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Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1, co. 2, DCB Venezia - In caso di mancato recapito, restituire all’Ufficio di Venezia C.M.P. detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. Anno V - N. 4 - Periodico trimestrale - Ottobre-dicembre 2004 NOTIZIARIO IN QUESTO NUMERO: Sessant’anni dopo I raduni di Gorizia e Migliarino Riflessioni dal Verano Il gagliardetto della Decima a Mentone 1954-2004: a San Giusto suona ancora la campana Trieste e dintorni Decima in miniatura La fine del C.B. 6 in Adriatico Bibliografia sulla X Flottiglia MAS I nostri libri Notizie ASSOCIAZIONE COMBATTENTI X FLOTTIGLIA MAS Sede legale e segreteria amministrativa: Via XXIV Maggio, 142 - 29100 Piacenza - Tel. 0523 498532 / 452320 - Fax 0523 480817 In copertina: illustrazione postbellica dedicata alla X Flottiglia MAS. Sopra: vignetta di Giorgio Forattini per il cinquantenario del ritorno di Trieste all’Italia (da “Panorama”, n. 45, 4 novembre 2004). 2 Posta da campo Sessant’anni dopo ono trascorsi sessant’anni da quella scelta essenziale per tutti noi. Con entusiasmo giovanile, uniti a numerosi combattenti del primo periodo di guerra, aderimmo in diciottomila alla X Flottiglia MAS, una delle espressioni più gloriose del volontarismo italiano. Non solo una formazione militare, ma una scuola di vita, che ci ha permesso più tardi di primeggiare nelle professioni mantenendo la nostra dignità di uomini liberi. Sull’esempio degli eroi di Alessandria d’Egitto, Malta, Suda e Gibilterra abbiamo continuato a interpretare al meglio quei concetti che differenziano l’uomo vero da chi si piega ai compromessi della vita quotidiana. Qualunquismo? Retorica? Niente di tutto questo. A confermarlo è l’entusiasmo dei tanti giovani che accorrono a ingrossare le nostre file in un periodo di crisi per le associazioni d’Arma. Evidentemente percepiscono la nostra ricchezza più grande: la capacità di pensare al futuro nella continuità, con lo stesso spirito di allora. Le offerte che pervengono al nostro giornale sono in larga parte di simpatizzanti, alle volte molto generose. E poi le tesi di laurea sulla Decima, S il successo del nostro stand a Militalia (un ringraziamento a Farina e a Fiamma Morini, sacrificatisi anche quest’anno), il Campo della Memoria finalmente sacrario militare, il rispetto manifestatoci a numerose cerimonie ufficiali. Come in occasione del cinquantenario del ritorno di Trieste all’Italia, nel corso del quale è stata concessa la medaglia d’oro al valor civile al “nostro” Paglia, marò combattente a Tarnova, ucciso durante una manifestazione patriottica in piazza Unità dalla Polizia dipendente dalle autorità anglo-americane. Infine l’ospitalità, sul palco d’onore, concessa dall’adunata nazionale dei Lagunari in congedo e i complimenti a questa pubblicazione del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, presente alla cerimonia. Che dire di più? Passando alle vicende di casa nostra, sarà bene rimboccarci le maniche e fare tutti un bel bagno di umiltà. Proprio in considerazione dei successi conseguiti, il prossimo anno, con il congresso nazionale, dovremo decidere cosa fare “da grandi”. Lasciare da parte, una volta per tutte, lo spirito da fureria e rivolgere i nostri sforzi verso iniziative più significative e concrete, al di fuori dei particolarismi di reparto. Inoltre, non sarebbe male inserire nello statuto l’obbligatorietà delle sezioni territoriali, allo scopo di cementare la coesione tra veterani e aderenti. Mi sembra venuto il momento di dare più spazio ai giovani. Pensare seriamente a un ricambio generazionale, valutando con la massima attenzione le loro proposte a margine della presentazione delle candidature per i quadri dirigenti. Ma ogni cosa a suo tempo. Un fraterno abbraccio a tutti. E gli auguri di buon Natale e felice anno nuovo, anche a nome del presidente Ferraro, dei componenti il Direttivo, della redazione del Notiziario. Giorgio Corsetti P.S. Nell’impegnarmi per l’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS, il mio pensiero torna spesso alle salme dei tanti marò caduti a Tarnova, che il 29 gennaio 1945 ebbi il privilegio di scortare al cimitero di Conegliano Veneto. Nonostante il mio (apparente) caratteraccio, il loro ricordo mi rende più buono. E, senza distinzioni di sorta, fratello di tutti voi. Sempre Decima! G.C. 3 Vita associativa Associazione Combattenti X Flottiglia MAS Raduno in ricordo della battaglia di Tarnova della Selva Gorizia, 22 e 23 gennaio 2005 Sabato 22 gennaio Ore 17.00: messa officiata da padre Rocco Tomei, cappellano della X MAS, presso la chiesa dei Cappuccini (piazza San Francesco); ore 18.00: “in franchigia”. Serata con amici e commilitoni. Domenica 23 gennaio Ore 10.00: deposizione di corone al monumento ai caduti e al lapidario dei deportati civili in Jugoslavia (parco delle Rimembranze); ore 11.00: cimitero civile, onoranze ai monumenti funebri dedicati ai caduti della Decima, alla cripta dei giovani della GNR trucidati in