La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 266

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La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 266
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del Sulcis Iglesiente
CARBONIA
Anno XIX - N° 266
Cell. 329 4338541 - mail: [email protected]
21 Gennaio 2014
Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale
Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita
I sardi torneranno alle urne il prossimo 16 febbraio per eleggere il XV Consiglio regionale e il Presidente della Regione
Una scelta decisiva per la Sardegna
Nonostante una crescente sfiducia verso le istituzioni ed un probabile forte astensionismo, rispetto al 2009 le liste si sono raddoppiate.
L
a profonda crisi socio-economica che affligge la Sardegna e
la crescente disaffezione dei cittadini verso le istituzioni (nazionali, regionali e
locali), rendono l’appuntamento elettorale del 16 febbraio per
il rinnovo del Consiglio regionale, il più importante degli ultimi decenni. Nonostante la
grande corsa scatenatasi per la
presentazione dei candidati alla carica di governatore e delle
liste, la campagna elettorale in
corso sfugge alle regole consolidate e crea un clima di grandissima incertezza sui risultati.
I 6 candidati alla presidenza e i 1.500 ad uno dei 59 posti
da consigliere a disposizione
nelle 8 circoscrizioni (4 in quella di Carbonia Iglesias), stanno toccando con mano quanto
sia diventato difficile, con i
“vecchi metodi”, convincere
gli elettori ad accordare loro la
fiducia con un voto sulla scheda di colore verde che riceveranno nei seggi.
Se fino a qualche tempo fa,
per strappare il consenso, era più
efficace il metodo della promessa che non quello delle cose fatte e dei risultati raggiunti, oggi non è più così e sono
tanti coloro che hanno già deciso di disertare le urne o di
esprimere un voto di protesta,
per lanciare segnali precisi alla politica e ai politici, soprattutto quelli, di ogni estrazione
e colore, che hanno fin qui ricoperto ruoli di governo.
Con emergenze di ogni tipo
(da quella occupazionale, sempre più grave, a quella creata
dall’alluvione nel Nord Sardegna), il 16 febbraio saremo chiamati a fare una scelta decisiva
per la Sardegna.
L’Isola ha bisogno di una
svolta, perché oltre la crisi ci
sono il baratro e, probabilmente, una strada senza ritorno.
Giampaolo Cirronis
ALL’INTERNO
Le liste in corsa per la conquista del Palazzo
M5S, quanto è lontano l’exploit delle Politiche
Dopo l’alluvione, ora Olbia vuole risorgere
Giba, 975.000 euro per ristrutturare il municipio
Sovraffollamento di pazienti in Pronto Soccorso
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Rette più proporzionate alla Casa Serena
La nostra storia: Serbariu e il medau “Su Conti”
Purezza, tecnica e magica atmosfera natalizia
Il calcio sulcitano può centrare i suoi obiettivi
La VBA/Olimpia sembra aver cambiato marcia
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 266 • 21 Gennaio 2014
Nella circoscrizione elettorale di Carbonia Iglesias le liste in competizione sono ventisei, i candidati consiglieri centodue
La corsa per la conquista del Palazzo
Gli sbarramenti della nuova legge elettorale (10% alle coalizioni, 5% alle liste singole), rendono la corsa molto complicata.
N
ella circoscrizione di Carbonia Iglesias le liste in
competizione sono ventisei, sei i candidati alla presidenza, centodue quelli che si contenderanno i quattro posti da consigliere regionale. In un territorio che
attraversa una crisi socio-economica profonda, c’è grande attesa per
l’appuntamento elettorale del 16 febbraio, dal quale scaturirà la nuova
classe dirigente regionale dei prossimi cinque anni. Il nuovo presidente sarà il candidato che il 16 febbraio
otterrà il maggior numero di voti
validi (art. 1 comma 4 e art. 11 comma 2 della legge statutaria). Questo significa che, in presenza di una
profonda frammentazione del voto
(il numero delle liste, rispetto al 2009,
è raddoppiato) è concreta la possi-
bilità che per vincere le elezioni possa essere sufficiente raggiungere una
soglia tra il 35% ed il 40% dei voti.
La legge statutaria all’art. 1,
comma 7, prevede due soglie di
sbarramento, con l’esclusione dall’attribuzione dei seggi:
a) i gruppi di liste che fanno parte
di una coalizione che ottiene meno
del 10 per cento del totale dei voti
validi ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale;
b) i gruppi di liste non coalizzati
che ottengono meno del 5% del totale dei voti ottenuti da tutti i gruppi
di liste a livello regionale.
Lo sbarramento al 5% per i gruppi di liste non coalizzati costituisce
un fortissimo freno alle ambizioni di
quanti hanno deciso di fare corsa solitaria e premierà chi ha deciso di
aderire alle coalizioni maggiori, soprattutto quella che risulterà vincente.
L’art. 13 fissa la ripartizione dei
seggi ed il premio di maggioranza:
a) il 60% dei seggi del Consiglio regionale se il presidente proclamato eletto ha ottenuto una percentuale di voti superiore al 40 per
cento;
b) il 55 per cento dei seggi del
Consiglio regionale se il presidente
proclamato eletto ha ottenuto una
percentuale di voti compresa tra il 25
ed il 40 per cento.
Le vicende seguite ai sorprendenti risultati delle Politiche 2013,
hanno alimentato la frammentazione
e quindi la proliferazione di candidati alla carica di governatore e di
liste a loro sostegno, tanto da rendere assolutamente imprevedibile il
risultato delle urne e concreto il pericolo di una nuova crescita del
fronte astensionista.
A complicare ancora di più il panorama, si è aggiunta la mancata
partecipazione del Movimento Cinque Stelle, prima forza politica un
anno fa in Sardegna.
Con la presentazione delle liste
è iniziata ufficialmente la campagna elettorale, con un vero e proprio esercito di candidati proiettati
verso “la conquista del Palazzo”.
La responsabilità che oggi coivolge
tutti ed il 17 febbraio investirà gli
eletti, è più grande rispetto al passato, perché per i rappresentanti delle nostre istituzioni, niente potrà essere più come prima.
Giampaolo Cirronis
[email protected]
UDS
PSD’AZ
RIFORMATORI
Candidato presidente
UGO
CAPPELLACCI
Candidato presidente
UGO
CAPPELLACCI
Candidati consiglieri
MASCIARELLI Sandro
DESSì Cristina
MANCONI Valerio
MATTA Alberto
FORZA ITALIA
FRATELLI D’ITALIA
Candidato presidente
UGO
CAPPELLACCI
Candidato presidente
UGO
CAPPELLACCI
Candidati consiglieri
LOCCI Ignazio
DESSì Paolo Luigi
COSSU Maria Letizia
PORCU Mario
Candidati consiglieri
GRUSSU Marco Vinicio
MATTIELLO Angelica
PODDA Giuseppe
SAIU Simone
SARDEGNA ZONA FRANCA
LISTA RANDACCIO
UDC
PSI
Candidato presidente
UGO
CAPPELLACCI
Candidato presidente
UGO
CAPPELLACCI
Candidato presidente
UGO
CAPPELLACCI
Candidato presidente
FRANCESCO
PIGLIARU
Candidati consiglieri
BACHIS Luigi
CARBONI Gianni
SALIS Danilo
SPADA Anna
Candidati consiglieri
CIMMINO Giuseppina
LA ROSA Giuseppe
OTTAVIANI Giuseppe
PALMAS Federico
Candidati consiglieri
MARIANI Anna Claudia
MULAS Aldo
MURA Salvatore
DEIAS Antonio
Candidati consiglieri
FELE Francesco (Checco)
RUBIU Gianluigi
BUZZO Giuseppe
SERRENTI Roberta
Candidati consiglieri
CUCCU Fabrizio
DIANA Luca
PISU Ilaria Vittoria
VACCA Guido
ROSSOMORI
LA BASE
IDV - VERDI
PARTITO DEI SARDI
PD
IRS
Candidato presidente
FRANCESCO
PIGLIARU
Candidato presidente
FRANCESCO
PIGLIARU
Candidato presidente
FRANCESCO
PIGLIARU
Candidato presidente
FRANCESCO
PIGLIARU
Candidato presidente
FRANCESCO
PIGLIARU
Candidato presidente
FRANCESCO
PIGLIARU
Candidati consiglieri
ANGIUS Anna Maria
CREMONE Angelo
PEIS Maria Grazia
SARRITZU Alessandra
Candidati consiglieri
D’ASCANIO Vincenzo
ANEDDA Manuela
TOSI Cristofer
Candidati consiglieri
CABRAS Remigio
COTZA Diego
DIANA Mauro
VENTURINO Marinella
Candidati consiglieri
SARI Maria Francesca
SARRIU Luca
FADDA Giuseppe
SAIS Ivano
Candidati consiglieri
COCCO Pietro
POGGI Maria Luisa
FONTANA Marco
MORITTU Pietro
Candidati consiglieri
UCCHEDDU Francesco
GUARINI Silvia
ATZORI Emanuele
MANCA Simone
CENTRO DEMOCRATICO
SEL
SINISTRA SARDA
UPC
FORTZA PARIS
MAURO PILI
PRESIDENTE
Candidato presidente
FRANCESCO
PIGLIARU
Candidato presidente
FRANCESCO
PIGLIARU
Candidato presidente
FRANCESCO
PIGLIARU
Candidato presidente
FRANCESCO
PIGLIARU
Candidato presidente
MAURO
PILI
Candidato presidente
MAURO
PILI
Candidati consiglieri
FENU Pietro
MOI Bruna
PILLONI Alfredo
PINNA Patrich
Candidati consiglieri
PINNA Ada
FABRIZI Andrea
PINNA Simone
PIZZUTO Luca
Candidati consiglieri
CACCIARRU Alberto
CADONI Guido
ROMBI Michele Ignazio
SECCI Monica
Candidati consiglieri
CUGIS Marco
MULAS Costantina
PINNA Daniele
Candidati consiglieri
BRAI Marco
BRANCA Alessandro
CASULA Daniele
GIACOMINI Valeria
Candidati consiglieri
COSTA Valentina
LALLI Walter Franco
LEONI Franco
PISPISA Emanuela
SOBERANIA
UNIDOS
COMUNIDADES
GENTES
PROGRES
MOVIMENTO
ZONA FRANCA
Candidato presidente
MAURO
PILI
Candidato presidente
MAURO
PILI
Candidato presidente
MICHELA
MURGIA
Candidato presidente
MICHELA
MURGIA
Candidato presidente
MICHELA
MURGIA
Candidato presidente
GIGI
SANNA
Candidati consiglieri
MURRU Silvio
MELIS Maria Rosa
CICALò G. Domenico
MASSA Mauro
Candidati consiglieri
CASULA Maria Laura
COLLU Paolo
LA MANTIA Luciano
PISANU Umberto
Candidati consiglieri
USAI Elvira
ARAMU Giorgia
STERI Antonello
ATZORI Marco
Candidati consiglieri
PILIA Emanuela
IMPERA Andrea
STERI Fabrizio
MANCONI Maria Grazia
Candidati consiglieri
CARCANGIU Carla
SORU Daniela
FADDA Fabio
CABONI Samuel
Candidati consiglieri
SUELLA Francesco
SCANU Angela
ROLFI Maria Cecilia
TIRAGALLO Antonio
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 266 • 21 Gennaio 2014
Dopo la mancata partecipazione alle Amministrative di Iglesias 2013, il Movimento Cinque Stelle ha dato forfait anche alle Regionali
M5S, quanto è lontano l’exploit delle Politiche
All’origine della mancata presentazione delle liste ci sono le laceranti divisioni interne ma anche un’evidente crisi di maturazione.
I
l mondo “grillino” è profondamente scosso dal “NO” del leader nazionale Beppe Grillo alla
concessione del simbolo per la
partecipazione alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della
Sardegna del 16 febbraio. Le vicende che la scorsa primavera portarono alla mancata partecipazione del
Movimento Cinque Stelle alle elezioni
amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale di Iglesias, avrebbero
dovuto far suonare un forte campanello d’allarme tra i componenti dei
vari circoli in tutta la Sardegna, ma
evidentemente pochi avevano dato il
giusto peso a quanto è accaduto e, alla
prova dei fatti, si è ripetuto lo stesso
film con scena finale fotocopia: il
Movimento Cinque Stelle non sarà
della partita il 16 febbraio, quando i
sardi sceglieranno i loro rappresentanti nella massima istituzione regionale per i prossimi cinque anni.
La rinuncia ha sicuramente del clamoroso, anche se chi ha un minimo di
esperienza in materia, sa bene quanto sia difficile gestire un successo
elettorale della portata di quello ottenuto dal Movimento Cinque Stelle
negli ultimi 12 mesi. Lo spirito che
ha originato il movimento è stato travolto dalla forza dei numeri e, conseguentemente, dalle ambizioni, anche
personali, di quanto si sono avvicinati allo stesso prima e dopo l’esplosione maturata alle elezioni politiche
2013. Le contrapposizioni interne ai
partiti ci sono sempre state - il caso più
recente è quello del Partito Democratico che, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, ha rimesso in
discussione l’esito delle elezioni primarie che avevano “incoronato” candidata alla presidenza della Regione
per la coalizione di centrosinistra la
europarlamentare di Sorgono Francesca Barracciu, “costretta” da pressioni interne al suo stesso partito e
da alcuni partiti della coalizione, a
rinunciare alla propria candidatura,
ma quando una forza politica è strutturata, bene o male che sia, alla lunga
riesce a ritrovare il minimo di coesione necessario per andare avanti ed
affrontare le competizioni elettorali,
anche quelle meno “importanti” di
quella regionale (il Partito Democratico ha superato i contrasti interni
con la scelta dell’economista Francesco Pigliaru quale candidato del
centrosinistra alla presidenza della
Regione).
Nella storia recente delle istituzioni regionali, non si ricorda una
per questo appuntamento elettorale,
sia per coltivare ambizioni personali sia per continuare a costruire un
“cambiamento” reale del modo di fare politica e di gestire le istituzioni in
Sardegna, è tanto grande, che potrebbe avere riflessi non proprio positivi per la crescita futura.
In politica, come nella vita di tutti i giorni, il “ferro va battuto quando è caldo”, perché non è affatto
scontato che il passare del tempo lasci le cose invariate e conceda anche
in futuro le stesse opportunità. La
politica è un’evoluzione continua ed
in pochi mesi, come è già accaduto
Beppe Grillo con la senatrice Manuela Serra e la deputata Emanuela Corda.
rinuncia tanto clamorosa e dolorosa
di una forza politica che, appena un
anno prima, era risultata la prima in
Sardegna con oltre il 29,68% dei voti
alla Camera ed il 28,73% al Senato.
Da più parti si è detto e scritto che
si è in presenza di una crisi di crescita e che questa drammatica esperienza, per assurdo, potrebbe anche
rivelarsi utile. Forse questa ipotesi
potrà anche avere un fondamento, ma
è certo che la delusione tra quanti nei
mesi scorsi avevano lavorato tanto
un anno fa, tutto potrebbe cambiare
e nessuno oggi è in grado di prevedere il futuro.
L’uscita di scena del Movimento
Cinque Stelle dalla competizione
delle Regionali, potrebbe modificare sostanzialmente gli equilibri elettorali complessivi, anche se è impossibile prevede come si redistribuiranno i consensi e non è da escludere neppure un’ulteriore crescita del
fronte astensionista.
Giampaolo Cirronis
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Sono scattati il 7/1 i termini per la presentazione delle domande
Tre mesi per la fiscalità di vantaggio
S
ono scattati il 7 gennaio
scorso i termini per la
presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni previste dal bando sulle
“Zone Franche Urbane” per la
concessione di agevolazioni sotto
forma di esenzioni fiscali e contributive in favore di imprese di
micro e piccola dimensione, localizzate nel territorio dei 23 Comuni della Provincia di Carbonia
Iglesias (decreto interministeriale
del 2 settembre 2013).
Considerato che a disposizione ci sono tre mesi di tempo (fino
alle ore 12.00 del 7 aprile 2014),
non sarà necessario fare una corsa per arrivare per primi, ma come hanno spiegato i tecnici del
ministero dello Sviluppo economico in occasione dell’incontro
svoltosi il mese scorso nella sala
conferenze della Grande Miniera
di Serbariu, il tempo a disposizione dovrà essere sfruttato al meglio, soprattutto da quelle imprese che hanno ancora da risolvere
qualche problema, vedi la registrazione di un indirizzo di posta
certificata (PEC) e della firma di-
gitale, senza le quali le domande
non potranno essere accettate dal
Ministero che non prevede più
l’inoltro della documentazione
cartacea.
importi che le stesse potranno compensare fin dalla prossima dichiarazione dei redditi, in materia di
irpef, irap, imu e contributi vari,
iva esclusa.
L’incontro svoltosi il mese scorso nella sala conferenze della Grande miniera.
I tempi di esame delle domande, grazie al sistema digitale, saranno brevissimi, entro il 30 aprile si conosceranno l’elenco delle
imprese ammesse ai benefici e gli
Per l’attuazione dell’intervento,
incluso nell’accordo di programma “Piano Sulcis”, sono disponibili oltre 124 milioni di euro,
distribuiti nell’arco di tre anni.
Si rafforza la rivendicazione della comunità di Teulada
«Anche a noi la fiscalità di vantaggio»
T
eulada è scesa in piazza
mercoledì 8 gennaio per
protestare contro la scarsa
attenzione dello Stato verso la comunità, verso i ceti più deboli e, soprattutto, per rivendicare
la fiscalità di vantaggio, già riconosciuta ai 23 comuni dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias. La manifestazione è stata organizzata dalla Lait,
libera associazione di imprenditori
teuladini, con il sostegno dell’Amministrazione comunale di Teulada
che per l’occasione ha convocato una
riunione del Consiglio comunale
aperta in Piazza Fontana, alla quale
hanno partecipato forze politiche,
commercianti, artigiani ed allevatori,
oltre a tanti cittadini. Molti imprenditori locali hanno riconsegnato simbolicamente le chiavi delle loro attività e le tessere elettorali.
«Il gruppo parlamentare Per
l’Italia è favorevole all’estensione
a Teulada della zona franca urbana a fiscalità di vantaggio. In pro-
Teulada - La Chiesa del Carmelo.
posito, sottolineiamo con soddisfazione l’accoglimento da parte del
Governo di un nostro ordine del
giorno durante l’approvazione del-
la legge di Stabilità. Vigileremo affinché ciò si concretizzi in quanto lo
riteniamo un segnale sia di riconoscenza nei confronti di una comunità che ospita da decenni la Base Militare di Capo Teulada impegnando
un terzo del suo territorio (7.200 ettari), sia di sostegno concreto al tessuto produttivo locale.»
Lo ha dichiarato in una nota il
generale Domenico Rossi, deputato, capogruppo Per l’Italia in commissione Difesa, ex comandante del
1° Reggimento di Teulada.
«Senza una misura di questo genere - conclude Rossi - le imprese
di Teulada dovrebbero far fronte a
situazioni insostenibili di concorrenza con le zone limitrofe di Carbonia Iglesias già beneficiarie di
agevolazioni fiscali Zfu, con alcuna
possibilità di sopravvivenza.»
è stato firmato il 7 gennaio a Villa Devoto l’atteso verbale d’intesa
La Portovesme srl ha un ruolo strategico
è
LATINIA
Vino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco
dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna.
Vino mediterraneo, caldo, solare che,
servito a 10°-12° C, esalta il dessert
e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa.
Ha ricevuto il “Premio speciale”
“miglior vino dolce dell’anno” 2002
e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso”
Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux.
stato firmato il 7 gennaio a
Villa Devoto, a Cagliari,
un verbale d’intesa sulla
vertenza della Portovesme
Srl. Nel documento si ribadisce - come ha sottolineato il presidente della
Regione, Ugo Cappellacci - il ruolo
strategico dell’azienda per l’economia della Sardegna, per l’occupazione del territorio e per l’intera filiera metallurgica nazionale.
Il documento - sottoscritto, oltre
che dal presidente della Regione,
dall’Amministratore delegato della
Protovesme srl, dai segretari regionali e del Sulcis Iglesiente di Cgil,
Cisl, Uil e dai dirigenti di Confindustria della Sardegna meridionale
- contiene una serie di proposte e
indicazioni sull’attività industriale e
sul tema dell’energia, sul ruolo della
Commissione Europea, sul contratto di programma, nonché le questioni ambientali e delle infrastrutture
portuali e sulle problematiche del
lavoro, sollecitando tutti i livelli istituzionali a trovare le soluzioni possibili e tempestive.
