SCHEDA PAESE ROMANIA

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SCHEDA PAESE ROMANIA
SCHEDA PAESE ROMANIA
La Romania è un paese da molti anni fortemente esposto alla tratta, sia come paese di origine che di
transito e – per certi versi – anche destinazione, soprattutto di donne e minori.
L’estrema vulnerabilità della popolazione Romena all’emergere del fenomeno è in parte collegata alla
dura crisi economica che negli ultimi anni’80 ha attraversato il paese a seguito della caduta del regime
comunista. La faticosa transizione politica e l’apertura ad un’economia di mercato generarono alti tassi
di disoccupazione ed inflazione, e con essi una crescente insicurezza sociale. La posizione della
donna nella società romena è peggiorata in quegli anni a causa della crescente dipendenza economica
legata alla mancanza di impiego ed inoltre essendosi accresciuti i livelli di violenza. In questo contesto
si inserisce la femminilizzazione della migrazione in Romania. La maggior parte delle donne vittime di
tratta proviene dalla regione nord-orientale della Moldavia Romena dove si trova il capoluogo Jassi ed i
centri abitati di Botosani e Suceava. Un rapporto1 pubblicato dall’UNICEF nel 2002, già registrava la
partenza da questa regione di donne e minori successivamente sfruttate in altre aree del paese o
all’estero; la tratta poteva coinvolgere anche le donne anziane ed i minori sfruttati in attività di
accattonaggio, sebbene fosse prevalente il reclutamento di donne e ragazze sfruttate nel mercato del
sesso. La Romania in quegli anni si caratterizzava per anche per essere paese di transito per la tratta di
donne provenienti dalla Repubblica Moldava, e Timisoara (città situata sul versante ovest del paese,
non lontano dal confine con l’Ungheria ma anche con la Serbia) si caratterizzava quale snodo
importante del traffico in partenza o in transito dal paese.
Come nel caso della Nigeria, i pull factors della tratta non hanno esclusivamente un carattere
economico, ma anche culturale, sociale, politico e religioso/tradizionale. La zona di provenienza delle
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Trafficking in human beings in South eastern Europe, UNICEF 2002
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ragazze è quasi sempre l’area rurale, anche se provengono dalla Bucovina. Infatti tutte
due le regioni hanno un economia rurale, poco sviluppata e sono considerate le zone
più povere della Romania. L’economia si basa soprattutto sul lavoro artigianale, agricolo, forestale e
sull’allevamento di animali.
Le tradizioni in queste due regioni sono tramandate da una generazione all’altra e sono anche molto
radicate nella popolazione. La religione predominante è ortodossa ed ha un ruolo fondamentale nei
rapporti umani, culturali e sociali. La famiglia ha una forte base patriarcale che si riflette nel ruolo
svolto dalla donna che deve prendersi cura della casa, del marito e dei bambini. Inoltre, la donna ha
anche il dovere di “portare i soldi” a casa.
Nelle zone rurali è molto diffuso il consumo di alcool che conseguentemente aumenta situazioni di
conflitto nelle famiglie. Questa situazione crea frequentemente difficoltà economiche nelle famiglie,
portando ad una scelta di strade alternative per poter avere maggiori introiti. In queste due regioni,
l’immigrazione è molto forte ed in ogni famiglia c’è almeno una persona che cerca lavoro all’estero. Qui,
come anche in Nigeria, le famiglie hanno un’immagine dell’estero che non corrisponde alla realtà,
un luogo dove c’è molto lavoro e ci si può arricchire con facilità.
Accanto al consumo di alcool c’è anche la costante violenza subita dalla donne. Infatti, secondo il
rapporto Domestic Violence against women2 l’alcool è une delle principali cause di violenza domestica.
La violenza domestica è infatti una delle forme più diffuse di violenza in Romania, manifestandosi a
livello psicologico, fisico, sessuale, economico e sociale.3 Secondo i dati riportati da NAFP4 nel periodo
tra il 2004 ed il 2008, in Romania sono stati registrati 47.334 casi di violenza domestica e 677 morti
per atti violenti causate dentro la famiglia.
Purtroppo, i dati presentati non sono rappresentativi della situazione reale nel paese, visto che per
molte donne la violenza coniugale è accettata come un fatto normale. Recentemente, il ministero della
Famiglia ha lanciato un dibattito pubblico su una proposta di Strategia nazionale per il periodo 20132018, proprio con lo scopo di prevenire e combattere il fenomeno della violenza in famiglia.