località Poggio Poggino, alla stele dedicata ai martiri cittadini, ai soldati tedeschi rinvenuti nelle foibe e all’ossario del Battaglione Bersaglieri “Benito Mussolini”; ore 13.00: pranzo conviviale in un ristorante da definirsi (prezzo indicativo € 25,00). Strutture ricettive Diplomat Hotel (corso Italia, 63 – Gorizia), tel. 0481 82166 e fax 0481 31658. Camera singola € 65,00 e camera doppia € 100,00. Alla Transalpina (via Caprin, 30 – Gorizia), tel. 0481 530291 e fax 0481 535475. Camera singola € 45,00 (prima colazione € 5,00) e camera doppia € 70,00. Miniappartamento due camere e tre posti € 83,00. Miniappartamento tre camere e quattro posti € 104,00. Hotel Nanut (via Trieste – Gorizia), tel. 0481 20595 e fax 0481 21168. Camera singola € 45,00 e camera doppia € 74,00. Camera singola dependance € 36,00. Camera doppia dependance € 49,00. Hotel Internazionale (via Trieste, 174 – Gorizia), tel. 0481 524180/523049 e fax 0481 525105. Camera doppia uso singola € 66,00 (con prima colazione) e camera doppia € 88,00 (con prima colazione). È imminente l’apertura a Gorizia di una nuova struttura ricettiva a cinque stelle. I prezzi sopra indicati potrebbero subire aumenti dal gennaio 2005. Salvo variazioni, il pranzo di domenica si terrà in una sala riservata dell’Hotel Internazionale. 4 Vita associativa Associazione Combattenti X Flottiglia MAS Settimo raduno del Battaglione “Lupo” Migliarino, domenica 20 marzo 2005 Programma Ore 10.00: adunata nel piazzale della Stazione. Formazione della colonna con labari e bandiere. Commemorazione dei caduti nel conflitto 1915-18 con deposizione di una corona d’alloro. Ore 11.00: incolonnamento nel piazzale del cimitero. Celebrazione di una messa nella chiesa interna. Dopo la preghiera rituale e la posa di una corona d’alloro, padre Rocco Tomei benedirà la tomba che racchiude le salme di quattro marò ignoti e di altri combattenti della RSI. Ore 13.00: pranzo e saluti di commiato presso il ristorante “Ottocento” di San Vito Ostellato (FE). Trattandosi di manifestazione a carattere prettamente commemorativo e militare, si invitano i partecipanti a non esibire bandiere con simboli politici o di partito. Dal 17 marzo 2005, segreteria operativa del raduno presso l’albergo “Al Cavallino Bianco” di Migliarino. Informazioni Alessandro Conte, cell. 333 2977922 (dalle ore 10.00 alle ore 20.00). 5 Avvenimenti Riflessioni dal Verano uando il 6 ottobre, al cimitero del Verano, è stata alzata la lapide posta a copertura della tomba dei marò del “Barbarigo”, gli addetti del Commissariato Ono-ranze Caduti hanno letto i nomi un po’ corrosi dal tempo sulle cassette. In quel momento ho capito che la battaglia incominciata nel 1947 era finita. Fu in quell’anno che un primo elenco di caduti, riconosciuti tra i resti di tumulazioni provvisorie (cassette di legno, sacchi, divise e piastrine corrose dal tempo), comparve sui pochi giornali – Rivolta ideale, Asso di bastoni, Meridiano d’Italia, Ora d’Italia – che diffondevano la nostra voce. Ho custodito i ritagli, con gli appelli alle famiglie, i particolari su sconosciuti ai quali dare un nome, i nominativi che avrebbero concluso ricerche fino ad allora senza risposta. In particolare, ho conservato un trafiletto a fondo pagina del Giornale d’I-talia del 29 aprile 1949: “La Celere al Verano per una cerimonia rinviata”. E quello del giorno dopo: “Tumulate al Verano sessantaquattro salme di ca-duti sul fronte di Nettuno”. Proprio allora la lastra di pietra scivolò per ac-cogliere quanti avevano offerto la lo-ro vita combattendo alle porte di Ro-ma. Su quella lastra si chinarono a piangere le mamme di Chiaverini, Falessi, Lucidi e Calini; i genitori di De Maida; i fratelli di Della Ciana e Arcangelo Signori; mamma Conte per il suo Angelo. E più tardi i familiari di Gavi-no Casella, che aveva lasciato la sua giovinezza a Gorizia. Accanto a loro, come a Nettuno e Ivrea, il comandante Bardelli. Sotto quella lastra, i nostri ricordi.Testimonianza per un mondo che ci voleva ignorare. Ma nell’ottobre 1987 la medaglia d’oro Alessandro Tognoloni, durante Q 6 La lapide del Verano. Il Campo della Memoria a Nettuno. il raduno del “Barbarigo” a Lerici, propose la realizzazione di un monumento là dove cimiteri prima ignorati e poi distrutti, su cui croci improvvisate avevano custodito tanta giovinezza, non erano più testimonianza del passato. Nacque così il Campo della Memoria. Giorno dopo giorno gli incontri e le prime offerte, piccole o grandi. Tremilaseicento metri di terreno, che da discarica si trasformavano in sacrario. E poi gli ostacoli, l’opposizione del mondo politico, i rallentamenti burocratici… Finalmente, la posa della prima pietra. E i primi sette sconosciuti, eroi senza medaglie. Oggi, nel novembre 2004, l’ultimo combattimento della X Flottiglia MAS.Al Campo della Memoria, sacrario di guerra dei caduti della RSI, i suoi marò troveranno l’ultimo asilo. Raffaella Duelli Avvenimenti La Decima a Mentone i primi di giugno mi perveniva una lettera intestata Ministère de la Défense. In