sicher"
1891 - 1905
Documento di fondazione dello stipendio, copie ed estratti del documento di fondazione, carteggio ed atti relativi all'assegnazione
dello stipendio
Fascicolo, cc. 20
Segnature precedenti: VII A 3
190
sottoserie 7.7.2
Resoconti e documenti di corredo, 1892 - 1942
Contenuto
La serie consta di un fascicolo di originaria formazione, riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla
documentazione dal parroco don G. Rigotti (1929 - 1942). Contiene la documentazione relativa all'amministrazione
dello stipendio, e quindi le rese di conto, le relative liquidazioni e comunicazioni di varia natura provenienti dalle
autorità competenti in merito alla gestione del patrimonio.
1 b. 1
"Amministrazione dello stipendio don C. Sicher"
1892 - 1942
Rese di conto dello Stipendio don C. Sicher per gli anni 1892 - 1919; 1926/1928 - 1932/1933; 1936/1937 - 1938/1941, liquidazioni
dei conti, rimarchi e osservazioni in merito alla gestione del patrimonio provenienti dalle autorità competenti (1)
Fascicolo, n.n. 35, cc. 150
Segnature precedenti: VII A 5
Note
(1) Fino al 1916 Capitanato distrettuale, dal 1917 al 1919 Commissariato civile del Distretto politico di Cles; dal 1926 al 1942
Provveditorato agli Studi; ad alcune rese di conto sono allegate le quitanze attestanti il pagamento dei compensi al parroco quale
sorvegliante dello stipendio ed all'amministratore dello stesso
191
serie 7.8
Altri legati, 1592 - 1952
Contenuto
Nella serie 'Altri legati', sono invece confluiti isolati documenti di fondazione o comunque con allegato poco carteggio
di tipo amministrativo, oltre ad un consistente fascicolo di atti notarili, in originale o in copia, estratti da testamenti di
privati aventi per oggetto legati missari a favore di chiesa e beneficio, con l'onere della celebrazione di messe 'in
perpetuum' e di legati con obblighi missari limitati ad un preciso numero di messe ed ad un determinato periodo di
tempo.
192
sottoserie 7.8.1
Atti amministrativi, 1592 - 1952
Contenuto
Al momento del presente lavoro di riordino ed inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Coredo, la
documentazione contenuta nei fascicoli di cui alle unità 7.8.1.1, 7.8.1.2 e 7.8.1.5, era raccolta in tre mazzi, conservati,
insieme ad altra documentazione riguardante la chiesa ed il beneficio, in uno scatolone riportante all'esterno
l'intitolazione apposta in occasione dell'inventariazione del sign. Romagna:"Materiale vario antico da catalogare, con
pergamene". Il primo raccoglie legati missari perpetui a favore di chiesa e beneficio parrocchiale. Il secondo,
dall'intitolazione generica "Legati pii" contiene invece legati con i quali si chiedeva generalmente la celebrazione di una
santa messa nel 7° e 30° anniversario di morte del testatore, di messe gregoriane in refrigerio della sua anima, in cambio
di una donazione in denaro o della provvista di cera o olio in favore delle fabbriche della cattedrale di S. Vigilio di
Trento, delle chiese di Coredo e spesso della chiesa di S.Romedio, oltre ad una "carità" di cereali, spesso confezionato
in pane per i vicini di Coredo. Si tratta di atti notarili in originale o in copia aventi per oggetto disposizioni legatarie
estratte da testamenti di privati e redatti in genere dallo stesso notaio che, precedentemente, aveva rogato il testamento
o, in alcuni casi, da testamenti, redatti e sottoscritti dallo stesso parroco che ne diveniva in seguito il depositario di
fiducia (1). E' lo stesso parroco che in alcuni casi allega un secondo documento che riporta la data ed il numero delle
messa celebrate ad adempimento del legato nonchè del ricevimento della relativa elemosina o che appone nel margine
inferiore del documento o sul verso della carta la data di morte del legatario, il termine "sodisfato" a significare
l'adempimento delle disposizioni a cui si accompagna in genere il depennamento dell'intero testo del documento. Al
momento del presente riordino dell'archivio parrocchiale la documentazione dei due mazzi si presentava solo
parzialmente in ordine cronologico; si può supporre che tale disposizione si stata conferita alle carte in occasione dei
precedenti ordinamenti dell'archivio, ma è altrettanto probabile che fosse intenzione degli stessi parroci di Coredo
raccogliere separatamente questo tipologia di atti. La stessa tenuta di un "liber legatorum" dal 1692 al 1730, con la
registrazione sommaria di legati pii e dell'eventuale loro adempimento, di cui si trova parziale testimonianza nella
documentazione raccolta in questa serie, pare confermare tale volontà. La documentazione sopradescritta è stata
disposta in ordine cronologico, tenendo come riferimento la data del testamento da cui è stato estratto il legato pio e che
è generalmente menzionato nelle note introduttive degli atti; i documenti privi di data sono stati collocati in fondo ai
fascicoli. Il fascicolo di cui all'unità 7.8.5 contiene invece quietanze prodotte da sacerdoti e attestanti l'adempimento
dell'onere missario legato a disposizioni legatarie e generalmente anche il ricevimento della relativa elemosina.
Più recenti sono invece i documenti di fondazione di ss. messe perpetue contenute nel fascicolo di cui all'unità 7.8.8,
riconducibile all'ordinamento di don G. Rigotti.
I rimanenti fascicoli, di cui alle unità 7.8.1.3, 7.8.1.4, 7.8.1.6, 7.8.1.7, 7.8.1.9, 7.8.1.10, sono invece di nuova
formazione; si tratta di legati che per la specificità delle disposizioni legatarie furono conservati, seppure senza una
preciso vincolo archivistico, frammisti ad altra documentazione costituente l'archivio parrocchiale, e separatamente dai
legati missari sopradescritti. Qui di seguito se ne fornisce una breve descrizione:
BENEFICIO MARIA BARBARA THUN. Il beneficio di Maria Barbara, nata Firmian e moglie di Giorgio Sigismondo
Thun, fondato con suo testamento del 6 febbraio 1661, contribuiva alla continuazione ed all'incremento della
compagnia del Santo Rosario da lei stessa istituita presso la cappella del castello in data 30 maggio 1652. Secondo tale
beneficio, il parroco di Coredo aveva l'obbligo di celebrare nella cappella dodici messe domenicali e cinque feriali, e di
distribuire "una carità di pane" nella prima domenica di ogni mese a coloro che intervenivano alla messa.
193
LEGATO DI DON FRANCESCO BERTOLDI. Don Francesco Bertoldi, parroco di Coredo dal 1667 al 1680, con suo
testamento rogato in data 12 agosto 1680, legava alla fabbrica della canonica di Coredo 300 ragnesi, esprimendo il
desiderio che, in occasione dell'anniversario della sua morte, venisse celebrata una santa messa in suffragio della sua
anima.
LEGATO DI MATTEO WIDMANN. Il nobile di Coredo Matteo Widmann lasciava, intorno al 1750, (2) un legato
perpetuo di 2 staia di frumento e segale, del valore di 2 troni e 9 ragnesi, disponendo l'annua distribuzione di un'orna di
vino il secondo giorno delle rogazioni da parte dei suoi discendenti, oltre ad un'annua distribuzione di pane affidata al
sindico della chiesa parrocchiale.
LEGATO DI DON GIOVANNI NICOLO' KELLER. Don Giovanni Nicolò Keller, parroco di Coredo dal 1752 al 1782,
con suo testamento rogato in data 28 novembre 1781, lasciava alla "magnifica comunità di Coredo un capitale de
ragnesi 1000 milla d'assegnarsi dal suo erede, od eredi doppo la sua morte a questi magnifici Rappresentanti. Con
l'interesse o sia usufrutto de quali siano mantenuti due maestri, cioé un maestro per li fanciuli, quel volendo potrà essere
il Primissario, al quale saranno assegnati annualmente due terzi de suddetti frutti con obbligo, che debba dalla metà di
novembre sino alla metà d'aprile, ammaestrare vinticinque fanciuli delli più poveri vicini, o abbitanti di Coredo, da
nominarsi ogni anno dal parroco, che sarà 'pro tempore' per insegnargli a legere, scrivere, e far conti, ed il sabbato dopo
pranzo insegnargli la dottrina cristiana per un'ora. L'altro terzo sarà assegnato ad una maestra da elegersi dal signor
parroco, che sarà 'pro tempore', quale dalla metà di novembre sino alla metà d'aprile insegni a legere, far calce (sic), e
cucire a venti ragazze delle più povere da nominarsi come sopra, quale doverà tutti li venerdi di marzo fara la Via crucis
assieme colle fanciule in suffragio dell'anima del benefatore se il tempo lo permetterà. Ed il signor maestro farà recitare
tutti li venerdi terminata la scuola il salmo del Profondis in suffragio del medemo, e li altri giorni dopo scuola
reciteranno sette Ave Maria ad onore delle sette maggiori Allegrezze di Maria Vergine Santissima".
STIPENDIO DON GIACOMO ANTONIO STANCHER. Don Giacomo Stancher, canonico e parroco di corte a
Vienna, con testamento del 14 novembre 1724, metteva a disposizione un capitale di 3000 fiorini per la fondazione di
un alunnato perpetuo allo scopo di finanziare lo studio di un giovane della discendenza maschile di Sisinio Antonio
Stancher, suo pronipote, ed estinta quest'ultima della discendenza femminile ed in assenza di entrambe, ad un giovane
da presentarsi dal preposito 'pro tempore' della cattedrale di Vienna.
LEGATI DI ANNA MAYER. Anna Mayer con atto da lei rogato e sottoscritto a Coredo, in data 6 febbraio 1939
scriveva:"Molto reverendo signor parroco di Coredo. La prego di distribuire i denari nel modo seguente: 1. All'asilo
infantile 1000 £; 2. All'Oratorio parrocchiale 1000 £; 3. Al Sanatorio del clero in Arco 1000 £; 4. All'asili infantile di
Brentonico 1000 £; 5. All'Oratorio parrocchiale di Brentonico 1000 £; 6. Per sante messe per me e i miei defunti 1000 £.
Quanto avesse a sopravanzare alla mia morte lo lascio al parroco de Coredo la nuova chiesa di Coredo [...]".
Note
(1) Questi atti si presentano in diverse forme: in alcuni casi contengono la disposizione legataria trascritta "talis e
qualis" dal testamento, in altri, specie se redatti dal parroco, si presentano in forma di brevi e schmatici elenchi
(2) Dalla scarsa documentazione relativa al legato, conservata presso l'archivio parrocchiale di Coredo, non è stato
possibile evincere la data esatta della fondazione
1 b. 1
Legati missari perpetui
194
1592 - 1780; 1804
Atti notarili in originale o in copia, estratti da testamenti di privati aventi per oggetto legati missari perpetui a favore della chiesa
parrocchiale e della canonica di Coredo (1)
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 61
Note
(1) Gli estratti sono redatti in genere dallo stesso notaio che, precedentemente, aveva rogato il testamento
2 b. 1
"Legati pii" (1) (2)
1606; 1644 - 1676 - 1805
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 472
Segnature precedenti: VI 2
Note
(1) L'intitolazione è tratta dal verso di alcune carte, dove si accompagna al nome del legatario e, solitamente alla data del testamento
da cui è trascritto o ripreso il legato
(2) Per una descrizione sommaria del contenuto e della tipologia della documentazione vedi si veda l'introduzione alla serie
3 b. 1
Documentazione relativa al beneficio di Maria Barbara Thun a favore della confraternita del Santo Rosario presso
Castel Bragher
1661 (copia); 1831; 1894
Copia parziale del testamento di Maria Barbara Thun relativa alla fondazione di un beneficio a favore della confraternita del Santo
Rosario istituita presso la cappella del Rosario di Castel Bragher, comunicazione del Giudizio distrettuale al Capo-comune di
Coredo che informa dell'avvenuta ripartizione tra il Fondo Poveri di Taio e quello di Coredo della somma destinata dal beneficio di
Maria Thun alla distribuzione di pane (1)
contiene anche: promemoria del parroco Edoardo Endrici relativo alle messe legatarie da celebrare annualmente presso la cappellania
Thun di Castel Bragher, 1894 giu. 7
Fascicolo, cc. 6
Note
(1) Un'annotazione apposta sullo stesso documento dal parroco di Coredo Emilio Lorenzoni informa della riduzione della quota a
favore delle Congregazioni di carità di Taio e di Coredo, e a carico del beneficio parrocchiale di Coredo, disposta con decreto della
Luogotenenza del 4 marzo 1856, n. 3521
4 b. 1
"Legato di don Bertoldi parroco alla canonica di ragnesi 300; quitanza dello sborso fatto dal fratello del fu d(omino)
Bertoldi medico di Marco di don Menghini Paolo priore di San Romedio, vicario parrocchiale; documento di mutuo di
ragnesi 60 a Bombardi" (1) (2)
1680 agosto 12 - 1680 ottobre 2
Latino
Fascicolo, cc. 6
Note
(1) I tre documenti redatti in copia autentica dallo stesso notaio sono rilegati insieme
195
(2) L'intitolazione, di mano del parroco Edoardo Endrici, è stata desunta dal verso di una carta del fascicoletto
5 b. 1
Documentazione attestante la celebrazione di messe in suffragio di defunti di Coredo ed il ricevimento della relativa
elemosina
1720 - 1780
Italiano
Fascicolo, cc. 79
6 b. 1
Documentazione relativa al legato di Matteo Widmann (1)
ante 1747 - 1761
Supplica della famiglia Widmann di Coredo all'autorità vescovile per convertire in distribuzione di pane l'annua elemosina di vino
disposta dal legato, costituzione di censo a favore del legato, atto di locazione disposto dal legato e atto di procura
Fascicolo, cc. 10
7 b. 1
"Legato, o sia fondazione della scuola per li fanciuli, e fanciulle più poveri della comunità di Coredo fatto dal
reverendissimo signor don Giovanni Nicolò Keller parroco di Coredo nativo di Cles morto il 17 agosto 1782"
post 1782 ago.
Copia semplice del legato di 1000 ragnesi lasciati dal parroco don Nicolò Keller per l'istruzione dei bambini poveri di Coredo
contiene anche: copia semplice del provvedimento di Simone Albano Zambaiti, vicario generale 'in spiritualibus'del vescovo di
Trento che ordina agli eredi di una tale donna Inama di Dermulo di adempiere un suo legato versando la somma di 40 ragnesi alla
"scuola dei ragazzi di Coredo", 1788 giu. 16 (1)
Italiano
Fascicolo, cc. 5
Note
(1) In realtà il legato, secondo la volontà della testatrice, doveva corrispondere al parroco di Coredo un annua quantità di vino
8
b. 1
"Documenti di: 1) fondazione di s. messe perpetue; 2) di riduzione" (1)
1855 - 1922; 1938
Documenti di fondazione di s. messe perpetue con carteggio relativo, documento di "riduzione delle s. messe legatarie del beneficio e
della chiesa" (1)
contiene anche: lettera del conte Antonio Thun all'Ordinariato che informa l'impossibilità di sostenere gli oneri missari gravitanti
sulla cappellania privata Lauretana a castel Bragher e la celebrazione a sue spese della s. messa nei giorni di domenica e festivi, 1922
dic. 8
Fascicolo, cc. 34
Segnature precedenti: VI 4
Note
(1) Si tratta dell'intitolazione riportata sulla fascietta cartacea che conteneva la documentazione, inserita a sua volta in un fascicolo
formato dal parroco Rigotti ("Documenti di fondazione di messe perpetue")
(2) L'intitolazione è stata desunta dal verso del documento emesso dall'Ordinariato vescovile nel 1873
196
9 b. 1
Atti amministrativi relativi allo stipendio don Giacomo Antonio Stancher
1913 - 1914
Fascicolo, cc. 2
10 b. 1
"Testamento e libretto di Anna Mayer" (1)
1939 - 1952
Documentazione relativa alle disposizioni testamentarie di Anna Mayer, carteggio ed atti relativi all'amministrazione del legato,
quietanze
Fascicolo, cc. 14
Note
(1) L'intitolazione, di mano del parroco don G. Rigotti, è stata desunta dalla busta da lettera in cui il sacerdote aveva raccollto la
documentazione relativa al legato
197
subfondo 8
Pastorale parrocchiale, 1559 - 2000
Contenuto
Nel sottofondo 'Pastorale parrocchiale' confluisce la documentazione relativa all'attività del parroco in qualità di
pastore, e quindi di curatore d'anime e di guida spirituale in mezzo alla comunità.
Rilevante fu il ruolo rivestito dai parroci nell'educazione cristiana della gioventù e nella costante sorveglianza della
condotta morale degli adulti, attraverso associazioni, pellegrinaggi, riunioni, abbonamenti a riviste, intrattenimenti vari.
Molteplici furono i contatti dei curatori d'anime di Coredo con le autorità ecclesiastiche e civili, ed in particolare con
l'istituzione comunale. Si ricorda infatti che frequente fu anche la loro presenza all'interno di associazioni laiche e civili:
in qualità di presidente della Congregazione di carità, dell'Asilo infantile, del 'Comitato pro erigenda nuova chiesa', di
intermediario di sussidi ai poveri e nelle opere di beneficenza ecc..
198
serie 8.1
Protocolli degli esibiti, 1786 - 1968
Contenuto
Il decreto vescovile del 9 marzo 1887 e la Legge provinciale del 19 dicembre 1816 n. 26555-3744 prescrivevano che
ogni ufficio parrocchiale facesse uso del cosiddetto 'Protocollo degli esibiti', nel quale dovevano essere registrati, con
numero d'ordine progressivo, data e indicazione sommaria del contenuto, gli atti spediti e quelli ricevuti. Presentandosi
insieme alla corrispondenza denaro od oggetti di valore si dovevano indicare nel protocollo l'importo o l'oggetto. Si
consigliava al curatore d'anime di evadere la corrispondenza nel modo più breve e chiaro possibile, evitando inutili
scritturazioni, abbreviazioni non intellegibili e scegliendo la maniera più semplice. Era altresì consigliato conservare le
minute a memoria della corrispondenza evasa.
La serie dei protocolli degli esibiti dell'ufficio canonicale di Coredo, composta di quattro registri, dimostra, in quanto
priva di lacune cronologiche, l'uso costante che ne fecero i curatori d'anime dalla prima metà del sec. XIX fino alla
prima metà del secolo successivo. Nel più antico (8.1.1) il parroco Giacomo Tolameotti (1825 - 1850) registrò la
corrispondenza in arrivo, costituita prevalentemente da circolari ecclesiastiche e civili, pervenute all'ufficio parrocchiale
già con il predecessore don Andrea Filippi (1802 - 1822) (1). Alla documentazione registrata venne attribuita una
numerazione progressiva, che trova corrispondenza sul verso degli stessi atti. Fu comunque abitudine dei curatori
d'anime di Coredo, già con don Filippi, apporre sul verso del documento anche un breve regesto dell'atto o
un'indicazione sommaria del contenuto. Sul registro venne anche indicata, in numeri romani, la segnatura del fascicolo
nel quale gli atti sono stati inseriti per essere conservati (2). La registrazione della corrispondenza evasa divenne invece
abitudine per l'ufficio parrocchiale, con il parroco Emilio Lorenzoni, al quale sono da attribuire le registrazioni dal
1850, anno della sua entrata in servizio, sino al 1879. Da segnalare è anche il duplice uso che del registro fece il parroco
Lorenzoni, il quale vi riportò la "descrizione della popolazione di Coredo, eseguita nell'anno 1851 [...]" (3).
Nulla di particolare è da segnalare relativamente ai registri di protocollo di cui alle unità 8.1.2, 8.1.3, 8.1.4 se non che
con l'introduzione dei registri prestampati venne distinto, su uno stesso bifoglio, il "Protocollo degli esibiti" (a sinistra),
dal "Protocollo di evasione" (a destra) (4). La corrispondenza registratavi venne conservata in fascicoli annuali, ed
ordinata secondo la numerazione progressiva segnata sui fascicoli, solo fino al 1921, ultimo anno di servizio del parroco
don E. Endrici; quella pervenuta negli anni successivi, venne invece smistata in fascicoli tematici.
Note
(1) Solo due circolari sono da collocare nel periodo di servizio di don Pietro Menghini (1782 - 1802)
(2) Per informazioni più dettagliate relativamente alla documentazione protocollata, si rimanda all'introduzione alla
serie 'Atti protocollati' (8.2)
(3) Archivio parrocchiale di Coredo, 8.1.1. Per informazioni in merito a questo tipo di registrazione anagrafica, si
rimanda all'introduzione alla serie 'Stati delle anime' (2.6)
(4) Nel "Protocollo di evasione" viene annotata la data dell'eventuale risposta data dall'ufficio parrocchiale ad esempio
in merito alla richiesta di rilascio di certificati anagrafici (in corrispondenza della richiesta registrata sulla pagina a
fianco), o da autorità religiose e politiche per la concessione di autorizzazioni ecc.
199
1
"Protocollo degli esibiti e anagrafe della popolazione spettante alla parrocchia di Coredo, 1851 fino al 1870"
1786 ottobre 24 - 1879 gennaio 30
- Protocollo della corrispondenza in arrivo, 1786 ott. 24 - 1829 ago. 4 (1)
- protocollo della corrispondenza in arrivo ed in partenza, 1829 gen. 24 - 1879 gen. 23
- "Descrizione della popolazione di Coredo eseguita nell'anno 1851. Inscritti i nati fino all'anno 1861 inclusive", [1851 ott. 1] (con
annotazioni fino al 15 mag. 1870)
contiene fra l'altro, inserito: "Prospetto della popolazione della parrocchia di Coredo formata il 1 ottobre 1850", [1850 ott. 1]; lettera
proveniente dal Comune di Coredo concernente la revisione e la rettifica dei dati anagrafici della popolazione di Cordo rilevati nel
1851, 1855 mar. 8
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 52 n.n.
Segnature precedenti: III A 1
Note
(1) Pare sia stato don Giacomo Tolameotti, parroco di Coredo dal 1825 al 1850, il primo a registrare la corrispondenza su un
protocollo degli esibiti. Egli vi registrò anche parte della corrispondenza pervenuta alla parrocchia anteriormente alla su entrata in
servizio, indicando anche la segnatura dei fascicoli in cui la documentazione è stata inserita
2
"Protocollo degli esibiti 1880 - 1903"
1880 gennaio 25 - 1902 dicembre 16
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 101 n.n.
Segnature precedenti: III A 2
3
Protocollo degli esibiti
1903 gennaio 7 - 1914 settembre 30
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 101 n.n.
Segnature precedenti: III A 3
4
"Protocollo esibiti della parrocchia di Coredo" (tit. int)
1914 ottobre 3 - 1956 settmbre 17 ; 1967 dicembre 12 - 1968 febbraio 22
- Protocollo della corrispondenza in arrivo e partenza, 1914 ott. 3 - 1930 dic. 31
- protocollo della corrispondenza in partenza, 1931 gen. 10 - 1954 ott. 10 (1)
- protocollo della corrispondenza in arrivo e partenza, 1956 gen. 10 - 1956 set. 19; 1967 dic. 12 - 1969 feb. 22
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 73 n.n.
Segnature precedenti: III A 4
Note
(1) Tra il 1946 ed il 1954 vengono annotate solo l'ammontare delle offerte raccolte in occasione della Giornata missionaria e la data
della loro spedizione all'Ordinariato vescovile
200
serie 8.2
Atti protocollati, 1786 - 1921
Contenuto
La serie 'Atti protocollati' del sottofondo 'Pastorale parrocchiale' consta di 6 buste di documentazione.
Le buste di cui alle unità 8.2.1, 8.2.2, 8.2.3, 8.2.4, 8.2.5, raccolgono la corrispondenza e gli atti prodotti e ricevuti dal
parroco, e relativi a tutta la sua attività in generale: amministrazione di chiesa e beneficio parrocchiale, dei legati e
benefici gravitanti attorno alla parrocchia, comunicazioni e circolari provenienti da autorità religiose e politiche, decreti
visitali, e corrispondenza di varia natura.
A partire dal 1802, anno in cui entrò in servizio a Coredo il parroco don Andrea Filippi, la corrispondenza di ogni anno
si trova ordinata secondo il numero di protocollo, anche se, specie a partire dal sec. XX, numerose sono le lacune. Le
carte rinvenute nei mazzi degli atti protocollati, ma non numerate in origine, sono state inserite in ordine cronologico in
fondo ai fascicoli.
La busta con la documentazione più antica (8.1.1) contiene prevalentemente circolari ecclesiastiche e civili pervenute
alla canonica di Coredo già dal 1802, registrate ed ordinate dal parroco don Giacomo Tolameotti (1825 - 1850). Già con
don Andrea Filippi (1802-1822) fu comunque abitudine dei curatori d'anime di Coredo apporre sul verso del documento
un breve regesto dell'atto o un'indicazione sommaria del contenuto. Originariamente, la documentazione protocollata
dal parroco don G. Tolameotti venne suddivisa, in ordine di arrivo, in quattro fascicoli, segnalati in numeri romani
anche sul registro di protocollo. Probabilmente in occasione del riordino operato da don Magagna, gli atti protocollari
furono ripiegati nel senso della lunghezza e racchiusi, senza peraltro rispettare l'assetto originario delle carte, in fascette
cartacee riportanti generalmente l'anno di redazione dell'atto più recente. Le buste 8.1.2, 8.1.3, 8.1.4, 8.1.5, 8.1.6
contengono gli atti protocollati a partire dal 1851, anno in cui entrava in servizio il parroco don Emilio Lorenzoni, che
raccolse la documentazione per anno, ripiegandola ed inserendola in fasciette cartacee riportanti indicazione dell'annata.
I mazzi così costituiti vennero quindi raccolti in fascicoli decennali dallo stesso parroco. Anche il successore di don
Lorenzoni, don Edoardo Endrici, distinse gli atti per anno a mezzo di fasciette cartacee, ma è da attribuire ad un
ordinamento successivo l'organizzazione in fascicoli decennali (1). Con il presente lavoro di riordino si è conferito alla
documentazione l'assetto originario, ricostruendo quindi la suddivisione in fascicoli, costituiti a loro volta da
sottofascicoli annuali.
Si segnala inoltre il contenuto della busta di cui all'unità 8.2.6, in cui si raccoglie la corrispondenza del sindaco della
fabbriceria della chiesa parrocchiale di Coredo con il Giudizio distrettuale relativamente ad affari concernenti
l'amministrazione e la gestione del patrimonio della chiesa. In sede di ordinamento si è ritenuto opportuno ricostruire
l'impianto archivistico conferito dagli stessi sindaci agli atti in seguito alla registrazione sul registro di protocollo ad uso
della fabbriceria (2). L'ordinamento originario, parzialmente compromesso in seguito a successivi interventi di riordino
e spostamento di carte dell'archivio parrocchiale, si evince da un elenco della documentazione che il 14 gennaio 1851 il
sindaco uscente Francesco Inama consegnava ai neo-eletti amministratori Francesco Inama e Luigi Frachessen (3). Gli
atti erano organizzati in nove fascicoli a seconda della tipologia dell'affare trattato. Ciascun fascicolo era a sua volta
costituito da sottofascicoli relativi a pratiche diverse, ciascuna contraddistinta da un numero arabo, riportato anche sul
verso di ciascun atto della pratica unitamente al numero corrente, cioè al numero progressivo attribuito agli atti spediti e
a quelli in arrivo. Oltre alla numerazione gli atti riportano sul verso un breve regesto del contenuto. La busta con gli atti
della fabbriceria consta attualmente di soli 8 fascicoli (II - IX); non è infatti stato possibile ricostruire il primo.
201
Di ciascun fascicolo si è riportata la descrizione originaria, contenuta nel menzionato elenco, segnalando eventualmente
in nota l'assenza di alcuni numeri.
Precedentemente all'attuale lavoro di riordino ed inventariazione la documentazione protocollata dai sindaci era stata
raccolta, pare in occasione dell'intervento di riordino operato dal parroco don Mario Paris (1968 - 1973) in fascette
cartacee, contenenti singole pratiche e in pochi casi, seppure con notevoli lacune, fascicoli originari; ciascuna fascetta
riportava indicazione dell'anno di redazione dell'atto più recente fra quelli conservati.
Note
(1) Anche gli atti protocollati dal 1851 al 1921 sono stati condizionati in quattro buste in occasione dell'intervento di
riordino del sig. Romagna. Cfr. "Archivio parrocchiale di Coredo", a cura di F. Romagna, cap. XV, buste 7 - 10
(2) Archivio parrocchiale di Coredo, 8.2.7
(3) Archivio parrocchiale di Coredo, 8.2.7.1
(4) Cfr. "Archivio parrocchiale di Coredo", a cura di F. Romagna, cap. XV, buste 1 - 3
1 b. 1
Atti protocollati degli anni 1786, 1792, 1801- 1850 (1)
1786; 1792; 1801 - 1850 (2)
Italiano
cc. 569
Note
(1) In realtà, fino alla fine del servizio del parroco G. Tolameotti (1850), furono registrate solo le circolari, gli avvisi e le prescrizioni
ecclesiastiche e civili pervenute all'ufficio parrocchiale. Solo con il parroco Emilio Lorenzoni (1851 - 1886) si inizia a segnalare
anche la documentazione spedita dall'ufficio parrocchiale
(2) La busta comprende solo una circolare del 1786, una del 1792 ed un'altra del 1801. Nel registro di protocollo cui si è fatto
riferimento per riordinare le circolari (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 8.1.1), sono segnalate infatti solo quelle pervenute alla
parrocchia a partire dall'anno di servizio del parroco Filippi (1802)
(3) La busta è a sua volta suddivisa in 4 fascicoli (cfr. le note introduttive alla serie)
2 b. 2
Atti protocollati degli anni 1851 - 1860
1851 - 1860
"Esibiti dal 1851 al 1860": atti protocollati, 1851 - 1860
Busta, cc. 575
Note
(1) Gli atti sono inseriti in un fascicolo decennale, che riprende l'originaria organizzaione della documentazione. L'intitolazione, di
mano del parroco Endrici, è stata desunta dalla fascetta cartacea che raccoglieva gli atti
3 b. 3
Atti protocollati degli anni 1861 - 1870
1861 - 1870
"1860 - 1870": atti protocollati, 18
Busta, cc. 392
202
Note
(1) Gli atti sono inseriti in un fascicolo decennale, che riprende l'originaria organizzaione della documentazione. L'intitolazione è
stata desunta dalla fascetta cartacea che raccoglieva gli atti
4 b. 4
Atti protocollati degli anni 1871 - 1879 / "1880 - 1890" (1)
1871 - 1890
- Atti protocollati, 1871 - 1879
- "1880 - 1890": atti protocollati, 1880 - 1890
Busta, cc. 964
Note
(1) Gli atti sono inseriti in due fascicoli decennali, che riprendono l'originaria organizzaione della documentazione. La seconda
intitolazione, di mano del parroco E. Lorenzoni è stata desunta dalle fascietta cartacea che raccogliava gli atti
5 b. 5
Atti protocollati degli anni 1890 - 1910
1891 - 1910
- "1890 - 1900": atti protocollati, 1891 - 1900
- "1901 - 1910", atti protocollati, 1901 - 1910
Busta, cc. 1115
Note
(1) Gli atti sono inseriti in due fascicoli decennali, che riprendono l'originaria organizzaione della documentazione. La prima
intitolazione, di mano del parroco E. Endrici, è stata desunta dalla fascietta cartacea che conteneva gli atti del 1900, la seconda, posta
dallo sesso parroco, dalla fascietta contenente gli atti del 1910. In realtà la busta contiene gli atti a partire dal 1891
6 b. 6
Atti protocollati degli anni 1911 - 1921 (1)
1911 - 1921
Busta, cc. 926
Note
(1) Nell'anno 1921 al parroco Endrici subentra il parroco Faccinelli
7
b. 7A/b. 7B
Atti concernenti gli "affari relativi all'amministrazione della chiesa di Coredo, 1823" (1)
1823 - 1847
-b. 7A: fascc. II - VI
contiene fra l'altro: "Protocollo concernente li affari relativi all'amministrazione della chiesa di Coredo, 1823" (2)
-b. 7B: fascc. VII - IX
Busta
Note
(1) Parte dell'intitolazione è stata desunta dal sottile registro di protocollo in base al quale sono stati registrati gli atti
(1) Si tratta di un sottile registro di protocollo tenuto dal sindico della chiesa contenente registrazione della corrispondenza in
partenza e quella pervenutagli dal Giudizio distrettuale relativamente ad affari concernenti l'amministrazione della chiesa. Il registro
203
è menzionato nell'elenco dei documenti che il 14 gennaio 1851 il sindico delle chiesa uscente Francesco Inama consegna ai neo-eletti
amministratori Valentino Sicher e Luigi Frachessen (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo 8.2.7.1)
b. 7A
Fasc. II: "Rimarchi computisteriali, contro rimarchi schiarimenti e rispetivi decreti di evasione relativi alla
liquidazione dei conti [...] distribuiti in tanti parziali fascicoli numero 27, marcati col sub. n° 8 [...]" (1)
1822 - 1847
Contiene fra l'altro: atto di consegna della documentazione da parte del sindaco uscente Francesco Inama ai neo-eletti
amministratori Francesco Inama e Luigi Frachessen, 1851 gen. 14
Fascicolo, cc. 143
Note
(1) Gli atti costituenti il presente fascicolo erano stati inseriti, con l'ordinamento degli anni '70 nella fascietta cartacea riportante
l'anno "1847", e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 4
b. 7A
Fasc. III: "Domande relativa all'affrancazione ed investimento dei capitali relativi a decreti d'approvazione di
richiamo e relativo investimento distinti in 24 fascicoli segnati coi sub n.ri : 1,7,14,15,17,18,19, 25, 28, 29, 30, 31,
33, 37, 38, sotto il quale si ritrova il documento relativo alla sicurazione del legato Widman dovuto dalla sig.
