Il Saggio orsacchiotto - settembre 2014 - Liceo Leopardi

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Il Saggio orsacchiotto - settembre 2014 - Liceo Leopardi
IL
SAGGIO
ORSACCHIOTTO
BOLLETTINO
DELLA BIBLIOTECA
ANNO 9 NUMERO 3 - SETTEMBRE2014
biblioteca
l e o m a j o r
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Novità della Biblioteca - settembre 2014!
Margaret Atwood, Il racconto dell’ancella, Ponte alle Grazie, 2004;!
Margaret Atwood, L’altro inizio, Ponte alle Grazie, 2014;!
Margaret Atwood, L’assassino cieco, TEA, 2006;!
Haim Baharier, La valigia quasi vuota, Garzanti, 2014;!
Ulrich Beck-Elisabeth Gernsheim, L’amore a distanza. Il caos globale degli affetti, Laterza, 2012;!
Dario Biagi, Il ribelle gentile. La vera storia di Piero Manzoni, Nuovi Equilibri, 2013;!
Giorgio Bigatti-Giuseppe Lupo, Fabbrica di carta. I libri che raccontano l'Italia industriale,
Laterza, 2013;!
Maria Borio, Satura. Da Montale alla lirica contemporanea, Fabrizio Serra Editore, 2013;!
Alberto Camerotto, Gli occhi e la lingua della satira. Studi sull'eroe satirico in Luciano di
Samosata, Mimesis, 2014;!
Luciano Canfora, Gli antichi ci riguardano, Il Mulino, 2014;!
Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango, Rizzoli, 2014;!
Gianrico Carofiglio, Una mutevole verità, Einaudi, 2014;!
Adriana Cavarero, Inclinazioni. Critica della rettitudine, Raffaello Cortina, 2013;!
Adriana Caravero, Tu che mi guardi, tu che mi racconti. Filosofia della narrazione, Feltrinelli,
2001;!
Fabio Chiusi, Critica alla democrazia digitale. La politica 2.0 alla prova dei fatti, Codice, 2014;!
Frank Close, Neutrino, Raffaello Cortina, 2012;!
Frank Close, Antimateria, Einaudi, 2013;!
Brian Cox-Jeff Forshaw, Perché E=mc2? (E perché dovrebbe interessarci?), Hoepli, 2012;!
Valeria Della Valle-Giuseppe Patota, L’italiano in gioco. 1000 quiz per misurare la tua
conoscenza della lingua, Sperling&Kupfer, 2014;!
Mauro Covacich, A nome tuo, Einaudi, 2011;!
Mauro Covacich, Nuove anomalie, Bompiani, 2014;!
Caleb Crain, Errori necessari, 66th and 2nd, 2014;!
Umberto Fiori, Poesie (1986-2014), Mondadori, 2014;!
Luciano Garibaldi, Gli eroi di Montecassino. Storia dei polacchi che liberarono l’Italia, Mondadori,
2013;!
Antonio Gamoneda, Un armadio pieno d’ombra, Editori Riuniti Univ. Press, 2012;!
Giovannuzzi Stefano, Tempo di raccontare. Tramonto del canone lirico e ricerca narrativa
(1939-1956), Edizioni Dell’Orso, 1999;!
Giovannetti Paolo, Dalla poesia in prosa al rap. Tradizioni e canoni metrici nella poesia italiana
contemporanea, Interlinea, 2008;!
Antonio Girardi, Leopardi nel 1828. Saggi sui “Canti”, Marsilio, 2011;!
Georgi Gospodinov, Romanzo naturale, Voland, 2007;!
Georgi Gospodinov, Fisica della malinconia, Voland, 2013;!
Vladimir Kantor, Morte di un pensionato, Amos Edizioni, 2013;!
Etienne Klein-Jonny Wilkinson-Jean Iliopoulus, Rugby quantistico. Un dialogo tra sport e fisica,
ADD Editore, 2013;!
Jamaica Kincaid, Vieni adesso allora, Adelphi, 2014;!
George Lakoff-Mark Johnson, Metafora e vita quotidiana, Bompiani, 2004;!
Giuseppe Langella, La didattica della letteratura nella scuola delle competenze, ETS, 2014;!
Giuseppe Langella, Il Novecento a scuola, ETS, 2011;!
Deborah Levy, A nuoto verso casa, Garzanti, 2014;!
Nicolai Lilin, Il serpente di Dio, Einaudi, 2014;!
Jonathan Littell, Trittico. Tre studi su Francis Bacon, Einaudi, 2014;!
Robert Lowen, Il narcisismo, Feltrinelli, 2013;!
Andrea Maggi, Morte all’Acropoli, Garzanti, 2014;!
Marco Malvaldi-Dino Leporini, Capra e calcoli. L'eterna lotta tra gli algoritmi e il caos, Laterza,
2014;!
Vito Mancuso, Io amo, Garzanti, 2014;!
Simone Marcuzzi, Dove si va da qui, Fandango, 2014;!
• Giacomo Marramao, Dopo il Leviatano. Individuo e comunità, Bollati Boringhieri, 2013;!
• Armando Massarenti, Il filosofo tascabile. Dai presocratici a Wittgenstein: 44 ritratti per una storia
del pensiero in miniatura, Guanda, 2009;!
• Pier Vincenzo Mengaldo, Leopardi antiromantico, Il Mulino, 2012;!
• Tiziana Momigliano, Il latino con gioia. Lezioni di una professoressa, LED, 2009;!
• Stefano Moriggi, Beati quelli che sapranno pensare con le macchine, San Paolo Edizioni, 2014;!
• Marino Niola, Hashtag. Cronache da un paese connesso, Bompiani, 2014;!
• Chuck Palahniuk, Sventura, Mondadori, 2014;!
• Boris Pahor, Così ho vissuto. Biografia di un secolo, Bompiani, 2013;!
• Boris Pahor, Necropoli, Fazi, 2008;!
• Katherine Pancol, Gli occhi gialli dei coccodrilli, Bompiani, 2014;!
• Stefania Piazzino, L’uomo che credeva di essere Riemann, E/O, 2014;!
• Gustavo Pietropolli Charmet, AdoleScienza. Manuale per genitori e figli sull’orlo di una crisi di
nervi, San Paolo Edizioni, 2014;!
• Massimo Recalcati, L'ora di lezione. Angosce e responsabilità degli insegnanti, Einaudi;!
• Simone Regazzoni, Abyss, Longanesi, 2014;!
• Marit Rericha, Tra idillio e utopia: il senso del luogo in Paul Celan e Vittorio Sereni, Pacini
Editore, 2013;!
• Luca Ricolfi, L’enigma della crescita. Alla scoperta dell'equazione che governa il nostro futuro,
Mondadori, 2014;!
• Ian Sample, Higgs e il suo bosone. La caccia alla particella di Dio, Il Saggiatore, 2013;!
• Marco Santagata, I perduti giorni. Petrarca e il romanzo di Laura, Mondadori, 2014;!
• Andrea Santangelo, Facciamo l’Italia, Palabanda Edizioni, 2013;!
• Antonio Sobrero, L’istinto di narrare. Sei Lezioni su antropologia e letteratura, Nuova cultura,
2008;!
• Petra Soukupova, Sparire, Atmosphere Libri, 2013;!
• Enrico Testa, Lo stile semplice. Discorso e romanzo, Einaudi, 1997;!
• Angela Vettese, Si fa con tutto. Il linguaggio dell’arte contemporanea, Laterza, 2012;!
• Gian Mario Villalta, Satyricon 2.0, Mondadori, 2014.!
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Buona lettura!!
Margaret Atwood, Il racconto dell’ancella, Ponte alle Grazie, 2004
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In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno
stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Le poche donne in
grado di avere figli, le "ancelle", sono costrette alla procreazione coatta, mentre
le altre sono ridotte in schiavitù. Della donna che non ha più nome e ora si
chiama Difred, cioè "di Fred", il suo padrone, sappiamo che vive nella
Repubblica di Gilead, e che può allontanarsi dalla casa del padrone solo una
volta al mese, per andare al mercato. Le merci non sono contrassegnate dai
nomi, ma solo da figure, perché alle donne non è più permesso leggere.
Apparentemente rassegnata al suo destino, Difred prega di restare incinta, unica
speranza di salvezza; ma non ha del tutto perso i ricordi di “prima"... (ibs.it)
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Margaret Atwood, L’altro inizio, Ponte alle Grazie, 2014
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Sul pianeta Terra è tempo di contare i sopravvissuti al Diluvio Senz’Acqua, il
devastante flagello scatenato dall’azione sconsiderata dell’uomo, illuso di poter
controllare la propria esistenza abusando della scienza. I pochi umani scampati,
accompagnati dai Craker, la specie pacifica, creata in laboratorio, tentano di
riprendere la propria vita nel villaggio rifugio. Ma la convivenza di questi mondi,
l’umano e il transgenico, si regge su un equilibrio molto precario, che rischia di
spezzarsi sotto il peso di incomprensioni e sospetti reciproci, e delle terribili
minacce di morte che continuano a giungere dall’esterno. E mentre Toby, ex
Giardiniera di Dio, esperta di funghi e api, tenta di mediare tra le parti, sostenuta
dalle amiche Ren e Amanda, Zeb, l’uomo che lei ama, in un disperato atto di
rivincita parte alla ricerca di Adamo 1, fondatore della religione dei Giardinieri.