L’azienda pone alcune priorità
che vanno dalla questione della discarica (su cui è attesa ancora l’autorizzazione per l’ottavo argine), al
problema dell’energia (ricordando
che alla fine del 2015 cesserà lo strumento della superinterrompibilità)
alle questioni del lavoro e in particolare delle regole in materia pensionistica su cui chiede di poter applicare le norme sui lavori fortemente
dello Sviluppo economico, mentre
per il contratto di programma e le
problematiche ambientali e infrastrutturali, sarà attivato il coordinamento degli assessori e delle strutture interessate.
L’ingresso dello stabilimento della Portovesme srl.
usuranti per consentire un accompagnamento alla pensione dei lavoratori con maggiore anzianità.
Su energia e Commissione Ue,
il presidente si è impegnato ad attivare un incontro con il ministero
Sugli aspetti legati alla disciplina del lavoro, l’assessorato competente, infine, con il coinvolgimento
delle organizzazioni sindacali e dell’Azienda, cercherà un’interlocuzione con il Ministero.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 266 • 21 Gennaio 2014
All’inizio del nuovo anno siamo stati nei luoghi che il 18 novembre 2013 hanno vissuto la drammatica esperienza dell’alluvione
Olbia vuole risorgere, i cittadini attendono il miracolo
A distanza di due mesi tutte le ferite sono ancora aperte e tra le vittime cresce la paura di restare soli con tutti i problemi.
S
ono passati esattamente 21
giorni dal brindisi di Capodanno... in molti a Olbia non
hanno brindato... aspettano di
poterlo fare nella loro casa.
Il 2014 per tutti loro è un anno di
speranza... ma i giorni passano e la
situazione risulta ancora lontana dalla
risoluzione, infatti dopo 2 mesi e 3 giorni da quel terribile tardo pomeriggio
in cui la smisurata forza dell’acqua
ha travolto la vita di circa 3.000 persone e ha segnato di paura lo sguardo
di 12.000 bambini, si è tornati alla quotidianità, segnata per alcuni dalla tragica scomparsa di una persona cara,
per altri dalla perdita della loro casa...
L’attenzione di questo inizio 2014
è dedicata a loro, era doveroso farlo
dando voce ad alcuni abitanti di una
città provata ma disposta a risorgere...
Tra le zone più colpite, in cima alla lista appaiono via Lazio, zona Baratta, Isticadeddu e zona Bandinu...
vederle è un po’ come rivivere la tragedia di quel 18 novembre 2013...
Sono le cinque del pomeriggio del
2 gennaio quando arriviamo in via Redipuglia, poche persone per la strada, il
primo signore con cui ci fermiamo a
parlare si chiama Mario Spano, è
proprietario di un’autoscuola... sorride mentre ci racconta dei gravissimi
danni che ha subito la sua attività, non
capiamo la sua reazione, solo alla fine dell’intervista, quando non resistiamo e gli chiediamo il perché... comprendiamo quel che poi in molti ci diranno: «Sto bene, sono vivo, non ho
perso nessuno... ricomincerò!»
Era dal 21 febbraio 1979 che non
si verificava un’alluvione, anche se
non si può certo paragonare a questa
ultima, la cui imponenza ha spazzato via come fuscelli ponti, muri ed
auto, segnando a lutto una città da cui
si sente incalzante un grido d’aiuto.
Il signor Giuseppe Nieddu lo incontriamo in un bar, con gli occhi velati di lacrime racconta di esser ospite di parenti, il fango quel tremendo
lunedì gli ha inondato la casa, inghiottendo per sempre tutti i suoi ricordi: non ha più foto, nessun documento, non è riuscito a salvare niente...
i sacrifici di una vita sono svaniti nel
giro di poche ore... i giorni successivi
alla tragedia signor Giuseppe non
rientra a casa, non riesce a vederla in
quello stato... il dolore è troppo forte,
è commosso, ora ha solo delle pareti
da ripulire, una casa da rimettere in
sesto... esattamente come la sua vita.
Poco più avanti luccica un albero
di Natale... sono le vetrine di Lusian...
un presepe troneggia al centro del
negozio, decidiamo di entrare, al di là
del bancone scorgiamo subito il caldo
sorriso di una signora, poco dopo scopriamo che si chiama Angela, dopo
aver acquistato qualche souvenir le
rivolgiamo la fatidica domanda:
«Dove si trovava al momento dell’alluvione?»
La risposta è un susseguirsi di parole che scrosciano impetuose senza
quasi dar tempo alle pause di intervenire... Alle 18.00 della sera di quel
per lasciar spazio a chi ne ha sicuramente più bisogno di me...»
Sorridiamo compiaciuti per la sua
scelta e decidiamo di raggiungere lo
sfolgorante Jazz Hotel, la bellezza che
lo contraddistingue è amplificata dagli addobbi natalizi... la guida rossa
adagiata sulla scalinata esterna indi-
Una delle montagne di rifiuti create dalla furia dell’acqua.
terribile pomeriggio, piove ma non
sembra in misura preoccupante, Angela decide di chiudere il negozio
ignara di quel che intorno iniziava ad
accadere, prende l’auto ma come arriva nei pressi di via Barcellona, una pattuglia della polizia municipale la invita a tornare indietro, mentre percorre via Vittorio Veneto il livello dell’acqua sommerge buona parte dello
sportello ed è costretta a fermarsi ed
attendere... dietro la sua auto un pullman di linea ospiterà i passeggeri sino alle 11.30 della sera, quando a bordo dei gommoni saranno finalmente
messi in salvo. Angela rimane nella
sua auto sino alle due del mattino,
quando l’acqua comincia a defluire
le danno il permesso di rimettersi in
strada ma... deve trovarsi un alloggio,
tornare a casa potrebbe essere pericoloso. Decide di tornare in negozio
ma come apre la porta l’aspetta una
brutta sorpresa... nonostante non ci
sia la corrente, riesce a capire che il
fango è penetrato anche lì. Accende
alcune candele e chiama al telefono
il proprietario del negozio, Giuseppe
Giamberduca, che si precipita ed insieme, sotto una luce fioca, si ritrovano a svuotare il locale dal fango
misto a pezzi di cristallo... l’acqua era
penetrata anche dal soffitto, aveva
raggiunto le pareti indebolendo i supporti degli orologi che erano caduti a
terra in mille pezzi spargendo schegge qua e là.
Signor Giuseppe non ha chiesto il
risarcimento dei danni e alla mia domanda sul perché, risponde dicendo:
«Ho preferito non denunciare i danni
suoi occhi sgorga una lacrima quando si ricorda dei suoi lavori persi nel
fango... in particolare un tronco di
legno con la Madonnina e Padre Pio.
Ha paura di “finire in comunità” e lancia un appello accorato... ridatemi una
casa, non fatemi morire...
Cosa le manca di più?
rizza i nostri pensieri ai racconti di vita
appena raccolti e subito pensiamo...
che meraviglia di posto... ma che tristezza doverci stare perché madre natura, con un suo gesto inconsulto, ha
spazzato via la tua casa...
La tristezza ci pervade e prende
definitivamente forma quando cono-
L’intervista alla signora Maria Rozzo in una saletta del Jazz Hotel di Olbia.
sciamo la signora Maria Rozzo, una
donna invalida di 68 anni, che la vita
ha messo duramente alla prova e che,
per una serie di vicissitudini familiari, si ritrova a cercare di rimettersi in
piedi per la terza volta. Questa volta
però non è semplice, certo è contenta di essersi salvata ma... sta in albergo
dalla notte della tragedia insieme ad
altre 6 o 7 famiglie, non ricorda bene, il suo unico desiderio è riavere una
casetta tutta sua, dove poter coccolare
Uniti dalle note di Antonello Murgia
G
disoccupati, lavorano per recuperare
la loro casa con del materiale offerto
da alcune associazioni.
Alla Parrocchia di San Michele
Arcangelo, presso la chiesa di Sant’Antonio, Don Theron Oscar Casula ha organizzato un vero e proprio
centro di raccolta dove, per alcuni
In breve tempo l’acqua ha travolto tutti e tutto nella zona bassa di Olbia.
Tutto esaurito al Teatro Electra al concerto-ricordo del musicista
randi emozioni il 5 gennaio al teatro Electra di
piazza Pichi, a Iglesias,
per musicisti e pubblico
protagonisti del concerto tributo in
ricordo di Antonello Murgia personaggio di spicco nel mondo musicale isolano, scomparso lo scorso
anno, organizzato dall’associazione
culturale Prospettive, con il patrocinio del comune di Iglesias.
Antonello, musicista e compositore, simpatico, sensibile ma irriverente e sincero, ha fondato diversi gruppi musicali.
Amici e musicisti che negli anni gli sono stati vicini e hanno suonato con lui, si sono dati appuntamento per ricordarlo in musica e
l’evento è stato un grande successo, una serata ricca di emozioni e
carica della presenza di Antonello in ogni nota. I musicisti si sono
esibiti con grande energia ed il
pubblico ha gradito moltissimo.
Sullo sfondo del palco, le immagini di Antonello hanno accompagnato la serata, rendendo ancora
più viva la sua presenza che sembrava essere in sala.
la sua Luna, una cagnolina che al momento sta a casa di una sua amica.
Signora Maria viveva in una casa
in affitto dove pagava 250 euro al
mese, in via Grecia, la zona vicina
allo stadio “Bruno Nespoli”, non era
grande ma vi poteva svolgere il suo
hobby: lavorare tronchi di legno, dai
La serata si è aperta con la presentazione con immagini e video
di “RicordiAmoAntonello”. La prima parte è stata caratterizzata dall’esibizione della BECC’S BAND
Il concerto al Teatro Electra.
FRIEND, composta da Sandro Mura, Felice Murgia, Fabio Bellia,
Gian Luca Locci, Luca Fanni, Giorgio Murtas e Paolo Tarozzi.
Dopo un breve intermezzo cu-
rato dal gruppo Homage, con la stupenda voce di Ileana Sira, si è esibita la SARRIGNA R&B BAND,
con Sandro Mura, Felice Murgia,
Massimo Secci, Ileana Sira, Ma-
Foto del concerto di Sandro Peddis.
nola Cirronis, Barbara Cadeddu,
Raffaella Tocco, Carlo Tocco, Luca Cabriolu, Stefano Vascotto e
Fabio Diana.
M.C.
Sorride al pensiero e subito dopo,
visibilmente commossa, ci dice: «La
caffettiera!».
Un’amicizia nata da una tragedia,
quella tra la signora Maria e la signora Giacomina Marini che, della sua
casa, ha salvato solo le pareti.
Quando le incontriamo sono sedute insieme sul divano nella hall dell’albergo, la signora Marini racconta
di come il marito disoccupato e i suoi
tre figli di 38, 29 e 23 anni, anch’essi
giorni, non si è neanche celebrata la
messa e dove ancora oggi ci sono
iniziative ad opera della Caritas. Signor Mimmo ci parla di Don Theron
come di una persona splendida che si
è prodigata per aiutare i più colpiti
dalla tragedia, tutti a Olbia ci parlano
di lui come di un uomo dall’incredibile umanità. Ma dimostrazioni di solidarietà a Olbia, dopo la tragedia, ce
ne sono state davvero tante, come ci
racconta Carlo Manzi, dipendente della Meridiana: «Un gruppo di dieci ragazzi di Berchidda, tutti tra i 16 e i
18 anni - ci dice Carlo - è arrivato carico di energia e ci ha aiutato a liberare dal fango la casa. Grande è stata
la mia sorpresa quando ho ritrovato
tra le macerie la fede nuziale e scorto
l’album del matrimonio, incredibilmente indenne in cima ad un mobile.
Non dimenticherò mai il panico della
sera della tragedia… ero a lavoro
quando ho ricevuto una telefonata di
mia moglie Emiliana, che inizialmente non aveva compreso cosa di lì a poco sarebbe successo, volevo raggiungerla ma pioveva a dirotto, era saltata la corrente ed il livello dell’acqua
cominciava a salire, i bambini, Simone e Cristiano, sapientemente messi sul tavolo dalla loro mamma, osservavano spauriti i mobili che cadevano e il divano che galleggiava.
Fortunatamente sono intervenuti i vicini che li hanno portati in salvo,
ospitandoli nella loro casa.
L’indomani mattina, quando finalmente l’acqua defluiva, ho finalmente riabbracciato la mia famiglia,
è stato un bel Natale il nostro… ave-
vamo perso tutto, ma insieme potevamo ricominciare…»
Ora la famiglia Manzi vive in una
nuova casa dove Babbo Natale, chiamato da alcune mamme intraprendenti,
è passato a trovare i bambini e a portar loro dei doni, anche se certo sarà
difficile dimenticare…
Il ricordo è ancora vivo anche per
Maurizio Unali, direttore del Conad
di via Galvani, grazie alla sua prestanza fisica e al suo cuore grande è
riuscito a salvare due bimbe e la loro
mamma che erano rimaste intrappolate in macchina, aiutando poi a mettersi in salvo le stesse dipendenti del
supermercato, ingenti i danni al negozio, stimati in circa 400.000 euro. è
commosso Maurizio quando ci racconta del papà delle bimbe salvate
che insieme alla moglie si reca a ringraziarlo ancora una volta per il coraggio e la bontà dimostrati.
Grande bontà anche da parte un
imprenditore di Iglesias, Ninetto Deriu, titolare di alcune imprese nel polo industriale di Portovesme, che inizialmente decide di devolvere un contributo per aiutare due centri poveri
colpiti dall’alluvione: Uras e Terralba. Poi nasce in lui l’idea di una pesca di beneficienza che lasci i doni in
zona e frutti per le popolazioni colpite dalla tragedia. Ninetto Deriu acquista un’auto, due scooter, una decina di biciclette e qualche macchina a
batteria per bambini e da un gazebo
in piazza Oberdan, a Iglesias, fa partire la vendita dei biglietti da uno a
cinque euro, il ricavato è di 20.900
euro, sostanzialmente pari alla cifra
spesa per l’acquisto dei premi. Soddisfatto dell’iniziativa, stacca un assegno
a nome di una delle sue aziende, devolvendo 30.000 euro ad Uras, colpito al 60% e 20.000 euro a Terralba.
La manifestazione avrebbe dovuto concludersi con l’estrazione domenica 19 gennaio, ma a causa dell’incessante pioggia è stata rimandata a
domenica 26; in quella occasione l’imprenditore avrà il piacere di consegnare i premi ai fortunati e gli assegni
ai rappresentanti dei comuni colpiti.
Decisamente tante le persone che
necessitano di aiuto, tra tutte le vicende però le note più tristi sono quella
della malinconica Maria che desidera
riavere una “piccola casetta” da poter condividere con la dolce cagnolina Luna… sarebbe fantastico poterla
aiutare a realizzare il suo sogno… speriamo quindi che un benefattore leggendo questo articolo possa essere
colpito dalla voglia di mettersi in gioco e magari contatti la signora Maria…
Un grande augurio, infine, a tutte
le persone che con fatica stanno cercando di rialzarsi...
Nadia Pische
DOCUMENTO REDATTO AI SENSI DELL’ART. 7
DELLA LEGGE 22 FEBBRAIO 2000 N. 28
E DELLE DELIBERE DELL’AUTORITA’ PER LE GARANZIE
NELLE COMUNICAZIONI DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Il sottoscritto Giampaolo Cirronis, quale legale rappresentante della ditta individuale Cirronis
Giampaolo, Via Cristoforo Colombo, 20 - Carbonia, codice fiscale CRRGPL59P28B745B partita IVA 02270380922, editore del periodico “La Provincia del Sulcis Iglesiente”, con
riferimento al proprio intendimento di pubblicare messaggi politici autogestiti a pagamento
per l’elezione del XV Consiglio regionale della Sardegna e del Presidente della Regione fissata per il giorno 16 febbraio 2014, rende noto quanto segue:
a) la prenotazione degli spazi da parte dei soggetti interessati dovrà pervenire a mezzo
e-mail all’indirizzo [email protected] con l’indicazione del committente responsabile, entro le ore 12.00 del 5 febbraio 2014. La testata terrà conto delle prenotazioni in
base alla loro progressione temporale.
b) per le tariffe di accesso agli spazi, identiche per tutti i partiti, liste e candidati, contattare
la redazione all’indirizzo e-mail [email protected] o al numero 333 9698533.
Il pagamento del corrispettivo per la realizzazione e pubblicazione dei messaggi dovrà
avvenire in anticipo.
c) il materiale dovrà pervenire entro le ore 12.00 del 7 febbraio 2014.
Carbonia, 21 gennaio 2014
Il direttore
Giampaolo Cirronis
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Giunto all’undicesima edizione, il festival organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione riscuote sempre maggior successo
“Gospel Explosion”, gioia e serenità
N
Nel 2013 gli interventi contro la povertà
Dal Cagliaritano al Sulcis Iglesiente, otto tappe in nove giorni, in teatri e chiese e nell’affascinante scenario delle grotte Is Zuddas.
quella dei membri del gruppo formato da sei coristi e tre musicisti che,
all’occorrenza, hanno “tirato fuori”
una voce calda e potente; un repertorio
vastissimo, diverso per ogni serata,
«una presenza scenica pazzesca con
dei cambi d’abito incredibili, persone
umanamente grandi - così dichiara
Gianni Melis ed aggiunge - sono soddisfatto della manifestazione non nascondo l’ipotesi che, per la prima volta, il prossimo anno possa tornare lo
stesso gruppo».
Alla domanda in quale occasione si
è emozionato di più sentendoli cantare, il direttore artistico risponde: «L’emozione più grande l’ho provata alle
grotte quando ho sentito i tre pezzi a
cappella, un po’ come la prima volta
ato quasi per scommessa, ma
divenuto negli anni uno degli eventi più gettonati della mappa dei festival gospel isolani e nazionali, “Gospel Explosion” è ormai giunto alla sua undicesima edizione con un successo di
pubblico superiore allo scorso anno
quando si raggiunsero ben quattromila spettatori.
La musica sacra afroamericana si
spande per l’aria, prima nel Cagliaritano e poi nel Sulcis Iglesiente, attraverso le calde note di voci emozionanti e coinvolgenti.
Direttamente da Harlem, un quartiere di Manhattan, diventato ormai
il “quartiere degli artisti”, proprio
nel cuore di New York, arrivano i
Gli Harlem Messengers, fondati nel
2001 da Kellie Turner, famosa cantante e produttrice di New York, sono
un gruppo internazionale, la cui musica spazia dal gospel al rhythm &
blues. Il loro obiettivo è portare tra le
persone gioia e serenità, non a caso
la parola gospel è l’unione di due
parole, good spell “buona novella”,
quindi “parola di Dio”.
Dal 22 al 30 dicembre 2013, gli
Harlem Messengers hanno letteralmente travolto il pubblico attraverso
uno spaccato musicale sempre diverso.
Otto tappe, otto successi di pubblico!
Da Sinnai, dove il gospel è arrivato per la prima volta, a Carbonia,
passando per Calasetta, quindi a
L’esibizione nelle grotte Is Zuddas.
Il concerto della sera di Natale al Teatro Centrale di Carbonia.
simpaticissimi e preparatissimi interpreti della musica gospel americana
ed internazionale.
The Harlem Messengers hanno toccato il cuore delle migliaia di persone
che hanno calcato i luoghi delle loro
esibizioni… Teatri, chiese, grotte, gli
applausi non si sono contati, sorrisi e
battiti di mani a ritmo sono stati la colonna sonora di ogni loro concerto.
La realizzazione della rassegna,
la cui direzione artistica è affidata a
Gianni Melis, che è anche l’organizzatore a capo dell’associazione culturale Progetto Evoluzione di Narcao,
è stata possibile grazie al contributo
della Regione autonoma della Sardegna e degli assessorati della Pubblica
istruzione, sport, spettacolo e turismo.
Sestu e poi a Santadi, nelle grotte Is
Zuddas, al termine della Messa celebrata dal vescovo di Iglesias, monsignor Giovanni Paolo Zedda, e poi
ancora a Iglesias e Carloforte, per
concludere, infine, a Sant’Antioco.
Uno spettacolo più avvincente dell’altro, tutti ricchi di pathos che, come
accade in una festa, ha portato allegria
e calore. Brillando per energia con le
loro voci vellutate, i membri del gruppo hanno tenuto vivo ogni attimo di
tutte le serate, grazie anche alla loro
spiccata personalità interpretativa.
Tra loro un dottore, un insegnante
di musica, una dirigente dell’agenzia
di gruppi gospel, un ballerino di danza classica.
Una qualità artistica molto elevata,
che sono stato invitato in una loro chiesa a New Orleans, tutti cantavano!
Durante le loro funzioni quasi tutte le
preghiere sono cantate e cantano davvero tutti… ancora ricordo una nonnetta di almeno 80 anni che è andata letteralmente in estasi.»
Proprio come è successo in questa XI edizione, nella quale The Harlem Messengers sono riusciti a far ballare e cantare tutti regalando un’atmosfera natalizia “partita dal loro cuore” per arrivare dritta al nostro, per
emozionarci e farci stare bene insieme.
