BERLUSCONI E` COME PRODI ECCO PERCHE` L
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BERLUSCONI E` COME PRODI ECCO PERCHE` L
BERLUSCONI E’ COME PRODI ECCO PERCHE’ L’unico consiglio che mi sento di dare – e che regolarmente do – è questo: Combattete per quello in cui credete. - Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. - Ma solo una potrete vincerne. Quella che s’ingaggia ogni mattina, davanti allo specchio. (Indro Montanelli) PREMESSA Mettevi comodi, prendete una bibita, e prestate attenzione a quello che state per leggere. - Quando avrete finito di leggere prendete un po’ di tempo per pensare, e mi raccomando cercate di non trarre conclusioni troppo in fretta, perché quello che state per leggere, non è di immediata comprensione, e rischia di generare spiacevoli fraintendimenti. Voglio precisare da subito che sono un conservatore, sono filo-americano e per questo “NON POSSO” essere fascista. Ma risulterà chiaro a tutti, che scrivo il mio pensiero da una posizione molto anticomunista, anti-marxista, e con una visione della vita orientata a quell’umanesimo cristiano d‘altri tempi che ha dato la base alla nostra società civile. Cos’altro posso dire, ho seguito il “Cavaliere” da quando è nato, “politicamente parlando”, e quindi ho creduto fino ad oggi al suo modo di fare politica. Ma il nostro stimatissimo Presidente del Consiglio dei Ministri, da un po’ di tempo sta gradualmente perdendo punteggio. E quando parlo di punteggio non parlo di vuote cifre. Io parlo di persone, che non si identificano più nella sua azione di governo. - In sintesi, se si votasse domani, molti di quelli che erano a Napoli - Piazza del Plebiscito il 4 Aprile 2008, non gli rinnoverebbero mai più la fiducia. Anzi sono oltremodo convinto che molti di loro non andrebbero nemmeno a votare. IL PRIMO SCRICCHIOLIO LA POLITICA ESTERA E’ POCO CHIARA Il Cav. Silvio Berlusconi, si presenta da sempre a noi elettori come l’anticomunista, l’imprenditore che ama il suo paese, che si presta alla politica, per evitare che forze oscure e illiberali governino nella nostra fragile democrazia. E in effetti grazie al nostro Cav. Silvio Berlusconi abbiamo attraversato il trambusto che ha determinato la fine della Democrazia Cristiana, da molti detta la “balena bianca“. Ma poi ad un certo punto, il nostro Cavaliere ha cominciato ad inciampare nelle corde dello steccato che lui stesso si era costruito. Ecco vado al sodo, era il 2006 e ricordo che Prodi fu accusato da noi elettori del centro destra, di essere un manichino nelle mani di D’Alema, Prodi teneva fermi i lavori della TAV, non voleva il “Nucleare Italiano”, alzava le tasse, ed era un servo della Russia e della Cina. Così quando in Italia venne a farci visita il Dalai Lama, il caro Romano Prodi, non volle nemmeno vederlo. Tuttavia Romano Prodi fu coerente con la sua idea, se era amico del dragone, non poteva incontrare il Dalai Lama, senz‘altro, questo gli va riconosciuto. Ma due anni dopo, fu la volta di Berlusconi, che avrebbe dimostrato in che modo e in che misura fosse stato anti-comunista. Lui avrebbe dovuto accogliere a braccia aperte “il grande pensatore del tetto del mondo”, ma con grande sorpresa di molti giornalisti di DESTRA, non fu così. Silvio Berlusconi fece esattamente come Prodi, e noi non la prendemmo così bene, tuttavia, il mistero rimaneva e ognuno di noi intimamente pensava: “PERCHE’ BERLUSCONI NON INCONTRA IL DALAI LAMA? La risposta a questa domanda arrivò molto tempo dopo, intanto vediamo chi lo aveva incontrato in passato. E ci accorgiamo che questo simpatico pensatore orientale, fu accolto amichevolmente del Papa Giovanni Paolo II. In più occasioni fu accolto negli Stati Uniti, sia dal Repubblicano George Bush, che dall’attuale presidente Democratico Obama. Mentre qui da noi, vediamo già nel 2008 un diverso atteggiamento del Presidente della Camera Gianfranco Fini, che mostrandosi presente e attento alla causa del Dalai Lama, si mostrò più capace del premier Berlusconi, nel rappresentare noi votanti conservatori, che rischiavamo di fare una triste figura. Fu da questa occasione che cominciai a notare di essere più vicino a Fini che non Berlusconi. Ma chiaramente, il Tibet è lontano, e le grida dei monaci buddisti picchiati a sangue dai “COMUNISTI”, noi in Italia non le abbiamo sentite. BERLUSCONI NON E’ DI DESTRA BERLUSCONI SILVIO E’ DA SEMPRE COMPAGNO SOCIALISTA Ma tornando al nostro Silvio Berlusconi, non è certo un incontro mancato, che fa di lui un “comunista”, sarebbe banale e patetica una cosa del genere. Ma seguitemi perché il bello deve ancora arrivare. Visto che il nostro premier di “Destra ?!?