Maria moglie del sig. Benedetto Paoli e 44, 45, 46, 49, così pure sotto questo altro n.ro si ritrova il documento del
legato di Catterina Borz e 51, 54, 63, 65, 70, 59" (1)
1821 - 1847
Fascicolo, cc. 220
Note
(1) Gli atti costituenti il presente fascicolo erano stati inseriti, con l'ordinamento degli anni '70 nella fascietta cartacea riportante
l'anno "1827", e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 4
b. 7A
Fasc. IV: "Domande, capitolati ed atti d'asta non che decretti giudiziali relativi all'affittanza di alcuni stabili
distribuiti in 12 piccoli fascicoli marcati col su numero 9, 53, 56, 67, 71 [...] (1) (2)
1821 - 1847
Fascicolo, cc. 113
Note
(1) Gli atti costituenti il presente fascicolo erano stati inseriti, con l'ordinamento degli anni '70 nella fascietta cartacea riportante
l'anno "1836", e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 4
(2) Mancano i numeri 56 e 67
b. 7A
Fasc. V: "Decreti giudiziali d'assegno relativi al percepimento dello stipendio Bombardi e corrispondenti istanze
segnate col sub. n.ro 5 , ed altre corrispondenti carte relative alla lite vertente contra Ghezzi di Sarnonico sulla
pretesa dello stipendio Bombardi [...] (1)
1823 - 1846
Fascicolo, cc. 58
Note
204
(1) Gli atti costituenti il presente fascicolo erano stati inseriti, con l'ordinamento degli anni '70 nella fascetta cartacea riportante
l'anno "1829 ", e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 4
b. 7B
Fasc. VI: "Domande, contratti, decretti giudiziali d'aprovazione ed altre carte relative alla riparazione del coperto
della chiesa, campane, e muri del cimitero distribuiti in 6 fascicoli marcati col sub. n° 4, 47, 56 a, 56, b, 56 c, 61"
1822 - 1839
Fascicolo, cc. 94
b. 7B
Fasc. VII: "Copia di 9 corende relative alla disposizione di fabriche etc. con un esemplare della circolare
governativa del 13 ottobre 1821 marcata lettera 'a' con un documento di compra dello stabile "al Laghet" lettera 'b'
e due decretti giudiziali relativi alla vendita del fondo a "Socasa" in Nanno lettera 'c' " (1)
1817 - 1836
Fascicolo, cc. 20
Note
(1) In realtà il fascicolo non contiene i 9 documenti menzionati
b. 7B
Fasc. VIII: "Varie domande dei sindaci, decretti giudiziali ed altre carte relative e diversi oggetti in affari dela
chiesa distribuiti in 27 altri piccoli fascicoli marcati col sub. n.ro: 3, 6, 10, 12, 13, 20, 23, 24, 27, 34, 40, 41, 42,
43, 48, 50, 52, 55, 57, 57 b, 58, 60, 63, 64, 65, 68, 69, l'ultimo dei quali contiene prospetti emessi alla sicurazione
delli oneri della chiesa, overo fondazioni" (1) (2)
1823 - 1847
Fascicolo, cc. 175
Note
(1) Parte degli atti del fascicolo era stata inserita, durante l'ordinamento degli anni '70, nella fascietta cartacea con
l'intitolazione "1817" e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 3: la restante parte è stata rinvenuta nella fascietta "1833", nella
busta n. 4
(2) La tipologia degli atti è grosso modo quella già contenuta negli altri fascicoli: vi si trova anche documentazione riguardante
diversi legati a favore della chiesa, l'elezione ed il trattamento finanziario del sindaco, il pagamento delle decime, il restauro e
rinnovamento dell'argenteria della chiesa, i compensi corrisposti all'ispettore scolastico, i contratti col sacrestano ecc.
b. 7B
Fasc. IX: "Domande dei sindaci, capitolati, atti d'asta, decretti giudiziali sulla aprovazione rellativa alla vendita
del grano distribuiti in 24 fascicoli marcati col sub n° 11, 21, 26, 32, 35, 46, ed altri 16 col n° 39 coll'oservazione
che alcuni dei citatti decretti d'aprovazione sono statti uniti alle rese di conto spedite alla computisteria" (1)
1823 - 1847
Fascicolo, cc. 148
Note
(1) Gli atti costituenti il presente fascicolo erano stati inseriti, con l'ordinamento degli anni '70 nella fascietta cartacea riportante
l'anno "1825 ", e quindi dal sign. Romagna nella busta n° 4
205
serie 8.3
Carteggio ed atti, 1559 - sec. XX
Contenuto
La serie consta prevalentemente di fascicoli di originaria costituzione.
E' confluita in questa serie la documentazione prodotta dal curatore d'anime nello svolgimento della sua attività
pastorale in genere all'interno della comunità spirituale e civile.
E' da segnalare in modo particolare la presenza di documentazione relativa a privati, costituita prevalentemante da
testamenti e contratti agricoli, in cui il curatore d'anime non compare come diretto interessato nelle sue funzioni
pastorali, ma verso le quali garantiva il ruolo di fiduciario o di semplice depositario. Da mettere in rilievo è anche la
collocazione nelle serie 'Carteggio ed atti' di elenchi descrittivi della documentazione conservata nell'archivio e nella
biblioteca parrocchiale di Coredo. Il parroco infatti doveva avere cura, oltre che delle anime e dei beni beneficiali,
anche dell'archivio parrocchiale. Scaturiscono da ricerche condotte per gran parte consultando la documentazione
dell'archivio parrocchiale, gli appunti e gli scritti preparatori alla stesura del libro "Coredo nell'Anaunia: memorie
storiche" di cui la presente serie conserva testimonianza all'unità 8.3.5.
1 b. 1
"1559: sententia Cribella, sive sententia inter comunitates Coredi Smarani et Sfrutii ac vicinos Thaii possessores
manorarum sive iuris buscandi in montibus Coredi, Pezzoli et Canalez" (1)
1559 giugno 27 / ottobre 20
Fascicolo, cc. 4
Note
(1) Il diritto di "manara" o "iuris buscandi" era costituito dal diritto di tagliare il legname che alcuni vicini di Taio possedevano sulla
montagna di Coredo, Smarano e Sfruz. La sentenza pronunciata nel 1559 da Giacomo Crivelli da Pergine, in rappresentanza del
regolano maggiore, in seguito alla lite sorta fra gli abitanti dei tre paesi e i vicini di Taio, ai quali era stato impedito di esercitare
regolarmente il loro diritto, stabiliva i confini entro i quali si aveva "la servitù delle manare". Cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia
[...]", p. 11
2 b. 1
Documenti riguardanti privati (1)
1564; 1724 - 1801; 1873; 1923; 1937
Atto di costituzione di censo, donazione e contratti di locazione fra privati (1), contratto di compravendita, testamento, sentenza
arbitrale, disposizione circa diritti di seppellimento, estratto tavolare, atto relativo a cancellazione di ipoteca
Fascicolo, cc. 29
Note
(1) Fra gli atti di locazione è presente anche un rinnovo di locazione perpetua, rogato a castel Thun in data 3 gennaio 1564 e disposto
dal "dominus" Giorgio del fu Antonio Thun
3 b. 1
"Il parroco Panizza riguardo al sacristano e mantenimento del cappellano" (1)
1640
206
Supplica del parroco Panizza per l'elezione di un nuovo sagrestano (2)
Italiano
Fascicolo, cc. 2
Note
(1) L'intitolazione, di mano del parroco Edoardo Endrici, è stata desunta dal verso del documento
(2) Il parroco lamenta anche l'impossibilità di mantenere un cappellano a spese del beneficio parrocchiale
4 b. 1
"Archivio e biblioteca parrocchiale Coredo" (1)
1832; 1850; 1886; 1895; sec. XX in.
Elenchi descrittivi dei libri e della documentazione conservati nella biblioteca e nell'archivio parrocchiali di Coredo
contiene fra l'altro: "Per l'inventariazione degli archivi canonicali": elenco di norme per la compilazione degli inventari e dei regesti,
sec. XX in. (2)
Fascicolo, cc. 22
Note
(1) L'intitolazione, di mano pare del parroco E. Endrici, è stata desunta dal foglio ripiegato che conteneva la documentazione; i
singoli elenchi sono stati numerati dallo stesso parroco e la numerazione rispetta l'ordine cronologico
(2) L'elenco e la descrizione delle norme sono preceduti da una breve introduzione che menziona un accordo stabilito in occasione di
un convegno tenutosi a Revò
5 b. 1
"Notizie di storia patria di Coredo (lettere, appunti ecc.)" (1)
sec. XX primo quarto
Lettere indirizzate al parroco Endrici con appunti, trascrizioni di documenti e regesti relativi a Coredo e alla sua storia (2), appunti
del parroco, ricerche sulle origini dei cognomi del paese, cenni sulla storia di Coredo e del principato vescovile
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 40
Segnature precedenti: XI 13
Note
(1) L'intitolazione, di mano del parroco Rigotti, è stata desunta dal foglio cartaceo ripiegato che conteneva documentazione prodotta
in occasione delle ricerche storiche del parroco E. Endrici, in seguito alle quali venne ristampato il libro "Coredo nell'Anaunia:
memorie storiche" (1912). Il sig. Romagna, in occasione del suo intervento sull'archivio, costituì il presente fascicolo, inserendovi
anche documentazione dattiloscritta sulla storia di Coredo, prodotta in un periodo successivo alle ricerche di Endrici
(2) Si tratta di lettere spedite al parroco Endrici dagli studiosi padre Simone Weber ed Isidoro Bombarda, che comunicano al parroco
i risultati delle loro ricerche su Coredo e la sua storia
6 b. 1
"Diversi statuti" (1)
sec. XX
Documentazione a stampa riguardante satatuti, regolamenti disciplinari e programmi di scuole, istituti e convitti religiosi,
associazioni cattoliche e laiche
Fascicolo, cc. 208
Segnature precedenti: XI 4
Note
207
(1) Si tratta di un fascicolo formato dal parroco Rigotti, ma che contiene anche documentazione anteriore e successiva al suo periodo
di servizio a Coredo.
7 b. 1
"Testamenti, Coredo"
1915 - 1917; 1920; 1930; 1946
Testamenti olografi di privati (1)
Italiano
Fascicolo, cc. 11
Note
(1) Solo il testamento datato 21 dicembre 1920 è stilato dal parroco don E. Endrici
8
b. 1
Avvisi a stampa e note del parroco contenenti norme e prescrizioni circa l'abbigliamento da esigere in chiesa
1942
Fascicolo, cc. 22
208
serie 8.4
Circolari ecclesiastiche e civili, 1726 - 1943
Contenuto
Nella presente serie confluiscono sia gli stampati di contenuto ecclesiastico, quali circolari lettere apostoliche e pastorali
ecc., sia di contenuto civile, quali ordinanze, decreti, regolamenti ecc., spediti a parroco e curati per conoscenza
personale e per una maggior diffusione.
Era consuetudine affiggere o dare pubblica lettura dal pulpito di avvisi emessi da varie autorità politiche, finchè fu
disposto di pubblicare solo le ordinanze governative, mentre tutte le altre rimanevano di competenza delle autorità
locali, com'era consuetudine sotto il governo austriaco, in virtù della Circolare governativa del 14 settembre 1815, n.
1038. Il parroco poteva comunque impedire la pubblicazione verbale di avvisi sia comunali che giudiziali davanti alla
chiesa, o in una piazza ad essa attigua, qualora nella chiesa fosse celebrato qualche officio divino, come ad esempio
l'amministrazione della S. Comunione: poteva altresì proibirle nel caso in cui gli avvisi venissero declamati sulla
gradinata della chiesa o nel cimitero circostante (Correspondenz-Blatt 1855 n. 1, pag.3).
Ad avvenuta pubblicazione degli avvisi delle autorità era buona norma per i parroci darne nota a tergo degli stessi.
La serie Circolari ecclesiastiche e civili' dell'archivio parrocchiale di Coredo consta di 6 fascicoli di documentazione.
Le circolari e le lettere degli anni 1726 - 1795, di cui all'unità 8.1.1, furono ripiegate, nel senso della lunghezza, a
formare un mazzo senza intitolazione, probabilmente già per volontà del parroco don Pietro Preganella (1723 - 1731) e
quindi da parroci successivi don Stefano Ferrari, don Nicolò Keller sino quasi alla fine del servizio di don Pietro
Antonio Menghini (1802). Le circolari e le lettere ecclesiastiche, pervenute all'uffico parrocchiale durante il servizio del
successivo parroco don Andrea Filippi furono invece in parte protocollate dal successore don Giacomo Tolameotti (1).
Parte fu invece raccolta, in ordine cronologico, in un mazzo, all'interno del quale ciascuna carta riportava sul verso, per
mano dello stesso don Filippi, un breve accenno al contenuto. Il fascicolo di cui all'unità 8.4.2 ne riproduce l'originaria
organizzazione.
Il fascicolo 8.4.3 raccoglie invece lettere apostoliche e pastorali degli anni 1824 - 1930. Fu infatti volontà dei precedenti
ordinatori dell'archivio, probabilmente già a partire da Giacomo Tolameotti fino agli anni '30, quella di separare le
lettere apostoliche e vescovili dalla restante tipologia di avvisi provenienti da autorità ecclesistiche (2).
I fascicoli 8.4.5. e 8.4.6 sono riconducibili all'ordinamento impresso alla documentazione dell'archivio dal parroco G.
Rigotti (1929 - 1942), che vi inserì comunicazioni e circolari provenienti rispettivamente da autorità ecclesiastiche e
civili negli anni in cui fu parroco di Coredo.
Note
(1) Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 8.2.1
(2) Nel fascicolo venne infatti inserita volutamente anche una minima parte di lettere protocollate
1 b. 1
Lettere e circolari pastorali ed apostoliche, indirizzate al clero ed ai fedeli
1726 - 1795
Fascicolo, cc. 122
209
2 b. 1
Circolari ecclesiastiche e civili degli anni 1804 - 1821
1804 - 1821
Fascicolo, cc. 274
3 b. 2
Lettere apostoliche e pastorali indirizzate al clero ed ai fedeli
1824 - 1930
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 831
Segnature precedenti: XIV 1 e XIV 2
4 b. 2
"Resolutio casuum ex sacra theologia"
1905 - 1910
Fascicolo, cc. 90
Segnature precedenti: 9
5 b. 2
"Carte e avvisi ecclesiastici"
1929 - 1942
Circolari, avvisi, notificazioni, formulari, richieste inoltrate dal parroco e relative autorizzazioni pervenuti alla parrocchia di Coredo
da autorità ecclesiastiche (1)
Fascicolo, cc. 70
Segnature precedenti: III 8
Note
(1) In molti casi le concessioni rilasciate dall'autorità ecclesiastica sono compilate sulla stessa lettera di richiesta inoltrata dal parroco
all'autorità.
6 b. 2
"Carte e avvisi civili"
1930 - 1943
Comunicazioni e circolari proveniente da autorità civili
Fascicolo, cc. 47
Segnature precedenti: III A 9
210
subfondo 9
Visite pastorali, 1616 - 1965
Contenuto
Con il Concilio di Trento (Sess. XXIV, cap.3) veniva imposto al vescovo di vigilare sui costumi e sulla vita del proprio
gregge visitando la propria diocesi almeno ogni due anni. La visita poteva essere fatta dal vescovo in persona o, se
questi fosse stato legittimamente impedito, da un suo delegato, quale ad esempio il decano. Oggetto della visita erano: i
"luoghi" della cura d'anime e quindi le chiese, cappelle e qualunque istituto soggetto alla giurisdizione episcopale; le
"cose" e quindi le suppellettili sacre, gli altari, il battistero, le indulgenze, le confraternite, ecc.; gli "uffici" e le
"funzioni" per cui il visitatore controllava se il curatore d'anime assolvesse diligentemente ai suoi compiti relativamente
alla predicazione, all'amministrazione dei sacramenti, alla celebrazione della messa, all'amministrazione del patrimonio
ecc.; le "persone" e quindi la vita ed i costumi del clero e della popolazione locale.
Al vescovo spettava il diritto della "porzione canonica" che consisteva nell'obbligo per il curatore d'anime di fornirgli
vitto ed alloggio durante il tempo della visita, tranne in certi luoghi dove il vescovo era tenuto a sostenerli
personalmente. Era prevista anche la bonificazione di tali spese, da annotarsi nei resoconti della chiesa fra le spese
sostenute per il culto. Le autorità politiche erano abbligate a presenziare alla visita solo nel caso in cui il vescovo lo
avesse espressamente richiesto.
Il curatore d'anime era chiamato a preparare la visita, ordinando mobilio, paramenti ed arredi di chiesa e sacrestia
nonchè la documentazione dell'archivio ed a compilare un questionario preparatorio in cui venivano date notizie
generali sul beneficio, le chiesa ed i legati con una descrizione dettagliata delle condizioni religioso-morali della cura
d'anime, dell'istruzione dei fedeli, dell'amministrazione dei sacramenti e delle confraternite, associazioni religiose e pie
opere presenti nel territorio della parrocchia.
211
serie 9.1
Atti visitali, 1616 - 1965
Contenuto
La serie consta di tre unità, la prima costituita da un volume nel quale venne rilegato il decreto visitale stilato in
occasione della visita alla pieve di Coredo nel 1695, e nel quale venne successivamente inserita, in forma sciolta,
documentazione prodotta in successive visite pastorali, opportunamente segnalata da un'intitolazione apposta a matita
sulla coperta cartacea del volume.
Ai fascicoli di cui alle unità 9.1.2, 9.1.3 sono state attribuite nuove intitolazioni in occasione del presente ordinamento,
in quanto la documentazione contenuta fu originariamente organizzata in mazzi privi di rimando al contenuto.
1 b. 1
"Decreta visitalia et alia, liber confirmatorum: 1616, 1695, 1742, 1751, 1766, 1825" (1) (2)
1616, 1695, 1742, 1751, 1766, 1825
Copia autentica dei "Decreta visitalia plebania Coredi", 1616
contine fra l'altro, inserite: copie autentiche e semplici dei decreti visitali prodotti in occasione delle visite pastorali alla pieve di Taio
negli anni: 1616, 1742, 1751, 1766, 1825
Italiano, latino
Volume, legatura in cart., cc. 33 n.n
Note
(1) In realtà il volume non contiene registrazione di cresimati.
(2) Le date relative agli atti visitali contenuti nel volume sono state aggiunte posteriormente a matita. Solo i decreti visitali del 1695
sono stati cuciti nel volume: la documentazione prodotta in occasione delle visite degli anni 1742, 1751, 1766, 1825 è stata inserita e
non rilegata
2 b. 1
Trascrizioni, estratti, appunti dagli atti visitali prodotti in occasione delle visite pastorali alla parrocchia di Coredo ed al
alcune parrocchie limitrofe dal 1537 al 1766 (1)
sec. XIX ultimo quarto - sec. XX primo quarto
Fascicolo, cc. 8
Note
(1) Si tratta di quattro bifogli di mano del parroco E. Endrici
3 b. 1
Decreti visitali, questionari ed appunti preparatori delle visite pastorali degli anni 1913, 1926, 1938, 1942, 1952, 1964
1913; 1926; 1938; 1942; 1952; 1965
Fascicolo, cc. 62
212
subfondo 10
Culto e funzioni religiose, 1718 - 1952
Contenuto
Il sottofondo comprende la documentazione prodotta dal parroco e dai suoi coadiutori nella celebrazione delle funzioni
sacre, nelle commemorazioni liturgiche e in tutte le attività che si compiono nell'officiazione del culto divino.
213
serie 10.1
Diari delle messe, 1777 - 1952
Contenuto
Per la registrazione delle messe era disposto dall'autorità ecclesiastica l'uso di tre diari: il diario delle messe legatarie, il
diario delle messe avventizie ed infine il diario personale delle messe. Il primo tipo di diario doveva contenere i dati
relativi alla celebrazione delle messe beneficiali e legatarie fondate nella parrocchia, e quindi indicare la data ed il luogo
della celebrazione, l'intenzione ed il numero delle messe da celebrarsi; il diario delle messe avventizie doveva registrare
invece tutte le messe effettivamente celebrate, e riportarne la data della celebrazione, i nomi del committente e del
celebrante, l'intenzione con la relativa soddisfazione, lo stipendio. Entrambi i tipi di registro dovevano essere conservati
in sacrestia, come si apprende da una comunicazione inviata il 14 agosto 1804 dal vicario generale Simone Albano
Zambaiti ai decani della diocesi trentina, con la quale si rammentava ai curatori d'anime come "in omnibus ecclesiis
diligenter, fideliterque oserventur, scilicet, ut in singulis sacrariis exponatur liber, in quo quilibet sacerdos inscribere
teneatur singulas missas tam beneficii, et capellaniae quam legataria perpetuas, ac insuper alius separatus liber in quo
notentur missae adventitiae signata in utroque libro cuiuscumque celebrationis die". L'obbligatorietà della tenuta dei
diari delle messe avventizie fu riconfermata l'11 marzo 1825 anche dal vescovo Francesco Saverio Luschin, il quale
nella medesima occasione prescrisse anche l'obbligo dell'annotazione sul diario del nome del sacerdote celebrante e
dell'intenzione della messa e ribadì l'obbligo della conservazione di tali libri in sacrestia.
Nel diario diario personale delle messe infine, ciascun parroco doveva annotare tutte le messe da lui personalmente
celebrate e da celebrarsi; questo tipo di registro veniva di norma conservato presso di sé da ogni sacerdote seguendone
anche gli spostamenti.
In base alla tipologia dei registri presenti la serie è stata a sua volta suddivisa in due sottoserie: quella dei diari delle
messe legatarie ed avventizie e dei diari personali delle messe.
214
sottoserie 10.1.1
Diari delle messe legatarie ed avventizie, 1777 - 1952
Contenuto
La sottoserie si compone di 14 registri in cui venivano annotate sia le messe legatarie a carico della chiesa parrocchiale,
sia le messe avventizie, celebrate in genere 'pro defunctis', 'ad mentem offerentis', 'pro animabus', 'pro populo'. Ciascun
registro riporta, con più ordine e sistematicità i registri più recenti compilati su pagine prestampate, la registrazione
della data della celebrazione della messa, del nome del celebrante, dell'intenzione ed infine del numero partitivo, cioè di
un numero d'ordine che contraddistingue una messa all'interno di una serie di uffici sacri fatti celebrare per un defunto.
La tenuta di diari delle messe, specie pre la registrazione delle messe legatarie, venne più volte sollecitata dall'autorità
vescovile già nel secolo XVIII. Si legge infatti nei decreti visitali stilati in occasione della visita alla parrocchia di
Coredo nel 1695: "Per accertare l'adempimento di messe obligate doverasi tanto nella chiesa parochiale quanto nella
figliale di S. Rocco mantenere per l'avenire un libro proporzionato, nel quale cadaun celebrante di messa beneficiale, o
legataria, d'officio generale o particolare, votiva o di divozione, debba giornalmente notarla, coll'espressione della causa
et applicatione [...]" (1).
Note
(1) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.1, c. 4v
1
"[Diario] delle messe [manua]li [...] ss. messe [...]" (1) (2)
1777 ottobre 1 - 1809 giugno 24
Diario delle messe legatarie ed avventizie (2)
all'interno del piatto anteriore della coperta: annotazioni relative a decessi, 1798 apr. 13 - 1809 giu. 24 (3)
all'interno del piatto posteriore della coperta: annotazione relativa alla pubblicazione di sovrano decreto, 1803 mar. 1
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., pp. 439 (bianche pp. 227)
Segnature precedenti: IV 3
Note
(1) L' inchiostro molto sbiadito e la parziale copertura dell'intitolazione ne impediscono la lettura integrale
(2) Il registro è diviso in 7 sezioni, ciascuna corrispondente alle messe celebrate da un diverso ministro celebrante (parroco e
cooperatori)
(3) Viene ricordata anche la morte di don Romedio Rizzardi, primissario e quindi sostituto beneficiato Bombarda, avvenuta il 24
giugno 1809
2
"Libro delle messe legatarie"
1793 ottobre 1 - 1808 dicembre 28
Diario delle messe legatarie (1)
all'interno del piatto anteriore della coperta: annotazioni di carattere meteorologico, 1800 ott. 9 - 1805
all'interno del piatto posteriore della coperta: "1801"
215
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 68 n.n.
Segnature precedenti: IV 2
Note
(1) Il registro è diviso in 3 sezioni, ciascuna corrispondente alle messe celebrate da un diverso ministro celebrante (parroco e
cooperatori)
3
"Codex in quo inscribuntur missae pro populo, missae lagatariae, quae soluntur a sindico parochiali, necnon aliae
legatariae et manuales, inceptus die 3 aprilis, id est die paschatis anno 1825 ac semper servandus in sacrario ecclesiae
parochialis Coredi. Continet missas celebratas usque ad die 23 aprilis 1830"
1825 aprile 1 - 1830 aprile 25
- "Missae pro populo Coredi a die 3 aprilis 1825", 1825 apr. 3 - 1830 mar.14
- "missae adventiziae a die 24 febraris 1830", 1830 feb. 24 - 1830 apr. 25
- "missae ligatariae quae soluntur a sindico parochiali", 1825 mag. 1 - 1828 ott. 1
- "missae adventitiae", 1825 mag. 1 - 1829 ago. 28
- "sequuntur missae legatariae", 1828 ott. 25 - 1830 mar. 21
- "[missae] adventitiae", 1829 ago. 29 - 1830 feb. 23
sul verso del piatto anteriore della coperta: autografi [sec. XIX in.]
sul recto e sul verso del piatto posteriore della coparta: registrazione della messa celebrata il 23 feb. 1830, autografi, [sec.XIX in.]
contiene fra l'altro, inserite: annotazioni relative a messe da celebrare ed al ricevimento delle relative elemosine, [1825 - 1830] (2)
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 91 n.n.
Segnature precedenti: IV 7
Note
(1) "Continet missas celebratas usque ad die 23 aprilis 1830" è stato aggiunto posteriormente
(2) Sul verso dell'inserto: note angrafiche relative a Maria Anna del fu Giuseppe conte Thun [sec. XIX prima metà]
4
"Liber continens missas in eclesia par[ochiali] Coredi celebratas pro legatis in hac tabella quantitatibus. 2° adventitias.
3° pro populo, inceptus die 23 aprilis 1830" (tit. int.)
1830 aprile 25 - 1864 maggio 1
- "Missa legataria celebratas a die 23 aprilis 1830", 1830 apr. 25 - 1863 set. 23
- "missa adventitia", 1856 nov. 26 - 1864 apr. 1
- "missa adventitia a clero Corredi celebrata a die 23 aprilis 1830", 1830 apr. 25 - 1856 nov. 1
- "missa pro populo par[ochiali] Corredi celebrata a die 23 aprilis 1830", 1830 apr. 25 - 1864 mag. 1
sul verso del piatto anteriore della coperta: annotazione di carattere metereologico nel 1859, [1859] ; annotazioni di carattere
contabile [1830 - 1864]
sul verso del piatto posteriore della coperta: "Memoria della messa celebrata ala madona l'anno 1862 e '63, 1863/4", [1862 - 1864];
annotazioni di carattere contabile, disegni, autografi, [1830 - 1864]
Italiano, latino
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 156 n.n.
Segnature precedenti: IV 8
216
5
"Diario delle sante messe celebrate nella chiesa parrocchiale di Coredo"
1864 maggio 1 - 1873 maggio 2
- Registrazione delle messe avventizie, 1864 mag. 1 - 1873 mag. 2
- "1864 missae legatariae", 1864 mag. 2 - 1873 apr. 25
- "messa pro populo", 1864 mag. 1 - 1873 mag.1
sulla carta di guardia: lode a Maria vergine, [1864 mag. 1 - 1873 mag. 1]
Latino
Registro, legatura in tela, cc. 95 n.n.
Segnature precedenti: IV 10
6
"Diarium missarum celebratarum ecclesia parrociali (sic) Coreti"
1873 maggio 1 - 1888 dicembre 31
Diario delle messe legatarie ed avventizie
Latino
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 140 n.n.
Segnature precedenti: IV 11
7
Diario delle messe legatarie ed avventizie
1889 gennaio 1 - 1898 dicembre 31
Latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 90 n.n.
Segnature precedenti: IV 14
8
Diario delle messe legatarie ed avventizie
1899 gennaio 1 - 1908 luglio 25
Sul verso della carta di guardia: "1899/1908"
Latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 140 n.n.
Segnature precedenti: IV 16
9
"Diarium missarum celebratarum in ecclesia par(ochiali) Coreti a die 26 mensis iulii anni 1908 ad die 31 mensis
decembris anni 1915" (tit. int.)
1908 luglio 26 - 1915 dicembre 31
Latino
Registro, legatura in tela, cc. 121 n.n.
Segnature precedenti: IV 19
10
217
"Diarium missarum celebratarum in ecclesia Coreti a die 1 mensis ianuarii anni 1916 ad diem 5 mensis iulii anni 1924"
(tit int.)
1916 gennaio 1 - 1924 luglio 5
Latino
Registro, legatura in tela, cc. 121 n.n.
11
"Diarium missarum sagrestia ad die 6 iulii 1924 ad diem 9 februarii 1931" (tit. int.) (1)
1924 luglio 6 - 1931 gennaio 6
Sulla prima carta: invocazione al Signore, [1924]
Latino
Registro, legatura in tela, cc. 89 n.n.
Segnature precedenti: IV 21
Note
(1) Parte dell'intitolazione ("a die 6 iulii 1924 ad diem 9 febrarii 1931") è stata desunta dalla prima carta del registro
12
"Diarium missarum celebratarum in ecclesia S Crucis Corethi ab anno 1931 ad 1936" (tit. int.)
1931 febbraio 10 - 1936 agosto 24
A metà circa: annotazione relativa alla celebrazione di una messa "pro populo" in occasione del XXV anniversario di sacerdozio di
don Giuseppe Rigotti, 1934 lug. 8
Latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 96 n.n.
Segnature precedenti: IV 21
13
"Diarium missarum celebratarum in ecclesia Coreti ab anno 1936, ad 1942, 4/4" (tit. int.)
1936 agosto 25 - 1942 aprile 4
Sul verso della prima carta: "25 agosto 1936"
Latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 96 n.n.
Segnature precedenti: IV 23
14
"Diarium missarum celebratarum in ecclesia Corethi ab 1946 ad [1952]" (tit. int.)
1946 gennaio 1 - 1952 settembre 19
Verso metà: annotazione relativa alla celebrazione della I santa messa di don Luigi Rizzardi di Coredo, 1947 lug. 6
verso la fine: annotazione relativa alla celebrazione della I santa messa di don Gianbattista Brentari di Coredo, 1948 giu. 29
Latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 53 n.n.
Segnature precedenti: IV 24
218
sottoserie 10.1.2
Diari personali delle messe, 1811 - 1920
Contenuto
La serie consta di 7 registri. I diari personali delle messe più antichi (in questa serie della prima metà del XIX sec.),
precedenti all'introduzione dei registri prestampati, si limitano e registrare la data di celebrazione della messa,
l'intenzione ed eventualmente il numero partitivo, cioé il numero d'ordine che contraddistingue una messa all'interno di
una serie di uffici sacri fatti celebrare per un defunto. I diari compilati su pagine prestampate, usati dalla seconda metà
del XIX sec., si articolano in due sezioni: la prima riservata alla registrazione delle messe da celebrarsi, comprese le
residue dell'anno precedente, dove venivano annotati la data della commissione, il committente, il numero di messe
commissionate, l'intenzione, l'elemosina corrisposta, eventuali annotazioni ed il promemoria del sacerdote relativo
all'assolvimento dell'obbligo missario.
La seconda sezione, riservata alle messe celebrate, riportava registrazione della data, del luogo e della chiesa della
celebrazione, l'intenzione ed il numero di offici. La prima pagina dei registri personali delle messe, a partire dalla
seconda metà del sec. XIX, riportava in caratteri a stampa (secondo il prescritto delle costituzioni diocesane II) la
seguente prefazione in latino (in italiano nei registri più recenti) sottoscritta dal sacerdote: "Prospectus missarum,
quibus satisfacere obligor; unde nisi in meo diario notatae fuerint tanquam a me celebrata, nec ab aliis sacerdotibus, me
committente celebratas fuisse attestatione fide digna constiterit, haeredes mei ad supplendum tenebatur".
I diari personali delle messe conservati nell'archivio parrocchiale di Coredo sono stati raggruppati per sacerdoti, di cui
in nota si fornisce un breve profilo.
1
"Diarium missarum p[resbiteris] Francisci Sicher"
1811 ottobre - 1834 dicembre 31
Registro personale delle messe legatarie ed avventizie di don Francesco Sicher (1)
sul verso dei piatti anteriore e posteriore della coperta: annotazioni di carattere contabile, 1822 apr. 10 - 1825 gen. 5
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 88 n.n.