Appuntamento all’anno prossimo,
quindi, per rivivere insieme la magia
del Natale, perché come dicono loro,
«se questo lo ha deciso Dio, così sarà»!
Nadia Pische
Cresce l’impegno del comune di Carbonia per l’emergenza sociale
hanno coinvolto ogni mese 450 famiglie
A
nche nel 2013 l’Amministrazione del comune
di Carbonia si è fatta carico, nonostante la diminuzione delle risorse trasferite
dalla Regione, del disagio economico e occupazionale che colpisce un numero sempre maggiore
di famiglie della città.
L’Amministrazione comunale si
è impegnata in tutte le azioni capaci di promuovere la dignità delle
persone, limitando gli interventi di
puro assistenzialismo ai soli casi in
cui è stato impossibile agire diversamente. In quest’ottica uno degli
obiettivi dell’Amministrazione, così
come da Programma di Mandato del
Sindaco, è stato quello di offrire il
maggior numero possibile di opportunità occupazionali.
Ciò nonostante e come conseguenza della crisi del territorio, gli
interventi di mera assistenza economica sono aumentati in modo
consistente, coinvolgendo mensilmente circa 450 famiglie, con un
impegno economico da parte dell’Amministrazione di circa 700.000
euro nell’anno. Questi interventi
hanno riguardato famiglie con uno
o più figli a carico, nuclei con un
solo genitore e persone sole con
un reddito ISEE compreso tra 0 e
4.500 euro, con particolare attenzione anche per i casi in cui la situazione reddituale ha avuto un netto peggioramento durante il 2013,
causato ad esempio dalla perdita
del lavoro o altre situazioni contingenti. I beneficiari hanno potuto godere dell’intervento per un
periodo compreso tra i tre e i dodici mesi.
A queste misure di sostegno
economico vanno aggiunti altri interventi quali: i contributi per le
spese di affitto, le borse di studio
a studenti meritevoli, il rimborso
delle spese di istruzione ed altri ancora, che hanno fatto lievitare le
risorse messe a disposizione a ben
oltre un milione di euro.
L’assessore Maria Marongiu.
Un’altra linea di intervento su
cui l’Amministrazione si è fortemente impegnata è stata quella degli interventi sull’occupazione che,
pur garantendo risposte a tempo
determinato, hanno consentito a
numerosi cittadini di sentirsi parte attiva della comunità e garantire allo stesso tempo un sostegno
economico alla propria famiglia.
Solo nel 2013 circa 200 persone
hanno avuto l’opportunità di pre-
stare la loro opera in servizi rivolti
alla collettività per periodi dai 4
ai 12 mesi, ricevendone un compenso compreso tra i 450 e i 700
euro mensili. Le risorse impegnate
ammontano a circa 2 milioni di euro, solo in parte forniti dalla Regione Sardegna. In dettaglio: 48 persone (operai generici, diplomati e
laureati) sono stati impegnati per 6
mesi utilizzando i fondi del Piano
Anticrisi; 40 persone hanno usufruito delle risorse messe a disposizione per un cantiere di forestazione; 12 giovani, hanno arricchito le proprie competenze grazie ai
tre progetti di servizio civile presentati dall’Amministrazione comunale, ricevendo un compenso
mensile di 450 euro per un anno; 54
persone hanno usufruito di misure
quali il Servizio Civico e gli inserimenti lavorativi, così come 11 sofferenti psichici residenti a Carbonia, grazie ad un finanziamento finalizzato del Plus A questi beneficiari vanno aggiunte le oltre trenta
persone che, a vario titolo, hanno
prestato la loro opera temporaneamente presso l’Amministrazione (vigili urbani nel periodo estivo, lavoratori in mobilità in deroga, etc.).
L’impegno profuso e le risorse
economiche destinate a questi interventi rispondono ad una precisa
scelta dell’Amministrazione comunale, che ha voluto privilegiare gli interventi di natura sociale,
a cominciare da quelli contro la
povertà, poiché destinati ai cittadini con ricadute dirette e significative sulla qualità della loro vita.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 266 • 21 Gennaio 2014
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Lo scorso 14 gennaio il Consiglio regionale ha approvato la legge che istituisce l’Agenzia regionale per le bonifiche
Tra 90 giorni l’ARBAM succederà all’IGEA Spa
L’ARBAM sarà sottoposta ai poteri di indirizzo, vigilanza e controllo della Regione, di cui è struttura tecnico-operativa.
I
l Consiglio regionale ha approvato la legge che istituisce
l’ARBAM, struttura tecnicooperativa della Regione autonoma della Sardegna che assume
le funzioni svolte dalla società in
house IGEA Spa.
L’Agenzia regionale per la bonifica e l’esercizio delle attività residuali delle aree minerarie dismesse
o in via di dismissione, per il riordino e l’esercizio delle funzioni in
materia di bonifiche ambientali e
riqualificazione del settore minerario sarà sottoposta ai poteri di indirizzo, vigilanza e controllo della Regione.
La legge approvata dal Consiglio
regionale è finalizzata a:
a) garantire la corretta gestione
del territorio interessato dall’attività mineraria dismessa o in via di
dismissione ai fini della sicurezza,
bonifica, riqualificazione ambientale ed eliminazione del rischio sanitario connesso nelle aree di cui
l’ARBAM detiene la disponibilità;
b) attivare processi di sperimentazione ai fini della riqualificazione e bonifica del settore minerario;
c) accrescere la qualificazione in
materia di bonifica mineraria;
d) contribuire alla tutela ed alla
valorizzazione dei compendi immobiliari della società IGEA Spa soppressa ai sensi dell’articolo 15.
Le funzioni dell’ARBAM saranno
le seguenti:
a) la caratterizzazione, la messa
in sicurezza d’emergenza o permanente, il ripristino ambientale e la
bonifica di aree minerarie ed industriali dismesse o in via di dismissione nelle aree di cui detiene la disponibilità o appartenenti a società
interamente partecipate dalla Regione, qualora le medesime non dispongano di adeguati mezzi tecnico-finanziari;
b) la messa in sicurezza delle concessioni minerarie, anche in funzione
della restituzione all’uso legittimo;
c) l’esecuzione di studi, ricerche
e sperimentazioni tecnico-scientifiche nel settore minerario, di rilevamenti geologici e geofisici;
d) l’esecuzione di rilievi e ricerche idrogeologiche e idrauliche, di
programmi e piani di intervento e
realizzazioni per la prevenzione degli inquinamenti e la decontaminazione delle acque sotterranee nelle
aree in disponibilità;
e) nelle more del trasferimento
delle competenze al gestore del
servizio idrico integrato, lo svolgimento di attività inerenti alla realizzazione di opere idrauliche e di
opere civili o industriali, nonché la
gestione di sistemi di approvvigionamento e distribuzione di risorse
idriche, in connessione con l’utilizzazione di acque sotterranee
profonde della Sardegna delle aree
minerarie di cui detiene la disponibilità;
f) la gestione del patrimonio immobiliare di sua proprietà tenendo
conto, per le cessioni, delle procedure previste dall’articolo 8 della
legge regionale 4 dicembre 1998,
n. 33 (Interventi per la riconversione delle aree minerarie e soppressione dell’Ente minerario sardo
(E.M.S.A.)), e successive modifiche ed integrazioni e delle conseguenti direttive regionali;
g) le attività dirette relative alla
manutenzione, alla messa in sicurezza delle strutture minerarie e al
recupero ambientale di compendi
immobiliari adibiti a percorsi turistico-museali, direttamente o indirettamente legati alle attività minerarie, secondo quanto previsto dall’articolo 9 della legge 30 luglio
1990, n. 221 (Nuove norme per la
attuazione della politica mineraria), e sulla base di specifici affidamenti da parte del futuro soggetto
titolare;
h) la gestione dell’Archivio storico minerario, nelle more dell’individuazione del soggetto gestore.
L’Agenzia avrà un direttore generale che resterà in carica cinque
anni, un collegio dei revisori dei conti ed un comitato regionale di coordinamento, nominato dal presidente della Regione (composto dallo
stesso presidente della Regione, che
lo presiede; l’assessore regionale della difesa dell’Ambiente; l’assessore
regionale dell’Industria), che resterà
in carica tre anni.
Il patrimonio dell’Agenzia ARBAM Sardegna è costituito dai beni mobili e immobili della soppressa società IGEA Spa, riconosciuti
strettamente funzionali alle attività
attribuite all’Agenzia con atto ricognitivo approvato dal presidente
della Regione.
L’ARBAM opererà con personale assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato, mediante concorsi pubblici, cui verrà applicato il contratto
collettivo del comparto Regione,
enti e agenzie. In sede di prima applicazione il personale a tempo indeterminato dipendente di IGEA
Spa verrà trasferito all’ARBAM,
con contratto collettivo del comparto Regione, enti e agenzie; in caso di
trattamenti economici superiori
verrà riconosciuto in favore degli interessati un assegno ad personam
riassorbibile.
Il personale a tempo determinato dipendente di IGEA Spa che avrà
superato il periodo di prova al momento dell’entrata in vigore della
legge, verrà ugualmente trasferito
all’ARBAM.
Decorsi novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge
verrà soppressa la società IGEA,
Spa, già S.I.M. Spa, di cui all’articolo 7 della legge regionale n. 33
del 1998, e, sulla base di criteri e
requisiti generali definiti con deliberazione della Giunta regionale,
sono individuate forme e modalità
di trasferimento dei rapporti giuridici attivi e passivi.
Modesto Melis è stato ospite d’onore del convegno di Iglesias
Cresce la cultura della donazione del sangue
S
abato 21 dicembre 2013, la
Associazione Volontari della Solidarietà di Iglesias, ha
tenuto per il terzo anno consecutivo il convegno sulle problematiche mediche e sociali relative
alla donazione del sangue.
Per l’occasione sono intervenuti
numerosi medici esperti nel settore
delle trasfusioni.
Nel corso della manifestazione,
presieduta dal presidente dell’Associazione Luigi Mascia, svoltasi nella sala Lepori di Iglesias, sono stati
premiati con borse di studio, gli studenti delle scuole medie superiori, che
assiduamente hanno donato il proprio sangue perché fosse di aiuto a
chiunque dovesse averne necessità.
Sono state consegnate anche le
coppe ai vincitori dei tornei di calcetto organizzati dall’associazione.
Ospite d’onore del convegno è
stato Modesto Melis, sopravvissuto
all’inferno del lager di Mauthausen,
il quale, testimone degli orrori del na-
zismo e della guerra, non esitò, una
volta rientrato alla vita normale ad
essere, per molti anni un donatore di
sangue, almeno fino a quando l’età
lo ha consentito.
La consegna della targa a Modesto Melis.
Al termine del convegno sono,
inoltre, stati regalati ai partecipanti
i calendari realizzati dall’Associazione. Ogni pagina, di ciascun mese è stata dedicata ad Istituti scola-
stici, Associazioni od Enti che hanno collaborato e collaborano con la
VDS.
Oltre ovviamente ai volontari
della solidarietà, a cui è stata dedicata la pagina di gennaio, hanno illustrato i restanti mesi: l’Istituto
professionale per l’agricoltura e lo
sviluppo rurale; C. Beccaria (Carbonia/ Villamassargia); Istituto professionale G. Ferraris di Iglesias; Liceo Linguistico e delle scienze umane Baudi di Vesme di Iglesias; Istituto tecnico Industriale G. Asproni
di Iglesias; Liceo Scientifico G.
Asproni di Iglesias; Rotary Club di
Iglesias; il più anziano ex donatore
(Modesto Melis) e l’attuale donatore
con ben 100 donazioni raggiunte (Sergio Orrù); Istituto Tecnico E. Fermi
di Iglesias; i donatori dell’associazione premiati con borsa di studio; il
Battaglione degli allievi carabinieri;
il Liceo scientifico E. Lussu - Istituto IPIA E. Loi di Carbonia.
Giuseppe Mura
Dal 9 gennaio 13 lavoratori occupano la Galleria Villamarina
è esplosa la vertenza degli “Invisibili” Rockwool
D
allo scorso 9 gennaio tredici lavoratori interinali ex
Rockwool si trovano all’interno della Galleria
Villamarina di Monteponi, occupata per rivendicare una ricollocazione occupativa dopo che il 31 dicembre 2013 è scaduta la mobilità. I tredici, gli “Invisibili” della Rockwool,
chiedono lo stesso trattamento riservato, dopo un’analoga occupazione
della stessa Galleria Villamarina, ai
lavoratori diretti, assorbiti dall’ATIIfras, nei progetti di bonifica.
Domenica 19 gennaio si è tenuto un evento musicale organizzato
nel presidio dei lavoratori Invisibili
della Rockwool. Pensato inizialmente per aiutare gli Swallow my Pride
e altre band che hanno perso tutto a
causa del ciclone Cleopatra, è diventato in corso d’opera, e di lotta,
occasione d’incontro con chi e per
chi ha perso tutto ma non la speranza.
La storia degli “Invisibili” della
Rockwool è una storia emblematica, un’apertura verso un mondo di
invisibili di molteplici questioni,
magari anche di nessuna, di chi vive
di lavoretti alla giornata, in nero e
troppo oltre il limite dello sfruttamento, di chi non ha nemmeno quello,
quegli “invisibili” non inseriti in nessuna vertenza, non beneficiari di nessuna cassaintegrazione, non sotto tutela sindacale, non al centro di accordi, mai protagonisti di passaggi
mediatici, se non come un anonimo
punto nelle percentuali della crisi: è
questa la vertenza a cui gli “Invisibili” aprono il varco, questa è la vertenza dei più deboli tra i deboli.
Massiccia e festante partecipazione al pranzo natalizio
I sapori della solidarietà
serviti dalla Sodalitas
L
a tradizione dell’accoglienza, anche in occasione delle festività natalizie,
si è rinnovata nella tavola
della Sodalitas.
è stata massiccia, infatti, la partecipazione al pranzo della solidarietà, promosso annualmente alla
vigilia del Natale.
A mensa hanno trovato posto oltre cento persone, in un clima di sincera familiarità e profonda condivisione. Questo è proprio lo spirito
dell’associazione, da 25 anni impegnata quotidianamente accanto ai bisognosi, andando incontro alle più
svariate situazioni di necessità, attraverso una risposta concreta ed immediata sempre a difesa del valore
della vita, senza esclusioni.
La giornata di festa è iniziata di
primo mattino, con i coinvolgenti
preparativi ad opera degli instancabili volontari, che poi si sono cimentati anche nel ruolo di camerieri.
A tavola, insieme agli ospiti, bambini, giovani, adulti e anziani, presenti anche i dirigenti e i sostenitori del sodalizio, guidato da Antonio
Sias, oltre i rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Iglesias,
nella persona del sindaco, Emilio
Gariazzo, del suo vice, Simone Franceschi e dell’assessore alle Politiche
sociali, Alessandra Ferrara. Il saluto ai presenti e l’augurio di buone
feste è stato dato anche dal vescovo
Giovanni Paolo Zedda, accompagnato dal parroco del quartiere Francesco Pometti. Presenti anche i rappresentanti di Lions Club e Rotary
Club, con i presidenti Del Rio e
Correale, insieme al direttore della
Caritas diocesana Raffaele Callia.
L’associazione di volontariato
cristiano, giornalmente, provvede
anche ad erogare dei pacchi viveri
a quanti, pur non richiedendo il servizio mensa, bussano alla porta della sede di Via Melis De Villa in cerca
dell’indispensabile per affrontare la
su diversi versanti: socio-sanitario
118, che si avvale di tre ambulanze,
di cui una ad hoc per operare in centro storico; ospedaliero, con le volontarie; socio-assistenziale mediante la mensa giornaliera; culturale, attraverso l’organizzazione di convegni e corsi formativi; ricreativo. Da
diversi anni c’è anche il consultorio
familiare diocesano che, sempre in
Il pranzo organizzato dalla Sodalitas.
giornata: alcuni dei beneficiari sono
“nuovi arrivi”, altri vantano uno
“storico abbonamento” all’associazione, segno di una situazione che,
evidentemente, nel tempo è tutt’altro
che migliorata. Con circa 200 soci,
parte dei quali direttamente operativi,
la Sodalitas riesce a garantire molteplici servizi, che si concretizzano
modo completamente gratuito, opera con specialisti in aiuto ai singoli
e alle coppie; viene inoltre offerto
un supporto scolastico agli studenti
meno abbienti, con docenti di tutte
le discipline; servizio guardaroba,
con raccolta e distribuzione di vestiario.
Gianluigi Sulas
Il comune di Giba si è classificato all’11° posto in Italia
Dal “6.000 campanili” 975.000 euro
per la ristrutturazione del municipio
I
l comune di Giba si è classificato all’11° posto a livello nazionale, primo comune della
Sardegna, nella graduatoria
del bando “6.000 campanili” del
ministero delle Infrastrutture e dei
trasporti. Il programma prevedeva
lo stanziamento di 100 milioni di
euro dopo l’accordo tra il ministero
delle Infrastrutture e l’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) per:
A) Interventi infrastrutturali di
adeguamento, ristrutturazione e
nuova costruzione di edifici pubblici ivi compresi gli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche
B) Realizzazione e manutenzione di reti viarie e infrastrutture
accessorie e funzionali alle stesse
o reti telematiche di NGN e WI-FI
C) Salvaguardia e messa in sicurezza del territorio.
Possono presentare domanda di
contributo finanziario i Comuni che,
sulla base dei dati anagrafici risultanti dal censimento della popolazione 2011, avevano una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti. Possono altresì presentare domanda di
contributo finanziario le unioni
composte da Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti e i
Comuni risultanti da fusioni tra
Comuni ciascuno dei quali con popolazione inferiore a 5.000 abitanti. Ogni soggetto richiedente può
presentare un solo progetto anche
comprendente più opere connesse
funzionalmente purché coerenti con
le tipologie di intervento previste
dalla legge ed aggiudicabili tramite un’unica procedura. L’importo
del finanziamento richiesto per ogni
progetto deve essere compreso tra
500.000 a 1.000.000 di euro.
Il comune di Giba riceverà
975.000 euro, quasi il massimo del
contributo concedibile ad un singolo comune, per un intervento di
adeguamento normativo, messa in
sicurezza e ristrutturazione del
palazzo comunale di via Eleonora
d’Arborea. Solo un altro comune
sardo è entrato in graduatoria, Gon-
legge di stabilità.
La modalità operativa del fondo
prevede la stipula di singole convenzioni tra i Comuni finanziati e
il ministero delle Infrastrutture e
dei trasporti.
Al programma 6.000 campanili sono state destinate anche risorse non spese dei Fondi strutturali
europei per le regioni del Sud.
Queste nuove dotazioni sono uti-
Il municipio di Giba.
noscodina, che riceverà 1.000.000
di euro.
Il ministro delle Infrastrutture,
Maurizio Lupi, ha firmato il decreto e l’ha inviato alla Corte dei Conti.
Con i 100 milioni di euro stanziati
nel Decreto del Fare sono stati finanziati i primi 115 progetti.
A breve il ministro Lupi firmerà un secondo decreto con una seconda graduatoria di altri 60 Comuni finanziati con gli ulteriori 50
milioni di euro assegnati al Programma “6.000 campanili” dalla
lizzabili per i progetti presentati dai
Comuni delle regioni del Mezzogiorno, altri mille interventi circa
su cui sono in corso le verifiche per
l’inserimento nell’elenco delle opere
finanziate.
Il sindaco di Giba, Learco Fois,
ha espresso grande soddisfazione.
«Il municipio necessitava di urgenti interventi che saranno realizzati con il finanziamento di questo bando. Con il bilancio ordinario
sarebbe stato quasi impossibile provvedere in tempi brevi.»
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 266 • 21 Gennaio 2014
Alcune indicazioni di due addetti ai lavori, oltre le facili soluzioni preconfezionate e le sperimentazioni controverse
Il sovraffollamento dei pazienti in Pronto Soccorso
Spesso gli accessi impropri al Pronto Soccorso solo legati ad un’insufficiente gestione di patologie croniche a livello territoriale.
Continua (2)
In questo scenario, sembrerebbe
però che qualcosa stia cambiando nella cultura degli italiani, che qualche
prima crepa inizi a scalfire una visione della sanità troppo “ospedalocentrica”, ma la strada è ancora tutta in
salita, in Italia come all’estero.
Nell’editoriale di Monitor, la collana di supplementi della rivista della
Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), pubblicato lo scorso 12 giugno 2013, si evidenzia un calo degli accessi al Pronto
soccorso che, stando ai dati trasmessi dalle Regioni al sistema informativo
Emur del ministero della Salute per
il 2012, registra 1 milione di accessi in
meno rispetto al 2011 (si è passati dai
14.479.595 del 2011 ai 13.433.427 del
2012). Tale dato non trova riscontro
nella ASL di Carbonia, dove invece
gli accessi a tutt’oggi, registrano un
aumento di circa il 10% rispetto agli
ultimi due anni.
