PONTEVECCHIO RISCOPRE LE SUE

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PONTEVECCHIO RISCOPRE LE SUE
SOMMARIO
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Stupore e fierezza
di Enrico Patani
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Tra storia, antichità e modernità
di Emanuele Mario Tempesta
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Pontevecchio riscopre le sue campane
di Andrea Gadarco
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Crema Immacolata
di Stefano Denti Tarzia
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“È sunen i campan: l’è festa!”
di Christian Rech
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La Santa Convocazione dei fedeli
passo ripreso da una predica di mons. Fabio Turba
Foto di copertina: Campanile di S. Apollinare, Cornaredo (MI)
STAMPATO IN PROPRIO AD USO INTERNO
Tutti gli articoli e le foto sono proprietà esclusiva della Federazione Campanari Ambrosiani e dei rispettivi Autori, tutti i diritti sono riservati.
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STUPORE E FIEREZZA
di Enrico Patani
Accade tutte le volte che c’è un
campanile “aperto”, ovverosia la visita
guidata che organizziamo nelle varie torri
della diocesi che lo permettono.
In queste occasioni subentra lo stupore da
parte del pubblico presente, nello
scoprire qualcosa di inaspettato che li
sorprende e a volte li conquista.
Nell’aprire questo mondo ai neofiti, li si
mette al corrente di cose che noi
campanari con un minimo di esperienza
diamo per scontate, ma che a quanto pare
non lo sono.
Non è banale allora spiegare che le
campane sono strumenti musicali intonati
tra di loro e proprio per questo non sono
state messe per caso sul campanile, che
esistono delle regole per la loro
bilanciatura e per le loro dimensioni, che
sussistono diversi metodi nel suonarle e
addirittura che l’ambrosiano è solo uno di
questi molti sistemi di suono.
Scopri allora che è un far conoscere a
persone, per la maggior parte ignare di
tutto nel settore, un mondo nuovo e
affascinante.
Mi piace qui ricordare il fascino che
sempre esercita il suono delle campane
sui bimbi piccoli, quando a occhi sgranati
e un po’ impauriti guardano dal basso le
campane muoversi in cima alla torre, e
nello stesso momento ammirano e
temono il loro suono forte e potente.
La si può allora chiamare meraviglia
l’impressione suscitata nelle persone che
salendo alla cella campanaria scoprono la
prospettiva della loro città o del loro
paese visto dall’alto. E’ come allargare lo
sguardo verso orizzonti più larghi di
quelli da tutti noi osservati nelle
frenetiche giornate della vita quotidiana.
Confesso che anche per me, salito molte
volte in cima a molti campanili, è sempre
terapeutico all’anima poter gettare lo
sguardo lontano verso l’orizzonte e
vedere
l’ondeggiare
delle
nostre
montagne che vi fanno da corona,
scrutare paesi lontani, riconoscendoli a
volte proprio dai loro campanili, simili a
matite puntate verso il cielo, scoprendo
che forse aveva davvero ragione
Alessandro
Manzoni
quando
nei
Promessi Sposi fa’ ammirare a Renzo
“questo cielo di Lombardia, così bello
quando è bello”.
Un osservatore d'eccezione scruta il paesaggio dal
campanile di San Vittore al Corpo, Basilica milanese e
sede della Federazione Campanari Ambrosiani.
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Tutte queste sensazioni si possono
riassumere in una parola: “STUPORE”.
Capita poi che durante le giornate di
campanile aperto, in cui si è all’opera
suonando la tastiera o tirando le corde, è
forte lo stupore e la sorpresa nello
scoprire, da parte di chi ci osserva, le
melodie create da strumenti tanto grandi
e all’apparenza poco manovrabili. Non
manca di solito il personaggio che con
sufficienza pensa sia solo tutta questione
di forza, al quale viene spiegato e
dimostrato che è più la tecnica che la
forza a permettere la buona riuscita del
concerto.