“, non preferisce certi contatti. Allora proviamo a vedere quali sono i suoi interlocutori preferiti. E magari facciamo un confronto con quelli che tuttora riscuotono le simpatie di Romano Prodi, così facciamo un confronto all’americana fra Prodi e Berlusconi, giusto per vedere quanto questi due personaggi siano simili. E cominciamo con alcune foto degli amici di Silvio Berlusconi. Tutto ebbe inizio nella prima repubblica, con un socialista. - Bettino Craxi, “il crac” era già presente nel cognome. Ma cosa ci vuoi fare a quei tempi, sia i dipendenti pubblici, che i privati, persero grazie a lui alcuni punti di scala mobile, un bel danno per il potere d’acquisto dell’epoca. Ma non contenti di questi tagli, la garanzia di vedere un salario al passo con l’inflazione, sparì del tutto. E ricordo che all’epoca l’inflazione era a due cifre. I sindacati piombarono nel caos, e il potere della concertazione fu buttato alle ortiche. Così tutti i lavoratori dipendenti, senza “la scala mobile” videro ridimensionato il loro potere d’acquisto. E l’inflazione, ha logorato le famiglie e i dipendenti pubblici e privati, fino all‘ingresso nell‘euro. Detto questo, non mi è chiaro quale beneficio abbia avuto “il popolo” dall’abolizione della scala mobile. Ci sarebbero da dire altre cose su Craxi, tipo la crisi di Sigonella, e il sequestro della nave Achlle-Lauro, che vide un Craxi troppo spostato sull’asse arabo-palestinese, e teso a legittimare Arafat. Quel sequestro che costò la vita al prigioniero israeliano Klinghoffer, fu gestito da lui con profondo disprezzo per le forze atlantiche, ed in contrasto con Israele. Quel fattaccio lacerò i nostri rapporti con gli Stati Uniti e Israele, e verso l’allora presidente Ronald Reagan. Craxi fu famoso per il cambiamento di fronte, e la politica estera anti-israeliana, condotta negli anni ’80, caratterizzata dalle intense trattative con Arafat e con i membri dell’OLP, di segno totalmente opposto agli altri membri della NATO. Così Craxi, con la sua spregiudicata invadenza, rese nulle le fatiche precedenti di Alcide De Gasperi, che ci vedeva uniti nel “PATTO ATLANTICO”, e fece passare il messaggio che noi italiani siamo sempre pronti a cambiare bandiera. E per concludere in bellezza, ricordo la telefonata di Craxi a Gheddafi, per salvare il dittatore libico dall’incursione lampo di Reagan. Quella fu la ciliegina sulla torta. Infatti, se non ricordo male, l’incursione Statunitense verso i libici, avvenne per difendere la nostra terra dai famosi missili sottomarini di Geddafi, che non raggiunsero mai l’isola di Pantelleria, ma furono lanciati con l’intento di nuocere al nostro paese. E’innegabile l’ingratitudine della politica estera condotta da Bettino Craxi verso gli Stati Uniti, quest’ultima fu una costante intollerabile, e quindi un ringraziamento ironico, qui ci vuole proprio. Dopo tutto se siamo la repubblica delle banane, il merito e anche suo. Grazie Craxi, non ti dimenticheremo mai ! Ma il tempo passa, e Silvio Berlusconi, da allievo di Bettino, diventa maestro, e prende le redini della politica nelle sue mani, ed ecco cosa succede. Dite un po’ cari elettori di destra e dintorni, filoamericani e affini, centristi e cattolici, votanti e rappresentanti che a vario titolo fate parte della società civile italiana, siete contenti della sudditanza che il nostro premier mostra nei confronti di questo dittatore? Vi sentite rappresentati da lui? Provate a rispondere, e pensate che un Reagan, Churcill oppure qualunque politico di un paese civile occidentale, si presti a queste emerite pagliacciate? Fermiamolo per