` la dinamica relazionale tra i tecnici, il giovane allievo e la famiglia

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` la dinamica relazionale tra i tecnici, il giovane allievo e la famiglia
‘ LA DINAMICA RELAZIONALE TRA I TECNICI, IL GIOVANE ALLIEVO
E LA FAMIGLIA NELL’INSEGNAMENTO DELLA DISCIPLINA SCHERMISTICA.
MANUALE DI PSICOLOGIA AD USO DI ISTRUTTORI,
MAESTRI E STAFF TECNICO’.
PRESENTAZIONE DEL TESTO IN OCCASIONE DEI MONDIALI DI SCHERMA
11 OTTOBRE 2011 – CATANIA
CONSIDERAZIONI PRELIMINARI
Il mondo sportivo, dunque anche il mondo della scherma, è divenuto sempre più un contesto
formativo, in cui viene offerto al giovane che decide di farvi parte, l’occasione di divenire un bravo
atleta ma anche di costruire un’immagine di sé e un’identità personale armonica e ricca di ‘abilità’,
tecniche e psicologico-relazionali, da utilizzare nell’ambito sportivo e nella propria vita sociale,
familiare e lavorativa.
Tutto ciò comporta da parte di tutti gli operatori del settore l’assunzione di responsabilità sempre
maggiori, che si traducono anche per loro nell’esigenza di una formazione sempre più orientata in
senso interdisciplinare, volta a conseguire competenze non solo tecnico-professionali ma anche più
trasversali e in particolare di tipo psicologico, per affrontare con maggior consapevolezza il compito
di ‘educatori’.
L‘esigenza è quella di acquisire la conoscenza di quelle nozioni e di quegli strumenti utili per
gestire al meglio la relazione con gli altri operatori, con l’allievo e la sua famiglia; strumenti di cui
sono spesso completamente digiuni, motivo per cui i tecnici sportivi, per qualsiasi problematica
relazionale che vada oltre la pedagogia didattica, tendono ad affidarsi a psicologi professionisti.
FINALITA’, OBIETTIVI E LIMITI
Da ciò è nata l’idea di realizzare un manuale di semplice consultazione, che non sia un manuale di
scherma né un manuale di psicologia: un testo – base di psicologia applicata alla disciplina della
Scherma, che sia dotato di validità scientifica, in cui le esigenze manifestate dagli ‘educatori’
sportivi nel contesto della scherma, riguardo alla gestione degli aspetti psicologici della relazione
con gli allievi, trovino risposte adeguate mediante i contributi dati da psicologi competenti.
L’insegnamento della scherma può incontrare delle problematicità soprattutto per quanto riguarda il
rapporto con bambini e giovanissimi, ovvero in quella fascia d’età in cui lo sviluppo psicofisico
comporta conflitti e trasformazioni a diversi livelli, in particolare quello affettivo-relazionale.
La Scherma modella la personalità dell’allievo, sia in quanto individuo ‘sociale’ che in qualità di
sportivo: influisce sul suo comportamento, da un lato rendendolo più o meno capace di assumere
ruoli e status, e dall’altro, in quanto atleta, mettendolo in grado di affrontare gare e competizioni
nel rispetto di regolamenti e confronto con l’avversario (Fair Play).
Il testo non ha la pretesa di competere con trattati scientifici specialistici; ha piuttosto il valore di
una guida, che dia una visione d’insieme teorica e pratica del tema trattato, in modo che sia
consultabile e utilizzabile anche da un lettore non specialista.
DESTINATARI
Il manuale è destinato in particolare agli operatori sportivi ma anche a tutti quelli che partecipano
e/o gravitano attorno alle attività del mondo della Scherma: dirigenti, atleti e loro famiglie.
Per questo a volte vengono descritte nozioni e azioni che il tecnico conosce in modo approfondito,
mentre qui vengono passate in rassegna in modo non troppo tecnico, specialistico, né dal punto di
vista sportivo né dal punto di vista psicologico, per essere fruibili ad un pubblico eterogeneo.