Stupore è anche vedere gli sguardi delle
persone che osservano il gioco di corde
che salgono e scendono al comando di
ordini scanditi da una sola persona,
magari senza capirci più di tanto in quella
danza di funi.
Salita pubblica al campanile della parrocchiale di
Pontevecchio di Magenta (MI), durante la patronale
del settembre 2011. L'evento ha raccolto più di 300
adesioni nel solo pomeriggio di quella domenica.
Tutte queste cose che sentimenti possono
suscitare in noi artisti delle campane e
soci della FCA?
Credo che si generi in noi un senso di
orgoglio per un qualcosa che, con
impegno, applicazione, stile, siamo
riusciti ad imparare e che, dopotutto, non
tutti sono in grado di fare.
Nello stesso tempo c’è il rispetto, perché,
pur suonando le campane da anni, capisci
che non sai ancora tutto, che non sei
ancora arrivato, che c’è sempre qualcuno
più bravo di te e quindi hai sempre da
imparare qualcosa di nuovo.
Malgrado tutto però ti rendi conto che
con l’impegno tuo e di tanti amici
all’interno della FCA si riesce a
realizzare qualcosa di creativo e senza
dubbio bello.
Tutte queste sensazioni si possono
riassumere in una parola: “FIEREZZA”.
Un gruppo di associati sorveglia la cella campanaria
della chiesa parrocchiale di Paderno Dugnano (MI),
durante la salita pubblica al campanile nel 2011.
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TRA STORIA, ANTICHITA' E MODERNITA'
di Emanuele Mario Tempesta
Sembrerebbe essere stato un 2011 poco
carico di emozioni in quel di Cornaredo.
L'anno è trascorso normalmente, finché
dopo Pasqua una brillante intuizione del
parroco, mons. Fabio Turba, ha fatto si
che la chiesetta della frazione Cascina
Croce, dedicata appunto alla Santa Croce,
subisse una completa opera di restauro.
Oggetto di questo oculato restauro sono
stati interni, esterni, tetto e persino la
torre campanaria, mai toccata prima
d'ora, se non per fissare al muro le due
campane esistenti, in modo che non
potessero più suonare, ma che restassero
comunque appese per bellezza.
Già dal settembre del precedente anno
una visita al campanile aveva creato un
certo stupore intorno alla campana
maggiore del concerto (nota Si), poiché
recava incisa una data insolitamente
antica: 1605.
La più piccola delle due, aggiunta in
seguito, è sicuramente più recente (nota
Re) ma le due campane hanno suonato
per poco tempo insieme, troppo poco per
non poter avere una loro rivincita.
Il paese non è nuovo a restauri
miracolosi, ma sembrava impossibile che
si mettesse mano ad una torre che ormai
sfruttava un disco registrato per il suono
delle campane: certo più comodo, ma
decisamente triste e poco gioioso.
Il volere popolare è stato così forte che le
campane sono state calate dal campanile
e solennemente benedette durante la
funzione principale della festa del paese:
la Messa Solenne della prima domenica
di settembre, ormai divenuta cuore di
tutte le celebrazioni della sagra.
Il restaurato campanile della piccola chiesetta di
Cascina Croce, nel periodo immediatamente
successivo la benedizione e inaugurazione dei due
bronzi, ricollocati sapientemente sulla torre.
Questo solenne rito di benedizione ai più
è risultato una totale novità, poiché
l'ultima campana benedetta è stata il
campanone della parrocchiale, crepato e
rifuso nell'Anno del Signore 1957.
La generosità dei "buoni cascinali", come
vengono definiti dal parroco stesso, ha
fatto si che le due campane ora possano
risuonare della loro voce propria,
montate in un sistema consono alla loro
grandezza e per trasmettere più
gioiosamente la voce di Dio. Ovviamente
il tutto è stato voluto completamente
manuale, per conservare la tradizione che
dal 1933 si tramandava.
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Pochissime settimane dopo, un'altra
scoperta ancora più interessante della
prima: la campana della chiesa di fronte
alla parrocchiale, dedicata a S.
