LA ZECCA e i pericoli per la salute dell`uomo e dell`animale.
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LA ZECCA e i pericoli per la salute dell`uomo e dell`animale.
RICKETTIOSI <la diagnosi precoce può salvare la vita> ZECCA < Impariamo a conoscerla> Il parere del Medico e del Veterinario Dott. Giuseppe Ferrera – Direttore Servizio Epidemilogia AUSL 7 Dott. Giorgio Blandino – Direttore Servizio Sanità Animale AUSL 7 L’apprensione in tutta la popolazione Iblea per le gravissime insidie che si nascondono dietro una puntura di zecca per la malattia che ne consegue” la Rickettsiosi da zecca o meglio conosciuta come febbre bottonosa”, è da mettersi in relazione a tre fattori: a) la sintomatologia iniziale della malattia è molto simile ad una comune influenza , b) la manifestazione cutanea può mimare una malattia esantematica quale il morbillo, c) la diagnosi ritardata a volte dovuta alla difficoltà di raccogliere notizie da parte dello stesso paziente o da parte dei suoi congiunti. Pertanto soltanto con l’intelligente aiuto del paziente o con la constatazione della zecca sulla cute si riesce a orientare il medico verso il sospetto della malattia che è fondamentalmente benigna, ma se non scoperta per tempo o se instaurata in un soggetto con difese immunitarie carenti può risultare fatale. La Malattia è causata da un microrganismo che sta a metà strada tra il batterio e il virus e che ha la predisposizione di colonizzare la zecca: Rickettsia Conorii. Le zecche per le loro caratteristiche fisiologiche e biologiche (ematofagia, capacità di resistenza, longevità ed efficienza come vettori di agenti patogeni) sono ritenute fra i più importanti e temibili ectoparassiti degli animali e dell’uomo. Esse si sviluppano attraverso 4 stadi evolutivi: uova, larva, ninfa e adulto; il passaggio da uno stadio all’altro, preceduto sempre da un pasto di sangue, può avvenire sullo stesso ospite (zecche a ciclo monofasico), su due ospiti nel qual caso la larva e la ninfa si sviluppano su un ospite e l’adulto su un altro ospite (zecche a ciclo difasico), o su tre ospiti nel qual caso si registra la ricerca di un ospite diverso per ciascuno stadio di sviluppo (zecche a ciclo trifasico). In ogni caso la femmina dopo l’accoppiamento e dopo un pasto di sangue depone un numero molto elevato di uova (3000 – 4000) in ammassi unici da cui in circa 15 – 30 giorni, in funzione della temperatura e dell’umidità, fuoriescono le larve. Il pasto di sangue avviene in due fasi successive: una lenta e una rapida. Durante la fase di alimentazione lenta definita anche fase di crescita della durata di 1 – 2 giorni l’assunzione di sangue è ridottissima mentre durante la fase rapida, detta anche di espansione o di ingorgamento, che dura altrettanti 1 - 2 giorni, la zecca assume in maniera continuativa il sangue dall’ospite e alterna l’assunzione di sangue con la emissione di saliva e con rigurgito di liquidi. Nel corso della fase lenta la trasmissione di agenti patogeni (compresa la rickettsia) è limitata mentre nella fase rapida con il rigurgito della parte liquida le possibilità di trasmissione all’ospite di organismi patogeni è elevatissima. Questo aspetto ha molta importanza dal punto di vista epidemiologico poiché dimostra che nei primi 1 – 2 giorni di permanenza sull’ospite la possibilità che la zecca trasmetta un agente eziologico sono ridottissime. Altro aspetto rilevante dal punto di vista epidemiologico è il passaggio dell’agente infettivo attraverso le uova (definita trasmissione transovarica) che consente il trasferimento dell’infezione alle zecche delle generazioni successive le quali costituiscono pertanto una riserva potenziale molto importante della malattia. L’habitat preferito dalle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa ed arbustiva, con microclima preferibilmente fresco ed umido, anche se non è raro il loro riscontro in aree con clima decisamente caldo ed asciutto, e con vegetazione più rada. La zecca quando non parassita il suo ospite preferito (cane), vive nelle crepe dei muri, negli anfratti del terreno, nelle fessure del legno, nelle sabbia, tra le macerie, nei luoghi umidi, nelle aree verdi abbandonate, in tutti quei posti la zecca ha la possibilità di incontrare animali dove attaccarsi per il suo pasto ematico necessario per mantenere il ciclo vitale. Nel cane che rappresenta sicuramente l’ospite principale della zecca e più in generale negli altri vertebrati che restano pur sempre dei potenziali ospiti dell’acaro si determina una transitoria rickettsiemia che dura normalmente pochi giorni. Per contro la zecca oltre a rappresentare il vettore dell’infezione viene anche considerata il più importante serbatoio del