ITA - Fondazione Marconi

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MAN RAY – ROBERT MAPPLETHORPE
Inaugurazione mostra: 23 marzo 2010 ore 19.00
Il 23 marzo la Fondazione Marconi di Milano presenta la mostra “Man Ray-Mapplethorpe”,
realizzata in concomitanza con la mostra “Robert Mapplethorpe. La perfezione della
forma” (21.03-13.06.2010) organizzata dal Museo d’Arte di Lugano diretto da Bruno Corà, ed in
collaborazione con la Mapplethorpe Foundation di New York.
La mostra permetterà di identificare analogie e differenze tra le opere e i “punti di vista” dei due
poliedrici artisti americani, tra loro distinti per generazione, ma accomunati dalla magistrale
capacità di rendere le forme e la bellezza dei soggetti scelti: dai fiori, agli oggetti, ai nudi maschili e
femminili. Nel 1920 a Parigi, Man Ray inizia a lavorare come fotografo per il mondo dell’arte e con
il tempo diviene un collaboratore di "Harper's Bazar", "Vogue", "Vu", "Vanity Fair" e altre riviste
famose. Man Ray, noto soprattutto per i ritratti, è allora riconosciuto come artista della fotografia
grazie ai suoi rayographs e alla solarizzazione. Il suo assistente, Lucien Treillard diceva di Man Ray
“Man Ray fotografo? No, si è servito della fotografia come di altri mezzi espressivi: matita
gouache, pittura a olio, ecc. Ha creato opere d'arte con l'ausilio del mezzo fotografico. Man Ray è
un artista e rivendica questa etichetta. Certo, ha realizzato opere commerciali per la moda o per
clienti occasionali. Ma spesso queste fotografie diventano grazie a lui opere d'arte."
Come Man Ray, anche Robert Mapplethorpe, nella sua breve carriera, dopo essersi inizialmente
dedicato alla pittura, rivolge la sua attenzione alla fotografia, attraverso la quale ricerca ed esalta la
bellezza e la sensualità della forma, in un equilibrio complementare tra bianco e nero, linee angolari
e non, classicità e contemporaneità. In un’intervista con Janet Kardon del 1988, Robert
Mapplethorpe afferma: “Credo che uno potrebbe sfogliare una quantità delle mie fotografie e dire:
‘Ecco, questa somiglia all’artista tale, e questa somiglia all’artista talaltro’. Ma mi piacerebbe
pensare che le influenze non siano poi troppo forti”. Molti artisti moderni e contemporanei, hanno
infatti in parte influenzato l’opera di Mapplethorpe, tra questi si inserisce sicuramente la figura di
Man Ray, profondamente stimato e considerato dall’artista il più importante fotografo mai esistito.
In quest’occasione, al primo e secondo piano della Fondazione, saranno esposti fotografie, dipinti e
oggetti di Man Ray realizzati tra i primi anni ’20 e i primi anni ’70, a confronto con una selezione di
25 lavori dal 1975 al 1986, di Robert Mapplethorpe. Tra queste si segnalano uno dei numerosi
ritratti dei primi anni Ottanta di Lisa Lyon, atletica musa e collaboratrice di Mapplethorpe,
contrapposti a “Woman in Bondage” del 1928-29 di Man Ray; le “Calle” iconiche di Mapplethorpe
del 1983 e quelle di Man Ray rappresentate attraverso la tecnica della solarizzazione nel 1931; il
nudo “Ken, Lydia, Tyler” del 1985 a confronto con la fotografia dell’assemblaggio di oggetti, in cui
Man Ray accosta arte classica a geometria “Target” del 1933; il ritratto di Jennifer Jakobson del
1981 a confronto con “La chevelure” di Man Ray del 1929.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (it./ingl.) con testo di Bruno Corà, edito da
Fondazione Marconi – De Lettera.
Man Ray (Emmanuel Radnitzsky) nasce a Philadelphia nel 1890 da genitori ebrei di origine russa che erano
emigrati negli Stati Uniti. Trasferitosi con la famiglia a New York, dopo gli studi secondari e i primi corsi di
disegno industriale, frequenta il Ferrer Center ed entra in contatto con Alfred Stieglitz e gli ambienti
dell’avanguardia newyorkese. Dopo le prime opere di ispirazione cubista avvia la sperimentazione di varie
tecniche – collage, sculture e assemblaggi, pittura ad aerografo – e inizia a dedicarsi alla fotografia. Insieme
a Marcel Duchamp è il principale animatore del dadaismo newyorkese e promotore di numerose iniziative,
dalla fondazione della “Società degli artisti indipendenti” (1916) e la “Société Anonyme, Inc.” (1920) alla
pubblicazione della rivista “New York Dada” (1921). Nascono in questa fase i primi “oggetti d’affezione”,
tra cui il celebre Enigme d’Isidore Ducasse. Nel 1921 si trasferisce a Parigi, dove ritrova Marcel Duchamp, e
nello stesso anno ha una personale alla Librairie Six. Realizza i primi Rayographs, che pubblica nel volume
Champs délicieux (1922) con prefazione di Tristan Tzara. Dopo la partecipazione al Salon Dada, che si tiene
nel 1922 alla Galerie Montaigne, lavora al film Retour à la raison e si lega al gruppo dei surrealisti, con i
quali espone alla Galerie Pierre nel 1925 e in tutte le mostre successive. A Parigi si afferma come uno dei
migliori interpreti della poetica surrealista, con dipinti, assemblaggi d’oggetti, film d’artista e
sperimentazioni fotografiche, continuando ad esporre sia in Europa che in America. Dopo lo scoppio della
guerra, nel 1940 si reca negli Stati Uniti, a Los Angeles dove rimane fino al 1951. Durante il soggiorno
americano conosce Juliet che sposerà, e si dedica soprattutto alla pittura realizzando la serie Equations
shakesperiennes e Alphabet for Adults. Tornato a Parigi, continua la sperimentazione fotografica, la
creazione di dipinti e oggetti d’affezione. Nel 1959 l’Istitute of Contemporary Art di Londra gli dedica una
grande antologica e due anni dopo gli è conferita la medaglia d’oro per la fotografia alla Biennale di Venezia.
