Associazione GianBonzi

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Associazione GianBonzi
Periodico informativo
A cura del Gruppo
di recupero di
Grumello del Piano (Bg)
Direttore Responsabile
Marco Gianisella
Cell. 339.6638860
Sede e redazione:
Parrocchia di Grumello del
Piano (Bg)
Associazione
L’alcol uccide
più della droga
ma tutti fingono
di non saperlo
E TU?
Gian Bonzi
Stampa realizzata da
Mail Boxes Etc. 706
Verdello (Bg)
Tel. 035.4820153
A.N.C.A. Lombardia Onlus
Associazione Nazionale Contro l’Alcolismo
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Periodico informativo ANNO XV – n. Marzo 2013
Presidente onorario alla memoria: GIAN
Presidente onorario:
ANNA
PERODICO INFORMATIVO a cura del Gruppo di Recupero di Grumello del Piano (Bg)
Nell’ associazione Gian Bonzi tutti hanno voce in capitolo, gli alcolisti, gli ex alcolisti, i parenti, gli amici….perchè chiunque abbia
vissuto direttamente o indirettamente sa che cosa significa questa malattia ed è in grado di fornire aiuto a chi ne ha bisogno.
Il Gruppo non giudica nessuno, anzi comprende e cerca di spronare per far intravedere la via giusta da percorrere.
Le nostre riunioni si tengono ogni venerdì dalle ore 21 alle ore 23 presso la Parrocchia di Grumello del Piano Bergamo.
Ho Finito di sperare adesso voglio agire
(GIAN)
LE TRE “D”
Sempre più spesso ci arrivano notizie dal fronte.
Uso e abuso di alcol si mescolano tra di loro
lasciando su quella linea sottile , stesi al suolo,
ragazzi e ragazze privi di vita, la normalità è la
trincea, gli assalti fuori dalla trincea sono lo sballo,
il binge drinking, contro un nemico invisibile che
dopo questo corpo a corpo farà vittime
incalcolabili e chi rientrerà farà la conta dei
superstiti! Esagerato? Venticinquemila vittime per
alcolismo in un anno, quindicimila le vittime per
malattie alcool correlate, 2500 le vittime di
incidenti automobilistici al di sotto dei 24 anni di
età, 11 anni il primo approccio con la sostanza e
triste primato europeo, un migliaio le vittime di
tutte le “droghe” ingerite a partire dall’alcool.
Esagerato? Non direi! Basta vedere i quotidiani.
Lo sballo è la metamorfosi estrema. Potenza,
armonia con se stessi e con gli altri, sensualità,
innamoramenti, il miracolo fatto in casa senza che
Dio ci metta mano!
In un ora si lascia la trincea e si raggiunge il fronte,
lasciandosi alle spalle la prima D (il disagio), con
il supporto della seconda D (le varie droghe) si
gettano le basi per la terza D (la dipendenza).
L’eccitazione, l’euforia mette a tacere il disagio e
l’alcool, (la prima droga) la più antica, diventa
l’apri pista per tutte le altre porcherie (sostanze).
Questa, la sintesi di come si arriva ad essere né
dottor Jakil né mistr Hyde, li almeno avevamo due
personalità distinte, contrapposte, estremizzate,
mentre nel caso dei nostri ragazzi nessuna delle
due oppure più di due. Nasce così una nuova
specie che non trova una collocazione dentro
nessun quadro zoologico, né uomo, né donna, né
bestia, ma un perfetto …. boh! Il disagio
presuppone una ricerca profonda delle sue origini e
una stretta collaborazione con la propria coscienza,
anch’essa tutta da scoprire. Il perché ci si senta
così non a proprio agio nel proprio contesto socio
culturale, ad esempio: il non voler accettare il
proprio aspetto esteriore, la critica per il proprio
carattere o modo di vivere, la continua ricerca nel
voler imitare modelli precostituiti ed elaborati a
tavolino, allontana sempre più dalla realtà e dal
proprio “IO”.
Ecco che con la seconda D (le droghe) si fa prima,
immaginare di essere … è una scorciatoia, ma non
c’è scorciatoia con la propria coscienza.
L’ebbrezza di andare “al fronte” anche per una sola notte diventa un appuntamento irrinunciabile, ed ecco la
terza D (la dipendenza). Purtroppo oggi assistiamo sempre più al fenomeno della poliassunzione ovvero il
miscuglio (folle) di più sostanze psicotrope come ad esempio: alcool e cocaina, alcool e cannabis, alcool e
ecstasy ecc ecc. Per noi che ci occupiamo del recupero di persone alcoliste da tempo, già da alcuni anni
abbiamo avuto modo di toccare con mano questo fenomeno (poliassunzione) specialmente nei giovani,
credetemi non vi è nulla di peggio per la psiche umana che assumere un mix di “porcherie” come quelle
sopra descritte, il recupero della persona che assume più sostanze è problematico proprio a causa della
spersonalizzazione, della perdita di tutti i valori della persona e del proprio IO!