Con L’altro inizio, Margaret Atwood chiude il cerchio della Trilogia dell’Adamo
Pazzo, ampia e raffinatissima riflessione da parte di una scrittrice da sempre
interessata alle tematiche ambientaliste, sulla degenerazione di una società che
ha fatto della sperimentazione genetica una vera e propria fede. Tra pagine
commoventi, a tratti piene di ironia e di un tocco di macabro umorismo, la
Atwood accompagna il lettore nella ricerca della risposta più ardua: una rinascita
è ormai possibile? (Illibraio.it)
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Margaret Atwood, L’assassino cieco, TEA, 2006
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"Dieci giorni dopo la fine della guerra mia sorella Laura precipitò con l'auto giù
da un ponte." Sono queste le prime parole, semplici ma inquietanti, con cui Iris
Chase, la voce narrante del romanzo, decide, a ottantadue anni, di raccontare le
tormentate vicende della sua famiglia nell'arco di quasi un secolo. Ma sin
dall'inizio il racconto di Iris viene interrotto dagli stralci di un altro romanzo, una
scabrosa storia d'amore scritta dalla sorella tragicamente morta e pubblicata
postuma con enorme successo: "L'assassino cieco". Il protagonista del
romanzo, un uomo in fuga, inventa per la sua amante una storia di fantascienza
su un pianeta inverosimile, dando, così, vita a un terzo livello narrativo. (Ibs.it)
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Haim Baharier, La valigia quasi vuota, Garzanti, 2014
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Tutto ha inizio con una valigia di cartone dal contenuto enigmatico ed evocativo,
eredità identitaria di Monsieur Chouchani, clochard geniale apparso nella Parigi
degli anni Cinquanta e poi misteriosamente svanito nel nulla. "Io non so cosa
sappia", ebbe a dire di lui Emmanuel Lévinas, "ma di una cosa sono certo: tutto
quello che io so, lui lo sa." E a partire dai ricordi, dalle voci e dalle leggende sullo
scostante e onnisciente Chouchani che Haim Baharier, per la prima volta,
racconta la propria vita. Nella memoria si fanno allora spazio frammenti di ricordi,
di storie personali e familiari: l'infanzia nel dopoguerra, i precettori che lo
introducono alla Torà, la complicità di un amico nella scrittura dei primi versi, gli
incontri con il mondo intellettuale parigino dei sopravvissuti alla Shoà. E poi i
numerosi viaggi e gli studi fino all'arrivo in Italia, dove Baharier conduce
memorabili lezioni di ermeneutica ed esegesi biblica. Racconto a metà tra una
biografia impossibile e un'autobiografia involontaria, "La valigia quasi vuota" tiene
insieme memorie personali e storia collettiva, schegge di vita emblema di un
intero popolo. Gli incontri, i luoghi e le esperienze vissute diventano così simboli
da interpretare e da cui trarre insegnamenti…(amazon.it)
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Ulrich Beck-Elisabeth Gernsheim, L’amore a distanza. Il caos globale
degli affetti, Laterza, 2012
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"Alex ha appena compiuto tre anni, è curiosissimo e molto attivo. Ama il müsli, le
patatine fritte e ancor più le sue automobiline. Ieri ha ricevuto in dono un grosso
autobus rosso e stamattina l'ha mostrato subito ai nonni che lo amano più di
qualunque altra cosa al mondo. Lo vedono tutti i giorni, ogni mattino passano
con lui un quarto d'ora, a volte anche mezzora: 'il momento dei nonni', un rituale
fisso, tenuto in grande considerazione e rispettato, un momento soltanto dei
nonni e di Alex. La normalissima felicità di una grande famiglia? Sì e no. I
protagonisti vivono a migliaia di chilometri di distanza fra loro, i nonni a
Salonicco, Alex a Cambridge, in Inghilterra. Chattare su Skype permette al
nonno e alla nonna di essere nella cameretta del nipote, mentre porta Alex a
Salonicco, benché ciascuno rimanga nel proprio luogo: amore alla massima
distanza come amore nella massima prossimità": le famiglie globali sono
caratterizzate da relazioni che convivono al di là dei confini nazionali, religiosi,
culturali, etnici, dove troviamo uniti elementi che apparentemente insieme non
dovrebbero stare. Eppure sono queste esperienze, sempre più comuni, a
ridisegnare il mondo e i sentimenti. La società globale irrompe in relazioni e
famiglie normali, portando scompiglio, confusione, stupore, piacere, gioia,
fratture e a volte anche odio: viviamo in un mondo nel quale la persona più
amata è spesso lontana e quella più distante sul piano affettivo è invece la più
vicina nella realtà. (amazon.it)
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Dario Biagi, Il ribelle gentile. La vera storia di Piero Manzoni, Nuovi
Equilibri, 2013
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Cinquant’anni fa moriva a Milano, a nemmeno trent’anni, la più geniale meteora
dell’arte italiana del Dopoguerra, uno dei protagonisti dell’avanguardia mondiale.
Di nobile famiglia e scarsi studi artistici, tra il ’57 e il ’62 seppe imporsi al fianco
di Lucio Fontana come uno dei più radicali innovatori dell’arte internazionale.
Con le sue provocazioni e un frenetico lavoro di animatore e organizzatore
culturale, anticipò l’arte Concettuale e Povera e altre correnti d’avanguardia.
Eppure Manzoni fu molto straniero in patria e molto a casa sua a Dusseldorf,
Amsterdam e Copenhagen. Espose e fu ammirato soprattutto nel Nord Europa;
nel suo Paese fu quasi sempre irriso dalla critica, snobbato dai galleristi, tenuto
ai margini persino nella cerchia degli intimi. Si bruciò vivendo la vita a trecento
all’ora e poi, per vari anni, venne obliato. Le dissacrazioni che avevano spiazzato
e dato scandalo, lui vivo, continuarono a urtare benpensanti e conformisti.
Quando, nel ’71, la sua Merda d’artista fu comprata ed esposta dalla Galleria
nazionale d’arte moderna di Roma si scatenò un putiferio di proteste, sberleffi e
interpellanze parlamentari. (lafeltrinelli.it)
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Giorgio Bigatti-Giuseppe Lupo, Fabbrica di carta. I libri che raccontano
l'Italia industriale, Laterza, 2013
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Da Lucio Mastronardi a Giovanni Giudici, da Ottiero Ottieri a Leonardo Sinisgalli,
da Franco Fortini a Paolo Volponi e Nanni Balestrini, da Elio Vittorini a Luciano
Bianciardi, da Carlo Emilio Gadda a Italo Calvino, Primo Levi e molti altri. E la
letteratura industriale italiana del Novecento quella raccolta per la prima volta
unitariamente in questa antologia, da quando il fenomeno acquista compattezza
(anni Trenta) fino agli ultimi decenni, quando si sono registrati la fine del lavoro
industriale e il modificarsi del concetto di fabbrica. Rispetto alla produzione
narrativa e poetica dedicata all'industria, sono state selezionate opere e autori
seguendo un percorso suddiviso in capitoli tematici organizzati temporalmente e
incentrati sulle diverse figure coinvolte, dagli impiegati agli imprenditori, dagli
operai agli intellettuali. Curata da Giorgio Bigatti e Giuseppe Lupo, studiosi di
storia e di letteratura industriale, e introdotta da un saggio di Antonio Calabro,
Fabbrica di carta testimonia quanto "l'identità italiana sia anche industriale. E il
suo racconto, riscoperto, riletto, affidato a parole nuove, dice di noi, della nostra
storia, della nostra complicata e contorta eppure buona umanità. Merita spazio.
E sguardo lungo all'orizzonte". Prefazione di Alberto Meomartini. (ibs.it)
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Maria Borio, Satura. Da Montale alla lirica contemporanea, Fabrizio
Serra Editore, 2013
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«Tra i libri più significativi della storia della poesia si riconoscono alcune raccolte
rivoluzionarie per le intuizioni e il messaggio che contengono e per il valore di
classico che hanno assunto nel tempo. Queste raccolte rappresentano chiavi di
lettura importanti non solo per il percorso poetico dei singoli autori, ma anche
per analizzare l'evoluzione dei testi letterari. Satura è un libro fondamentale per
la poesia italiana: può essere studiato non solo secondo gli aspetti intrinseci che
caratterizzano la fisionomia dello stile tardo di Montale, ma anche come lente
diacritica attraverso cui osservare il mutare delle forme nella lirica del secondo
Novecento. Uso la formula poesia-ponte per descrivere l'aspetto di Satura che
ritengo più significativo, ossia la possibilità di analizzare la raccolta in virtù della
sua condizione interstiziale, legata al ruolo che il libro ricopre in relazione a tre
aspetti chiave: a) lo sviluppo dell'opera montaliana da una prima stagione a una
seconda; b) il cammino di distanziamento della poesia moderna dalla poesia
pura; c) il sistema di rapporti e di influssi che intercorrono tra la raccolta, le
tendenze affermatesi progressivamente negli anni successivi alla Bufera e quelle
che si sviluppano dopo l'uscita di Satura. La poetica semantica di Satura è una
chiave immobile, non ha veri e propri continuatori. Tuttavia, rappresenta una
sorta di schermo critico in opposizione a quello sbrigliamento del sentire che
caratterizza la poesia degli anni successivi. La poesia contemporanea ha, però,
progressivamente recuperato il principio semantico della composizione. Lo stile
è passato attraverso molte ricerche, ma credo che, nei casi migliori, sia riuscito
a raggiungere un principio di bilanciamento tra emozione e ragione, in
conformità con un'aderenza alle logiche dell'epoca in cui viviamo. L'eco di
alcune intuizioni montaliane sembra aver aperto una strada che possiamo
riconoscere nel retroterra di molta poesia contemporanea. Perciò Satura appare
uno strumento di interpretazione decisivo non solo del percorso poetico di
Montale, ma anche del cammino della poesia nel secondo Novecento».
(libraweb.net)
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Alberto Camerotto, Gli occhi e la lingua della satira. Studi sull'eroe
satirico in Luciano di Samosata, Mimesis, 2014
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La satira è critica dei costumi, delle convenzioni sociali, della politica, delle fedi
religiose, della cultura. Di tutto ciò che siamo e crediamo. Dalle cose più banali
della vita quotidiana a quelle più importanti, è satira dei valori condivisi da tutti,
come la ricchezza, il potere, la fama, il successo. Ma c’è bisogno di uno sguardo
diverso per farci vedere altre verità. Ed è necessario il coraggio della parrhesia,
della libertà del pensiero e della parola, che possono essere scomodi e difficili.
La satira e le sperimentazioni letterarie di Luciano di Samosata mettono in gioco,
tra l’autore, i suoi alias problematici e gli eroi paradossali, queste e altre virtù. Lo
straniero che viene dai margini del mondo greco-romano del II sec. d.C. diverrà
così il paradigma della satira dell’Europa moderna tra Leon Battista Alberti,
Erasmo da Rotterdam, Cervantes, Swift, Voltaire e Leopardi. (unive.it)
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Luciano Canfora, Gli antichi ci riguardano, Il Mulino, 2014
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Si levano voci che chiedono di emarginare gli antichi, per esempio a scuola.
Sarebbe una amputazione sciocca. Lo studio degli antichi costituisce invece una
potente risorsa per comprendere quel che ci accade intorno: il rapporto libertàdipendenza, la lotta per la cittadinanza, la competenza come requisito della
politica. Problemi oggi cruciali che già percorrevano le società antiche. Esse
seppero affrontarli, talvolta scegliendo risposte non consolatorie. (ibs.it)
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Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango, Rizzoli, 2014
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Versi come colori, rime per dipingere la natura e le sue magie. Pierluigi Cappello
parla ai bambini. E lo fa nella sua lingua: la poesia. Amato da intellettuali, registi e
popstar, Pierluigi Cappello ci ha incantato con le sue poesie e la sua storia
narrata in Questa libertà. Oggi parla ai più piccoli con una raccolta di filastrocche
meravigliosamente illustrate. Sono parole leggere, stupite, ammirate, quelle di
Pierluigi, sono rime che si fanno cielo, notte, neve, pioggia, animali. Un regalo
per i piccoli lettori, e per i grandi che ameranno le sue "poesie bambine" così
come hanno amato tutta la sua opera. (hoepli.it)
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Gianrico Carofiglio, Una mutevole verità, Einaudi, 2014
Un buon investigatore deve essere capace di costruire una storia, immaginare
che cosa è successo prima e dopo il crimine, come in un romanzo. Poi,
costruita la storia, deve andare in cerca di ciò che la conferma e la contraddice.