essa il capitano comandante della Compagnia di Mentone della Gendarmeria francese – Gruppo delle Alpi Marittime – mi preannunciava un invito, da estendere a una decina di ex combattenti della X Flottiglia MAS, a partecipare alla cerimonia in onore di Santa Genoveffa, patrona dei Gendarmi (i Carabinieri francesi). La ricorrenza era prevista per il mese di novembre. L’insolita richiesta era stata provocata dall’iniziativa di un nostro socio del Gruppo “Junio Valerio Borghese” (non ne faccio il nome per rispetto della privacy, anche perché è un militare in servizio), il quale, nel corso del raduno di Peschiera, aveva acquistato la biografia del comandante Borghese per farne dono, con mia dedica, al ca-pitano francese con cui aveva frequenti contatti. Ai primi di novembre giungeva un pacchetto di dieci inviti. Iniziavo un giro di telefonate, per accertare la disponibilità a presenziare alla cerimonia: prima a Ferraro e a Nardin, poi a Denti, Panighini, Trenti, Masciadri, A Ribaldi, Giuliani e Grechi. A causa dell’impossibilità di Ferraro, Panighini, Denti e Giuliani, il 19 mattina eravamo solo in sei a raggiungere la Fran-cia. Il programma prevedeva una manifestazione nella Place des Victoires, precisamente nel recinto del monumento ai caduti, con l’alza bandiera e la deposizione di una corona d’alloro. All’ingresso del recinto avveniva l’incontro tra il capitano dei Gendarmi e la delegazione della Decima, con la consegna di un crest con il nostro scudetto. Scortato da me, Nardin con il gagliardetto si poneva a lato del monumento, tra le tante bandiere di associazioni combattentistiche e d’Arma francesi e una americana.Alla fine, tutte le autorità presenti passavano in fila indiana davanti a bandiere e stendardi, stringendo la mano a tutti gli alfieri, quindi anche a noi. La rappresentanza italiana era costituita da un capitano e da due marescialli dei Carabinieri della Compagnia di Ventimiglia, nonché da Nardin e da due sottufficiali della Polizia Stradale. Unica insegna italiana il gagliardetto della X Flottiglia MAS. Terminata la cerimonia, un corteo preceduto dalle bandiere sfilava lungo l’Avenue Edouard VII fino a raggiungere la chiesa del Sacro Cuore. Qui si teneva una messa solenne, con musiche d’organo e un coro di gendarmi in pensione. Più tardi, al Palais de l’Europe, i discorsi del comandante dei Gendarmi, del sindaco di Mentone e di un non meglio identificato dirigente. A seguire, la proiezione di un film sull’impegno della Gendarmeria nell’ultima guerra del XX secolo e nel Kosovo (premio Vauban 2001) e il tradizionale vin d’honneur in una sala adiacente. Qui avveniva la sorpresa finale: in segno di omaggio alla X Flottiglia MAS, il capitano aveva fatto porre all’ingresso un modello di Siluro a Lenta Corsa. Alla sua vista rinnovavo all’ospite un fervido ringraziamento, anche a nome del presidente Ferraro e di tutti i marò. “Contento? Allora guardi qui”, rispondeva lui. E rimboccatosi la manica sinistra della giacca, mi mostrava un “Luminor” Panerai, l’orologio degli assaltatori della Decima. Sergio Nesi Gamma in esercitazione. 7 Avvenimenti A San Giusto suona ancora la campana Trieste: il vicepresidente nazionale Dino Zaccardi alla celebrazione del cinquantenario. l 26 ottobre 1954 il Tricolore sventolava nuovamente a San Giusto.Trieste, che mai si era sentita staccata dalla madrepatria, si stringeva intorno ai suoi figli, ritornati in una giornata di pioggia spazzata dalla bora. Tutti i cittadini scesero in strada per accompagnare le truppe. E a cinquant’anni da quella data, la Lega Nazionale e il Comune hanno voluto celebrare la ricorrenza con una serie di manifestazioni patriottiche. L’invito è stato raccolto da tutte le associazioni combattentistiche e d’Arma,che hanno sfilato compatte con le loro bandiere. L’Associazione Decima rientrava tra le rappresentanze della RSI.Alfiere il sottoscritto, nella sua qualità di vice- I 8 presidente nazionale. Al passaggio dei marò i triestini hanno lungamente applaudito, in ricordo di quanto avevano fatto per la difesa dei confini orientali e dei tanti soldati che avevano concluso la loro vita nelle foibe del Carso, custodi dell’italianità di quelle terre. Anche la rivolta del 1953 aveva visto la partecipazione di decumani. Come non ricordare Paglia, il sergente Martucci, il “rosso” del “Sagittario”, Caldarulo, Giustina del “San Giusto”, Saitta del “Barbarigo”, Marcon del “Freccia”? Le manifestazioni si sono aperte con la posa di un cippo nei pressi di Duino. Il 26 ottobre, cerimonia con i reparti dell’Esercito in piazza Unità d’Italia, alla presenza del ministro Maurizio Gasparri, che notata la bandiera della RSI ci ha indirizzato un cenno d’assenso e un sorriso. La terza manifestazione il 4 novembre, con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Anche in quell’occasione con le nostre insegne in prima fila, nel ricordo di tutti quei ragazzi che alla fine della guerra erano rimasti al loro posto. Perché se oggi Trieste è italiana, lo si deve anche a loro, ai marò del “Nazario