SCUOLA SECONDARIA di PRIMO GRADO “SAN BERNARDINO”

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SCUOLA SECONDARIA di PRIMO GRADO “SAN BERNARDINO”
SCUOLA SECONDARIA di PRIMO GRADO
“SAN BERNARDINO”
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PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA
2014-2015
Scuola Secondaria di Primo Grado
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INDICE
0. Premessa………………………………………………………………………4
0.1. Organizzazione dell’Offerta Formativa
0.2. Principi ispiratori
0.3. Questione di Metodo
0.4. Presentazione dell’Opera
0.5. Organigramma
0.6. Piano dell’Offerta Formativa
1. Profilo Formativo……………………………………………………….…….9
1.1. Premessa
1.2. Articolazione del Profilo
2. Percorsi Formativi……………………………………………………………14
2.1. Le scelte didattiche
2.2. Che cosa è il percorso formativo
2.3. Attuazione dei percorsi
2.4. Il curricolo
2.5. L’ambiente e le attività
2.6. Le uscite didattiche
2.7. Intervento psico-pedagogico
2.8. Articolazione delle attività
2.9. Attività in ambito extra-scolastico
2.10. Iniziative di recupero e sostegno
3. I fattori……………………………………………………………………….…24
3.1. La comunità educativa della scuola
3.2. La qualità dei processi di insegnamento e di apprendimento
4. Le risorse………………………………………………………………………..28
4.1. Il personale della scuola
4.2. Immobili-attrezzature-strutture
5. La valutazione…………………………………………………………………...29
5.1. …Educativo-didattica
5.2. …Del contesto scolastico
5.3. …Del POF
5.4. …Del personale
6. L’approvazione del POF………………………………………………………..32
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«Da mihi animas, coetera tolle» (don Bosco)
Come don Bosco
con i giovani, per i giovani.
PRESENTAZIONE STRENNA 2015
Giunti a questo mese di giugno, alla fine degli impegni educativo-scolastici in un emisfero, mi si chiede
che, come è avvenuto in precedenza, presenti un’anticipazione o abbozzo di quale sarà la Strenna del
2015, tema che verrà poi sviluppato ed approfondito in una lettera circolare alla fine del presente anno.
Volentieri offro questo abbozzo, col desiderio che possa servire in tutta la Famiglia Salesiana per quel
che vuol essere: solo un’anticipazione o una indicazione di quanto a suo tempo verrà consegnato alle
nostre sorelle, le Figlie di Maria Ausiliatrice, com’è tradizione, e a tutta la Famiglia Salesiana.
Lo schema di tale abbozzo è il seguente:
1. Una bella eredità spirituale.
2. La Strenna come Parola di UNITÀ per tutta la Famiglia Salesiana.
3. Come Don Bosco: con il suo cuore pastorale e la sua scelta educativa, coinvolti nella Trama di Dio.
4. Un carisma, quello salesiano, al servizio della comunione evangelizzatrice.
5. Con i giovani, per i giovani! Specialmente i più poveri.
6. Nel bicentenario della nascita di Don Bosco.
7. Con Maria, la più insigne collaboratrice dello Spirito Santo.
. UNA BELLA EREDITÀ SPIRITUALE
Qualifico come ‘bella esperienza spirituale’ la nostra tradizione familiare della Strenna, perché si tratta
di qualcosa che è sempre stata molto a cuore a Don Bosco. I primi messaggi – a mo’ di Strenna –
raccolti nella nostra tradizione, risalgono alla decade del 1850. Nelle Memorie Biografiche leggiamo che
un espediente usato da Don Bosco era quello di scrivere, ogni tanto, un bigliettino, facendolo arrivare a
colui cui voleva dare un consiglio. Alcuni di questi bigliettini sono stati conservati e sono messaggi
molto personali, che invitano ad una buona azione o a porre rimedio a qualcosa che non va bene. Ma
oltre a questo, fin dai primi anni dell’Oratorio, Don Bosco aveva cominciato a consegnare, verso la fine
dell’anno, una Strenna a tutti i suoi giovani in generale e un’altra a ciascuno in particolare. La prima,
quella generale, consisteva solitamente nell’indicare alcuni modi di procedere e degli aspetti da tenere
presenti per il buon andamento dell’anno che stava per cominciare. Quasi ogni anno Don Bosco
continuò a dare tali Strenne. L’ultima Strenna – l’ultima per Don Bosco e per i suoi figli – è formulata in
una situazione molto speciale. La troviamo presentata anche nelle Memorie Biografiche. Don Bosco,
sentendo che stava arrivando il momento finale, fece chiamare Don Rua e Mons.Cagliero, e con le poche
forze che gli rimanevano, diede alcune ultime raccomandazioni per loro e per tutti i Salesiani. Benedisse
le case di America e i molti confratelli che risiedevano in quelle terre, benedisse tutti i cooperatori
italiani e le loro famiglie e, infine, chiese loro che gli promettessero di amarsi come fratelli… e che
raccomandassero la comunione frequente e la devozione a Maria Santissima Ausiliatrice. Raccogliendo
queste parole di Don Bosco, Don Rua nella sua terza circolare descrive quel momento e quelle parole, e
aggiunge che «questo potrebbe servire come Strenna del nuovo anno da inviare a tutte le case salesiane.
Desiderava che fosse per tutta la vita e dette la sua approvazione perché servisse realmente come
strenna per il nuovo anno».
2. LA STRENNA COME PAROLA DI UNITÀ PER TUTTA LA FAMIGLIA SALESIANA
La nostra Famiglia Salesiana si caratterizza per il fatto di essere, in primo luogo, una famiglia
carismatica, in cui il Primato di Dio-Comunione costituisce il cuore della mistica salesiana. In questa
comunione riconosciamo la diversità, e allo stesso tempo l’unità che ha la sua sorgente nella
consacrazione battesimale, nel condividere lo spirito di Don Bosco e nella partecipazione alla missione
salesiana al servizio dei giovani, specialmente dei più poveri. Per questo in ogni Strenna sottolineiamo
questo aspetto della comunione, che è prioritario nella nostra Famiglia. Nella misura in cui una Strenna
può aiutare le programmazioni pastorali dei diversi rami e gruppi, è benvenuta, ma la sua finalità non è
questa, non è quella di giungere ad essere un programma di pastorale per l’anno, ma piuttosto di essere
un messaggio creatore di unità e di comunione per tutta la nostra Famiglia Salesiana, in un obiettivo
comune.
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3. COME DON BOSCO: CON IL SUO CUORE PASTORALE E LA SUA AZIONE EDUCATIVA,
COINVOLTI NELLA TRAMA DI DIO
Il cuore di Gesù, Buon Pastore, contrassegna tutto il nostro agire pastorale e costituisce un riferimento
essenziale per noi. Allo stesso tempo, ne troviamo la concretizzazione, ‘alla maniera salesiana’, in Don
Bosco plasmato nel singolare spirito di Valdocco, o in quello similare di Mornese, o in quel che è più
tipico ad ogni gruppo della nostra Famiglia Salesiana. Ma sappiamo che il punto di confluenza primo e
per tutti è il carisma di Don Bosco suscitato dallo Spirito Santo, per il bene della Chiesa. È quel che
chiamiamo carisma salesiano, che abbraccia e accoglie tutti e tutte. In Don Bosco “la felice espressione
(che fu il suo programma di vita) ‘Basta che siate giovani perché io vi ami assai’ è la parola e, prima
ancora, l’opzione educativa fondamentale del Santo”. Sappiamo bene che per i suoi ragazzi e i suoi
giovani “Don Bosco svolge un’impressionante attività con le parole, gli scritti, le istituzioni, i viaggi, gli
incontri con personalità civili e religiose; per essi, soprattutto, manifesta un’attenzione premurosa,
rivolta alle loro persone, perché nel suo amore di padre i giovani possano cogliere il segno di un amore
più alto”. “Secondo gli stessi criteri e col medesimo spirito egli cerca di trovare una soluzione anche ai
problemi della gioventù femminile. Il Signore suscita accanto a lui una Confondatrice: santa Maria
Domenica Mazzarello, con un gruppo di giovani colleghe già dedicate, a livello parrocchiale, alla
formazione cristiana delle ragazze. Il suo atteggiamento pedagogico suscita altri collaboratori – uomini e
donne – ‘consacrati’ con voti stabili, ‘cooperatori’, associati nella condivisione degli ideali pedagogici e
apostolici”. A tutto questo si aggiunge il fatto di essere il promotore di una speciale devozione a Maria,
Ausiliatrice dei Cristiani e Madre della Chiesa, e la sua cura ed affetto costante per i propri ex-allievi. E
al centro di tutto questo agire e della sua visione c’è, come vero motore della sua forza personale, la
‘carità pastorale’. Quella carità pastorale che per Don Bosco, proprio perché si sentiva coinvolto nella
Trama di Dio, significava amare il giovane, qualunque fosse il suo stato o situazione, per condurlo alla
pienezza di quell’essere pienamente umano che si è manifestato nel Signore Gesù e che prendeva
concretezza nella possibilità di vivere come onesto cittadino e come figlio di Dio. È questa la chiave del
nostro essere, vivere e attuare il carisma salesiano. Se arriviamo a sentire nelle nostre viscere, nel più
profondo di ciascuno/a di noi, quel fuoco, quella passione educativa che portava Don Bosco a
incontrarsi con ogni giovane a tu per tu, credendo in lui, credendo che in ciascuno vi è sempre un seme
di bontà e del Regno, per aiutarli a dare il meglio di se stessi ed avvicinarli all’incontro col Signore Gesù,
staremo certamente concretizzando nella nostra vita il meglio del carisma salesiano, secondo le nostre
modalità e possibilità.
4. UN CARISMA, quello salesiano, “AL SERVIZIO DELLA COMUNIONE EVANGELIZZATRICE”
(EG, n.130)
Già parecchie volte ho detto, sia in momenti familiari che in altri più pubblici, che il carisma salesiano
non è proprietà nostra, né dei salesiani e nemmeno di tutta la Famiglia Salesiana. Questa convinzione
profonda esprime con tutta chiarezza il Papa Francesco nella Evangelii gaudium, quando dice che lo
Spirito Santo arricchisce tutta la Chiesa nella sua missione evangelizzatrice con diversi carismi che
“sono doni per rinnovare ed edificare la Chiesa. Non sono un patrimonio chiuso, consegnato ad un
gruppo perché lo custodisca; piuttosto si tratta di regali dello Spirito integrati nel corpo ecclesiale […] e
quanto più un carisma volgerà il suo sguardo al cuore del Vangelo, tanto più il suo esercizio sarà
ecclesiale. È nella comunione, anche se costa fatica, che un carisma si rivela autenticamente e
misteriosamente fecondo”. Credo veramente che il carisma salesiano è certamente uno di quei doni con
cui lo Spirito Santo ha arricchito la Chiesa affinché, con lo sguardo fisso all’essenza del Vangelo, e nella
comunione ecclesiale prima, e internamente alla Famiglia Salesiana poi, possiamo essere un regalo
prezioso per i giovani. Per questo, Vangelo, cuore pastorale per i giovani, e comunione sono garanzia di
Identità e di Fedeltà per noi, Famiglia di Don Bosco, Famiglia Salesiana.
5. CON I GIOVANI, PER I GIOVANI! … specialmente i più poveri
5.1 Diciamo CON I GIOVANI!, fratelli e sorelle della nostra Famiglia Salesiana, perché il punto di
partenza del nostro fare carne e sangue (INCARNARE) il carisma salesiano è quello di STARE CON I
GIOVANI, stare con loro e in mezzo a loro, incontrarli nella nostra vita quotidiana, conoscere il loro
mondo e amarlo, stimolarli ad essere protagonisti della loro vita, risvegliare il loro senso di Dio,
incitandoli a porsi delle mete alte, a vivere la vita come la visse il Signore Gesù.
5.2 E diciamo CON I GIOVANI!, cari fratelli e sorelle della nostra Famiglia Salesiana, perché se quel
che riempie i nostri cuori ,accogliendo la chiamata vocazionale del Signore Gesù, è la predilezione
pastorale per i ragazzi e le ragazze, per i giovani, ciò si manifesterà in noi, come in Don Bosco, come
una vera e propria ‘passione’ nel cercare il loro bene, impegnandovi tutte le nostre energie, tutto il fiato
e la forza che abbiamo.
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5.3 PER I GIOVANI!... SPECIALMENTE I PIÙ POVERI. Mi sono permesso di dire in varie occasioni
che quando Papa Francesco parla di andare alla periferia, dirigendosi a tutta la Chiesa, noi veniamo
interpellati in modo molto vivo e diretto, perché ci sta chiedendo di stare con i giovani nella periferia,
lontani quasi da tutto, esclusi, quasi senza opportunità. Allo stesso tempo voglio dire che questa
periferia è qualcosa di tipicamente nostro come Famiglia Salesiana, perché la periferia è qualcosa di
costitutivo del nostro DNA salesiano. Cos’è stata la Valdocco di Don Bosco se non una periferia della
grande città? Che cosa è stata Mornese se non una periferia rurale? Occorrerà che il nostro esame di
coscienza personale e come Famiglia Salesiana si confronti con questo forte richiamo ecclesiale, che fa
parte a sua volta dell’essenza del Vangelo. Sarà necessario esaminarci circa il nostro essere con i
giovani e per loro, specialmente per gli ultimi…, ma non occorrerà cercare verso dove orientarci, la
nostra ‘stella polare nella navigazione’, perché negli ultimi, nei più poveri, in quelli che più hanno
bisogno di noi, risiede l’elemento più specifico del nostro DNA come carisma salesiano.
5.4 PERCHÉ I GIOVANI, SPECIALMENTE I PIÙ POVERI, SONO UN DONO PER NOI È stato il Rettor
Maggiore don Juan E. Vecchi a scrivere che “i giovani poveri sono stati e sono tuttora un dono per noi”.
E certamente non possiamo pensare che Don Vecchi stia difendendo la povertà; ma è certo che se
stiamo con i giovani e in mezzo a loro, sono essi, sono esse, i primi che ci fanno del bene, che ci
evangelizzano e ci aiutano a vivere veramente il Vangelo in quel che è più tipico del carisma
salesiano. Oso dire, come già mi sono espresso in altra occasione, che sono i giovani, le giovani, e
specialmente quelli più poveri e bisognosi, coloro che ci salveranno aiutandoci ad uscire dalla nostra
routine, dalle nostre inerzie e dai nostri timori, a volte più preoccupati di conservare le nostre sicurezze
che di tenere il cuore, l’udito e la mente aperti a ciò che lo Spirito ci può chiedere.
6. NEL BICENTENARIO DELLA NASCITA DI DON BOSCO
In un evento, come quello del Bicentenario della nascita di Don Bosco, che ci lancia tutti in un
cammino di fedeltà a quella stessa chiamata che egli sentì, ascoltò e che tradusse in vita. In un anno in
cui la festa per quel dono che è Don Bosco per la Chiesa e per la sua Famiglia non ci lascerà centrati in
noi stessi, autoreferenziali e autocompiaciuti, ma ci lancerà, con maggior forza se possibile, verso la
missione. Si tratta di un anno di festa, in cui siamo invitati a vivere ed esprimere la nostra celebrazione
come vera Famiglia.
