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e&p anno 38 (6) novembre-dicembre 2014
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Qual è il ruolo degli studi ecologici per valutare
l’impatto di un fattore ambientale sulla salute?
Un caso-studio in relazione al progetto
“SENTIERI”
The role of ecological studies to evaluate the impact
of an enviromental factor on health: a case study
on the results of the “SENTIERI” project
Francesco Donato, Elena Raffetti
Università degli studi di Brescia, Dipartimento di specialità medico-chirurgiche, scienze radiologiche e sanità pubblica, Unità di
igiene, epidemiologia e sanità pubblica
Corrispondenza: Francesco Donato; e-mail: [email protected]
Riassunto
Si propone un caso-studio del progetto SENTIERI sul sito di interesse nazionale (SIN) Brescia-Caffaro, quale esempio della difficoltà di interpretazione dei risultati degli attuali studi ecologici. La contaminazione principale dell’area è da policlorobifenili (PCB),
classificati come cancerogeni umani dall’International Agency for Research on Cancer (gruppo 1), con evidenza sufficiente per
il melanoma, e limitata per i linfomi non-Hodgkin (LNH) e per il cancro della mammella.
In tale SIN, lo studio SENTIERI ha rilevato, nel 3° rapporto (2014), un eccesso di incidenza rispetto al pool dei Registri tumori del
Centro-Nord, ma una mortalità comparabile con l’atteso, per melanoma cutaneo, tumore della mammella e LNH. Sono stati inoltre riscontrati eccessi di incidenza per diversi tumori non associati a priori all’esposizione. L’analisi condotta dall’ASL mostra, per
l’intero territorio, un’incidenza simile a quella di altre aree del Nord Italia, e per i singoli Comuni solo un cluster di melanoma,
centrato sulla città.
Una possibile spiegazione di queste discrepanze consiste nell’utilizzo di popolazioni diverse come riferimento (Regione e pool
del Centro-Nord) oltre a possibili bias da confondimento. Vengono qui discussi gli aspetti più critici degli studi ecologici, le loro
potenzialità attuali e i limiti interpretativi.
(Epidemiol Prev 2014; 38(6) Suppl 2: 14-18)
Parole chiave: studi ecologici, confronti geografici, andamenti temporali, epidemiologia ambientale
Abstract
A case-study regarding the results of the SENTIERI project on the Brescia-Caffaro NPCS (National Priority Contaminated Site) is
reported. This area has been polluted mainly by polychlorinated biphenyls (PCBs), which have been classified recently by the International Agency for Research on Cancer as human carcinogens (group 1), with sufficient evidence for melanoma and limited
for non-Hodgkin lymphoma (NHL) and breast cancer.
The 3rd report of the SENTIERI project (2014) has shown an excess of cancer incidence with respect to the expected, on the basis of the incidence rates from the pool of Centre-North Italy cancer registries, but a mortality similar to that expected according to the regional rates, for melanoma, NHL and breast cancer. Furthermore, a higher than expected incidence has been found
for various cancers which are not associated a priori with PCB exposure. The Brescia Local Health Authority has also carried out
an analysis of cancer incidence, which has shown an incidence in the area similar to other ones in North Italy and a cluster of
cases centered on Brescia town for melanoma only.
A possible explanation of these discrepancies is the use of different reference populations for the comparisons (Region and pool
of Centre-North Italy cancer registries), besides possible confounding bias. We discuss here the most critical aspects of modern
ecological studies, their potential information content and interpretation limits.