Così pensa il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio, piemontese trapiantato
a Bari, che si trova a indagare su un omicidio dove tutto appare troppo chiaro fin
dall'inizio. Non fosse che al principale sospettato, su cui si concentra ogni
indizio, mancava qualsiasi movente per commettere il delitto. (ibs.it)
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Adriana Cavarero, Inclinazioni. Critica della rettitudine, Raffaello Cortina,
2013
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La filosofa italiana Adriana Cavarero si interroga sul significato morale e politico
della postura verticale del soggetto e propone di ripensare la soggettività in
termini di inclinazione. Indaga la contrapposizione tra il soggetto egoistico
(verticale, stabile, chiuso in sé) e il soggetto altruistico (inclinato, vincolato
all’altro, attratto da cose o persone fuori di sé). Il primo viene postulato come
maschile, il secondo come femminile. Il riferimento non è solo a testi filosofici ma
anche a prodotti artistici (tele di Leonardo da Vinci e Artemisia Gentileschi, foto
di Rodchenko) e a pagine letterarie (Marcel Proust, Virginia Woolf). Il capitolo
conclusivo, che interloquisce con il dibattito attuale, è su Levinas e la geometria
del suo incontro etico “faccia a faccia”. (lafeltrinelli.it)
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Adriana Caravero, Tu che mi guardi, tu che mi racconti. Filosofia della
narrazione, Feltrinelli, 2001
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Non "che cosa" è ciascuno, ma "chi" è: si potrebbe sintetizzare così la categoria
di "unicità" elaborata da Hannah Arendt. In una prospettiva femminista, Cavarero
utilizza l'unicità per polemizzare contro due posizioni della filosofia
contemporanea. Ogni essere umano, nella sua unicità, desidera ricevere da un
altro il racconto della propria storia. Solo gli altri possono scorgere il disegno di
un'identità nel corso della sua esistenza e raccontarla in presa diretta, in sua
presenza. Contro le astrusità e i luoghi comuni della filosofia, Cavarero convoca
Hannah Arendt, Karen Blixen, Edipo, Borges, Ulisse, Rilke, Euridice,
Sheherazade per illuminare i racconti con cui ci desideriamo reciprocamente e
che ci donano un ritratto in cui riconoscerci. (amazon.it)
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Fabio Chiusi, Critica alla democrazia digitale. La politica 2.0 alla prova
dei fatti, Codice, 2014
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Da decenni gli esperti si dividono sulla possibilità della rete di permettere una
maggiore partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, fino
all’utopia dell’autogoverno del popolo, che secondo molti equivarrebbe a una
versione “social media” della democrazia diretta ateniese. Ora che sono stati
condotti in tutto il mondo esperimenti per implementare soluzioni tecnologiche
nelle procedure democratiche, è tempo di chiedersi se i risultati prodotti siano
all’altezza delle aspettative. Descrivendo un panorama contraddittorio ma ricco
di potenzialità, Fabio Chiusi ci racconta le più interessanti esperienze di
democrazia digitale; soprattutto quelle italiane, che fanno del nostro Paese uno
dei laboratori più avanzati e un osservatorio privilegiato per valutarne l’efficacia.
(codiceedizioni.it)
Frank Close, Neutrino, Raffaello Cortina, 2012
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Dove eravate la mattina del 23 febbraio 1987? Verso le 7.30, ora di Greenwich,
un potente scroscio di neutrini, provenienti da una supernova in una galassia
remota, ha raggiunto la Terra e ha letteralmente attraversato i suoi ignari abitanti.
Quasi sicuramente voi non ve ne siete accorti! Di taglia piccolissima e di massa
pressoché nulla, i neutrini sono quasi inafferrabili. Teorizzati da Wolfgang Pauli nel
1930 per risolvere le anomalie nei processi di decadimento nucleare, sono stati
poi descritti in eleganti quadri teorici da Enrico Fermi e da Bruno Pontecorvo, ma
sono stati "osservati" solo a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso.
Ancora oggi sfidano la nostra comprensione della fisica delle particelle: eppure,
sono i mattoni più comuni dell'Universo, poiché si producono spontaneamente
nei processi radioattivi sulla Terra e nella fornace del Sole, nei reattori nucleari e
nelle spettacolari esplosioni che avvengono nel cosmo. Questo libro racconta le
delusioni inattese e i successi imprevisti di tutti coloro che (con una vera e
propria fisica underground, fatta di esperimenti sottoterra, ma anche di
speculazioni fortemente eterodosse) si sono lanciati in una ricerca caparbia per
riuscire infine a catturarli, penetrando così negli enigmi di una natura che, per
dirla con l'antico Eraclito, ama nascondersi. (amazon.it)
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Frank Close, Antimateria, Einaudi, 2013
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È il nostro contrario, quello che c'è dietro allo specchio, un pezzo di mondo che
va a ritroso nel tempo, l'ombra dell'essere. L'antimateria è stata definita in molti
modi dalla letteratura popolare e ancor più spesso è stata fraintesa e ha dato
luogo a leggende bizzarre, ispirando non poco la fantascienza e i pruriti
millenaristi di molti autori. Tuttavia, per quanto incredibile possa apparire,
l'antimateria, la "materia al contrario", esiste davvero; anzi, è teoricamente
necessaria. Elusiva e inafferrabile, è stata scoperta inconsapevolmente da un
fisico russo, con un esperimento chiarissimo che però non si seppe interpretare
nel modo giusto, per essere poi predetta teoricamente dal grande Dirac, che la
ipotizzò per necessità formali, lavorando di carta e penna. Eppure, solo anni
dopo, nel 1932, si arrivò a "vedere" effettivamente un positrone, l'inequivocabile
antiparticella di un elettrone. Per sua natura, l'antimateria è piuttosto pericolosa:
annichila, fa completamente sparire nel nulla la materia "ordinaria" con cui entra
in contatto, distruggendo se stessa e ottenendo in cambio energia, tutta
l'energia possibile intrappolata nel mondo fin dai tempi del Big Bang. Non è
strano quindi che la storia dell'antimateria, avvincente e tortuosa, accompagni da
un lato le grandi scoperte della fisica del Novecento e dall'altro alimenti i timori e i
misteri delle forze liberate dalla natura. (amazon.it)
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Brian Cox-Jeff Forshaw, Perché E=mc2? (E perché dovrebbe
interessarci?), Hoepli, 2012
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Brian Cox e Jeff Forshaw si spingono alla frontiera della scienza del ventunesimo
secolo per riflettere sul vero significato della sequenza di termini matematici che
creano l’equazione-simbolo di Einstein, E=mc². Spiegando i termini uno per uno,
si chiedono: cos’è l’energia? Cos’è la massa? Cosa c’entra con energia e
massa la velocità della luce? Per rispondere, ci portano fino a un esperimento tra
i più grandi mai esistiti: l’acceleratore di particelle noto con il nome di Large
Hadron Collider, che si snoda per 27 km nel sottosuolo di Ginevra, a cavallo del
confine tra Francia e Svizzera. Usando questa macchina gigantesca - in grado di
ricreare le condizioni dell’universo poche frazioni di secondo dopo il Big Bang Cox e Forshaw descrivono la teoria contemporanea sull’origine della massa.
Insieme a energia e massa, la terza componente dell’equazione è c, la velocità
della luce, probabilmente la più affascinante. Perché la velocità della luce
permette la conversione tra energia e massa? La risposta è davvero il cuore della
questione: gli autori mostrano che per comprendere realmente E=mc² si deve
prima capire perché si può viaggiare nel futuro ma non nel passato e come si
muovono i corpi del nostro mondo tridimensionale in uno spaziotempo a quattro
dimensioni. In altre parole, si deve capire come è fatta la struttura fondamentale
e profonda del nostro mondo. (hoepli.it)
Valeria Della Valle-Giuseppe Patota, L’italiano in gioco. 1000 quiz per
misurare la tua conoscenza della lingua, Sperling&Kupfer, 2014
Com'è il nostro italiano? Ne abbiamo una buona padronanza o ci siamo adagiati
sulla lingua approssimativa, costellata di errori, alla quale ci hanno abituati certe
mode? E quanto ci sentiamo sicuri sulle regole della grammatica? Per scoprirlo
possiamo metterci alla prova con i quiz proposti in questo libro, suddivisi per
livelli di difficoltà, da elementare ad avanzato, in modo che tutti vi si possano
cimentare. Oltre 1000 domande su ortografia, pronuncia, significato e origine
delle parole, coniugazione di verbi, modi di dire e altro ancora. Per ogni
soluzione, una spiegazione grammaticale, etimologica o storica ricca di
informazioni e di curiosità: 1000 e più pillole energetiche per rinforzare la nostra
conoscenza dell'italiano e imparare, giocando e divertendoci, ad amarlo ancora
di più. (ibs.it)
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Mauro Covacich, A nome tuo, Einaudi, 2011
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Si comincia con un viaggio per mare. C'è una nave militare che risale la costa
dall'Albania a Trieste, sulla nave uno scrittore che lungo quell'Adriatico
smagliante ripercorre la storia imperfetta e dilaniata di tutte le vite di frontiera.
Nascosta in cabina trova una capricciosa compagna di viaggio, eccitante come
una fantasia. Lui si è imbarcato quasi per caso, recalcitrante "ambasciatore di
cultura" nei paesi della costa orientale. Lei scappa e ricompare, lo attira e lo
intrappola. Vuole una storia, vuole la sua. Il tema dell'identità, triestino quant'altri
mai, è il vero nucleo di questo libro. Declinato in una storia avvincente - anzi due
- si manifesta in tutta la sua complessità. Da dove veniamo, che lingua parliamo,
cosa mostriamo di noi, come ci raccontiamo a noi stessi e agli altri. Se alla fine
quello che ci cattura è un vertiginoso gioco di specchi, è perché lo scrittore è un
prestigiatore. Nasconde le mani mentre seguiamo il volo della colomba. Oppure
mostra le mani per dire: guarda, questa è la mia magia. Non c'è scrittore in Italia
oggi che più di Mauro Covacich abbia scelto questa seconda strada. Seguire le
tracce del suo percorso letterario significa davvero fare un viaggio dentro la
finzione, per osservare la scrittura nel suo farsi e in filigrana la vita che scorre
fuori e dentro i margini del foglio. (ibs.it)
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Mauro Covacich, La sposa, Bompiani, 2014
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Due sconosciuti in attesa di sparare durante un safari umano. Un giovane
sacerdote, ignaro del suo futuro di papa, in un corpo a corpo con il desiderio. Gli
attentati compiuti nei supermercati da un tranquillo padre di famiglia con la
passione per gli esplosivi. Le peripezie di un cuore espiantato, in corsa verso la
seconda vita. Un uomo deciso a condividere la casa con un branco di lupi. Fatti
realmente accaduti che si fondono a invenzioni folgoranti. Quindici storie colme
di amore per la vita terrestre, scaturite dai recessi di una normalità spesso, a ben
vedere, fenomenale. (hoepli.it)
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Caleb Crain, Errori necessari, 66th and 2nd, 2014
Errori necessari è ambientato a Praga tra il 1990 e il 1991, nel periodo successivo
alla Rivoluzione di Velluto che segnò il trapasso non violento dal comunismo alla
democrazia, con l’ascesa alla presidenza dell’intellettuale dissidente Václav Havel
e la successiva divisione (nel ’92) della vecchia Cecoslovacchia in due Stati
separati. Un periodo in cui la misteriosa e affascinante città di Kafka diventò la
meta privilegiata per una schiera di avventurieri occidentali, tra cui molti
americani, aspiranti artisti attratti da affitto, cibo e birra a buon mercato (e, forse,
da una famosa pubblicità dei Levi’s in cui un giovane americano a Praga
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scambiava un paio di jeans con una macchina). Il protagonista del romanzo,
Jacob Putnam, neolaureato a Harvard, è arrivato nella futura capitale ceca con le
stesse ambizioni degli altri giovani americani: insegnare inglese (o collaborare con
una delle nuove testate inglesi rivolte al popolo degli expat) e scrivere un libro. Ma
ancora di più, Jacob è a Praga per esplorare una nuova forma di libertà, lontano
da casa, in un paese in piena trasformazione economica e culturale –
un’occasione imperdibile per scoprire la propria identità, anche sessuale.