7. CON MARIA, LA PIÙ INSIGNE COLLABORATRICE DELLO SPIRITO SANTO
Concludo tenendo presenti le parole del Papa San Giovanni Paolo II, nella conclusione della citata
Lettera “Iuvenum patris”, in cui ci invita ad avere sempre davanti a noi Maria Santissima, “come la più
alta collaboratrice dello Spirito Santo”. Il Papa ci invitava a guardare Maria e ad ascoltarla quando dice
“Fate quello che Egli vi dirà”, evocando l’episodio delle nozze di Cana (Gv 2,5). In un bel frammento
finale il Papa dice, dirigendosi agli SDB di quel momento, ma in un contesto che è molto adeguato per
tutta la nostra Famiglia Salesiana oggi: “A Lei io affido voi e insieme con voi affido tutto il mondo dei
giovani, affinché essi, da Lei attratti, animati e guidati, possano conseguire, con la mediazione della
vostra opera educativa, la statura di uomini nuovi per un mondo nuovo: il mondo di Cristo, Maestro e
Signore. La forza di questo desiderio e di queste parole che ci dedica il Papa di allora è tale che penso
che non si possa aggiungere altro che un ‘Amen!’, così sia, facendo assegnamento sulla Grazia che ci
viene dal Signore, l’intercessione di Maria Ausiliatrice e il cuore di Buon Pastore di tutti i membri della
nostra Famiglia Salesiana.
Don Angel Fernandez Artime
Rettor Maggiore dei Salesiani di don Bosco
0. PREMESSA
0.1 ORGANIZZAZIONE DELLA NOSTRA OFFERTA FORMATIVA
Nello spirito della legge (l.53/03; dgls 54/04), questo documento ha lo scopo di precisare e definire il carattere e i
contenuti dell’Offerta Formativa che la scuola intende fornire ai propri iscritti, partendo dallo scenario sociale e
culturale del momento, da una lettura puntuale del territorio e, soprattutto dall’analisi delle richieste e dei bisogni
delle famiglie.
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La scuola assume l’impegno di progettare percorsi che consentano il massimo sviluppo delle potenzialità personali,
programmando traguardi irrinunciabili di formazione e competenze.
Il raggiungimento dei traguardi, preventivamente concordati nel collegio dei docenti, verrà periodicamente
monitorato dalla scuola.
Il POF costituisce:
- per gli operatori scolastici, il quadro di riferimento vincolante ai fini dell’impostazione della
programmazione/progettazione;
- per i fruitori, garanzia dell’assolvimento della funzione istituzionale della scuola.
Il docente motiva il proprio intervento didattico, rende noti gli strumenti, predispone le strategie e i criteri di
valutazione;
il genitore conosce così l’offerta formativa, e collabora, pedagogicamente, con il team docente.
Il Progetto è sottoposto a sistematica verifica e valutazione alla fine di ogni anno scolastico e, entro il mese di
settembre dell’anno successivo, viene aggiornato, reso pubblico dopo l’approvazione degli Organi Collegiali
(Consiglio d’Istituto per la scuola; Consiglio della Casa per l’indirizzo salesiano). Esso, insieme alla Carta dei
Servizi, al Regolamento interno, al PEPS (Progetto Educativo Pastorale Salesiano), definisce l’intero piano
organizzativo dell’Istituzione Scolastica per la realizzazione degli obiettivi formativi indicati dagli Organi
Collegiali.
Questo documento ha carattere di: Flessibilità, in quanto regola l’offerta formativa considerando i bisogni delle
famiglie e delle risorse interne in continua evoluzione; Integrazione, intesa come coerenza progettuale delle
diverse iniziative (didattiche ed extra-didattiche) e convergenza metodologica (di insegnamento e di trasmissione
del carisma salesiano); Interazione, perché la scuola interagisce con altre agenzie intenzionalmente formative del
territorio, prima fra tutte, la famiglia; Responsabilità perché la scuola, con esso, si impegna a rispondere dei
percorsi e dei risultati che derivano dalle scelte fatte.
0.2 PRINCIPI ISPIRATORI - FINALITA’
I principi che ispirano questa istituzione scolastica sono:
- la Dottrina Cristiana (maturare la capacità di realizzare la propria vocazione)
- il Carisma Salesiano (fondato sull’ottimismo del saper formare ‘onesti cittadini & buoni cristiani’)
- il Sistema Preventivo di don Bosco (basato sui principi di ‘ragione –religione –amorevolezza’)
- le normative legislative che attualmente regolano l’istituzione scolastica (per garantirne la parificazione
dell’istruzione)
Da tali principi, discendono le seguenti finalità:
1. Educative
• Formare l’uomo nella sua dimensione integrale (relazionale-religiosa-…).
• Affermare i valori della nostra cultura cristiana fondati sulla famiglia come istituzione educativa primaria.
• Attuare l’evangelizzazione della cultura.
• Educare, alla maniera di Don Bosco, “il buon cristiano e l’onesto cittadino”.
• Affermare i Diritti umani e sociali secondo la Costituzione Italiana e la Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani.
• Sviluppare il senso di appartenenza alla propria comunità nell’ottica della globalità.
• Operare per la comprensione e la cooperazione tra le culture, dunque tra i popoli.
• Contribuire a riconoscere e rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
2. Didattico - disciplinari
• Utilizzare il linguaggio evangelico per vivere situazioni di cooperazione, solidarietà, pace e fratellanza.
• Promuovere la “prima” alfabetizzazione culturale, compresi i nuovi “linguaggi”.
• Acquisire la capacità di utilizzare i vari linguaggi a scopi comunicativi.
• Stimolare la curiosità verso i “saperi” e le espressioni creative.
• Acquisire competenze specifiche in ordine ai sottocodici delle varie discipline.
• Favorire l’acquisizione di un metodo di lavoro proficuo e coerente.
• Sviluppare lo spirito critico e la capacità di autovalutarsi in ogni contesto.
• Individuare connessioni e collegamenti tra i saperi (interdisciplinarietà).
• Agevolare la continuità del processo educativo anche mediante momenti di raccordo con la scuola secondaria di
primo grado.
0.3 QUESTIONE DI METODO
Il metodo educativo elaborato da Don Bosco trova nel Sistema Preventivo la massima espressione pedagogica.
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“Questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione, e sopra l’amorevolezza; perciò esclude ogni
castigo violento e cerca di tenere lontano gli stessi leggeri castighi. Sembra che questo sia preferibile per le
seguenti ragioni:
I. L’allievo preventivamente avvisato non resta avvilito per le mancanze commesse(…). Né mai si adira per la
correzione fatta o pel castigo minacciato oppure inflitto, perché in esso vi è sempre un avviso amichevole e
preventivo che lo ragiona (…), cosicché l’allievo conosce la necessità del castigo (…).
II. (…) spesso un fanciullo si rende colpevole e meritevole di una pena, cui egli non ha mai badato, che avrebbe
per certo evitato se una voce amica l’avesse ammonito.
III. Il sistema Repressivo può impedire un disordine, ma difficilmente farà migliori i delinquenti; (…)i giovanotti
non dimenticano i castighi subiti, e per lo più conservano amarezza con desiderio di scuotere il giogo ed anche di
farne vendetta. (…)Al contrario il sistema Preventivo rende amico l’allievo, che nell’assistente ravvisa un
benefattore che lo avvisa, vuol farlo buono, liberarlo dai dispiaceri, dai castighi, dal disonore.
IV. Il sistema Preventivo rende avvisato l’allievo in modo che l’educatore potrà tuttora parlare col linguaggio del
cuore sia in tempo della educazione, sia dopo di essa. L’educatore, guadagnato il cuore del suo protetto, potrà
esercitare sopra di lui un grande impero, avvisarlo, consigliarlo ed anche correggerlo (…).
(…) La pratica di questo sistema è tutta appoggiata sopra le parole di s. Paolo che dice: Charitas benigna est,
patiens est; omnia suffert, omnia sperat, omnia sustinet. La carità è benigna e paziente; soffre tutto, ma spera tutto
e sostiene qualunque disturbo. Perciò soltanto il cristiano può con successo applicare il sistema Preventivo.
Ragione e Religione sono gli strumenti di cui deve costantemente far uso l’educatore, insegnarli, egli stesso
praticarli se vuol essere ubbidito ed ottenere il suo fine.
I. Il Direttore pertanto deve essere consacrato a’ suoi educandi (…) trovarsi sempre co’ suoi allievi tutte le volte
che non sono obbligatamente legati da qualche occupazione, eccetto che siano da altri debitamente assistiti.
II. I maestri, gli assistenti (…) facciano in modo che gli allievi non siano mai soli. Per quanto è possibile gli
assistenti li precedano nel sito dove devonsi raccogliere: si trattengano con loro fino a che siano da altri assistiti
(…).
III. Si dia ampia libertà di saltare, correre, schiamazzare a piacimento. La ginnastica, la musica, la declamazione,
il teatrino, le passeggiate sono mezzi efficacissimi per ottenere la disciplina, giovare alla moralità ed alla sanità
(…). Fate tutto quello che volete, diceva il grande amico della gioventù s. Filippo Neri, a me basta che non facciate
peccati.
IV. La frequente confessione, la frequente comunione, la messa quotidiana sono le colonne che devono reggere un
edifizio educativo, da cui si vuole tener lontano la minaccia e la sferza. Non mai obbligare i giovanetti alla
frequenza de’ santi Sacramenti, ma soltanto incoraggiarli e porgere loro comodità di approfittarne. Nei casi poi di
esercizi spirituali, novene, predicazioni, catechismi si faccia rilevare la bellezza, la grandezza, la santità di quella
Religione che propone dei mezzi così facili, così utili alla civile società, alla tranquillità del cuore, alla salvezza
dell’anima, come appunto sono i santi Sacramenti. In questa guisa i fanciulli restano spontaneamente invogliati a
queste pratiche di pietà, vi si accosteranno volentieri con piacere e con frutto.
V. Si usi massima sorveglianza (…).
VI. (…) il Direttore, o chi per esso, indirizzi alcune parole in pubblico dando qualche avviso, o consiglio intorno a
cose da farsi o da evitarsi; e studii di ricavare le massime da fatti avvenuti in giornata nell’Istituto o fuori (…).
(…).
Taluno dirà che questo sistema è difficile in pratica: (…) l’educatore è un individuo consacrato al bene de’ suoi
allievi, perciò deve essere pronto ad affrontare ogni disturbo, ogni fatica per conseguire il suo fine, che è la civile,
morale, scientifica educazione de’ suoi allievi. (…)
I. L’allievo sarà sempre pieno di rispetto verso l’educatore e ricorderà ognor con piacere la direzione avuta,
considerando tuttora quali padri e fratelli i suoi maestri e gli altri superiori. Dove vanno questi allievi per lo più
sono la consolazione della famiglia, utili cittadini e buoni cristiani.
II. Qualunque sia il carattere, l’indole, lo stato morale di un allievo all’epoca della sua accettazione, i parenti
possono vivere sicuri, che il loro figlio non potrà peggiorare, e si può dare per certo che si otterrà sempre qualche
miglioramento. Anzi certi fanciulli che per molto tempo furono il flagello de’ parenti e perfino rifiutati dalle case
correzionali, coltivati secondo questi principii, cangiarono indole, carattere, si diedero ad una vita costumata, e
presentemente occupano onorati uffizi nella società, divenuti così il sostegno della famiglia, decoro del paese in
cui dimorano.
(…)
Una parola sui castighi. (…) Dove è possibile, non si faccia mai uso dei castighi; dove poi la necessità chiede
repressione, si ritenga quanto segue:
I. L’educatore tra gli allievi cerchi di farsi amare, se vuole farsi temere. In questo caso la sottrazione di
benevolenza è già un castigo (…).
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II. Presso ai giovanetti è castigo quello che si fa servire per castigo. Si è osservato che uno sguardo non amorevole
sopra taluni produce maggior effetto che non farebbe uno schiaffo. La lode quando una cosa è ben fatta, il
biasimo, quando vi è trascuratezza, è già un premio od un castigo.
III. Eccettuati rarissimi casi, le correzioni, i castighi non si diano mai in pubblico, ma privatamente, lungi dai
compagni, e si usi massima prudenza e pazienza per fare che l’allievo comprenda il suo torto colla ragione e colla
religione.
IV. Il percuotere in qualunque modo, il mettere in ginocchio con posizione dolorosa, il tirar le orecchie ed altri
castighi simili debbonsi assolutamente evitare, perché sono proibiti dalle leggi civili. Irritano grandemente i
giovani ed avviliscono l’educatore.
V. Il Direttore, o chi per esso, faccia ben conoscere le regole, i premi ed i castighi stabiliti dalle leggi di disciplina,
affinché l’allievo non si possa scusare dicendo: Non sapeva che ciò fosse comandato o proibito.
Se nelle nostre case si metterà in pratica questo sistema, io credo che potremo ottenere grandi vantaggi senza
venire né alla sferza, né ad altri violenti castighi. Da circa quarant’anni tratto colla gioventù, e non mi ricordo
d’aver usato castighi di sorta, e coll’aiuto di Dio ho sempre ottenuto non solo quanto era di dovere, ma eziandio
quello che semplicemente desiderava, e ciò da quegli stessi fanciulli, cui sembrava perduta la speranza di buona
riuscita”(sacerdote Giovanni Bosco).
Per cui il Sistema Preventivo
• anima ogni attività culturale formativa in uno stile di dialogo, di partecipazione e di ricerca, nel rispetto delle
più profonde esigenze umane
• crea un ambiente in cui il ragazzo/a si sente amato, riconosciuto e rispettato, soggetto attivo e critico del proprio
processo formativo
• privilegia il rapporto educativo personale, la presenza dell’educatore come espressione concreta di accoglienza,
amicizia, capacità di attesa
• coinvolge la famiglia nell’attività educativa
• educa all’accoglienza ed alla solidarietà, valorizzando il positivo di ogni cultura
• propone, in clima di rispetto e di libertà, una pluralità di offerte per favorire l’educazione alla fede (dal PEN)
0.4 PRESENTAZIONE DELL’OPERA
1. Istanza storica
Con una presenza sul territorio fin dal 1456, anno della sua fondazione, “San Bernardino” ha una lunga
storia alle spalle. Prima convento e centro di studi francescano, poi collegio dei Gesuiti, in seguito monastero
benedettino, è infine acquistato nel 1926 dai Salesiani a cui viene affidata anche la cura pastorale della zona.
Dapprima noviziato e pre-seminario con convitto e ginnasio privato, con la riforma del 1962 apre la scuola media
(ottiene il riconoscimento legale il 29 maggio 1971), ampliando poi l’offerta formativa con l’apertura del Liceo
Scientifico, della Scuola Primaria ed infine dell’istituto Professionale per Operatore della Grafica Pubblicitaria.
2. Istanza Ammnistrativa
L’Istituto Salesiano “San Bernardino” di Chiari appartiene alla Ispettoria Lombardo-Emiliana. Tale ente
ecclesiastico è comprensivo delle case salesiane distribuite nei territori della Lombardia, dell’Emilia-Romagna,
della Repubblica di San Marino, della Svizzera Italiana (Lugano e Zurigo) e della Lituania.
La sede amministrativa-giuridica centrale è a Milano in Via Copernico, 9.
Dall’Ispettore Salesiano (gestore e amministratore dei territori coinvolti) dipendono le nomine del
Direttore, il quale delega al Dirigente Scolastico la parte ordinaria della gestione scolastica.
3. Istanza giuridica
La Scuola Primaria “San Bernardino” è parte dell’Istituto Salesiano ‘san Bernardino’ il quale si presenta come una
scuola paritaria parificata, libera e pubblica.
Come Scuola pubblica, paritaria parificata e libera è riconosciuta dallo Stato (decreto del 27.02.2003) ed è
aperta ad accogliere tutti coloro che la scelgono, senza distinzioni di sesso, nazionalità, religione, opinioni
politiche, condizioni economiche.
4. Istanza carismatica
La Scuola Primaria “San Bernardino” è fortemente connotata dall’essere scuola cattolica e salesiana.
Come Scuola cattolica si ispira a un pluralismo di stili e di metodi educativi fondati sul Vangelo.