Apollinare, presentava delle particolarità
sia di sagoma che di incisioni e loghi,
tutti insolitamente antichi.
Minacciando rovina, è stata calata e
restaurata in maniera da ritornare al suo
posto rinnovata ma non cambiata in
niente se non nel ceppo, risalente alla sua
data di fusione e ormai compromesso.
L'opera venne realizzata su commissione
di Federico Balbi, nobile di Cornaredo,
nel 1559 che contattò il buon Busca
(fonditore milanese che fuse le campane
del Duomo) comandandogli una piccola
campana per questa antica cappella.
Durante la vigilia dell'Immacolata
Concezione (7 dicembre), il parroco si è
trovato a benedire una terza campana a
distanza di tre mesi, regalando a
Cornaredo un pezzo di storia, che
altrimenti sarebbe andato perduto.
Ora la campana è ben salda e verrà
suonata in qualche occasione, dato che la
chiesa è ad oggi utilizzata per le funzioni
dedicate a S. Apollinare (in luglio), per
mostre d'arte sacra e durante il mese
mariano, per la recita serale del Rosario.
Il parroco benedice la campana di S. Apollinare
durante la Santa Messa Vigiliare dell'Immacolata
Concezione di Maria Vergine, 7 dicembre 2011.
Piccoli oggetti, suono melodioso, tanta
storia. Tre brevi frasette formate da
coppie di parole: tutte corrette e
utilizzabili per descrivere perfettamente
cosa siano le campane. Uno strumento di
Dio? La voce stessa di Dio? Un pezzo di
storia alla pari di una pergamena? Forse
una, forse tutte queste cose. Di certo c'è
solo che la vita del popolo è scandita dai
loro rintocchi e da millenni ormai la loro
importanza nella vita quotidiana è
documentata e inamovibile. Che rimanga
a lungo questa tradizione, perché dove
sprofondano le tradizioni si perdono le
radici e dove si perdono le radici tutto si
uniforma e niente è più unico.
L'uniformità porta al grigiore e quindi
non spegniamo questi colori... non
fermiamo i sacri bronzi: che risuonino
ora, come nei cieli antichi, e per sempre!
Un particolare del marchio presente sulla campana,
fusa dal Busca nel 1559, della chiesa di S. Apollinare.
La campana, tornata al suo posto nel
gennaio dell'anno seguente, ora risuona
nei cieli anch'essa montata per il suono
manuale, in un sistema consono per
espanderne il più possibile il suono.
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PONTEVECCHIO RISCOPRE LE SUE CAMPANE
di Andrea Gadarco
La frazione di Pontevecchio possiede due
campanili: il primo, appartenente al
Santuario dell'Immacolata, risale al 1894
ed è completamente manuale sia per
quanto riguarda l'annuncio delle messe,
sia per quanto riguarda le suonate a festa
tramite la tastiera. Il campaniletto present
un concerto di 5 campane in tonalità di
Reb Maggiore. Le due campane più
piccole del concerto, sono le originali
della chiesa (note: Lab e Solb) e furono
fuse dal fonditore milanese Davide
Cobianchi nell'anno 1851. Le restanti tre,
invece, furono sapientemente aggiunte
dai Fratelli Barigozzi di Milano nel 1894.
L'altro campanile, quello appartenente
alla chiesa parrocchiale, possiede un
concerto di 5 campane in Sib Maggiore,
fuso dalla fonderia Roberto Mazzola nel
1949, in quel di Valduggia (VC).
L’anno 2011 è stato per il piccolo paese
di Pontevecchio un’autentica riscoperta
dell’arte campanaria, in tutte le sue varie
forme e sfaccettature.
Tutto questo è stato possibile grazie alla
splendida disponibilità del Rev. Parroco
don Eusebio, che ha dato la sua
benedizione a questo ottimo progetto di
riscoperta artistica.