Il tema è però complesso e non è
affrontabile senza una visione sistemica delle trasformazioni in atto. Se,
infatti, dal lato del cittadino si assiste
all’aumento della domanda di prestazioni e alla diversificazione dei bisogni, dal lato del sistema dei servizi
si riducono drasticamente i posti letto
di degenza e l’ospedale si concentra
sulla gestione dell’acuzie.
Al contempo, il Pronto Soccorso
si configura sempre più come un servizio in grado di offrire una gamma
di prestazioni diagnostiche e specialistiche sempre più vasta e in tempo
reale. Questa trasformazione, in atto da
tempo, è oggi accelerata dalla contrazione delle risorse destinate al Servizio sanitario nazionale e, più recentemente, dalle disposizioni della legge
135/ 2012 sulla spending review.
Anche la recente riforma legislativa, avviata con la legge 189/2012 che prevede tra l’altro lo sviluppo di
forme organizzative complesse della
medicina generale di tipo funzionale
(Aggregazioni funzionali territoriali)
- e strutturale (Unità complesse delle
primarie) - fornisce in tal senso alcuni principi di riferimento, investendo
l’Assistenza primaria di nuovi e maggiori compiti. Con questa visione di
sistema e nell’ambito di una convenzione con il ministero della Salute,
Agenas ha assunto il compito di monitorare alcuni progetti regionali riguardanti le Cure primarie/ Assistenza H24, la riduzione degli accessi impropri al Pronto Soccorso ed il miglioramento della rete assistenziale.
Il nuovo Quaderno di Monitor,
oltre ai contributi di alcuni esperti in
materia e ad approfondimenti sulla
programmazione nazionale sul tema,
contiene i principali risultati dei lavori
realizzati nell’ambito di questa convenzione. Sono stati monitorati i progetti presentati da 12 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania,
Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana,
Veneto). I progetti analizzati riguardano principalmente la sperimentazione di modelli territoriali di diversa tipologia e diversa denominazione
(Presidi territoriali di assistenza, As-
accessi impropri al Pronto Soccorso
rappresenta la “punta dell’iceberg”
rispetto alla necessità di un riequilibrio di sistema e della riorganizzazione
dell’assistenza primaria. I risultati di
questo primo monitoraggio, infatti, confermano le premesse iniziali: il riordino dell’assistenza primaria ha obiettivi specifici e complessi e solo secondariamente può essere letto come strumento per la riduzione degli accessi
impropri al Pronto Soccorso. Va rilevato che la maggior parte delle espe-
intercettare una parte dei codici bianco/verdi che attualmente affollano in
modo improprio il Pronto Soccorso,
non consentirebbe di certo di risolvere
il problema degli accessi impropri.
La priorità assistenziale e la mission
organizzativa della medicina generale resta sempre la presa in carico e la
gestione della cronicità in strutture
idonee ed appare inutile - oltre che demagogico, secondo alcuni - pensare
che le future Aggregazioni funzionali territoriali e Unità complesse delle
a far ripartire il sistema a cominciare
dal MMG/PLS, qualsiasi soluzione
sarà probabilmente destinata, a lungo
termine, a fallire.
Possibili strategie di soluzione.
Come affermato precedentemente, il
sovraffollamento dei Pronto Soccorso è una situazione che affligge buona parte delle strutture di emergenza
di tutto il mondo, a cui non fanno eccezione di Pronto Soccorso di Carbonia e Iglesias. Le cause sono molteplici e di diversa natura, e le conse-
L’ingresso del Pronto Soccorso dell’ospedale Sirai di Carbonia.
L’ingresso del Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Barbara di Iglesias.
sistenza territoriale integrata, ambulatorio di Nucleo di cure primarie,
Casa della salute), ma anche alcuni
modelli ospedalieri (ad esempio, Ambulatorio codici bianchi; Ambulatori
codici di minor gravità gestiti dai MMG
presso i Pronto Soccorso). Nell’ambito dello studio, sono stati indagati i
determinanti organizzativi e professionali dei progetti regionali volti al
miglioramento dell’assistenza fornita sul territorio e a promuovere la riduzione degli accessi impropri al Pronto Soccorso. Dall’indagine si evince
che la risposta al bisogno di salute, che
non presenti effettive condizioni di
urgenza, viene affrontata attraverso
prospettive organizzative differenti.
La modalità organizzativa preferita,
per rispondere all’esigenza di continuità dell’assistenza, risulta essere il
servizio a gestione territoriale (92,8%
dei casi) con un’accessibilità che nel
42,8% dei casi si articola su 7 giorni su
7 ed un’apertura h24 del servizio nel
circa il 30% dei casi; tutte le linee
progettuali prevedono un’accessibilità non inferiore alle 12h. Il Quaderno
contiene, inoltre, i risultati di un approfondimento su quattro casi studio
in Calabria; Toscana; Veneto; Emilia
Romagna.
La ricerca, nel suo complesso, ha
confermato che il fenomeno degli
primarie potranno risolvere alla radice i problemi del sovraffollamento dei
Pronto Soccorso.
L’analisi dei dati e delle valutazioni effettuate circa gli accessi impropri alla struttura di Pronto Soccorso
richiede un attento esame di tutte le
variabili possibili. La maggior parte
dei soggetti ha una percezione erronea di gravita, urgenza o rischio e ritiene che le proprie problematiche siano valutabili solo in Pronto Soccorso; spesso il MMG non viene neanche contattato. Oltre che dall’“abbattimento” delle liste d’attesa, il paziente
sembrerebbe attratto e rassicurato dal
Pronto Soccorso.
Il problema, a questo punto, è come riorganizzare il sistema, visto che
la maggior parte delle persone arriva
in Pronto Soccorso senza aver interpellato il proprio medico curante: vale a dire, cosa si può fare per ottenere
che i cittadini considerino il proprio
medico come il primo interlocutore,
quello che ha in mano le chiavi per
aprire le porte dei vari percorsi, come
succede in altri paesi europei?
Questo è un problema che potrebbe essere affrontato facendo lavorare assieme i rappresentanti dei
MMG/PLS, i Direttori generali delle
ASL, i Direttori sanitari e i Direttori
dei Pronto Soccorso. Se non si riuscirà
rienze esaminate non ha consentito di
svolgere un’analisi di impatto, sia perché ancora in corso, sia perché non dotate di sistemi informatici adeguati a
tali tipo di rilevazione.
Un’ulteriore sperimentazione della legge 189/2012 nella Regione Lazio, con ambulatori pediatrici h24 per
7 giorni su 7 (Medici Francesco, Pediatria, la bufala delle 24h, in “Il Sole 24ORE Sanità” del 22 luglio 2013)
ha dimostrato che l’esperienza di 12
mesi ha diminuito il carico di lavoro
dei Pronto Soccorso solo del 5,74%.
Considerando i dati assoluti, l’apertura degli ambulatori dei PLS sabato
e domenica ha tenuto lontani dal Pronto Soccorso n. 1.091 bambini che, suddivisi per il numero totale dei giorni
considerati, assommano a n° 10,50
bambini in meno al giorno. Una riduzione che, secondo Francesco Medici, Dirigente medico del DEA dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma, non incide sull’organizzazione del
Pronto Soccorso, né consente al Pronto Soccorso di far risparmiare risorse
mediche e/o infermieristiche.
Se è vero che buona gestione territoriale dei malati cronici (con l’attivazione delle Case famiglia) porterebbe, quasi certamente, come effetto
collaterale per via della disponibilità
oraria e della multiprofessionalità, ad
guenze sono pericolose nei confronti
della salute dei pazienti.
Considerata la tendenza dei cittadini a ricorrere sempre più spesso
alle prestazioni di Pronto Soccorso anche per problematiche minori e a basso contenuto di urgenza, l’attenzione
maggiore deve essere rivolta alla necessità di salvaguardare la capacità
della struttura di svolgere il suo compito istituzionale: dare risposta nel più
breve tempo possibile alle emergenze.
Il triage è così risultato lo strumento
più adeguato per perseguire questo
obiettivo, in quanto consente di ridistribuire i tempi di attesa a favore di chi
è in condizione di maggiore urgenza e
da questa attesa può subire un danno.
Singolarmente, molti ospedali italiani hanno invece provveduto a istituire, in alcuni casi in fase sperimentale, servizi e agevolazioni appositi per
gli accessi a bassa priorità (già presenti e attivi in altre realtà internazionali).
1. Percorso “Fast-track” (percorso
veloce): è un modello organizzativo
che permette, attraverso l’invio diretto
di alcune tipologie di pazienti direttamente dal triage al medico specialista di competenza, una razionalizzazione dei percorsi all’interno del
Pronto Soccorso e una sensibile diminuzione dei tempi di attesa soprat-
tutto per quel che riguarda le utenze
con codici a bassa priorità.
2. Ambulatorio codici bianchi: è un
servizio rivolto ai pazienti che giungono impropriamente al Pronto Soccorso, perché portatori di disturbi che
non hanno carattere d’urgenza. Si
trova solitamente nelle vicinanze del
Pronto Soccorso, e funziona con ritmi, orari e tempi da attività semiprogrammata. L’infermiere di triage, dopo aver assegnato il codice bianco al
paziente, consiglia a quest’ultimo di
recarsi, in orario programmato e su
appuntamento, presso l’ambulatorio
dei codici bianchi. In alcuni casi in tali
ambulatori i medici impiegati sono
ospedalieri di Pronto Soccorso, in altri sono medici dei reparti di degenza,
medici a contratto appositamente assunti, MMG, di guardia medica/continuità assistenziale. Il medico può prescrivere esami di accertamento da eseguire ambulatorialmente, oppure può
semplicemente inviare la persona al
proprio medico curante, con relazione
scritta.
In certe realtà ospedaliere possono essere richieste indagini laboratoristiche o strumentali semplici, come
ECG, esami del sangue o radiografie.
Il servizio è soggetto al pagamento di
un ticket. L’ambulatorio dei codici
bianchi ha lo scopo di risolvere numerosi problemi del Pronto Soccorso, quali: problemi di spazio, problemi di tempo, spreco di risorse.
L’aspetto negativo di tale servizio
è l’incoraggiamento all’utilizzo del
Pronto Soccorso per prestazioni non
urgenti, incrementando così il numero di accessi inappropriati, come è
accaduto per l’ambulatorio dei codici
minori sperimentato nel Pronto Soccorso del CTO di Iglesias.
3. Strategie “See and Treat”: i pazienti con problemi di salute non urgenti vengono inviati dal triage direttamente alla sezione “See and Treat”,
dove vengono accolti da un medico,
o da un infermiere (quando i disturbi
possono essere da questi gestiti in
sicurezza), che si occuperà di valutare ed eventualmente trattare il problema presentato dal paziente (è anche possibile eseguire semplici esami strumentali come le radiografie);
questo servizio ha l’obiettivo di decongestionare i Pronto Soccorso, in
particolare nei periodi di chiusura degli studi di medicina generale, ovvero
negli orari notturni e nei giorni festivi.
2 - Continua.
Antonello Cuccuru
Direttore Dipartimento
di Emergenza e Urgenza
Viviana Lantini
Direttore Professioni Sanitarie
Prima di affrontare ogni escursione è necessario e indispensabile disporre di cartine stradali aggiornate, il navigatore è di grande aiuto
I percorsi dell’Aurora, accenni a mete da visitare a Nord, Centro e Sud Sardegna
Continua (2)
Sud Ovest Sardo
Guspini, Gonnosfanadiga, tomba
dei giganti di San Cosimo, Arbus,
Museo etnico Corda e Museo del
coltello, Fluminimaggiore, Grotte di
Su Mannau, Tempio di Antas, Fluminimaggiore, Portixeddu, Capo
Pecora, Portixeddu. Pernottamento
a Portixeddu.
Portixeddu, Buggerru, Galleria
Henry, Cala Domestica, Masua,
Porto Flavia, Passeggiata di Nebida,
Marina di Gonnesa, centro storico
d’Iglesias. Pernottamento ad Iglesias
o Gonnesa.
Iglesias, Grotta di Santa Barbara,
Grotte di San Giovanni a Domusnovas, Castello di Siliqua, S’Ortu Mannu di Villamassargia, centro storico
di Sant’Antioco, chiesa parrocchiale con catacombe, Museo del Bisso,
Museo etnico. Pernottamento a Sant’Antioco.
Sant’Antioco, Calasetta, Carloforte, visita dell’Isola di San Pietro,
centri storici di Carloforte e Portoscuso, area archeologica fenicio-punica di Monte Sirai, centro storico di
Carbonia, Sant’Antioco. Pernottamento a Sant’Antioco.
Museo archeologico e zone fenicio
puniche di Sant’Antioco, gallerie simulate della Grande miniera carbo-
nifera di Serbariu, cattedrale romanica di Tratalias, necropoli neolitica
di Mont’Essu, chiesa bizantina di
Nuxis, Grotte Is Zuddas di Santadi,
Sant’Anna Arresi. Pernottamento a
Sant’Anna Arresi.
Sud Sardegna
Sant’Anna Arresi, Porto Pino
Nora.
(spiagge e pineta), Porto Vecchio di
Teulada, strada panoramica costiera, Torre di Chia, area fenicia-punica-romana di Nora, Pula, Cagliari.
Pernottamento a Sant’Anna Arresi,
Pula o Cagliari.
Cagliari, spiaggia del Poetto,
panorama da Monte Urpinu, Quartiere Castello con Duomo, Palazzo
Vice Regio, Museo archeologico
nazionale, Basilica di Bonaria, San
Saturnino, Palazzo civico comunale, Orto botanico. Pernottamento a
Cagliari.
Sud Est Sardegna
Cagliari, strada panoramica costiera per Villasimius, Capo Carbonara, Punta Molentis, Cala di Sinzias,
Costa Rei, Capo Ferrato, Stagno di
Feraxi, Stagno di Colostrai, Torre Salinas, Muravera, domus de janas di
San Vito, centro storico di Villaputzu, Porto Corallo, Jerzu, Bari Sardo.
Pernottamento a Bari Sardo.
Est Sardegna
Bari Sardo, Lido d’Orrì, Arbatax,
Baunei, la visione marina di Perda
Longa, Baunei, altipiano del Golgo,
chiesa campestre di San Pietro in
Golgo, Baunei, Genna Silana, centro
storico di Dorgali. Pernottamento a
Dorgali.
Dorgali, Cala Gonone, Grotta del
Bue Marino, Cala Luna, Cala Gonone, Grotta d’Ispinigoli, Dorgali.
Pernottamento a Dorgali.
Dorgali, Fonte di Su Gologone,
centro storico d’Oliena, centro storico
d’Orgosolo, centro storico di Mamoiada e Museo delle Maschere
Mediterranee, Museo del Costume
a Nuoro, area panoramica dell’Ortobene, Dorgali. Pernottamento a
Dorgali.
Dorgali, gita in barca sul Lago Cedrino, villaggio nuragico Serra Orrios, centro storico di Galtellì, centro storico di Orosei, Dorgali. Pernottamento a Dorgali.
Dorgali, gita a piedi ed in auto
fuori strada nella Valle di Lanaittu
partendo dall’area di parcheggio di
Su Gologone, escursione a piedi a
Tiscali, discesa, attraversamento Gola di Doloverre, discesa tramite la
Scala di Surtana nella Valle dell’Oddoene. Proseguimento con le auto
fuori strada per la vallata Nord del
Rio Flumineddu, parcheggio auto
ed inizio esplorazione a piedi della
spettacolare parte terminale della gola Su Gorropu.
Tornati al parcheggio delle auto
fuoristrada, rientro a Dorgali con breve sosta alla chiesa campestre Madonna del Buoncammino, nell’ampia
vallata coltivata a cannonau. Pernottamento a Dorgali.
Dorgali, Dolmen Motorra, tomba dei giganti S’Ena e Thomes, strada quattro corsie Nuoro-Olbia in direzione Est. Dopo Nuoro uscita ad
Orani: visita al Museo dedicato alle
sculture di Costantino Nivola, il grande designer oranese, vissuto negli
USA. Sarule (tessitura tappeto tipico), Gavoi, Lago di Gusana, centro
storico di Fonni. Pernottamento a
Fonni.
Gennargentu e Barbagia di Belvì
Fonni, centri storici di Desulo,
Aritzo, Belvì: due giorni nel territorio del Gennargentu, tra castagneti e
luoghi montani per fotografare mufloni, ammirare l’artigianato tipico,
visitare i centri storici di Tonara, Atzara, Meana Sardo ed assaggiare sa-
Olbia - La chiesa di San Simplicio.
poriti piatti etnici. Da Atzara raggiungere Sorgono, Austis, scendere al Lago Omodeo, quindi Abbasanta da
cui si diramano le tre direttrici per raggiungere Porto Torres, Olbia e Cagliari. Pernottamento ad Aritzo o Belvì.
Variante per la visita
della Barbagia di Seulo
Fonni, Arco Correboi, Villanova
Strisaili, Arzana, Lanusei, Gairo, Ussassai, Seui, centro storico di Sadali
con cascata, grotte e zone archeologiche di Sadali, Seulo. Pernottamento a Seulo.
Seulo, ponte sul Flumendosa, parco di Funtana Raminosa (miniera),
Gadoni, Belvì, Aritzo, Desulo. Pernottamento ad Aritzo o Belvì.
Variante ardimentosa: Barbagia
di Seulo, strada panortamica
di Perda Luana
Provenendo da Fonni, prima di
Arzana, deviare a destra sulla stretta
strada asfaltata che lambisce la riva
sud del Lago Alto del Flumendosa e
proseguire con circospezione per i
numerosi bovini sulla strada. Si presenterà il panorama del lago sulla destra (azzurro) e di fronte il Gennargentu, che, se innevato, è d’una poesia unica. Dopo qualche chilometro,
apparirà la fiabesca guglia chiamata
Perda Liana, molto fotogenica. Continuare a salire fino a raggiungere l’altipiano. Proseguendo si raggiunge
Seui. Il tragitto è ardimentoso solamente d’inverno se c’è neve e ghiaccio: sconsigliabile per chi non ha auto fuori strada. Pernottamento a Seulo.
Da Seulo proseguire per Sadali Serri - Mandas o Villanova Tulo, Isili,
Nuragus, Barumini.
Fine.
Caterno Cesare Bettini
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 266 • 21 Gennaio 2014
L’assessore alle Politiche sociali del comune di Iglesias illustra il Piano di efficientamento dei servizi offerti nella struttura
Rette più proporzionate alla Casa Serena di Iglesias
L’Amministrazione comunale sta lavorando per ottenere l’accreditamento come “Casa protetta” che consentirebbe una riduzione delle rette.
N
el periodo
dell’anno
in cui è prassi predisporre resoconti
e nuovi progetti,
l’assessore coGianluigi Sulas.
munale alle Politiche sociali, giovanili e dell’integrazione, Alessandra
Ferrara, illustra il Piano d’azione recentemente adottato per la Casa Serena, al fine di creare chiarezza e assicurare un’informazione di servizio.
La retta della struttura, prevista in
1.570 euro ormai da diversi anni, è
stata infatti portata a 1.770 euro: quindi, nel suo valore massimo, ha subito
un aumento di 200 euro, che pagheranno solo ed esclusivamente coloro
che godono di un reddito pari o superiore ad euro 1.770.
gione Sardegna e poi la medesima aveva ceduto oneri ed onori ai Comuni,
disponendo che essi gestissero tali
strutture (tre di questa tipologia in
tutta la Sardegna). Non solo, ma fino a qualche anno fa, la Regione stanziava 300.000 euro a ciascuna Casa,
e questo risollevava le casse comunali per la gestione, permettendo un
po’ di respiro, visti gli ingenti costi.
Nel calcolo della percentuale sulle risorse degli anziani, vi era un meccanismo di aliquota tale per cui, in
progressione di reddito, all’anziano
rimaneva una cifra, a seconda del suo
reddito ed in progressione, tra i 90
euro e i 130 euro al mese.
«La nostra delibera - precisa l’assessore Ferrara -, nel rispetto degli
indirizzi dettati dalla maggioranza
e con il loro conforto, elimina la progressione e il sistema di calcolo precedente, livella e riporta al 90% netto
fasce deboli, non solo perché ha
mantenuto il meccanismo della salvaguardia dei 90 euro, ma perché ha
ragionato sui redditi degli anziani,
tenuto conto che solo 5 hanno un reddito alto, 8 non hanno reddito, e i più
hanno un reddito tra i 600 e 1.200
euro.» Chi ha subito, quindi, una penalizzazione, è questa fascia, che si è
vista decurtare una cifra che va dai
20 ai 40 euro mensili.