Come Scuola salesiana si ispira allo stile di famiglia voluto da Don Bosco che privilegia un’educazione fatta di
rapporti personali, per guidare gradualmente l’alunno alla sua realizzazione umana, culturale e cristiana. In quanto
salesiana la scuola possiede alcune caratteristiche fondamentali:
•
la preferenza per i bambini dei ceti popolari
•
la scelta di un’educazione che ha come fine la maturazione globale del bambino
•
il primato dell’evangelizzazione
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5. Istanza territoriale
Il territorio in cui è situato l’Istituto Salesiano “San Bernardino” ha raggiunto un notevole grado di sviluppo
economico. Sono numerose le industrie medie e piccole, sono molto sviluppati l’ artigianato ed il settore terziario;
ancora redditizia l’agricoltura. Ha una buona rete di trasporti, compresa quella ferroviaria. E’ largamente dotata di
servizi sanitari e sociali e gode di una buona qualità della vita. Buono è il patrimonio di cultura tradizionale, che si
esprime nella laboriosità, nel senso del risparmio e del sacrificio. Le istituzioni, soprattutto la famiglia, svolgono
attentamente il loro compito formativo. Numerose sono le associazioni ed i gruppi di animazione sociale.
La nostra scuola ha una utenza diversificata che proviene da un bacino abbastanza ampio. Oltre che offrire
il suo servizio alla città di Chiari, essa accoglie infatti anche alunni provenienti dai Comuni limitrofi della provincia
di Brescia e di Bergamo.
Servizi di trasporti pubblici e privati collegano la Scuola ai paesi vicini.
6. Attualità e significatività della presenza
Inserito in modo vitale nel territorio, l’Istituto “San Bernardino” a leggere le sollecitazioni che vengono dai
segni dei tempi, vuole offrire risposte concrete ai bisogni delle famiglie:
- bisogno di un ambiente scolastico protetto che prepari a fare scelte giuste nella società
- esigenza di serietà nello svolgimento del programma didattico in modo da offrire garanzie per l’istruzione
successiva
- richiesta di un orario prolungato di permanenza a scuola dei bambini a causa di impegni lavorativi di
entrambi i genitori
- esigenza di istruzione, di formazione umana e di educazione che tenga conto dei principi della fede
cristiana
9
0.5 ORGANIGRAMMA DEL PERSONALE
Sito internet
www.salesianichiari.it
centralino 030/7006811
fax 030/7006812
DIRETTORE
(gestore di tutto l’Istituto)
Don Piergiorgio Placci
[email protected]
(riceve su appuntamento)
COORDINATORE DELLA
GESTIONE
AMMINISTRATIVA
Dott. Massimiliano Paletti
[email protected]
COORDINATORE
DELL’ATTIVITÀ
EDUCATIVA E DIDATTICA
Don Stefano Mascazzini
[email protected]
(riceve su appuntamento)
(riceve su appuntamento)
SEGRETERIA
AMMINISTRATIVA
Sig. Alessandra Ferrari
[email protected]
Apertura al pubblico:
da Lun. a Ven.: 8 – 10.30 e 14 – 16
Sab.: 8.30 – 10.30
CATECHISTA
Don Stefano Mascazzini
SEGRETERIA SCOLASTICA
Sig. Giovanna Belotti
[email protected]
Apertura al pubblico:
da Lun. a Ven.: 8 – 10.30 e 14 – 16
Sab.: 8.30 – 10.30
CONSIGLIERI
Prof. Christian Salvoni
(seconde e terze)
Prof.ssa Daniela Moioli
EDUCATORE
Sig. Roberto Savorelli
(prime e ragazze)
INSEGNANTI
della scuola media di primo grado
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0.6 PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA
Il Piano dell’Offerta Formativa (POF) è la risposta che la nostra Scuola offre alla domanda educativa delle
famiglie, secondo il proprio Progetto Educativo (PEI), in armonia con i principi delle normative vigenti (DPR
275/99 art 3; L 62/00 art unico, comma 4, lettera a; L 53/03; DLGS 54/04). Specificamente per determinare
l’Offerta Formativa, la Scuola Primaria ha accolto le indicazioni del P.E.N.S. (Progetto Educativo Nazionale
Salesiano), le “Raccomandazioni per l’attuazione dei Piani di Studio”; integrando poi la riflessione didattico–formativa
con le Indicazioni per il Curricolo (sett. 2007). A quanto esposto, è stata affiancata un’approfondita analisi dei
bisogni educativi degli utenti di riferimento e delle loro famiglie, poiché i processi di insegnamento
vengono svolti con costante personalizzazione del Piano di studio (PSP) che, in linea con lo stile
salesiano, pone al centro la persona del bambino e la relazione educativa. La progettazione dell’offerta
della nostra Comunità Educativa (CEP) non è neutrale bensì è mediata da modelli educativi e didattici che
rispondono ad una visione antropologica ispirata all’umanesimo cristiano. Da sempre la tradizione salesiana,
dunque anche la nostra scuola, intende essere luogo di formazione integrale delle persone (cfr Indicazioni per il
Curricolo 2007) e di educazione alla fede per coloro che hanno fatto o intendono fare questa scelta.
Il testo che presentiamo risponde a specifiche scelte dettate dai criteri che emergono dalla proposta culturale ed
antropologica del Progetto Educativo e permette la flessibilità dell’offerta di formazione centrata sulla domanda dei
genitori e degli alunni, nell’ambito dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, riconosciuta dalla legge (articolo
21, legge n. 59/1997 e normativa di applicazione).
Il Piano della nostra offerta formativa è organizzato in cinque parti:
1. Il profilo formativo (delinea l’esito in uscita dei percorsi scolastici)
2. I percorsi (definiscono il cammino di formazione per portare gli alunni a realizzare i profili).
3. I fattori (costituiscono i punti fondamentali di intervento e di azione organizzati dalla scuola).
4. Le risorse (descrivono i mezzi messi a disposizione dalla Scuola).
5. La valutazione (propone la corrispondenza tra progetto e risultati ottenuti, in vista della riprogettazione).
6. L’approvazione.
Cap. I
PROFILO FORMATIVO
1.1 PREMESSA
“L’educazione è l’insieme delle conoscenze, delle tecniche e delle strategie relazionali e comportamentali”
(PECUP, Documento nazionale dello Stato)
Nella Legge delega del 28/3/2003 n. 53 (Riforma Moratti) per la “definizione delle norme generali sull’istruzione
e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale”, vengono declinati
all’art. 3 i principi e criteri direttivi per la “valutazione degli apprendimenti e della qualità del sistema educativo
di istruzione e di formazione”.
I nuovi riferimenti normativi, derivati dall’approvazione della legge costituzionale n. 3/2001 che ha modificato il
Titolo V della Costituzione, hanno riservato allo Stato la definizione e il controllo dei livelli essenziali delle
prestazioni, per potere garantire il valore nazionale ed europeo delle qualifiche e dei diplomi acquisiti a
conclusione del ciclo di studi.
La Legge delega prevede, oltre alla valutazione degli apprendimenti, anche quella dei comportamenti. In tal modo,
si rende giuridicamente effettivo il principio docimologico che differenzia la misurazione delle prestazioni
cognitive degli alunni dalla valutazione che, formulata collegialmente dal consiglio di classe, tiene presente anche
gli obiettivi “non cognitivi”, quali appunto il comportamento, inteso in termini di “impegno” e di atteggiamenti
relazionali.
Alla luce di queste precisazioni normative, è opportuno prendere in esame le indicazioni offerte dal ‘Profilo
Educativo, Culturale e Professionale dello studente’ (DLGS 59/04 all. D), che consentono di elaborare una
descrizione sistematica degli obiettivi formativi ed educativi, che il bambino deve aver acquisito al termine della
Scuola Primaria. Il PECUP, ovvero il “documento nazionale dello Stato, che determina i livelli essenziali di
prestazione che ogni istituto è chiamato a predisporre e ad assicurare”, è redatto per competenze, con riferimento
sia alle aree del Profilo Ministeriale (cfr Indicazioni per il Curricolo, sett. 2007) ed in ordine agli obiettivi specifici
11
di apprendimento (OSA) elaborati dagli insegnanti (gli OSA sono gli elementi globali di valutazione segnalati
sulle pagelle).
Per PROFILO si intende la descrizione organica delle conoscenze disciplinari ed interdisciplinari (sapere), delle
abilità operative (saper fare), delle competenze (saper essere), che il bambino acquisisce alla fine del percorso
scolastico quinquennale che lo conduce alle soglie della pre-adolescenza, raggiungendo traguardi di sviluppo in
ordine all’essere, ovvero in funzione della propria crescita educativa e personale (identità e all’autonomia; alla
scoperta delle proprie attitudini; alla corresponsabilità).
Appare evidente, come tali indicazioni si integrino in modo coerente ed armonico con il progetto educativo
salesiano, riassumibile nelle intenzioni di Don Bosco di formare “il buon cristiano e l’onesto cittadino”.
1.2 LE ARTICOLAZIONI DEL PROFILO
Il PECUP è articolato in quattro sezioni, nonché aree di valutazione, sulle quali si fonda la riflessione del gruppo
docente per dare una valutazione sommativa del percorso formativo dell’alunno: Identità ed autonomia,
Orientamento, Convivenza civile, Strumenti culturali interdisciplinari e specifici disciplinari.
La scuola secondaria di 1° grado rappresenta un passaggio fondamentale per la costruzione del “progetto di vita” di
ogni ragazzo perché fornisce le basi che permettono di affrontare in modo positivo le esperienze successive proprie
del Secondo Ciclo di istruzione e di formazione e, in particolare, i problemi del vivere quotidiano e del responsabile
inserimento nella vita familiare, sociale e civile in questa particolare fase dell’età evolutiva. Il Profilo educativo,
culturale e professionale che segue rappresenta ciò che un ragazzo di 14 anni dovrebbe sapere e fare per essere
l’uomo e il cittadino che è giusto attendersi da lui al termine del triennio scolastico. Il traguardo può ritenersi
raggiunto se le conoscenze disciplinari e interdisciplinari (il sapere) e le abilità operative (il fare) apprese ed
esercitate nel sistema formale (la scuola), non formale (le altre istituzioni formative) e informale (la vita sociale nel
suo complesso) sono diventate competenze personali di ciascuno.
Un ragazzo è riconosciuto “competente” quando, facendo ricorso a tutte le capacità di cui dispone, utilizza le
conoscenze e le abilità apprese per:
- esprimere un personale modo di essere e proporlo agli altri;
- interagire con l’ambiente naturale e sociale che lo circonda, e influenzarlo positivamente;
- risolvere i problemi che di volta in volta incontra;
- riflettere su se stesso e gestire il proprio processo di crescita, anche chiedendo
aiuto, quando occorre;
- comprendere, per il loro valore, la complessità dei sistemi simbolici e culturali;
- maturare il senso del bello;
- conferire senso alla vita.
Più in particolare, il Profilo atteso per la fine del Primo Ciclo di istruzione si dispone nelle seguenti articolazioni:
1. IDENTITA’
2. STRUMENTI CULTURALI
3. CONVIVENZA CIVILE
1.2.1 IDENTITÀ
a. CONOSCENZA DI SÉ
Prendere coscienza delle dinamiche che portano all’affermazione della propria identità.
b. RELAZIONE CON GLI ALTRI
Imparare ad interagire con i coetanei e con gli adulti e distinguere tra modelli positivi e negativi.
c. ORIENTAMENTO
- Essere in grado di pensare al proprio futuro.
- Elaborare, esprimere ed argomentare un proprio progetto di vita che si integra nel mondo reale in modo dinamico
ed evolutivo.
- Collaborare responsabilmente ed intenzionalmente con la scuola, con la famiglia e con le organizzazioni sociali e
territoriali che possono partecipare alla definizione e alla attuazione del proprio progetto di vita.
- Dimostrare disponibilità a verificare l’adeguatezza delle decisioni sul proprio futuro scolastico e professionale.
1.2.2 STRUMENTI CULTURALI
- Conoscere il funzionamento del proprio corpo; padroneggiare le conoscenze e le abilità che, a partire dalle
modificazioni dell’organismo, consentono, mediante l’attività motorio-espressiva, il gioco e la pratica sportiva
individuale e di squadra, un equilibrato ed armonico sviluppo della propria persona; valutare criticamente le
esperienze motorie e sportive vissute ed imparare, attraverso la pratica sportiva, a relazionarsi e a coordinarsi con
gli altri, rispettando le regole stabilite.
- Conoscere ed utilizzare tecniche differenziate di lettura silenziosa dei testi e leggere correttamente, ad alta voce,
testi noti e non noti; usare un vocabolario attivo e passivo adeguato agli scambi sociali e culturali e capire messaggi
orali e visivi; essere in grado, nell’orale e nello scritto, di produrre testi brevi, ben costruiti e adatti alle varie
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situazioni interattive.
- Avere consapevolezza delle ragioni storico-giuridiche, linguistico- letterarie ed artistiche che ci legano al mondo
classico e giudaico-cristiano e dell’identità spirituale e materiale dell’Italia e dell’Europa; sapersi orientare nel
tempo e nello spazio, operando confronti per comprendere caratteristiche specifiche, somiglianze e differenze tra la
nostra e le altre civiltà del mondo.
- Adoperare per comunicare con gli altri, codici diversi dalla parola (fotografia, internet, musica, teatro, ecc);
leggere quotidiani e ascoltare telegiornali, confrontandosi con le opinioni che esprimono; saper compilare
bollettini, vaglia postali, leggere tabelle orario, carte topografiche, mappe, bollette di servizi pubblici, ecc..
- Eseguire semplici operazioni aritmetiche mentalmente, per iscritto e con strumenti di calcolo, misurare una
grandezza, calcolare una probabilità, padroneggiare concetti fondamentali della matematica; leggere la realtà e
risolvere problemi, impiegando forme simboliche caratteristiche della matematica, dando particolare significato
alla geometria; interpretarla.
- Osservare la realtà, per riconoscervi, anche tramite l’impiego di appositi strumenti tecnici, relazioni tra oggetti e
grandezze, regolarità, differenze, invarianze o modificazioni nel tempo e nello spazio.
- Conoscere l’universo animale e il mondo vegetale nelle loro molteplici sfaccettature; conoscere la geografia fisica
della Terra e il significato dei principali fenomeni naturali che la riguardano.
1.2.3 CONVIVENZA CIVILE
- Essere consapevole di essere titolare di diritti, ma anche di essere soggetto a doveri per lo sviluppo qualitativo
della convivenza civile.
- Affrontare, con responsabilità e indipendenza, i problemi quotidiani riguardanti la cura della propria persona in
casa, nella scuola e nella più ampia comunità sociale e civile.
- Conoscere l’organizzazione costituzionale ed amministrativa del nostro Paese, nonché gli elementi essenziali
degli ordinamenti comunitari ed internazionali e le loro funzioni.
- Riflettere sui propri diritti-doveri di cittadino; rispettare gli impegni assunti all’interno di un gruppo di persone
che condividono le regole comuni del vivere insieme.
- Conoscere le regole e le ragioni per prevenire il disagio che si manifesta sotto forma di disarmonie fisiche,
psichiche, intellettuali e relazionali; impegnarsi a comportarsi in modo tale da promuovere per sé e per gli altri un
benessere
fisico strettamente connesso a quello psicologico, morale e sociale.
- Essere consapevoli della necessità di alimentarsi secondo criteri rispettosi delle esigenze fisiologiche e di quelle
legate alla salute; conoscere i rischi connessi a comportamenti disordinati e cercare di evitarli.
- Comportarsi a scuola (viaggi di istruzione compresi), per strada, negli spazi pubblici, sui mezzi di trasporto, in
modo da rispettare gli altri, comprendendo l’importanza di riconoscere codici e regolamenti stabiliti.
- Rispettare l’ambiente, conservarlo, cercare di migliorarlo, ricordando che è patrimonio a disposizione di tutti, e
adottare i comportamenti più adeguati per la salvaguardia della sicurezza propria e degli altri in condizioni
ordinarie
o straordinarie di pericolo.
Fa seguito una breve presentazione delle dimensioni educative sviluppate dalla Scuola:
! “Formazione della coscienza” ed “Educazione all’affettività”: la scelta di questi aspetti formativi
risponde alla richiesta del PEI, che riprende le indicazioni del Capitolo Generale (CG 23) dei
Salesiani. Gli indicatori di valutazione proposti nei due profili, con i relativi interventi dei Docenti,
fanno riferimento ai due piani “Formazione della coscienza” ed “Educazione all’affettività” elaborati
dalla nostra Scuola a completamento delle Indicazioni nazionali.