Anche se le donne provengono da un ambiente patriarcale dove la donna è sottomessa all’uomo, le
ragazze hanno un’istruzione scolastica molto più alta delle nigeriane, arrivando in Italia con un titolo di
studi equivalente al liceo o alla scuola professionale. Secondo il rapporto “La situazione d’uguaglianza
di genere presente in Romania – Il Profilo del Paese”5, dal 2002 al 2011 l’educazione secondaria è
aumentata dal 61% al 67.8%. Lo stesso rapporto afferma che comunque l’accesso all’educazione
secondaria da parte delle donne è inferiore alla percentuale maschile (67.8% vs. 73.4%).
Purtroppo, la differenza di genere si verifica non solo nell’educazione, ma anche nel mercato di lavoro,
dove le donne Romene hanno un tasso d’impiego del 52.0%, al contrario della media Europea che è del
58.5%.6 Al contrario della tendenza Europea, la differenza dei salari su base di genere ha però subito
un incremento positivo, 12.5% meno degli uomini nel 2010 (EU-27: 16.4%).7
Negli ultimi anni la Romania ha incrementato il contrasto alla tratta di persone, attraverso l’incremento
della protezione delle vittime, di campagne di sensibilizzazione contro la tratta e della cooperazione
internazionale. In questo momento la Romania è al suo secondo piano Nazionale contro la tratta
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2010, European Commission, Eurobarometer, Domestic Violence against women, pag. 67
2009, Domestic Violence Report in Romania, Delega del Ministero di giustizia e Libertà dei cittadini della Romania
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Agenzia per la Protezione della Famiglia
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2012, The current situation of gender equality in Romania – Country Profile, European Commission, DirectorateGeneral Justice, Unit D2 “Gender Equality, pag 7
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2012, The current situation of gender equality in Romania – Country Profile, European Commission, DirectorateGeneral Justice, Unit D2 “Gender Equality
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Eurostat Structure of Earnings Survey (2009, 2010)
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(2012-2016), il primo ha coperto il periodo tra il 2006 ed il 2010. Al contrario della
Nigeria, la Romania ha una cooperazione più valida con l’Italia, cosa che si è potuta
verificare con l’operazione ITA.RO nel 2006, dove sono state arrestate numerose persone per crimine
organizzato, immigrazione illegale e tratta e nel Progetto “Oltre confine” con la partecipazione di molti
ministeri italiani e rumeni e 10 regioni italiane (2008/2012).
La Romania come la Nigeria ha un’agenzia per la lotta alla tratta, la National Agency Against
Trafficking in Persons, che ha lo scopo di prevenire, monitorare e valutare il fenomeno della tratta nel
Paese. Applica inoltre misure di protezione ed assistenza alle vittime, insieme ad altre politiche di
contrasto della tratta nel paese e gestisce i 15 centri di accoglienza per le vittime, in cui raccoglie i dati
necessari per potere successivamente monitorare il fenomeno, attraverso il sistema di monitoraggio
SIMEV.8
L’Agenzia Anti Tratta Nazionale della Romania con sede nel distretto di Timisoara ha raccolto le
statistiche ufficiali relative al profilo delle vittime della tratta nel paese.
Sebbene tali statistiche non siano in grado di render conto della reale dimensione della tratta che ha
origine, transito o destinazione in Romania, i dati raccolti ci aiutano ad identificare almeno alcuni fattori
che contribuiscono a determinare il fenomeno.
Nel 2014 sono state identificate 757 vittime, 139 vittime in meno rispetto all'anno precedente (2013) e
397 in meno rispetto al 2010.
Le vittime provengono soprattutto dalle zone rurali; nel 2014 - sul totale di vittime identificate pari a
757, 440 provengono da zone rurali come villaggi o piccoli centri abitati, 302 sono le vittime che
provengono da aree urbanizzate e soltanto cinque provengono dalla capitale Bucarest. Le statistiche
rendono possibile evidenziare alcuni fattori all’origine della tratta come i bassi livelli d’istruzione
soltanto il 32% delle vittime aveva concluso gli studi nelle scuole superiori al momento del reclutamento
e dell’inserimento nei percorsi di tratta.
Soltanto l’1% delle vittime aveva un livello d’istruzione superiore. Oltre la mancanza d’istruzione
emergono come fattori rilevanti: la mancanza di opportunità lavorative nelle zone rurali, la mancanza
di valori sociali, l’esistenza di famiglie frammentate e divise, il desiderio di fuggire da ambienti
caratterizzati da violenza o da dinamiche di diverso tipo che di per sé rendono più facile il
coinvolgimento in percorsi di tratta. Le potenziali vittime, in tali circostanze, accettano promesse di
lavoro all’estero, offerte di viaggio da parte di amici comuni o da parte di persone sconosciute.
