Rendiconto finanziario: metodo diretto e indiretto a confronto

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Rendiconto finanziario: metodo diretto e indiretto a confronto
Rendiconto finanziario: metodo diretto e indiretto a confronto
I principi contabili di tutto il mondo, OIC 10 incluso, lasciano la facoltà di redigere il rendiconto finanziario
utilizzando uno dei seguenti metodi:
-
metodo diretto
-
metodo indiretto.
I due metodi si differenziano per il modo di calcolare i flussi finanziari derivanti dall’attività operativa.
Non c’è invece nessuna differenza per il modo in cui i due metodi:
-
calcolano i flussi finanziari derivanti dalle attività di investimento e finanziamento
-
espongono la consistenza delle attività liquide a inizio e fine esercizio.
Da qui in poi mi concentro sui flussi finanziari derivanti dall’attività operativa.
In linea di massima, i flussi finanziari derivanti dall’attività operativa sono i cugini finanziari di una quantità
economica che chiamo EBIDA: utile prima degli interessi, degli ammortamenti e delle svalutazioni.
La principale differenza tra i due cugini è riassumibile nella seguente (quasi)uguaglianza:
+
-/+
EBIDA del conto economico
Aumento (diminuzione) del capitale circolante netto (crediti vs. clienti, scorte, debiti vs. fornitori…)
= circa Flussi finanziari derivanti dall’attività operativa
Conto economico, semplificazione delle voci principali
+
=
=
=
Vendite
Costi di gestione
MOL Margine operativo lordo
Imposte sul reddito ***
EBIDA Utile prima di Interessi Ammortamenti e Svalutazioni
Ammortamenti e Svalutazioni
Interessi
Reddito (perdita) netto
*** Colloco le imposte sul reddito così in alto perché OIC 10 impone di includere l’intero esborso per imposte nell’area
operativa del rendiconto finanziario.
METODO DIRETTO
Il metodo diretto di elaborazione del rendiconto finanziario calcola i flussi finanziari derivanti dall’attività
operativa in modo molto semplice: prende tutte le voci che costituiscono l’EBIDA economico, partendo dalle
vendite e scendendo giù lungo tutti i costi di natura operativa, e rettifica ciascuna voce in base alle variazioni di
stato patrimoniale corrispondenti (prime fra tutti, le variazioni del capitale circolante netto).
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I flussi finanziari derivanti dall’attività operativa (metodo diretto) si calcolano come segue:
+
+
+/+
=
Incassi da clienti
Altri incassi
(Pagamenti a fornitori per acquisti)
(Pagamenti a fornitori per servizi)
(Pagamenti al personale)
(Altri pagamenti)
(Imposte pagate sul reddito)
Interessi incassati / (pagati)
Dividendi incassati
Flusso finanziario dell’attività operativa
Lo schema OIC 10 prevede che nei flussi finanziari dell’attività operativa siano inclusi anche alcuni flussi che, nel
conto economico, stanno sotto lo EBIDA:
-
interessi e dividendi incassati
interessi pagati, che in alternativa possono però essere classificati nei flussi finanziari derivanti
dall’attività di finanziamento.
Facile da fare: si prendono queste voci dal conto economico, le si rettifica per le eventuali variazioni che ci sono
state nello stato patrimoniale, e le si inserisce nell’area operativa del rendiconto finanziario.
METODO INDIRETTO
Passo all’esame del metodo indiretto, che calcola il flusso finanziario dell’attività operativa con un procedimento
a gambero: parte infatti dal fondo del conto economico e da qui, con una serie di aggiustamenti, risale
faticosamente allo EBIDA.
Sorge spontanea una domanda: perché si dovrebbe usare un metodo così contorto e innaturale per calcolare i
flussi finanziari dell’attività operativa? i soldi li danno i clienti e i loro bonifici, mentre l’utile di esercizio non
dispone, notoriamente, dalla capacità di andare in banca a fare i pagamenti.
La risposta è legata alla consuetudine di stimare, a prima vista, i flussi dell’attività operativa ricorrendo
all’immediata equazione cash flow = utile + ammortamenti. Operazione che, pur avendo di primo acchito una
certa qual logica da bar sport, non può certo essere alla base della redazione di un rendiconto finanziario da
includere nel bilancio di esercizio.
Tanto più che, per seguire questa logica, si costringe il redattore del rendiconto finanziario ad assoggettarsi a
una serie di contorsioni che, oltre a essere molto dispendiose in termini di tempo, lo conducono a un risultato
finale di dubbia utilità. Che è poi ciò che molti gruppi quotati vanno cercando, per cui utilizzano il metodo
indiretto per offuscare il più possibile bilancio e relativi allegati.
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Lascio la parola allo schema OIC 10 per il calcolo dei flussi finanziari derivanti dall’attività operativa (metodo
indiretto) e riporto in Nota le istruzioni OIC per la compilazione dei campi.