Segnature precedenti: IV 5
Note
(1) Don Francesco Sicher fu cappellano di Coredo dal 1817 al 1834
2
Diario personale delle messe legatarie ed avventizie di don Romedio Widmann (1)
1822 novembre 15 - 1836 giugno 3
- "Cathalogus missarum a me p(resbitero) Romedio de Widmann celebratarum incipiendo a die 15 novembris 1822", 1822 nov. 15 1826 nov. 26
- diari personali delle messe legatarie ed avventizie, 1826 dic.1 - 1836 giu. 3 (2)
- prospetto riassuntivo delle messe celebrate per il beneficio Thun fra il 14 novembre 1823 ed il 14 novembre 1824 da don Romedio
Widmann e dal cappellano Chilovi; annotazione relativa alla rinuncia di don Romedio Widmann nelle mani del conte Abrogasto
Thun all'incarico di beneficiato Thun [1825 nov. 14]
219
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 83 n.n.
Segnature precedenti: IV 6
Note
(1) Don Romedio Widmann fu cappellano di Coredo fra il 1738 ed il 1795 e quindi beneficiato a castel Bragher dal [1822] al 14
novembre 1825
(2) Non è stato possibile risalire al nome del ministro celebrante
3
"Diarium missarum ad usum sacerdotis Endrici Eduardi inchoatum die XXVI mensis decembris anni 1876" (tit. int.) (1)
1876 dicembre 26 - 1888 dicembre 31
Diario personale della messe di don E. Endrici:
- "prospectus missarum celebrandarum", 1876 dic. 27 - 1888 dic. 31
- "prospectus missarum celebratarum", 1876 dic. 26 - 1890 dic. 31
Latino
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 106 n.n.
Segnature precedenti: IV 12
Note
(1) Sulla coperta: "II. 26 dicembre - 1890 dicembre 31"
4
"Adversaria sacrorum presbiteri don Endrici Eduardi. 1891 - 1900"
1891 gennaio 1 - 1900 novembre 11
Diario personale delle messe di don E. Endrici:
- "missae celebrandae", 1891 gen. 1 - 1900 nov. 11
- "missae celebratae", 1891 gen. 1 - 1900 dic. 31
sulla prima carta: nota del parroco Endrici relativa al numaro di messe da celebrare nell'anno ecclesiastico ed alle loro modalità di
registrazione, [1891]
Italiano, latino
Registro, legatura in mezza tela, cc. 78
Segnature precedenti: IV 15
5
"Adversaria sacrorum presbiteri Endrici Eduardi, 1901 - 1910" (tit. int.)
1901 gennaio 1 - 1910 dicembre 31
Diario personale delle messe di don E. Endrici:
- "missae celebrandae", 1901 gen. 2 - 1910 dic. 16 (1)
- "missae celebratae", 1901 gen. 1 - 1910 dic. 31
sulla prima carta: note del parroco Endrici relative al numero ed al tipo di messe da celebrare nell'anno ecclesiastico, [1901]
Latino
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 86 (num. orig. parziale)
Segnature precedenti: IV 17
6
220
"Diarium missarum sacerdotis [Eduardi Endrici] [...]" (tit. int.)
1911 gennaio 1 - 1920 dicembre 31
Diario personale delle messe di don E. Endrici:
- "pars prima, missarum celebrandarum prospectus", 1911 gen. 1 - 1920 mar. 19
- "pars altera, sacrorum persolutorum quotidiana inscriptio", 1911 gen. 1 - 1920 dic. 31
verso la fine: annotazione relativa al rientro in servizio del parroco Endrici dopo mesi di malattia, 1920 giu. 7; annotazione relativa al
festeggiamento del 33° anniversario della venuta a Coredo del parroco Endrici, 1920 giu. 15
sul verso del piatto anteriore della coperta, incollato: prospetto contenente descrizione delle elemosine da versare per la celebrazione
delle messe e per l'estensione degli atti anagrafici, [1911 - 1920]
sul verso della carta di guardia anteriore: "Tassatorio delle messe [...]", [1917]
sul recto del piatto posteriore della coperta: "Tassatorio delle messe, 20/1 1919"
contiene, inserito; "Tassatorio missarum del 20 aprile 1920 [...], [post 1920 apr. 20]; decreto emesso dall'Ordinariato vescovile
contenente indicazioni circa il pagamento delle elemosine per le messe, 1917 nov. 15
Italiano, latino
Registro, legatura in tela, cc. 77 n.n.
Segnature precedenti: IV 18
7
"Diarium missarum ad usum sacerdotis Dionisii Delama inchoatum Tridenti die prima mensis ianuarii anni 1877" (tit.
int.)
1877 gennaio 1 - 1891 gennaio 18
Diario personale delle messe di don D. Delama:
- "prospectus missarum celabrandarum", 1877 gen. 2 - 1891 gen. 8 (1)
- "prospectus missarum celebratarum", 1877 gen. 1 - 1891 gen. 18 (2)
Latino
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 102 n.n.
Segnature precedenti: IV 13
Note
(1) Il prospetto delle messe da celebrare fra il 18 agosto e l'8 settembre 1890 è stilato su un foglio a parte, inserito nel registro
(2) Le messe celebrate fra l'1 ed il 18 gennaio 1891 sono registrate su foglio a parte, incollato alla carta di guardia posteriore
221
serie 10.2
Registri degli avvisi e delle pubblicazioni, 1855 - 1948
Contenuto
La serie raccoglie i registri nei quali il parroco annotava le promesse di futuro matrimonio con le date delle tre
pubblicazioni necessarie prima della celebrazione dei matrimoni, gli avvisi per le funzioni liturgiche, per le confessioni
e per la dottrina cristiana e altre comunicazioni pastorali di vario genere da pubblicarsi in chiesa e quindi di interesse
comunitario.
Già il Concilio di Trento (Sessione XXIV) stabiliva che i parroci rendessero note alla comunità le intenzioni dei futuri
sposi, per tre domeniche consecutive duranta l'adunanza ordinaria dei fedeli della parrocchia. Il § 71 del Codice civile
austriaco aggiungeva un'ulteriore clausola alla validità del matrimonio, ossia che le pubblicazioni matrimoniali
venissero fatte nelle parrocchie di entrambi gli sposi. In casi particolari i futuri sposi potevano essere dispensati da una,
due o addirittura tre pubblicazioni (Istruzione diocesana § 82). L'autorità ecclesiastica ordinariamente competente per
tale concessione era l'Ordinariato vescovile, salvo il caso contemplato dal § 83 dell'Istruzione diocesana, ossia pericolo
di morte per gli sposi intenzionati a legittimare il figlio nascituro), per il quale si delegava il curatore d'anime (o un suo
sostituto) chiamato ad assistere al matrimonio. L'autorità politica competente a dispensare gli sposi dalle tre
pubblicazioni era invece la Luogotenenza, e nel caso di pericolo di morte precedentemente contemplato, il Capitanato
distrettuale o l'autorità comunale che ne faceva le veci. La dispensa veniva concessa solo previa prestazione di un
giuramento suppletorio, pronunciato davanti all'officiante, nel quale i contraenti giuravano di non essere a conoscenza
di nessun impedimento alla loro unione matrimoniale. La dispensa dall'obbligo di una o due pubblicazioni era concessa,
nei casi in cui si rendeva necessaria un'anticipazione del matrimonio, dall'Ordinariato vescovile; venne delegata ai
decani con decreto vescovile del 1825, in base al quale il decano era autorizzato a dispensare solo nel caso in cui i
contraenti dimostrassero di aver ottenuto una simile dispensa anche dall'autorità politica.
La serie comprende 10 registri compilati a partire dalla seconda metà del sec. XIX, con il parroco don Emilio
Lorenzoni.
1
Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali
1855 agosto 12 - 1871 maggio 21
Italiano
Registro, legatura in cart. (1), cc. 70 n.n.
Segnature precedenti: XI 8
Note
(1) Il registro è acefalo
2
Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali
1872 maggio 30 - 1881 giugno 24
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 42 n.n
Segnature precedenti: XI 9
222
3
"Bandi ed avvisi pubblicati nella chiesa parrocchiale di Coredo dal 26 giugno 1881"
1881 giugno 24 - 1898 dicembre 25
Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali
sul verso dell'ultima carta: annotazione relativa a nato in Svizzera nel 1871, post 1871 feb. 29
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 119 n.n.
Segnature precedenti: XI 7
4
"Pubblicazioni" (1)
1899 gennaio 1 - 1907 maggio 26
Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali
Italiano
Registro, legatura in tela, cc. 99 n.n. (2)
Segnature precedenti: XI 10
Note
(1) All'interno, sul recto della carta di guardia: "1899 - 1907"
(2) La carta con gli avvisi dati nei giorni 24 e 31 luglio 1904 è stata asportata
5
Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali
1916 gennaio 6 - 1921 aprile 24
- Avvisi in chiesa, 1916 gennaio 6 - 1918 marzo 3
- avvisi in chiesa e pubblicazioni matrimoniali, 1918 marzo 17 - 1921 aprile 24
all'interno del piatto anteriore della coperta: annotazioni relative ad elemosine versate per la celebrazione di messe legatarie, [1916 1921]
Italiano
Registro, legatura in tela, cc. 81 n.n.
6
"Libro delle pubblicazioni dal 1/5 1921" (tit. int.)
1921 maggio 5 - 1927 marzo 20
Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 141 n.n.
Segnature precedenti: XI 12
7
Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali
1927 marzo 27 - 1929 dicembre 25
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 39 n.n.
223
8
"Avvisi e pubblicazioni matrimoniali" (tit. int.)
1930 gennaio 6 - 1943 gennaio 6
- Avvisi in chiesa, 1930 gennaio 6 - 1943 gennaio 6
- "pubblicazioni matrimoniali 1930", 1930 febbraio 9 - 1942 aprile 20 (1)
Italiano
Registro, legatura in tela, cc. 58. n.n. (num. orig. parziale)
Note
(1) Questa parte è compilata a registro capovolto
9
Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali
1943 gennaio 10 - 1946 febbraio 24
- Avvisi in chiesa, 1943 gennaio 10 - 1946 febbraio 24
- "pubblicazioni matrimoniali", 1943 aprile 4 - 1945 dicembre 25
Italiano
Registro, legatura in tela, cc. 57 n.n.
10
"Pubblicazioni"
1947 luglio 6 - 1948 dicembre 26
Registro degli avvisi in chiesa e delle pubblicazioni matrimoniali
sul verso dell'ultima carta: registrazione di matrimonio celebrato in data 23 febbraio 1933, [1933] (1)
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 24 n.n.
Note
(1) Questa registrazione è stata fatta a registro capovolto
224
serie 10.3
Carteggio ed atti, 1718 - 1942
Contenuto
La serie consta prevalentemente di fascicoli di nuova formazione, spesso costituiti da singoli documenti, rinvenuti
variamente distribuiti ad altra documentazione dell'archivio, per alcuni dei quali si è riportata, se presente, l'intitolazione
originaria apposta a tergo degli stessi. La documentazione della serie, riunita in fase di riordino in un'unica busta,
riguarda il culto e le funzioni sacre ed in particolare è relativa ad atti di autenticazione di reliquie deposte presso la
chiesa parrocchiale, alle famiglie consacrate al S. Cuore, alla celebrazione di uffici sacri presso chiese minori di Coredo,
alla concessione apostolica di indulgenze ecc. coprendo un arco cronologico che va dagli inizi del XVIII sino alla prima
metà del sec. XX.
1 b. 1
"Autentiche delle s. reliquie" (1)
1718; 1872; 1926; 1934; 1941
Fascicolo, cc. 5
Note
(1) L'intitolazione, di mano del parroco Rigotti, è stata desunta dalla busta da lettera in cui lo stesso parroco aveva inserito gli atti di
concessione ed autentica di reliquie. Si tratta in particolare delle reliquie di S. Illuminata e S. Colomba (1718), di frammenti del
legno della Santa Croce (1872, 1926 e 1934), e delle reliquie della beata Maddalena marchesa di Canossa (1941)
2
b. 1
"Altare privilegiato, 1780" (1)
1780 novembre 25
Documento emesso dalla cancelleria vescovile che conferisce all'altare maggiore della chiesa parrocchiale di Coredo il privilegio di
liberare per un settennio dalla pene del purgatorio i defunti la cui messa funebre verrà celebrata presso lo stesso altare
Fascicolo, cc. 2
Note
(1) L'intitolazione è stata desunta dal verso del documento
3 b. 1
Documentazione relativa alla richiesta della contessa Gioseffa Thun di castel Bragher di benedire la cappella del
castello e concessione accordata dal vescovo Pietro Vigilio Thun (1)
1786
Fascicolo, cc. 4
Note
(1) Il vescovo ordina che la benedizione venga fatta ogni prima e terza domenica del mese
4 b. 1
Supplica del parroco di Coredo Pietro Menghini al vescovo di Trento affinché la comunità di Coredo venga prosciolta
dall'obbligo di recarsi al santuario nel giorno di S. Vito per la celebrazione di una messa (1)
225
1787
Italiano
Fascicolo, cc. 2
Note
(1) Il parroco chiede che la messa possa essere celebrata nella piccola chiesa di S. Rocco, a Coredo
5 b. 1
Lettera vescovile che concede a i fratelli sacerdoti Francesco, Giuseppe e Pietro Sicher di Coredo (1) di celebrare
quotidianamente la messa presso il sacello intitolato alla Madonna (2)
1862 agosto 16
Fascicolo, cc. 2
Note
(1) Don Giuseppe, nato nel 1802, fu professore e quindi direttore del ginnasio di Trento, morì a Lavis nel 1881. Don Francesco, nato
nel 1814, fu parroco di Roncegno e quindi decano di Fondo dal 1865 al 1895, anno in cui morì. Don Pietro, nato nel 1817, fu parroco
di Lavis dal 1860 al 1901, anno in cui morì.
(2) I fratelli Sicher ricevettero nel 1851 dal vescovo Giovanni Nepomuceno, l'autorizzazione a costruire il sacello intitolato alla
Madonna, quale adempimento di un voto espresso dalla loro defunta madre
6 b. 1
Concessione apostolica di indulgenza plenaria
1925 luglio 18 (con visto del 23 luglio)
Fascicolo, c. 1
b. 1
"Famiglie, dove viene intronizzato il S. Cuore di Gesù" (1)
1942
Contiene anche: "Bambini consacrati alla Madonna nel giorno del S. Rosario in Coredo, 4 ottobre 1942", 1942 ott. 4
Fascicolo, cc. 4
Note
(1) L'intitolazione è stata desunta dall'elenco dei coredani presso le cui abitazione è avvenuta l'intronizzazione.
226
subfondo 11
Associazioni parrocchiali, 1901 - 1954
Contenuto
L'attività delle associazioni parrocchiali fu assai fervida a Coredo dal finire degli anni '20 del XIX sec., specie nel
periodo di servizio del parroco G. Rigotti (1929 - 1942) al quale è da attribuire l'impianto dei primi registri degli iscritti,
la stesura di relazioni e promemoria inerenti alla fondazione o alle prime riunioni dei vari gruppi.
Molto seguito ebbero l'Opera di S. Vigilio e le Opere Missionarie Pontificie.
L'Opera di S.Vigilio venne fondata a Coredo nel 1920 (1). Essa si proponeva, attraverso la preghiera, di sensibilizzare i
fedeli all'azione apostolica e aveva come scopo la raccolta di fondi a favore dell'educazione dei giovani vocati al
sacerdozio. L'Opera era presieduta da un consiglio centrale con sede a Trento, composto da un rettore, quattro
consiglieri, un segretario e un cassiere di nomina vescovile. A livello locale era invece coordinato dal curatore d'anime
e, nel caso in cui il gruppo avesse raggiunto almeno 100 soci, era prevista l'elezione di un consiglio locale composto da
due o tre membri, scelti tra i soci dal curato. Compito degli zelatori era, oltre alla preghiera, la raccolta mensile di
offerte da consegnarsi al curato il quale, ogni semestre, le spediva al cassiere centrale. Gli zelatori avevano il diritto di
godere di particolari privilegi ed indulgenze: ogni anno infatti, il primo venerdì di ogni mese, venivano celebrate presso
il Seminario di Trento 12 messe per i benefattori viventi ed una messa nell'Ottava dei morti in suffragio di quelli
defunti.
Le Opere Missionarie Pontificie sono pie associazioni di fedeli istituite con lo scopo di aiutare le missioni nel mondo. I
membri devono essere regolarmente iscritti e si impegnano ad adempiere alle condizioni stabilite dagli statuti per poter
godere dei diritti e indulti concessi.
Varie altre associazioni ed iniziative, alcune di fondazione mondiale, altre diocesana, furono attivate a Coredo. Avevano
scopi caritativo - sociali o di propoganda religiosa: l'Opera di Propagazione della Fede a sostegno delle missioni
universali; l'Opera della Santa infanzia a sostegno delle missioni con un'attenzione speciale ai bambini poveri ed ancora
l'Opera di S. Pietro Apostolo per il Clero indigeno, che insisteva sulla necessità di promuovere la formazione del clero
indigeno destinato ad assumere la responsabilità delle chiese locali.
Presso la parrocchia di Coredo fu attiva anche l'Azione cattolica. La documentazione conservata presso l'archivio
parrocchiale di Coredo ne testimonia la presenza nei tre gruppi maschile, femminile e giovanile, a partire dall'inizio
degli anni '30 del XIX sec. (2); l'esiguità di documentazione relativia all'associazione, che si riduce ad alcune quietanze
per i gruppi femminile e maschile e ad un registro dei verbali delle adunanze per il gruppo giovanile, rende purtroppo
impossibile ricostruirne l'attività. Alcune informazioni relative al gruppo dei giovani si evincono da una relazione stilata
dal parroco Rigotti sul registro dei verbali delle riunioni (3). Veniva istituito nel gennaio dell'anno 1930 sotto il nome di
'Circolo giovanile maschile di S. Stefano' dallo stesso don Rigotti che in tal occasione radunava circa 40 coredani dai
15 ai 35 anni nella chiesetta di S. Rocco. Il locale per la tenuta delle riunioni, gentilmente concesso al Comitato
promotore dalla coredana Annunziata Widmann, venne arredato per essere frequentato dai giovani per tre sere in
settimana. Nello stesso anno si tenne l'elezione della Direzione del Circolo: vennero eletti un presidente, un
vicepresidente, un segretario, un cassiere e tre consiglieri. Fu scelto come patrono e protettore S. Stefano martire, in
occasione del cui anniversario veniva fatta celebrare dall'associazione un messa solenne. Il parroco, che in data 10
marzo 1930 veniva nominato dall'Ordinariato vescovile 'assistente ecclesiastico del Circolo, teneva regolarmente
conferenze di argomento morale - sociale (4).
227
Note
(1) Scrive il parroco Rigotti sul registro degli iscritti dell'associazione: "La pia Opera di S. Vigilio fu fondata nell'anno
1920: non vi era un numero fisso di soci né di zelatrici, né gli ascritti contribuivano con un canone fisso, ma davano una
o più lire alla zelatrice Elvira Inama, che aiutata da qualche altra raccoglieva l'elemosina una volta all'anno, come
faceva pure per le spese missionarie. Molte volte si fece la giornata sacerdotale ed ogni mese veniva raccolta in chiesa
l'elemosina per il seminario minore. Nel 1930 e 1931 venne fatta pure la questua di patate. Dopo la giornata sacerdotale
del 1931 venne costituita una commissione di zelatrici , le quali raccolsero tosto un bel numero di ascritti alla Pia Opera
[...]: una scolara si presenta a loro ogni mese per la piccola elemosina". Cfr Archivio parrocchiale di Coredo, 11.2.3
(2) Significativa è a tal proposito l'intitolazione apposta dal parroco Rigotti su una busta da lettera, che raccoglie alcune
quietanze relative all'associazione:"Fatture e quietanze dei gruppi di Azione cattolica". Cfr. Archivio parrocchiale di
Coredo, 11.3.2, cc. 7 - 34
(3) Archivio parrocchiale di Coredo, 11.1.1
(4) Archivio parrocchiale di Coredo, 11.3.2, c. 5
228
serie 11.1
Protocolli delle riunioni, 1930 - 1942
Contenuto
La serie consta di due registri, entrambi impiantati dal parroco G. Rigotti (1929 - 1942), rispettivamente nel 1930, in
occasione dell'istituzione del 'Circolo giovanile di S. Stefano', e nel 1938 con l'adunanza, in data 21 marzo, del neocostituito Consiglio parrocchiale.
1
Registro dei verbali delle adunanze del Circolo giovanile di S. Stefano ed elenchi degli iscritti dal 1930 al 1942
1930 - 1942
All'inizio: relazione del parroco G. Rigotti stilata in occasione della costituzione del Circolo giovanile di S. Stefano, 1930
contiene fra l'altro, inserito: elenco degli iscritti all'associazione, [1942] (1)
Italiano
Registro, legatura in cart., 14 n.n.
Segnature precedenti: VIII B 4
Note
(1) Gli iscritti sono suddivisi per anno di nascita
2
"Consiglio parrocchiale"
1938 marzo 21 - 1938 aprile 11
Registro dei verbali delle adunanze del Consiglio parrocchiale
Italiano
Registro, legatura in cart., c. 1 n.n.
229
serie 11.2
Registri degli iscritti, 1924 - 1954
Contenuto
La serie consta di 6 unità il cui impianto è da attribuire al parroco don G. Rigotti (1929 - 1942), durante il cui periodo di
servizio l'attività di gruppi ed associazioni parrocchiali si esplicò con particolare fervore.
1
"Pia Opera di S. Vigilio, 1931"
1924; 1931 - 1949; 1954
Sul verso del piatto anteriore della coperta: rimando a pagina interna del registro (1)
p. 1: breve relazione di mano del parroco G. Rigotti relativa alla fondazione della Pia Opera di S. Vigilio, [1932]
pp. 3 - 14: elenco degli iscritti all'associazione negli anni 1932 - 1933 ? (2)
pp. 41 - 47: "Nota del giorno della consegna al parroco e della spedizione alla curia", 1932 feb. 23 - 1942 nov. 17 (2)
pp. 48 - 51: elenco -suddiviso per gruppi- degli iscritti all'associazione per il 1943
pp. 52 - 53: nota delle quote raccolte dalle curatrici dei vari gruppi dell'associazione per gli anni 1944 e 1948, [1944]; [1948]
contiene fra l'altro, inseriti: elenchi degli iscritti all'associazione negli anni 1945 - 1949 e 1954 e delle relative quote versate, [1945 1949] e [1954]; "Piccolo catechismo per i delegati dell'Opera di S. Vigilio", post 1924 (4); "Opera di S. Vigilio, registro quote", 1924
(5)
Registro
Note
(1) Si rimanda precisamente alla parte del registro in cui il parroco G. Rigotti annota il nome degli iscritti dal 1932 al 1942, la quota
versata dai medesimi, il giorno del versamento ed il totale corrisposto alla curia vescovile
(2) L'elenco è suddiviso per gruppi e per ciascuno viene indicata la quota versata da ciascun iscritto negli anni 1932 - 1933
(3) Si tratta della parte del registro già descritta nella nota (1)
(4) Si tratta di un sottile libretto a stampa
(5) Si tratta di un sottile registro non compilato
2
Registro degli iscritti a confraternita o associazione parrocchiale (1)
1929 - 1953
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 78 n.n.
Note
(1) Si tratta di associazione o confraternita che non è stato possibile identificare
3
"Pontificia Opera della Propagazione della Fede, diocesi di Trento; registro delle quote ad uso dell'Archivio
parrocchiale di Coredo"
1930 - 1935
Elenco degli iscritti per gli anni 1930 - 1935
contiene fral'altro, inseriti: avvisi a stampa per i fedeli, [post 1930]
230
Latino
Registro, legatura in cart., cc. 5 n.n.
4
"Propagazione della fede / Opere missionarie" (1)
1930 - 1942; [post 1946] - 1951
- "Pontificia Opera della Propagazione della Fede", elenco degli iscritti nelle giornate missionarie del 19 ott. 1930 e del 18 ott. 1931 e
delle relative quote versate (2)
- nota delle copie della rivista "Crociata Missionaria" distribuite fra il 1932 ed il 1940 e dei relativi beneficiari, [1932 - 1940]
- "Pontificia Opera di S. Pietro Apostolo per il Clero indigeno", elenco degli iscritti e delle relative quote versate fra il 1933 ed 1937,
[1933 - 1937]
- elenco degli offerenti pro Opera della Propagazione della Fede, della S. Infanzia, di S. Pietro Apostolo per il Clero indigeno, pro
missioni e delle relative quote versate per gli anni 1932 - 1942, 1932 - 1942 (3)
alla fine, a registro capovolto: relazione del parroco G. Rigotti a seguito della designazione della Commissione Missionaria
parrocchiale avvenuta in data 19 ottobre 1930, 1930 nov. 9
contiene fra l'altro, inseriti: elenchi degli iscritti all' Opera della Propagazione della Fede, della S. Infanzia, di S. Pietro Apostolo per
il Clero indigeno e delle relative quote versate per gli anni [1950] - 1951, [1950] - 1951
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 9 (num. orig. parziale)
Note
(1) La seconda parte dell'intitolazione è stata aggiunta su etichetta cartacea applicata al dorso del registro
(2) Alla fine dell'elenco degli iscritti per il 1930 viene fatto rimando al registro a stampa nel quale sono stati ricopiati i nominativi
degli iscritti all'Opera della Propagazione della Fede per il 1930 (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo....)
(3) Il registro degli iscritti alla Confraternita del SS. Rosario per gli anni 1750 - 1924 riporta anche elenco degli iscritti alla pia Opera
della Santa Infanzia per gli anni 1854 - 1917, cfr. Archivio della Confraternita del SS. Rosario di Coredo, 1.2)
5
"Ascritti al Carmine in Coredo"
1936 dicembre 8 - 1939 luglio 16
Registrazione degli iscritti alla Madonna del Carmine per gli anni 1936 - 1939
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 8 n.n.
Segnature precedenti: VIII B 4
6
"Ascritti alla pia Opera della S. Infanzia, 1940 - [1942]"
1940 - 1942
Registrazione degli iscritti alla pia Opera della S. Infanzia di Coredo e delle quote di iscrizione versate dai capi - gruppo
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 9 n.n.
Segnature precedenti: VIII B 4
231
serie 11.3
Atti amministrativi, [1901] - 1947
Contenuto
La serie è costituita di 2 fascicoli. Il primo, di nuova costituzione, raccoglie elenchi di iscritti ad associazione o
confraternita, rinvenuti frammisti ad altra documentazione dell'archivio, e che non è stato possibile, in sede di
ordinamento, identificare con precisione. Il secondo fascicolo è da ricondurre all'impianto archivistico attribuito alla
documentazione dal parroco G. Rigotti (1929 - 1942); contiene decreti di nomina ad assistente ecclesiastico di gruppi di
Azione cattolica dei decanati di Cembra e di Taio, pervenuti a don Rigotti tra il 1928 ed il 1930. In un secondo tempo
venne aggiunto alla documantazione originaria anche il decreto di nomina a presidente dall'Associazione giovanile di
Azione cattolica di Coredo, pervenuto nel 1944 a don E. Tonidandel, parroco a Coredo tra il 1942 ed il 1955.
1 b. 1
Elenchi di iscritti a confraternita o associazione parrocchiale (1)
[1901] - 1904
Fascicolo, cc. 7
Note
(1) Non è stato possibile stabilire a quale confraternita o associazione sia da ricondurre la documentazione in questione
2 b. 1
"Carte di azione cattolica"
1928 - 1947
Decreti di nomina del parroco G. Rigotti ad ispettore - fiduciario dell'organizzazione degli Uomini Cattolici nel decanato di Cembra
(1928 - 1929), di assistente ecclesiastico della Gioventù cattolica maschile del decanato di Taio (1930), del Circolo Giovanile
maschile "S. Stefano"di Coredo (1930) e del parroco Tonidandel a presidente dell'Associazione Giovanile di Azione cattolica (1944),
circolari provenienti dall'Ufficio Centrale e dall'Ufficio Diocesano dell'Azione cattolica italiana
contiene fra l'altro: "Fatture e quitanze dei gruppi di Azione cattolica" (1)
Fascicolo, cc. 51
Segnature precedenti: XI 3
Note
(1) L'intitolazione è stata desunta da una busta da lettera nella quale il parroco G. Rigotti aveva raccolto le quietanze
232
subfondo 12
Miscellanea, 1912 - 1922
Contenuto
Il sottofondo raccoglie quella documentazione che per la sua eterogeneità o frammentarietà non è riconducibile ad altra
serie.
233
serie 12.1
Carteggio ed atti, sec. XVIII - sec. XX
Contenuto
La serie consta di due fascicoli di nuova costituzione, entrambi formati in seguito alla raccolta di carte isolate non
riconducibili ad alcun affare o tipologia documentaria organica. Le momorie devozionali e le immagini sacre, raccolte
nel fascicolo di cui all'unità 15.1.2, sono state prevalentemente estratte da registri o volumi.
1 b. 1
Miscellanea
sec. XVIII - sec. XX
Supplemento al Messaggero tirolese del 22 nov. 1849, "Elenco dei concorrenti alla condotta medica di Coredo", Gazzetta del Tirolo
italiano del 23 ott. 1851, "offerte per il nuovo piviale bianco", spartiti musicali, testi di preghiera, appunti, pro-memoria, elenchi,
cartoline, ecc.
Fascicolo, cc. 120
2 b. 1
Raccolta di memorie devozionali, immagine ed avvisi sacri
sec. XIX - sec. XX
Fascicolo, cc. 24
234
serie 12.2
Registri diversi, 1912 - 1922
Contenuto
La serie consta di un registro di cassa in buono stato di conservazione, che in sede di riordino non è stato possibile
attribuire con sicurezza a nessun ente, beneficio o legato gravitante attorno alla parrocchia, tanto meno ad un
amministrazione aggregata a quest'ultima.
1
Registri dei conti di Gioele Widmann, Giuseppe Amadei e Maria Mascotti
1912 - 1922
- "Entrata di Gioele Widmann", 1912 - 1922
- "uscita di Gioele Widmann", 1913 - 1922
- "registro di Giuseppe Amadei", 1913, 1919, 1922
- "registro di Maria Mascotti", 1913, 1916, 1918 - 1920
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 11 n.n.
Segnature precedenti: VI 5
235
Ente
Confraternita del Santissimo Rosario
1610 - [1924]
Luoghi
Coredo
Archivi prodotti
Fondo Confraternita del Santissimo Rosario di Coredo, 01/01/1610 - 31/12/1924
Storia
Le confraternite sono associazioni di fedeli costituite per l'esercizio di opere di carità, di pietà e di beneficenza, dotate di
una regolare organizzazione ed avento lo scopo di incrementare il culto. Esse venivano erette canonicamente in una
chiesa con formale decreto dell'autorità vescovile, mentre le congregazioni sviluppatesi intorno a Ordini religiosi (es.
Congregazione del Terz'Ordine Francescano) potevano invece essere istituite solo dai Generali di quell'Ordine.
Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare sulle confraternite un'azione di controllo,
sottoponendole alla vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza il curatore d'anime fu chiamato a
ricoprire presto al loro interno una posizione preminente - generalmante ne era il presidente - e a garantirne il buon
funzionamento. Fu papa Clemente VII a stabilire, con la bolla 'Quaecumque' del 7 dicembre 1604, le norme generali
relative alla loro erezione.
Nel XVIII secolo, durante il periodo della dominazione napoleonica, dopo analoghi provvedimenti assunti sia da
Giuseppe II che dal governo bavaro, le confraternite furono soppresse. In seguito furono ripristinate, ma con forti
limitazioni, perché considerate o come associazioni di fedeli, a scopo religioso, o come pubbliche istituzioni di
beneficenza e assistenza. Visto il loro duplice scopo esse sono soggette sia al diritto della chiesa sia a quello dello Stato.
"La Confraternita del SS. Rosario di Coredo", scrive il parroco E. Endrici nel libro 'Coredo nell' Anaunia [...]' "fu eretta
nel 1610 dal parroco Luca Gallo, consenziente tutto il popolo. Per la canonica erezione della confraternita fu chiamato
da Trento il padre Cipriano da Vicenza dell'Ordine dei Predicatori, vice priore del convento di S. Lorenzo. Tutti i beni
della confratrenita di S. Silvestro e di S. Sebastiano passarono alla neoeretta confraternita del Rosario. Nell'archivio
parochiale si trova il libro in cui sono registrati i primi confratelli. L'altare del S. Rosario fu fatto nel 1626. Nel 1768 la
confraternita comprò un nuovo gonfalone, il cui quadro fu dipinto dal pittore Mattia Lampi per troni 112 (1)". Il sottile
registro che contiene copia autentica dell' "instrumentum" di fondazione della confraternita del S. Rosario (2) ricorda
infatti nella parte introduttiva una confraternita di S. Silvestro e Sebastiano costituita per volontà degli "homines e
vicini" della villa di Coredo su un altare della chiesa parrocchiale di cui, si dice, vi sarebbe testimonianza in un "libello
della scolla de SS. Silvestro et Sebastiano" (3). Grazie a legati pii e donazioni la confraternita venne dotata di beni
mobili ed immobili, ma in occasione delle visite pastorali i confratelli vennero più volte ammoniti della mancanza di un
documento ufficiale di erezione della confraternita, dietro la minaccia dell'annullamento della stessa e della confisca dei
beni. I confratelli pervennero quindi alla decisione di trasferirne i beni alla neoeretta Confraternita del Rosario.