! “Educazione alla fede”: gli indicatori di questo obiettivo sono estrapolati dalla raccolta “Itinerari di
Educazione alla Fede” editi dal Centro Salesiano di Pastorale Giovanile.
! L’obiettivo della “comunicazione”, secondo il punto di vista della modalità “espositiva” dei contenuti
culturali propri delle discipline (padronanza e proprietà lessicale), viene valutato nella scheda
trimestrale e nelle Unità di Apprendimento redatte dai Docenti, La “comunicazione” intesa come
abilità specifica nel comunicare messaggi, mediante codici particolari (verbale, grafico o scritto,
iconico, gestuale…), viene invece analizzata in ambito trasversale e dell’orientamento.
! L’obiettivo scolastico, pensato come interesse, attenzione, partecipazione, osservanza del
regolamento, rispetto dei tempi e modalità di consegna dei compiti e delle verifiche, viene descritto
nelle schede di ingresso e valutazione trimestrale.
!
L’obiettivo metodologico propone l’approccio al metodo di studio secondo le indicazioni che i
Docenti forniscono agli alunni, durante ore di laboratorio attivo nel corso dell’anno scolastico.
A seguire la scansione per anno dei profili da raggiungere
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PRIMO ANNO
AREE di valutazione da parte dei Docenti
A) IDENTITÀ ED AUTONOMIA: operare scelte personali ed assumersi responsabilità.
Le dimensioni della crescita sviluppate dalla Scuola danno contenuto e significato alla
IDENTITÀ e AUTONOMIA personale dell’alunno/a col seguente apporto specifico.
Dimensione religiosa o Educazione alla fede:
Incontrare Gesù di Nazareth, attraverso i suoi testimoni, come l’amico che ama la vita, sa comprenderci nei
momenti difficili e ricorre a noi per realizzare il progetto del Regno.
Dimensione morale o Formazione della coscienza:
Passare da una condotta di tipo egocentrica a un comportamento fondato su modelli di vita presenti nella
tradizione salesiana: Gesù ragazzo, Giovannino Bosco, Domenico Savio, Laura Vicuňa.
Dimensione affettiva o Educazione all’affettività:
Percepire la dimensione corporea attraverso l’accettazione di sé come persona fisica, intimamente associata
allo ‘spirito’.
Dimensione scolastica (obiettivi trasversali alle varie discipline): competenze
1 - Organizzare i materiali
2 - Applicarsi al lavoro scolastico di casa e della scuola
3 - Seguire le lezioni con attenzione e interesse
4 - Partecipare alle attività scolastiche
5 - Sviluppare le proprie capacità
6 - Raggiungere un grado di maturazione adeguato
B) ORIENTAMENTO: fare piani per il futuro, verificare e adeguare il proprio progetto di vita (vedi apporto
al Profilo da parte delle Attività libere e Insegnamenti)
C) CONVIVENZA CIVILE: coesistere, condividere, essere corresponsabili
1 - Interagire col gruppo-classe
2 - Assumere un comportamento adeguato nell’ambiente scolastico
3 - Stabilire rapporti di collaborazione con i/le compagni/e
4 - Intervenire nel dialogo scolastico
D) STRUMENTI CULTURALI per leggere e governare l’esperienza
STRUMENTI CULTURALI INTERDISCIPLINARI
1 - Comprendere i testi cogliendone l’idea generale
2 - Ricostruire i legami tra le informazioni fornite da un testo
3 - Comunicare testi orali e scritti
4 - Recuperare le conoscenze di base negli interventi individualizzati
5 - Acquisire gli obiettivi didattici previsti
SECONDO ANNO
AREE di valutazione da parte dei Docenti
A) IDENTITÀ ED AUTONOMIA: operare scelte personali ed assumersi responsabilità.
Le dimensioni della crescita sviluppate dalla Scuola danno contenuto e significato alla IDENTITÀ e
AUTONOMIA personale dell’alunno/a col seguente apporto specifico.
Dimensione religiosa o Educazione alla fede:
Scoprire che è fare Chiesa il vivere da amici, celebrare la vita insieme con Gesù, coinvolgere gli altri.
Dimensione morale o Formazione della coscienza:
Condividere i principali valori conosciuti attraverso i modelli di vita presenti nella tradizione salesiana:
Gesù ragazzo, Giovannino Bosco, Domenico savio, Laura Vicuña.
Dimensione affettiva o Educazione all’affettività:
Conoscere ed accettare le conseguenze di uno sviluppo anticipato del corpo rispetto a quello della
‘mente’ e del ‘cuore’.
Dimensione scolastica (obiettivi trasversali alle varie discipline): competenze
1 - Partecipare alle attività didattiche con interesse e impegno
2 - Intervenire con rispetto e puntualità
3 - Raggiungere un grado di maturazione adeguato
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4 - Lavorare con impegno sviluppando le proprie capacità
B) ORIENTAMENTO: fare piani per il futuro, verificare e adeguare il proprio progetto di vita (vedi
apporto al profilo da parte delle Attività libere e Insegnamenti)
C) CONVIVENZA CIVILE: coesistere, condividere, essere corresponsabili
1 - Assumere un comportamento adeguato nell’ambiente scolastico
2 - Sviluppare relazioni con i/le compagni/e
D) STRUMENTI CULTURALI per leggere e governare l’esperienza
STRUMENTI CULTURALI INTERDISCIPLINARI
1 - Acquisire l’idea generale di un testo
2 - Ricostruire i legami tra le informazioni
3 - Acquisire gli obiettivi didattici previsti
4 - Possedere un metodo di studio
5 - Associare le nuove conoscenze con quelle precedentemente acquisite
6 - Comunicare testi orali e scritti
7 - Recuperare le conoscenze di base a seguito degli interventi individualizzati
TERZO ANNO
AREE di valutazione da parte dei Docenti
A) IDENTITÀ ED AUTONOMIA: operare scelte personali ed assumersi responsabilità.
Le dimensioni della crescita sviluppate dalla Scuola danno contenuto e significato alla IDENTITÀ e
AUTONOMIA personale dell’alunno/a col seguente apporto specifico.
Dimensione religiosa o Educazione alla fede:
Orientare la vita di ogni giorno nella prospettiva di una risposta personale e di famiglia a Gesù, che
chiama tutti a inventare una ‘vita nuova’ attraverso l’amore e il servizio.
Dimensione morale o Formazione della coscienza:
Costruirsi un progetto di vita autonomo, maturo e responsabile, sulla base dei valori presenti nella
esperienza salesiana: ‘onesto cittadino’ perché ‘buon cristiano’.
Dimensione affettiva o Educazione all’affettività:
Stabilire relazioni con i compagni alla ricerca di un equilibrio affettivo stabile e maturo, per inserirsi in una
rete di solidarietà e comunione, senza preclusioni ed esclusioni.
Dimensione scolastica (obiettivi trasversali alle varie discipline):competenze
1 – Partecipare ad attività didattiche con attenzione, interesse ed impegno
2 - Intervenire consapevolmente
3 – Applicarsi al lavoro a casa ed a scuola
4 – Raggiungere un livello adeguato di maturazione
B) ORIENTAMENTO: fare piani per il futuro, verificare e adeguare il proprio progetto di vita (vedi autovalutazione da parte dell’alunno/a e apporto al profilo delle Attività libere e Insegnamenti)
C) CONVIVENZA CIVILE: coesistere, condividere, essere corresponsabili
1 – Assumere un comportamento responsabile nell’ambiente scolastico
2 – Collaborare con i docenti stabilendo rapporti di stima e di affetto
3 – Sviluppare relazioni con i/le compagni/e
D) STRUMENTI CULTURALI per leggere e governare l’esperienza
STRUMENTI CULTURALI INTERDISCIPLINARI
1 - Associare le nuove conoscenze a quelle precedenti organizzandole
2 - Produrre messaggi orali e scritti
3 - Analizzare e organizzare i contenuti culturali
4 - Acquisire gli obiettivi didattici programmati
5 - Recuperare le conoscenze di base a seguito degli interventi individualizzati
6 - Utilizzare un linguaggio appropriato
7 - Acquisire un metodo di studio
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cap. 2
PERCORSI FORMATIVI
2.1. LE SCELTE DIDATTICHE
“L’educatore è un individuo consacrato al bene de’ suoi allievi,
perciò deve essere pronto ad affrontare ogni disturbo, ogni fatica per conseguire il suo fine,
che è la civile, morale, scientifica educazione de’ suoi allievi.”
(Il sistema preventivo nella educazione della gioventù, Torino 1877)
Le indicazioni del trattato pedagogico di Don Bosco sono state tradotte, nella pratica educativa quotidiana, ad
un’accurata selezione del personale scolastico e parascolastico, al fine di garantire un’elevata corresponsabilità
educativa nel percorso di insegnamento-apprendimento.
Si è ritenuta fondamentale la scelta di un docente coordinatore per ciascuna delle classi di corso, in modo da
garantire agli alunni, ai genitori ed al personale paradocente, una figura di riferimento con la quale interloquire
nelle progressive tappe del percorso formativo di ciascun allievo.
L’attività didattica è organizzata Unità di Apprendimento in cui trovano adeguato spazio tutte le discipline e al cui
centro è posta la modalità di apprendimento, unica e singolare, di ciascun allievo
2.2 CHE COS’È IL PERCORSO FORMATIVO?
“Alla scuola spetta il compito di fornire supporti adeguati affinché ogni persona sviluppi un’identità consapevole e aperta”
(dalle Indicazioni per il curricolo, pag. 15, settembre 2007)
Esso consiste in un cammino di crescita e formazione globale dell’alunno, che si sviluppa nel corso del triennio.
Compito dei docenti, osservando la doverosa uniformità dell’insegnamento, è quello di elaborare ed attuare una
progettazione educativa e didattica, che tenga conto dei bisogni formativi degli alunni e che rispetti i profili, le
conoscenze, gli obiettivi e le competenze relative alla crescita personale e sociale.
2.3 ATTUAZIONE DEI PERCORSI
La progettazione didattico - educativa si articola, in modo dinamico e concreto, nell’elaborazione di percorsi di
apprendimento scolastico, che mettano in risalto nell’allievo i saperi fondanti (conoscenze), le abilità funzionali
con gli atteggiamenti adeguati, al fine di produrre competenze spendibili.
Nella progettazione vengono vagliati con profonda attenzione i livelli di partenza, mediante l’analisi dei
prerequisiti (test oggettivi di ingresso) e si elabora un percorso formativo da verificare in itinere, nel corso del
processo di apprendimento.
I percorsi definiscono il cammino di formazione per portare gli alunni a realizzare il Profilo.
Gli Insegnanti progettano, adeguano e attuano gli obiettivi formativi mediante :
a) Unità di Apprendimento specifiche per ogni disciplina, con riferimento agli Obiettivi Specifici di
Apprendimento definiti dal Ministero (OSA);
b) una progettazione e una verifica per classi parallele a cadenza settimanale; una verifica collegiale con cadenza
mensile.
I processi di insegnamento vengono svolti con costante Personalizzazione del piano di studio (PSP) che, in linea
con lo stile salesiano, pone al centro la persona di ciascun allievo e la relazione educativa.
2.3.1 La qualità dei processi di insegnamento – apprendimento
Il personale docente si premura di creare condizioni favorevoli e stimolanti per l’apprendimento, al fine di favorire
lo sviluppo cognitivo e motivazionale di tutti gli alunni, considerati nella loro unicità.
L’insegnante collabora nel processo formativo agevolando i compiti di sviluppo ed il percorso d’apprendimento
dell’allievo.
Nella situazione didattica e tecnico – didattica il docente educatore mette in atto le seguenti fasi intercambiabili nel
processo di insegnamento:
1ªfase – Impostazione e presentazione dell’argomento. Si sensibilizzano gli allievi alla nuova tematica, al fine di
attivare l’attenzione emotiva, intellettiva ed operativa anche dei meno motivati;
2ªfase – Studio e/o svolgimento compiti scritti. Si studia singolarmente o in gruppi l’argomento dato, sempre sotto
la guida dell’insegnante (si esegue il compito);
3ªfase – Verifica. Ci si confronta insieme, verificando i lavori dei singoli (o dei gruppi) per integrare e consolidare
quanto si è appreso durante l’ora.
a.Metodologie previste
Per favorire un apprendimento quanto più possibile stimolante e fruttuoso, i docenti alternano varie
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strategie di insegnamento:
- lezione frontale
- lezione dialogata
- lavori di gruppo
- lezioni interattive
- brainstorming
- didattica per problemi
- didattica metacognitiva
- metodologia della ricerca
- circle time
- cooperative learning
I docenti, mediante l’impiego di tali strategie didattiche, mirano ad intervenire sullo sviluppo cognitivo degli
allievi, alimentando in loro la motivazione e promuovendone l’autoefficacia, per prevenire stati emotivi negativi
come l’ansia o la noia e sopperire a situazioni di difficoltà. Per questo agli alunni vengono proposte strategie per
sviluppare l’attenzione, per ricordare, per ascoltare, per parlare, per leggere, per scrivere, per riassumere, per
organizzarsi.
Le lezioni prevedono verifiche in itinere, per valutare la comprensione degli argomenti svolti in classe, e verifiche
al termine delle unità di apprendimento per una valutazione più ampia e specifica. Al fine di consolidare
l’acquisizione degli argomenti svolti in classe, vengono assegnate agli alunni piccole esercitazioni da svolgere a
casa e che vengono poi verificate in aula dal docente interessato.
b.Strumenti
I libri di testo vengono scelti per l’anno successivo dal docente interessato in base ai seguenti criteri:
- chiarezza di esposizione
- completezza di contenuti
- possibilità di lavoro interdisciplinare
- peso e costo (per i testi complementari non ministeriali)
Oltre ai libri di testo vengono utilizzati anche i seguenti strumenti:
- schede di lavoro preparate dagli insegnanti
- videocassette di documentari, films tematici, etc.
- sussidi musicali e di lingua straniera
- computer e sussidi informatici (cd, dvd,…)
- quaderni operativi
c.Metodo di studio
Fin dal primo anno di inserimento nella scuola Primaria, ogni singolo docente si affianca all’alunno per
accompagnarlo al raggiungimento di un metodo di studio, cioè ogni alunno viene guidato a comprendere,
assimilare e rielaborare personalmente i contenuti degli argomenti di studio.
Durante le lezioni in aula, l’insegnante presenta le strategie di studio più confacenti alla disciplina e guida verso
l’autonomia nello svolgimento dei compiti, facendo emergere i metodi sviluppati autonomamente ed
inconsapevolmente dall’alunno, per poi innestare coerentemente su di essi strategie più adeguate, in maniera non
troppo rigida, e ponendo particolare attenzione ad incoraggiare e motivare ogni singolo studente di fronte alle
difficoltà di apprendimento dovute all’approccio con le nuove conoscenze, evitando così l’insorgere di ansia ed il
conseguente calo dell’autostima.
Per sottolineare l’importanza del metodo di studio il nostro Istituto propone un’ora e quaranta pomeridiana (dalle
14.45 alle 16.10) di studio assistito dai propri docenti: ciò in concomitanza delle ultime disposizioni di legge che
prevedono un’ora settimanale di approfondimento nelle materie umanistiche, per un totale di 33 ore annuali.