(Epidemiol Prev 2014; 38(6) Suppl 2: 14-18)
Key words: ecologic studies, geographic comparisons, time trends, environmental epidemiology
Epidemiol Prev 2014; 38(6) Suppl 2: 1-158
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ATTI DEL 47° CONGRESSO NAZIONALE SItI
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Revisioni
INTRODUZIONE
Gli studi ecologici in epidemiologia ambientale
L’epidemiologia ambientale è una branca dell’epidemiologia
che mira a valutare l’impatto di fattori ambientali sulla salute
umana, comprendendo sia agenti fisici, chimici e biologici, sia
fattori dell’ambiente sociale.1 In questo ambito trovano largo impiego gli studi ecologici che utilizzano, come unità di analisi, popolazioni o gruppi di individui anziché singoli individui.2 Gli
studi ecologici sono stati tra i primi a mostrare associazioni ormai classiche tra fattori di rischio e malattie, come fumo di tabacco e cancro polmonare,3 esposizione a raggi solari e melanoma in relazione al gruppo etnico e caratteristiche somatiche,4
inquinamento atmosferico ed effetti a breve termine5 e altre. In
diversi casi, tuttavia, le associazioni rilevate con studi ecologici
non sono state confermate da studi su dati individuali e, nel
complesso, gli studi ecologici vengono tradizionalmente ritenuti
deboli nell’identificare relazioni di causa-effetto. Negli ultimi
anni l’interesse per questo genere di studi è cresciuto grazie alla
crescente disponibilità di banche dati sanitarie.
Viene qui presentato un caso-studio relativo a un’indagine
ecologica quale esempio della difficoltà di interpretazione dei
risultati, e vengono fatte alcune considerazioni sull’effettivo potenziale informativo che attualmente possono avere gli studi
ecologici.
confronti degli ormoni tiroidei e sessuali, e sono classificati tra
gli «interferenti endocrini» (endocrine disruptors). Nel 2013 l’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha classificato i PCB come cancerogeni umani, sia quelli diossino-simili
sia quelli non diossino-simili, con evidenza ritenuta sufficiente
per il melanoma, e limitata per i linfomi non-Hodgkin e per il
cancro della mammella femminile a causa della mancanza di coerenza tra i risultati degli studi epidemiologici.8
A Brescia opera dal 1906 un’azienda chimica, la Caffaro, che ha
prodotto PCB dagli anni Trenta al 1984. Tali prodotti e i loro
contaminanti sono passati nelle acque di scarico dell’azienda, e
da qui in canali di irrigazione, e hanno contaminato i terreni di
una vasta area a Sud-Ovest della città. Nell’area contaminata vi
erano alcune aziende agricole, di modeste dimensioni, che producevano alimenti di origine animale (carni, uova, latte e derivati), destinati per lo più a uso locale. Negli anni Novanta
sono stati effettuati ripetuti campionamenti del terreno della
città, riscontrando valori di PCB totali fino a 5.000 volte superiori ai limiti fissati per un’area residenziale dal DM 471/1999
(0,001 mg/kg). Nel 2001 è stata presentata una denuncia di disastro ambientale alla Procura della Repubblica di Brescia e il
caso è stato segnalato dai mass media a livello nazionale.
Dal 2001 a oggi sono stati fatti molteplici studi sulla concentrazione di PCB e diossine su terreno, acque superficiali e
profonde, sedimenti dei canali di irrigazione e alimenti di origine animale e vegetale, in diverse aree della città. In parallelo,
sono stati effettuati studi epidemiologici, sulla popolazione generale e sui lavoratori della Caffaro, per valutare l’esposizione
a PCB e diossine e l’associazione tra il livello di esposizione a
tali composti e le alterazioni di parametri fisiologici e presenza
di patologie. I risultati di tali studi, riportati sul sito web dell’ASL Brescia9 mostravano, in sintesi, che:
■ la contaminazione più rilevante riguardava una parte limitata
della città;
■ la popolazione aveva livelli ematici di PCB assai variabili, da
valori simili a quelli di riferimento per una realtà urbana fino
a decine di volte superiori;
■ la concentrazione ematica di PCB e diossine aumentava in
modo lineare con l’età ed era significativamente maggiore in
coloro che dichiaravano di aver consumato alimenti, specie di
origine animale, prodotti nelle aree più contaminate.10-12
Quest’ultimo aspetto appariva di particolare rilievo, poiché le
differenze di concentrazione dei PCB ematici in residenti in aree
della città a diverso livello di contaminazione del suolo non