Sauro”, del “San Giusto”, del “Gabriele d’Annunzio” e delle compagnie di Cherso e Lussino. Dino Zaccardi Avvenimenti Trieste e dintorni li aderenti più giovani all’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS non possono ricordare gli anni in cui, ai raduni di Peschiera, assistevamo in ristorante all’ingresso dei triestini che cantavano La campana di San Giusto.Allora balzavamo tutti in piedi e le nostre voci si univamo alle loro. La commozione, irrefrenabile, faceva sì che qualche lacrima scorresse sulle guance di noi veterani. In tali circostanze, riuscivo a mitigare un ricordo bruciante. Trieste, nel dicembre 1945, mi si era presentata fredda e incupita, tormentata dalle intemperanze degli sloveni nelle vie del centro. Mentre i triestini, affacciati alle finestre, rispondevano agli insulti con rabbiosa impotenza e i militari britannici si godevano lo spettacolo, celandosi dietro l’indifferenza della loro ostentata superiorità. Il cosiddetto “trattato riparatore” non può certo aver cancellato il dramma e la sofferenza di più genera- G zioni. Che subirono, incolpevoli, i danni arrecati dai conflitti e dagli egoismi dei popoli che premevano sul loro territorio. Chissà se i giovani accorsi quest’anno con mille bandierine per celebrare i cinquant’anni del ritorno di Trieste all’Italia hanno appreso appieno dai loro padri il significato di Patria e d’italianità. Avranno capito l’irredentismo? “La nazionalità non è una materia”, scriveva un eroe immolatosi sul Carso,“ma un fatto spirituale: esiste in quanto ha la coscienza di essere […] e la tragedia di un popolo è quella di avere tale coscienza senza poterla far valere”. È pur vero che la celebrazione sancisce l’innegabile essenza d’italianità ai triestini e ne esalta la viva coscienza, turbata per troppo tempo. Tuttavia, non cancella il tortuoso iter che ne seguì partendo dalle sponde del Piave. E anche se, con pari dignità, il 4 novembre 2004 i gagliardetti della RSI, non casualmente, si trovavano in testa alla sfilata delle Forze Armate, l’oratoria ufficiale non mancava di lasciar trasparire una surrettizia condivisione storica delle vicende coinvolgenti Trieste, l’Istria e la Dalmazia. Non ci si può illudere che con la data del 10 febbraio, istituzionalizzata per ricordare l’esodo degli istriani e la pulizia etnica ad opera dei titini, si contribuisca a legittimare la condizione degli “esuli in Patria” agli occhi di chi, ostinatamente e in malafede, sostiene essere “meno uguali” i morti delle foibe e i caduti della RSI. Purtroppo la nostra è una nazione dove viene perpetrata l’idea di una memoria non condivisibile su una pagina di storia in cui vengono omologate una parte “giusta”e una “sbagliata”. D’altra parte, a noi della Decima, non interessa essere legittimati da chi manca delle giuste prerogative per farlo. Né potremmo consentire che si prospettasse una parità che farebbe scendere la nostra dignità ai livelli di coloro che dignità non hanno mai avuto. Italo Albero Visitate il sito internet dell’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS www.decimamas.org 9 Modellismo Decima in miniatura er modellismo s’intende la riproduzione in scala ridotta di uomini, animali e oggetti. Una passione antica quanto l’abilità dell’uomo di dare forma a un materiale. Ma il vero e proprio hobby si diffonde solo nella seconda metà del secolo scorso, quando ditte storiche come la Airfix e la Frog cominciano a vendere dei modellini in plastica, scomposti in parti più o meno piccole. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. La qualità è migliorata, con la continua proposta di soggetti di grande interesse, per avere successo nelle vendite. Queste scatole di montaggio, per la cui produzione si utilizza una plastica detta polistirene, sono realizzate a partire da stampi metallici, dove la sostanza è iniettata ad altissima pressione.A tale scopo servono strutture costose e complesse. Logico, quindi, che ogni casa produttrice abbia in catalogo almeno un velivolo Spitfire o un carro armato Tigre, certa che ne venderà un bel po’ di confezioni, e non intenda investire su mezzi meno remunerativi. La tendenza trova conferma nelle vicende delle ditte Artiplast e Supermodel, che hanno tentato senza successo di lanciare sul mercato soggetti italiani. La rivoluzione si ha negli anni Ottanta, quando fanno la loro comparsa i primi modelli in resina. Per realizzarli bastano degli stampi in gomma morbida, in cui il materiale viene centrifugato. Un lavoro da artigiani, con la creazione di tante piccole società, che propongono una gamma sempre più ampia di modelli e figurini. Anche la X Flottiglia MAS ha avuto la sua parte di attenzioni. Comincio qui un breve excursus tra i numerosi modelli e figurini apparsi sul mercato. P 10 Il Regio Sommergibile “Scirè” I soldatini X MAS 1943-45 Dolphin Model è una società italiana specializzata nel produrre unità navali italiane. Fra i soggetti non poteva mancare lo “Scirè”, proposto in scala 1/400. Un modello di altissima qualità. La confezione in robusto