2.3.2 La qualità della relazione educativo – didattica
“Educhiamo con il cuore di Don Bosco”
Don Pascual Chávez Villanueva,
IX successore di Don Bosco,
Lo stile educativo della scuola ed il carisma salesiano affondano le loro origini nel Sistema Preventivo di Don
Bosco, che ancor oggi stupisce per la freschezza e l’attualità delle sue illuminanti intuizioni pedagogiche. La
funzione del docente e educatore è quella di promuovere nei ragazzi la capacità di analisi, di confronto e di critica,
mediante una forma insostituibile di crescita: il dialogo. Solo attraverso un accompagnamento verso la
consapevolezza di sé ed una incrollabile fiducia nel processo educativo, si possono raggiungere traguardi
importanti. Sono proprio le parole di Don Bosco ad indicare il cammino: “in ogni giovane, anche il più disagiato,
vi è un punto accessibile al bene e dovere primo dell’educatore è cercare questo punto, questa corda sensibile del
cuore e di trarne profitto”.
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I docenti e gli educatori accolgono l’allievo valorizzandone gli aspetti positivi e correggendo, ove fosse necessario,
non in modo svilente, bensì osservando i principi del Sistema Preventivo, ovvero con ragionevolezza, amore ed
accettazione incondizionata della persona.
Lo stile educativo salesiano prende le mosse da questi capisaldi, che sono l’espressione di una tradizione fatta di
impegno, partecipazione ed amicizia alla vita degli allievi. In concreto, si investe profondamente nella relazione
educativa, caratterizzata da reciprocità e spirito costruttivo, per instaurare un rapporto familiare, che faccia sentire
l’alunno a proprio agio, consenta l’espressione e la condivisione di eventuali situazioni di disagio.
La figura dell’educatore si gioca attraverso la relazione con l’allievo e la figura dell’allievo che cresce accanto
all’educatore.
2.4 IL CURRICOLO
“La costruzione del curricolo è il processo attraverso il quale si sviluppano e organizzano la ricerca e
l’innovazione educativa. Ogni scuola predispone il curricolo all’interon del piano dell’offerta formativa
con riferimento al profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzioni, ai traguardi per lo
sviluppo delle competenze, agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina” (dalle Indicazioni
per il curricolo settembre 2012, pag.12)
Con l’elaborazione di un curricolo la scuola ha voluto indicare le scelte educativo – didattiche concretamente
adottate al fine di corrispondere in maniera pertinente alle particolari esigenze di ogni singolo allievo, nel rispetto
degli standard di apprendimento relativi ai traguardi per lo sviluppo delle competenze definiti a livello nazionale.
Il gruppo docente ha individuato gli obiettivi formativi e i traguardi per lo sviluppo della competenza, tenendo
conto dei bisogni e degli interessi specifici degli alunni del gruppo classe.
In virtù dell’autonomia scolastica ed in ottemperanza alle indicazione nazionali, sono stati stilati i contenuti del
curricolo, adattandoli alle esigenze della specifica realtà formativa, in particolare facendo riferimento:
- alle “indicazioni per il curricolo” settembre 2012
- agli “obiettivi di apprendimento” ritenuti strategici al fine di raggiungere i traguardi previsti dalle
indicazioni
- al QEQ (quadro europeo delle qualifiche) per la definizione di competenza, abilità e conoscenza
La collegialità scolastica, dal documento delle indicazioni per il curricolo, ha desunto finalità e obiettivi generali
sul piano didattico, traducendoli in obiettivi specifici di apprendimento (OSA riportati nelle schede di valutazione
quadrimestrale). Tali indicazioni hanno un carattere orientativo, nel pieno rispetto della libertà didattica e delle
scelte inerenti al percorso di ogni singola dimensione.
Il percorso metodologico adottato da ciascun docente viene esplicitato nella mediazione didattica, compilata al
termine dell’unità di apprendimento (UDA depositate in segreteria), nella quale vengono declinate puntualmente le
linee metodologiche adottate (laboratorio, ricerca, cooperative learning,…) e le modalità di organizzazione e di
personalizzazione degli apprendimenti, anche in rapporto allo svantaggio.
Gli insegnanti progettano, adeguano e attuano gli obiettivi formativi attraverso la stesura delle UDA, ossia
l’esplicitazione del percorso didattico che deve compiere l’alunno per divenire competente in un determinato
ambito, vale a dire:
- obiettivi di apprendimento
- indicazioni delle linee metodologiche
- modalità di verifica e valutazione
- sussidio strutture da utilizzare
- tempi presunti di realizzazione
Fondamentali sono la progettazione (tra gli insegnanti) e la verifica (collegiale a cadenza mensile).
La nostra scuola adotta le indicazioni per il curricolo previste dalla circolare ministeriale n. 31 del 18/04/2012.
Gli “obiettivi generali del processo formativo” orientano unitariamente la natura e il significato degli interventi
educativi e didattici predisposti, nel complesso, dai docenti al servizio del massimo ed integrale sviluppo possibile
delle capacità di ciascun allievo.
Di seguito viene riportato un esempio di attuazione del Curricolo finalizzato allo sviluppo delle competenze
18
1. LETTERE
CLASSE PRIMA
CLASSE SECONDA
CLASSE TERZA
Rassegna di film a tema: cineforum.
Rassegna di film a tema: cineforum.
Rassegna di film a tema: cineforum.
CLASSE PRIMA
CLASSE SECONDA
CLASSE TERZA
Giornata della Memoria
Giornata della Memoria
Giornata della Memoria
CLASSE PRIMA
CLASSE SECONDA
CLASSE TERZA
Facoltativa: vacanza studio in college
(Inghilterra o, in Italia, a Solanas, in
Sardegna, con presenza di docenti di
madrelingua): mese di luglio. (a
pagamento)
Facoltativa: vacanza studio in college
(Inghilterra o Italia, a Solanas, in
Sardegna, con presenza di docenti di
madrelingua): mese di luglio. (a
pagamento)
Facoltativa: vacanza studio in college
(Inghilterra o Italia, a Solanas, in
Sardegna, con presenza di docenti di
madrelingua): mese di luglio. (a
pagamento)
2. STORIA-GEOGRAFIA
3. INGLESE e SPAGNOLO
4. AREA TECNICO-SCIENTIFICA
CLASSE PRIMA
CLASSE SECONDA
CLASSE TERZA
Giochi scientifico matematici
Laboratorio di informatica
Giochi scientifico matematici
laboratorio di informatica
Giochi scientifico matematici
laboratorio di informatica
Faldone d’esame
CLASSE PRIMA
CLASSE SECONDA
CLASSE TERZA
Collaborazione alla realizzazione di
scenografie per la festa della scuola
Collaborazione alla realizzazione di
scenografie per la festa della scuola
Collaborazione alla realizzazione di
scenografie per la festa della scuola
5. EDUCAZIONE ARTISTICA
6. EDUCAZIONE MUSICALE - ATTIVITA’ TEATRALE
CLASSE PRIMA
CLASSE SECONDA
CLASSE TERZA
Preparazione delle celebrazioni di
Natale e di Don Bosco.
Preparazione delle celebrazioni di
Natale e Don Bosco: coro.
Preparazione delle celebrazioni di
Natale e Don Bosco.
Preparazione della festa di fine anno
scolastico, con la partecipazione di
tutte le classi al trofeo teatrale
“Polvere di stelle”.
. Preparazione della festa di fine anno
scolastico, con la partecipazione di
tutte le classi al trofeo teatrale
“Polvere di stelle”.
Preparazione della festa di fine anno
scolastico, con la partecipazione di
tutte le classi al trofeo teatrale
“Polvere di stelle”.
7. SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE
La scuola secondaria di primo grado condividendo il pensiero di don Bosco, rivolge particolare attenzione alla
pratica fisico sportiva, riconoscendone le valenze educative.
7.1 ATTIVITA’ IN ORARIO CURRICOLARE
In tutte le classi è previsto l’intervento di tecnici federali e la collaborazione di società sportive presenti sul
territorio.
Manifestazioni sportive:
7.1.1 Trofeo classe sportiva
Manifestazione della durata annuale che coinvolge tutti i ragazzi nella propria classe, per sostenere incontri di
varie discipline contro le altre sezioni, per stabilire la classifica finale di miglior classe.
Le attività previste saranno: Corsa campestre, rugby, frisbee (seconde e terze), pallatamburello (prime),
orienteering (seconde), badminton, basket, pallavolo, pallamano, atletica leggera.
7.1.2 Giochi sportivi studenteschi
19
Durante il corso dell’anno scolastico, secondo il calendario previsto dall’ufficio di Educazione Fisica e sportiva
della provincia, alcuni ragazzi selezionati durante i tornei interni all’istituto potranno partecipare a competizioni
sportive di carattere provinciale: corsa campestre, atletica leggera, orienteering, badminton, calcio.
7.1.3 Progetto sport a scuola
E’ un progetto di cui la nostra scuola è stata promotrice e coinvolge ormai molti istituti del circondario. Tra le
attività condivise: palla tamburello e atletica leggera per le prime, badminton e atletica leggera per le seconde,
Frisbee e atletica leggera per le terze.
7.2 ATTIVITA’ IN ORARIO EXTRACURRICOLARE
Per i ragazzi di tutte le classi sono previsti allenamenti atti a migliorare le conoscenze delle attività proposte. Essi
saranno tenuti dagli insegnanti responsabili della disciplina con la collaborazione di tecnici esterni qualificati.
Potranno avere durata variabile in funzione delle manifestazioni agonistiche previste e saranno svolte negli
impianti sportivi della scuola più idonei alle necessità. Sarà comunque possibile prevedere anche uscite sul
territorio per attività particolari.
Le attività previste saranno: corsa campestre, rugby, frisbee, palla tamburello, badminton,
Manifestazioni sportive:
7.2.1 Torneo “badminton a Chiari” (adesione libera)
Organizzato dalla nostra scuola, in collaborazione con la scuola “Toscanini”, è un torneo aperto a tutti
7.2.2 Campestre a Chiari
Organizzato dalla nostra scuola utilizzando gli spazi del nostro Istituto scolastico: dopo l’esecuzione della
tradizionale ‘corsa campestre’ rivolta a tutti i nostri studenti, la manifestazione viene aperta a tutte le scuole
secondarie di primo grado del ‘circondario’.
I TEMPI DELLE DISCIPLINE sono stati definiti assegnando a ciascuna di esse un tempo proporzionato allo
sviluppo degli obiettivi di apprendimento previsti per le singole classi e discipline, per complessive 30 ore
settimanali. L’intero periodo annuale delle attività scolastiche è suddiviso in due quadrimestri.
Scansione Settimanale delle ore:
Religione cattolica
Italiano
Storia e Geografia
Matematica e Scienze
Tecnologia
Inglese
Seconda Lingua Spagnolo
Arte e Immagine
Scienze Sportive e Motorie
Musica
Momento Formativo
Ora di Approfondimento
Classi
Prime
2
5
4
6
2
3
2
2
2
2
Classi
Seconde
2
5
4
6
2
3
2
2
2
2
+4
+4
Classi
Terze
1
5
4
6
2
3
2
2
2
2
1
+4
TOTALE
ORE
30 + 4
30 + 4
30 + 4
Le ore di Approfondimento sono realizzate secondo il progetto del metodo di studio assistito, che si realizza
propriamente nel luogo denominato aula studio, alla presenza dei docenti, degli educatori: ha inizio alle ore 14.45 e
termina alle ore 16.10 è svolto ogni giorno, tranne il mercoledì, e fa parte della proposta dell’offerta formativa.
Il Momento Formativo è istituito per aiutare i ragazzi di Terza nella comprensione e nella preparazione dell’Esame
di Stato.
20
2.5 L’AMBIENTE E LE ATTIVITÀ
“E’ dunque meravigliosa e davvero importante la vocazione di quanti, collaborando con i genitori nello
svolgimento del loro compito e facendo le veci della comunità umana, si assumono il compito di educare nelle
scuole.
Una tale vocazione esige speciali doti di mente e di cuore, una preparazione molto accurata, una capacità pronta e
costante di rinnovamento e di adattamento.” CFR. CONCILIO VATICANO II, Gravissimum educationis, n. 5, 1965
La scuola rappresenta una fondamentale agenzia educativa, in grado di contribuire alla maturazione delle facoltà
intellettuali, allo sviluppo della capacità di giudizio, offrendo la possibilità di sperimentare un esercizio autonomo e
consapevole della propria volontà, nel rispetto delle norme della convivenza civile, in un clima di confronto e
comprensione reciproca.
Essa si compone dell’interazione e della partecipazione di famiglie, insegnanti, allievi e dimensioni culturali,
civiche e religiose, espressione variegata dell’intera società umana.
L’ambiente, come fatto culturale ed educativo, pone la comunità educativa scolastica quale attento interlocutore
nella dialettica tra cultura, formazione curricolare e sviluppo dell’area affettivo-sociale e religiosa. L’ambiente
scolastico salesiano favorisce attività parascolastiche culturali, sociali, ricreative, assistenziali, di volontariato, che
si innestano con naturale continuità in un percorso di apprendimento strettamente curricolare.
L’organizzazione salesiana diviene quindi luogo eletto ove sperimentare occasioni di crescita, formazione e
sviluppo di competenze, che consentano di mettere in relazione gli apprendimenti con un’adeguata comprensione
della realtà.
In osservanza di un’autentica autonomia, le varie attività formative (cinema, teatro, gite scolastiche, lezioni,
laboratori ...) concorrono in modi significativo alla formazione del curricolo e, quindi, integrano i profili e i
percorsi formativi.
Durante l’anno scolastico, si evidenziano i seguenti momenti formativi comuni:
Attività formativo – religiose ; Sacramenti ; Momenti di socializzazione ; Giornata di Accoglienza della
futura Classe Prima
2.5.1 Attività formativo - religiose
" BUONGIORNO: momento significativo, nella tradizione salesiana, di riflessione quotidiana, che viene
programmato in ciascuna classe. In questo momento formativo si adottano metodologie adatte alle varie età
(preghiere, racconti, favole, fatti di cronaca, episodi riguardanti la classe).
" TEMPI LITURGICI: in occasione dei momenti forti liturgici e delle principali celebrazioni, affiancati
dall’organizzazione di sottoscrizioni pro bono, che auspicano la partecipazione dell’intera comunità
scolastica, nell’opera di sensibilizzazione alla solidarietà (S. Natale, ottobre missionario). A questi
momenti di animazione viene data particolare importanza in Avvento e in Quaresima, tempi nei quali si
preparano i ragazzi a vivere con intensità i grandi eventi storici della salvezza quali sono il Natale e la
Pasqua.
" ANIMAZIONE SALESIANA: attività educative promosse mediante la partecipazione a gruppi, per la
condivisione di interessi ed intenti formativi e spirituali: “SAVIO E LAURA CLUB”. Particolare attenzione è
data alla festa di San Giovanni Bosco (31 gennaio), fondatore della Congregazione Salesiana, sottolineata
con la celebrazione eucaristica e momenti di convivialità.
" ATTIVITÀ COMUNITARIE ED EDUCATIVE: sia di tipo ordinario che straordinario, consistono
nell’organizzazione e nella gestione di attività sportive e ludico-ricreative. Vengono proposti momenti di
aggregazione in occasione di ricorrenze, ad esempio Castagnata, Corsa campestre, ecc.
2.5.2 Sacramenti
I tempi di animazione in classe hanno il loro momento forte nella celebrazione dei Sacramenti della riconciliazione
(con scansione mensile) e dell’Eucaristia in occasione di particolari momenti: inizio anno, S. Natale, festa di San
Giovanni Bosco, di Maria Ausiliatrice etc. Nondimeno la celebrazione eucaristica è proposta nei tempi forti dalle
ore 7.45 alle ore 8.10 nella cappellina dei salesiani.
21
La possibilità di accostarsi ai Sacramenti è in linea con lo stile salesiano che vede in questi due momenti la fonte
dalla quale attingere per costruire una solida vita cristiana.
2.5.3 Momenti di socializzazione
«Il maestro visto in cattedra, è maestro e non più; ma se va in ricreazione con i giovani diventa come fratello».
Memorie Biografiche di San Giovanni Bosco
Don Bosco raccomandava ai maestri ed educatori di stare più tempo possibile con i ragazzi, di partecipare alla loro
vita con allegria e gioia. Nella prospettiva salesiana, quindi, grande rilievo assumono i momenti di ricreazione.