Due eventi hanno contraddistinto l’anno
appena trascorso; il primo in ordine
cronologico è quello di Maggio, quando
il Parroco, dopo aver fatto accomodare i
bambini della scuola materna nel campo
sportivo dell’oratorio (ai piedi della torre
campanaria), è salito in cella a suonare a
tastiera varie melodie, intervallate da una
sapiente spiegazione delle campane e
della loro storia.
Il Reverendo don Eusebio Angelo Stefanoni, parroco di
Pontevecchio, si esibisce in una tipica suonata della
tradizionale tastiera ambrosiana per il suono a festa.
Non è cosa di tutti i giorni vedere un
parroco che sale sul proprio campanile a
“tastierare”. Diciamo pure una cosa
d'altri tempi, quasi a ricordo di un
parroco in bianco e nero, anch'egli molto
attento ai suoi parrocchiani e sempre
pronto a suonargliele.
L’emozione di quei momenti è stata forte
e penso sia motivo di orgoglio per tutti
noi in Federazione: una riscoperta quasi
radicale che porta alla sensibilizzazione
di un oggetto che prima di tutto è sacro.
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L’altro evento, ancora più coinvolgente
del precedente anche se forse meno raro,
è stata la salita pubblica alla torre
campanaria della chiesa parrocchiale, in
occasione dei festeggiamenti per la festa
Patronale, che si è tenuta lo scorso 11
Settembre.
Ad un anno esatto dalla conclusione dei
lavori di restauro del campanile e delle
campane, oltre 300 persone provenienti
anche dai paesi limitrofi hanno potuto
accedere alla cella campanaria per
scoprire il particolare modo di suonare le
campane a festa mediante l’uso della
tastiera. Si, perché molte persone non
sapevano nemmeno dell’esistenza di
questo strumento.
Anche i giornali locali hanno parlato di
questo particolare evento, nuovo per la
zona del magentino, ed ancora oggi, a
distanza di qualche mese, le persone
ricordano con piacere questo evento.
Particolare della campana maggiore del concerto. La
sua nota è un Si bemolle e il suo peso supera i 2000Kg.
Foto del settembre 2010, in cui sono ben visibili le 5
campane appena restaurate.
Una visione d'insieme della nuova tastiera presente sul
campanile, pronta a far risuonare le 5 meravigliose
Mazzola che decorano il campanile. Anche se il
termine nuova non si addice poi esattamente a questa
tastiera: diciamo piuttosto la "recuperata" e
"restaurata" tastiera che apparteneva anche in origine
a questo campanile, fin dal montaggio delle campane.
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CREMA IMMACOLATA
di Stefano Denti Tarzia
In una calda e bellissima giornata
d’estate in quel di Santo Stefano in
Vairano, un piccolo quartiere posto di
poco al di fuori dal centro storico di
Crema, era un'occasione speciale per
tantissimi ragazzi, poiché il vescovo di
Crema Sua Eccellenza mons. Oscar
Cantoni si trovava in quella parrocchia
per amministrare il sacramento della
Confermazione, noto ai più con il nome
di Cresima.
Grazie al sempre costante appoggio
dell'amico Marcello Palmieri, e all’invito
di Don Francesco Gipponi, parroco di
Santo Stefano, è stato possibile rendere
questa giornata un momento per stare in
compagnia, per condividere ancora una
volta tutti insieme la nostra grande
passione per le campane, che si lega
inesorabilmente e costantemente alla
scoperta e alla riscoperta delle tradizioni
locali, facendoci conoscere ancora di più
la terra di Crema e i suoi gioielli nascosti.
Il concerto di campane è composto da 6
bronzi intonati in una scala di Sol
Maggiore crescente. Le 5 campane
maggiori vennero fuse dal cremasco
Francesco D’Adda nel 1946, mentre la
campana minore è stata aggiunta dalla
fonderia Allanconi di Bolzone nel 2003.
La giornata è stata molto carica di
suonate, dai concerti solenni suonati
manualmente tramite l'ausilio delle corde,
alle numerose suonate a tastiera.
La tastiera presente sul campanile della chiesa di
Santo Stefano, utilizzata per eseguire le classiche
suonate a festa che accompagnano solitamente i
grandi eventi della vita dei paesi.
