Giro d`Italia, io ci sono
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Giro d`Italia, io ci sono
l'Adige sabato 20 aprile 2013 LE INTERVISTE 59 Al traguardo tutta la falicità di Stizziti per l’ennesimo secondo Vincenzo Nibali e la delusione di posto Mauro Santambrogio e Maxime Bouet: «Ho perso tutto» il direttore sportivo Luca Scinto «Giro d’Italia, io ci sono» Il vincitore consapevole delle sue possibilità «Wiggins principale avversario, ma non solo» ANGELO ZAMBOTTI (fotoservizio REMO e DANIELE MOSNA) La classifica finale 1. NIBALI Vincenzo Astana Pro Team 17:49:11 2. SANTAMBROGIO Mauro Vini Fantini 3. BOUET Maxime AG2R La Mondiale 0:55 4. ARU Fabio Astana Pro Team 1:16 5. WIGGINS Bradley 0:21 Sky Procycling 1:40 6. NIEMIEC Przemyslaw Lampre - Merida 1:45 7. PIRAZZI Stefano Bardiani Valvole - CS 2:15 8. EVANS Cadel BMC Racing Team 2:18 9. LOCATELLI Stefano Bardiani Valvole - CSF 3:05 10. ROLLAND Pierre Team Europcar 3:22 11. GARCIA FERNANDEZ Marcos Caja Rural-Seguros 3:29 12. SIUTSOU Kanstantsin 4:14 Sky Procycling 13. CARDOSO Andre Fernando Caja Rural-Seguros 4:18 14. DYACHENKO Alexandr Astana Pro Team 4:22 15. ROVNY Ivan Ceramica Flaminia - Fondriest 4:49 17. REBELLIN Davide CCC Polsat Polkowice 5:15 19. BASSO Ivan Cannondale Pro Cycling Team 5:48 21. PELLIZOTTI Franco Androni - Venezuela 22. TIRALONGO Paolo Astana Pro Team 7:12 30. SANTAROMITA Ivan BMC Racing Team 11:46 35. SCARPONI Michele Lampre - Merida 16:24 7:09 80. BENEDETTI Cesare Team NetApp - Endura 52:12 87. GARZELLI Stefano Vini Fantini 56:31 SEGA DI ALA - Ci teneva Vincenzo Nibali a dimostrare a tutti la propria forza. Agli avversari, certo, pure a tifosi e addetti ai lavori, probabilmente, ma anche (e soprattutto) a se stesso. Una vittoria così ha infatti un significato particolare, perché ottenuta su una salita vera, una di quelle dove i chilometri non passano più nemmeno nell’affrontarla in macchina, figurarsi pedalando e al termine di quattro giorni intensi. «La cosa più bella di questo Giro del Trentino afferma il messinese dell’Astana - è aver tagliato a braccia alzate un traguardo del genere, a conclusione di una rampa con pendenze notevoli». Un messaggio chiaro ai rivali, in primis quel Bradley Wiggins rallentato da un problema meccanico sulla salita finale ma che comunque avrebbe fatto fatica a tenere il ritmo di Nibali: «Non penso che ne deriverà un colpo a livello psicologico per Bradley, visto che ha pedalato molto bene. Sicuramente Wiggins sarà il mio riferimento numero uno al Giro d’Italia, ma non sarà l’unico avversario. Ad esempio, dopo una settimana molto dura ho visto in crescita Ivan Basso, così come Scarponi che ieri (giovedì, ndr) ha dimostrato molto. Pochi parlano poi di Evans, ma io sono convinto che sarà pienamente in corsa, così come Hesjedal». L’impressione diffusa è che il siciliano abbia compiuto il definitivo salto di qualità, una sensazione confermata da lui stesso: «Sono convinto anch’io di esser cresciuto, forse anche grazie alla consapevolezza di avere una grande squadra al mio fianco. Quel che è certo è che ho fatto notevoli progressi dal punto di vista tattico, visto che qui come alla Tirreno ho raggiunto la vetta nell’ultima La smorfia di Bouet all’arrivo; sotto la maglia rossa della classifica Tv (Pantano Gomez), la maglia fucsia e verde dei Gpm (Nibali) e bianca dei giovani (Aru) giornata. Per il resto le ultime mie prestazioni nei grandi giri hanno dimostrato che ho carattere e qualità per primeggiare nelle corse di tre settimane». Prima di tutto ci sarà però la Liegi di domenica, anche se lo sforzo profuso ieri si farà sentire: «Certo, per vincere questa tappa ho speso molte energie - conclude Nibali inoltre non mancheranno i rivali di primissimo livello, come Gilbert, Kreuziger, Joaquim Rodriguez e via dicendo, vedremo». Intanto il francese Maxime Bouet, beffato per 55 secondi dopo aver indossato la maglia un Nibali che ha meritato perché si è dimostrato più forte su una salita che a dire il vero non