microrganismo. Infatti Rickettsia conorii può vivere nella zecca per oltre 18 mesi accompagnando l’acaro anche durante l’ibernazione e moltiplicandosi nei suoi tessuti senza arrecare effetti apprezzabili. Se a questo si aggiunge la trasmissione trans-ovarica e trans-stadiale del microrganismo (quindi la possibilità che la numerosa progenie di una femmina adulta risulti veicolo di infezione ad altri ospiti) ne consegue che la zecca ha anche una funzione amplificatrice dell’infezione ed è pertanto da considerare la chiave di volta di tutto l’arco epidemiologico della febbre bottonosa. I vertebrati domestici e selvatici, dal canto loro, giocano anch’essi un ruolo nella trasmissione della malattia ma, considerata la transitoria Rickettsiemia, non sono tanto importanti come veicolo del microrganismo bensì come fornitori del substrato nutritivo ( il sangue) indispensabile alle zecche per lo svolgimento dei processi vitali e per la prosecuzione del ciclo biologico. Per tale ragione tutte le misure di profilassi volte ad interrompere il ciclo biologico della zecca, compreso il trattamento dei cani con prodotti acaricidi, va nella direzione di prevenire la malattia. Nel cane la zecca infetta (circa il 20% delle zecche sono infette) causa solo una infezione inapparente , mentre nell’uomo sviluppa la malattia. La malattia spesso si presenta dopo 5 - 7 giorni dalla puntura infettante, con febbre , cefalea, eruzione cutanea che colpisce tutto il corpo compreso il palmo delle mani e la pianta dei piedi. Ad orientare la diagnosi esclusivamente sul piano clinico è la comparsa nel punto del pungiglione della zecca della crosta nerastra definita tache noire, soprattutto quando manca l’eruzione cutanea sopra descritta. La possibilità di trasmissione di agenti patogeni è generalmente direttamente proporzionale alla durata della permanenza della zecca infissa sull’ospite. Le complicanze possibili possono essere di tipo neurologico(encefalite) o carico del fegato, polmone e cuore. Ma ci sono anche dei casi fulminanti con morte improvvisa. Nelle fasi iniziali della malattia una pronta terapia antibiotica è risolutiva nel giro di 2-3 giorni. Ecco allora i consigli per ridurre il rischio di un esito fatale. COME PREVENIRE IL RISCHIO DELLA MALATTIA DOVUTA ALLA PUNTURA DI ZECCA Cosa fare quando la zecca punge l’uomo • Poiché la zecca impiega alcune ore prima di attaccarsi saldamente alla pelle con il suo rostro è sempre consigliabile controllarsi al rientro da una passeggiata in area a rischio. • NON Farsi prendere dal panico: il riscontro di una zecca sulla cute non deve allarmare poiché non tutte le zecche sono infette e se nella malaugurata ipotesi la zecca fosse infetta, il passaggio dei microrganismi avviene in modo lento(24-48 ore). • Non togliere la zecca dalla cute tirandola in modo brusco, strappandola o tagliandola, bensì bisogna ricoprirla di olio di vaselina o alcool etilico , cloroformio o etere per diversi minuti e se non si dovesse staccare da sola utilizzare una pinzetta con punte ricurve e staccarla delicatamente ruotandola per evitare la rottura. • SE dopo 5-7 giorni dalla puntura di una zecca dovesse comparire Febbre, Cefalea, eruzione cutanea in tutto il corpo, o una crosta nerastra(tache noire) nel punto del pungiglione Contattare il Medico, una pronta terapia antibiotica quasi sempre risolve la malattia. (tache noire) Cosa fare per evitare la puntura - Evitare di sostare a lungo sotto gli alberi frondosi - Indossare abiti di colore chiaro per visualizzare meglio le zecche - Usare scarpe chiuse e pantaloni lunghi - Controllarsi ogni 3-4 ore i vestiti e le parti scoperte - Controllo di tutto il corpo al rientro dal lavoro o gite in campagna Cosa fare per eliminare la zecca dall’ambiente • I possessori di cani devono controllarli costantemente e trattarli con prodotti anti zecche • Intensificare la lotta al randagismo canino • Raccolta e smaltimento dei rifiuti di ogni genere soprattutto quelli lungo le strade, onde evitare di creare una nicchia ecologica idonea alla proliferazione delle zecche e allo scopo di evitare il richiamo del cibo per gli animali randagi. • Periodica scerbatura e decespugliazione delle aree incolte, sia urbane che extraurbane, con immediata distruzione tramite il calore del materiale asportato per non diffondere le zecche. • Pulizia ordinaria dei centri abitati,delle spiagge e delle zone limitrofe durante la stagione estiva. • Sensibilizzazione dei medici a notificare la malattia in modo da poter raccogliere i dati utili sulla professione, possesso di animali, escursioni recenti e zone visitate, al fine di poter stilare oltre l’andamento epidemiologico dell’infezione anche l’individuazione di aree a rischio.