Poiché alcune di queste persone
usufruiscono di farmaci non coperti
dal servizio sanitario nazionale (si ricorda che gli anziani al 90% hanno
i farmaci gratuiti, in special modo i
salvavita), l’Amministrazione comunale sta prendendo in considerazione il fatto di operare uno sgravio sui
farmaci acquistati a fronte di idonea
certificazione medica sull’utilizzo: ci
si riferisce ad ansiolitici ed alcuni
antidepressivi.
L’assessore Alessandra Ferrara.
Il centro direzionale del comune di Iglesias.
Casa Serena ospita circa 100 anziani, fra cui 6 totalmente paganti,
ovvero che hanno un reddito che supera i 1.570,00 euro e che, pertanto,
pagano la retta intera, o che provengono da altri Comuni e, per convenzione, pagano la retta intera. Il resto
degli anziani ha un reddito basso e il
costo è a carico del Comune, fino al
raggiungimento della retta.
La previsione per cui gli anziani
della Casa Serena debbono versare una
percentuale prossima al 90% (85%
e 87% a seconda del reddito) del loro
reddito o, in alternativa, prima dell’ultima rivisitazione, qualora essi
abbiano un reddito superiore o pari
a 1.570,00 euro, era stata presa in
considerazione ed applicata dalla precedente Amministrazione, diversi anni fa. Questo fu deciso, perché la Casa Serena ha dei costi notevoli, tra
cui alcuni contratti d’appalto.
Le Amministrazioni precedenti
a quella Carta, intanto, avevano già
operato degli aumenti sulle rette, in
proporzione, ben più consistenti di
quello attuale: questo perché la Casa Serena era di proprietà della Re-
la somma trattenuta dalla Casa Serena. Pertanto, a fronte di una pensione di 1.100 euro, all’anziano, detratto il 90%, resterà la somma di
110 euro (mentre prima rimaneva la
somma di € 130,00 circa). A fronte,
invece, di una pensione di 700 euro,
all’anziano, applicando il 90% rimarrebbe solo 70 euro: questo, per
noi, era ingiusto: abbiamo quindi previsto che all’anziano sarebbero dovuti restare comunque 90 euro.»
Quindi, con tale meccanismo, si
è stabilito che gli anziani con un reddito pari a mille euro avessero un aumento di retta di circa 20 euro, progressivamente gli altri.
Ma coloro che hanno un reddito
inferiore a cinquecento euro, così
come quelli che hanno un reddito
pari a 800 euro, sarebbero stati penalizzati ulteriormente, se il Comune avesse loro garantito la soglia dei
90 euro.
«A fronte del mancato versamento
dei soldi della Regione e tenuto conto della salvaguardia dei 90 euro chiarisce l’assessore comunale -, il
Comune ha tutelato più fortemente le
«In buona sostanza - sottolinea
l’assessore alle Politiche sociali -, il
momento difficile ed i costi di gestione impongono un sensibile sacrificio:
ma questo dovrà cambiare. Stiamo lavorando, infatti, per ottenere l’accreditamento come “Casa protetta”,
a cui in pochi avevano lavorato. Questo permetterà un grande risparmio
che gioverà agli anziani, perché verranno ritoccate le rette in senso migliorativo. Stiamo pensando di fare
qualche taglio ai servizi, ma vogliamo tutelare gli anziani che hanno
diritto a una serie di privilegi che
vengono garantiti da sempre, come
per esempio la vigilanza (servizio su
cui si dovrà ragionare), la cucina ovviamente, la lavanderia. Siamo anche attenti ai tanti posti di lavoro che
impiega la struttura e, dunque, la
scelta su cosa sacrificare è sempre
difficile. Ci siamo già confrontati con
i sindacati - conclude l’assessore alle Politiche sociali, Alessandra Ferrara -, che verranno certamente interpellati al momento di queste cruciali decisioni.»
Gianluigi Sulas
Le competenze sono state trasferite all’assessorato del Turismo
Pro Loco, dalle Province alla Regione
«S
aluto con piacere la
notizia del voto unanime sul passaggio
definitivo delle competenze in materia di Pro Loco all’assessorato del Turismo, anche
nell’ottica di un immediato rilancio
del sistema rappresentato da questi
veri e propri presidi socio-turistici
del territorio e in vista di urgenti riflessioni, assieme ai direttivi delle
associazioni, e della definizione di
piani d’azione.»
Così l’assessore regionale del Turismo, Luigi Crisponi, ha commentato il voto del Consiglio regionale
che ha sancito all’unanimità il passaggio delle competenze in materia
di Pro Loco dalle Province alla Regione (in particolare all’assessorato
del Turismo) a partire dal 1 gennaio.
L’assessorato regionale disporrà
da quest’anno di due milioni di euro
per le Pro Loco.
La Giunta Gariazzo ha approvato un nuovo schema di regolamento
Iglesias, arriva l’ispettore ambientale
L
a Giunta comunale di Iglesias ha approvato un nuovo schema di regolamento
da portare all’attenzione
del Consiglio comunale, nel quale
vengono rafforzati gli strumenti di
vi-gilanza ambientale per contrastare in modo più efficace l’abbandono dei rifiuti indifferenziati sul
territorio urbano ed extraurbano.
«Da quando è partito il sistema
di raccolta dei rifiuti porta a porta
- spiega il sindaco, Emilio Gariazzo è emersa la necessità di rivedere il
regolamento comunale attualmente
in vigore sulla raccolta differenziata dei rifiuti. Il nuovo schema di regolamento introduce la figura dell’ispettore ambientale comunale, che
affiancherà la Polizia municipale e
le Forze dell’ordine, per intensificare
l’attività di prevenzione, vigilanza e
controllo del corretto conferimento, gestione, raccolta e smaltimento
dei rifiuti, al fine di concorrere alla
difesa del suolo e del paesaggio e
alla tutela dell’ambiente nel territorio comunale. Lo schema di regolamento prevede un aumento delle
sanzioni contro i reati ambientali.»
Il dramma nella grotta Su Frastimu, sul Monte Onixeddu
Giuseppe Cuccu, un tragico destino
I
l sorriso di Giuseppe Cuccu, 56 anni, infermiere laureato, dipendente della Asl 7 di Carbonia
e residente a Gonnesa, si è spento il 19 gennaio,
dopo sette ore di sofferenza. è rimasto lucido
sino alle 21.00, poi il fisico ha ceduto e nella grotta di
Su Frastimu, sul monte Onixeddu, a nulla sono serviti i tentativi di tenere in vita l’esperto speleologo.
Erano le 14.00 quando, finita l’escursione, il gruppo
si avvicendava ad intraprendere la risalita e un masso si è staccato dalla volta colpendolo al capo, causandogli un trauma cranico. I primi soccorsi li ha ricevuti da due suoi colleghi medici, inizialmente la situazione non è sembrata gravissima. Sicuramente sarebbe stato necessario il trasferimento in ospedale quanto prima ma l’imboccatura troppo stretta non ha permesso che le operazioni di soccorso si svolgessero
velocemente. Sono intervenuti anche il soccorso alpino e i volontari del soccorso di Iglesias, i primi per
allargare il passaggio, i secondi per allestire un campo
base con fari e punto assistenza. Alle operazioni hanno
partecipato circa venti specialisti. Il corpo di Giuseppe è
stato riportato in superficie alle 7.30 del mattino, tra
l’incredulità degli altri sette componenti della squadra.
Nel mese di giugno scorso, il gruppo speleo di Gonnesa aveva scoperto una grotta costituita da due pozzi profondi tra i 150 e i 200 metri, una notizia importante che aveva attirato l’attenzione degli speleologi
nazionali.
Giuseppe lo conoscevano in tanti: era il presidente del gruppo speleologico “Meta Cave” di Gonnesa, ma era noto anche per il suo impegno in campo
sociale, era il fratello di Ignazio, presidente del Consiglio comunale di Carbonia.
Ho incontrato Giuseppe il 13 settembre 2013 presso il reparto di gastroenterologia del Santa Barbara di
Iglesias, dove svolgeva con profonda dedizione il suo
lavoro, stimato dai colleghi ed amato dai pazienti a
cui dispensava attenzione; mi trovavo lì per accertamenti… le sue parole, il suo sorriso e la sua mano
sulla mia fronte durante l’esame, in quel momento
Giuseppe Cuccu.
hanno sicuramente determinato la mia serenità.
Sulla sua pagina Facebook possiamo ancora vedere
le sue foto e leggere i suoi post…
Ciao Giuseppe… conoscerti è stato bello…
Nadia Pische
Soddisfazione dell’Amministrazione comunale per i risultati
Sant’Antioco, la raccolta differenziata funziona
«A
nche nel 2013 Sant’Antioco conferma
la già ottima percentuale della raccolta differenziata dei rifiuti solidi
urbani che, ormai da tempo, sta dando grandi soddisfazioni grazie al
senso di responsabilità della cittadinanza e alle buone indicazioni dell’Amministrazione comunale.»
Massimo Melis, vicesindaco ed
assessore all’Ambiente, esprime
soddisfazione per i risultati raggiunti.
«Dopo il raggiungimento del
70% ottenuto nell’annualità 2011 al
termine di una salita costante che è
iniziata nel 2008 con il primo anno
di raccolta differenziata attestando
la percentuale al 50% - sottolinea
Melis - in quattro anni si è ottenuto
un incremento di 20 punti percentuali. Dopo risultati cosi importanti è fisiologico un rilassamento ma
grazie al monitoraggio costante e al-
la grande attenzione dedicata dall’Amministrazione comunale ciò
non si è verificato anzi, da allora,
la percentuale di raccolta differenziata è rimasta costante nel 2012 e
Massimo Melis.
nel 2013 con oltre il 70% dei rifiuti differenziati. Fattore importante
per il raggiungimento e il consolidamento di questo risultato è la buo-
na pratica riguardo alla raccolta
differenziata, oltre al monitoraggio
costante dei conferimenti.»
«Altro fattore importante che ci
ha permesso di raggiungere questo
risultato e che ci contraddistingue
a tutt’oggi ancora nel territorio è
sicuramente l’Ecocentro comunale
e la possibilità quindi di differenziare ulteriormente anche rispetto
al normale ciclo di raccolta dei rifiuti. Nel momento in cui il nostro
territorio continua a primeggiare
in Italia come provincia più povera
a causa della crisi che imperversa
è importante sapere che, d’altra parte, ci sono settori della nostra quotidianità che ci permettono di primeggiare, non solo in Sardegna ma
anche in Italia, questa volta in senso positivo. Dal 2010, infatti, il nostro Comune è stato premiato ininterrottamente come Comune riciclone d’Italia.»
Carbonia il 18 dicembre ha festeggiato nonna Maria Caterina
Da Nebida a Carbonia, 100 anni di storia
S
i chiama Maria Caterina Stefana Mura la nonnina di Carbonia che il 18 dicembre 2013
ha raggiunto ed oltrepassato
la soglia dei 100 anni.
Nonna Maria nacque a Nebida,
piccolo borgo minerario sul mare, nel
lontano 1913, in piena belle epoque, quando ancora non spiravano i
venti del primo conflitto mondiale
che avrebbe percorso per ogni dove
l’Europa, lasciando ovunque una dolorosa scia di sangue. Aveva, dunque,
sette anni, quando la guerra finì, mentre l’umanità affrontava un nuovo flagello: l’epidemia di febbre chiamata
Spagnola, che mieté più vittime della Grande Guerra.
Conobbe poi il fascismo e, infine,
una seconda, più micidiale guerra,
al termine della quale, nel 1944, seguendo il marito Salvatore Mallocci, che aveva trovato sistemazione
e lavoro nelle miniere di carbone, si
trasferì a Carbonia dove vive tuttora circondata e protetta dall’affetto
Quattro generazioni: la bisnonna della fanciulla con il tris nipote Simone.
dei numerosi figli e nipoti che hanno festeggiato con lei il suo “primo
secolo di vita”.
Giuseppe Mura
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 266 • 21 Gennaio 2014
Breve ricostruzione storica del ripopolamento del Sulcis, con particolare riferimento al nucleo abitativo di Serbariu
La nostra storia: Serbariu e il medau “Su Conti”
Il toponimo di Serbariu è citato per la prima volta, in un documento datato 1529, conservato nell’Archivio arcivescovile di Cagliari.
Q
uando, in quella mattina della domenica 21 di settembre 1697, il corteo matrimoniale che accompagnava i due giovani sposi, si snodava
lungo l’impervia strada che conduceva alla chiesa campestre di Santa
Giuliana, il medau “Su Conti”, ancora non esisteva anzi, a voler essere precisi, con tutta probabilità non
era neppure entrato nell’uso comune
il termine medau.
I piccoli insediamenti estemporanei, sorti qua e là nella campagna
del Sulcis, che cominciava appena a
mostrare qualche sporadico accenno
di ripopolamento, venivano chiamati
con il termine furriadroxius.
In una grande mole di documenti, oggi conservati nell’Archivio di Stato di Cagliari nei due fondi denominati “REALE UDIENZA” e “SEGRETERIA DI STATO - Atti Criminali”, il termine medau non compare mentre vengono citati, con il vocabolo furriadroxius, i piccoli insediamenti abitativi, spesso appena delle capanne, costruite dagli stessi pastori per avere, egli stesso e il suo be-
Corda venisse attribuito il giusto cognome paterno, mentre ad altri il soprannome che lo distingueva, ovverosia Conti.
Ecco allora Conti Giovanni, coniugato con Muntoni Giovanna, Conti
Salvatore, ammogliato con Angius
Antioca, Conti Giovanna Giuseppa,
deceduta nel 1918, forse a causa della febbre spagnola che imperversava nell’Europa in quegli anni o, forse solamente di vecchiaia, visto che
aveva raggiunto la rispettabile età di
92 anni, anche se nell’atto di morte ne
furono dichiarati 89, a riprova dell’approssimazione che si aveva sulle
date e sull’età, per stabilire la quale
si ricorreva soprattutto alla memoria che, ahimè, qualche volta vacillava e falliva. Giovanna, infatti, era
nata il 1° di giugno del 1826 e battezzata, il dì seguente, dal cappellano
di Tratalias, don Francesco Desogus,
che provvedeva, in mancanza di parrocchie in tutto il Sulcis, a parte la
remota Teulada, ad amministrare i
sacramenti ai fedeli.
Giovanna Giuseppa sposò Mei
Giovanni, originario di Gonnosfa-
colletti di pizzo a ricoprire le spalle
per i più giovani, ancora qualche gorgiera inamidata rigida a torturare le
gole di più anziani. Tutti però dispersi tra una folla di paesani che vestivano
i costumi sardi della festa, tra cui anche molte mastrucche con il vello
all’esterno, le lunghe berritte pendenti sulle spalle e l’onnipresente leppa,
il lungo pugnale, quasi uno spadino,
infilato, ad ogni buon conto, nella
fusciacca che cingeva la vita, sulle
ampie braghe di tela rigida.
Il nucleo abitativo di Serbariu, il
cui toponimo, di etimologia incerta,
è citato per la prima volta, in un documento datato 1529 conservato nell’archivio arcivescovile di Cagliari,
relativo ai tributi che i diversi salti
erano tenuti a pagare all’arcivescovo
di Cagliari e vescovo della diocesi
Sulcitan Ecclesiente, come salto di
Serbarju.
Il nucleo abitativo centrale di Serbariu cominciò a formarsi in epoca
più avanzata rispetto alla comunità
del territorio, “polverizzata” in origine tra i numerosi medaus dispersi
nel salto.
Progetti operativi POIC e PISL,
domande entro il 28 febbraio 2014
L
’assessorato regionale del
Lavoro ha prorogato i termini per la presentazione
delle domande di accesso
alle agevolazioni dei progetti operativi per l’imprenditorialità comunale (POIC) e dell’azione 1 (Incentivi per il sostegno dell’imprenditorialità e l’accesso al mercato del lavoro) dei progetti integrati per lo
sviluppo locale (PISL), già selezionati e finanziati con le risorse del
Po Fse.
I beneficiari saranno selezionati
dando priorità ai giovani, alle donne
e ai nuovi imprenditori e gli interventi sono così articolati:
I POIC sono stati predisposti da
comuni con più di 3mila abitanti e
mirano a sostenere lo sviluppo dell’imprenditorialità, integrando contributi rimborsabili per l’imprenditorialità e/o sgravi fiscali su imposte
comunali concessi in base a regolamenti comunali. Nell’ambito di ciascun progetto, ogni beneficiario potrà
ricevere un finanziamento compreso tra i 15mila e i 50mila euro sotto
forma di mutuo a tasso zero, rimborsabile in 60 rate mensili.
Possono accedere a tali agevolazioni le micro, piccole e medie imprese, comprese quelle di nuova costituzione, che operano o intendono
operare nei territori dei comuni il cui
POIC è stato approvato.
I PISL sono stati predisposti da
comuni con popolazione non superiore a 3mila abitanti con l’obiettivo
di promuovere sia le opportunità lavorative per disoccupati e inoccupati
che la creazione d’impresa e l’imprenditorialità, contrastando i fenomeni di spopolamento.
L’azione 1 prevede, in particolare,
la concessione di un microcredito
di importo compreso tra 5mila e 25
mila euro, rimborsabile a tasso zero
in 60 rate mensili e finalizzato ad avviare una nuova iniziativa imprenditoriale o realizzare un nuovo investimento per innovare e rilanciare
iniziative esistenti, localizzate nei
territori dei comuni il cui PISL è stato
approvato.
Possono beneficiare dell’agevolazione i soggetti con difficoltà di accesso ai canali tradizionali del credito:
- soggetti a rischio di esclusione
sociale (lavoratori over 50, giovani
disoccupati o inoccupati, cassintegrati);
- disoccupati o inoccupati che non
usufruiscono di indennità di disoccupazione, indennità di mobilità o altra sovvenzione pubblica;
- donne;
- soggetti svantaggiati (persone
con disabilità, migranti, ex detenuti,
ex tossicodipendenti…);
- famiglie monoparentali;
- persone che non possiedono un
diploma di scuola secondaria superiore o un diploma di qualifica professionale;
- nuovi imprenditori (inclusi i
titolari di impresa da non più di 36
mesi al momento della presentazione della domanda).
Le proposte potranno essere presentate da micro e piccole imprese,
società di persone, società a responsabilità limitata, società cooperative, cooperative sociali di tipo A e B,
organismi no profit e operatori del
privato sociale che erogano servizi
sociali alla persona. Le domande di
accesso al Fondo dovranno essere
presentate on line entro il 28 febbraio
2014. Entro i 7 giorni successivi all’invio telematico, la stampa della
domanda dovrà essere presentata
tramite posta elettronica certificata
(pec) all’indirizzo sfirs@legalmail.
it, firmata digitalmente, o tramite raccomandata, posta celere o corriere
(in tutti e tre i casi con avviso di ricevimento) al seguente indirizzo:
Fondo POIC-PISL FSE - Operazione… (indicare POIC o PISL
Azione 1) del Comune di ………..
c/o SFIRS S.p.A.
via Santa Margherita, 4
09124 Cagliari
Per chiarimenti è possibile inviare
un’e-mail all’indirizzo sportello im
[email protected] o rivolgersi ai comuni
i cui progetti sono stati approvati.
Si è spento a Cagliari il 10 gennaio scorso all’età di 78 anni
Serbariu.
stiame, ricovero per la notte.
Nel tempo queste abitazioni temporanee divennero stabili e finirono
per ospitare anche la famiglia del contadino che, crescendo ed allargandosi
con figli e nipoti, assunsero, come antroponimo, il nome della casata originaria: Is Sais, Is Ferreris, Is Pillonis,
Is Meis…, ma anche da toponimi,
come: Sa Turri, Murdeu, Monti Crobu…, o da luoghi a valenza religiosa,
per vicinanza di cappelle e santuari o
di insediamenti religiosi, ecco allora
su Para e su Cuventu, o Santa Giriana, Santu Simpliciu, Santa Mariedda… ma anche da soprannomi così
radicati da sostituire l’antroponimico, come ad esempio su Rey o, ed
ecco il nostro caso, su Conti.
Un soprannome appunto, quello
che forse già portava Michele Corda
quando, arrivando nel nostro Sulcis
dalla nativa Neoneli, si insediò nella zona di Serbariu nella prima metà
dell’Ottocento, abitando il furriadroxiu, poi medau, che prese il nome dal
suo soprannome: “Su Conti”.
Sposatosi con certa Serra Caterina, come frequente in quei tempi,
mise al mondo una numerosa prole.
Come però capitava spesso, dato che
l’anagrafe dello stato venne fondata
solamente nel 1866, nei registri parrocchiali età e cognomi venivano interpretati con una certa elasticità, capitò così che ad alcuni figli di Michele
L’assessorato regionale del Lavoro ha prorogato i termini
nadiga, il quale, in quegli anni, edificò, ove prima era solo qualche capanna di frasche, non lungi da altro
furriadroxius chiamato Musteddinu, le
prime abitazioni stabili, divenendo
così il vero fondatore di medau su
Conti.