ITER METODOLOGICO
I promotori dell’iniziativa sono Gianfranco Magnini, presidente del CRLombardo FIS, e Maurizio
Novellini, Presidente dell’A.S.D. Scherma Bresso. Il primo passo è stato quello di costituire un
gruppo di lavoro o meglio di studio, selezionando giovani istruttori - Maestri di Scherma e
Psicologi di area sportiva e clinica, con competenze relative all’età evolutiva, e di nominare un
Coordinatore, nella persona di Liliana Martinelli la quale ha assunto il compito di riunire
periodicamente il gruppo di lavoro e di affidare a ciascuno determinati compiti sulla base delle
rispettive competenze, aggiornandoli di volta in volta, inserendo le nuove acquisizioni, risultato di
elaborazione e discussione durante gli incontri, e integrando la stesura dei testi.
Inoltre sono state definite norme redazionali e fornite indicazioni per delineare un indice e una
traccia iniziale.
Il gruppo di lavoro è costituito da:
Vittorio Bedani
Mirko Novellini
Roberta Ravasi
Nicola Viscardi
Giovanni Lodetti
Nicola Caletti
Alessandra Cova
Francesca Dall’Acqua
Elena Pomesano
Maestro di Scherma
Istruttore di Scherma
Istruttore di Scherma
Istruttore di Scherma
Istruttore di Scherma/Psicoanalista
Psicologo laureando
Laureata in Psicologia e Grafologa
Psicologa Clinica
Psicologa Clinica
STRUMENTI
Il lavoro si è avvalso di materiale originale, creato appositamente in occasione del manuale, quali
Griglie di osservazione e Questionari, che hanno la duplice valenza, da un lato di fornire dati utili
per il contenuto del testo e dall’altro di restare come strumenti in dotazione del manuale stesso.
CONTENUTO E SUDDIVISIONE DELL’OPERA
Il contenuto, come dice esplicitamente il titolo, riguarda gli aspetti psicologici della dinamica
relazionale tra l’allenatore, il giovane allievo e la famiglia, nell’insegnamento della disciplina
schermistica. Si tratta perciò di diffondere presso gli operatori la conoscenza di nozioni e strumenti
psicologici applicabili a questo ambito sportivo, perché possano utilizzarli nello svolgimento del
proprio ruolo ed essere in grado di rilevare le eventuali problematicità di tipo psicologicorelazionale che possono insorgere nella dinamica sportiva, in modo da gestirle e prevenirle, oppure
richiedere un intervento da parte del professionista.
Si è ritenuto utile e propedeutico alla trattazione dell’argomento, descrivere all’inizio il contesto del
mondo della scherma, in cui staff tecnico e giovani atleti, insieme alle famiglie, costituiscono un
circolo molto stretto i cui elementi spesso faticano a comunicare tra loro, perciò anche a
comprendersi a vicenda e a interagire correttamente.
Dunque si è pensato di suddividere il lavoro in due parti.
La prima rappresenta lo stato dell’arte da cui iniziare il discorso, contenente una descrizione
generale del mondo sportivo della scherma, in cui si cerca di focalizzare il ruolo e le competenze
degli attori della relazione sportiva, i luoghi e gli strumenti con cui si insegna l’arte della Scherma,
le caratteristiche degli allievi e i vari aspetti della relazione tra il tecnico, l’allievo e la famiglia, in
rapporto al percorso di crescita psicofisica del giovane schermitore.
La seconda parte è a carattere teorico e applicativo, vi si danno elementi teorici di Psicologia
applicata alla Scherma e indicazioni utili a livello comunicativo e comportamentale, anche di fronte
a situazioni relazionali problematiche.