cartone contiene un foglio di istruzioni, un catalogo e una busta in plastica trasparente con le numerose parti del modello. Lo scafo è realizzato in resina, così come la falsa torre e i cilindri per il trasporto dei siluri a lenta corsa. Caratteristica interessante, lo scafo è diviso in due parti all’altezza della linea di galleggiamento, per consentire di riprodurre l’unità anche ambientandola in navigazione. Una lastrina di metallo fotoinciso offre numerosi particolari, come la coperta del ponte, le ringhiere e le eliche. Numerosi altri elementi (periscopi, timoni di direzione e profondità, ecc.) sono invece realizzati in fusione di metallo. In totale, il modellista dispone di cinquantaquattro pezzi da assemblare, con parecchio spazio per migliorare la qualità del modello. Che, per la combinazione di materiali diversi e le dimensioni ridotte, non è adatto a chi abbia del modellismo la necessaria esperienza.Tuttavia, dedicandogli tempo e cure, permette di ottenere un modello veramente pregevole di quello che ritengo il più famoso sommergibile italiano, protagonista dei forzamenti di Gibilterra e Alessandria d’Egitto. I prodotti Dolphin Model (che ha in catalogo, tra gli altri, il Regio Sommergibile “Ambra”, utilizzato a Algeri) sono distribuiti dalla società Tauro Model, con sede a Carmagnola (Torino). La scala 1/72 è stata introdotta soprattutto per la riproduzione di velivoli, ma non sono mancati soggetti come carri armati e soldatini. Questi ultimi sono stampati quasi sempre in plastica morbida anziché in polistirene (ricordo con piacere quelli della ditta italiana Atlantic, scolpiti dal nuotatore paracadutista Stelio Ostini). L’elaboratore trova maggiori difficoltà sia nel lavorarli sia nella dipintura, dato che il colore ha scarsa aderenza su tale materiale. I soldatini che descrivo sono opera di una società italiana, Waterloo 1815, e riproducono le Fanterie di Marina della X Flottiglia MAS repubblicana. Sono presentati in una confezione arricchita da un bel disegno, in cui è rappresentata l’azione di fuoco di una pattuglia. All’interno troviamo quattro serie degli stessi undici soggetti, per un totale di quarantaquattro soldatini. La plastica è di buona qualità, la stampa e il dettaglio gradevoli, compatibilmente con la piccola scala. I dubbi vengono osservando che quasi tutti i marò, pure se impegnati in combattimento, portano il basco anziché l’elmetto. L’uniforme riprodotta è la sahariana grigioverde.Tra le armi compaiono il panzerschreck, il panzerfaust e un mitra che ricorda il TZ 45. La scultura è fine, ma le pose appaiono un po’ rigide e in un paio di casi innaturali. I volti sono ben realizzati ed espressivi. Questa confezione, a mio avviso, costituisce più un soggetto da collezione che un possibile punto di partenza modellistica. Ma è anche l’unica a essere stata dedicata alla Decima in questa scala e con queste caratteristiche. Marino Perissinotto Modellismo In alto: il Regio Sommergibile “Scirè” della Dolphin Model una volta costruito. A destra e in basso: la scatola e i soldatini della ditta Waterloo 1815. 11 Storia La fine del C.B. 6 in Adriatico C.B. erano minisommergibili con tre uomini di equipaggio, costruiti dalla ditta Caproni e armati con due silurotti. La sigla “B” derivava dall’esistenza di un altro tipo di minisommergibile, ancora più mini del successivo, destinato a essere trasportato sul ponte di un sottomarino oceanico per un attacco al porto di New York (cfr. Decima Flottiglia MAS di Junio Valerio Borghese, ed. Garzanti). Tralasciamo la storia dei cinque C.B. della base di Costanza nel Mar Nero per accennare brevemente a quelli di Pola, con la descrizione della fine di uno di essi. La base della Squadriglia era a Valdifigo, alla radice della diga posta a chiusura della rada di Pola.Altra base era a Trieste, al molo Legnani. A Pola erano presenti un centinaio di uomini, sistemati in baracche mimetizzate, mentre gli ufficiali erano alloggiati in una palazzina a un piano situata in un boschetto. Fino al 31 marzo 1945 le unità della Squadriglia furono i C.B. 17, 18, 19 e 20. Il 17, per scaramanzia o in ricordo del C.B. 6, autoaffondato a Costanza dal guardiamarina Battistini, aveva preso il numero 6 e al suo comando era stato posto lo stesso Battistini. Il 30 gennaio 1945 il C.B. 6 partì per una missione di agguato nella zona sud dell’isola di Lussino, rientrando alla base il 2 febbraio senza alcun avvistamento. Sempre il 30 gennaio i C.B. 19 e 20 erano usciti dalla base per trasferirsi a Trieste. Circa a metà tragitto il C.B. 19 venne a collisione con una motozattera tedesca, riportando danni ai doppi fondi laterali di sinistra, ma riuscendo poi a rientrare a Pola. Il 31 marzo, alle ore 17.00, dietro ordine operativo del Comando germanico, partirono in missione i C.B. 6 e 18, con il compito di portare quat- I 12 tro sabotatori nella zona di Cattolica. Il C.B. 19 era ancora a Valdifigo con i motori smontati e in riparazione. Il C.B. 6 uscì per primo con il seguente equipaggio: guardiamarina Gabriele