(pordenonelegge.it)
Umberto Fiori, Poesie (1986-2014), Mondadori, 2014
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"Per essere poeta" ha scritto Umberto Fiori "bisogna saper cantare". Ma "chi
canta perde tutte le bravure": quelle tecniche, quei talenti che da sempre
definiscono lo stile poetico e il suo scarto dal linguaggio comune. Per essere
poeta, infatti, Fiori fa sua proprio la lingua senza asperità e senza artifici tipica
della quotidianità. Eppure, per quanto (almeno apparentemente) piano, il suo stile
rimane riconoscibile e memorabile attraverso l'intero arco della sua produzione, in
cui ha saputo delineare un mondo compatto, ben identificabile, animato da una
forte tensione morale. Lo testimoniano i versi qui raccolti: tutte le poesie
pubblicate in volume, da "Case" (1986) a "Voi" (2009), a cui si aggiungono alcuni
inediti. Ponendosi in una linea che da Montale arriva ai grandi lombardi del
Novecento, Sereni e Raboni, Umberto Fiori dilata, "sporca" i confini del codice
lirico e sceglie, come teatro per le sue poesie, un'ambientazione urbana, affollata
di personaggi anonimi: passanti, taxisti, persone qualunque. Sono loro i
protagonisti di apologhi esemplari capaci di illuminare, con un'inaspettata vena
comica, i miracoli quotidiani che irrompono nella protettiva ma devitalizzante
routine, spalancando così il mondo alla vita e illuminando l'ordinario di "una luce
nuova, più vera”. (amazon.it)
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Luciano Garibaldi, Gli eroi di Montecassino. Storia dei polacchi che
liberarono l’Italia, Mondadori, 2013
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Quando, il 1° settembre 1939, la Polonia fu invasa da Hitler e in seguito
smembrata tra tedeschi e russi, molti giovani polacchi furono deportati in Unione
Sovietica. Ma lo scenario del conflitto cambiò nell'estate 1941 quando, con
l'Operazione Barbarossa, Hitler attaccò la Russia. Su pressione degli Alleati, e in
particolare dei britannici, i prigionieri polacchi vennero liberati e andarono a
costituire il 2° corpo d'armata, guidato dal generale Wladyslaw Anders e
destinato ad avere un ruolo fondamentale nella liberazione dell'Italia dai nazisti.
Combatterono infatti nella celebre battaglia di Montecassino (dove a
testimonianza del loro sforzo esiste un cimitero militare polacco) e in quella di
Ancona, e furono i primi a entrare nella città di Bologna. La loro vicenda, di
grande importanza per l'andamento della guerra e per il destino del nostro
Paese, è ricostruita da Luciano Garibaldi con attenzione e precisione in questo
libro che, per la prima volta, svela un tassello poco conosciuto ma decisivo della
storia d'Italia e dell'Europa intera. (ibs.it)
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Antonio Gamoneda, Un armadio pieno d’ombra, Editori Riuniti Univ.
Press, 2012
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Antonio Gamoneda, che dopo essere stato uno strenuo oppositore del regime
dittatoriale di Francisco Franco è oggi riconosciuto come uno dei maggiori poeti
spagnoli viventi, ricorda in questo libro gli anni della sua infanzia e prima
giovinezza, trascorsi tra Oviedo e Leon dallo scoppio della guerra civile alla metà
degli anni quaranta. Racconto crudo, senza sconti, delle privazioni, delle
umiliazioni e delle dolorose scoperte provocate nel poeta orfano di padre dalla
povertà di quegli anni drammatici, dalle malattie di sua madre, dalla coabitazione
obbligatoria con personaggi imprevedibili, dai brutali metodi educativi vigenti nel
collegio dei frati agostiniani di Leon, dalla durezza della repressione attuata dai
militari insorti contro la Repubblica negli anni più oscuri della recente storia
spagnola, "Un armadio pieno d'ombra" è nello stesso tempo una coinvolgente
dimostrazione di come anche dagli aspetti più crudeli e prosaici della vita
possano sprigionarsi amore, amicizia, pietà, poesia. All'insegna, sempre, in
queste pagine, di una ferma volontà di smascheramento e di denuncia della
violenza perpetrata dai più forti contro i più deboli, dai troppo ricchi contro gli
indigenti; una volontà che spinge tra l'altro Gamoneda a definire senza mezzi
termini "cultura della fame" piuttosto che, eufemisticamente, "cultura della
povertà". Prefazione di Carlo Ferrucci. (amazon.it)
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Giovannuzzi Stefano, Tempo di raccontare. Tramonto del canone lirico e
ricerca narrativa, Edizioni Dell’Orso, 1999
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La prosa e il racconto possono servire per sottoporre a verifica la poesia in
modo indiretto e controllato? A partire dalla seconda metà degli anni trenta
questa è la speranza o l'illusione di molti poeti italiani: nel momento in cui il
canone lirico prevalso all'inizio del decennio comincia a mostrare crepe, proprio i
responsabili della formalizzazione più spinta della poesia (Gatto, ad esempio)
sono i primi a saltare il fossato del racconto. Il rischio, intuito da Luzi, è che la
sincerità del narrare svuoti di significato una poesia che si è interamente affidata
alla convenzione formale e all'eccezionalità della lingua. Esattamente quello che
accade negli anni quaranta e cinquanta, quando il romanzo si profila come il
modello vincente e la lirica come un'eredità controversa, difficile da sostenere.
I poeti faticano ad adattarsi a un quadro culturale e ideologico in movimento, in
cui il primato non spetta più alla lirica. Quasi tutti (Caproni, Saba, Gatto, Sereni..)
sono tentati dal romanzo, ma lo vivono con angosciosa conflittualità nei riguardi
della poesia: "Ernesto" di Saba si interrompe proprio perché sta 'divorando' il
Canzoniere. L'opera di Montale porta i segni delle trasformazioni in corso: "La
Bufera" e "Farfalla di Dinard" - il '56 è davvero una data simbolica - tentano
invano di mettere ordine e ristabilire un equilibrio, salvando un qualche spazio per
la poesia, prima di abbandonarsi completamente all'orgia autodistruttiva di
"Satura". Con Montale tramonta la fede in un canone lirico: nel dopoguerra non è
più possibile identificare un modello forte fra le generazioni più giovani. Si apre
una fase di sperimentazione senza fine che non riesce più a riformulare un
codice generalmente accettato. (ediorso.it)
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Giovannetti Paolo, Dalla poesia in prosa al rap. Tradizioni e canoni
metrici nella poesia italiana contemporanea, Interlinea, 2008
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Disciolta in questo volume è un'idea, anzi una storicizzazione (e nient'affatto
debole), della poesia e metrica italiane dagli inizi del Novecento a oggi. Se nella
prima metà del secolo l'eclettismo tecnico del verso libero e, più marginalmente,
della poesia in prosa aveva costituito il riferimento invariante per i poeti alla
ricerca dell'innovazione, dalla fine degli anni Cinquanta in poi il desiderio di
inventare e scoprire norme diverse (o di recuperarne alcune vecchie) prende
progressivamente piede. Poesia in prosa e rap sono in questo senso due
emblemi di tali diverse intenzioni: alla metrica-zero capace di provocare allegoricamente - la scoperta di un ritmo altro, separato da se stesso, si
contrappone un metro parlato, fin troppo evidentemente scandito, capace
nondimeno di avvicinarci alle "origini" della forma poetica, al mito di una parola in
cui suono e senso si compenetrino totalmente. (amazon.it)
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Antonio Girardi, Leopardi nel 1828. Saggi sui “Canti”, Marsilio, 2011
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"Leopardi nel 1828" esamina le novità linguistiche e metriche, che fanno dei
"Canti "il primo moderno libro di poesia; con quelli così differenti di Pascoli, un
punto di ripartenza anche per il nuovo millennio. Nascita e trasformazioni in
liriche di età lontane - dalle elegie giovanili alle "sepolcrali", ossia dalle prime alle
ultime illusioni d'amore - ne lasciano intravedere l'inedita logica interna,
prefigurata dalla canzone libera: la "non forma" leopardiana per eccellenza crea
identità ben singolari persino dentro ai dittici come "La quiete" e "Il sabato" (la
prima incarnando la vitalità risorgente, il secondo il fervore dell'aspettativa). Il
tutto sulla strada intrapresa nell'aprile del 1828 quando, uno dietro l'altro,
vedono la luce "Il risorgimento" e "A Silvia”. (amazon.it)
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Georgi Gospodinov, Romanzo naturale, Voland, 2007
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Un matrimonio finisce, un uomo si separa da sua moglie e dai suoi gatti. La vita
di un individuo all'improvviso precipita, ma viene misteriosamente a coincidere
con quella di altre due persone: l'io narrante, redattore di una rivista letteraria, e
un giardiniere pazzo. (amazon.it)
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Georgi Gospodinov, Fisica della malinconia, Voland, 2013
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Un ragazzo è affetto da una strana sindrome: soffre di empatia, è capace di
immedesimarsi nelle storie degli altri. Inizia così un viaggio nel mondo del
possibile, nel labirinto dei sentimenti mai provati, delle cose mai accadute
eppure reali più del reale stesso. Questo "io" coraggioso e impertinente va e
viene dal passato, fa incursione in un futuro di cui abbiamo già nostalgia, e
ritorna con un inventario di storie sull'autunno del mondo, sui Minotauri rinchiusi
in ognuno di noi, sulle particelle elementari del rimpianto, sul sublime che può
essere ovunque. (ibs.it)
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Vladimir Kantor, Morte di un pensionato, Amos Edizioni, 2013
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L'approccio di Vladimir Kantor al tema della vita e della morte si avvicina alla
sensibilità e alla poetica di Dostoevskij. "Morte di un pensionato" è un racconto
che ci presenta una situazione di degrado sociale nella Russia di oggi, in cui una
persona anziana, ormai abbandonata da tutti, benché nella sua vita passata sia
stata un professore universitario e autore di molti libri, si lascia morire nella più
assoluta indifferenza, essendo ormai considerato uno "scarto sociale". La vita e
la morte sono presentate in questo racconto da diversi punti di vista. Alla vita
ricca di pensieri profondi e di amore del protagonista si contrappone il vuoto
delle vite del fratello, dei figli e della gran parte dei vicini e colleghi, povere di
ideali e senso etico, benché spesso ricche di beni materiali. In "Morte di un
pensionato" gli elementi della realtà si rifrangono nel sogno, nelle riflessioni e nei
sensi di colpa, nelle fantasie del protagonista, tanto che, oltre il testo, è la vita
stessa ad apparire come un brutto sogno. (amazon.it)
Etienne Klein-Jonny Wilkinson-Jean Iliopoulus, Rugby quantistico. Un
dialogo tra sport e fisica, ADD Editore, 2013
Perché Jonny Wilkinson, mitico giocatore di rugby, si è appassionato alla fisica
quantistica? Come la scoperta di questa scienza così astratta e complessa ha
rivoluzionato la sua vita? Ci sono delle connessione insospettabili tra la fisica e la
palla ovale? Per tentare di risolvere il mistero due grandi fisici discutono con la
star mondiale del rugby. Nella loro conversazione, libera, si parla di caso,
intuizione rapporto tra spazio e tempo, cooperazione passando dalla lavagna al
campo da gioco. Un magnifico incontro tra due mondi differenti che si scoprono
con molte cose in comune, inattese, soprendenti, capaci di stupire il lettore.