erano più significative considerando i soli soggetti che non
avevano mai consumato alimenti di provenienza locale (tabella
S1, vedi materiale aggiuntivo on-line).9 Non si sono evidenziate
associazioni tra concentrazione ematica di PCB e parametri fisiologici e patologie della tiroide o dismetaboliche a livello individuale.9,13,14
Uno studio di coorte storico sugli ex-lavoratori della Caffaro
ha rilevato un modesto eccesso di morti per patologie tumorali, soprattutto tra gli operai con maggiore durata dell’attività
lavorativa in fabbrica.9
Uno studio caso-controllo su incidenza e mortalità per linfomi
non-Hodgkin e storia residenziale ha mostrato un aumento del
METODI
Il SIN Brescia-Caffaro: popolazione, contaminazione
ambientale e indagini svolte dalle istituzioni locali
Il SIN Brescia-Caffaro comprende il Comune di Brescia e altri
due più piccoli, adiacenti alla città. La contaminazione principale dell’area è da policlorobifenili (PCB), composti industriali
prodotti a partire dall’inizio del secolo scorso e largamente impiegati quali liquidi dielettrici in trasformatori e condensatori e
in altri settori produttivi6,7 che, a temperature elevate, possono
formare policlorodibenzodiossine (PCDD) e policlorodibenzofurani (PCDF). Tutti questi composti resistono alla degradazione
chimica e biologica e tendono a persistere nell’ambiente, quali
inquinanti organici persistenti (persistent organic pollutants,
POPs), accumulandosi lungo la catena alimentare. La loro diffusione è universale e sono stati riscontrati nel sangue e tessuto
adiposo di animali ed esseri umani di tutto il mondo. La fonte
principale di contaminazione dei soggetti non professionalmente esposti è costituita dalla via alimentare, soprattutto dagli
alimenti di origine animale.
La tossicità dei PCB è nota da tempo, principalmente da studi
in vitro e in vivo, in cui si riscontra un’associazione tra somministrazione di PCB e insorgenza di tumori, malattie endocrine
e dismetaboliche, alterazioni dei processi riproduttivi e dello sviluppo, e altre in animali da esperimento.6,7 Per la presenza di un
numero variabile di atomi di cloro nella molecola e per la diversa
configurazione stechiometrica, si conoscono 209 congeneri dei
PCB, a diverso grado di tossicità. Alcuni di essi hanno una
struttura simile alla 2,3,7,8 tetraclorodibenzo-p-diossina
(TCDD, la «diossina di Seveso») e sono classificati come «diossino-simili». I PCB interferiscono con il sistema endocrino, potendo agire come agonisti o antagonisti ormonali, soprattutto nei
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rischio tra i soggetti che avevano avuto residenza principale nelle
aree più contaminate della città, basato però su piccoli numeri.15
Infine, l’ASL di Brescia ha effettuato un’analisi dei dati del proprio Registro tumori, calcolando tassi di incidenza per tumori, standardizzati per età, nell’intero territorio, comprendente buona parte della provincia di Brescia, confrontato con
altre aree del Nord Italia,16 e un’analisi dei tassi per Comune,
con georeferenziazione dei casi e analisi dei cluster spaziali per
il periodo 1999-2006, i cui risultati sono riportati sul sito web
dell’ASL Brescia e, sommariamente, qui di seguito.17
■
per l’intera ASL di Brescia, un’incidenza simile, in alcuni casi
inferiore, a quella rilevata in altre aree del Nord Italia, quali la
provincia di Mantova, Milano città, il Veneto e l’insieme dei
registri del Nord-Ovest e Nord-Est, per gli anni 1999-2006;
■ per i singoli Comuni dell’ASL, utilizzando la georeferenziazione dei casi e tecniche di analisi dei cluster, un cluster di
casi di melanoma, che comprende la città e si estende nella
parte a Est della provincia, verso il lago di Garda, e nessun
cluster per gli altri tumori nel periodo 1999-2006 (figura S1,
vedi materiale aggiuntivo on-line).17
Il progetto SENTIERI
Il progetto SENTIERI («Studio Epidemiologico Nazionale dei
Territori e degli insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento») è uno studio ecologico, finanziato dal Ministero della
salute, che mira a valutare l’impatto sanitario associato alla residenza in siti inquinati in Italia. Nella valutazione dei dati sanitari si è tenuto conto di una evidenza a priori di associazione,
ricercando quindi una coerenza tra le specifiche esposizioni
ambientali ed eventuali eccessi di patologie a esse correlate.