Chi come noi è riuscito a liberarsi definitivamente dalle tre D deve essere d’esempio per chi ancora soffre,
per chi muore, deve impegnarsi a far conoscere come fare (e si può fare) a riprendere le redini della propria
vita, tutti noi siamo il “sale della vita” e l’esempio da sempre ha condito ogni pietanza, quella passata,
presente e futura.
(Marco G.)
E non dimentichiamo che non per viver come bruti fummo creati ma bensì per inseguir virtute e conoscenza.
Policonsumo
Altri problemi nascono dalla diffusione di un
uso dell’alcol simile a quello delle altre
sostanze psicoattive, con finalità di sballo e
ricerca dell’ubriachezza, dato anche il basso
costo e la grande disponibilità di alcune
bevande alcoliche; uso che rischia tra l’altro di
fungere da ponte verso le sostanze psicoattive
illegali. La diffusione di un policonsumo di
sostanze psicoattive legali e illegali viene
confermata da varie fonti ivi compresa la
rilevazione del Ministero della Salute sui
comportamenti di consumo degli utenti dei
servizi alcologici.
In Italia il primo contatto con le bevande
alcoliche avviene in età molto precoce e
secondo l’indagine internazionale HBSC, svolta
in collaborazione con l’OMS sui comportamenti
dei ragazzi in età scolare di 40 Stati europei, i
ragazzi italiani di 11, 13 e 15 anni sono ai primi
posti per il consumo settimanale di alcol.
L’indagine europea ESPAD ci dice inoltre che
la percezione della disponibilità di bevande
alcoliche è tra i giovani studenti i italiani fra le
più alte in Europa.
Per il Ministero della Salute, la situazione è
“preoccupante”, soprattutto considerando che
l'Organizzazione
Mondiale
della
Sanità
raccomanda la totale astensione dal consumo di
alcool al di sotto dei 16 anni e i risultati della
ricerca scientifica indicano che chi inizia a bere
prima dei 16 anni ha un rischio quattro volte
maggiore di sviluppare in età adulta una
dipendenza dall'alcol rispetto a chi inizia non
prima dei 21 anni.
Oltre alle implicazioni sanitarie vanno poi
considerate quelle psico-sociali, come assenze a
scuola, riduzione delle prestazioni di studio,
aggressività e violenza. Il pericolo maggiore sono
ovviamente condizioni patologiche estreme come
l'intossicazione
acuta
alcolica
o
l'alcoldipendenza. Secondo l'Istituto Superiore di
Sanità, su cinque casi di intossicazione acuta
alcolica che giungono al Pronto soccorso uno
riguarda ragazzi minori di 14 anni.
Il consumo di alcol tra giovani e giovanissimi sta diventando un
fenomeno sempre più preoccupante
Ai rischi sanitari si aggiungono quelli psico-sociali, come aggressività e violenza.
Sono più di 8,5 milioni gli italiani a rischio per il consumo di alcol, e di questi 1,3 milioni sono giovani.
La “Relazione sullo stato sanitario del Paese 2011”, presentata l'11 dicembre a Roma, indica che oltre
un milione di giovani corre rischi collegati al consumo fuori pasto o al “binge drinking” (assunzione di
più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve). Circa 390.000 minori non rispettano
poi la prescrizione di totale astensione dal consumo alcolico.
La maggior parte del consumo a rischio si concentra nel Nord Italia, e nella popolazione maschile
dell'Italia nord-orientale si riscontrano i valori massimi nazionali per consumi fuori pasto, “binge
drinking” e il complesso dei consumi a rischio? Secondo i dati, nel 2010 il “binge drinking” ha
coinvolto il 13,4% degli uomini e il 3,5% delle donne. Preoccupa la fascia d’età, soprattutto tra le
ragazze: tra i 14 e i 17 anni, infatti, questo tipo di consumo sale al 14,6%, attestandosi tra i 18 e i 24
anni al 9,7% (Famiglia Cristiana.it, 4 maggio 2012).
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Digiunare per ubriacarsi
Questa volta non è il binge drinking ad allarmare i comportamenti dei giovani legati all’uso di alcol ma
la drunkoressia: mix di alcolismo e rifiuto di cibo.
È la nuova tendenza della dipendenza, che vede sostituire il cibo col bere per diventare come modelle.
Stando agli studi della Direzione della prevenzione del Ministero della Salute, il pericoloso fenomeno
ha già contagiato 300mila ragazzi tra i 13 e i 17 anni (di cui per l’80% ragazze) e non si tratta di una
semplice abitudine ma può classificarsi quale patologia.
