LETTERATURA ITALIANA - Prof. Marzio Pieri

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LETTERATURA ITALIANA - Prof. Marzio Pieri
LETTERATURA ITALIANA - Prof. Marzio Pieri
(corso di laurea in Lettere)
Corso monografico a.a. 1999-2000
La "notte di Como". Tarantin(ando) e un po' Namazian(ando):
Novecento tradito traditore.
Denontiando linee acquisite, ò circoscrittioni linguistiche, & d'area da manouale dei
giovani Sploratori nonche Valutationi da Bolgiadiprontosoccorso, vuolsi metter'à fuoco
un processo di lettura Acrònico, inesauribile, et a fondo Perduto, solo per quei, che
Brami Impelagar(si) Dis/intereffatta, & materialistica mente. E' vietato l'accesso ai
Bonisti, et à i pighri. Il Seminario principale è coftituito da una lettura dell'Adone (1623)
come testo dell'antibar(.)cco*. *Seminarii accessorii copriranno [con intenzione
compensativa senon dialettica, e come speditivo al "saper leggere" a sgabello del "saper
scrivere"] il particolare della prosa non narrativa cinquecentesca (nello specifico
Machiavelli), del teatro secentesco (l'Adamo di G.B. Andreini) con escursioni nella lirica
marinista e antimarinista (e. g. Achillini, Artale, Pasini, Guidi, Lubrano), delle scritture
liriche neoclassiche (da Monti a Carducci). La Bibliografia concepita come interminato
spazïo si andrà concretando (ma aspirando a complicazione) nel vivo di vive lezioni (:) e
d'un dolente passaggio.
PARTE ISTITUZIONALE
Primo esame
Le prime due Cantiche della Commedia di Dante.
Letteratura italiana dalle Origini all’Unità d’Italia.
Secondo esame
La terza Cantica della Commedia di Dante
Letteratura italiana dal 1861 al Novecento incluso.
Lettura di due classici a scelta dello studente, corrispondenti a un tomo ciascuno di una
delle principali collezioni di classici della Letteratura italiana (p. es.: I Meridiani
Mondadori, La Letteratura italiana Ricciardi, I Classici italiani della Utet, Gli Scrittori
d’Italia del Laterza e simili).
Lo studente che desideri passare ad un corso di Letteratura italiana alternativo e parallelo
può farlo solo relativamente al primo esame.
N.B. – Le avvertenze relative a modalità d’esame, prove scritte ed eventuali passaggi di
corso sono visibili nella bacheca del Docente.
PROPOSTA BIBLIOGRAFICA INIZIALE SPECIFICA
o. Per volgare che la cosa sia per risultare - e me ne scuso, se fosse necessario come
temo, con gli studenti - ho deciso che non era decente sottrarsi, in questa contigenza sia
pure di lana caprina del trapasso millenario, a un tentativo di bilancio delle forze
culturali, letterarie, ideologiche, poetiche, e via sedicendo, e bum-bum, del secolo giunto
a chiusura. Che è stato faticoso, a viverlo, ed è faticoso, a ripensarlo; con un vantaggio
"negativo": ci siamo liberati di quasi tutti i senapismi e cataplasmi; e chi da questa
liberazione sia riuscito chiarito e fortificato, come davvero chi esca bruciacchiato da un
"auto da fé", ma ancora vitale e deciso a farsi trovare, dalla morte, vivo, ne scaccia gli
svolazzi serotini, ed i colpi untuosi di coda di schifosa orca moribonda, con un colpettino
di dita, uno scrollar di spalle, una risata. Meglio, meglio morire di riso. Morirono di riso
l'Aretino e Margutte semi-gigante; e sono fra le creazioni meno deprimenti della nostra
mitologia letteraria. Prima degnità: - fare a meno delle scorciatoie, dei "bigini" e delle
prese d'atto a libro chiuso.
I. Una parte del corso - era una fra le scelte possibili e le offriva sostanza di probabilità il
fatto che a questo il tenutario del banco ha dedicato a lungo le migliori sue forze di
studioso - si dedicherà alla revisione di una delle tante idee ricevute e correnti: - che il
Novecento (e più l'ultima delle sue parti) sia stato un secolo neo-barocco. Ebbene,
andiamo allora a vedere un poco da vicino i "barocchi" veri (che, frattanto, e com'è
arcinoto, non seppero, stando, di esserlo).