Il 2° Rapporto ha utilizzato i dati di mortalità nel periodo
1995-2002, con ipotesi a priori non specifiche per il SIN Brescia-Caffaro,18 mentre il 3° Rapporto ha analizzato i dati di
mortalità, incidenza oncologica e ricoveri ospedalieri nel periodo 1996-2010, con specifico riferimento alle esposizioni in
causa per il SIN Brescia-Caffaro,19 per cui in questa sede verrà
considerato solo quest’ultimo.
Nello studio SENTIERI è stato calcolato il rapporto tra numero di casi osservati e attesi per i diversi eventi in studio, corretto per indice di deprivazione (SMR, rapporto standardizzato
di mortalità; SIR, rapporto standardizzato di incidenza; SHR,
rapporto standardizzato di ospedalizzazione), con intervallo di
confidenza al 90% (IC90%). Quale popolazione di riferimento (standard) è stata usata:
■ la popolazione regionale, su base Istat (2003-2010, 2004),
per la mortalità e i ricoveri ospedalieri;
■ il pool dei Registri tumori del Centro-Nord (1999-2001) per
l’incidenza tumorale.
DISCUSSIONE
Gli autori dello studio SENTIERI affermano che l’evidenza
complessiva dei risultati relativi al SIN Brescia-Caffaro «corrobora l’ipotesi di un contributo dell’esposizione a PCB all’eziologia di queste patologie (melanoma cutaneo, tumore della
mammella femminile e linfomi non-Hodgkin) nella popolazione di Brescia». Vi sono tuttavia alcune discrepanze nei risultati del progetto SENTIERI e tra questi e l’analisi dell’ASL.
In primo luogo, nei risultati del progetto SENTIERI, i dati di
mortalità non sono in accordo con quelli di incidenza, non rilevando alcun eccesso a Brescia rispetto alla popolazione di riferimento, in linea con il precedente rapporto del 2011,18 e con
una precedente analisi della Regione Lombardia nel 1989-94.20
Una possibile spiegazione è che per i confronti sono state usate
popolazioni di riferimento differenti: quella regionale per la
mortalità e il pool dei Registri tumori (RT) del Centro-Nord Italia per l’incidenza. Il pool dei Registri tumori selezionato comprende vaste aree del Centro Italia e presenta, nel suo complesso,
un’incidenza inferiore rispetto al Nord, per tutti i tumori insieme
e per le tre sedi in esame.21 Ciò ha comportato, inevitabilmente, una sottostima del valore atteso, e quindi un aumento del
rapporto tra numero di casi osservati e attesi nel SIR.
In secondo luogo, le analisi dell’ASL sui dati di incidenza non
sembrano confermare, se non in parte, gli eccessi rilevati, mostrando che i tassi di incidenza dell’ASL Brescia sono allineati
con quelli di altre aree della Lombardia e del Nord Italia; l’analisi per cluster comunali mostra, per il solo melanoma, e non per
gli altri tumori, un cluster incentrato sul capoluogo.
In terzo luogo, gli eccessi riscontrati per diversi tipi e sedi di tumori che non sono associati a priori all’esposizione a PCB, quali
esofago, fegato, pancreas, laringe, prostata, rene e vie urinarie, tiroide, linfoma di Hodgkin e leucemie, rendono più deboli le
conclusioni dello studio, trattandosi di «controlli negativi» che
sono invece risultati positivi. Si ritiene infatti che nell’analisi degli studi ecologici vadano incluse, a priori, patologie che possano
costituire controlli positivi, cioè associate all’esposizione, e controlli negativi, cioè patologie non associate all’esposizione: i risultati sono più convincenti se i controlli negativi e positivi
sono confermati nello studio ecologico e, viceversa, vanno interpretati con cautela se i controlli negativi e positivi non vengono confermati.22
Venendo ora a considerazioni più generali, va rimarcato il fatto
che gli studi ecologici sono generalmente più suscettibili a rischi
di bias rispetto agli studi su base individuale. Come hanno dimostrato Greenland e Morgenstern,2,23 vi sono varie fonti di
RISULTATI
I risultati del progetto SENTIERI e delle analisi
dell’ASL Brescia sul SIN Brescia-Caffaro
Il 3° Rapporto del progetto SENTIERI19 mostra un eccesso di
incidenza e ricoveri ospedalieri, ma una mortalità compatibile
con l’atteso, per melanoma cutaneo, tumore della mammella
femminile e linfomi non-Hodgkin, con stime puntuali dei SIR
per l’incidenza da 110 a 127 (IC90% da un minimo di 99 a
un massimo di 150, tabella S2, vedi materiale aggiuntivo online). Si osservano inoltre eccessi di incidenza per diversi altri
tumori, in uno o entrambi i sessi, quali: esofago, fegato, pancreas, laringe, prostata, rene e vie urinarie, tiroide, linfoma di
Hodgkin e leucemie.
