Settimana dell`Università “Amare Studiare” 9/15 Marzo 2009

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Settimana dell`Università “Amare Studiare” 9/15 Marzo 2009
Settimana dell’Università
“Amare Studiare”
9/15 Marzo 2009
Bibliografia di riferimento
1) MATTEO A., Onora la tua intelligenza. Lettera a un giovane studente, EDB, Bologna 2008
2) MATTEO A., Dire spiritualità dello studio, oggi – pubblicato in “Ricerca” n.10/Ottobre 2007
3) MONTINI G.B./PAOLO VI, Coscienza universitaria. Note per gli studenti, Studium, Brescia
1982
4) WEIL S., Attesa di Dio, Rusconi, Milano 1972
5) WEIL S., Piccola cara... Lettere alle allieve, Marietti, Milano 2004
6) AMATO D., Cerca la sapienza e seguine le orme. Elementi per una spiritualità dello studio,
AVE, Roma 1996
7) GUARDINI R., Lettere sull’autoformazione, Morcelliana, Brescia 1994
8) GUARDINI R., Tre scritti sull’università, Morcelliana, Brescia 1999
9) GUITTON J., Il lavoro intellettuale. Consigli a coloro che studiano e lavorano, Edizioni
Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1991
10) SCARAFILE G., La vita che si cerca. Lettera ad uno studente sulla felicità dello studio,
Effatà Editrice, Cantalupa (TO) 2005
11) AA. VV., Igino Righetti. Una “giovinezza pensante” (1904/1939), Studium, Roma 2006
12) RAVASI G., Breviario laico. 366 riflessioni giorno dopo giorno, Mondadori, Milano 2006
13) PAGAZZI G.C., C’è posto per tutti. Legami fraterni, paura, fede, Vita e pensiero, Milano
2008
14) RADCLIFFE T., La perenne sorgente della speranza. Lo studio e l’annuncio della buona
novella. Lettera all’Ordine dei Domenicani, reperibile nel sito Internet: www.domenicani.net
Filmografia
1) Into the wild (2007) – Fresco di laurea e con un promettente futuro di fronte a sé,
Christopher McCandless (Emile Hirsch) sceglie di abbandonare la sua vita agiata e di
partire alla ventura, verso l'ignoto. Le esperienze del suo viaggio trasformeranno questo
giovane girovago in un simbolo per moltissime persone. Ma chi è Christopher
MacCandless? Un eroico avventuriero o un idealista ingenuo, un Thoreau ribelle degli anni
'90 o uno dei tanti ragazzi perduti americani, un giovane coraggioso che non teme il rischio
o una figura tragica che ha sfidato il precario equilibrio tra uomo e natura? Questa ricerca
porterà Christopher dai campi di grano del South Dakota a un viaggio avventuroso e
'controcorrente' lungo il fiume Colorado, fino alla comune alternativa di Slab City, in
California, e oltre. Strada facendo, incontrerà una serie di personaggi pittoreschi che vivono
ai margini della società americana - uomini e donne che cambieranno la sua visione della
vita, e che saranno a loro volta cambiati dall'incontro con lui. Alla fine, si metterà alla prova
partendo da solo per le terre selvagge del grande nord, dove tutto quello che ha visto,
imparato e vissuto lo condurrà verso un epilogo inatteso. [sito ufficiale italiano:
http://www.bimfilm.com/intothewild/]
2) Viaggio in Inghilterra (1994) - Ambientato nel 1952 in un college di Oxford racconta la
storia d'amore di Clive Staples Lewis (1898-1963) – squisito poligrafo che deve la sua fama
soprattutto agli studi sul Medioevo e sul Rinascimento – con Joy Gresham, scrittrice e
poetessa americana. Amore che sfocia in un matrimonio celebrato due volte e si conclude
con la prematura morte di lei. Scritto nel 1985, in parte ispirato a Diario di un dolore (A Grief
Observed, 1961) di C.S. Lewis e diretto come TV movie per la BBC da William Nicholson,
trasposto per il teatro in un copione pluripremiato, tornato sullo schermo affidato alla solida
competenza di R. Attenborough, è un film per chi ama le ombre, le sfumature, i ritmi
narrativi lenti, la sordina delle emozioni e per chi ha la forza di coltivare la speranza anche
quando si trova nella più profonda disperazione. La concertazione degli attori è
ammirevole, bella la fotografia di Roger Pratt. [dal Dizionario dei film – Zanichelli Editore –
Laura, Luisa e Morando Morandini]
3) L’attimo fuggente (1989) – John Keating, giovane insegnante di letteratura inglese,
arriva nel 1959 alla Welton Academy, di cui era stato allievo, dove regnano Onore,
Disciplina, Tradizione e ne sconvolge l'ordine imbalsamato insegnando ai ragazzi,
attraverso la poesia, la forza creativa della libertà e dell'anticonformismo. Coraggioso nella
scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con
qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un
colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso. Di suo
l'australiano P. Weir ci mette l'abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei
ragazzi inesperti tra cui spicca R.S. Leonard sebbene solo E. Hawke abbia fatto carriera.
Eccellente R. Williams. Oscar per la sceneggiatura di Tom Schulman. Inatteso campione
d'incassi 1989-90. [dal Dizionario dei film – Zanichelli Editore – Laura, Luisa e Morando
Morandini]
4) Auguri professore (1997) - Dal libro “Solo se interrogati” di Domenico Starnone che l'ha
sceneggiato con il regista, S. Petraglia e S. Rulli. Come nel precedente film (1995) di D.
Luchetti, la disastrata scuola italiana è raccontata con umorismo agrodolce intinto in uno
sconsolato pessimismo su quello che non sa e non può dare e corretto da una
benevolenza preoccupata per il mondo dei ragazzi. La storia non manca di contraddizioni
né di inverosimiglianze narrative, portata avanti a colpi di flashback non sempre bene
organizzati, ma il suo messaggio di fondo è limpido: compito minimo di un bravo docente è
non danneggiare più di tanto gli allievi e insegnargli a fare le domande giuste. Decoroso
film di taglio "malincomico". [dal Dizionario dei film – Zanichelli Editore – Laura, Luisa e
Morando Morandini]
5) Caterina va in città (2003) - Caterina, tredicenne figlia di un professore di filosofia fallito
e di una casalinga repressa, lascia la provincia con la famiglia e si trasferisce a Roma. Qui,
si inserisce con disinvoltura nella vita cittadina, divisa fra l'amicizia con la figlia di un
sottosegretario fascistoide e quella con la figlia di due "alternativi" sinistroidi. Virzì, dopo i
tentennamenti e la mezza delusione di "My name is Tanino", torna con vigore al suo
territorio prediletto, quello della commedia a sfondo sociale e politico. In questo caso la
posizione è un po' sfumata, e meno definita che in precedenza: al centro della vicenda,
infatti, non è più la lotta di classe o le amarezze della classe operia, ma la vacuità di valori
di una gioventù che non sa più a cosa appigliarsi, dato che neppure i genitori offrono
certezze condivisibili. Amaro e cinico come solo i maestri della commedia all'italiana
sapevano in passato essere, Virzì si candida ad essere il cantore più credibile della crisi di
una società che si morde incessantemente la coda, oltre che un ottimo direttore di attori.