Nel 1966 prima grande retrospettiva a Los Angeles al County Museum of Art. Nel 1970 si tiene una grande
retrospettiva itinerante in varie sedi d’Europa, che si inaugura al Museum Boymans van Beuningen di
Rotterdam e nel 1975 partecipa ancora alla Biennale di Venezia. L’artista muore a Parigi il 18 novembre
1976.
Robert Mapplethorpe nacque nel 1946 a Floral Park nel Queens. Si laureò in Belle Arti presso il Pratt
Institute a Brooklyn, dove si dedicò principalmente a disegno, pittura e scultura. Influenzato dal lavoro di
artisti come Joseph Cornell e Marcel Duchamp, sperimentò anche la tecnica del collage con l’utilizzo di
un’ampia gamma di materiali, tra cui le fotografie cestinate di altri. Dopo aver acquistato una Polaroid nel
1970, iniziò a scattare le proprie, dicendo che gli “sembrava più corretto”. In quegli anni si trasferì al
Chelsea Hotel con Patti Smith, che aveva conosciuto nel 1967.
La sua prima mostra personale, “Polaroid”, si tenne nel 1973 presso la Light Gallery di New York. Nel 1976
Mapplethorpe acquistò una macchina fotografica Hasselblad a medio formato e cominciò a fotografare la sua
cerchia di amici e conoscenti, tra cui artisti, musicisti, persone della mondanità, porno-star e membri di
gruppi S/M. Mapplethorpe portò avanti progetti commerciali, creando la copertina d’artista dell’album per
Patti Smith e la Televisione e facendo servizi fotografici per la rivista “Interview”. Alla fine degli anni ’70 la
sua carriera di fotografo continuò a fiorire. Nel 1977, partecipò alla sesta edizione di Documenta a Kassel e
nel 1978 la Galleria Robert Miller di New York divenne la sua unica rappresentante. Nel 1980, Mapplethorpe
incontrò Lisa Lyon, la prima donna campionessa di body building nel mondo. Per molti anni da allora, i due
collaborarono su una serie di studi di ritratti e figure, un film ed il libro Lady, Lisa Lyon. Per tutti gli anni
’80, Mapplethorpe creò lavori che sfidavano e, nello steso tempo, si attenevano ai canoni della bellezza
classica. Creò stampe in gelatina d’argento, in banco e nero, di composizioni stilizzate di nudi statuari
maschili e femminili, nature morte di delicati fiori e ritratti in studio di artisti e celebrità. Introdusse nuove
tecniche e formati nella sua opera: Polaroid a colori, photogravure, stampe d’argento su carta e lino, stampe
cibachrome e dye transfer print. Nel 1986, disegnò i set per la performance “Portrait in reflection” di
Lucinda Childs e creò una serie di photogravure per “Una stagione all’inferno” di Arthur Rimbaud. Lo stesso
anno gli fu diagnosticato l’AIDS. Nel 1988, un anno prima della sua morte, il Whitney Museum of American
Art realizzò la sua prima retrospettiva ospitata in uno dei maggiori musei americani. La sua vasta produzione
di opere lo aveva affermato come uno dei più importanti artisti del Ventesimo Secolo. Oggi il lavoro di
Mapplethorpe è nelle collezioni dei maggiori musei del mondo. Oltre alla rilevanza della sua fotografia nella
storia dell’arte, il suo lascito continua attraverso il lavoro della Robert Mapplethorpe Foundation. Nel 1988
Mapplethorpe creò la Fondazione al fine di promuovere la fotografia, promuovere i musei che espongono
arte fotografica e finanziare ricerche mediche per la lotta contro l’AIDS e le infezioni associate al virus
dell’HIV.
Fondazione Marconi - Arte Moderna e Contemporanea
Via Tadino 15, 20124 Milano
tel. 02.29419232 fax 02.29417278
[email protected] www.fondazionemarconi.org
Inaugurazione mostra: 23 marzo 2010 ore 19.00
Durata mostra: 24 marzo – 22 maggio 2010
Da martedì a sabato, 10.30-12.30, 15.30-19.00 Ingresso gratuito
Ufficio stampa: Cristina Pariset - T. +39-02-4812584 F. +39-02-4812486 cell: +39-348-5109589,
[email protected]
SCARICARE IMMAGINI: www.fondazionemarconi.org/ftp_upload/CSManRayMapplethorpe.zip