Rileggeremo, dunque, l'Adone di Giambattista Marino (Parigi 1623); e questa rilettura
sarà sostenuta, bilanciata e avvalorata o contraddetta, dalla lettura (in sede di seminario;
uno dei seminari, che al corso faranno sponda; e sarà quello tenuto dalla dottoressa
Ruffino) dell'Adamo "sacra rappresentazione" di Giambattista Andreini (Milano 1613).
<Dell'"Adone" il poema "essenziale" del vero o preteso "barocco", esisterebbero, uscite a diverse
riprese nell'ultimo venticinquennio, quattro edizioni: due curate dall'autorevolissimo padre
Giovanni Pozzi da Locarno (la prima per l'editore Mondadori, con un intero volume di commento a
molte mani di allievi del maestro, la seconda, con belle illustrazioni coeve e più corretta, per gli
Adelphi di Milano), e due curate dal Pieri medesimo (la prima per la collana degli "Scrittori
d'Italia", fondata dal Croce in età filo-barocca, [ma poi il Croce ci ripensò], per l'editore Laterza di
Bari; la seconda per la collezione, in corso di completamento, dei "Cento libri per mille anni" del
Poligrafico dello Stato, diretta da Walter Pedullà) ma hanno tutte e quattro una caratteristica
comune: o sono esaurite (la Mondadori, la Laterza e, temo, anche l'Adelphi) o sono inacquistabili in
libreria (la collana del Poligrafico si vende solo in abbonamento a scatola chiusa - comunque
disponibile, per l'edito e, in prospettiva di tempo, per l'ancora inedito, presso la Biblioteca
dell'Istituto di Filologia Moderna). Questo ci indurrà a servirci, temo, di fotocopie, via via che si
passerà ai vari canti (e son venti; di durata crescente) del poema.>
L'"Adamo" è invece facilmente reperibile (in Istituto) come numero 2 dei "Quaderni dell'Archivio
Barocco", serie diretta (e realizzata senza fini di lucro) dal Centro Studi dello stesso nome, con sede
presso l'Istituto di Filologia Moderna. Valga come notizia: nei "Quaderni" si mira a far confluire il
risultato, quando lo meriti, delle migliori tesi di laurea prodotte da allievi del Prof. Pieri o di altri
docenti dell'Istituto a lui legati dall'opera comune e da stima reciproca.
La lettura del poema mariniano e della "sacra rappresentazione" andreiniana si
appoggeranno allo studio di: M. Fieri, "Fischiata XXXIII. Un sonetto di
Giambattista Marino" [ed è quello sulla famigerata, e molto equivocata, "meraviglia"],
Parma, Pratiche editrice, 1992. <Altra lettura di grande utilità potrebbe risultare (ma è solo
reperibile e consultabile nelle biblioteche) almeno: Luciano Anceschi, "Del Barocco ed altre
prove", Firenze, Vallecchi, 1953. Alternabile con "L'idea del Barocco. Studi su un problema
estetico", del medesimo Autore, Bologna, Nuova Alfa, 1984.>
II. Visto che si è fatto il nome di Luciano Anceschi, studioso-chiave fra estetica e
letteratura, barocco e neobarocco, avanguardia e neoavanguardia, punto di riferimento e
di formazione di molta poetica (anche "cattiva") e di moltissimi intellettuali e poeti
(anche buonissimi) del secondò Novecento, in Italia, ci si permetta di consigliare, come
lettura-choc (e introduzione all"'altra faccia", quella anzi antibarocca, neoclassica,
neoclassicistica, puristica e leopardiana, del secolo), quello che deve essere stato l'ultimo
davvero (anche per metodo; e anche per "sapienza") esemplare dei suoi innumerevoli
scritti: "Un laboratorio invisibile della poesia. Le prime pagine dello "Zibaldone"",
Parma, Pratiche editrice, 1992. Questo per il versante "classicista". Per il versante
"anticlassicista", Edoardo Sanguineti-Jean Burgos, "Per una critica
dell'avanguardia poetica in Italia e in Francia", Torino, Biblioteca Bollati
Boringhieri (Lezione Sapegno 1995).
