PONTEVECCHIO RISCOPRE LE SUE
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PONTEVECCHIO RISCOPRE LE SUE
SOMMARIO 3 Stupore e fierezza di Enrico Patani 5 Tra storia, antichità e modernità di Emanuele Mario Tempesta 7 Pontevecchio riscopre le sue campane di Andrea Gadarco 9 Crema Immacolata di Stefano Denti Tarzia 11 “È sunen i campan: l’è festa!” di Christian Rech 12 La Santa Convocazione dei fedeli passo ripreso da una predica di mons. Fabio Turba Foto di copertina: Campanile di S. Apollinare, Cornaredo (MI) STAMPATO IN PROPRIO AD USO INTERNO Tutti gli articoli e le foto sono proprietà esclusiva della Federazione Campanari Ambrosiani e dei rispettivi Autori, tutti i diritti sono riservati. 2 STUPORE E FIEREZZA di Enrico Patani Accade tutte le volte che c’è un campanile “aperto”, ovverosia la visita guidata che organizziamo nelle varie torri della diocesi che lo permettono. In queste occasioni subentra lo stupore da parte del pubblico presente, nello scoprire qualcosa di inaspettato che li sorprende e a volte li conquista. Nell’aprire questo mondo ai neofiti, li si mette al corrente di cose che noi campanari con un minimo di esperienza diamo per scontate, ma che a quanto pare non lo sono. Non è banale allora spiegare che le campane sono strumenti musicali intonati tra di loro e proprio per questo non sono state messe per caso sul campanile, che esistono delle regole per la loro bilanciatura e per le loro dimensioni, che sussistono diversi metodi nel suonarle e addirittura che l’ambrosiano è solo uno di questi molti sistemi di suono. Scopri allora che è un far conoscere a persone, per la maggior parte ignare di tutto nel settore, un mondo nuovo e affascinante. Mi piace qui ricordare il fascino che sempre esercita il suono delle campane sui bimbi piccoli, quando a occhi sgranati e un po’ impauriti guardano dal basso le campane muoversi in cima alla torre, e nello stesso momento ammirano e temono il loro suono forte e potente. La si può allora chiamare meraviglia l’impressione suscitata nelle persone che salendo alla cella campanaria scoprono la prospettiva della loro città o del loro paese visto dall’alto. E’ come allargare lo sguardo verso orizzonti più larghi di quelli da tutti noi osservati nelle frenetiche giornate della vita quotidiana. Confesso che anche per me, salito molte volte in cima a molti campanili, è sempre terapeutico all’anima poter gettare lo sguardo lontano verso l’orizzonte e vedere l’ondeggiare delle nostre montagne che vi fanno da corona, scrutare paesi lontani, riconoscendoli a volte proprio dai loro campanili, simili a matite puntate verso il cielo, scoprendo che forse aveva davvero ragione Alessandro Manzoni quando nei Promessi Sposi fa’ ammirare a Renzo “questo cielo di Lombardia, così bello quando è bello”. Un osservatore d'eccezione scruta il paesaggio dal campanile di San Vittore al Corpo, Basilica milanese e sede della Federazione Campanari Ambrosiani. 3 Tutte queste sensazioni si possono riassumere in una parola: “STUPORE”. Capita poi che durante le giornate di campanile aperto, in cui si è all’opera suonando la tastiera o tirando le corde, è forte lo stupore e la sorpresa nello scoprire, da parte di chi ci osserva, le melodie create da strumenti tanto grandi e all’apparenza poco manovrabili. Non manca di solito il personaggio che con sufficienza pensa sia solo tutta questione di forza, al quale viene spiegato e dimostrato che è più la tecnica che la forza a permettere la buona riuscita del concerto. Stupore è anche vedere gli sguardi delle persone che osservano il gioco di corde che salgono e scendono al comando di ordini scanditi da una sola persona, magari senza capirci più di tanto in quella danza di funi. Salita pubblica al campanile della parrocchiale di Pontevecchio di Magenta (MI), durante la patronale del settembre 2011. L'evento ha raccolto più di 300 adesioni nel solo pomeriggio di quella domenica. Tutte queste cose che sentimenti possono suscitare in noi artisti delle campane e soci della FCA? Credo che si generi in noi un senso di orgoglio per un qualcosa che, con impegno, applicazione, stile, siamo riusciti ad imparare e che, dopotutto, non tutti sono in grado di fare. Nello stesso tempo c’è il rispetto, perché, pur suonando le campane da anni, capisci che non sai ancora tutto, che non sei ancora arrivato, che c’è sempre qualcuno più bravo di te e quindi hai sempre da imparare qualcosa di nuovo. Malgrado tutto però ti rendi conto che con l’impegno tuo e di tanti amici all’interno della FCA si riesce a realizzare qualcosa di creativo e senza dubbio bello. Tutte queste sensazioni si possono riassumere in una parola: “FIEREZZA”. Un gruppo di associati sorveglia la cella campanaria della chiesa parrocchiale di Paderno Dugnano (MI), durante la salita pubblica al campanile nel 2011. 