ricerche di etnobotanica nel mediterraneo
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ricerche di etnobotanica nel mediterraneo
PALME DEL MEDITERRANEO RICERCHE DI ETNOBOTANICA NEL MEDITERRANEO * PHOENIX PROJECT BIOARCHIVE ABSTRACT I paesaggi sono realtà fragili, soggette a variazioni perpetua, che illustra in particolare la storia delle palme. Le oasi sono per esempio il rappresentante per eccellenza del mondo mediterraneo, mentre l’introduzione della palma da datteri è relativamente recente. Risale solo all'antichità. Presente per milioni di anni, gli alberi di palma indigena sono invece poco conosciuto, e anche in via di estinzione. Sono solo due le palme endemiche del bacino mediterraneo, la Chamaerops humilis e la Phoenix theophrasti. La cinquantina di specie presenti oggi sul territorio sono state introdotte nel corso dei secoli: a partire dal antichità per la Phoenix dactylifera, mentre per le altre l'epoca moderna con la creazione dei giardini d’acclimatazione. La Phoenix Canariensis è stata tra le prime ad essere introdotta. Per un secolo, nuove specie sono state introdotte sulla costa mediterranea, dove hanno già colonizzato il paesaggio. La storia dell'evoluzione dei paesaggi e le loro rappresentanze è centrale per gli studi condotti nel quadro del Progetto Phoenix-Bioarchivio. La ricerca concerna la storia e la distribuzione delle palme nel Mediterraneo dall'antichità ai giorni nostri, così come i loro usi e le loro rappresentazioni. SOMMARIO 1.1 CHAMAEROPS HUMILIS 1.2 PHOENIX THEOPHRASTI 1.3 PHOENIX DACTYLIFERA 1.4 HYPHAENE THEBAICA 1.5 PHOENIX CANARIENSIS 1. CHAMAEROPS HUMILIS Descrizione La Chamaerops humilis è una pianta endemica del bacino mediterraneo. Il suo habitat si limita oggi al Mediterraneo occidentale, dove persistono ancora popolazioni più o meno spontanee. Produzione Le sue fronde sono usate fin dall'antichità nella fabbricazione di scope, cestini, canestri, corde, cappelli. Si consumano anche i germogli, chiamati "cavoli palmisti". Ricerche Il Centro Studi e Ricerche sulle Palme (CSRP-Sanremo) ha avviato un programma di ricerche in collaborazione con il DIPTERIS dell’Università di Genova, il CRA-FSO di Sanremo e l'IRD di Montpellier. Oggetto d’indagine sono: * Inventario: attraverso una raccolta di campioni * Genotipizzazione: i campioni raccolti finora in Francia, Spagna e Marocco saranno integrati ai dati raccolti sull’insieme delle palme da parte dell’IRD * Etnobotanica: i numerosi usi della Chamaerops sono attualmente oggetto di indagine da parte del dipartamento DIPTERIS dell’Università di Genova 2. PHOENIX THEOPHRASTI Distribuzione La Phoenix theophrastii è una palma esclusivamente mediterranea, molto rara. Le sue principali zone di riproduzione naturale si trovano nel Mediterraneo orientale, a Creta e in Turchia. Permane qualche esemplare nelle Isole del Mar Egeo. Produzione Non sono noti impieghi particolari. E’ verosimilmente la specie rappresentata a vario titolo nella mitologia e nella religione della Grecia antica. Ricerche Il Centre de Recherches sur le Patrimoine (CRP-France) in collaborazione con l'Institut pour la Recherche et le Développement (IRD-(France) ha intrapreso una ricerca su : * condizioni culturali sulla Phoenix theophrasti * genotipizzazione dei campioni * storia della palma nella mitologia e religione dell’antica Grecia. 1.3 PHOENIX DACTYLIFERA Distribuzione La varietà Phoenix dactylifera, o palma da datteri, è la palma maggiormente rappresentata nel bacino mediterraneo. La sua presenza risalirebbe a circa 6000 anni prima della nostra era. L’origine esatta è sconosciuta. Si trova principalmente nelle zone aride dell'Africa del Nord e del Medio Oriente. A partire dal Medioevo, la Phoenix dactylifera è gradualmente introdotta nel bacino del Mediterraneo e in America. Le ragioni di questa diffusione sono da ricercare non tanto nella sua dimensione economica, quanto nelle credenze e nei rituali di cui è oggetto, soprattutto nelle cerimonie religiose della pasqua e delle feste ebraiche per il nuovo anno. Produzione Grazie ai frutti, la palma da datteri è alla base dell'economia dei