+/- 1) Utile (perdita) dell'esercizio prima d'imposte sul reddito, interessi, dividendi e
plus/minusvalenze da cessione
+/- Utile (perdita) dell'esercizio
+
Imposte sul reddito
+
Interessi passivi/(attivi)
(Dividendi)
-/+ (Plusvalenze)/Minusvalenze derivanti dalla cessione di attività
+/- Totale rettifiche per elementi non monetari che non hanno avuto contropartita nel capitale
circolante netto
+
Accantonamenti ai fondi
+
Ammortamenti delle immobilizzazioni
+
Svalutazioni per perdite durevoli di valore
+
Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie di strumenti finanziari
derivati che non comportano movimentazione monetarie
+/- Altre rettifiche in aumento/(in diminuzione) per elementi non monetari
=
2) Flusso finanziario prima delle variazioni del capitale circolante netto
+/- Totale variazioni del capitale circolante netto
+/- Decremento/(Incremento) delle rimanenze
+/- Decremento/(Incremento) dei crediti verso clienti
+/- Incremento/(Decremento) dei debiti verso fornitori
+/- Decremento/(Incremento) dei ratei e risconti attivi
+/- Incremento/(Decremento) dei ratei e risconti passivi
+/- Altri decrementi/(Altri incrementi) del capitale circolante netto
=
3) Flusso finanziario dopo le variazioni del capitale circolante netto
+/- Totale altre rettifiche
+/- Interessi incassati/(pagati)
(Imposte sul reddito pagate)
+
Dividendi incassati
(Utilizzo dei fondi)
+/- Altri incassi/(pagamenti)
=
Flusso finanziario dell'attività operativa (A)
Nota 1)
Nota 1)
Nota 3)
Nota 2)
Nota 2)
Nota 2)
Nota 2)
Nota 2)
Nota 4)
Nota 4)
Nota 4)
Nota 4)
Nota 4)
Nota 4)
Nota 1) Mediante il metodo indiretto l’utile (o la perdita) dell’esercizio, oppure l’utile (o la perdita) prima delle
imposte, è rettificato. Le rettifiche hanno lo scopo di trasformare i componenti positivi e negativi di reddito in
incassi e pagamenti (cioè in variazioni disponibilità liquide).
Nota 2) Mediante il metodo indiretto l’utile (o la perdita) dell’esercizio, oppure l’utile (o la perdita) prima delle
imposte, è rettificato per tenere conto di elementi di natura non monetaria, ossia poste contabili che non hanno
richiesto esborso/incasso di disponibilità liquide nel corso dell’esercizio e che non hanno avuto contropartita nel
capitale circolante netto.
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Alcuni esempi sono:
-
ammortamenti di immobilizzazioni
-
accantonamenti ai fondi rischi e oneri
-
accantonamenti per trattamento di fine rapporto
-
svalutazioni per perdite durevoli di valore
-
utili non distribuiti relativi a partecipazioni in società collegate valutate con il metodo del patrimonio
netto.
Nota 3) Mediante il metodo indiretto l’utile (o la perdita) dell’esercizio, oppure l’utile (o la perdita) prima delle
imposte, è rettificato per tenere conto di operazioni i cui effetti sono ricompresi tra i flussi derivanti dall’attività
di investimento e finanziamento. Ad esempio:
-
le plusvalenze o minusvalenze derivanti dalla cessione di attività.
Nota 4) Mediante il metodo indiretto l’utile (o la perdita) dell’esercizio, oppure l’utile (o la perdita) prima delle
imposte, è rettificato per tenere conto di variazioni del capitale circolante netto connesse ai costi o ricavi
dell’attività operativa. Le variazioni del capitale circolante netto rappresentano gli scostamenti rispetto ai saldi
dell’esercizio precedente. Alcuni esempi sono:
-
variazioni di rimanenze: l’incremento (decremento) delle rimanenze è sottratto (sommato) all’utile
(perdita) dell’esercizio poiché nel calcolo dell’utile sono considerati i costi della produzione, che
comprendono oltre agli acquisti anche la variazione delle rimanenze, mentre per le variazioni di
disponibilità liquide hanno rilievo solo gli acquisti. A titolo esemplificativo, nel caso di aumento delle
rimanenze di merci, detto aumento è sottratto dall’utile (perdita) dell’esercizio, in quanto durante
l’esercizio gli acquisti effettuati sono stati superiori alle merci vendute per un ammontare pari alla
differenza tra magazzino finale (superiore) e magazzino iniziale (inferiore). Sottraendo dall’utile/perdita
dell’esercizio la variazione delle rimanenze ne viene neutralizzato l’effetto economico, affinché il
rendiconto rifletta esclusivamente l’effetto sulla situazione finanziaria delle disponibilità liquide
impiegate per gli acquisiti nel corso dell’esercizio
-
variazioni di crediti verso clienti: l’incremento dei crediti verso clienti è sottratto dall’utile (perdita)
dell’esercizio, in quanto tale aumento rappresenta il minore ammontare incassato dai clienti rispetto ai
ricavi di competenza dell’esercizio e accreditati al conto economico; al contrario una diminuzione dei
crediti è aggiunta all’utile (perdita) dell’esercizio in quanto rappresenta il maggior ammontare dei crediti
incassati rispetto ai ricavi di competenza dell’esercizio e accreditati al conto economico
-
variazioni di debiti verso fornitori: l’incremento (decremento) dei debiti verso fornitori è sommato
(sottratto) all’utile (perdita) dell’esercizio, in quanto rappresenta una parte di costi della produzione non
ancora pagata (o una parte di costi della produzione pagata in più rispetto ai costi di competenza)
-
variazioni di ratei e risconti attivi/passivi: l’aumento dei ratei passivi è aggiunto all’utile/perdita
dell’esercizio in quanto tale aumento rappresenta il maggior ammontare delle spese non ancora pagate
tramite liquidità rispetto alle spese addebitate a conto economico.