Battistini (comandante), sottotenente G.N. Sergio Grazioli (direttore di macchina), secondo capo Francesco Grillo (motorista), sergente Franco Rezzi (radiotelegrafista), Pino Lombini (NP sabotatore del Gruppo “Ceccacci”, nipote di Benito Mussolini) e Sandro Cucchiara (NP sabotatore del Gruppo “Ceccacci”). Il C.B. 18, al comando del guardiamarina Coletti, lo seguì a breve distanza. Raggiunta Punta Penda, a sud dell’isola di Brioni, i minisommergibili accostarono a sinistra prendendo rotta 220° a una velocità di circa 5 nodi. Ma dopo qualche ora, il C.B. 18 perse il contatto con l’altro battello. Alle ore 5.00 del primo aprile, in vista della costa di Pesaro, il C.B. 6 s’immerse mantenendosi sul fondo a una profondità di cinquanta metri, per riemergere nell’oscurità alle 19.00. Pochi minuti dopo venne avvistato da aerei nemici e il comandante fu costretto a ordinare delle rapide che esaurirono ben presto la riserva d’aria. Alle 22.30, non potendo portare a termine la missione, Battistini decise il rientro alla base e prese rotta 22°. Per tutta la giornata del 2 aprile il battello rimase immerso alla profondità di circa quaranta metri. Tornato in superficie subito dopo il tramonto, fu attaccato da aerei alleati, che verso le 22.00 sganciarono un primo grappolo di bombe. Ancora una volta il comandante ordinò continue manovre di immersione rapida e di risalita. Esaurita la riserva d’aria, dovette navigare solo in superficie. A mezzanotte e mezzo il battello venne centrato da un secondo grappolo di bombe. Gravi i danni ai doppi fondi e le macchine bloccate. Il C.B. stava affondando rapidamente. Battistini dette ordine di mettere in mare i battellini di salvataggio e abbandonare l’unità. I sei naufraghi, recuperati all’incirca alle 7.30 da un idrovolante anfi- bio Catalina, furono portati all’aeroporto di Senigallia. Più tardi i membri dell’equipaggio subirono ad Ancona l’interrogatorio del tenente di vascello Edward Lloyd del controspionaggio inglese. Mentre i due sabotatori del “Ceccacci” (incaricati di sabotare l’oleodotto e tentare il passaggio delle linee a missione ultimata) furono trasferiti a Pesaro, a disposizione del Field Security Service. Contrariamente a quanto avevo scritto nel 1987 a pagina 273 del mio Decima Flottiglia nostra…, riferendomi al C.B. 18 (“[…] del suo equipaggio non si seppe più nulla […]”), il battello aveva perso il contatto con il C.B. 6 per un’avaria alla girobussola. Una volta riparato il guasto, il guardiamarina Coletti aveva portato a termine la missione sbarcando i sabotatori Riccardi e Brusaferro (anche loro del “Ceccacci”, catturati e portati a Pesaro a disposizione del FSS). Sfuggito agli attacchi aerei con ventitré manovre d’immersione rapida, il minisommergibile era riuscito a rientrare a Valdifigo, seppur un po’ malconcio. Il suo equipaggio fu inviato in licenza, sfuggendo così alla tragica fine di tanti marò di quella base. L’affondamento del C.B. 6 e i danni subiti dal C.B. 18, come narrato in altra sede, provocarono l’immediata modifica del piano studiato dai comandanti Borghese e Lenzi, in collaborazione con il Comando navale germanico di Pola, per l’attacco di due SMA alle rotte nemiche tra Pescara e Ancona. Piano che, data la lunga distanza, prevedeva l’impiego di C.B. per l’appoggio e il rifornimento di carburante ai due mezzi. I minisommergibili furono sostituiti da due barchini MTM tedeschi, nei quali, al posto dell’esplosivo, furono collocati dei fusti di 200 litri di benzina avio. Ciò permise a me e al secondo pilota Perbellini di effettuare lo sbarco a Numana di un sabotatore italiano – non del Gruppo “Ceccacci” ma dei Servizi Speciali – e il forzamento del porto di Ancona per una missione particolare, anche se con un raggio d’azione ridotto. Sergio Nesi Documenti Bibliografia essenziale sulla X Flottiglia MAS (terza parte) Hanno scritto di noi Piero Palumbo: Missione “impossibile” per i pionieri dei Mezzi d’Assalto – “Il Giornale”, 19 luglio 1989. Giampaolo Pansa: I seicento giorni di Salò – Ed. Resistenza, 1964. Giampaolo Pansa: L’Esercito di Salò – Ed. Mondadori, Milano 1970. Giampaolo Pansa: Borghese mi ha detto – Ed. Palazzi, Milano 1971. Giampaolo Pansa: Un disertore ogni quattro soldati – “Storia Illustrata”, n. 200/74. Giampaolo Pansa: Il Gladio e l’Alloro – Ed. Mondadori, Milano 1991. Giampaolo Pansa: Golpe. La tragicomica avventura del Principe Nero – “Il Venerdì della Repubblica”, 2000. Giampaolo Pansa: Il figli dell’Aquila – Ed. Sperling & Kupfer, Milano 2002. Luigi Papo de Montona: Albo d’Oro – La Venezia Giulia e la Dalmazia… – Ed. Unione degli Istriani, Trieste 1990. Luigi Papo de Montona: L’Istria e le sue foibe – Ed. Settimo Sigillo, Roma 1999. Luigi Papo de Montona: L’ultima bandiera. 