cortesia ! Ma questo non è tutto, trovate le differenze, fra queste due foto. La Russia non è più comunista, e questo lo sappiamo bene, ma non tutti sanno che fine a fatto “il Professore” Romano Prodi, dopo la sua misera caduta nel 2006. Ebbene, il professore ha una cattedra in una rinomata università russa, e continua ad incontrare il primo ministro russo Vladimir Putin. E Berlusconi? Fa esattamente come Prodi, appena può corre in Russia, e in tanto svariate società italiane, come la Wind passano senza fare notizia in mano Russa. La cosa non preoccupa, però incuriosisce. Anche l’Alitalia doveva passare ai russi, secondo una prima ipotesi del premier Berlusconi. - Se non ricordo male, Berlusconi voleva il nucleare in Italia, e Prodi invece No. - Ma a sentire le ultime dichiarazioni di Romano Prodi “professore post-sovietico”, oggi anche lui è di parere favorevole, ma lo dice solo ora che Silvio Berlusconi ha stretto un accordo con la Russia. E quello che segue è una dichiarazione di ROMANO PRODI fatta su: “IL MESSAGGERO” - il 28 Febbraio 2010; Io sono stato fra i pochi che hanno votato a favore del nucleare. L’ho fatto in piena coscienza, per la convinzione che un Paese come l’Italia non potesse e non dovesse uscire da un settore in cui aveva investito tante risorse e in cui, tramite migliaia di tecnici e scienziati, aveva accumulato un’esperienza e posizioni di eccellenza invidiate nel mondo. Se ROMANO PRODI avesse fatto questa dichiarazione nel 2006, lo avrei votato anch’io. Ecco l’ennesima sceneggiata messa in atto per difendere il nucleare che deve arrivare dalla Russia post-comunista, che deciderà di investire nel nostro paese. Ma la mia memoria ricorda, che nel 2006 scomodarono il premio nobel per la fisica Carlo Rubia, per farci dire da lui che il nucleare era pericoloso, e Berlusconi solo un pazzo, oggi assistiamo ad un Romano Prodi addirittura favorevole da sempre al nucleare, “Prof. Mi faccia il piacere …”. Sul tema energetico voglio fare qualche ulteriore considerazione. L’unica centrale nucleare che ha fatto il botto, è quella di Chernobyl, che era sovietica, e guarda caso, chi sarà il partner straniero che ci doterà del “nuovo” nucleare? Non la Francia, non l’Inghilterra, né la Germania o la Svezia. Il partner straniero che ci porterà nell’era nucleare sarà la RUSSIA! Io non sto facendo i salti di gioia. E voi? Pensateci, ma andiamo avanti, perché non è tutto. ECCO UN ALTRO DITTATORE COMUNISTA CHE SI AGGIUNGE ALLA LISTA DEGLI AMICI In Europa è rimasto un solo dittatore veramente COMUNISTA, ed è il premier della Bielorussia, Alexander Lukashenko. Governa quel paese con autorità e determinazione tipica dei paesi dell’america latina, chiaramente alle ultime elezioni l’89% dei voti sono andati a lui, con minacce e metodi poco democratici. Esporta armi per armare talebani e terroristi nei vari conflitti, si definisce un Comunista alla vecchia maniera, e guarda caso, è un grande amico di Hugo Chavez, di Putin, e come è ovvio di Silvio Berlusconi. Questa volta, Silvio ha superato anche Prodi, e si piazza in pole position, nel confronto. Così, secondo le dichiarazioni del noto giornalista Paolo Guzanti, oggi onorevole del PDL, che su internet propone le sue tesi nel sito Rivoluzione Italiana, Prodi era una spia del KGB. Però a guardare le sue frequentazioni, il nostro primo ministro, Silvio Berlusconi non mi sembra così lontano ed estraneo a certi ambienti, anzi a giudicare dagli ultimi casi di cronaca, dai suoi dossier, e dal killeraggio mediatico che prende vita dai suoi giornali, mi sembra molto addentrato nel campo dello spionaggio. Magari scopriremo fra 20 anni che in realtà la vera spia era proprio lui, e Romano Prodi solo un apprendista maldestro. Intanto sono in molti a pensare che per essere amici del premier Berlusconi, il requisito è essere dittatore, e appartenere al partito comunista. - POVERA PATRIA La foto ritrae la piacevole conversazione fra il premier Italiano Silvio Berlusconi e il primo ministro della Cina Wen Jiabao. Così mentre in Norvegia, assegnano un premio nobel a Liu Xiaobo, un Anticomunista cinese, un eroe