puntura di zecca - Genetica e Immunologia Pediatrica
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puntura di zecca - Genetica e Immunologia Pediatrica
Università degli Studi di Messina Dipartimento di Scienze Pediatriche Mediche e Chirurgiche UOC di Genetica ed Immunologia Pediatrica Direttore Prof. Carmelo Salpietro PUNTURA DI ZECCA Mallamace R, Grosso C, Chirico V, Meduri S, Messina A, Pitta R, Vicchio P, Gallizzi R INTRODUZIONE Le zecche sono artropodi appartenenti alla classe degli aracnidi, e fungono da vettori di un gran numero di agenti patogeni di natura virale, rickettsiale, batterica, protozoaria, nonché di neurotossine. In Italia sono presenti zecche appartenenti sia alla famiglia delle Ixodidae (zecche dure, così definite perché provviste di uno scudo dorsale chitinizzato) che a quella delle Argasidae (zecche molli). L’habitat naturale di tali parassiti è costituito da zone ricche di vegetazione erbacea e arbustiva, per cui le parassitosi si presentano più frequentemente in zone campestri, nelle stazioni primaverili ed estive. Non di rado si può assistere ad infestazioni in zone urbane, dovute ad alcuni generi di zecche dure che hanno come ospite preferito il cane. Le zecche necessitano di pasti ematici per completare il loro sviluppo e ciclo riproduttivo, ma possono resistere per lunghi periodi di tempo al digiuno assoluto. Il pasto, durante il quale la zecca rimane costantemente attaccata all’ospite, si compie nell’arco di ore per le zecche molli, di giorni o settimane per le dure. Per il pasto ematico le zecche scelgono ospiti differenti in base alle preferenze delle singole specie, nonostante molte specie presentino una bassa specificità e si adattino a nutrirsi su diversi ospiti, uomo compreso. La puntura di zecca, sia nell’adulto che nel bambino, non costituisce un’emergenza medica, ma va attenzionata per il rischio infettivo a cui il soggetto viene esposto. PATOLOGIE CORRELATE Il rischio di trasmissione di agenti patogeni è direttamente proporzionale alla durata della permanenza della zecca infissa sull’ospite. In Italia, le patologie infettive trasmesse tramite la zecca di rilevanza epidemiologica sono la febbre bottonosa del Mediterraneo, la Borreliosi di Lyme, la febbre ricorrente da zecche, la tularemia e la meningoencefalite da zecche. DIAGNOSI Nella maggior parte dei casi la diagnosi è agevole in quanto è possibile identificare il parassita adeso alla cute; ciò risulta ancor più agevole in soggetti di età pediatrica, per lo più privi di nei rilevati sulla cute. Nei casi in cui il parassita sia già stato rimosso, è possibile identificare sulla cute i segni del pregresso soggiorno della zecca. In sede diagnostica è importante raccogliere tutti i dati anamnestici quali: - da quanto tempo è approssimativamente presente nella cute. Nei bambini dai 0 ai 6 anni il dato è abbastanza preciso in quanto la zecca è facilmente individuabile durante il bagno o il cambio del pannolino e/o degli abiti - ultimi viaggi o soggiorni in aree naturali - contatti e presenza di animali domestici in casa CLINICA La parassitosi esordisce con il riscontro del parassita sulla cute. Sono preferite aree protette, poco raggiungibili e coperte dagli indumenti. La fissazione della zecca sull’ospite passa inosservata. In sede di infezione si apprezza dopo alcuni giorni un’area circolare, infiammata e leggermente edematosa intorno alla zecca; rimossa quest’ultima, permane un’area circolare, infiammata, lievemente edematosa con al centro una piccola area necrotica o emorragica che rappresenta il sito di penetrazione dell’apparato buccale. I sintomi sono vaghi, predominano prurito e fastidio. In alcuni casi possono provocare: - reazioni di ipersensibilità di tipo I - paralisi ascendente di tipo flaccido, il cui esordio avviene a distanza di 4-7 giorni dall’inizio della parassitosi. DIAGNOSI DIFFERENZIALE Punture di insetti ematofagi: mosche, simulidi, ecc. Parassitosi immaginarie: sono rare in età pediatrica, ma possono verificarsi nel caso in cui il bambino subisca gli effetti ossessivi di un genitore affetto da tale disturbo psichiatrico. COSA FARE La zecca va rimossa dalla cute il prima possibile. La rimozione va effettuata afferrando saldamente la zecca con una pinzetta aderente alla cute, ed effettuando una trazione costante, associata ad una delicata rotazione. È importante evitare movimenti bruschi in modo da non staccare il corpo dalla testa; qualora si verifichi tale eventualità, la testa va rimossa dalla cute con un ago sterile. Dopo l’estrazione è opportuno disinfettare la cute ed applicare antibiotici per uso topico. L’applicazione di sostanze quali acetone, alcol etilico o ammoniaca prima dell’estrazione è sconsigliata in quanto potrebbe indurre il vomito della zecca, favorendo l’immissione in circolo di agenti patogeni. Una volta rimosso, il parassita andrebbe portato all’attenzione di un entomologo che determini la specie in modo da identificare il rischio di infezione. Dopo la rimozione della zecca va eseguito un periodo di osservazione clinica di circa 30- 40 giorni, al fine di individuare la comparsa di possibili segni o sintomi di infezione. BIBLIOGRAFIA 1. M. Dutto, M. Cinco. Parassitosi da zecche in pediatria: trattamento e prevenzione; Medico e Bambino, 2011;30:88-93. 2. F. Oleari. Malattie trasmesse da zecche: cenni di epidemiologia – misure di prevenzione. Ministero della sanità, circolare n. 10, 2000.