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Luigi Romersa: Siluri umani in attesa della guerra – “Il Giornale”, 8 marzo 1999. Luigi Romersa: Una lotteria per la guerra – “Il Giornale”, 15 marzo 1999. Luigi Romersa: Così salvammo otto marinai sul sommergibile silurato – “Il Giornale”, 22 marzo 1999. Luigi Romersa: Con lo Scirè all’attacco di Gibilterra – “Il Giornale”, 29 marzo 1999. Luigi Romersa: La vittoria dei barchini esplosivi – “Il Giornale”, 12 aprile 1999. Luigi Romersa: Tesei e gli altri eroi dell’assalto a Malta – “Il Giornale”, 19 aprile 1999. Luigi Romersa: Così de La Penne fece affondare la Valiant – “Il Giornale”, 26 aprile 1999. Luigi Romersa: La tragica notte di Gibilterra – “Il Giornale”, 3 maggio 1999. Luigi Romersa: Il nuotatore solitario che affondò tre navi – “Il Giornale”, 10 maggio 1999. Guido Rosignoli: RSI – Uniformi, distintivi, equipaggiamenti e armi, 1943-1945 – Ed. Albertelli, Parma 1989. Francesco Rossi (9): Quei giorni a Nettuno – Ed. Abete, Nettuno 1989. 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Zanella: L’ora di Dongo – Ed. Rusconi, Milano 1993. Ruggero Zangrandi: 1943. 25 luglio-8 settembre – Ed. Feltrinelli, Milano 1964. Sergio Zeloni: Il Battaglione “Lupo” sulla Linea Gotica – Ed. Fiamma Sociale, Udine 1960. Note (1) Ufficio Storico della Marina Militare. (2) Bimestrale “Guerra Civile”, n. 4. (3) Archivio Ufficio Storico della Marina Militare. (4) Rapporti di missione al Nord di Zanardi, Marceglia e Giorgis. (5) e Anna Maria D’Antonio. (6) e Gilberto Govi, Enzo Canotti. (7) e Francesco Giorgino. (8) e Edgardo Sogno, Carlo Milan. (9) e Silvano Casaldi. (10) e S. Coradeschi. (11) Teoria e invenzione futurista, pp. 1195-1202. (12) Vita e morte segreta di Mussolini, pp. 283-297. (13) e Giulio Tano. (14) ripetuta nel numero speciale 8-9/97. (15) e Arrigo Petacco. (16) e Lello Porraneo. (17) e Franco Mesturini. (18) e Silvio Poli. (19) e P.J. Carisella. (20) una seconda edizione porta il titolo: Affondate Borghese!. Periodici illustrati al tempo della RSI con riferimenti ai fatti della X Flottiglia MAS Illustrazione del Popolo 19 marzo 1944, n. 12: azione di Chiarello e Candiollo contro una nave nemica a Anzio. 21 maggio 1944, n. 21: decorazioni a militari da parte di ufficiali tedeschi (pare a Gregorat). 5 novembre 1944, n. 45: decorazioni a militari italiani e germanici. 31 dicembre 1944, n. 53: Mezzi d’Assalto: un barchino carico d’esplosivo. Domenica del Corriere 5 dicembre 1943, n. 49: tre generali anglo-americani catturati dall’equipaggio di un MAS. 19 marzo 1944, n. 12: il Battaglione “Barbarigo” alla difesa di Roma. 28 maggio 1944, n. 22: lo SMA di Nesi e Zironi attacca una PC nelle acque di Anzio. 11 giugno 1944, n. 24: Osvaldo Valenti ufficiale della X Flottiglia MAS. 4 marzo 1945, n. 9: il Battaglione “Fulmine” a Tarnova. L’Illustrazione Italiana 8 ottobre 1944, n. 41: preparativi di MAS e Mezzi d’Assalto della Decima. (3 / fine) A cura di Sergio Nesi 15 I nostri libri Omaggio al Pupi (e alla sua famiglia) ià dal titolo, Mio fratello marò della Decima. Livorno 1943-45. Il prezzo di essere se stessi (Ed. Lo Scarabeo, via delle Belle Arti n. 27/A, 40126 Bologna; introduzione di Piero Sebastiani; pp. 135, ill., € 14,80), Pier Domenico Ricci riesce a trasmettere al lettore il significato più profondo di queste sue pagine: non solo rendere omaggio al fratello Cortese, arruolatosi volontario nella X Flottiglia MAS dopo l’otto settembre e scomparso nelle acque di Anzio alla sua prima missione, ma anche riflettere sulle tormentate vicende della sua famiglia. Che, nel biennio di guerra civile, in una Livorno martoriata dai bombardamenti, si trovò divisa materialmente e politicamente. Leggiamo in quarta di copertina:“[…] un esempio della tragicità di quegli anni di sangue appartenuta anche a molti altri che, pur divisi fra le parti in lotta, riuscirono a ricomporsi nella solidarietà e nella sacralità dei comuni ricordi soprattutto in virtù di un indistruttibile filo d’amore”. Un bel libro di considerazioni e memorie personali, arricchito da informazioni e fotografie attinenti la preparazione e la vita quotidiana dei piloti dei Mezzi d’Assalto della Decima. Da consigliare particolarmente a chi, sessant’anni dopo quei fatti, si ostina a non trovare alcuna dignità nelle ragioni dei “vinti”. G L’operazione “Shingle” vista dai tedeschi resentato per la prima volta in italiano e in versione integrale Lo sbarco di Anzio (Ed. Effepi, via Balbi Piovera n. 7, 16149 Genova; pp. 201, ill., € 21,00), il diario di guerra della 14a Armata germanica, impegnata tra gennaio e marzo 1944 a contrastare lo sbarco anglo-americano che, nelle intenzioni degli Alleati, avrebbe dovuto portare a una rapida conclusione della campagna italiana. Le cose andarono diversamente. Tanto più che dal 6-7 giugno, con lo sbarco in Normandia, il nostro diventò un fronte secondario, ma non meno cruento e difficile. Con un linguaggio tecnico e a tratti essenziale, gli autori Carlo Lagomarsino e Andrea Lombardi propongono una rilettura dell’operazione “Shingle” da un’angolazione particolare: quella del feldmaresciallo Albert Kesselring e dei suoi principali collaboratori. La ricerca è arricchita da schede sulle divisioni, i gruppi di artiglieria, le unità Sturmgeschütz e Panzerjäger impegnate a Anzio, dalle biografie