La prima parte prevede perciò tre sezioni, dedicate rispettivamente al versante del tecnico e del
mondo della scherma, al versante dell’allievo e a quello della famiglia.
Riprendendo il testo stesso, l’intento della prima sezione è quello di offrire una panoramica
generale dei vari aspetti che contraddistinguono il mondo della scherma, per poi far comprendere ed
esplicitare il loro possibile ruolo, che agisce perlopiù a livello latente, nella relazione tra l’allenatore
e l’allievo, valutando di volta in volta le possibili implicazioni psicologiche.
La disciplina schermistica è uno sport individuale che prevede un incontro vis-à-vis con
l’avversario, un contatto con “l’altro” che tuttavia è mediato dall’arma e fortemente caratterizzato
dall’artefatto della maschera; presenta le caratteristiche di un vero e proprio combattimento
richiedendo nel contempo un alto livello di tecnica e precisione.
Spazi e distanze fra gli schermitori, tempi rapidi di svolgimento, setting (ambiente), caratteristiche
dell'arma (fioretto-spada-sciabola), assegnazione dei punteggi, obbligo dell'accettazione del
risultato, portano ad un aspetto di "misurazione" contrattuale di grande fascino emotivo, in cui sia lo
schermidore che il suo allenatore portano le proprie competenze, tecnico-sportive e trasversali,
insieme agli aspetti affettivo-psicologici che regolano le relazioni familiari, amicali e sociali.
Dunque dal punto di vista psicologico, per definire una corretta impostazione della relazione
sportiva, non è sufficiente considerare il solo atteggiamento del tecnico o quello dell’allievo, né il
semplice adattamento reciproco: nella relazione entrano quali fattori determinanti anche i
condizionamenti psicologici prodotti dal contesto familiare, culturale e sociale di provenienza dei
due protagonisti, come anche quelli derivanti dal contesto sportivo, ovvero dalla presenza e
dall’uso delle armi, dal rapporto con i tecnici e con gli altri atleti, dalle regole della Sala Scherma, e
dall’interferenza dei conflitti personali e interpersonali che scaturiscono da queste relazioni, che a
loro volta trovano in pedana un palcoscenico per la loro realizzazione simbolica.
Ogni elemento dell’ambiente diviene così una parte significativa e costitutiva di un percorso
formativo, non solo in senso tecnico ma anche psicologico, che coinvolge l’allievo e l’allenatore:
l’allievo plasma la propria personalità umana e atletica, l’allenatore affina e aggiorna le proprie
capacità di insegnamento tecnico-sportivo e apprende nuove modalità di approccio all’allievo.
Nei capitoli di questa sezione vedremo quali differenze esistano tra i vari operatori presenti in Sala,
di quante competenze, abilità e ‘valori’, per tradizione, nell’immaginario ma anche nella realtà
effettiva, sia depositario il “Maestro” e quante volte sia responsabile, anche inconsapevolmente,
delle scelte che riguardano l’allievo e che possono incidere sulla motivazione e sulla condotta di
quest’ultimo; si passeranno in rassegna brevemente anche le armi, i movimenti e le azioni principali
della scherma, perché sebbene l’allenatore anche neofita li conosca, sia definito il linguaggio della
scherma.
Più avanti, nella seconda sezione tratteremo gli aspetti che riguardano il versante ‘allievo’ della
relazione, descrivendo le categorie e la tipologia degli allievi, in modo che, sebbene l’allenatore li
conosca già e in maniera ben più approfondita, questi aspetti così tematizzati, da semplici strumenti
di lavoro divengano occasione di riflessione psicologica sul proprio comportamento e sui destinatari
di esso. Infatti per ogni categoria si tenterà di descrivere le caratteristiche evolutive dell’allievo, in
base all’età. Infine, poiché questo testo tratta in particolare del rapporto con gli allievi più giovani,
nella terza sezione prenderemo in considerazione alcuni tratti della famiglia dell’allievo, come
fattore che a livello psicologico incide in modo significativo sulla scelta di praticare questa
disciplina sportiva, sulla motivazione a proseguirla e sul comportamento dell’allievo sia dal punto
di vista sportivo che da quello relazionale, vale a dire con i compagni di Sala, col Maestro e con le
altre figure professionali.