(amazon.it)
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Jamaica Kincaid, Vedi adesso allora, Adelphi, 2014
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Nel romanzo che segna il suo ritorno dopo dieci anni di silenzio, Jamaica
Kincaid, ormai lontana dai Caraibi, ci racconta la storia di un matrimonio – un
matrimonio finito. Il suo, forse: l'epoca, la casa (nel Vermont), il marito
(musicista), i figli (un maschio e una femmina), la professione della signora Sweet
(scrittrice) corrispondono in tutto e per tutto alla vita reale dell'autrice. Come
sempre, tuttavia, la sua corrosiva, inconfondibile prosa è più estranea
all'autobiografismo di quanto non appaia a prima vista: la stessa Kincaid ha del
resto dichiarato che «il protagonista di questo romanzo è il Tempo». E si
potrebbe aggiungere che un'aura mitologica e visionaria irradia da una
narrazione che è come un'invettiva infuocata – e a tratti esilarante –, dove non a
caso i figli della signora Sweet si chiamano Eracle e Persefone. Ma poiché la
casa è «un carcere con la secondina dentro», la moglie «quella brutta strega
arrivata con la nave delle banane» e il marito «così piccolo che a volte la gente ...
lo scambiava per un roditore», ci renderemo conto, pagina dopo pagina, che la
signora Sweet, proprio come la Xuela dell'Autobiografia di mia madre, è
soprattutto un'abitante di quell'inferno interiore che Jamaica Kincaid sa raffigurare in maniera inimitabile. (adelphi.it)
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George Lakoff-Mark Johnson, Metafora e vita quotidiana, Bompiani,
2004
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Per Lakoff e Johnson la metafora è il meccanismo fondamentale non solo del
linguaggio quotidiano, ma anche del nostro stesso funzionamento cognitivo. È
praticamente impossibile parlare, e di conseguenza pensare, senza fare ricorso
a meccanismi metaforici, perché la metafora è lo strumento linguistico che
meglio di qualunque altro esprime la nostra interazione corporea col mondo.
Analizzandone alcuni sistemi metaforici di base che organizzano in modo
sistematico la nostra quotidianità, gli autori dimostrano come pensiero e
linguaggio siano condizionati dalla nostra struttura percettiva e come non siano
possibili un pensiero e un linguaggio disincarnati e privi di metafore. (amazon.it)
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Giuseppe Langella, La didattica della letteratura nella scuola delle
competenze, ETS, 2014
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Negli anni scorsi è stata realizzata una riforma strutturale del sistema formativo.
Le Indicazioni nazionali per i nuovi Licei e le Linee guida per gli Istituti Tecnici e
Professionali, che hanno preso il posto dei vecchi programmi scolastici, divenuti
ormai completamente anacronistici, sono solo un corollario del nuovo disegno.
La riforma, infatti, non si è limitata a intervenire sui contenuti disciplinari, ma ha
inteso imprimere, soprattutto, una correzione risoluta all’impianto tradizionale
della didattica, ripensandone globalmente finalità, valutazione, metodi e
strumenti. Si è consumato, così, il definitivo passaggio dalla “scuola delle
nozioni” alla “scuola delle competenze”.
Negli interventi qui raccolti si affrontano alcune questioni cruciali per la didattica
della letteratura, a cominciare dalla definizione delle “competenze” disciplinari e
delle procedure più idonee al loro sviluppo e consolidamento. Ma vi si ragiona
anche della centralità del lavoro sui testi, dello spazio della filologia testuale nella
ricostruzione del processo elaborativo dell’opera letteraria, dei problemi connessi
alla “comprensione del testo” e all’arricchimento delle competenze linguistiche
dello studente, del carattere inevitabilmente selettivo del “programma” scolastico
e dei criteri sulla base dei quali stabilire le priorità, della costruzione di percorsi
“canonici” che tenga conto della specificità degli indirizzi di studio, delle
interferenze tra letteratura e altre espressioni culturali e delle opportunità che ne
scaturiscono sul piano di un apprendimento interdisciplinare, del rapporto, infine,
tra letteratura italiana e letterature straniere nel concreto della pratica didattica.
(Edizioniets.it)
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Giuseppe Langella, Il Novecento a scuola, ETS, 2011
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In quanto agenzia educativa, la scuola è chiamata, fra l'altro, a trasmettere il
meglio di un patrimonio culturale. Complici anche i vincoli temporali imposti
dall'orario scolastico, in sede di programmazione l'insegnante di Lettere non
può sottrarsi all'obbligo di effettuare delle scelte. Ma su quali basi?
Occorre definire un 'canone letterario': operazione che tuttavia nel Novecento si
riempie di insidie, per effetto, da un lato, della crescita esponenziale della
produzione letteraria e, dall'altro, della ricerca spasmodica, così tipica del
'moderno', dell'originalità a tutti i costi, che ha comportato un continuo
smottamento delle poetiche dominanti.
Allora, nel dubbio, ci si affida al manuale, strumento principe (e insostituibile)
della pratica didattica, che è tornato ad essere, prima di tutto, il luogo della
consacrazione degli autori canonici. Ma non si rischia, così facendo, di
cancellare tutta una serie di esperienze, magari minoritarie, ma altrettanto
significative? Qual è la giusta rotta da tenere, fatta salva la necessità di stabilire
gerarchie, per non compiere una falcidia senza appello? Come si possono
integrare le esigenze opposte del 'canone' e della 'biblioteca'? E in che modo la
manualistica può favorire questa integrazione? A questi importanti nodi della
didattica della letteratura la "Mod per la Scuola" ha voluto dedicare i seminari
nazionali di cui il presente volume raccoglie gli Atti. (edizioniets.it)
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Deborah Levy, A nuoto verso casa, Garzanti, 2014
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È mattina presto. La nebbia estiva si alza pigramente dalle colline che fanno da
cornice alla Costa Azzurra. Quando Nina lascia correre lo sguardo sul rigoglioso
giardino della villa in cui sta passando le vacanze estive, qualcosa attira la sua
attenzione. C'è una donna nella piscina. Sospesa nell'acqua, la carnagione
bianchissima che contrasta con una fiammata di riccioli rossi. Sembra priva di
sensi. Nina ha solo quattordici anni. È spaventata e chiama in soccorso i suoi
genitori, ma non ce n'è bisogno. Pochi istanti dopo Kitty Finch esce dalla piscina
e si accomoda mollemente su una sdraio. Ciò che a prima vista sembra solo un
banale imprevisto ben presto si rivela essere un incontro sconvolgente, in grado
di sovvertire il destino di tutti gli ospiti della villa. Con il passare dei giorni la
presenza sempre più ingombrante di Kitty si rivela tutt'altro che casuale. Chiusa
in una busta di carta, la donna custodisce una poesia che vorrebbe far leggere a
Joe, il padre di Nina. Joe è un famoso poeta, e Kitty ne è una devota
ammiratrice. Ma Joe non riesce ad aprire quella busta. E come se lì dentro si
nascondesse qualcosa, forse il significato stesso della sua esistenza, della sua
arte, della sua poesia. L'ombra di un passato che per tutt'una vita ha cercato di
scrollarsi di dosso, ma che quella donna riesce così violentemente a evocare in
lui. La magnetica attrazione tra Kitty e Joe, l'irresistibile pulsione dell'uno verso
l'altra, li trascina in un vortice. (libreriauniversitaria.it)
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Nicolai Lilin, Il serpente di Dio, Einaudi, 2014
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Il serpente di Dio è uno di quei libri che la nostra narrativa raramente concede:
un grande romanzo d'avventura. In queste pagine corrono a perdifiato due
ragazzini, uno cristiano e uno musulmano, con una missione da compiere.
Tutt'intorno a loro il Caucaso, un mondo in guerra con se stesso. (einaudi.it)
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Jonathan Littell, Trittico. Tre studi su Francis Bacon, Einaudi, 2014
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La sorprendente, e fatale, scoperta di un'affinità elettiva fra l'artista che
rappresenta con le immagini lo strazio del corpo e la difficoltà di abitarlo, e lo
scrittore che lo narra attraverso le parole. (einaudi.it)
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Robert Lowen, Il narcisismo, Feltrinelli, 2013
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Il narcisismo è da alcuni anni uno dei temi privilegiati delle discipline
psicologiche. Inoltre, il "narcisismo" è diventato una delle parole chiave in vari
tentativi - si pensi anzitutto ai lavori di Christopher Lasch - di comprendere non
solo la psicologia individuale, ma anche la cultura delle società in cui viviamo.
Con questa ricerca Alexander Lowen, lo psicoanalista che ha proseguito con più
precisione e autorevolezza il cammino aperto da Wilhelm Reich, dà un
contributo originale e illuminante alla comprensione di quello che sta diventando,
a giudizio di molti, il male più diffuso e allarmante dell'uomo contemporaneo.
Attraverso una serie di "storie di casi", di esempi che permettono una
comprensione agevole anche al non specialista, l'autore mette a fuoco la figura
del narcisista e mostra come le terapie bioenergetiche si applichino con efficacia
ai disturbi narcisistici. Vittima e al tempo stesso capace di infliggere terribili
sofferenze, il narcisista è, nell'analisi di Lowen, innanzitutto caratterizzato da
un'ostinata negazione dei sentimenti che lo condanna a desolanti rapporti
manipolatori e inautentici. Di particolare interesse è l'attenta ricognizione di quel
"linguaggio del corpo" che nel narcisista anticipa e trascende l'espressione
verbale. (amazon.it)
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Andrea Maggi, Morte all’Acropoli, Garzanti, 2014
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Atene, IV secolo a.C. È una notte di plenilunio. Il Partenone, che svetta sulla
cima dell’Acropoli, è circondato da una luce argentea. In una brulla radura un
uomo giace morto accanto a un antico altare. Sul corpo profonde lacerazioni.
Un attacco che sembra più opera di una bestia che di un essere umano. Per
questo tutta la città punta il dito contro Eurifemo, che da sempre viene accusato
di essere un licantropo. C’è solo una persona che è pronta a difenderlo contro
tutto e tutti: Apollofane, un mercante di umili origini che ha creato la sua fortuna
grazie alle sue capacità e al suo ingegno. Lui sa che è innocente. E finalmente
può dare seguito a quella vecchia promessa che unisce i loro destini. Ma
affrontare gli abili avvocati ateniesi per dimostrare che Eurifemo non è il colpevole
non è impresa facile. L’unica in grado di aiutarlo è l’etera Filossena, dagli occhi
verdi come lo smeraldo più puro. Una delle poche donne di Atene che ha potuto
studiare conquistando la sua indipendenza. Saggia e di grande fascino, è una
filosofa stimata al pari di un uomo. Le indagini proseguono difficoltose mentre
tutta la città è sconvolta per il furto del Tesoro dell’Acropoli. Proprio ora che c’è
bisogno di denaro per finanziare il lungo e sanguinoso assedio alla fortezza degli
odiati nemici: i macedoni. Nel caos generale, Apollofane e Filossena fanno
domande, cercano indizi. Eppure tutto è più pericoloso di quanto
immaginassero. Qualcuno vuole metterli a tacere attentando alla loro vita. Hanno
poco tempo per ricostruire l’intricato puzzle. Un puzzle dove nemmeno il più
piccolo particolare deve sfuggire. Quando capiscono che la verità può far
tremare le fondamenta dell’intera Atene, non possono più fermarsi. L’omicidio
dev’essere punito. Andrea Maggi è un grande appassionato di storia. Morte
all’Acropoli è il suo primo romanzo, un giallo storico ambientato nell’antica
Grecia. Un esordio entusiasmante. Suspense, tensione, intrigo. Due protagonisti
coraggiosi, affascinanti, astuti. E sullo sfondo la mitica Atene antica, le sue
divinità, i suoi traffici, le sue piazze, la sua sete di vendetta. Il thriller incontra la
storia, la letteratura ha scoperto un nuovo talento. (amazon.it)
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Marco Malvaldi-Dino Leporini, Capra e calcoli. L'eterna lotta tra gli
algoritmi e il caos, Laterza, 2014
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Senza il motore a scoppio non ci sarebbero le autoambulanze ma nemmeno gli
incidenti stradali. Il doppio lato della medaglia vale per qualsiasi frutto
dell'ingegno umano. Ogni avanzamento tecnologico, che spesso nasce per
risolvere un problema, altrettanto spesso è il punto di partenza di altri grattacapi.