Nessun blasone di antica nobiltà,
sia di spada che di penna, caratterizza
il medau giustificandone il titolo, ma un
umile soprannome affibbiato, per chissà quale motivo ad un contadino/pastore, tanto che l’uso continuo del nomignolo finì per sostituirsi all’originale anche sui registri dell’anagrafe.
Quanto poi al matrimonio che si
celebrò presso la chiesa rurale di Santa Giuliana, più che di sfarzosi vestiti di broccato e copricapi a punta
delle dame, che ricordano più abiti
rinascimentali o tardo medioevali, le
dame invitate al matrimonio, in quel
21 di settembre dell’anno del Signore 1697, indossavano probabilmente un busto rigido e maniche gonfie
con colori sobri quali il grigio perla
o il nero con, alta sul capo a discendere sulle spalle, la lunga mantiglia
di pizzo nero sostenuta dal pettine in
madreperla. I cavalieri con severi abiti
di foggia spagnola di fine secolo, di
panno o velluto scuro con il farsetto
appuntito sul davanti, indossato su calzoni voluminosi, stretti al ginocchio,
completati da stivali in pelle con bordo ripiegato; intorno al colli ampi
Qualche rara funzione religiosa
in loco si teneva in una casa di medau Is Lampis e all’amministrazione
dei sacramenti provvedevano, a seconda della bisogna e disponibilità,
il cappellano di Tratalias, quello di
San Giovanni o di Barbusi, fino a che
fu eretta, su terreno donato da privati, la prima chiesa di San Narciso
intorno alla quale si consolidò il nucleo abitativo centrale del comune
di Serbariu sorto sui terreni del possidente Curcas Francesco il quale,
arrivato in tarda età, raccomandò ai
suoi eredi: Silvia, Paolo, Emanuela,
Antonio ed Emilio, di costruire le
proprie case, non a ridosso della chiesa ma a rispettosa distanza così da
lasciare uno spazio per il sagrato. A
quest’antica, saggia raccomandazione, dobbiamo l’aspetto attuale della
piazzetta prospicente San Narciso, con
le case che le fanno da quinta.
I quinque libri, custoditi nell’archivio storico diocesano di Iglesias,
conservano, sui fogli di antichi documenti, compilati dalla mano di cappellani, domeri, curati o parroci, la
traccia del passaggio di quegli antichi sulla Terra: la nascita e il battesimo, la Cresime, il matrimonio ed
infine, la morte che, concludendo un
ciclo comune ad ogni cosa o essere
vivente dell’universo mondo, suggella
la fine di ciascun uomo.
Giuseppe Mura
Il calcio minerario ricorda Emilio Busetto
I
l 10 gennaio scorso si è spento
a Cagliari, all’età di 78 anni,
l’ex biancoblù della mitica Carbosarda prima e del Carbonia
poi, Emilio Busetto. Cagliaritano di
nascita, Emilio Busetto iniziò a giocare nelle giovanili del Cus Cagliari, facendo il suo esordio in prima
squadra nel campionato di Promozione regionale a girone unico. Viste le sue doti non comuni, il Cagliari decise di tesserarlo per farlo
maturare nella formazione riserve,
nella quale aveva come compagni
di squadra Toto Cesaracciu, Egidio
Sorrentino, Arnaldo Loi ed altri futuri calciatori biancoblù.
Calciatore di grande spessore tecnico, il Cagliari decise di cederlo in
prestito alla Carbosarda per favorire la sua completa maturazione. Concluse due stagioni in serie C, Busetto ritornò al Cagliari nell’estate del
1958, facendo il suo esordio in serie B e diventando poi titolare con
Stefano Perati allenatore.
Emilio Busetto giocò in rossoblù tre campionati, per essere poi
ceduto al Pisa. Con la maglia neroazzurra toscana si tolse la grande
soddisfazione, nel campionato di serie C 1961/62, di realizzare il goal
della vittoria, allo stadio Amsicora,
contro il Cagliari che proprio al termine di quella stagione fece il suo ritorno in serie B.
Dopo la parentesi pisana, alla
vigilia della stagione 1962/63, il
Carbonia, nel frattempo retrocesso
Emilio Busetto.
in Promozione, decise di riprenderlo per cercare di costruire una squadra in grado di ritornare subito in
serie D.
Dopo la vittoria del campionato,
Busetto giocò in maglia biancoblù
altre tre stagioni (in totale sei).
Al termine della stagione 1965/66,
Emilio Busetto decise di appendere
le scarpe al chiodo, per ritornare a
Cagliari, dove risiedeva già da qualche anno, per curare in prima persona con la sua famiglia l’oreficeria
di Via Dante.
Emilio Busetto è stato il classico calciatore dotato di buona tecnica e sebbene la struttura fisica lo portasse ad essere lento nei movimenti, riusciva ugualmente ad emergere oltre che per la sua classe e l’ottimo palleggio, anche per un ottimo
tiro in porta che gli consentiva di
realizzare parecchi goal.
In occasione della presentazione del libro sulla storia della squadra biancoblù, nel 2003, Emilio Busetto ritornò a Carbonia, dove riabbracciò tanti suoi ex compagni di
squadra, tra i quali Ravot, Serena,
Turotti, Santoru, Fumi, Corda, Zoboli, Rampini.
Con la sua scomparsa, gli sportivi biancoblù piangono e ricordano
uno dei calciatori più significativi,
consapevoli tuttavia che Emilio da
lassù continui a vedere, con tanti suoi
compagni, il cielo tinto di biancoblù.
Franco Reina
è stata inaugurata l’8 dicembre scorso la nuova sede, situata nella stessa struttura che ospita gli uffici della Uisp
Associazione culturale Sturmtruppen Carbonia: dal sogno alla realtà
L
o scorso 8 dicembre è
stata inaugurata a Carbonia, la nuova sede della
associazione culturale
Sturmtruppen Carbonia. L’associazione, guidata dal presidente Patrick Locci (il direttivo comprende Rino Maffei, Fabrizio Serra, Marco
Carta, Carlo Pusceddu e Gino Zanaboni), è finalmente riuscita a concretizzare il sogno di uno spazio
adeguato a gestire tutte le esigenze.
La sede è sita in via Campania,
nella stessa struttura che ospita gli
uffici della Uisp, ristrutturata ed attrezzata per ospitare le varie attività: dai corsi di formazione (lavorazione della carta pesta, cucina, lavorazione della pasta di zucchero per
la realizzazione di cake design, corsi
di computer, ecc.) riservati agli associati e ai loro simpatizzanti, inclusa la stessa gestione dell’associazione.
La nuova sede ospita anche uno
spazio denominato “Renato e Luca”, nel quale sono state affisse,
dopo un accurato lavoro di ricerca
Il logo dell’associazione Sturmtruppen.
e restauro, tutte le fotografie dei vari
carri allegorici realizzati per le sfilate di Carnevale nel comune di
Carbonia dal 1983, anno di nascita
dell’associazione, ad oggi. Il nome
dello spazio fotografico è stato scelto dal presidente, Patrick Locci, in
onore di due membri storici degli
Sturmtruppen, purtroppo scomparsi,
Renato Putzolu e Luca Rotolo.
L’avvenimento rappresenta un
traguardo importantissimo per la
associazione, in tanto concretizza
la trasformazione da “gruppo” ad
associazione culturale e rende possibile l’avvio di molte attività che
non erano state fin qui realizzate
per la mancanza di spazi adeguati.
Il 6 gennaio scorso si è tenuta
presso la sede dell’associazione la
festa della befana, gratuita ed estesa
a tutti i bambini, durante la quale la
“Befana Sturmtruppen” ha distribuito i dolcetti a tutti i presenti.
I membri dell’associazione sono
già all’opera nella preparazione del
carro allegorico che parteciperà alla
sfilata del Carnevale 2014.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 266 • 21 Gennaio 2014
Successo di pubblico per la presentazione dei libri di Cesare Bettini, Margherita Pellegrini e Antonello Pirotto, editore Giampaolo Cirronis
Nuovi autori per un pubblico senza età
Tre personalità completamente diverse tra loro ma che hanno sicuramente “colpito nel segno” con la presentazione dei loro libri.
I
l 7 ed il 21 dicembre 2013 sono
stati due i libri dell’editore
Giampaolo Cirronis, ad occupare gli spazi della biblioteca
comunale di Carbonia con “Avvenimenti accaduti in tempi quasi lontani” di Caterno Cesare Bettini il 7 e
“Carbonia, romanzo minerario, storia di vita, di lotta e di sport” di Antonello Pirotto il 21, entrambi dedicati ad un pubblico adulto.
Nella biblioteca comunale di Portoscuso, invece, il 14 l’attenzione è
stata rivolta ai bambini e alle bambine, che divertiti hanno ascoltato la
storia dell’Arrumbulacacca di Margherita Pellegrini, un testo tra il serio ed il faceto, illustrato da Dario
Mura.
Tutte e tre le presentazioni hanno
avuto un grande successo di pubblico che ha gratificato gli autori e lo
stesso editore che si è dichiarato soddisfatto del faticoso lavoro svolto.
In un momento di crisi socio-economica come quella che si vive a livello nazionale e territoriale, è stato
significativo l’acquisto fatto dalle persone presenti agli eventi che, nonostante ciò, hanno avuto il piacere di
portarsi a casa una copia del libro.
Tre personalità completamente
diverse tra loro, ma che hanno sicuramente “colpito nel segno” con la
presentazione dei loro libri.
L’autore Caterno Cesare Bettini,
oggi 79enne, è un ecologista che narra della sua vita, dall’infanzia all’età
adulta, passando attraverso una giovinezza segnata dalle tragedie proprie della seconda guerra mondiale.
Un percorso lavorativo, culturale e
sportivo che si intreccia con il mondo della storia passata e contemporanea. Un modenese che si innamora
della Sardegna e che decide di promuoverla attraverso tour culturali che
valorizzano i sentieri dello spirito e
della diffusione delle tradizioni medioevali sarde. Un libro, il suo, che
non può non esser letto da chi ama la
“nostra Sardegna” e da chi non ha
mai conosciuto o sente la nostalgia
dei «panini dolci ottenuti con la farina di castagne, della stria, dei frutti
di carrubi, delle stacciate e di tanto
altro… che oggi non si trova nei supermarket”… come si legge nella
premessa di “Avvenimenti accaduti
in tempi quasi lontani”».
L’autrice di Portoscuso, Margherita Pellegrini, alla prima pubblicazione, nel suo libro immagina l’operosa vita in un paesello abitato da
“piccoli esserini” che si ritrovano a
dividere gli spazi con “ingombranti esseri umani”.
L’Arrumbulacacca, una storia tracciata dalla penna di maestra Margherita, che prende vita attraverso i particolareggiati e colorati disegni di Dario Mura, un giovanissimo ragazzo
di Portoscuso, che sin dall’infanzia
si diletta a disegnare, soprattutto fumetti, una passione consolidata anche dalla frequenza presso il Liceo
artistico. è la prima volta che Dario si
cimenta nell’illustrare un racconto
dedicato allo scenario dell’infanzia,
ma ha già partecipato a diversi concorsi per fumettisti non professionisti.
Un libro che tra le righe ci racconta
con semplicità situazioni drammaticamente reali, proprie del mondo dell’adulto, lo stesso che da bambini si
vive attraverso la speranza di abbattere per sempre l’erronea definizione
di “diversità” da intendere invece come valore aggiunto nella vita di ognuno di noi.
Infine, ma solo cronologicamente
parlando, l’autore Antonello Pirotto, che
con “Carbonia Romanzo minerario Storie di vita, di lotta e di sport”, narra pezzi di vita attraverso la passione
per lo sport e per la storia della sua
città. Un libro, la cui immagine di
copertina è stata realizzata da Ruggero Soru, che disegna un passato
desolata, dove regnava la malaria».
Antonello, sempre in prima fila
nelle lotte operaie, conosciuto anche
oltre mare, narra la vita di un personaggio nato lo stesso giorno della
sua città, esattamente dieci anni dopo e, attraverso questo romanzo, è
come che doni lustro alla sua amata
Carbonia di cui restano fotografie ingiallite, alcune delle quali hanno trovato spazio nel libro, dando anima
ad uno spaccato di vita dedicato a
La presentazione del libro di Caterno Cesare Bettini.
La presentazione del libro di Margherita Pellegrini.
La biblioteca comunale di Portoscuso ha ospitato l’evento
Colori e forme della danza e dell’arte
D
al 27 al 30 dicembre 2013
la biblioteca comunale di
Portoscuso ha ospitato le
opere di tre artisti sulcitani: Gian Franco Cau, Ignazio Vacca
e Francesca Sanna, che nei giorni
precedenti avevano partecipato all’ottava edizione del “Natale della
bontà”, presso l’ospedale Sirai di
Carbonia, esponendo i loro lavori.
La mostra, organizzata dall’Amministrazione comunale di Portoscuso, ha subito catturato l’attenzione dei
numerosi ospiti presenti, in quanto
varia e colorata, spunto per riflessioni profonde.
“Colori e forme della danza e
dell’arte” raccoglie gli scatti di Ignazio Vacca, attimi salienti della danza e della prosa, che ha colto durante l’ultima stagione presso il Teatro
Centrale a Carbonia; presenta il tratto ordinato e deciso delle opere classiche e surreali del pittore Gian Franco Cau ed evidenzia la delicatezza
femminile della mano della pittrice
Francesca Sanna, che invita, attraverso le sue tele di scorci paesaggistici neo realisti, a spaziare con la
fantasia.
In questa cornice d’arte, ha trovato la giusta collocazione il video
“Umpridura” della cantante isolana Natascia Capurro, per la regia di
Ignazio Vacca. Le immagini, volutamente dai colori sbiaditi, hanno inviato un messaggio forte e chiaro...
la bellezza del passato e l’importanza del suo recupero. Natascia canta
e si muove nell’imponente paesaggio che la vecchia tonnara di Portoscuso offre con generosità anche in
giornate dal pallido sole. Ma l’emozione più grande è stata sentire dal
vivo la voce di Natascia che ha riproposto alcuni brani del suo repertorio, coinvolgendo il pubblico che non
ha esitato neanche un attimo e le ha
estensioni vocali coinvolgenti.
La serata si è conclusa con un
piccolo buffet, momento che ha favorito l’incontro e lo scambio di nuo-
Visitatori alla mostra “Colori e forme della danza e dell’arte”.
Natascia Capurro e Ignazio Vacca.
regalato calorosi applausi.
La bella Natascia Capurro ha
espresso, attraverso le calde note
della sua voce, l’essenza della cultura e della tradizione canora della
nostra Isola, esprimendosi con
ve proposte, affinché sempre più si
senta il bisogno di dedicare del tempo all’arte, sia essa fotografia, pittura o musica, tutte espressioni dell’essenza più intima della persona.
N.P.
Solo l’1,3% delle imprese sarde si affida ai Centri per l’impiego
Luca Murgianu (Confartigianato Sardegna):
«Aziende sfiduciate dal sistema pubblico»
S
La presentazione del libro di Antonello Pirotto.
vissuto all’ombra dei castelli dei pozzi della Miniera di Serbariu, dove attraverso una delle tante famiglie di
quegli anni a Carbonia, si rende vita
ad un saliente periodo che va dal ’38
al ’58, vent’anni di ricordi e di storie
di persone che hanno segnato il panorama culturale e sportivo di una
città mineraria che ha accolto genti
provenienti da tutta Italia. Una città
oggi teatro di una triste realtà socioeconomicamente provata da una crisi
senza pari, oggi storie di vita di una
città nata e cresciuta in soli dodici
mesi in un posto definito «una landa
chi non c’è più.
Tre nomi: Caterno Cesare Bettini, Margherita Pellegrini ed Antonello Pirotto, che segnano un momento importante nello scenario editoriale di Carbonia dove, tra mille difficoltà, echeggia una disperata ricerca di pace e serenità che renda la
dignità perduta a tutti gli uomini e
le donne da tempo in lotta per mantenere il posto di lavoro… lo stesso
su cui, a detta della Costituzione italiana, si dovrebbe fondare l’Italia,
quale Repubblica democratica.
Nadia Pische
olo 1,3% delle imprese sarde
utilizza i Centri per l’Impiego per selezionare le proprie
assunzioni. Al contrario, per
cercare nuovi addetti, queste si affidano per il 71,6% alle conoscenze
personali, per il 22% alle banche dati
aziendali, per il 2,5% alle agenzie
interinali, per l’1,6% ad altri sistemi e per l’1% agli organi di informazione.
è questo il risultato che emerge
sfiducia verso il sistema pubblico,
visto sempre più come inefficiente e
burocratico - commenta Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - sia al fatto che
le “reti informali” hanno un peso
rilevante e crescente nel favorire
l’incontro tra domanda e offerta di
lavoro, in particolare per le piccole
imprese.»
«Dal 2009 a oggi, la quota delle
imprese della Sardegna che utilizza
Luca Murgianu.
Cagliari.
dal dossier sulla “Crisi del mercato
del lavoro”, elaborato dall’Ufficio
Studi Nazionale di Confartigianato,
su dati UnionCamere e ministero del
Lavoro del 2013.
I Centri per l’Impiego, attori pubblici nella gestione delle procedure
di incontro tra domanda e offerta di
lavoro, sono stati pensati come strutture di servizio per il sostegno alla
ricerca attiva di un nuovo lavoro.
«I dati emersi dalla nostra analisi, sono dovuti sia a una profonda
questi centri è praticamente dimezzata - aggiunge Murgianu - anche se
dobbiamo tener conto che si è abbassata la quota delle strutture produttive alla ricerca di addetti.»
Analizzando i dati delle altre regioni, tra le aziende che usano i Centri per l’Impiego, la Sardegna è solo
al 13esimo posto (primo il Trentino
con 5,3%, ultima la Basilicata con
lo 0,8%, contro una media nazionale del 2,2%.
Viceversa, tra le imprese che
assumono con conoscenza personale, l’isola si piazza al 5° posto (prima la Basilicata 75%, ultimo il Veneto, con una media nazionale del
63,9%). All’estero, in Svezia per
esempio, sono 41 su 100 le persone
che trovano impiego grazie a questi
centri.
«Sono dati che ci devono far riflettere - prosegue Luca Murgianu anche perché sappiamo bene che i
centri vanno rinnovati, soprattutto
Cresce l’attenzione della grande stampa internazionale
«La Sardegna è a misura di bambino»
C
resce l’attenzione della
grande stampa internazionale per la Sardegna come meta turistica. I sardi
da sempre solari e ospitali ora sono
indicati per una loro particolare qualità: l’attenzione per i bambini. Su
questo tema si sofferma il Sunday
Times, con un reportage di Jane
Knight che invita i lettori a portare
i propri figli in Sardegna per trascorrere delle vacanze attive.
«Austin Healy, ad esempio, sarà
fra le leggende del rugby che inse-
gneranno questa estate presso la
Rugby Academy di una struttura
sarda - scrive l’inviata -. I bambini
fra i 5 ed i 15 anni non hanno bisogno di precedenti esperienze di rugby o di attrezzatura e si alleneranno su un campo regolare ogni mattina per una settimana. Anche i padri possono partecipare ad un match
con le stelle che si terrà l’ultima sera,
quando ai ragazzi verranno date una
medaglia ed un attestato di partecipazione.»
Lo stesso domenicale del Times
di Londra aveva dedicato alla Sardegna un altro reportage (consigliandola per vacanze rilassanti), dopo
l’appello a venire nell’Isola rivolto
dal Presidente della Regione, Ugo
Cappellacci, all’indomani dell’alluvione del 18 novembre. Nel 2013 la
Sardegna è finita in testa alla classifica delle spiagge più adatte ai ragazzi tra 0 e 18 anni, pubblicata nel
rapporto “bandiere verdi dei pediatri”. L’isola ha battuto la concorrenza dell’Emilia Romagna e della
Toscana.
nella parte tecnologica con sistemi
al passo con i tempi. Ora come ora
sono strumenti obsoleti schiacciati
dalla concorrenza delle agenzie interinali. Inoltre è necessario - conclude il presidente di Confartigianato Sardegna - che questi possano
effettuare, in futuro, anche la verifica delle competenze di chi presenta il proprio curriculum. Solo
così potranno essere strumenti moderni, realmente utili alle imprese.»
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 266 • 21 Gennaio 2014
Inaugurato nell’aula consiliare del comune di Carbonia, il Festival si è svolto tra il Teatro Centrale e quello di Bacu Abis dal 18 al 21 dicembre
“Teatro per la città”: una prima edizione riuscita
Quattro giornate dense di appuntamenti culturali, cui la cittadinanza del Sulcis ha preso parte con interesse ed orgoglio.