III. Per il discorso cui si richiama (chiassosamente; e se ne chiede scusa, ma si deve?, in
quest'età dello slogan ..., a studenti, e a colleghi) il titolo del corso (ed è discorso sulla
"decadenza" e sul "manierismo" come ricaduta ovvia, e come antidoto manifesto e
precario, della decadenza):
- per Tarantino lo studente dovrebbe premurarsi circa la visione preliminare (almeno
per "cassetta", facilmente acquistabile) dei suoi film proverbiali - Le iene, Pulp Fiction,
e Jackie Brown -; e aiutarsi nella ricognizione su senso e valori o disvalori di questo
cineasta "in progress" (se progresso sarà ...) quantomeno con la monografia a più mani
dedicatagli dalla rivista cinèfila "Garage-Cinema Autori Visioni" della Paravia
scriptorium (Torino 1996).
- per Rutilio Namaziano (sec. V d. C.) si vegga di lui: "Il ritorno", a cura di
Alessandro Fo, Torino, Einaudi (Collezione di poesia 234), 1992. <La lettura può essere
rinterzata con quella dei "Poeti latini della decadenza", a cura di Carlo Carena, Torino, Einaudi
(Collezione di poesia 205), 1988. E - più in generale - col primo, importante prodotto di una
"Ovidio Renaissance" in corso, ora, anche in Italia: Ovidio, Opere, I. Dalla poesia d'amore alla
poesia dell'esilio, edizione con testo a fronte a cura di Paolo Fedeli, Torino, Einaudi, Biblioteca
della Pléiade, 1999>. La conoscenza, comunque indispensabile a qualsiasi colto lettore
anche non universitario (e di "lettere"!) del tronco del Satyricon di Petronio, dovrebbe
appoggiarsi almeno comunque a tre recenti pilastri:
(i) Edoardo Sanguineti, "Il gioco del Satyricon" (p a r o d i a), Torino, Einaudi, 1970;
(ii) "Fellini-Satyricon", f i l m, 1968 [cercando, magari, nelle biblioteche specializzate,
come dovrebbe poter essere quella della cattedra di storia e istituzioni cinematografiche
della facoltà, il libro dedicato al film, con quel titolo, a cura di Dario Zanelli, Bologna,
Cappelli editore, 1969, nella oggi estinta collana "Dal soggetto al film" diretta da Renzo
Renzi, n. 38). Quanto a Fellini, personaggio essenziale della cultura non solo
cinematografica e non solo italiana dagli anni 50 agli incipienti anni 90, vedere almeno il
libretto dedicatogli dalla grande dantista, e francesista, Jacqueline Risser,
"L'incantatore. Scritti su Fellini", Milano, Libri Scheiwiller, 1994; e l'album a fumetti
di Milo Manara, "Viaggio a Tulum. Da un soggetto di Federico Fellini per un film
da fare", Milano, Rizzoli, 1990, o Montepulciano, Edizioni del Grifo, 1991;
(iii) Bruno Maderna, "Satyricon", o p e r a m u s i c a l e su l i b r e t t o p o 1 i g l o t t
a dello stesso Maderna, 1973 [ne esistono due registrazioni in compact, fra cui quella,
incompleta, diretta dall'Autore].
L'attitudine a muoversi fra i "generi" e le arti diverse è presupposto indispensabile per il
lettore moderno; e non si esclude che, su questa instituzione formati, si possa anche
accingersi alla lettura dell'opera postuma di P. P. Pasolini, "Petrolio", romanzo, Torino,
Einaudi, 1992 [per le cure filologiche del romanista sommo Aurelio Roncaglia].