Il padre Cipriano da Vicenza dell'ordine dei Predicatori, vice priore del convento di S. Lorenzo di Trento, istituì la
Confraternita del SS. Rosario sull'altare "existente in dicta ecclesia apud columnam a latere sinistro in ingressu dicte
236
ecclesie", altare dedicato alla SS. Trinità e dal quel momento chiamato anche altare del SS. Rosario (4) deputando un
sacerdote "idoneus", anche nella persona dello stesso pievano, a benedire il Santo Rosario e a celebrare le sacre
funzioni. All'atto di fondazione venne allegato anche lo statuto della confraternita strutturato in 15 capitoli, di cui si è
ritenuto opportuno riportare la parziale trascrizione, fondamentale per comprendere scopi ed organizzazione interni
della confraternita.
1° "S'ordina che li officiali della compagnia debbino essere [...] 4 consiglieri, rettori e capi, oltra la persona del piovano
pro tempore, doi massari, un notaro da esser eletto dal reverendo signor pievano e dalli consiglieri [...] qual elettione si
fara il primo del anno ed il corso suo sara solamente d'un anno [...]"
2° "S'ordina che il consiglio [...] non si possi fare senza la presenza del pievano 'pro tempore' e in sua assenza il suo
vicegerente ? [...] e tutte le attioni che si farano sarano registrate dal notaro della compagnia nel libro a ciò deputato
[...]"
3° "S'ordina che il consiglio si faccia ordinariamante ogni prima domenica del mese dopo la processione [...]"
4° "S'ordina che tutti quelli che dovevano esser scritti in detta compagnia fratelli e sorelle habbino da esser iscritti li
nomi e cognomi loro per alfabeto distintamente per il reverendo signor pievano [...] e no altrimento per mano di
secolare niuno [...] e il tutto faccia senza pagamanto niuno, [...] scritti che sarano se chiederano di benedire la corona o
Rosario, cio sia fatto dal piovano ponendola sopra del altar devotamente con quelle orationi scritte nel libretto"
5° "Item si ordina che si habbino a celebrar quattro anniversari al'anno per l'anima de fratelli e sorelle [...]"
6° "Si ordina che la prima domenica del mese si canti la messa al altare del SS. Rosario faciendosi la processione [...]"
7° "Si ordina che ogni prima domenica del mese d'ottobrio e così ogni anno secondo l'ordine et instituzione del
Beatissimo Gregorio XIII [...] e in tal giorno si recitava l'officio della B. Vergine secondo il costume ecclesistico [...]
facendo in quel giorno la piu solenne processione per la nostra villa"
8° "S'ordina che le chiavi del zocco nella chiesa dove sarano poste le elemosine della compagnia sarano almeno doi,
una delle quali tenria il piovano, l'altra un delli massari [...]"
9° "S'ordina che le offerte entrate [...] s'habbino da distribuire prima nel culto divino per celebrar messa, comprar cere,
paramenti [...] e se cui sopra avanzera cosa alcuna sovenire li poveri della compagnia perticolarmente li infermi [...]"
10° "S'ordina che in caso di bisogno alcuno si possa questuare comunemente per la nostra villa o in altro logo dovo sara
concesso [...]"
11° "S'ordina che li massari siano diligenti [...] tenendo un libro particolare con li conti della compagnia ne si possino
fare spese straordinarie e stravaganti [...] ne meno far elemosina senza le fedi o poliza fatta dal signor piovano"
12° "S'ordina che finito il suo anno li massari habbino da render conto alli nuovi eletti alla presenza del piovano e delli
altri vecli eletti rettori e consiglieri registrandosi dal notaro della compagnia detti conti nel libro deputato per li conti
[...] consegnando nelle mani de novi massari tutto quello che restarano debitori con tutto quello che si ritrovarono
havere [...]"
13° "S'ordina che si debba fare l'inventario sempre di volta in volta consignandoli alli massari di tutti li mobili stabili,
raggioni et attioni della confraternita per il notaro [...]"
14° "S'ordina che quando si inferma qualche persona della compagnia e saranno avvisati li rettori o consiglieri di quella
dalli massari ovvero da altri a questo officio dissignati doveranno andare o tutti o parte di loro a visitarlo e esortarlo a
ricevere li SS. Sacramenti [...]"
15° "S'ordina quando morira qualche persona della compagnia si faccia segno con la campana dal monaco con 15 botti
datti distintamente [...] e chiamati ancora con l'istesso signo di botti si doverà fare quando il giorno del sabbato overo
altro giorno si dovera celebrare la messa del SS. Rosario"
237
Note
(1) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche", pp. 168 - 169
(2) Archivio della Confraternita del SS. Rosario di Coredo, 2.3
(3) Già nella seconda metà del sec. XV si ha testimonianza dell'esistenza a Coredo della Confraternita di S. Silvestro. In
una pergamena dell'archivio parrocchiale datata 8 giugno 1476, riguardante la locazione di un terreno della chiesa di S.
Maria, fra i beni confinanti si nominano i "bona fraternitatis Sancti Silvestri" (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n.
63). In un pergamena del 29 marzo 1513 si nominano invece gli "iurati" della scuola o confraternita di S. Sivestro (cfr.
Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 69). Ed ancora la pergamena del 30 ottobre 1549 contiene la transazione
raggiunta in occasione di una controversia sorta tra un tale Paolo Sicher da Coredo ed il sindico della Confraternita di S.
Silvestro in merito allo smarrimento di un libro della stessa confraternita (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 1, n. 76)
(4) Sebbene in questa occasione l'altare venisse assegnato alla Confraternita del SS. Rosario, nel documento si
sottolinea la volontà di non negare l'antica intitolazione ("absque tamen preiudicio et diminutione primi nominis"). Nel
1628, a spese della confraternita, fu costruito nella chiesa parrocchiale l'altare del Rosario (cfr. S. Weber, "Le chiese
della Valle di Non", pp. 76 - 77)
238
fondo
Confraternita del Santissimo Rosario di Coredo, 1610 - 1924
registri 3.
Soggetti produttori
Confraternita del Santissimo Rosario, 1610 - [1924]
Contenuto
L'archivio della Confraternita del SS. Rosario di Coredo, fondo di modeste dimensioni e, seppure di formazione
risalente all'inizio del XVII sec., pervenuto in discreto stato di conservazione, consta di due registri degli iscritti e di un
registro degli instrumenti che contiene copia autentica dell'atto di fondazione. Ulteriore documentazione si trova nelle
serie 'Urbari e inventari' del sottofondo 'Chiesa parrocchiale' (4.1.4; 4.1.5; 4.1.7). Si tratta di inventari di beni e legati
spettanti alla Confraternita del SS. Rosario ed alle chiese di S. Maria e di S. Rocco (1) compilati su un unico registro.
Nella serie 'Atti amministrativi' dello stesso sottofondo (4.3.1) si trova copia autentica di un inventario di beni immobili
della Confraternita del SS. Rosario, stilato unitamente all'elenco dei beni delle già citate chiese e della Compagnia del
SS. Nome di Gesù (più tardi denominata Confraternita del SS. Sacramento). Ed ancora nella serie 'Registri dei conti' del
sottofondo 'Chiesa parrocchiale' i registri più antichi di cui alle unità 4.4.1 e 4.4.2 contengono le rese di conto della
Confraternita dal 1641 al 1796 stilate unitamante a quelle della chiesa di S. Maria fino al 1667 e negli anni successivi
anche alle rese di conto della chiesa di S. Rocco, in quanto l'amministrazione del patrimonio dei tre enti era demandata
ad uno stesso sindico
Note
(1) Spesso si parla di beni dell'altare del S. Rosario sul quale era stata istituita la confraternita
239
serie 1
Registri degli iscritti, 1687 - 1924
Contenuto
La serie consta di due registri: il più antico contiene un elenco dei nomi dei confratelli e delle consorelle, senza la
consueta distinzione per sesso di appartenenza, iscritti alla Confraternita dal 1687 al 1752, data dell'entrata in servizio a
Coredo del parroco Nicolò Keller (1752 - 1781); il secondo registro, dedicato solo nella seconda metà (1) all'elenco dei
confratelli e delle consorelle della Confraternita del Santissimo Rosario e iniziato per mano del parroco Nicolò Keller,
riprende i nominativi già presenti sul registro più antico, aggiornandoli fino al 1925 (2). La prima parte del registro
contiene infatti elenco dei confratelli e delle consorelle iscritte alla Confraternita della Dottrina Cristiana ed alla Pia
Opera della Santa Infanzia con documentazione a stampa allegata.
L'Opera della Santa Infanzia aveva scopi caritativo - sociali, a sostegno delle missioni con un'attenzione speciale ai
bambini poveri (3).
L'arciconfraternita della Dottrina Cristiana, sorta a Roma come "Compagnia o Congregazione della Dottrina Cristiana"
nel 1560, era destinata a promuovere l'insegnamento del catechismo cattolico; da Paolo V fu eretta in arciconfraternita
nella basilica di S. Pietro; Benedetto XIV ne trasportò poi (1746) la sede in S. Maria del Pianto; nel 1905 Pio X
ordinava l'istituzione di una Confraternita della Dottrina Cristiana presso ogni parrocchia. In occasione della visita
pastorale alla parrocchia di Coredo nel 1695 i visitatori, constatata la sola presenza della Confraternita del SS. Rosario,
sollecitavano l'erezione della Confraternita della Dottrina Cristiana sotto la direzione del priore dell'Arciconfraternita di
Trento (4). L'erezione della Confraternita della Dottrina Cristiana di Coredo pare comunque da far risalire all'aprile del
1750, anno in cui venne stilato il primo elenco di confratelli e consorelle iscritti al sodalizio.
Note
(1) Fanno eccezzione le ultime 6 carte del registro che riportano un elenco degli associati alla Pia Opera della Santa
Infanzia
(2) L'elenco degli iscritti alla Confraternita nel 1730 è presente anche nel registro che contiene l'atto di fondazione (2.3)
(3) Nella serie 'Registri degli iscritti' del sottofondo 'Associazioni parrocchiali' dell'archivio parrocchiale sono presenti il
registro degli iscritti alla pia Opera della Santa Infanzia per gli anni 1940 - 1942 ed un elenco degli offerenti per gli anni
1932 - 1942; cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 11.2.1, 11.2.4
(4) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.1, c. 3v
1
AA b. 1
"Libro della Compagnia del SS. Rosario della pieve di Coredo nel quale si contengono li nomi racolti sotto li 13 aprile
l'anno 1687" (tit. int.)
1687 aprile 13 - 1751
Registro degli iscritti alla confraternita dal 1687 al 1751
sul verso dell'ultima carta: "Procura ratione steurarum", copia semplice di atto di procura, 1696 luglio 14 (1)
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 21 n.n.
Note
240
(1) Pare si tratti della copia, stilata dal parroco A. Preganella, di un atto di nomina di due ecclesiastici quali procuratori degli
"officiali" della confraternita
2
AA b. 1
"Confraternita del SS. Rosario"
1750 aprile 16 - 1924
- Elenco dei confratelli iscritti alla Confraternita della Dottrina cristiana, [post 1750 apr. 16]
- elenco delle consorelle iscritte alla Confraternita della Dottrina cristiana, [post 1750 apr. 16]
- "nomi delli ufficiali a tenore del libreto intitolato: 'Modo che si tiene nell'isegnar la Dotrina Cristiana nella Diocesi di Trento", [post
1750 apr. 16] (1)
- "catalogo degli ascritti alla pia Opera della Santa infanzia. 1917", 1917
- "catalogo de confratelli e consorelle della confraternita del SS. Rosario eretta in questa chiesa parochiale di Coredo sotto li 15
giugno dell'anno 1610 dal molto reverendo padre frà Cipriano da Vicenza sottopriore nel convento di S. Lorenzo in Trento ad istanza
del popolo di Coredo, e specialmente dal reverendissimo signor Luca Galli di Segno, parocho di questo luogo rinovato da me
Giovanni Nicolò Keller parroco presentaneo", [post 1752 mag. 6] - 1924
- "associati alla pia Opera della santa infanzia", 1854 - 1916
all'inizio, incollata sul verso della carta di guardia: lettera pastorale indirizzata dal vescovo di Trento, Leopoldo Ernesto Firmian, a
parroci e curati della diocesi, contenente esortazioni per la formazione delle confraternite della Dottrina cristiana, indicazioni relative
a sistemi organizzativi, metodologici e contenutistici su cui impostare l'insegnamento nonché l' elenco delle indulgeneze riservate
agli iscritti, 1750 aprile 16
alla fine, incollata: circolare estratta dalla "notizia di monsignor Forbin Janson, vescovo di Nancy e di Toul, sull'opera della santa
Infanzia pel riscatto dei bambini nella Cina e negl'altri paesi infedeli, sotto la protezione degl'ee.ss. vescovi", 1853 gen. 20
contiene fra l'altro, inserito: elenco di confratelli e consorelle iscritti alla Confraternita dal 1900 al 1903
Italiano, latino
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 68 (num. orig. parziale)
Segnature precedenti: VIII A 1
Note
(1) Si tratta di un elenco degli ecclesiastici e dei laici impegnati nell'opera di diffusione della dottrina cristiana nel paese di Coredo
241
serie 2
Registri degli instrumenti, 1610 - 1730
Contenuto
La serie consta di un sottile registro in discreto stato di conservazione che contiene copia autentica dell' "instrumentum"
di fondazione della confraternita.
3
AA b. 1
"Fundationis confraternitatis S.mi Rosarii Coredi instrumentum"
1610 giu. 12 - lug. 4; 1730
Copia autentica dell' "instrumentum" di fondazione della confraternita del SS. Rosario di Coredo, 1610 giu. 12 - 1610 lug. 4
alla fine: elenco degli iscritti alla confraternita nell'anno 1730, 1730
Italiano, latino
Registro, legatura in cart., cc. 17 n.n.
242
Ente
Confraternita del Santissimo Sacramento
1701 luglio 17 - [1962]
Luoghi
Coredo
Altre Forme autorizzate del nome
Compagnia del Santissimo Nome di Gesù (denominazione in uso fino al 1830)
Archivi prodotti
Fondo Compagnia del Santissimo Nome di Gesù poi Confraternita del Santissimo Sacramento di Coredo, 01/01/1701 31/12/1962
Storia
La Confraternita del SS. Nome di Gesù viene eretta presso la chiesa parrocchiale di S. Maria di Coredo, in data 17
luglio 1701, dal padre Vigilio Zacheletti, priore del convento di S. Lorenzo di Trento (che agisce in base all'autorità
conferitagli dal vicario generale dell'Ordine dei predicatori con bolla del 13 luglio 1701). Rettore delle confraternita
viene nominato il parroco Andrea Preganella, mentre suo procuratore generale o sindico diviene il coredano Maurizio
Bombarda (1).
Le norme " [...] intorno la elettione del procuratore o sii sindico di questa confraternita, come intorno alle lemosine che
venivano fatte alla medesima" (2) stilate a pochi giorni di distanza dall'erezione della confraternita, forniscono le prime
informazioni relativamente alla sua originaria organizzazione. I confratelli, alla presenza del pievano, eleggevano il
sindico, che alla fine del suo mandato rendeva conto delle elemosine raccolte dai confratelli. Le elemosine e le offerte
versate da benefattori o provenienti da legati, servivano per i bisogni della confraternita e per suffragare i fratelli
defunti.
All'erezione formale della Confraternita del SS. Nome di Gesù di Coredo ed alla stesura del relativo statuto si arrivò
solo in data 23 agosto 1761, per sollecitudine del parroco Nicolò Keller. Si propone qui di seguito la parziale
trascrizione dei 14 capitoli più significativi:
1. "Cadauno che brama eser ascritto a questa confraternita s'insinuerà presso il reverendissimo sig. arciprete da cui indi
sarà presentato al signor ministro, dandoli tutta la possibile informazione dei suoi costumi [...]"
2. "Qualora sia dal ministro e due assistenti ricevuto doverà subito pagare in manni del ministro o cassiere [...]" (3)
3. "Subito che sarà accettato doverà provedersi della sua cappa di colore rosso uniforme a quella degli altri confratelli e
prima di vestirla la porterà al reverendissimo signor arciprete accio la benedicà"
4. "Ogni confratello sarà tenuto [...] ad accompagnare le pubbliche processioni ed in particolare quella, che solenemente
si fa la festa del Corpus Domini e sua ottava, il primo giorno dell'anno, la festa della Purificazione e Natività di S. Maria
Santissima, il Venerdì Santo, le terze dominiche [...]"
6. "[...] si celebreranno alla morte di cadaun confratello e consorella cinque s. messe cioé una cantata e quatro private
[...] e muorendo un confratello che sia stato ministro, sarà celebrata una messa privata oltre le cinque annunciate, in
segno che é stato una volta cappo della Compagnia"
243
7. "Ogni confratello sarà tenuto ad accompagnare alla sepoltura vestito della propria cappa dei confratelli e consorelle
che di mano in mano moriranno ed affinché sia noto alli signori confratelli il defonto essere stato confratello la sera
dopo il segno dell'Ave Maria si darà dal sacristano un segno con la campana grande, per qual incomodo al medemo si
condona l'annua annata di meza quarta di formento[...]"
8. "Ogni bienio, la seconda festa delle Pentecoste [...] si verrà a nuova elezione del ministro, assistenti, consiglieri,
sindico, avisatore, silenziere ed altri ufici [...]"
9. "Il ministro non potrà, passato il suo biennio, esser confirmato nell'ufficio di ministro [...] e terminato il suo corso
dovrà render conto se ha manegiato danaro della Compagnia al nuovo ministro, assistenti e consiglieri e sindico, e così
pure fare dovrà il sindico o cassiere" (4)
12. "L'ufficio del signor ministro e suoi assistenti e consiglieri sarà l'invigilare per il bene e vantaggio della Compagnia
e principalmente invigilare sopra i costumi dei confratelli [...]".
Nei decenni successivi vennero aggiunti altri capitoli allo statuto originario, riguardanti essenzialmente nuovi criteri per
la commisurazione delle quote associative, delle pene pecuniarie inflitte ai confratelli negligenti e la somma spettante al
sacrestano della chiesa per il suono della campana in occasione della morte di un confratello.
Scrive il parroco E. Endrici nel libro "Coredo nell'Anaunia [...]": Alla confraternita del Nome di Gesù nel 1761 il paroco
don Keller sostituì quella del SS. Sacramento che esiste tuttora e ha molti ascritti" (5). In realtà in quell'anno si arrivò
alla formale erezione della Compagnia del SS. Nome di Gesù ed alla stesura del relativo statuto; solo negli anni '30 del
secolo successivo si iniziò a denominarla Confraternita del SS. Sacramento.
Fonti archivistiche e bibliografia
Bibliografia
ENDRICI E., Coredo nell'Anaunia. Memorie storiche, Coredo (Tn), 1991 ristampa anastatica
dell'edizione,Trento, 1911
Note
(1) Archivio della Compagnia del SS. Nome di Gesù poi Confraternita del SS. Sacramento, 2.5. Nella memoria del
parroco Nicolò Keller stilata sul primo urbario della confraternita, in occasione della sua formale elezione nel 1761, si
fa riferimento all'atto di erezione del 1701 "apeso nela parochiale di Coredo"
(2) Archivio della Compagnia del SS. Nome di Gesù poi Confraternita del SS. Sacramento, 2.5, c. 1v. Le norme stilate
in quanto "fu insorta qualche dissonanza tra il signor pievano e tra i domini regolani [...] " son trascritte in copia
autentica sullo stesso bifoglio che contiene l'atto di erezione
(3) La somma da versare era diversa a seconda dell'età del confratello. Oltre alla quota di iscrizione ciascun
confratello/consorella doveva versare annualmente mezza quarta di frumento "[...] che servir deve in mantenimento
delle spese necessarie per decoro della Compagnia" (cap. 6). Chi ometteva di pagare la quota annua veniva escluso dalla
Compagnia e, in caso di morte, non veniva beneficiato della celebrazione delle cinque messe previste dallo statuto della
Compagnia in suffragio dell'anima dei confratelli defunti
(4) Il nuovo ministro veniva eletto da tutti i confratelli radunati in canonica, fra tre candidati "capaci a sostenere tal
carica", scelti dal ministro uscente, dai suoi assistenti e dai consiglieri. Il ministro neoeletto con il consiglio degli
assistenti sceglieva 10 consiglieri, il sindico , gli "infermieri, silenzieri ed altre ufficialità". Chi non accettava la carica
veniva escluso dalla Compagnia (artt.10/11). Ogni biennio insieme al ministro, ai suoi assistenti, al sindico o cassiere ed
ai consiglieri venivano quindi rinnovate altre cariche tra cui i già citati infermieri "osian visitatori delli confratelli
244
infermi"; il "bidello osia avisatore" che avvisava i confratelli delle processioni cui erano tenuti a partecipare e ricordava
loro di partecipare all'adorazione del SS. Sacramento durante la Settimana Santa e nel mese di agosto e sceglieva 8 dei
confratelli per presenziare "vestiti delle loro cappe" all'ultima ora di adorazione; gli "assistenti osian registratori delle
processioni"; gli "assistenti a portare il baldachino nelle processioni che si fano al SS. Sacramento; gli incaricati di
"portare il crocifisso nelle processioni" e coloro che dovevano "accompagnare il SS. Crocifisso con candelle accese"; il
"canzeliere".
(5) Cfr. E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 169. Già all'inizio del secolo XVII, l'autorità vescovile sollecitava
l'erezione della Confraternita del SS.Sacramento a Coredo. Si legge infatti negli atti visitali compilati in occasione della
visita pastorale del 1616: "[...] si procuri di instituire la Compagnia del SS. Sacramento e poi da reverendissima ottenuta
l'aggregatione che si provegga di una lampada d'ottone da tenere avanti del SS. Sacramento [...]". Archivio parrocchiale
di Coredo, 9.1.1, c. 1v
245
fondo
Compagnia del Santissimo Nome di Gesù poi Confraternita del
Santissimo Sacramento di Coredo, 1701 (copia) - 1962
registri 4, fascicolo 1.
Soggetti produttori
Confraternita del Santissimo Sacramento, 1701 luglio 17 - [1962]
Contenuto
L'archivio della Confraternita del S. Nome di Gesù poi Confraternita del SS. Sacramento di Coredo è un fondo di
modeste dimensioni pervenuto in un discreto stato di conservazione. Strutturato in quattro serie, 1. Registri degli iscritti,
2. Urbari, 3. Registri di cassa, 4. Atti amministrativi, per un totale di quattro registri ed un fascicolo, il fondo si
presentava piuttosto compatto ed autonomo. In occasione del presente ordinamento ed inventariazione dell'archivio
parrocchiale non si sono infatti rinvenute carte sciolte esterne al condizionamento originario, né aggregate ad unità di
fondi diversi. La documentazione più antica, conservata nella serie degli "Atti amministrativi", consta della copia
dell'atto di fondazione (1701) e del legato di un campo lasciato alla Compagnia da un coredano, con suo testamento del
16 ottobre 1706.
246
serie 1
Registri degli iscritti, 1902 - 1928
Contenuto
La serie consta di un unico registro in cattivo stato di conservazione in cui il parroco E. Endrici ed il successore G.
Faccinelli inserirono i nomi dei confratelli e delle consorelle aderenti alla Confraternita del SS. Sacramento di Coredo
fra il 1902 ed il 1928, segnalando in apposite finche l'avvenuto pagamento della quota annuale. Il registro presenta
numerose annotazioni successive di carattre contabile. Molti nominativi si presentano depennati, operazione eseguita
dal parroco probabilmente a seguito dell'avvenuta morte del confratello.
4 AA b. 2
"Registro dei confratelli Santissimo"
1902 - 1928
- Elenco dei confratelli e delle consorelle iscritti alla Confraternita del SS. Sacramento di Coredo dal 1902 al 1914, [1902 - 1914]
- "registro dei confratelli, 1915": elenco dei confratelli e delle consorelle iscritti alla Confraternita del SS. Sacramento di Coredo dal
1915 al 1928, [1915 - 1928]
- "nuovi confratelli inscritti nel 1921": elenco dei nuovi iscritti alla confraternita fra il 1921 ed il 1928, [1921 - 1928]
- "confratelli che abitano fuori dalla parochiale", 1915 - 1928
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 46 n.n.
Segnature precedenti: VIII A 3
247
serie 2
Urbari, 1761 - 1955
Contenuto
La serie consta di due registri. L'inizio della compilazione del più antico risale al momento dell'erezione formale della
confraternita con il parroco Nicolò Keller nel 1761, in occasione della quale vennero compilati due nuovi "cataloghi"
dei confratelli e delle consorelle della Compagnia del SS. Nome di Gesù, venne stilato lo statuto e si passò all'elezione
delle nuove cariche. Le suddivisioni interne dei due registri, seppure il primo sia di compilazione molto più tarda, sono
sostanzialmente le stesse: entrambi presentano in apertura lo statuto della confraternita (aggiornato e rivisto nel secondo
urbario), l'elenco dei confratelli e delle consorelle (1), dei capitali della confraternita presso privati, le rese di conto ed i
verbali delle sessioni generali e del direttivo.
Note
(1) Per ciascuno confratello/consorella sono riportati giorno mese ed anno dell'iscrizione e la successiva data di morte
5 AA b. 2
"Urbario della Compagnia del SS. Sacramento"
1761 giugno 24 - 1910
- Memoria del decreto di erezione della Compagnia del S. Nome di Gesù di Coredo, emanato il 13 luglio 1701, della 'formale'
erezione' con il parroco Nicolò Keller il 23 agosto 1761, dell'elezione in questa data delle prime cariche del direttivo e della
compilazione dello statuto, [post 1761 ago. 23]
- statuto della confraternita, [1761] con aggiunte di capitoli fino al 1906 (1)
- verbali delle sessioni generali biennali per il rinnovo del direttivo e delle varie cariche in seno alla Confraternita, 1761 giu. 24 1908 giu. 8
- "catalogo de confratelli della Compagnia del SS. Nome di Gesù", [1761] - 1910 (2)
- "catalogo delle consorelle della Compagnia del SS. Nome di Gesù", [1761] - 1910
- rese di conto della confraternita per gli anni 1762 - 1908, 1762 nov. 17 - 1908 giu. 8 (3)
- copia semplice del decreto di erezione della Confraternita del S. Nome di Gesù, 1701 lug. 13 (data dell'originale)
- "nota dell'avere di detta compagnia": partitario della confraternita, [post 1764 ott. 9] - 1898
Italiano, latino
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 192 (num. orig. parziale)
Segnature precedenti: VIII B 2
Note
(1) Gli ultimi due capitoli, aggiunti allo statuto originario rispettivamente nel 1892 e nel 1906, sono inseriti circa a metà registro
(2) L'elenco dei confratelli iscritti alla confraternita dal 1894 al 1910 è stilato dopo l'elenco della consorelle
(3) Una serie di rimandi interni, apposti pare da don Edoardo Endrici, collegano fra loro le registrazioni delle rese di conto e dei
verbali delle riunioni, stilati in modo discontinuo ed alterno
6 AA b. 2
"Urbario della Confraternita del SS. Sacramento, 1910 "
1910 maggio 6 - 1955
248
P. I: annotazione del parroco di Coredo Edoardo Endrici relativa alla trascrizione sul nuovo urbario dello statuto della confraternita e
dell'elenco dei confratelli e delle consorelle, 1910 mag. 6; indice del registro, [1929 - 1941]
pp. 1 - 6: "statuto della Compagnia del SS. Sacramento della parrocchia di Coredo", [1910 mag. 6] con aggiunta di capitoli fino al
1927
a p. 1 e a p. 4: rimandi alle pagine interne del registro dove sono segnalate aggiunte o modifiche apportate ad alcuni capitoli dello
statuto, post 1930 giu. 8
pp. 7 - 15: "catalogo dei confratelli della Compagnia del SS. Sacramento della parrocchia di Coredo", [1910] - 1942
pp. 47 - 69: "catalogo delle consorelle della Compagnia del SS. Sacramento di Coredo", [1910] - 1956 (1)
pp. 84 - 85: "capitali della Compagnia del SS. Sacramento" 1910, [1910]
pp. 86 - 139: rese di conto della Confraternita del SS. Sacramento di Coredo dal 1908 al 1942 e verbali delle sessioni generali
biennali per il rinnovo delle cariche, 1910 mag. 16 - 1955 (2)
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, pp. 139 (bianche pp. 46)
Segnature precedenti: VIII B 3
Note
(1) E' stato trascitto dal precedente urbario anche l'elenco dei confratelli e delle consorelle iscritti alla confraternita fra il 1851 ed il
1910 (cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, Archivio della Confraternita del SS, Sacramento ...)
(2) E' riportato anche il verbale dell'adunanza della direzione per l'anno 1931, 1931 mag. 24
249
serie 3
Atti amministrativi, 1701 (copia) - 1923
Contenuto
La serie consta di un unico fascicolo formato in occasione dell'intervento di riordino dell'archivio parrocchiale a cura
del parroco E. Endrici, che vi inserì, oltre alla copia dell'atto di erezione, poca documentazione relativa a contratti di
locazione, di mutuo ipotecario e di un legato a favore della Compagnia; in occasione di successivi ordinamenti fu
inclusa una fassione relativa al pagamento della tassa sull'equivalente d'imposta con il carteggio relativo (1).
Originariamante, come appare dall'intitolazione del fascicolo, il parroco Endrici vi inserì anche alcune fassioni della
Primissaria comunale che, in occasione del presente ordinamento e alla luce della documentazione contenutavi sono
state collocate nel sottofondo "Primissaria" dell'Archivio della parrocchia (2).
Note
(1) All'interno del fascicolo dell'Endrici la documentazione era avvolta da una fascietta cartacea riportante l'intitolazione
"Documenti della Confraternita del SS. Sacramento" apposta probabilmente in un periodo di poco anteriore all'entrata
in servizio del parroco Endrici
(2) Archivio parrocchiale di Coredo, 7.4.2.5
7
AA b. 2
"Documenti della Primissaria e della Confratenita del SS. Sacramento"
1701 (copia) - 1923
- "Documenti della confraternita del SS. Sacramento": copia autentica dell'atto di fondazione della Confraternita del SS. Nome di
Gesù, "elenco [...] dei documenti di capitali presso privati della Compagnia del S. Nome di Gesu (sic) del Comune di Coredo [...]",
atto di locazione, atto contenente disposizione legataria a favore della Compagnia del S. Nome di Gesù, fassione della sostanza
mobile, carteggio ed atti relativi alla commisurazione ed al pagamento dell'equivalente d'imposta, documenti di mutuo ipotecario con
carteggio ed atti relativi
Fascicolo, cc. 47
Segnature precedenti: VIII A 6
250
serie 4
Registri di cassa, 1910 - 1962
Contenuto
La serie consta di un unico registro in discreto stato di conservazione che riporta la registrazione delle entrate e delle
uscite della Confraternita del SS. Sacramento di Coredo fra il 1910 ed il 1962, a cura dei cassieri anticamente definiti
anche "sindici" e, dal 1933, a cura dei parroci di Coredo.
8
AA b. 2
Registro di cassa della Confraternita del SS. Sacramento di Coredo
1910 maggio 16 - 1962
All'inizio: annotazione di mano del cassiere della Confraternita per il 1910 relativa al bilancio dell'anno precedente, 1910 mg. 16
sul recto della carta di guardia anteriore: annotazioni di carattere contabile, sec. XX in.
Italiano
Registro, legatura in cart (1), cc. 36 n.n.
Segnature precedenti: VIII B 4
Note
(1) Il registro è privo del piatto anteriore della coperta
251
Ente
Congregazione del Terz'Ordine Francescano
1890 ottobre 22 - [1938]
Luoghi
Coredo
Archivi prodotti
Fondo Terz' Ordine Francescano di Coredo, 01/01/1890 - 31/12/1911
Storia
Il Terz'ordine è un'associazione di fedeli che professano di tendere alla perfezione cristiana in modo consentaneo alla
vita secolare, con l'osservanza di una Regola approvata dalla S. Sede, sotto la guida e secondo lo spirito di un'Ordine
religioso (Corpus iuris canonici, cann. 685, 702). La regola approvata, la relativa personalità giuridica, il vincolo
giuridico di stabilità della professione preceduta dal noviziato, assimilano il Terz'Ordine agli Ordini religiosi; l'assenza
di voti pubblici o privati prescritti dalla Regola e la mancanza di vita comune lo distinguono dagli altri stati di
perfezione cristiana; il fine di tendere alla perfezione cristiana nel secolo lo differenzia dalle altre associazioni.
Storicamente il Terz'Ordina nacque nel basso medioevo dallo spontaneo raggrupparsi dei buoni secolari attorno ai
religiosi. Gli diede forma propria e ne compilò la regola s. Francesco d'Assisi nel 1220; papa Onorio III lo approvò ed i
papi successivi gli concessero privilegi per i benefici apportati dall'Ordine alla Chiesa in tempi turbolenti. Il Terz'Ordine
francescano fu riorganizzato da Niccolò IV con una nuova Regola (bolla "Supra montem", 19 agosto 1289) e nel sec.