I
n occasione del 75° anniversario
della fondazione della Città di
Carbonia si è tenuta la prima edizione di un Festival di Teatro Civile e della Memoria, promosso dal
comune di Carbonia, assessorato alla Cultura, con la direzione artistica
ed organizzativa de la Cernita Teatro,
in partenariato con La Banda Vincenzo Bellini di Carbonia e in collaborazione con Il Teatro Stabile della
Sardegna, C.S.C. di Carbonia Iglesias
della Società Umanitaria e la Cooperativa Lilith di Carbonia.
«La Cernita Teatro per tre anni
consecutivi (2010-2011-2012) è stata
lieta di poter offrire il suo contributo,
artistico ed organizzativo, per i festeggiamenti della città. L’intensa attività
teatrale e culturale realizzata in questi
anni nel territorio, il recente Festival
di Teatro Sociale a Sant’Anna Arresi
e gli ottimi piazzamenti ottenuti al
Premio Scenario di Roma, ci hanno
incoraggiato a proporre il primo Festival mai realizzato, nella nostra città - ha dichiarato il direttore artistico
Monica Porcedda, molto soddisfatta
dalla riuscita della manifestazione -.
La scelta di lavorare per un Festival
di Teatro Civile e della Memoria è
nata per promuovere una cultura,
non solo e strettamente del Teatro,
quanto dell’arte nel suo complesso,
della comunicazione, dell’ambiente
tore artistico Monica Porcedda, lo
scrittore e docente universitario di antropologia Giulio Angioni, il docente Roberto Serra, la dott.ssa Cinzia
Crobu e parte degli attori della compagnia Teatrale La Cernita che si sono esibiti, con competenza, in alcuni
stralci del poemetto “Tempus”, scritto da G. Angioni in lingua sarda della Trexenta, presentato e commentato poco prima (da un’idea di Roberto
Serra, con Lucia Longu, Luciano Sulas, Mariella Mannai e Monica Porcedda, in scena e alla regia).
Sempre il 18 dicembre, presso il
Teatro Centrale, si è proseguito con
il toccante “Rio Murtas”, una storia
d’amore, di guerra e nessuna scelta,
degli Antas Teatro. Con Giulio Landis (musiche originali dal vivo di Massimo Sciola, Gianni Fozzi, Cristiano
Poddie, Giovanni Mameli, Daniele
Ucchesu. Filmato prodotto da Ennio
Madau. Scrittura scenica e regia di
Giacomo Casti).
Giovedì 19 dicembre presso il Teatro di Bacu Abis, invece, è andato in
scena per Corti a Teatro “Fuga dalla
Libertà”, un lavoro inedito di e con
Gloria Uccheddu e Riccardo Montanaro, due giovani e validi membri de
La Cernita Teatro; le musiche dal vivo sono state eseguite dalla flautista
Valentina Puddu. Staffetta con Marta
Proietti Orzella, versatile e nota attri-
Porcedda; Poesie “Sa Cenadara Santa” e “1952” di Luciano Sulas, “Emigrare” di Marc Porcu. Con Lucia Longu, Mariella Mannai, Monica Porcedda, Luciano Sulas, Rosanna Sulas; regia di Monica Porcedda; luci Arianna Basciu).
Questo prezioso lavoro - che ha
portato in scena una dolorosa pagina
della storia cittadina (la morte di 3
minatori tra cui l’olianese Giuseppe
Sechi, dovuta ad una terribile esplosione avvenuta nel 1952) ha visto la
partecipazione straordinaria di Lia Careddu (attrice di punta del Teatro Stabile della Sardegna) che ha interpretato magistralmente “Fizos mios istimados” di Pierpaolo Piludu ed ha letto stralci tratti “Tra il dire e il fare”
Cultura materiale della gente di miniera in Sardegna dell’autrice Paola
Atzeni ed Cuec (2008). La prof.ssa
Atzeni, antropologa e per anni docente di Storia della Cultura materiale
presso l’Univesità degli Studi di Cagliari è stata lieta di intervenire a fine
serata e di complimentarsi con coloro che hanno dato vita ad una serata veramente intensa, inserita in una
manifestazione degna di nota.
Orgogliosi e pronti a buttarsi a capofitto in nuovi progetti sia i componenti de La Cernita Teatro, quelli la
Banda V. Bellini, quanto la dott.ssa
Crobu e tutti i collaboratori, ringra-
Successo per la mostra allestita nella Sala Argani del Museo
Serbariu: “In miniera tra i presepi”
S
i è conclusa due settimane fa la mostra “In miniera tra i presepi”, visitabile dal 7 dicembre
scorso presso la Sala Argani del Museo del Carbone. I presepi in concorso erano 19, realizzati
con fantasia e passione da scuole, associazioni e gruppi di privati. Ai presepi in concorso si affiancavano 6
Natività realizzate da artigiani e due presepi fuori concorso.
Lo spoglio dei voti, effettuato il 5 gennaio alla presenza degli autori, ha confermato la vittoria del presepe numero 14, una composizione ispirata all’ambiente
minerario realizzata dalle classi 2ª e 3ª D della scuola
secondaria di primo grado di Via Balilla a Carbonia, Istituto Deledda-Pascoli.
Si è classificato al secondo posto il presepe numero
13 della scuola dell’infanzia di Matzaccara, realizzato
con le uova, mentre il terzo posto è di un altro dei quattro presepi dell’Istituto Deledda-Pascoli, il presepe numero 4, realizzato con il sughero dalle classi 1ª - 2ª - 3ª
G e 3ª F della scuola secondaria di primo grado di Cortoghiana.
L’annuncio ufficiale è stato dato durante la manifestazione “La Befana in miniera”, che ha accolto un migliaio di partecipanti nella lampisteria, nella Sala Argani e negli spazi esterni della Grande Miniera di Serbariu.
I bambini si sono cimentati nei laboratori creativi con
pasta, stoffa, carta e colori e i volontari hanno animato
il pomeriggio con truccabimbi e sculture di palloncini.
Una befana in auto d’epoca, infine, ha distribuito caramelle a tutti i bambini.
L’evento “La Befana in miniera” (in basso la foto di
Fabio Murru) è stato realizzato con la collaborazione di:
Associazione Pro Loco Carbonia, Associazione Ohana
APS, Autocarrozzeria F.lli Corda Carbonia.
Il presepe primo classificato nella mostra.
Un momento della manifestazione “La Befana in miniera”.
L’Asso Sulcis onlus ha vinto il IV trofeo di nuoto provinciale
Lo sport ha una funzione sociale
Paola Atzeni e Lia Careddu. Foto E. Cocco.
Un momento della prima giornata del Festival.
e della relazione, valorizzando gli spazi della Città e delle periferie come
luoghi di produzione di lavori inediti, di ricerca e sperimentazione per
offrire ospitalità ad artisti e autori importanti a livello regionale, nazionale
ed internazionale senza tralasciare
l’urgenza di stimolare ed incoraggiare le realtà locali e/o di recente formazione che hanno bisogno di avere
degli spazi fisici e delle occasioni per
confrontarsi e crescere.»
Come dicevamo, si è rinnovato il
connubio artistico “Cernita - Banda
V. Bellini”, inaugurato lo scorso anno presso la Grande Miniera di Serbariu con lo spettacolo “74’ in Musica e Teatro per Carbonia”. La banda musicale cittadina - partner dell’iniziativa e sapientemente diretta
dalla M° Caterina Casula - è entrata
nella nuova produzione “75’ in Musica e Teatro” non semplicemente come esecutrice di brani d’autore, ma ha
scandito il tempo delle scene attraverso la riproduzione dei suoni della
Cultura Materiale riprodotti dopo attenti studi, durante l’ultimo spettacolo del Festival, il cui coordinamento
artistico è spettato - anche quest’anno - a Cinzia Crobu, giornalista, critico teatrale ed antropologa del teatro.
Hanno inaugurato le quattro giornate
di Festival, il sindaco del comune di
Carbonia, Giuseppe Casti, l’assessore
alla Cultura Loriana Pitzalis, il diret-
ce isolana che ha interpretato “Cantar l’altrove” di Origamundi Teatro;
prosa e poesia dell’indimenticato Sergio Atzeni e sound designer Alessandro
Aresu. Alle 20.30, a fine spettacoli, ha
avuto inizio il confronto con i protagonisti della serata, condotto dal docente Andrea Rosas; sono state invitate a partecipare all’incontro anche le
Associazioni del territorio che si occupano di inclusione sociale, autosviluppo, alimentazione e ambiente.
Il 20 dicembre, sempre presso il
Teatro di Bacu Abis, è stata la volta
dell’interessante “Aligheri no!” della Coop. Teatro Olata - Testo di Salvatore Vargiu. Con Flavio Contini,
Daniela Musiu, Sergio Massenti, per
la regia di Franco Siddi. A seguire è
stato proiettato “Su tremini” a cura
della Coop. Millepiedi di Sant’Antioco, valido progetto LaborCinema:
ha moderato il dibattito “Lavoro, giovani e prospettive future”, in finale
di serata, Andrea Contu, a nome della C.S.C. di Carbonia Iglesias, Società Umanitaria, affiancato da Monica
Porcedda. Giungiamo all’ultima serata con “75’ in Musica e Teatro per
Carbonia”, che come scritto in apertura, ha visto protagonisti La Cernita
Teatro e la Banda musicale V. Bellini di Carbonia (direzione musicale
M° Caterina Casula; coordinamento
artistico Cinzia Crobu; Testo Teatrale “Cortoghiana 1952” di Monica
ziati a gran voce in un finale durante
il quale si è ribadito il bisogno di sostegno da parte di queste coraggiose
associazioni cittadine (che agiscono
in tempi di tagli continui) e di giovani e iperspecializzati tecnici intervenuti, spessi costretti a lavorare, all’estero e nella Penisola, ma raramente in
casa propria.
Chiudiamo con le parole dell’assessore alla Cultura Loriana Pitzalis,
anch’essa intervenuta per i saluti finali: «Questa manifestazione è un segnale importante per la città che ha
bisogno di far proprio il senso di identità e appartenenza. Carbonia ha una
storia che è importante tenere viva:
una storia che va dal Neolitico fino
ai giorni nostri, una grande storia
fatta di uomini, di lavoro, di miniere e
iniziativa, una sofferenza che diventerà speranza solo se investirà nella
Cultura».
Il sindaco, Giuseppe Casti, l’assessorato alla Cultura e l’intera Amministrazione comunale di Carbonia
hanno creduto sin dall’inizio in questo progetto che intendono rinnovare
e far crescere di anno in anno, proprio
nel mese di dicembre, in occasione
dei festeggiamenti della città. Questo
il motivo per cui insieme alla Cernita
Teatro ha pensato ad un progetto di
più ampio respiro per la creazione di
un Festival.
M.P.
S
i è svolta a Carbonia, il 14
dicembre, il 4° Trofeo Provincia Carbonia Iglesias che
ha visto la partecipazione di
una settantina di atleti di 8 associazioni della Fisdir (federazione italiana sport disabilità intellettiva relazionale) e di una della FINP (federazione italiana nuoto paralimpico).
La manifestazione sportiva di nuoto per disabili a carattere regionale,
organizzata dall’A.S.D. Asso Sulcis Onlus per celebrare l’anniversario della fondazione della città, è
giunta alla decima edizione (4 trofei e 6 coppe) e quest’anno è stata
inserita nella 6ª edizione della giornata paralimpica sarda del nuoto.
Alla manifestazione sono intervenuti l’assessore alle Politiche sociali e vice sindaco Maria Marongiu, il sindaco di Sant’Antioco Mario Corongiu, la presidente regionale del CIP Emanuela Comella ed il
delegato regionale della Fisdir Ugo
Sias ed alcune scolaresche per sostenere ed incitare gli atleti durante
le gare.
L’Asso Sulcis Onlus di Carbonia,
grazie ai suoi atleti allenati da Sandro Bruera che li segue da oltre dieci anni, ha conquistato il Trofeo con
12.926 punti, seconda la Sa.Spo. di
Cagliari con 10.326 punti, terza Speedy Sport di Dorgali con 4.892. Buoni risultati anche per Hasterix di Nuoro, Vittoria Onlus di Iglesias, Ogliastra in forma di Ilbono, Il Sole Sport
di Uras e Superga di Cagliari.
Gli atleti dell’Asso Sulcis hanno
raggiunto ottimi risultati, conquistando complessivamente 18 medaglie
d’oro, 10 d’argento e 3 di bronzo ed
alcuni hanno migliorato i loro tempi.
Nel livello agonistico si sono distinti Stefano Tocco, oro nei 100 m
fetta; Riccardo Luche oro nella staffetta e argento nei 50 m sl e 50 m
dorso; Gabriele Orrù, oro nei 25 m
sl. e nella staffetta; Alessia D’Angelo, oro nei 25 m. dorso e staffetta
e argento nei 25 m s.l.; Daniela Piras, oro nei 25 m s.l. e nella staffet-
Gli atleti e i dirigenti dell’Asso Sulcis onlus.
s.l., 50 dorso e 50 farfalla; Sergio
Floris, oro nei 100 m dorso, argento nei 50 delfino e bronzo nei 50 m
sl.; Giuliana Volpe, oro nei 50 m
rana, argento nei 50 m s.l. e bronzo
nei 50 m. dorso.
Nel livello promozionale csono
stati protagonisti Alessio Espa, oro
nei 50 m sl., 50 dorso e nella staf-
ta; Nicola Esu, oro nella staffetta e
argento nei 25 m sl. e dorso; Cristina Alciator, oro nella staffetta, argento nei 25 m dorso e bronzo nei
25 m s.l.; Alessandra Mocci, oro
nella staffetta e argento nei 25 m
dorso; Federica Biggio, argento nei
25 m sl.; e, infine, Graziano Camboni, medaglia di partecipazione.
La Giunta comunale di Iglesias ha approvato il progetto definitivo
Nebida, addio al serbatoio pensile
N
ell’ultima seduta la Giunta comunale ha approvato
il progetto definitivo-esecutivo per i lavori di demolizione del serbatoio pensile sito nella
frazione di Nediba. L’investimento
previsto per l’intervento ammonta a
100.000,00 euro e prevede la completa demolizione del serbatoio e lo
smaltimento dei materiali di risulta.
«Il serbatoio - spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Barbara Mele
- non ha più alcuna utilità per l’erogazione idrica e perciò si trova in
uno stato di abbandono che dura da
decenni.»
«Poniamo finalmente fine - commenta il sindaco, Emilio Gariazzo ad una situazione insostenibile che
perdura da anni, segnalata anche dalla
prefettura a fine 2011. Abbiamo trovato disponibilità nella Gestione
Commissariale dell’ex provincia di
Carbonia Iglesias che ha stanziato
altri 40.000 euro, oltre ai 20.000 già
deliberati, per un totale di 60.000
euro. I lavori inizieranno presumibilmente nel mese di marzo.»
Il cofinanziamento del comune
di Iglesias ammonta a 40.000 euro.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 266 • 21 Gennaio 2014
Tutto esaurito, al Teatro Centrale di Carbonia, per l’esibizione del prestigioso Balletto di Mosca “Le Classique” in “Lo Schiaccianoci”
Purezza, tecnica e magica atmosfera natalizia
Balletto in due atti e tre scene con le musiche del grande Pëtr Il'ič Čajkovskij e le coreografie di Aleksandr Vorotnikov.
T
empismo quasi perfetto, oserei
dire, per entrare
nel vivo del balletto natalizio per
eccellenza, andato
Cinzia Crobu.
in scena il giorno
dell’Epifania in un
Teatro Centrale gremito, il cui pubblico ha acclamato la prestigiosa compagnia, che riunisce nelle proprie fila
i migliori danzatori russi, provenienti
dalle più autorevoli accademie classiche del paese. L’ensemble, fondato
nel 1990 da E. Melikov, capace di onorare la tradizione coreutica del paese
di provenienza, al momento, vanta nomi di spicco quali Nadeja Ivanova,
Ekaterina Shalyapina, Alexandr Tarasov, Dimitry Smirnov, Andrey Shalin ed altri. Balletto appartenente al
tardo-romanticismo con la sua musica
gioiosa, sognante e piacevole, “Lo
Schiaccianoci”, trae spunto dalla
fantastico; l’albero di Natale diviene
enorme e anche la stanza, prima animata dallo scintillio degli abiti durante i balli, viene invasa da un esercito di topi ostili, schierati in ordine
di battaglia e capeggiati dal loro re.
Magicamente lo schiaccianoci diviene vivo e, con l’aiuto di un esercito
di soldatini, si lancia in battaglia. Lo
Schiaccianoci sta per soccombere agli
attacchi dei topi, ma viene salvato da
Clara che colpisce con forza l’avversario. Quale meraviglia pervade la
fanciulla, nel vedere lo Schiaccianoci
di legno diventare uno splendido principe che la guida in un mondo di fate,
giochi e dolciumi.
La stanza è ormai una foresta incantata dove i fiocchi di neve danzano a tempo di valzer emozionando il
pubblico grazie alle prese armoniose
e ad alcune serie di “fouettè” (più di
15). In tale quadro ballerine e ballerini
di fila dimostrano la loro eccellente
preparazione, mantenendo le linee nelle loro “batterie’’ e piroettando, in
avventura, trionfo di musica e danze
popolari, plasmata dalle coreografie
sui corpi dei ballerini interpreti, si conclude con il risveglio di Clara che
stringe tra le braccia lo schiaccianoci giocattolo, dopo aver danzato appassionati passi a due con il suo bel
principe.
Proprio il ritorno alla realtà, lascia in lei il sapore del sogno che le
incute una fiducia più cosciente verso il futuro e la propria crescita.
Grande la varietà e l’eleganza dei
costumi, curate le scelte d’abito pertinenti ad ogni danza popolare. Buona la scenografia, che, soprattutto nel
primo atto, ci suggerisce molto, all’interno di una messa in scena non
facilmente intuibile e, a tratti, scolastica.
Nel secondo atto vengono meno
alcuni orpelli scenografici, per lasciare
che i corpi dei solisti riempiano la scena, scrutati da luci alquanto intense.
Le geometrie sono risultate chiare, le
interpretazioni sono state, per lo più,
Una scena dello Schiaccianoci.
ricchezza senza fine delle favole per
l’infanzia: in esso, però, l’elemento
“psicologico-sentimentale’’ affiora attraverso delle alternanze che variano
dall’innocenza del mondo puerile ad
una visione del primo amore quasi
freudiana. Per alcuni versi è come se
“Lo Schiaccianoci’’ anticipi il balletto del ‘900, però, smussando le sembianze più angoscianti e acutamente
psicanalitiche della novella da cui è
tratto (rivisitazione operata da Alexandre Dumas di un racconto gotico di
E.T.A. Hoffman), per dare vita ad un
balletto in cui trionfano la leggiadria
e i prodigi fantastici.
All’apertura del sipario, veniamo
trasportati all’interno di una sala da
ballo, dove si sta tenendo un fastoso
ricevimento. è la vigilia di Natale e il
benestante Stahlbaum, borgomastro
di Norimberga, riceve, tra le altre, la
visita di Drosselmeyer. L’ospite, circondato da un alone di magìa e autorevolezza, regala alla piccola Clara,
figlia del borgomastro, un variopinto
soldatino schiaccianoci. Fritz, fratello di Clara, invidioso del dono, lo rompe. Drosselmeyer, avvertito il grande
dispiacere della bambina, la consola,
aggiustando lo schiaccianoci. Al termine della festa, quando gli ospiti si
congedano, i bambini vanno a dormire: Clara, stanca ma felice per il dono
ricevuto, si addormenta, tenendo stretto al petto il suo schiaccianoci. Il rintocco della mezzanotte, ci conduce
all’inizio del secondo atto. La realtà
si tramuta in dimensione onirica e
Clara viene catapultata in un mondo
Foto di Ignazio Vacca.
perfetta sincronia, nei loro tutù di tulle candidi. è in questa dimensione fatata che Clara, protagonista spettatrice, fa la conoscenza di tanti personaggi fantastici; questi ultimi danzano per lei in colorati “divertissements’’,
caratterizzanti il secondo atto. I solisti si esibiscono in una danza spagnola “la Cioccolata’’, una danza araba
“il Caffè’’ (la più applaudita) una
danza cinese “il The’’ e nel “Trepak’’,
una danza tipica russa di origini cosacche. Questi affascinanti passi a
due, hanno messo in luce la purezza
tecnica e le doti espressive di ciascun
danzatore, facendo emergere grandi
capacità e solida preparazione accademica.
Personalmente ritengo che, rispetto
all’edizione del 2010, presentata sempre presso il Teatro Centrale in cui i
divertissements si erano prolungati più
del dovuto, questa volta tutto risulta
armonico ed i tempi di esibizione sono “giusti” e piacevoli. Anche il doppio giro d’esibizione, questa volta, non
ha messo alla prova l’attenzione e la
concentrazione del pubblico, molto
presente e partecipe.
