LA FATTORIA DEGLI ANIMALI Ne “La fattoria degli

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LA FATTORIA DEGLI ANIMALI Ne “La fattoria degli
LA FATTORIA DEGLI ANIMALI
Ne “La fattoria degli animali”, pubblicata nel 1945, George Orwell offre una
versione parodistica della rivoluzione bolscevica. Alla luce degli avvenimenti
successivi al ’19, l’autore ci permette di analizzare i protagonisti della
rivoluzione attraverso loro “alter ego” del mondo animale.
In una fattoria, un anziano maiale, il Vecchio Maggiore, riunisce tutti gli animali
per raccontare loro un suo sogno: un mondo dove tutti possono vivere senza
subire i soprusi dei loro padroni. Poco dopo il vecchio muore, compianto
dall’intera fattoria. Quindi, gli animali, capitanati dai maiali Napoleone e
Palladineve, decidono di realizzare il suo sogno. Si ribellano al loro padrone
John e riescono a cacciarlo dalla fattoria. Dopo questa importante vittoria,
fissano regole da rispettare per vivere senza gerarchie di alcun tipo. Inoltre,
promettono di non copiare le abitudini di John. Poco alla volta, però, i maiali,
aiutati dal corvo Mosè, acquistano potere ed iniziano ad imitare il vecchio
padrone. Palladineve tenta di ribellarsi, in nome dei princìpi che avevano
ispirato la rivolta, ma viene “fatto fuori” da Napoleone. Alla fine, i maiali,
completato il processo di antropomorfizzazione, si alleano con gli uomini. Le
regole fissate dopo la rivolta vengono sconvolte del tutto, fino all’affermazione
che “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri”.
E’ facile ritrovare in Napoleone la figura di Stalin. Old Major rappresenta Lenin
oppure Marx. Palladineve è l’alter ego di Trockiy, mentre Mosè indica la
funzione propagandistica della stampa russa, favorevole a Stalin.
In questa prospettiva, quella che potrebbe sembrare una favoletta diventa una
pungente satira politica, dove Orwell, da perfetto giornalista, riesce a
fotografare la realtà con un’amara ironia.
(D. C.)