paesi a sud del Mediterraneo. Da tempo in Europa viene utilizzata per le sue foglie e dal 19 esimo secolo come pianta ornamentale. Ricerche Il Centro Studi e Ricerche per le Palme e il CRA-FSO (Sanremo) collaborano con l'IRD, il CIRAD e il CRP a ricerche pluridisciplinari sulle palme da datteri nell’ambito del Progetto Phoenix. Maggiore informazione In fase di realizzazione: Protocollo di raccolta etnobotanica 1.4 HYPHAENE THEBAICA Distribuzione L'habitat della Hyphaene thebaica, detta palma dum, è situato più a sud. É menzionata nella civiltà egizia. Probabilmente era coltivata allora nelle oasi sahariane. Produzione È nota per diversi impieghi: la preparazione di canestri e di stuoie, mentre il suo frutto viene utilizzato nell'alimentazione umana e in quella del bestiame. Ricerche L’IRD in collaborazione con il Centre d'Etude et de Recherche de Djibouti (CERD) ha avviato uno studio genetico sperimentale sulla palma dum. Essa è una componente agro-ecologica molto importante nell’area tunisina. Nella regione di As-Eyla esistono delle immense estensioni di dum coltivate per fini artigianali e impiegate nella produzione di oggetti di vimini. Esse sorgono nelle oasi ove successivamente hanno trovato spazio anche le palme da datteri, dando origine così ad una coltivazione su larga scala mista. In un quadro di desertificazione e di forte pressione rurale, le palme dum appaiono come elemento chiave della gestione futura del centro. 1.5 PHOENIX CANARIENSIS Distribuzione La Phoenix Canariensis è una pianta endemica dell’arcipelago delle Isole Canarie. Attualmente è stata introdotta in tutta l’area mediterranea e da qualche anno è gravemente minacciata dall’infestazione del Punteruolo rosso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus). Produzione Nelle Isole Canarie la palma è sfruttata soprattutto per la linfa dalla quale si estrae una specie di miele. L’introduzione nel Mediterraneo della Phoenix Canariensis come pianta ornamentale risale ad un’epoca recente. É legata al turismo di villeggiatura. Tale dimensione ha raggiunto livelli mondiali. Ricerche Progetto di caratterizzazione genetica e di conservazione del palmeto delle Isole Canarie : La Phoenix Canariensis attualmente è gravemente minacciata sia nell’area d’origine naturale che nelle zone ove è stata introdotta. La diversità e la struttura genetica della specie nel suo habitat naturale è ancora sconosciuta. L’integrità delle popolazioni spontanee è messa in pericolo dall’ibridazione con specie introdotte, quali ad esempio la Phoenix dactylifera. In questo contesto, l’Università de Las Palmas (Gran Canarie), in collaborazione con l’IRD, ha ottenuto un finanziamento dal Ministero della ricerca spagnolo per studiare in dettaglio la struttura genetica della specie e caratterizzare il flusso dei geni interspecifici. Lo studio interesserà 40 popolazioni ripartite su 7 isole. Il controllo delle popolazioni sarà effettuato con le autorità locali che si occuperanno inoltre di implementare le misure per la conservazione del luogo stabilite in fase di avvio del progetto. Un possibile proseguimento della ricerca potrebbe essere la comparazione della struttura genetica delle palme ornamentali trapiantate nel resto dell’Europa con quelle delle Isole Canarie. I dati disponibili, in particolare quelli raccolti nelle palme site in Costa Azzurra, indicano in effetti che le piante coltivate hanno una base genetica estremamente stretta, proveniente senza dubbio da un solo lotto di semi messi in coltura nel 19 esimo secolo. Tale carenza di variabilità potrebbe essere un fattore di sensibilità al punteruolo rosso nell’insieme delle palme ornamentali. Al contrario nelle popolazioni naturali sulle 7 isole ci si aspetta una forte struttura e adattamento a condizioni climatiche variabili, ad eccezione di fenomeni isolati. L’insieme dei dati potrebbe servire come punto di partenza nella ricostruzione dei palmeti ornamentali con base genetica diversificata, al fine di garantirne un migliore utilizzo. BIBLIO WEB Carlo Morici, La Palmera Canaria: Phoenix canariensis, 2006, Spain, Rincones del Atlantico, N° 3