Da annoverare alcune chicche ed
elementi coreografici degni di nota:
numerosi salti, molti “grand jetè’’ e
“diagonali’’ vigorose, alcune prese
capaci di esaltare la preparazione atletica e la continua ricerca biomeccanica e, infine, dei “tour an l’air’’ senza
titubanze. Plauso va all’intera compagnia, la cui performance è stata
“riadattata” a causa del palco di dimensioni ridotte. L’emozionante
precise nonostante piccole imperfezioni individuali, nel primo atto.
Un lungo e festoso applauso ha
salutato il balletto di Mosca ed il suo
spettacolo, culminato nel gradevole
Valzer dei Fiori. Impeccabili, ed ultime solo in ordine di enunciazione, le
musiche di Čajkovskij, in filodiffusione: il Trepak, o Danza russa, è una
delle parti più conosciute del balletto, insieme al famoso Valzer dei fiori
ed alla Danza della Fata Confetto.
La partitura contiene in modo singolare armonie e colori orchestrali del
tutto moderni, come pure una eccezionale varietà di melodie: allo stesso tempo, l’ammirazione del compositore per il Rococò e la musica del
XVIII secolo si scorgono in vari passaggi, come l’Ouverture, l’Entrée des
parents e il Tempo di Grossvater, tutti
nel primo atto.
Prossimi appuntamenti con la danza, al Teatro Centrale: il 14 febbraio
andrà in scena il trittico composto da
“She is on the ground”, “Lost for
words” e “Downshifting”, produzione del direttore artistico della Spellbound Contemporary Ballet, Mauro
Astolfi, mentre il 14 marzo sarà la
volta di “Puzzle”, ad opera di Kataklò - Athletic Dance Theater, con la
coreografia e regia di Giulia Staccioli. In entrambi la tecnica impiegata
nella danza moderna e nella ginnastica riusciranno ad incantare il pubblico con acrobazie mozzafiato, trasformismo e ricerca creativa in ambito teatrale.
Cinzia Crobu
La Provincia del Sulcis Iglesiente
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Teatro Massimo: Beckett e Pirandello
in un’inedita regia di De Monticelli
L
e assi del palcoscenico divengono una distesa, originariamente un deserto, illuminato da una luce abbagliante, che diviene impietosa.
In base ai precisi dettami dell’autore, Samuel Beckett, in questo
dramma viene utilizzata, per la prima volta, la luce bianca: la stessa luce che tornerà nel suo “Giorni felici” a torturare la logorroica signora
Winnie, conficcata - prima fino alla
vita e poi fino al collo - in una fossa, mentre s’ostina a dichiararsi felice di tale esistenza.
Sto riflettendo su quest’aspetto,
quando il protagonista carambola rovinosamente sul palco.
è la vita - mi dico, parafrasando Beckett - anche quando si tratta
della peggiore delle condizioni possibili; è sufficiente la prima, di tante
cadute, per creare un’empatia che,
in crescendo, accompagnerà ogni minuto di questo “Atto senza parole”.
Un uomo in scena, comunica
solamente attraverso il corpo. Cade
con perizia, soffre con perizia, suda, si rialza, sorride, si dispera e noi
godiamo di un teatro che rinuncia
alla parola, atto perfetto di decostruzione del linguaggio, questione che
tanto coinvolse Beckett, quando trovandosi a Parigi ebbe a che fare con
mimi del calibro di Marceau, Decroux e, non ultimo, Mendel, che lo
incitò a alla stesura di un pezzo che
avesse tali caratteristiche. Plauso a
De Monticelli per aver riproposto
questa “perla” del 1956, buttando
letteralmente sulla scena il giovane
mimo Edoardo Demontis, reduce
da “Untitled I will be there when
you die” di Alessandro Sciarroni
(Premio Rete Critica agli Ubu).
La sete incita l’uomo ad affinare
l’ingegno e cercare di raggiungere
ed afferrare una brocca d’acqua appesa al ramo alto di un albero che sarà figura fondamentale in entrambi
gli atti, snocciolati - giustamente senza pause e consecutivamente.
Un fischietto comanda i movimenti dell’assetato: grandi cubi di
polistirolo vengono ribaltati, sovrapposti, spostati più volte per raggiungere la brocca. Invano. è vano anche
il tentativo di impiccagione, esattamente come in Aspettando Godot:
l’uomo si abbandona sul pavimento,
sconfitto e, ora che l’acqua è vicinissima e raggiungibile non la prende.
Il critico Cesare Segre, nel saggio “La funzione del linguaggio nell’Act sans paroles” (Bulzoni 1997)
giunge a queste conclusioni: «La
crudeltà del trattamento inflitto al
personaggio sta proprio nell’averne stimolato l’intelligenza per poi
reprimerne la volontà».
E come dargli torto e non intravedere lo stesso cruento trattamento che oggi Stato e società riservano a molti di noi, costretti ad arrabattarci continuamente per un goccio di lavoro, di stabilità, per uno
straccio di servizi sociali di cui non
godiamo e forse mai godremo?
Sudo per solidarietà e, con rabbia
seguo quella sconfitta, i gesti maniacali del taglio delle unghie con
grandi forbici, il ripiegamento di un
grande fazzoletto a quadri ridotto ad
un quadratino, e ogni minima tensione muscolare del bravo Demontis,
che riesce a mantenere alta la concentrazione del pubblico, nonostante
l’insofferenza derivata dopo i primi
di una lunga sequenza di insuccessi, all’interno di questo breve atto.
Ogni orpello scenografico viene
riportato in alto, da dove era giunto,
in sadico “apparente” soccorso e cala
il buio, mentre l’uomo esce di scena.
In questo stesso istante Beckett
passa il testimone a Luigi Pirandello
e, i primi gesti dei personaggi sono
ancora intimati dal fischietto. Un effetto straniante ma piacevole, una
accoppiata a cui non avevo pensato:
in poco tempo le parole riempiono
l’aria, quasi la saturano.
Ci spiega il regista: «Un che di
fantastico lega assieme, come un fil
rouge, i due piccoli capolavori di questi due pilastri della drammaturgia
e della cultura del ‘900 (entrambi
premi Nobel): quel gorgogliare di
stupefatto umorismo attraverso cui
prende forma la metafisica parabola dell’esistenza. E se, nella pantomima di Beckett riecheggia, in un
susseguirsi di comicissimi inciampi
e umanissimi impedimenti, un che di
chapliniano (o forse qualcosa che
ricorda Buster Keaton, che non a
caso fu l’interprete dell’unico film
di Beckett), nel “mistero profano”
di Pirandello siamo oltre la soglia
della vita, all’uscita di un cimitero
dove i personaggi sono in realtà
“apparenze” appena fuoriuscite
dalla loro esistenza terrena; in attesa
di una dissoluzione che non tarderà
a venire, non appena ogni residuo,
Una scena dello spettacolo.
ogni conto in sospeso con la loro vita
passata si sarà esaurito».
“All’uscita” è, dunque, un mistero profano, un atto unico pirandelliano, che fa proseguire la vita «per
un attimo ancora oltre il suo termine, ripercorrendola tutta». L’apparenza dell’Uomo grasso siede su una
panca ai piedi del grande albero,
con le mani appoggiate al bastone e
sulle mani poggia il mento. Qui avviene l’incontro con l’apparenza del
Filosofo, che fin dal principio espone ragionamenti, mentre l’uomo grasso lo invita a smettere, in quanto fatica inutile: «Che consolazione volete che mi dia codesto postumo esercizio della vostra ragione? Il filosofo: Postumo? Ma che postumo! Io
seguito a ragionare, come voi a esser
grasso, caro mio. E per il solo fatto
che io e voi siamo ancora qui, seguito a vedere in me e in voi due vane
forme della ragione. Non ve ne sentite consolare? L’uomo grasso: Se
sapeste come ne sono mortificato!»
Ne deriva un dialogo serrato, per
argomento e velocità d’espressione,
che quasi ci fa arrancare per farsi
seguire e ci tiene seduti con l’orecchio e la mente protesa verso il palcoscenico: si discorre dell’inutilità
delle tombe per i morti, quanto della
loro utilità per i vivi, piuttosto che
dell’approvare o meno la maestosità di certe cattedrali, cui - non sempre - corrispondono pratiche lodevoli di fede. Paolo Meloni è l’apparenza di un uomo grasso, mentre Luigi Tontoranelli è l’apparenza di un
filosofo: arrampicandosi con cura
estrema sui dialoghi - con bravura
- reggono e preparano la scena per
l’arrivo di una terza apparenza. L’apparenza di una moglie adultera (moglie dell’uomo grasso) uccisa da un
amante sul quale, per troppo tempo,
ha scaricato rabbia e risentimenti.
Una Ophelia novecentesca e sui generis, scalza, con un seno in vista insanguinato, ride isterica e scomposta: buona prova per Isella Orchis,
sunto di molte donne pirandelliane.
La donna uccisa: «Ah, qua... Tu?
oh Dio... com’è? No, no... Ma come!
Sono di nuovo con te? Ah ah ah ah
ah!» L’uomo grasso: «Non ridere!
Non ridere più così! La donna uccisa: Che imbecille! M’ha rimandata a
te! E verrà anche lui, sai? S’è ferito a
morte, dopo aver ferito me».
Come per l’uomo senza parole
si ripete una forma estrema di ricerca: in questo caso Pirandello invita
i suoi personaggi a liberarsi dai vin-
coli dei limiti del pensiero e ad interrompere la rabbiosa costruzione
filosofica, che - al pari dei cubi di
polistirolo e degli sforzi fisici - non
li condurrà alla salvezza, all’abbandono delle vanità terrene.
Continua De Monticelli: «Pirandello/Beckett è uno spettacolo che
mette insieme diversi linguaggi
scenici: la pantomima, appunto (il
folgorante Atto senza parole beckettiano), il pezzo teatrale (quel fulmineo e fulminante atto pirandelliano che è All’uscita) e, infine, il teatro di figura, con l’irruzione di una
serie di personaggi di quel “popolo di legno” che da sempre abita le
zone più fantastiche e fantasmatiche
del palcoscenico: “arsenale delle apparizioni”, la chiamerebbe Pirandello». Sono le figure di legno inta-
Foto di Emiliano Cocco.
gliate dalla maestra burattinaia Donatella Pau (Is mascareddas) volute
dal regista in chiusura di spettacolo
a rappresentare un contadino, una
contadina, un vecchio asino che reca su di sé un gran fascio d’erba ed
una bambina: come dice Pirandello, dei personaggi sono forse quelli
meno reali, ma i più veri, “vivi e legati alla terra”.
Ottima intuizione questa di portare in scena le figure di legno intagliate (molte altre sono state esposte nel foyer di sala, con grande
afflusso di visitatori) e non da meno
la scelta di collaborare - ancora una
volta- con gli studenti universitari
della facoltà di Architettura, curatori del progetto scenico.
Unico neo relativo al passaggio
delle figure intagliate è stata la minore chiarezza nei dialoghi e la difficoltà di associare le battute ai relativi
personaggi, con immediatezza. Stesso problema è sovvenuto dovendo associare voce e battute al bambino che
mangia la melagrana, incontrato nel
peregrinare dell’adultera nella nuova dimensione post terrena. Due scene che avrei scandito con più efficacia, o meglio, con più lentezza in
modo da dare al pubblico - anche a
chi non conosceva trama ed opera la possibilità di riprendersi dai dialoghi serrati e concentrarsi su questi
nuovi quadri, all’interno dell’atto.
In scena resta l’albero di legno
dai rami spogli e mobili: «Il mimo conclude De Monticelli - dopo aver
condotto la sua azione senza parole, finisce per spegnersi in un’attesa senza più azione; mentre il filosofo pirandelliano, rimasto solo,
continua, imperterrito, a intrecciare il suo filo di parole».
All’uscita il mio pensiero torna
alla signora Winnie, ancora impantanata ma ancora profondamente attaccata a quell’esistenza: «è la vita
- mi ripeto - anche quando si tratta
della peggiore delle condizioni
possibili.
19/22 dicembre: Pirandello-Beckett/ Produzione: Teatro Stabile della
Sardegna / Regia: Guido De Monticelli
Con: Edoardo Demontis, Paolo
Meloni, Isella Orchis, Luigi Tontoranelli e le figure animate di Is Mascareddas
Scenografia: Edoardo Cossu,
Marta Spiga, Valeria Spiga, Eleonora Uras / Costumi: Adriana Geraldo / Luci: Löic François Hamelin - Ufficio Stampa: Paola Masala.
C.C.
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Nel campionato di Promozione regionale le tre squadre sulcitane, Carbonia, Atletico Narcao e Sant’Antioco, lottano per la salvezza
Il calcio sulcitano può centrare i suoi obiettivi
Nel girone B di 1ª categoria, la Monteponi è rientrata in corsa per la promozione superando nettamente la capolista nel confronto diretto.
I
l Carbonia c’è. A Pula, sul campo della seconda in classifica, la
squadra di Maurizio Ollargiu ha
riscattato l’amara sconfitta subita sette giorni prima con la Kosmoto
Monastir, centrando una vittoria pesantissima in prospettiva salvezza,
con uno splendido goal di Simone
Marini in piena “Zona Cesarini”.
Numeri alla mano, è indubbio che
oggi il Carbonia sia una squadra completamente diversa rispetto a quella
che dopo le prime sei giornate occupava l’ultimo posto in classifica e
sembrava veramente in grande difficoltà. è vero, da allora sono arrivate altre tre sconfitte, ma il bilancio di venti punti in undici giornate,
frutto di sei vittorie, due pareggi e tre
sconfitte, è da squadra di medio-alta
classifica. Con 22 punti ora il Carbonia è ottavo ma può crescere ancora, facendo inoltre maturare i tanti
giovani cresciuti nel settore giovanile, particolarmente fiorente, come
dimostrano i successi nei vari campionati e tornei (sono recenti le vittorie nella Coppa Santa Barbara e
nella Coppa Capodanno, entrambe
vinte per il terzo anno consecutivo,
come riportiamo in un altro articolo
di questa stessa pagina).
La seconda giornata del girone
di ritorno è stata positiva per il San-
t’Antioco che ha strappato un punto
alla temibile Orrolese nella partita
disputata disputata al Comunale lagunare, mentre ha fatto registrare un
amarissimo tonfo casalingo l’Atletico Narcao, nel match casalingo con
il Su Planu, diretta concorrente nella
lotta per salvezza.
Simone Marini (Carbonia).
Vittoria scontata per il Siliqua di
Titti Podda contro la modesta Masullese, 3 a 1, e secondo posto ritrovato alle spalle del Lanusei (uscito
vittorioso anche dal campo della Kosmoto, a Monastir), grazie all’impresa del Carbonia sul campo del Pula
che in un colpo solo è scivolato dal
secondo al quarto posto, scavalcato
anche dal Tortolì.
Dopo la netta vittoria nel confronto diretto al vertice, la Monteponi ha
iniziato con entusiasmo e fiducia il
girone di ritorno a caccia della capolista Guspini, nel girone B del campionato di Prima categoria. La sfida
del Monteponi, vinta 3 a 0 con reti di
Loddo (2) e Foti, nonostante le assenze pesanti di Salaris e Sanna, ha dimostrato che i rossoblù di Vittorio
Corsini possono tenere testa alla capolista fino alla fine, anche perché in
fondo il ritardo accumulato in classifica nel girone d’andata (6 punti alla vigilia del testa a testa, 3 al giro di
boa del campionato, è maturato solo
per una leggera frenata, prima la sconfitta di Tratalias, poi un paio di pareggi inattesi). Le prime due giornate del
girone di ritorno hanno lasciato le
distanze invariate, con le due squadre
che hanno fatto bottino pieno.
Tra le altre squadre sulcitane del
girone, chi ha fatto meglio fin qui è
la Fermassenti di Gianni Maricca (22
punti), ma non è dispiaciuto neppure il Tratalias (20). Entrambe viaggiano a metà classifica). Qualche gradino più indietro Carloforte e Gonnesa, appaiate a quota 18, mentre affanna in fondo alla classifica il Portoscuso, con 13 punti.
La VBA/Olimpia è in crescita, il Volley Iglesias in grande difficoltà
La VBA/Olimpia sembra aver cambiato marcia
D
erby senza storia al Palazzetto dello sport di
Sant’Antioco, tra la VBA/Olimpia Sant’Antioco e
il Volley Iglesias. Il punteggio finale di 3 a 0 e, soprattutto, i punteggi parziali di 25/21 25/17 25/20,
dicono tutto sull’andamento di una
sfida tanto attesa alla vigilia ma poi
altrettanto squilibrata in campo, tra
una squadra, quella lagunare, che
ha confermato di attraversare un
ottimo periodo di forma, ed una in
piena crisi come quella iglesiente,
che non è riuscita neppure in un set
a portare il risultato ai vantaggi prima della sua conclusione.
La classifica ora comincia a sorridere alla squadra di Georgi Draganov, alla terza vittoria consecutiva, dopo un avvio di stagione decisamente stentato. Le cure del coach
bulgaro stanno iniziando ad avere
effetto e ora la salvezza sembra decisamente alla portata.
La situazione del Volley Iglesias, viceversa, comincia a farsi
preoccupante, nonostante il campionato non abbia ancora raggiunto il giro di boa.
cia, a questo punto, sarebbe necessaria una sterzata profonda, della quale al momento non si avvertono
Una fase di gioco del derby VBA/Olimpia-Volley Iglesias. Foto Fabio Murru.
Quattro punti in dieci giornate
sono un bottino nettamente inferiore alle attese e per invertire la mar-
proprio i segnali. Da oggi in avanti ogni partita sarà uno spareggio
salvezza.
Il Carbonia continua l’incetta di successi nel settore giovanile
Coppa Santa Barbara e Coppa Capodanno
I
l Carbonia ha vinto per il terzo
anno consecutivo sia la fase
locale della Coppa Santa Barbara - Trofeo Aldo Carboni per
allievi sia la Coppa Capodanno per
giovanissimi. Nella finalissima della prima, disputata il 26 dicembre
sul campo Santa Barbara di Via
Angioy, ha travolto la Mineraria
Carbonia con il punteggio di 5 a 0
(goal di De Gradi, Matzeu, Medda, Arrais e Pilloni). è stata la ripetizione della finale di due anni
fa, vinta ugualmente dal Carbonia.
La partita è stata decisa nel primo
tempo, terminato sul punteggio di
3 a 0, ma anche la ripresa è continuata sulla stessa falsariga, con i
biancoblù padroni del campo. C’è
da dire che la squadra del Carbonia partecipa al campionato, mentre la Mineraria gioca in quello locale. Il Carbonia si era qualificato
per la finalissima superando in semifinale l’Atletico Narcao per 4 a
3, mentre la Mineraria aveva avuto la meglio sulla Marco Cullurgioni Giba per 3 a 1.
La Mineraria si consola con la
conquista del premio “Squadra del
cuore”, destinato alla squadra che
ha ricevuto più “MI PIACE” su facebook. 732 il risultato raggiunto
dalla Mineraria, contro i 460 del
Bindua e i 277 del San Luigi Orione.
Sono state effettuate lunedì 30
dicembre nella sala polifunzionale
del comune di Carbonia, le premiazioni di atleti e società distintisi nell’edizione 2012/2013 delle due
coppe e delle squadre finaliste della 51esima edizione.
Coppa Santa Barbara “Trofeo
Aldo Carboni” 50esima edizione.
Premi speciali.
Miglior giocatore della finale provinciale: Elia Carboni (Carbonia).
Miglior giocatore della finale
regionale: Gianluca Cui (Marco
Cullurgioni Giba).
Giocatore più giovane della fase
provinciale: Pierluigi Muscas (Marco Cullurgioni Giba).
Squadra più giovane della fase
provinciale: Marco Cullurgioni Giba.
Arbitro della finale provinciale:
Daniele Dassu.
Arbitro della finalissima: Marco
Navarra.
Dopo il tris raggiunto nella Coppa Santa Barbara nella categoria allievi, il Carbonia ha fatto tris anche
nella Coppa Capodanno riservata
La squadra allievi vincitrice della Coppa Santa Barbara - Trofeo Aldo Carboni.
La squadra giovanissimi vincitrice della Coppa Capodanno 2014.
Arbitro della finale regionale:
Gianluca Locci.
22esima Coppa Capodanno 2013.
Migliori giocatori della finalissima: G. Alberto Arrais (Carbonia) e
Salvatore Maurandi (Oratorio Mario Ghiga Carloforte).
alla categoria giovanissimi. Nella
finalissima, disputata il 6 gennaio
sul campo comunale di Gonnesa, la
squadra mineraria ha avuto la meglio nettamente sulla Monteponi
Iglesias, con il punteggio di 2 reti
a 0.
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