XIV e seguenti i terziari tendono ad unirsi in vita comune sul tipo religioso. Leone X emanava per queste comunità una
regola in 10 capitoli, imponendo a tutte i voti solenni e la vita comune, istituendo così il Terz'Ordine regolare.
Il Terz'Ordine secolare francescano seguì la regola di Niccolò IV, con alcuni commenti e aggiunte di vari papi fino a
Leone XIII, il quale vide nell'associazione un mezzo efficace per la rinascita cristiana e per questo fra i molti documenti
in merito emanò la bolla "Misericors Dei filius" (30 maggio 1883) con cui aggiornava l'antica regola.
Solo la S. Sede può concedere il privilegio affinchè ad un Ordine religioso si aggreghi un Terz'Ordine (can. 703). Dopo
la concessione del privilegio, i superiori possono erigere il Terz'Ordine in corpo non organico, ascrivendovi le persone
individuate; per erigere i sodalizi in corpo organico (persona collegiale) devono avere il consenso del vescovo.
Superiori competenti con autorità ordinaria sono il generale, i provinciali, i superiori locali, anche di case non formate e
gli equiparati nei luoghi di missione e nelle province in formazione. Il loro potere è territoriale. Sia i sodalizi inorganici
sia quelli organici devono essere eretti con sede propria in una chiesa, in un oratorio pubblico o semipubblico oppure
nell'altare di una chiesa o oratorio pubblico. Il sodalizio non cessa per la cessazione (distruzione) del luogo d'erezione
ed in sua mancanza i terziari acquistano le indulgenze nella chiesa parrocchiale. Affinché l'erezione del sodalizio sia
valida si esige la facoltà del primo Ordine, il consenso del vescovo, la presenza di almeno tre professi (per il sodalizio
organico) il decreto scritto ed il registro. Il sodalizio inorganico, a differenza di quello organico non può porre atti
collegiali (elezione canonica di cariche) né darsi degli statuti. I sodalizi cessano dopo 100 anni dalla morte dell'ultimo
membro (can. 102) o con atto della competente autorità ecclesiastica erettrice. A differenza della professione religiosa,
quella di terziario, non costituisce in stato sacro, non lega per motivo di religione: essa esprime solo un un pubblico
proposito ricevuto in nome della chiesa di vivere in una determinata forma, peraltro obbligante per motivo di fedeltà. Il
252
terziario può cessare il proprio impegno dichiarandolo pubblicamente o per legittima dimissione. Ai terziari sono
riconosciuti dei privilegi tra cui le indulgenze, le assunzioni e le benedizioni papali, il diritto di intervenire alle funzioni
sacre con la precedenza sulle confraternite e le pie unioni, di avere e di amministrare i beni, di indirre adunanze, darsi
statuti, ecc.
Per l'erezione dei sodalizi organici ed inorganici il Terz'Ordine dipende dal vescovo, così come per il controllo annuale
dell'amministrazione e per la raccolta di elemosine. Dipende invece dall'Ordine francescano dei Minori per la facoltà di
erezione, per la proposta del direttore e concessione delle facoltà, per la visita e la vita disciplinare interna del sodalizio
(presiedere adunanze, dimissioni, ecc.).
In data 22 ottobre 1890 il vescovo di Trento Eugenio Carlo Valussi, in forza della facoltà concessagli dal padre generale
dell'Ordine dei frati minori, dà il proprio consenso all'erezione della Confraternita o Sodalizio del Terz'Ordine
francescano nella chiesa parrocchiale di Coredo (1).
Nel questionario compilato in occasione della visita pastorale del 1913 il parroco E. Endrici, dopo aver segnalato la
presenza della Confraternita del SS. Sacramento e della Confraternita del S. Rosario scrive a proposito del Terz'Ordine:
"[...] vi è anche la Confraternita del Terz'Ordine di S. Francesco; questa però non è eretta canonicamente. Tutte queste
confraternite dipendono dal parroco, e fomentano lo spirito cristiano fra i fedeli [...]" (2). Mentre nel questionario
compilato per la visita del 1926 ne viene confermata ancora una volta l'esistenza (3), scorrendo le risposte date dal
curatore d'anime G. Rigotti in occasione della visita del 28 - 29 giugno 1938, traspare il progressivo allentamento
dell'attività del Terz'Ordine, si legge infatti: "[...] esiste in parrocchia la Confraternita del Terz'Ordine, che da qualche
quinquiennio non è più sostenuta o promossa in pubblico [...].
Fonti archivistiche e bibliografia
Bibliografia
ENDRICI E., Coredo nell'Anaunia. Memorie storiche, Coredo (Tn), 1991 ristampa anastatica
dell'edizione,Trento, 1911
Note
(1) Archivio del Trez'Ordine francescano di Coredo, 1.9
(2) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 5. Lo stesso parroco E. Endrici scrive nel libro "Coredo nell'Anaunia [...]"
a proposito della confraternita del Terz'Ordine di San Francesco: "Veramente non fu mai eretta canonicamente e un pò
alla volta andò scomparendo. Il sindaco della stessa aveva in mano 50 ragnesi e con questi furono fondate 4 messe
perpetue pei benefattori del Terz'Ordine di San Francesco [...]"
(3) Archivio parrocchiale di Coredo, 9.1.3, c. 32
253
fondo
Terz' Ordine Francescano di Coredo, 1890 - 1911
registro 1.
Soggetti produttori
Congregazione del Terz'Ordine Francescano, 1890 ottobre 22 - [1938]
Contenuto
L'archivio della Congregazione del Terz' Ordine Francescano di Coredo consta di un solo registro degli iscritti. Privo di
statuto ed organizzazione propri, il Terz'Ordine di S. Francesco di Coredo, eretto nel 1890, rimase in vita più anni. Ma
già intorno al primo decennio del XX sec. la sua attività andò progressivamente allentandosi per poi cessare negli anni
'20 del XX sec. (1); è lecito quindi supporre che la documentazione costituente il suo archivio non sia lacunosa, ma che
piuttosto molto esigua o addirittura assente sia stata la produzione documentaria del soggetto in questione.
Note
(1) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche", p. 169
254
serie 1
Registri degli iscritti, 1890 - 1911
Contenuto
La serie consta di un unico registro in buono stato di conservazione, compilato dal parroco E. Endrici a partire dalla
data di erezione della Congregazione del Terz'Ordine di Coredo, il 22 ottobre 1890, ma aggiornato fino al primo
decennio del XX sec. Alla lettera del vescovo E.C. Valussi, incollata sulla prima carta del registro e concedente
l'erezione del Sodalizio, in forza della facoltà concessagli dal padre generale dell'Ordine dei Frati Minori, seguono gli
elenchi dei confratelli e quello delle consorelle. Il registro presenta 4 fincature in cui sono segnalati nell'ordine:
il "cognome e nome dei confratelli e delle consorelle";
la "paternità";
l'epoca della "vestizione";
l'epoca della "professione".
9 AA b. 3
"Sodalizio del Terz' Ordine secolare di S. Francesco d'Assisi"
1890 ottobre 22 - 1911 aprile 5
- "Elenco dei confratelli del Terz'Ordine secolare di S. Francesco d'Assisi nella parrocchia di Coredo", [post 1890 ott. 22] - 1894 feb.
2
- "elenco delle consorelle del Terz'Ordine secolare di S. Francesco d'Assisi nella parrocchia di Coredo", [post 1890 ott. 22] - 1911
apr. 5
- "elenco degli iscritti al sodalizio della Via Crucis Vivente eretto nell'anno 1902", 1902 - 1903
- "associazione delle Famiglie cristiane alla Sacra Famiglia Coredo nel marzo 1893", [1893] (1)
all'inizio, incollata: lettera vescovile concedente l'erezione della Congregazione del Terz' Ordine di S. Francesco di Coredo, 1890 ott.
22
contiene fra l'altro, inseriti: decreto emesso dal ministro provinciale dell'Ordine dei frati minori concedente l'erezione del Sodalizio
della Santa Croce Vivente, 1902 nov. 8; lettera del vicario generale dell'Ordine dei frati minori, Davide Fleming, concedente al
parroco di Coredo E. Endrici la facoltà di benedire per un quinquiennio le croci e tutte le immagini di Gesù Cristo e di applicarvi per
questo periodo le sacre indulgenze, 1902 nov. 23
Italiano
Registro, legatura in mezza pelle, cc. 14 n.n.
Segnature precedenti: VIII A 2
Note
(1) Questa parte è compilata a registro capovolto
255
Ente
Congregazione di carità di Coredo
1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15
Luoghi
Coredo (TN)
Archivi prodotti
Fondo Congregazione di carità di Coredo, 01/01/1797 - 31/12/1931
Fondo Congregazione di carità poi Ente Comunale di assistenza di Coredo, 01/01/1841 - 31/12/1993
Storia
Ordinamento italico
Le autorità napoleoniche si dimostrarono assai attente al problema della pubblica assistenza e beneficenza, istituendo in
Trentino le Congregazioni di carità in base al Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49. All'art. 2 si stabiliva che:
"in ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero tutti gli spedali, orfanotrofi,
luoghi pii, lasciti e fondi di pubblica beneficenza...avranno una sola e medesima amministrazione che prenderà il titolo
di Congregazione di carità".
Le date dell'intestazione sono quelle istituzionali. Non si hanno attestazioni della congregazione di carità di Coredo di
questo periodo a causa della mancanza di documentazione.
Ordinamento austriaco
Con l'annessione del Trentino all'Austria venne sostanzialmente confermata la normativa vigente in materia di
assistenza e beneficenza pubblica, e l'unica legge che nomina la Congregazione di carità è l'editto del commissario in
capo del Tirolo De Roschmann del 1° marzo 1814. In base all'art. 118 del suddetto editto si stabiliva che "La Reggenza
riconosce i segnalati servizi, che nel corso dei tre ultimi anni hanno essi (si tratta degli "Istituti di beneficenza esistenti
sotto il nome di Congregazioni di carità") prestato a favore dell'umanità languente, e pel sostegno, e promozione delle
rispettive fondazioni, e si ripromette dai medesimi eguale zelo, ed impegno disinteressato per l'avvenire, ed in questa
fiducia Essa non tarda a provvisoriamente confermarli ne' luoghi, ove esistono, e di invitarli ad esporle tutte quelle
circostanze, che riguardano il compimento del numero dei Membri, che vi appartengono, l'amministrazione della
sostanza, ed il miglioramento di tali istituti." In aggiunta, l'art. 119 estendeva la possibilità di istituzione della
Congregazione di carità per quegli Istituti di beneficenza situati nelle frazioni o nei paesi non capoluogo di comune,
dimostrando che la rendita lorda dei loro Istituti ammontasse a 500 fiorini o più: alla politica centralistica del Regno
d'Italia, che vedeva nelle Congregazioni di carità un valido strumento per controllare meglio il sistema assistenziale
pubblico, si opponeva ora una evidente spinta al decentramento amministrativo messa in atto dall'Impero, che intendeva
attribuire maggiore facoltà di autodeterminazione alle singole istituzioni piuttosto che all'ente che le amministrava. E
ciò pur mantenendo sempre separate l'amministrazione e le competenze della Congregazione - o delle istituzioni che le
facevano capo - da quelle dei comuni relativi.
256
In un questionario proposto nell'aprile del 1900 dal Capitanato distrettuale alla presidenza della Congregazione di carità
di Coredo, alle domande relative alla data di istituzione della congregazione, all'esistenza di un documento di
riconoscimento ufficiale e di uno statuto, agli scopi, alla composizione del consiglio e della presidenza si rispose: "Non
consta l'epoca in cui fu istituita la Congregazione di carità di Coredo, né esistono documenti relativi alla sua fondazione
[...]. Non esiste uno statuto scritto [...]. Lo scopo di questa Congregazione di carità si è di sovvenire con denaro le
persone più povere e pagare i medicinali ad ammalati poveri (6). Non amministra fondi comunali di pubblica
beneficenza [...]". Il preside di questa congregazione è il parroco del luogo coadiuvato da due consiglieri nominati dal
preside che durano in ufficio vita durante [...]"
Nel paragrafo "Pubblica beneficenza" del libro "Coredo nell'Anaunia: memorie storiche", il parroco E. Endrici scrive:
"Per la beneficenza vi è un modesto Fondo Poveri o congregazione di carità [...]. Esso venne formato da lasciti di pie
persone" (7). Una conferma al fatto che inizialmente "Fondo Poveri" e "Congregazione di carità" denominassero un
unico ente la si ritrova nella doppia intitolazione "Congregazione di carità [...]" e "Scodirollo del Fondo Poveri in
Coredo [...]" rispettivamente sulla coperta e sulla prima carta di uno scodirollo compilato negli anni 1861 - 1864 (8).
Nell'urbario della Congregazione di carità si specificano lasciti e legati che andarono a formare ed incrementare il
patrimonio dell'ente (8). Se ne dà qui di seguito una breve descrizione.
Con testamento del 15 agosto 1804 Margherita vedova Pastorelli, nata Rosetti da Taio ed abitante a Coredo lasciava a
titolo di legato perpetuo 1000 ragnesi alla comunità di Coredo, da versare per metà ai poveri; l'altra metà doveva invece
beneficiare annualmente le 'zitelle' più povere di Coredo che prendevano marito entro l'anno (9). Il capitale fu
consegnato alla Congregazione di carità che, in adempimento della volontà della testatrice versava annualmente 33
corone per dotare la ragazza più povera, 3 corone al cassiere che riscuoteva gli interessi maturati sul capitale del legato
e 2 corone al parroco che celebrava due messe annue in suffragio dell'anima della testatrice.
Con atto di donazione 'inter vivos' del 29 giugno 1841 il coredano Giovanni Rizzardi fu Lorenzo dichiarava di donare al
Fondo Poveri del Comune la somma di 700 fiorini a condizione che venissero versati ogni anno 35 fiorini di interessi in
ragione del 5%. Dopo la sua morte 30 fiorini andavano al sacerdote che recitava il Rosario "colle litanie della Madonna
(eccettuati i giorni impediti nella chiesa parrocchiale) da farsi nella chiesa figliale di S. Rocco dopo il tramonto del sole
[...]". Il rimanente importo d'interesse sul capitale di 5 fiorini doveva essere distribuito ai poveri di Coredo (10).
Alla Congregazione di carità vennero incorporati anche due legati per il Fondo Missioni. Il primo dal parroco di Coredo
Emilio Lorenzoni che, con testamento
del 23 novembre 1885, legava 200 fiorini in obbligazioni di stato alla
Congregazione di carità, da aggiungersi ai 300 fiorini già donati nel 1876. Dai 500 fiorini dovevano essere annualmente
prelevati 10 fiorini di interessi affinché, ogni 10 anni, si tenesse nella parrocchia una Santa Missione. Il secondo
consisteva in un capitale di 100 corone consegnato in data 4 aprile 1917 all'ora preside della Congregazione di carità E.
Endrici da Malfatti Erminia del fu Bortolo Leonardelli, per soddisfare il desiderio del defunto padre e da devolversi al
Fondo Missioni.
A Coredo la prima attestazione presente in archivio comunale è stata rinvenuta in una pratica riguardante il Legato "pro
nubende" fondato da Margherita Pastorelli, contenente l'elenco dei capitali del fondo poveri di Coredo datato 1825 (1);
l'ultima attestazione si trova nelle obbligazioni di Stato del quinto prestito di guerra austriaco di data 20 novembre 1916
(2). Le date riportate sono quelle istituzionali.
Condizione giuridica
Ordinamento italico
257
Ente assistenziale
In Trentino la Congregazione di carità venne istituita e regolamentata con il Decreto Vicereale datato 15 febbraio 1811,
n. 49, seguito poi da un'analoga disposizione datata 28 dicembre 1811, n. 305.
Ordinamento austriaco
Ente assistenziale
La normativa austriaca in fatto di pubblica assistenza e beneficenza trattò della Congregazione di carità soltanto negli
artt. 118-125 dell'editto del De Roschmann datato 1° marzo 1814. Successivamente le normative generali riguardarono
l'amministrazione e l'organizzazione dei singoli enti o fondazioni pie amministrate dalle Congregazioni (cfr. B. BortoliC. Grandi, Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814 - 1918), Trento 1983) e la tutela dei poveri
direttamente da parte dei comuni (leggi del 17 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28, del 3 dicembre 1863, n. 105 e
del 22 gennaio 1879, n. 13); l'organizzazione e la gestione delle Congregazioni venne invece regolamentata con le
diverse Circolari inviate dalle autorità ai comuni e con gli statuti delle Congregazioni stesse, sottoposti all'approvazione
superiore.
Funzioni, occupazioni e attività
Nel corso della sua storia, indipendentemente dai passaggi di ordinamento statuale, la Congregazione di carità in
Trentino ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche
(poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico - psichiche (malati e mentecatti) che da
essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure
prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della
Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii e, in seguito, avrebbero costituito anche una voce di bilancio
del comune di appartenenza. La Congregazione teneva una contabilità unica e generale, redigendo però registri separati
che davano conto delle attività e passività degli enti da essa amministrati.
Struttura amministrativa
Ordinamento italico
Il Decreto Vicereale datato 15 febbraio 1811, n. 49, stabilisce l'organigramma e la gestione amministrativa delle
Congregazioni di carità. Con la loro istituzione in ogni comune, cessavano le parziali amministrazioni in precedenza
esercitate dalle corporazioni o dai privati, salvo i patronati di famiglie private che avrebbero conservato i propri diritti
amministrandoli secondo le norme della propria fondazione; essi infatti erano soggetti all'autorità tutoria per la suprema
vigilanza, in modo che le volontà dei testatori fossero perfettamente rispettate. In caso contrario l'amministrazione
sarebbe stata demandata alle Congregazioni per verificare lo stato della sostanza e per permettere all'autorità tutoria di
provvedere alla sua conservazione secondo le istruzioni governative.
Le Congregazioni dunque assumevano l'amministrazione di tutti gli enti di pubblica assistenza e beneficenza, che
benchè riuniti avrebbero conservato tuttavia propri bilanci distinti. Ogni Congregazione sottoponeva i piani di
regolamento ed organizzazione dei propri uffici all'approvazione del Prefetto - secondo le normative prescritte dal
Ministro dell'Interno - se si trattava di Congregazioni aventi un reddito pari od inferiore a lire 10.000, in caso contrario,
l'approvazione sarebbe spettata direttamente al Ministro, una volta sentito il parere del consiglio di beneficenza.
258
I beni fondiari degli enti riuniti nelle Congregazioni di carità dovevano essere ceduti - totalmente o parzialmente, a
seconda dell'utilità - in affitto monetario sotto la responsabilità delle Congregazioni stesse. I canoni d'affitto venivano
approvati dal Prefetto o dai Viceprefetti che ne avrebbero reso conto periodicamente al Ministro, al quale spettava
l'approvazione degli affitti superiori a lire 300. I pagamenti degli affitti dovevano comunque essere deliberati in seguito
a regolare svolgimento di asta pubblica le cui condizioni erano fissate dal Decreto del 1 maggio 1807. In casi
straordinari il Ministro dell'Interno, sentito il parere del consiglio di beneficenza, poteva comunque permettere che, per
motivazioni economiche, qualche fondo venisse amministrato direttamente dai singoli enti. Nel caso di vendita, permuta
o livello perpetuo per il quale si rendesse necessaria l'approvazione del Governo, il Prefetto doveva sottoporre la
domanda al Ministro. I nuovi livelli istituiti dalle Congregazioni avevano un canone in denaro ed erano riscattabili a
condizioni variabili a seconda delle diverse esigenze degli enti.
Per l'impiego dei capitali necessari come per gli interessi da praticare e riscuotere sui capitali attivi e passivi, per le
Congregazioni di carità valeva quanto espresso nel Decreto del 4 agosto 1807. Le Congregazioni, prima di procedere a
qualsiasi investimento, dovevano "convertire le somme scadenti nella dimissione dei debiti liquidi e portanti interesse"
sui quali l'interesse non avrebbe dovuto essere inferiore al 5%; dovevano inoltre sollevare, con le stesse somme, gli enti
che esse amministravano dalle imposizioni fiscali fisse. Per saldare i debiti provenienti da un'amministrazione non si
sarebbero dovuti impiegare i capitali riscossi, bensì soltanto le rendite approvate dal bilancio e la somma frutto
dell'attività del bilancio annuale; la durata dell'impiego dei capitali non avrebbe dovuto superare il decennio. Le
Congregazioni dovevano vigilare, amichevolmente o per via giudiziaria, affinché i debitori fossero obbligati al
pagamento delle somme che spettavano agli enti da esse amministrati.
Dato che la contabilità delle Congregazioni era unica, pur mantenendo registri separati per i bilanci dei singoli enti
amministrati, esse dovevano, unitamente ai Prefetti e ai Viceprefetti, verificare mensilmente se i registri di contabilità
venivano aggiornati e compilati con le dovute modalità, provvedendo e riferendone in caso contrario. Nel mese di
febbraio di ogni anno ciascuna Congregazione doveva presentare al Prefetto o al Ministro dell'Interno (se si trattava di
enti con reddito cospicuo) il conto consuntivo relativo all'anno precedente, accompagnato dai conti particolari dei
redditi e delle spese di ogni ente che restavano, nella sede della Congregazione, a disposizione delle autorità superiori.
In caso di ritardo nella consegna dei conti consuntivi superiore ai due mesi, il Prefetto avrebbe inviato un proprio
ragioniere per provvedere alla loro compilazione secondo le istruzioni del Ministero dell'Interno. Le Congregazioni di
carità non potevano contrarre debiti o impegnarsi in spese straordinarie superiori alla somma di lire 150 senza previo
consenso del Ministro dell'Interno: nel caso di bilancio in passivo esse potevano proporre un resoconto con le modalità
per procedere al riequilibrio. Il Ministero dell'Interno, valutati i bilanci, poteva prescrivere le opportune riforme secondo
le sue autorità competenti e ordinare per qualsiasi atto di deliberazione l'assistenza di un delegato d'ufficio; a costui
spettavano inoltre le norme sulle stime. Ogni Congregazione doveva trasmettere sollecitamente secondo tempi e modi
prescritti i "conti giustificati
di credito" degli ospedali per la cura dei malati militari e precisamente: al Ministero della Guerra del Regno i conti per i
militari italiani; al Commissario Ordinatore in capo dell'armata francese i conti per i militari francesi. Una copia del
riassunto di tali conti veniva trasmessa ogni tre mesi al Ministro dell'Interno.
Nel caso in cui un ente amministrato dalla Congregazione fosse obbligato a corresponsioni annue o a prestazioni in
favore di altri enti laici o ecclesiastici, la Congregazione avrebbe cercato di fare in modo che il capitale dovuto per la
prestazione annua passasse dall'ente debitore a quello creditore, con l'approvazione dei rispettivi ministeri dai quali essi
dipendevano. Per supplire al deficit degli enti le cui rendite non bastavano alle proprie spese, si poteva proporre
l'erogazione dell'attivo proveniente dal bilancio di altri enti, fermo restando il rimborso della sovvenzione comprensiva
259
del relativo interesse legale. Per riparazioni o adattamenti necessari, gli enti amministrati dalla Congregazione dovevano
presentare: la relazione del perito in cui si dimostrasse la necessità dei lavori con la relativa stima; la descrizione delle
opere; le fasi dei lavori.
Qualsiasi donazione di valore superiore a lire 300, compiuta da persone vive o come ultima volontà, a favore degli enti
assistenziali e le "disposizioni a titolo oneroso" non avrebbe avuto effetto se l'accettazione non veniva autorizzata dal
governo. Le donazioni inferiori a lire 300 potevano invece essere accettate ed impiegate a vantaggio degli enti con la
sola autorizzazione del Prefetto o del Viceprefetto che ne avrebbero dato poi notizia al Ministro. Le Congregazioni di
carità potevano comunque intraprendere atti per conservare ed assicurare le donazioni e i lasciti prima della loro
accettazione da parte delle autorità. Ogniqualvolta si rendesse necessaria l'autorizzazione superiore per eredità e
donazioni in favore degli enti assistenziali, si sarebbero dovuto inviare al Ministro: la domanda della relativa
Congregazione o degli esecutori testamentari o dei donanti o degli eredi; l'indicazione della quantità, certa o
approssimativa, della donazione, eredità o legato precisando se essa fosse controversa o incerta; l'indicazione di
eventuali reclami e il nome del reclamante.
Ogni Congregazione era divisa in tre sezioni - denominate "degli ospitali", "degli ospizi" e "delle limosine" -, ognuna
incaricata dell'esecuzione dell'amministrazione affidatale, di cui avrebbe reso conto alla Congregazione. Le sezioni si
radunavano ordinariamente due volte alla settimana, mentre la Congregazione una volta soltanto. Un membro almeno di
ogni sezione e ognuno a rotazione doveva prestare giornalmente servizio permanente nel locale della Congregazione per
provvedere agli affari più urgenti e per garantire l'ordinata ed aggiornata tenuta della cassa e dei registri di
amministrazione; le funzioni dei membri erano essenzialmente gratuite. Esisteva una sola cassa in cui dovevano entrare
i proventi e da cui uscivano i pagamenti per gli enti amministrati dalla Congregazione, mantenendo comunque registri
separati per ciascun ente.
Per quanto riguarda l'organico della Congregazione durante l'amministrazione italica, il Decreto Vicereale del 15
febbraio 1811 stabiliva che essa era composta da "probi e distinti cittadini del comune, scelti fra i proprietari, i
commercianti e gli uomini di legge più distinti". Il numero dei membri era compreso tra i quattro e i sei ed essi
venivano nominati dal podestà o sindaco. Nel capoluogo di Dipartimento la Congregazione era presieduta dal Prefetto e
vi partecipavano quali membri di diritto il vescovo ed il podestà; nei capoluoghi dei distretti essa era retta dal
Viceprefetto o, in sua vece, dal membro più anziano della Congregazione stessa; in tutti gli altri comuni, infine, essa era
presieduta dal podestà o sindaco e, in loro mancanza, dal membro più anziano. Inoltre in tutti i comuni erano
ugualmente membri di diritto il podestà od il sindaco, oppure un parroco del luogo. Ogni Congregazione aveva un
cassiere che doveva fornire una garanzia in proporzione ai proventi che avrebbe percepito; tale garanzia, una volta
sottoposta all'accettazione della Congregazione, avrebbe dovuto essere definitivamente approvata dal Ministro
dell'Interno. Gli uffici di contabilità delle Congregazioni dovevano essere ordinati in modo che a ogni richiesta del
Prefetto, del Consigliere di Stato o del Ministero, potesse essere presentato lo stato patrimoniale attivo e passivo della
Congregazione come di ogni singolo ente. Le Congregazioni non dovevano accrescere il numero degli impiegati dei
propri uffici e degli stipendiati per il servizio interno nei singoli enti, né aumentare i loro salari al di là delle possibilità
delle Congregazioni e del bilancio di ciascun ente amministrato. Il successivo Decreto datato 28 dicembre 1811
precisava inoltre che i membri della Congregazione erano nominati per tre anni e, per un terzo, rinnovati ogni anno; una
volta esauriti i tre anni potevano comunque essere rieletti. Quanto alla pretesa partecipazione alla Congregazione di
famiglie, viene stabilito che, se una famiglia avesso avuto diritto ad entrare nell'amministrazione di un ente pubblico,
sarebbe stato compito del Ministro dell'Interno chiamare uno o più membri della famiglia a far parte della
260
Congregazione ogniqualvolta essi possedessero le qualità richieste; in caso contrario il Ministro avrebbe preso gli
opportuni provvedimenti.
Ordinamento austriaco
In seguito al passaggio del Trentino all'ordinamento austriaco, l'editto del De Roschmann del 1° marzo 1814
confermava sostanzialmente la normativa vigente in materia di pubblica assistenza e beneficenza regolamentata. Tutte
le Congregazioni di carità dovevano, entro un mese dalla data di pubblicazione del suddetto editto, fornire all'Autorità
da cui dipendevano i conti arretrati esaminati dal consiglio comunale che ne redigeva un verbale ed in particolare un
elenco sommario di tutte le spese sostenute per "somministrazioni fatte al Militare durante il soggiorno delle Imp. Reg.
Truppe, indicando ingenuinamente (ossia secondo verità) le anticipazioni avute, ed i pagamenti ricevuti a conto". Le
Congregazioni dovevano inoltre presentare, sempre entro un mese a decorrere dalla data di pubblicazione del presente
Editto, un prospetto dettagliato delle attività e passività degli enti da esse amministrati, accompagnato dalle proprie
proposte per una migliore amministrazione patrimoniale. L'attivo di bilancio e le sostanze disponibili dovevano essere
reinvestiti in capitali fruttiferi dalle Congregazioni per un termine variabile secondo le circostanze e in modo che queste
liquidità non venissero usate per risanare debiti urgenti e pesanti. Durante questa amministrazione le disposizioni
fondamentali erano previste nello statuto che ogni Congregazione di carità doveva darsi (cfr., a titolo di esempio,
nell'Archivio del Comune di Bocenago, Archivio della Congregazione di carità, periodo preunitario, Circolare n. 3417
del 30 novembre 1833 e Comunicazione n. 2881 del 11 dicembre 1833 dell'I.R. Giudizio Distrettuale Inquirente di
Tione, "Carteggio e atti", 1833).
Le direttive date dalle autorità austriache prevedevano che la rappresentanza della Congregazione - che doveva riunirsi
almeno una volta al mese - fosse composta da un preside (o presidente), possibilmente il curatore d'anime locale, da due
consiglieri e da un cassiere; anche se non eletti come membri con voto attivo nelle deliberazioni, il curatore d'anime ed
il capocomune locali dovevano comunque far parte dell'organo direttivo della Congregazione. La nomina del preside,
dei consiglieri e del cassiere spettava alla rappresentanza comunale con l'approvazione dell'autorità superiore (cfr., a
titolo di esempio, lo statuto della Congregazione contenuto nell'Archivio del Comune di Bocenago, Archivio della
Congregazione di carità, periodo preunitario, la Circolare n. 3417 del 30 novembre 1833 e la Comunicazione n. 2881
del 11 dicembre 1833 dell'I.R. Giudizio Distrettuale Inquirente di Tione, "Carteggio e atti", 1833). Le Congregazioni
aventi una rendita lorda di fiorini 2000 o più, se la loro proposta era fondata, avevano facoltà di assumere un proprio
cursore ovvero un messo per l'esecuzione: per fare ciò esse dovevano rendere noto l'importo dei loro crediti e il numero
dei debitori da perseguire; anche questo cursore non avrebbe potuto comunque ricevere ed eseguire che mandati
convalidati dal comune e dal giudice locale.
La rappresentanza della Congregazione si doveva occupare della conservazione del patrimonio e di decidere riguardo
all'elargizione dei sussidi; le sue deliberazioni dovevano sempre essere redatte su apposito protocollo. I compiti
specifici del cassiere erano quelli di tenere un giornale di tutti i pagamenti effettuati e un registro della contabilità
riportante i capitali investiti e i nomi dei debitori con gli interessi da loro dovuti e le somme mano a mano versate; in
tale registro dovevano poi comparire gli incassi dedotti dal giornale e le spese (per sussidi o altro) dedotte anch'esse dal
giornale ma divise per mese. Il cassiere era altresì autorizzato a incassare gli interessi sui capitali e le rendite dei beni
immobili e a rilasciare le relative quietanze. Egli doveva inoltre, sulla base di mandati rilasciati dal preside, pagare
puntualmente le sovvenzioni ai poveri secondo l'importo stabilito. Era incaricato di presentare ogni anno al preside la
resa di conto (corredata dalle relative pezze d'appoggio) affinché la esaminasse con i consiglieri e la passasse poi per la
261
liquidazione alla rappresentanza comunale. Tale resa di conto veniva infine passata all'autorità superiore per la
definitiva revisione ed approvazione.
La Congregazione di carità o Fondo Poveri di Coredo aveva il suo capitale fondato su diversi lasciti di persone
benefattrici, come: il lascito "pro nubende" fondato da Margherita Roseti Pastorelli da Taio con testamento del 5 agosto
1804; un lascito per la recita del S. Rosario donato da Giovanni Rizzardi nel 1841; un legato "per il fondo Missioni"
lasciato da don Silvio Lorenzoni (1877 - 1885).
Contesto generale
Ordinamento italico
Nel corso della loro esistenza le Congregazioni di carità dipesero in un primo tempo dal Ministro dell'Interno del Regno
d'Italia che vigilava direttamente sugli enti riuniti nella Congregazione tramite il consigliere di stato (cfr. Decreto
Vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49, artt. 1, 5, 6). La gerarchia è precisata dall'art. 64 dello stesso Decreto in cui si
stabilisce che le Congregazioni di carità "non corrispondono al Ministro in via ordinaria, se non col mezzo dei prefetti,
esclusi i casi di riclamo o di ritardato provvedimento, o quando sieno particolarmente o direttamente interpellate". Le
Congregazioni intrattenevano con i comuni rapporti assai stretti secondo gli artt. 47-48 del suddetto Decreto ove si
stabilisce che i comuni dovevano farsi carico di supplire ai bisogni degli "ospitali, orfanotrofi, conservatori d'esposti, e
degl'istituti elemosinieri"; se si trattava di un comune in cui non esisteva alcuno dei suddetti enti, esso avrebbe potuto
comunque servirsi di enti situati in altri comuni, contribuendone al mantenimento. Ciononostante, nella legislazione
napoleonica - come del resto nei successivi ordinamenti - non si fa riferimento alla partecipazione diretta dei comuni
alla gestione delle Congregazioni. Ai comuni spettavano funzioni di controllo operativo e, in casi di particolare bisogno,
anche di supporto finanziario nei confronti delle Congregazioni che, però, avrebbero continuato a mantenere sempre
un'amministrazione indipendente.