L’analisi condotta dall’ASL di Brescia sull’incidenza dei tumori
nell’intero territorio dell’ASL e nei singoli Comuni per i tre tumori associati all’esposizione a PCB secondo la classificazione
IARC mostra (tabella S3, vedi materiale aggiuntivo on-line):
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possibili bias in tali studi, per confondimento e per modificazione di effetto, entro e tra gruppi.
Negli studi ecologici, in particolare, va tenuto conto dei confondenti a livello di gruppo o di comunità (ecologic confounders,
confondenti ecologici). I confondenti ecologici sono fattori di
rischio, cioè associati alla variabile di esito, che hanno una diversa distribuzione nelle popolazioni confrontate, diverse tra
loro per la variabile di esposizione (associazione tra confondente
ed esposizione). Di fatto, in uno studio ecologico, l’aggiustamento per un fattore che è confondente a livello individuale ma
non è associato alla variabile di esposizione a livello di popolazione, non è utile, perché non corregge per il possibile bias
ecologico; la correzione per tale bias si può ottenere solo tenendo conto, a livello di popolazione, della distribuzione del
confondente ecologico.
Un esempio di questo tipo di errore è riportato da Kreienbock24 sulla relazione tra livelli di radon e incidenza di cancro
polmonare nelle donne di alcune città della Germania negli
anni Novanta: si osserva una relazione lineare inversa tra livelli
di radon e incidenza di cancro polmonare, con città come Berlino a livelli più bassi di radon e più alti di incidenza e viceversa
per cittadine come Tubingen, a livelli alti di radon e bassa incidenza. Tale relazione è interamente spiegata dalla distribuzione, opposta rispetto ai livelli di radon, della proporzione di
fumatrici nelle stesse città, che è maggiore in città come Berlino (basso livello di radon) e minore in cittadine come Tubingen (alto livello di radon). Il bias da confondimento è di
tipo ecologico, perché esiste un’associazione inversa, a livello di
popolazione, tra confondente (fumo di tabacco) e variabile di
esposizione (radon).
Nel caso di SENTIERI, l’aggiustamento dei tassi di incidenza
e mortalità è stato effettuato, oltre che per età, anche per indice di deprivazione quale possibile confondente poiché, come
è noto, i fattori socioeconomici sono importanti determinanti
Parametro
Scelta più comune
popolazione esposta
residenti in una determinata area, generalmente
definita da confini amministrativi
di salute. Tuttavia, poiché l’indice di deprivazione è stato analizzato a livello comunale, e non a livello delle popolazioni confrontate (pool dei Registri tumori), la correzione per tale fattore potrebbe non correggere per un eventuale bias ecologico,
se tale fattore variasse tra le popolazioni esaminate (confondente ecologico).
In generale, comunque, gli studi ecologici sono validi quando
esiste una bassa variabilità entro la comunità oggetto di studio
(unità di osservazione), ma alta variabilità tra le comunità
confrontate, in assenza di importanti fattori di confondimento
o interazione.25 A questo proposito vanno ricordati alcuni
esempi di studi ecologici a elevato contenuto informativo, in
situazioni in cui invece gli studi su base individuale sono poco
informativi, quali:
■ studi su comunità in cui tutti, o quasi tutti, i soggetti presentano un livello simile di esposizione al fattore di rischio;
per esempio, il confronto tra crescita esponenziale del numero dei telefoni cellulari per persona dagli anni Novanta a
oggi e andamento stazionario dell’incidenza dei tumori cerebrali in Inghilterra, nel medesimo periodo, non depone per
un effetto cancerogeno dell’esposizione, almeno in un intervallo di tempo di circa 10 anni;26
■ studi su interventi di comunità, come il progetto della prevenzione delle malattie cardiovascolari della North Karelia
(Finlandia), iniziato negli anni Settanta, che ha portato a un
abbattimento dei tassi di mortalità per tali patologie da valori
inizialmente superiori alla media nazionale a valori pressoché
uguali, ridotti di 7 volte rispetto ai livelli iniziali, nel 2012, a
35 anni di distanza dall’inizio del programma.27 Di recente,
il calo dei ricoveri ospedalieri per infarto miocardico in Piemonte, tra prima e dopo l’applicazione della legge 3/2003 art.