Fino a tracciare la strada, attraverso l’ausilio di teorie e concetti desunti da diversi approcci di tipo
psicologico alla scherma, trattati nella seconda parte, per la definizione di linee-guida di tipo
teorico-pratico, quale supporto psicologico per la gestione della relazione pedagogico-sportiva.
Nella seconda parte infatti, dopo un excursus sulle principali teorie e sui concetti di Psicologia
(Psicologia dello Sport, Psicologia Clinica e Psicoanalisi) qui applicata alla disciplina della
scherma, si affronterà in generale il tema della Comunicazione.
Grazie a queste basi sarà possibile fornire indicazioni su come gestire gli aspetti verbali e
soprattutto non verbali del comportamento relazionale tra l’allenatore, l’allievo e la famiglia, che
tanta importanza rivestono per la correttezza delle dinamiche sportive, realizzando l’obiettivo del
manuale.
RELATIONSHIP DYNAMICS BETWEEN COACHES, YOUNG ATHLETES AND FAMILIES IN
FENCING TEACHING /CLUBS
PSYCHOLOGY MANUAL FOR COACHES, MASTERS AND TECHNICAL STAFF
PRESENTATION IN THE OCCASION OF THE CATANIA WORLD FENCING CHAMPIONSHIP
11 OCTOBER 2011
INTRODUCTION
The sporting world has become more and more a formative context where the athletes, especially the young
ones, can both learn the technical aspect of their sport /become a good player and build their own harmonic
personal identity; learn how to relate to other athletes and, as a consequence, to other people in the social,
family and work life.
This happens also with fencing and it means that coaches and technical staff should have a more complete
education, including not only the technical training but also psychology notions, in order to be ‘educators’ as
well.
The need for the sport coaches is learning proper notions and tools that help in managing the relations with
other coaches, athletes and their families. At the moment, in most part of the cases coaches do not have these
notions, therefore, in order to manage relational problems, they ask psychologists for support.
GOALS
This manual does not pretend to be a fencing or a psychology manual; it is just based on psychology applied
in the context of fencing. Through the contributions of competent psychologists, its purpose is to give a
proper answer to the needs that have risen from the coaches and educators of fencing clubs about how to
manage the psychological aspects of the relation with young athletes.
Fencing models the athlete’s personality, at both technical and personal levels. Therefore this sport
influences his behaviour, allows him to learn new roles and, from a technical aspect, teaches him how to
face competitions with respect for the opponent and the rules. For this reason sometimes the teaching of
fencing can be complicated, especially with children and very young athletes, as at that age range the
psycho-physical growth causes conflicts and transformations at various levels, especially at relational and
emotional levels.
This book does not want to compete with scientific manuals, it is a guide that provides the coaches and
technical staff that are not psychologist with a theoretical and practical tool for managing the teaching of
fencing.
ADDRESSEES
The manual is addressed in particular to the sport operators (coaches, Masters..) and to other people who
take part in the fencing world (club managers, athletes and their families).
Because of this large range of addressees, the notions are not too specific from a technical or psychological
point of view, as they have to be usable for a heterogeneous audience.
METHODOLOGY
The promoters of this project are Gianfranco Magnini, president of Comitato Regionale Lombardo FIS and
Maurizio Novellini, President of A.S.D. Scherma Bresso.
The first step of this project has been to select young fencing coaches and psychologists, some of them
specialised in developmental psychology, naming a coordinator, Liliana Martinelli, who set the team
meetings and shared the tasks according to each person’s competencies. She integrated and elaborated the
texts after the various team meetings.