Nella nostra scuola, i bambini possono esprimersi, durante l’intervallo e la ricreazione dopo pranzo, attraverso il
gioco (organizzato e non) nei cortili e nei saloni a disposizione, all’aperto nei mesi estivi e all’interno nel periodo
invernale.
In questi momenti liberi la presenza degli insegnanti e di altre figure assistenti è costante e favorisce l’incontro
personale attraverso colloqui veloci e incisivi (la “parolina all’orecchio” di Don Bosco).
In occasione della festa di S. Giovanni Bosco gli alunni vengono impegnati in attività che facciano conoscere la
figura del Santo e in una giornata di festa. Momenti aggregativi di grande importanza per la scuola sono anche la
Festa di Natale (Natalino) e la festa della scuola a fine anno.
In queste due occasioni si impegnano i bambini nella preparazione di recital che offrono spunti di riflessione su
tematiche che variano di anno in anno.
Secondo lo stile salesiano, molta cura viene messa nella preparazione della festa della scuola che è il culmine di
tutta l’attività didattico-educativa. Attraverso di essa, con il coinvolgimento dei docenti e dei genitori, i ragazzi
vengono guidati a riflettere sul senso della gratitudine verso coloro che spendono le loro energie per aiutarli a
crescere.
2.5.4 Giornata di accoglienza della futura Classe Prima
Per favorire la reciproca conoscenza e socializzazione, in maggio la scuola organizza una giornata di accoglienza
per gli alunni della futura classe prima al fine di una reciproca presentazione. In particolare gli alunni più grandi
coinvolgono i più piccoli in attività ludiche e creative. In questa occasione i piccoli hanno modo di conoscere
l’insegnante, gli alunni delle altre classi e l’ambiente scolastico. In continuità a questo primo momento il settembre
successivo si propone a tutti gli alunni un’uscita a Cevo (c/o il Soggiorno Alpino) con puro scopo conoscitivo
dell’insieme e dei singoli e alcune giornate scolastiche in cui viene presentato il progetto Formativo della scuola e i
luoghi dell’Istituto.
Molto importante diviene, per il sistema educativo salesiano, la programmazione informale attraverso la quale
formare ‘il buon cittadino e l’onesto cristiano’.
22
PROGETTAZIONE ATTIVITÀ SCOLASTICA
1. TRADIZIONE SALESIANA
CLASSE PRIMA
CLASSE SECONDA
1.
1.
Visita personale in chiesa, arrivando
Visita personale in chiesa, arrivando
alla Scuola (possibilità di ogni
alla Scuola (possibilità di ogni
giorno).
giorno).
2.
2.
Buongiorno ogni mattina (possibilità
Buongiorno ogni mattina (possibilità
di incontro, riflessione e preghiera)
di incontro, riflessione e preghiera)
nella sala di studio loro riservata.
nella sala di studio loro riservata.
3.
3.
Ritiro spirituale di inizio anno
Ritiro spirituale di inizio anno.
4.
4.
Giornata del Regolamento.
Giornata del Regolamento.
5.
5.
Pellegrinaggio di Inizio Anno
Pellegrinaggio di Inizio Anno
6.
6.
Visita ai luoghi di Don Bosco a Torino Castagnata con pomeriggio di giochi:
– Valdocco e al Colle Don Bosco. (A
fine ottobre o inizio novembre.
pagamento)
7.
7.
Celebrazione in onore
Castagnata con pomeriggio di giochi: dell’Immacolata, con pomeriggio di
fine ottobre o inizio novembre.
giochi
8.
8.
Celebrazione in onore
Partecipazione alla Festa dei Ragazzi
dell’Immacolata, con pomeriggio di
(aprile).
giochi
9.
Festa di don Bosco.
9.
10.
Festa di don Bosco.
Ritiro spirituale di orientamento
10.
vocazionale: febbraio.
Partecipazione alla Festa dei Ragazzi 11.
(aprile).
Partecipazione di un piccolo gruppo
11.
agli Esercizi Spirituali di Nave.
Ritiro spirituale di orientamento
12.
vocazionale: febbraio.
Gita annuale.
12.
Gita annuale.
13.
13.
Festa della Scuola (della
Festa della Scuola (della
Riconoscenza).
Riconoscenza).
14.
14.
[Gruppi formativi: Savio Club – Laura
[Gruppi formativi: Savio Club – Laura Vicuña]
Vicuña]
15.
15.
Giochi e sport di squadra: nel primo
Giochi e sport di squadra: nel primo
pomeriggio, dopo il pranzo e prima
pomeriggio, dopo il pranzo e prima
della scuola: calcio, pallavolo,
della scuola: calcio, pallavolo,
basket…
basket…
INFORMALE
CLASSE TERZA
1.
Visita personale in chiesa, arrivando
alla Scuola (possibilità di ogni
giorno).
2.
Buongiorno ogni mattina (possibilità
di incontro, riflessione e preghiera)
nella sala di studio loro riservato.
3.
Ritiro spirituale di inizio anno.
4.
Giornata del Regolamento.
5.
Pellegrinaggio di Inizio Anno
6.
Castagnata con pomeriggio di giochi:
fine ottobre o inizio novembre.
7.
Celebrazione in onore
dell’Immacolata, con pomeriggio di
giochi
8.
Partecipazione alla Festa dei Ragazzi
(aprile).
9.
Festa di don Bosco.
10.
Ritiro spirituale di orientamento
vocazionale: febbraio.
11.
Partecipazione di un piccolo gruppo
agli Esercizi Spirituali di Nave.
12.
Gita annuale.
13.
Festa della Scuola (della
Riconoscenza).
14.
[Gruppi formativi: Savio Club – Laura
Vicuña]
15.
Giochi e sport di squadra: nel primo
pomeriggio, dopo il pranzo e prima
della scuola: calcio, pallavolo,
basket…
23
2. ESPERIENZE RELIGIOSE
CLASSE PRIMA
1.
Iniziative a sostegno delle missioni
salesiane: vendita dei calendari degli
“Amici del Sidamo”: tempo di
Quaresima.
2.
Ritiro spirituale all’inizio della
Quaresima: una giornata in un
ambiente diverso dalla Scuola
(oratorio cittadino).
3.
Momenti sacramentali mensili:
celebrazione comunitaria della
Penitenza.
4.
Celebrazione della Messa in
particolari circostanze:
• inizio anno scolastico
• commemorazione dei defunti
• preparazione all’Immacolata
• preparazione al Natale
• festa di Don Bosco
• ritiro spirituale
• san Domenico Savio
• Maria Ausiliatrice
5.
Attività caritativa quaresimale
collegata con le proposte annuali.
6.
Sottoscrizione missionaria con
lotteria: mese di dicembre.
CLASSE SECONDA
1.
Iniziative a sostegno delle missioni
salesiane: vendita dei calendari degli
“Amici del Sidamo”: tempo di
Quaresima.
2.
Ritiro spirituale all’inizio della
Quaresima: una giornata in un
ambiente diverso dalla Scuola
(oratorio cittadino).
3.
Momenti sacramentali mensili:
celebrazione comunitaria della
Penitenza.
4.
Celebrazione della Messa in
particolari circostanze:
• inizio anno scolastico
• commemorazione dei defunti
• preparazione all’Immacolata
• preparazione al natale
• festa di Don Bosco
• ritiro spirituale
• san Domenico Savio
• Maria Ausiliatrice
5.
Attività caritativa quaresimale
collegata con le proposte annuali.
6.
Sottoscrizione missionaria con
lotteria: mese di dicembre.
CLASSE TERZA
1.
Iniziative a sostegno delle missioni
salesiane: vendita dei calendari degli
“Amici del Sidamo”: tempo di
Quaresima.
2.
Ritiro spirituale sul tema
dell’Orientamento della vita: una
giornata in un ambiente diverso dalla
Scuola (oratorio cittadino).
3.
Momenti sacramentali mensili:
celebrazione comunitaria della
Penitenza.
4.
Celebrazione della Messa in
particolari circostanze:
• ritiro spirituale
• inizio anno scolastico
• commemorazione dei defunti
• preparazione all’Immacolata
• preparazione al Natale
• festa di Don Bosco
• san Domenico Savio
• Maria Ausiliatrice
5.
Attività caritativa quaresimale
collegata con le proposte annuali.
6.
Sottoscrizione missionaria con
lotteria: mese di dicembre.
2.6 USCITE DIDATTICHE
Nel corso dell’anno scolastico sono previste uscite didattiche della durata di un giorno. Tali uscite costituiscono
iniziativa complementare alle attività didattiche.
Esse sono elaborate dal Collegio Docenti e si propongono importanti finalità:
• Far nascere interessi, motivazione, capacità di osservazione e rispetto per quanto ci circonda
• Sviluppare la fantasia e la capacità di rielaborazione delle esperienze vissute
• Ricercare le fonti storiche e gli elementi costitutivi della storia delle città
• Osservare i principali monumenti e luoghi legati alle abitudini, alle caratteristiche, alle tradizioni popolari italiane
Viaggi d’Istruzione.
Ogni uscita didattica viene affrontata in tre momenti distinti e complementari:
- preparazione in aula
- svolgimento della visita
- verifica in aula
2.7 INTERVENTO PSICO-PEDAGOGICO
Collaborazione di rilievo e di qualità è quella del Centro Salesiano COSPES di Milano, per il supporto
psicopedagogico degli alunni e delle classi per tutta la durata del ciclo di studi di primo grado (primaria e medie).
Gli interventi si concentrano sull’applicazione di test psico-attitudinali, di reattivi sociometrici, di questionari
d’interesse e di prove oggettive, come supporto didattico-educativo, dall’ingresso in prima elementare fino al
termine del percorso della scuola primaria(interventi previsti in prima in terza); tale accompagnamento proseguirà
all’ingresso della prima media (il mese di maggio dell’ultimo anno della scuola primaria) fino all’orientamento
scolastico-professionale (il mese di novembre per i ragazzi di terza media) per coinvolgere poi gli studenti
nell’orientamento universitario (in quarta superiore) . Riunioni con il Collegio docenti e i Consigli di classe,
periodizzati nel corso dell’anno; incontri con i genitori in gruppo classe per la revisione dell’attività svolta;
disponibilità ad eventuali colloqui individualizzati per approfondire le singole situazioni.
24
2.8 ARTICOLAZIONE DELLE ATTIVITÀ
Le molteplici attività esposte si articolano in tempi operativi in base al modello giornaliero:
LUNEDI’ – MARTEDI’ – MERCOLEDI’* – GIOVEDI’ – VENERDI’
07.30 – 07.55 : accoglienza
08.00 – 08.05 : buongiorno (programmazione, riflessione, preghiera)
08.05 – 08.55 : 1ª ora
08.55 – 09.45 : 2ª ora
09.45 – 10.35 : 3ª ora
10.35 – 10.55 : intervallo
10.55 – 11.45 : 4ª ora
11.45 – 12.35 : 5ª ora
12.35 – 13.25 : 6ª ora
13.25 – 14.45 : pausa pranzo, gioco, attività sportive
14.45 – 16.10 : primo studio assistito
16.10 – 16.45 : intervallo
16.45 – 17.45 : secondo studio assistito
17.45 in poi uscita di tutti gli alunni
* le attività terminano alle 14.45
Il percorso formativo della nostra scuola è articolato secondo la modalità del tempo pieno, dal lunedì al venerdì,
con servizio mensa compreso, cinque giorni la settimana. Come è mostrato, vi è la possibilità di prolungare la
permanenza in istituto fino alle ore 17.45 tutti giorni per partecipare alle attività di doposcuola proposte, ma
soprattutto per l’attività del secondo studio assistito.
COMUNICAZIONI SCUOLA - FAMIGLIA
Per rendere maggiormente efficace, nonché più semplice e chiara la comunicazione tra scuola e famiglia, l’istituto
ha adottato alcuni strumenti ritenuti di particolare importanza:
#
REGISTRO ON-LINE (mezzo ufficialmente riconosciuto di comunicazione tra scuola e famiglia, del quale
si raccomanda una visione frequente. Esso serve per visionare le valutazioni sia quotidiane che periodiche, per
prenotare i colloqui con i docenti, per controllare i compiti)
#
LIBRETTO PERSONALE (mezzo ufficialmente riconosciuto di comunicazione tra scuola e famiglia, del
quale si raccomanda un utilizzo puntuale e preciso. Esso serve inoltre per le giustificazioni di assenze, ritardi e
permessi particolari)
#
DIARIO (scelto e adottato, ogni anno dalla scuola, per le informazioni quotidiane relative ai compiti ed alle
consegne assegnate)
#
RICEVIMENTO INDIVIDUALE DEI GENITORI a cadenza settimanale, previo appuntamento
concordato col docente interessato
#
INCONTRI PERIODICI CON I GENITORI (assemblee, momenti formativi)
#
LETTERE CIRCOLARI DELLA COORDINATORE DELL’ATTIVITÀ EDUCATIVA E DIDATTICA
(viene utilizzato una piattaforma informatica a cui è consentito l’accesso ai genitori tramite password)
#
CALENDARIO AGENDA PERIODICO
2.9 ATTIVITA’ IN AMBITO EXTRASCOLASTICO
In orario extrascolastico, in collaborazione con l’associazione P.G.S., vengono proposte attività sportive
(avviamento allo sport, scuola di calcio, pallavolo) e musicali (Piccolo coro e possibilità di corsi per strumenti) con
altre associazioni.
2.10 INIZIATIVE DI RECUPERO E SOSTEGNO
Per favorire e facilitare la riuscita di tutti gli alunni, gli insegnanti pongono particolare attenzione a coloro che nel
corso del primo trimeste presentano difficoltà nel percorso di apprendimento. A questo scopo vengono attivati corsi
di
• Sportello didattico individuale (su convocazione del docente o richiesta dell’alunno)
25
• Sportello didattico a piccoli gruppi (su convocazione del docente o richiesta degli alunni)
• Attività di recupero e potenziamento svolte in itinere con il gruppo classe
• Assegnazione di lavori individuali di approfondimento e/o di ricerca
• Attività di cooperative learning con il gruppo classe
• Lavori di gruppo, con l’impiego di metodologie didattiche alternative
Modalità e tempi del recupero e del sostegno vengono decisi e concordati nelle riunioni periodiche del Collegio
Docenti secondo il suggerimento dei docenti delle materie interessate.
cap. 3
I FATTORI
La nostra Scuola realizza i profili e i percorsi per mezzi di alcuni fattori che ne esprimono l’identità:
1. uno specifico modello comunitario di educazione;
2. una organizzazione a più livelli della comunità educativa;
3.qualità dei processi di insegnamento e di apprendimento (nella nostra tradizione educativa);
4. un ambiente scolastico culturalmente ed educativamente salesiano.
3.1. LA COMUNITÀ EDUCATIVA DELLA SCUOLA
La nostra scuola è strutturata fondamentalmente in comunità, costituita da un patto educativo. In essa si realizza un
processo indipendente e libero di produzione di cultura e di educazione. Vi entrano e diverso titolo, con pari dignità
e nel rispetto delle vocazioni, dei ruoli e delle competenze specifiche: religiosi e laici, genitori e allievi, uniti da un
patto educativo, che li vede impegnati nel comune processo di formazione.
Nella comunità educativa della nostra Scuola si individuano problemi e criteri, si analizzano situazioni, si
identificano mete adeguate, si vive responsabilmente e costruttivamente, verificando periodicamente la validità
delle programmazioni rispetto agli obiettivi, alle metodologie e l’incidenza educativa anche a livello di territorio.
La nostra comunità educativa scolastica viene a costituire il luogo nel quale si fa esperienza di preventività
educativa, dove il giovane è aiutato non solo ad evitare esperienze negative che potrebbero comprometterne la
crescita, ma è reso capace di prevenire gli effetti della emarginazione e della povertà, perché stimolato da una
presenza educativa che promuove in lui la capacità di scelte libere e rette. Così egli diviene soggetto attivo della
propria maturazione e di quella degli altri.
