Yoshimitsu e la spada sacra

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Yoshimitsu e la spada sacra
YOSHIMITSU E LA SPADA SACRA
C’era una volta, in un lontano passato un popolo di guerrieri. Questo, per motivi politici di comando, si
divise in due, uno comandato da Yoshimitsu, un comandante forte e valoroso, che combatteva per il
comando del popolo, e l’altro comandato da Malguth, un uomo meschino e senza pietà, che lottava per
il suo comando assoluto. Intanto Yoshimitsu aveva deciso, visto che non c’era altra alternativa, di
andare a chiedere ai druidi la spada sacra, quella della leggenda, la mitica Luster. Tutti sapevano che
nemmeno centocinquanta eserciti sarebbero riusciti a fermarla. Però era anche vero che era difficile
arrivare a prenderla, visto che bisognava attraversare il regno dei Nani, di altri umani, degli Elfi, e
infine, quello dei maghi, uno che si diceva potesse essere sconfitto solo da altri maghi. La terra di
Landon, infatti, era nota proprio per questo straordinario popolo. L’eroe buono portò via con sé mille
uomini. Dopo due mesi di cavalcata arrivarono finalmente alla terra dei Nani. Persero la prima guerra
ma non perché erano più deboli, si erano ritirati solo perché questa prima battaglia serviva per capire la
loro strategia. Ora era semplicissimo batterli. La porta era già distrutta e bastava attaccarli con la
cavalleria. Infatti, facendo così, vinsero senza fatica, sottomettendo i Nani che poi liberarono. Persero
cento soldati, che poi ripresero come mercenari da quegli umani che abitavano tra Nani e Elfi.
Arrivarono anche dagli Elfi, noti per le imboscate nelle foreste e per le loro doti nel tiro con l’arco.
Persero quasi cinquecento uomini ma compirono un’azione che nessuno aveva mai compiuto fino ad
ora, raggiungere i maghi. Ce l’avevano fatta facendo esaurire le frecce agli Elfi. Scarsi con la spada non
ebbero speranze e il popolo di Yoshimitsu riuscì a schiacciarli.
“L’unico aggettivo che si può dare ai maghi è invincibili” disse il comandante, “dobbiamo schiacciarli
senza lasciare spazi vuoti in mezzo all’esercito, dobbiamo stare compatti, poi, accerchiarli e uccidere il
loro capo; solo così ce la potremmo fare”. Persero battaglia dopo battaglia: rimasero in trecento. La
loro grinta non era calata, anzi, era più forte di prima, ora stavano per attaccarli per la ventesima volta.
Bromm, il capo dei maghi, stava uccidendo guerriero dopo guerriero da solo e Yoshimitsu venne fatto
prigioniero. Nel carcere Yoshimitsu incontrò un suo vecchio amico. “Yoshi!” disse l’amico. “Lord
Bandon” ribatté il grande guerriero. I due erano amici da piccoli ma poi Lord Bandon fu rapito ed ecco
che si rincontrarono lì, in un carcere. Studiarono un piano per scappare, ma tutto a un tratto Bromm li
liberò e donò loro un intero esercito di maghi. I due amici partirono con l’esercito. Passarono sei mesi e
arrivarono alla cima del monte. I druidi, per la grande impresa compiuta da Yoshimitsu, gli donarono la
Luster. La provò subito su alcune rocce: si tagliarono come niente fosse. Il viaggio di ritorno durò un
anno. Passando di nuovo nel villaggio dei maghi, Bromm fece apparire una visione; parlava del suo
popolo distrutto dalla potenza di Malguth. Tornando al suo villaggio vide che era stato distrutto, donne
e bambini non c’erano più e i corpi dei guerrieri erano stesi a terra. Capì subito che la visione era
accaduta. Preparò i maghi e partì. Quello era il villaggio più vicino al muro divisorio. Una volta
abbattuto il muro si arrivava subito dall’altra parte del popolo. Il muro era già distrutto, lo
oltrepassarono e incontrarono Malguth e i suoi uomini. I maghi distrussero tutti i guerrieri ma anche
loro purtroppo morirono per la netta inferiorità numerica. Faccia a faccia rimasero Malguth,
Yoshimitsu e Lord Bandon. Yoshimitsu, con tono deciso esclamò: “Abbiamo pero la battaglia, no la
guerra”. Dopo queste parole Lord Bandon agì intrepidamente scagliandosi su Malguth. Yoshimitsu non
riuscì a fermarlo e Lord Bandon perse la vita per la sua scarsa abilità in combattimento essendo vissuto
sempre in un carcere. L’eroe, vedendo il suo amico cadere a terra sprigionò una forza sensazionale
scagliandosi sul nemico. Malguth tese la spada per difendersi ma quest’ultima si spezzò e Malguth
venne decapitato.
Finalmente il bene aveva trionfato sul male ed il comando passò al popolo.
Alessandro Nori