Per il computer non è diverso. Marco Malvaldi e Dino Leporini raccontano
l'origine, lo sviluppo, i problemi che un computer è in grado di risolvere, la sua
mostruosa velocità, le conseguenze del suo utilizzo. A volte i risultati sono
meravigliosi, come la possibilità di prevedere il tempo atmosferico o di salvare
vite umane attraverso la progettazione di veicoli sempre più sicuri. Altre volte,
come è facile immaginare, i risultati sono disastrosi, tragici o semplicemente
ridicoli: dalla crisi economica statunitense del 2009 al prezzo di 24 milioni di
dollari richiesto da un rivenditore online per un testo universitario sulle abitudini
delle mosche. Ma le questioni non finiscono qui. È possibile immaginare che un
computer possa intuire? È in grado di capire quando scherziamo o potrà mai
sviluppare una coscienza? Domande meno scontate di quanto potrebbe
sembrare… (ibs.it)
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Vito Mancuso, Io amo, Garzanti, 2014
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L’autore affronta ogni tipo di moralismo e di amoralità con opinioni che faranno
discutere su omosessualità, matrimonio e contraccettivi.
Un libro scritto con linguaggio semplice e piano diviso in tre parti: Che cos’è
l’amore? Come si riconosce la passione erotica? Che cosa la distingue dalle
altre emozioni che segnano la nostra vita? Come vivere l’amore? Il tema della
sessualità discusso con coraggio e originalità; l’autore affronta ogni tipo di
moralismo e di amoralità con opinioni che faranno discutere su omosessualità,
matrimonio e contraccettivi. Qual è il messaggio dell’amore? L’esperienza
individuale dell’amore entra in relazione con l’universalità di Dio, e i racconti
dell’autore diventano così esperienze comuni a tutti noi. (ibs.it)
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Simone Marcuzzi, Dove si va da qui, Fandango, 2014
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Gabriele e Nadia stanno insieme da dodici anni. Si sono conosciuti all’Università,
lui Ingegneria, lei Veterinaria, una battuta veloce, l’appuntamento dopo le lezioni,
il riepilogo dei fallimenti amorosi di entrambi, e ora eccoli qui: convivono in un
bell’appartamento, con le fotografie delle vacanze estive ben esposte
all’ingresso. Gabriele è diventato manager di un’azienda metalmeccanica con
varie sedi all’estero, prediligendo un incarico di responsabilità in Italia a
un’esperienza avventurosa a Shangai. Nadia l’ha presa come una prova
d’amore, il segno inequivocabile che la svolta è vicina. Così, da quando anche
lei ha un lavoro stabile come veterinaria in una clinica, non riesce a smettere di
pensare a cosa sarà domani, perché ormai l’amore è fuori questione, scandito
dalla ripetizione delle attenzioni quotidiane, e tutte le domande finiscono sempre
con l’interrogativo più grande: Perché una volta era tutto più bello? Sullo sfondo
di una provincia del Nordest sulla quale si abbatte la crisi economica, Nadia e
Gabriele tenteranno di non farsi trascinare via dalla corrente che rischia di
allontanarli e proveranno a far fronte ai problemi capitali di una generazione che
ha meno progetti e più preoccupazioni di una coppia di pensionati.
(pordenonelegge.it)
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Giacomo Marramao, Dopo il Leviatano. Individuo e comunità, Bollati
Boringhieri, 2013
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"L'indole predittiva è piuttosto rara tra i filosofi. E quando si manifesta, è ancor
più inconsueto che sappia allungare il vettore concettuale al medio periodo, da
sempre opaco e refrattario a una decifrazione lungimirante. Un saggio di tale
eccezionalità è offerto dal pensiero di Giacomo Marramao, uno dei pochissimi a
saper trarre conseguenze teoretico-politiche di rilievo dalla grande soglia che
stiamo oltrepassando. Se tredici anni fa, nell'edizione precedente di questo libro
sulle sorti della megamacchina statuale, annunciava l'imminenza di un cambio di
paradigma, adesso ragiona sugli effetti che l'inveramento di quel pronostico ha
ingenerato a livello globale, e acumina lo sguardo su ciò che ci aspetta. Con la
nostra ipermodernità mondializzata si è esaurita l'efficacia - anche simbolica dello Stato, organismo d'artificio per il quale Hobbes aveva scelto l'emblema
"mostruoso" del Leviatano biblico. La rottura del monoteismo politico che lo
eleggeva a massima potenza terrena, fonte esclusiva di sovranità e diritto, ha
ridato forza a potestà indirette di tipo economico e religioso, e ha portato al
diapason l'antinomia moderna tra i due principi di identità e differenza. Il dopo
che Marramao ha visto distintamente profilarsi all'avvento del nuovo millennio
sostituisce ora al proprio contrassegno temporale una marca spaziale.” (ibs.it)
!
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Armando Massarenti, Il filosofo tascabile. Dai presocratici a
Wittgenstein: 44 ritratti per una storia del pensiero in miniatura, Guanda,
2009
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"Pensate da uomini saggi, ma parlate come la gente comune" diceva Aristotele.
La filosofia e la saggezza non sono solo per i filosofi, ma per tutti. Questo
volume contiene, in formato tascabile, 44 ritratti di filosofi di ogni tempo. Ritratti
fulminei, "minimi", ironici. Sarà interessante, e talvolta divertente, vedere come
pensiero e vita si intreccino tra loro con strani contrasti o sorprendenti coerenze.
Lo scopo è fare capire a colpo d'occhio quanto quel particolare filosofo Platone, Bacone, Spinoza... - può attrarre o respingere, e magari persino irritare;
quanto il suo pensiero può rimettere in moto le idee e il senso critico. (ibs.it)
Pier Vincenzo Mengaldo, Leopardi antiromantico, Il Mulino, 2012
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Mengaldo torna a cimentarsi con Leopardi, poeta prediletto, anzi, come lui
stesso scrive, «il maggiore, e di gran lunga, lirico italiano dell’età moderna».
Avvalendosi di raffinate conoscenze di linguistica e stilistica, tocca alcuni aspetti
complessivi della poetica leopardiana (uno fra tutti: il carattere «antiromantico»
del suo percorso), le costanti della lingua e della metrica dei
«Canti» (l’abbondanza, per esempio, di rime baciate), infine la natura profonda di
tre testi fra i più significativi della raccolta: «La sera del dì di festa», «A Silvia» e
«La quiete dopo la tempesta». Ne risulta un’indagine in cui ciascun dato testuale
e formale rimanda costantemente ad altro: un pensiero fermo e originalissimo
che pervade ogni singola lirica del poeta di Recanati. (amazon.it)
Tiziana Momigliano, Il latino con gioia. Lezioni di una professoressa,
LED, 2009
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Dalle colonne della rivista "La scuola media", nell'annata 1972/1973 Tiziana
Momigliano propose, in nome di una prassi fatta di concretezze, otto percorsi
didattici per i suoi alunni. La sfida: insegnare il latino divertendo, guardando ai
dati della vita quotidiana, agli usi, ai costumi e alla religione dei Romani; sfruttare
la curiosità dei ragazzi e attraverso quella far filtrare la grammatica. A oltre
trent'anni di distanza, poco è cambiato. Gli studenti delle medie sono quelli del
ginnasio. Ma la sfida è rimasta la stessa: davvero il latino non si può insegnare
con gioia? Il volume di Tiziana Momigliano si propone come un modello utile per
coloro che si occupano di problemi connessi con la didattica del latino,
offrendosi come uno strumento di formazione valido per tutti studenti, semplici
curiosi, insegnanti che ancora amino il confronto e siano disposti a riflettere sul
proprio mestiere. (amazon.it)
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Stefano Moriggi, Connessi. Beati quelli che sapranno pensare con le
macchine, San Paolo Edizioni, 2014
Si pensi al tostapane, alla lavatrice, al pollice opponibile e... alla scrittura! Nel
corso della storia sono sempre emersi oggetti, macchine e innovazioni, destinati
a divenire protagonisti di un certo modo di rimodellare gli spazi e i tempi.
Strumenti su cui si sono proiettati i giudizi relativi a ciò che li ha resi utili ma che,
nel bene e nel male, hanno continuato a esercitare la loro funzione sociale e
culturale plasmando il nostro modo di pensare. Di fronte all'emergere di altri
mezzi "rivoluzionari", quali per esempio Internet, l'invito è ad avere fiducia nel
cambiamento, tenendo presente che ogni nuova macchina è un coacervo di
opportunità e rischi: non è possibile usufruire delle une senza affrontare gli altri.
(amazon.it)
Marino Niola, Hashtag. Cronache da un paese connesso, Bompiani, 2014
La diffusione dei social network e della comunicazione digitale ha cambiato il
modo di rappresentare la realtà che ci circonda e anche quello in cui
condividiamo le nostre relazioni con gli altri. "Hashtag" racconta l'Italia dei social
network con le forme e la grammatica della rete stessa: un libro da sfogliare
pagina dopo pagina o da scoprire seguendo gli hashtag, così che ogni lettore
possa costruire un proprio percorso attraverso i temi e le parole chiave che più
lo incuriosiscono. Marino Niola, con la curiosità di un esploratore
contemporaneo, passa così in rassegna le piccole grandi idiosincrasie del
nostro tempo, dal rapporto ambiguo con il nostro corpo alle provocazioni della
tecnologia, dai sogni digitali alle paure in carne e ossa, provando a ricostruire
con scrittura lieve la grande rete della nostra identità collettiva. (ibs.it)
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Boris Pahor, Così ho vissuto. Biografia di un secolo, Bompiani, 2013
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Il Novecento è il secolo di Boris Pahor: ne ha vissuto gli orrori e le conquiste,
facendosene testimone per eccellenza. Il racconto della sua esperienza
esistenziale è, dunque, un racconto etico e vivo, denso di avvenimenti e
aneddoti che seguono un tracciato cronologico ma mai banale o scontato. La
sua biografia si sviluppa attraverso questo racconto, fatto da Pahor in prima
persona, e contestualizzato dalla curatrice. Non si tratta solo di una
autobiografia ma anche di una storia di Trieste, storia in cui si specchia la storia
del novecento europeo. Così, accanto alla storia viva, in presa diretta di Trieste,
della comunità slovena e delle altre comunità che arricchivano e in parte
arricchiscono, la città; accanto alla cronaca della disgregazione dell'impero
asburgico, della Grande guerra, dello squadrismo e del fascismo, Boris Pahor
racconta la sua crisi esistenziale, l'esperienza della guerra in Africa, l'adesione al
fronte di liberazione sloveno e la conseguente deportazione nei lager, il difficile
ritorno alla libertà e alla vita. (ibs.it)
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Boris Pahor, Necropoli, Fazi, 2008
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Campo di concentramento di Natzweiler-Struhof sui Vosgi. L'uomo che vi arriva,
una domenica pomeriggio insieme a un gruppo di turisti, non è un visitatore
qualsiasi: è un ex deportato che a distanza di anni è voluto tornare nei luoghi
dove era stato internato. Subito, di fronte alle baracche e al filo spinato
trasformati in museo, il flusso della memoria comincia a scorrere e i ricordi
riaffiorano con il loro carico di dolore e di rabbia. Ritornano la sofferenza per la
fame e il freddo, l'umiliazione per le percosse e gli insulti, la pena profondissima
per quanti, i più, non ce l'hanno fatta. E come fotogrammi di una pellicola,
impressa nel corpo e nell'anima, si snodano le infinite vicende che parlano di un
orrore che in nessun modo si riesce a spiegare, ma insieme i tanti episodi di
solidarietà tra prigionieri, di una umanità mai del tutto sconfitta, di un desiderio di
vivere che neanche in circostanze così drammatiche si è mai perso
completamente. (ibs.it)
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Katherine Pancol, Gli occhi gialli dei coccodrilli, Bompiani, 2014
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Tre generazioni di donne: la fredda matriarca, le sue nipoti e in mezzo, allo
stesso tempo figlie e madri, Iris e Joséphine, sorelle dal carattere diversissimo.