4 TRA STORIA, ANTICHITA' E MODERNITA' di Emanuele Mario Tempesta Sembrerebbe essere stato un 2011 poco carico di emozioni in quel di Cornaredo. L'anno è trascorso normalmente, finché dopo Pasqua una brillante intuizione del parroco, mons. Fabio Turba, ha fatto si che la chiesetta della frazione Cascina Croce, dedicata appunto alla Santa Croce, subisse una completa opera di restauro. Oggetto di questo oculato restauro sono stati interni, esterni, tetto e persino la torre campanaria, mai toccata prima d'ora, se non per fissare al muro le due campane esistenti, in modo che non potessero più suonare, ma che restassero comunque appese per bellezza. Già dal settembre del precedente anno una visita al campanile aveva creato un certo stupore intorno alla campana maggiore del concerto (nota Si), poiché recava incisa una data insolitamente antica: 1605. La più piccola delle due, aggiunta in seguito, è sicuramente più recente (nota Re) ma le due campane hanno suonato per poco tempo insieme, troppo poco per non poter avere una loro rivincita. Il paese non è nuovo a restauri miracolosi, ma sembrava impossibile che si mettesse mano ad una torre che ormai sfruttava un disco registrato per il suono delle campane: certo più comodo, ma decisamente triste e poco gioioso. Il volere popolare è stato così forte che le campane sono state calate dal campanile e solennemente benedette durante la funzione principale della festa del paese: la Messa Solenne della prima domenica di settembre, ormai divenuta cuore di tutte le celebrazioni della sagra. Il restaurato campanile della piccola chiesetta di Cascina Croce, nel periodo immediatamente successivo la benedizione e inaugurazione dei due bronzi, ricollocati sapientemente sulla torre. Questo solenne rito di benedizione ai più è risultato una totale novità, poiché l'ultima campana benedetta è stata il campanone della parrocchiale, crepato e rifuso nell'Anno del Signore 1957. La generosità dei "buoni cascinali", come vengono definiti dal parroco stesso, ha fatto si che le due campane ora possano risuonare della loro voce propria, montate in un sistema consono alla loro grandezza e per trasmettere più gioiosamente la voce di Dio. Ovviamente il tutto è stato voluto completamente manuale, per conservare la tradizione che dal 1933 si tramandava. 5 Pochissime settimane dopo, un'altra scoperta ancora più interessante della prima: la campana della chiesa di fronte alla parrocchiale, dedicata a S. Apollinare, presentava delle particolarità sia di sagoma che di incisioni e loghi, tutti insolitamente antichi. Minacciando rovina, è stata calata e restaurata in maniera da ritornare al suo posto rinnovata ma non cambiata in niente se non nel ceppo, risalente alla sua data di fusione e ormai compromesso. L'opera venne realizzata su commissione di Federico Balbi, nobile di Cornaredo, nel 1559 che contattò il buon Busca (fonditore milanese che fuse le campane del Duomo) comandandogli una piccola campana per questa antica cappella. Durante la vigilia dell'Immacolata Concezione (7 dicembre), il parroco si è trovato a benedire una terza campana a distanza di tre mesi, regalando a Cornaredo un pezzo di storia, che altrimenti sarebbe andato perduto. Ora la campana è ben salda e verrà suonata in qualche occasione, dato che la chiesa è ad oggi utilizzata per le funzioni dedicate a S. Apollinare (in luglio), per mostre d'arte sacra e durante il mese mariano, per la recita serale del Rosario. Il parroco benedice la campana di S. Apollinare durante la Santa Messa Vigiliare dell'Immacolata Concezione di Maria Vergine, 7 dicembre 2011. Piccoli oggetti, suono melodioso, tanta storia. Tre brevi frasette formate da coppie di parole: tutte corrette e utilizzabili per descrivere perfettamente cosa siano le campane. Uno strumento di Dio? La voce stessa di Dio? Un pezzo di storia alla pari di una pergamena? Forse