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Faccio notare che, rispetto al metodo diretto OIC 10, l’unica nota positiva è costituita dalla esplicita
evidenziazione del Totale variazioni del capitale circolante netto, che permette di avere con un colpo d’occhio
l’entità degli investimenti in capitale circolante netto fatti nell’esercizio.
Rispetto al metodo diretto Riva non c’è neppure questa nota positiva, perché anche il metodo diretto Riva
evidenzia in modo esplicito le variazioni del capitale circolante netto.
Per il resto, è tutto un procedere a gambero per ottenere risultati intermedi di cui non interessa nulla a nessuno,
anche perché l’ultima sottoarea, +/- Totale altre rettifiche, è separata dalla 2) Flusso finanziario prima delle
variazioni del capitale circolante netto, con effetti anche drammatici (l’accantonamento ai fondi va da una parte,
l’utilizzo degli stessi fondi dall’altra: si separano così intere famiglie, modello ex Germania Est e, purtroppo, Corea
ancora oggi).
Si potrebbe osservare che è opportuno evidenziare in una sottoarea a parte interessi e imposte pagate,
nell’ambito dell’area operativa: si tratta infatti di fenomeni che, in tutto o in parte, c’entrano con l’area operativa
come i cavoli a merenda. E’ stato però lo stesso OIC 10 a cacciarli lì in mezzo.
Per concludere, suggerisco quanto segue:
-
non usare mai il metodo indiretto per redigere il rendiconto finanziario: in più di 25 anni di esperienza
professionale (di cui più di 20 da commercialista) sono riuscito benissimo a farne a meno, migliorando
così la qualità del mio lavoro e delle mie analisi (nel senso di analisi delle società, non di analisi del sangue,
che vanno invece sempre peggio)
-
se vieni a contatto con rendiconti finanziari redatti con il metodo indiretto, inverti al volo la collocazione
delle sottoaree, per avere il rendiconto che ti presento nella prossima pagina.
Invertendo l’esposizione delle sottoaree, come ti suggerisco di fare, ottieni i seguenti risultati:
-
2) Flusso finanziario prima delle variazioni del capitale circolante netto è praticamente fratello (non
necessariamente gemello, per cui gli importi possono differire di un qualcosa) dello EBIDA di conto
economico: è importante evidenziare in modo esplicito, nel rendiconto finanziario, l’importo di una voce
legata alla redditività della gestione operativa
-
sommando al Flusso finanziario prima delle variazioni del capitale circolante netto le variazioni algebriche
del capitale circolante netto ottieni quanto cerchiamo: il Flusso finanziario dell’attività operativa (che,
per effetto dell’inversione operata, coincide con la voce 3) Flusso finanziario dopo le variazioni del
capitale circolante netto, che viene quindi cancellata dallo schema).
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+/- 1) Utile (perdita) dell'esercizio prima d'imposte sul reddito, interessi, dividendi e
plus/minusvalenze da cessione
+/- Utile (perdita) dell'esercizio
+
Imposte sul reddito
+
Interessi passivi/(attivi)
(Dividendi)
-/+ (Plusvalenze)/Minusvalenze derivanti dalla cessione di attività
+/- Totale rettifiche per elementi non monetari che non hanno avuto contropartita nel capitale
circolante netto
+
Accantonamenti ai fondi
+
Ammortamenti delle immobilizzazioni
+
Svalutazioni per perdite durevoli di valore
+
Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie di strumenti finanziari
derivati che non comportano movimentazione monetarie
+/- Altre rettifiche in aumento/(in diminuzione) per elementi non monetari
+/- Totale altre rettifiche – INVERSIONE DELLA COLLOCAZIONE
+/- Interessi incassati/(pagati)
(Imposte sul reddito pagate)
+
Dividendi incassati
(Utilizzo dei fondi)
+/- Altri incassi/(pagamenti)
=
2) Flusso finanziario prima delle variazioni del capitale circolante netto
+/- Totale variazioni del capitale circolante netto - INVERSIONE DELLA COLLOCAZIONE
+/- Decremento/(Incremento) delle rimanenze
+/- Decremento/(Incremento) dei crediti verso clienti
+/- Incremento/(Decremento) dei debiti verso fornitori
+/- Decremento/(Incremento) dei ratei e risconti attivi
+/- Incremento/(Decremento) dei ratei e risconti passivi
+/- Altri decrementi/(Altri incrementi) del capitale circolante netto
=
Flusso finanziario dell'attività operativa (A)
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