Si conferma un trend registrato già negli anni precedenti dall’agenzia: la provenienza della maggior
parte delle vittime da contesti familiari in cui il padre ha più di una famiglia (547 vittime nel 2014
appartengono a tale contesto familiare); in tali famiglie i rapporti sono tesi e vi è violenza domestica,
abuso di alcool, droghe. Con riferimento al genere ed all’età, emerge l’aumento del numero di vittime
adulte di sesso femminile nel 2014 rispetto all’anno precedente. Nel 2014, su un totale di 467 vittime
adulte, 283 erano donne (61%) rispetto all'anno precedente; nel 2013 il numero di donne identificate era
approssimativamente uguale a quella degli uomini vittime di tratta. Estendendo la rilevazione del dato
anche alle vittime di minore età, emerge che nel 2014 il 74% delle vittime è di sesso femminile (donne e
minori). Si rileva inoltre che la fascia di età più vulnerabile continua ad essere uno tra i 18 ed i 25 anni
(279 vittime appartengono a tale fascia di età). Tuttavia, un numero significativo di minori di età
compresa tra 14 e 17 anni (251 minori) sono diventate vittime di tratta. Un dato interessante che
emerge è che l’89% delle vittime sono state contattate direttamente dal reclutatore, che nel 44%
dei casi promette un’assunzione stabile in diversi ambiti lavorativi, per cui le vittime si lasciano
conquistare da false promesse. Sono 355 le vittime reclutate da persone già conosciute e 256 le vittime
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2012, Report concerning the implementation of the Council of Europe Convention on Action against Trafficking in
Human Beings by Romania, GRETA group
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reclutate da persone invece sconosciute.
Sono 51 le vittime il cui reclutatore è il proprio partner.
Sebbene il reclutamento in forma diretta (di persona) sia la forma predominante, esistono anche altre
forme di reclutamento (in 27 casi il web, in 16 casi annunci pubblicitari, in 8 casi agenzie per la ricerca
del lavoro, in 7 casi il rapimento, soltanto in 1 caso agenzie matrimoniali).
Lo sfruttamento sessuale si conferma sia la forma di sfruttamento prevalente per le vittime di tratta
identificate in Romania, sebbene anche in Romania vi sia piena consapevolezza che una forma di
sfruttamento non esclude l’altra e che forme di sfruttamento ibride spesso coesistono, a secondo
delle esigenze dei trafficanti. E’ certo che si registrano vittime sfruttate anche nell’ambito
dell’accattonaggio o in ambito lavorativo. E’ altrettanto certo che lo sfruttamento sessuale, la
pornografia minorile su internet sono al primo posto nel 2014 tra le forme di sfruttamento (66%), il lavoro
minorile è pari al 25%. Il 7% delle vittime sono state costrette all’accattonaggio o a commettere dei
piccoli furti.
Approfondendo i dati emersi per le diverse forme di sfruttamento, è interessante analizzare alcune
dinamiche; nell’ambito dello sfruttamento sessuale la prevalenza dello sfruttamento in appartamenti
chiusi piuttosto che in strada (192 vittime sfruttate indoor contro 139 sfruttate in strada) e 77 casi di
sfruttamenti in night club. Rispetto allo sfruttamento in ambito lavorativo, il numero delle vittime risulta
stranamente in diminuzione (si teme non rispecchi affatto la realtà); ciò probabilmente perché il lavoro
nero risulta essere il settore economico prevalente per lo sfruttamento al quale le autorità hanno difficile
accesso nel campo dell’agricoltura e dell’edilizia. L’agricoltura è il campo prevalente.
Rispetto alle aree di provenienza si conferma la regione della Moldavia Romena (zone di Iasi,
Botosani, Bacau, Galati, Bacau ed altre). Molto spesso i distretti di Timisoara ed Arad sono
considerati aree di transito per le vittime della tratta e di concentramento per i gruppi organizzati
di trafficanti.
Sebbene proprio verso queste zone esista anche una forma di tratta interna al paese, nel 2014 la
maggior parte delle vittime sono state condotte verso l’estero. Il primo paese in assoluto di destinazione
è l’Italia, con 93 vittime registrate in Romania da questo provenienti; segue la Germania, la Spagna,
l’Austria, la Repubblica Ceca, l’Irlanda, il Portogallo, la Grecia ed il Regno Unito, quali primi 10 paesi di
destinazione delle vittime della tratta della Romania. Il traffico interno però cresce nel 2014 dal 38% al
45%, un dato certamente rilevante.
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