una, forse tutte queste cose. Di certo c'è solo che la vita del popolo è scandita dai loro rintocchi e da millenni ormai la loro importanza nella vita quotidiana è documentata e inamovibile. Che rimanga a lungo questa tradizione, perché dove sprofondano le tradizioni si perdono le radici e dove si perdono le radici tutto si uniforma e niente è più unico. L'uniformità porta al grigiore e quindi non spegniamo questi colori... non fermiamo i sacri bronzi: che risuonino ora, come nei cieli antichi, e per sempre! Un particolare del marchio presente sulla campana, fusa dal Busca nel 1559, della chiesa di S. Apollinare. La campana, tornata al suo posto nel gennaio dell'anno seguente, ora risuona nei cieli anch'essa montata per il suono manuale, in un sistema consono per espanderne il più possibile il suono. 6 PONTEVECCHIO RISCOPRE LE SUE CAMPANE di Andrea Gadarco La frazione di Pontevecchio possiede due campanili: il primo, appartenente al Santuario dell'Immacolata, risale al 1894 ed è completamente manuale sia per quanto riguarda l'annuncio delle messe, sia per quanto riguarda le suonate a festa tramite la tastiera. Il campaniletto present un concerto di 5 campane in tonalità di Reb Maggiore. Le due campane più piccole del concerto, sono le originali della chiesa (note: Lab e Solb) e furono fuse dal fonditore milanese Davide Cobianchi nell'anno 1851. Le restanti tre, invece, furono sapientemente aggiunte dai Fratelli Barigozzi di Milano nel 1894. L'altro campanile, quello appartenente alla chiesa parrocchiale, possiede un concerto di 5 campane in Sib Maggiore, fuso dalla fonderia Roberto Mazzola nel 1949, in quel di Valduggia (VC). L’anno 2011 è stato per il piccolo paese di Pontevecchio un’autentica riscoperta dell’arte campanaria, in tutte le sue varie forme e sfaccettature. Tutto questo è stato possibile grazie alla splendida disponibilità del Rev. Parroco don Eusebio, che ha dato la sua benedizione a questo ottimo progetto di riscoperta artistica. Due eventi hanno contraddistinto l’anno appena trascorso; il primo in ordine cronologico è quello di Maggio, quando il Parroco, dopo aver fatto accomodare i bambini della scuola materna nel campo sportivo dell’oratorio (ai piedi della torre campanaria), è salito in cella a suonare a tastiera varie melodie, intervallate da una sapiente spiegazione delle campane e della loro storia. Il Reverendo don Eusebio Angelo Stefanoni, parroco di Pontevecchio, si esibisce in una tipica suonata della tradizionale tastiera ambrosiana per il suono a festa. Non è cosa di tutti i giorni vedere un parroco che sale sul proprio campanile a “tastierare”. Diciamo pure una cosa d'altri tempi, quasi a ricordo di un parroco in bianco e nero, anch'egli molto attento ai suoi parrocchiani e sempre pronto a suonargliele. L’emozione di quei momenti è stata forte e penso sia motivo di orgoglio per tutti noi in Federazione: una riscoperta quasi radicale che porta alla sensibilizzazione di un oggetto che prima di tutto è sacro. 7 L’altro evento, ancora più coinvolgente del precedente anche se forse meno raro, è stata la salita pubblica alla torre campanaria della chiesa parrocchiale, in occasione dei festeggiamenti per la festa Patronale, che si è tenuta lo scorso 11 Settembre. Ad un anno esatto dalla conclusione dei lavori di restauro del campanile e delle campane, oltre 300 persone provenienti anche dai paesi limitrofi hanno potuto accedere alla cella campanaria per scoprire il particolare modo di suonare le campane a festa mediante l’uso della tastiera. Si, perché molte persone non sapevano nemmeno dell’esistenza di questo strumento. Anche i giornali locali hanno parlato di questo particolare evento, nuovo per la zona del magentino, ed ancora oggi, a distanza di qualche mese, le persone ricordano con piacere questo evento. Particolare della campana maggiore del concerto. La sua nota è un Si bemolle e il suo peso supera i 2000Kg. Foto del settembre 2010, in cui sono ben visibili le 5 campane appena restaurate. Una visione d'insieme della nuova tastiera presente sul campanile, pronta a far risuonare le 5 meravigliose Mazzola che decorano il campanile. Anche se il termine nuova non si addice poi esattamente a questa tastiera: diciamo piuttosto la "recuperata" e "restaurata" tastiera che apparteneva anche in origine a questo campanile, fin dal montaggio delle campane. 