immaginavo così dura». Quelli (e non sono pochi) che sostengono la teoria secondo la quale nel ciclismo conta solo il primo posto, infine, trovano in Luca Scinto un valido alleato. A chi si è avvicinato per stringergli la mano dopo la superba prova del «suo» Santambrogio, il ds della Vini Fantini ha risposto con un secco «Complimenti una sega!». E siamo convinti che la località alense sede dell’arrivo di tappa non c’entra nulla, stavolta. Il trentino | In gara l’1 maggio nel Gp Francoforte La polemica | A margine del premio «Fair Play» Cesare Benedetti soddisfatto a metà «Peccato non essere andato in fuga» Striscia: «Ciclisti tutti drogati» E inl Panathlon si arrabbia Dall’inviato Wiggins getta la bici, attende il cambio, arriva di leader per due giorni e mezzo, mastica amaro avendo assaporato il colpo gobbo e si lascia andare in un gioco di parole nel suo italiano imparato in questi giorni: «Ho perso per poco, ma ho perso tutto!». Ben più stizzito per la doppia piazza d’onore (di tappa e nella generale) Mauro Santambrogio, che nel 2013 ha già assommato qualcosa come sei secondi posti: «Non mi posso lamentare dello stato di forma e dei piazzamenti, ma questa benedetta vittoria proprio non vuole arrivare. Oggi le ho provate tutte per sfatare il tabù, ma ho trovato SEGA DI ALA - Si è chiuso con un 44° posto sulla salita impegnativa della Sega di Ala il Giro dell’unico trentino in corsa, Cesare Benedetti. E, considerando che lui non è uno scalatore, non è nemmeno un risultato da buttare. Anzi. «Ho tenuto bene sulla Madrera - racconta -. Poi mi sono messo al servizio della squadra fino ai piedi dell’ultima salita e una volta arrivati sulle prime rampe ho cercato di salire con un passo che non mi facesse andare troppo fuori giri. Una salita tranquilla, anche se su quelle pendenze non si è quasi mai tranquilli». E l’ultima tappa rappresenta anche un momento per fare il bilancio di queste quattro giornate trentine. «Sono abbastanza soddisfatto, considerando anche con avrei nemmeno dovuto partecipare. Poi l’infortunio di un mio compagno di squadra ha fatto sì che ci fossi anch’io. Certo, è mancato l’acuto ma le mie caratteristiche non sono certo adatte a una corsa dura come è il Giro del Trentino. L’unico vero rammarico è stato quello di non essere andato in fuga il primo giorno. Ma gli ordini erano chiari», spiega. Ora prevede un periodo di scarico, dunque si riparte: «Allenamenti sulle strade di casa - dice : tra Ronzo e il lago di Garda. Poi, il primo maggio correrò a Francoforte, una gara di tre giorni in Polonia e, a metà mese, con la mia squadra andremo negli Stati Uniti per fare il Giro di CaliforMa.Bar. nia». SEGA DI ALA - È stato assegnato all’inglese Bradley Wiggins il premio «Fair Play» messo in palio dal Panathlon International per il corridore che si è reso protagonista di un episodio di correttezza sportiva nei quattro giorni di corsa. La motivazione del premio, assegnato con il contributo delle schede votate dai giornalisti al seguito della corsa, sta nella leggera spinta che Bradley, sul traguardo di Vetriolo, ha dato a Nibali per farlo transitare davanti a lui. A margine della premiazione, il presidente del Panathlon International, Giacomo Santini (nella foto), ha espresso il disappunto del Panathlon, che fra i tanti suoi obiettivi si prefigge di educare i giovani attraverso lo sport, per la trasmissione «Striscia la notizia» andata in onda il 18 aprile, quando i due conduttori hanno proferito la battuta, in riferimento ad una strada dissestata sulla quale transiterà il Giro d’Italia, che «tanto i ciclisti son tutti drogati e quindi le buche non le vedono nemmeno». Questa la nota diffusa dal Panathlon International: «L’infelice battuta, non solo non fa ridere, ma è altamente offensiva nei confronti di un’intera categoria di atleti che s’impegnano in uno sport altamente rischioso e faticoso. I singoli casi, non toccano la serietà e l’onestà intellettuale e sportiva della stragrande maggioranza dei ciclisti». M.M.