Ordinamento austriaco
Con il passaggio del Trentino all'Austria, le Congregazioni di carità furono sottoposte direttamente all'I.R. Giudizio
Distrettuale, mentre i rapporti tra le Congregazioni e i comuni divennero più stretti. A partire dalla metà del secolo XIX,
alcune leggi stabilivano che, non bastando i mezzi forniti dalle società di beneficenza e dagli istituiti esistenti, la
rappresentanza comunale avrebbe dovuto sopperire all'importo occorrente per le sovvenzioni ai poveri con i fondi della
cassa comunale, potendo decidere in quale modo impiegarli (Leggi del 24 marzo 1849 e del 3 dicembre 1863, n. 105).
Gli istituti dei poveri, oltre agli eventuali lasciti o donazioni di cui beneficiavano, venivano inoltre finanziati con alcune
entrate straordinarie del comune stesso come multe campestri, indennizzi forestali, incassi sui pubblici spettacoli,
percentuali sulle vendite di legname e sulle vendite all'incanto di oggetti sequestrati (leggi del 24 marzo 1849, del 30
gennaio 1860, n. 28 e del 22 gennaio 1879, n. 13).
La Congregazione di carità di Coredo era in relazione con i seguenti uffici: Capitanato distrettuale di Cles (1850-1854),
Pretura di Cles (con competenza mista, cioè politico-amministrativa e giudiziaria,1854-1868), Capitanato distrettuale di
Cles (1868 - 1918), Governatore per gli affari civili (1918-1919), Commissariato civile del distretto politico di Cles
(1919-1923) e naturalmente con il comune di Coredo.
Fonti normative
262
Decreto del viceré Eugenio Napoleone 15 febbraio 1811, n. 49, "che estende al dipartimento dell'Alto Adige
ed ai cantoni di Tobiano e Primiero il sistema amministrativo della pubblica beneficenza esistente negli altri
dipartimenti"
Editto del commissario Anton De Roschmann 1 marzo 1814, concernente la provvisoria organizzazione
delle autorità politiche e lo stabilimento delle massime fondamentali per l'attuale amministrazione del Tirolo
italiano ed illirico
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
ACCr, 3. "Congregazione di carità poi ECA di Coredo";
APCr, "Congregazione di carità di Coredo"
Il profilo storico-istituzionale riprende per la parte generale l'elaborato di Corrado SALA citato in bibliografia.
Bibliografia
BORTOLI B., GRANDI C. (a cura di), Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814-1918),
Trento, 1983
ENDRICI E., Coredo nell'Anaunia. Memorie storiche, Coredo (Tn), 1991 ristampa anastatica
dell'edizione,Trento, 1911
SALA C., (a cura di), Profilo storico-istituzionale della Congregazione di carità dalle origini (1811)
all'estinzione (1937). Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR (CPF), Provincia
autonoma di Trento - Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999
Note
1) "Bollettino delle leggi del Regno d'Italia", parte I, anno 1811, pp. 137 - 152
2) Cfr. B. BORTOLI - C. GRANDI, Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814 - 1918), Trento 1983,
pp. 18 - 20
3) Cfr. "Raccolta ufficiale delle leggi e decreti del Regno d'Italia", vol 4, anno 1923, pp. 3153 - 3160
4) Cfr. "Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia", 19/VI/1937, n. 141
5) Per notizie più specifiche relative alla Congregazione di carità si rimanda all'introduzione dell' "Archivio della
Congregazione di carità poi Ente Comunale di Assistenza" di L. BERTAGNOLLI (a cura di), Comune di Romallo.
Inventario della sezione separata dell'archivio comunale. 1815 - 1956, Trento 1997
6) Fu nella sessione del 23 dicembre 1888 che la Rappresentanza comunale, su proposta dei rappresentanti della
Congregazione di carità, si decise di corrispondere annualmante 40 corone al medico comunale per i medicinali
somministrati ai poveri
7) E. ENDRICI, "Coredo nell'Anaunia [...]", p. 167
8) Archivio della Congregazione di carità di Coredo, 1.11
9) La scelta dei poveri e delle zitelle da beneficiare con la distribuzione di denaro era affidata al parroco 'pro tempore' di
Coredo, sostenuto in tal incarico dai regolani della comunità. Archivio della Congregazione di carità di Coredo, 3.1.3,
cc. 10 - 11
10) Cfr. la copia del documento di fondazione del legato, Archivio della Congregazione di carità di Coredo, 3.1, cc. 70 71
263
11) ACCr, 3. "Congregazione di carità poi E.C.A. di Coredo, 1841-1923", 5. "Carteggio ed atti ordinati per oggetto",
n.75 "Situazione patrimoniale della Congregazione di carità poi E.C.A.", 1841 - 1977 (con doc. dal 1825);
12) Ibidem
264
Ente
Congregazione di carità di Coredo
1923 maggio 16 - 1937 giugno 30
Luoghi
Coredo (TN)
Archivi prodotti
Fondo Congregazione di carità di Coredo, 01/01/1797 - 31/12/1931
Fondo Congregazione di carità poi Ente Comunale di assistenza di Coredo, 01/01/1841 - 31/12/1993
Storia
La legislazione italiana che era estesa al Trentino in seguito al nuovo ordinamento non apportava significativi
cambiamenti né alla struttura né agli scopi dell'istituzione. Essa prevedeva comunque un riordino amministrativo delle
Congregazioni di carità e degli enti di pubblica assistenza e beneficenza ed il ritorno ad un loro maggior controllo da
parte dello Stato, in base a diversi provvedimenti di carattere generale (legge del 3 agosto 1862, n. 753, entrata in vigore
col 1° gennaio 1863; relativo Regolamento di esecuzione del 27 novembre 1862, n. 1007; legge del 17 luglio 1890, n.
697, modificata con la legge del 4 marzo 1928, n. 413, entrata in vigore col 19 maggio 1928; regolamento di attuazione
- ossia R.D. - del 5 febbraio 1891, n. 99; R.D. del 26 aprile 1923, n. 976). In particolare, il R.D. del 22 aprile 1923, n.
982 entrato in vigore col 16 maggio 1923 estendeva al Trentino la legge del 17 luglio 1890, n. 6972, precisando:
l'obbligo di provvedere entro sei mesi alla nomina dei componenti delle Congregazioni di carità e alla compilazione
curata dai Prefetti di "elenchi, inventari e stati" previsti nel R.D. del 12 gennaio 1890, n. 6594; l'affidamento entro un
anno di tutti gli istituti attualmente amministrati dai comuni, provincie e da da altri enti pubblici a speciali
amministrazioni autonome (previa l'erezione in ente morale se ve ne fosse stata necessità), quando non ricorressero gli
estremi della legge del 17 luglio 1890, n. 6972 per il concentramento nella Congregazione di carità o sotto un'unica
amministrazione. I fondi di beneficenza, in precedenza amministrati dai comuni e dagli altri enti pubblici, venivano
dunque concentrati nella Congregazione di carità. Inoltre nella Circolare della Regia Prefettura della Venezia Tridentina
datata 27 giugno 1923 si ricordava l'obbligo di istituire la Congregazione di carità in ogni comune entro il termine di sei
mesi. In base alla legge del 3 giugno 1937, n. 847, veniva infine istituito l'Ente comunale di assistenza che avrebbe
assunto tutte le competenze assegnate alla Congregazione di carità, "intendendosi sostituito in qualsiasi disposizione
legislativa e regolamentare ed in qualsiasi convenzione". Per quanto riguarda nello specifico il Trentino, una Circolare
emessa dalla Regia Prefettura della Provincia di Trento nel 28 giugno 1937 precisava che a partire dal 1° luglio 1937,
data di entrata in vigore della suddetta legge del 3 giugno 1937 e dunque del passaggio di competenze tra la
Congregazione di carità e l'Ente comunale di assistenza, quest'ultimo sarebbe stato affidato ad "un'amministrazione
straordinaria rappresentata, in tutti i Comuni, da una Commissione presieduta dal Podestà e composta da un Delegato
del Segretario del Fascio e dalla Segreteria del Fascio Femminile"; tutto ciò "in attesa della costituzione
dell'amministrazione ordinaria".
La separazione, nel 1931, del Fondo Poveri parrocchiale dalla Congregazione di carità è ben descritta in un'annotazione,
apposta nell'anno 1932 dal parroco G.Rigotti, a precedere le registrazioni di cassa del "Fondo poveri privato del
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parroco", sul registro cassa del Pane di S. Antonio e del Fondo Poveri di Coredo: "Fino al 1930 inclusivo il Fondo
Poveri del parroco era unito col fondo della Congregazione di carità, che era pure amministrato dal parroco anche
quando per disposizione civile gli fu messa a fianco una direzione col proprio presidente. Quando in seguito ad inviti ed
ordini ripetuti fu consegnato il patrimonio della Congregazione di carità al Comune il 25 aprile1931, furono trattenuti i
legati pii e quanto corrispondeva al fondo poveri privato del parroco (1): quest'ultimo consisteva in 2000 lire di
consolidato italiano al 5% lasciate del reverendissimo monsignor Edoardo Endrici, coi rispettivi interessi depositato nel
libretto ora intitolato al parroco 'pro tempore' [...] (2).
La prima attestazione in archivio comunale si trova nell'approvazione del bilancio preventivo per il 1925 datato 1 luglio
1925 (3); l'ultima attestazione è contenuta in una denuncia di contratto verbale di affitto datato 20 giugno 1937 (4). Le
date dell'intestazione sono quelle istituzionali.
Condizione giuridica
Istituzione pubblica di assistenza e beneficenza
Per quanto concerne la legislazione italiana in materia di pubblica assistenza e beneficenza, il R.D. del 26 aprile 1923,
n. 976, regolamentava l'amministrazione delle Congregazioni e degli enti che vi facevano capo, mentre il R.D. del 22
aprile 1923, n. 982, determinava l'estensione al Trentino della legislazione italiana vigente sulle istituzioni pubbliche di
beneficenza. Le principali leggi dello Stato italiano che regolavano tale materia erano state, fino ad allora, la legge del 3
agosto 1862, n. 753, sull'amministrazione delle opere pie e la legge Crispi del 17 luglio 1890, n. 6972 (modificata in
seguito con il D.L. n. 2841 del 30 dicembre 1923 che cambiò la dizione "istituzioni pubbliche di beneficenza" in
"istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" e poi con la legge del 4 marzo 1928, n. 413). Nel 1891 era stato
inoltre emanato il regolamento di attuazione (R.D. del 5 febbraio 1891, n. 99) che precisava ulteriori norme per
l'amministrazione delle Congregazioni e di tutte le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. La legge del 4
marzo 1928 riformava per l'ultima volta le Congregazioni, finché, in base all'art. 5 della legge del 3 giugno 1937, n.
847, esse vennero dichiarate soppresse e sostituite con gli Enti Comunali di Assistenza.
Funzioni, occupazioni e attività
Nel corso della sua storia, indipendentemente dai passaggi di ordinamento statuale, la Congregazione di carità in
Trentino ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche
(poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico - psichiche (malati e mentecatti) che da
essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure
prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della
Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii e, in seguito, avrebbero costituito anche una voce di bilancio
del comune di appartenenza. La Congregazione teneva una contabilità unica e generale, redigendo però registri separati
che davano conto delle attività e passività degli enti da essa amministrati.
Struttura amministrativa
Ordinamento italiano
Dopo l'annessione del Trentino all'Italia, il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982 e, per specifiche competenze amministrative,
il R.D. del 24 settembre 1923, determinavano l'adeguamento alla legislazione italiana vigente sulle istituzioni pubbliche
di beneficenza.
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La Congregazione di carità e le istituzioni da essa amministrate erano regolamentate in Italia con la legge del 3 agosto
1862, n. 753, in base alla quale in ogni comune dello Stato vi era una Congregazione di carità che amministrava
genericamente tutti i beni destinati a favore dei poveri per legge, o quando, nell'atto di fondazione, non venisse
determinata l'amministrazione, l'opera pia o l'ente pubblico destinatario della disposizione, o ancora quando la persona
incaricata della gestione fosse impossibilitata ad accettare l'incarico. Anche in questi casi, tuttavia, il consiglio
comunale avrebbe potuto proporre, a vantaggio dei propri abitanti, l'istituzione di una amministrazione speciale. Le
singole istituzioni erano regolamentate agli artt. 1-25 e 30-38 e nel Regolamento di esecuzione della suddetta legge
emesso nel 27 novembre 1862, n. 1007. Si ricordava inoltre che la sorveglianza su di esse spettava all'autorità
governativa, alle deputazioni provinciali e ai consigli comunali; l'amministrazione competeva invece alle Congregazioni
di carità o ad altre persone e istituzioni per quelle opere i cui statuti non contemplassero le deliberazioni di nomina degli
amministratori della Congregazione. La designazione delle istituzioni amministrate dalle Congregazioni di carità
spettava principalmente, in via di proposta, al consiglio comunale che ne avrebbe fatto la consegna con apposita
deliberazione. L'autorità comunale doveva indagare se nel comune vi fossero lasciti o beni destinati a favore dei poveri
e impediti alla loro destinazione: riconoscendone l'esistenza, avrebbe informato il Prefetto fornendo inoltre notizie
dettagliate circa l'entità e la destinazione della fondazione. Le Congregazioni dovevano avvisare il consiglio comunale
del rifiuto o impossibilità degli amministratori ed esecutori testamentari a promuovere la costituzione in ente morale di
una pia fondazione locale. La Congregazione o il consiglio comunale dovevano inoltre procedere all'esecuzione dei
testamenti che indicassero un'opera assistenziale, qualora gli incaricati di costituirla quale "ente morale" ne fossero
impossibilitati.
Successivamente, la legge Crispi del 17 luglio 1890, n. 6972, stabiliva che le istituzioni pubbliche di assistenza e
beneficenza fossero amministrate dalla Congregazione di carità o da "corpi morali, consigli, direzioni ed altre
amministrazioni speciali istituite dalle tavole di fondazione o dagli statuti regolarmente approvati". Tale legge veniva
posta in esecuzione con i Regolamenti approvati con R. D. del 5 febbraio 1891, n. 9. In base al Regolamento
amministrativo, la Congregazione di carità doveva essere costituita in ogni comune, anche se non aveva beni da
amministrare e doveva tenere: un archivio per conservare i registri di protocollo per la corrispondenza in arrivo e in
partenza e per altri atti di gestione amministrativa e contabile; una rubrica alfabetica divisa per materie per facilitare la
ricerca degli atti; un registro cronologico delle deliberazioni; un elenco preciso ed aggiornato, diviso per categorie a
seconda della natura dei beni, delle carte, titoli e documenti relativi ai singoli elementi del patrimonio amministrato; un
inventario altrettanto ordinato ed aggiornato di tutti i beni che costituivano il patrimonio di ogni singola istituzione
amministrata. Nel Regolamento di contabilità venivano descritte le norme relative alla gestione del patrimonio delle
istituzioni pubbliche di beneficenza, all'"esercizio annuale", al "bilancio di previsione", al "servizio di riscossione, di
cassa e dei depositi", al "rendimento dei conti". Le normative che succedevano alla legge del 1890 e ai Regolamenti del
1891 non avrebbero portato rilevanti cambiamenti nell'amministrazione delle Congregazioni di carità fino al R.D. del
26 aprile 1923, n. 976, col quale il Ministro dell'Interno dichiarava sciolte le amministrazioni delle Congregazioni e di
tutte le istituzioni pubbliche di beneficenza esistenti in uno stesso comune, e imponeva di affidarne la gestione a speciali
commissari o commissioni incaricate di proporre le opportune riforme.
In base alla legge del 17 luglio 1890, n. 6972 le Congregazioni di carità erano composte da un presidente e da 4 membri
nei comuni con popolazioni non superiore a 10.000 abitanti e di 8 membri, oltre al presidente, negli altri. Inoltre, per
decisione del Prefetto, in caso di donazione o lascito, poteva essere ammesso a far parte della Congregazione il
benefattore o la persona da esso designata per la gestione di tale bene. Il presidente era nominato dal consiglio
comunale e in carica per 4 anni. Anche gli altri membri erano eletti dal consiglio comunale nella sessione di autunno e,
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per assumere o continuare il loro ufficio, erano obbligati a rendere il conto di una eventuale precedente amministrazione
e a non avere avuto vertenze con la Congregazione. Essi inoltre assumevano l'incarico appena eletti, si rinnovavano per
un quarto ogni anno ed erano sempre rieleggibili; nei primi tre anni la scadenza del loro mandato era estratta a sorte, in
seguito determinata dall'anzianità. Nei Regolamenti per l'esecuzione della legge del 17 luglio 1890 emessi con R.D. del
5 febbraio 1891, n. 99, venivano stabilite, tra l'altro, molte norme relative a casi particolari in cui potevano variare il
numero e l'elezione degli amministratori delle Congregazioni.
La legge del 4 marzo 1928, n. 413, riformava l'amministrazione della Congregazione di carità in quanto prevedeva che
essa fosse amministrata da un presidente assistito da un comitato di "patroni" composto da: 4 membri nei comuni con
popolazione inferiore a 20.000 abitanti; 6 per quelli con popolazione superiore a 20.000 abitanti; 8 nei comuni con
popolazione superiore a 100.000 abitanti. Il presidente veniva nominato dal Prefetto "tra le persone particolarmente
competenti in materia di assistenza e beneficenza"; i "patroni" venivano nominati dallo stesso Prefetto "su terne
presentate dalle Associazioni sindacali comunali legalmente riconosciute agli effetti della legge 3 aprile 1926, n. 563".
Nei comuni dove mancassero queste "Associazioni sindacali", le terne venivano designate dalle "Associazioni sindacali
di 1° grado legalmente riconosciute, nella cui giurisdizione è compreso il comune per il quale la designazione è
richiesta". Le persone designate dovevano però appartenere, "per residenza o per esercizio di attività produttiva", al
comune stesso. Il presidente e i "patroni" duravano in carica per 4 anni e potevano essere sempre rieletti, tenendo però
presente le condizioni di ineleggibilità già previste dalla legge del 17 luglio 1890, n. 6972. Su deliberazione del
presidente e sentito il parere del comitato dei "patroni", poteva comunque essere ammesso al suddetto comitato il
benefattore o una persona da esso designata per la gestione del bene donato; tenuto conto della natura dell'istituzione e
del valore del patimonio, poteva inoltre esservi ammesso il fondatore o il rappresentante di un'opera pia amministrata
dalla Congregazione di carità. Il Prefetto aveva facoltà di: sospendere o revocare il presidente con decreto motivato;
disporre, "per gravi ragioni di opportunità amministrativa", lo scioglimento del comitato dei "patroni" o sospenderne la
nomina (in tal caso avrebbe provveduto il presidente o, se impossibilitato, una persona da lui delegata con i requisiti per
la nomina a "patrono"); delegare uno dei "patroni" per le funzioni di presidente, in caso di assenza o di impedimento di
quest'ultimo; dichiarare decaduti, su proposta del presidente o anche d'ufficio con provvedimento definitivo, i "patroni"
che, senza giustificati motivi, non intervenissero alle sedute per più di tre mesi consecutivi. Il presidente convocava o
presiedeva il comitato dei "patroni"; per la validità delle delibere era necessaria la presenza della metà dei componenti,
oltre il presidente: i pareri venivano emessi con la maggioranza assoluta dei voti. Il presidente doveva comunque
provvedere nei casi di impossibilità di pronunciamento per mancanza del numero legale. Egli esercitava tutte le funzioni
e deliberava su tutti gli affari riguardanti la gestione della Congregazione, mentre il comitato dei "patroni" aveva
funzioni esclusivamente consultive. Il parere dei "patroni" era obbligatorio per le deliberazioni soggette
all'approvazione della giunta provinciale amministrativa e per tutte le proposte di riforma relative agli istituti
amministrati dalla Congregazione. In caso di discordia tra il parere del comitato e le proposte del presidente, costui
doveva darne conto nel verbale di deliberazione.
Nel 1929 in seguito all'aggregazione di Smarano, Sfruz e Tavon vennero aggregate anche le rispettive congregazioni.
Contesto generale
Con il R.D. del 26 aprile 1923 lo Stato italiano pose l'amministrazione delle Congregazioni di carità nelle mani di
appositi commissari o commissioni, a loro volta dipendenti dal Ministero dell'Interno, mentre già con la legge del 17
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luglio 1890, n. 6972 alle Congregazioni furono sottoposte tutte le istituzioni pubbliche benefiche. Il comune, attraverso
il suo consiglio, operava una funzione di controllo sul consiglio di amministrazione della Congregazione.
Fonti normative
Legge 3 agosto 1862, n.753 "sull'amministrazione delle opere pie"
Legge 17 luglio 1890, n. 6972, Norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza
Regio decreto 5 febbraio 1891, n. 33 e n. 99, "col quale, in esecuzione della legge 17 luglio 1890, n. 6973
(serie terza), si approvano i regolamenti sulle istituzioni pubbliche di beneficenza"
Legge 29 dicembre 1901, n.538 "portante disposizioni per il personale di ragioneria dell'amministrazione
provinciale dell'interno e circa la pubblicazione dei bilanci e conti delle istituzioni di beneficenza"
Decreto luogotenenziale 2 dicembre 1915, n. 1847 " che semplificava alcuni servizi delle opere pie e dei
manicomi"
Regio decreto 4 febbraio 1923, n. 335, "che stabilisce una procedura abbreviata per la revisione dei conti
arretrati dei comuni e delle istituzioni pubbliche di beneficenza"
Regio decreto 22 aprile 1923, n. 982, che dispone la pubblicazione nei territori annessi della legislazione
sulle istituzioni pubbliche di beneficenza
Regio decreto 26 aprile 1923, n. 976 "che da' facoltà al Ministro dell'interno di dichiarare sciolte le
amministrazioni delle Congregazioni di carità e di tutte le istituzioni pubbliche di beneficenza esistenti in
uno stesso comune, e di affidarne la gestione a speciali commissari o commissioni"
Regio decreto 14 giugno 1923, n. 1396, "Riforme alla legge 4 maggio 1898, sui monti di pietà"
Circolare 27 giugno 1923, n. 32687-II-2 della R.Prefettura della Venezia tridentina, "Istituzioni pubbliche di
beneficenza"
Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2242, Estensione delle disposizioni dell'articolo 5 (I comma) del R.D.
29 aprile 1923, n. 1164, ai conti delle istituzioni di pubblica beneficenza non ancora deliberati dalle
rispettive amministrazioni al momento dell'entrata in vigore del precedente decreto 4 febbraio 1923, n. 335
Regio decreto legge 20 febbraio 1927, n.257, "Norme per l'estensione alle istituzioni pubbliche di assistenza
e beneficenza delle disposizioni vigenti circa la revisione ed approvazione dei conti dei comuni e delle
province e per la definizione dei conti arretrati degli enti stessi"
Legge 4 marzo 1928, n.413, "Riforma dell'amministrazione delle Congregazioni di carità"
Regio decreto e relazione 18 giugno 1931, n.773, art.154, "Approvazione del testo unico delle leggi di
pubblica sicurezza"
Legge 14 settembre 1931, n. 1175, Testo Unico delle leggi sulla finanza locale
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
ACCr, 3. "Congregazione di carità poi ECA di Coredo";
APCr "Congregazione di carità di Coredo"
Il profilo storico-istituzionale riprende per la parte generale l'elaborato di Corrado SALA citato in bibliografia.
Bibliografia
SALA C., (a cura di), Profilo storico-istituzionale della Congregazione di carità dalle origini (1811)
269
all'estinzione (1937). Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR (CPF), Provincia
autonoma di Trento - Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999
Note
1) In un copia della lettera spedita dal parroco Rigotti al nuovo presidente della Congregazione di carità in occasione
del trasferimento della documentazione dell'ente dalla vecchia alla nuova amministrazione, si evince che restavano al
Fondo poveri parrocchiale, amministrato dal parroco, "i legati pii e culto strettamente divino", ossia il legato di don
Emilio Lorenzoni, di Giovanni Rizzardi, e di Margherita Pastorelli. Scrive ancora il parroco Rigotti in un'altra
annotazione che chiude le registrazioni di cassa della Congregazioni di carità dal 1921 al 1929: "Consegnata al Comune
1931. Rimane Fondo Poveri parrocchiale, cfr. registro". Cfr. Archivio parrocchiale di Coredo, 4.4.4, p. 96
2) Archivio parrocchiale di Coredo, 4.4.8, p. 70
3) ACCr, 3. "Archivio della Congregazione di Carità poi E.C.A. di Coredo", 4. " Carteggio, atti e contabilità", n.7, 1925
4) ACCr, 3. "Archivio della Congregazione di carità poi E.C.A. di Coredo", 5. "Carteggio ed atti ordinati per oggetto",
n.75 "Situazione patrimoniale della Congregazione di carità poi E.C.A.", 1841 - 1977 (con doc. dal 1825)
270
fondo
Congregazione di carità di Coredo, 1797 (copia) - 1931
registri 2, fascicoli 2.
Soggetti produttori
Congregazione di carità di Coredo, 1811 febbraio 15 - 1923 maggio 15
Congregazione di carità di Coredo, 1923 maggio 16 - 1937 giugno 30
Contenuto
La documentazione della Congregazione di carità di Coredo giustifica la propria presenza come fondo autonomo presso
l'archivio parrocchiale di Coredo per la carica di presidente rivestita dal curatore d'anime 'pro tempore' del paese. E' un
fondo di modeste dimensioni pervenuto in un discreto stato di conservazione. Strutturato in quattro serie, 1. Urbari, 2.
Resoconti, 3. Atti amministrativi, per un totale di due registri ed un fascicolo, il fondo si presentava piuttosto compatto
ed autonomo. La documentazione costituente l'archivio fu soggetta prima all'ordinamento di don Endrici che raccolse in
un fascicolo gli atti amministrativi e quindi all'intervento di don Rigotti che raccolse i resoconti della Congregazione
degli anni 1858 - 1923 con il carteggio ed atti relativi in una fascietta cartacea apponendovi l'intitolazione che
nell'inventario introduce l'unità 2.1. Nel registro di cassa, di cui all'unità 4.4.4, inserito in occasione del presente
ordinamento nella serie 'Registri dei conti' del sottofondo 'Chiesa parrocchiale', si trovano invece le registrazioni di
cassa della Congregazione di carità di Coredo dal 1921 al 1929.
271
serie 1
Urbari, [1862] - 1925
Contenuto
La serie consta di due registri in buono stato di conservazione. Il registro più antico è uno scodirollo compilato negli
anni 1861 - 1864 in cui vennero annotati i pagamenti fatti da privati per livelli in denaro a favore del Fondo Poveri Congregazione di carità e del fondo della Primissaria di Coredo. Il secondo è un urbario di compilazione più recente che
riporta all'inizio un elenco dei legati e delle donazioni di cui, dal 1804 al 1917, beneficiò il fondo della Congregazione
con la specificazione degli oneri di adempimento gravanti su quest'ultima.
10 AA b. 3
"Congregazione di carità e Primissaria"
[1862 - 1864] (con annotazioni fino al marzo 1865)
- "Scodirollo del Fondo dei poveri in Coredo [...]: descrizione dei debitori del Fondo Poveri, del capitale o censo prestato col relativo
interesse, e della data del saldo del debito [1861 - 1863] con annotazioni fino al marzo 1865
- "scodirollo del fondo primissariale di Coredo [...], descrizione dei debitori del fondo primissariale, del capitale o censo prestato col
relativo interesse, e della data del saldo del debito [1862 - 1864]
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 30 n.n.
11
AA b. 3
"Urbario Congregazione carità Coredo, anno 1910"
1910 - 1925 (con annotazione del 6 giugno 1926)
- "Oneri gravitanti la Congregazione di carità", [1910]
- "elenco dei capitali della Congregazione di carità di Coredo fatto nell'anno 1910", 1910 con annotazioni fino al 1919
- partitario della Congregazione di carità di Coredo, 1910 con annotazioni fino al 1920
- "elenco dei capitali della Congregazione di carità di Coredo alla fine dell'anno 1925", [1925]
sul recto della prima carta scritta: visto vescovile del 6 giu. 1926
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 6 n.n.
Segnature precedenti: VIII B 6
272
serie 2
Atti amministrativi, 1797 (copia) - 1931
Contenuto
La serie 'Atti amministrativi' del fondo della Congregazione di carità di Coredo consta di un solo fascicolo di originaria
costituzione, riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla documentazione dal parroco don E. Endrici. Da
segnalare, oltre alla presenza di un inventario dell'ente datato 1826, sono la copia di un questionario compilato nel 1900
dalla Presidenza della Congregazione e che fornisce importanti informazioni in merito alla natura ed all'organizzazione
dell'ente, nonché la copia autentica di legati che dal il 1804 andarono a formarne il patrimonio.
12 AA b. 3
"Documenti della Congregazione di carità"
1797 (copia) - 1931
"Legatti comunali, delle scuole, dei poveri e zitelle" (1), inventario del patrimonio della fondo poveri e zitelle, documenti di mutuo
ipotecario con carteggio ed atti relativi, fassioni per la commisuazione della tassa dell'equivalente d'imposta con carteggio ed atti
relativi, verbali di deliberazione dei membri della Congregazione di carità, copia dei verbali di consegna degli atti della
Congregazione al Comune ecc.
Fascicolo, cc. 76
Segnature precedenti: VIII B 7
Note
(1) Si tratta di un sottile volume costituito 5 fogli rilegati contenente copie di disposizioni testamentarie, compilato, pare, nel 1854
273
serie 3
Resoconti, 1886 - 1923
Contenuto
La serie 'Resoconti' del fondo Congregazione di carità di Coredo consta di un solo fascicolo di originaria costituzione,
riconducibile all'organizzazione archivistica impressa alla documentazione dal parroco don G. Rigotti.
13
AA b. 3
"Resoconti della Congregazione di carità di Coredo dall'anno 1858 - 1923" (1)
1886 - 1923
Contiene anche: "medicinali ai poveri di Coredo", elenco dei poveri di Coredo beneficiati dalla distribuzione di sovvenzioni per
l'acquisto di medicinali per gli anni 1885 - 1887 con indicazione delle somme distribuite, 1886 - 1888
Italiano
Fascicolo, n.n. 62, cc. 160
Note
(1) I resoconti dagli anni 1857/1858 all'anno 1865 contengono anche gli estratti dei conti liquidati dall'i.r Pretura di Cles
274
Persona
Lorenzoni, Emilio
1811 - 1895 dicembre 20
Luoghi
Coredo, 1851 - 1895
Archivi prodotti
Fondo Documentazione personale di sacerdoti della parrocchia di Coredo, 01/01/1741 - 31/12/1949
Storia
E. Endrici, parroco di Coredo dal 1886 al 1921 scrive a proposito di don Lorenzoni nel libro 'Coredo nell'Anaunia:
memorie storiche": "Nacque a Cles nel 1811. Fu ordinato sacerdote nel 1835: prese possesso della parrocchia nel 1851.
Prima era curato di S. Lorenzo. Rassegnata la parochia nel 1886, visse qui pensionato . Qui celebrò il vigesimo quinto
anno di parochia nel 1886, celebrò le nozze sacerdotali di oro e di diamante. Morì ai 20 dicembre 1895. Fondò una
messa cantata per l'anniversario della sua morte e fece il fondo delle missioni".
275
Persona
Tonidandel, Emilio
1906 -
Luoghi
Coredo, 1942 - 1955
Archivi prodotti
Fondo Documentazione personale di sacerdoti del decanato di Lomaso, 01/01/1501 - 31/12/1945
Fondo Documentazione personale di sacerdoti della parrocchia di Coredo, 01/01/1741 - 31/12/1949
Storia
Don EMILIO TONIDANDEL nacque a Fai nel 1906. Fu prima cappellano a Tuenno e quindi parroco di Ruffré. Venne
nominato parroco di Coredo il 28.12.1942 e prese possesso il 17.01.1943 fino al 1955.
276
fondo
Documentazione personale di sacerdoti della parrocchia di Coredo, 1741
- 1949
fascicoli 2.
Soggetti produttori
Tonidandel, Emilio, 1906 Lorenzoni, Emilio, 1811 - 1895 dicembre 20
Contenuto
Presso l'archivio parrocchiale è conservata una modestà quantità di documentazione personale di sacerdoti, parroci in
diversi periodi della parrocchia di Coredo.
La documentazione personale di don Emilio Lorenzoni, parroco a Coredo dal 1850 al 1886, era conservata in due
mazzi, formati probabilmente dallo stesso parroco. Considerata la tipologia della documentazione riguardante il suo
"cursus studiorum", gli atti di investitura agli ordini clericale e sacerdotale e la corrispondenza personale nonché
l'originario intento del sacerdote originario di Cles di conservarla a parte, si è deciso in fase di ordinamento di inserirla e
descriverla in un fondo autonomo dal resto della documentazione costituente l'archivio parrocchiale.