IV. A questo punto, data la difficoltà di orientarsi che un principiante (o un provetto,
anche, di mentalità diciamo letteraria ristretta; ossia solo italiana, ministeriale, e,
lontanamente, manzoniana "for ever") può incontrare su questo estremo Pasolini "estremo" anche nel senso in cui si parla, oggi, di sport "estremi", cioè fortemente arditi
e per chi gli puzza la vita - (ma anche, in fondo, sull'oggi addomesticato,
scolasticamente, e indegnamente, Gadda; su Pizzuto, su D'Arrigo, su Consolo, su
Vittorini, sullo stesso, addomesticato e quasi barbaramente impascolito, Palazzeschi,
ecc. ecc. [ q u a s i t u t t i g l i s c r i t t o r i e i p o e t i i t a l i a n i n o v e c e n t e s c h i
degnidiesserelettisonostatioradiatidall'alboedemarginat
inell'ospedaledeicervelliincurabili;ocastratiinriduzioni
adusumdelphini,magaricolconcorso,benpagato,difilologi
, s o c i o l o g i , p e d a g o g i s t i e a l t r i i n f e d e l i n o n d ' a m o r e ]), si
ricordano alcune letture ("rarae nantes ...") che si possono fare:
per esempio, la ricostruzione piuttosto eretica del Novecento italiano ed europeo avviata
da Ruggero Jacobbi ("L'avventura del Novecento", a cura di Anna Dolfi, Milano,
Garzanti, Saggi Blu, 1984), che da sola basta a scorbacchiare tutti i guglielmini e gli altri
bigini raccomandati da una scuola di professoresse che non leggono a degli studenti che
non hanno voluto mai leggere;
il tronco affascinante (ma oggi remoto, nel gusto e nei criteri di selezione; e, per questo,
lentamente, "accettato" anche nella scuola) di storia del romanzo affidato a memorabili
lezioni da Giacomo Debenedetti, "Il romanzo del Novecento", Milano, Garzanti,
Saggi Blu, 1971 [con presentazione di Eugenio Montale];
certi riepiloghi illuminati, ma fermissimi, come "Critica e storia. Rendiconti di fine
secolo", di Nino Borsellino, Roma, Kepos Edizioni, 1993;
le mirabili "Fantasie di avvicinamento. Le letture di un poeta", del poeta sommo fra i
sommi Andrea Zanzotto (Milano, Mondadori, 1991).
Aportatadimanodellostudente,quiaParma,esepaianoninde
ce n t e g i u s t a p p o r r e a i m a s s i m i p i ù u m i l i m a s e r i s s i m e c o s e , d u
e s i l l o g i d i b r e v i s t u d i s u l r o ma n z o i t a l i a n o n o v e c e n t e s c o , r i s
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allievidelPiericomeCapoferri-Mangione-Ugolotti,"L'or
o d i p o n g o " , P a r m a Z a r a ed - , L a B e s t i a r a r a 1 2 , 1 9 9 7 [ s a g g i s u l l
a l e t te r a tu r a i t a l i a n a a l l a s v o l t a d e l 1 9 4 1 ; s u l l a n a r r a t o l o g i a u
scitadallaneovanguardia;suArbasino,Pascoliniecc.]oAA.
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a n g a n e l l i , P i z z u t o ] . <Ma, come modo di scrivere la storia del contemporaneo si
vorrebbe che tutti conoscessero il "Projet d'histoire littéraire contemporaine" [1923] di Aragon,
Paris, Digraphe, 1994. Non è l'esame di "francese", il libro non è reperibile in Italia, Aragon è
difficile, si sa, non è possibile: si sa.>
P.S. A questo punto, chiedo allo Studente di permettermi di mantenere "aperta" la
bibliografia dei testi che si potranno concretamente avvicinare, leggere, assaporare,
comentare, nella misura stretta delle lezioni possibili. Mi limito ad anticipare alcuni
appuntamenti presunti o dichiarabili:
il "Fanciullino" (e i "Poemi conviviali"; e qualcuno dei "Carmina") di Giovanni
Pascoli, magari attraverso le letture "mirate" (dunque, scandalosamente pretestuose) di
Agamben, di Perugi, di Garboli, di Treves; e - per il "Latino del Pascoli" - di A. Traina.
MafarKa il futurista di Marinetti [1910]. <Ma, anche Sàlgari. - E "Zig Zag. Il romanzo
futurista" a cura di Alessandro Nasi [scritti, illustri o tramontati, di Soffici, Corra, Primo Conti,
Ginna, Benedetta ... e Marinetti stesso], Milano, Il Saggiatore, 1995.>
Di Palazzeschi almeno due cose delle più extravaganti e malnote: "Due imperi ...
mancati" [1920] e "Interrogatorio della contessa Maria" [postumo; Milano,
Mondadori, 1988; probabilmente risale al '21-'26].
A specchio di questo, un romanzo svalutato di Moravia [il massimo narratore italiano
del 900], "La vita interiore" (Milano, Bompiani, 1980): sulle "radici" del terrorismo.
Di Alberto Savinio, "Hermaphrodito e altri romanzi", Adelphi, 1995 (contiene col
capolavoro del Savinio avanguardista, inoltre, "La casa ispirata", "Angelica o la notte di
maggio", l'Introduction à une vie de Mercure, Tragedia dell'infanzia e Infanzia di Nivasio
Dolcemare, Il Signore Dido e l'Innocenzo Paleari, fra i quali titoli andare vagando quasi per un
arcipelago).