8 CREMA IMMACOLATA di Stefano Denti Tarzia In una calda e bellissima giornata d’estate in quel di Santo Stefano in Vairano, un piccolo quartiere posto di poco al di fuori dal centro storico di Crema, era un'occasione speciale per tantissimi ragazzi, poiché il vescovo di Crema Sua Eccellenza mons. Oscar Cantoni si trovava in quella parrocchia per amministrare il sacramento della Confermazione, noto ai più con il nome di Cresima. Grazie al sempre costante appoggio dell'amico Marcello Palmieri, e all’invito di Don Francesco Gipponi, parroco di Santo Stefano, è stato possibile rendere questa giornata un momento per stare in compagnia, per condividere ancora una volta tutti insieme la nostra grande passione per le campane, che si lega inesorabilmente e costantemente alla scoperta e alla riscoperta delle tradizioni locali, facendoci conoscere ancora di più la terra di Crema e i suoi gioielli nascosti. Il concerto di campane è composto da 6 bronzi intonati in una scala di Sol Maggiore crescente. Le 5 campane maggiori vennero fuse dal cremasco Francesco D’Adda nel 1946, mentre la campana minore è stata aggiunta dalla fonderia Allanconi di Bolzone nel 2003. La giornata è stata molto carica di suonate, dai concerti solenni suonati manualmente tramite l'ausilio delle corde, alle numerose suonate a tastiera. La tastiera presente sul campanile della chiesa di Santo Stefano, utilizzata per eseguire le classiche suonate a festa che accompagnano solitamente i grandi eventi della vita dei paesi. Non potevano ovviamente mancare complimenti e applausi da parte di tanta gente, che ha gradito moltissimo il suono delle campane “diverso” rispetto al solito. Alla fine della giornata, nonostante la stanchezza, eravamo più che soddisfatti della giornata trascorsa in compagnia. Tantissimi complimenti vanno ai ragazzi che erano presenti: alcuni giunti da Milano in rappresentanza della F.C.A. e un caro amico che si è unito a noi, appartenente al gruppo campanari città di Bergamo. Un'immagine che ci presenta la facciata della chiesa di Santo Stefano, tutta parata a festa, in occasione dell'arrivo del vescovo per l'amministrazione del sacramento ad un gruppo di ragazzi. 9 Un’altra giornata piena di suonate e di divertimento si è svolta durante la festa patronale dell’Immacolata Concezione, dove ancora una volta si sono svolti gli ormai consueti concerti solenni a corda, le suonate a tastiera, e la classica suonata ducale. Questa volta i membri della F.C.A. Sono stati accompagnati da due nuovi ragazzi del cremasco, anch'essi appassionati di campane. Anche stavolta siamo stati accolti con grande felicità dal promotore degli eventi culturali di maggiore livello in Crema e dal disponibilissimo don Francesco. Nella mattinata del giorno delle cresime a Santo Stefano, sono stati censiti 3 campanili limitrofi alla frazione di Crema e tra questi c’era quello di Cremosano, su invito del reverendo don Emilio Luppo. Mentre scendevamo dal campanile, il parroco don Emilio, ci ha presentato alla tanta gente raccolta in preghiera in chiesa, e successivamente quando siamo usciti dalla sacrestia, siamo stati accolti da un mucchio di applausi. Ma non è tutto: il nostro socio Maurizio Bertazzolo, ha tenuto un bellissimo discorso, dove ha spiegato in poche parole i motivi per cui si è costituita una Federazione e in che cosa consiste la salvaguardia del patrimonio campanario. Per noi è stata una grandissima soddisfazione e un grandissimo onore. Dobbiamo continuare a portare avanti questa tradizione con passione e con tutto il nostro cuore, perché le campane continuino a suonare scandendo il ritmo della vita dei fedeli, e che la gente cominci a capire il loro inestimabile valore, e ad apprezzarle di più. Durante il pomeriggio dell'Immacolata è stato possibile accedere anche al campanile del Duomo di Crema, che conserva uno splendido concerto di campane settecentesche e anche molta gente ha fatto la fila per vedere alcuni ragazzi all'opera, intenti a far risuonare manualmente dopo decenni anche le campane della torre simbolo dell'intera diocesi. Il campanile della chiesa parrocchiale di Cremosano, dedicata a Santa Maria Maddalena. 