Il fascicolo con le lettere spedite a don Emilio Tonidandel, parroco di Coredo dal 1942 al 1955, dal suo predecessore,
don Giuseppe Rigotti (1929 - 1942), in seguito al suo trasferimento alla parrocchia di Aldeno, è stato invece formato in
occasione del presente ordinamento, raccogliendo le lettere rinvenute frammiste ad altra documentazione dell'archivio
parrocchiale. La raccolta epistolare, che copre un arco cronologico abbastanza ampio, dal 1942, anno dell'entrata in
servizio di don Tonidandel sino al 1949, e che contiene prevalentemente consigli e supporti dal parte del cessato
parroco in merito alla conduzione del culto, alla gestione patrimoniale, al rapporto con le associazioni parrocchiali a
Coredo ecc., testimonia un rapporto di amicizia di lunga durata fra i due sacerdoti.
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serie 1
Carteggio ed atti, 1741 - 1949
Contenuto
La serie consta di due fascicoli: il primo, di originaria costituzione, contiene documentazione personale di don Emilio
Lorenzoni, parroco a Coredo fra il 1850 ed il 1886; il secondo, di nuova formazione, contiene una raccolta di lettere
spedite fra il 1942 ed il 1949 da don G. Rigotti, parroco a Coredo dal 1929 al 1942 al neo-nominato parroco don Emilio
Tonidandel.
14 AA b. 3
Documentazione personale di don Emilio Lorenzoni
1741; 1808; 1829 - 1889
Atti e corrispondenza dei sec. XVIII e inizio XIX appartenenti all'archivio di famiglia, decreti di ordinazione clericale, diaconale e
sacerdotale, certificati anagrafici, attestati di profitto ai corsi seminariali, decreto di nomina a cooperatore della parrocchia di
Lomaso, di curato della curazia di Vigo Lomaso, e di parroco della parrocchia di Coredo con carteggio ed atti relativi, decreti di
conferimento di facoltà di benedire le suppellettili della chiesa, di allontanarsi dalla diocesi per tre settimane, documentazione
relativa al percepimento della pensione, alla celebrazione di messe, corrispondenza privata
contiene fra l'altro: lettere di ringraziamento inviate a don E. Lorenzoni dalle Rappresentanze comunali di S. Lorenzo in Banale e di
Coredo, dai parrocchiani dei rispettivi paesi, decreto di nomina a cittadino onorario del comune di Coredo, 1851; 1882; 1886 - 1887
(1)
Italiano, latino
Fascicolo, cc. 89
Note
(1) Si è deciso di segnalare a parte questo tipo di documentazione in quanto originariamente conservata, probabilmente per volontà
dello stesso don Lorenzoni, in una busta da lettera intestata al Comune di Coredo, e quindi unita al mazzo che raccoglieva la restante
documentazione
15 AA b. 3
Lettere di don Giuseppe Rigotti a don Emilio Tonidandel, parroco di Coredo
1942 - 1949
Fascicolo, cc. 12
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Ente
Comune di Coredo
1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31
Luoghi
Coredo (TN)
Archivi prodotti
Fondo Comune di Coredo, 01/01/1461 - 31/12/1962
Subfondo Comune di Coredo (ordinamento italico), 01/01/1810 - 31/12/1817
Subfondo Comune di Coredo - frazione di Sfruz (ordinamento italico), 10/10/1810 - 31/12/1817
Fondo Comune di Sfruz, 01/01/1445 - 31/12/1956
Fondo Documentazione del Comune di Coredo, 01/01/1811 - 31/12/1815
Storia
Dopo il fallimento dell'insurrezione tirolese del 1809, con il Trattato di Parigi del 28 febbraio 1810 la Baviera perse
gran parte del Tirolo meridionale, che confluì nel Regno italico e venne organizzato come Dipartimento dell'Alto
Adige, comprendente l'odierno Trentino (con l'esclusione del Primiero, che passò al Dipartimento della Piave) e la zona
di Bolzano fino a Salorno.
In un primo momento operò una Commissione amministrativa provvisoria presieduta dal barone Sigismondo Moll,
mentre giungeva a Trento il consigliere di Stato Smancini per predisporre l'organizzazione del nuovo dipartimento
secondo il sistema in vigore nel Regno Italico, il quale era organizzato in base all'esperienza istituzionale francese.
Mediante Regio Decreto datato Milano, 24 luglio 1810, veniva stabilita la strutturazione amministrativa del
Dipartimento. Le aggregazioni (qui proposte e poi effettivamente realizzate) delle comunità minori in più ampi comuni
amministrativi (divisi in tre classi a seconda del numero di abitanti), le cui competenze e la cui strutturazione interna
erano stabiliti da rigorose norme statali di ispirazione fortemente centralistica, posero fine all'antica organizzazione
regoliera. Dal grande numero di comunità autonome esistenti in antico regime e ancora durante il periodo bavarese nel
territorio trentino, si passò a poco più di un centinaio di comuni amministrativi, divisi in tre classi a seconda dell'entità
della popolazione.
Un decreto datato Monza, 23 agosto 1810 (n. 194), estendeva al Dipartimento l'ordinamento amministrativo dei comuni
del Regno italico (con riferimento al Decreto sull'Amministrazione pubblica e sul Comparto territoriale del Regno"
dell'8 giugno 1805 (n. 46).
Con il 1 settembre 1810 il Dipartimento dell'Alto Adige venne ufficialmente attivato. Dalla documentazione
archivistica però emerge che la legislazione napoleonica fu applicata solo in seguito e in date diverse da comune a
comune.
Dopo la dissoluzione dell'impero napoleonico il Tirolo venne posto fino all'aprile del 1815 sotto l'amministrazione
provvisoria del commissario Anton von Roschmann. L'ordinamento comunale napoleonico rimase in vigore ancora per
qualche anno: nel Circolo di Trento fino al 31 dicembre 1817, in quello di Rovereto fino al 31 dicembre 1820. A partire
dal 1 gennaio 1818 il Circolo di Trento si regolò sulla base della Circolare del 4 novembre 1817, n. 11135/3818; dal 1
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gennaio 1821 in tutto il territorio venne introdotto il Regolamento comunale per il Tirolo e il Vorarlberg del 26 ottobre
1819.
In questo periodo a Coredo furono aggregati i comuni di Sfruz e Smarano.
Data l'esiguità della documentazione, le date riportate nell'intestazione sono quelle istituzionali.
Il comune di Coredo comprendeva probabilmente un territorio simile a quello dell'attuale comune più il territorio di
Smarano e Sfruz.
Condizione giuridica
Ente pubblico territoriale, comune di terza classe.
Il 24 luglio 1810 un decreto vicereale stabiliva la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in cinque distretti e
proponeva le aggregazioni comunali da effettuarsi sul territorio, così come poi furono effettuate.
Un successivo decreto vicereale datato 23 agosto 1810 estendeva al Dipartimento dell'Alto Adige l'organizzazione
amministrativa dei comuni del Regno italico. Le normative di riferimento erano la "Legge sull'organizzazione delle
autorità amministrative", n. 54, emanata dal Governo della Repubblica italiana il 24 luglio 1802 e il "Decreto
sull'ammnistrazione pubblica e sul comparto territoriale del Regno", n. 46, promulgato da Napoleone Re d'Italia l'8
giugno 1805.
Il 10 settembre 1810 il prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige Agucchi pubblicava le "Istruzioni per le Municipalità
di prima, seconda e terza classe dirette a facilitar loro l'esecuzione delle Leggi e dei Regolamenti governativi e sulla
conformazione regolare dei conti preventivi e consuntivi".
In data 17 settembre 1811 veniva pubblicato il "Codice dei podestà e dei sindaci del Regno", testo unico che
raccoglieva e raccordava tutte le disposizioni precedenti e principale strumento legislativo di riferimento anche per i
comuni del Dipartimento dell'Alto-Adige.
Funzioni, occupazioni e attività
A seconda del numero di abitanti, i comuni furono divisi in tre classi: alla prima appartenevano i comuni con più di
10.000 abitanti, alla seconda quelli con oltre 3000 abitanti, alla terza quelli con meno di 3000.
Le materie e l'ambito di attività delle amministrazioni comunali durante il periodo di sovranità italica si desumono
dall'elenco delle "Istruzioni per le municipalità di prima, seconda e terza classe dirette a facilitare loro l'esecuzione delle
leggi e dei regolamenti governativi e sulla conformazione regolare dei conti preventivi e consuntivi", emesse con
circolare del prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige Agucchi in data 10 settembre 1810. In base a tali norme i
comuni:
- decidevano in merito ad alienazioni e concessione in affitto di beni comunali;
- dovevano prestarsi alla resa di conto preventiva e consuntiva secondo i nuovi metodi;
- esercitavano funzioni di polizia amministrativa;
- attivavano una Guardia nazionale per il mantenimento dell'ordine pubblico;
- tenevano i registri di stato civile (prima affidati alle parrocchie);
- avevano competenza in materia di:
- istruzione pubblica (soprattutto elementare),
- sanità comunale,
- questioni militari (alloggio e vitto delle truppe, coscrizione),
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- finanza,
- culto (i parroci erano di nomina comunale),
- istituti di beneficenza pubblica attivi sul proprio territorio,
- acque, strade, ponti e 'ornato' pubblico.
Gli introiti per coprire le spese amministrative derivavano dai beni comunali, da vari tipi di imposta e prestazioni di
servizi, dalle multe incassate.
Struttura amministrativa
I compiti degli organi dei comuni si desumono dalla legge organica delle autorità amministrative della Repubblica
italiana del 24 luglio 1802 e dal decreto del Regno italico dell'8 giugno 1805. Il decreto vicereale del 23 agosto 1810
estendeva al Dipartimento dell'Alto Adige le disposizioni vigenti nel Regno italico.
Ogni comune era retto da una municipalità come organo esecutivo e da un consiglio comunale come organo consultivo
e deliberante:
- La municipalità era composta dal podestà e sei savi (comuni di prima classe), dal podestà e quattro savi (comuni di
seconda classe), dal sindaco e due anziani (comuni di terza classe).
- I podestà, di nomina regia e di durata triennale, e i sindaci, di nomina prefettizia e di durata annuale, vigilavano
sull'andamento generale del comune e ne erano i rappresentanti, presentavano i conti consuntivi e preventivi,
sottoponevano ogni questione al consiglio e ne eseguivano le deliberazioni. I podestà dei capoluoghi di cantone avevano
funzioni di rappresentanza e di delega rispetto a tutti i comuni ivi compresi.
- I savi (rinnovati parzialmente anno dopo anno) e gli anziani (rinnovati tutti annualmente) venivano scelti dai consigli
comunali tra coloro che godevano dei redditi maggiori e deliberavano su tutto ciò che veniva posto in discussione dal
podestà/sindaco.
- I Consigli comunali, che ordinariamente si svolgevano con cadenza biennale e alla presenza del prefetto, erano
composti da un numero diverso di consiglieri (40/30/15 secondo le tre classi di appartenenza del comune stesso),
nominati dal re (nei primi due casi) o dal prefetto (nel terzo caso). Il loro rinnovo era rispettivamente quinquennale e
triennale e le cariche, salvo eccezioni, non erano riassumibili se non dopo un biennio. Loro compiti erano:
l'approvazione del bilancio consuntivo e del preventivo (che passava rispettivamente al Ministero dell'Interno o al
prefetto), la nomina dei revisori dei conti e delle cariche in scadenza, l'imposizione di spese e imposte.
Altri uffici amministrativi erano quello di ricevitore comunale (addetto alla riscossione delle imposte), segretario
(preposto alla stesura degli atti pubblici e alla cura dei registri di protocollo), cursore (per i comuni di terza classe); più
altro personale che i comuni di prima e seconda classe avessero ritenuto necessario.
I comuni attivavano inoltre:
- un Ufficio di stato civile (che redigeva e custodiva gli atti di nascita, matrimonio, morte) condotto da un savio nei
comuni di prima e seconda classe, dal sindaco in quelli di terza;
- una Guardia nazionale (per il mantenimento dell'ordine pubblico);
- una Deputazione di sanità (con compiti di vario genere inerenti la salute pubblica) formata dal podestà e dai primi due
savi (comuni di prima e seconda classe), dal sindaco con il primo anziano e il segretario (comuni di terza classe);
- una provvisoria Deputazione per l'ornato pubblico (una sorta di commissione urbanistica).
Contesto generale
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Dopo la vittoria dei francesi sulle truppe austriache e la sconfitta degli insorti guidati da Andreas Hofer, nel febbraio
1810 Napoleone separò il Tirolo italiano e la zona di Bolzano dal Tirolo settentrionale per unirli al Regno italico nel
Dipartimento dell'Alto Adige (il Primiero venne invece aggregato al Dipartimento della Piave). Momentaneamente
rimasero in vigore le leggi bavaresi, mentre il territorio veniva sottoposto a una amministrazione provvisoria sotto la
guida del barone Sigismondo Moll. Il Codice Napoleone fu introdotto con il 1 luglio 1810. Il Dipartimento dell'Alto
Adige fu posto in attività a partire dal 1 settembre 1810.
Esso era diviso nei distretti di Trento (con 5 cantoni e 33 comuni), Cles (con 4 cantoni e 28 comuni), Bolzano (con 4
cantoni e 24 comuni, poi elevati a 32; il cantone di Cavalese, con Fiemme e Fassa, era compreso qui), Rovereto (con 3
cantoni e 16 comuni), Riva (con 4 cantoni e 20 comuni), per un totale di 20 cantoni e 129 comuni.
Al vertice dell'amministrazione politica ed economica del Dipartimento era il prefetto, diretto responsabile di ogni
attività, coadiuvato da un segretario, da due consiglieri, da un Consiglio di Prefettura e da un Consiglio generale
dipartimentale. Gli uffici maggiori erano tutti di nomina regia.
Al prefetto competeva la sorveglianza su tutti i comuni (in tutte le funzioni amministrative i consigli comunali, i
podestà, i savi, gli anziani e i sindaci dipendevano dalla prefettura o dalla viceprefettura), la polizia superiore, i lavori
pubblici (strade e ponti), gli affari militari e tributari e altre materie. Egli presenziava (o vi delegava qualcuno) ai
consigli comunali dei comuni di prima e seconda classe.
In ogni capoluogo di distretto vi era un viceprefetto, pure di nomina regia, con mansioni prefettizie nell'ambito del
proprio distretto e coadiuvato dal Consiglio distrettuale.
Nei cantoni per le materie amministrative censuarie vi era un cancelliere del censo (sempre di nomina regia) che
custodiva i libri censuari dei comuni e presenziava ai consigli comunali dei comuni di terza classe.
A Trento vennero istituiti un'Intendenza di Finanza e Demanio, un Liceo, gli uffici del Conservatore del registro, del
Conservatore delle ipoteche, del Direttore delle poste. La Congregazione di Carità nei vari comuni assorbì tutte le
istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza fino ad allora esistenti.
Per l'amministrazione giudiziaria, in ogni capoluogo di cantone era attiva una Giudicatura di pace con competenze in
materia civile per cause entro un determinato valore.
La giurisdizione penale e l'appello erano riservate alla Corte di Giustizia civile e criminale di Trento, con competenza in
entrambi gli ambiti per tutto il Dipartimento, a esclusione di Bolzano, dove era in attività un tribunale di prima istanza
proprio. Le cause in appello passavano alla Corte d'Appello di Brescia e successivamente al Tribunale supremo di
Milano.
A Rovereto per il distretto omonimo e per quello di Riva aveva sede un Tribunale di commercio; nei distretti di Trento e
Tione tali mansioni erano svolte dalla Corte di giustizia.
Ritornato il territorio del Dipartimento dell'Alto Adige sotto la sovranità austriaca, il commissario in capo del Tirolo
italiano ed illirico de Roschmann instaurava un'amministrazione provvisoria (1 marzo 1814) mediante i seguenti organi
e uffici: una Reggenza del Paese con sede a Trento, un Ufficio circolare provvisorio a Trento per tutto il Tirolo italiano,
un Capitanato di Circolo, i Vicecapitanati di Circolo al posto delle Viceprefetture nei cinque ex capoluoghi di distretto,
una Deputazione del Paese al posto del Consiglio dipartimentale, una Deputazione cantonale in ogni Cantone.
A Trento aveva sede anche una Direzione di Polizia per tutto il Tirolo italiano; Commissariati venivano istituiti a
Trento, Cles, Bolzano, Rovereto, Riva. La Corte civile e criminale di Trento aveva assunto il ruolo di tribunale di
seconda istanza al posto della Corte di Brescia e il tribunale supremo era passato da Milano a Vienna.
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Nel giugno 1814, passato l'intero Tirolo all'Austria, Roschmann trasferì la direzione di tutti gli affari politici relativi al
Tirolo italiano da Trento a Innsbruck. Cessato il periodo di amministrazione provvisoria, vennero erette due stazioni di
polizia a Innsbruck e a Trento.
Alla fine del 1814 ritornava in vita il Governo provinciale e venivano ristabiliti gli Uffici circolari (nella parte italiana
quelli di Trento e Rovereto) come prima dell'occupazione bavarese, con a capo un capitano di Circolo.
Nell'agosto 1814 fu reintrodotto in tutto il Tirolo il codice penale austriaco del 1803 e successivamente vi venne esteso
l'ordinamento giudiziario per la Galizia austriaca del 1796. In seguito entrò in vigore l'Allgemeine Bürgerliche
Gesetzbuch de1 1811.
Il Tribunale d'Appello di Innsbruck divenne la corte di giustizia superiore.
Nell'aprile 1815, con la nomina a governatore del Tirolo del conte di Bissingen, cessava il periodo di amministrazione
provvisoria sotto la direzione del Roschmann. Nel novembre 1815 cessò le proprie funzioni la Corte di Giustizia civile e
criminale di Trento e venne istituito un Giudizio civico provinciale. Nel luglio 1816 furono riattivati i Giudizi dinastiali
ma con l'esercizio della sola giurisdizione civile, riservando quella penale al giudizio sovrano più vicino.
Con il 1 maggio 1817 ritornava in vita la distrettualizzazione giudiziaria risalente al 1805, comprendente 50 giudizi
sovrani e 52 patrimoniali e dinastiali. Tra il 1816 e il 1817 furono eretti i Giudizi collegiali di Bolzano, Rovereto,
Feldkirch, che si aggiunsero a quelli di Innsbruck e Trento come giudizi in prima istanza.
Coredo con le frazioni di Sfruz e Smarano, apparteneva al Cantone di Denno, che a sua volta apparteneva al Distretto di
Cles.
Fonti normative
"Costituzione della Repubblica italiana adottata per acclamazione nei Comitati nazionali di Lione", 26
gennaio 1802, n. 1.
Legge 24 luglio 1802, n.55 "sulla tassa personale in favore delle comuni"
Legge 24 luglio 1802, n.54 "sull'organizzazione delle autorità amministrative"
Legge 4 settembre 1802, n.75 "relativa alla pubblica istruzione"
Legge 17 settembre 1802, n.87 "per la guardia nazionale"
Legge 21 settembre 1802, n.89 "sopra i debiti e crediti delle comuni"
Decreto 30 ottobre 1802, n.109 "per la Guardia nazionale"
Decreto 24 gennaio 1803, n.12 "riguardante la conservazione de'boschi per i legnami necessari al servizio
dell'artiglieria e della marina"
Legge 23 dicembre 1803, n.97 "relativa ai debiti dei comuni e loro attività"
Legge 22 marzo 1804, n.25 "sui ricevitori comunali e dipartimentali"
Legge 27 marzo 1804, n.30 "sulle strade"
Legge 18 aprile 1804, n.42 " relativa all'alienazione de' beni comuni"
Decreto 9 maggio 1804, n.55 "sulla vaccinazione"
Decreto 8 giugno 1805, n.46 "sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno"
Decreto 6 maggio 1806, n.73 "riguardante la sistemazione ed amministrazione generale delle acque e strade"
Regolamento 20 maggio 1806, n.79 "per la costruzione, per l'adattamento e per la conservazione delle
strade"
Decreto 25 luglio 1806, n.147 "riguardante i beni comunali incolti"
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Decreto 4 dicembre 1806, n.230 "relativo alla rinnovazione e completazione dei consigli distrettuali e
comunali"
Nomina 3 gennaio 1807, n.2 "di una commissione destinata a raccogliere tutti i dati necessari a regolarizzare
l'amministrazione dei comuni"
Decreto 9 gennaio 1807, n.5 "portante il regolamento sull'ornato della città"
Decreto 12 gennaio 1807, n.16 "sulle finanze per il 1807"
Decreto 7 aprile 1807, n.58 "relativo alle spese di culto e di beneficenza a carico dei comuni"
Decreto 1 maggio 1807, n.70 "riguardante le aste negli appalti delle opere d'acque, ponti e strade"
Decreto 5 giugno 1807, n.95 "con cui sono concentrate nel podestà e nel sindaco le funzioni attribuite alle
municipalità dal decreto dell'8 giugno 1805"
Decreto 5 giugno 1807, n.46 "sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno"
Decreto 4 agosto 1807, n.128 "relativo ai modi di estinguere le passività dei comuni colle attività che si
possono impiegare a tale uso"
Decreto 4 agosto 1807, n.125 "che istituisce una Direzione generale dell'amministrazione dei comuni"
Decreto 9 febbraio 1808, n.59 "diretto ad impedire ai creditori dei comuni l'escussione sulle attività
annoverate nei prospetti preventivi"
Decreto 18 maggio 1808, n.129 "relativo ai boschi del regno"
Decreto 10 febbraio 1809, con cui si dispone che ogni comune deve avere il suo estimo e conseguentemente
i suoi registri censuari particolari in cui siano descritti i possessori attuali dei fondi posti nel territorio del
comune.
Decreto 18 marzo 1809, n.39 "con cui sono applicate anche ai comuni di seconda classe le disposizioni del
decreto 11 corrente mese, relativo alle sovrimposte comunali"
Decreto 19 aprile 1809, n.65 riguardante l'attivazione del nuovo sistema dei dazi di consumo nei comuni e
territori aperti
Decreto 29 giugno 1809, n. 78, sull'organizzazione definitiva dei cancellieri del censo
Decreto 18 maggio 1810, n.112 "che estende la giurisdizione della corte d'appello di Brescia al Dipartimento
dell'Alto Adige"
Decreto 19 maggio 1810, n.89 "con cui vengono provvisoriamente mantenute in vigore nel Tirolo
meridionale le attuali leggi e i regolamenti di amministrazione"
Decreto 28 maggio 1810, n. 94 relativo alla definitiva riunione al Regno d'Italia del Tirolo meridionale
Decreto 15 giugno 1810, n.106 "che ordina la pubblicazione ed attivazione nel dipartimento dell'Alto Adige
del codice Napoleone, dei regolamenti sui registri delle nascite, dei matrimoni e delle morti e dei decreti
analoghi, del decreto sul diritto di albinaggio e di quello sulla tutela, emancipazione e cura degli
abbandonati e degli esposti"
Decreto 16 giugno 1810, n.111 "contenente diverse disposizioni di finanza e per la tutela delle corporazioni
di culto e di beneficenza e dei comuni nel Dipartimento dell'Alto Adige"
Decreto 8 luglio 1810, n.129 "che determina i gradi di parentela che escludono i membri dei consigli
comunali dal votare, allorchè trattasi di cause in cui sono interessate persone di aderenza reciproca"
Decreto vicereale 24 luglio 1810, con cui viene sancita la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in 5
distretti e si propone la loro suddivisione in 121 comuni e in 20 cantoni
Decreto 10 agosto 1810, n.163 "relativo all'organizzazione giudiziaria del Dipartimento dell'Alto Adige e
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dalla parte del Tirolo da unirsi al Dipartimento della Piave"
Decreto 10 agosto 1810, n.161 "che prescrive un nuovo metodo per la compilazione de' conti preventivi e
consuntivi dei comuni"
Decreto 23 agosto 1810, n. 194, che estende al Dipartimento dell'Alto Adige il sistema d'amministrazione
dei comuni del regno
Circolare del Prefetto dell'Alto Adige Alessandro Agucchi 10 settembre 1810, Istruzioni per le municipalità
di prima, seconda e terza classe dirette a facilitare loro l'esecuzione delle leggi e dei regolamenti governativi
Circolare del consigliere di stato 1 dicembre 1810 che impone l'entrata in vigore del Decreto del 10 agosto
1810, n. 161 dal 1 gennaio 1811
Decreto del viceré Eugenio Napoleone 15 febbraio 1811, n. 49, "che estende al dipartimento dell'Alto Adige
ed ai cantoni di Tobiano e Primiero il sistema amministrativo della pubblica beneficenza esistente negli altri
dipartimenti"
Decreto vicereale 22 aprile 1811, n.101 "con cui si estendono al Dipartimento dell'Alto Adige ed ai cantoni
di Tobiano e di Primiero i due decreti del 25 luglio 1806 e 4 agosto 1807; il primo intorno ai beni comunali
incolti ed il secondo sull'estinzione dei debiti comunali"
Decreto 27 maggio 1811, n.121 "relativo all'amministrazione, direzione, custodia e sorveglianza dei boschi
del regno"
"Codice dei podestà e sindaci del Regno d'Italia", 1811 settembre 17
Decreto 28 settembre 1811, n.236 "relativo all'amministrazione de'boschi"
Decreto vicereale 10 dicembre 1811, n.278 "che estende ai comuni del Tirolo meridionale componenti il
Dipartimento dell'Alto Adige od aggregati al Dipartimento della Piave, la legislazione del regno relativa a
debiti e crediti del comune"
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
ACCr, 1. "Archivio del comune di Coredo".
Il profilo storico-istituzionale riprende per la parte generale l'elaborato di Mauro NEQUIRITO e Margherita FAES
citato in bibliografia.
Bibliografia
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961
FAES M., NEQUIRITO M. (a cura di), Linee di sviluppo e cesure istituzionali nella storia dei comuni
trentini dal Medioevo all'unione all'Italia descritte secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di TrentoSoprintendenza per i beni librari e archivistici, 2004 (dattiloscritto)
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fondo
Documentazione del Comune di Coredo, 1811 - 1815
registri 14.
Soggetti produttori
Comune di Coredo, 1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31
Contenuto
Presso l'archivio della parrocchia di Coredo sono confluiti i registri anagrafici tenuti dal Comune di Coredo tra il 1811
ed il 1815. Negli anni di dominio bavarese (1805 - 1809) e del Regno Italico (1810 - 1815), infatti, il compito ufficiale
di Stato civile fu affidato ai comuni (nonostante i parroci mantenessero la regolare tenuta dei libri canonici). Dopo
questa breve parentesi il clero curato, in seguito all'emanazione della legge imperiale del 20 aprile 1815 (per i
matrimoni) e del decreto del i. r. Commissione Aulica Centrale d'Organizzazione 21 agosto 1815, rientrava in possesso
delle sue vecchie prerogative in merito alla tenuta delle matricole; gli veniva quindi restituito quel compito di ufficiale
di stato civile che esso mantenne fino al 1° gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i comuni
(1).
Il sottofondo consta di 14 registri anagrafici in buono stato di conservazione, tutti con coperta cartacea (2) e di formato
analogo. Non è chiaro quando essi siano stati trasferiti dall'archivio comunale di Coredo a quello parrocchiale. Nel
luglio del 1818 l'i.r Giudizio distrettuale di Cles ordinava al Capo-comune di Smarano il trasferimento dei registri di
stato civile dal Comune di Smarano all'ufficio parrocchiale del paese (3). Si può supporre che anche presso il Comune
di Coredo sia avvenuto in questo periodo il trasferimento della documentazione anagrafica contenuta in questo fondo.
Note
(1) Per ulteriori informazioni in merito alla tenuta dei registri anagrafici si veda l'introduzione al sottofondo "Anagrafe",
Archivio parrocchiale di Coredo, 2
(2) Solo una minima parte è priva di coperta
(3) Documentazione del Comune di Coredo, 1.3.25
286
serie 1
Registri di stato civile, 1811 - 1815
287
sottoserie 1.1
Registri dei nati e battezzati, 1811 - 1815
Contenuto
La serie consta di 4 registri in discreto stato di conservazione, ciascuno con segnatura propria apposta sul piatto
anteriore della coperta in occasione dell'ordinamento e inventariazione del sig. Romagna.
16 AA b. 4
"Registro dei nati, Corredo"
1811 gennaio 8 - 1811 dicembre 31
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. sd 9
Segnature precedenti: II F 1
17 AA b. 4
Registro dei nati, Coredo (1)
1812 gennaio 6 - 1812 dicembre 31
Contiene fra l'altro, inserita: "1812. Tavola alfabetica delli atti di nascita della frazione di Coredo" [post 1812 dic. 13] (2)
Italiano
Registro, senza cop., cc. sd 8 (mancano cc. 1)
Note
(1) Sulla prima carta del registro è stato aggiunto a matita: "1812"
(2) La tavola riporta, in ordine alfabetico: cognome e nome del defunto, data e numero dell'atto
18
AA b. 4
"Registro dei nati, Coredo. 13"
1813 gennaio 12 - 1813 dicembre 31
Contiene fra l'altro, inserita: "Tavola alfabetica per gli atti di nascita ch'ebbero luogo nell'anno 1813" nel comune di Coredo e nelle
frazioni di Smarano e Sfruz, [post 1813 dic. 12]
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. sd 7
Segnature precedenti: II F 2
19 AA b. 4
"Registro dei nati, Corredo. 14 - 15"
1814 gennaio 10 - 1815 novembre 20
- Cc. sd 1 - 8: registrazione dei nati nel 1814, 1814 gen. 19 - 1815 feb. 12
- cc. sd 1' - 8':registrazione dei nati nel 1815, 1815 gen. 6 - 1815 nov. 20. (1)
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. sd 15
Segnature precedenti: II F 3
Note
288
(1) La numerazione delle carte del fascicolo con la registrazione dei nati nel 1815 inizia da 1. E' probabile che il fascicolo, privo di
coperta, in origine probabilmente autonomo, sia stato allegato in un secondo tempo al registro dei nati nel 1814
289
sottoserie 1.2
Registri dei matrimoni, 1811 - 1815
Contenuto
La serie consta di 4 registri in discreto stato di conservazione, ciascuno con segnatura propria apposta sul piatto
anteriore della coperta in occasione dell'ordinamento e inventariazione del sig. Romagna.
20 AA b. 4
"Registro dei matrimoni, Correddo"
1811 gennaio 6 - 1811 dicembre 31
Contiene fra l'altro, inserita: "Tavola alfabetica dei matrimoni della comune di Coredo per l'anno 1811", [post 1811 gen. 14] (1)
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. sd 10
Segnature precedenti: II F 4
Note
(1) La tavola riporta, in ordine alfabetico: cognome e nome del defunto, data e numero dell'atto
21 AA b. 4
"Corredo. Registro dei matrimoni. 1812"
1812 gennaio 17 - 1812 dicembre 31
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. sd 8
Segnature precedenti: II F 5
22 AA b. 4
Registro dei matrimoni, Coredo (1)
1813 gennaio 20 - 1813 dicembre 31
Contiene fra l'altro, inserita: "Tavola alfabetica per gli atti di matrimonio e di divorzio ch'ebbero luogo nell'anno 1813", [post 1813
set. 8] (2)
Italiano
Registro, senza cop., cc. sd 7
Note
(1) Sulla prima carta del registro è stato aggiunto a matita: "1813"
(2) La tavola riporta, in ordine alfabetico: cognome e nome del defunto, data e numero dell'atto
23
AA b. 4
"Registro dei matrimoni, Coreddo. 14"
1814 gennaio 14 - 1815 febbraio 11
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. sd 7
Segnature precedenti: II F 6
290
24 AA b. 4
"Registro dei matrimoni, Coreddo. 14"
1815 gennaio 20 - 1815 luglio 19
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 4 sd
Segnature precedenti: II F 7
291
sottoserie 1.3
Registri dei morti, 1811 - 1815
Contenuto
La serie consta di 5 registri in buono stato di conservazione, ciascuno con segnatura propria apposta sul piatto anteriore
della coperta in occasione dell'ordinamento e inventariazione del sig. Romagna.
25 AA b. 4
"Registro dei morti, Correddo"
1811 gennaio - 1811 dicembre 30; 1818 aprile 19
Contiene fra l'altro, inserita: "Tavola alfabetica deli atti di morte della frazione di Coredo, comune medema per l'anno 1811", [post
1811 dic. 25] (1)
contiene fra l'altro, inserita: copia autentica di atto emesso dall'i.r Giudizio Distrettuale di Cles, relativo al trasferimento dei registri
dello stato civile del Comune di Smarano alla parrocchia del paese, 1818 apr. 19
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. 8 sd
Segnature precedenti: II F 8
Note
(1) La tavola riporta, in ordine alfabetico: cognome e nome del defunto, data e numero dell'atto
26 AA b. 4
"Coredo. Registro dei morti. 1812"
1812 gennaio 8 - 1812 dicembre 30
Contiene fra l'altro, inserita: "Tavola alfabetica dei atti di morte della frazione di Coredo", [post 1812 dic. 20] (1)
contiene fra l'altro, inseriti: "Elenco de morti nella frazione di Smarano nel trimestre d'aprile, maggio, giugno 1812" [post 1812
giu.](2); "Elenco dei morti nella frazione di Sfruz, al comune di Coredo, aggregata dal primo aprile 1812 fino li 30 giugno di detto
anno" [post 1812 giu.]
