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commentary Commentary, 18 novembre 2016 EFFETTO TRUMP ANCHE IN FRANCIA? STEFANO ZIANTONI I l sogno infranto della Clinton potrebbe avverarsi per Marine Le Pen. Non ci sarà, per il momento, la prima donna presidente degli Stati Uniti d’America; potrebbe esserci in Francia. “Sono pronta per essere la prima donna eletta presidente della Repubblica francese – ha dichiarato tempo fa la Le Pen – ed è pronta anche la Francia”. L’elezione di Trump - È stata la prima a esultare e a congratularsi. Lo ha fatto ben prima dei risultati definitivi e dell’ufficialità. Alle 7,20 di mercoledì 9 novembre Marine Le Pen “cinguetta” sul suo profilo twitter: “Congratulazioni al nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e al popolo americano libero”. Poche ore dopo, alle 14,30, in una conferenza stampa, “ufficializza” il suo entusiasmo: “Quello che è successo questa notte non è la fine del mondo; è la fine di un mondo. L’elezione di Trump è una buona notizia per il nostro paese”. ©ISPI2016 Effetto Trump? - Le presidenziali in Francia si terranno tra aprile e maggio dell’anno prossimo, ma già dalla giornata di mercoledì 9 novembre, a qualche ora dall’elezione a “sorpresa” del 45esimo presidente americano, qualche network francese ha titolato “Effetto Trump anche in Francia?”. Improbabile. Qui è diverso. Perché per le prossime presidenziali Marine Le Pen è già accreditata come finalista per la corsa all’Eliseo. I sondaggi – tutti e da tempo – la danno in vantaggio: qualunque sia l’avversario messo in campo dal centro destra e dalla sinistra. Nessun testa a testa o indecisioni: al primo turno lei vince. I sondaggisti francesi spiegano che “la disavventura degli americani” qui è stata già vissuta nel 2002, quando JeanMarie Le Pen si impose al primo turno ai danni del premier socialista Lionel Jospin. “La differenza – spiega Jerome Fourquet, direttore di uno dei principali Istituti in Francia, l’Ifop – è soprattutto che negli Usa la maggior parte dei sondaggi viene fatta al telefono: qui online. Alla “cornetta” più frequente è l’effetto “voto di cui ci si vergogna”. “È quello che accadde ai francesi 14 anni fa” ricorda Emmanuel Riviere, direttore di Sofre, un altro Istituto francese di sondaggi; “All’epoca non fu presa in considerazione tutta l’adesione al Front National poiché alcuni elettori non ammettevano che lo avrebbero votato”. Una donna all’Eliseo? - Sarà il secondo turno delle presidenziali la vera partita. Dove però il fuoco incrociato dei repubblicani, ma più probabilmente (sondaggi alla mano) dei socialisti, potrebbe sbarrarle la strada. La storia si ripeterebbe. Presidenziali 2002: al rush finale per l’Eliseo arrivano Chirac e Jean-Marie Stefano Ziantoni, corrispondente Rai da Parigi 1 Le opinioni espresse sono strettamente personali e non necessariamente riflettono l‘opinione dell’ISPI. Anche le pubblicazioni online dell’ISPI sono pubblicate con il supporto della Fondazione Cariplo. commentary Le Pen; Regionali 2015: alcuni candidati del Front National vanno al ballottaggio nel secondo turno. In entrambi i casi i socialisti preferiscono votare Chirac e i repubblicani pur di non far vincere il Front National. Front National va progressivamente radicandosi in tutte le fasce della società, anche nell’amministrazione pubblica. Raccoglie molti giovani. Il 25% ha tra i 18 e i 24 anni; il 15% oltre i 65; tra coloro che nell’urna scelgono il FN 45% sono operai, 40% impiegati, 28% professionisti. Una grande responsabilità e opportunità. E Marine Le Pen lo sa. Ecco perché ha le idee chiare. Da maggio di quest’anno crea nel partito un “governo ombra” in preparazione alle elezioni presidenziali e come prova generale per formare una squadra forte, collaudata, in grado di operare da subito. Definisce, nero su bianco, i criteri per le candidature alle legislative che si terranno a giugno 2017. Un’accurata ricerca di volti nuovi. Tutti i candidati si dovranno mettere a nudo: dalla fedina penale alle proprietà fino agli investimenti. “Per avere una classe politica credibile, onesta, trasparente, irreprensibile” dice