10 "È SUNEN I CAMPAN: L'È FESTA" di Christian Rech Meda, e le sue campane a festa, alla riscoperta delle tradizioni. “ È sunen i campan: l’è festa!”: è questa una delle frasi che si sentono pronunciare in un giorno di festa all’ombra del campanile del Santuario del SS. Crocifisso di Meda. Sì, perché dall’agosto 2009 sul nostro campanile è tornata la tastiera e da quel momento, in ogni festività importante, almeno un membro della Federazione Campanari Ambrosiani si adopera nel suonare armoniose melodie con le 8 campane, fuse dalla fonderia seregnese di Luigi & Giorgio Ottolina nell’ormai lontano 1948. Particolare della tastiera ripristinata e nuovamente utilizzata per il suono a festa delle campane. Ecco che allora, nel giorno di Natale, dopo la messa delle 10.00 anche dalla chiesa parrocchiale si possono udire in lontananza le note dell’Alleluia, oppure della più tradizionale “Piva, Piva” o del “Noi vogliam Dio”. E naturalmente non può mancare il “Tu scendi dalle stelle”! Tradizionalmente nel giorno di Pasqua, per celebrare la Resurrezione di Cristo Gesù, non mancano mai le bellissime note del “Gloria in Excelsis Deo”, che risuonano per le vie del paese. Grazie all'oculato ripristino della tastiera, le nostre campane sono tornate non solo ad allietare le feste ma soprattutto a ricordare a tutti che, quando le campane suonano, è proprio un giorno di grande festa e non si può fare a meno di lodare Dio! Quanto è importante nelle città di oggi, rumorose e piene di distrazioni, avere uno strumento così sublime per sottolineare l’importanza di santificare le feste, uno dei dieci comandamenti. Una scorcio invernale del campanile del Santuario. 11 LA SANTA CONVOCAZIONE DEI FEDELI Passo ripreso dalla predica di mons. Fabio Turba, in occasione della benedizione delle campane di Cascina Croce Risale all'antichità l'uso di ricorrere a segni o a suoni particolari per convocare il popolo cristiano alla celebrazione liturgica comunitaria, per informarlo sugli avvenimenti più importanti della comunità locale, per richiamare nel corso della giornata a momenti di preghiera, specialmente al triplice saluto alla Vergine Maria. La voce delle campane esprime dunque in certo qual modo i sentimenti del popolo di Dio quando esulta e quando piange, quando rende grazie o eleva suppliche, e quando, riunendosi nello stesso luogo, manifesta il mistero della sua unità in Cristo Signore. Oggi noi benediciamo le due campane rinnovate di Cascina Croce. Una fusa nel 1605 verrà dedicata alla Santa Croce a cui la stessa chiesa sussidiaria di Cornaredo è consacrata. La più piccola la cui data ci è ignota verrà dedicata al Beato papa Giovanni Paolo II. Oltre che essere stato beatificato il 1 maggio di quest’anno è il primo Papa ad aver partecipato a una fusione di campane. La voce delle campane esprime in certo qual modo i sentimenti del popolo di Dio quando esulta e quando piange, quando rende grazie o eleva suppliche, e quando, riunendosi nello stesso luogo, manifesta il mistero della sua unità in Cristo Signore. Su le antiche campane troviamo queste iscrizioni che ci ricordano la funzione spirituale delle campane: Vox mea, vox vitae, voco vos ad sacra, venite [La mia voce, la voce della vita, vi chiamo alla celebrazione, venite] Laudo Deum verum, plebem voco, congrego clerum, defunctos ploro, nimbum fugo, festa decoro [Rendo lode al vero Dio, convoco il popolo, raduno il clero, piango i defunti, allontano la tempesta, adorno le festa] Il beato Papa Giovanni Paolo II, in un discorso durante una visita alla fonderia di campane di Agnone il 19 marzo 1995, sottolineava come “le campane delle chiese, aiutano a non dimenticare la domenica come il giorno del Signore, il giorno della liturgia”; come esse rappresentino la «voce di Dio» per chi crede e siano annuncio a chi non crede. “E’ una bella cosa ascoltare il suono delle campane che cantano la gloria del Signore da parte di tutte le creature. Lo scandire di rintocchi da parte di migliaia di campanili in tutto il mondo, è come una liturgia celeste che non può identificarsi nel segnare semplicemente le ore, ma nel colmare il tempo della sacralità e consacrarlo a Cristo, pienezza e Signore del tempo “. E ancora, affermava il Beato Papa, e vorrei che fossero le parole che risuonassero in noi che oggi abbiamo partecipato a questo santo rito“…ciascuno di noi porta in sé una campana, molto sensibile. Questa campana si chiama cuore. Questo cuore suona e mi auguro che il vostro cuore suoni sempre delle belle melodie…” 12