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. sd 9
Segnature precedenti: II F 9
Note
(1) La tavola riporta, in ordine alfabetico: cognome e nome del defunto, data e numero dell'atto
(2) L'elenco è indirizzato all'ufficio di statocivile del comune di Coredo
27 AA b. 4
"Registro dei morti, Coredo. 13"
1813 gennaio 9 - 1813 dicembre 30
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. sd 6
Segnature precedenti: II F 10
28 AA b. 4
292
"Registro dei morti, Coredo. 14"
1814 gennaio 19 - 1815 febbraio 19
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. sd 7
Segnature precedenti: II F 11
29 AA b. 4
"Registro dei morti, Coredo. 1815"
1815 gennaio 20 - 1815 ottobre 20
Italiano
Registro, legatura in cart., cc. sd 6
Segnature precedenti: II F 12
293
Ente
Consiglio scolastico locale di Coredo
1896 agosto 30 - 1924 ottobre 1
Luoghi
Coredo
Archivi prodotti
Fondo Consiglio scolastico locale di Coredo, 01/01/1896 - 31/12/1921
Storia
Il Consiglio scolastico locale aveva funzioni di sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili. Con la
legge del 30 aprile 1892, n. 7, entrata in vigore il 1° gennaio 1894, veniva nominato un Consiglio scolastico locale in
ogni comunità scolastica. Prima di questa legge era in vigore il "regolamento politico per le scuole elementari"
pubblicato l'11 agosto 1805: la scuola aveva carattere conservativo-religioso-morale-politico; era affidata alla chiesa la
sorveglianza scolastica, l'approvazione dei programmi e dei libri di testo, la proposta dei maestri definitivi e la nomina
degli assistenti e supplenti; erano addossate ai comuni le spese per gli edifici e gli stipendi dei maestri. Con la legge del
25 maggio 1868 veniva demandata la suprema direzione su tutto ciò che riguardava l'istruzione e l'educazione al
Ministero dell'istruzione, al Consiglio scolastico provinciale, al Consiglio scolastico distrettuale e al Consiglio
scolastico locale. La riforma Gentile del 1923, entrata in vigore il 1° ottobre 1924, che comprendeva un vasto numero di
decreti e ordinanze riguardanti l'istruzione ad ogni livello, sopprimeva ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di
gestione locale e si riformava lo stato giuridico della scuola.
Il consiglio scolastico locale, nominato nel 1892 in ogni comunità scolastica, aveva la funzione di sorveglianza sulle
scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili, sui corsi speciali di insegnamento collegati alle scuole popolari
pubbliche ed infine, sui corsi di perfezionamento per ragazze del circondario scolastico. Controllava l'ordinamento
scolastico locale e l'osservanza delle leggi scolastiche e delle disposizioni delle autorità superiori, ed in particolare:
controllava la retribuzione corrisposta e i contributi, pagati con i fondi locali, ai maestri; amministrava il fondo
scolastico locale, se esisteva, e il patrimonio delle fondazioni scolastiche; vigilava sull'edificio, sui fondi e sulla
suppellettili della scuola e ne teneva l'inventario; custodiva i documenti della scuola; compilava annualmente il rapporto
sull'andamento della scuola; decideva l'accettazione di scolari di altri circondari scolastici e dei bambini inferiori ai 6
anni; promuoveva la frequentazione della scuola e proponeva al Consiglio scolastico distrettuale le punizioni per la
mancata frequenza; ripartiva sui singoli giorni le ore di insegnamento stabilite dal piano di istruzione e stabiliva in quali
ore del giorno si dovesse impartire l'istruzione; sorvegliava che l'istruzione durasse effettivamente quanto stabilito;
vigilava sulla disciplina scolastica e sul comportamento degli alunni fuori della scuola; controllava il comportamento
dei maestri; accordava ai maestri i permessi per personali incombenze; risolveva le divergenze fra maestri e fra maestri
e comune o autorità; determinava in base alla legge il numero di maestri necessario.
Secondo la circolare del R. Provveditorato della Venezia Tridentina datata 6 marzo 1924 i Consigli scolastici locali,
come dettato dal R. D. n. 3113/1923 dovevano funzionare dal 1° febbraio al 1° luglio 1924 quali "uffici di stralcio",
cioè l'opera dei suddetti Consigli si doveva limitare a liquidare gestioni arretrate o a trattare vertenze di indole
economico-amministrativa (1).
294
Il Consiglio scolastico locale era composto dai rappresentanti della chiesa cattolica, della scuola, dei comuni formanti la
comunità scolastica locale ed infine, dal patrono della scuola, se c'era. Quest'ultimo, membro del Consiglio scolastico,
aveva il diritto di voto e poteva nominare un suo sostituto.
Il curatore d'anime del territorio cui apparteneva la scuola rappresentava gli interessi religiosi della scolaresca e aveva
diritto di voto; al suo posto poteva essere nominato dall'autorità scolastica superiore un sacerdote. Se nella comunità
scolastica vi erano diverse scuole situate in diversi territori ecclesiastici, era compito dell'autorità ecclesiastica superiore
affidare un curatore d'anime al Consiglio scolastico locale. Il dirigente della scuola rappresentava la scuola nel
Consiglio. I rappresentanti del comune locale erano eletti dalla rappresentanza comunale. Nel Consiglio rientrava anche
il capocomune locale e la rappresentanza comunale locale eleggeva anche due sostituti.
Secondo la decisione del Consiglio scolastico distrettuale, il Consiglio scolastico locale era composto di un numero di
membri fra 2 e 5 ripartito sui vari comuni in base al censo e al numero della popolazione. Le elezioni erano fissate ogni
6 anni e gli eletti duravano in carica finché non si fosse formato un nuovo Consiglio scolastico; tutti i membri erano
rieleggibili. I membri del Consiglio eleggevano a maggioranza assoluta di voti un presidente (detto anche preside) ed il
suo sostituto. Il rappresentante della chiesa poteva rifiutare l'elezione mentre i maestri delle scuole popolari non
potevano rivestirla. Il preside rappresentava il Consiglio scolastico all'esterno e doveva aver cura delle corrette
attribuzioni del Consiglio.
Il Consiglio scolastico locale esercitava la sorveglianza tramite il sorvegliante scolastico locale, nominato dal Consiglio
scolastico dostrettuale, che doveva abitare nel luogo della scuola e durava in carica per tutto il tempo dell'attività del
Consiglio. Il sorvegliante scolastico, in forza della sua nomina, era membro del Consiglio scolastico locale; egli non
poteva rappresentare due persone nel Consiglio, quindi le cariche di presidente e di sorvegliante non potevano essere
riunite in una sola persona. Aveva l'obbligo di visitare frequentemente la scuola, doveva consultarsi con il dirigente
della scuola e portare in Consiglio le osservazioni fatte.
Tutti i membri del Consiglio scolastico potevano visitare la scuola ma in particolare il rappresentante della chiesa
cattolica doveva controllare frequentemente lo stato dell'educazione morale-religiosa, portando a conoscenza il
Consiglio delle mancanze riscontrate e delle proposte da considerare. Spettava però esclusivamente al Consiglio
scolastico locale prendere disposizioni all'interno della sfera di sua competenza.
Il Consiglio si riuniva di regola una volta al mese a seduta ordinaria, ma il presidente poteva convocare un'assemblea
straordinaria dietro richiesta di due membri. I membri del Consiglio dovevavo essere invitati ad ogni assemblea e,
perché questa fosse valida, dovevano intervenire la maggioranza dei consiglieri. Le decisioni erano prese a maggioranza
assoluta di voti ed in caso di parità era decisivo il voto del presidente. Ogni seduta doveva essere messa a protocollo.
Il Consiglio scolastico locale aveva una fitta rete di rapporti esterni per la struttura organizzativa della scuola popolare
austriaca. L'autorità immediatamente superiore al Consiglio scolastico locale era l'i.r Consiglio scolastico distrettuale
che era incaricato della sorveglianza delle scuole popolari pubbliche e sugli istituti sottostanti al Consiglio locale. Il
Consiglio scolastico distrettuale, fra le sue numerose competenze (cfr. art. 27 della legge n. 7/1892), doveva dettare
disposizioni per la costituzione dei Consigli scolastici locali e vigilava sull'attività degli stessi; disponeva ispezioni
speciali nelle scuole e stabiliva, sentito il Consiglio scolastico locale, l'epoca per le ferie legali presso le scuole popolari
pubbliche, in considerazioni dei luoghi dove esse erano situate. In pratica, il Consiglio scolastico distrettuale, con sede
del capoluogo del distretto, funzionava da tramite fra l'organo superiore con sede ad Innsbruck e la moltitudine di
consigli scolastici locali dispersi sul territorio.
295
L'i.r Consiglio scolastico provinciale era, nelle provincia, la suprema autorità di sorveglianza sulle scuole e vi
sottostavano tutti gli istituti di educazione e di insegnamento di ogni ordine e grado. Al vertice della struttura vi era il
Ministero del culto e dell'istruzione dal quale dipendevano gerarchicamente le autorità sopracitate (2).
La data di costituzione del Consiglio scolastico locale di Coredo si evince da un appunto allegato ad una circolare
spedita dall'i.r Consiglio scolastico distrettuale di Cles, in data 12 luglio 1898 (3), a tutti i Consigli scolastici locali del
distretto, con la quale si invitano i rispettivi presidi a riferire in breve tempo la data di costituzione del Consiglio
scolastico locale nonchè il numero dei membri che lo costituivano: "La nomina del Consiglio scolastico locale e (sic)
statta fatta il giorno 30 agosto 1896 con conchiuso del detto giorno". La costituzione avveniva quindi 2 anni in ritardo
rispetto all'entrata in vigore, il 1° gennaio 1894, della legge del 30 aprile 1892, con la quale veniva nominato un
Consiglio scolastico locale in ogni comunità scolastica.
Preside del Consiglio scolastico di Coredo dal 1896, anno della sua costituzione, sino al 1903, fu Caldana Francesco al
quale subentrò il parroco di Coredo Edoardo Endrici, che restò in carica fino al 1921, quando gli successe il nuovo
parroco G. Faccinelli (4); la stessa documentazione prodotta dal Consiglio scolastico locale di Coredo e conservata
presso l'archivio parrocchiale copre un arco cronologico che parte dall'anno della costituzione del Consiglio sino alla
cessazione del servizio di don Endrici, suo ultimo preside documentato. Dalla documentazione conservata nel presente
fondo non si evincono notizie certe relative alla data di soppressione del Consiglio scolastico di Coredo. E' probabile,
visto l'estremo cronologico finale della documentazione, che essa sia subentrata precedentemente all'entrata in vigore
della riforma Gentile (1° ottobre 1924) che sopprimeva ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale
riformando lo stato giuridico della scuola.
Note
(1) Vi rientravano quindi i Consigli scolastici locali che amministravano eventuali patrimoni quali speciali fondazioni
scolastiche, stabili ecc. I consigli rappresentanti un solo comune, cui non spettavano tali incombenze, dovevano già
considerarsi sciolti, con l'incarico di passare entro il mese di marzo, alla consegna degli atti e degli eventuali avanzi di
gestione ordinaria al rispettivo comune
(2) Le informazioni contenute nella presente descrizione sono state tratte da "Consiglio scolastico locale" a cura di A.
Gaustalla, in "Profili storico istituzionali: modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR interpretate e
contestualizzate dal Gruppo di lavoro degli archivisti trentini per la normalizzazione della descrizione archivistica",
Servizio Beni Librari e Archivistici. Provincia Autonoma di Trento, Trento 29 febbraio 2000, pp. 57 - 60, a cui si
rimanda per una descrizione più dettagliata sullo stato giuridico, le competenze e l'organizzazione amministrativa del
Consiglio scolastico locale
(3) Archivio del Consiglio scolastico locale di Coredo, 2.32
(4) Con lettera presentata al Consiglio scolastico locale di Coredo in data 29 agosto 1902, il Consiglio scolastico
distrettuale approvava la nomina del Consiglio scolastico locale (cfr. Archivio del Consiglio scolastico locale, 1.31). Si
presume che proprio in occasione di questa elezione delle cariche componeneti la direzione del Consiglio sia stato
nominato il parroco Edoardo Endrici a preside dello stesso Consiglio. E' infatti da questa data che il parroco registra di
sua mano la corrispondenza in partenza ed in arrivo sul registro di protocollo ed inizia a sottoscrivere gli atti prodotti
dal Consiglio scolastico in qualità di preside dello stesso.
296
fondo
Consiglio scolastico locale di Coredo, 1896 - 1921
registri 2, busta 1.
Soggetti produttori
Consiglio scolastico locale di Coredo, 1896 agosto 30 - 1924 ottobre 1
Contenuto
Il fondo di modeste dimensioni riconducibile all'attività del Consiglio scolastico di Coredo giustifica la propria presenza
tra la documentazione dell'archivio parrocchiale di Coredo alla luce della carica di preside ricoperta dal parroco Edordo
Endrici dal 1902 al 1921, anno di cessazione del suo servizio. Esso, prodotto da un istituzione che, in materia di
istruzione ed educazione, occupava la base di un'organizzazione gerarchica che dal Ministero dell'Istruzione passava per
il Consiglio scolastico provinciale ed il Consiglio scolastico distrettuale ed era dotata di precise competenze in materia
di sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili, appariva autonomo e compatto, non essendo state
rinvenute carte sciolte esterne all'originario condizionamento o aggregate ad unità di fondi diversi.
297
serie 1
Protocolli degli esibiti, 1896 - 1921
Contenuto
La serie si compone di due registri in buono stato di conservazione in cui, per mano dei presidi del Consiglio scolastico
locale di Coredo (Francesco Caldana fino al 1902 ed il parroco Edoardo Endrici fino al 1921) è stata registrata la
corrispondenza in entrata ed in uscita a partire dall'anno 1896, quando il Consiglio venne costituito, sino al 1921, anno
in cui probabilmente esso cessò la sua attività.
30 AA 30
"[Protocolli degli esibiti] per uso del [Consiglio sco]lastico locale [di] Coredo"
1896 ottobre 4 - 1902 dicembre 24
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 15 n.n.
Segnature precedenti: III A 5
31 AA 31
Protocollo degli esibiti del Consiglio scolastico locale
1903 gennaio 20 - 1921 febbraio 23
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 38 n.n.
Segnature precedenti: III A 6
298
serie 2
Atti protocollati, 1896 - 1921
Contenuto
La serie comprende un'unica unità contenente gli atti protocollati del Consiglio scolastico locale di Coredo dal 1896 al
1921. Si tratta prevalentemente di circolari e comunicazioni provenienti dai Consigli scolastici distrettuale e provinciale
e dalla Contabilità provinciale oltre che di carteggio del Consiglio locale con le autorità scolastiche superiori in merito
alla nomina dei maestri, alla compilazione ed alla revisione di inventari e conti consuntivi, al pagamento dello stipendio
e delle aggiunte di anzianità ai docenti, a regolamenti scolastici, di carteggio del Consiglio con il dirigente della scuola
popolare di Coredo relativo all'organizzazione e ripartizione del tempo-scuola e dell'extrascuola (corsi di ripetizione),
alla necessità di nuovi materiali e sussidi diattici, al profitto degli alunni, all'attività dei maestri, alla sostituzione dei
docenti assenti, inventari, preventivi e conti consuntivi della scuola, evasioni dei conti, ecc.
Al momento del presente riordino gli atti erano divisi per anno e conservati (fatta eccezione per gli anni 1917 - 1920)
ripiegati in fasciette cartacee riportanti l'indicazione dell'anno e, in alcuni casi, l'ulteriore specificazione"scuola/e".
L'ordinamento è quello originario del parroco E. Endrici (anche il preside precedente, Francesco Caldana, aveva
raccolto gli atti, conservandoli in fasciette cartacee indicanti l'anno). L'intitolazione "Fasc. I: scuole dal 1896 - 1900" di
mano di Endrici e rinvenuta fra gli atti testimonia la probabile originaria organizzazione degli atti in sottofascicoli.
All'interno di ciascun fascicolo annuale gli atti sono stati ordinati secondo l'ordine di registrazione sul registro di
protocollo. Gli atti privi di numerazione sono stati inseriti, se possibile, fra gli atti protocollati apponendo sul verso il
numero loro assegnato sul registro in sede di protocollazione. In fondo ai rispettivi fascicoli, in ordine cronologico, sono
stati inseriti gli atti non segnalati nel registro di protocollo, ma rinvenuti al suo interno ed aventi la stessa tipologia degli
atti protocollati.
All'interno della busta che conservava la documentazione protocollata sono state rinvenute anche le quietanze relative al
pagamento dei salari mensili e prodotte dai maestri della scuola popolare di Coredo. Esse erano divise per anno e
conservate in parte avvolte in fasciette cartacee indicanti l'anno, ed in parte all'interno delle buste spedite dalla
Computisteria di Innsbruck in seguito alla loro revisione. Alcune quietanze erano conservate separatamente, altre in
allegato agli atti protocollati dello stesso anno (le quietanze dovevano infatti venire unite alla prima parte del
conguaglio relativo agli emolumenti del personale insegnante). In sede di riordino si è pensato di mantenere la loro
originaria collocazione nella busta degli atti protocollati e di costituire un fascicolo da allegare a questi ultimi.
32
AA b. 5A/b. 5B
Atti protocollati del Consiglio scolastico locale dal 1896 al 1920
1896 - 1920
- b 5 A: atti protocollati del Consiglio scolastico locale di Coredo, 1896 - 1905
Contiene fra l'altro: quietanze prodotte dai maestri della scuola di Coredo attestanti il pagamento delle rate salariali da parte del
preside del consiglio scolastico locale per gli anni 1905 - 1911, 1905 1911 (1)
- b. 5 B: atti protocollati del Consiglio scolastico locale di Coredo, 1906 - 1920
Italiano
Busta, 1139
Segnature precedenti: 11
299
Ente
Asilo infantile di Coredo
1909 -
Luoghi
Coredo
Archivi prodotti
Fondo Asilo infantile di Coredo, 01/01/1917 - 31/12/1967
Storia
L'Asilo infantile di Coredo "fu fondato nell'anno 1909 da un comitato promotore di 5 persone le quali, d'accordo
coll'autorità comunale, raccolsero i primi mezzi con offerte e sottoscrizioni e con feste di beneficenza o vasi di fortuna"
(1). Il Comitato venne poi trasformato in Direzione dell'Asilo, formata da un presidente, un vicepresidente, due
consiglieri ed un cassiere. In data 1 marzo 1910 la Cassa Rurale locale mise a disposizione un primo sostanzioso
contributo di 1000 corone, depositate su un libretto di risparmio intestato "Erigendo Asilo Infantile - Coredo". Alla fine
del 1914, grazie a successive offerte e sottoscrizioni, il libretto registrava 6150 corone.
L'asilo veniva aperto da maggio ad ottobre, periodo di concentrazione dei maggiori lavori agricoli. Il primo locale che
ospitò i bambini si trovava "nel locale della classe maschile della vecchia scuola nella casa comunale", locale in seguito
occupato dall'ufficio postale.
"Nel 1915, evacuate da Riva del Garda, vennero nel paese alcune suore del S. Cuore con Madre Virginia Zandron come
superiora, le quali condussero per tre anni l'asilo, insegnarono nelle classi femminili della scuola elementare ed ebbero
pure una scuola di lavoro per le ragazze nel locale a piano terra della casa Zandron, dove abitarono [...]. Nel tempo in
cui rimasero in paese queste buone suore, veniva conservato il Santissimo nella chiesetta di S. Rocco, nella quale si
celebrava spesso ed anche ogni giorno la santa messa, si teneva qualche funzione e si celebrò anche la festa del Sacro
Cuore [...]. Nel 1919 morì l'ultimo discendente della famiglia Sicher (Cadorini), Emanuele Sicher, uomo pio e benefico,
il quale lasciò tutte le sue sostanze (casa, cortile, campagna e masserizie) alle reverende suore canossiane coll'obbligo di
portarsi a Coredo, condurre l'asilo (in casa sua) ed occuparsi dell'educazione delle ragazze. Le suore accettarono
l'eredità, si stabilirono qui in numero di quattro ed aprirono l'asilo, d'estate, ed una scuola di lavoro per le ragazze,
d'inverno [...]. Le reverendi madre canossiane entrarono in Coredo per la prima volta nel novembre del 1919.
Cominciarono a tenere l'asilo e la scuola di lavoro nella primavera del 1920. I lavori di costruzione e riattamento della
casa furono fatti negli anni 1923 - 1925 [...]" (2).
In data 23 giugno 1923 il Comune di Coredo comunicava al parroco Giovanni Faccinelli la sua nomina a presidente
dell'Asilo infantile, disposta nella sessione del 22 giugno dal Consiglio scolastico locale (3). Nel luglio dello stesso
anno l'Ordinariato vescovile rilasciava alle suore canossiane l'autorizzazione a vendere la casa ed i terreni lasciati in
legato da Emanuale Sicher "coll'obbligo di procurare col ricavato un'altra casa ad uso Asilo secondo l'intenzione del
donatore" (4). La scuola materna rimase nella casa delle suore per circa 30 anni, poi si dovette pensare ad una nuova
sede.
Il 5 febbraio 1949 la Commissione provinciale per l'edilizia scolastica visitò i locali dell'Asilo e riscontrò che essi non
erano adatti né igienicamente né didatticamente, dichiarandoli non più usufruibili. Con comunicazione del 15 settembre
300
1949 il Provveditore agli studi, dopo aver in più occasioni ricordato la precarietà delle condizioni edilizie dell'asilo,
sollecitava la presidenza ad "affrontare con coraggio ed energia il problema relativo alla sistemazione dell'asilo in altra
sede più corrispondente" (5). Il 10 novembre 1949 il Provveditore agli studi, basandosi sul Giudizio della Commissione,
dispose che l'asilo cessasse di funzionare a partire dal 1° dicembre di quell'anno. La decisione poteva essere revocata
solo se entro tale data l'Amministrazione comunale, d'accordo con la Presidenza dell'Asilo, avesse preso formale
impegno di dar inizio ai lavori di costruzione di una nuova sede entro la prossima primavera (6). Il parroco don Emilio
Tonidandel non perse tempo e scelse il luogo dove costruire la nuova sede dell'asilo (un terreno appartenente alle suore
canossiane); contattò quindi la Madre Provinciale delle Canossiane (Verona), scrisse al vescovo di Trento chiedendo
consiglio e appoggio. Secondo le intenzioni del parroco Tonidandel il nuovo edificio doveva servire non solo come
asilo, ma anche come scuola di economia domestica per le ragazze, come oratorio, come sede per corsi di esercizi
spirituali, con la possibilità di poter riunire nella sala maggiore, per casi urgenti, la popolazione. Superate diverse
difficoltà (7), nel 1950 il parroco fece preparare il progetto del costruendo asilo e nel 1951, ottenuto il terreno
appartenente alle suore, si diede inizio ai lavori. Nel 1952 venne aperto l'asilo infantile nella nuova sede, anche se non
del tutto ultimata e l'inaugurazione avvenne nell'autunno dello stesso anno. La casa fu dedicata a don Emilio
Tonidandel, con una targa commemorativa apposta in occasione della cerimonia tenutasi in data 8 dicembre 1996, in
seguito a lavori di ristrutturazione apportati all'edificio (8).
Note
(1) Le notizie storiche relative alla fondazione ed alla storia dell'asilo fino alla fine degli anni '30, sono state tratte da
una breve cronistoria redatta dal parroco G. Rigotti; cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 2.2
(2) In merito i lavori apportati il parroco G. Rigotti aggiunge nella sua cronistoria: " [...] nel 1936 furono fatti degli
importanti lavori da muratore e da falegname, coi quali fu abbattuta la parte che formava uno stretto corridoio, per
ingrandire il locale vicino all'aula maggiore, e furono fatte le imposte esterne a tutte le finestre delle due aule, le quali
ampie e piene di luce, servono la prima per i bambini, la seconda per le ragazze di lavoro d'inverno, mentre d'estate
servono ambedue per i bambini"
(3) Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, c. 33
(4) Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, c. 34
(5) Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, c. 100
(6) Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, c. 103
(7) Solo dopo una serie di faticose trattative con la Casa Generalizia delle Figlie della Carità Canossiane a Roma e con
la Superiora Provinciale delle Canossiane a Verona si sarebbe giunti alla permuta del terreno prescelto dal parroco per
la costruzione dell'asilo (cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, cc. 122 - 128)
(8) Nella breve cronistoria dell'Asilo di Coredo, stilata dal sig. Romagna ed allegata al registro cassa dell'Asilo vengono
ricordati anche eventi più recenti quali appunto la dedica dell'edificio a don E. Tonidandel ed i lavori di ristrutturazione
del 1996 (cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.2)
301
fondo
Asilo infantile di Coredo, 1917 - 1967
registri 2, fascicoli 4.
Soggetti produttori
Asilo infantile di Coredo, 1909 -
Contenuto
La documentazione relativa alla scuola materna di Coredo giustifica la propria presenza come fondo autonomo presso
l'archivio parrocchiale di Coredo per la carica di presidente rivestita, a partire dal 1923 (1), dal curatore d'anime 'pro
tempore' del paese. Si tratta di un fondo di modeste dimensioni, seppure documenti l'attività di amministrazione della
scuola per un ampio arco cronologico, ovverosia dal 1920, anno in cui le suore canossiane, in seguito al legato di
Emanuele Sicher da Coredo che lasciava loro una casa e dei terreni affiché si impegnassero a tenere una scuola materna
a Coredo, iniziarono la loro attività, sino al 1952, anno in cui terminò la costruzione di un nuovo edificio per l'asilo (2).
Anche la tipologia della documentazione si presenta sufficentemente varia: di natura giuridica, quali statuti, contratti di
permuta e compravendita, di assunzione, di appalto di lavori, di natura contabile e finanziaria, quali registri di cassa,
fatture, bilanci, fabbisogni, e di natura amministrativa e organizzativa, quali autorizzazioni per l'apertura della scuola,
relazioni sull'andamento scolastico ecc.
Note
(1) In data 23 giugno 1923 il Comune di Coredo comunicava al parroco Giovanni Faccinelli la sua nomina a presidente
dell'Asilo infantile di Coredo, disposta nella sessione del 22 giugno dal Consiglio scolastico locale (cfr. Archivio
dell'Asilo infantile di Coredo, 1.1, c. 33). Il parroco era subentrato al presidente dimissionario Francesco Caldana, che
rivestiva tal carica prima in seno al Comitato per l'erigendo Asilo, istituito nel 1909, e quindi nella Direzione subentrata
al Comitato
(2) I registri di cassa contengono in realtà registrazioni fino al 1967 (cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 2.1 e
2.2)
302
serie 1
Atti amministrativi, [1920] - 1967
Contenuto
La serie degli atti amministrativi dell'asilo consta di un unico fascicolo contenente documentazione di natura giuridica,
quali statuti, contratti di permuta e compravendita, di assunzione, di natura finanziaria, quali bilanci, fabbisogni, e di
natura amministrativa e organizzativa, quali autorizzazioni per l'apertura della scuola, relazioni sull'andamento
scolastico, circolari ecc. Il fascicolo formato, pare, in occasione dell'ordinamento degli anni '70 operato da don Mario
Paris, fu a sua volta suddiviso in sottofascicoli, il cui contenuto è stato riassunto da intitolazioni riportate su fascette
cartacee usate per raccogliere la documentazione.
1 AIC b. 1
"Asilo infantile: a) assicurazione (polizza); b) documenti - permuta; c) bilanci; d) autorizzazioni; e) statuti (1)
[1920] - 1967
- "Documenti": originali e copie di documenti di permuta con carteggio ed atti relativi (2), carteggio ed atti relativi a compravendita
di un fondo fra privati poi acquistato dall'asilo, copia di certificato di eredità contenente un legato per l'asilo, copia di legato per le
suore canossiane dell'asilo, lettera della direzione dell'asilo agli affittuari dei fondi dello stesso per richiedere un incremento in natura
al censo pattuito, autorizzazione rilasciata dal Commissariato del Governo per l'installazione di un deposito di olio combustibile per il
riscaldamento dell'edificio dell'asilo, 1929 - 1958
- "Autorizzazioni riapertura asilo - scuola materna" (2), 1930 - 1967
- statuti dell'asilo di Coredo e della 'Federazione trentina egli asili infantili e scuole materne della Provincia di Trento', 1950 - 1955
- "Carteggio vario dall'anno 1921 all'anno 1949" (3): libretto di risparmio intestato all' "Erigendo asilo infantile", circolari,
disposizioni e comunicazioni provenienti da autorità civili (4) relative all'erogazione di sussidi all'asilo, alla fornitura di materiale per
le attività didattiche, alle indicazioni per la compilazione di annuali relazioni scolastiche ed amministrative (5), alla chiusura della
vecchia sede dell'asilo di Coredo (6), carteggio ed atti relativi alla progettazione ed alla costruzione del nuovo asilo, 1921 - 1949
Fascicolo, cc. 179
Note
(1) I sottofascicoli sono stati disposti nell'ordine suggerito dall'intitolazione apposta sulla cartellina cartacea che contiene tutta la
documentazione del fascicolo
(2) Fra i documenti di permuta si trova anche quello rogato in data 7 luglio 1951, avente come oggetto il terreno sul quale venne poi
eretto l'asilo infantile
(2) Ad alcune autorizzazioni è stato allegato il sollecito a inoltrare la domanda per il rilascio di queste ultime
(3) In realtà il sottofascicolo contiene documentazione fino al 1951
(4) Specificatamente: Commissariato generale civile per la Venezia tridentina, Commissariato civile di Cles, Comune di Coredo,
Opera nazionale di assistenza all'Italia redenta, Regio Provveditorato agli Studi per la Venezia tridentina, Direzioni didattiche di Taio
e di Fondo, Regio Ispettorato scolastico della II e III circoscrizione di Trento, Ministero dell'Educazione nazionale, Provveditorato
agli Studi di Trento
(5) Parte di queste relazioni sono state allegate alle richieste provenienti dalle competenti autorità scolastiche
(6) Quest' ultimo sottofascicolo è stato collocato in fondo al fascicolo in quanto privo di riferimento con l'intitolazione dell'unità,
seppure formato con i restanti sottofascicoli in occasione dell'ordinamento del '70
303
serie 2
Registri di cassa, 1929 - 1967
Contenuto
La serie consta di due registri di cassa, il primo iniziato dal parroco don G. Rigotti nell'anno della sua entrata in servizio
a Coredo (1929), il secondo dal parroco E. Tonidandel, che riporta registrazioni di cassa dal 1950, anno in cui venne
presentato il progetto per la costruzione di un nuovo asilo. Il secondo registro riveste un notevole interesse in quanto
riporta, nella parte iniziale, una breve cronistoria, di mano del parroco G. Rigotti, dell'asilo di Coredo, dalla fondazione
di un Comitato per la sua istituzione, nel 1909, sino alla nomina di una nuova Direzione nel 1935 ed ai lavori di
ristrutturazione apportati all'edificio dell'asilo nel 1936.
1
"Asilo"
1929 novembre 29 - 1950 novembre 29
Registro di cassa dell'Asilo infantile di Coredo
alla fine: rimando al nuovo registro di cassa, [1950] (1)
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 17 n.n.
Segnature precedenti: X 4
Note
(1) Cfr. Archivio dell'Asilo infantile di Coredo, 1.2
2
"Asilo infantile di Coredo"
1935 ottobre 23 - 1936 novembre 8; 1950 gennaio 1 - 1967 dicembre 12
Registro di cassa dell'asilo infantile di Coredo, 1950 gen. 2 - 1967 dic. 12
all'inizio: notizie storiche relative alla fondazione dell'asilo (1909) ed alla vicende vissute da quest'ultimo fino al 1919, all'opera
prestatavi dalle suore canossiane, ai lavori di ristrutturazione eseguiti nel 1936 ed alla nomina di una nuova direzione nell'ottobre
1935, [1929] - 1936; verbali delle adunanze della direzione per gli anni 1935/1936, 1935 ott. 23; 1936 nov. 8
all'inizio circa, a precedere le registrazioni di cassa: annotazione del parroco Emilio Tonidandel relativa all'inizio dei lavori per la
costruzione del "nuovo asilo e casa d'esercizio con oratorio femminile", 1950 gen. 1
Italiano
Registro, legatura in mezza tela, cc. 48 n.n.
Segnature precedenti: X 5
304
serie 3
Documenti di corredo, 1917 - 1942
Contenuto
La serie dei documenti di corredo consta di due fascicoli di poche carte. Il primo contiene un esiguo numero di
quietanze rinvenute frammiste ad altra documentazione, di cui non si trova menzione nel registro di cassa dell'asilo, le
cui registrazioni iniziano dall'anno 1930. Le quietanze contenute nel secondo fascicolo, anch'esse presenti in modesta
quantità, sono state disposte secondo l'ordine di registrazione sul corrispondente registro (cfr. Archivio dell'Asilo
infantile di Coredo, 1.2). Le quietanze di cui non si è trovata la corrispondenza sono state collocate, in ordine
cronologico, in fondo al fascicolo.
1 b. 1
Quietanze dell'asilo infantile di Coredo
1917 - 1933
Fascicolo, cc. 13
2 b. 1
"Asilo"
1936 - 1942
Quietanze relative a spese sostenute dall'asilo fra il 1936 - 1942
Fascicolo, cc. 18
305