Di Pirandello, magari l'"Enrico IV" (confronto con "La cena delle beffe" di Sem
Benelli; e con la riduzione che ne fece Carmelo Bene). <Ma, di Pirandello, anche qualcuna
delle lettere scambiate con Marta Abba, da adirsi nel volume ad esse dedicato nei "Meridiani" del
Mondadori.>
Fra gli scrittori "europei", daremmo la preferenza ad Arturo Loria: uno per tutti (e
leggeremmo i racconti "Il falco e Fannias Ventosca" [recentemente ripubblicati a
Firenze dai Giunti]).
Per i poeti, si potrebbe partire da "I poeti italiani della "Voce"", anche recentemente
riediti [a cura di Paolo Febbraro; Milano, Marcos y Marcos, 1998];
ma poi non si scanseranno - dei classici "per eccellenza" - almeno gli "Ossi di Seppia",
di Montale, anche se, per Montale, si vorrà poi vedere il ciclo tardo dell"'autodafé" (e,
da ultimo, il "Dovuto a Montale" di Dante Isella: Milano, Archinto, 1997).
Contest(ual-/ativa) mente, anche se è difficile reperirle, leggeremo le poesie italiane di J.
R. Wilcock (ed. Adelphi) e quelle del meraviglioso slavista A. M. Ripellino (ed.
Einaudi).
Di Saba si preferiranno le "Scorciatoie e raccontini", in prosa.
Degli "ermetici", Sandro Parronchi, da adire nella recente auto-antologia uscita negli
"Oscar" Mondadori/Poesia.
Di Vittorio Sereni, il "poemetto improprio" "Un posto di vacanza" e le prose de "La
traversata di Milano" (in "La tentazione della prosa", a cura di Giulia Raboni,
Milano, Mondadori, l998).
Di Gadda, "L 'Adalgisa". Di Vittorini, almeno, "Le donne di Messina". E il "Diario
in pubblico".
Di D'Arrigo, "Horcynus Orca". Per finire con "Coblas. Il mistero delle sei stanze"
(di Fo, Vecce, Vela; Milano, All'insegna del pesce d'oro: 1987), "Il talento", romanzo
di Cesare De Marchi (Milano, Feltrinelli, 1998), e il "Diario d'utopia" di Maria De
Lorenzo (Roma, Empirìa, 1999).
Altro si teme non potrebbe entrarci. Ma la speranza è l'ultima a morire; e il timore
centuplica le forze; e poi: " c h i h a v i s t o h a v i s t o " (Pietrino Bianchi, l'inventore di
"Con Pasta Barilla è sempre domenica", ai giovani, presuntuosi cinéphiles attaccati
all'ultima moda); e, dunque,: "chi ha letto ha letto". Dio ci perdoni i silenzii. Non pochi
necessitati ("un corso è un corso un corso un corso"). Non pochi intenzionati ed
esemplari; ripurgativi.
Quanto allo spettro dell'esame, diciamo che ogni studente si presenterà con una
"lista minor" - ma ragionata - di letture fatte, all'interno della "lista major" (e "in
progress") qui squadernata. E' ovvio che il professore non fa il libraio; quindi, si ponga
silenzio alla querimonia sui soldi "dove li prendiamo". Si tratta, qui, di un'ecstasy
diversa (e, in fondo, meno costosa, anche se, ammetto, più pericolosa). Del resto, è quasi
impossibile procurarsi anche per un riccone, più del 10-20 per cento dei libri qui
suggeriti, in una corrente libreria. <Un tempo, nelle librerie, ci si passavano (da studenti) i
pomeriggi, fino a ora di chiusura; e sbircia qui che io sbircio là, senza spendere un soldo, si leggeva
di tutto. Ma ora.> Ora (ma anche allora) il luogo di studio di uno studioso è la
Biblioteca. <P r e m e r e s u C h i d i d o v e r e p e r c h é s i a n o s e m p r e a p e r
t e . A n c h e d i n o t t e . > L a n o t t e p o r t a c o n s i g l i o . E si copia (ancóra il
modo migliore di apprendere, almeno in letteratura; in alternanza, leggere a voce alta;
magari al registratore; e risentirsi) e si fotocopia quello che non si può altrimenti trovare
pagando (si ricorda che una fotocopia abusiva è passibile di colla, fustigazione,
fucilazione o altro ad arbitrio di S.E.).
Diciamo una decina di testi - almeno e a occhio e croce - pro capite. Addio.