La prima è bella, ricca e vive un matrimonio in apparenza felice; la seconda è
stata abbandonata dal marito e deve fare i conti con due figlie da crescere e una
serie infinita di difficoltà finanziarie. Anche i loro sogni sono differenti: Iris spera in
una brillante carriera da sceneggiatrice, Joséphine vuole affermarsi come
studiosa di storia medievale. Ma le loro esistenze subiscono un'imprevista
trasformazione. Durante una cena, Iris conosce un editore e gli fa credere, per
darsi un tono, di essere alle prese con la stesura di un romanzo, restando però
preda della propria bugia. Davanti all'offerta dell'uomo di pubblicarlo, si rivolgerà
alla sorella chiedendo la sua complicità per scriverlo: l'una intascherà il
successo, l'altra il denaro. In un crescendo di tensioni, il destino riserverà alle
protagoniste incredibili sorprese, soprattutto quando il libro diventerà un bestseller. Una girandola di eventi che si susseguono fino all'ultima pagina,
esplorando le pieghe più intime della natura umana, in special modo quella
femminile. Su tutto, l'orgoglio di non cedere mai né al vittimismo né allo
sconforto, nonostante le ferite e i dolori. Perché ognuno ha la sua stella da
inseguire, gialla e brillante come gli occhi dei coccodrilli. (amazon.it)
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Stefania Piazzino, L’uomo che credeva di essere Riemann, E/O, 2014
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Un matematico di fama mondiale comincia a dare segni di squilibrio a seguito di
una notizia sconvolgente. A farlo uscire di senno è l'annuncio che la famosa
ipotesi di Riemann, sulla quale generazioni di matematici si sono arrovellati, è
stata finalmente dimostrata. Questo evento scatena in lui uno sdoppiamento
della personalità, che lo porta a credere di essere egli stesso Riemann.
Attraverso pagine poetiche sui numeri, nelle quali il matematico dialoga con lo
psichiatra che lo prende in cura, la suspense ci accompagna dalla prima
all'ultima riga. (amazon.it)
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Gustavo Pietropolli Charmet-Loredana Cirillo, AdoleScienza. Manuale
per genitori e figli sull’orlo di una crisi di nervi, San Paolo Edizioni, 2014
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L'adolescenza è la fase di passaggio dall'infanzia all'età adulta, ma anche il
momento più difficile nella vita di un genitore, che si ritrova in casa un figlio che spesso - non riesce a capire. In sessantacinque punti Gustavo Pietropolli
Charmet e Loredana Cirillo affrontano - insieme a un team di specialisti - i
problemi con cui mamme e papà devono fare i conti ogni giorno e danno delle
risposte concrete ed efficaci. Chi è l'adolescente? Come comportarsi con un
figlio che racconta bugie? E a cosa servono le sue bugie e le reticenze? Si può
leggere il diario segreto lasciato sulla scrivania, o peggio nascosto nel cassetto?
Ma sarà poi tutto vero quel che c'è scritto? Dalla cameretta off-limits al "non
rompere", dal coprifuoco notturno alla scoperta della sessualità, un libro che con un linguaggio immediato e chiaro - aiuta i genitori nel loro compito. (ibs.it)
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Massimo Recalcati, L'ora di lezione. Angosce e responsabilità degli
insegnanti, Einaudi, 2014
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Sobborghi di Milano, anni Settanta. Gli anni del terrorismo e della droga, dei
sogni di Oriente e di liberazione. Una mattina, in una classe di un istituto agrario,
appare Giulia, una giovane professoressa di lettere in tailleur grigio. Parla di
letteratura e di poesia con una passione sconosciuta, una passione che è allo
stesso tempo desiderio di sapere e di trasmettere il sapere. Ed è proprio
quell'ora, quella semplice ora di lezione, a "salvare " Massimo Recalcati, che in
questo libro alterna ricordi del passato e stralci di presente, allargando la visuale
fino a riflettere su cosa significa essere insegnanti oggi, nella società orizzontale,
senza padri e senza maestri alle spalle. Prendendo le distanze dai professori che
cercano di fare da supplenti ai genitori e agli psicologi, e dai genitori che
dismettono l'abito per trasformarsi in figli dei propri figli, Recalcati ci insegna,
che un bravo insegnante non è quello che, convinto di non poter sbagliare,
somministra ai propri allievi saperi rimasticati e considera la scuola come un
esamificio. Un bravo insegnante è quello che sa fare esistere nuovi mondi nella
mente dei ragazzi, che è capace di trasmettere l'amore per il sapere, che non ha
paura di inciampare o di cadere. Perché anche quella della caduta, e
dell'imperfezione, può essere un’arte. (ibs.it)
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Simone Regazzoni, Abyss, Longanesi, 2014
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A volte basta scrivere il libro sbagliato per scatenare l'inferno. È quello che
succede a Michael Price, giovane e promettente filosofo, quando ha l'ardire di
dare alle stampe un volume dal titolo Le dottrine segrete di Platone. Michael si
aspettava la reazione stizzita del mondo accademico... ma quello che non
poteva aspettarsi è la convocazione della National Security Agency e l'ingresso
in un mondo di oscure trame e di manovre segrete del tutto estraneo per lui. Ma
è soltanto l'anticamera dell'inferno. All'improvviso, Michael si ritrova a essere
l'uomo più ricercato del mondo: inseguito dall'NSA e da un'altra organizzazione
ancor più segreta, sospettato di essere complice di un feroce gruppo
neonazista, Michael è un uomo in fuga che rischia di perdere tutto. In suo aiuto
però arriva la bella e decisa Beatrix: ex Navy Seal, congedata con disonore,
esperta di ogni tipo d'armi e di tecniche di combattimento, Beatrix lo aiuterà a
trasformare la sua disperata fuga in una ricerca. La ricerca spasmodica della
verità. Perché soltanto la verità alla base delle dottrine segrete e perdute di
Platone può salvare non soltanto Michael, ma il mondo intero dall'abisso in cui
rischia di sprofondare. (amazon.it)
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Marit Rericha, Tra idillio e utopia: il senso del luogo in Paul Celan e
Vittorio Sereni, Pacini Editore, 2013
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La presenza dei luoghi è pervasiva in gran parte della lirica del dopoguerra e
acquista, a partire dalla cesura storica del secondo conflitto mondiale, un ruolo
fondante nel fare poesia. I luoghi sono spazi geografici che accolgono storie
umane, topografie interiori che vivono dello stimolo dei nomi nel ricordo, così
come spazi concreti che richiamano la fisicità delle percezioni. Questo studio
affronta di petto un tema tanto cruciale per la poesia del secondo Novecento,
interrogando gli atteggiamenti esistenziali verso i luoghi di due autori come Paul
Celan e Vittorio Sereni, figure centrali nelle rispettive tradizioni: a cavallo tra due
lingue e in prospettiva diacronica, attraverso l'attenta lettura delle liriche, fra
analogie, opposizioni e vividi punti di tangenza, viene portato alla luce il 'senso
del luogo' nella scrittura e nell'esperienza del poeta di lingua tedesca e del suo
confratello italiano. (ibs.it)
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Luca Ricolfi, L’enigma della crescita. Alla scoperta dell'equazione che
governa il nostro futuro, Mondadori, 2014
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Fino a ieri sembrava che il problema della crescita riguardasse i paesi poveri, o
arretrati, o "in via di sviluppo". La grande crisi del 2007-2013, la più grave dopo
quella del 1929, ci sta invece mostrando che quel problema riguarda
innanzitutto le società "avanzate", molte delle quali ancora stentano a uscire da
una recessione che ormai dura da quasi sette anni. Ma se si guardano
attentamente i dati degli ultimi cinquant'anni, e si confrontano tra loro le storie
dei paesi che attualmente fanno parte dell'Ocse (il club dei paesi "sviluppati"), si
scopre che la crescita era un problema, anzi un vero e proprio enigma, già prima
della crisi. Perché è da mezzo secolo che l'insieme delle economie avanzate
cresce a un ritmo sempre più lento. Ma anche perché fra di esse ci sono
sempre stati paesi-gazzella e paesi-lumaca, con divari enormi fra i rispettivi tassi
di crescita: l'Italia, per esempio, era un paese-gazzella negli anni '50 e '60, ed è
divenuto un paese-lumaca negli ultimi vent'anni. Qual è il segreto della crescita?
Qual è il male che corrode i paesi ricchi? E qual è la chiave che permette ad
alcuni di essi di crescere ancora, nonostante tutto? È a questi interrogativi che il
libro di Ricolfi prova a rispondere, attraverso un racconto che, a tratti, finisce per
assumere i contorni di un giallo. Un giallo i cui protagonisti sono le teorie
economiche, ma anche i modelli elaborati dai demografi e dai biologi per
individuare le leggi che regolano l'evoluzione delle popolazioni… (ibs.it)
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Ian Sample, Higgs e il suo bosone. La caccia alla particella di Dio, Il
Saggiatore, 2013
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Sono tutti lì, fuori dai cancelli del CERN, per farsi dire che è vero: il bosone di
Higgs esiste. È il 4 luglio 2012. Sono trascorsi cinquant'anni da quando Peter
Higgs abbozzava nel suo taccuino la possibilità di una nuova particella; quattro
da quando è entrata in funzione la più grande e sofisticata macchina che l'uomo
abbia mai concepito e costruito, un colossale anello sotterraneo di otto
chilometri di diametro, il Large Hadron Collider. L'obiettivo è completare il
Modello Standard, l'insieme delle leggi che governano tutte le particelle
dell'universo. Per riuscirci, l'LHC deve catturare e osservare l'ultima di esse che
ancora sfugge agli sforzi degli scienziati: il bosone di Higgs, la particella di Dio. In
"Higgs e il suo bosone", Ian Sample racconta l'epopea scientifica che ha
appassionato il mondo intero. Intelligenza, tenacia, talento, scoramenti e
coraggio. Big Bang, universo, velocità della luce, urti di particelle. Sperimentare.