3.1.1. Componenti della comunità educativa della nostra Scuola
La comunità educativa ha le seguenti componenti: la comunità religiosa; i docenti; i genitori; gli allievi.
Ognuna delle componenti ha compiti specifici nella nostra comunità scolastica.
La comunità religiosa, attraverso i suoi organismi costituzionali, è titolare del servizio educativo, scolastico e
formativo, ed è responsabile:
- dell’identità, della direzione, dell’animazione e della gestione della scuola (come indicato nel Progetto educativo).
Essa risponde davanti all’Ispettore, alla Congregazione, alla Chiesa locale, all’autorità civile ed all’opinione
pubblica;
- della scelta, assunzione, preparazione e formazione continua dei docenti della scuola (pone azioni rispondenti
all’istanza legislativa e carismatica);
- dell’accettazione dei bambini che fanno richiesta di essere accolti nella scuola;
- della crescita del clima educativo nello ‘spirito di famiglia’;
- della capacità di collaborazione tra docenti, allievi e genitori nel rispetto dei ruoli e delle competenze;
- degli ambienti e delle attrezzature necessarie al buon andamento dell’attività scolastica e formativa;
- dell’approvazione della programmazione annuale, del rendiconto amministrativo, delle tasse scolastiche;
- delle eventuali convenzioni e di tutti quegli atti che coinvolgono la responsabilità dei Salesiani di Don Bosco;
- dell’amministrazione scolastica.
E’ compito dei docenti:
- accrescere il proprio profilo educativo-didattico;
- aderire alle proposte di aggiornamento offerte dall’Istituto;
- curare la propria qualificazione professionale in modo permanente;
- entrare in dialogo aperto e disponibile con genitori ed allievi
- progettare, attivare, verificare in forma collegiale profili e percorsi;
- assicurare comportamenti eticamente caratterizzati, conformi alle indicazioni del Progetto educativo
dell’istituzione scolastica;
- prendersi a cuore le varie dimensioni del Progetto educativo adottato dall’istituto;
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- approfondire la propria formazione di fede, in modo che il loro servizio professionale diventi testimonianza
cristiana;
- impegnarsi a conoscere, assimilare ed attuare adeguatamente il Sistema Preventivo di Don Bosco;
- partecipare attivamente ai diversi momenti della progettazione (consigli di classe; collegi docenti);
- mantenere la riservatezza professionale e attuare con cura e responsabilità delle decisioni prese;
- verificare l’efficacia del proprio lavoro e della comprensione che ne hanno avuto gli allievi;
- attuare i processi di recupero per sopperire alle carenze degli allievi.
Il clima di famiglia della scuola è determinato anche dalla presenza di altre figure quali i volontari che, attraverso
il sostegno scolastico e l’animazione del gioco, si fanno testimoni della gratuità del servizio.
Ai genitori, quali diretti responsabili della crescita dei figli, in particolare compete:
- cercare la forma del dialogo (costruttivo) per entrare in relazione educativa con tutti gli insegnanti;
- ascoltare gli educatori dei propri figli per l’acquisizione di competenze educative più adeguate;
- affidarsi e fidarsi del docente in materia di processi di insegnamento e apprendimento;
- ad essere presenti ai momenti di confronto didattico-educativo che l’Istituto propone (colloqui… Natalino…)
- partecipare personalmente, anche tramite gli organi collegiali, alla vita della scuola nei suoi momenti di
programmazione, di revisione educativa e di impegno nelle attività di tempo libero;
- collaborare attraverso associazioni specifiche all’azione della scuola e stabilire opportuni collegamenti con il
territorio per promuovere nel sociale lo sviluppo di un servizio educativo sempre più ispirato al Sistema
Preventivo di Don Bosco;
- offrire le proprie competenze professionali per un servizio che qualifichi maggiormente la scuola e le attività
integrative;
- impegnarsi sul piano politico a promuovere l’approvazione di quelle leggi che nel riconoscimento dei dirittidoveri dei singoli cittadini assicurano a tutti la possibilità di scegliere la scuola che desiderano in coerenza con i
propri principi educativi.
Gli alunni si impegnano a:
- partecipare attivamente alle lezioni (col materiale e intervenendo…);
- mostrare impegno di studio e approfondimento personale creativo e critico (proporzionato alla propria età);
- contribuire alla relazione educativa con l’insegnante cercando il dialogo, la fiducia e la stima reciproca;
- essere protagonisti del proprio cammino formativo;
- maturare nel proprio comportamento con costanti atteggiamenti di flessibilità;
- accettare i momenti di verifica didattico-educativa e i giudizi che da essa scaturiscono;
- rendere gradualmente più autentiche le motivazione di scelta della scuola salesiana;
- acquisire la capacità di attenzione agli altri, di collaborazione costruttiva, di comunicazione autentica attraverso
l’utilizzo dei diversi linguaggi;
- partecipare attivamente a gruppi di interesse sportivo, culturale, espressivo, missionario, dando il proprio
contributo di creatività e fantasia.
Il personale ausiliario attende a:
- rendere gli ambienti accoglienti ed ordinati;
- coadiuvare gli insegnanti nella vigilanza e nel rispetto delle norme igieniche;
- testimoniare la condivisione del progetto educativo della scuola.
3.1.2. Organizzazione della Comunità Educativa
La comunità scolastica possiede un regolamento della scuola (articolo 6, lettera a, DRP n. 216/1974 e comma
10, articolo 2, DPR n. 249/1998; vedi anche il Progetto Educativo Nazionale delle scuole Salesiane, p. 42), nel
quale sono descritti i comportamenti che le varie componenti devono assicurare.
Nella nostra Scuola esiste un team del personale direttivo con i compiti seguenti:
Il Direttore che è il principio di unità e di interazione all’interno della comunità educativa; mantiene vivo lo spirito
e lo stile educativo di don Bosco tra docenti, genitori e allievi; promuove l’accordo, la collaborazione e la
corresponsabilità tra le varie componenti della comunità educativa; è il garante del carisma salesiano nei riguardi
della comunità ecclesiale e della società civile; cura la realizzazione del profilo educativo dei giovani e la
formazione permanente degli educatori; è il rappresentante dell’ente gestore: nomina su proposta del Coordinatore
dell’attività educativa e didattica i coordinatori e i docenti, accetta e dimette gli alunni; fa parte di diritto del
Consiglio di Istituto, del Collegio dei docenti e dei consigli di classe
Il Coordinatore dell’attività educativa e didattica (o coordinatore delle attività didattico-educative), i cui compiti
educativi e didattici sono di coordinamento, di animazione, di organizzazione, di partecipazione di tutti gli attori
educativi (insegnanti-alunni-genitori). I suoi compiti vengono adempiuti in sintonia di intenti e di collaborazione
con il Direttore. Coordina: la realizzazione di un ambiente educativo; la elaborazione, l’attuazione e la verifica del
progetto educativo; l’orientamento e il coordinamento dell’azione educativa in vista della promozione integrale
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degli studenti; la promozione di una prassi partecipativa comunitaria all’interno della scuola; la capacità di
presenza attenta e propositiva nel sociale, volta a cogliere le tendenze, i problemi, le possibilità di sviluppo; la
programmazione educativo – didattica; l’aggiornamento degli insegnanti;
Il coordinatore per l’Educazione alla Fede (Catechista): responsabile dell’animazione religiosa degli allievi
coinvolgendo anche le loro famiglie (affinché la proposta educativa evangelica raggiunga anche i genitori). Il
catechista elabora la proposta formativa e gli itinerari di educazione alla fede in linea con gli orientamenti
ispettoriali, presentandoli ai vari organismi competenti (il Direttore e il Coordinatore dell’attività educativa e
didattica). Anima i giovani personalmente e servendosi di collaboratori, salesiani e laici; ha una particolare cura per
l’insegnamento della religione (di cui è responsabile di tutte le cattedre); alimenta una progressiva evangelizzazione
e formazione alla vita cristiana e liturgica; sostiene con la direzione spirituale i giovani, nell’intento di sviluppare in
loro la vocazione verso “una vita quotidiana progressivamente ispirata e unificata dal vangelo” (c37); promuove
gruppi di formazione e di azione apostolica e missionaria; cura il collegamento con le iniziative pastorali
dell’Ispettoria e della Chiesa locale; collabora strettamente con il Coordinatore dell’attività educativa e didattica e il
consigliere.
Il Consigliere: è il primo responsabile dell’andamento disciplinare dell’ambito in cui opera; fa apprendere le regole
dell’Istituto; attua quelle forme di intervento che ritiene adeguate alla situazione accaduta; interviene
disciplinarmente su indicazione degli insegnanti; condivide con i Consigli di Classe particolari situazioni educative;
coinvolge il Coordinatore dell’attività educativa e didattica per situazioni contrarie al Regolamento d’Istituto; è
delegato dal Coordinatore dell’attività educativa e didattica per firmare giustificazioni; su delega del Coordinatore
dell’attività educativa e didattica coordina i cambi di orario e le supplenze; collabora strettamente con il
Coordinatore dell’attività educativa e didattica e il catechista.
I Coordinatori di classe: sono i primi animatori della classe loro affidata e relazionano al Coordinatore dell’attività
educativa e didattica e al Consiglio di Classe riguardo essa. Per la scuola primaria i coordinatori coincidono con la
maestra prevalente. Sono compiti dei coordinatori: seguire lo sviluppo didattico-educativo della propria classe;
entrare in dialogo e sviluppare quella confidenza particolare per suscitare fiducia e accrescere la stima della propria
classe; relazionare al Coordinatore dell’attività educativa e didattica nel Consiglio di Classe l’andamento della
classe; proporre e verificare gli obiettivi didattico-educativi trimestrali; attuare le forme di intervento sulla classe o
con i genitori su Proposta del Coordinatore dell’attività educativa e didattica dopo l’indicazione del Consiglio di
Classe; animare le relazioni interpersonali e coordinare le iniziative all’interno della classe. Sulla base di queste
facoltà: propone il voto di Condotta.
Il Coordinatore della Gestione Amministrativa in stretto rapporto con il direttore cura gli aspetti economico - fiscali
della scuola, elabora i criteri per il contributo - retta delle famiglie e coordina la segreteria amministrativa.
Sono presenti, anche, strutture di partecipazione condivisa che mirano a creare le condizioni ideali per una
sempre maggiore corresponsabilità della vita scolastica, incrementando la collaborazione fra docenti, alunni,
genitori.
Nella scuola salesiana esse corrispondono alla logica del modello comunitario (di co-educazione e di coresponsabilità) e alla nostra tradizione educativa; la loro attivazione e le loro caratteristiche sono coerenti con la
piena libertà didattica, di ricerca, di sviluppo e di organizzazione della nostra scuola, con la titolarità del diritto di
libertà di istituzione e la pubblicità del servizio offerto dalla Congregazione Salesiana.
La logica del modello comunitario (di co-educazione e di co-responsabilità) proviene dal Sistema Preventivo di
Don Bosco: è ispirato al clima di famiglia non alle assemblee legislative-sindacali. Chi ne fa parte assume lo stile
educativo di Don Bosco che diviene proposta di uno stile di relazione e di crescita per sé nell’ottica di investimento
delle proprie forze e del proprio tempo per gli altri (i genitori e gli alunni rappresentati). Lo scambio degli apporti
reciproci (tra religiosi e laici) diviene, nella scuola, stile di vita informata al modello cristiano di comunità e
contemporaneamente fatto culturale per la società civile che vive in clima laicista, nonché ausilioper
l’approfondimento della formazione disciplinare e culturale di tutti gli allievi che frequentano.
Sono attivati, ai sensi della lettera c), comma 4, articolo unico della legge n. 62/2000, le seguenti strutture di
partecipazione: il consiglio della scuola (consiglio d’Istituto); il collegio dei docenti; l’organo di valutazione
(consiglio di classe);
Il consiglio della scuola (consiglio d’Istituto): esplica funzioni di stimolo e di verifica nel campo delle
problematiche e delle metodologie dell’educazione. Esso comprende, di diritto: il direttore, il Coordinatore
dell’attività educativa e didattica, l’economo, rappresentanti dei docenti e dei genitori e del personale non docente.
Il consiglio d’istituto (fatte salve le competenze del collegio dei docenti e dell’organo di valutazione-consiglio di
classe-), ha funzione consultiva per quanto concerne l’organizzazione della vita e delle attività della scuola nelle
materie seguenti: adozione del regolamento interno dell’istituto; _ adattamento del calendario scolastico alle
specifiche esigenze; criteri per la programmazione e l’attuazione delle attività parascolastiche ed extrascolastiche,
con particolare riguardo alle libere attività complementari, alle visite guidate ed ai viaggi di istruzione; criteri di
partecipazione alle attività culturali, sportive, ricreative di particolare interesse educativo; criteri generali relativi
all’adattamento dell’orario delle lezioni e delle altre attività scolastiche; _ parere sull’andamento generale
28
educativo-didattico ed amministrativo della scuola; ricerca di eventuali finanziamenti per le diverse iniziative.
Il collegio dei docenti: è composto dal gestore della scuola religiosa (Direttore), da tutti i docenti ed è presieduto
dal Coordinatore dell’attività educativa e didattica. Al collegio dei docenti compete: la programmazione educativo
didattica nei momenti di proposta, discussione, decisione e verifica; la valutazione periodica dell’andamento
complessivo dell’azione educativo-didattica; la valutazione di iniziative di aggiornamento per i docenti;
l’organizzare dei corsi di recupero, consolidamento e potenziamento.
L’organo di valutazione (consiglio di classe): È composto dal gestore della scuola (Direttore) e dai docenti ed è
presieduto dal Coordinatore dell’attività educativa e didattica. Diviene momento di analisi dei problemi della classe
e di ricerca di soluzioni adeguate. Il consiglio di classe ha il compito: di programmare in modo più specifico gli
obiettivi trasversali da raggiungere; di verificare periodicamente l’andamento pedagogico-didattico e, se necessario,
riformulare qualche elemento programmato; di analizzare i problemi generali e particolari e di ricercare soluzioni
adeguate secondo la logica della
programmazione curriculare.
Assemblee con i genitori: conosce e condivide la programmazione educativa annuale; entra in dialogo con il
docente coordinatore nei momenti stabiliti.
Rappresentanti dei Genitori che hanno il compito di: portare il proprio contributo propositivo riguardo
all’andamento dell’attività scolastica in ordine allo svolgimento del programma, al rendimento scolastico,
all’andamento di particolari iniziative di carattere educativo; far pervenire la voce dei genitori all’Organo di
valutazione (tramite i Consigli di classe aperti) e al Consiglio della Scuola (tramite i suoi rappresentanti);
valorizzare le assemblee dei genitori che si svolgono in occasione delle consegne delle schede valutative.
Le competenze relative alla realizzazione del coordinamento didattico e dei rapporti interdisciplinari,
spettano al consiglio di classe con la sola presenza dei docenti. Questa specificazione vuole affermare che i
compiti strettamente didattici rimangano riservati ai soli insegnanti.
3.2. LA QUALITÀ DEI PROCESSI DI INSEGNAMENTO E DI APPRENDIMENTO
Nella scuola salesiana il profilo formativo, i percorsi formativi, la proposta, il modello comunitario di educazione, i
processi di insegnamento e di apprendimento, come le discipline di studio, il metodo di lavoro didattico, l’ambiente
e la vita intera che vi si svolge trovano la loro ispirazione nel Vangelo, secondo il carisma di don Bosco, e
introducono all’incontro vivo e vitale con il patrimonio culturale e professionale in dialogo fecondo con la
Rivelazione. Tale incontro avviene all’interno di un corretta comunicazione educativa, mirata alla crescita culturale
e professionale. Non per ultimo tutto ciò è declinato secondo le norme e i decreti che amministrano il mondo
scolastico
3.2.1. Qualità della relazione educativa didattica
Secondo lo spirito del Sistema Preventivo di Don Bosco, nella relazione educativa didattica i docenti: vanno
incontro all’alunno nella sua situazione personale; aiutano a superare, servendosi anche dei supporti offerti dalle
nuove tecnologie, le difficoltà di apprendimento e di metodo di studio e di lavoro, consapevoli che queste non sono
isolabili dall’insieme della struttura personale e dalle situazioni familiari e ambientali; fanno appello alla ragione
dell’alunno con amorevolezza, portandolo a percepire di essere comunque accolto con amicizia; non isolano gli
alunni l’uno dall’altro, anche se accolgono ognuno nella sua irripetibile individualità; sviluppano il loro sentimento
di appartenenza, relazioni costruttive, collaborazione e simpatia verso i colleghi e l’autorità.