per quelli come me, perché fare l’anti-comunista in Cina non è affatto facile, e spesso si paga con la vita. - Vediamo il Premier Berlusconi che se la ride con il responsabile della Cina di oggi, di quella Cina che opprime e nega il diritto di “essere umani” a circa un miliardo di persone, provo vergogna per quello che vedono i miei occhi. Sono convinto che né Fassino, né D’Alema sarebbero mai arrivati a tanto, e non esagero se dico che Berlusconi qui ha superato anche Diliberto, e mi sono limitato a considerare solo qualche frammento di politica estera, non ho voluto parlare di tutte quelle riforme mai fatte, né tanto meno di tutte quelle promesse disattese, probabilmente aveva ragione Indro Montanelli quando diceva: Berlusconi è una di quelle malattie che si curano con il vaccino. E per guarire da Berlusconi ci vuole una bella dose di vaccino Berlusconi. Bisogna vederlo al potere. E io mi sono vaccinato, ecco lo scopo di questo testo, fornire il vaccino giusto. LA CINA, E’ IL DRAGONE CHE ESPORTA POVERTÀ IN CAMBIO DELLE NOSTRE RICCHEZZE Sicuramente tutti sanno che la Cina, è diventata una grossa potenza economica COMUNISTA, quindi il marxismo cinese ha dato prova di aver prodotto un elevato livello di disuguaglianze, nei vari strati della sua popolazione, nonché un cospicuo “capitale” in termini di ricchezza. E questo sviluppo economico, se analizzato dal punto di vista dei ferventi credenti marxisti, non si capisce come mai non ha prodotto quella società perfetta, dalla quale ognuno prende quello di cui ha bisogno. In sintesi, la re-distribuzione della ricchezza verso le classi popolari. Questo miracolo, non è mai nemmeno cominciato. Anzi nella terra del dragone si assiste, ad una corruzione galoppante oramai a tutti i livelli gerarchici, e ad un peso sempre più grave che poggiato sulle spalle di una popolazione alla quale l’oligarchia “comunista” chiede sempre e solo “sacrifici umani”, sia in termini di lavoro che sacrifici economici. E le risorse assegnate alle classi più povere, sono sempre insufficienti. Quindi questi cinesi, da vere vittime di un sistema di schiavismo che ricorda molto da vicino il sistema sociale dell’antico Egitto, si ritrovano in un ambiente sempre più inquinato e si vedono privati da ogni bene prodotto dalle loro stesse mani, perché ogni cosa prodotta in Cina viene fatta quasi elusivamente per soddisfare le esigenze di un paese straniero. Stando così le cose in Cina, non credo che un paese così, possa offrire qualcosa di buono a noi che di problemi ne abbiamo già tanti. E poi visto che l’Italia è un paese che vive maggiormente, di esportazioni, e considerando che di solito la Cina, non importa quasi nulla, non capisco il vantaggio che ci porterebbe un accordo commerciale con un paese che si propone quasi esclusivamente con il ruolo del venditore. - E allora? La risposta ha il tono di una profezia, perché sia noto, la Cina riempirà i nostri magazzini di prodotti scadenti e tossici, e molti saranno costretti a comprare tali prodotti per esigenze economiche legate alla crisi. Le vere vittime saranno le famiglie e tutti coloro che hanno un basso reddito, perché non potranno scegliere altro, e per tirare a campare, si accontenteranno di acquistare cinese. Ma questo farà aumentare la domanda di prodotto e gradualmente aumenteranno anche i prezzi, così otterremo una Cina sempre più ricca, che ci venderà prodotti sempre più scadenti, e tutto questo non sarà dovuto solo a Romano Prodi. - Responsabile di questo possibile scenario risulterà essere Silvio Berlusconi, che ha affermato in campagna elettorale il contrario di quello che sta già accadendo. Pertanto con questo accordo ha spalancato le porte, già aperte da Prodi, e ha fatto entrare il dragone Cinese dalla porta principale, e con tanto di tappeto ROSSO. Sul campo di partner stranieri, in realtà ce n’erano tanti altri, e tante strade percorribili, prima di svendere il nostro paese ai Cinesi. - Insomma devo suggerire proprio io? Allora, si poteva fare accordi commerciali con l’India per esempio, è uno stato che cresce come la Cina, ma con prospettive di sviluppo