lei. ©ISPI2016 L’ascesa del Front National - Dal 1981 a oggi il numero degli iscritti si è impennato vertiginosamente. Dal 2014, poi, il partito di estrema destra ha inanellato un successo dopo l’altro. A marzo nelle Comunali e a maggio alle Europee (25%); nel 2015 alle Dipartimentali e alle Regionali di dicembre quando il Front National diventa il primo partito di Francia con il 27,73% (Les Republicains al 27,25% e i Socialisti al 23,43%). Marine Le Pen risulta il solo leader politico nazionale in crescita. È anche la consacrazione di quanto aveva dichiarato dopo le Dipartimentali, qualche mese prima: “Il bipolarismo è stato battuto”. È la nuova realtà francese: il Front National c’è, esiste politicamente e sia Les Republicains che i socialisti devono farci i conti. D’altronde già da tempo la Le Pen va ripetendo: “Non siamo più un partito di contestazione ma di adesione, pronto ad assumersi le responsabilità di governo, dai Comuni fino all’Eliseo”. La sua campagna elettorale - Comizi, comizi e comizi: in tutti gli angoli dell’“Esagono”. Come si faceva un tempo in politica. Meno Tv e meno dichiarazioni del solito: solo lo stretto necessario. Rinnova la grafica del materiale di propaganda e la comunicazione. Dai manifesti scompare il cognome Le Pen: rimane solo Marine. La candidatura l’ha lanciata in un paesino davanti a 60 abitanti: un piccolo centro della Francia dimenticata. È da lì che ha chiamato a raccolta alla “battaglia per il paese”. I sociologi francesi sostengono che il suo fascino vincente sia quello di sapersi identificare con l’uomo e la donna della strada e di non aver mai fatto parte della cerchia di potere. Il 16 novembre lancia lo slogan della sua campagna elettorale: “In nome del popolo”. “In un momento in cui la gente è disprezzata – ha spiegato – io voglio metterla al centro per affermare ciò che i britannici e americani hanno portato recentemente alla luce: in una democrazia non si deve fare nulla senza il popolo. Io sarò il presidente della sovranità nazionale”. Restayling del Front National - La bionda avvocatessa comincia con pazienza, coraggio e strategia a ripulire l’immagine del partito con l’obiettivo di fare del Front National una formazione più moderna e repubblicana, radicata nel territorio e pronta a governare davvero. Mette alla porta per primo il padre JeanMarie fondatore del partito, divenuto troppo scomodo con le sue uscite imbarazzanti e fuori dal tempo. Si libera, piano piano, dei lepenisti duri e puri, delle teste rasate e mette al bando proclami e atteggiamenti xenofobi. L’operazione le dà ragione: l’estromissione del padre, ad esempio, non le costa un solo voto. Conquista sempre maggior consenso nel mondo cattolico (negli ultimi 20 anni questo elettorato è passato dal 5% al 20%), tra poliziotti e militari (dal 24% nel 2014 al 56,2% nel maggio 2016). Miete voti anche nell’universo omosessuale: a gennaio 2016 una coppia gay sposata su tre l’avrebbe votata. Insomma il È dal 2012, quando si presentò per le precedenti presidenziali, che Marine Le Pen si prepara a salire gli scalini dell’Eliseo. Ed ecco perché qui in Francia non 2 commentary scussa, c’è un’altra donna Le Pen che sta crescendo: ha carattere, battagliera, idee chiare. È la più giovane parlamentare della storia della Francia. Ha proposte conservatrici molto rigide su matrimoni gay, immigrazione, protezionismo economico e l’uscita della Francia dall’euro. Il nonno, Jean-Marie, la volle sulle sue ginocchia – 2 anni appena lei – nella foto per un manifesto elettorale. Oggi ne ha 26 di anni e mangia “pane e politica”!! All’anagrafe è registrata come Marion-Marechal. si può parlare di effetto Trump: perché lei quel cammino che ha portato inaspettatamente il tycoon americano dalla Trump Tower alla Casa Bianca lo ha iniziato da tempo e alla luce del sole. Sia ben chiaro. Tutto può rimettersi in discussione con l’arrivo di un’“incognita” come Emmanuel Macron che ha ufficializzato la sua candidatura alla presidenziali dell’anno prossimo. ©ISPI2016 Le donne Le Pen - A proposito di outsider. Per una Marine, potenziale inquilino dell’Eliseo e leader indi- 3