Da ciò scaturiscono alcune conseguenze nei processi attivati: non conosce compiutamente chi possiede per sé una
nozione, ma colui che arriva a comunicarla in modo tale da essere compreso dal suo interlocutore; non comunica
compiutamente chi parla, ma chi riesce, attraverso la parola, a far comprendere all’interlocutore il proprio
messaggio e ne riceve una risposta. Ciò perché per istruire non basta che si compiano le azioni di insegnamento: è
essenziale che l’alunno dia la conferma di aver appreso l’insegnamento impartito; per educare non è sufficiente
voler bene al giovane: è necessario che egli si accorga ed accetti di essere amato.
L’azione educativa didattica viene così individualizzata assicurando la realizzazione del principio dell’uguaglianza
delle opportunità: l’insegnante accompagna gradualmente l’alunno verso decisioni personali libere e azioni
umanamente eccellenti, che gli permettono di realizzare un proprio progetto di vita, una professione, un apporto
irrepetibile alla comunità civile e alla Chiesa.
3.2.2. La qualità dei processi di insegnamento e di apprendimento
Nella situazione didattica e tecnico-didattica il docente-educatore mette in atto le seguenti fasi intercambiabili nel
processo di insegnamento:
1a fase – Impostazione e presentazione dell’argomento. Si sensibilizza insieme per attivare l’attenzione emotiva,
intellettiva ed operativa anche dei meno motivati;
2a fase – Studio e/o svolgimento compiti scritti. Si studia singolarmente o in gruppi l’argomento dato, sempre sotto
la guida dell’insegnante (si esegue il compito);
3a fase – Verifica. Si confronta insieme verificando i lavori dei singoli (o dei gruppi) per integrare e consolidare
29
quanto si è appreso durante l’ora.
cap. 4
LE RISORSE
Le risorse di cui dispone la scuola sono costituite dal personale, dagli immobili, dalle strutture, dalle attrezzature e
dalle disponibilità finanziarie.
4.1 PERSONALE DELLA SCUOLA:
- Direttore
- Coordinatore dell’attività educativa e didattica
- Catechista
- Consigliere
- Docenti della scuola secondaria di primo grado
- Educatori/Educatrici
- Personale Ausiliario
- Personale di Amministrazione e di Segreteria
4.2 IMMOBILI, STRUTTURE, ATTREZZATURE
La nostra scuola è dotata di locali, arredi e attrezzature didattiche proprie del tipo di Scuola e conformi alle norme
vigenti (ai sensi della lettera b, comma 4, articolo unico legge n. 62/2000); inoltre dispone di cortili attrezzati per il
gioco libero, il gioco organizzato e l’attività sportiva, di spazi interni, accoglienti, ricchi di stimoli, conformi alla
legge n. 626/94).
Per dare più visibilità e completezza alla Scuola è stata ultimata negli ultimi anni una nuova costruzione con aule
speciali, aule scolastiche, sale multimediali e informatiche con ampia sala di accoglienza e ricreazione e centro
giovanile.
In particolare:
- Palestra con 550 posti a sedere per attività sportive e per manifestazioni di accoglienza e festa
- Campo regolare da calcio in erba m .45 x m. 90
- Campo da calcio a sette, illuminato
- Campo da rugby
- Due piattaforme polivalenti in cemento, all’aperto, per attività sportive
- Pista per atletica leggera di m. 120 a 6 corsie
- Pedana per salto in lungo
- Piattaforma per lancio del peso
- Sala mensa e self-service, con pasti preparati localmente
- Sala teatro con 150 posti
- Aula per proiezioni 90 posti
- Saletta PC con installazione Internet
- Sala docenti
- Aule per le lezioni didattiche e formative, fornite di TV e Videoregistratore
- Sala di Musica con dotazione di strumenti per animazione e prove musicali
- Biblioteca
- Laboratori
- Sala conferenze
- Servizi igienici
- Segreteria
- Amministrazione
- Infermeria
- Chiesa per la preghiera
La Scuola dispone inoltre degli strumenti necessari per l’attuazione degli obiettivi didattici e formativi.
30
cap. 5
LA VALUTAZIONE
5.1 LA VALUTAZIONE EDUCATIVO-DIDATTICA
E’ relativa ai processi d’insegnamento e apprendimento si svolge secondo le scelte del progetto educativo,
attraverso incontri di verifica sistematica, svolti dagli insegnanti, sia in sede di Organo di valutazione che di
Collegio Docenti.
In ottemperanza alle nuove normative (DL 137/08 e successivi aggiornamenti),il nostro Istituto ha convertito la
propria scala valutativa; non sono messi in discussione i princìpi basilari della Istruzione Secondaria di Primo
Grado (non vengono meno le riforme precedenti circa la valutazione degli apprendimenti) bensì si chiede a ciascun
insegnante di esprimere la valutazione in SCALA DECIMALE e introdurre una nuova scala per il
COMPORTAMENTO.
5.1.1. La valutazione oggettiva
La valutazione nasce dalla considerazione di molteplici elementi: livello di partenza, conoscenze dimostrate, abilità
attinenti, partecipazione, competenze finali… tutti gli elementi già emersi nei punti precedenti. Concretamente,
nello specifico richiesto dal DL 137/08, per valutare in maniera chiara e condivisa l’apprendimento degli allievi si
farà riferimento alla seguente Scala di Valutazione relativa agli obiettivi di apprendimento:
VOTO in DECIMI
10
9
8
7
6
PERCENTUALE
100-95
94-88
87-78
77-66
65-51
…se un docente dovesse esprimersi con un aggettivo-avverbio…
eccellente – efficace - con grande padronanza - perfetto
appropriato – fluido – ottimale – preciso – sicuro
esauriente – chiaro – corretto - apprezzabile
adeguato – soddisfacente
essenziale – sufficiente – sostanziale/sostanzialmente –
nel complesso/complessivamente – accettabile
5
50-40
approssimativo – superficiale – incerto/con incertezza – impreciso –
non sempre corretto
4
0-39
con difficoltà/difficoltoso – poco chiaro – faticoso – stentato – molto
incerto/con grande incertezza – non corretto
(non si utilizzeranno i mezzi voti e i segni + o -)
Negli scrutini quadrimestrali e finali, in coerenza con le indicazioni del PEI, il Collegio dei Docenti adotta
una valutazione di tipo promozionale-orientativo che tende ad accertare:
• “quali modificazioni di comportamento” avvengano nell’alunno rispetto ai livelli di partenza, relativamente
agli obiettivi prefissati;
• i modi di comunicazione utilizzati dall’alunno per esprimere se stesso (le sue idee, i suoi problemi) agli altri
e delle tecniche da lui privilegiate (verbale, grafica o scritta, iconica, artistica, musicale, audiovisiva,
gestuale… multimediale).
Questo tipo di valutazione è basato sui seguenti criteri:
• obiettività in quanto mira più al modo di essere che al dover essere,
• gradualità e continuità in quanto accompagna il processo di crescita e di apprendimento,
• sistematicità in quanto tiene presente contemporaneamente i comportamenti, le componenti e la globalità
della personalità complessa dell’alunno,
• partecipazione in quanto promuove nell’alunno una capacità di autovalutazione e una maggiore
consapevolezza delle proprie attitudini in vista di scelte future (autoorientamento).
5.1.2. Il voto in Comportamento-Condotta
Altre variazioni, richieste sempre dal DL 137/08, riguardano la valutazione del Comportamento-Condotta. Il
Comportamento-Condotta è propriamente l’atteggiamento (di rispetto, educazione, riconoscimento dei ruoli…)
assunto durante lo svolgimento delle lezioni; e contemporaneamente indica un insieme più ampio di espressione
della crescita personale che implica il coesistere, il condividere, l’essere corresponsabili…. Questo voto è
espressione collegiale: vengono discussi e approvati dall’intero Consiglio di Classe (da tutti i docenti!).
Viene utilizzata la seguente scala: 10 - 9 - 8 - 7 - 6(voto limite) - 5(non ammissione all’anno successivo!).
Questa suddivisione ha come conseguenza diretta una differenziazione della valutazione del comportamento che
permette maggiore e migliore aderenza alla concretezza di ogni singola situazione; si evita così la globalizzazione
della valutazione, ma anche un certo relativismo nel trattare situazioni differenti.
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5.1.3. Giudizio Globale
Nella la seconda parte della pagella del primo e del secondo quadrimestre, sarà presente un ‘Giudizio Globale’:
teso a valutare (secondo voci specifiche) le tappe della crescita personale del/la ragazzo/a in tutto l’ambiente e nelle
situazioni differenti di responsabilità personale. L’espressione specifica del Giudizio Globale è una frase guida, che
permette una più adeguata espressione (da parte del Consiglio di Classe) e una comprensione più esplicita (da parte
del genitore) del percorso educativo che caratterizza quell’allievo/a.
5.2 LA VALUTAZIONE DEL CONTESTO SCOLASTICO
Avviene a livello del Consiglio della casa religiosa e del Consiglio della Scuola.
5.3 LA VALUTAZIONE DELLA REALIZZAZIONE DEL POF
Viene affrontata a livello di Gruppo Direttivo e Consiglio della Casa sulla base del Questionario di soddisfazione
del Sistema Domanda compilato dai Genitori, nonchè degli indicatori di valutazione e valutazioni personali
espresse dai Referenti dei singoli progetti.
5.3.1 - Gruppo Direttivo
Il Gruppo Direttivo, in collaborazione con gli altri Direttivi del Centro, predispone il Questionario di
soddisfazione del Sistema Domanda, concordando i criteri di tabulazione delle risposte. Segnala al Consiglio
della Casa e al proprio Consiglio della Scuola i risultati del questionario ed eventuali altri elementi ritenuti utili per
la riprogettazione delle attività di sezione e la stesura del nuovo POF.
5.3.2 - Consiglio della casa religiosa
Provvede a valutare secondo criteri di conformità alle leggi, adeguatezza e funzionalità:
- struttura
- orario scolastico
- materiali e attrezzature
- calendario scolastico
verifica inoltre le decisioni e le scelte progettuali e operative circa:
- le prestazioni del personale (adeguatezza della formazione e della professionalità)
- il bilancio (pareggio del bilancio e rapporto tra costi e qualità del servizio educativo)
32
5.4 LA VALUTAZIONE DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE
Avviene in base alla ricaduta educativa e didattica delle competenze apprese durante la formazione, verificate
attraverso l’analisi delle programmazioni e la verifica, nella quotidiana azione educativa, dell’efficacia dei metodi
attivati.
5.4.1 Collegio dei Docenti
Si occupa della
- valutazione dei contesti educativi in base ai seguenti criteri: reazione dei bambini, adeguatezza della struttura in
rapporto alle attività svolte nell’ambiente, ricchezza di stimoli educativi;
- valutazione della qualità delle relazioni nel rapporto tra insegnanti, con i bambini e fanciulli, con altro personale
secondo i seguenti criteri: collaborazione, rispetto dei ruoli e delle professionalità, stile di relazione interpersonale
semplice e familiare, partecipazione e coinvolgimento nell’azione comune, delicatezza nel rapporto;
- valutazione della qualità dell’azione educativo-didattica e della professionalità dei docenti.
5.4.2 Consiglio della Scuola
Il Consiglio della Scuola raccoglie, quale elemento di valutazione esterna, le osservazioni dei genitori, espresse dai
rappresentanti, circa il gradimento dell’offerta formativa della scuola.
Cap. 6
L’APPROVAZIONE
Il POF è approvato per un anno.
Il presente Piano di Offerta Formativa ha ricevuto la sua approvazione tecnico-professionale in sede di Collegio dei
Docenti e successivamente quella del Consiglio della Scuola per la sua convalida finale il giorno 26 maggio 2014,
nella riunione serale.
Il POF viene approvato dal Direttore (legale rappresentante dell’Ente gestore della Scuola Salesiana) che insieme al
Consiglio della Scuola ne decide l’adozione per l’anno scolastico 2014/2015.
Nel rispetto delle competenze proprie dei suoi collaboratori, il Direttore si riserva di apportare le modifiche che
giudicasse opportune per la piena attuazione del Piano di Offerta Formativa.
Chiari, 8 luglio 2014
Il Direttore
don Piergiorgio Placci
Il Coordinatore dell’attività educativa e didattica
don Stefano Mascazzini
33
CONTRATTO FORMATIVO SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
anno scolastico 2014-2015
L’Ispettoria Salesiana Lombardo-Emiliana, gestore dell’Istituto Salesiano San Bernardino di Chiari (BS),
nella persona del Direttore, legale rappresentante dell’istituzione scolastica pubblica non statale paritaria
con sede in Chiari, via Palazzolo 1, e i signori
……………………….....................................................................
Genitori dello/a studente .................................................. classe………………………….
sottoscrivono il presente atto, il quale completa il contratto di prestazione scolastica firmato al momento
della iscrizione.
L’adesione consapevole e libera delle famiglie allo Statuto e al Progetto Educativo dell’Istituto Salesiano
San Bernardino, nello spirito del Sistema Preventivo, fonda un vero e proprio patto educativo.
Il contratto formativo, rinnovabile ogni anno, ne rappresenta lo sviluppo progressivo, in quanto realizza la
domanda dello studente, nel punto in cui egli si trova. Viene, di fatto, costituito dopo le prove di ingresso,
tramite la firma dei genitori e del Direttore, a nome della Comunità Educativa.
L’istituzione scolastica salesiana, con la sua organizzazione, con la sua specificità educativa ed attraverso gli
Operatori di sezione, assicura le prestazioni specificate nel Piano di Offerta Formativa (POF) e la
realizzazione del Progetto Educativo di Istituto (PEI).
L’Organo di valutazione della Classe (Consiglio di Classe) verifica la situazione iniziale e il grado di
apprendimento dell’alunno/a e predispone il piano formativo, con previsione anche di interventi di recupero
organizzato per gruppi.
Il rapporto formativo verrà tenuto dall’Insegnante coordinatore, in collaborazione con gli altri Docenti.
I genitori hanno preso visione del POF, del PEI e del Regolamento della scuola.
L’Organo di valutazione della Classe ed i singoli docenti sono impegnati a:
- progettare, programmare ed attuare la propria offerta formativa, per mezzo delle unità di apprendimento e
dei Piani di Studio Personalizzati (PSP);
- motivare il proprio intervento educativo-didattico;
- documentare come viene integrato il profilo educativo, culturale e professionale dell’alunno/a.
I genitori dichiarano di condividere i documenti citati e di collaborare, in vista del miglioramento continuo,
alla programmazione e all’attuazione:
- dell’offerta formativa della scuola, costituita dalle unità di apprendimento, dai Piani di Studio
Personalizzati e dai Piani delle attività formative;
La Direzione, attraverso gli Operatori di sezione, si impegna a dare significato e valore educativo al
presente contratto, a seguirne l’evoluzione e a tenerlo presente come elemento di continuità del patto
educativo.
Chiari, ..................................................
I Genitori
Il Direttore
……………………………….
………………………………..
34
35
www.salesianichiari.com
030-7006811 (centralino)
Chiari (BS) – via Palazzolo, 1
Per iscrizioni contattare il DIRETTORE
36