Non potevano ovviamente mancare
complimenti e applausi da parte di tanta
gente, che ha gradito moltissimo il suono
delle campane “diverso” rispetto al solito.
Alla fine della giornata, nonostante la
stanchezza, eravamo più che soddisfatti
della giornata trascorsa in compagnia.
Tantissimi complimenti vanno ai ragazzi
che erano presenti: alcuni giunti da
Milano in rappresentanza della F.C.A. e
un caro amico che si è unito a noi,
appartenente al gruppo campanari città di
Bergamo.
Un'immagine che ci presenta la facciata della chiesa di
Santo Stefano, tutta parata a festa, in occasione
dell'arrivo del vescovo per l'amministrazione del
sacramento ad un gruppo di ragazzi.
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Un’altra giornata piena di suonate e di
divertimento si è svolta durante la festa
patronale dell’Immacolata Concezione,
dove ancora una volta si sono svolti gli
ormai consueti concerti solenni a corda,
le suonate a tastiera, e la classica suonata
ducale. Questa volta i membri della
F.C.A. Sono stati accompagnati da due
nuovi ragazzi del cremasco, anch'essi
appassionati di campane.
Anche stavolta siamo stati accolti con
grande felicità dal promotore degli eventi
culturali di maggiore livello in Crema e
dal disponibilissimo don Francesco.
Nella mattinata del giorno delle cresime a
Santo Stefano, sono stati censiti 3
campanili limitrofi alla frazione di Crema
e tra questi c’era quello di Cremosano, su
invito del reverendo don Emilio Luppo.
Mentre scendevamo dal campanile, il
parroco don Emilio, ci ha presentato alla
tanta gente raccolta in preghiera in
chiesa, e successivamente quando siamo
usciti dalla sacrestia, siamo stati accolti
da un mucchio di applausi.
Ma non è tutto: il nostro socio Maurizio
Bertazzolo, ha tenuto un bellissimo
discorso, dove ha spiegato in poche
parole i motivi per cui si è costituita una
Federazione e in che cosa consiste la
salvaguardia del patrimonio campanario.
Per noi è stata una grandissima
soddisfazione e un grandissimo onore.
Dobbiamo continuare a portare avanti
questa tradizione con passione e con tutto
il nostro cuore, perché le campane
continuino a suonare scandendo il ritmo
della vita dei fedeli, e che la gente
cominci a capire il loro inestimabile
valore, e ad apprezzarle di più.
Durante il pomeriggio dell'Immacolata è
stato possibile accedere anche al
campanile del Duomo di Crema, che
conserva uno splendido concerto di
campane settecentesche e anche molta
gente ha fatto la fila per vedere alcuni
ragazzi all'opera, intenti a far risuonare
manualmente dopo decenni anche le
campane della torre simbolo dell'intera
diocesi.
Il campanile della chiesa parrocchiale di Cremosano,
dedicata a Santa Maria Maddalena.
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"È SUNEN I CAMPAN: L'È FESTA"
di Christian Rech
Meda, e le sue campane a festa, alla
riscoperta delle tradizioni. “ È sunen i
campan: l’è festa!”: è questa una delle
frasi che si sentono pronunciare in un
giorno di festa all’ombra del campanile
del Santuario del SS. Crocifisso di Meda.
Sì, perché dall’agosto 2009 sul nostro
campanile è tornata la tastiera e da quel
momento, in ogni festività importante,
almeno un membro della Federazione
Campanari Ambrosiani si adopera nel
suonare armoniose melodie con le 8
campane, fuse dalla fonderia seregnese di
Luigi & Giorgio Ottolina nell’ormai
lontano 1948.
Particolare della tastiera ripristinata e nuovamente
utilizzata per il suono a festa delle campane.
Ecco che allora, nel giorno di Natale,
dopo la messa delle 10.00 anche dalla
chiesa parrocchiale si possono udire in
lontananza le note dell’Alleluia, oppure
della più tradizionale “Piva, Piva” o del
“Noi vogliam Dio”. E naturalmente non
può mancare il “Tu scendi dalle stelle”!