leggermente diverse, e mantiene svariate eccellenze in vari settori, con prodotti dotati anche di una discreta qualità, perché dunque si è seguita questa strategia di ingigantire il monopolio economico cinese? - Era già noto ai tempi della visita del Dalai Lama in Italia nel 2008, che Silvio Berlusconi stava calpestando il sentiero di Romano Prodi? - Il dubbio, è legittimo è la risposta oramai è sotto gli occhi di tutti. QUALE FUTURO E' ANCORA POSSIBILE ? I bei tempi sono passati, i veri anti-comunisti del fare, sono oramai storia, e molti come me hanno un po’ di nostalgia, specialmente quando si guarda chi eravamo, e cosa siamo diventati. Ricordiamo Ronald Reagan, lui era un super eroe, ci ha fatto sognare, con lo scudo spaziale anti-missile che avrebbe neutralizzato in aria i razzi provenienti dal blocco comunista. Papa Giovanni Paolo II, sarà ricordato per aver diffuso il suo messaggio di pace in ogni angolo della terra, e soprattutto per aver innescato la reazione che ha portato al crollo del muro che divideva il mondo in due blocchi. Oggi guardando i giornali vediamo una Cina che domina, e un Europa che fa fatica. Nel nostro paese assistiamo ad una situazione stagnante, che non produce nessuna decisione utile a superare la crisi, e un governo dilaniato da forti contrasti anche interni alla maggioranza. Così invece di unire le forze e l'ingegno, ci ritroviamo persi in pittoresche manifestazioni, che dividono un paese con equilibri già fragili, allo stesso modo in cui fecero i coloni olandesi in Ruanda. Solo che nel caso dell'Italia, non riesco ancora a vedere chi è il colonizzatore che ci vuole divisi. Ma una cosa è certa, mentre molti pensano questi inutili diversivi, qualcuno prende il nostro paese da nord a sud, e lo consegna nelle mani della Cina. E costui si chiama Silvio Berlusconi !!! CONCLUSIONE Abbiamo visto in queste foto e in queste pagine che gli amici di Silvio Berlusconi, sono gli stessi di Prodi, D’Alema e Diliberto. Abbiamo osservato che il PDL ha una politica estera che ancora segue le linee guida dettate dal socialista oramai defunto Bettino Craxi. Considerando tali eventi, notiamo che il nostro paese si allontana sempre di più, dal patto atlantico, per seguire una linea che ci avvicina alle repubbliche ex-sovietiche. È utile ricordare, che è gia successo in passato che un socialista interventista, che frequentava cattive compagnie, ci trascinò nel orrore delle leggi razziali, così, giusto per completare il quadro, ci troviamo un “CIARRAPCO“ onorevole, e Fini fuori dal PDL, ovviamente gli israeliani di queste posizioni, non credo che ne pensino bene. Così ci accorgiamo che i rapporti con il nuovo premier britannico David Cameron, non sono così buoni come lo sono al contrario con il premier libico Geddafi, e questo è allarmante, se consideriamo quanti sforzi e con quale sacrificio, siamo entrati in passato a far parte dei sette grandi paesi industrializzati, e tra i primi fondatori della Comunita Economica Europea, voluta da Alcide De Gasperi. Voglio invitare a riflettere, prima che sia troppo tardi. - Dalla Norvegia è arrivato un monito, con l’assegnazione del premio nobel all’Anticomunista Liu Xiaobo, e trovo curioso che Obama invita la Cina a liberare il dissidente ora premio nobel, e il nostro premier sedicente - Anticomunista - non spende nemmeno una parola sui diritti umani e sulla liberazione di quel prigioniero politico. Allora diventa chiaro un’altro tipo di interpretazione, basato sui fatti e non sulle chiacchiere che manda raccontando dai suoi giornali. E non si tratta nemmeno di interpretare, ma semplicemente di ricordare e confrontare, per capire chiaramente chi è Silvio Berlusconi. Si presenta in televisione mostrando L’Unità, per mostrare a tutti che Stalin è Morto, ma non lo mostra al pubblico di sinistra, perché il giornale lo mostra dal salotto di Bruno Vespa, così solo il più acuto capisce che in realtà Silvio Berlusconi, è un suo ammiratore, e inconsciamente manifesta il suo più alto desiderio represso. Cari lettori Stalin è morto, ma Silvio vuole prendere il suo posto. Io ci avevo creduto. Isacco Luongo