51 sulla messa a bando del fumo nei locali pubblici, è stato
interpretato come indicativo dell’efficacia a breve termine di
un provvedimento legislativo di prevenzione.28
Aspetti critici
■
■
popolazione di riferimento popolazione regionale o nazionale
■
patologia in studio
tutte le patologie
■
misura di frequenza
mortalità, ricoveri ospedalieri, incidenza
(da registri di patologia)
fattori di confondimento
aggiustamento per età e fattori socioeconomici
(dati dei censimenti)
un sito contaminato spesso non coincide con i confini amministrativi
l’esposizione non è sempre associata alla collocazione spaziale dell’abitazione,
ma dipende dal tipo di inquinante e dalle sue vie di diffusione nell’ambiente
e di contaminazione dei soggetti
vi sono differenze rilevanti nella frequenza di alcune malattie anche all’interno
della stessa regione, indipendentemente dal fattore in esame; la scelta
della popolazione di riferimento pertanto può influenzare il risultato del confronto
■ per alcune patologie vi è un gradiente urbano, con differenze rilevanti
di frequenza tra città, specie se di grandi dimensioni, e area extra-urbana
■
■
se l’esposizione è ben definita in termini tossicologici, vanno focalizzate solo
le patologie associate a priori all’esposizione, mentre quelle sicuramente
non associate fungono da controllo negativo
per alcune patologie, la mortalità può essere influenzata dalla qualità della cura
e dall’uso di test di diagnosi precoce, i ricoveri dalla maggiore o minore tendenza
a ospedalizzare e l’incidenza dall’uso di test e dai percorsi diagnostico-terapeutici
per diverse malattie, i fattori non ambientali giocano un ruolo preminente rispetto
ai fattori ambientali e possono quindi essere fattori di confondimento
Tabella 1. Aspetti di maggiore criticità degli studi ecologici per la valutazione di fattori ambientali.
Table 1. The most critical aspects of ecological studies in the evaluation of environmental factors.
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Si noti come, in genere, gli studi ecologici a minor rischio di bias
sono quelli che operano sulla stessa popolazione, con confronti
prima-dopo, o con studi di andamento temporale, grazie all’assenza di sostanziale variabilità dei fattori associati all’esito in
esame, purché:
■ non vi siano stati importanti cambiamenti di tali fattori nel
periodo, o:
■ se invece tali cambiamenti vi sono stati, se ne tenga conto
mediante standardizzazione.
Sono state proposte diverse soluzioni per superare i limiti qui
ricordati, e in particolare il rischio di bias ecologici, basate sostanzialmente sull’acquisizione di dati a livello individuale, su
variabili di esposizione, effetto, confondimento e modificazione
di effetto, in un campione rappresentativo delle popolazioni in
studio, e su diversi altri metodi, come la modellizzazione, che
non è possibile trattare qui.29,30
In conclusione, gli studi ecologici di epidemiologia ambientale,
pur di interesse per una valutazione del possibile impatto di un
fattore di rischio su di una popolazione, hanno diversi aspetti
critici che devono essere considerati in fase di disegno e analisi dello studio (tabella 1).
Va tenuto presente che lo studio SENTIERI, qui considerato per
il SIN Crescia-Caffaro, presenta diversi aspetti di interesse, ed è
condotto al meglio delle attuali possibilità, al punto che è stato
considerato dal WHO/OMS come un esempio per lo studio del
profilo di salute di popolazioni residenti in siti contaminati.31
Conflitti di interesse: nessuno
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ATTI DEL 47° CONGRESSO NAZIONALE SItI