Importato dagli Stati Uniti, questo comportamento vede digiunare volontariamente i giovanissimi per
tutto il giorno fino all’assunzione, alla sera, di grandi quantità di alcolici e superalcolici per condividere
l’ebbrezza della sbornia, sentirsi più inibiti e socialmente attraenti e per condividere la moda della
magrezza e del perdere peso.
Come per ogni forte dipendenza non è facile uscire da soli da questo vortice, anche perché simili
condotte vanno spesso minimizzate e sottovalutate. Riconoscerle è fondamentale per poter prevenire le
alterazioni che possono comportare.
Laura della Ragione, referente del Ministero per i Disturbi del comportamento alimentare, afferma:
«Questi comportamenti si diffondono con un passaparola, per imitazione, per questo è molto importante
fare prevenzione sia nelle scuole che all’interno delle famiglie. La diagnosi precoce è sicuramente
decisiva, perché se noi intercettiamo questi disturbi nel primo anno di storia di malattia, abbiamo
probabilità altissime di guarire questi ragazzi. E’ molto importante, dunque, perché oggi, di questi
disturbi, si può guarire. Le terapie sono molto specializzate per cui prima si arriva alle cure, prima si
guarisce».
Stando agli studi della Direzione della prevenzione del Ministero della Salute, il pericoloso fenomeno
ha già contagiato 300mila ragazzi tra i 13 e i 17 anni (di cui per l’80% ragazze) e non si tratta di una
semplice abitudine ma può classificarsi quale patologia.
Le conseguenze sono danni al cervello, cirrosi epatica, alterazioni cardiache e disturbi di vario tipo.
Come per ogni forte dipendenza non è facile uscire da soli da questo vortice, anche perché simili
condotte vanno spesso minimizzate e sottovalutate. Riconoscerle è fondamentale per poter prevenire le
alterazioni che possono comportare.
L’importanza della conoscenza
Da molti anni ormai conosco l’associazione Gian Bonzi A.N.C.A. Lombardia.
Mi avvicinai ad essa per cecare di capire il grande disagio che da un po’ di tempo affliggeva mio
fratello, disagio che faceva stare male lui e tutta la famiglia, frequentando le riunioni, imparai ad
identificare tutto questo proprio come alcolismo.
Prima di arrivare qui cercai tanto delle risposte ai miei dubbi, ma invano, perché nessuno mi dava
spiegazioni esaustive riguardo questa malattia “si perché di malattia molto grave si tratta” per la quale
non esiste cura, almeno non quella che tutti si aspetterebbero tipo una bella pillola e tutto torna
apposto! Ebbene non è così semplice perché questa dipendenza prima si impossessa dell’individuo che
ne è vittima stravolgendo la sua personalità e successivamente si diffonde in tutta la famiglia facendola
ammalare a sua volta, rendendo proprio le persone più vicine all’ammalato incapaci di prendere
decisioni che potrebbero aiutarlo, vivendo così in un continuo incubo dove si provano sentimenti
contrastanti come paura, rabbia, solitudine, odio, apatia. La maggior parte delle tragedie familiari
avviene proprio in questi contesti. Tutte queste dinamiche complesse vengono spiegate e rispiegate
con grande pazienza, amore e passione da chi guida l’associazione e da tutti i componenti della stessa.
A mio avviso queste persone svolgono una funzione importantissima per aiutare la collettività ad
affrontare correttamente un problema come l’alcolismo. Consiglio a tutti coloro che pensano di avere
un proprio caro o amico in questa situazione, di avvicinarsi con fiducia e speranza ai gruppi di auto
aiuto, specialmente alla associazione Gian Bonzi presente da più di trent’anni sul territorio col suo
prezioso aiuto. Recentemente anche un altro mio fratello si è avvicinato al gruppo per capire e
affrontare questa malattia ed io sono molto contenta per lui e anche molto grata all’associazione per
l’aiuto che la mia famiglia ha ricevuto.
Paola
ORA POTETE COMUNICARE CON NOI ANCHE TRAMITE:
e-mail: [email protected] o sul sito www.associazionegianbonzi.org
ADESSO VOLENDO POTRETE AIUTARCI CON UN CONTRIBUTO-DONAZIONE A:
Banca Popolare di Bergamo – IBAN – IT 58S0542811103000000071428 Filiale di Longuelo
RIFLESSIONE SOBRIA
Per chi stà vivendo, direttamente o indirettamente questa malattia sappia che si può guarire, un rinvio
al futuro significa fuggire le responsabilità del presente.
RIVOLGITI CON FIDUCIA a:
Associazione Gian Bonzi (O.N.L.U.S.) presso la Parrocchia di Grumello del Piano (Bg)
oppure chiama:
Marco Gianisella (Presidente Associazione) 339.6638860
Prof. Anna Silva 035.4541469