Ecco come combattere le zecche

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Ecco come combattere le zecche
ViviSano
Spazio di informazione a cura dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Viterbo
Anno I, n°13
giugno 2008
Con l’arrivo della bella stagione ritorna il fastidioso parassita
Ecco come combattere le zecche
Niente allarmismi: una puntura non significa automaticamente infezione
VITERBO - Questo, purtroppo, è il periodo (da
maggio a settembre) delle punture e dei morsi
di diversi tipi di insetti
parassiti. Fra i più frequenti, quello che desta
più allarme da un punto
di vista igienico è il morso della zecca, un acaro
che può trasmettere delle
malattie all’uomo. La più
rischiosa è la zecca dei
boschi che vive nell’erba
e nei cespugli, prevalentemente in zone collinose.
Di colore scuro, piccola
(da 2 a 8 mm), resistente
nell’ambiente in cui vive,
è difficile a volte da vedere ad occhio nudo. È uno
dei parassiti temporanei
di numerosi animali selvatici e domestici e occasionalmente anche dell’uomo ed è presente in
molti ambienti del nostro
territorio. Resiste alle
condizioni ambientali sfavorevoli (digiuno, freddo)
e si distribuisce sul terreno a “pelle di leopardo”,
cioè con zone infestate
separate da zone indenni (è uno dei motivi per
cui è difficile provvedere
ad una disinfestazione).
Le zecche mordono e si
attaccano alla pelle per
succhiare il sangue di
cui si nutrono. Ciò può
avvenire in ogni stagione dell’anno, ma le zec-
E le zecche del cane e del gatto?
Non trasmettono loro la Malattia di
Lyme, ma possono trasmettere, anche
se raramente, altre patologie. La cosa
migliore è usare i prodotti repellenti sull’animale.
che sono più attive nei
periodi più caldi. Infatti,
con l’inizio della bella
stagione, le
zecche abbandonano
lo stato di
letargo invernale e
si avviano
alla ricerca
di un ospite
da “parassitare”. Le
zecche non
saltano e
non volano
sulle loro
vittime,
ma si appostano all’estremità
delle piante
aspettando
il passaggio di un
animale
o di un uomo. Grazie
all’anidride carbonica
emessa e al calore dell’organismo, questi acari
avvertono la presenza di
un eventuale ospite e vi
si insediano conficcando
il loro rostro (apparato
boccale) nella cute cominciando a succhiarne il sangue. Il morso è
quasi sempre indolore
perché è accompagnato
dall’emissione di una sostanza che contiene principi anestetici. Generalmente rimangono come
parassiti nell’organismo
dell’ospite per un periodo che varia tra i 2 e i
7 giorni e poi si lasciano
cadere spontaneamente.
Il morso della zecca non
è di per sé pericoloso per
l’uomo, i rischi sanitari
dipendono invece dalla
possibilità di contrarre
infezioni trasmesse da
questi animali in qualità
di vettori. Perché la zecca
possa provocare dei danni
è necessario che resti attaccata alla pelle almeno
36-48 ore. Al di sotto di
questo periodo di tempo
le probabilità di infezione
sono molto basse, anche
quando resta attaccata a
lungo, le infezioni sono
comunque ancora piuttosto rare. Le patologie
infettive veicolate da zecche che presentano rilevanza epidemiologica nel
nostro paese sono: rickettsiosi, borreliosi di Lyme,
febbre ricorrente da zecche, tularemia, ehrlichiosi, meningoencefalite da
zecche. Mai dimenticarsi, però, che puntura di
zecca non significa automaticamente infezione o
malattia.
Cosa fare e cosa non fare
Si
No
▲ Afferrare la zecca con una pinzetta a punte
angolate e rimuoverla tirando dolcemente
cercando di imprimere un leggero movimento di
rotazione in senso antiorario;
▲ Prestare la massima attenzione a non
schiacciare il corpo della zecca, per evitare
il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di
trasmissione di agenti patogeni;
▲ Disinfettare la cute prima e dopo la rimozione
della zecca con un disinfettante non colorato.
▲ Dopo l’estrazione sono indicate la disinfezione
della zona e l’applicazione di antibiotici per uso
topico;
▲ Evitare di toccare a mani nude
la zecca nel tentativo di rimuoverla;
▲ Spesso il rostro rimane all’interno della cute, in
questo caso deve essere estratto con un ago sterile;
▲ Distruggere la zecca, bruciandola.
▼ Non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol,
benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi,
né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette;
▼ Non cercare di rimuovere la zecca facendola
oscillare o tirandola bruscamente: si favorirebbe il
distacco della testa;
▼ Non schiacciate la zecca con le mani;
▼ E’ comunque un grave errore iniziare una
terapia antibiotica per prevenire un evento che
raramente si verifica. Una probabile infezione
si renderebbe più subdola e più difficile da
riconoscere.
◙ In caso di puntura da zecca è molto importante
osservare attentamente, tutti i giorni per almeno un
mese, la zona cutanea punta dalla zecca rimossa
per cogliere eventuali segni della Malattia di LYME
(comparsa di un’infiammazione a forma anulare
tendente all’espansione attorno alla puntura;
comparsa, più raramente, di un’improvvisa artrite
acuta in persone che non ne hanno mai sofferto in
passato; una cefalea non abituale).
Il disturbo colpisce oltre due milioni di uomini e tre milioni di donne
Ufficio Relazioni
Giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell’incontinenza
con il Pubblico
VITERBO - Il 28 giugno
è la Giornata nazionale
per la prevenzione e la
cura
dell’incontinenza,
promossa da Finco, Federazione italiana incontinenti, che raccoglie le
istanze di oltre 5 milioni di pazienti - di cui 3
milioni di donne - e dal
ministero della Salute.
L’incontinenza urinaria
è un disturbo che colpisce
molto più frequentemente di quanto si potrebbe
immaginare. Può essere
legata a varie cause sia
congenite che acquisite e, a prescindere dalla
quantità di urina persa,
costituisce un handicap
grave, un problema igienico e sociale per l’individuo che vede ridotta
sensibilmente la propria
qualità di vita. Oltre all’avanzamento dell’età
vi sono, comunque, altri fattori di rischio che
espongono alla comparsa dell’incontinenza urinaria: sintomi del basso
apparato urinario molto
frequenti nel maschio,
infezioni urinarie, deficit cognitivi, malattie
neurologiche varie (ictus, parkinson, diabete
ecc.) e interventi sulla
prostata in particolare per tumori. Ciascun
tipo di incontinenza può
essere corretto in modo
assoluto o relativo da
una terapia, che può essere medica, chirurgica
o fisiatrica. È per questo
che la Finco ha promosso dal 2006 la giornata
dell’incontinenza che si
svolge ogni anno il 28 di
giugno alla quale aderiscono tutti i principali ospedali italiani. Per
Viterbo è a disposizione
la Struttura Complessa
di Ostetricia e Gineco-
logia dell’Ospedale di
Tarquinia. Presso l’Ambulatorio Trattamento
incontinenza urinaria e
rieducazione del pavimento pelvico operano
il direttore Antonio Perugini, la responsabile
del servizio, Maria Teresa Rocino, e l’ostetri-
ca di riferimento, Maria
Cristina Pelo. Si può
contattare il servizio
telefonando al numero:
0766.846271/2 o inviando una e-mail all’indirizzo [email protected].
Per la “Giornata 2008”
le visite si svolgeranno
il 28 giugno, mattina.
tel. e fax 0761 236637
[email protected]
Centralino
0761 3391 / 3381
INFORMAZIONI
800 692911
PRENOTAZIONI
80 33 33