dei comandanti tedeschi, dai rispettivi ordini di battaglia e da documenti inediti provenienti dagli Archivi nazionali di Washington. In appendice, l’elenco delle unità italiane schierate a fianco della 14a Armata e il rapporto del comandante Junio Valerio Borghese sulle operazioni condotte dal Battaglione “Barbarigo” e dal Gruppo Artiglieria “San Giorgio” della X Flottiglia MAS, indirizzato al maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani e al capo di Stato Maggiore della Marina da Guerra repubblicana, contrammiraglio Giuseppe Sparzani. Segnalazioni a cura di Vettor Maria Corsetti P 16 Notizie Militalia: missione compiuta a presenza dell’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS a Militalia di novembre era ritenuta superflua, visto il successo avuto in maggio. Invece la partecipazione ha dato ancora buoni risultati, con la constatazione di un crescente interesse intorno al nostro stand. L Tra le novità in mostra, degli ingrandimenti fotografici del Campo della Memoria a lavori finalmente ultimati e preziose cartoline d’epoca. Notevole l’affluenza di visitatori, forse superiore alle edizioni precedenti. E molti i giovani, particolarmente interessati non solo a cimeli e libri, ma anche ai nostri racconti. Impossibile soddisfare tutte le richieste d’informazioni, perché sempre più grande risultava la loro curiosità. A conclusione delle due giornate, grande in noi è stata la soddisfazione per i successi ottenuti. Fiamma Morini Lo stand della Decima a Militalia. 17 Notizie In breve Il 2 agosto 2004, presso la chiesa di San Giovanni Battista a San Severo (FG), in compagnia di parenti e amici, il marò Aldo Angelillis e la signora Olga Sacco hanno celebrato le loro nozze d’oro. E il 2 ottobre, nella chiesa brindisina di Santa Maria del Casale, l’aderente al Gruppo “Junio Valerio Borghese” Luciano Tarantini si è unito in matrimonio con la signorina Romana Tobì. Alle due coppie le felicitazioni dell’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS e della redazione del Notiziario. Una delegazione dell’Associazione Decima ha presenziato al quarantaquattresimo raduno nazionale della Divisione Alpina “Monterosa”, tenutosi il 26 settembre scorso a Boario Terme. Alle esequie di Ruggero Benussi, NP ed ex consigliere regionale, la direzione nazionale e la sezione Trentino Alto Adige dell’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS sono state rappresentate a Bolzano da Germano Bondoni, marò del Btg. “Valanga”, che ha rinnovato ai familiari le più sentite condoglianze. Indirizzi utili La segreteria operativa dell’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS è in via Luigi Soderini, 36 – 20146 Milano Tel. 02 4120460 / 4151571 – Fax 02 41291112 e-mail: [email protected] http://www.decimamas.org Sede legale e segreteria amministrativa (Piacenza) Tel. 0523 498532 / 452320 – Fax 0523 480817 e-mail: [email protected] 18 Notizie Contributi Associazione Combattenti ontributi volontari pervenuti dopo il 19 giugno 2004: Pierangelo Carletti (Rio Marina – LI), € 19.00; Vincenzo Fabbri (San Martino in Strada), € 69.00; Ernesto Bianchi (Cogoleto – GE), € 300,00; Giuseppe Vallicelli (Curtiba – Brasile), € 19.00; Umberto Mantellini (Milano), € 19.00; Luciano Sorlini (Carzago Riviera – BS), € 100,00; Michele Prezioso (Desenzano), € 9,00; Giovanni Giroldi (Spilimbergo – PN), € 50,00; Giovanni Schietti (Meda – MI), € 30,00; Umberto Mantellini (Milano), € 19,00; Marco Cristoforetti (Lavis – TN), € 29,00; Cristiano Scandellari (Roma), € 19,00; Marco Pittalunga (Torino), € 19,00; Franco Abbondi (Parabita – LE), € 20,00; Silvio Lonardon (Magenta – MI), € 19,00; Luigi Junio Patelli (Casalmoro – MN), € 100,00. L’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS ringrazia sentitamente i sottoscrittori. C X Flottiglia MAS Quote sociali 2004 e 2005 Il rinnovo della quota sociale è di € 31,00. Tale cifra va versata sul c.c.p. n. 13784293, intestato a: Associazione Combattenti X Flottiglia MAS Via XXIV Maggio, 142 - 29100 Piacenza. Iscrizione nuovi soci Richiedere informazioni a: Associazione Combattenti X Flottiglia MAS Via Luigi Soderini, 36 - 20146 Milano fornendo nome, cognome, indirizzo e numero telefonico. In alternativa, tel. 02 4120460 / 4151571 o fax 02 41291112. E-mail: [email protected] Invieremo le modalità. I nostri lutti · Alvise Alvisi – Btg. NP · Aldo Bertucci – NP Gruppo “Ceccacci” · Dino Caprilli – Btg.“Lupo” · Vittorio Bonomi – Btg.“Sagittario” · Dario Dedoni – Btg.“Barbarigo” · Tonino Fussi – Btg.“Lupo” · Demetrio Fè – Btg.“Freccia” · Carlo Linati – Gruppo “Junio Valerio Borghese” · Giuseppe Tarascio – Mezzi d’Assalto di Superficie. L’Associazione Combattenti X Flottiglia MAS si unisce al dolore dei familiari e porge loro le più sentite condoglianze. ASSOCIAZIONE COMBATTENTI X FLOTTIGLIA MAS - NOTIZIARIO Direttore responsabile: Giorgio Corsetti Pubblicazione registrata presso il Tribunale civile e penale di Milano al numero 752 in data 3 dicembre 1999 Tipografia: 3BPress - Dorsoduro, 2394/B - 30123 Venezia 19