Tradizionalmente nel giorno di Pasqua,
per celebrare la Resurrezione di Cristo
Gesù, non mancano mai le bellissime
note del “Gloria in Excelsis Deo”, che
risuonano per le vie del paese.
Grazie all'oculato ripristino della tastiera,
le nostre campane sono tornate non solo
ad allietare le feste ma soprattutto a
ricordare a tutti che, quando le campane
suonano, è proprio un giorno di grande
festa e non si può fare a meno di lodare
Dio! Quanto è importante nelle città di
oggi, rumorose e piene di distrazioni,
avere uno strumento così sublime per
sottolineare l’importanza di santificare le
feste, uno dei dieci comandamenti.
Una scorcio invernale del campanile del Santuario.
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LA SANTA CONVOCAZIONE DEI FEDELI
Passo ripreso dalla predica di mons. Fabio Turba, in occasione della benedizione delle campane di Cascina Croce
Risale all'antichità l'uso di ricorrere a segni o a suoni particolari per
convocare il popolo cristiano alla celebrazione liturgica
comunitaria, per informarlo sugli avvenimenti più importanti della
comunità locale, per richiamare nel corso della giornata a momenti
di preghiera, specialmente al triplice saluto alla Vergine Maria. La
voce delle campane esprime dunque in certo qual modo i
sentimenti del popolo di Dio quando esulta e quando piange,
quando rende grazie o eleva suppliche, e quando, riunendosi nello
stesso luogo, manifesta il mistero della sua unità in Cristo Signore.
Oggi noi benediciamo le due campane rinnovate di Cascina Croce.
Una fusa nel 1605 verrà dedicata alla Santa Croce a cui la stessa
chiesa sussidiaria di Cornaredo è consacrata. La più piccola la cui
data ci è ignota verrà dedicata al Beato papa Giovanni Paolo II.
Oltre che essere stato beatificato il 1 maggio di quest’anno è il
primo Papa ad aver partecipato a una fusione di campane. La voce
delle campane esprime in certo qual modo i sentimenti del popolo
di Dio quando esulta e quando piange, quando rende grazie o eleva
suppliche, e quando, riunendosi nello stesso luogo, manifesta il
mistero della sua unità in Cristo Signore. Su le antiche campane
troviamo queste iscrizioni che ci ricordano la funzione spirituale delle campane:
Vox mea, vox vitae, voco vos ad sacra, venite
[La mia voce, la voce della vita, vi chiamo alla celebrazione, venite]
Laudo Deum verum, plebem voco, congrego clerum, defunctos ploro, nimbum fugo, festa decoro
[Rendo lode al vero Dio, convoco il popolo, raduno il clero, piango i defunti, allontano la tempesta, adorno le festa]
Il beato Papa Giovanni Paolo II, in un discorso durante una
visita alla fonderia di campane di Agnone il 19 marzo 1995,
sottolineava come “le campane delle chiese, aiutano a non
dimenticare la domenica come il giorno del Signore, il giorno
della liturgia”; come esse rappresentino la «voce di Dio» per
chi crede e siano annuncio a chi non crede. “E’ una bella cosa
ascoltare il suono delle campane che cantano la gloria del
Signore da parte di tutte le creature. Lo scandire di rintocchi da
parte di migliaia di campanili in tutto il mondo, è come una
liturgia celeste che non può identificarsi nel segnare
semplicemente le ore, ma nel colmare il tempo della sacralità e consacrarlo a Cristo, pienezza e
Signore del tempo “. E ancora, affermava il Beato Papa, e vorrei che fossero le parole che
risuonassero in noi che oggi abbiamo partecipato a questo santo rito“…ciascuno di noi porta in sé
una campana, molto sensibile. Questa campana si chiama cuore. Questo cuore suona e mi auguro
che il vostro cuore suoni sempre delle belle melodie…”
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