Caparbiamente. Sperimentare ancora. Cercare l'inesistente per dimostrare che
esiste. Oltre dieci anni di lavoro, venti nazioni coinvolte, miliardi di dollari investiti
e diecimila scienziati impegnati in tutto il mondo per rispondere a un'unica
domanda: perché gli elementi dell'universo hanno assunto una massa? Perché
si è passati dal turbine di particelle prive di massa e vaganti alla alla velocità della
luce alle forme conosciute? E che parte ha il bosone in tutto questo? (ibs.it)
Marco Santagata, I perduti giorni. Petrarca e il romanzo di Laura,
Mondadori, 2014
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Dopo la riuscitissima biografia di Dante, Marco Santagata racconta la storia
dell'amore di Petrarca per Laura, della quale ben poco sappiamo, così come è
stata narrata in quello strano "libro-romanzo" che è il Canzoniere. Nel raccontare
la storia d'amore, però, ci racconta anche come nasce, si sviluppa e trova la sua
conclusione il romanzo lirico petrarchesco. Un libro su Petrarca
"scientificamente" fondato, ma nel quale i due personaggi che agiscono nel
"Canzoniere" vengono trattati come se fossero personaggi di un romanzo in
prosa. Il che significa sostanziarli con riferimenti extraletterari, sovrapponendo
all'io dell'autore i tratti del Petrarca storico e a quelli di Laura i tratti della
gentildonna provenzale che essa era. Il risultato è appassionante non tanto o
non solo per quella storia d'amore che ha modellato per secoli le storie d'amore
raccontate in rima, ma soprattutto per la tormentata figura di chi quella storia ha
in parte vissuto e in gran parte immaginato, proiettandovi un carico ancora
attuale di inquietudine, fragilità, paure e angosce, una scontentezza esistenziale
che a volte rasenta il "male di vivere”. (pordenonelegge.it)
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Andrea Santangelo, Facciamo l’Italia, Palabanda Edizioni, 2013
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Biografie storiche di dieci personaggi del Risorgimento. Gli autori hanno dato
voce a personaggi risorgimentali provenienti da tutti i ceti sociali e da diverse
parti d´Italia, dal Nord al Sud, come testimonianza che l´Italia Unita è stato
principalmente un desiderio del popolo prima ancora di essere un progetto
politico.
L´introduzione e la postfazione del libro sono curate da Francesca Demuru che
utilizzando un linguaggio semplice, ma preciso, spiega ai ragazzi cos´è stato il
Risorgimento. (editoriasarda.it)
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Antonio Sobrero, L’istinto di narrare. Sei Lezioni su antropologia e
letteratura, Nuova cultura, 2008
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Che il mondo sia un 'mondo narrato' o, per dirla in forma più radicale con
Nietzsche, che la verità non sia altro che un' illusione di cui si è dimenticata la
natura illusoria, non è una novità e anzi oggi è quasi acquisizione di senso
comune. Ma specie per l'antropologia, che da sempre mantiene con la fiction un
rapporto privilegiato, si tratta di un senso comune pericoloso. L'interrogativo è
sempre il medesimo: se il mondo è 'mondo narrato' dove finisce la scienza e
dove inizia la letteratura? Possiamo tentare molte risposte mettendo tra
virgolette, come spesso malamente si usa, la parola realtà, in modo da offrirci
una qualche via di fuga: ma il problema non cambia. (amazon.it)
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Petra Soukupova, Sparire, Atmosphere Libri, 2013
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"Sparire" contiene tre lunghi racconti che si occupano di relazioni familiari,
narrate dal punto di vista dei figli, bambini in età scolare, dando al romanzo una
notevole vena intima ed autentica. La voce dei bambini riesce a far arrivare al
lettore la complessità della situazione familiare con estrema schiettezza,
conferendogli un pathos inatteso. La prima storia esplora il rapporto tra due
fratelli, raccontando anche la storia di sogni irrealizzati e le ambizioni dei genitori
sui figli. I ragazzi vivono una vita ordinaria fino a quando Jacob, per un incidente,
perde una gamba. La famiglia perde la sua coesione: la madre si prende cura
quasi solo di Jacob e il fratello maggiore Martin è in disaccordo con il padre. A
un certo punto, Martin scompare. Nella seconda storia incontriamo un'altra
coppia di fratelli, non di rado litigiosi tra loro. La rivalità è aumentata dal fatto che
ognuno ha un padre diverso. Nella terza storia, il narratore è una donna adulta,
che dopo la morte del padre viene a sapere la verità su sua sorella e sua madre,
ed è quindi di fronte alla necessità di ripercorrere il passato in modo per
guardare al presente. In tutte le storie, gli eroi stanno cercando di far fronte a un
trauma familiare che li allontana dai loro cari e li costringe a cercare la propria
identità e un posto all'interno della famiglia. Ma non ci sono drammatici colpi di
scena che trasformano la vita degli eroi dentro e fuori: i veri drammi esistenziali
si giocano all'interno dei personaggi stessi. (amzon.it)
!
Enrico Testa, Lo stile semplice. Discorso e romanzo, Einaudi, 1997
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Al crocevia tra l'analisi delle strutture narrative e la descrizione della lingua dei
testi, il libro si propone di illustrare le varie forme assunte, nel romanzo italiano
moderno, dallo stile orientato verso un tono semplice e medio, comunicativo e
connesso con la riproduzione del parlato. Ne risulta una storia, condotta per
esemplari rappresentativi, del secondo grande filone, accanto a quello
espressionistico, della prosa narrativa italiana. Dai Promessi sposi al verismo, dal
naturalismo alle innovazioni primo-novecentesche, dagli autori toscani del
periodo neorealista, dalla grande stagione degli anni Cinquanta-Sessanta sino
ad alcuni dei maggiori esponenti della narrativa contemporanea si passano in
rassegna più fenomeni: le scelte di costruzione narrativa, i tipi del dialogo, i
moduli con cui si tenta una resa letteraria del parlato e, su un piano più ampio, le
forme del rapporto tra discorso e romanzo e le immagini che, dell'oralità, i testi
narrativi hanno via via elaborato nel corso del tempo.
Per il rilievo concesso all'elemento storico, al legame tra lingua e scrittura e
all'aspetto comunicativo del testo letterario, il libro suona ancora da ironico
contrappunto a tendenze interpretative segnate dall'appiattimento sulla
contemporaneità e a formule narrative giocate per intero sugli estetismi della
pagina e sulla ricerca della trasgressione, preziosistica o gergale. E suggerisce
quanta sottile ricchezza di effetti e di toni caratterizzi il rifacimento, nel romanzo,
del discorso ordinario e quanta complessità, tematica e antropologica, possa
svolgersi nelle forme della "semplicità" linguistica. (einaudi.it)
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Angela Vettese, Si fa con tutto. Il linguaggio dell’arte contemporanea,
Laterza, 2012
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Il cambiamento del linguaggio dell'arte è un fatto. Non si può fare marcia
indietro. Non è né meglio né peggio di quello che era diffuso nel passato.
Semplicemente, descrive il nostro presente e forse ci aiuta a intravedere il futuro.
Non è vero che l'arte contemporanea non richieda più alcuna competenza
tecnica e che si fondi sul principio provocatorio del ready-made. Al contrario,
«mai come oggi non soltanto a un artista, ma a chiunque svolga un'attività
inventiva, è concesso, anzi decisamente richiesto, di slittare tra competenze
diverse: si dà forma a un pensiero con il continuo sovrapporsi di fattori. Il
contraltare a questa libertà, tuttavia, è che si disponga di competenze varie e
che si agisca in maniera precisa, progettata, realizzando le ipotesi di lavoro più
varie con abilità specifiche». Anche per fare una crepa nel pavimento, un sole
finto che abbronza davvero, una scatola nera nella quale il nostro corpo si
disperde come nel vuoto (per citare tre opere gigantesche presentate alla Tate
Modern di Londra, nell'ordine, di Doris Salcedo, Olafur Eliasson, Miroslaw Balka)
occorre avere una coscienza e una dimestichezza dei propri mezzi che non è
possibile improvvisare. Le nuove tecniche sembrano però avere almeno un
aspetto in comune, quello del bricolage, che mette insieme materie e approcci
differenti e che non mira alla durevolezza dell'opera. In ciò si rispecchia un'epoca
in cui declina l'idea di storia come insieme sensato e in cui tendiamo a percepire
il tempo come un flusso elastico, molteplice, dominato dal frammento e dal
caso.
A partire da questi presupposti, Angela Vettese riflette su come sono cambiati i
materiali e i linguaggi dell'arte contemporanea, il rapporto di interazione con il
pubblico e il ruolo dell'autore, che sovente non opera più da solo ma insieme ad
altri, non centrando la sua attività solamente sull'attività manuale ma operando
come un architetto o un regista. (laterza.it)
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Gian Mario Villalta, Satyricon 2.0, Mondadori, 2014
!
Un professore di Lettere rilegge ogni anno i classici per i suoi studenti, e viene il
giorno in cui gli appare lampante che uno di quei libri rivela in filigrana una storia
più attuale che mai: i protagonisti del Satyricon di Petronio non sono imbranati
eterni studenti ma due intellettuali raffinati - il meglio che la cultura del loro
tempo produce - e il liberto Trimalchio non è solo un supercafone degno dei
nostri peggiori rotocalchi, ma un individuo incapace di darsi ragione del fatto che
la cultura non voglia adattarsi alla sua superficialità e mancanza di finezza: tutto
il resto se lo può comprare, perché la cultura no? E questi giovani come si
permettono di ridere di lui, quando non riuscirebbero a mettere in tavola
neppure un millesimo di quanto abbonda nei suoi banchetti? Ecco allora che
Villalta accetta la sfida di una riscrittura del Satyricon in cui ogni dettaglio del
romanzo antico acquista senso alla luce di oggi. Protagonisti sono qui dei
giovani ricercatori universitari, che dopo dottorati, master e assegni di ricerca
ancora stentano a rimediare la cena. Percorrendo l'Italia da un deprimente
Nordest in piena crisi verso una Roma splendida e decadente e ancora oltre,
fino in Sardegna, il testo antico rivela una serie incalzante di possibilità narrative,
libere da ogni tabù, dove sesso e amore, ambizione e rabbia si mescolano in
!
sorprendenti vicende di vita da nerd postadolescenti, belli e arroganti, scazzati e
pronti a scegliere l'avventura in cambio del niente che la vita gli offre. Una
spietata energia critica percorre tutto il racconto, insieme alla "favola"
dell'impotenza, che è l'impossibilità di incidere sugli eventi pur leggendoli con
infallibile lucidità. In una narrazione scatenata, intessuta di guizzi amari ed
esilaranti, il capolavoro classico diventa lo specchio deformato di un presente
riconoscibilissimo, nel quale la cultura appare dissacrabile da chi ce l'ha e sacra
per chi non sa neanche dove sta di casa: nel quale non sembra esserci posto
per dei giovani appassionati, lucidi e insieme sinceramente incantati dalla
materia dei loro studi. Una "favola" corrosiva e sorridente, scritta con
un'eleganza pari solo al divertimento e allo stupore di chi legge, e capace di
mostrarci noi stessi come non avevamo mai osato guardarci. (librimondadori.it)
IL
SAGGIO
ORSACCHIOTTO
BOLLETTINO
DELLA BIBLIOTECA
ANNO 9 NUMERO 3 - SETTEMBRE2014
biblioteca
l e o m a j o r