The team is composed by:
Vittorio Bedani
Mirko Novellini
Fencing Master
Fencing coach
Roberta Ravasi
Nicola Viscardi
Giovanni Lodetti
Nicola Caletti
Alessandra Cova
Francesca Dall’Acqua
Elena Pomesano
Fencing coach
Fencing coach
Fencing coach /Psichoanalyst
Student in psychology
Psychology graduate and Graphoanalyst
Clinical Psychologist
Clinical Psychologist
TOOLS
The team used material that has been created ad hoc for the manual, such as an observation grid and
questionnaires; these tools have provided some useful data and have been inserted in the manual for the
readers’ use.
CONTENT AND CHAPTERS
This manual is about psychological aspects of the relation between coach, young athlete and his family,
related to the teaching of fencing. The aim is therefore to give to the sport operators some psychology
notions so they can better manage this kind of relations, point out the issues that could come forward and, if
necessary, be able to ask for further support from professional psychologists.
The manual is divided in two main parts.
The first part is important as it gives an overview of the fencing context, where technical staff, athletes and
families form a close circuit in which every single element often has difficulties in communicating with the
others and therefore in understanding and interacting with them.
This part is about the actual situation of the fencing contexts, the main ‘actors’ of this world, the teaching
instruments, the athletes’ peculiarities, the aspects of relations between the coach, the young athlete, the
family and the psychophysical growth of the young fencer.
The second part is about psychology applied to fencing, it gives useful and practical instruments for
managing the whole teaching process and its issues.
The first part is divided in three sections, the first about fencing as a sport and about the coach, the second
part about the young athletes, and the third part about the athletes’ family.
The first section gives an overview of the various aspects of the fencing context and explains how they can
influence the relation between the coach and the athlete, with particular focus on the influence on the
psychological dynamics.
Fencing is an individual sport, it is a real fight mediated by the weapon and the mask and it requires at the
same time a high level of technique, precision and determination. It strongly involves the athlete’s
personality, as it is a fight but it has, at the same time, strict rules and requires a great respect for the
opponent. Therefore, from a training point of view it is not enough to work just on the technical aspects; it is
also fundamental to pay attention to the relational and emotional dynamics. The relation between coach and
young athlete is influenced by a high number of items such as the psychological conditionings, the social
and cultural contexts of the two ‘actors’, but also by the sport context, the weapon (epee, foil, sabre), the
fencing club rules, the relations with other athletes and coaches and all the possible conflicts that may raise
from this.
All these items influence, in a positive or negative sense, the athlete’s performance; so, again, being able to
manage them should be a priority for coaches and Masters.
This is also an opportunity for coaches to learn and improve their teaching skills, learning new approaches
from each athlete according to their personalities; in this way both the parts benefit from each other.
In this section of the manual the differences between the various sport operators who act in fencing clubs
will be analysed, with particular focus on the skills that a fencing Master should have and in which sense
these skills, abilities and values can strongly influence the athlete’s motivation and performance. A brief
description of the weapons, movements and main actions is also inserted in this section; even if the reader
knows them, this description defines the fencing language.
In the second section the focus is more on the young athletes categories; even if the reader already knows
them, the aim of this section is to present the athlete cathegories,define the psychological characteristics
related to each age range
As this manual is especially focused on the training of young athletes, the third section is about the family
as an important ‘actor’ that plays a fundamental role in chosing this sport, in the motivation to continue with
it and on the young athlete’s behavior towards fencing mates, Master and other coaches.
In the second part of the manual some notions of various approaches of sport psychology, clinical
psychology and psychoanalysis applied to fencing will be provided to the reader, as theorical-practical
guidelines for the management of pedagogical relations in a sport context. The main focus is on the
communication, verbal and non verbal, that dominates the relations between the coaches, , the athlete and
the family. The manual gives some guidelines for managing communication, which represents a very
important part of the teaching of sport and therefore has to be managed in a proper way.